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Antonio Gramsci QUADERNI DEL CARCERE, Volume primo Quiderni x -5 Talione erica dell Isitato Gramsci A cara i Valentino Gesratana Cepmsht © 1975 Giulio Einaudi etre 7.2, Tosa ‘Seconda edntne Giulio Einaudi edtore 577 pom oa “7 37 685 bp 233 INDICE Prefazione di Valentino Gereatana Cronologia della vita di Antonio Gramsci Quaderni del carcere Volume primo Quademno x (xvz) 1929-1930 rime quaderno Quaderno 2 (xxiv) £929-1933 Miselana 1 Quaderno 3 (1) 1930 (Miscellanea) Quaderno 4 (x111) 1930-1932 (Appunsi di Slosofia I~ Miscellanea ~Il canto decirno ‘il inferno} Quedemo 5 (1x) 1930-1932 (Miscellanea) Volume secondo Quaderno 6 (vit) 1930-1932 (Miscellsnes) Quaderno 7 (vit) 1930-1931 (Appant i flovofs II Miscellanea) Quaderno 8 (xvi) 1931-2932 (Miscellanea © Appunt di flosofa 111) p.r055 2205 1383 aye 1553 1653 war 3835 1903 asst 1957 2079 2105 2337 INDICE Quaderno 9 (x1v) 1932 (Miselane e Note sul Risorgiment tlisno) Quaderno 10 (xxxtm) 1932-1935 a ilosfia di Benedeto Croce Quademno rx (xvi) 1932-1933 ‘nrodusioe allo studio dela floxofa) Volume terzo Quaderno 12 (xxrx) 1932 Appunti e note sparse per un gruppo di agai ella stots ‘eal ileal Quademo x5 (xan) 1932-1934 erell sulla politi del Machiavell, Quademno 24 1) 1932-2935 (Miscellanea) Quaderno 15 (31) 1933 (Miscellanea) Quaderno 16 (xa) 1933-1934 ‘Argomenti i eultare. 2° Quaderno 17 (wv) 1933-1935 Miscllne Quaderno 18 (car-1v bis) 1934 Niccolo Machiavel. TE Quaderno 19 (x) 1934-1935 (Risorgimento italiano} Quaderno 20 (xxv) 1934-1935 Azione Cattolica ~ Catoic integral ~ gesutt~ modernistt Quaderno 21 (xvit) 1934-1935 Problem della culeoranazionae italiana, 1° Leteraura opolare Quaderno 22 (v) 1934 Americanizno e fords andy 257 a7 2205 2309) 2319 2339 2353 2363, 2367 3935 3n3, aur 316 ar pur 1 Quaderno 23 (v1) 1934 Critic leteraia Quaderno 24 (xxv) 1934 Giornalisme Quaderno a5 (xaxttt) 1934 Ai margini dela storia, Storia dl gruppi social subalternt Quaderno 26 (x11) 1935 Argomeati di cultura. 2° Quaderno 27 (x1) 1935 Osservazion sul efokore Quaderno 28 (111) 1935 Lorian Quadero 29 (xx1) 1935 Note per una itrodusione allo studio della grammatica Appendice Estratti dai Quaderni di traduzione Volume quarto Sigle delle abbreviazioni Descrieione dei Quaderhi Note al testo Indice dete operectate nei Quaderni Libri opuscoli det Fondo Gramsci non ctati nei Quaderni Indice dei perioici citai nei Quaderni Indice per argomenti Tavola delle concordanze Indice dei nami 516 Z ‘QUADERNO 4 (x112) el nd em ei eros pd in sensibile verso le cifre.— Questa tendenza a -concepire Ia vi- ta ae fatto tecnico, spices a filosofia americana medesi- Seabees gee rman dc i bisogno di teenicismo, per cui la filosofia viene scambiata ne Secphinnei ges teeta oer ny mal es oo tele teste. eed 5 (77). Riviste tipo, Una rabrica permanente sulle cor ‘enti scientifiche, Ma non per divulgare nozioni scentifiche Per esporre, criticare e inquadrarc le «idee scientifiche» & Te cA tipercussioni sulle ideologie e sulle concezioni del Bienes Einees el pase dio settee aie coi cre 1 CANTO DECIMO DELL INFERNO {5 78). Quistione su asiruttura poesia» nel Divi Gommtedia secondo B. Croce ¢ Luigi Russo" Lettura dt Vincenzo Morello come «corpus vile’. Lettura di Fedele Romani su Farinata’, De Sanctis'. Quistione della erappre- 1930-1932! TL CANTO DECIMO DELL'INFERNO 7” 37 sentazione indiretta» e delle didascalie nel dramma: le i ddascalic hanno un valore artistico? contribuiscono alla presentazione de caratteri? In quanto limitano Varbitrio dell'attore e caratterizano pi concretamente il personag- gio dato, certamente,Ileaso del Don Giovanni di Shaw con Pappendice del manualetto di John Tanner: quest’appendi ce una dias, da cu un aor neler ud deve trarre element per la sua interpretazione’. La pittura pom- ppeiana di Medea che uccide i fig avuti da Giasone: Medea & rappresentata col viso bendato: il pittore non sa 0 non ‘vuole rappresentare quel viso’, (C's perdil caso di Niobe, ‘ma in opera di scultura: coprre il viso avrebbe signifcato togliere il eontenuto proprio sll’opera). Farinata e Caval- ‘ante: il padre eil suocero di Guido, Cavalcante il punito del girone. Nessuno ha osservato che se non si tien conto del dramma di Cavalcante, in quel girone non si vede in atto il tormento del dannato: la struttura avrebbe dovuto con- ddurre a una valutazione estetica del canto pit esatta, poiché ‘ogni punizione & rappresentata in atto. Il De Sanetis not’ YVasprezza contenuta nel canto per il fatto che Farinata d'un. tratto muta carattere: dopo essere stato poesia diventa struttura, el spega, fa da Cicerone a Dante. La rappresen- tazione poetica di Farinata & stata mirabilmente rivissuta dal Romani: Farinata ® ana sere di statue. Poi Fainata re- cita una didasclia. IL ibro di Isidoro del Lungo sulla Cro- ‘nica di Dino Compagei: in esso 2 stabilita la data della mor- te di Guido’. E strano che pli eruditi non sbbiano prima pensato a servirsi del Canto X per fissare approssimativa- ‘mente questa data (qualcuno I'ha fatto?) Ma neanche I'ac- certamento fatto dal Del Lango servi ainterpretare la figura i Cavalcante |e a dare una spiegazione dell'ufficio fato fa re da Dante a Farinata, ‘Qual la posizione di Cavalcante, qual2 il suo tormento? Cavalcante vede nel passato e vede nellavvenire, ma non vede nel presente, in una zona determinata del passato € dell’avvenire in cai compreso il presente. Nel passato Gui- do vivo, nellavvenize Guido & morto, ma nel presente? E morto o vivo? Questo il tormento di Cavalcante, il suo assillo il suo unico pensiero dominante. Quando parla, do- ais 538 x ‘manda del fglio; quando sente «ebbe», il verbo al passato, egliinsiste e tardando la risposta,egli non dubita pid: suo figlio ® morto; egli scompare nell'arca infuocata, ‘Come Dante rappresenta questo dramma? Egli lo sugge- tisce al lettore, non lo rappresenta; epi di al lettore gli ele ‘menti perché il dramma sia ricostruito e questi clementi so no dati dalla struttura. Tutavia una parte drammatica c& e precede Ia didascalia, Tre battute: Cavalcante appare, non dritto e virile come Farinata, ma umile, abbatesto,f se inginocchiato e domanda dubbiosamente del fli te risponde, indifferente o quasi e adoperail verbo che sit. fetisce a Guido al passato. Cavalcante coglie subito questo fatto eurla disperatamente. C2 il dubbio ia lui, non la cer- tezza; domanda alte spiegazioni con tre domande in cai '8 una gradazione di stati d'animo. «Come dicesti: egli "eb be"?» — «Non vive egli ancora?» ~ «Non fiede gli occhi ssuoi lo dolce lome? » Nella terza domanda c’é tutta la tene- rezza paterna di Cavalcante; la generica «vita» umana & vi sta in una condizione concreta, nel godimento della luce, che i dannati.e i morti hanno perduto, Dante indugia a ri spondere e allora il dubbio cessa in Cavalcante. Farinata in- vece non si scuote, Guido 2 il marito di sua figlia, ma questo sentimento non ha in lui potere in quel momento. Dante sottolinea questa sua forza d'animo, Cavalcante si afloscia ‘ma Fatinata non muta aspetto, non mosse collo, non piega costa, Cavalcante cade supino, Farinata non ha nessun gesto di abbattimento; Dante analizea negativamente Farinaca pet | suggetire i (tre) movimenti di Cavalcante, lo stravol- zgimento del sembiante, la testa che ricade, il dorso che si pega. Tuttavia c’é qualeosa di mutato anche in Farinata, La sua ripresa non & pid cosfaltera come la prima sua ap. patizione, ‘Dante non interroga Farinata solo per «istruitsi», eg lo interroga perché &rimasto colpito della scomparsa di Caval cante. Egli vuole che gli sia scioto il nodo che ali impedi di rispondere a Cavalcante; egl sisente in colpa dinanzi a Ca- valcante. I! brano strutturale non 8 solo struttura, dunque, 8 anche poesia, & un elemento necessaro del dramma che sid svolto. ‘quapenno 4 (x11) 11930-1932! IL CANTO DECIMO DELL'INFERNO 519 8.79). Critica dell'sinespresson? Le osservzioni da ime faite potreboero dar Iuogo alPobbiezione: ches att diuna crea dell inespresso, i una storia dl'nesistito, dt bwatattanere dplanibl ntestont al vere onereta poeta, ma di cui timangono trace esteior nl meceanisine dela sratar. Qualcosa come la posione che spessoassumeil Manzoni nei Promess Spsi come Renzo, dopo aver erat alla ricerca dell’Acda del coin, pense alle reccia nera di Lucia. contemplando Tim Fragine di Lucia! non c proveren adie eid che ventise: iletore conosce le circosante: se fo igri». Si potrebbe ache qu tattare di cereare dl «Biguatsl> un dramma, co: posteilone lecrcostanze cbbiesone ha una parvenza di vetth: se Dante non pud immaginars, come l Manzoni, ponente dei Lit alla fun expressone per ragioni pratiche (i Manzoni si propose Gino pve snore mae enon rappeenne fe person’ nella loro pcnera, pet ragion di emoralecato- licen) i fatto sarehbe avvenuto per tradizione di linguag- piopectione, che del resto Dante on avrebbe sempre ose ato (Upolico, Mirra, ec), stincttos dai sul special Sentiment per Guido. Mas pu rcosruiteeertcare una oct #e non nel mondo delfespressone concreta, del Hin Buaggio stovicamente realizato? = Non un elemento «vo- fontrio» dunque, edi carattre pratio ointlletivo» ta pole aha Dante egli «volo con le li che aveva per cost dire, enon rinunaid volontatiament ull, | Sa questo a fomento del neomaltuianism art Tibretto del Croce" e Taricolo di Giuseppe Citanne nella «Nuova Tala» del giugno 1930". § (80). Plo ricorda che Timante di Sicione aveva di- pinto la sena del sarificio di fgeniaefigando Agamenno- he velato Il Lessing, nel Laocoonte, pr prizn (?)siconab- be in questo artifio non P'ineapacta del pitore a rappre- seotareil dolore del pare, ma il sentimento profondo del- artista che atraverso gli stteggiamenti pid strazianti del abs es x volto, non avrebbe saputo dare un'impressione tanto peno- sa pfnea meat come con quest figura vel, ie viso @ coperto dalla mano. Anche nella pittura pompeiana del sariftaio d'fgeni, diversa per la composizione geneta. Tedal dipinto di Timante, la figura di Agamennone é velata Di queste diverse rappresentazioni del sacrfizo di lige nia parla Paolo Enrico Arias nel «Bollettino dell Istituto "Nazionale del dramma antico di Siracusa», articolo rissun- to dal «Marzocco» del 23 luglio 1930 Nelle pitture pompeiane esistono aitei esempi di figure velate: es. Medea che uccide i figli’. La quistione & stata tattata dopo il Lessing, la cui interpretazione non & com pletamente soddisfacente? ‘QUADERNO 4 (2111) 5 (81). La data della morte di Guido Cavalcanti fa isa J) ctticamente pra prima volta da Isdoro Del Lungo nel la sua pera Dino Compagnie la sua Cronica di cui nel 1887 fu pubblicatoil evolume terzo, contenente gi indicistorico filologicoa tutta opera. il testo della “Cronica” secondD | codice Laurenziano Ashburnhamiano»; i volumi Te IT furono fniti nel 1880 e stampati poco dopo. Bisogna vedere seil Del Lungo, nel fissare la data della morte di Guido, po- ne in apporto questa data con il Cato X: mi pare di rico. |. dare dino, Sullo stesso argomento bisognerebbe vedere del Del Lungo: Dante nei tempi di Dante, Bologna 1888; Dal secolo e dal poema di Dante, Bologna 1898, e specialmente Da Bonifazia VIII ad Arrigo VIL, pagine di storia forent 1na per la vita di Dante, che & una riproduzione, tiveduta e | 3 ‘cortetta, e talvolta accresciuta, di una parte dellopera su Dino Compagnie la sua Cronica $82), Il disdegno di Guido, Nella secensione-critta da. S, Garghnotatrgeaecrfampi di Dante el inerpre- tazione dettrparia, «Marzoccom, 14 apile 1939) del loro Postumo di Enrico Sicardi, La lingua italiana in Dante (Ca- s8Ed. «Optima», Roma), i iport linterpretazione del Se cardi sul «disdegno» di Guido’. Cosi, scrive il Sicardi, do- 1930-1932: IL CANTO DECIMO DELL’ INFERNO jax vrebbe interpretarsi il passo: «Jo non faccio il viaggio di mia libera scelta; non sono libero di venire o non venire; invece sono ui condorto da cole che nant lf fem € co gue ove be diego dl ven g sia dt sccompagaars ul con lt, Lnserretsione del St cada nn xl apsstae sng ig ‘relirche comsista il «disdegno » (0 della lingua latina, o del- imperial 1 0 delle altre spiegazioni date dagli interpret) Dante ebb larga la aguasies dal Cielo, come _Potevasi concedere la medesima grazia Tun at602 (er E cet ior Pere Ta Cyraviany pet In sua stessa natura, non pud essere limitata da nessuna ragione). Per il Sicardi nel Tikerisce cer firgilio, ma non @ un compleme: Fa une der oh rorcwmfy em ata apna. teeds mestesio non vege» ed, mettiamo cso, 01 50" stantivo venta 0, 36 31 Yule, uha propostzione-umpertva dius Nella sua recensione il Gain scrive aun ett pont ‘«L'amico di Guido dice al povero padre deluso” di non ve- der vivo per Inferno anche il suo figliolo ecc.». Deluso? EB troppo poco: si tata di wna parole del Gargino of lew vata dal Scardi? Non si pone il problema: ma perché Cx ‘alone deve propio aspettasi ce Guido venga con Dan- tenellTnferno? «Per altezza dingegno»? Cavalcante non ¥ mosso dalla acazionaliti» ma dalla «passione»: non ct nessuna ragione perché Guido dovesse accompagnare Dan- te; c’é solo che Cavalcante wuol sapere se Guido in quel mo- mento é vivo o morto ed uscire cosi dalla sua pena. La parola pis importante del verso: «Forse cui Guido vostro ebbe a disdegno» non & «cui» 0 «disdegno» ma & solo | ebbe. Su eebbe» cade I'accento «estetico» e adram- 3 bis inatico» del verso ed fesso]& Vorigine del dramma di Caval- Cant, interpretato nelle didascaie di Farinata: ela «ca tarsin; Dane si coregge, toglie dalla pena Cavalcante, cot interrompe la sua punizione in atto”. 522 x ‘QuADERNO 4 (xz11) 5.(83). Vincenzo Morello. Dante, Farinata, Cavalcan- te, in 8, p. 80, ed. Mondadori, 1927. Contiene due scrtt 3) Dante e Farinata.Icanto X dell'Inferno letto nella «Ca- sa di Dante» in Royua il xxv aprile stcxcxev © 2) Cavalean- tied! suo disdegno'. Nella scheda bibliografica dell'edito- re2detto: «Le interpretazioni del Morello daranno occasio- nea discussion’ fra gli studios, perché si distaccano comple- tamente da quelle tradizionali e vengono a conclusioni di verse e nuove, Ma il Morello aveva una qualsasi prepara zione per questo lavoro e per questa indagine? Eg inizia i primo scrtto cosf: «La critica dell'ultimo trentennio ha cost profondamente esploratole sorgenti(!) dell opera dantesca, che ormai i sensi pit oscuri, i rferimenti pi dificil, le al lusioni pig astruse perfino i particolari pi intimi dei per- sonaggi delle ‘Tre Cantiche, si pud dite siano penetratl © chiatficati». Chi si contenta gode! Ed & molto comodo smuovere da ina simile premessa: esime dal fare un proprio lavoro ¢ molto faticoso di scelta e di approfondimento dei ut ragiot dla rica stoic o ett. E cont ‘nua: «Siche, dopo la debita preparazione, noi pssiamo of- ai leggere ed intendere In Divina Commedi, senza pid Ssmartirci nef labirinti delle veechie congettute, che la in- completa informazione storia e la deficiente disciplina in- tellettuale gareggiavano nel costruite e rendete inestricabi- li». Il Morello dungue avrebbe fatto la debita preparazione e sarcbbe in possesso di una perfette disciplina intellettuale: ‘non sara dificile mostrare che epi a letto supericalmente Jo stesso canto X enon ne ha compreso la lettera pit eviden- te. Icanto X &, secondo il Morello, «per eccellenza politi co» ¢ «la politica, per Dante, & cosa tanto sacra, quanto la religione», quindi oocorre una edisciplina pit | che mai ti- sida nella interpretazione del eanto X per non sostituire le proprie tendenze e le proprie passioni a quelle alttui e per non abbandonars alle pit strane aberrazioni, Il Morello af- fecma che il canto X & per eccellenza politico, ma non lo di mostra ¢ non lo pud dimostrare perché non & vero: il can- t0X & politico come politica & tutta la Divina Commedia, ‘ma non politico per eccellenza, Ma al Morello questa afer. \ 533 mazione fa comodo per non affaticare le sue meningi; pol ché eg si reputa grande womo politico e grande teorico del- Ia politica, gli sara facile dare una interpretazione politica del canto X dopo aver leggiuechiato il canto nella prima edi- zione venuta alla mano, servendosi delle idee generali che circolano sulla politica di Dante e di cui ogni buon giotnai sta di cartllo, ome il Morello, deve avere una qualche infa- finatura nonehé un certo numero di schede d'erudizione. ‘Che il Morello non abbia letto che superfcialmente i canto X si vede dalle pagine in cui ttatta dei rapporti tra Fa- tinata e Guido Cavalcanti (p. 35). IL Morello vool spiegare Vimpassibilita di Farinata durante lo svolgimento «dell ep sodio» di Cavalcante. Ricorda Vopinione del Foscolo, per il {quale questa indifferenza dimostra la forte tempra del uo- ro, che «non permette agli affetti domestci di distoglierlo dal pensare alle nuove calamita della patria» e del De Sanc- tis, peril quale Farinata rimane indiferente, perché «le pa- tole di Cavalcante giungono al suo orecchio, non all’anima, che ¢ tutta fsa in un pensiero unico: Parte mal appresam. Peril Morello vi pud essere «forse una spiegazione pit con- vincente>. Ciot: «Se Farinata non muta aspetto, né muove collo, né piega costa, cosf come il poeta vuole, &, forse, non perché insensibile o non curante del dolore altri, ma per- ché ignora la persona di Guido, come ignorava quella di Dante e perché ignora che Guido ha stretto matrimonio con sua figlia, Eg @ morto nel 1264, tre anni prima del ritorno dei Cavalcanti a Firenze, quando Guido aveva sette anni; € si fidanzd con Bice allet8 di nove anni (1269), cinque anni dopo la morte di Farinata, Se 2 vero che i morti non poss0- no conoicere da sé fatti dei vivi, ma soltanto per mezzo delle anime che li avvicinano, o degli angeli odei demo- ti, Fatinata pud non conoscere la sua parentela con Guido ¢ simaner inference all sort ilu ge neseoa ani o| [nessun] angelo o demone gliene abbian portata not Cote che non pare avvenutes. Il brano &stabliane dda parecchi punt di vista e mostra quanto sia" deficiente Ia disciplina intellettuale del Morello. 1) Farinata stesso dice 41930-1932! IL CANTO DECIMO DELL’ INFERNO ‘Nelms: ston sn abs 524, x ‘quavenno 4 (x12) sapertamente e chiaramente che gli eresiarchi del suo gruppo jignorano i fati «quand s'upprossiman e son», no sem pre, ¢in ci consiste la loro punizione specifica oltre l'arca infuocata «per avere voluto vedere nel futuro e solamente in questo caso «s‘altri non i adduce» essi ignorano. Dun- ue il Morello non ha neanche leto bene il texto. 2) E pro. prio da dilettante, nei personaggi di un'opera d'art, andare ‘a cercate le intenzioni oltre Is portata della espressione let. terale dello scritto. 11 Foscolo¢ il De Sanctis(specialmente {i De Sanetis) non siallontanano dalla serieta critica; il Mo- rello invece pensa realmente alla vita concreta di Farinata rell'Inferno olze il canto di Dante e pensa persino poco probabil che i demoni o gli angeli abbiano potuto, a tempo ‘perso, informare Farinata di ci che gli eraignoto. Ela men. talitadell'uomo del popolo che quando ha leto un romanzo vorrebbe sapere cosa hanno fatto ulteiormente tutti per. sonaggi (donde la fortuna delle avventure a catena): & la -mentaliti del Rosini che scrive la Monaca di Monza’ o di tut el srbacchiator che srivono le continucion di ope ze illustrio ne svolgono e amplifcano episodi parziali (Che ta Cavalcante e Facinata visa rapperto inn ne la poesia di Dante risulta dala lettera del Canto e dalla sua struttura: Cavalcante e Farinata sono vicini (qualche ill stratore immagina addirittura che siano nella stessa arca), i loro due drammi si intrecciano strettamente e Farinata vie- ne ridotto alla funzione strutturale di «explicator» per far penetrate il letore nel dramma di Cavaleante. Esplicite: ‘mente, dopo l'eebbe», Dante conttappone Farinata a Ca valeante nell spettofisico-statuario che esprime la loro po- sizione morale: Cavalcante cade, si aflloscia, né pit appare fuori, Ferinata «analiticamente» non muta aspetto né muo- ve collo né piega costa. ‘Ma incomprensione della lettera del canto da parte del ‘Morello sirivela anche dove egli patla di Cavalcante, pp. 32 ce segg.: | «E rappresentato, in questo canto, anche it dram- sma della famiglia attraverso lo strazio delle guerre civil; ma non da Dante eda Farinata; s{ ene da Cavalcante. Perché «attraverso lo strazio delle guerre civiin? Questa & un’ag- siunta cervellotca del Morello. Il doppio elemento, fami x 930-1932! IL CANTO DECIMO DELL'INFERNO 535 lia politica & in Farinatae infact la politica lo sortegge sot- toTinpresione del disso famgire della fig Ma in Cavalcante solo motivo drammatio & Pamore fille e in- fattiegl olla appena & certo che ilfiglio & morto. Secon- dol Morello, Cavaleante , Preltensioso nella sua filoslic sicume- 7 1, lo studio di Mario Bott (Per lo studio della genesi del 1a’ poesia dantesca. La seconda cantica: poesia e struttu ra nel poema) in «Annali dell Istruzione media», 1930, p. 432-73. I! Barbi se ne occupa, ma non dice nulla di noo vo, nellultimo fascicolo degli «Studi Danteschi» (XVI, BP. 47 588,), Poesia e struttura nelle Divina Commedia, Per la genest dllispirazione centrale della Divina Commedia. Anche il Batbi, in uno studio Con Dante e cof suot inter- reti (vol. XV, «Studi Danteschi»), passa in rivista le uli- me interpretazioni del canto di Ferinata. E pure il Barbi ppabblicd un suo commento nel vol. VIII degli «Studi Dan- teschi>. Gi sarcbbe da osservare molte cose su queste note del prof. Cosmo. § (87). Poiché occorre infischiarsi del gravissimo compi- “del divino poema ece, il modo aighore df presentare que fe 'smico, essere nella stessa tomba (1?) due sole Ste osservazioni sul Canto decimo pare dete proprio ee: enti, Pessere Tear da quelle determinate 4 quello polemico, per stroncare un flsteo classico come ve), Tutte part della struttura che diventano fonte di poe- x Iminante, i. Togliete queste la poesia svanisce. ~ Per raggiungere pit sicuro Iefetio, mi pare, sarcbbe bene riprovare la tsi ‘con qualche altro esempio. Io, scrivendo del Paradiso, sono atrivato alla conclusione che dove la costruzione & debole, & debole anche la poesia... Ma pit effcace sarebbe forte di cer- care la riprova in qualche episodio plastico dell'Tafemo 0 del Purgatorio. Penso dunque che 'amico farebbe assai be ne a svolgere con il rigore del suo raziocinio e la chiarezza le ua eapresone J sts. taviinamento con Je idascalie dei drammi propriamente detti& arguto e pud il- Juminare. Ti soggiungo qualche indicazione bibliografica pit facile, Lo studio del Russo si pud vedere completo in L. Russo, Problem di metodo critico, Bati, Lateras, 1929. ‘sia pure demapogic, che rappreentant dun suppose “Gale sbslirne poset [I che, SemnCMeNS oS. ‘ie gusio-atrtico, a rufian|ineletuall come east, ‘Ma Risignac conta acho dun fscello nel mondo evar: le uffciale! Non ci vuole molta bravura per mostrarne V'inet- titudine ela zeit Ma intanto la sua conferenza® stata te nuta alla Casa di Dante romana: da chi é diretta questa Ca- sa di Dante della citta eterna? Anche la Casa di Dante e i ‘suoi dirigenti contano nulla? E se contano nulla perché la grande cultura non li elimina? E come é stata giudicata la conferenza dai dantisti? Ne ha parlato il Barbi, nelle sue Nel mst Maio Rosi,

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