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Erba, CRSP
HA BRUCIATO
LE TAPPE
Vita Breve
Di Serafino M. Ghidini
Roma 1982
Il Servo di Dio Serafino M. Ghidini nato a Cavallarc (Mantova) il 10 gennaio 1902; morto a Milano il 13 gennaio L924.
ANDREA M. ERtsA
IIABRUC{ATO
[T TAPPT
VITA BREVEDI SERAFINOM. GHIDINI
chierico barnabita
(t902-1924)
ROMA 1982
Il me,ssaggildi un giouane
&
gioventr) del nostro tempo. Lo riproduciamo integralmente anche perch6 riassume bene le tappe della
brevissima vita di Don Ghidini,.
1) In un tempo in cui la famtglia si disgrega,
Serafino si presenta come figlio obbediente, normale,
sereno, che non conosce e non soflre il trauma del
problema generuzionale, del quale tanto parlano, a
sproposito, psicologi e pedagoghi del nostro tempo.
2) Adolescente, vive con fede la vita sacramentale nella pamocchia di Cavallam, servendo all'altarc,
partecipando al canto sacro, al decoro della casa di
Dio e ai divertimenti semplici e educativi dell'Oratorio festivo.
3) Gatzone di bottega a Cremona, rcalizza, senz^
conoscerlo,il programma di Giuseppe F.scrivi: <<Santifica il lavoro, santificati col lavoro, santifica gli alti
col tuo lavoro >>
4) Socio attivo del Circolo <<Zaccarra>>,
visse in
pienezza e bellezza il programma dell'Azione Cattolica (Preghiera - Azione - Sacrificio) nel periodo che
sfocer) nel ventennio <<f.atale>>.
5) Catechista alla parrocchia di S" Calimero in
Milano, sa comprendere e correggere la'mentalith dei
suoi alunni, isruendoli con zelo sulle veriti della
fede, sapendo che ff^ civiltd e barbarie <<c'B lo
spessoredi un catechismo>>.
6) Incaricato della sorveglianza di un corso allo
<<Zaccatia> di Milano, con cuore di mamma e con
soave fermezza seppe evitare gli scogli delle facili
preferenze e indulgenze, e delle oppressive imposi8
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esistenza, bruciando letteralmente le tappe e coronandoli con un tipo di morte che b il sigillo dei prediletti del cielo.
La fine di questi giovani b un poema" Non strappi
o rimpianti di mete, anche a lungo sognate, come i!
sacerdozio,non violente separazioni ma un dolce abbandono ma le braccia del Padre.
Si sa che il Ghidini non perdette neppure un
istante la sereniti nella malattia, la gioia traboccante
che gli f.acevaesclamare:
<<Contento come me
non c'B neanche un re >>.
E parlava di tema e di cielo, di vita e di morte,
proprio come chi, fisso in Dio, accetta con uguale
disposizione di spirito quanto sa venirgli da Lui.
Del Martinez, 1I biografo scrisse che era arflvato
a Cremona - dove non rimarrh nemmeno un mese per dare alla citti un esempio di come muore un
santo,
Pregava sempre, con le parole e con i gesti, tanto
che i Supetiori dovettero moderarlo; egli si sforzava
di riuscirvi per amore dell'obbedLerlza.
Il suo confessorelo interrogb: <<Sei allegro? >.
< Allegrissimo - rispose- contentissimo! Oh se mi
potesse vedere il cuore! >>,
< Ti ricordi del Signore? Lo tieni nel cuore? >>.
<<Non mi ricordo di alro, Padre; se mi mettessela
mano sui petto, vi troverebbeGest mio Signore>.
Don Diego spirb a 26 anni. San Luigi a 24. Don
Serafino a 22,
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L4
Le notizie intorno alla famiglia Ghidini concordano circa l'onest) e la laboriosit) dei genitori. Ma il
padre di Serafino non era immune da un certo estremismo che gli derivava dalle idee prop agandate nelle
terre mantovane da agitatori politici come Frugoni,
Ferri e Prampolini. Una delle figlie asserisce: < Mio
padre era socialista;ma di quelli fatti bene, sa! Aveva
anche incarichi nel partito e incarichi a Viadana"' >'
Le massime marxiste avevano f-atto presa sui contadini, costretti a vivete nella pit squallida miseria:
ne1lamedia e bassamantovana, era scomparsala piccola propried in favore del latifondo, concentrato
nelle -utti di pochi ricchi, generalmentemassoni, liberali, seguacidel libero pensiero, anticlericali ed ebrei'
Costoro eSercitavano sul popolo una specie di
dominio, imponendo le loro usernzee le loro convinzioni, particolarmente osdli alle pratiche ffistiane.
Alla domenica non veniva lasciato ai braccianti il
tempo per partecipare alle funzioni; <<chi intendeva
frequentare pratiche religiose, veniva minacciato o
quantomeno coperto di ridicolo; e cosi, i contadini
,ndauano maturando i loro propositi di rivolta sociale
in clima di anticonformismo religioso >>.
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I'epilogo della consacrazioneal S" cuore e I'introniz,u)ionZ deila sacra immagine nella povera cucina di
casa. In quella circostanza, il padre rimase scosso e,
del figlio, ritornerd aIIa pratica
dopo Ia i.o*puttu
r.iigioru divenendo, anche in questo, esempio agh
altri figli.
Don Serafino non stava piir in s6 dalla gioia' Ma
l,insieme di queste emozioni, aggiunte alle fatiche del
viaggio nel ciudo delf inverno, infetse un duro colpo
alla sua salute.
Forse si avvide che l'ardente giaculatoria recitata
nell'atto della intronizzazione: <<Cor Iesu, flagrans
amore nostri, inflamma cor nostrum amore tui >>,stava
per avere in lui piena rcalizzazione.
Allo scopo di non provocare allarmi nei suoi cari,
chiese p.r lu notte ospitalid in canonica. La,-tossegli
,q.rurriuu i polmoni. II fazzoletto portato alla bocca
si colorb di rosso per un fi.otto di sangue, come si
legge nella vita di S. Teresina? Non E falsa supposiziohe. Il mattino seguente, supplicb i parenti che 1o
lasciasseropartire. Accompagnato dal padre,-si recb
alla nuov a destrnazionedi Lodi, dove gionr. di notte.
I1 chierico studente che gli apri la porta, lesse nel
volto del comp agno\a gtultit) del male e, svegliato il
padre Mu.rmJ, g[ gridb concitato: <<E arrivato don
Serafino: brucia! >.
Brucia t La fiamma dei mistici stava compiendo
in lui la sua consumazione. I fiori che nella chiesa
di S. Luca i devoti depongono sulla sua tomba, si
ricollegano forse al periistente tono acceso che distingue la giovinezza del Ghidini?
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Serafino Ghidini, primo dei sei figli di Luigi Ghidini e di Virginia Montanari, era nato il 10 gennaio
L902 a Cavallara, parrocchia e frazione del comune
di Viadana, un grosso borgo sulla sinistra del Po, in
un'ampia ansa del fiume costellata.di messi, vigne
e pfati.
Il nome di questa cittadina risuona ancota nel
mondo con le melodie polifoniche dell'illustre figlio
Fra Ludovico Grossi, comunemente detto < il Yiadana>. Dal punto di vista civile, b in provincia di
Mantova, mentre sotto l'aspetto religioso appartiene
alla diocesi di Cremona.
L'infanzia di Serafino fu vigilata dalla buona
mamma e dalla piissima nonna; fu edificata dalla
pieti del nonno che, come accennammo, dirh al nipote gii chierico: <<Sto qui attorno a casa, incapace
di lavorare; riposando e pregando, aspetto il giorno
di sorella morte >>.I ricordi che ci rimangono della
sua fanciullezza sono scarsi, ma le testimonianze raccolte da mons. Gardinazzi, gi) parroco di Cavallaru,
da P. Antonio Cozzi, compagno di Serafino nella
Scuola Apostolica di Cremona e da P, Luigi Gialdisi,
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La sua strada
Verso la fine del I9t5, mentre inftiava il < guerrone >>,predetto da S. Pio X che ne fu la prima
vittima, Luigi Ghidini decise di togliere dai campi
Troppo
,il suo primogenito e di portarlo a Cremona.
lavori
i
duri
pesanti per quel r^gazzo gracile erano
granormai
figli
gli
altri
della campagna. Del resto,
aiuto
sufficiente
di
erano
dicelli e con buoni muscoli
al padre. Questi aveva trovato per Serafino un posto
di garzonepresso la cartoleria Minuti-Lazzart.
Eccolo dunque a Cremona, la citt) che vista
dagli spalti del Po da f impressione di nave ancorata in un mare di smeraldo; immagine nautica resa
ancor piil efiicace dall'aggrunta di quel poderoso albero di nave che B il torrazzo medioevale.
Serafino ne rimase incantato. Cremona era anche
la citd della musica, con i suoi famosi liutai: gli
Amati, i Guarneri, gli Stradivari, che sparsero per
il mondo i loro magici strumenti; con i suoi compositori: i Monteverdi, i Ponchielli,'i Ruggero Manna."
Ma forse l'afte non ebbe la maggtor presa sull'animo
del provinciale che si inurbava. Pit che le armonie
terrene, risuonarono nel suo animo le armonie celesti,
e pir) che la citt) terrena 1o afiascinarono le glorie
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della cittd di Dio, della Cremona con le sue splendide chiese e i suoi santi.
Arrivato vicino alla cittb,, il suo sguardo si fissb
sull'alta torre campanariache sovrastavl di gtun lunga
gli edifici. Il pap) gli disse: ( E il tortazzo, il campanile della cattedrale >>. La cattedrale b la chiesa
madre della diocesi, con la cattedra dei suoi vescovi,
con pitture splendide, Bibbia apefta al popolo. E
il poderoso tortazzo, per Serafino, pii che albero di
nave apparve come un potente dito puntato verso il
cielo, continuo richiamo ai valori dello spirito.
Appena si fu sistemato in citt) e ambientato nel
lavoro di garzone di bottega, Ghidini si preoccupb,
nei momenti di libert), di cercarele oasi dello spirito,
dove potersi rifugiare in preghiera.
Dopo Ia visita di prammatica alla cattedrale e
l'omaggio di devota venerazione al patrono S. Omobono, movd la chiesetta dei Cappuccini e si iscrisse
al Terz'Ordine Francescano.
Poi, guidato dal padrone, il buon signor Minuti,
prepidente della S. Vincenzo del circolo Zaccaria,
venne inrodotto in quel < piccolo mondo di S. Luca
dei padri barnabiti >, un vero cenacolo per il fervore
delle opere apostoliche che vi fiorivano. Serafino
Ghidini diventb socio del circolo giovanile <<Zaccaria >>e confratello della S. Vincenzo.
il P. Agostino Mazzucchelli, che 1o conobbe in
quegli annr, cosi lo dipinge: <<Era un giovane serio,
attento, riservatissimo; di edtficazione a tutti, specialmente per il suo contegno in chiesa e il suo
grande amore a Gesil sacramentato.La sera, quando
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si leggeva qualche buon libro o si teneva \a confe,rn i, era di una attenzione straordinatia, e i compagni dicevano scherzosamenteche... aveva sbagliato
rtt"uau>. Il padre, senzavolerlo, I'aveva messo sulla
sua srada, quella segnatagli da Dio'
Dall'oratorio e dalla chiesa di S' Luca, come da
un osservatorio, Serafino pot6 osservafe e studiare la
vita dei Padri Banabrti e degli Apostolini, che acuir)
in lui il desiderio della vita religiosa' Un giorno si
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fetti, diri a questo riguardo: <<Lo ebbi alunno e apostolino nel tempo che fui vicerettore a Cremona;
come alunno ,.d.uu sui banchi, attentissimo, lui di
staccato, per l'eti, di alcuni anni dat giovani compagni, ngazzi dt apeta intelligenza, di memoria pronta. Egli, pure applicandosi con assiddid e impegno
uguagliava i compagni nel
allo studi,o, ,to. ,.-pt.
risultato. E la constatazionedi questa inferiorit), Pr
nulla colpevole, lo umili ava e dall'atteggiamtinto della
persona tu..oliu si intuiva il suo dramma..', fla la
umiliazione non 1o avviliva. I compagni notavano ad
edificazione; io osservavo, commosso, ammirando >>'
Quei due anni passati nella Scuola Apostolica
di Cremona, <(incideranno fortemente sul suo carattere, purificandolo da quei residui dt reazioni umane
e naturali che fino allora avevano tentato le ultime
resistenze>>.
Vocazione matura" non ebbe tentennamenti, n6
t
I
senza avervi prima impresso un bacio, le ffe immagini-oggetto dei suoi casti amori: il Crocifisso, l'Immacolata, S. Antonio M. Zaccatia. Poi, eccolo coscienziosarnenteal suo studio... In assenzadel Prefetto, toccava a lui come decano, la responsabilit)
della disciplina. Nessuno osava sottrarsi al richiamo
di chi sempre e dovunque precedeva con I'esempio
e il sacrificio >.
Soprattutto per la vita di pieti, tutti sono unanimi nel chiamarlo angelico. In chiesa davanti al
tabernacolo, ., ha le mani giunte - sondnua Padre
ha il capo leggermente chinato, il volto
Cozzi -,
quasi infiammato nell'ardore della preghiera. Oh, il
raccoglimento nelle Comunioni e nelle visite al SS. Sacramento! E tanto assorto che non si accorge di cib
che accade intorno >>.
Un alro compagno, P. Angelo De Bernard, missionario nel Guamh: .<E un fatto che Serafino Ghidini mi impressionb. Era troppo difierente dagli altti,
e anche i pit spensierati l'avrebbero notato fra mille.
Quello che posso dire b riferire le impressioni avute
e subite. Se lui fosse vivo, non parlerei, n6 scriverei.
Di buoni apostolini che si distinguevano per la pieti
e l'osservanza,ce n'erano come ce ne saranno, gtazie
a Dio, sempre" Ma Ghidini spiccavafua tutti gli altti.
Quello che non poteva necessariamentenon colpirmi,
benchd avvenimento quotidiano, era il ringraziamento
dopo Ia Comunione. Sempre sbirciavo Serafino nel
banco: rivestito di cotta, le mani incrociate sul petto,
capo inchinato quasi a sfiorare il banco d'appoggio,
senza perb toccarlo, gli occhi chiusi: era la esatta
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Un anno a Milano
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anche il tuo futuro sposo, sta pur sicura che il matrimonio sari davvero santo. Prega, ptega molto, e
tutto ti andri bene. Nella mia condizione non ti
posso ofirire nessun regalo, ma il regalo piil bello
che ti farb sarb di pregare per te e per il tuo futuro
sposo; assisterb in ispirito al bel gi91no delle -tue
iorrr'e sarb cosi partecipe della tua allegrezza' Gradisci colpe ricordo qrr.ttu immaginetta di Maria e
tienila cara...>>.
Sono sentimenti ingenui di un giovane seminarista, che rivelano tutta la semplicitd e la profondii)
del suo cuore. Nello stessotempo, rivelano in Serafino
l'assoluto distacco dalle cose del mondo'
Un mese dopo faceva domanda di essere ammesso al Noviziato' Il Superiore, P' Giovanni Mattavelli, nell'acconsentire rilevava che il Ghidini er^
.i d'ingegno sufiiciente per I'adempimento dei ministeri e ufiici della vita barpabitica; di senno matufo,
di criterio, di carattere, di virtil e piet) veramente
distinte...>>.
Dopo una breve vac nza a Cavallara, che si trasformb in una missione di buoni esempi e di sante
esortazioni. .volb alla dimora del noviziato di Monza.
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Il nouiziato a Monza
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Ioruta'. ambedue questi ambienti divennero una sorgente feconda di vocazioni ecclesiastichee una fucina
di ferventi cristiani.
In quest'oasi arrivava Serafino Ghidini, il 22 lu'
glio t9)2, in qualiti di < postulante>. Il 31 luglio,
Jurante un rito suggestivo, riceveva con altri giovani
Ia veste dei Barnabiti e dava inizio all'anno canonico di prova. Maesro dei novizi era il p. Carlo
,'Castelli,
che morirh, tragrcamente alla stazione di Cislago (Varese) durante I'ultima guerra. Asceta mite
secondo lo spirito di S. Francesco di Sales, egli si
incontrb con il novizio Ghidini sulle vie del Signore'
Intui presto che quel giovane serio e riservato voleva
impegnarsi totalmente nell'opera della sua santifica-
zione.
con un canlascib scritto <<Mi si rivelb di semplice
non
dore cosi angelico e con un ardore
di volont),
disposizione
entusiasmo,ma di cosi soda
proposito
il
ed
pensiero
il
che ne rimasi edificato;
giornat^>>'
sua
ogni
di
tema
fu
il
perfezione
della sua
Il programma dell'anno di noviziato consiste essenzialmente nella f.ormazione de|l'aspirante alla vita
spirituale e comunitatia, col proposito di conv-ogliare
1; aspirazioni ascetiche e apostoliche dell'individuo
alle finalid proprie della Congregazione.
Con qr-restointento il novizio si sforza dt attuarc
f ideale .u.ttuto dai Salmisti: < Quanto e bello e
piacevole abitare insieme come fratelli >, ma non
escl.rde Ia rcaltd sottolineata da S. Giovanni Berckmans: <<La vita comune e la mra pit grande penitenza >>.
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\
anno di noviziato. <<Adesso posso anche morire:
oggi, domani, non importa quando. Vivere o morire
mi b indifierente; non mi appartengo piil->>.Cosi si
spiega l'afrermazione del p. Mario Scaliti: < I1 suo
Noviziato fu un vero f.nartirio >.
Visto don Ghidini tutto impegnato in questa
generosa donazione a Dio, non ci sorprendono le
afr.er:mazioniintorno alle sue virtil, Sari il suo Maestro.di Noviziato a dire: <<Non mi consta che abbia
mancato volontariamente a qualche comando o a qual'
che desiderio dei Superiori. IIarc, pronto, sereno
anche quando gli ordini si susseguivanorapidamente
o potevano rappresentare qualche motivo di contraddizione >. Il Padre conclude il'suo giudizio: <<Era
proprio il migliore di tutti i novizi >>.
L'alloru P. Vicemaestro, poi missionario in GuaDi, P. Mario Polvara, scrisse: <<Non ricordo fatti
particolari su don Ghidini, costituendo per s6 un
f.atto particolare il suo raccoglimento che traspaiva
dalla sua convercazione,dal suo portamento, lasciando
in tutti la santa impressione di una virtil e di una
unione intima col Signore. I1 contegne di don Serafino era sempre lieto, improntato a quella gravitd
religiosa che mostra il dominio di s6 in tutte le azioni >>.
E il barnabtta Mons. Eliseo Coroli, Vescovo missionario in Guam), che visse alcuni mesi con lui a
Monza, aggiunge: < Ghidini! l'ho conosciuto e ammirato. Semplice, umile, piuttosto serio, ossetvante
dell'orario, di buon esempio a tvtti. Mi pare che da
Novizi si B sempre fervorosi, ma il calore del novizio
Ghidini doveva esserealimentato da un combustibile
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accoglierele spoglie mottali di don Serafino M. Ghidini. Da Cavallaru erano venuti col parroco un folto
gruppo di parrocchiani, in prevalenza fanciulli. Da
Riva di Sazzaraerano giunti altti parenti. Da Monza,
da Lodi e dal seminario di Cremona erano presenti
molti chierici barnabiti e diocesani. Dalla Provincia
lombarda dei Barnabiti, da Genova e da Roma, altri
Confratelti gi) Superiori o compagni di don Serafino.
Tutti si sringevano commossi intorno al feretro, proveniente da Milano"
Dopo la S. Messa da requiem e I'assoluzioneal
tumulo, venne rievocata la figura del Servo di Dio,
quindi Ia beru fu calata in una fossa della nav^ta
J*rt.u. Da allora Ghidini B di casa in quel tempio
che lo vide passare tante ore in adoruzionedi Gesr),
dapprima come socio del Circolo Zaccaria, poi come
Apostolino. Cosi, nell'oscurit) di una tomba, egli
sembra continuare ad adorare I'Ospite divino del
tabernacolo.
Due anni dopo, il 9 maggio 1967, presso la Curia vescovile della citt), si apri il processo ordinario
informativo sulla sua fama di santitA: con la scrupolositi degna del caso, furono ascoltati 58 testimoni che, sotto giuramento, deposero quello che
sapevano sulla vita e sulle virtil del Servo di Dio.
il 15 gennaio L969, il vescovo di Cremona,
Mons. Danio Bolognini, firmb un editto pubblico
per la raccolta e la consegna al ribunale ecclesiastico competente degli scritti di don Serafino che
eventualmente fossero stati rintracciati.
Al termine di questo primo esame, grazie alla
della p-rofessionereligiosa di Serafino M' Ghidini
Autografo
"
iMonza, I'o novembrc t923)
53
ad
55
addominali e ricov erata all'ospedale di Reggio .Emrlia. Dopo le 'prime visite e cure, si scopri che si
ffattava di un tumore. Passati t1e mesi, la poveretta
er^ ridotta agli esffemi e volle ricevere I'Unzione
degli Infermi, rassegnatd'a motire. Nel gennaio-del
1913, h sorella Bice le disse che stava pregando il
Servo di Dio Serafino Ghidini per la sua guarigione'
Alla meti del mese, La paziente si sentl meglio'e
il Primario diagnosticd ia scomparsa della massa voluminosa not^ta in precedenza. I1 2L febbraio la
signora Ida era dimessa dall'ospedale clinicamente
guafita.
I1 Vice Postulatore della Causa, p' Luigi Gial-
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Fisionomia interiore
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fetti parla di <<fiamme dell'ardore che 1o consumavano... Serafinoviveva di Dio e rapito in Dio, di cui
si eta cibato nella Santa Comunione >>.
Il P. Ernesto Carcano nota con finezza: <<In
don Serafino noi novizi vedevamo riflesso il simbolo
della perfezione barnabitica. Forse la virtil che pii
ci impressionb in lui fu la piet): era evidente in
Ghidini la grazia di Dio.
In chiesa, una volta inginocchiato al suo posto,
conservava un contegno cosi raccolto e una immobiliti tale da sembrare immateriale. Noi guardavamo
con meraviglia e con un certo sentimento di timore
riverenziale. Vedevamo Dio in lui e attorno a lut...
E Dio sa quanti piccoli e grandi avvenimenti eccitano, anche in coro, anche in chiesa, la curiosit)
e la distrazione dei novizi!
Don Serafinosembravaassortoin un altro mondo,
dove altrt eruno gli interessi, altre le parole e altri
i sentimenti.
N6 questa assorta contemplazione sembrava placarsi e farsi, quasi direi, da celesteterrestre, all'uscita
dalla chiesa. Altri avrd avuto altra impressione; io
lo vedo cosi (e mentre scrivo, la sua figura mi si
fa piil plastica): in coro o nel corridoio del Noviziato, in cappella o durante i lavori manuali, don
Serafino non mutava atteggiamento. Io me lo vedo
ora cosi: Dio pregava con lui, Dio Tavotavacon lui,
Dio faceva ricreazionecon lui. E Dio era con lui nella
cameretta di novizio. Ma cosa avvenissequi, tra Dio
e lui, ecco il mistero, ed io mi fermo qui >.
Un uomo perspicacecome iI P. Cazzantg scrisse
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62
NOTA BIBLIOGRAFICA
I. Ricordi biografici:
Chierico Don Seralino M. Ghidini, Studente Barnabiita
(1902-1924). Lettera necrologica dei Padri L. Magni
e C. Riva, Lodi 11 gennaio L926, pp. L9. L. Levati - I. Clerici, Menologio dei Barnabiti, Genova t932,
il
INDICE
fl messaggiodi un giovane
1969, pp. 64.
2. Articoli su riui.ste e giornali:
La Vita Cattolica, settimanaledi Cremona:
75 maggio 1960; 25 novembre 1962; 2, dicembte L962;
15 dicEmbre 1963; 13 eennaio 1974; 11' maggro 1975;
L1 gennaio 1981.
Eco dei- Barnabiti, bimesrale di Roma:gennaio-febbraio 1952; marzo-aprile 1952;-.gennaio-feb. 6raio 1.962; gennaio-febbraio
1-969;gennaio-febbraio1974;
gennaio-febbraioI976.
La uZce di S. Antonio M. Zaccaria, bimesmale di Milano:
aprile L964:, settembre-ottobte1965; {flSgiogiuqgo .L967'
L'OssbruatoreRomano, quotidiano della Citt) del Vaticano:
S luglio 1981.
3. Docurnenti per i processi di Beatificazione:
p p . " 5 1+ x I X + ' l s 3 + L 2 + 9 ,
64
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La sua strada . .
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Un anno a N{ilano
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il
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noviziato a Monza
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Fisionomia interiore
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Nota bibliografica
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PREGHIERA
O Gesi Maesuo, concedi, te ne supplichiamo,
al tuo Servo Serafino M. Ghidini i supremi onori
'grazia',
che umilmente ti chiedegli altafi e a noi \a
diamo per sua intercessione; donaci soprattutto di
imitare i suoi eroici esempi di perfetta adesione .a
Te, che sei Via, Verit) e Vita. Amen.
(Pater, Aue, Gloria).
(Con approuazione ecclesiastica)