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stato identificato come il luogo di sepoltura di sant' Emerenziana. Non lontano da quest' ultimo
ambiente fu ritrovato un cubicolo decorato ad affresco e riferibile al pieno IV secolo. In un
arcosolio si riconosce, proprio nella lunetta di fondo, una solenne immagine femminile, orante,
ritratta a mezzo busto, con un bambino dinanzi e con due grandi cristogrammi ai lati,
rappresentati specularmente. La donna presenta l'acconciatura tipica del IV secolo, un velo
leggero, gioielli e una preziosa palla ampia e caratterizzata da grandi bande colorate. Nel sottarco
appaiono altre due figure di oranti, suggerendo che nel cubicolo sepolta un'intera famiglia nobile
e abbiente. Al momento della scoperta la matrona orante fu interpretata come la Vergine con il
Bambino, ma l'abbigliamento, l'acconciatura e gli accessori preziosi allontanarono, pian piano, gli
iconografi da questa lettura. Eppure, l'atteggiamento della donna, la presenza del bambino e
quella dei cristogrammi fanno assurgere il ritratto della defunta a prototipo di uno schema
iconografico che avr grande fortuna nella stagione bizantina. Maria assumer, infatti, assai spesso
l'atteggiamento della preghiera, ovvero delle braccia levate, per esprimere i concetti intimi e
delicati dell'annunciazione e dell'incarnazione, mostrando con questo gesto, insieme discreto e
indice di incredula sorpresa, l'abbandono, la fiducia e la sottomissione alla volont del Padre. In
questo senso la Vergine diviene - secondo la terminologia bizantina - Deomne e Theotkos,
ovvero riveste il ruolo di intermediaria, rivolgendo una preghiera universale al Figlio per la salvezza
del genere umano e assumendo la parte di anello di congiunzione tra l'umanit e l'Eterno. L'
atteggiamento di orante assunto dalla Vergine nelle icone bizantine richiama, in ultima battuta, la
forma della croce, intrecciando, in maniera indissolubile, i misteri dell'incarnazione e della morte
del Cristo, tanto che, assai spesso, la Deomne propone, all'altezza del ventre il Bambino,
allacciando due momenti epocali della storia del Cristo, di cui Maria strumento e mediatrice
privilegiata, anticipando la tensione tragica, ma sospesa, della Desis. Ebbene, questa trafila
iconografica, che si consuma specie in Oriente e nella civilt bizantina, sembra trovare i suoi
antefatti pi lontani e limpidi in quella pittura del cimitero Maggiore, quando l'arte cristiana
insorge, ma gi prepara un percorso della storia e della fede per Maria, tramite insostituibile della
incarnazione.
Fonte IlCattolico.it