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FRANCESCA CONSOLINI

MATTEO FARINA
Semplici come Dio ci vuole

Premessa: una fedele icona di Cristo


Giunto in breve alla perfezione, ha compiuto una lunga carriera, dice la Bibbia (Sap
4, 13) del giovane che viene chiamato prematuramente almeno ai nostri occhi alla casa del
Padre.
La storia della Chiesa costellata dalla testimonianza di bambini e di giovani che hanno
lasciato esempi e insegnamenti anche pi densi e pi pregnanti di quelli offerti da canuti
maestri; giovani atleti che in breve hanno bruciato le tappe guadagnando rapidamente il
traguardo che altri hanno raggiunto con lento e meditato passo.
La storia del mondo forse anche pi popolata di giovani che la vita lhanno consumata
anzitempo nel febbrile inseguimento di idoli falsi e bugiardi e di illusioni che il mondo fa
brillare promettendo inebrianti ubriacature che invece deludono e riducono in schiavit.
Il bene vince sempre il male. Anche oggi brillano luci nel polverone turbinoso che ci
avvolge e rischia di farci smarrire la strada e perdere di vista la meta. E queste luci restano
accese a indicarci la via, che poi la via del Vangelo. Dobbiamo scorgerle, perch non
abbagliano, e seguirle. Sono quelle di chi prende sul serio la parola di Cristo e la incarna nella
vita, breve o lunga che sia, e la rende Vangelo vivente. E illuminante. E trascinante.
Matteo Farina una di queste luci di cui il mondo ha sempre terribile bisogno. Luci che
non si spengono mai, che illuminano il sentiero e il nostro animo, scaldando il cuore di
speranza.
Matteo non ha sprecato i doni ricevuti da Dio e dalla famiglia, ma si affrettato a
metterli a frutto. Con francescana semplicit li ha coltivati, sviluppati, arricchiti e mai tenuti
per s, sempre condividendoli in famiglia, a scuola, in parrocchia e nel folto gruppo di amici, i
quali, anche se non immediatamente, ne hanno colto la diversit e la genuinit e poi se ne
sono lasciati trascinare.
Una vita, la sua, che robusta testimonianza della Parola appresa, meditata e vissuta
con amorevole convinzione e trasmessa o apertamente o per riprendere la simpatica
immagine da lui coniata con lastuzia dellinfiltrato che si insinua silenzioso nel mondo,
pronto a sferrare il colpo per contagiare lindifferente o il superficiale e portarlo ad amare le
cose che veramente contano.
Una vita densa, segnata dal dolore fisico, mai fonte di scoraggiamento e nemmeno di
rassegnazione, ma di pronta e persino sorridente risposta a una Volont sempre interrogata e
sempre amata, che si svelata a lui dipanandosi nel lungo calvario di cure, interventi,
controlli, fino al lento deperimento e allinesorabile consumazione. Lo stesso Calvario di
Ges che vi trascina la sua croce e vi si immola. Matteo, fedele icona di Cristo.

Alcuni tratti della vita di Matteo

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In quante pagine si pu scrivere la vita di un ragazzo morto a 19 anni? Poche date,
quelle di tutti i suoi coetanei: nascita e battesimo, prima comunione e cresima, le scuole, e poi
la morte. Pochi gli anni, pochi i fatti salienti. Cosa pu aver lasciato un giovane come Matteo
che ha vissuto cos poco, per essere ricordato e soprattutto per essere indicato come un
ragazzo straordinario nellordinario? Matteo era un ragazzo normale che ha vissuto in
pienezza i suoi 19 anni, in cui tanti ragazzi possono rispecchiarsi. La sua non pu essere una
biografia densa di fatti e di avvenimenti, ma una storia che va letta dal di dentro, dal suo
punto di vista; una storia che Matteo stesso vuole raccontarci.
Matteo nasce ad Avellino il 19 settembre 1990, ma vive tutta la sua breve vita a
Brindisi, in questa bella citt ricca di storia che si affaccia sul mare. La sua una famiglia
unita, normale ma che ha gi in s qualcosa di speciale: la scelta di far s che lo stipendio da
impiegato di pap Miky serva a mantenere la famiglia e che la mamma Paola liberamente
rinunci a lavorare per dedicare quanto pi tempo possibile ai figli per offrire loro una sana
educazione, anche nella vita di fede. Matteo ha una sorella, Erika di quattro anni pi grande di
lui, che diventer la sua pi grande amica, la sua confidente. Una famiglia molto unita, aperta
anche agli zii, i cugini, i nonni, gli amici.
Matteo frequenta sin da piccolo la parrocchia Ave Maris Stella dove stato battezzato,
retta dai Frati Cappuccini. ancora piccolo, frequenta la scuola materna e, come ricorda il
pap, impara subito a scrivere la frase biblica riportata sullambone della chiesa: Lampada
per i miei passi la tua Parola e luce sul mio cammino; parole che gli rimangono impresse
nel cuore, tanto che cominicia a leggere il Vangelo, unabitudine che conserver per tutta la
vita. Come ogni bambino frequenta le scuole elementari e il catechismo. Quanti lo hanno
conosciuto in quegli anni lo ricordano per una caratterstica: era sempre sereno, la dolcezza
fatta persona, non litigava con i compagni, anzi si faceva prossimo, era generoso, socievole e
curioso di sapere. Gli piace andare a scuola, pratica diversi sport e comincia a coltivare quella
cha sar la sua passione, trasmessagli dal padre, la musica; impara a suonare vari strumenti: il
piano, il flauto trasverso, la batteria, la tastiera e diversi tipi di chitarra; ha una bellissima voce
e pi tardi sar il cantante del gruppo musicale fondato con gli amici.
Frequenta il catechismo per prepararsi alla Prima Comunione che riceve il 4 giugno del
2000 e anche questo impegno gli piace e lo coinvolge; possiamo dire che Matteo fin da
piccolo prende la vita sul serio, non come un gioco, ma come una oppurtunit che gli viene
data per essere vissuta nella pienezza e non sprecata e allora ogni preoccupazione, ogni
momento, ogni incontro diventa unico, importante, imperdibile e mai banale. Il suo percorso
scolastico normale, anzi, come alunno si dimostra bravo, impegnato ed interessato. Dopo le
classi elementari e le medie, inizia il biennio presso lIstituto Tecnico Giorgi. Sceglie questa
scuola perch appassionato di videogiochi, fin da piccolo ne voleva diventare un inventore.
Successivamente Matteo scopre la sua passione per la chimica, passione che lo spinge alla
scelta dellIstituto Tecnico Majorana.
Matteo era il pi bravo della scuola, eccelleva in ogni materia, adorava la scienza, in
particolare la chimica, perch nellatomo pi piccolo vedo la grandezza di Dio, diceva
lasciando affascinati gli amici e i compagni. Ma dal 2003 Matteo deve convivere e combattere
con il tumore celebrale che lo porter alla morte, o meglio alla vera vita, come diceva lui, il 24
aprile 2009.

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Ho bisogno di parlarti, Signore Mio Dio. Che cosa vuoi da me?
Quando Matteo scrive queste parole un ragazzo di 15 anni; ma la sua riflessione su
cosa sarebbe stata la sua vita era iniziata anni prima. Un avvenimento aveva segnato la sua
vita di bambino: a otto anni riceve per la prima volta il sacramento della Riconciliazione (24
aprile 1999) al quale rimarr sempre molto fedele come un momento di confronto con se
stesso e con chi lo aiuta a conoscersi meglio e migliorare.
La prima confessione ha lasciato nellanimo di Matteo un senso di pace e serenit.
Qualche tempo dopo, nella notte fra il 2 e il 3 gennaio 2000, fa un sogno. I Cappuccini della
Parrocchia avevano parlato ai bambini di Padre Pio, il santo frate da Pietrelcina che portava
sul suo corpo i segni della Passione di Ges, come S. Francesco; Matteo lo sogna e sente le
parole che il Santo gli dice: Se sei riuscito a capire che chi senza peccato felice, devi farlo
capire agli altri, in modo che potremo andare tutti insieme, felici, nel regno dei cieli. Matteo
racconta il sogno al suo direttore spirituale, padre Antonino Colasanti, il quale gli fa intendere
che il suo cammino verso Ges non potr percorrerlo da solo ma con tutti quelli che
incontrer nella vita. Matteo comprende che ha una missione: evangelizzare, ma in modo
discreto, senza presunzione e senza prediche; senza partire per paesi lontani, ma cominciando
da quanti ha vicino, i familiari, gli amici, i compagni di scuola. Una missione che Matteo
alimenta con la parola di Dio; a nove anni, come impegno quaresimale, legge tutto il Vangelo
secondo Matteo.
Rimane per un ragazzino normale: allegro, dinamico, altruista. Allapparenza la sua
vita continua come quella di tutti: famiglia, scuola, parrocchia, amici, musica, sport Una
vita che per al di sotto ha un segreto: Matteo non si sente mai solo, conta su un Amico
speciale, Ges, con il quale divide la vita, le emozioni, le speranze. Questo lo spinge a
guardare amici e compagni con occhi diversi; Erika, sua sorella, racconta: Nellambiente
scolastico, il comportamento di Matteo nei riguardi dei suoi compagni era improntato ad uno
stile di accoglienza, ascolto e premura. Sia a scuola sia fuori dedicava loro del tempo per
ascoltarne le confidenze. Mio fratello mi raccontava che i suoi compagni erano lontani dalla
fede e che questo dipendeva anche dai problemi che vivevano nellambito familiare e
generava in loro situazioni di sofferenza. Matteo era desideroso di avvicinarli a Cristo, perch
consapevole che solo lui poteva dare loro la forza di affrontare le difficolt nelle quali
versavano. Aiutava anche i suoi compagni nelle difficolt di alcune materie, dedicando loro
del tempo nelle ore extrascolastiche. Matteo infatti non sopporta che qualcuno dei compagni
perda lanno e scrive: Mi preoccupo per un mio compagno di classe: ha studiato poco e
niente, si comporta spesso male ed ha dei voti bassissimi. Per me sarebbe una grande
sofferenza non averlo in terza. Spero che la mia amicizia possa dargli la forza di andare avanti
e superare questultimo tratto di scuola. Spero di poterlo guardare negli occhi e dirgli: sono
fiero di un amico cos. Per lui importante essere positivo, vedere positivo e cercare il
positivo in tutti.
Matteo sente vicino la Madonna; ha scoperto fin da piccolo la bellezza della preghiera
del Rosario, facendola diventare la sua preghiera preferita, tanto da recitarlo ogni giorno;
quando, consapevole del male che lo aveva colpito, comprende che per lui diventer difficile
recitare il Rosario da solo, registra la sua voce per ascoltarsi e cos aiutarsi a pregare. Per lui il
Rosario non una ripetizione monotona di formule, ma un atto di abbandono nelle mani della
Madre di Ges e in questa preghiera coinvolger gli amici, convocati via sms, e anche Serena,

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la sua giovane fidanzata. Ma perch tanto amore per la madre di Ges? Come abbiamo detto
allinizio di questo racconto, cerchiamo di vedere la vita attraverso gli occhi di Matteo ed
ecco che lui risponde cos: che ama la Madonna perch era una creatura semplice,
apparentemente fragile, ma piena di Dio: Maria, tu che nella tua estrema semplicit hai
saputo vivere con Dio e per Dio; tu che nella tua apparente semplicit hai saputo schiacciare
con forza il peccato; tu che con il tuo s hai accettato la volont di Dio; tu che anche nella
sofferenza non hai mai perso la fede, tu che hai racchiuso nel tuo cuore immacolato linfinit
di Dio prega per noi Maria Ti voglio bene, Madonnina, fiore celeste.
Nel 2003, dopo unestate spensierata, durante una vacanza in montagna, Matteo
avverte freddo agli occhi e strani lampi di luce. Sono i sintomi del tumore al cervello che tra
remissioni e recrudescenze, porter Matteo alla morte. Si tratta di una forma di tumore
cerebrale rara e assai aggressiva, loligodendroglioma, localizzato nella zona parieto-
occipitale destra. Nei mesi nei quali si sottopone agli esami di accertamento si sposta ad
Avellino, Verona, Milano, fino ad Hannover, in Germania; consapevole di tutto e decide di
scrivere un diario, perch spera di riuscire a dare gioia e forza a chi ne ha bisogno. Matteo
non vive la malattia e lincertezza del futuro con angoscia, ma come una di quelle avventure
che cambiano la tua vita e quella degli altri. Ti aiuta ad essere pi forte e a crescere. Questo
il diario di un bambino tredicenne in unesperienza spettacolare. Ed proprio il bello di
questa avventura; sembra un sogno, ma tutto vero.
Il pap e la mamma gli sono vicini e proprio la mamma ricorda: Matteo ha vissuto la
sua vita in un atteggiamento costante di accoglienza e riteneva che tutto ci che gli capitava
fosse un dono di Dio. Per questo dice la mamma egli mi ripeteva: Vedo la mia vita
passo passo. Pur avendo in animo la speranza di guarire dal tumore celebrale, Matteo
ricercava continuamente la volont di Dio e considerava la malattia come una missione e
unofferta di se stesso e la sofferenza come il segno che contraddistingue lanima prediletta da
Dio.
Il positivo della malattia per Matteo sono gli altri; gli incontri con gli altri pazienti
della clinica di Hannover, con il cappellano della Missione Cattolica Italiana e la certezza che
in un certo senso la malattia il distintivo di unanima scelta da Dio. E poi la gioia che non
lo abbandoner mai e la volont di essere normale, di fare quello che gli altri fanno,
impegnandosi nello studio, continuando a frequentare gli amici, a suonare e cantare perch
Abbattersi non giova a nulla, dobbiamo essere felici e dare sempre gioia. Spero di riuscire a
conservare la gioia che ho adesso e donarla a chi ne ha bisogno. Nella vita bisogna essere
forti, cosa che penso di aver fatto.
Quando si stava preparando a ricevere la prima comunione, alla domanda del parroco
se qualcuno fosse stato disponibile a seguire Ges nel sacerdozio e nella vita religiosa, Matteo
aveva detto subito di s. Gli sarebbe piaciuto diventare sacerdote, tanto che durante il biennio
delle superiori, aveva accarezzato lidea di provare ad entrare nel seminario minore; ma i
genitori e il direttore spirituale lo avevano consigliato di aspettare levolversi della sua
malattia che nel frattempo lo aveva colpito.
Signore, cosa vuoi da me?; la risposta a questa domanda cos semplice, ma tanto
impegnativa, Matteo lha trovata nella esperienza della malattia; la risposta labbandono:
Per quanto mi riguarda, sono pronto ad offrirti tutto Eccomi. Non una risposta facile e
Matteo prova pi di una volta la fatica, la tentazione di lasciarsi andare, anche perch le cure

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chemioterapiche sono pesanti, e il male che si ripresenta impone altri interventi invasivi. la
tentazione di buttare via tutto perch sei stanco, ridotto allo stremo delle forze; lui
stesso che lo scrive: Fatica. Stringi i denti.. eppure non ce la fai. Dio ti ha lasciato solo? No.
In silenzio ti sta sempre accanto asciugando le tue lacrime e tenendoti in braccio, finch non
avrai la forza di camminare con i tuoi piedi Accucciati umile fra le sue braccia e l sarai
protetto finch non torna il bel tempo.
Nel gennaio 2005 subisce un primo intervento per asportare il tumore cerebrale,
seguito da quaranta giorni di dura chemio e radioterapia. Nel dicembre 2007 affronta un
nuovo intervento per una prima recidiva del male.
Una dottoressa parla della malattia di Matteo e da, esperta, la mette a confronto con la
sua serenit: Della vita di Matteo ci che mi ha maggiormente colpita sono state la gioia e la
serenit con le quali egli ha affrontato la sua malattia. Essendo io un medico sono
consapevole dei dolori lancinanti che un paziente accusa con una tale patologia. Nella mia
famiglia ho avuto un parente affetto dallo stesso tumore e ricordo gli atroci dolori che egli
viveva. Solo la fede pu permettere ad una persona di poter gestire, come avvenuto in
Matteo, una tale situazione clinica con serenit e con il sorriso.
La mamma ricorda la disarmante capacit di Matteo di sdrammatizzare la sua
situazione non solo per s, ma soprattutto per chi gli viveva vicino: Una volta, allinizio della
chemioterapia, mentre ero con lui in attesa che fosse chiamato, venne un infermiere e rivolto a
me mi invit a seguirlo, perch pensava fossi io la paziente Allora Matteo ridendo mi disse:
Mamma te lho detto di sorridere e cambiare faccia Vedi che pensano che sei tu
lammalata?!. Cos, quando gli chiedevo: Matteo come va? Tutto bene?, lui mi ribaltava la
domanda: Mamma come va? Tutto bene?, e sorrideva. Quando avvertiva la mia
preoccupazione nei momenti duri della malattia, mi diceva di stare tranquilla, perch (diceva):
Lo sa Ges perch sta succedendo tutto questo: tanto il bene che mi aspetto che ogni pena
mi diletto!, parafrasando il santo di Assisi che tanto ammirava, e sorridendo! E quando ero
preoccupata perch nel rientrare dalle uscite con gli amici di sera, doveva percorrere da solo
un lungo tratto di strada piuttosto isolata, mi rassicurava dicendo: Mamma, tranquilla! Io non
sono mai solo!, e sorrideva e mi faceva locchiolino per farmi intendere che il suo amico
Ges era sempre con lui.
Un sorriso e una serenit che non si possono precostruire n tantomeno possono essere
frutto di sola forza di volont. Matteo si sentiva forte e sereno perch cercava di essere come
quei poveri in spirito ai quali Ges aveva garantito la vera beatitudine: A causa della
sofferenza potrei morire da un giorno allaltro, ma non ho paura. Non ho niente con me se non
lamore di chi soffre come me, e soprattutto quello di Cristo. Sono il pi povero della terra,
eppure mi sento il pi ricco.

La missione di infiltrato.
Matteo aveva compreso che il Signore gli aveva affidato una missione speciale, cos
come lui stesso scrive: Spero di riuscire a realizzare la mia missione di infiltrato tra i
giovani, parlando loro di Dio (illuminato proprio da Lui); osservo chi mi sta intorno, per
entrare tra loro silenzioso come un virus e contagiarli di una malattia senza cura, lAmore!.
Ma spargere questo contagio, come lo chiama lui, non vuol dire adeguarsi al modo di fare di
tutti, vestirsi come tutti, parlare come tutti, pensare come tutti Vuol dire essere se stessi,

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sempre e, se si crede, vivere da credenti, senza fare prediche o provocare, ma testimoniare con
la vita.
I diversi interventi subti alla testa, le chemioterapie, le cure, il male che tra remissioni
e recidive sembra quasi giocare con lui, non gli tolgono la gioia di vivere, di interessarsi degli
altri, di impegnarsi nella scuola; s, perch Matteo ha un senso molto profondo del suo
dovere: lo studio viene prima di tutto. Forse questo sembra un aspetto un po fuori tempo e
fuori moda, ma per lui vivere voleva dire non vivacchiare o lasciarsi vivere. Certamente
molto pi maturo dei suoi coetanei e loro lo notano e sentono che anche un po diverso; non
per la malattia (qualcuno lo vede talmente normale nella sua vita quotidiana da non sospettare
delle sue condizioni), ma perch fa sul serio, quando studia, quando si impegna ad aiutare gli
altri, quando si diverte e soprattutto quando prega. Una sua amica e vicina di casa lo ricorda
bene e ricorda bene anche come lei e gli altri amici si divertissero a stuzzicarlo un po:
Allepoca eravamo tutti adolescenti, pronti a ribellarci a tutto e a tutti. Mi ricordo i
pomeriggi e le serate trascorse nel nostro cortile a giocare, parlare e scherzare, come se
lunico problema fosse dover finire i compiti in tempo per settembre o idearsi qualche gioco o
canzonetta per divertirci un po. Sicuramente i nostri problemi erano solo questi, mentre per
Matteo cera anche la sua battaglia contro la malattia, ma nonostante ci lui era come noi, era
uno di noi. Ci che Matteo mi trasmetteva e mi trasmette tuttora il suo ricordo, sono la
pazienza e la serenit. Con il senno di poi, ci riuscito e, anche se non volevo ammetterlo, lo
ammiravo: nonostante tutti i giudizi e nonostante tutte le persone, Matteo continuava a
credere e porre se stesso nella fede; chi a quellet avrebbe tutta questa forza? Io, ad esempio,
non ce lavevo. Continuare per la propria strada, continuando a lottare, senza che il giudizio
della gente potesse fargli cambiare idea o potesse farlo vacillare, questo era quello che vedevo
in lui. Mi ricordo bene i momenti durante i canti: io cercavo di guardarlo di nascosto, perch
lui cantava a piena voce, con il cuore e lo sguardo dritto, mentre io mi imbarazzavo e
vedendolo pensavo che in fin dei conti non cera niente di male nel cantare in chiesa durante
la Messa. Ammetto per che delle volte, se ero in compagnia, facendomi prendere
dallinsicurezza e da attimi infantili, io e una mia amica ci scambiavamo occhiatine e risatine.
Ovviamente non vado fiera di certi atteggiamenti che ho potuto avere nei suoi confronti, ma
lui non dava peso a queste cose e ci parlava e questo faceva intendere quanto fosse maturo e
buono.
Fare linfiltrato per Ges vuol dire, per Matteo, aiutare i compagni pi fragili,
ascoltare quelli che hanno dubbi, perdere tempo con loro, come ricorda unamica: Matteo
con i nostri amici era riuscito ad instaurare un rapporto esclusivo con ognuno. Di ogni amico
conosceva il vissuto, le ansie e i problemi e riusciva ad offrire sostegno e consigli. Matteo era
aperto ad affrontare tutti gli argomenti, e le visioni che sosteneva erano di grande
considerazione del dono della vita, tanto che si batteva contro laborto e leutanasia in quanto
riteneva che la vita un dono di Dio. Ma voleva dire anche incassare qualche critica per la
propria fede, il modo di comportarsi corretto, il linguaggio pulito, il giudizio sereno; gli amici
lo chiamavano il moralizzatore un po per prenderlo in giro, un po per riconoscendogli un
modo di agire che li metteva in crisi o per lo meno li costringeva a pensare: invitava i suoi
amici pi stretti a Messa, telefonando loro o mandando messaggi la domenica, regalava
immaginette per lui cariche di significato, anche se incontrava scetticismo negli altri. Veniva
canzonato in modo assillante da alcuni suoi conoscenti, compagni di scuola e professori a

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causa della sua grande fede e sicuramente in un ragazzo qualunque un simile atteggiamento di
bullismo avrebbe minato autostima e certezze, ma Matteo andava oltre, quando poteva
dialogava con chi lo insultava, cercando di capire il vero motivo dellinsulto, sempre pronto
ad essere autocritico ma certo e consapevole della sua fede.
Testimoniava il suo credo ogni giorno con semplicit, mai atteggiandosi, mai
apparendo arrogante o supponente. Si rendeva per conto che non era facile andare contro
corrente e a volte dover scegliere fra un amico e il dover arrivare a compromessi con il
proprio credo e le proprie convinzioni: Lamiciziaunsentimentochevacoltivatoeche
devenascerespontaneamente,perchlamicoverodifficiledatrovare,machitrovaun
amicotrovauntesoro.Noncolpevolizzoquindichimivicinoenonriesceadesseremio
amico.Concludendoquindisdifficileesserecristianoequindifarsidegliamici(avolteper
sostenerelapropriafedesipossonoanchespezzaredelleamicizie),manondobbiamotemere
a manifestare la nostra fede. Anche setutti ci abbandonassero rimarrebbe sempre Lui, il
nostroDio,ilnostroPadreceleste,ilnostromiglioreamico.Dio!.
Il forte senso dellamicizia che non consiste solo nel divertimento tanto per passare il
tempo, ma crescere insieme, la musica con il complesso rock fondato da lui e dagli amici,
i No Name , la scuola sono il suo campo di missione; l, fra gli amici, che Matteo fa
linfiltrato. Lo fa con la semplicit del suo comportamento, senza prediche, senza atteggiarsi a
migliore, lo fa con il suo sorriso disarmante, la capacit di sdrammatizzare, di vedere il
meglio in tutti, come lo ricorda unamica del gruppo che gli fu molto vicina: Lamicizia vera
era uno dei suoi massimi valori: aiutava chi poteva, era un grande ascoltatore, non giudicava,
ed ogni rapporto che intratteneva era unico e personale Matteo non risultava mai pesante,
era la vera anima del gruppo, il nostro collante, il nostro punto di riferimento. Ricordo la gioia
degli amici quando arrivava il sabato sera nel nostro punto di ritrovo, la battuta sempre
pronta, al mare era sempre pronto a giocare ad ogni sport Molto spesso ci lanciava
rimproveri affettuosi sulle parolacce e su alcune battute un poco spinte, lo chiamavamo
scherzosamente Il Moralizzatore perch alla fine aveva sempre ragione lui .

Serena: un grande amore


Un giorno di ottobre 2006, ad una festa di amici, gli sguardi di due ragazzi, Matteo e
Serena, si incrociano e si innamorano. Inizia cos una dolcissima storia di amore, di intesa, di
crescita insieme, come lei la racconta: era una storia normalissima, come quella di ogni
adolescente: durante la settimana messaggiavamo ed il sabato sera uscivamo, prima con gli
amici, poich tenevamo a passare il tempo con loro (non volevamo isolarci, non volevamo
essere una di quelle coppie che si fidanzano e poi spariscono, gli amici erano importantissimi
per entrambi) e poi dedicavamo a noi quella mezzoretta prima di separarci. Ma non era una
storia qualunque, non era cos comune, me ne resi conto mentre la vivevamo.
Una storia non comune perch parlano molto fra loro, affrontando anche temi
impegnativi come eutanasia e aborto, di come la vita sia, in ogni sua fase, dono di Dio. Una
storia che non sottrae tempo allo studio, agli amici; una coppia che non tende ad isolarsi, che
prega insieme: la Messa, il Rosario, la lettura del Vangelo: nei fidanzamenti delle mie
amiche non cera niente di tutto ci ma vivere ognuno di questi momenti mi dava una serenit
ed una felicit con Matteo che non vedevo nelle altre coppie, spesso annoiate, litigiose o

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superficiali. Una coppia che capisce, nonostante la giovane et, la bellezza dellamore come
dono reciproco: Abbiamo spesso parlato dellamore tra uomo e donna, abbiamo letto insieme
lenciclica di Papa Benedetto XVI, Deus Caritas Est, proprio in riferimento allamore fisico
tra due persone. Mi disse che avrebbe aspettato prima di tutto che ognuno di noi fosse in
grado di assumersi le proprie responsabilit al contrario di tanti nostri conoscenti, che
bruciavano le tappe e poi rimanevano delusi in seguito, volevamo vivere la nostra storia ed il
rapporto fisico con gradualit, nonostante le ovvie tentazioni da parte di entrambi.
Come la casa costruita sulla roccia che non crolla al primo soffio di vento, Matteo e
Serena affrontano insieme anche la prova della malattia, e della morte. Da parte di lui c la
consapevolezza che dovr lasciare Serena, ma la vive con la speranza della vera vita. Alla
festa dei 17 anni di lei, nonostante la malattia fosse entrata cos prepotentemente nella nostra
relazione, Matteo non manc di farmi sentire la festeggiata, la persona pi speciale. Mi regal
una di quelle collanine che si spezzano, ne avevamo gi una simile, ma disse: Non spezzarla,
tienila intera, voglio che tu tenga anche la mia parte, cos da avermi sempre con te, anche con
una collanina.
Cosa rimasto a Serena di questo grande amore? Mi ha trasmesso tanta speranza,
tanto coraggio e fede. La forza di credere nei propri valori e di battersi per le proprie idee, se
si nel giusto, il coraggio di rialzarsi nei momenti difficili La speranza di credere che in
ogni momento buio si possa trovare quella luce capace di salvarti, la voglia di vivere la vita
con tutte le sue difficolt lavere fede nel Signore, di abbandonarsi a Lui, la consapevolezza
di non essere mai soli.

Sarebbe bello riuscire ad essere semplici come Dio ci vuole


Semplici come Dio vuole come i bambini, i poveri, i pi deboli. Questi li potremmo
definire i prediletti di Matteo. I compagni meno dotati e meno simpatici dei quali prendeva le
difese; le ragazze che non voleva venissero offese con volgarit; i bambini in difficolt. Un
pap racconta stupito di come conobbe Matteo che allepoca aveva 18 anni: nel bel mezzo di
una festa tra amici, prefer passare lintera serata tenendo per mano mia figlia Benedetta che
allepoca aveva solo 9 anni, forse coinvolto dal fatto che Benedetta fosse una bambina con la
sindrome di Down.
La semplicit sta anche nelle scelte di vita e in questo Matteo era davvero unico! Non si
pu fargli un regalo di un capo di abbigliamento costoso o firmato, perch non lo gradisce; se
invece proviene da un grande magazzino e da un saldo, allora va bene. Non gli interessano i
telefonini di ultimo grido, nemmeno quando, date le sue condizioni di salute, potrebbero
essergli utili in caso di emergenza. Il pap gliene aveva regalato uno proprio con questa buona
intenzione; ma cap al volo che Matteo non condivideva liniziativa e cambi il telefono
nuovo con un modello meno moderno e meno caro: Matteo, era di nuovo sereno, notai che in
mano aveva una busta, pensai fosse un regalo ricevuto dai nonni, mi chiese quanto avevo
risparmiato seguendo le sue richieste, risposi circa 200 euro, Bene pap questa mattina hai
deciso di spendere questa cifra importante per me, e te ne sono grato, ora ti chiedo visto che
ormai avevi speso quella somma, di fare contento Ges e di metterla da parte in questa busta
dove raccolgo quanto possibile per le missioni francescane in Africa che consegno ogni anno
a Padre Benito. Appresa la lezione, misi subito i soldi nella busta, eravamo entrambi

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soddisfatti; Matteo abbracciandomi aggiunse: Per oggi abbiamo fatto il nostro dovere di
cristiani.
Le missioni e i poveri, i grandi amori di Matteo; a Natale aveva suggerito a parenti ed
amici di rinunciare ai regali o almeno di ridimensionarli per dare la vita a chi non ha neanche
una casa. E i frutti delle sue rinunce, del suo vivere da semplice erano per chi aveva poco o
niente. Anche Serena, la sua fidanzata, si associa a questa scelta: regalini s, ma semplici e
poco costosi; del resto quello che conta il cuore. Pap Miky racconta un simpatico episodio:
Quando Matteo aveva circa quindici anni fui convinto da un mio collega a comprare un paio
di scarpe da corsa molto buone. Tornando a casa le mostrai con entusiasmo a Matteo, il quale
mi fece notare che quelle che avevo erano ancora in ottimo stato e che quindi avevo fatto una
spesa superflua e mi invit a donare le scarpe che avevo preso ad Oscar, un senzatetto che
chiedeva lelemosina alle porte della nostra chiesa parrocchiale.
Essere semplici come i poveri, i bambini, gli ultimi, per non avere ombre fra noi e Dio:
Voglio essere uno specchio, il pi limpido possibile, e, se la tua volont, riflettere la Tua
luce nel cuore di ogni uomo.

Ora lasciati andare e affidati a Me!


Matteo aveva imparato, con la forza della preghiera e della volont, a convivere con i
dolori, le conseguenze delle chemioterapie, la perdita parziale della vista. Il suo impegno a
scuola rimasto costante, anzi, come ricorda il suo insegnante di lettere, su sua richiesta gli
mandavo via mail le lezioni che tenevo in classe in quanto non voleva arretrarsi con il
programma scolastico. Nellottobre 2008, mentre Matteo si prepara a frequentare lultimo
anno delle superiori per poi sostenere lesame di maturit, deve partire nuovamente per
Hannover perch i controlli hanno segnalato una nuova recidiva. Comincia per Matteo la vera
via dolorosa: tre interventi nel tentativo, vano, di rimuovere il tumore al cervello. Lultimo cui
viene sottoposto nel gennaio 2009 finalizzato solo a consentirgli il ritorno a casa per morire.
Lui lucido e consapevole di tutto, anzi, come ricorda mamma Paola, dopo due
somministrazioni di un farmaco particolarmente potente, si accorse che si trattava di
qualcosa che, oltre ad alleviare il forte dolore, non lo rendeva pienamente presente a se stesso
e, con estrema fermezza, rinunci a proseguire questa cura antidolorifica. Rientra a Brindisi
in sedia a rotelle, con una paralisi al braccio e alla gamba sinistra; ma non ha perso il suo
buon umore, la voglia di stare con gli altri, di fare progetti.
Ma qual il suo segreto? Matteo ripete spesso: Dobbiamo vivere ogni giorno come se
fosse lultimo, ma non nella tristezza della morte, bens nella gioia di essere pronti
allincontro con il Signore. E cos la morte per questo giovane di 19 anni, intelligente,
bello, dotato, ha una ragazza che lo ama, una bella famiglia, tanti amici e progetti per il
futuro? Un giorno un sottile velo ti riporter al Creatore e di nuovo il pianto, un pianto
ancora di commozione se avrai vissuto con Lui: inizia una nuova vita, quella vera.
Matteo muore il 24 aprile 2009, circondato dai suoi cari che pregano con lui. Non pu
pi parlare, ma segue la preghiera, tanto che la mamma ha appena finito di recitare la
Coroncina alla Divina Misericordia, quando Matteo emette il suo ultimo respiro. Ma tutto
davvero finito? Matteo poco prima, pensando alla nuova vita che si stava aprendo per lui,
aveva scritto: Mio Dio ho due mani, fa che una sia sempre stretta a te e laltra mano, ti

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prego, se tua volont, lasciala cadere nel mondo perch come io ho conosciuto Te per
mezzo di altri, cos anche chi non crede possa conoscerti attraverso me.

In cammino verso la gloria


Al funerale di Matteo partecip moltissima gente; tanti, non potendo entrare, rimasero
nel piazzale antistante alla chiesa. La celebrazione del funerale fu un momento gioioso, erano
presenti gli amici di Matteo, i familiari e molta gente non conosciuta. Il rito funebre stato
presieduto da padre Paolo Redavid, cappuccino, allora guardiano della comunit dei frati.
Nellomelia egli ricord quanto Matteo fosse stato legato a Cristo nella sofferenza,
confidando in Dio. Egli termin lomelia dicendo che lo riteneva Santo dei giovani. Davanti
allaltare fu posto un tappeto verde ornato con petali di rosa gialli sui quali fu adagiata la bara.
Al termine della messa la gente raccolse quei petali. Si aveva la sensazione, anzi la certezza
che qualcosa di grande e bello fosse cominciato.
Il ricordo di Matteo, della sua fede, della sua serenit si va rafforzando; si moltiplicano
le iniziative in sua memoria e il desiderio di conoscerlo meglio. In pochissimo tempo si
diffonde ed esaurisce il libretto con le preghiere scritte da Matteo e fatto stampare dalla
famiglia in suo ricordo. Matteo diventa per tanti il compagno di viaggio verso la riconquista
della vita cristiana e sacramentale, un angelo che sostiene e un amico da pregare. La fama
della sua vita cos limpida e innamorata di Dio si diffonde rapidamente e la diocesi di
Brindisi-Ostuni pensa di iniziarne la causa di beatificazione. Perch Matteo stato un giovane
di oggi che, come ha detto papa Francesco, ha rivestito i tratti dellUomo nuovo, Cristo; un
giovane che non si accontentato diunavitaparcheggiatacomelemummiedelmuseo,
ancheacostodisbagliare.
Matteo con la sua vita testimonia le parole di san Giovanni Paolo II alla GMG del
2000: In realt, Ges che cercate quando sognate la felicit; Lui che vi aspetta quando
niente vi soddisfa di quello che trovate; Lui la bellezza che tanto vi attrae; Lui che vi
provoca con quella sete di radicalit che non vi permette di adattarvi al compromesso; Lui
che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita; Lui che vi legge nel cuore le
decisioni pi vere che altri vorrebbero soffocare. Ges che suscita in voi il desiderio di fare
della vostra vita qualcosa di grande, la volont di seguire un ideale, il rifiuto di lasciarvi
inghiottire dalla mediocrit, il coraggio di impegnarvi con umilt e perseveranza per
migliorare voi stessi e la societ, rendendola pi umana e fraterna.
Il processo diocesano per la beatificazione del Servo di Dio Matteo Farina, aperto il 19
settembre 2016 nella chiesa di S. Maria del Casale in Brindisi, stato chiuso il 24 aprile 2017
nella cattedrale.

Per meglio conoscere Matteo


Il breve tempo trascorso dalla dipartita di Matteo non ha finora permesso la
pubblicazione di lavori approfonditi sulla sua vita e sul suo messaggio. La Causa di
beatificazione, recentemente iniziata, ha dato impulso ad approfondimenti quali la raccolta di
documenti e di testimonianze tra coloro che lo hanno conosciuto.
LApostolato della Preghiera di Brindisi, che sostiene la Causa, ha pubblicato una
breve biografia, scritta da Antonella Cal, Il sorriso della fede. Profilo biografico e spirituale
di Matteo Farina (2015), che sta esaurendo la seconda edizione.

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Attualmente lo strumento pi accessibile, completo e aggiornato per conoscere il
Servo di Dio il sito Internet matteofarina.com, che si articola in numerose pagine e vuole
rispondere alle legittime domande e curiosit di chi desideri conoscerne la vita e il messaggio.
Il sito di agevole lettura e oltre a fornire notizie biografiche, offre il testo delle preghiere e
delle poesie scritte da Matteo, la situazione aggiornata del cammino della Causa di
beatificazione, gli avvenimenti organizzati per ricordarlo. Oltre, naturalmente, a un
abbondante apparato fotografico e videografico.

Preghiera per la beatificazione di Matteo

Santissima Trinit,
sorgente dogni luce e dogni bene,
che susciti anche nei nostri giorni
modelli sempre nuovi di vita cristiana,
lode e gloria a te per la limpida testimonianza
del giovane Matteo Farina.
La sua esistenza tutta protesa a te ci stupisce e ci commuove.
Guardando a lui, ti preghiamo per la nostra
Chiesa diocesana, per le famiglie, per i giovani.
Aiutaci a camminare nella fede, nella speranza e nellamore.
E, se rientra nel tuo volere, donaci la grazia
che ti chiediamo per sua intercessione(supplica personale),
cos che ancora una volta la tua gloria
si manifesti attraverso i tuoi Santi
e sia esaltato il tuo Nome per sempre. Amen.
Con approvazione ecclesiastica

Per richieste di materiale e per segnalare grazie ottenute per sola intercessione di Matteo,
rivolgersi a <segue indirizzo>. Per le grazie di interesse clinico, conservare tutta la relativa
documentazione medica.

SOMMARIO

Premessa: una fedele icona di Cristo


Alcuni tratti della vita di Matteo
Ho bisogno di parlarti, Signore Mio Dio. Che cosa vuoi da me?
La missione di infiltrato.
Serena: un grande amore
Sarebbe bello riuscire ad essere semplici come Dio ci vuole
Ora lasciati andare e affidati a Me!
In cammino verso la gloria
Per meglio conoscere Matteo
Preghiera per la beatificazione di Matteo

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Raccomandazione per la scelta delle foto. La Velar accompagna il testo con un abbondante
corredo iconografico. bene che questo non sia una pura galleria dedicata alla persona di
Matteo, ma documenti la storia e lambientazione della sua vita (es. fonte battesimale, chiesa
parrocchiale, tomba, scuola frequentata ecc.).
Attenzione: le foto scelte siano libere da copyright, cautela dunque nello scaricarle da
Internet.

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