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(2013), 95-120
ISSN 0454-5206 ....
96 STEFANOS KAKLAMANIS
meno altre dieci volte dai tipi di Bortoli, di Glykis e di Theodosiou.3 Nonostante le
altisonanti dichiarazioni di Bortoli, ricondubili in realt allanonimo curatore cre-
tese delledizione, la trasmissione del testo dellErotokritos appare disperatamente
povera di testimoni gi alla fine del XIX secolo: essa affidata a un manoscritto ese
guito nelle Isole Ionie nel 1710 e a una copia delleditio princeps (del 1713), in pos-
sesso di Ioannis Gennadios.4 In tempi relativamente recenti, nel 1985, a queste si
aggiunta unaltra copia della prima edizione del 1713, pregiata, perch tramanda
le pagine mancanti dalla copia della Biblioteca Gennadios, e preziosa dal punto di
vista della filologia dei testi a stampa, per inquadrare le circostanze editoriali del
lavoro di Bortoli.5 Tuttavia di questo argomento non ci occuperemo in questa sede.
Che ne stato dunque, della cos ampia circolazione dellErotokritos, opera
cos tanto lodata e apprezzata nelle isole dellAdriatico e nel Peloponneso, e
soprattutto nella famosa citt di Zante, dove esistono ancora, come altrove, i
discendenti dei miserabili Cretesi, che hanno trovato l un accogliente rifugio dopo
la conquista della loro patria?6 Questinterrogativo si amplifica ulteriormente se
si considera che esattamente nello stesso periodo gli splendidi resti della civilt
cretese rinascimentale acquistavano nella coscienza dei profughi una maggiore
valenza simbolica elevandosi a prove concrete delle loro origini gloriose e a sacre
reliquie di un mondo perduto per sempre.
Linvito aperto dello stampatore ai lettori, con il quale si chiude il prologo in
forma di lettera indirizzato a coloro che vorranno leggere questo libro, e che ha lo
scopo di contribuire al miglioramento del testo stampato indicando errori, omissioni
e diversificazioni nel significato sulla base di altri manoscritti dellErotokritos
possibilmente in loro possesso,7 sembrerebbe rafforzare limpressione che lopera
circolasse in un buon numero di manoscritti tra la fine del XVII e linzio del
3. , (1889-2005) in
, , 2006, pp. 482-484.
4. Il primo ad avere parlato in maniera fondata della duplice tradizione, manoscritta e a
stampa, dellErotokritos, e ad avere descritto i due testimoni stato ,
. ,
1889, pp. 60-67. Per ulteriori informazioni si veda: (), pp.
I-XI, e (), pp. 13-27.
5. Cristina Stevanoni, Unaltra copia della prima edizione dellErotokritos, Quaderni di
Lingue e Letterature 10 (1985), pp. 71-88. Erotokritos a cura di Cristina Stevanoni, Verona 1995
(riproduzione fotomeccanica dellesemplare della Biblioteca Civica di Vicenza).
6. (), p. 5.
7. (), p. 6: Prego la Vostra Generosit, o nobili Romei, quanti di Voi
siano in possesso di un manoscritto di questo poema Erotokritos, e credano che manchi qual-
cosa nella mia stampa o vi sia qualche grosso errore o differenza nel significato, di avere cura
NOTE SULLA TRADIZIONE MANOSCRITTA DELLEROTOKRITOS 97
XVIII secolo. In realt si trattava di una delle consuete provocazioni del Bortoli
rivolte al suo pubblico,8 finalizzate a pubblicizzare i prodotti della sua stamperia
e non certamente a una legittima, ma non ancora abituale allepoca, necessit
filologica. In altre parole, questa dichiarazione rende pubblico lorgoglio del
curatore per la qualit del lavoro compiuto, la sua sicurezza circa laffidabilit del
manoscritto utilizzato nellallestimento del testo e la sua soddisfazione per la cura
e la precisione dimostrate nel corso dellintero processo di stampa. E in realt,
nonostante limpegno dichiarato da Bortoli di voler incorporare nella successiva
ristampa dellErotokritos le eventuali aggiunte e correzioni al testo indicate dai suoi
lettori in base ai loro manoscritti, nel 1737 lo stampatore riprodusse il testo della
prima edizione senza apportare modifiche e con gli inevitabili effetti negativi delle
ristampe (ulteriori errori tipografici, semplificazioni linguistiche ecc.), anche se
nella pagina del titolo dichiarava con enfasi: Ora per la seconda volta con grande
fatica e cura stampato e corretto.9 Linvito delleditore era andato a vuoto perch,
ovviamente, tali manoscritti non esistevano.
Non abbiamo alcuna informazione riguardo alla circolazione manoscritta
dellErotokritos nei decenni successivi alla prima edizione. Coloro che hanno
riferito dellopera le testimonianze cominciano dal primo Ottocento,10 ne
conoscevano la diffusione a stampa e lhanno valutata come un libro semplice,
con la medesima considerazione accordatale dal Bortoli e da quelli del suo ambiente
intellettuale. Cesarios Dapontes (1713-1784) attesta che lErotokritos circolava
tra i suoi contemporanei nelle quattro edizioni esistenti fino ad allora.11 Anche
12. E come necessario liberarsi dei libri eretici, cos pure occorre fare con quelli
damore, come il poema in rima , l, la e altri. E allo stesso
modo anche i libri satirici e irriverenti, come , , lo , la
, e simili. Perch, secondo questa Regola apostolica, provocano dolore e nocumento
alle anime dei Cristiani. E quanti li scrivono, li danno alle stampe, li acquistano, li leggono o
ancora li ascoltano, peccano profondamente, e vanno redarguiti. Si veda: , Lipsia
1800, pp. 49-50.
13. La medesima caratterizzazione (componimento antico e in rima semplice) viene
utilizzata anche nella pagina del titolo della (Sacrificio di Abramo),
nelledizione del 1713, e ancora dal Bortoli ( , , 1713,
). Si veda: .
Wim F. Bakker Arnold F. van Gemert, 1996, p. XXXVIII, fig. 2, pp. 7-13. Sulle
vicende storiche della prima edizione della (1696) si veda: la dedica del tipografo al
curatore del volume Massimo Mars. Op. cit., pp. 3-5.
14. (), p. 5.
NOTE SULLA TRADIZIONE MANOSCRITTA DELLEROTOKRITOS 99
15. , : .
T
, in Hans Eideneier Ulrich Moennig N T (.),
, .
Neograeca Medii Aevi IVa, 28-31.1.1999,
2001, pp. 101-186.
16. (), p. 5.
17. La presente tragedia assai dolce e scorrevole nella sua naturale lingua cretese, ma
altrettanto vischiosa e detestabile in un idioma altro o straniero. Poich stata stampata
da antico tempo in una lingua corrotta in pi punti, che non suscitava alcun piacere, ma in-
duceva piuttosto in chiunque nausea e disgusto, ecco allora che.... Si veda:
, , 1988, p. 86.
18. ,
, 23 (1971), pp. 199-208, e ,
25 (1973), pp. 397-412 [ristampati entrambi in , , 1999,
rispettivamente alle pp. 185-197 e pp. 211-412], come anche la restante bibliografia. Questo
certamente non significa che tutti coloro che si occuparono della sistemazione del testo
sceglie vano a priori il testo a stampa di Venezia come copy text. Leditore critico di un testo
anchegli vincolato dalle norme e dalle scelte della sua epoca. A partire dagli studi, e in par-
ticolare dal lavoro editoriale, di Stylians Alexiou, comunemente accettata la superiorit
delleditio princeps.
100 STEFANOS KAKLAMANIS
19. (), p. .
20. (), pp. XII-XX; (), pp. -.
21. (), p. , n. 16; George Galavaris, The Taste for Theatrical Aes-
thetics. The Evidence of Painting. Venice and Crete, Il contributo veneziano nella formazione
del gusto dei Greci (XV-XVII sec.). Atti del Convegno, Venezia, 2-3 giugno 2000, a cura di
Chryssa A. Maltezou, Venezia 2001, pp. 93-104, tavv. 49-58; Stella Papadaki-kland, Byzantine
Illuminated Manuscripts of the Book of Job. A Preliminary Study of the Miniature Illustrations.
Its Origin and Development, Athens 2009.
NOTE SULLA TRADIZIONE MANOSCRITTA DELLEROTOKRITOS 101
22. Una trattazione sullargomento si trova nellIntroduzione alla edizione del manoscrit-
to eptanesiaco.
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versi, a causa del suo carattere misto illustrata con 27 miniature, i cui temi segu-
ono lo sviluppo interiore dei due eroi protagonisti e le battaglie tra loro e con il
loro ambiente, dalla guarigione del Kritidis ferito e dalle prove continue di Aretusa
fino alla rivelazione della verit e al consenso del re alle loro nozze. Se il prototipo
illustrato del manoscritto di Londra avesse contenuto una narrazione unica e con-
tinuata, il miniaturista avrebbe tentato di distribuire in modo equilibrato le 121
miniature per tutto il testo, com successo nei casi di altri testi letterari illustrati.
Pertanto la struttura in cinque parti del materiale narrativo dellErotokritos era gi
presente nel modello, illustrato, utilizzato per la preparazione del nostro mano-
scritto.23
,
, .
, ,
P
X ,
P
3. Gli interventi del copista al testo durante la traslitterazione del suo modello
dallalfabeto latino a quello greco, sono stati ampiamente discussi, soprattut-
to dai due editori critici dellopera, Stefanos Xanthoudides e Stylianos Alexiou.
Il copista prediligeva una sintassi semplificata, e un alleggerimento della lingua
idiomatica con lintroduzione di tipi comuni ed eptanesiaci e con la rimozione di
quelli insoliti e idiomatici-cretesi, come pure ladozione di un concetto o di una
categoria generale laddove il significato gli sembrava incomprensibile; preferiva in-
oltre lappiattimento dei modi espressivi personali del poeta con lestensione o la
riduzione delle sue scelte tematiche, la normalizzazione dello iato a scapito della
sinizesi ecc. Alterava cos lidentit linguistica, fonetica e versificatoria del testo
dellErotokritos, e allo stesso tempo allontanava le tematiche dal contesto culturale
della sua genesi e dalla profonda dialettica dellopera con il pubblico veneto-cretese.
Non intendo soffermarmi su questo tema che, del resto, stato discusso a suf-
ficienza da Stylians Alexiou sia in studi dedicati che nellintroduzione alla sua
edizione.28 Mi concentrer soltanto su una questione che caratterizza il lavoro del
nostro copista ed rivelatrice su molti aspetti.
unadeguata abilit ed esperienza nella traslitterazione dei versi dai caratteri latini
di Kornaros nellalfabeto greco. Il distico annotato da lui stesso nellultima pagina
del manoscritto, subito dopo la conclusione biografica,
X T ,
,
. 1080
X ,
.
T ,
.
M P 1085
[]
,
.
X M ,
,
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. 966
T , .
108 STEFANOS KAKLAMANIS
,
,
505
.
[
[
, . 510
NOTE SULLA TRADIZIONE MANOSCRITTA DELLEROTOKRITOS 109
, ,
, ;
sembra, a prima vista, necessaria per preservare il prestigio del re Iraklis e latteg
giamento dignitoso della figlia verso il padre. Il discorso di Aretusa, solido e deci-
sivo, che con una sottile manovra retorica riesce a mettere in difficolt suo padre, il
re, definendolo pi assente e crudele perfino dalle bestie selvagge delle foreste, che
prima uccidono e poi divorano la loro preda, sembra nel codice morale del copista
un atto troppo audace. Non da poco che Aretusa accusi il padre di cibarsi delle
carni della propria figlia.
Daltronde, per, arduo per il copista rappresentare un re violento con la pro-
pria figlia e la nutrice di lei Frossini. Cos, un po pi avanti, quando la nutrice
interviene nella conversazione ad attenuare la rabbia del re, egli si adira violente-
mente e minaccia con severa punizione non solo la figlia, ma anche la nutrice.
X : K,
. 560
, , ,
.
110 STEFANOS KAKLAMANIS
[
[
M 565
.
Il copista preferisce lasciare vuoto lo spazio occupato dai versi D563-564 e cer-
care una formulazione pi mite, invece di trascrivere:
,
, .
X K , ,
, .
K , ,
;
[ , 955
[ , , !
, , ;
NOTE SULLA TRADIZIONE MANOSCRITTA DELLEROTOKRITOS 111
3.3. Ma fino a che punto poteva arrivare la verve creativa del copista eptanesia-
co? Una risposta a questa domanda data dai 14 distici inseriti in diversi punti
dellopera ed in particolare i 40 versi della presunta canzone di Rotokritos davan-
ti al palazzo, che si aggiungono a una densa narrazione interrompendola. Questi
versi sono grezzi e maldestri,33 con iati organici ed inserimenti ingiustificabili che
eliminano le sinizesi e distruggono landatura ritmica e la forma perfetta delle pa-
role. Sono estranei allispirazione poetica che governa il resto dellopera e scritti in
un idioma alieno allidentit dialettica e alla consistenza del discorso di Kornaros.
Lesteso canto notturno (A, 396 a-m) una pastiche che imita lo stile di Kornaros.
Il lungo discorso damore del cantore ricorda, per la sua funzione, le canzoni e
le lettere degli innamorati nei romanzi damore in volgare.34 Tuttavia, con queste
X 395
, .
395
.
Il copista aveva unintenzione simile anche nel lamento dei genitori di Roto
kritos che soffrono per la punizione estenuante inflittagli dal re con lesilio a vita
da Atene (fig. 10). Nelledizione la pesante atmosfera rappresentata con i due soli
versi del loro lamento.
, , ,
;
35. Che il verso 396 del manoscritto conferisca una intenzione didattica al canto stato
gi osservato da , , pp. 218-219.
NOTE SULLA TRADIZIONE MANOSCRITTA DELLEROTOKRITOS 113
fig. 1
114 STEFANOS KAKLAMANIS
fig. 2
fig. 3
NOTE SULLA TRADIZIONE MANOSCRITTA DELLEROTOKRITOS 115
fig. 4
116 STEFANOS KAKLAMANIS
fig. 5
fig. 6
NOTE SULLA TRADIZIONE MANOSCRITTA DELLEROTOKRITOS 117
fig. 7a
118 STEFANOS KAKLAMANIS
fig. 7b
fig. 7c
NOTE SULLA TRADIZIONE MANOSCRITTA DELLEROTOKRITOS 119
fig. 8a
fig. 8b
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fig. 9
fig. 10