LARTE

DI PRESENTARE
Idee semplici e funzionali
per realizzare ed esporre
presentazioni efficaci

scritto da
Michele Gotuzzo e Francesca Tassistro

illustrazioni di
Mimi Lab

MODELLI
DI BUSINESS
Larte di presentare

Autori: Michele Gotuzzo, Francesca Tassistro

Collana:
MDB - Modelli di Business

Publisher: Fabrizio Comolli

Progetto grafico: escom - Milano
Coordinamento editoriale, prestampa e stampa: escom - Milano

ISBN: 978-88-8233-967-8

Copyright 2013 Edizioni FAG Milano

Via G. Garibaldi 5 20090 Assago (MI) - www.fag.it

Finito di stampare in Italia presso Press Grafica - Gravellona Toce - VB nel mese di febbraio 2013

Nessuna parte del presente libro pu essere riprodotta, memorizzata in un sistema che ne permetta lelaborazione, n trasmessa in qualsivoglia forma e con qualsivoglia mezzo elettronico o
meccanico, n pu essere fotocopiata, riprodotta o registrata altrimenti, senza previo consenso scritto delleditore, tranne nel caso di brevi citazioni contenute in articoli di critica o recensioni.

La presente pubblicazione contiene le opinioni dellautore e ha lo scopo di fornire informazioni precise e accurate. Lelaborazione dei testi, anche se curata con scrupolosa attenzione,
non pu comportare specifiche responsabilit in capo allautore e/o alleditore per eventuali errori o inesattezze.

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Larte
di presentare
Idee semplici e funzionali per realizzare ed esporre
presentazioni efficaci
scritto da
Michele Gotuzzo e Francesca Tassistro

illustrazioni di
Mimi Lab

MODELLI
DI BUSINESS
Sommario

Introduzione 8 Capitolo 5: Conoscere il pubblico 60

Capire le persone 61

SOMMARIO
Costruire il dialogo 64
Parte 1 - Preludio Creare empatia 66
Saper correggere il tiro 68
Capitolo 1: Imparare a imparare 12 Il pubblico ha sempre ragione 69
Cosa significa, quindi, imparare a imparare? 13 5
Capitolo 6: Definire la struttura 74
Capitolo 2: Metodologia progettuale 20 Introduzione 74
Definire lobiettivo 20 Parte generale 79
Progettare la presentazione 21 Conclusioni 81
Capitolo 3: Raccontare storie 30
Una storia 30 Parte 3 - Svolgimento
Capitolo 7: Cercare la semplicit 88
Parte 2 - Preparazione Essere semplici 88
Larte dellessenzialit 88
Capitolo 4: Raccogliere le idee 40 Semplificare le presentazioni 89
Definire il messaggio chiave 40 Imparare dai metodi famosi 93
La fase divergente 41 Cosa lasciare al pubblico 95
Fase convergente 47
 Capitolo 8: Definire il flusso di informazioni 100 Capitolo 13: I caratteri 156
Spiegare concetti articolati 100 Breve storia della tipografia 156
Insistere su un concetto importante 104 Le tre categorie di base 158
Creare aspettativa 105 Utilizzo corretto sulle slide 160
Aiutarsi con il movimento 105
Capitolo 14: Le immagini 164
Capitolo 9: Creare slide memorabili 108 Superiorit dellimmagine 164
Perch creiamo slide che passano inosservate 108 La grammatica delle immagini 166
Il metodo EMAICE applicato alle presentazioni 110
Andare oltre PowerPoint 116
Parte 5 - Compendio
Capitolo 10: Fare pratica 122
Capitolo 15: Diagrammi di flusso 174
Preparare il discorso 123
SOMMARIO

Che cosa sono 176

Studiare la comunicazione non verbale 124
Indicazioni generali di utilizzo 180
Ripetere il discorso 127
Capitolo 16: Infografica 182
6
Parte 4 - Design Cos linfografica 182

Capitolo 11: La comunicazione visiva 132

Cos, allora, la comunicazione visiva? 132
Parte 6 - Esposizione
La Gestalt 135
Capitolo 17: Apertura 194
Come vediamo 140
Allinizio ci si gioca tutto 196
Credere in se stessi 196
Capitolo 12: Il colore 142
Non mettersi in una posizione scomoda 196
Cos, quindi, il colore? 142
Ricordarsi che siamo persone, non ruoli 197
Definizione di colore 143
Dichiarare subito loggetto del discorso 198
I colori primari 143
Raccontare una storia 199
I colori secondari 144
Dimenticarsi di tutto (il resto) 199
Il cerchio cromatico 144
I colori complementari 145
Utilizzo del colore 146
Tipologie di colore e loro effetti principali 147
Diverse culture, diversi significati 154
Capitolo 18: Talk Show 200
Gestire il tempo a disposizione 200
Trasmettere entusiasmo 201
Coinvolgere le persone 201
Stemperare la tensione 202
Utilizzare oggetti reali 203
Ritornare sui concetti importanti 204
Sottolineare aperture e chiusure 204
Gestire le domande 204
Gestire gli errori 205
Gestire gli imprevisti 206
Capitolo 19: Chiusura 208
Vietato leggere le slide 208
Introdurre la chiusura 209
Come fare la chiusura 209
La chiusura ideale 216
Glossario 218
Bibliografia 222
SOMMARIO
7
 Introduzione
Lessere umano , per sua natura, un animale sociale, ha
INTRODUZIONE
bisogno di confrontarsi con i suoi simili, di sentirsi parte
di un gruppo, di entrare in relazione con altre persone.
Per farlo nel migliore dei modi sono nate, nel corso
8 degli anni, tecniche sempre pi raffinate come la scelta
dellabbigliamento, gli stili di comportamento, la dialettica,
i movimenti, i profumi
In ambito professionale, la necessit di impostare relazioni
soddisfacenti risponde alla necessit di svolgere al meglio
il proprio lavoro e le nuove tecnologie di cui disponiamo.
Le presentazioni sono uno strumento primario
di comunicazione per molti professionisti; risulta
fondamentale, infatti, poter presentare il proprio lavoro ed
esprimere concetti e competenze in maniera efficace.
In tutto questo rimane altrettanto fondamentale limpressione
di noi stessi che siamo in grado di lasciare agli altri.
Ma in che modo si possono produrre presentazioni
emozionali e alternative che parlino della nostra azienda,
del nostro brand o di noi stessi, di fronte al proprio team,
a un cliente, al pubblico?
I concetti esposti in questo libro possono aiutarvi a
comprendere meglio di cosa state parlando, a migliorare
la vostra esposizione, a realizzare slide comprensibili, a
interessare il pubblico e, di conseguenza, a presentarvi
ai vostri simili in maniera adeguata. Non si tratta, per,
di un manuale tecnico di utilizzo per software, bens di
una serie di spunti sulla progettazione, la realizzazione e
lesposizione delle presentazioni.
Abbiamo strutturato i capitoli in sei macroaree, suddivise,
a loro volta, in capitoli. Alla fine di ogni capitolo c un
breve riassunto che condensa in poche righe i contenuti
svolti. Questo permette di leggere il volume in due
modalit: completa, per chi volesse approfondire, sintetica
per chi ha bisogno di migliorare la propria presentazione
ma non ha il tempo necessario per approfondire.
La prima parte, dal titolo Preludio, fornisce alcune
suggestioni per impostare un progetto, soffermandosi sulla
valenza del raccontare storie; nella seconda, Preparazione,
si passa alla pratica e si scopre come sia rilevante dedicare
del tempo alla messa a punto di un buon inizio (del resto,
un detto famoso ci insegna che chi ben comincia a met
dellopera); nella terza parte, Svolgimento, si entra nella vera
e propria pratica con consigli, esempi e piccoli trucchi.
La quarta parte dedicata al Design, che, pur non essendo
alla portata di tutti, non da sottovalutare per la sua
capacit di conferire un forte impatto al discorso.
La quinta parte, Compendio, ci presenta un aspetto della
comunicazione con il quale siamo sempre pi portati a
relazionarci. Oggigiorno, infatti, abbiamo a che fare con
una grande quantit di informazioni e non riusciamo pi a
gestirle al meglio, non abbiamo il tempo di approfondire:
per questo ci viene in aiuto linfografica, ovvero un modo
semplice di rappresentare per immagini dati e informazioni
che sarebbero normalmente di difficile comprensione.
Infine, nella sesta parte, Esposizione, si comprende quali sono
i tre step fondamentali con cui bene gestire lintervento.
Il libro rivolto a tutti i professionisti che necessitano
di presentare il proprio lavoro, siano essi architetti,
progettisti, designer o impiegati operativi, ma anche, in
generale, a tutti coloro che devono presentare un progetto,
anche in ambito non professionale. Per esempio, proprio
qualche giorno fa ho aiutato una mamma a realizzare una
presentazione di un interessante progetto non profit che
permette ai bambini di conoscere meglio il quartiere in cui
vivono creando relazioni tra diverse etnie.
Alla fine della presentazione tutte le classi della scuola
si sono iscritte al progetto e la mamma ha avuto i
complimenti da parte delle maestre. Certo, probabilmente
il successo derivato dallidea, ma a volte unottima idea
non riesce a essere compresa proprio per lincapacit di
INTRODUZIONE
presentarla efficacemente.
Negli anni ho compreso soprattutto che un aspetto
rilevante dellattivit lavorativa la capacit di presentare
se stessi e il proprio lavoro. Me ne sono accorto strada 9
facendo, credendo che il buon proverbio labito non
fa il monaco fosse particolarmente vero. Anche se,
ovviamente, il proverbio ha altri significati decisamente
pi profondi, nellambito lavorativo la presentazione
del proprio lavoro e di conseguenza di s ha un valore
immenso. In questo libro non troverete formule magiche o
veloci per la gestione delle vostre presentazioni, ma spunti
da approfondire e, perch no, da mettere in discussione.
Buona lettura
Per maggiori informazioni potete visitare il sito:
www.lartedipresentare.com
 Sconvolgi il tuo parlare
e sii assente
10
alle chimere...
Mansur al-Allaj
Preludio
11
Capitolo 1: Imparare a imparare

Capitolo 2: Definire lobiettivo

Capitolo 3: Raccontare storie

 Capitolo 1
Imparare a imparare
Un funzionario della Corte imperiale transita per un
paesino col suo seguito. il mezzogiorno, e il sindaco
PRELUDIO
linvita a tavola. Davanti ai contadini attoniti questi spiega
di essere nientepopodimeno che il maestro elementare
12 dei figli dei cuochi dellimperatore. Grazie alla sua carica,
agli emolumenti, ai regali, ai risparmi s potuto costituire
una buona fortuna, e in un ampio appezzamento di terreno
PARTE 1
nei pressi della capitale, fra muli, cavalli, asini e cammelli
possiede ben duecento quadrupedi. E si pensi che ogni
quadrupede vale in media quattro denari dargento.
Uno del villaggio, Nasruddin [il Bertoldo dellislam],
interviene: Io possiedo cinquanta quadrupedi, e se li vuoi
comperare, te li vendo a un denaro dargento luno.
Il maestro dei figli dei cuochi imperiali pensa di poter fare
un affare sulla dabbenaggine del povero gonzo, e per non
aver sorprese, chiama un notaio e stipula un contratto:
Acquister cinquanta quadrupedi a una moneta dargento
luno; se uno dei due contraenti mancher allimpegno
reciproco, diverr schiavo dellaltro. Detto fatto, con una
copia del contratto in mano, lo scemo del villaggio va
a casa sua, e poco dopo torna con due facchini carichi
di ceste contenenti cinquanta conigli. Ecco - dice - i
quadrupedi!. Ma perbacco! - ribatte laltro - questi sono
solo conigli, e valgono una moneta di bronzo luno, non
dargento!. Senzaltro, degnissimo - ribatte Nasruddin -
Sono conigli, ma non sono bipedi, sono quadrupedi. E tu
quadrupedi ti sei impegnato a comperare! Quindi paga.
Quadrupedi, novelletta tratta da Gabriele Mandel, Saggezza islamica:
le novelle dei sufi, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo 1995.
Lunico uomo che possa considerarsi educato colui che ha
imparato a imparare; che ha imparato ad adattarsi e a mutare;
che sa che nessuna conoscenza certa, e che solo il processo di
ricerca della conoscenza costituisce una base di certezza.
Carl Rogers, Libert nellapprendimento, Giunti Barbera, 1973.
Cosa significa, quindi, imparare
a imparare?
I testi di riferimento spiegano che significa ampliare
la capacit di cercare, riconoscere e applicare
consapevolmente gli adeguati comportamenti e le
strategie utili a intraprendere un pi economico ed efficace
processo di apprendimento. Significa sviluppare
un meccanismo efficiente di controllo e potenziamento
delle nostre performance cognitive.
Imparare a imparare una competenza che possiamo
acquisire nel tempo e nel tempo ampliarla, ma non deve
essere intesa come un mero accumulare nozioni.
il modo per vedere oltre lapparenza, pensare, ascoltare,
esistere imparando dallesperienza prima che dalle forme
concettuali. importante saper descrivere, ma altrettanto
importante descrivere in accordo con il sentire.
Il valore dei termini
Come ci insegna la precedente novella intitolata
Quadrupedi, imparare il valore dei termini e la necessit di
usarli correttamente fondamentale. Per esempio Alfred
Lorenzer, in Sprachzerstrng und Rekonstruktion
(V. Suhrkamp, Frankfurt/M, 1971), dimostra che la nevrosi
deriva da un uso improprio dei termini, e costruisce
mirabilmente la sua teoria su una lunga serie di valide
dimostrazioni.
Comunicare
Comunicazione deriva dal latino communicare che,
attraverso la terminazione -atio, indicativa di forme
astratte di azione, determina la parola communicatio,
traducibile letteralmente in partecipazione.
Ma, ancor prima, una parola influenzata dal greco antico.
Il termine greco koinonia, infatti, definiva il concetto di
IMPARARE A IMPARARE
comunit e venne assorbito dal latino attraverso la parola
communio, cio societ/comunit. Laggettivo latino
communis, a sua volta, alla base del verbo communicare,
composto dunque dalla preposizione cum e dallaggettivo
munis, il cui iniziale significato era quello di condivisione
di una carica. Il valore fondamentale che sembra, dunque, 13
aver accompagnato la voce communis sin dallinizio
CAPITOLO 1
rintracciabile in una precisa idea di reciprocit.
Societ della comunicazione
Oggi si parla spesso di societ della comunicazione
e altrettanto spesso si dice che tutto comunicazione.
La nostra vita quotidiana fortemente intessuta
di immagini. quindi corretto parlare della civilt
contemporanea in termini di civilt delle immagini,
nonostante il concetto di immagine sia da sempre legato
a quello di civilt. La rappresentazione visiva delle cose,
infatti, il tramite per eccellenza tra noi e il mondo che ci
circonda. Larte del comunicatore implica la conoscenza e
 lapplicazione di regole e codici che garantiscono
la comprensione della rappresentazione e lindividuazione
di condizioni che determinano una relazione pertinente tra
la rappresentazione e ci che vogliamo esprimere.
In questo ipotetico percorso, il valore semantico del
termine comunicazione si amplia in modo tale da rendere
possibile luso di numerosissimi sinonimi (Figura 1.1).
PRELUDIO
14
PARTE 1
Figura 1.1 - Il termine comunicazione ha assunto diversi sinonimi.
Presentazioni noiose
A chi non capitato di essere stato vittima di
presentazioni confuse e noiose, esposte da esperti in
materia che, nonostante tutta la buona volont, sono
riusciti solo a farvi addormentare? A me successo
tante volte e probabilmente anche io, a mia volta, ne
sono stato involontario artefice. A volte linsuccesso non
necessariamente dovuto alloggetto dellesposizione.
Infatti, anche gli argomenti pi noiosi possono essere resi
avvincenti e interessanti da un bravo speaker. Spesso
proprio il modo in cui presentiamo largomento a renderlo
affascinante e attraente.
Relazione e comunicazione
Presentare un concetto, un piano marketing o
insegnare, in generale, molto pi che essere esperti
nella materia. Occorrono competenze differenti per
presentare le informazioni disponibili in modo corretto:
si devono sviluppare le proprie capacit di relazione e di
comunicazione.
Qualcosa in pi
Non sufficiente avere una buona presentazione o
argomenti interessanti. Occorre comprendere cosa
desidera il pubblico e come poterlo esporre in maniera
sintetica e interessante. Il classico rapporto tra relatore
e/o insegnante (in cattedra) e utenti/studenti (seduti sulle
sedie), in fila in modalit passiva, decisamente obsoleto.
Dialogo
Come spiega egregiamente il professor Paolo Mottana
nel suo libro Caro insegnante (Editore Franco Angeli)
ormai non pi possibile affermare concetti e proporre
visioni senza immaginare un dialogo, senza portare
esempi convincenti. La figura autoritaria dellinsegnante
o, nel nostro caso, del relatore deve essere sostituita
da una figura autorevole. Per riuscire in questo compito
bisogna esercitarsi, essere appassionati e comprendere
che, come traspare nel bel libro di Don Lorenzo Milani
Comparetti (1923 - 1967), Lobbedienza non pi una
virt. I tempi sono cambiati, non esiste pi il pubblico
passivo e giudizioso pronto a eseguire gli ordini.
Insomma, se non pu essere messo in discussione, un
relatore non comunica niente.
Due fattori chiave
Una buona presentazione, articolata e comprensibile
deriva dalla somma di almeno due fattori chiave,
la conoscenza personale e la corretta comunicazione.
Sembra una ovviet ma quando ci troviamo di fronte alla
necessit di organizzare e realizzare una presentazione
di un determinato argomento non possiamo limitarci
a mettere a disposizione del pubblico informazioni
teoriche, occorre averle esperite interpretandole
personalmente. Qualora ci venisse chiesto di parlare a
proposito di cose che non conosciamo sarebbe a tutti
evidente la necessit di informarsi adeguatamente
e soprattutto di imbastire la comunicazione della
conoscenza in maniera opportuna, razionale e
IMPARARE A IMPARARE
accattivante, affinch il nostro pubblico sia in grado,
spesso in brevissimo tempo, di comprendere concetti e
acquisire quantit di nozioni per lui complesse.
Per quel che riguarda la corretta comunicazione occorre
fare alcune considerazioni. Innanzitutto, sempre possibile
migliorare le nostre capacit di relatori. Comunicare 15
unabilit appresa (anche se ovviamente alcuni sono
pi dotati di altri) ed quindi possibile imparare a farlo
CAPITOLO 1
meglio. Nessuno impara a cantare studiando su un
manuale, cos soltanto parzialmente utile leggere un
libro su come comunicare: bisogna partire dallesperienza
personale e cercare di ampliarla. Come ricordava spesso il
compianto maestro e amico Gabriele Mandel
(1924 - 2010): Chi non assaggia non sa.
La comunicazione unarte sociale che va quindi
sviluppata direttamente nel contesto, insieme alle altre
persone. A tale proposito utile anche ricordare che non
esiste un modo di comunicare perfetto.
 Azione cooperativa
Ogni situazione sempre unica e non ripetibile, sia perch
avviene come relazione tra un determinato mittente e un
determinato destinatario, sia perch si svolge in uno spazio
tempo irripetibile. Non importante quello che si dice ma
come lo si dice: il linguaggio non verbale fondamentale.
La comunicazione infatti unazione cooperativa, comunicare
significa soprattutto far altri partecipi di una cosa ovvero
farli partecipare, coinvolgerli, creare una relazione.
PRELUDIO
il contatto e la distanza interpersonale, la sincronia
comunicativa, labbigliamento e anche, perch no, il
trucco. Di seguito riportiamo i cinque fattori chiave che
possono aiutare a comprendere meglio il significato del
contenuto e della relazione comunicativa denominata
linguaggio non verbale.
Voce
il suono emesso dallessere umano parlando, cantando
oppure urlando. Riguarda tutto ci che possibile

Comunicazione non verbale osservare durante il discorso: il tono, il timbro, il volume, il

In particolare occorre prestare attenzione a come si utilizza ritmo, la frequenza e le pause.

16 il linguaggio non verbale. Ma che cos il linguaggio non

verbale? Wikipedia afferma:
quella parte della comunicazione che comprende
PARTE 1

tutti gli aspetti di uno scambio comunicativo che non

riguardano il livello puramente semantico del messaggio,
ossia il significato letterale delle parole che compongono
il messaggio stesso, ma che riguardano il linguaggio del
corpo, ossia la comunicazione non parlata tra le persone.
Semplifichiamo affermando che la comunicazione non
verbale una comunicazione extra-linguistica, che
accompagna e talvolta sostituisce il parlato. Comprende
una molteplicit di processi comunicativi che coinvolgono Figura 1.2 - La voce: il tono, il volume, la pausa.
la voce, la mimica facciale, lo sguardo, i gesti, la postura,
Postura Mimica
la posizione del corpo nello spazio e la relazione tra i Tutti i fenomeni che si possono osservare sul volto di un
suoi segmenti corporei. latteggiamento che la persona individuo, sia le espressioni sia i processi psicosomatici.
assume con il proprio corpo e i relativi movimenti che ne Sono i segnali prodotti dal volto della persona.

IMPARARE A IMPARARE
modificano la posizione.

17

CAPITOLO 1
Figura 1.4 - La mimica: felice, inquieto, triste.

Figura 1.3 - La postura: perplesso, abbacchiato, autoritario.

 Gestualit
Si intende linsieme dei gesti di una persona considerati
come mezzo di espressione e di comunicazione. Tutti i
GESTI delle mani, braccia, gambe, i movimenti stereotipati.
PRELUDIO
18
PARTE 1
Figura 1.5 - La gestualit: Permesso?, Forza, Saluto.
Posizione
La lunghezza del tratto di linea retta che congiunge due
punti. In questo caso la posizione che la persona assume
nei confronti dellinterlocutore e tutti movimenti volti a
modificare tale distanza.
Noterete che sono comportamenti che utilizziamo
quotidianamente, spesso senza prestare attenzione a
quando e come. La comunicazione non verbale quindi
tutto ci che viene recepito dal fruitore senza che nemmeno
se ne accorga, ma che incide sulla sua disposizione ad
ascoltarci e a comprendere ci che diciamo.
Figura 1.6 - La distanza: vicino, lontano.
Essere credibili
Nel migliorare la nostra abilit comunicativa necessario
tenere in considerazione la possibilit che ci che
vorremmo esprimere non sia percepito e compreso
dal nostro ascoltatore esattamente come vorremmo.
Sar inoltre fondamentale essere credibili durante
lesposizione. Le cinque categorie sopracitate sono tanto
importanti che in un recente passato Richard Bandler e
John Grinder sono stati in grado di co-creare la disciplina
della PNL (Programmazione Neuro-Linguistica), nel suo
primo stadio di sviluppo, proprio osservando come alcuni
guru ne facessero un uso particolare. Senza entrare
nellanalisi qualitativa del loro metodo interessante
notare come i pi grandi trascinatori di folle (Hitler,
Lenin, Mussolini, ma anche Gandhi e, perch no, Obama)
abbiano utilizzato, spesso senza esserne consapevoli,
queste tecniche.
Figura 1.7 - I want You!
Crederci
Ma il vero punto che contraddistingue queste persone
da altre che sono certe di quello che dicono e utilizzano
tutti gli strumenti socialmente noti e condivisi per
comunicare al pubblico che credono effettivamente
a quello che dicono, utilizzando una comunicazione
verbale, e soprattutto non verbale, convincente (sul
IMPARARE A IMPARARE
tema della fiducia in se stessi rimandiamo al Capitolo 17,
paragrafo Credere in se stessi, per un approfondimento).
Persuadere e convincere, in fondo, sono parte integrante
di tutte le relazioni: ogni essere umano, in modo diverso,
desidera essere ascoltato e compreso.
19
CAPITOLO 1
Come migliorare
il proprio apprendimento
Apprendere il valore corretto dei termini e
cercare di usarli adeguatamente.
Fare attenzione al linguaggio non verbale.
Se possibile comprenderlo e utilizzarlo.
Essere convinti e di conseguenza convincenti.
 Capitolo 2
Metodologia progettuale
Quando veniamo incaricati di eseguire una presentazione
su un determinato argomento possiamo pensare che
PRELUDIO
sia sufficiente linput iniziale, un certo approfondimento
del tema e via, ci gettiamo subito sulle slide a scrivere
20 pi o meno ordinatamente i concetti di cui disponiamo.
Facciamo cos anche perch spesso abbiamo poco o
pochissimo tempo per realizzare il lavoro. Spesso, infatti,
PARTE 1
trascinati dalle tempistiche e dallo scarso allenamento
alla capacit di comunicare si realizzano presentazioni
poco chiare, senza storia, senza trama, senza sapere bene
cosa intendiamo dire. Addirittura, ed successo molte
volte anche a me, apriamo direttamente il software di
riferimento e iniziamo a scrivere le slide in successione
lasciando che i nostri pensieri fluiscano. Il risultato che
poi si costretti a trovare un senso alla relazione tra le
slide mentre magari questo senso non esiste oppure si
fa una grande fatica ad avere la visione dinsieme del
contenuto.
Definire lobiettivo
fondamentale che uno scopo non sia mai definito
solo in termini di attivit e metodologie.
Dovr sempre essere direttamente correlato a come
la nostra vita possa migliorare mediante la sua
applicazione... Lo scopo di un sistema deve essere chiaro
a tutti allinterno di quel sistema. Deve comprendere
piani per il futuro. Lo scopo, infine, deve essere
un giudizio di valore.
William Edwards Deming (1900 - 1993), guru della qualit
Esistono diversi modi per raggiungere gli obiettivi, ma in
effetti la prima cosa da fare definire in poche e coincise
parole qual lobiettivo (o gli obiettivi) che si intende
raggiungere attraverso la presentazione.
A questo punto, per, entrano in gioco anche altri fattori
da non sottovalutare, come per esempio le parole
efficacia ed efficienza, due concetti molto utilizzati
nel mondo del lavoro.
Figura 2.1 - Definire lobiettivo necessario. Selezionatelo tra quelli che vi
sembrano pi pertinenti.
Concretezza
Per efficacia si intende la capacit di produrre leffetto
voluto e quindi di raggiungere un determinato obiettivo,
mentre per efficienza si intende la competenza e
prontezza nellassolvere le proprie mansioni o la capacit
di raggiungere lobiettivo stesso con il minimo dispendio di
risorse/energie. Per esempio, uno studente che studia otto
ore al giorno sicuramente efficace nel momento in cui
viene promosso, ma non del tutto efficiente soprattutto
se, per esempio, lo paragoniamo ai suoi compagni che
raggiungono lo stesso obiettivo studiando meno di tre ore
al giorno (in questo caso sono sicuramente pi efficienti).
Generalmente per chiarire il punto si utilizza il termine
concretezza, che potremmo definire come la propensione
del soggetto a essere efficiente.
METODOLOGIA PROGETTUALE
Quindi, come possiamo imparare a essere pi concreti?
Come possiamo essere pi concentrati sullobiettivo in
modo tale da raggiungere risultati soddisfacenti con una
disponibilit limitata di tempo ed energie?
Progettare la presentazione
Una delle cose che ritengo fondamentali per raggiungere 21
obiettivi verosimili, oltre che averli definiti chiaramente
progettare la presentazione.
CAPITOLO 2
Ma cosa significa progettare?
In occasione del Salone del Mobile del 2008, a Milano, ho
avuto la possibilit di partecipare a una presentazione di un
progetto di Isao Hosoe (ingegnere e designer giapponese
vincitore diquattro Compassi dOro), in cui veniva descritta
al pubblico linstallazione comportamentale Pro-gettare.
In quelloccasione Isao Hosoe spiegava che:
Pro-gettare come lanciare un sasso in uno specchio dacqua,
le onde si propagano in tutte le direzioni, verso il futuro e verso
la persona che ha lanciato il sasso.
 Secondo Bruno Munari, forse tra i personaggi pi significativi metodologia progettuale abilmente associata alla ricetta
del 900, progettare significa risolvere un problema e/o del riso verde.
trovare una soluzione attraverso unidea creativa.

Risolvere problemi
Come Munari stesso sembra spiegarci citando il suo
amico Antonio Rebolini nel libro Da cosa nasce cosa (Editori
Laterza, aprile 2005):
Quando un problema non si pu risolvere, non un problema.
Quando un problema si pu risolvere, non un problema.
PRELUDIO

Qualsiasi cosa noi intendiamo realizzare quindi il

risultato di un processo (non solo mentale) che possiamo

22
definire utilizzando la metodologia progettuale.

Metodologia progettuale
PARTE 1

Il metodo progettuale non altro che una serie di

operazioni necessarie, disposte in un ordine logico dettato
dallesperienza. Come nella realizzazione di un piatto
culinario ci si attiene a regole e a una sequenza abbastanza
precisa (non risulta vantaggioso invertire e/o modificare
gli ingredienti), cos un designer (se vuole fare un buon
progetto) in cerca della soluzione a un problema si attiene
(o dovrebbe attenersi) alla metodologia progettuale.
A tale proposito vi consiglio di leggere il capitolo
Che cos un problema allinterno del libro sopracitato
di Munari, dove trovate una chiara spiegazione della Figura 2.2 - Ricetta del riso verde (dal libro Da cosa nasce cosa di Bruno Munari).
Diversi metodi
Sempre Munari ci ricorda che: Progettare facile quando
si sa come si fa. Esistono per diversi modi e metodi di
progettazione, che si modificano anche in funzione di cosa
dobbiamo progettare o di chi esegue il progetto, come per
esempio gli schemi di Archer (programmazione, raccolta
dati, analisi, sintesi, sviluppo, comunicazione), di Fallon
(preparazione, informazione, valutazione, creativit,
selezione, progetto) e di Sidal (definizione del problema,
esame dei design possibili, limiti delle analisi tecniche,
ottimizzazione, calcolo, prototipi, collaudo, modifiche
finali), ma non esistono dei metodi migliori o peggiori:
esistono soltanto metodi diversi che spetter a noi
utilizzare adeguatamente. In alcuni casi sar sufficiente
illustrare una linea temporale logica a cui fare riferimento,
sapendo che si pu tranquillamente adattare
alle proprie esigenze.
Ma il metodo progettuale a chi serve?
A tutti, non dimenticatelo. Anche il neofita pu ricevere
un aiuto vantaggioso provando ad applicare diverse
metodologie, in particolare quando si ha a che fare con un
progetto importante. Non seguire un metodo, oserei dire
qualsiasi metodo, significa nell80% dei casi far fallire la
nostra idea.
Effetto aspettativa
Mentre ci avviciniamo al metodo progettuale potrebbe
essere utile tenere presenti anche i fattori esterni al
contesto che possono condizionare la nostra percezione e
il nostro comportamento. Leffetto aspettativa, di cui forse
vi sar capitato di sentir parlare sotto altre forme
METODOLOGIA PROGETTUALE
(in psicologia, nel counseling, si definisce come profezia
che si auto avvera; in altri contesti, per esempio in ambito
scolastico, si fa riferimento alleffetto pigmalione,
in medicina alleffetto placebo ecc.), sembra essere una
parte rilevante del discorso.
Questo perch, effettivamente, aspettarsi qualcosa
permette di influenzare, nel bene e nel male, la propria 23
risposta al contesto. Per esempio, se qualcuno mi convince
CAPITOLO 2
(in diversi modi, mediante autorevolezza, coercizione
ecc.) che una determinata cosa o un comportamento
siano validi, possibili o certi, aspettandomi che ci si
debba avverare nella gran parte dei casi sar teso -
inconsciamente - a fare in modo che tale indicazioni si
concretizzi. Occorre quindi non porsi obiettivi troppo
ambiziosi, sapendo per che le aspettative possono variare
anche in funzione dei risultati probabili o desiderati.
una cosa da tenere sempre in considerazione.
Per esempio, se si comunica in maniera convincente a un
nutrito gruppo di persone che un determinato prodotto
 pu cambiare la loro vita, molti potranno risultare
daccordo con la promessa espressa. Leffetto aspettativa,
in determinate condizioni, pu essere utilizzato come
strategia di persuasione, soprattutto se si creano
aspettative credibili.
Tipologie di aspettative
Effetto Rosenthal
Gli insegnanti trattano in maniera diversa gli studenti in
funzione delle aspettative che nutrono nei loro confronti.
Risposta indotta
I partecipanti a test, esperimenti o interviste si
comportano in base alle aspettative presunte di chi

Effetto alone effettua lesperimento.

I datori di lavoro possono attribuire una valore maggiore

Progettare presentazioni efficaci in cinque fasi:
alle prestazioni o alla reputazione di un dipendente
PRELUDIO

basandosi su unimpressione complessivamente positiva Fase 1

suscitata da questultimo. Il primo passo fondamentale definire lobiettivo con
24 chiarezza e averlo ben presente durante tutti gli step
Effetto Hawthorne successivi.
I dipendenti diventano pi produttivi quando sono Cercate di verificarlo costantemente a mano a mano
PARTE 1

convinti che alcuni cambiamenti ambientali e/o strutturali che si sviluppa la presentazione, cos da aggiustare
aumentino la produttivit. il tiro e valutare quanto state scrivendo. La modalit
pi immediata in funzione della propria conoscenza
Effetto pigmalione personale o esperienza diretta, ma esiste anche la
I risultati conseguiti dagli studenti variano in funzione delle possibilit di dover definire gli obiettivi in base a risultati
aspettative dellinsegnante. di ricerche di mercato, commenti di clienti, focus group
o verifiche di usabilit. In ogni casso, importante che
Effetto placebo
lobiettivo della vostra presentazione sia identificato con
Gli effetti di un farmaco fasullo diventano reali o, nel caso
un messaggio chiave. A volte utile anche linvenzione o
di un vero farmaco, appaiono maggiori se i pazienti sono
lutilizzo di uno slogan per rafforzare il messaggio.
convinti della sua efficacia.
 volete mettere in mostra. Utilizzate anche i Post-it per
aggiungere definizioni, concetti o argomenti che avevate
omesso o che vi sono venuti in mente successivamente,
parlatene con qualche collega provando a raccontare
brevemente i motivi delle vostre scelte.
A me capita spesso di utilizzare la lavagna riscrivibile,

METODOLOGIA PROGETTUALE
perch mi rende pi facile la visione dinsieme.

25

CAPITOLO 2
Figura 2.3 - importante definire chiaramente i propri obiettivi.

Fase 2
Progettare la presentazione senza utilizzare il computer o,
almeno, senza passare subito alle slide.
Provate a pensare il computer come unestensione
del vostro corpo e quindi delle vostre competenze,
immaginatelo come un ingrediente successivo allo
sviluppo dellidea. Utilizzate supporti cartacei con matite Figura 2.4 - Provate a progettare stando lontani dal computer, usando fogli,
e pennarelli per dare colori diversi ai diversi concetti che matite e pennarelli.
PRELUDIO

26
PARTE 1

Figura 2.5 - Uno storyboard su carta.

 METODOLOGIA PROGETTUALE
27

CAPITOLO 2
Figura 2.6 - Lo storyboard trasposto su PC.
 Pi un progetto si evolve in questa fase, pi sar facile
affrontare gli step successivi. Molti consigliano di
suddividere idealmente la presentazione in tre macrostep
- inizio, svolgimento e conclusione - e devo dire che, pur
essendo una considerazione che passa a volte in secondo
piano, per me fondamentale, sia per dare ritmo alla
presentazione sia per aiutare a chiarire i diversi passaggi.
Fase 3
Prendete tutti gli appunti e ordinateli in uno storyboard,
PRELUDIO
provando anche a descrivere le immagini che volete
adoperare.
28
Per realizzarlo potete disegnare su un foglio, ma anche
utilizzare dei template da stampare che trovate su Internet
(se ne trovano molti gratuiti sul Web). Questo step, che
PARTE 1
a volte si portati a saltare per passare direttamente al
computer, anchesso fondamentale. In questa fase Intendo dire che in molti casi utile stampare, rilegare
come se ripassaste tutto ci che avete pensato e qui vi
accorgerete degli eventuali errori o migliorie da apportare.
Fase 4
Una volta condiviso, corretto e approvato lo storyboard
ora di mettere mano al computer e utilizzare uno dei vari
software che ci permettono di realizzare le slide.
Da utente Apple preferisco utilizzare Keynote, ma
non disdegno anche PowerPoint e, non ultimo,
linteressantissimo Prezi, che permette di realizzare
facilmente presentazioni animate con un aspetto grafico
simile alle modalit di interazione dei nuovi media (tablet,
smartphone).
Fase 5
Una volta che avete imbastito la presentazione nelle slide,
dovrete iniziare a esercitarvi nellesposizione, prima in
autonomia e poi, possibilmente, confrontandosi con un
collega, in modo tale da ricevere un feedback su cosa
appare chiaro o meno chiaro.
Una cosa che reputo fondamentale, ma che non ho mai
trovato come consiglio per fare presentazioni di successo,
tutto ci che possiamo definire produzione del materiale
da consegnare o, genericamente, delivery.
e consegnare al pubblico la presentazione, sia perch
possano averne una copia su cui ragionare in un secondo
momento sia perch, anche durante lintervento, sar pi
facile prendere appunti ed eventualmente intervenire,
avendo sotto mano i punti del discorso. In alcuni casi (ma
non in tutti) potrebbe essere utile caricare la presentazione
su SlideShare (sito web di condivisione documenti:
www.slideshare.com).
Le basi da cui partire

Decidere e definire chiaramente il vostro

obiettivo.

METODOLOGIA PROGETTUALE
Definire un flusso, anche a matita, per
esprimere i concetti di base e tenerne una
traccia visiva.
Condividete il vostro obiettivo con
qualcuno del team e cercate di ricordarlo
sempre durante la preparazione della
presentazione. 29
Rivedete pi e pi volte la presentazione
cercando di eliminare il superfluo per

CAPITOLO 2
semplificare.
Preparate del materiale cartaceo da lasciare
al pubblico durante la presentazione.