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http://www.archive.org/details/s6bibliotecastoric09casi
-<
j^^^- BIBLIOTECA STORICA DEL RISORGIMENTO ITALIANO
pubblicata da T. CASINI e V. FIORINI
^
(Serie ?l
l4^.^
11 9)
?'-3'- C
fi''
MILANO-ROMA-NAPOLI
SOCIET EDITRICE DANTE ALIGHIERI
DI
ALBRIGHI, SEGATI & C.
1911
PROPRIET LETTERARIA
ALBRIGHI, SEGATI A C.
PKEFAZIONE
Terra d'Otranto.
Saremo lieti se i lettori ci diranno che siamo
riusciti ad illustrare con scrupolosit storica e
con imparzialit di giudizio un periodo cosi glo-
rioso della storia salentina, e a portare un mo-
desto contributo alla storia del risorgimento na-
zionale.
bero e cosciente.
Castromediaxo, Carceri
2 S. e galere politicfie (memorie),
Lecce, tip. Salentina, 1896, voi. I, cap. V, p. 75.
verta e d' ignoranza. Chi percorreva le campagne,
rimaneva colpito alla vista dello squallore e della
decadenza, che si notava in certi luoghi, dove
pi apparivano le tracce dell' epoca
spiccate
medioevale i grandi latifondi erano disabitati
;
;
*
* *
3C
scuola del passato. Messosi sotto la protezione
del Metternich, e guidato dal principe di Canosa,
mostr subito quali erano le disposizioni del suo
animo verso i liberali, che pur avevano lottato
per il suo ritorno, e tante speranze avevano va-
gheggiate di un prossimo rinnovamento politico e
morale del Regno.
Fine precipuo del nuovo ministro fu quello
di distruggere la Carboneria e di sradicare colla
violenza quei principi che per il passato avevano
cambiato aspetto alle cose. Egli consigli il re a
tornare all'antica vita, a condannare inesorabil-
mente chi non si mostrava ligio 'al nuovo regime,
"... primo vostro ministro gli scriveva in una
specie di lettera programma dev' essere il car-
nefice. . . . divide et impera ! ; dividete popolo da
popolo, provincia da provincia, citt da citt.
E-isuscitate, alimentate le gare municipali. . .
*
* *
47
La prima ac-
patriottico nei cuori dei cittadini.
cademia data nel palazzo dell'Intendente fu un
*
* *
pi, cit.
3 S. Castkomedia.no, Ricordo di E. Lupinacci, p. 10.
59
1 P. Palombo, G. Stampacchia, p. 7.
2 B. De Santis, Cenno biograf. del Duca sig. Castrome-
diano, p. 219 del 2 voi. delle Memorie.
co
patriottismo'.
Ma l'Accademia ebbe vita breve, perch ben
presto la polizia fiut quello che li si macchi-
nava. Quell'accolta di giovani, che si atteggia-
vano a poeti, era conosciuta per le sue idee, e
sotto l'apparenza di inneggiare alle Muse na-
scondeva il pensiero di agitare questioni politi-
che. Gli argomenti trattati da alcuni accademici
rivelavano troppo chiaramente i fini a cui si mi-
rava; le continue allusioni alla Patria, al ser-
vaggio, alle catene, per quanto si riferissero a
tempi passati, era evidente che erano dirette ai
tempi che correvano; quindi per impedire che
l'istituzione prendesse brutta piega, fu per or-
dine dell'Intendente chiusa^.
Non per questo cess ogni movimento lette-
rario, ma covando i germi di una feconda atti-
vit, attese il tempo opportuno per manifestarsi
pi nutrito di prima.
In quella specie di ozio forzato sorse nel-
l'animo di alcuni giovani il desiderio di fondare
un giornale, che esprimesse i sentimenti, che
PALmiBO, Gl'improvvisatori a
1 Lecce, p. 27.
Palumuo, S. Castromediano e
2 i suoi tempi, Lecce, tip.
Giurdignano, 1903, p. 9.
62
bellione in tutti.
Ferdinando II era rimasto turbato e irritato
dalla pubblicazione della Protesta dei popolo delle
due Sicilie scritta dal Settembrini, e per mitigare
lagrave impressione prodotta da quel fiero do-
cumento", compi un viaggio nelle Province,
dove con promesse e con blandizie cerc di
guadagnarsi l'animo del popolino^. Ma non per
questo diminu nell'elemento intellettuale e civile
il desiderio d'invocare riforme politiche e ordina-
p. 143.
2 Settembrini, op. cit. cap. XX, p. 249.
3 La Fabina, op. cit., cap. cit. p. 148.
68
*
* *
febbraio 1848.
nata, quasi li accec, e fuori di s per la gioia
cominciarono a gridare per le vie e ad acclamare
al re '.
1851.
80
87
*
* *
1 Stampacchia, p. 14,
nelle piazze e nelle vie, rimasero spettatrici pas-
Tiive e diffidenti, non vedendo per loro alcun bene
reale \ Il contrasto fra le due classi sociali appa-
riva evidente, eppure i liberali si cullavano nel so-
gno che avrebbero trascinato le masse nel momento
dell'azione, non comprendendo che quelle erano
molto ignoranti, e non avevano coscienza dei
loro diritti n dei loro doveri. Ci che una persona
libera da preconcetti e serena nei suoi giudizi,
avrebbe facilmente notato, ai liberali, accesi di
santo fuoco, e idealisti impenitenti, sfuggiva del
tutto. Generalizzare un fenomeno, che certo non
era vero nemmeno per Lecce, a tutta la Provin-
cia, voleva dire mancare di senso pratico e illu-
dersi che pochi animi generosi potessero fare la
rivoluzione, mentre la gran moltitudine del po-
polo rimaneva o indifferente od ostile. Questo fu
un grave errore, e vedremo che i liberali leccesi
se ne accorsero nei momenti pi decisivi della
loro rivoluzione.
Le prime nubi
*
* *
* *
*
* *
121
Indi i ad esa-
suddetti ricorrenti passavano
minare la vita deidue candidati. Il Fanzini in
epoca di carestia aveva adoperato ogni arte per
far salire il prezzo del grano fino a 6 due. il tomo-
lo, e dovette sottrarsi al giusto castigo cbe meri-
122
>
1726
2848
Agli elettori
della Provineia di Terra d' Otranto
13 macgio 48.
. .
luagffio 1848.
Gap. Y.
*
* *
10
140
chiedesse ;
parole che nascondevano il vero
scopo di quell'arruolamento frettoloso, cio an-
dare contro i turbolenti, che minacciavano " una
rivoluzione comunista \
Questi e altri fatti dimostrano a chiare note
quale fosse l'animo dei liberali verso i contadini,
miseri sfruttati e avevano
angariati, ai quali
promesso mari e monti per averli compagni nella
lotta contro il dispotismo borbonico, ma li la-
sciarono in abbandono, anzi li osteggiarono,
quando li videro agitarsi per una causa giustis-
sima, quale era quella della divisione delle terre
demaniali, iniquamente usurpate da pochi furbi.
dal re \
Nei primi tre mesi la stampa leccese si sbiz-
zarr, come abbiamo visto, in canti, inni patriot-
tici, sonetti, ispirati a quei sentimenti di libert,
di ordine, di fratellanza che erano tanto in voga
in quei giorni d'entusiasmo.
Dopo si ebbero pensieri politici e morali, scritti
da uomini di schietto patriottismo, che si pro-
ponevano di divulgare al popolo i principi della
libert, ricordargli i diritti acquistati, rinnovar-
gli la coscienza eammaestrarlo alle nuove dot-
trine, alla nuova vita civile. Tra gli altri me-
ritano menzione uno scritto " pieno di dignit,
di decoro e di civil coraggio -
pubblicato da
Gaetano Brunetti, che fu letto avidamente dai
cittadini, e alcuni " Pensieri politici intorno ai
11
162
E conchiudeva :
* *
dottor Simini.
*
* *
1 II Troppo Tardi, n. 4.
17(
E
r Italia una, potente e libera torner Re-
gina, due volte redenta col sangue dei martiri.
Fratelli! Appressatevi alla terra benedetta,
pugnate.... e trionferete! La causa de' buoni
patrocinata da Dio! '. Belle e nobili parole, ispi-
rate a vero patriottismo, che dimostrano quanta
fede nutrissero quei giovani nei destini della
patria, e quali sentimenti generosi li spingessero
a lottare per la sua redenzione!
Il secondo numero del Salentino usc il 9
Signori Dodici.
i
V^. il u. II del Salentino, l'articolo sunteggiato.
173
*
* *
libelli .
*
I nostri giornalisti non erano scritto-
Gap. vii.
la
vantaggi personali, mentre i malcontenti spar-
lavano contro le novit accadute e rimpiangevano
il passato. La Guardia Nazionale era ancora in
*
* *
182
provvedimenti da adottarsi.
Nelle ore vespertine scriveva il giudice
Iorio Perrella nel suo rapporto il rumore, gli
'
cominci a disciogliersi; ma
quilli . Cosi la folla
improvvisamente si senti suonare a martello, ed
un grido echeggi " Si vada al telegrafo E
: !
Al Popolo.
Cittadini,
Voi siete
il nostro braccio, senza di Voi i nostri
provvedimenti riuscirebbero senz'effetto veruno.
Vi esortiamo quindi ad eseguire a puntino le nostre
disposizioni, ed a tal condizione assumiamo il diffcile
Signor Intendente,
Il Comitato
Fratelli,
i
Noi abbiamo gi preso il difficilissimo carico di
provvedere, con tutti quei modi che un cuore caldis-
simo sa trovare, alla salvezza della Patria, ed a ser-
bare l'ordine pubblico.
Questo primo bisogno delle civili associazioni ci ha
fatto spedire due nostri fratelli nelle Province di Bari
i
201
Il Comitato.
202
Signore, *
Il parlamento non riunito, gli avvenimenti della
capitale in oscura caligine ravvolti, il corriere postale
con tanto ritardamento pervenuto senza corrispondenza ^
ed ai pubblici voti.
Il Comitato.
Lecce, 28 maggio 1848.
Tentativi di Comitati di P. S.
14
210
maggio '48.
2 Idem., Eapporto del sottintendente di Taranto del
20 maggio. _ ,
I
211
rativi disse doversi disarmare le Guardie di Pub-
blica Sicurezza.
Il povero Sindaco, impaurito dall'apparato
di forza che aveva il calabrese, non volendo su-
scitare un conflitto, non os opporsi; solo disse
che era necessario avvisare il sergente Daniele.
Indi si recarono tutti alla caserma, che fu cir-
condata dalle guardie di Manduria.
I militi dormivano, e svegliati dalle gi-ida,
all'imposizione di cedere le armi, si consiglia-
rono fra loro sul da fare. Eomeo gi nella strada
strepitava per l'indugio, onde i quattro malca-
pitati dovettero fare di necessit virt, e con-
segnarono armi e giberne.
L'audace calabrese voleva che quelle armi
rimanessero presso le autorit di Sava per ser-
virsene al bisogno, ma il cancelliere comunale
sioppose, volendo che spettasse alle guardie di
Manduria la gloria e la responsabilit dell'im-
presa compiuta. Cosi la brigata col bottino fatto
si avvi verso Manduria, dove giunse nelle prime
ore del mattino \
Compiute queste imprese Romeo col Landri-
scena partirono per Palagiano, dove furono ac-
colti con viva simpatia, specialmente dai due
sacerdoti Francesco Scaler e Angelo Sette. Nelle
ore vespertine ci fu comizio popolare, e Romeo
parl con la solita violenza e incit alla rivolta.
Di li mand al capo della Guardia Nazionale di
I
213
*
* *
*
* *
1 Da
Conto, op. cit., p. 15.
2 Arch.
cit., sunto del processo in linea di polizia per
15
220
I
237
vescovo, perch invisi a causa dei loro principi
Per queste sue effervescenze il bollente
liberali \
sacerdote ebbe a patire in seguito gravi conse-
guenze.
A
Mesagne il circolo fu installato dal Sin-
daco Francesco Morgese nella sala comunale, e
all'inaugurazione intervenne un gran numero
di persone. Ne era presidente Achille Cavaliere
che aveva continua corrispondenza con Salvatore
Pontari, patriota leccese, il quale gl'inviava spesso
giornali, stampe, satire contro i borbonici, in-
viti ecc. Un giorno sulla fine di giugno, quando
come vedremo, si pubblic la Protesta dei po-
poK delle Due Sicilie, si diffuse fra i soci que-
sto documento rivoluzionario, e allora vi furono
dimostrazioni clamorose e furono rotte le statue
dei sovrani ".
A Squinzano si costitu un circolo sotto il
Qome Giovane Italia per iniziativa di Me-
di "
J Ardi, cit.,
Pand. n. 1402. Rapporto del Sottintendente
di Taranto del 28 febbraio 1850.
231
notte tra il 14 e
senza pensare alle gra-
il 15,
vissime conseguenze, innalzarono le barricate in
via Toledo per resistere contro le truppe regie.
Essi vollero imitare l'esempio delle barricate di
Parigi e di Milano ; ma, come osserva il Croce,
" la plebe di Napoli non era quella di Milano, e
neanche quella di Palermo, animata almeno del-
l'odio contro i Napoletani . Bast un battaglio-
16
242
*
* *
la Provincia '
;
il 2 giugno i deputati Raffaele
Valeutini, Mauro, Ricciardi e De Riso pubbli-
cavano un violento manifesto, in cui, afifermando
che per i fatti di Napoli s'era rotto " ogni patto
fra principe e popolo invitavano i loro colleglli
della disciolta Camera " a convenire il 15 giugno
in Cosenza, onde riprendere le deliberazioni in-
terrotte in Napoli dalla forza brutale, e por sotto
l'egida dell'assemblea naz ionale i sacri diritt
del popolo napoletano
^.
*
* *
animi si tranquillarono.
Ma fu quiete di qualche giorno, perch da
una parte il contegno dei retrogradi che rialza-
vano il capo, eccitava lo sdegno dei patrioti ;
1 II Salent7io, Supplemento al n. 4.
* Arch. di Stato di Lecce, Pand. n. 1402.
3 MONDAIXI, op. cif., 197.
253
chia ;
2" La mancanza del diritto. Si tratta di
discutere se i deputati altra volta nominati si
Eccellentissimi,
13
258
Protestiamo
Protestiamo
appellano.
Le camere erano convocate per il giorno 15: la
Prolestiamo
Eccellentissimi,
squale Panzini ;
per segretari Rossi e Greco. A
far parte della commissione por raccogliere le
p. ti7 e seg.).
Arrh. cit., Decis. cit.. p. 53.
265
Conto.
207
*
* *
*
* *
dopo la costituzione.
271
*
* *
rilev un pacchetto
200 copie con la scusa di
di
portarle all'Intendente, mentre pare che fossero
distribuite ai soldati della 7* Compagnia, i soli
che parteggiavano apertamente per i democra-
tici, e poche copie furono mandate fuori di
Lecce.
Durante l' istruttoria del processo Carlo d'Arpe
incolp il tipografo d'aver diffuso lui senza suo
permesso quelle copie, e alcuni testimoni affer-
marono che la " Protesta era venduta per le
vie dai giornalai, ai quali le copie erano state
date da Del Vecchio, che diceva d'averla rice-
vuta dalla Sicilia " di suo conto ^
Invece nell'atto d'accusa il Procuratore Ge-
" Protesta " la pi ec-
nerale, qualificando la
*
* *
1*80
terminazione di data.
282
*
* *
19
290
*
* *
*
* *
Cittadini e Fratelli
di ogni angolo di Terra d'Otranto.
foglio seguente :
Inoltre si stabili di
Il Presidente I Segretari
*
* *
Signore,
Signori,
Signori,
Signore,
/ Segretari H Presidente
303
*
* *
306
Stretta la Federazione fra le cinque Provin-
cie, suo primo ed unico atto politico fu la pro-
testa formulata sotto il nome di Memorandum^
e divulgata per le stampe in oltre un migliaio
di copie, prima che inviata al Ministero. Essa da
alcuni fu ritenuta opera esclusiva del Libertini ',
Protestano
di Achille Bortone.
manca. Addio.
*
pochi democratici ;
di conseguenza, esagerando,
in buona o in mala fede, le tinte del quadro che
offriva la Basilicata, faceva credere ai liberali di
Lecce che l'insurrezione era generale, e che se
n'aspettava il segnale a momenti \
E che davano a credere
difatti queste lettere,
falsa la relazione dello Stampacchia e di E. Rossi,
circa la condizione delle Province limitrofe, por-
tarono il loro effetto di accendere vieppi l'animo
degli esaltati. Il Presidente del Circolo Provin-
ciale si affrett a portarle al tipografo per darle
alle stampe, e renderle di pubblica ragione ;
la
frazione radicale cred giunto il momento di pre-
parare un moto insurrezionale, e di aiutare i fra-
telli calabresi e basilischi, i quali avevano in-
dicato il metodo da seguirsi per obbligare il go-
verno a cedere.
In quei giorni era venuto in Lecce il nuovo
Procuratore Generale presso la Gran Corte Cri-
minale, Giovanni Rossi di Trani, magistrato di
cui non si conoscevano le opinioni politiche, per-
ch non ancora aveva preso possesso della ca-
rica. Costui il 1" luglio si rec a visitare l'In-
tendente e discussero di vari affari. Tra l'altro
accennarono due lettere di Potenza,
alle di cui
tutti parlavano, e poich in quel mentre il tipo-
grafo portava la lista degli elettori, gli chiesero
degli esemplari di dette lettere. Del Vecchio ri-
21
Per fortuna, il Procuratore non conosciuto da
alcuno, girava in carrozza per restituire visite in-
sieme col figlio del suo ospite. Avvertito del
movimento ostile a lui, si affrett a nascondersi
in casa dei signori Martirani, dove stette fino a
notte inoltrata tremando dalla paura \
L'Intendente, poich il clamore non cessava,
temendo una rivolta, torn in mezzo alla folla e
riprese le arringhe ma la sua voce non
;
fu ascol-
tata ;
" fui rispettato, ma non ubbidito ^ dice nel
rapporto al Ministro di Grazia e Giustizia. In
quel frangente non trov altra risorsa che chiedere
l'aiuto dei componenti la Commissione del Cir-
colo Provinciale, che erano riuniti nei locali del
seminario ;
perci corse da essi e li preg di in-
terporre la loro opera per calmare gli animi. Di-
fatti i deputati si mescolarono nella folla, e con
parole esortatrici, e col promettere che avrebbero
fatto partire l'odiato Procuratore, ottennero "dopo
grandi stenti di sciogliere gli attruppamenti e
far tornare l'ordine. La notte il Rossi parti in
fretta accompagnato sino a Campi da due mem-
bri del Circolo, e da Domenico Dell' Antoglietta
" che si spacciava deputato del popolo
per es-
sere al coperto degl'insulti per istrada .
Il Castromediano , interrogato nel periodo
istruttorio riferi al giudice mattino del due
che il
325
Anclie nel bollettino uscito in quel giorno si
1 Ved. BuUettino, n. 4
326
Guardia Nazionale .
Ecco quali dovevano essere i militi ausiliari
dei calabresi ! Come mai non i nostri patrioti
s'accorgevano che nella Provincia Salentina man-
cava il lievito di una ribellione ? Quali spe-
ranze poteva nutrire il Circolo Patriottico nel
concorso energico e pronto del popolo salentino,
quando vedeva che tranne in Lecce, dove solo
una esigua minoranza era in fermento, negli altri
paesi si viveva in calma, e non si notava alcun
segno di vita ?
1 Bullettino u. 5,
.
331
1 Bollettino n. 7.
332
1 Bollettino cit., n. 6.
333
*
* *
334
1 MONDAINI, p. 163,
^
338
Regolatevi \
La pubblicazione di quest'articolo fece molto
stupore, perch il giornale sul quale appariva,
era moderato, n aveva espresso mai idee di tal
sorte. Il direttore, Gaetano Quercia, non appro-
vando il tono e il contenuto rim- dell'articolo,
prover l'autore, e per allontanare da s
ogni
sospetto di complicit, sospese la pubblicazione
del Folletto, dando a credere che per ragioni di
salute non poteva pi occuparsi di esso. Il po-
vero Bortone ebbe a scontare assai duramente
la colpa di aver mostrato tanto calore per la causa
liberale, perch fu coinvolto nel processo politico,
ed accusato di aver istigato i cittadini ad in-
sorgere contro il governo costituito.
1 Segretarii II Presidnte
344
Castromediano, durante la discussione del
Il
processo politico, afferm che questa Proclamazione
non fu ideata da lui, ma in gran parte fu scritta
dietro i suggerimenti della folla tumultuante,
che detta.va espressioni e pensieri ; ma questa
giustificazione appare puerile, perch un uomo
come lui non aveva bisogno di suggerimenti ;
dini tutti.
Innanzi a Dio, protettore degli oppressi, al cospetto
d'Italia tutta commossa e del suo gran figliuolo Po IX,
Il Presidente I Segretari
/ Segretari 11 Presidente
23
,354
I Segretari II Presidente
* *
diritto.
Io ho detto il mio parere ; resta a voi il de-
cidere \
Parole scottanti, linguaggio rude, ma impron-
tato alla pi schietta verit. Il quadro della si-
potere.
Il 9 agosto il Ministero esprimeva il suo com-
piacimento nel sentir migliorato lo spirito pub-
blico della Provincia, specialmente in Gallipoli,
e incoraggiava l'Intendente a tener d'occhio il
Circolo di Lecce e a sciogliere la 7* compagnia ^
Qualche giorno dopo l'Intendente riferiva al
Bozzelli che il Circolo nell'ultima tornata non
s'era riunito " sotto il pretesto di non essere in
numero , e affermava di avere elementi sicuri
per ritenere che non si sarebbe pi riunito ^.
Gap. XIII.
Principii di reazione
* *
di liberalismo ;
le spie ebbero largo credito e
protezione dalle autorit, e gli anonimi piovvero
numerosi contro chi aveva nei giorni di libert
aspirato ad un governo pi consono ai nuovi
tempi. Antiche inimicizie di famiglia, rancori
personali, invidie mal celate, codarde vendette
spinsero molti vili a farsi denunziatori ad ,
37G
manifesta
amministrarle i.
coloro chiamati ad
381
rit regie.
Prima dell' alba fu arrestato Leone Tuzzo
imputato d'aver richiesto munizioni di guerra
dalle batterie del forte d'Otranto allo scopo di
eccitare la guerra civile fra le truppe e la popo-
lazione. Alla stessa ora da un altro drappello di
guardie veniva arrestato Salvatore Pontari per
aver impedito al giudice istruttore di compiere
il suo ufficio, d'Arpe imputato di aver
e Carlo
fatto stampare carte provocanti il popolo a ribel-
lione.
Il 15 erano arrestati Griovanni e Nicola Schia-
voni e il sarto Abramo Lafortuna, il primo per
l' imputazione d'aver eseguito il disarmo della
Guardia di Pubblica Sicurezza di Manduria; il
secondo quale cospiratore contro la persona del
re e contro la sicurezza interna dello Stato; il
bert i.
384
tadina .
* *
25
.386
* *
crime e il dolore . i
H
Commissario di polizia in tre rapporti ri-
feri sul casoavvenuto, ed esagerando l'impres-
sione clie aveva suscitato in paese, intendeva
coinvolgere in un processo politico i liberali pi
in vista ; ma l' Intendente mise per il momento
la cosa a tacere ;
una lezione
solo volle che si desse
al troppo bollente sacerdote. Difatti monsignor
Caputo fece una ramanzina al Lupinacci per
ricordargli " quello che convenga ad un oratore
che parla in chiesa che sia sacerdote \ ed
e
altro rabuffo gli fece il parroco De Simone; di-
nanzi alle autorit il fiero attacco la dispotismo
imperante del giovine sacerdote pass per una
declamazione retorica, fatta " pi per brillare da
sapiente, che per radicalismo ", e gli autori di
quella dimostrazione liberale se la scamparono
senza molestie.
397
ria.
*
* *
26
402
soluzioni ;
in tutto il resto egli si era attenuto
alla legalit, ed aveva cooperato con ogni possa
per il mantenimento dell'ordine.
404
Leone Tuzzo non neg di essere andato ad
Otranto a procurare armi e munizioni, per ob-
bedire agli ordini avuti dal Mazzarella; ma af-
ferm che lungo la via, volendo far abortire l'im-
presa per non compromettere la sua persona, d'ac-
cordo con i compagni aveva mandato a preavvi-
sare il comandante della fortezza, perch avesse
preso tempo, e si fosse opposto alla richiesta che ;
*
* *
*
* *
1 Art. cit.
411
412
di Manduria, proprietario;
11" D. Niccola d'Autilia del fu Francesco Saverio,
Monteroni, studente;
19 D. Giuseppe Corallo di Francesco di anni 27
di Lecce, legale;
20 D. Pasquale Persico di Raffaele di anni 22
di Lecce, agrimensore ;
414
21" D. Francesco Buia di Gaetano, di anni 23 di
Lecce, studente ;
Lecce, legale ;
Lecce, orologiaio ;
accusa
tore Pontari :
27
418
ili far agire la forza messa sotto i suoi ordini, abben-
ch richiesto dall'Autorit competente, per impedire la
419
stituzione, " videsi la tranquillit pubblica in
tutte le Provincie sempre pi mancare per
effetto delle turbolenze, che vessavano molti altri
stati d'Europa, dell'anarcbia che tutto di cresceva
nella Sicilia, delle eccedenze de' malintenzionati
e sedotti da loro, encomiate (sic) col nome di
progresso della civilt moderna, e dell'erroneo
credere, in cui caddero per lo pi le Guardie
Nazionali, di non dover mettere ostacolo alle
anarchiche licenze popolari
Poi riferiva mano man i fatti accaduti nelle
Provincia di Terra d'Otranto dalla venuta di
Romeo in poi, colorendoli con fosche tinte, ag-
gravando le responsabilit anche di coloro che
meno si erano compromessi, rilevando il cri-
mine in ogni atto compiuto dagl' imputati. Nulla
era spiegato o giustificato ; l'eccitazione degli
animi, l'influenza suggestiva che aveva eserci-
tato la folla in certi momenti, la debolezza ed
incapacit delle autorit, la condizione stessa
delle cose del Regno non suggerivano al Pro-
curatore alcun attenuante alle colpe ; tutto era
guardato con uno sguardo fosco, con senso di
livore, con spirito reazionario anche le dimo- ;
*
* *
I
427
434
1 Castkomediano, p. 115.
43
1 Castromediano, p. 116.
8 Arch. cit., Discus. della causa, p. 255.
439
* *
29
450
453
* Castromediano, p. 130.
459
In piena reazione
8'^
Fare minuto elenco di coloro che usano cap-
pelli di strana foggia e barbe intere 9 Vedere ;
*
* *
*
*
Sigismondo dilettissimo,
Leone Tuzzo
Carlo d'Arpe
Giambattista Tarentini
Salvadorb Stampacchia
Salvadore Pontari
Enrico d'Arpe
Agostino Caputi
Giuseppe De Simone
Domenico Margilio
Liborio Stefanelli
Giuseppe Amato
Vincenzo Miglietta
Achille dell' Antoglibtta
-
474
Prefazione Pag. 1
di G. Quercia
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Gap. vii. Il Comitato Provinaiale di Pubblica Sicu-
rezza Pag. 177
cata
Fatti principali avvenuti in Basilicata nel giugno
Ricostruzione critica del memorandum di Potenza secondo il
Mondaini Giudizi del Racioppi e del Riello.
Sommario Lettere
: del Libertini e di Gennaro Simini da Potenza
Insurrezione contro il
Procuratore Gen. Rossi <Sua par-
tenza da Lecce Adesione del Circolo Provinciale alla rivo-
luzione calabrese Provvedimenti della Commissione di Pub-
blica Sicurezza e scarso sentimento di solidariet nella Pro-
vincia Atti del Comitato centrale Propositi di difen-
dersi contro le truppe regie
Missione di L, Tuzzo e Do-
menico Dell' Antoglietta ad Otranto
Michelangelo Verri e
Raffaelle Anguissola a Castro L'^articolo Eccelhntissimi
di Achille Bortone.
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