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STEFANOS K AKLAMANIS

Note sulla tradizione manoscritta


dellErotokritos

1. Secondo la definizione perentoria dello stampatore ed editore veneziano Anto-


nio Bortoli, lErotokritos era un poema antico e circolava in molti manoscritti
diversi... nei quali, a causa dellignoranza di alcuni copisti, si ritrovavano innu-
merevoli errori, alterazioni, variazioni e corruzioni quasi incomprensibili. Costui,
tuttavia, motivato dallamore fervente e dalla dedizione che sin da bambino aveva
nei confronti della gloriosa stirpe dei Romani, come pure dal profondo apprez-
zamento dellopera, la quale arreca grandissima gioia e grazia ai lettori ha osato
seguendo il consiglio di uomini di lettere a darla per la prima volta alle stampe.1
Il libro circol nei primi mesi del 17132 e, nonostante la sua mole (346 pagine) e il
prezzo al dettaglio relativamente alto per unopera letteraria, ebbe un grande suc-
cesso editoriale e venne ristampato, da allora e fino alla fine del XVIII secolo, al-

Comunicazione presentata (in greco) al , , 26-30 2010; gli


Atti sono in preparazione. Qui viene pubblicato il testo della comunicazione nella forma in cui
stato letto con laggiunta delle indispensabili note bibliografiche. Una trattazione pi det-
tagliata del tema si trova nella mia Introduzione alledizione del manoscritto delle Isole Ionie
dellErotokritos, in fase di preparazione. Vengono utilizzate le seguenti abbreviazioni:
= British Library, ms. Harlein 5644.
= , , Antonio Bortoli, 1713.
() = ,
, , ,
. ..., 1915.
() = , . ,
, , , 2000 4.
1. (), pp. 5-6.
2. (), p. 13, n. 1.

(2013), 95-120
ISSN 0454-5206 ....
96 STEFANOS KAKLAMANIS

meno altre dieci volte dai tipi di Bortoli, di Glykis e di Theodosiou.3 Nonostante le
altisonanti dichiarazioni di Bortoli, ricondubili in realt allanonimo curatore cre-
tese delledizione, la trasmissione del testo dellErotokritos appare disperatamente
povera di testimoni gi alla fine del XIX secolo: essa affidata a un manoscritto ese
guito nelle Isole Ionie nel 1710 e a una copia delleditio princeps (del 1713), in pos-
sesso di Ioannis Gennadios.4 In tempi relativamente recenti, nel 1985, a queste si
aggiunta unaltra copia della prima edizione del 1713, pregiata, perch tramanda
le pagine mancanti dalla copia della Biblioteca Gennadios, e preziosa dal punto di
vista della filologia dei testi a stampa, per inquadrare le circostanze editoriali del
lavoro di Bortoli.5 Tuttavia di questo argomento non ci occuperemo in questa sede.
Che ne stato dunque, della cos ampia circolazione dellErotokritos, opera
cos tanto lodata e apprezzata nelle isole dellAdriatico e nel Peloponneso, e
soprattutto nella famosa citt di Zante, dove esistono ancora, come altrove, i
discendenti dei miserabili Cretesi, che hanno trovato l un accogliente rifugio dopo
la conquista della loro patria?6 Questinterrogativo si amplifica ulteriormente se
si considera che esattamente nello stesso periodo gli splendidi resti della civilt
cretese rinascimentale acquistavano nella coscienza dei profughi una maggiore
valenza simbolica elevandosi a prove concrete delle loro origini gloriose e a sacre
reliquie di un mondo perduto per sempre.
Linvito aperto dello stampatore ai lettori, con il quale si chiude il prologo in
forma di lettera indirizzato a coloro che vorranno leggere questo libro, e che ha lo
scopo di contribuire al miglioramento del testo stampato indicando errori, omissioni
e diversificazioni nel significato sulla base di altri manoscritti dellErotokritos
possibilmente in loro possesso,7 sembrerebbe rafforzare limpressione che lopera
circolasse in un buon numero di manoscritti tra la fine del XVII e linzio del

3. , (1889-2005) in
, , 2006, pp. 482-484.
4. Il primo ad avere parlato in maniera fondata della duplice tradizione, manoscritta e a
stampa, dellErotokritos, e ad avere descritto i due testimoni stato ,
. ,
1889, pp. 60-67. Per ulteriori informazioni si veda: (), pp.
I-XI, e (), pp. 13-27.
5. Cristina Stevanoni, Unaltra copia della prima edizione dellErotokritos, Quaderni di
Lingue e Letterature 10 (1985), pp. 71-88. Erotokritos a cura di Cristina Stevanoni, Verona 1995
(riproduzione fotomeccanica dellesemplare della Biblioteca Civica di Vicenza).
6. (), p. 5.
7. (), p. 6: Prego la Vostra Generosit, o nobili Romei, quanti di Voi
siano in possesso di un manoscritto di questo poema Erotokritos, e credano che manchi qual-
cosa nella mia stampa o vi sia qualche grosso errore o differenza nel significato, di avere cura
NOTE SULLA TRADIZIONE MANOSCRITTA DELLEROTOKRITOS 97

XVIII secolo. In realt si trattava di una delle consuete provocazioni del Bortoli
rivolte al suo pubblico,8 finalizzate a pubblicizzare i prodotti della sua stamperia
e non certamente a una legittima, ma non ancora abituale allepoca, necessit
filologica. In altre parole, questa dichiarazione rende pubblico lorgoglio del
curatore per la qualit del lavoro compiuto, la sua sicurezza circa laffidabilit del
manoscritto utilizzato nellallestimento del testo e la sua soddisfazione per la cura
e la precisione dimostrate nel corso dellintero processo di stampa. E in realt,
nonostante limpegno dichiarato da Bortoli di voler incorporare nella successiva
ristampa dellErotokritos le eventuali aggiunte e correzioni al testo indicate dai suoi
lettori in base ai loro manoscritti, nel 1737 lo stampatore riprodusse il testo della
prima edizione senza apportare modifiche e con gli inevitabili effetti negativi delle
ristampe (ulteriori errori tipografici, semplificazioni linguistiche ecc.), anche se
nella pagina del titolo dichiarava con enfasi: Ora per la seconda volta con grande
fatica e cura stampato e corretto.9 Linvito delleditore era andato a vuoto perch,
ovviamente, tali manoscritti non esistevano.
Non abbiamo alcuna informazione riguardo alla circolazione manoscritta
dellErotokritos nei decenni successivi alla prima edizione. Coloro che hanno
riferito dellopera le testimonianze cominciano dal primo Ottocento,10 ne
conoscevano la diffusione a stampa e lhanno valutata come un libro semplice,
con la medesima considerazione accordatale dal Bortoli e da quelli del suo ambiente
intellettuale. Cesarios Dapontes (1713-1784) attesta che lErotokritos circolava
tra i suoi contemporanei nelle quattro edizioni esistenti fino ad allora.11 Anche

di segnalarmelo o trascrivendomi ci che necessario correggere oppure facendomi la grande


cortesia di inviarmi il manoscritto, che prometto di restituire con cura al mittente.
8. Con lo stesso spirito scrive nella nota editoriale che accompagna il Catalogo dei libri
di messer Nikolaos Saros, che custodisce nella sua casa il tipografo Antonio Bortoli (Vene-
zia 1720): Poich sin dallinizio ho manifestato un nobile intento e uno straordinario ris-
petto nei confronti della nobile Stirpe dei Romei nello stampare con ogni cura i loro libri e
nellemendarli da quanti errori vi fossero, per questo anche adesso ritengo degno dichiarare a
tutti coloro che possiedono libri manoscritti di carattere didascalico, eruditi e utili alla Stirpe,
che con ogni zelo e a miei proprie spese ho intenzione di darli alle stampe, se i libri sono ef-
fettivamente tali, e se gli autori avranno la compiacenza di acquistare un numero sufficiente
degli stessi, al prezzo e alle condizioni che vorremo fare, allorch avranno scritto e mi avranno
spedito i manoscritti originali, li abbia visti e possa cos far in modo di raccordarci vicendevol-
mente. Si veda: , E. Legrand .
. , 9 (1971), p. 51.
9. (), pp. XXVI-XXVII; (), pp. -.
10. (), pp. XCXXVI-CLXV.
11. (), p. XCXXVII.
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lautore ignoto di (Timone, Lipsia 1800) definiva lErotokritos poema in


rima e libro semplice, e, insieme allErofili, la Pastorella e altri libri damore, lo
condannava per il suo effetto deleterio sulla salute mentale dei lettori.12
E per tutto il corso del XVII secolo non c nessuna testimonianza riguardo
alla diffusione manoscritta dellErotokritos e neppure riguardo alla sua fortuna let-
teraria. Al contrario, ad esempio, di quanto avviene per la Pastorella o lErofili,
la cui duplice trasmissione testimoniata sia da manoscritti e/o copie a stampa
conservate, sia da chiare influenze testuali esercitate, in vario modo, sulla produzi-
one dellepoca (Rodolinos, Eugena, Zeno, diffusione orale, trascrizioni manoscritte,
rappresentazioni teatrali, ecc.), non stato individuato alcun riscontro sicuro ed
efficace circa la presenza dellErotokritos allinterno della produzione letteraria del
Seicento. Come se lErotokritos, a guisa di un segreto gelosamente custodito, fosse
rimasto lontano da ogni fermento letterario, e come se esso fosse esclusivo appan-
naggio di quel gruppo sociale che gli ha dato i natali e che si espresso per mezzo
suo. Bortoli sottolinea lantichit dellErotokritos (antico poema)13 e il fatto che
esso circolasse () tra il popolo dei miserabili Cretesi che trovarono
un rifugio accogliente nella famosa terra di Zante e in altri luoghi,14 quando il
destino di Candia era ormai segnato per sempre e si era ormai compiuto il trasferi-
mento della nobilt venetocretese nelle Isole Ionie.
La storia del manoscritto vecchio o prototipo o dei numerosi manoscritti
utilizzati per ledizione di un testo continuava ad apparire nelle prefazioni dei libri
del XVII e del XVIII secolo, a prescindere dalla verit. Al contempo, essa costituiva
un espediente pubblicitario finalizzato a elogiare il lavoro del curatore. Tra i suoi
doveri rientrava la preparazione di un esemplare di tipografia corretto, in base al

12. E come necessario liberarsi dei libri eretici, cos pure occorre fare con quelli
damore, come il poema in rima , l, la e altri. E allo stesso
modo anche i libri satirici e irriverenti, come , , lo , la
, e simili. Perch, secondo questa Regola apostolica, provocano dolore e nocumento
alle anime dei Cristiani. E quanti li scrivono, li danno alle stampe, li acquistano, li leggono o
ancora li ascoltano, peccano profondamente, e vanno redarguiti. Si veda: , Lipsia
1800, pp. 49-50.
13. La medesima caratterizzazione (componimento antico e in rima semplice) viene
utilizzata anche nella pagina del titolo della (Sacrificio di Abramo),
nelledizione del 1713, e ancora dal Bortoli ( , , 1713,
). Si veda: .
Wim F. Bakker Arnold F. van Gemert, 1996, p. XXXVIII, fig. 2, pp. 7-13. Sulle
vicende storiche della prima edizione della (1696) si veda: la dedica del tipografo al
curatore del volume Massimo Mars. Op. cit., pp. 3-5.
14. (), p. 5.
NOTE SULLA TRADIZIONE MANOSCRITTA DELLEROTOKRITOS 99

quale lo stampatore confezionava il libro, il redattore allestiva il testo, ed egli cor-


reggeva le bozze durante la stampa.15 Lanonimo curatore cretese dellErotokritos
non solo riuscito a superare le molteplici difficolt nella traslitterazione del testo,
scritto in caratteri latini, nellalfabeto greco e a mantenere la lingua naturale cre-
tese dellopera, ma ha pure evitato gli errori infiniti, le alterazioni, le variazioni e
le corruzioni quasi incomprensibili16 con le quali i copisti appesantivano di solito
i testi. Esattamente con le stesse parole si espresse anche Ambrogio Gradenigo per
giustificare la seconda edizione, completamente nuova, di Erofili (1676), dopo il
tentativo, riuscito commercialmente ma fallimentare per quanto riguarda la quali
t del testo, di pubblicarla (dal manoscritto in caratteri latini che apparteneva alla
famiglia Carrer di Zante)17 da parte di Mattheos Kigalas.
La critica letteraria (Stfanos Xanthoudidis, Linos Politis, Emmanul Kri-
ars, Stylians Alexiou, Alfred Vincent, ecc.) ha comprovato la pregevolezza del
testo della prima edizione di Erotokritos; ha sottolineato la scrupolosit, la com-
petenza linguistica e la preparazione letteraria del curatore, come pure la qualit
del manoscritto a sua disposizione per preparare il testo che sarebbe andato in
stampa.18 Si trattava di un manoscritto in caratteri latini che, sulla base di tutti
gli indizi, costituiva larchetipo o quanto meno un esemplare intermedio, molto
vicino ad esso. Per questo motivo, dunque, nella lingua del testo non vi trac-

15. , : .
T
, in Hans Eideneier Ulrich Moennig N T (.),
, .
Neograeca Medii Aevi IVa, 28-31.1.1999,
2001, pp. 101-186.
16. (), p. 5.
17. La presente tragedia assai dolce e scorrevole nella sua naturale lingua cretese, ma
altrettanto vischiosa e detestabile in un idioma altro o straniero. Poich stata stampata
da antico tempo in una lingua corrotta in pi punti, che non suscitava alcun piacere, ma in-
duceva piuttosto in chiunque nausea e disgusto, ecco allora che.... Si veda:
, , 1988, p. 86.
18. ,
, 23 (1971), pp. 199-208, e ,
25 (1973), pp. 397-412 [ristampati entrambi in , , 1999,
rispettivamente alle pp. 185-197 e pp. 211-412], come anche la restante bibliografia. Questo
certamente non significa che tutti coloro che si occuparono della sistemazione del testo
sceglie vano a priori il testo a stampa di Venezia come copy text. Leditore critico di un testo
anchegli vincolato dalle norme e dalle scelte della sua epoca. A partire dagli studi, e in par-
ticolare dal lavoro editoriale, di Stylians Alexiou, comunemente accettata la superiorit
delleditio princeps.
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cia dellidioma dellEptaneso, ma soltanto di quello del dialetto di Creta orientale.


Se il curatore si fosse basato su due o pi manoscritti di un testo assai corrotto a
causa dellignoranza e dellincuria dei copisti, come egli lascia intendere nella sua
prefazione, gli sarebbero certamente sfuggiti alcuni elementi estranei alla lingua
originaria dellopera e sarebbero stati introdotti allinterno del testo stampato. Ma
cos non stato.

2.1. Il secondo dei testimoni conservati dellErotokritos lodierno manoscritto


Harlein nr. 5644 della British Library, fonte nota alla ricerca sin dal 1881: da quan-
do mile Legrand aveva concepito lidea di realizzare ledizione dellErotokritos da
questo manoscritto e sua moglie Eugenia aveva copiato per conto suo le prime 18
pagine.19 Sono stati indagati i dettagli su come, quando e attraverso chi il mano-
scritto fu acquistato da Lord Edward Harley.20 Nessuna informazione invece circa
il luogo e ignoti i soggetti che lavorarono per la sua preparazione come anche le
circostanze che hanno portato allabbandono inglorioso del progetto prima che
fossero portate a termine la copiatura, la decorazione e lillustrazione del testo.
Lindicazione dellanno 1710 sulla fascia del titolo della prima pagina indica
linizio di un lavoro che sarebbe certamente durato per parecchi mesi, perch in-
cludeva non solo la trascrizione del testo esteso in un gran numero di versi, ma
anche lesecuzione del suo ricco apparato illustrativo: 3 grandi lettere maiuscole,
decine di ornamenti vegetali (per la maggior parte non ultimati), e 121 miniature
sparse per tutta lestensione del testo, fanno di questo manoscritto uno dei pi
importanti tra quelli illustrati del primo periodo della letteratura greca moderna.
Competono con esso per numero di miniature e lo superano per valore artistico
soltanto i manoscritti contenenti la Cosmogenesi di Gheorgios Choumnos e la sto-
ria di Giobbe, realizzati tutti tra la fine del XVI o linizio del XVII secolo,21 in un
periodo cio che coincide con la composizione dellErotokritos; essi sono assai si-
mili per la tecnica di esecuzione e per la resa della profondit delle rappresentazio-

19. (), p. .
20. (), pp. XII-XX; (), pp. -.
21. (), p. , n. 16; George Galavaris, The Taste for Theatrical Aes-
thetics. The Evidence of Painting. Venice and Crete, Il contributo veneziano nella formazione
del gusto dei Greci (XV-XVII sec.). Atti del Convegno, Venezia, 2-3 giugno 2000, a cura di
Chryssa A. Maltezou, Venezia 2001, pp. 93-104, tavv. 49-58; Stella Papadaki-kland, Byzantine
Illuminated Manuscripts of the Book of Job. A Preliminary Study of the Miniature Illustrations.
Its Origin and Development, Athens 2009.
NOTE SULLA TRADIZIONE MANOSCRITTA DELLEROTOKRITOS 101

ni.22 Manoscritti illustrati, contenenti esclusivamente storie damore sono piuttosto


rari e appartengono a unepoca precedente per quando riguarda la tecnica, lo stile
e la morale, come si evince dai due manoscritti, oggi perduti, della met del XVI
secolo, che tramandavano il romanzo di Livistro e di Imberio.
Le 121 miniature sono inserite allinterno della narrazione e illustrano il rac-
conto, fatta eccezione per quella sezione nella seconda parte, in cui gli uomini valo-
rosi scendono in campo per partecipare alla giostra: in questo caso viene meno tale
prassi e le miniature precedono linizio di ogni nuova apparizione di un guerriero
(fig. 1). Lassenza di rigatura sulla superficie scritta e la relativa libert nella dispo-
sizione del testo ( 24 linee per la pagina piena, 8 linee per quella con miniatura,
14 linee per quella con ornamento), che presenta numerosi spazi vuoti, di variabile
ampiezza, destinati ad accogliere un ornamento vegetale, con linserimento mi-
rato delle miniature nel racconto, non lasciano dubbi sul fatto che lo scriba avesse
copiato un esemplare precedente, riprendendone, nel manoscritto a noi giunto,
lapparato illustrativo. Il suo committente, ignoto pure lui, va ricercato allinterno
della classe aristocratica delle Isole Ionie, forse tra coloro che erano originari di
Creta.
Le 121 miniature coprono lintero manoscritto, creando la sensazione di un
continuo alternarsi di testo, elementi ornamentali e illustrazioni. Ma questa sen-
sazione viene meno quando la loro ripartizione interna si confronta con la strut-
tura in cinque parti dellErotokritos. Secondo la tabella:

PARTE VERSI MINIATURE


A 2216 + 40 14
B 2464 32 + 1 nel foglio mancante
C 1760 12
D 2022 36 con il riquadro vuoto
E 1548 27

le parti liriche (, ), e quindi statiche, dellopera sono illustrate con 26 minia-


ture soltanto, indipendentemente dalla loro estensione [3.976 versi], in contrap-
posizione con le parti epiche (, ) in cui la presenza di miniature nettamente
superiore (69 in un totale di 4.238 versi). La quinta parte, che si estende per 1.548

22. Una trattazione sullargomento si trova nellIntroduzione alla edizione del manoscrit-
to eptanesiaco.
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versi, a causa del suo carattere misto illustrata con 27 miniature, i cui temi segu-
ono lo sviluppo interiore dei due eroi protagonisti e le battaglie tra loro e con il
loro ambiente, dalla guarigione del Kritidis ferito e dalle prove continue di Aretusa
fino alla rivelazione della verit e al consenso del re alle loro nozze. Se il prototipo
illustrato del manoscritto di Londra avesse contenuto una narrazione unica e con-
tinuata, il miniaturista avrebbe tentato di distribuire in modo equilibrato le 121
miniature per tutto il testo, com successo nei casi di altri testi letterari illustrati.
Pertanto la struttura in cinque parti del materiale narrativo dellErotokritos era gi
presente nel modello, illustrato, utilizzato per la preparazione del nostro mano-
scritto.23

2.2. Il copista ha riprodotto nel manoscritto le caratteristiche estetiche del volume


a stampa seicentesco. I dati non sono pochi. LIndice del presente libro intitolato
Rotokritos, premesso al testo con una propria numerazione,24 redatto dal copista
in dialetto eptanesiaco a imitazione di Indici affini che accompagnavano le lunghe
narrazioni in versi e in prosa della stessa epoca, come, ad esempio, la Guerra di
Candia di Marinos Tzane Bounials (Venezia 1681)25 e la Cronaca di pseudo-Doro-
teo (Venezia 1631 e ss.), e ripartisce il contenuto in base al tema e al personaggio che
agisce (fig. 2, 3). Le voci dellIndice si presentano in ordine alfabetico e con la nu-
merazione dei fogli, affinch ognuno possa trovare facilmente quello che desidera.
La numerazione continua dalla prima pagina del testo poetico fino allultima
(pp. 1-512), lalternanza dei titoli ai margini delle pagine, le indicazioni Libro a
sinistra e Rotokritou a destra, luso di rinvii con la prima parola della pagina suc-
cessiva nel margine inferiore a destra della pagina precedente, lorganizzazione e
la presentazione dei decapentasillabi a rima baciata, in cui la prima lettera di ogni
distico in maiuscolo (nero o rosso) e il secondo verso comincia un po pi a de
stra, linserimento, a copertura degli spazi vuoti dopo la suddivisione del testo, di
ornamenti vegetali lineari (acanti) eseguiti sulla base di altri disegni appartenenti
alla stamperia, o di nastri decorativi vegetali o geometrici (vignette), e ancora le
maiuscole con abbondanti finiture con foglie o germogli, a indicare il cambio di

23. Per ulteriori argomentazioni riguardo alla struttura pentapartita dellErotokritos si


veda David Holton, ;, Cretan Studies 1 (1988), pp. 157-167
[= , 2000, pp. 87-102].
24. Ripubblicato in trascrizione diplomatica in (), pp. 763-778
(Appendice ).
25. (1645-1669).
, 1995, pp. 115-119: .
NOTE SULLA TRADIZIONE MANOSCRITTA DELLEROTOKRITOS 103

sezioni/episodi, luniformit della grafia delle lettere, della punteggiatura e delluso


dellinchiostro nero, costituiscono prove ulteriori delladozione dellestetica del li-
bro a stampa nella preparazione del manoscritto.
Il copista organizza il componimento in unit di versi, anche se tale dispo-
sizione frantuma la narrazione in lunghi periodi di Kornaros. Gli era estrema-
mente difficile evitare la frammentazione del testo in distici, perch questo andava
oltre le sue abitudini e la tradizione, i suoi limiti creativi e anche al di l della sua
stessa capacit creativa. Gli sembrava pi facile abolire la struttura in cinque parti
dellErotokritos, che considerava inadatta al carattere narrativo dellopera, e orga-
nizzare il testo alla maniera dei racconti storici o amorosi in versi a stampa. Era
incapace di distinguere lalternanza dello stile epico con quello lirico e laudace
mescolanza dei generi, che costituivano le innovazioni di Kornaros.

Il copista predilige unorganizzazione a tre sezioni:


a) LINIZIO DELLA STORIA (pp. 1-107) con la presentazione dei personaggi e
le prime azioni dei due giovani innamorati (fig. 4).
b) LINIZIO DELLA GIOSTRA (pp. 108-357) con lo svolgimento della giostra,
la proposta di matrimonio e lesilio di Erotokritos (fig. 5) e
c) LINIZIO DELLA GUERRA (pp. 358-512) con la guerra dei Valacchi contro
gli Ateniesi, la rivelazione dellidentit del salvatore di Atene Kritidis e il
buon esito della storia damore (lo spazio, in cui avrebbe dovuto essere
inserito il titolo riportato nellIndice,26 rimasto vuoto) (fig. 6).

La sostituzione della struttura in cinque parti dellErotokritos con unaltra, tri-


partita, che favorisce lelemento epico a scapito di quello lirico, soffocato dal fra-
casso delle lance, dal rumore delle armi e dalle grida della battaglia, si allontana dal
nucleo tematico, estetico e ideologico dellopera, cos come esso sintetizzato nel
proemio, e lopera di Kornaros viene vanificata ingloriosamente. Al copista sfugge
la sapiente combinazione della narrazione con la teoria e la prassi teatrale, che ap-
pare, ad esempio, nello sviluppo della trama secondo lo schema (prologo, protasi,
epitasi, catastrofe) preso in prestito dalla drammaturgia classicheggiante italiana
del XVI secolo, o nel numero limitato dei personaggi attori (solo 6, di solito due
o raramente tre sulla scena), come pure nellalternanza di dialoghi e monologhi,
ecc.27 Questi elementi, presenti nel prototipo illustrato, vengono riprodotti dal co-

26. (), pp. 763-764.


27. Holton, , cit.
104 STEFANOS KAKLAMANIS

pista, parzialmente e inconsapevolmente, nella propria opera: lalternanza di nar-


razione, dialoghi e monologhi sporadicamente annotata nel margine sinistro con
lindicazione del personaggio che interviene: Aret, Pol., il Re, Roto., Pijtis, in una
combinazione di lettere dellalfabeto greco e di quello latino. Che lindicazione dei
personaggi che intervengono esistesse gi nel suo modello si deduce dallo spazio
vuoto che lo scriba lascia spesso allinterno del verso per inserirvi, in un momen-
to successivo e con inchiostro rosso, il nome. In diversi casi ci avvenuto (fig.
7a, b, c, 8a, b). Il medesimo sistema dindicazione del personaggio ricorre anche
nelledizione del 1713; si tratta ancora una volta di un indizio utile allindagine del
rapporto genetico tra i due testimoni sopravvissuti dellopera.
Il copista non ha dovuto sforzarsi troppo per collegare una parte con quella
immediatamente seguente. Riporta semplicemente, e senza alcuna annotazione
particolare, il primo distico della parte successiva appena sotto lultimo distico di
quella precedente. Lesistenza di un ornamento tra la fine della parte B e linizio
della deve considerarsi una coincidenza, perch il medesimo ornamento ricorre
identico in molti altri punti del manoscritto, indipendentemente dal flusso della vi-
cenda (nel cambio di un episodio, ecc.). Solo nel passaggio dalla quarta alla quinta
parte il copista ha sentito il bisogno di intervenire collegando il primo emistichio
del primo distico con il secondo emistichio del secondo distico della quinta parte
(fig. 9).

,
, .
, ,
P

[Veniamo ora allaltro re, Iraklis, che nella lotta


ha vinto Vladistratos contro ogni speranza.
Parliamo della sua angoscia, lamarezza e il disagio,
mentre pensava che Rotokritos fosse morto]

X ,
P

[Veniamo ora allamarezza e al disagio dellaltro re,


mentre pensava che Rotokritos fosse morto]
NOTE SULLA TRADIZIONE MANOSCRITTA DELLEROTOKRITOS 105

Con lomissione del materiale informativo intermedio, necessario per il cambia-


mento della messa a fuoco, che contiene in sintesi il risultato del duello mortale di
Kritidis con Aristos e la carica emotiva di Iraklis a causa della ferita mortale del suo
salvatore (E2 contro ogni speranza), il passaggio brusco, non viene controbi-
lanciata latmosfera pesante dalla descrizione dettagliata del funerale di Aristos n
si giustifica lamarezza e langoscia del Re e degli Ateniesi per lesito del duello, che
era stato del resto vittorioso per loro.

3. Gli interventi del copista al testo durante la traslitterazione del suo modello
dallalfabeto latino a quello greco, sono stati ampiamente discussi, soprattut-
to dai due editori critici dellopera, Stefanos Xanthoudides e Stylianos Alexiou.
Il copista prediligeva una sintassi semplificata, e un alleggerimento della lingua
idiomatica con lintroduzione di tipi comuni ed eptanesiaci e con la rimozione di
quelli insoliti e idiomatici-cretesi, come pure ladozione di un concetto o di una
categoria generale laddove il significato gli sembrava incomprensibile; preferiva in-
oltre lappiattimento dei modi espressivi personali del poeta con lestensione o la
riduzione delle sue scelte tematiche, la normalizzazione dello iato a scapito della
sinizesi ecc. Alterava cos lidentit linguistica, fonetica e versificatoria del testo
dellErotokritos, e allo stesso tempo allontanava le tematiche dal contesto culturale
della sua genesi e dalla profonda dialettica dellopera con il pubblico veneto-cretese.
Non intendo soffermarmi su questo tema che, del resto, stato discusso a suf-
ficienza da Stylians Alexiou sia in studi dedicati che nellintroduzione alla sua
edizione.28 Mi concentrer soltanto su una questione che caratterizza il lavoro del
nostro copista ed rivelatrice su molti aspetti.

3.1. Durante il lavoro di trascrizione il copista omette parole, emistichi, versi,


distici, come pure distici in successione, lasciando vuoto lo spazio necessario con
lintenzione di riempirlo in un altro momento, durante un secondo e pi maturo
tentativo di comprendere il suo modello. Nello specifico omette una sestina, 29
distici, 35 versi, 16 secondi emistichi e, qua e l, innumerevoli parole o desinen-
ze di parole, la maggior parte delle quali in rima.29 La presenza di queste lacune
per tutta lestensione del manoscritto stata attribuita alla scrittura difficilmente
leggibile dellesemplare che il copista aveva davanti agli occhi e alla mancanza di

28. (), pp. -. E dello stesso, , , pp.


185-197, 211-412.
29. La mancata riproduzione della prima lettera di ciascun distico motivata da altre
esigenze e pertanto non ce ne occuperemo in questa sede.
106 STEFANOS KAKLAMANIS

unadeguata abilit ed esperienza nella traslitterazione dei versi dai caratteri latini
di Kornaros nellalfabeto greco. Il distico annotato da lui stesso nellultima pagina
del manoscritto, subito dopo la conclusione biografica,

[Le lettere sono giuste per quanto possibile


ma dai versi mancano delle parole per completarli]

spiega adeguatamente le carenze e le debolezze del testo scritto, e costituisce una


confessione in atto della sua rinuncia a proseguire e completare lopera. La finalit
di una tale annotazione non sarebbe stata giustificata se il copista avesse avuto
lintenzione di ritornare sul testo per verificare e colmare le lacune e risolvere le
oscurit del suo modello.
Tuttavia, attribuire cos tante lacune (99 versi senza gli emistichi, le parole, ecc.)
unicamente alla difficolt di lettura dei brani corrispondenti nel modello, come
credevano Antonios Ghiannaris e Stefanos Xanthoudidis,30 sembra eccessivo,31
specie se consideriamo casi come il seguente (A1077-1088):

X T ,
,

. 1080
X ,
.
T ,
.
M P 1085
[]
,
.

[Gli occhi bene non vedono, se c grande distanza,


ma pi lontano e meglio vede il cuore delluomo,

30. , , pp. 65-66; (


), nellapparato critico, passim.
31. Cos, giustamente, , , pp. -.
NOTE SULLA TRADIZIONE MANOSCRITTA DELLEROTOKRITOS 107

che vede in lontananza e vede da vicino


ed sempre presente, in questo e in ogni luogo.
Mille occhi ha il pensiero, che vigilano sempre,
mille e pi ancora il cuore, e non sbagliano mai.
E se gli occhi, di notte, non possono vedere,
anche se spalancati, il cuore vede tutto.
Cos, anche Rotokrito, lontano da Aretusa
[]
Vede dove si trova mattina, notte e sera,
bench non la vedessero, di giorno, gli occhi suoi].
(trad. di Mspero)

Il verso A1086, omesso,

[con gli occhi del suo cuore dovunque la vedeva]


(trad. di Mspero)

composto da parole che tornano nei versi immediatamente precedenti e succes-


sivi, che si muovono intorno allo stesso campo semantico. Lomissione, quindi, del
verso non dovuta alla difficolt del copista a leggere il suo modello, ma alla sua
incapacit di comprendere il gioco di parole che soggiace qui riguardo agli occhi
del cuore; fino a un certo punto trasporta meccanicamente il testo sulla carta, ma
si sente inadeguato a trattare le sottili sfumature di significato e in particolare quel
gli occhi del suo cuore, che doveva suonare strano alle sue orecchie.
Nei versi A961-967 lo scriba non riesce a decodificare le parole di Aretusa che
riflette sulla doppia figurazione della persona amata nella mente e nel cuore. La sua
figura percepita tramite ludito e si trasforma in un quadro pieno di bellezza e
armonia.

X M ,
,


[
. 966
T , .
108 STEFANOS KAKLAMANIS

[Magari mi riuscisse, e magari io potessi


non veder con la mente colui che non conosco,
invece, giorno e notte, con grande mio appetito tormento E
dentro il mio cuore pingo le sue vaghe sembianze
che pur non ho mai viste.
Il quadro che ho dipinto pieno di bellezza, pieno darmonia, E
che mi sono ispirate dalle sue forti imprese.
La sera, la mattina, bellissimo lo vedo.]
(trad. di Mspero)

La visualizzazione continua di colui che non ha visto ma udito, che perdu-


ra giorno e notte, viene interpretata dal copista come un appetito () e non
come un tormento (), mentre lesecuzione del quadro (di una figura, le cui
caratteristiche si definiscono man mano che la malattia damore si diffonde e si
approfondisce) rimane al di fuori del suo potere percettivo. Rimanda, quindi, la
soluzione di questo puzzle di trascrizione e di interpretazione in un altro momento
pi opportuno (e in definitiva alle calende), causando ulteriori problemi insolubili:
il discorso di Frossini rimane isolato (senza risposta) a causa dellincapacit del
copista di comprendere il sottile pensiero di Aretusa, di quella cio malata damore.

3.2. A prescindere dallincapacit di comprendere lo sfondo filosofico e le mani


festazioni patogene dellamore, il copista si pone davanti ai suoi eroi con latteggia
mento di chi giudica e critica i loro discorsi e le loro azioni. Alexiou ha osservato la
tendenza del copista a omettere o sostituire parole ed espressioni con altre di tono
pi leggero, ma questo atteggiamento sembra estendersi anche a sezioni di versi pi
ampie. Nel passo seguente (D501-510)


,
,

505
.
[
[

, . 510
NOTE SULLA TRADIZIONE MANOSCRITTA DELLEROTOKRITOS 109

[e perfino le fiere che stanno nelle selve,


sebbene crudelissime e piene di ferocia,
bench sian loro cibo le altre bestie del bosco,
purtuttavia disdegnano di mangiar carne viva,
essi dapprima uccidono e tolgono la vita
alla preda, mangiandone le membra solo dopo;


Oggi ti sei mostrato verso di me crudele:
Non mi gener il padre, non il grembo materno mi concep.]
(trad. di Mspero)

Lomissione del distico D507-508:

, ,
, ;

[ma tu con carne viva, con la tua stessa carne,


ti nutri non provando piet n compassione].
(trad. di Mspero)

sembra, a prima vista, necessaria per preservare il prestigio del re Iraklis e latteg
giamento dignitoso della figlia verso il padre. Il discorso di Aretusa, solido e deci-
sivo, che con una sottile manovra retorica riesce a mettere in difficolt suo padre, il
re, definendolo pi assente e crudele perfino dalle bestie selvagge delle foreste, che
prima uccidono e poi divorano la loro preda, sembra nel codice morale del copista
un atto troppo audace. Non da poco che Aretusa accusi il padre di cibarsi delle
carni della propria figlia.
Daltronde, per, arduo per il copista rappresentare un re violento con la pro-
pria figlia e la nutrice di lei Frossini. Cos, un po pi avanti, quando la nutrice
interviene nella conversazione ad attenuare la rabbia del re, egli si adira violente-
mente e minaccia con severa punizione non solo la figlia, ma anche la nutrice.

X : K,
. 560
, , ,
.
110 STEFANOS KAKLAMANIS

[
[
M 565
.

[Con furore il sovrano rispose: Maledetta!


Da te la mia figliola stata ammaestrata.
Luna taglia, mavvedo, e laltra invece, cuce,
luna commette il male e laltra lo nasconde.


Entra anche tu di fretta e resta assieme a lei,
io vi do da godere le gioie della prigione].
(trad. di Mspero)

Il copista preferisce lasciare vuoto lo spazio occupato dai versi D563-564 e cer-
care una formulazione pi mite, invece di trascrivere:

,
, .

[Non dirmi nulla, taci, entra dentro con lei,


perch su voi il mio braccio non faccia quel che deve].
(trad. di Mspero)

Questa sensibilizzazione del copista ha a che fare con la forma esteriore


dellazione e del discorso degli eroi, in quanto comprende solo superficialmente il
palpito e il messaggio di Erotokritos. Cos, nellesempio seguente

X K , ,
, .
K , ,
;
[ , 955
[ , , !

, , ;
NOTE SULLA TRADIZIONE MANOSCRITTA DELLEROTOKRITOS 111

[Per tutto ci non soffro, ma mi sconvolge invece


il pensiero che parti e devi andar lontano,
che non potr aspettarti, n vederti tornare,
perch son molto vecchio e morir fra breve.
Come sembrer a tua madre, ora nella vecchiaia
come lhai resa, figlio mio, guai a lei!
Che tutte le speranze che aveva in te riposte
sono svanite ed ora ti tocca di partire?
Rimarr cieca, muta, sconvolta dal dolore.]
(trad. di Mspero e mia)

conta piuttosto la carica contemporanea della parola a (mani protese in


segno osceno), con un effetto dinamico per tutta lestensione del distico. In questo
contesto evidenziata la sua funzione poetica: il suo utilizzo non rimanda, quindi,
ad un gesto blasfemo-offensivo contro la madre di Erotokritos, da parte del marito
Pezostratos, che fedele e saggio, ma ad unespressione di simpatia per il dolore
che prover appena sapr dellesilio a vita del suo unico figlio per ordine del re! Il
copista, che non in grado di comprendere luso poetico idiomatico del termine
( : miserabile lei)32 omette il distico, sperando che gli venga in mente
unespressione migliore, cosa che non mai accaduta!

3.3. Ma fino a che punto poteva arrivare la verve creativa del copista eptanesia-
co? Una risposta a questa domanda data dai 14 distici inseriti in diversi punti
dellopera ed in particolare i 40 versi della presunta canzone di Rotokritos davan-
ti al palazzo, che si aggiungono a una densa narrazione interrompendola. Questi
versi sono grezzi e maldestri,33 con iati organici ed inserimenti ingiustificabili che
eliminano le sinizesi e distruggono landatura ritmica e la forma perfetta delle pa-
role. Sono estranei allispirazione poetica che governa il resto dellopera e scritti in
un idioma alieno allidentit dialettica e alla consistenza del discorso di Kornaros.
Lesteso canto notturno (A, 396 a-m) una pastiche che imita lo stile di Kornaros.
Il lungo discorso damore del cantore ricorda, per la sua funzione, le canzoni e
le lettere degli innamorati nei romanzi damore in volgare.34 Tuttavia, con queste

32. Lindividuazione si deve ad , , p. .


33. (), p. 392.
34. , :
, , pp. 51-74.
112 STEFANOS KAKLAMANIS

scelte il copista viola inconsciamente il principio fondamentale del poeta cretese


di drammatizzare (e non ritrasmettere) il sentimento amoroso, e allo stesso tempo
conferisce alla sezione una forte intenzione didattica.35

X 395
, .

[Narrava col suo canto i tormenti dAmore,


perch ciascuno udisse, sapesse la sua pena].
(trad. di Mspero)

Al poeta bastava la concentrazione drammatica dei contenuti della canzone,


come si vede nelledizione a stampa del 1713:

395
.

[Narrava col suo canto i tormenti dAmore,


e come stato trascinato da lui, si congel e si appass].

Il copista aveva unintenzione simile anche nel lamento dei genitori di Roto
kritos che soffrono per la punizione estenuante inflittagli dal re con lesilio a vita
da Atene (fig. 10). Nelledizione la pesante atmosfera rappresentata con i due soli
versi del loro lamento.

, , ,
;

[Per quanto aspettarti? In quale mese, in quale giorno?


Come finir senza te la nostra triste vecchiaia?]

Quella pausa che segue, permettendo al lettore di considerare il dolore indici-


bile dei due genitori per il destino crudele che ha colpito il loro unico figlio e loro
stessi, andava sostituita, nelle intenzioni del copista, con le parole stesse del la
mento in non pi di 24-26 versi, quelli cio che entrerebbero a pagina 309 del ma-
noscritto, lasciata vuota.

35. Che il verso 396 del manoscritto conferisca una intenzione didattica al canto stato
gi osservato da , , pp. 218-219.
NOTE SULLA TRADIZIONE MANOSCRITTA DELLEROTOKRITOS 113

4. In ultima analisi il copista eptanesiaco del manoscritto di Londra, nonostante


lanonimato, non ignoto. definito dal suo atteggiamento verso il modello. A
giudicare dalle sue scelte possiamo concludere che la distanza qualitativa delle sue
iniziative nella gestione del testo dallopera che trascrive cos grande come lo era
anche la classe venetocretese del tardo Cinquecento, che orchestrava la vita cul-
turale di Candia, dallaristocrazia ionica del primo Settecento, che ordin ma allo
stesso tempo annull la preparazione del nostro manoscritto, non appena si diffuse
la fama della prima edizione dellErotokritos.

fig. 1
114 STEFANOS KAKLAMANIS

fig. 2

fig. 3
NOTE SULLA TRADIZIONE MANOSCRITTA DELLEROTOKRITOS 115

fig. 4
116 STEFANOS KAKLAMANIS

fig. 5

fig. 6
NOTE SULLA TRADIZIONE MANOSCRITTA DELLEROTOKRITOS 117

fig. 7a
118 STEFANOS KAKLAMANIS

fig. 7b

fig. 7c
NOTE SULLA TRADIZIONE MANOSCRITTA DELLEROTOKRITOS 119

fig. 8a

fig. 8b
120 STEFANOS KAKLAMANIS

fig. 9

fig. 10

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