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INDICE
1. Introduzione ................................................................................................. 6
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Linee guida per la valutazione della sicurezza di edifici pubblici in c.a. o in muratura
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Convenzione Dipartimento Icar, Politecnico di Bari AdB Puglia
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Linee guida per la valutazione della sicurezza di edifici pubblici in c.a. o in muratura
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Convenzione Dipartimento Icar, Politecnico di Bari AdB Puglia
10.2.12.3 Coperture.........................................................................................................185
10.2.12.4 Et dell'edificio ...............................................................................................186
10.2.13 CALCESTRUZZO ARMATO.....................................................................................187
10.2.13.1 Sistema strutturale ........................................................................................187
10.2.13.2 Tamponamenti ...............................................................................................187
10.2.13.3 Et dell'edificio ...............................................................................................187
10.2.13.4 Valutazione dei danni ....................................................................................187
10.3 SECONDA PARTE.......................................................................................... 188
10.3.1 IDENTIFICAZIONE DELLEDIFICIO ..................................................................................188
10.3.2 DATI DI ESPOSIZIONE......................................................................................................188
10.3.3 DATI GEOMORFOLOGICI..................................................................................................188
10.3.4 DESCRIZIONE DEGLI EVENTUALI INTERVENTI STRUTTURALI ESEGUITI ..................188
10.3.5 EVENTI SIGNIFICATIVI SUBITI DALLA STRUTTURA......................................................188
10.3.6 PERIMETRAZIONE SECONDO IL PIANO DI ASSETTO IDROGEOLOGICO DELLA
REGIONE PUGLIA ...........................................................................................................................189
10.3.7 DESTINAZIONE DUSO .....................................................................................................189
10.3.8 CARICHI DI ESERCIZIO ....................................................................................................189
10.3.9 AZIONE SISMICA ..............................................................................................................189
10.3.10 CATEGORIA DI SUOLO DI FONDAZIONE .............................................................189
10.3.11 RESISTENZA DEI MATERIALI (VALORI MEDI UTILIZZATI NELLANALISI) ......190
10.3.12 MODELLAZIONE DELLA STRUTTURA E METODI DI ANALISI ...........................190
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Linee guida per la valutazione della sicurezza di edifici pubblici in c.a. o in muratura
1. Introduzione
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le Costruzioni Esistenti.
Il Capitolo 4 entra nel merito della valutazione della sicurezza degli edifici
esistenti secondo le NTC, affrontando le questioni metodologiche generali e
delineando il protocollo da seguire nelle verifiche oggetto delle presenti linee
guida. Gli aspetti discussi in questo capitolo sono comuni a tutte le tipologie
costruttive, e riguardano in particolar modo i principi generali, i requisiti di
sicurezza e gli obiettivi delle verifiche. Vengono individuate le classi di azioni
da considerare nelle verifiche: azioni controllate dalluomo e azioni non con-
trollate dalluomo (azioni sismiche), specificando i relativi criteri di sicurezza,
stati limite di riferimento e modalit di verifica. Inoltre, particolare attenzione
dedicata alla definizione del percorso di conoscenza, specificando i criteri
generali per le indagini e gli approfondimenti, la definizione dei Livelli di Co-
noscenza dei diversi parametri coinvolti e dei correlativi Fattori di Confiden-
za da utilizzare come ulteriori coefficienti parziali di sicurezza che tengano
conto delle carenze della fase conoscitiva.
Nei Capitoli 5 e 6, rispettivamente per gli edifici con struttura in c.a. e per
quelli in muratura ordinaria, sono illustrate in dettaglio le modalit di quanti-
ficazione dei fattori di confidenza, le diverse possibilit di modellazione del
comportamento strutturale, le diverse modalit di analisi e i relativi criteri di
verifica, nonch le procedure per valutare il Coefficiente di Vulnerabilit Si-
smica in funzione del metodo di analisi adottato.
Lappendice A dedicata alle modalit di indagine e caratterizzazione
meccanica per gli edifici in cemento armato.
Lappendice B dedicata alle modalit di indagine e caratterizzazione
meccanica per gli edifici in muratura.
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Linee guida per la valutazione della sicurezza di edifici pubblici in c.a. o in muratura
[4] Ministero per i Beni e le Attivit Culturali, Circolare del 5 giugno 2007.
Linee Guida per la valutazione e riduzione del rischio sismico del pa-
trimonio culturale con riferimento alle Norme tecniche per le Costru-
zioni.
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4.2 LE AZIONI
Con riferimento alle possibile azioni da considerare per le costruzioni esisten-
ti, come gi ricordato, la Circolare esplicativa alle NTC [2] chiarisce che i
provvedimenti che scaturiscono alle verifiche di sicurezza sono necessari e
improcrastinabili nel caso in cui non siano soddisfatte le verifiche relative
alle azioni controllate alluomo, ossia prevalentemente ai carichi permanen-
ti e alle altre azioni di servizio.
Pi articolata e complessa la gestione di quei casi in cui sia riscontrata
linadeguatezza dellopera rispetto alle azioni ambientali, non controllabili
dalluomo e soggette ad ampia variabilit nel tempo ed incertezza nella loro
determinazione. Tale situazione pu verificarsi ad esempio nel caso delle va-
lutazioni rispetto alle azioni sismiche. In questi casi, le decisioni da adottare
dovranno essere calibrate sulle singole situazioni in relazione alla gravit
dellinadeguatezza, alle conseguenze, alle disponibilit economiche e alle im-
plicazioni in termini di pubblica incolumit. Saranno i proprietari o i gestori
delle singole opere, siano essi enti pubblici o privati o singoli cittadini, a defi-
nire il provvedimento pi idoneo, eventualmente individuando uno o pi li-
velli delle azioni, commisurati alla vita nominale restante e alla classe duso,
rispetto ai quali si rende necessario effettuare lintervento di incremento della
sicurezza entro un tempo prestabilito.
Queste osservazioni configurano pertanto la necessit di considerare due
distinte classi di azioni:
- Azioni controllate dalluomo (esclusi sisma, neve, vento, variazioni
termiche).
- Azioni non controllate dalluomo: azioni sismiche.
4.3 GLI STATI LIMITE DI VERIFICA
Le nuove NTC introducono una sostanziale novit rispetto agli Stati Limite
nei confronti dei quali valutare le condizioni di sicurezza e progettare gli in-
terventi nel caso delle costruzioni esistenti, consentendo di limitare tali valu-
tazioni ai soli Stati Limite Ultimi e lasciando discrezionale la verifica nei
confronti degli Stati Limite di Esercizio, i cui livelli prestazionali possono es-
sere stabiliti dal Progettista di concerto con il Committente.
Nellambito sismico, poi, lanalisi pu essere limitata a solo uno dei due
stati limite ultimi previsti per le nuove costruzioni (stato limite di salvaguardia
della vita SLV e stato limite di collasso SLC). Lo Stato limite di collasso vie-
ne considerato solo per costruzioni di calcestruzzo armato o di acciaio. Per gli
edifici in muratura, le verifiche vengono invece eseguite per lo Stato limite di
Salvaguardia della Vita.
Accogliendo tale impostazione generale, nelle presenti Linee Guida si in-
dicano i criteri di minimo in relazione ai soli SLU per le verifiche relative alle
azioni controllate dalluomo, ed ai soli SLV per le azioni sismiche, ferma re-
stando la possibilit che, laddove ritenuto necessaria, lanalisi possa essere e-
stesa anche agli SLE.
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Gli effetti dellazione sismica saranno valutati tenendo conto delle masse as-
sociate ai seguenti carichi gravitazionali (3.2.4 - NTC):
G1 + G2 +
j
2j Qkj
con:
- E azione sismica;
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SLV
PGACap
CVS SLV
(4.1)
PGADom
da osservare che la variabilit della forma spettrale al variare
dellaccelerazione di ancoraggio, rende alquanto complessa lesplicitazione
della (4.1) e, pertanto, in prima approssimazione si assume accettabile una va-
lutazione che prescinda da tale variabilit e che consideri la forma spettrale
costante e coincidente con quella adottata per lo SLV relativo al TR assunto
(per le scuole: TR=712 anni).
Sotto queste ipotesi:
- in unAnalisi Lineare il coefficiente di vulnerabilit sismica coincide
con il rapporto fra la capacit dellelemento che per primo raggiunge
il collasso sotto unazione sismica crescente e leffetto prodotto sullo
stesso elemento dallazione di progetto associata a TR.
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ai fini di una attendibile valutazione della sicurezza, sia per garantire la neces-
saria omogeneit nelle valutazioni di vulnerabilit sismica, e pu essere con-
seguita con diversi livelli di approfondimento, in funzione dellaccuratezza
delle operazioni di rilievo, delle ricerche storiche e delle indagini sperimentali
realizzate. In questo senso assume particolare importanza la fase preliminare
dedicata alla ricostruzione del processo di realizzazione, delle successive mo-
dificazioni nonch degli eventi che hanno interessato ledificio, tanto che vie-
ne specificatamente richiesta una analisi storico-critica. altres fondamenta-
le la pianificazione e progettazione del piano di indagini (visive e strumenta-
li), che saranno funzione degli obiettivi preposti ed andranno ad interessare
tutto o in parte ledificio.
Lo studio delle caratteristiche del fabbricato teso alla definizione di un
modello interpretativo che consenta, nelle diverse fasi della sua calibrazione,
sia uninterpretazione qualitativa del funzionamento strutturale sia lanalisi
strutturale per una valutazione quantitativa. Il grado di attendibilit del model-
lo sar strettamente legato al livello di approfondimento ed ai dati disponibili.
Da questo punto di vista vengono introdotti diversi livelli di conoscenza (LC)
ad approfondimento crescente, ai quali saranno legati fattori di confidenza
(FC) che rappresentano degli ulteriori coefficienti di sicurezza da introdurre
nellanalisi.
Anche se metodologicamente il percorso di conoscenza si sviluppa in ma-
niera perfettamente analoga per tutti gli edifici, a prescindere dal sistema
strutturale e costruttivo con cui sono realizzati, va sottolineato che operativa-
mente vi sono delle problematiche peculiari per ciascuna tipologia, le quali
saranno affrontate pi in dettaglio nei capitoli specifici dedicati alle costruzio-
ni in cemento armato e a quelle in muratura portante (tipologie oggetto delle
presenti linee guida).
In particolare, il caso degli edifici in muratura presenta maggiori difficolt
operative per una serie di circostanze frequenti: documentazione progettuale
carente o irreperibile; configurazioni morfologiche e costruttive stratificate e
complesse; limitata possibilit di effettuare valutazioni affidabili e rappresen-
tative dei parametri fisici e meccanici dei materiali in sito a causa della diso-
mogeneit costruttiva, oltre che dalle esigenze di conservazione e tutela.
Si segnala infine che per le costruzioni di valenza storico-artistica un ulte-
riore utile riferimento normativo rappresentato dalle Linee Guida del
M.BB.CC. del 2007 [4].
Il percorso della conoscenza delledificio pu essere ricondotto alle seguenti
attivit:
- Ricostruzione delle fasi e storia progettuale e costruttiva, con indivi-
duazione delle eventuali fasi di trasformazione edilizia;
- Ricostruzione della storia sismica;
- Informazioni sulle norme utilizzate nel progetto originale;
- Rilievo geometrico della costruzione nello stato attuale, comprensivo
degli eventuali fenomeni fessurativi e deformativi;
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Rilievo geometrico-strutturale
Il rilievo geometrico-strutturale della costruzione nel suo stato attuale do-
vr essere riferito sia alla geometria complessiva dellorganismo che a
quella degli elementi costruttivi, comprendendo i rapporti con le eventuali
strutture in aderenza. Nel rilievo dovranno essere rappresentate le modifi-
cazioni intervenute nel tempo, come desunte dallanalisi storico-critica.
Per la geometria esterna, si richiede che il rilievo sia compiuto in ma-
niera quanto pi completa e dettagliata possibile, ai fini della definizione
del modello strutturale necessario alla valutazione della sicurezza per le a-
zioni prese in esame.
Riconoscimento degli elementi strutturali e caratterizzazione dei dettagli
costruttivi
Il rilievo geometrico deve essere completato con un rilievo dettagliato de-
gli elementi strutturali e dei dettagli costruttivi, con lobiettivo di indivi-
duare e caratterizzare nella maniera pi completa possibile lorganismo re-
sistente della costruzione, tenendo anche presente la qualit e lo stato di
conservazione dei materiali e degli elementi costitutivi.
I dettagli costruttivi di interesse possono essere occultati alla vista (ad
esempio disposizione delle armature nelle strutture in c.a.) e possono ri-
chiedere rilievi a campione, effettuati anche sulla base di saggi a carattere
distruttivo, valutazioni estensive per analogia ovvero applicazione di me-
todologie di indagine diagnostica in sito non distruttive(cfr. Appendici A e
B). Le indagini hanno essenzialmente lo scopo di verificare le informazio-
ni desumibili dai documenti di progetto, con un numero limitato di prove,
o le ipotesi sui dettagli costruttivi, con un numero pi elevato di prove. In
assenza di documentazione, quando siano noti almeno i periodi di costru-
zione e progettazione, le ipotesi sui dettagli costruttivi devono basarsi sul
progetto simulato o almeno sullindividuazione delle regole generali di
progetto.
La rappresentazione dei risultati del rilievo dovr essere effettuata attraverso
piante, prospetti, sezioni, particolari e dettagli costruttivi (seguendo le indica-
zioni fornite nel paragrafo 4.8). In particolare, se il rilievo deriva dalla riela-
borazione di una documentazione preesistente, occorre individuare e segnala-
re gli elementi sui quali effettivamente stata effettuata la verifica di con-
gruenza.
4.6.2.5 Rilievo dei dissesti e quadri fessurativi
Dovr essere effettuato uno specifico rilievo dei dissesti, in atto o stabilizzati,
ponendo particolare attenzione allindividuazione dei quadri fessurativi e dei
meccanismi di danno. Dovranno essere inoltre rilevati il degrado a carico de-
gli elementi strutturali, nonch la presenza di difetti costruttivi e carenze
nellimpianto costruttivo (ad esempio: distacchi del copriferro, corrosione del-
le armature, nidi di ghiaia e lesioni da ritiro nel c.a.; fuori piombo costruttivi,
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Analisi storico-critica
Rilievo
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Ai fini della scelta del tipo di analisi e dei valori dei fattori di confidenza da
applicare alle propriet dei materiali si distinguono i tre livelli di conoscenza
seguenti:
- LC1: Conoscenza Limitata;
- LC2: Conoscenza Adeguata;
- LC3: Conoscenza Accurata.
Gli aspetti che definiscono i livelli di conoscenza sono:
- geometria, ossia le caratteristiche geometriche degli elementi struttu-
rali;
- dettagli strutturali, ossia la quantit e disposizione delle armature, la
consistenza degli elementi non strutturali collaboranti;
- materiali, ossia le propriet meccaniche del calcestruzzo e
dellacciaio.
La relazione tra livelli di conoscenza, metodi di analisi e fattori di confidenza
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Le procedure per ottenere i dati richiesti sulla base dei disegni di progetto e/o
di prove in-situ, per ciascun livello di conoscenza, sono descritte nel seguito.
LC1: Conoscenza limitata
Geometria: la geometria della struttura nota o in base a un rilievo o dai
disegni originali. In questultimo caso va comunque effettuato un rilievo visi-
vo a campione per verificare leffettiva corrispondenza del costruito ai dise-
gni. I dati raccolti sulle dimensioni degli elementi strutturali devono essere tali
da consentire la messa a punto di un modello strutturale idoneo ad unanalisi
lineare.
Dettagli costruttivi: i dettagli non sono disponibili da disegni costruttivi e
sono ricavati sulla base di un progetto simulato eseguito secondo la pratica
dellepoca della costruzione. richiesta una limitata verifica in-situ delle ar-
mature e dei collegamenti presenti negli elementi pi importanti. I dati raccol-
ti saranno tali da consentire verifiche locali di resistenza.
Propriet dei materiali: non sono disponibili informazioni sulle caratteri-
stiche meccaniche dei materiali, n da disegni costruttivi n da certificati di
prova. Si adottano valori usuali della pratica costruttiva dellepoca convalidati
da limitate prove in-situ sugli elementi pi importanti.
La valutazione della sicurezza nel caso di conoscenza limitata viene in ge-
nere eseguita mediante metodi di analisi lineare statici o dinamici.
LC2: Conoscenza adeguata
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Nel caso di elementi piani (solette, pareti, ) gettati in opera con calcestruzzi
ordinari e con spessori minori di 50 mm, la resistenza di calcolo a compres-
sione va ridotta a 0.80 fcd.
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Figura 5.1. Tipologia di meccanismo: (a) generico elemento in c.a.; (b) risposta di un elemen-
to/meccanismo duttile; (c) risposta di un elemento/meccanismo duttile.
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NTC).
Nella definizione del modello alcuni elementi strutturali, considerati se-
condari, e gli elementi non strutturali autoportanti (tamponature e tramezzi),
possono essere rappresentati unicamente in termini di massa, considerando il
loro contributo alla rigidezza e alla resistenza del sistema strutturale solo qua-
lora essi possiedano rigidezza e resistenza tali da modificare significativamen-
te il comportamento del modello.
Gli orizzontamenti possono essere considerati infinitamente rigidi nel loro
piano, a condizione che siano realizzati in cemento armato, oppure in latero-
cemento con soletta in c.a. di almeno 40 mm di spessore, o in struttura mista
con soletta in cemento armato di almeno 50 mm di spessore collegata da con-
nettori a taglio opportunamente dimensionati agli elementi strutturali in ac-
ciaio o in legno e purch le aperture presenti non ne riducano significativa-
mente la rigidezza.
Per rappresentare la rigidezza degli elementi strutturali si possono adottare
modelli lineari, che trascurano le non linearit di materiale e geometriche, e
modelli non lineari, che le considerano; in ambo i casi si deve tener conto del-
la fessurazione dei materiali fragili. In caso non siano effettuate analisi speci-
fiche, la rigidezza flessionale e a taglio degli elementi pu essere ridotta sino
al 50% della rigidezza dei corrispondenti elementi non fessurati, tenendo de-
bitamente conto dellinfluenza della sollecitazione assiale permanente.
Nel caso di comportamento dissipativo si possono adottare sia modelli li-
neari sia modelli non lineari, considerando le non-linearit meccaniche e/o
geometriche.
Per quanto attiene le non linearit di materiale sono ammesse le modella-
zioni di seguito indicate.
A) Modellazioni a plasticit concentrata che considerano elastico il
comportamento di ogni elemento strutturale, concentrando le deformazioni
anelastiche, laddove presenti, nelle cosiddette cerniere plastiche, localizza-
te, in genere, alle estremit degli elementi. Per poter utilizzare correttamente
tale modellazione necessario:
1. definire un adeguato diagramma Momento-Curvatura in presenza di a-
zione assiale e degrado causato dallazione sismica;
2. prevedere unadeguata lunghezza di cerniera plastica equivalente fina-
lizzata alla valutazione di una rotazione plastica prossima a quella reale.
La scelta di un opportuno legame costitutivo della cerniera plastica consente
di descrivere oltre al comportamento flessionale, altri fenomeni che possono
condizionare la risposta strutturale, quali la deformabilit a taglio, lo scorri-
mento delle armature, la flessibilit del nodo trave-colonna.
B) Modellazioni a plasticit diffusa con elementi a fibre (o equivalen-
ti), che consentono di ottenere lo stato di sforzo/deformazione della sezione
dellelemento generico tramite integrazione della risposta sfor-
zo/deformazione uniassiale. Generalmente tali modellazioni tengono in con-
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to le sole componenti flessionali della deformazione, per cui, per poter con-
siderare fenomeni aggiuntivi (deformabilit a taglio, scorrimenti armature,
deformabilit nodali,...) necessario introdurre ulteriori elementi.
Le non linearit geometriche vanno considerate ogni qual volta la risposta si-
smica produce elevati livelli di spostamento, tali da rendere non pi accettabi-
le lipotesi della teoria dellelasticit lineare secondo la quale possibile con-
fondere la configurazione indeformata con quella finale deformata. Le non li-
nearit geometriche possono essere prese in conto, quando necessario, attra-
verso il fattore definito dalla seguente equazione:
P dr
(5.5)
V h
dove:
- P il carico verticale totale della parte di struttura sovrastante
lorizzontamento in esame;
- dr lo spostamento orizzontale medio dinterpiano, ovvero la differenza
tra lo spostamento orizzontale dellorizzontamento considerato e lo spo-
stamento orizzontale dellorizzontamento immediatamente sottostante;
- V la forza orizzontale totale in corrispondenza dellorizzontamento in
esame;
- h la distanza tra lorizzontamento in esame e quello immediatamente
sottostante.
In particolare le non linearit geometriche possono essere trascurate nel caso
in cui ad ogni orizzontamento risulti 1. Quando invece 0.1< 0.2, gli ef-
fetti delle non linearit geometriche possono essere presi in conto incremen-
tando gli effetti dellazione sismica orizzontale di un fattore pari a 1/(1-).
non pu comunque superare il valore 0.3.
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ziW
Fi Fh (5.6)
z jW j
dove:
- Fh = Sd (T1 ) W /g
- Fi la forza da applicare alla massa i-esima;
- Wi e Wj sono i pesi, rispettivamente, della massa i e della massa j;
- zi e zj sono le quote, rispetto al piano di fondazione delle masse i
e j;
- Sd(T1) lordinata dello spettro di risposta (elastico o ridotto del
fattore q a seconda della modalit prescelta secondo le indicazio-
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E G1 G2 2 j Qkj (5.8)
j
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Suj
CVS j (5.9)
Sd min
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Come per lanalisi statica lineare, anche lanalisi dinamica lineare pu es-
sere effettuata secondo due differenti modalit:
a) Analisi Dinamica Lineare con spettro elastico;
b) Analisi Dinamica Lineare con spettro ridotto del fattore q.
In entrambi i casi i passi fondamentali della procedura sono di seguiti sintetiz-
zati:
1) Determinazione dei Modi di Vibrare della costruzione (Analisi Mo-
dale).
La procedura passa attraverso la definizione delle matrici di Massa e
Rigidezza delledificio, il calcolo dei fattori di partecipazione i e del-
le masse di partecipazione modale Mi.
2) Calcolo degli effetti sismici, separatamente nelle 3 direzioni, median-
te Combinazione Quadratica Completa degli effetti relativi ai singoli
modi di vibrare ( 7.3.3.1 delle NTC).
3) Aggiunta degli effetti delleccentricit accidentale mediante
lapplicazione di Momenti Torcenti di piano (secondo quanto indicato
ai 7.2.6 e 7.3.3.2 delle NTC).
4) Combinazione delle risposte nelle 3 direzioni secondo la relazione:
1.00 Ex + 0.30 Ey + 0.30 Ez (5.10)
con rotazione dei coefficienti e individuazione degli effetti pi gravosi.
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E G1 G2 2 jQkj (5.11)
j
Suj
CVS j (5.12)
Sd min
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punto della curva definisce una deformazione congruente con il vettore di for-
ze applicate. La distribuzione costante per tutto il corso dellanalisi del vettore
rappresentativo della forzante equivale ad ipotizzare che un solo mo-do, co-
stante fino al collasso, controlli la risposta.
Le approssimazioni insite nell'analisi statica non-lineare, nella forma con-
sigliata da NTC, ne indicano la applicazione sotto alcune condizioni. In gene-
rale, essa risulta attendibile quando la struttura ha un comportamento regolare.
Infatti, se il comportamento non regolare, probabile che esistano delle non
trascurabili influenze dei modi superiori di vibrare. Questo porta a consi-
derare come pi opportuna la pushover con tecnica adattativa ovvero basata
sui modi di vibrare ricalcolati ad incrementi di carico regolari.
Inoltre, se non verificata l'ipotesi di solai rigidi nel loro piano molto
difficile condurre un'analisi pushover a causa delle irregolarit insite nell'a-
nalisi.
Figura 5.3. Esempio di un diagramma Taglio-spostamento ottenuto attraverso una analisi di-
namica incrementale.
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*
dove d cap lo spostamento del sistema 1-GDL corrispondente alla massi-
ma capacit della struttura, precedentemente definita per gli elementi fragi-
li e duttili a seconda delle caratteristiche della curva di pushover.
D
CVS k (5.14)
Dt min
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Tabella 5.3. Valori delle propriet dei materiali e criteri di analisi e di verifica della sicurezza.
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Figura 5.4. Definizione della rotazione di corda e della luce di taglio a) trave b) pilastro/parete.
La rotazione rispetto alla corda derivata per analogia con una mensola
(Figura 5.5). Nella stessa figura riportato il tipico legame costitutivo V- .
La capacit di rotazione rispetto alla corda allo SLV disp , SLV pu essere
ricavata sulla base della risposta dello schema a mensola proposto in Figura
5.5, assumendo:
3
disp , SLV u (5.16)
4
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1.25
0.225 0.35
1 max(0.01; ' )
LV sx yw
u 0.016 (0.3 ) fc
25
fc 100 d
el max(0.01; ) h
(5.17)
dove:
- el = 1.5 per gli elementi primari ed 1.0 per gli elementi secondari (come
definiti al 7.2.3 delle NTC);
- LV la luce di taglio;
- h laltezza della sezione;
- N / Ac f c lo sforzo assiale normalizzato di compressione agente su
tutta la sezione Ac;
- As f y / Ac f c e ' A' s f y / Ac f c sono le percentuali meccaniche
di armatura longitudinale in trazione e compressione rispettivamente
(nelle pareti tutta larmatura longitudinale danima da includere nella
percentuale in trazione);
- fc, fy e fyw sono la resistenza a compressione del calcestruzzo e la resisten-
za a snervamento dellacciaio, longitudinale e trasversale, ottenute come
media delle prove eseguite in sito, eventualmente corrette sulla base di
fonti aggiuntive di informazione, divise per il Fattore di Confidenza ap-
propriato in relazione al Livello di Conoscenza raggiunto;
- sx Asx / bw s h la percentuale di armatura trasversale (con sh = inte-
rasse delle staffe nella zona critica);
- d la percentuale di eventuali armature diagonali in ciascuna direzio-
ne;
- un fattore di efficienza del confinamento dato da:
sh bi
2
sh
1 1 1
6h b (5.18)
2 b0 2 h0 0 0
Per le Pareti il valore dato dallespressione (5.17) deve essere diviso per 1.6.
Negli elementi non dotati di adeguati dettagli di tipo antisismico, ossia con
percentuali di armatura trasversale e longitudinale diverse dalle indicazioni
riportate per la progettazione, il valore dato dallespressione (5.17) deve esse-
re moltiplicato per 0.85.
51
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1 0.5 Lpl
u y u y Lpl 1 (5.21)
el L
V
dove y la rotazione rispetto alla corda allo snervamento che pu essere
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LV h d f
y y 0.0013 1 1.5 0.13 y b y per travi e pilastri
3 LV fc
(5.22)
LV L d f
y y 0.002 1 0.125 V 0.13 y b y per pareti
3 h fc
dove:
- u la curvatura ultima valutata considerando le deformazioni ultime del
conglomerato (tenuto conto del confinamento) e dellacciaio (da stimare
sulla base dellallungamento uniforme al carico massimo, in mancanza di
informazioni si pu assumere che la deformazione ultima dellacciaio sia
pari al 4%);
- y la curvatura a snervamento valutata considerando lacciaio alla de-
formazione di snervamento sy ;
- LV la luce di taglio;
- Lpl la lunghezza di cerniera plastica (Figura 5.6) valutabile come:
d bL f y
Lpl 0.1 LV 0.17 h 0.24 (5.23)
fc
con h altezza della sezione; dbL diametro (medio) delle barre longitudi-
nali; fc e fy rispettivamente resistenza a compressione del calcestruzzo e
resistenza a snervamento dellacciaio longitudinale (espresse in MPa),
ottenute come media delle prove eseguite in sito e da fonti aggiuntive di
informazione, divise per il Fattore di Confidenza appropriato in relazio-
ne al Livello di Conoscenza raggiunto.
53
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Figura 5.7. Calcolo semplificato della rotazione rispetto alla corda a) caso generale; b) il caso
della trave; c) il caso del pilastro.
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2 2
N N Vn
nt
2 A
A
0.3 f c f c in Mpa (5.24)
2 Ag g g
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Linee guida per la valutazione della sicurezza di edifici pubblici in c.a. o in muratura
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varie tipologie, sia ai parametri di resistenza (fm e 0), sia ai moduli ela-
stici (E e G); nel caso della resistenza a taglio lincremento percentuale
da considerarsi met rispetto a quanto considerato per la resistenza a
compressione; nel caso di murature in pietra naturale opportuno veri-
ficare che la lavorazione sia curata sullintero spessore del paramento.
- presenza di ricorsi (o listature): si applica il coefficiente indicato in ta-
bella ai soli parametri di resistenza (fm e 0); tale coefficiente ha signifi-
cato solo per alcune tipologie murarie, in quanto nelle altre non si ri-
scontra tale tecnica costruttiva;
- presenza di elementi di collegamento trasversale tra i paramenti: si ap-
plica il coefficiente indicato in tabella ai soli parametri di resistenza (fm
e 0); tale coefficiente ha significato solo per le murature storiche, in
quanto quelle pi recenti sono realizzate con una specifica e ben defini-
ta tecnica costruttiva ed i valori in Tabella 6.1 rappresentano gi la pos-
sibile variet di comportamento.
Le diverse tipologie di Tabella 6.1 assumono che la muratura sia costituita da
due paramenti accostati, o con un nucleo interno di limitato spessore (inferiore
allo spessore del paramento); fanno eccezione il caso della muratura a conci
sbozzati, per la quale implicita la presenza di un nucleo interno (anche signi-
ficativo ma di discrete caratteristiche), e quello della muratura in mattoni pie-
ni, che spesso presenta un nucleo interno con materiale di reimpiego reso coe-
so. Nel caso in cui il nucleo interno sia ampio rispetto ai paramenti e/o parti-
colarmente scadente, opportuno ridurre opportunamente i parametri di resi-
stenza e deformabilit, attraverso una omogeneizzazione delle caratteristiche
meccaniche nello spessore. In assenza di valutazioni pi accurate possibile
penalizzare i suddetti parametri meccanici attraverso il coefficiente indicato in
Tabella 6.2.
In presenza di murature consolidate, o nel caso in cui si debba valutare la
sicurezza delledificio rinforzato, possibile valutare le caratteristiche mecca-
niche per alcune tecniche di intervento, attraverso i coefficienti indicati in
Tabella 6.2, secondo le seguenti modalit:
- consolidamento con iniezioni di miscele leganti: si applica il coefficien-
te indicato in tabella, diversificato per le varie tipologie, sia ai parametri
di resistenza (fm e 0), sia ai moduli elastici (E e G); nel caso in cui la
muratura originale fosse stata classificata con malta di buone caratteri-
stiche, il suddetto coefficiente va applicato al valore di riferimento per
malta di scadenti caratteristiche, in quanto il risultato ottenibile attra-
verso questa tecnica di consolidamento , in prima approssimazione,
indipendente dalla qualit originaria della malta (in altre parole, nel ca-
so di muratura con malta di buone caratteristiche, lincremento di resi-
stenza e rigidezza ottenibile percentualmente inferiore);
- consolidamento con intonaco armato: per definire parametri meccanici
equivalenti possibile applicare il coefficiente indicato in tabella, di-
versificato per le varie tipologie, sia ai parametri di resistenza (fm e 0),
59
Linee guida per la valutazione della sicurezza di edifici pubblici in c.a. o in muratura
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62
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fm
fd (6.1)
M FC
La resistenza di progetto fvd da impiegare per le verifiche a taglio in presenza
di tensione normale media n dovuta ai carichi verticali agenti sulla sezione di
verifica va assunta pari a:
0 0.4 n
f vd (6.2)
M FC
Nelle formule precedenti si ha:
fm = resistenza media a compressione della muratura (secondo la Tabella
6.1);
0 = resistenza media a taglio della muratura (secondo la Tabella 6.1);
M = coefficiente parziale di sicurezza per le murature = 3;
FC = fattore di confidenza (secondo la Tabella 6.3).
Per gli edifici esistenti in muratura, considerata la notevole variet delle tipo-
logie e dei meccanismi di rottura del materiale, la resistenza a taglio di calcolo
per azioni nel piano di un pannello in muratura potr essere calcolata con un
criterio di rottura per fessurazione diagonale o con un criterio di scorrimento,
facendo eventualmente ricorso a formulazioni alternative rispetto a quelle a-
dottate per opere nuove, purch di comprovata validit.
Nel caso di muratura irregolare o caratterizzata da blocchi non particolar-
mente resistenti, la resistenza a taglio di calcolo per azioni nel piano di un
pannello in muratura potr essere calcolata con la relazione seguente:
1 .5 0 d 0 f
Vt l t 1 l t cd 1 0 (6.3)
b 1 .5 0 d b f td
dove:
- l la lunghezza del pannello;
- t lo spessore del pannello;
- 0 = P/l t la tensione normale media, riferita allarea totale della sezio-
ne (P forza assiale agente, positiva se di compressione);
- ftd e 0d sono, rispettivamente, i valori di calcolo della resistenza a trazio-
ne per fessurazione diagonale e della corrispondente resistenza a taglio di
63
Linee guida per la valutazione della sicurezza di edifici pubblici in c.a. o in muratura
riferimento della muratura (ft = 1.5 0). Nel caso in cui tale parametro sia
desunto da prove di compressione diagonale, la resistenza a trazione per
fessurazione diagonale ft si assume pari al carico diagonale di rottura di-
viso per due volte la sezione media del pannello sperimentato valutata
come t(l+h)/2, con t, l e h rispettivamente spessore, base, altezza del pan-
nello;
- b un coefficiente correttivo legato alla distribuzione degli sforzi sulla
sezione, dipendente dalla snellezza della parete. Si pu assumere b=h/l,
con h altezza del pannello e 1.0 b 1.5.
64
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h0
(6.5)
t
6e
m (6.6)
t
con
t = spessore totale del muro;
e = eccentricit totale.
Per valori non contemplati in tabella ammessa linterpolazione lineare; in
nessun caso sono ammesse estrapolazioni.
Tabella 6.4. Valori del coefficiente con lipotesi della articolazione (a cerniera).
65
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e s e s1 e s 2 (6.8)
e s1
N 1d 1
; es 2
N 2d 2
N1 N 2 N1 N 2
dove:
- es1: eccentricit della risultante dei carichi trasmessi dai muri dei piani
superiori rispetto al piano medio del muro da verificare;
- es2: eccentricit delle reazioni di appoggio dei solai soprastanti la sezione
di verifica;
- N1: carico trasmesso dal muro sovrastante supposto centrato rispetto al
muro stesso;
- N2: reazione di appoggio dei solai sovrastanti il muro da verificare;
- d1: eccentricit di N1 rispetto al piano medio del muro da verificare;
- d2: eccentricit di N2 rispetto al piano medio del muro da verificare; tali
eccentricit possono essere positive o negative.
b) eccentricit dovuta a tolleranze di esecuzione (ea):
Considerate le tolleranze morfologiche e dimensionali connesse alle tecnolo-
gie di esecuzione degli edifici in muratura si deve tener conto di una eccentri-
cit accidentale ea che assunta almeno uguale a:
h
ea (6.9)
200
con h altezza interna di piano.
c) eccentricit dovuta alle azioni orizzontali considerate agenti in direzione
normale al piano della muratura (ev):
Mv
ev (6.10)
N
dove Mv ed N sono, rispettivamente, il massimo momento flettente dovuto
alle azioni orizzontali e lo sforzo normale nella relativa sezione di verifica. Il
66
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67
Linee guida per la valutazione della sicurezza di edifici pubblici in c.a. o in muratura
l 2t 0 0
Mu 1 (6.13)
2 0.85 f d
dove:
- Mu il momento corrispondente al collasso per presso flessione:
- l la lunghezza complessiva della parete (inclusiva della zona tesa);
- t lo spessore della zona compressa della parete;
P
- la tensione normale media riferita allarea totale della sezione,
lt
con P forza assiale agente (positiva se di compressione). Se P di trazio-
ne, Mu = 0;
- fd la resistenza a compressione di calcolo della muratura definita dalla
relazione (6.1).
Verifica a taglio
La resistenza a taglio di ciascun elemento strutturale valutata per mezzo del-
la relazione seguente:
68
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Vt l ' t f vd (6.14)
dove:
l la lunghezza della parte compressa della parete;
t lo spessore della parete;
fvd, definita dalla (6.2), rappresenta la resistenza a taglio in presenza della
tensione media di compressione n = P/ (lt).
In alternativa pu essere utilizzata lespressione (6.3).
Verifica a pressoflessione fuori piano
Il valore del momento di collasso per azioni perpendicolari al piano della pa-
rete calcolato assumendo un diagramma delle compressioni rettangolare, un
valore della resistenza pari a 0.85 fd e trascurando la resistenza a trazione della
muratura.
69
Linee guida per la valutazione della sicurezza di edifici pubblici in c.a. o in muratura
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fm
fd (6.16)
M FC
Per le verifiche a taglio:
0 0.4 n
f vd (6.17)
M FC
- nel caso di Analisi Lineari si adotter il coefficiente M=2;
- nel caso di Analisi Non-Lineari si adotter invece il coefficiente M=1.
Nel caso di muratura irregolare, per quanto attiene la resistenza a taglio di cal-
colo per azioni nel piano, vale quanto detto in merito alle azioni controllate
dalluomo, con riferimento allespressione (6.3).
6.3.1.2 Modellazione delledificio
necessario modellare tutte le pareti con funzione strutturale utilizzando mo-
delli che considerano sia la deformabilit che la resistenza dei materiali e de-
gli elementi strutturali (elementi resistenti nel piano).
Nel modello per lanalisi del comportamento sismico dinsieme
delledificio, si potr tenere conto della sola capacit resistente dei pannelli
murari nel loro piano. Questa semplificazione potr essere adottata nel caso di
edifici ordinari, nei quali le tipiche distanze tra solaio e solaio e tra parete e
parete permettono di considerare valida lipotesi di disaccoppiamento del
comportamento delle pareti fuori dal piano e nel piano.
Leventuale disallineamento verticale delle aperture nei muri comporta di-
scontinuit ed irregolarit nella trasmissione delle azioni interne. Questo do-
vr essere adeguatamente tenuto in conto nella individuazione del modello
strutturale. In assenza di valutazioni pi accurate, si prenderanno in conside-
razione solamente le porzioni di muro che presentino continuit verticale sin
dalla quota delle fondazioni.
Le rigidezze degli elementi murari saranno calcolate considerando sia il
contributo flessionale sia quello tagliante. Lutilizzo di rigidezze fessurate
da preferirsi; in assenza di valutazioni pi accurate le rigidezze fessurate po-
tranno essere assunte pari alla met di quelle non fessurate.
I solai potranno essere considerati infinitamente rigidi nel loro piano (a
condizione che le aperture presenti non ne riducano significativamente la rigi-
dezza), se realizzati in cemento armato, oppure in latero-cemento con soletta
in c.a. di almeno 40 mm di spessore, o in struttura mista con soletta in cemen-
to armato di almeno 50 mm di spessore collegata da connettori a taglio oppor-
tunamente dimensionati agli elementi strutturali di solaio in acciaio o in legno.
Nel caso di altre soluzioni costruttive lipotesi di infinita rigidezza dovr esse-
re valutata e giustificata dal progettista.
Nellipotesi di infinita rigidezza nel piano dei solai, il modello potr essere
71
Linee guida per la valutazione della sicurezza di edifici pubblici in c.a. o in muratura
costituito dai soli elementi murari continui dalle fondazioni alla sommit, col-
legati ai soli fini traslazionali alle quote dei solai.
In alternativa, gli elementi di accoppiamento fra pareti diverse, quali travi
o cordoli in cemento armato e travi in muratura (qualora efficacemente am-
morsate alle pareti), potranno essere considerati nel modello, a condizione che
la valutazione della vulnerabilit venga effettuata anche su tali elementi.
72
Convenzione Dipartimento Icar, Politecnico di Bari AdB Puglia
z iW
Fi Fh (6.18)
z jW j
dove:
- Fh = Sd (T1 ) W /g;
- Fi la forza da applicare alla massa i-esima;
- Wi e Wj sono i pesi, rispettivamente, della massa i e della massa j;
- zi e zj sono le quote, rispetto al piano di fondazione, delle masse i e
j;
- Sd(T1) lordinata dello spettro di risposta di progetto definito al
3.2.3.5 delle NTC;
73
Linee guida per la valutazione della sicurezza di edifici pubblici in c.a. o in muratura
V max 0.25 V , 0.1 V piano (6.19)
dove:
- V il taglio nel pannello;
- Vpiano il taglio totale al piano nella direzione parallela al pannnel-
lo.
Nel caso di solai deformabili la ridistribuzione potr essere effettuata
solamente tra pannelli complanari collegati da cordoli o incatenamenti
ovvero appartenenti alla stessa parete. In tal caso, nel calcolo dei limiti
per la ridistribuzione Vpiano da intendersi come la somma dei tagli nei
pannelli complanari ovvero appartenenti alla stessa parete.
4) Aggiunta degli effetti delleccentricit accidentale mediante
lapplicazione di momenti torcenti di piano (secondo quanto indicato
ai 7.2.6 e 7.3.3.2 delle NTC)
5) Combinazione delle risposte nelle 3 direzioni secondo la relazione:
E G1 G 2 j
2 j Q kj (6.21)
74
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l 2t 0 0
Mu 1 (6.22)
2 0.85 f d
dove:
- Mu il momento corrispondente al collasso per pressoflessione;
- l la lunghezza complessiva della parete (inclusiva della zona tesa);
- t lo spessore della zona compressa della parete;
P
- la tensione normale media riferita allarea totale della se-
lt
zione, con P forza assiale agente (positiva se di compressione). Se P
di trazione, Mu = 0;
- fd la resistenza a compressione di calcolo della muratura definita dal-
la relazione (6.1).
Verifica a taglio
La resistenza a taglio di ciascun elemento strutturale valutata per mezzo
della relazione seguente:
Vt l ' t f vd (6.23)
dove:
- l la lunghezza della parte compressa della parete;
- t lo spessore della parete;
- fvd, definita dalla (6.2), rappresenta la resistenza a taglio in presenza
della tensione media di compressione n = P/ (lt).
In alternativa pu essere utilizzata lespressione (6.3).
Verifica a pressoflessione fuori piano
Il valore del momento di collasso per azioni perpendicolari al piano della
parete calcolato assumendo un diagramma delle compressioni rettangola-
re, un valore della resistenza pari a 0.85 fd e trascurando la resistenza a tra-
zione della muratura.
Verifiche delle travi in muratura
La verifica delle travi di accoppiamento in muratura ordinaria, se inserite nel
modello di calcolo, potr essere effettuata, in presenza di azione assiale oriz-
zontale nota, in analogia a quanto previsto per i pannelli murari verticali. Qua-
lora lazione assiale non sia nota dal modello di calcolo (ad es., quando
lanalisi svolta su modelli a telaio con lipotesi di solai infinitamente rigidi
nel piano), ma siano presenti in prossimit della trave in muratura elementi
75
Linee guida per la valutazione della sicurezza di edifici pubblici in c.a. o in muratura
76
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E G1 G2 2 j Qkj (6.29)
j
Verifiche
Per tutti i tipi di verifiche relative sia alle pareti che alle travi in muratura val-
gono gli stessi criteri analizzati per lanalisi statica lineare.
77
Linee guida per la valutazione della sicurezza di edifici pubblici in c.a. o in muratura
78
Convenzione Dipartimento Icar, Politecnico di Bari AdB Puglia
nel caso di rottura per pressoflessione. I predetti limiti sono definiti al netto
degli spostamenti dovuti ad un eventuale moto rigido del pannello (ad esem-
pio conseguente alla rotazione della base), e si incrementano di unaliquota
fino al 100% nel caso di rottura per pressoflessione di pannelli che esibiscono
un comportamento a mensola.
Valutazione del CVS
Anche in questo caso il CVS pu essere valutato quale rapporto fra
laccelerazione di ancoraggio relativa allo spettro di progetto associato al rag-
giungimento dello spostamento ultimo del sistema 1-GDL equivalente e
laccelerazione di ancoraggio dello spettro di progetto associato alle caratteri-
stiche del sito ed alla probabilit di superamento nel periodo di riferimento. I
due spettri si ipotizzano caratterizzati dalla stessa forma spettrale.
Poich a parit di periodo fondamentale, spettro in accelerazione e spettro
in spostamento sono entrambi funzione lineare di ag, il suddetto rapporto
coincide con quello relativo agli spostamenti corrispondenti al sistema 1-GDL
equivalente. Pertanto si assume:
*
d cap
CVS (6.31)
d t*
*
dove d cap lo spostamento del sistema 1-GDL corrispondente alla massi-
ma capacit della struttura.
79
Linee guida per la valutazione della sicurezza di edifici pubblici in c.a. o in muratura
Verifiche
Le resistenze possono essere calcolate come per lAnalisi Lineare, mentre lo
spostamento ultimo per azioni nel piano di ciascun pannello sar assunto pari
a 0.4% dellaltezza del pannello, nel caso di rottura per taglio, e pari a 0.6%,
nel caso di rottura per pressoflessione. I predetti limiti sono definiti al netto
degli spostamenti dovuti ad un eventuale moto rigido del pannello (ad esem-
pio conseguente alla rotazione della base), e si incrementano di unaliquota
fino al 100% nel caso di rottura per pressoflessione di pannelli che esibiscono
un comportamento a mensola.
Valutazione del CVS
In questo caso il CVS relativo al generico gruppo k di accelerogrammi pu
essere valutato quale rapporto fra lo spostamento massimo Dk raggiunto sotto
il singolo gruppo di accelerogrammi da un nodo di controllo e lo spostamento
obiettivo dedotto dallAnalisi pushover Dt d t*
Il CVS assunto come il minimo valore relativo ai singoli gruppi di acce-
lerogrammi assunti quali forzanti della struttura sottoposta ad analisi dinamica
non-lineare:
D
CVS k (6.32)
Dt min
80
Convenzione Dipartimento Icar, Politecnico di Bari AdB Puglia
Laccelerazione sismica con la quale valutare tali forze potr essere calco-
lata in accordo alla seguente espressione:
Se (T1 ) Z 3 N
(6.33)
q H 2 N 1
dove:
- Se(T1) lo spettro elastico definito al 3.2.3.2.1 delle NTC, funzione
della probabilit di superamento dello stato limite scelto e della vita di
riferimento come definiti al 3.2. delle NTC, calcolato per il periodo T1
della struttura nella direzione considerata;
- Z laltezza, rispetto alla fondazione delledificio, del baricentro delle
forze peso le cui masse, per effetto dellazione sismica, generano forze
orizzontali sugli elementi della catena cinematica del meccanismo, in
quanto non efficacemente trasmesse ad altre parti delledificio;
- H laltezza della struttura rispetto alla fondazione;
- N il numero di piani delledificio;
- q il fattore di struttura, uguale a 2.0 per lo Stato Limite di Salvaguar-
dia delle Vita.
Figura 6.4. Modellazione attraverso forze statiche equivalenti delle azioni sismiche agenti fuori
dal piano delle pareti.
Nel caso in cui la verifica riguardi un elemento isolato o una porzione della
costruzione comunque sostanzialmente appoggiata a terra, laccelerazione si-
smica si valuta come:
a g ( PVR ) S
(6.34)
q
81
Linee guida per la valutazione della sicurezza di edifici pubblici in c.a. o in muratura
dove:
- ag (PVR) funzione della probabilit di superamento dello stato limite
scelto e della vita di riferimento come definiti al 3.2 delle NTC;
- S definito al 3.2.3.2.1 delle NTC.
6.3.2.1 Resistenze di calcolo
In questi casi il Fattore di Confidenza FC si applica direttamente alla capacit
della struttura, riducendo laccelerazione corrispondente ai diversi stati limite.
Nella determinazione del Livello di Conoscenza non si terr conto delle
indagini in situ relative alle propriet meccaniche della muratura, poich la
resistenza non interviene nellanalisi.
6.3.2.2 Modellazione dei meccanismi
Un possibile modello di riferimento per questo tipo di valutazioni quello
dellanalisi limite dellequilibrio delle strutture murarie, considerate con le se-
guenti caratteristiche:
Resistenza nulla a trazione della muratura;
Assenza di scorrimento tra i blocchi;
Resistenza a compressione infinita della muratura.
Tuttavia, per una simulazione pi realistica del comportamento, opportuno
considerare, in forma approssimata:
a) gli scorrimenti tra i blocchi, considerando la presenza dellattrito;
b) le connessioni, anche di resistenza limitata, tra le pareti murarie;
c) la presenza di catene metalliche;
d) la limitata resistenza a compressione della muratura, considerando le
cerniere adeguatamente arretrate rispetto allo spigolo della sezione;
e) la presenza di pareti a paramenti scollegati.
6.3.2.3 Analisi Cinematica
Applicando il principio dei lavori virtuali ad ogni meccanismo prescelto,
possibile valutare la capacit sismica in termini di resistenza (analisi cinemati-
ca lineare) o di spostamento, attraverso una valutazione in spostamenti finiti
(analisi cinematica non lineare).
Lapproccio cinematico permette inoltre di determinare landamento
dellazione orizzontale che la struttura progressivamente in grado di soppor-
tare allevolversi del meccanismo. Tale curva espressa attraverso un molti-
plicatore , rapporto tra le forze orizzontali applicate ed i corrispondenti pesi
delle masse presenti, rappresentato in funzione dello spostamento dk di un
punto di riferimento del sistema. La curva deve essere determinata fino
allannullamento di ogni capacit di sopportare azioni orizzontali (=0). Tale
curva pu essere trasformata nella curva di capacit di un sistema equivalente
82
Convenzione Dipartimento Icar, Politecnico di Bari AdB Puglia
83
Linee guida per la valutazione della sicurezza di edifici pubblici in c.a. o in muratura
n nm
n o
0 Pi x ,i Pj x , j Pi y , j Fh h L fi (6.35)
i 1 j 1 i 1 h 1
dove:
- n il numero di tutte le forze peso applicate ai diversi blocchi della
catena cinematica;
- m il numero di forze peso non direttamente gravanti sui blocchi le
cui masse, per effetto dellazione sismica, generano forze orizzontali
sugli elementi della catena cinematica, in quanto non efficacemente
trasmesse ad altre parti delledificio;
- o il numero di forze esterne, non associate a masse, applicate ai di-
versi blocchi;
- Pi la generica forza peso applicata (peso proprio del blocco, applica-
to nel suo baricentro, o un altro peso portato);
- Pj la generica forza peso, non direttamente applicata sui blocchi, la
cui massa, per effetto dellazione sismica, genera una forza orizzonta-
le sugli elementi della catena cinematica, in quanto non efficacemente
trasmessa ad altre parti delledificio;
- x,i lo spostamento virtuale orizzontale del punto di applicazione
delli-esimo peso Pi, assumendo come verso positivo quello associato
alla direzione secondo cui agisce lazione sismica che attiva il mecca-
nismo;
- x,j lo spostamento virtuale orizzontale del punto di applicazione del
j-esimo peso Pj, assumendo come verso positivo quello associato alla
direzione secondo cui agisce lazione sismica che attiva il meccani-
smo;
- y,i lo spostamento virtuale verticale del punto di applicazione delli-
esimo peso Pi, assunto positivo se verso lalto;
- Fh la generica forza esterna (in valore assoluto), applicata ad un
blocco;
- h lo spostamento virtuale del punto dove applicata la h-esima for-
za esterna, nella direzione della stessa, di segno positivo se con verso
discorde;
- Lfi il lavoro di eventuali forze interne.
Laccelerazione sismica spettrale a* si ottiene moltiplicando per
84
Convenzione Dipartimento Icar, Politecnico di Bari AdB Puglia
nm
0 P i
0 g (6.36)
a *
0 *
i 1
*
M FC e FC
dove:
- g laccelerazione di gravit;
- M* la massa partecipante al cinematismo che pu essere valutata consi-
derando gli spostamenti virtuali dei punti di applicazione dei diversi pesi,
associati al cinematismo, come una forma modale di vibrazione:
2
nm
Pi x ,i
M * i 1
nm
(6.37)
g P
i 1
i
2
x ,i
g M*
- e
*
nm
la frazione di massa partecipante della struttura;
P
i 1
i
a g PVR S
a0* (6.38)
q
dove:
- ag(PVR) funzione della probabilit di superamento dello stato limite
scelto e della vita di riferimento come definiti al 3.2 delle NTC;
- S definito al 3.2.3.2.1 delle NTC;
85
Linee guida per la valutazione della sicurezza di edifici pubblici in c.a. o in muratura
Nel caso in cui il meccanismo locale interessi una porzione di costruzione po-
sta a quota Z rispetto alla fondazione delledificio, esso pu essere invece as-
sunto pari a:
a 0*
CVS (6.41)
S e T1 Z
86
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dk
0 1 (6.42)
d k ,0
Tale configurazione pu essere ottenuta esprimendo la geometria in una gene-
rica configurazione variata, funzione della rotazione finita k,0, applicando il
Principio dei Lavori Virtuali attraverso la (6.35), avendo posto =0, e rica-
vando da tale equazione, in genere non lineare, lincognita k,0.
Nel caso in cui si tenga in conto la progressiva variazione delle forze e-
sterne con levolversi del cinematismo (ad esempio si consideri
lallungamento di una catena o la variazione del grado di ammorsamento fra
due pareti), la curva potr essere assunta lineare a tratti, valutandola in corri-
spondenza degli spostamenti per cui si verificano eventi significativi (ad e-
sempio: snervamento della catena, rottura della catena, perdita
dellammorsamento ecc.).
87
Linee guida per la valutazione della sicurezza di edifici pubblici in c.a. o in muratura
P i
2
x ,i
d * dk i 1
nm
(6.43)
x ,k Pi x ,i
i 1
dove:
- n, m, Pi , x,i sono definiti come al punto 6.3.2.4.1;
- x,k lo spostamento virtuale orizzontale del punto k, assunto come rife-
rimento per la determinazione dello spostamento dk.
Nel caso in cui la curva presenti un andamento lineare (6.42), fatto che si veri-
fica quando le diverse azioni vengono mantenute costanti, la curva di capacit
assume la seguente espressione:
d*
a a 1 *
* *
0 (6.44)
d0
88
Convenzione Dipartimento Icar, Politecnico di Bari AdB Puglia
d s*
a s* a 0* 1
d 0*
d S*
TS 2 (6.45)
a S*
La domanda di spostamento sar cos ottenuta:
- nel caso in cui la verifica riguardi un elemento isolato o una porzione
della costruzione comunque sostanzialmente appoggiata a terra, la ve-
rifica di sicurezza nei confronti dello Stato limite di salvaguardia della
Vita si considera soddisfatta se:
d u* S De (TS ) (6.46)
89
Linee guida per la valutazione della sicurezza di edifici pubblici in c.a. o in muratura
90
Convenzione Dipartimento Icar, Politecnico di Bari AdB Puglia
s
W FV dV PS d T h FH hV PH h
2 (6.50)
W yG FV hV PS h
91
Linee guida per la valutazione della sicurezza di edifici pubblici in c.a. o in muratura
(WA N A ) s A (WB N B ) sB
2 (WA WB ) yG FV hV PSA PSB N A N B h
(6.51)
PSA d A PSB d B FV dV FH hV Th PH h
(WA WB ) yG FV hV PSA PSB N A N B h
92
Convenzione Dipartimento Icar, Politecnico di Bari AdB Puglia
n
si n n n n
WAi s' Ai WBi s' Bi N An s' An N Bn s' Bn PSAi d Ai PSBi d Bi FVi dVi FHi hVi Ti hi PH hn
i 1
n
i 1
(W
i 1
Ai WBi ) yGi FVi hVi PSAi PSBi hi ( N An N Bn )hn
(6.53)
dove i bracci delle forze sono calcolati rispetto alla corrispondente cerniera.
93
Linee guida per la valutazione della sicurezza di edifici pubblici in c.a. o in muratura
h
h2 , con 1
( 1)Nd PS a FV dV FH hV s W N PS FV
2
h
( 1)W 2 FV hV
(6.54)
94
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E
(6.55)
h
W1 yG1 FV 1hV 1 PS 1hP W2 yG 2 FV 2 hV 2 1
h2
W1
E s1 FV 1dV 1 W2 PS 2 N FV 2 s2
2
h W
1 2 s2 PS 2 a2 Nd FV 2 dV 2 FH 2 hV 2 PS 1a1 FH 1hV 1 T hP
h2 2
95
Linee guida per la valutazione della sicurezza di edifici pubblici in c.a. o in muratura
h1
W1 yG1 FV 1hV 1 PS 1hP1 W2 y G 2 FV 2 hV 2 FV 3 hV 3 PS 2 hP 2
h2 (6.56)
h h h
E W1 xG1 W2 s2 xG 2 1 FV 1dV 1 FV 2 FV 3 s2 FV 2 1 dV 2 FV 3 1 dV 3 PS 1a1
h2 h2 h2
h h h
PS 2 PS 3 s2 a2 1 N s2 d 1 T1hP1 FH 1hV 1 FH 2 hV 2 FH 3hV 3 T2 hP 2 1
h2 h2 h2
96
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sA
WA s A N A ( 1) FH hV ( 1)
2 (6.57)
h ( 1)
(WA WB ) FV hV ( 1)
2
97
Linee guida per la valutazione della sicurezza di edifici pubblici in c.a. o in muratura
sA 1 h1 h
W1 A s A W2 A N A 1 T hP FH 1hV 1 FH 2hV 2 1
2 2 h2 h2
(6.58)
W1 A W2 A yG 2 h1 PS1hP FV 1hV 1 FV 2hV 2 h1
h2 h2
98
Convenzione Dipartimento Icar, Politecnico di Bari AdB Puglia
(6.59)
Flessione orizzontale di parete a doppia cortina
(6.60)
99
Linee guida per la valutazione della sicurezza di edifici pubblici in c.a. o in muratura
(6.61)
100
Convenzione Dipartimento Icar, Politecnico di Bari AdB Puglia
(6.62)
101
Linee guida per la valutazione della sicurezza di edifici pubblici in c.a. o in muratura
(6.63)
102
Convenzione Dipartimento Icar, Politecnico di Bari AdB Puglia
(6.64)
103
Linee guida per la valutazione della sicurezza di edifici pubblici in c.a. o in muratura
(6.65)
104
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107
Linee guida per la valutazione della sicurezza di edifici pubblici in c.a. o in muratura
7.1 PREMESSA
La sicurezza degli edifici esistenti strettamente legata allo stato di conserva-
zione dei materiali nel tempo. Con riferimento alle Norme Tecniche per le
Costruzioni (nel seguito NTC [1]), i metodi per le verifiche delle resistenze di
calcolo dei materiali dipendono dal livello di conoscenza conseguito sull'im-
mobile oggetto d' esamina, a tal proposito la normativa individua tre livelli di
conoscenza:
- LC1: Conoscenza Limitata;
- LC2: Conoscenza Adeguata;
- LC3: Conoscenza Accurata.
Il livello di conoscenza acquisito determina il metodo d'analisi ed il valore del
fattore di confidenza FC da applicare alle propriet dei materiali. Il ricorso ai
fattori di confidenza legato al maggior grado d'incertezza delle grandezze
rilevate negli edifici esistenti, in particolare questi si applicano alle resistenze
medie dei materiali definendo i valori di calcolo per la valutazione della capa-
cit degli elementi strutturali.
Dopo aver acquisito le informazioni di base sull'edificio (dati amministra-
tivi, geologici e tecnici; storia progettuale, costruttiva e sismica) ed averne in-
dividuato le caratteristiche generali possibile pianificare l'indagine diagno-
stica. Gli obiettivi dell'indagine devono essere raffrontati con i dati di cui si
in possesso e con il livello di conoscenza che s'intende raggiungere, pertanto
le indicazioni sul numero ed il tipo di indagini da eseguire costituiranno il ri-
ferimento di base per la pianificazione delle indagini stesse.
7.2 PIANIFICAZIONE DELLE INDAGINI
Requisito fondamentale del campionamento deve essere la rappresentativit
dello stato complessivo dell'edificio da indagare, cercando di riflettere al me-
glio le caratteristiche di variabilit della struttura.
Nel definire il piano d'indagine importante stabilire a priori, per ciascun
tipo di prova o saggio, l'ubicazione dei punti da esaminare. Inoltre opportu-
no svolgere indagini mirate sui dettagli costruttivi in corrispondenza degli e-
lementi che hanno maggiore influenza sulla risposta strutturale dell'edificio.
Le propriet dei materiali, calcestruzzo e acciaio, si ricavano dalle misure
dirette di resistenza effettuate su campioni appositamente estratti dalla struttu-
ra mediante prove distruttive con integrazione, se necessario, di prove non di-
struttive, come illustrato nei paragrafi che seguono.
La misura delle caratteristiche meccaniche del calcestruzzo si ottiene me-
108
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7.3.1 CAROTAGGIO
Il carotaggio (Figure 7.1-7.4) consiste nel prelievo di campioni cilindrici detti
carote, mediante carotatrici a corona diamantata, e nella successiva esecuzione
di prove di compressione a rottura in laboratorio.
110
Convenzione Dipartimento Icar, Politecnico di Bari AdB Puglia
111
Linee guida per la valutazione della sicurezza di edifici pubblici in c.a. o in muratura
Particolare attenzione va riservata alla scelta dei punti da cui estrarre le ca-
rote. opportuno scegliere le zone meno sollecitate degli elementi strutturali
e far precedere l'estrazione da accurate rilevazioni pacometriche tese ad indi-
viduare la posizione delle barre di armatura (Figure 7.5-7.6), in modo da poter
evitare il rischio di inclusioni all'interno delle carote estratte con il conseguen-
te danneggiamento delle stesse. Le operazioni di prelievo, quindi, devono ef-
fettuarsi in modo da ridurre al minimo il danneggiamento dei campioni estratti
che devono avere diametro costante ed asse rettilineo. A tal proposito risulta
utile l'esecuzione di prove ultrasoniche in corrispondenza del punto da cui si
estrarr la carota e la ripetizione dell'operazione sull'elemento estratto per va-
lutare se il campione si mantenuto integro.
Figura 7.5. Individuazione barre armatura. Figura 7.6. Estrazione della carota.
112
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citura;
- I campioni estratti devono essere protetti nelle fasi di lavorazione e
deposito rispetto all'essiccazione all'aria. A meno di diversa prescri-
zione, le prove di compressione devono essere eseguite su campioni
umidi;
- necessario controllare accuratamente, prima di sottoporre i campio-
ni alla prova di compressione, la planarit ed ortogonalit delle super-
fici d'appoggio. La lavorazione inadeguata dei provini porta a risultati
erronei, il semplice taglio e la molatura delle superfici di prova pu
non soddisfare i requisiti di parallelismo e planarit richiesti dalle
norme.
La resistenza ricavata dalle prove a compressione sui campioni ottenuti per
carotaggio, deve essere considerata con estrema prudenza. importante preci-
sare che tali valori non sono direttamente confrontabili con quelli forniti da
eventuali cubetti di prova, n tanto meno con il valore caratteristico di resi-
stenza fissato in fase di progettazione.
Per convertire le N resistenze ottenute sulle carote fcar,i nelle corrispondenti
resistenze in situ fcis,i, una delle relazioni disponibili in letteratura risulta quella
riportata in [12]:
dove:
- Ch/D il coefficiente correttivo per rapporti h/D diversi da 2, pari a
Ch/D=2/(1.5+D/h);
- Cdia il coefficiente correttivo relativo al diametro, da assumere pari a
1.06, 1.00 e 0.98 per D pari rispettivamente a 50, 100 e 150 mm;
- Ca il coefficiente correttivo relativo alla presenza di armature inclu-
se, variabile tra 1.03 per barre di piccolo diametro ( 10) a 1.13 per
barre di diametro elevato ( 20);
- Cd il coefficiente correttivo relativo per tener conto del disturbo ar-
recato alla carota durante la fase di estrazione. Le norme FEMA 274,
(1997) suggeriscono di assumere un valore costante pari a 1.06, men-
tre in letteratura si propone di assumere il valore 1.10 in entrambi i
casi, per operazioni di prelievo condotte con estrema accuratezza. Te-
nendo per conto del fatto che il rimaneggiamento tanto maggiore
quanto minore la qualit del calcestruzzo da carotare, appare pi
convincente assumere Cd =1.20 per fcar<20MPa, e Cd=1.10 per
fcar>20MPa.
113
Linee guida per la valutazione della sicurezza di edifici pubblici in c.a. o in muratura
La resistenza da adottare nei calcoli fcd riferita al valore medio delle N re-
sistenze in situ fcis,i [1][2]:
N
f cis ,med f cis ,i / N
(7.2)
1
f cis ,med
f cd cc
c FC (7.3)
dove:
- cc il coefficiente riduttivo per le resistenze di lunga durata;
- fcis, med il valore ricavato dalla 7.2;
- c il coefficiente parziale di sicurezza relativo al calcestruzzo;
- FC il fattore di confidenza.
Le carote possono essere utilizzate anche per valutare il modulo elastico del
calcestruzzo, acquisendo le deformazioni del campione durante le prove di
compressione mediante trasduttori di spostamento.
All'atto dell'estrazione e comunque prima di eseguire la prova di compres-
sione, possibile sottoporre il provino ad un test alla fenoftaleina, per stabi-
lirne la profondit di carbonatazione (Figure 7.7 - 7.8).
114
Convenzione Dipartimento Icar, Politecnico di Bari AdB Puglia
115
Linee guida per la valutazione della sicurezza di edifici pubblici in c.a. o in muratura
116
Convenzione Dipartimento Icar, Politecnico di Bari AdB Puglia
117
Linee guida per la valutazione della sicurezza di edifici pubblici in c.a. o in muratura
ecc..
La preparazione della prova consta di due fasi: la predisposizione della su-
perficie e la taratura dello strumento. La prima fase viene eseguita utilizzando
la pietra abrasiva per rettificare le superfici a tessitura ruvida o tenera o le su-
perfici con resti di malta, fino a renderle lisce (Figura 7.11).
La verifica di taratura dello sclerometro si effettua utilizzando lincudine
di acciaio (Figura 7.12) di riferimento controllando che essa sia conforme ai
limiti raccomandati dal produttore. Lincudine di acciaio caratterizzata da
una durezza minima di 52 HRC, una massa di (161) kg e un diametro di circa
150 mm [7]. La prova si deve effettuare su una superficie avente un'area ap-
prossimativamente pari a (300x300) mm. Le impronte dellurto non devono
essere sovrapposte e devono distare almeno 25 mm dai bordi ed almeno 25
mm tra di loro.
Per ottenere lindice medio di rimbalzo Im si calcola la media aritmetica di
tutte le misure effettuate con tre cifre significative, escludendo le misure Ir per
le quali non si verifica la seguente relazione:
118
Convenzione Dipartimento Icar, Politecnico di Bari AdB Puglia
119
Linee guida per la valutazione della sicurezza di edifici pubblici in c.a. o in muratura
Rc = ANB (7.5)
Figura 7.14. Esempio di curva di correlazione tra Indice Sclerometrico e Resistenza a Com-
pressione.
120
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121
Linee guida per la valutazione della sicurezza di edifici pubblici in c.a. o in muratura
122
Convenzione Dipartimento Icar, Politecnico di Bari AdB Puglia
123
Linee guida per la valutazione della sicurezza di edifici pubblici in c.a. o in muratura
La distanza cui devono essere applicate le sonde varia a seconda della di-
mensione degli inerti. Se gli inerti hanno dimensione compresa tra 20 e 40
mm, la distanza minima di 150 mm, mentre se gli inerti hanno dimensioni
minori, tale distanza pu essere ridotta a 100 mm. La superficie del calce-
struzzo su cui si effettua la prova deve essere pulita, se presenta grosse irrego-
larit buona norma effettuare una levigatura tale da permettere un contatto
uniforme con le sonde. Inoltre per evitare la presenza di aria, si possono inse-
rire tra le due facce a contatto materiali diversi tra cui, la plastilina, sapone li-
quido e grasso.
La taratura dello strumento consiste nella misura del tempo Tt (in ms) im-
piegato dalle onde elastiche a percorrere, secondo la sua altezza, il cilindro o
il prisma metallico di taratura fornito a corredo dello strumento. Il tempo di
percorrenza T0, predeterminato dal fabbricante, costituisce il riferimento di
taratura. Se il valore di Tt differisce per pi di 2 o 3 unit (s) dal valore di T0
lo strumento deve essere ricalibrato seguendo le istruzioni del fabbricante. La
taratura dello strumento deve essere ripetuta varie volte nel corso della giorna-
ta di misure: all'inizio e al termine della giornata, ogni qualvolta cambino le
condizioni ambientali (per temperatura, insolazione, umidit, ecc.) e/o la con-
figurazione dello strumento (cambio di cavi di connessione e/o di trasduttori,
etc.).
La velocit di propagazione V delle onde si calcola attraverso la seguente
relazione [11]:
l
V (7.6)
T (Tt T0 )
dove:
- l la lunghezza della base di misura;
- T il tempo di propagazione tra trasmettitore e ricevitore;
- Tt il tempo impiegato dalle onde elastiche a percorrere, secondo la
sua altezza, il cilindro o il prisma metallico di taratura fornito a corre-
do dello strumento;
- T0 il tempo di percorrenza, predeterminato dal fabbricante, relativo
al cilindro o del prisma di taratura.
La velocit di propagazione V delle onde elastiche e resistenza a compressio-
ne Rc del tipo rappresentato in figura 7.20 e definito in [11]:
Rc = AeBV (7.7)
in cui i coefficienti A, B sono opportunamente calibrati mediante prove di-
struttive su carote.
124
Convenzione Dipartimento Icar, Politecnico di Bari AdB Puglia
Figura 7.20. Esempio di curva di correlazione tra Velocit di Propagazione e Resistenza a Com-
pressione.
Rc = aSbVc (7.8)
125
Linee guida per la valutazione della sicurezza di edifici pubblici in c.a. o in muratura
126
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Linee guida per la valutazione della sicurezza di edifici pubblici in c.a. o in muratura
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Linee guida per la valutazione della sicurezza di edifici pubblici in c.a. o in muratura
130
Convenzione Dipartimento Icar, Politecnico di Bari AdB Puglia
8.1 PREMESSA
Una delle prerogative per la valutazione del grado di sicurezza di un edificio
esistente in muratura insito nella caratterizzazione meccanica dei materiali e
degli elementi strutturali. Tuttavia gli immobili in muratura portante, ancor
pi di quelli in calcestruzzo armato, sono unici ed irripetibili data la peculiari-
t di tali manufatti in termini di materiali e caratteristiche costruttive, pertanto
la questione relativa alla valutazione delle caratteristiche meccaniche e fisiche
diventa tanto singolare quanto complessa per ciascun caso. Nasce quindi
lesigenza di affiancare alle sofisticate tecniche di calcolo, modelli di indagine
sperimentale in situ in modo da identificare i limiti di fessurazione e di resi-
stenza dei materiali, al fine di poter produrre una stima del livello globale di
sicurezza della struttura.
Le Norme tecniche per le costruzioni, D.M. 14 gennaio 2008, nel seguito
NTC [1] pongono particolare attenzione nei confronti della valutazione della
qualit muraria la cui caratterizzazione meccanica ha come fine ultimo quello
di stabilire se la muratura oggetto di indagine in grado di sostenere le azioni
statiche e dinamiche prevedibili per il contesto sismico in cui immerso il
manufatto.
Nella compagine di analisi sperimentali da effettuare rientrano anche la ca-
ratterizzazione delle malte ( identit del legante e dell'aggregato, rapporto le-
gante/aggregato, livello di degrado e relativa patologia) e del pietrame e/o dei
mattoni.
Una volta stabilito il livello di conoscenza acquisito [1]:
- LC1: Conoscenza Limitata;
- LC2: Conoscenza Adeguata;
- LC3: Conoscenza Accurata;
si possono definire i valori medi dei parametri meccanici ed applicare i relati-
vi fattori di confidenza FC, secondo quanto riportato nelle NTC.
8.2 PIANIFICAZIONE DELLE INDAGINI
In merito alle modalit con cui le indagini vengono svolte e al modo in cui es-
se interagiscono con lopera oggetto di studio, le analisi sperimentali per le
strutture murarie vengono distinte nelle seguenti categorie:
- Indagini di Tipo Distruttivo;
- Indagini di Tipo Debolmente Distruttivo.
131
Linee guida per la valutazione della sicurezza di edifici pubblici in c.a. o in muratura
132
Convenzione Dipartimento Icar, Politecnico di Bari AdB Puglia
90
90
D1 D2 D3
D1 D2 D3
D4
D4
180
180
b
a
133
Linee guida per la valutazione della sicurezza di edifici pubblici in c.a. o in muratura
Barre inghisate
Martinetto piatto
134
Convenzione Dipartimento Icar, Politecnico di Bari AdB Puglia
135
Linee guida per la valutazione della sicurezza di edifici pubblici in c.a. o in muratura
-
nr. LUMD2 TC76 LUM del 1991 per la prova con martinetto piatto
doppio.
ed a quelle americane A.S.T.M.:
- nr. C1196-92 del 1992 (riapprovata nel 1997) per la prova con marti-
netto piatto singolo
- nr. C1197-92 del 1992 (riapprovata nel 1997) per la prova con marti-
netto doppio.
I martinetti piatti utilizzati per le prove sulla muratura sono costituiti da due
lamine di acciaio inossidabile, con le giunzioni saldate lungo i bordi. Gli spes-
sori delle lamine sono di norma comprese tra 0.6 e 1.2 mm. Questi, solitamen-
te, sono provvisti di due valvole, una per ladduzione dellolio in pressione
proveniente dalla centralina idraulica, laltra per lespulsione dellaria rimasta
allinterno durante la messa in carico.
La forma del martinetto dipende dallattrezzatura utilizzata per creare il ta-
glio (Figura 8.5).
A
40
A A
12 12
c B
20
B a b
12
B d e f
12
25,5 B
R R
R
Per quanto riguarda le dimensioni e i rapporti tra i lati, con riferimento alla
Figura 8.5 le norme ASTM e RILEM, forniscono le seguenti indicazioni:
- ASTM: per la prova con martinetto piatto singolo la dimensione A
deve essere maggiore o uguale alla lunghezza del blocco tipo costi-
tuente la muratura, e comunque non minore di 8 pollici (203 mm cir-
ca). Per la prova con martinetto piatto doppio A deve essere maggiore
o uguale del doppio della lunghezza del blocco tipo. La profondit del
martinetto, indicata con la lettera B, deve essere maggiore o uguale
della profondit del blocco tipo, e comunque non minore di 3 pollici
(76 mm circa);
- RILEM: per entrambe le prove, larea in pianta del martinetto deve
essere non inferiore allarea del blocco tipo costituente la muratura.
136
Convenzione Dipartimento Icar, Politecnico di Bari AdB Puglia
d1 < d0 d=d0
d0
137
Linee guida per la valutazione della sicurezza di edifici pubblici in c.a. o in muratura
martinetto
taglio
h
L
Hp
quota pavimento
La tensione media nella zona di prova risulta cos legata alla pressione
(p) del martinetto da una relazione del tipo:
Km Ka p (8.1)
dove:
- Km il coefficiente di calibrazione del martinetto (<1);
- Ka il coefficiente dato dal rapporto superficie del taglio/superficie
del martinetto (<1);
- p la pressione interna del martinetto letta sul manometro della cen-
tralina idraulica, per la quale gli strumenti di lettura delle deformazio-
ni registrano valori coincidenti a quelli iniziali.
138
Convenzione Dipartimento Icar, Politecnico di Bari AdB Puglia
Martinetto
Pompa
Coefficiente Km:
Questo coefficiente definisce leffettiva area di spinta del martinetto, cio la
percentuale di pressione esercitata dal martinetto che si riesce a trasferire sulla
muratura in maniera uniforme. funzione della larghezza del bordo di salda-
tura della sua deformabilit e della deformabilit delle lamine. Il coefficiente,
sempre inferiore a uno, pu variare per varie forme del martinetto. Viene for-
nito dalla casa costruttrice ed determinato mediante prove di taratura in la-
boratorio su celle di carico.
139
Linee guida per la valutazione della sicurezza di edifici pubblici in c.a. o in muratura
Coefficiente Ka:
Questo coefficiente tiene conto del rapporto tra larea del taglio e larea del
martinetto. Con le attuali tecniche di esecuzione del taglio di ottiene una buo-
na corrispondenza tra le due aree, tanto da poter considerare tale coefficiente
prossimo a 1. Mentre il precedente coefficiente correttivo viene fornito dalla
casa costruttrice, questo deve essere valutato dal progettista della prova. Oc-
corre inoltre osservare che tale coefficiente pu anche essere influenzato da
significative irregolarit allinterno della muratura in esame, irregolarit che
tendono a ridurre larea effettivamente caricata dal martinetto.
Pressione di ripristino p:
Questo valore non di facile determinazione. Le norme lo individuano come
il valore della pressione del martinetto per il quale si annullano le deforma-
zioni iniziali. Le norme ASTM considerano valida la prova quando la media,
calcolata su tutte le basi, degli scarti finali inferiore a 0.013 mm e comunque
minore di 1/20 del maggior scarto iniziale.
Per ogni base si deve inoltre verificare che lo scarto finale sia inferiore
0.025 mm e comunque minore di 1/10 del maggior scarto iniziale calcolato
tra tutte le basi.
Si pu affermare che tale valore di norma pi alto del valore del reale
stato tensionale del manufatto. Le cause sono sostanzialmente due:
1) la rigidezza intrinseca del martinetto;
2) la differenza tra l'area del taglio e l'area del martinetto piatto.
2a fase: prova con martinetto doppio (Figura 8.10)
La seconda fase, si propone di isolare un prisma di muratura di dimensioni
sufficientemente grandi, da sottoporre a carico noto, in modo da misurare le
deformazioni del campione in varie direzioni ed, eventualmente, rilevare la
tensione cui corrispondono i primi sintomi di un collasso locale. pertanto
eseguito, parallelamente al primo, un secondo taglio a distanza pari ad 1 o 2
volte la dimensione massima del martinetto. In questo taglio viene poi inserito
un secondo martinetto.
Una volta collegati i due martinetti in parallelo alla medesima pompa (Fi-
gura 8.11), vengono eseguiti alcuni cicli di carico sul campione indisturbato di
muratura. Il campione risulta sottoposto ad uno stato di tensione molto pros-
simo a quello di una prova di compressione monodimensionale, malgrado lo
sconfinamento causato dal parziale collegamento laterale tra il campione e la
muratura circostante.
140
Convenzione Dipartimento Icar, Politecnico di Bari AdB Puglia
martinetto
base 1
base 3
base 2
base 4
martinetto
Hp
quota pavimento
Dalla lettura del grafico quindi possibile determinare il valore del modu-
lo di elasticit E. Considerando lanisotropia del materiale e la presenza del
confinamento laterale, per la determinazione del modulo elastico orizzontale e
del coefficiente di Poisson necessario effettuare unanalisi dei risultati che
tenga conto della impedita deformabilit trasversale.
Una variante del metodo consiste nel praticare i due tagli orizzontali e suc-
cessivamente due tagli verticali, in modo da delimitare un prisma quasi total-
141
Linee guida per la valutazione della sicurezza di edifici pubblici in c.a. o in muratura
Doppio Martinetto
Pompa
Figura 8.12. Diagramma Tensione verticale - Deformazione verticale (v) e Tensione verti-
cale - Deformazione orizzontale (h)
143
Linee guida per la valutazione della sicurezza di edifici pubblici in c.a. o in muratura
144
Convenzione Dipartimento Icar, Politecnico di Bari AdB Puglia
Generalmente, una seduta di prova consiste nella misura delle velocit in una
maglia di rette fra di loro perpendicolari, in modo da ottenere una mappa det-
tagliata delle velocit. In un mezzo omogeneo e isotropo si verificano, per un
impulso, tre tipi di onde:
- Onde longitudinali: si generano per compressione e successiva dilata-
zione nella direzione di trasmissione dell'onda, sono generalmente le
uniche registrate nei test.
- Onde trasversali: hanno direzione ortogonale alle precedenti e veloci-
t di propagazione inferiore.
- Onde superficiali: sono onde a grande ampiezza con velocit di poco
superiore alle onde longitudinali. Hanno ampiezza e frequenza molto
influenzabili dallo stato di fessurazione e vengono facilmente riflesse
dalle pareti dei vuoti. Esiste una tecnica specifica per la loro misura
detta carotaggio sonico.
Mediante le prove soniche pu essere calcolato il modulo elastico sonico Ed
che in genere, per il bassissimo sforzo generato nel test, sovrastima del 10%
circa il normale modulo elastico misurato su provini o carotaggi. Nota la den-
sit del materiale e fissato il modulo di Poisson si pu ricavare dalla rela-
zione:
V 2 (1) (1 2)
E (8.3)
d (1)
I test sonici possono essere molto utili per definire il diverso stato della mura-
tura. Si sono potuti individuare, per esempio, tre diversi livelli delimitati dai
campi di variazione della velocit per murature in mattoni, qui riportate in as-
senza di analoghi risultati sulle murature in pietra:
1) V<1000 m/s: individua murature fortemente danneggiate con presen-
za di grossi vuoti interni.
2) 1000 m/s<V<2000 m/s: rappresenta la maggioranza delle murature in
mattoni esistenti; valori di V inferiori ai 1500 m/s possono indicare
presenza di vuoti e difetti, irregolarit nei corsi o nelle giunzioni.
3) V>2000 m/s: indica murature accuratamente costruite e conservate
con elevata resistenza a compressione, stimabile fra i 5 e 15 MPa.
Le prove soniche vengono effettuate con vibrazioni elastiche di frequenze va-
riabili tra i 16 e i 20000 Hz. Il rilievo delle velocit trasmesse lungo diversi
percorsi possibili allinterno della porzione muraria individuata, consente poi,
impiegando determinati algoritmi per lelaborazione, di effettuare una mappa-
tura delle velocit (tomografia sonica). Accanto a queste, le prove ultrasoni-
che utilizzano, invece, una banda di frequenza che varia da 20 kHz a 1000
MHz. Tali onde non riescono a essere trasmesse da mezzi gassosi, per cui so-
no sfruttate per l'individuazione di microfessure che riescono a riflettere il
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fronte d'onda; per contro, il segnale ultrasonico risulta altamente attenuato per
via della sua lunghezza d'onda troppo piccola in confronto alle dimensioni dei
componenti la muratura. I risultati delle prove soniche si rivelano, pertanto,
pi facilmente leggibili e, per questo, sono generalmente pi utilizzate. Altre
grandezze misurabili oltre alla velocit di propagazione sono: il contenuto di
energia e la sua distribuzione nel dominio delle frequenze, i fenomeni di
smorzamento, etc.
8.5.2 GEORADAR
La tecnica radar consiste nell'irradiare il mezzo di indagine con impulsi di e-
nergia elettromagnetica caratterizzati da una brevissima durata (qualche nano-
secondo) e da unelevata cadenza di emissione (decine di kHz);
lirraggiamento viene effettuato tramite unantenna trascinata a velocit co-
stante lungo la linea di prospezione. Una seconda antenna, funzionante come
ricevitore e solidale con quella trasmittente, rileva gli impulsi riflessi dalle su-
perfici di discontinuit tra materiali a differente costante dielettrica (a titolo di
esempio: laria ha costante dielettrica pari a 1, lacqua a 81, il calcestruzzo ha
costante dielettrica variabile da 4 a 11, il granito da 4 a 7, la sabbia bagnata da
19 a 24 mentre quella asciutta da 3 a 5), che vengono poi trasformati dal si-
stema radar in segnali elettrici. Tali segnali vengono riprodotti sul monitor del
sistema ed eventualmente memorizzati o stampati come pseudoimmagine (se-
zione tempi-distanze) della sezione indagata. Dalla rappresentazione cos ot-
tenuta possibile evidenziare la presenza di superfici riflettenti, per esempio
discontinuit nella stratificazione o cavit, e ricavare lo spessore compreso tra
la superficie di prospezione e quella riflettente, applicando la seguente formu-
la:
vm t
h (8.4)
2
dove h lo spessore, t il tempo di riflessione in secondi e vm la velocit
media delle onde elettromagnetiche nel mezzo investigato. Velocit delle
onde elettromagnetiche e costante dielettrica sono legate dalla seguente
formula:
c2
2 (8.5)
vm
dove c la velocit delle onde elettromagnetiche nel vuoto. La massima
profondit di indagine dipende dalla frequenza delle onde elettromagneti-
che irradiate e dalla resistivit del mezzo indagato.
Usualmente le indagini GPR (Ground Penetrating Radar) vengono effettuate
in modalit eco utilizzando due antenne (trasmittente e ricevente) affiancate.
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Figura 8.18. Individuazione della tessitura del paramento murario e localizzazione di un di-
stacco della muratura (colorazione in rosso)
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9.1.8 CONCLUSIONI
A conclusione della relazione devono essere chiaramente riassunti gli esiti
delle valutazioni svolte, ed in particolare delle verifiche rispetto alle sole a-
zioni controllate dalluomo, nonch al livello di vulnerabilit sismica riscon-
trato:
- Struttura non verificata per le sole azioni controllate dalluomo con
conseguente possibilit di indicare la necessit di interventi urgenti e
improcrastinabili [2].
- Carenze della fabbrica strutturale.
- Prescrizioni alluso dellEdificio. Esse saranno corredate da eventuali
indicazioni e suggerimenti motivati sulle strategie di intervento, basati
sia sui risultati dei calcoli sia sulla conoscenza acquisita delledificio,
relativa alla caratteristiche distributive, alla tipologia strutturali, al ti-
po ed alle condizioni delle finiture, alle condizioni duso, ecc.
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La scheda di sintesi deve essere compilata per ciascuna Unit Strutturale in-
dipendente su cui stata effettuata la valutazione della sicurezza.
Per quanto riguarda la parte I della scheda, essa pu essere compilata anche in
forma elettronica, utilizzando direttamente il file pdf e inserendo le risposte e i
dati, nonch i file da allegare, dai menu a tendina. Se la compilazione viene
invece effettuata in forma cartacea, i dati devono essere inseriti negli spazi
bianchi facendo riferimento ai codici riportati sulla scheda e in queste istru-
zioni. Fotografie, grafici e planimetrie dovranno parimenti essere inseriti negli
appositi spazi.
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Figura 20. Presenza di porticati e loggiati ai fini della valutazione dellarea coperta.
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tangolo, indicando come lunghezze massime le misure dei lati dello stesso.
c) Altezza minima, altezza max. (campi numerici) [m]: riportare l'altezza mi-
nima e l'altezza massima dell'edificio valutata in gronda. Nella misura del-
le altezze andranno trascurati tutti gli elementi non strutturali (comignoli,
parapetti, decorazioni, volumi tecnici, portici sporgenti, rientranze o simili
e che comunque abbiano superficie minore od uguale al 10% della superfi-
cie totale del piano pi esteso nell'edificio considerato). (Figura 20, Figura
21)
Figura 21. Conteggio del numero dei piani di un edificio e misurazione dellaltezza minima e
massima.
d) Numero dei piani fuori terra: riportare il numero di piani fuori terra del-
l'edificio. Qualora il numero dei piani non fosse uniforme in tutto l'edifi-
cio:
- nel caso di piano in sopraelevazione, indicare il numero massimo dei
piani nel caso la parte rialzata superi il 30% della superficie coperta
del singolo piano. In caso contrario indicare il numero inferiore di
piani, riportando la presenza di irregolarit in alzato dell'edificio alla
voce 2 della presente sezione (Figura 21);
- nel caso di piano inferiore di edificio costruito contro un pendio con-
teggiare sempre il piano come piano fuori terra, indipendentemente
dalla superficie dello stesso.
Nel caso della presenza di piani seminterrati, questi andranno considerati
piani fuori terra qualora emergano dal terreno mediamente per il 50%
della loro altezza interpiano; in caso contrario andranno riportati alla vo-
ce successiva (Figura 22).
I sottotetti non abitabili non vanno conteggiati come piani dell'edificio.
Figura 22. Conteggio del numero dei piani di un edificio e misurazione dellaltezza minima e
massima.
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Figura 23. A sinistra: piano interrato. A destra: piano interrato ricavato da un ipogeo naturale.
A3 D'angolo
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a
Nel caso di edifici rettangolari significativo il rapporto 1 = 100 fra le
l
dimensioni del lato minore e del lato maggiore. Nel caso di piante che si
scostano dalla forma rettangolare, oltre alla forma allungata del corpo
principale necessario tener conto dell'entit di tale scostamento. Ci pu
b
essere fatto mediante il parametro 2 , definito come 2 = 100 , ovvero
l
come il rapporto tra la dimensione di tale scostamento e la dimensione
maggiore in pianta. Nel caso in cui siano presenti sporgenze di lunghezze
differenti si assume come valore quello massimo. Nella determinazione
delle irregolarit planimetriche vanno tralasciate tutte le sporgenze trascu-
rabili rispetto alle dimensioni medie dell'edificio. In base al valore dei pa-
rametri 1 e 2 l'edificio pu essere classificato in quattro categorie di
appartenenza:
Classe A 1 80 2 10
Classe B 60 1 < 80 10 < 2 20
Classe C 40 1 < 60 20 < 2 30
Classe D 1 < 40 2 30
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S2 In pendenza
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10.2.8 MANUTENZIONE
Il livello di manutenzione descritto qualitativamente da tre voci:
Buono: assenza di danni o ammaloramenti legati alla mancanza di
manutenzione ordinaria o straordinaria. Impianti tecnologici perfetta-
mente funzionanti e rispondenti alle vigenti normative. Finiture in
buono stato di conservazione e di aspetto curato.
Cattivo: presenza di ammaloramenti dovuti alla mancanza di ordinaria
manutenzione (distacchi di pitture, presenza di ruggine sulle parti me-
talliche, macchie dovute alla presenza di piccole infiltrazioni...). Im-
pianti tecnologici funzionanti ma in parte non rispondenti alle vigenti
normative o non adeguati (assenza di messa a terra, piccole perdite
dall'impianto idrico...).
Assente: presenza di danni estetici o funzionali non riparati. Impianti
non funzionanti o assenti.
Dovr essere valutato lo stato di manutenzione generale dell'intero immobile e
quello degli elementi a seguito riportati:
a) Generale: indicare lo stato di manutenzione generale dell'immobile, se-
condo le indicazioni riportate al paragrafo precedente.
b) Intonaco: da intendersi in cattivo stato l'intonaco che presenti ampie zo-
ne di distacco o di sollevamento o manchi quasi completamente di coesio-
ne. Omettere la compilazione in caso di muratura faccia a vista.
c) Copertura: in cattivo stato di manutenzione una copertura che consenta
abbondanti infiltrazioni di acqua piovana, che presenti evidenti irregolarit
dovute alla presenza di elementi portanti lesionati. Indicare assente qua-
lora la copertura sia in tutto o in parte crollata per assenza di manutenzio-
ne.
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d) Infissi esterni: sono in cattivo stato gli infissi che non garantiscano una
sufficiente tenuta agli agenti atmosferici (presenza di vetri rotti, deforma-
zioni tali da rendere impossibile la chiusura...) o presentino un evidente
stato di degrado (pittura scrostata o assente, parti in legno marcite, parti in
ferro arrugginite...). Prendere in considerazione, oltre alle finestre, anche
eventuali scuri, persiane o tapparelle.
e) Impianto idrico sanitario: in cattivo stato un impianto non a norma (sia
per quanto riguarda le disposizioni tecniche sia per quelle igienico sanita-
rie) o che presenti piccole perdite dovute a scarsa manutenzione. Un im-
pianto non funzionante a causa di degrado o mancata manutenzione da
considerarsi assente.
f) Impianto elettrico: in cattivo stato un impianto non a norma (assenza di
messa a terra, assenza di interruttore differenziale, presenza di collegamen-
ti o derivazioni non eseguiti a regola d'arte). Un impianto non funzionante
a causa di degrado o mancata manutenzione da considerarsi assente.
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10.2.11 ESPOSIZIONE
In questa sezione vanno riportati alcuni elementi utili a valutare l'esposizione
sismica dell'edificio, ovvero la quantit e la qualit dei beni esposti al pericolo
sismico e il numero di persone eventualmente coinvolte.
Campi richiesti:
a) Utilizzo prevalente: indicare l'utilizzo dell'edificio, scegliendo tra:
U1 Abitazione U5 Artigianato
U3 Terziario
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10.2.12 MURATURA
La sezione 4.1 deve essere compilata soltanto per gli edifici con struttura por-
tante in muratura. Nel caso di edifici a struttura mista (per es. muratura peri-
metrale portante e telaio di spina in calcestruzzo armato) verificare l'esistenza
di un'apposita voce all'interno di quelle previste e in caso di assenza valutare
quale sia il sistema resistente prevalente.
10.2.12.1 Strutture verticali
a) Tipologia: indicare la tipologia prevalente delle strutture verticali, sce-
gliendo tra le seguenti:
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Campi richiesti:
a) Tipologia: indicare la tipologia degli orizzontamenti a scelta tra:
- O1 Struttura in legno solai realizzati con struttura portante di travi,
travetti e assito in legno;
- O2 Struttura in laterocemento solaio realizzato in travetti in calce-
struzzo armato prefabbricati o gettati in opera e pignatte di alleggeri-
mento;
- O3 Struttura mista acciaio e muratura solaio realizzato con struttura
portante in travi d'acciaio e orizzontamenti in tavelloni o voltine in
muratura;
- O4 Volte in muratura copertura realizzata mediante volte in muratu-
ra o voltine e travetti in acciaio.
b) Rigidi: indicare se i solai sono dotati di strutture di irrigidimento. Vengo-
no considerati rigidi:
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10.2.12.4 Et dell'edificio
Gli edifici vengono suddivisi nelle categorie qui di seguito elencate:
Indicare inoltre se la data di costruzione certa oppure stimata in base alle in-
formazioni desunte dallanalisi storico-critica (nei casi dubbi tra due classi
contigue scegliere la classe precedente).
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