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Stefano Isola
1 Premessa
Lavvento massiccio delle nuove tecnologie informatiche negli ultimi decenni
ha creato una situazione inedita in cui si riesce o si suppone di riuscire
a trattare in modo quantitativo non solo le situazioni classiche in cui
il metodo scientifico era gia applicabile ed i risultati interessanti erano de-
ducibili da pochi principi, ma anche a quelle in cui cio che interessa e de-
ducibile dallelaborazione automatica di quantita enormi dinformazioni di-
verse. Basti pensare alla genomica o alle cosiddette scienze sociali. In questo
contesto, nel quale i metodi quantitativi basati sullelaborazione automatica
di grandi masse di dati invadono tutti campi, si e iniziato a parlare insistente-
mente di complessita, spesso nel senso di un paravento dietro il quale legitti-
mare labbandono del metodo dimostrativo delle scienze esatte per accogliere
qualsivoglia protocollo di elaborazione in grado di estrarre informazioni utili,
nel senso in cui puo esserlo unanalisi di mercato. In una prospettiva diversa,
sembra tanto piu utile sostenere lesigenza di nuove sintesi teoriche che si
pongano fin da subito come modelli parziali della molteplicita fenomenica,
e che, seppure si possono avvalere marginalmente e contestualmente di tec-
niche di trattamento automatico di dati, contribuiscano a ridare al soggetto
la dignita di riservarsi la parte intelligente del lavoro di ricerca, ovvero la
traduzione degli aspetti quantitativi in affermazioni di natura qualitativa
sulla struttura del problema in esame. Lo studio dei metodi e delle tecniche
della teoria dei sistemi dinamici puo dare un contributo proprio in questa
direzione.
1
2 Preliminari
Un sistema dinamico e un modello matematico di un processo deterministico,
cioe tale che la sua evoluzione futura (e talvolta anche passata) sia comple-
tamente determinata dal suo stato presente. In queste note ci occuperemo
soltanto di processi deterministici discreti, come ad esempio literazione di
una funzione assegnata f : X X, dove X, linsieme di tutti i possibili
stati del processo, ha dimensione finita, ad esempio X Rd . Il problema
e allora quello di capire il comportamento eventuale o asintotico - ossia per
n grande - dellinsieme dei punti su X ottenuti iterando f a partire da un
punto iniziale x X:
x, f (x), f 2 (x), . . . , f n (x) (1)
dove f n indica la composizione f . . . f , n volte. Una funzione f che, at-
traverso la sua iterazione, determina un sistema dinamico, si chiama trasfor-
mazione o mappa. Tale terminologia caratterizza il processo geometrico di
trasformare un punto in un altro. Osserviamo che il comportamento delle
iterate (1) dipende dalla scelta del punto iniziale x X, che in tal modo
costituisce una sorta di parametro per il sistema dinamico. Nella teoria dei
sistemi dinamici si e generalmente interessati al comportamento conseguente
di punti iniziali tipici, in un senso che sara reso preciso piu avanti.
Una procedura tecnologicamente assistita per farsi unidea empirica della
possibile fenomenologia osservabile in un processo iterativo (unidimensionale)
e la seguente: si prenda un calcolatore scientifico e si scelga un numero
qualunque da inserirvi, poi si prema il tasto di una funzione di libreria, e si
continui a farlo ripetutamente. Ad esempio, una volta inserito il numero x,
si prema ripetutamente il tasto exp. Otteniamo in tal modo la sequenza
x ex
x, ex , ee , ee , . . .
Evidentemente, qualunque sia stata la scelta del numero x, otterremo presto
un messaggio di straripamento da parte del calcolatore. In altri termini
le successive iterazioni della funzione exp x tendono all. Se invece di
exp x scegliamo al funzione sin x, allora qualunque punto iniziale x dara
luogo a numeri sempre piu piccoli, cioe a una sequenza che converge a 0.
Analogamente, per cos x, ogni x iniziale da luogo a una sequenza che con-
verge al valore .73908 . . . (in radianti, oppure .99984 . . . in gradi). Si potra
sospettare a questo punto che literazione di una data funzione conduca sem-
pre, qualunque sia il punto inziale x, a una sequenza convergente a un limite
2
fisso. In realta, niente potrebbe essere piu lontanto dal vero. Literazione di
funzioni anche molto semplici puo dar luogo a comportamenti assolutamente
bizzarri e imprevedibili. A titolo di esempio, programmiamo un calcolatore
per iterare la funzione quadratica f (x) = 4x(1 x). Come vedremo in
dettaglio piu avanti, al variare del punto iniziale in [0, 1] si potranno osser-
vare comportamenti completamente diversi. Talvolta il valore dato si ripete
allinfinito; la maggior parte delle volte osserveremo sequenze senza alcuna
struttura discernibile, assimilabili a sequenze aleatorie come il lancio di una
moneta.
Osservazione importante. Supponiamo per semplicita che la mappa
f trasformi un intervallo finito I R in se stesso e limitiamoci dunque
a considerare lazione di f su I. Ad esempio per la funzione quadratica
introdotta sopra I = [0, 1]. Se lanciamo di nuovo la computazione iterativa
usando lo stesso punto iniziale, cioe la stessa rappresentazione digitale1 del
numero reale x I, otterremo esattamente la stessa sequenza. Se pero
consideriamo la (1) come la legge di evoluzione deterministica di un sistema
fisico che vive nel continuo, allora puo accadere che due evoluzioni con lo
stesso dato iniziale differiscano completamente luna dallaltra dopo poche
iterazioni. E questo perche nel mondo fisico ogni misura corrisponde ad
un intervallo2 , che potra essere reso molto piccolo con misurazioni molto
precise, ma che dal punto di vista topologico avra sempre le caratteristiche
di un intervallo e non quelle di un punto. Daltra parte, dati due punti x e
x0 in I tali che |x x0 | (dove > 0 caratterizza la massima precisione
della nostra misura) e assumendo f differenziabile, avremo che la distanza
delle loro iterate si comporta come
per qualche (x, x0 ). Se ora, almeno per n non troppo grande, la succes-
sione |(f n )0 ()| cresce rapidamente (vedremo meglio piu avanti come e quando
cio puo accadere), per quanto precisa sia lidentificazione del dato iniziale (e
qui sta la differenza di significato della locuzione lo stesso nel contesto dig-
itale discretizzato e in quello fisico) levoluzione temporale regolata dalla
1
E dunque finita: i calcolatori sono per definizione macchine a stati discreti, che operano
in modo esatto ed iterativo su insiemi finiti, ottenuti arrotondando le cifre rispetto a una
precisione fissata.
2
Ad esempio non si puo, se non con un operazione di limite puramente ideale, conoscere
tutte le cifre decimali di un generico numero reale.
3
(1) sara de facto impredicibile (in particolare a partire da quando n e ab-
bastanza grande da rendere il termine a destra nella (2) piu grande di |I|).
E questa la caratteristica precipua dei sistemi dinamici caotici, riconosciuta
per la prima volta da Poincare nel 1890 e riscontrabile un po ovunque, dai
sistemi planetari con almeno tre corpi, al lancio di un dado, a un pendolo
doppio, alla turbolenza nei fluidi, etc., e che sta alla base della concettual-
izzazione classica della categoria di caso nei termini puramente epistemici
di determinazione impredicibile. Cio ha limportante conseguenza con-
cettuale che landamento caotico ed imprevedibile di un certo fenomeno non
e in contraddizione con una sua modellizzazione matematica in termini di
una dinamica deterministica soggiacente.
Oltre alliterazione di un funzione vi sono anche altri tipi di sistemi dinamici.
Ad esempio, un sistema dinamico puo essere generato da unequazione dif-
ferenziale ordinaria la cui variabile indipendente e il tempo t, cioe unequazione
della forma
d
x(t) = F (x(t)) (3)
dt
dove x Rd e F : Rd Rd e una funzione sullo spazio delle fasi Rd .
In questo caso la teoria tentera di predire il comportamento delle soluzioni
dellequazione sia nel lontano futuro (t ) che nel lontano passato (t
).
Osserviamo che esistono due maniere di mettere in corrispondenza unequazione
differenziale come la (3) con literazione di una mappa di Rm in se (con
m d). La piu elementare, ma meno rigorosa, consiste nel discretizzare il
tempo. In altre parole, per ogni scelta di t0 > 0 abbastanza piccolo, si puo
scrivere la (3) nella forma
xn+1 = f (xn ), n = 0, 1, . . .
dove
f (x) = x + t0 F (x).
Il secondo metodo puo essere applicato ogniqualvolta leq.(3) ammette una
soluzione periodica, cioe se esiste una condizione iniziale x(0) tale che x(T ) =
x(0) per qualche T > 0. In questo caso, possiamo considerare un iperpiano
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(d 1)-dimensionale, trasversale alla curva t x(t) in x(0), e, su tale iper-
piano, un intorno S di x(0). Dato x S, sia x0 la successiva intersezione con
liperpiano della traiettoria con condizione iniziale x(0) = x. Se la prima in-
tersezione corrisponde al punto x0 , possiamo definire P (x) = x0 . (Osserviamo
che il tempo necessario per andare da x a x0 sara in generale diverso da T , e
che alcuni punti possono anche non ritornare sulliperpiano, ma non ci pre-
occuperemo qui di tali questioni). P e allora una trasformazione S Rd1 ,
e prende il nome di mappa di primo ritorno o anche mappa di Poincare.
Pressocche tutte le proprieta interessanti delle soluzioni dellequazione (3) si
proiettano su corrispondenti proprieta di P .
5
studiare famiglie ad un parametro di trasformazioni, poiche nessun nuovo
fenomeno e riscontrabile usando piu parametri.
In quanto segue ci occuperemo quasi esclusivamente di mappe che trasfor-
mano un intervallo I R in se stesso. E il piu delle volte avemo a che
fare con mappe continue, o al peggio continue a tratti, dellintervallo [0, 1] in
se. Naturalmente la scelta dellintervallo [0, 1] e arbitraria, poiche il cambia-
mento di coordinate x = (x0 a)/(b a) trasforma una mappa [a, b] [a, b]
in una mappa [0, 1] [0, 1]. Se invece a = e/o b = + ci troviamo
in una situazione del tutto diversa, che puo tuttavia spesso essere ricondotta
alla situazione precedente per mezzo delle seguenti osservazioni. Assumiamo,
ad esempio, a = 0, b = + e f (x) c con |c| < + quando x . Al-
lora linsieme [0, ] viene trasformato in [inf x0 f (x), supx0 f (x)] = [a0 , b0 ]
e possiamo ricondurci al caso di un intervallo finito [a, b] considerando come
condizioni iniziali invece che i punti x [0, ] le loro immagini f (x). Daltra
parte, se f (x) tende allinfinito quando x , allora ci puo essere un in-
sieme U di punti, tale che f n (x) quando n per ogni x U . Cosi,
U e linsieme dei punti che scappano allinfinito. Ora, puo accadere che il
complementare di U , cioe linsieme D = R \ U sia un intervallo, e in questo
caso ci possiamo ricondurre alla discussione precedente.
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futura del punto x e si indica con Of+ (x). Se f e invertibile allora e possibile
definire lorbita intera di x, Of (x), come linsieme dei punti f n (x), n Z, e
lorbita passata di x, Of (x), come linsieme x, f 1 (x), f 2 (x), . . ..
Orbita di x
7
Consideriamo ora il caso mostrato nella figura seguente. Per questa mappa
vi sono due punti x1 e x2 soddisfano f (x1 ) = x2 e f (x2 ) = x1 ; in altri termini
si ha f 2 (x1 ) = x1 e f 2 (x2 ) = x2 .
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Esempio. La mappa f (x) = x3 su R ha 0, 1, 1 come puntifissi e nessun
altro punto periodico. f (x) = x2 1 ha due punti fissi in (1 5)/2, mentre
i punti 0 e 1 fanno parte di unorbita periodica di periodo 2.
9
4. f (x) = 2
sin x, 0 < x < ;
3.1 Iperbolicita
Definizione 7 Un punto fisso x0 di una mappa differenziabile f si dice iper-
bolico se |f 0 (x0 )| 6= 1. Il numero f 0 (x0 ) si chiama moltiplicatore del punto
fisso.
10
Per la regola di derivazione della composizione di funzioni si ha
In altre parole, la derivata di f n (x0 ) e data dal prodotto delle derivate della
mappa lungo lorbita periodica generata dalle iterazioni di x0 .
Esempio. Sia f (x) = (x3 + x)/2. Lorigine e un punto fisso iperbolico con
f 0 (0) = 1/2. I punti 1 ora fanno parte di unorbita periodica di periodo
2. Si trova, (f 2 )0 (1) = f 0 (1) f 0 (1) = 4. Dunque si tratta di due punti
periodici iperbolici.
11
f 0 (x0 ) = 0
12
f 0 (x0 ) > 1
f 0 (x0 ) < 1
Esempio. Sia f (x) = x + sin (2x) con 0 < < 1/2. Notiamo che
f ha dei punti fissi in 0, 1/2, 1, e si ha f 0 (0) = f 0 (1) = 1 + 2 > 1,
f 0 (1/2) = 1 2 < 1. Dunque 0 e 1 sono repulsivi mentre 1/2 e attrattivo.
Piu in generale, la mappa f (x) = x + sin (N x), con 0 < < 1/N , ha N + 1
punti fissi alternatamente repulsivi ed attrattivi.
Il comportamento di un sistema dinamico nelle vicinanze di punti period-
ici iperbolici e dunque governato dalla derivata nel punto periodico. Cio
non e piu vero quando il punto e non iperbolico o indifferente, cioe quando
|(f n )0 (x0 )| = 1.
Esempio. Consideriamo le mappe f (x) = x + x3 , f (x) = x x3 e f (x) =
x + x2 . Esse hanno in comune il fatto che: f (0) = 0 e f 0 (0) = 1, ma
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il comportamento delle iterate di un punto vicino a 0 e qualitativamente
diverso se usiamo luna, laltra o laltra ancora. E facile rendersi conto che
i punti vicini a 0, sia positivi che negativi, si allontanano da 0 se iterati
con f (x) = x + x3 . Cio si esprime dicendo che 0 e un punto debolmente
repulsivo. Al contrario, se iterati con f (x) = x x3 , i punti si avvicinano
a 0, che dunque risulta un punto debolmente attrattivo per questa mappa.
Infine, per f (x) = x + x2 , il punto 0 e debolmente attrattivo da sinistra e
debolmente repulsivo da destra.
f (x) = x + x3
3.2 Caos
Diamo ora un modo in cui si puo definire la nozione di caos. Vi sono molte
difinizioni possibili di caoticita, alcune piu forti altre piu deboli. Quella che
diamo qui e puramente topologica. Vedremo piu avanti alcune alternative.
Introduciamo preliminarmente alcune nozioni ulteriori.
Definizione 10 f : X X si dice topologicamente transitiva su A X
se si ha f (A) A (cioe A e f -invariante) e se si verifica una delle seguenti
condizioni equivalenti:
14
esiste un punto x A la cui orbita futura e densa in A,
2. f e topologicamente transitiva,
15
Per riassumere, una mappa caotica e caratterizzata da tre ingredienti: im-
predicibilita - come abbiamo visto, il comportamento a lungo termine del
sistema e impredicibile a causa della dipendenza sensibile; indecomponi-
bilita - la transitivita topologica impedisce che il sistema possa essere de-
composto in due sottosistemi non interagenti; e un elemento di regolarita
- i punti periodici sono densi, sebbene necessariamente tutti repulsivi, per la
prima proprieta.
16
non espandente, essendo f 0 (0) = 1. Se una mappa e espandente allora la
distanza di due punti inizialmente vicini (quando n non e troppo grande)
cresce esponenzialmente
E evidente che un sistema dinamico minimale non puo essere caotico (perche?).
Tuttavia, spesso presenta proprieta di grande interesse come vedremo con al-
cuni esempi espliciti.
Esercizio. Provare che la minimalita di (X, f ) e equivalente al fatto che X non
puo contenere un sottoinsieme E non banale (cioe E 6= , X) ed f -invariante,
cioe tale che f (E) E.
Esercizio. Una funzione continua G : X R si dice f -invariante se x X
si ha G(f (x)) = G(x). Mostrare che la minimalita di (X, f ) implica che:
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modo molto differente a seconda che sia razionale o meno. Se = pq con
p, q interi, allora Rq (x) = x + q = x + p = x, e dunque tutti i punti su X
sono periodici di periodo q per R .
18
51
100 iterate di R con = 2
19
R1 R1
tali che p1 < f < p2 per ogni x [0, 1) con 0
(p2 f )dx e 0
(f p1 )dx
piccoli a piacere. Ora, se r 6= 0,
n1
1 X 2ir(x+k) e2irx 1 e2irn
e = 0, n
n k=0 n 1 e2ir
1, 2, 4, 8, 1, 3, 6, 1, 2, 5, 1, 2, 4, 8, 1, 3, 6, 1, 2, 5, 1, 2, 4, 8, 1, 3, 6, 1, 2, 5, 1 . . .
20
A7 . Cio risponde affermativamente alla prima domanda. In accordo con la
(19) ciascuna cifra k si incontra con frequenza asintotica pari allampiezza
|Ak | = log(1 + k1 ) dellintervallo Ak corrispondente. Dunque la cifra 7 si
incontra piu spesso della cifra 8, e piu precisamente
1 1 64
|A7 | |A8 | = log(1 + ) log(1 + ) = log
7 8 63
Dai primi 31 termini della sequenza riportata sopra potrebbe sembrare che
si tratti di una sequenza periodica, in cui la parola di lunghezza 10 data
da 1, 2, 4, 8, 1, 3, 6, 1, 2, 5 si ripete indefinitamente. Cio si puo comprendere
3
osservando che log 2 10 e dunque lorbita approssima unorbita periodica
di periodo 10. In realta durante il quinto periodo, cioe per 40 < n 50,
le cifre inziano a cambiare. In particolare la cifra 7 si osserva per la prima
volta per n = 46, al posto della cifra 6.
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in S 1 . Infine, il fatto che D e espandente implica che limmagine di un
intervallo qualsiasi ha lunghezza doppia dellintervallo stesso e dunque per
ogni A S 1 si puo trovare un n tale che Dn (A) S 1 . Cio implica che D
e topologicamente mescolante e dunque anche topologicamente transitiva su
S 1.
Vogliamo adesso riottenere questo risultato usando una rappresentazione sim-
bolica dellazione di D. Osserviamo a questo scopo che lazione della mappa
corrisponde alla traslazione verso sinistra (shift) nella rappresentazione bi-
naria di un numero x [0, 1). Vediamo meglio questo punto. Lo sviluppo
x = s1 21 + s2 22 + (9)
stabilisce una corrispondenza i : S 1 2 tra il cerchio unitario e lo spazio
2 delle sequenze infinite s = s1 s2 . . . , si {0, 1}. Tale corrispondenza
non e biunivoca: le frazioni diadiche possono essere rappresentate da due se-
quenze. Ad esempio, se s(1) = 010000 . . . e s(2) = 001111 . . . allora i1 (s(1) ) =
i1 (s(2) ) = 1/4. Possiamo tuttavia definire i anche su tale insieme scegliendo
sempre, ad esempio, lo sviluppo che non termina, in modo che i(1/4) =
00111 . . .. Su 2 possiamo definire una metrica come segue. Date due se-
quenze s = s1 s2 s3 . . . e t = t1 t2 t3 . . . in 2 definiamo la loro distanza con
X |sj tj |
d2 [s, t] = j
. (10)
j=1
2
22
Sara sufficiente studiare le proprieta della traslazione per ottenere imme-
diatamente dei risultati sulle orbite di D. Daltra parte, la dinamica di
e facilmente accessibile. Facciamo vedere in questo modo che (S 1 , D) e un
sistema dinamico caotico, mostrando che (2 , ) lo e. Innanzitutto, date due
sequenze s e t che, per fissare le idee, coincidono nei primi n posti, cioe sono
tali che sj = tj per j n, si ha che per 0 k < n,
k k
X |sj tj | k
X |sj tj |
d[ (s), (t)] = jk
=2 j
2k d[s, t]
j=k+1
2 j=k+1
2
23
Generalizzazione: la moltiplicazione per N . Una generalizzazione
pressocche immediata di quanto appena visto e fornita dalla mappa f : S 1
S 1 data dalla moltiplicazione per N :
Tutto quello che e stato detto per N = 2 si trasporta senza difficolta a questo
caso. In luogo dello sviluppo binario (9), ora lo sviluppo in base N
x = s1 N 1 + s2 N 2 + (14)
24
e quello di un capitale con tasso di interesse auto-limitantesi. Consideri-
amo un deposito di denaro z0 che cresca con un tasso dinteresse , cosicche
zn+1 = (1+)zn = . . . = (1+)n+1 z0 . Ora, allo scopo di evitare arricchimenti
illimitati, si potrebbe suggerire che il tasso dinteresse debba essere ridotto
proporzionalmente a zn , cioe 0 (1 zn /zmax ). In questo modo, il capi-
tale depositato di sviluppa seconda la legge zn+1 = (1 + 0 (1 zn /zmax ))zn
che diviene identica alla legge logistica ponendo xn = zn 0 /zmax (1 + 0 ) e
r = 1 + 0 . La mappa logistica esibisce, al variare del parametro r, una
varieta sorprendente di comportamenti diversi, che vanno da regimi periodici
con strutture sempre piu complicate fino a regimi caotici veri e propri, a loro
volta intervallati da finestre periodiche.
1
0.8
0.6
0.4
0.2
25
Lemma 2 La mappa F4 (x) = 4x(1 x) e caotica sullintervallo [0, 1].
Dimostrazione. . Sia D(x) = 2x(mod1) la moltiplicazione per due sul cerchio.
Definiamo 0 : S 1 [0, 1] come 0 (x) := (1 cos 2x)/2. Allora e facile
verificare che
0 D(x) = (sin 2x)2 = F4 0 (x)
ovvero 0 coniuga D con F4 . Piu precisamente, dal momento che 0 non
e un omeomorfismo, esse sono semi-coniugate. Tuttavia cio e sufficiente ai
nostri scopi.
Infatti, se U, V sono due intervalli aperti in [0, 1], possiamo scegliere due archi
di cerchio U e V che vengono proiettati su U e V da 0 . Ma allora, dato che
esiste k per cui Dk (U ) V 6= , allora si ha anche F4k (U ) V 6= . Cio prova
la transitivita topologica.
Inoltre, un intorno U di x [0, 1] viene sollevato su U in S 1 . Ma essendo
D espandente esiste un n finito tale che Dn (U ) ricopre tutto S 1 , e dunque
F4n (U ) ricopre tutto [0, 1]. Dunque vi sono punti in U che vengono allontanati
da x almeno di = 1/2. Cio prova la dipendenza sensibile.
Infine, la densita dei punti periodici per D implica che in U ce almeno un
punto periodico per D. La proiezione di questo punto su U e chiaramente
un punto periodico per F4 . Cio conclude la prova.
Esercizio. Verificare che F4 e topologicamente coniugata alla mappa a tenda
2x, 0 x 1/2
T (x) := (17)
2(1 x), 1/2 x 1
per mezzo dellomeomorfismo 1 : [0, 1] [0, 1] dato da
2
1 (x) := arcsin x (18)
27
che mette esplicitamente in relazione la somma dei valori di una funzione dif-
ferenziabile nei punti a coordinata intera di un intervallo reale con lintegrale
della funzione sul suddetto intervallo. Consideriamo dunque una funzione
differenziabile f definita su un insieme che contiene lintervallo [1, N ] con N
intero. Dato n intero con 1 n < N possiamo scrivere in prima approssi-
mazione Z n+1
f (n) + f (n + 1)
f (x)dx
n 2
Per stimare lerrore osserviamo che
Z n+1
f (n) + f (n + 1) d 1
= xn f (x) dx
2 n dx 2
Z n+1 Z n+1
1
= f (x)dx + xn f 0 (x)dx
n n 2
Z n+1 Z n+1
1
= f (x)dx + {x} f 0 (x)dx
n n 2
Tornando ora alla nostra sequenza, poniamo f (x) = e2i log x ed applichiamo
la (22) dividendo tutto per N . Per il primo termine a destra si trova:
N
x2i+1 N N e2i log N 1
Z
1
e2i log x dx = =
N 1 N (2i + 1) 1 N (2i + 1)
28
3.5.2 La discrepanza
Una grandezza interessante per studiare il grado di uniformita di una se-
quenza = (xn ) e la sua discrepanza DN () definita come
#{n [1, N ] : a {xn } < b}
DN () = sup (b a) (23)
0a<b1 N
Si ha il
Lemma 3 La sequenza e u.d. mod 1 se e solo se limN DN () = 0.
Dimostrazione. La sufficienza e ovvia. Vediamo la necessita. Indichiamo
innanzitutto il numero di visite allintervallo E [0, 1] con A(E; N ) = #{n
[1, N ] : {xn } E}. Sia poi Ek = [k/m, (k + 1)/m) dove 0 k < m e
m > 1 sono interi. Siccome e u.d. mod 1 si puo trovare un intero positivo
N0 = N0 (m) t.c. per N N0 e per ogni 0 k < m si ha
1 1 A(Ek ; N ) 1 1
1 1+
m m N m m
Consideriamo ora un intervallo arbitrario J = [a, b) [0, 1). Possiamo
ovviamente trovare due intervalli J1 e J2 unioni finite di intervalli Ek t.c.
J1 J J2 , |J| |J1 | < 2/m e |J| |J2 | < 2/m. La disuguaglianza scritta
sopra da
1 A(J1 ; N ) A(J; N ) A(J2 ; N ) 1
|J1 | 1 |J2 | 1 +
m N N N m
e quindi
2 1 A(J; N ) 2 1
|J| 1 |J| + 1+
m m N m m
ed essendo |J| 1 otteniamo la limitazione indipendente da J e valida per
ogni N N0 ,
3 2 A(J; N ) 3 2
+ 2 |J| + 2
m m N m m
3 2
Pertanto DN () m + m2 ed essendo m > 1 arbitrario la quantita a destra
puo essere resa piccola a piacere.
Esempio. Una progressione aritmetica finita del tipo = ( n1
N
), n =
1, 2 . . . , N , ha discrepanza DN () 1/N .
Vedremo tra poco due esempi piu interessanti.
29
3.5.3 Sequenze numeriche e aleatorieta
Le sequenze numeriche (non periodiche) possono sommariamente essere sud-
divise in tre classi, a seconda di quali proprieta soddisfano tra le seguenti:
uniforme distribuzione, decorrelazione (o impredicibilita effettiva), indeter-
minazione (nel senso dellassenza di una regola generatrice): una sequenza
che le soddisfa tutte si dira puramente aleatoria. Una sequenza che sod-
disfa le prime due ma non lultima, come ad esempio {F4n (1/2)}n1 , si dira
pseudo-aleatoria. Una sequenza che soddisfa solo la prima, come la sequenza
di Van der Corput che vedremo tra poco, altamente correlata ma con dis-
crepanza molto piccola, si dira quasi-aleatoria. La loro utilita dipende ovvi-
amente dagli scopi perseguiti nel loro utilizzo. Nella crittografia o nel gioco
dazzardo limpredicibilita e evidentemente un ingrediente essenziale. Per
stime di volume con il metodo Monte Carlo conta invece molto di piu avere
sotto controllo la discrepanza.
Vediamo con un esempio semplice in cosa consista tale metodo. Supponiamo
di voler calcolare larea del disco unitario {(x, y) R2 : x2 + y 2 1}. In
altre parole vogliamo dare una stima di . Evidentemente
Z 1Z 1
1, se x2 + y 2 1,
= f (x, y)dxdy con f (x, y) =
1 1 0, altrimenti.
R1 R1
Sara percio possibile approssimare lintegrale 1 1 f (x, y)dxdy semplice-
mente generando la doppia sequenza (xi , yi ) e calcolando la medie aritmet-
ica di f : [1, 1]2 {0, 1} lungo tale sequenza. Evidentemente la bonta
dellapprossimazione e controllata dalla discrepanza delle sequenze coinvolte.
Linteresse pratico di questo metodo risiede nel fatto che e facilmente es-
tendibile al calcolo di integrali multipli di dimensione anche elevata, per
i quali il calcolo numerico delle somme di Riemann corrispondenti com-
porterebbe una quantita enorme di operazioni.
30
3.5.4 La sequenza di Van der Corput e lodometro diadico
Studieremo ora una sequenza con discrepanza molto piccola: nessunaltra
sequenza infinita conosciuta ha discrepanza minore. Dato n P 1 sia n 1 =
P k j k j1
j=0 sj 2 lespansione diadica di n 1. Poniamo quindi xn = j=0 sj 2 .
La sequenza = (xn ) e chiaramente contenuta nellintervallo unitario. I
primi termini di sono
1 1 3 1 5 3 7 1 9 5 13
0, , , , , , , , , , , , . . .
2 4 4 8 8 8 8 16 16 16 16
Questa sequenza e detta quasi aleatoria per le sue peculiari caratteristiche di
uniformita ed irregolarita a un tempo. In particolare, si ha
P k 1 i
Osservando che 2nk = 1 + ni=0 2 si vede che un intero n Nk puo essere
Pk1 nj Pnk 1 i
scritto nella forma n = j=1 2 + 1 + i=0 ai 2 con ai {0, 1}. Variando
tutte le possibili combinazioni di 0 e 1 si ottengono in questo modo tutti i
2nk interi in Nk . Si ha dunque
k1
X k 1
nX k 1
nX
nj 1 i1
xn = 2 + ai 2 yk + ai 2i1
j=1 i=0 i=0
31
differiscono per 2nk . La discrepanza di ciascuna di queste k , moltipli-
cata per il numero dei suoi elementi, e al piu uguale a 1. P
Abbiamo quindi
N DN () sj=1 2nj D2nj (j ) s. Daltra parte si ha N s1 j s
P
j=0 2 = 2 1
e dunque s log(N + 1)/log 2.
E interessante osservare che la sequenza di Van der Corput puo essere ot-
tenuta iterando una mappa T : [0, 1] [0, 1], detta odometro diadico o
trasformazione di Von Neumann-Kakutani [VN], e definita da T (1) := 0 e
1 1 1 1
T (x) := x + n1 + n 1 , 1 n1 x < 1 n , n 1 (24)
2 2 2 2
1
0.8
0.6
0.4
0.2
32
Proposizione 3 Il sistema dinamico (Z2 , S) dove S : Z2 Z2 e lomeomorfismo
definito da S(z) = z + 1, e minimale.
Dimostrazione. Lunicita della rappresentazione diadica degli interi positivi
assicura che lorbita futura {S k (0) : k 0} e densa in Z2 e dunque lorbita
futura di ogni elemento di Z2 e densa.
Consideriamo ora la mappa
!
X X
: Z2 [0, 1] , j
sj 2 = sj 2j1
j=0 j=0
E anche evidente da quanto visto sopra che anche il sistema dinamico ([0, 1], T )
e minimale e inoltre la sequenza di Van der Corput = (xn ) altro non e che
lorbita futura di 0 con T (che abbiamo visto essere non solo densa ma u.d.
mod 1). Si ha cioe
Ma possiamo dire di piu. I termini positivi della sequenza di Van der Corput
possono essere organizzati in un albero binario, letto riga per riga e ciascuna
riga da sinistra a destra
33
1
2
1 3
4 4
1 5 3 7
8 8 8 8
1 9 5 13 3 11 7 15
16 16 16 16 16 16 16 16
1 17 9 25 5 21 13 29 3 19 11 27 7 23 15 31
32 32 32 32 32 32 32 32 32 32 32 32 32 32 32 32
Per quanto visto questo albero puo essere generato in modo dinamico sem-
plicemente scrivendo i termini dellorbita {T n1 (0)}n1 riga per riga, la riga i-
esima essendo caratterizzata dallavere 2i1 termini con denominatore uguale
a 2i . Ma lalbero puo essere generato dinamicamente anche in senso ge-
nealogico. Si ha infatti
34
Proposizione 5 Ogni punto x [0, 1] e positivamente ricorrente per la
mappa T : [0, 1] [0, 1] e la sequenza dei ritorni piu prossimi e k (x) = 2k
per ogni x [0, 1]. Inoltre vale k k 1 per ogni k 1.
Dimostrazione. Usando la (26) si deduce facilmente che per ogni k = 1, 2, . . .
e 0 r < 2k si ha
r (r + 1) 2k r (r + 1)
x k, = T (x) k , (30)
2 2k 2 2k
k
e dunque T 2 (x) x < 2k . La tesi segue ora verificando che T permuta
35
Poi si scrive
1
= a1 + x 1 con a1 = [1/x0 ] e 0 x1 < 1
x0
e
1
= a2 + x2 con a2 = [1/x1 ] e 0 x2 < 1
x1
e cosi via, fintanto che xn 6= 0. Si arriva a xn = 0 per qualche n precisa-
mente quando x e razionale. Se invece il numero e irrazionale lo sviluppo e
infinito. Una implementazione dinamica dellalgoritmo appena esposto uti-
lizza la celebre mappa di Gauss G : [0, 1] [0, 1] definita da
1 1
G(x) = , x 6= 0 , G(0) = 0 (31)
x x
E evidente infatti che G che opera come una traslazione sullo sviluppo in
frazione continua:
G : [0; a1 , a2 , . . .] 7 [0; a2 , a3 , . . .] (32)
e dunque, per ogni x [0, 1] della forma x = [0; a1 , a2 , . . .] si ha
x = [0; a1 , a2 , . . . , an + Gn (x)] , n1 (33)
Ad esempio per il numero si trova
1
3 = 0, 141592..., =7
3
1
G( 3) = 0, 062513..., = 15
G( 3)
1
G2 ( 3) = 0, 996594..., =1
G2 ( 3)
1
G3 ( 3) = 0, 003417..., = 292
G3 ( 3)
1
G4 ( 3) = 0, 634591..., =1
G4 ( 3)
si ottiene un resto r1 < a, poi si sottrae ripetutamente r1 da a finche si ottiene un resto
r2 < r1 ; poi si sottrae ripetutamente r2 da r1 e cosi via, finche non si ottiene un resto
rn+1 = 0. Il resto immediatamente precedente rn e il m.c.d., ovvero la misura comune,
di a e b.
36
e cosi via. In questo modo si trova
37
Dimostrazione. Per induzione. La formula di Lagrange segue da qn pn1
qn1 pn = (qn1 pn2 qn2 pn1 ) ed osservando che q0 p1 q1 p0 = 1.
pn+1 pn (1)n
= (38)
qn+1 qn qn qn+1
Ora, e evidente che, in virtu della (36) e della (33), se x [0, 1] allora si puo
scrivere8
(Gn (x))1 pn + pn1
x= (39)
(Gn (x))1 qn + qn1
Osservando che [(Gn (x))1 ] = an+1 e dunque an+1 (Gn (x))1 < an+1 + 1,
ed usando la (37) e le formule ricorsive per pn e qn si ottiene lasserto.
Vediamo ora come quanto visto sopra aiuti a descrivere la struttura delle
orbite di una rotazione irrazionale. Sia dunque x R \ Q dato da x =
[0; a1 , a2 , a3 , . . .] e Rx : S 1 S 1 la corrispondente rotazione del cerchio9 .
8
Se x > 1 vale una formula analoga con Gn+2 (x) al posto di Gn (x), ma le conclusioni
che trarremo sono identiche.
9
Prendiamo per semplicita x nellintervallo unitario. Per x reale positivo qualunque
nellargomento che segue si dovra porre {x} al posto di x.
38
Senza perdita di generalita prendiamo
1 come punto iniziale lorigine 0 e poni-
amo J0 = [0, x]. Essendo a1 = x si ha a1 x 1 < (a1 + 1)x e quindi
1 = a1 |J0 | + |J1 |
con
|J1 | = 1 a1 x = p1 xq1 . (40)
Inoltre si ha
|J1 | 1
= a1 = [a2 , a3 , . . .]
|J0 | x
e dunque a2 |J1 | |J0 | < (a2 + 1)|J1 | ovvero
con
|J2 | = x a2 (1 a1 x) = q2 x p2 . (41)
Iterando questa procedura, costruiamo una famiglia telescopica di intervalli
Jn , n 0, t.c.
|Jn |
= [an+1 , an+2 , . . .] = Gn (x) (42)
|Jn1 |
e
|Jn1 | = an+1 |Jn | + |Jn+1 |, n 0, (43)
dove abbiamo posto J1 = [0, 1]. Usando (40), (41), (42) e (43) otteniamo
induttivamente la formula
n
Y
fn := |Jn | = |qn x pn | = (1)n (qn x pn ) = Gk (x) (44)
k=0
39
J0 J0 J0 J1
J2 J1 J1
J2 J2 J2 J3
Pertanto si ha
d(0, T qn 0) = kqn xk = |qn x pn | = fn (47)
Mettendo insieme questo fatto con il Teorema 1 otteniamo la
40
la loro distanza e proprio f1 . Iterando ancora a1 volte si finisce nel punto
2a1 x = 2q1 x che giace ancora a sinistra di 0 a distanza 2f1 , ... iterando a2 a1
volte si finisce nel punto a2 a1 x = a2 q1 x = (q2 1)x che si trova ancora a
sinistra di 0, a distanza a2 f1 . Unaltra iterata va nel punto q2 x che si trova
ora a destra di 0 a distanza f2 ed e il punto piu vicino a 0 fino ad ora. E
cosi di seguito.
Cio implica in particolare che la mappa di primo ritorno nellintervallo Jn
(che e [0, fn ] o [1fn , 1] secondo se n e pari o dispari) e la rotazione di angolo
(1)n+1 fn+1 = qn+1 x pn+1 .
Una breve riflessione mostra che valgono le equivalenze
pn
fn 0 x [a1 , . . . , an ] = (49)
qn
e, per ogni r = 1, . . . , an+1 , vale
fn1 1 rpn1 + pn2 tn,r
fn x [a1 , . . . , an + ] = =: (50)
r r rqn1 + qn2 sn,r
41
Osservazione. Questo teorema puo essere riguardato come unaffermazione
sui possibili vincitori di un torneo: i concorrenti del torneo sono gli inter-
valli delimitati da coppie di multipli di un dato numero reale (mod 1), due
concorrenti si affrontano se e solo se hanno intersezione non vuota e ciascun
concorrente perde soltanto contro quelli che affronta che sono piu corti di lui.
In accordo con il teorema vi sono solo tre tipi di possibili vincitori.
Osservazione. Il teorema delle tre distanze ha anche uninteressante appli-
cazione alla teoria musicale, in particolare nella costruzione della cosiddetta
scala pitagorica. Questultima puo essere infatti generata iterando la ro-
tazione R : S 1 S 1 con = log2 (3/2) R \ Q. Osserviamo che
il rapporto 3/2 rappresenta lespressione numerica dellintervallo di quinta
perfetta usato come generatore per la suddetta scala. In questo caso, se
N = ` + 1 e il numero di note della scala, allora gli intervalli possibili
tra note successive sono al piu tre. Ad esempio, prendendo N = 7, si
trovano due lunghezze possibili: quella corrispondente al tono 9/8, cioe
42
log2 9log2 8 = 21 e quella corrispondente al semitono diatonico 256/243,
cioe log2 (256) log2 (243) = 3 5. Aumentando N , compaiono progressiva-
mente altre lunghezze, la prima delle quali corrisponde al semitomo cromatico
2187/2048, ovvero `1 `2 = log2 (2187) log2 (2048) = 7 4, vedi [Iso].
Terminiamo questa discussione con una stima della discrepanza per partico-
lari rotazioni irrazionali.
pi
x= + con || < 1
qi qi qi+1
43
e dunque
kpi k
{nx} = n0 x + +
qi qi qi+1
Ora, i numeri n0 x + kpi /qi , 1 k qi , considerati mod 1, formano una
sequenza di qi punti equidistanti, con distanza 1/qi . Essendo poi |k/qi qi+1 | <
1/qi+1 , la sequenza ({nx}) con n come sopra e ottenuta traslando mod 1 gli
elementi della successione aritmetica ({n0 x + kpi /qi }) di una quantita piu
piccola di 1/qi+1 (verso destra o verso sinistra a seconda del segno di ).
Pertanto la discrepanza Dqi della sequenza ({nx}) soddisfa
1 1
Dqi +
qi qi+1
Mettendo insieme tutte le sequenze parziali e ragionando come nella di-
mostrazione della Proposizione 2 otteniamo la stima
r r r
X qi1 X X
N DN () bi 1+ r+ bi 2 ai
i=1
qi i=1 i=1
44
Inoltre si ha
10463
= [0; 4, 7, 1, 3, 5, 64]
43200
e i suoi convergenti sono
1 7 8 31 163
, , , ,
4 29 33 128 673
Dalla discussione fatta sopra segue facilmente che i convergenti approssimano
il numero considerato alternatamente per eccesso e per difetto. In particolare,
essendo 41 > 20926
86400
si vede che lerrore rispetto a 356 giorni e un po minore di
un giorno ogni quattro anni. Su questo fatto si basa il calendario giuliano10
che introduce un anno bisestile (di 366 giorni) ogni quattro anni. Il calendario
gregoriano11 , che ha sostituito quello giuliano ed e ancora oggi in vigore, si
basa sul fatto che ogni 33 anni lerrore (rispetto a 365 giorni) e un po piu
piccolo di 8 giorni. Pertanto essendo 100 = 3 33 + 1 si ha 400 = 4 3 33 + 4,
e dunque (ricordando che ogni quattro anni lerrore e un po piu piccoli di un
giorno) 400 anni contribuiscono con un po meno di 4 3 8 + 1 = 97 giorni
in eccesso. Allora si convertono in anni normali 100-97=3 anni bisestili ogni
400 anni. Essendo
97 10463
= 0, 000301...
400 43200
lerrore e di circa 3 giorni ogni 10000 anni.
45
se = m/n allora tutti i punti su S 1 sono periodici di periodo n per R .
In particolare, dunque, se x0 e un punto periodico di periodo n per una ro-
tazione R , allora anche ogni altro punto x e periodico con lo stesso periodo.
Cio si poteva dedurre indipendentemente dal fatto che, essendo la traslazione
unisometria di S 1 che conserva le orientazioni, allora la lunghezza dellarco
orientato da x0 a x e uguale alla lunghezza dellarco (con la stessa orien-
tazione) tra Rn (x0 ) = x0 e Rn (x). Dunque Rn (x) = x.
Abbiamo anche visto che se e irrazionale allora non vi sono punti periodici
e tutte le orbite sono dense in S 1 .
Il contenuto di un teorema di Poincare afferma poi che il comportamento
di un qualunque omeomorfismo del cerchio puo essere ricondotto a questo
schema. In altre parole, si possono avere le due situazioni seguenti:
46
conservi lorientazione (cioe che ruoti in senso antiorario). Allora esiste una
funzione continua e strettamente crescente F : R R tale che
F (x + 1) = F (x) + 1, x R;
Proposizione 8 Il limite
F n (x) x
(F ) := lim (52)
n n
esiste x R. (F ) non dipende da x ed e ben definito a meno di un intero:
se F1 e F2 rappresentano entrambe f allora (F1 ) (F2 ) = F1 F2 Z.
Inoltre, se f ha un punto periodico allora (F ) Q.
e dunque (F ) = p/q.
Vediamo ora lindipendenza da x. Dalla prima proprieta della funzione F
segue che se x, y [0, 1) allora |F (x) F (y)| < 1. Pertanto
1 n
(F (x) x) (F (y) y) 1 (|F n (x) F n (y)| + |x y|) 2
1 n
n n n n
47
Dimostrazione. Mostriamo che an /n limn an /n =: a. Se a >
scegliamo n tale che an /n < a + /3 e L/n < /3. Allora per ogni l N
abbastanza grande possiamo scrivere l = nt + r con r < n e si ha
al t an + ar + tL an ar + tL
+ <a+
l l n l
non appena ar /l < /3. In modo simile si ragiona se a = .
Riprendiamo ora la dimostrazione della Proposizione 8. Preso x R poniamo
xn = F n (x) e inoltre an := xn x, k := [an ]. Si ha
48
La funzione y = F (x) = x + + sin (2x) con = 2 1 e = 0.1
Lomeomorfismo y = f (x) = {F (x)} con = 2 1 e = 0.1
49
di periodo q. Tale intervallo si chiama intervallo di stabilita p/q e la sua
larghezza e inversamente proporzionale al periodo q. Il grafico (, ) con
0 1 forma una cosiddetta scala del diavolo, che per k = 1 diviene
completa, nel senso che la somma delle lunghezze degli intervalli di stabilita
vale uno.
a a0 a + a0 a00
0 := = (54)
b b b + b0 b00
50
sottoalbero con radice 1/2 si chiama albero di Farey e contiene tutti i numeri
razionali tra 0 e 1, ciascuno una volta sola.
51
porsi e nascono regioni caotiche che coesistono con quelle periodiche (vedi A
M Davie, The width of Arnold tongues for the sine circle map, Nonlinearity
9 (1996), 421-432)
3 5 7 2 3 2 5 2 7
2m 3 2m 5 2m 7 23 22 2 1
In altri termini, prima vengono tutti i numeri dispari eccetto 1, poi i dispari
moltiplicati per 2, poi i dispari moltiplicati per 22 , poi i dispari moltiplicati
per 23 , etc. Questa procedura esaurisce tutti i numeri naturali eccetto le
potenze di due che vengono elencate alla fine, in ordine decrescente.
52
1. Sia f : I I una mappa continua dove I e un intervallo. Se J I e
un intervallo tale che f (J) J allora f ha un punto fisso nella chiusura
di J. (Idea: se J = (a, b) allora esistono z, w J tali che f (z) a
e f (w) b. Ma allora se poniamo g(x) = f (x) x si ha g(z) 0 e
g(w) 0. Per il teorema del valore intermedio, esiste un x compreso
tra z e w tale che g(x) = 0.)
Dalle precedenti osservazioni segue che ad ogni cammino sul grafo di una
partizione e associato un punto il cui itinerario coincide con la sequenza di
vertici del cammino. In particolare, se il cammino e chiuso, cioe e della
forma: Ii0 Ii1 Iin1 Ii0 , allora esiste un punto periodico
x Ii0 tale che f k (x) Iik , 0 k < n, e f n (x) = x. Tuttavia, anche se i
vertici Ii0 , Ii1 , . . . , Iin1 sono tutti distinti, il periodo (primo) di x puo essere
piu piccolo di n a causa del fatto che gli intervalli non sono disgiunti (possono
avere punti di frontiera in comune).
Esempio. Sia 0 < a < b < c < 1. E facile costruire una mappa continua
f : [0, 1] [0, 1] tale che f (a) = b, f (b) = c e f (c) = a. In altre parole
vogliamo costruire una mappa che abbia un punto periodico di periodo 3. A
tale scopo, sara sufficiente connettere i punti (a, b), (b, c), (c, a) con una curva
nel quadrato [0, 1] [0, 1] trasversa ad ogni linea verticale, come in figura.
53
Consideriamo la partizione formata dagli intervalli I1 = [b, c], I2 = [a, b].
Siccome f (I1 ) I1 I2 e f (I2 ) I1 il grafo markoviano di questa partizione
e quello mostrato nella figura sopra. Consideriamo adesso il cammino chiuso
I1 I1 I1 I2 I1
con m > 3 connessioni. Allora, per quanto visto sopra, esistera un punto
periodico x I1 tale che f k (x) I1 se 0 k < m 1, f m1 (x) I2
e f m (x) = x. Mostriamo ora che il periodo di x e proprio m. Infatti, se
fosse f i (x) = x per 0 < i < m allora si avrebbe f m1 (x) = f i1 (x) I1 ,
dunque f m1 (x) I1 I2 = {b} e x = f (f m1 (x)) = f (b) = c. Ma questo e
impossibile perche f (c) = a
/ I1 .
Quindi f ha punti periodici di ogni periodo > 3. Considerando poi il cammino
I2 I1 I2 si ottiene anche un punto di periodo 2. Infine, con lo stesso
54
argomento si dimostra che anche ogni mappa continua tale che f (a) = c,
f (c) = b e f (b) = a ammette punti periodici di ogni periodo.
In altri termini, abbiamo dimostrato il teorema di Sarkovskii per n = 3.
Esercizio. Trovare un esempio di una mappa continua f : [0, 1] [0, 1] tale
che f (a) = c, f (c) = b e f (b) = a con 0 < a < b < c < 1. Costruire il grafo
markoviano corrispondente.
Veniamo ora al caso generale. Sia x un punto periodico di periodo primo
n per una mappa continua f : I I. Siano x0 < x1 < . . . < xn1 i
punti dellorbita di x ordinati da sinistra a destra. Tali punti definiscono una
partizione dellintervallo J = [x0 , xn1 ] in n 1 intervalli chiusi. Vediamo
alcune proprieta del grafo associato a questa partizione.
Osserviamo innanzitutto che f agisce come una permutazione sui punti xi .
In particolare si ha f (x0 ) > x0 e f (xn1 ) < xn1 . Sia ora xa = max{xi :
f (xi ) > xi } e I1 = [xa , xa+1 ]. Poiche f (xa+1 ) < xa+1 , si ha f (xa+1 ) xa .
Dunque f (I1 ) I1 e il grafo ha un loop sul vertice I1 .
Supponiamo prima che n sia dispari. In tal caso non puo essere f (xa+1 ) = xa
e f (xa ) = xa+1 . Ma allora deve esistere un intervallo I2 della forma [xb , xb+1 ]
tale che I2 f (I1 ), ovvero I1 I2 . Continuando in questo modo, troviamo
I3 , . . . , Ik tale che Ij Ij+1 , cioe esiste un cammino I1 I2 . . . Ik ,
per qualche k.
Poiche n e dispari ci devono essere piu punti xi da una parte di I1 che
dallaltra. Quindi alcuni xi cambieranno parte sotto lazione di f e altri no.
Ma allora possimo scegliere k, e tra questi sceglieremo il piu piccolo, in modo
che f (Ik ) I1 . Dunque I1 I2 . . . Ik I1 e il cammino piu breve,
a parte ovviamente I1 I1 , per andare da I1 a I1 . Mostriamo ora che deve
essere k = n 1. Infatti, se fosse k < n 1 allora uno dei due cammini chiusi
I1 I2 . . . Ik I1 (se k e dispari) o I1 I2 . . . Ik I1 I1
(se k e pari), darebbe un punto periodico di periodo dispari piu piccolo di n.
E cio contraddice lipotesi. Dunque k = n 1. Per la minimalita di n 1
non possono esistere connessioni della forma Ij Il con l > j + 1.
Ora, il fatto che x non ha periodo 2 implica che f (xa+1 ) < xa oppure
f (xa ) > xa+1 . Supponiamo per fissare le idee che valga la prima disug-
uaglianza (nellaltro caso largomento e analogo). Allora si ha f (xa ) = xa+1
e f (xa+1 ) = xa1 perche, altrimenti, f (I1 ) non conterrebbe soltanto I1 e I2 ,
ma anche altri intervalli e cio sarebbe in contraddizione con quanto abbiamo
appena visto (cf. minimalita di n 1). Dunque I2 = [xa1 , xa ]: ovvero I2
e il primo intervallo a sinistra di I1 . Analogamente, essendo f (xa ) = xa+1
55
e f (xa1 ) xa+1 , si deve avere f (xa1 ) = xa+2 e dunque I3 = [xa+1 , xa+2 ],
cioe I3 e il primo intervallo a destra di I1 . Usando induttivamente questo
argomento si trova che gli intervalli con indice pari si trovano a sinistra di
I1 , mentre quelli con indice dispari sono a destra, e sono ordinati nel modo
seguente:
In1 , . . . , I2 , I1 , I3 , . . . , In2
Inoltre, poiche per i = 1, . . . , n3
2
, f (I2i ) contiene I2i+1 e nessun altro in-
tervallo, deve essere f (x1 ) = xn1 (perche x1 e lestremo sinistro di In3 ) e
dunque xn1 f (In1 ) (perche x1 e lestremo destro di In1 ). Daltra parte,
f (In1 ) contiene I1 e dunque si ha che f (In1 ) contiene ogni intervallo a de-
stra di I1 . In altre parole, oltre ai due cicli che congiungono I1 con I1 visti
sopra, il grafo markoviano contiene tutti i cammini della forma In1 I2i+1
con 2i + 1 < n.
A questo punto, il teorema di Sarkovskii per n dispari segue dal fatto che
i punti periodici di periodo m > n sono dati dai cicli di lunghezza m della
forma I1 . . . In1 I1 . . . I1 ; se invece m = 2k < n, il ciclo
56
In1 In2k In2k+1 . . . In1 fornisce un punto periodico di periodo
m.
Nel caso in cui n sia pari, allora si mostra innanzitutto che f ha un punto
periodico di periodo 2. Infatti, con argomenti analoghi a quelli usati sopra,
e facile mostrare che se poniamo J0 = [x0 , xa ] e J1 = [xa+1 , xn1 ], allora si ha
f (J0 ) J1 e f (J1 ) J0 . Da cio segue subito lesistenza di un punto z J0
tale che f 2 (z) = z e f (z) J1 .
Sia ora n = 2k , e sia m < n nellordinamento di Sarkovskii, cioe m = 2l ,
l < k. Se l = 0 il risultato e ovvio. Se l 6= 0 allora g = f m/2 ha un punto
periodico di periodo 2kl+1 . Quindi, per quanto visto sopra, g ha anche
un punto periodico di periodo 2. Ma questultimo e un punto periodico di
periodo m per f , e questo prova il teorema per n = 2k .
Infine, ce rimasto il caso n = p 2k con p dispari e k > 0, che puo essere
k
ridotto facilmente ai due gia trattati per mezzo della mappa g = f 2 .
Esercizio. Mostrare che per r abbastanza vicino a 4 la mappa Fr ha un punto
periodico di periodo 3 (ad esempio r = 3.839).
Esercizio. Mostrare che vi sono valori di r in [1, 4] tali che Fr ha punti
periodici di periodo 1, 2 e 4 e nessun altro punto periodico.
Concludiamo questa sezione osservando che esiste anche un risultato inverso
al teorema appena dimostrato. Infatti, vi sono mappe che hanno punti pe-
riodici di periodo n e nessun altro punto periodico di periodo piu elevato
secondo lordinamento di Sarkovskii.
Esercizio. Costruire esempi di mappe con questa proprieta (vedi ad es. [D],
p.65).
Esercizio. Trovare un valore del parametro r per cui il punto critico della
mappa Fr fa parte di unorbita periodica di periodo 5. Costruire il cor-
rispondente grafo markoviano e mostrare che questa mappa non ha alcun
punto periodico di periodo 3.
57
Definizione 20 Sia f : [0, 1] [0, 1] continua e localmente monotona. Si
chiama entropia topologica di f la quantita
1
h(f ) = lim log l(f n )
n n
58
In molti casi si puo mostrare che la serie converge in un intorno dellorigine,
cioe che #Pern (f ) = O(n ) per n e piu precisamente che = eh(f )
e dunque la serie converge assolutamente e uniformemente per |z| < eh(f )
e z = eh(f ) e un punto singolare (ad esempio un polo) di (f, z). Questa
funzione si puo anche scrivere in forma di prodotto di Eulero osservando che
X zn X X z kp Y
#Pern (f ) = N (p) = log (1 z p )N (p) ,
n=1
n p=1 k=1
k p=1
59
speciale. Altri esempi, oltre alla mappa quadratica, sono dati dalle funzioni
ex e sin x per le quali si trova S(ex ) = 1/2 e S(sin x) = 1 32 tan2 x < 0.
Inoltre, si puo mostrare facilmente che ogni polinomio P (x) tale che le radici
di P 0 (x) sono tutte reali e distinte soddisfa SP < 0.
Una delle proprieta piu importanti delle funzioni con derivata Schwarziana
negativa e che tale proprieta e conservata dalla composizione.
(f g)000 (x) = f 000 (g(x)) (g 0 (x))3 + 3f 00 (g(x)) g 00 (x) g 0 (x) + f 0 (g(x)) g 000 (x)
60
Ma allora nel suddetto intervallo vi saranno punti dove g 0 = 0. Dunque g, e
quindi anche f , ha infiniti punti critici, contraddicendo le ipotesi.
Vediamo ora un risultato importante che per certe classi di trasformazioni
consente di stabilire in modo preciso il numero di orbite periodiche attrattive.
2. f (a) = b e f (b) = a;
3. f (a) = f (b).
Nella prima situazione ci si rende conto facilmente che devono esistere due
punti y, z con a < y < x < z < b tali che f 0 (y) = f 0 (z) = 1. Ora, f 0 (x) <
1. Inoltre, con un argomento identico a quello usato nella dimostrazione
della proposizione precedente, si mostra che non puo esistere un minimo
locale positivo di f 0 nellintervallo (y, z). E dunque deve esserci un punto
c in (y, z) (a, b) in cui f 0 (c) = 0. La seconda situazione si riduce alla
prima considerando f 2 . Inoltre, dallesistenza di un punto critico per f 2
si evince immediatamente lesistenza di un punto critico per f . Infatti, se
(f 2 )0 (c) = f 0 (f (c)) f 0 (c) = 0 allora o c o f (c) devessere un punto critico
61
di f . Daltra parte, se c W (x) allora anche f (c) W (x). Nella terza
situazione, f deve avere un minimo o un massimo tra a e b e dunque, anche
in questo caso, ce un punto critico in W (x). Per concludere la dimostrazione
del primo asserto osserviamo che vi possono essere al piu due punti fissi
attrattivi con insieme stabile illimitato. Supponiamo ora che x sia un punto
fisso indifferente. Assumiamo che f 0 (x) = 1 (se f 0 (x) = 1 si prende f 2 ). Per
quanto visto sopra f ha solo un numero finito di punti fissi e dunque esistera
un intervallo intorno a x in cui f non ha altri punti fissi. Supponiamo che x
sia debolmente repulsivo, cioe che f (y) < y per y < x vicino a x e f (z) > z
per z > x vicino a x. Allora f 0 ha un minimo locale uguale a 1 in x. Ma cio
non puo accadere come abbiamo gia visto. Dunque x deve essere attrattivo
da almeno una parte.
Esercizio. Verificare per mezzo dellanalisi grafica che le mappe A(x) =
arctan x con > 1 ha due punti fissi attrattivi con insieme stabile illimitato
e nessun punto critico.
Nel caso in cui ci restringiamo a considerare lazione di una mappa su un
intervallo finito I R ad esempio I = [0, 1], allora il teorema sopra si
formula nel modo seguente:
Sia f : [0, 1] [0, 1] una mappa C 3 con Sf < 0. Allora linsieme stabile di
ogni punto periodico attrattivo o contiene un punto critico oppure contiene
0 o 1.
Vediamo ora un corollario di questo teorema che ci sara utile in seguito.
Definizione 22 Una mappa f : [0, 1] [0, 1] si dice unimodale se ha esat-
tamente un punto critico 0 < c0 < 1 e se f (0) = f (1) = 0.
Corollario 1 Sia f : [0, 1] [0, 1] una mappa unimodale C 3 con Sf < 0.
Se f 0 (0) 1, cioe se il punto fisso 0 e repulsivo, allora f ha al piu unorbita
periodica attrattiva. In particolare, ogni mappa Fr : [0, 1] [0, 1] della
famiglia logistica Fr (x) = rx(1 x) con r [1, 4], puo avere al massimo
unorbita periodica attrattiva.
62
di tali insiemi li abbiamo visti con i punti fissi e le orbite periodiche nelle
sezioni precedenti. Daltra parte il comportamento tipico delle orbite di una
mappa puo avere caratteristiche completamente diverse da quelle di unorbita
periodica. Abbiamo visto ad esempio che la mappa logistica Fr per r = 4
e caotica su tutto lintervallo [0, 1]. Similmente abbiamo concluso per la
moltiplicazione per due sul cerchio S 1 . Puo accadere tuttavia che almeno
una parte delle orbite di una mappa f converga asintoticamente verso un
opportuno sottoinsieme f -invariante A X ed ivi abbia un comportamento
caotico o comunque in qualche misura complicato. Vediamo alcune ulteriori
nozioni di carattere topologico che ci consentiranno di classificare almeno in
certi casi queste situazioni asintotiche.
Sia f : X X una trasformazione continua di uno spazio topologico X.
63
densi). Chiederemo quindi che il bacino di attrazione di A, definito da
B(A) = { x : (x) A }
64
2
1 1
Orbita di x = 0.01 con r = 3
+ 13 (152 24 33) 3 + 23 (19 + 3 33) 3
Inoltre vi possono essere attrattori aperiodici che tuttavia non sono caotici.
Sia ad esempio Fr (x) = r x(1 x) dove r = 3.5699456... Come vedremo
piu avanti, per la famiglia ad un parametro Fr = rx(1 x) esiste una succes-
sione di punti di biforcazione rn in cui unorbita periodica attrattiva di peri-
odo 2n1 viene rimpiazzata da unaltra orbita periodica attrattiva di periodo
2n . Tale successione ammette un punto di accumulazione dato appunto da
lim rn = r . Questa mappa e stata sudiata intensivamente da Feigenbaum, e
rappresenta il punto di transizione tra un comportamento periodico stabile e
un comportamento caotico (margine del caos). Lattrattore A (attrattore di
Feigenbaum) corrisponde in questo caso alla chiusura dellorbita (quasiperi-
odica) del punto critico 1/2. Piu precisamente, si ha la situazione seguente:
poniamo c0 = 1/2 e cn = Frn (1/2), n 1. Allora i punti c0 c1 c2
sono tutti distinti e la differenza cn cm e piccola non appena n m e di-
visibile per una potenza di 2. La chiusura A di questorbita rappresenta
un insieme di Cantor, cioe un insieme chiuso e compatto, senza punti isolati
(perfetto) e tale che ogni suo sottoinsieme connesso consiste al piu di un
punto (totalmente sconnesso).
65
Orbita di x = 0.01 con r = 3.5699456...
66
che soddisfa f 0 (0) 1. Allora ogni attrattore di f e transitivo e ha una delle
seguenti strutture:
1. unorbita periodica;
Osservazione. Nelle ipotesi del teorema enunciato sopra si trova che lentropia
topologica e positiva nella terza situazione (attrattore caotico), mentre nella
prima e nella seconda (attrattore periodico o quasiperiodico) puo essere posi-
tiva o nulla a seconda del valore del periodo dellorbita attrattiva nellordinamento
di Sarkovskii, nel primo caso, e del periodo delle orbite periodiche compre-
senti, ed esterne, allattrattore stesso, nel secondo.
Diamo un breve cenno allidea della dimostrazione del teorema enunciato
piu sopra (dovuto essenzialmente a John Milnor). Supponiamo che f non
abbia unorbita periodica attrattiva. Diremo che f e riducibile se esiste un
intervallo chiuso massimale J che contiene il punto critico e un intero n 2
tale che le immagini successive J, f (J), f 2 (J) . . . , f n1 (J) hanno parti interne
disgiunte, e inoltre f n (J) J. Se f e riducibile, allora ci possiamo ridurre
a studiare la mappa di primo ritorno in J, cioe literata n-esima g = f n
vista come mappa di J in se. E facile rendersi conto che g manda i due
punti di frontiera di J in uno di essi. Inoltre, poiche f non ha punti periodici
attrattivi, la derivata di g in questo punto fisso della frontiera deve essere 1.
Infine, si ha Sg < 0 e dunque tutte le condizioni del teorema sono soddisfatte
per g : J J. Se poi questa nuova mappa e ancora riducibile, allora
possiamo iterare la costruzione, e cosi via. A questo punto si distinguono
due situazioni topologicamente distinte: 1) f e finitamente riducibile, cioe
e tale che il processo di riduzione si arresta dopo un numero finito di passi
con una mappa non riducibile; 2) f e infinitamente riducibile, e il processo
puo continuare allinfinito.
Evidentemente, per comprendere il primo caso e sufficiente comprendere il
caso di un mappa non riducibile. In tal caso si puo dimostrare che lentropia
67
topologica h(f ) e positiva e f : [0, 1] [0, 1] e topologicamente coniugata
a una mappa continua e lineare a tratti F : [0, 1] [0, 1] con pendenze s
con s = eh(f ) . E immediato rendersi conto che lattrattore di tale mappa e
lintervallo A = [F 2 (1/2), F (1/2)]. Inoltre F e caotica su A e h(F ) = log s =
h(f ).
Nel secondo caso si mostra che ce un unico attrattore A che e un insieme
di Cantor che attrae tutti i punti di [0, 1] ad eccezione dei punti periodici
ed eventualmente periodici. Inoltre, la mappa f e quasiperiodica su A (cioe
lorbita di ogni punto di A ricorre in un intorno di ogni altro punto di A
ad intervalli di tempo limitati) ed ha entropia topologica uguale a zero (per
ulteriori dettagli vedi piu avanti e [deMvS], cap.3, sez.4).
6 Un repulsore caotico
Studieremo adesso una situazione diversa da quelle analizzate finora, in cui la
dinamica e descritta da un insieme di Cantor repulsivo invece che attrattivo.
Il prototipo di questa situazione e fornito ancora una volta dalla mappa
quadratica Fr , ma questa volta per r > 4. In questo caso, il massimo r/4
di Fr e maggiore di 1 e dunque vi sara un intervallo aperto A0 , simmetrico
rispetto al punto critico, che viene mappato fuori da [0, 1] da uniterazione di
Fr . Osserviamo che se x A0 allora Fr (x) > 1, dunque Fr2 (x) < 0 e Frn (x)
per n . Dunque A0 e lintervallo dei punti che scappano da [0, 1]
in una sola iterazione. Tutti gli altri punti di [0, 1] restano in [0, 1] dopo
una iterazione. Definiamo allora A1 = {x [0, 1] : Fr (x) A0 }, cosicche
se x A1 allora Fr2 (x) > 1, Fr3 (x) < 0 e dunque, come prima, Frn (x)
. Induttivamente, poniamo An = {x [0, 1] : Frn (x) A0 }. Cioe
An = {x [0, 1] : Fri (x) [0, 1] per i n ma Frn+1 (x) / [0, 1]}, ovvero An
consiste di tutti quei punti che scappano da [0, 1] alla (n+1)-esima iterazione.
In questo modo, tutti i punti che appartengono agli intervalli An vengono
eventualmente mappati fuori da [0, 1] e dunque tendono asintoticamente a
. Resta dunque da studiare il comportamento dei punti che non scappano
mai da [0, 1], cioe linsieme dei punti che stanno in
:= [0, 1] (
n=0 An )
68
in A0 e lunione di questi due intervalli da appunto A1 . Cio implica che
[0, 1] (A0 A1 ) e formato da quattro intervalli I00 , I01 , I11 , I10 , con la
proprieta che Is0 s1 = {x [0, 1] : x Is0 , Fr (x) Is1 }. Continuando in
questo modo si vede che
69
Iterate prima e seconda di Fr con r = 2 + 5
70
Cantor dei terzi di mezzo. Apriamo una breve parentesi.
Esempio. Linsieme di Cantor dei terzi di mezzo. Sia I un intervallo e
rimuoviamo laperto costituito dal terzo di mezzo. Ad esempio, se I = [0, 1]
rimuoviamo lintervallo (1/3, 2/3). Dai due intervalli rimasti rimuoviamo
ancora i due terzi di mezzo, cioe gli intervalli (1/9, 2/9) e (7/9, 8/9). Se
continuiamo in questo modo, dopo n passi rimarranno 2n intervalli ed e
facile rendersi conto che la somma delle lunghezze di tali intervalli e data dal
numero
n1 i
1X 2
1
3 i=0 3
che tende a zero quando n .
Non e difficile verificare che linsieme che si ottiene iterando questa proce-
dura infinite volte e chiuso, non vuoto, compatto, senza punti isolati e tale
che ogni suo sottoinsieme connesso consiste al piu di un punto, cioe un in-
sieme di Cantor. Si tratta di un esempio di insieme frattale. Intuitivamente,
un frattale e un insieme auto-similare, cioe che presenta la stessa struttura su
tutte le scale. In questo esempio, e immediato verificare che la mappa lineare
L(x) = 3x trasforma la porzione dellinsieme di Cantor in [0, 1/3] omeomor-
ficamente su tutto linsieme di Cantor. Possiamo allora iterare questa mappa
usandola come un microscopio: ogni pezzo dellinsieme di Cantor al passo
n-esimo viene trasformato nellinsieme di partenza da Ln .
Mostriamo ora che anche linsieme e un insieme di Cantor. Atale scopo
richiederemo unipotesi ulteriore sul parametro r, cioe che r > 2+ 5. Questa
condizione assicura che Fr sia uniformemente espandente su I0 I1 e dunque
su , cioe che esiste > 1 tale che |Fr0 (x)| > per ogni x . In questo caso
puo essere preso uguale al modulo
p della derivata di Fr nei punti di uscita
dal quadrato unitario cioe = r(r 4). Sottolineiamo che questa ipotesi
semplifica di molto tutto quello che avremo da dimostrare sulle proprieta di
, anche se alcune di esse valgono piu in generale.
71
Proposizione 10 Se r > 2 + 5 allora e un insieme di Cantor.
72
3. dare unevidenza numerica, e poi eventualmente dimostrarlo, che per
abbastanza grande linsieme dei punti che non scappano all e un
insieme di Cantor.
Utilizziamo adesso la dinamica simbolica.
Abbiamo gia visto piu sopra il concetto di itinerario di un punto rispetto a
una partizione. Nella situazione presente sappiamo che I0 I1 e dunque
possiamo considerare litinerario di x rispetto alla partizione di [0, 1] A0
generata da I0 e I1 . Litinerario di x sara allora la sequenza i(x) = s0 s1 s2 . . .
dove sj = 0 se Frj (x) I0 e sj = 1 se Frj (x) I1 . In altre parole, la
mappa i e unapplicazione da allo spazio delle sequenzeinfinite 2 . Una
proprieta importante e che, perlomeno quando r > 2 + 5, la mappa i :
2 e un omeomorfismo. Cio implica che, come insiemi, e 2 sono
topologicamente equivalenti. Nel caso della moltiplicazione per due questo
fatto seguiva immediatamente dallo sviluppo binario dei punti di S 1 . Per
mostrarlo in questo caso facciamo le seguenti osservazioni. Sia J [0, 1] un
intervallo chiuso. Poniamo
n0 Is0 s1 ...sn
73
e non vuoto e consiste di un solo punto x. E inoltre evidente che x Is0 ,
Fr (x) Is1 , etc, cosicche i(x) = s0 s1 . . .. Dunque la mappa i, il codice, e
biunivoca. Infine, dati x e y tali che s = i(x) e t = i(y) hanno i primi n + 1
simboli in comune, cioe si = ti per 0 i n e sn+1 6= tn+1 , si ha
cosicche
Fr = i1 i
74
1. Fr e caotica su (Fr ) = ,
75
Risulta dunque naturale chiedersi se ce una maniera di scoprire quanti punti
periodici ha F per ogni dato periodo. Una risposta a questa domanda
proviene da una importante estensione dello strumento della dinamica sim-
bolica gia utilizzato per la moltiplicazione per due e per il repulsore caotico
visto sopra: la catena di Markov topologica, detta anche subtraslazione (sub-
shift) di tipo finito. Vediamo di cosa si tratta. Riprenderemo dunque il prob-
lema del numero dei punti periodici dopo aver discusso alcuni nuovi concetti.
Consideriamo nuovamente lo spazio N con la metrica dN introdotti piu sopra
(cf. (15)), e cerchiamo di definire dei sottospazi di N caratterizzati da un
numero finito di vincoli. Un modo efficace di ottenere questo scopo e quello
di introdurre una matrice quadrata A di N N zeri ed uni, detta matrice
di transizione, e considerare solo quelle sequenze s = s0 s1 . . . N per cui
ciascuna coppia si si+1 di simboli adiacenti corrisponde ad un elemento non
nullo asi si+1 della matrice A. In altre parole definiamo
76
Dimostrazione. Per induzione. Laffermazione e evidente per n = 1. Se
mostriamo che
N
X 1
n+1 n
Nij = Nik akj
k=0
Corollario 2
# Pern (A ) = tr An
tr An = n1 + nN
77
0 1 1 1 2
Ad esempio A = e aperiodica perche A = . Invece
1 1 1 2
0 1 2n 1 0 2n+1 0 1
A= non lo e perche A = eA = .
1 0 0 1 1 1
Esercizio. Mostrare che se tutti gli elementi di Am sono positivi allora accade
lo stesso per An per ogni n m.
Cti11,...,t
,...,in
n
:= {s N : sik = tk , k = 1, . . . , n}
Dimostrazione. La densita dei punti periodici segue subito dal lemma prece-
dente. Per provare il mescolamento e sufficiente mostrare che per due insiemi
n
cilindrici non vuoti C[u] := Cu1,...,n
1 ,...,un
n
e C[v] = Cv1,...,n
1 ,...,vn
si ha Ak (C[u]
n n
) C[v] 6=
per ogni k abbastanza grande. Daltra parte, se m 1 e lintero della
Definizione 26 e l 0 allora per quanto visto sopra am+l un v1 > 0 e possiamo
costruire una parola ammissibile di lunghezza 2n + m + l 1 i cui primi
n simboli sono quelli di u e gli ultimi n quelli di v. Procedendo come so-
pra possiamo estendere questa parola ad un punto periodico di (A , A ) che
evidentemente appartiene a Ak (C[u] n n
) C[v] con k = n + m + l.
Vediamo ora un risultato di algebra che ci consente nel caso transitivo di
calcolare il numero di punti periodici di dato periodo di A - e tutto quello
che ne consegue - soltanto dalla conoscenza dellautovalore principale di A.
78
Lemma 12 (Perron-Frobenius). Se A e aperiodica allora ha un autovalore
1 > 0 ed ogni altro autovalore i soddisfa |i | < 1 , i = 2, . . . , N . Inoltre,
esiste un unico vettore v con componenti strettamente positive tale che Av =
1 v.
C = {x = (x1 , . . . , xN ) RN : xi 0, 1 i N }
79
R+ per mezzo della trasformazione (a, b) 7 ab . Se poniamo L(x) = (x1 , x2 ) e
L(y) = (y1 , y2 ) possiamo introdurre una metrica su Int (T m (S)) ponendo
x1 y2
d(x, y) = log
x2 y1
80
per qualche z [z1 , z2 ]. Ora, essendo P 0 (z) = (ad bc)/(cz + d)2 vediamo
che P e lipschitziana con costante
(ad bc) (cz + d)
q = sup z
zR+ (cz + d)2 (az + b)
q
bd
La funzione dentro parentesi e massima per z = ac e dunque
1/2 1/2
q <1
1/2 + 1/2
dove = ad bc
> 1. Infine, essendo log = (P (0), P ()) concludiamo dal
fatto che T m (T m (S)) Int T m (S) che e uniformemente limitato rispetto a
tutte le scelte di x e y e dunque possiamo sceglierne un valore q < 1 valido
per tutte.
81
dove le matrici Bi formano dei blocchi di Jordan, in modo che A = U DU 1 .
Pertanto si ha X X
anij = (U Dn U 1 )ij = Cn1 + Rn
ij ij
1
e limn |Rn |/n1 = 0. Pertanto h(A ) = log 1 .
P
dove C = i,j Ui1 U1j
Lultima identita segue dal corollario precedente.
Ai fini del conteggio dei punti periodici per f la procedura e ora chiara:
ogni volta che riusciamo a stabilire una coniugazione topologica tra f e A ,
restringendo eventualmente lazione di f ad un sottoinsieme invariante Y
X, il numero di punti periodici di dato periodo di f e di A sara lo stesso.
Questultimo, come abbiamo visto, puo essere calcolato per via puramente
algebrica.
Esempio. Per la trasformazione f (x) = N x(mod 1), riguardata come una
trasformazione di [0, 1] in se, tale partizione viene implicitamente utilizzata
nello sviluppo in base N dei punti x [0, 1], e corrisponde alla suddivisione
in N intervalli Ii = [(i 1)/N, i/N ] con i = 1, . . . , N
dellintervallo unitarioP
in modo che se x = sj N j1 allora f j (x) Isj . Le ambiguita dovute
alla sovrapposizione degli estremi degli intervalli contigui vengono risolte in
questo caso assegnando ai razionali N -adici la sequenza che non termina.
Non essendovi restrizioni topologiche, il numero di punti periodici di periodo
n e uguale al numero di parole ammissibili di lunghezza n, cioe N n , mentre
lentropia topologica vale log N .
82
Esempio. Consideriamo la mappa a tetto
r + 2(1 r)x se 0 x < 1/2
f (x) =
2(1 x) se 1/2 x 1
La scelta r = (3 3)/4 fa si che il punto critico x = 1/2 faccia parte
di unorbita periodica di periodo 5. Si tratta di una mappa
uniformemente
espandente con costante di espansione = 2(1 r) = ( 3 + 1)/2 > 1. Non
e difficile verificare che linsieme
( )
31 5 3+1 3 3+3
, ,
2 3+1 8 3+4 4 3+2
I0 I1 I2 I3
83
La matrice di transizione e quindi data da
0 1 1 0
0 0 0 1
A= 0 0 1
1
1 1 0 0
n tr An n1
1 1 1, 72208
2 3 2, 96557
3 7 5, 10696
4 7 8, 79462
5 16 15, 1451
6 27 26, 0811
7 43 44, 9138
8 79 77, 3454
9 133 133, 195
10 228 229, 373
84
1
0.8
0.6
0.4
0.2
Dalla figura in cui e riportata F 3 (x) vediamo che esiste unaltra orbita period-
ica {b1 , b2 , b3 } dello stesso periodo i cui punti sono dati approssimativamente
da
b1 = 0, 169040 b2 = 0, 539247 b3 = 0, 953837
e il cui moltiplicatore vale (F 3 )0 (bi ) 2.66. Osserviamo che attorno a cias-
cun punto periodico attrattivo ai ce un intervallo aperto massimale W (ai )
(linsieme stabile locale) la cui frontiera e invariante per F 3 (vedi la di-
mostrazione del Teorema 4), in particolare uno dei due punti di detta fron-
tiera e fissato da F 3 e dunque coincide con bi . Indichiamo con bi laltro punto
della frontiera, che verifica F 3 (bi ) = bi .
85
b3 a3 b3
86
E evidente da queste regole che se un punto periodico x I1 I2 , allora
F (x) I1 I2 . Pertanto se x I1 I2 appartiene ad unorbita periodica
allora lintera orbita fa parte di I1 I2 . Inoltre, se x I0 e x 6= 0 si ha
F (x) > x e dunque prima o poi uniterata di x esce da I0 per andare in A1 o
in I1 . In entrambi i casi x non puo essere periodico (perche non torna mai in
I0 ). Se invece x I3 allora F (x) I0 e dunque neppure in questo caso puo
essere periodico. Abbiamo quindi mostrato che, oltre allorigine e allorbita
{a1 , a2 , a3 } tutti i punti periodici di F si trovano in I1 I2 . Indichiamo con
linsieme di punti la cui orbita futura giace interamente in I1 I2 . Per x
definiamo i(x) = s0 s1 . . . con si {1, 2} e si = k se F i (x) Ik , k = 1, 2.
Siccome F (I1 ) = I2 il simbolo 1 deve sempre essere seguito da un 2. Pertanto
la sequenza s fa parte dello spazio A dove
0 1
A=
1 1
Lemma 13 La restrizione di F a e topologicamente coniugata a (A , A ).
Dimostrazione. La dimostrazione procede in modo analogo a quanto fatto
per il repulsore con r > 2 + 5. La sola differenza essenziale e che in questo
caso |F 0 (x)| non e ovunque piu grande di 1. Daltra parte, il punto critico di
F fa parte di A2 e dunque |F 0 | e strettamente positiva in I1 I2 , in particolare
si trova |F 0 | > = F 0 (b2 ) 0, 3. Mostriamo inoltre che esiste > 1 tale che
se x allora |(F 3 )0 (x)| > . A questo scopo basta notare che ci sono tre
intervalli B1 , B2 , B3 in I1 I2 (le tre gobbe) in cui |(F 3 )0 (x)| 1 che pero
vengono mappati in A3 ( i primi due) e in A1 (il terzo) da F 3 e dunque non
appartengono a .
Scegliamo ora k in modo tale che 2 k > 1 e poniamo N = 3k + 2. Se n > N
possiamo scrivere n = 3(k + q) + l dove q > 0 e 0 l 2 sono interi. Ora,
se x si ha
|(F n )0 (x)| = |(F l )0 (F 3(k+q) (x))| |(F 3(k+q) )0 (x)| > 2 k+q > 1
e dunque e un insieme iperbolico repulsivo (vedi Def.
(25)). A questo
punto la prova prosegue come per il repulsore con r > 2 + 5.
87
che e la stessa dei numeri di Fibonacci,
soltanto con diversi valoriiniziali.
Gli autovalori di A sono 1 = ( 5 + 1)/2 e 2 = 1/1 = (1 5)/2 e
n n
dunque tr An = n n n
1 + 2 = 1 + (1) 1 , mentre lentropia topologica di F
e h(F ) = log ( 5 + 1)/2.
88
unequazione che determini come devono essere fatte le probabilita p(U ):
un punto y = f (x) appartiene a U se e solo se x f 1 (U ). Pertanto il nu-
mero di punti tra x1 , x1 , x2 , . . . , xn che giacciono in U sara lo stesso di quelli
tra x0 , x1 , x2 , . . . , xn1 che giacciono in f 1 (U ). Siccome la probabilita limite
(per n ) non dipende da questa traslazione da 0 a 1 o da n 1 a n,
otteniamo lequazione
p(U ) = p(f 1 (U ))
Per comprendere questa equazione poniamoci in un contesto un poco piu
generale anche se ingenuo (cioe senza fare ricorso allimpianto rigoroso della
teoria della misura). Supponiamo cioe di avere una misura sullintervallo,
che ad ogni insieme aperto U assegna un peso (U ). Definiamo la misura
evoluta (push-forward) f come
(f )(U ) = (f 1 (U )) (60)
0.8
0.6
0.4
0.2
89
Piu in generale, se Fr ha unorbita periodica attrattiva di periodo m 1
allora avremo che p(I) e uguale alla frazione di punti dellorbita periodica
che appartengono a I. Si tratta dunque in questi casi di misure discrete, nel
senso che esiste un insieme finito o numerabile di punti {zk }, a ciascuno dei
quali e assegnato un peso positivo w(zk ) in modo che
X
(I) = w(zk )
zk I
dove assumiamo implicitamente che la serie converga per ogni intervallo lim-
itato I. Lintegrale di una funzione rispetto ad una misura siffatta e dato
da Z X
() d = (zk ) w(zk )
e Z
() = (x) h0 (x)dx
90
ponendo g(y) = h0 (x)/|f 0 (x)| con y = f (x) otteniamo
Z Z
1
h0 (x) 0 dy = h0 (x)dx = (Ji ) (61)
I |f (x)| Ji
91
3. Per ogni punto iniziale x0 generico listogramma normalizzato con-
verge ad h (cf. (64)-(65)).
p
Osservazione. La distribuzione di probabilita con densita h(x) = 1/ x(1 x)
e detta legge dellarcoseno in teoria della probabilita. Cio perche se I e
lintervallo I = [0, u] allora
Z u
dx 2
Pr(x I) = Pr(0 x u) = p = arcsin x
0 x(1 x)
Questa legge gioca un ruolo centrale nella teoria delle passeggiate aleatorie.
Dimostrazione. Daremo due dimostrazioni della 1). La prima e una verifica
diretta dellequazione di Perron-Frobenius P h = h. Innanzitutto osserviamo
che h(x) = h(1 x) e inoltre si ha |F40 (x)| = |F40 (1 x)| = 4|1 2x| e leq.
in questione diviene
1 2
p = p
4x(1 x)(1 4x(1 x)) 4|1 2x| x(1 x)
(x) (1 x)
(T x) = + (66)
2 2
Ora, siccome si ha F4 = 11 T 1 con 1 (x) = 2 arcsin x e 11 (x) =
sin2 ( x
2
) e inoltre, date due trasformazioni F e G, vale
(F G) = F (G )
92
Ora, per quanto visto sopra la densita di (11 ) altro non e che (cf. (63))
1 1 1
h(y) = = = p
|(11 )0 (x)| sin( x
2
) cos( x
2
) y(1 y)
perche y = sin2 ( x
2
).
Per dimostrare 2) sara sufficiente mostrare lanalogo risultato per la mappa
T . In altre parole si tratta di mostrare che 1 e lunica soluzione continua
di (66). A questo scopo e sufficiente iterare (66) ottenendo
1 h x x i
(x) = + 1
2 2 2
1 x x 1 x 1 x
= + 1 + + +
4 4 4 2 4 2 4
..
.
2n1
"
1 x x X1 k x
k x
#
= n + 1 n + n1 + n + n1 n
2n 2 2 k=1
2 2 2 2
Z
(x)dx
93
9 Dimensione frattale ed esponente di Lya-
punov
Supponiamo che la dinamica asintotica di una mappa iterata non sia de-
scritta da unorbita periodica ma da un insieme con proprieta strane, come
ad esempio un insieme con struttura frattale sul quale la mappa e caotica.
Abbiamo gia visto una quantita importante che misura, in qualche senso,
la complessita della struttura delle orbite periodiche di una mappa, cioe
lentropia topologica. Vediamo ora altri indicatori che si possono usare per
caratterizzare le proprieta generali degli insiemi invarianti di una mappa.
Abbiamo visto che un insieme frattale, come ad esempio gli insiemi di Can-
tor considerati piu sopra, ha generalmente misura di Lebesgue uguale a zero.
Ma allora come e possibile confrontare due insiemi frattali per vedere quale e
piu grande ? A questo scopo, supponiamo di ricoprire il nostro insieme con
un certo numero di palle di raggio e consideriamo il limite 0. Allora,
il numero minimo N () di palle necessarie a ricoprire linsieme scala come
N () ' D dove D puo essere intero o non intero.
94
A. Si chiama capacita di Kolmogorov di A la quantita
log N (, A)
dimK (A) = lim
0 log (1/)
dove
X
m = inf (k )
k=1
95
per indicare la dimensione di Hausdorff, ma altri autori chiamano con questo
nome la capacita di Kolmogorov. Sperimentalmente, per dare una stima
numerica della dimensione frattale (quale dei due concetti si intenda con
questo nome) delle orbite di una mappa vi sono vari metodi, pio o meno
efficenti.
Esercizio. Costruire un algoritmo di conteggio per dare una stima numerica
della dimensione frattale dellinsieme discusso nella Sezione 5 in funzione
del parametro r, per 4 r 7.
Finora abbiamo discusso concetti di natura geometrica. Una quantita di
natura statistica, che e proprio quella che spesso viene calcolata nei casi
concreti, e la dimensione dinformazione dimH di una misura invariante ,
definita come il minimo tra tutte le dimensioni di Hausdorff degli insiemi A
tali che (A) = 1.
Vediamo ora unindicatore che puo essere utilizzato per misurare la caoticita
delle orbite di una mappa. Consideriamo ora unevoluzione temporale xn+1 =
f (xn ) e supponiamo voler confrontare le orbite future di due punti x0 e x00
vicini tra loro. Allora si ha
xn x0n = f n (x0 ) f n (x00 ) ' (f n )0 (x0 ) (x0 x00 )
Definizione 31 Si chiama esponente di Lyapunov (o esponente caratteris-
tico) relativo alla mappa f e al seme x0 il numero
n1
1 1X
(f, x0 ) = lim log |(f n )0 (x0 )| = lim log |f 0 (f i (x0 ))|
n n n n
i=0
Lesistenza del limite per quasi tutti i dati iniziali x0 (nel senso della teoria
della misura) e garantita da un teorema dimostrato da Oseledec nel 1968.
Ma nel caso di una mappa unidimensionale il risultato si riduce al teorema
ergodico di Birkhoff gia menzionato.
Il numero misura dunque il tasso medio di crescita della distanza xn x0n
lungo lorbita di x0 . Se > 0 vuol dire che siamo in presenza di dipendenza
sensibile dalle condizioni iniziali. In particolare, se f e espandente (vedi
Definizione 15), allora log > 0. Ad esempio, per la mappa f (x) =
2x (mod1) si trova subito il valore log 2. Lo stesso valore si ottiene per la
mappa F4 partendo ad esempio dal punto iniziale x0 = 1/2. Al contrario,
se < 0 siamo in presenza di unattrattore periodico. Infine, levoluzione
sullattrattore di Feigenbaum e caratterizzata da = 0.
96
Osserviamo che in generale dipende dallorbita considerata, ovvero dal
punto x0 . Cosi, ad esempio, se si vuole calcolare lesponente associato a
un attrattore A dovremmo prendere x0 nel bacino di attrazione B(A). Nel
caso di F4 possiamo usare il Lemma 14 e calcolare lesponente di Lyapunov
per quasi ogni punto x0 come la media spaziale
Z 1 Z 1
0 log |4(1 2x)|
= log |F4 (x)|(dx) = p = log 2
0 0 x(1 x)
Nel contesto della teoria dellinformazione, questo risultato si interpreta di-
cendo che la mappa F4 e una sorgente dinformazione che produce in media
un bit per iterazione.
97
quando r attraversa il valore e. In questo caso nel punto di biforcazione
r = e, x = 1 si ha Er0 (1) = 1, Er00 (1) = 1 e Er000 (1) = 1.
Le due biforcazioni viste sopra, cioe la biforcazione tangente e quella con
raddoppiamento di periodo sono le piu comuni per mappe della retta reale.
Esse sono le biforcazioni che hanno luogo in ogni famiglia tipica di mappe.
Vi sono tuttavia anche altre, atipiche, biforcazioni. Per fare soltanto un
esempio, nella famiglia quadratica Fr , quando r = 1 la mappa ha un solo
punto fisso nellorigine, ma per altri valori di r ve ne sono due. Questa
biforcazione e atipica perche Fr /r|r=1 = 0. Di solito si richiede invece
che la biforcazione avvenga con velocita non nulla lungo la direzione del
parametro.
Gli esempi visti sopra sembrano inoltre indicare che le biforcazioni avvengono
soltanto nelle vicinanze di punti fissi o punti periodici non iperbolici. Cio e
confermato dal seguente risultato.
Teorema 7 Sia fr una famiglia ad un parametro di funzioni tale che fr0 (x0 ) =
x0 e fr00 (x0 ) 6= 1. Allora esistono due intervalli, I intorno a x0 , N intorno a
r0 , e una funzione regolare v : N I tale che v(r0 ) = x0 e fr (v(r)) = v(r).
Inoltre, fr non ha altri punti fissi in I.
G(x0 , r0 )
= fr00 (x0 ) 1 6= 0.
x
Per il teorema della funzione implicita vi sono allora due intervalli, I intorno
a x0 e N intorno a r0 e una funzione regolare v : N I tale che v(r0 ) = x0
e G(v(r), r) = 0 per ogni r N . Inoltre G(x, r) 6= 0 a meno che x = v(r) e
questo conclude la prova.
Osservazione. Per ragioni di semplicita, e spesso conveniente assumere che
linsieme dei punti fissi di fr resti stazionario al variare di r. Supponiamo
che fr (v(r)) = v(r) come nel teorema precedente. Consideriamo la nuova
funzione
gr (z) = fr (z + v(r)) v(r).
Chiaramente, gr (0) = fr (v(r)) v(r) = 0 per ogni r e dunque 0 e sempre un
punto fisso per gr . Inoltre, gr e topologicamente coniugata a fr per mezzo
della semplice trasformazione hr = x v(r). In altri termini, si ha hr fr =
98
gr hr . Dunque il comportamento dinamico di fr e gr e qualitativamente
identico.
Osservazione. Il precedente teorema ovviamente continua a valere per punti
periodici, usando frn al posto di fr .
Vediamo ora i due risultati della teoria delle biforcazioni che descrivono le
situazioni precedenti.
Teorema 8 (Biforcazione tangente) Supponiamo che
1. fr0 (0) = 0,
2. fr00 (0) = 1,
3. fr000 (0) 6= 0,
fr
4. |
r r=r0
6= 0.
Allora esiste un intervallo I intorno a 0 e una funzione regolare p : I R
tale che
fp(x) (x) = x.
Inoltre, p0 (0) = 0 e p00 (0) 6= 0.
Dimostrazione. Definiamo G(x, r) = fr (x) x. Osserviamo che G(x, r) = 0
implica che fr ha un punto fisso in x. Ora, sappiamo che G(0, r0 ) = 0 e che
G fr
(0, r0 ) = |r=r0 (0) 6= 0.
r r
Dunque possiamo applicare il teorema della funzione implicita per affermare
lesistenza di un funzione p(x) che soddisfa G(x, p(x)) = 0. Differenziando
questa espressione otteniamo
G G 0
+ p (x) = 0
x r
e quindi
G
p0 (x) = x
G
.
r
Derivando rispetto a x si ha infine
2G
00 x2
(0) G |
r r=r0
(0) fr000 (0) (fr /r)|r=r0
p (0) = 2 =
G (fr /r)2
r
99
Osservazione. A seconda che i segni di f r
|
r r=r0
e di fr000 (0) siano discordi o
concordi si possono avere due possibilita:
1. quando p00 (0) > 0 si ha una biforcazione diretta, in cui la mappa fr non
ha punti fissi per r < r0 , un punto fisso per r = r0 , e due punti fissi
iperbolici (uno dei quali attrattivo) per r > r0 . Questo caso e illustrato
in figura.
100
Dal fatto che (fr2 )0 (0) = +1 si deduce, in accordo con quanto visto sopra
per la biforcazione tangente, ci possiamo aspettare che vi siano punti fissi di
fr2 vicini a (r0 , 0) che non sono punti fissi di fr . Ovvero che vi siano orbite
periodiche di periodo 2 per fr . Sulla base di questo ragionamento si puo
dimostrare il seguente risultato:
Teorema 9 (Biforcazione con raddoppiamento di periodo) Supponiamo che
1. fr0 (0) = 0 per r in un intervallo intorno a r0 ,
2. fr00 (0) = 1,
3. c = (fr20 )000 (0) 6= 0,
(fr2 )0
4. 4. r r=r0
| (0) 6= 0.
Allora esiste un intervallo I intorno a 0 e una funzione regolare p : I R
tale che
fp(x) (x) 6= x
ma
2
fp(x) (x) = x.
Osservazione. Anche in questo caso si possono avere due possibilita:
1. quando c < 0 si ha una biforcazione diretta, in cui 0 e vagamente
attrattivo per fr0 e fr ha unorbita periodica di periodo 2 per r > r0 .
101
2. quando c > 0 si ha una biforcazione inversa, in cui fr ha unorbita
periodica (non-attrattiva) per r < r0 .
r (x) = (1 + r)x x3 , x R, r R
102
precedente. Un argomento analogo si applica per r = 2. Vediamo ora il caso
2 < r < 3. In questo caso il punto fisso xr si trova a destra del punto critico
x = 1/2 e la situazione e piu difficile da analizzare. Sia xr lunico punto
in (0, 1/2) che viene mappato in xr da Fr e poniamo J = [xr , xr ]. Allora e
facile verificare che Fr2 manda lintervallo J dentro lintervallo [1/2, xr ]. Da
cio segue che ogni punto in J e asintotico a xr . Ora, lintervallo [xr , 1] viene
trasformato in [0, xr ] = [0, xr ) J da Fr . Daltra parte, per mezzo dellanalisi
grafica e facile rendersi conto che per ogni punto x (0, xr ) esiste un k tale
che Frk (x) J e questo conclude la prova.
2<r<3
103
Osserviamo che quando r = 3, Fr0 (xr ) = 1, e quando r cresce ancora xr
diviene repulsivo e compaiono due nuovi punti fissi per Fr2 , ovvero una nuova
orbita periodica (attrattiva) di periodo 2 per Fr . In altre parole, per r = 3
si osserva una biforcazione con raddoppiamento di periodo. La possibilita di
questo fenomeno si puo comprendere usando la condizione SFr < 0. Infatti,
quando r = 3 da Fr0 (xr ) = 1 segue che (Fr2 )0 (xr ) = [Fr0 (xr )]2 = 1 e dunque
(Fr2 )00 (xr ) = Fr00 (xr )[(Fr0 (xr ))2 + Fr0 (xr )] = 0. La condizione SFr < 0 implica
SFr2 < 0 e dunque per quanto visto (Fr2 )000 (xr ) < 0. Dunque (Fr2 )0 (x) ha un
massimo locale in xr . Tale condizione, permanendo tale per r vicino a r1 , da
luogo al comportamento osservato sopra.
Una prova ulteriore di questo fatto si puo ottenere verificando le condizioni
di applicabilita del teorema 9. A questo scopo osserviamo innanzitutto che
nel punto di biforcazione r = 3, x = 2/3, si ha Fr0 (x) = 1, Fr00 (x) =
104
6 e Fr000 (x) = 0. Per metterci nelle condizioni richieste dal teorema 9,
consideriamo lomeomorfismo hr (x) = x (r 1)/r che coniuga Fr con la
mappa Gr data da
Gr (x) = hr Fr h1
r (x) = (2 r)x rx
2
105
Vedremo come al crescere di r abbia luogo unintera catena di biforcazioni
con raddoppiamento di periodo in cui il punto fisso iniziale viene sostituito
da orbite periodiche attrattive di periodo 2n per n = 1, 2, . . . .
106
termini matematici rigorosi e presentano a tuttoggi numerosi aspetti non
risolti e congetture non dimostrate (cfr. [deMvS]).
Nel tentativo di dare una parziale risposta a queste domande eseguiamo
ora un esperimento numerico iterando la mappa Fr per differenti valori del
parametro r, con 2 < r 4. Piu precisamente lesperimento e il seguente.
Si costruisce un sequenza formata da un certo numero, diciamo 500, di val-
ori del parametro r, equispaziati nellintervallo (2, 4]. Per ognuno di questi
valori scegliamo un punto iniziale x [0, 1] e cominciamo ad iterarlo con
la mappa Fr . Dal momento che siamo interessati a mettere in evidenza le
eventuali strutture periodiche attrattive, o, in ogni caso, la struttura asintot-
ica che governa le orbite, cioe lattrattore del sistema, aspettiamo un certo
numero di iterazioni, diciamo 300 (ma questo tempo puo variare a seconda
della situazione), prima di far disegnare i punti dellorbita al calcolatore.
Dopodiche facciamo disegnare un tratto di orbita, diciamo da Fr301 (x) fino a
Fr500 (x) (ma anche questi numeri possono variare a seconda delle situazioni).
107
108
Ora alcuni commenti.
1. Dal solo esame della figura non siamo in grado di distinguere tra unorbita
periodica stabile di periodo molto grande e un comportamento aperi-
odico e/o caotico. E cio resta vero indipendentemente dallaccuratezza
dellesperimento numerico. A tale scopo e necessario calcolare il val-
ore di alcuni indicatori, come ad esempio lesponente di Lyapunov.
Nella prossima figura si riporta una stima numerica dellesponente di
Lyapunov in funzione del parametro r. La quantita effettivamente
calcolata per ottenere la seconda parte della figura sopra e
10000
1 X
log |Fr0 (Frn1 (1/2))|
10000 n=0
per gli stessi 500 valori del parametro r utilizzati per il diagramma di
biforcazione. Oltre allesponente di Lyapunov e riportata lentropia
topologica h, nella regione caotica r < r 4. Osserviamo che h e
un limite superiore per : (r) h(Fr ). Cio e una conseguenza di un
risultato generale di Ruelle [R]. Inoltre, contrariamente allesponente
di Lyapunov, h sembra una funzione continua (e monotona non de-
crescente) del parametro r. Cio e stato effettivamente dimostrato da
Milnor e Thurston per una classe di trasformazioni assai vasta (vedi
[deMvS], cap. 2, sez. 9). Notiamo anche che h e positiva (e costante)
sulle finestre periodiche.
109
rapporti costanti: dn /dn+1 = per n >> 1. Le costanti di
Feigenbaum e hanno i valori = 4.6692016091 . . . e =
2.5029078750 . . ..
(b) Regime caotico: gli intervalli caotici (cioe dove > 0) si espan-
dono attraverso biforcazioni inverse fino a r = 4 dove le iterate si
distribuiscono su tutto [0, 1]. Vi sono poi delle finestre, caratter-
izzate dallapparizione (attraverso una biforcazione tangente) di
un punto periodico attrattivo di periodo p (con p = 3, 5, 6 . . . a
seconda della finestra) ciascuno dei quali da luogo a una cascata
di biforcazioni con raddoppiamento di periodo p, 2 p, 22 p . . . e
i corrispondenti valori del parametro r scalano con la stessa ,
ma diverse costanti. In breve, ogni finestra periodica riproduce
lo scenario che si osserva per 1 < r < r partendo da un punto
periodico di periodo p anziche da un punto fisso.
(c) Regime ai margini del caos: Si tratta delle situazioni in cui avviene
la transizione tra un regime periodico ed un caotico. Ad esempio
per r = r , lattrattore e un insieme di Cantor A , di dimensione
frattale dimH (A ) ' 0.543, determinato dalla chiusura dellorbita
del punto critico e non contiene orbite periodiche. Altri esempi
sono i punti estremali delle finestre periodiche (transizione inter-
mittente e crisi).
3. Uno dei risultati piu rilevanti di questi ultimi anni e costituito dalla
scoperta che lo scenario che si ottiene con la mappa quadratica Fr e
comune a molte famiglie tipiche di mappe, ed e dunque indipendente
(a meno di un riscalamento delle quantita in gioco) dai dettagli di una
specifica famiglia ad un parametro. Si parla pertanto di universalita
nel comportamento delle iterate in funzione del parametro. Cio puo
essere parafrasato dicendo che: se un dato fenomeno si manifesta in
un certo sistema per certo valore del parametro di controllo, allora ci
possiamo aspettare che un altro specifico fenomeno si manifestera per
un altro valore del parametro.
La sezione che segue sara interamente dedicata alla comprensione dello
scenario della biforcazione di Feigenbaum e delle sue caratteristiche di
universalita.
110
11.2 Rinormalizzazione
Come abbiamo visto sopra quando r attraversa il valore 3, si ha una bi-
forcazione diretta con raddoppiamento di periodo che da luogo a unorbita
periodica attrattiva di periodo 2. Se facciamo crescere ancora il parametro
si osserva una lunga catena di biforcazioni in cui il punto fisso iniziale viene
sostituito da orbite periodiche attrattive di periodo 2n per n = 1, 2, . . . .
In altre parole, si osserva una cascata di raddoppiamenti di periodo che si
accumula verso un limite e che puo essere vista come una biforcazione in
se stessa. Tale biforcazione prende il nome di biforcazione di Feigenbaum
e costituisce uno dei pochi meccanismi fino ad oggi compresi di transizione
al caos. Nel diagramma di biforcazioni per la famiglia logistica si osserva
appunto una successione di punti di biforcazione rn in cui unorbita period-
ica attrattiva di periodo 2n1 viene rimpiazzata da unaltra orbita periodica
attrattiva di periodo 2n . Come abbiamo visto, se poniamo r = lim rn , si
trova r = 3.5699456 . . . per la mappa Fr e
r rn1
lim = = 4.6692016091 . . .
n r rn
|rn r | cost. n
dove e universale.
Esercizio. Disegnare il diagramma di biforcazione per Fr con r (1, r ]
riportando in ascissa, invece che r, la quantita log |r r |. Come risultato
si dovranno ottenere biforcazioni con raddoppiamento di periodo ad intervalli
asintoticamente costanti.
Esercizio. Per le trasformazioni
1. Fr = r x(1 x) con r (2, 3.5699456),
111
disegnare un grafico riportando la quantita log |rn r | + cost. in funzione
di n, aggiustando la costante in modo da avere tutte le curve nello stesso
grafico. Luniversalita risultera dalla presenza di regioni dove tutte le curve
sono rette con pendenza log .
Linsieme attrattivo di Fr ha la struttura di un insieme di Cantor con
dimensione frattale D = 0.543 . . ., e in base ai risultati numerici, tale insieme
sembra mostra una struttura metrica universale. Ad esempio, se c e il punto
critico di Fr , allora
n
|Fr2 (c) c|
|Fr2n+1 (c) c|
dove = 2.5029078750 . . . e indipendente dalla famiglia considerata.
Esercizio. Verificare numericamente questo risultato per le famiglie elencate
nellEsercizio precedente.
Questo fenomeno delluniversalita di e di richiama fortemente cio che
accade nella descrizione dei fenomeni critici in meccanica statistica, dove
lo strumento piu potente per il calcolo degli esponenti critici e fornito dal
gruppo di rinormalizzazione. Anche in questo caso, e possibile introdurre
un operatore di rinormalizzazione R che svolge un ruolo analogo. Vediamo
brevemente quale lidea.
Nelle figure seguenti sono riportati i grafici di Fr sovrapposti a quelli di Fr2
per alcuni valori di r. Notiamo che la parte centrale del grafico di Fr2 , sebbene
piu piccola e sottosopra, ricorda molto quello di Fr , magari per un diverso
valore del parametro. In particolare, Fr2 ha un punto fisso in xr e, se r e ab-
bastanza grande, un unico altro punto fisso allinterno dellintervallo [xr , xr ],
dove Fr (xr ) = xr , cioe xr = 1/r. Il comportamento di Fr2 nellintervallo
J = [xr , xr ] e molto simile a quello di Fr nellintervallo [0, 1]. Allora, al
crescere di r ci aspetteremo dapprima la nascita di un nuovo punto fisso Fr2
in J. Poi, questo punto fisso biforchera, proprio come faceva xr , per lasciar
posto un punto periodico di periodo 4 (per Fr ).
112
Continuando questa procedura, possiamo trovare una sequenza di scatole
sempre piu piccole, allinterno delle quali i grafici di Fr4 , Fr8 , etc. somigliano
alla funzione originale. In questo modo si puo descrivere la sequenza di
raddoppiamenti di periodo che abbiamo visto sopra.
Per formalizzare questo scenario introduciamo un operatore di rinormaliz-
zazione. Sia f : [0, 1] [0, 1] una mappa unimodale che abbia un punto fisso
b sullintervallo (c0 , 1), dunque tale che f 0 (b) < 0. Sia poi a lunico punto in
(0, c0 ) che viene mappato in b da f e poniamo J = [a, b]. Consideriamo la
mappa lineare L definita da
1
L(x) = (x b).
ab
La mappa L espande lintervallo J a [0, 1] invertendone lorientazione e la
sua inversa e
L1 (x) = (a b)x + b.
113
Definiamo loperatore di rinormalizzazione R come
E facile rendersi conto che (Rf )(0) = (Rf )(1) = 0 e c0 e il solo punto
critico per (Rf ). Inoltre, la rinormalizzazione di f converte punti periodici
di periodo 2 per f in punti fissi per Rf .
Se ad esempio f = Fr con r > 2 allora si ottiene a = xr = 1/r, b = xr =
(r 1)/r e
2r 2 (2 r)x + r 1 r1
(RFr )(x) = Fr . (71)
r r r
Loperatore R converte punti periodici di periodo 2 per f in punti fissi per
Rf . In altre parole, R trasforma funzioni su [0, 1] in funzioni su [0, 1] agendo
come un microscopio: ci consente di osservare i fenomeni che avvengono per
f 2 alla stessa scala, cioe con gli stessi dettagli, di quanto avviene per f . Ora,
fintanto che Rf ammette un punto fisso con derivata negativa, in qualche
punto b0 , potremo determinare il corrispondente a0 e definire una seconda
rinormalizzazione. La mappa lineare impiegata sara ora quella che manda
b0 in 0 e a0 in 1. In generale, se f = fr e una famiglia ad un parametro di
trasformazioni possiamo immaginare di continuare questo processo (facendo
crescere r) ed ottenere lo scenario della biforcazione di Feigenbaum.
Congettura 1
114
La congettura precedente, che costituisce a tuttoggi un problema matem-
atico non completamente risolto (cfr. [CE], [deMvS]), spiega il fenomeno
delluniversalita: sia fr una famiglia ad un parametro che per r = r inter-
seca W s trasversalmente (con velocita non nulla). Allora, per n abbastanza
grande, si potra definire rn in modo che frn n e rn r quando n .
Daltra parte, si ha che R(n+1 ) n e la terza congettura implica che
le sottovarieta n si accumulano sulla varieta stabile (bidimensionale) W s
geometricamente come n . In particolare, applicando ripetutamente R a
fr W s ci aspettiamo di convergere al punto fisso g.
115
la sequenza delle iterate di c0 . Usando la relazione di punto fisso in x = c0 e
posto d = a b (osserviamo che c0 d + b = c0 ) si ottiene
e
x2n1 = G(d xn + b) con G(x) = g|1
(c ,1]
(x). (74)
0
n (x) = d ( x, f n x ). (76)
116
Tornando alla nostra mappa g vediamo che la sequenza dei tempi di ritorno
n relativi al punto iniziale x1 = c1 (ma anche per qualunque altro punto xn
dellorbita) segue la legge esatta
n = 2n , n 1, (77)
mentre la sequenza delle distanze n e data da
n
n = c1 g 2 (c1 ) = z2nn z2nn 1 . (78)
Ora, e un fatto sperimentalmente noto (vedi sopra) che per ogni mappa
unimodale g infinitamente rinormalizzabile (in particolare se Rg = g) vale la
seguente legge di scala: poniamo
n
dn = c0 g 2 (c0 ), (79)
allora quando n ,
dn
(80)
dn+1
dove = 2.5029078750 . . . Osserviamo inoltre che
n = g(dn ). (81)
Daltra parte la mappa g nellintorno di c0 si comporta come
g 00 (c0 )
g(x) = c1 + (x c0 )2 + O((x c0 )3 ).
2
Si ha pertanto
n
2 = 6.26454783... (82)
n+1
e dunque in particolare
n n 0. (83)
Osserviamo infine che conclusioni analoghe continuano a valere se al posto del
punto iniziale c1 consideriamo un punto arbitrario ci dellorbita futura di c1 .
n
In particolare il n corrispondente sara sempre 2n mentre n = |ci g 2 (ci )|
scalera come la potenza n-esima di una funzione fi () di che soddisfa
2 fi () .
Unulteriore caratterizzazione del comportamento universale di mappe uni-
modali e fornita da quella particolare versione della dinamica simbolica nota
come kneading theory.
117
12 Itinerari e kneading theory
Per le mappe unimodali lorbita del punto critico c0 determina in un certo
senso la complessita di ogni possibile orbita. Per essere piu precisi, dato
x [0, 1] chiamiamo itinerario di x con f la sequenza
118
2. Se x < y allora (i(x)) (i(y)).
119
e la kneading sequence di fr per qualche ra r rb . Osserviamo che affinche
fr ([0, 1]) [0, 1] occorre che fr (c0 ) 1. In particolare se per r = rb si ha
frb (c0 ) = 1 e K(frb ) = 10 (dove s1 . . . sl indica la ripetizione indefinita della
parola s1 . . . sl ), a cui corrisponde (K(frb )) = 1. Allaltro estremo, troviamo
(K(fra )) = 0 (quando f n (c0 ) converge monotonamente a zero). Osserviamo
infine che dato q [0, 1] si ha
(s) = q = ((s)) = T (q)
dove T : [0, 1] [0, 1] e la mappa a tenda definita da
2x se x < 1/2,
T (x) =
2(1 x) se x 1/2.
Mettendo insieme queste osservazioni otteniamo la seguente rappresentazione:
Il sottoinsieme [0, 1] definito da
= { [0, 1] : T m ( ) , m 0}
rappresenta una codifica universale della dinamica di mappe unimodali, nel
senso che mappe unimodali con lo stesso parametro hanno identiche pro-
prieta topologiche. In particolare, ogni 0 nello sviluppo binario di
corrisponde ad una sequenza proibita nella corrispondente dinamica: sia
K(f ) = s1 s2 . . . e (K(f )) = 0.t1 t2 . . ., allora se tj = 0 la parola s1 . . . sj (con
sj = 1 sj ) e una parola proibita. Sia A = {0, 1} lalfabeto e A = nN An
linsieme di tutte le possibili parole finite nellalfabeto A. Una parola u A
di lunghezza |u| = n si dira f -ammissibile se esiste x [0, 1] il cui itinerario
con f fino al passo n coincide con u. Linsieme L A definito da
L(f ) = {u A , u e f -ammissibile}
si dice linguaggio generato da f . Possiamo poi definire la funzione complessita
p(n) di f come
p(n) := #{u L(f ), |u| = n} (88)
in modo che lentropia topologica di f risulta
1
h(f ) = lim log p(n) (89)
n n
Il parametro fornisce una codifica universale nel senso che tutte le mappe f
la cui kneading sequence da lo stesso determinano lo stesso linguaggio L( ),
hanno la stessa entropia topologica h( ) e la stessa funzione zeta (, z).
120
La situazione estrema in cui T m ( ) per ogni m 0 e evidentemente
quella in cui e un punto periodico per la mappa T . In questo caso la
kneading sequence K ad esso associata e periodica e lattrattore corrispon-
dente e unorbita periodica attrattiva. Cio suggerisce che gli eventuali punti
isolati nonche i buchi in siano da mettere in relazione con la presenza di
attrattori periodici.
Il teorema seguente caratterizza in parte la struttura di e puo essere dedotto
dalla discussione che faremo nella sezione seguente e dai risultati di Milnor
e Thurston [MT],
Teorema 11 1. R := { Q} e denso in .
2. Il piu piccolo \ R e il numero
X
= tn 2n = 0.824908...
n1
Vediamo alcuni esempi in cui la funzione zeta puo essere calcolata esplicita-
mente per mezzo di questo teorema.
Il numero = 1 = 0.11 corrisponde alla situazione in cui il punto critico
viene mappato nellorigine in due iterate. Un semplice calcolo da
1
(1, z) = , h(1) = log 2.
1 2z
121
Il numero = 5/6 = 0.110 corrisponde alla situazione in cui il punto
critico viene mappato dopo tre iterate nel punto fisso (band merging).
In questo caso si trova
1+z
(5/6, z) = , h(5/6) = log 2.
(1 z)(1 2z 2 )
R(s1 s2 s3 . . .) = s2 s4 s6 . . . (92)
122
4. se Rl f e unimodale per l n allora risultano determinati tutti i simboli
della forma sj con j = 2n k + 2n1 ;
K0 = 1
K1 = 10
K2 = 1011
K3 = 10111010
K4 = 1011101010111011
R(Kj+1 ) = Kj , j 0. (93)
K = lim Kj = 1011 1010 1011 1011 1011 1010 1011 1010 . . . (94)
j
R(K ) = K . (95)
123
Per ogni j 0, Kj e un prefisso di K . Infine, non e difficile rendersi conto
che Kj e la kneading sequence di una mappa unimodale con un attrattore
periodico di periodo 2j (ad esempio FRj ), mentre K e quella di una mappa
unimodale infinitamente rinormalizzabile (ad esempio Fr ).
Losservazione delle sequenze Kn suggerisce che le frequenze asintotiche dei
simboli 0 e 1 nella sequenza K siano rispettivamente 1/3 e 2/3. Per verifi-
care questo fatto procediamo come segue. Sia la sostituzione (1) = 10 e
(0) = 11 gia considerata sopra e Ni ((j)) il numero di occorrenze del sim-
bolo i = 0, 1 nella parola (j). Allora per quanto visto la frequenza asintotica
del simbolo i in K sara data da
Ni (n (1))
fi = lim , i = 0, 1, (96)
n 2n
dove abbiamo usato il fatto che |Kn | = 2n . Per calcolare fi costruiamo la
matrice
M = [Ni ((j))]i,j{0,1} . (97)
Da una breve riflessione si evince che
(M n u)i
fi = lim (99)
n 2n
Ora dal teorema di Perron-Frobenius si ha che M ha un autovalore domi-
nante semplice e positivo a cui corrisponde un autovettore v con tutte le
componenti strettamente positive. Nel nostro caso troviamo
0 1
M= (100)
2 1
124
111 . . . allora T = 000 . . .; se = 1110 . . . allora T = 0001 . . .; se = 0 . . .
allora T = 1 . . ., agisce come la traslazione verso destra su K e dunque
lascia invariante lo spazio X = {T j K }j0 . La mappa T si chiama macchina
additiva diadica perche la sua azione corrisponde ad addizionare ununita ad
ogni intero diadico.
Guardiamo ora i corrispondenti valori di e poniamo j = (Kj ). Si trova
0 = 0.10
1 = 0.1100
2 = 0.11010010
3 = 0.1101001100101100
4 = 0.11010011001011010010110011010010
e j+1 e ottenuto da j applicando la regola
125
che fornisce lespressione
Qj2 2k Qj1 2k
k=0 (2 1) k=0 (1 2 )
j = 1 j1 = 1 j . (107)
22 + 1 2(1 22 )
Il numero
1Y k
= lim j = 1 (122 ) = 0.11010011 00101101 00101100 11010011 . . .
j 2 k=0
(108)
soddisfa = (K ) ed e ovviamente irrazionale (essendo K aperiodica).
Si puo mostrare che e anche trascendente. Possiamo infine riconoscervi la
sequenza di Thue-Morse (con prefisso 0), cioe il punto fisso della sostituzione
0 01 e 1 10.
Osservazione. Dal teorema di Sarkovskii segue facilmente che h(j ) = 0
per ogni j 0. Anche h( ) = 0 ma per ogni con > si ha
h( ) > 0.
Funzione zeta. Per quanto visto, la funzione zeta topologica di una mappa
unimodale f con parametro = j e il polinomio
j
n
Y
1/(j , z) = (1 z) (1 z 2 ), (109)
n=0
Poniamo
n
Y
(z) = (1 z 2 ). (111)
n=0
(z) = (1 z) (z 2 ) (112)
126
l
a n m si annullano in z = e2ik/2 . Da cio si evince che gli zeri di (z)
sono densi sul cerchio unitario. Sviluppando il prodotto otteniamo
(z) = 1 z z 2 + z 3 z 4 + z 5 + z 6 z 7 z 8 + z 9 +
+z 10 z 11 + z 12 z 13 z 14 + z 15 z 16 +
ed e abbastanza notevole notare che se = 0. t1 t2 t3 . . . allora il coefficiente
di z k con k 1 nello sviluppo scritto sopra e proprio il numero k = 1 2 tk
definito in (87), in accordo con il Teorema 11.
Deduciamo infine che il raggio di convergenza e uguale a 1 e che non essendovi
alcuna periodicita tra i coefficienti il cerchio unitario costituisce una frontiera
(opaca) naturale per ( , z).
127
Non e difficile mostrare che
n = [a1 , a2 , a3 , . . . , an ]. (115)
128
0
in modo cioe che il numero di rotazione sia n . Osserviamo che f,k (0) =
1 k e dunque se k = 1 lorbita periodica di periodo Fn+1 e superstabile.
Similmente a quanto osservato nelle mappe unimodali, nel 1982 Shenker ha
osservato numericamente che
i valori del parametro scalano esponenzialmente:
n n+1 = cost. n (121)
dove = 2.6180339... = 2 se |k| < 1, mentre = 2.83362... se
|k| = 1;
la distanza del piu vicino punto dellorbita n -periodica dallorigine
scala come
fFnn,k (0) Fn1
Fn+1
(122)
fn+1 ,k (0) Fn
129
dove nellultima identita si e usato il fatto che f,k (x + 1) = f,k (x) + 1.
Otteniamo dunque
n+1
g,k n
(x) = g,k n1
( g,k (2 x)). (125)
130
References
[A] V I Arnold, Metodi matematici della meccanica classica, Editori
Riuniti (1979).
131
[PoYu] Mark Pollicott, Michiko Yuri, Lectures on Dynamical Sys-
tems and Ergodic Theory, Cambridge University Press (2000).
[1] N. B. Slater, Gaps and steps for the sequence n mod 1, Proc.
Camb. Phil. Soc. 63 (1967), 1115-1123.
132