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Cap. 6
PRODOTTI SCALARI E SPAZI EUCLIDEI
6.1
spazi vettoriali.
Prodotti scalari.
Definizione 1. Sia V = V un spazio vettoriale e sia b : V V una forma bilineare. b `e detta definita positiva se verifica le due seguenti condizioni:
(i ) b(v, v) 0, v V ;
(ii ) b(v, v) = 0 v = 0.
Se b verifica soltanto la condizione (i ), b `e detta semidefinita positiva. Analogamente, b `e detta semidefinita negativa se verifica la condizione:
(i ) b(v, v) 0, v V,
Si noti che || v || `e ben definito in quanto b(v, v) 0; sono inoltre del tutto evidenti
le due seguenti propriet`
a:
|| v ||= 0 v = 0 e
|| cv ||= |c| || v ||, c
[|c| denota il valore assoluto di c]. Diremo infine che un vettore v V `e un versore [rispetto a b] se || v ||= 1. Per ogni vettore non nullo v V , il vetto1
1
1
re ||v||
v `e un versore di V [infatti || ||v||
v ||= ||v||
|| v ||= 1].
Esempio 1. Sia :
xy =
n
"
i=1
Indicata con
la base canonica di
e posto x = x, y = y, si ha:
xy = tx In y.
7
Cap. VI
n
"
i=1
xi 0; xx = 0 x = 0. Pertanto
[Dunque b rispetto ad una base bortonormale agisce sulle coordinate dei vettori con
me il prodotto scalare standard di
].
Osservazione 2. (i ) Sia b un prodotto scalare su V = V Verifichiamo che t
vettori non nulli u1 , . . . , ut V a due a due bortogonali sono linearmente indipent
"
denti. Sia infatti 0 =
ci ui . Risulta, per j = 1, . . . , t:
n
i=1
0 = b(uj, 0) = b(uj,
t
"
i=1
ci ui) =
t
"
i=1
j=1
j=1
Osservazione 3.
Sia K un campo e sia C GLn(K).
Ricordiamo (c1
t
fr. Def. II.6) che C `e ortogonale C = C . Inoltre le matrici ortogonali formano un sottogruppo di GLn(K), denotato On(K). Si osserva subi2
to che se C On(K), allora det(C) = 1 [infatti tCC = In ]. Se K = segue quindi che det(C) = 1.
Le matrici C On( ) tali che det(C) = +1 sono dette matrici ortogonali speciali e formano un sottogruppo di On( ), denotato SOn( ). Se in particolare n = 2, dalla Prop. II.3 segue che:
+
,
+
,
O2( ) = R , S ,
e SO2( ) = R ,
,
con
R =
cos
sen
sen
cos
e S =
cos
sen
sen
cos
S = S" ! = 2k, k ].
Proposizione 1. Sia b un prodotto scalare su V = V . Siano
di V , tali che
= C e C GLn( ). Risulta:
n
(i ) Se
(ii ) Se
ed
due basi
ed
sono bortonormali, C On( ).
`e bortonormale e C On( ),
`e bortonormale.
[Ne segue che le basi bortonormali sono in corrispondenza biunivoca con On( )].
Dim. Sia A la matrice di b in base
stato osservato che B = tCAC.
` gi`
. E
a
(i ) Se
ed
sono bortonormali, allora B = A = In e dunque tCIn C = In ,
1
cio`e tC = C . Pertanto C On( ).
(ii ) Se
`e bortonormale e C On( ), allora A = In e dunque B = tCIn C =
C C = In, cio`e
`e bortonormale.
1
10
Cap. VI
6.2
Supponiamo che in uno spazio vettoriale V = V sia fissato un prodotto scalare b. Assegnato un insieme ordinato (finito o numerabile) di vettori di V , vedremo nel successivo teorema che `e possibile bortogonalizzare tali vettori, cio`e sostituire ad essi nuovi vettori a due a due bortogonali. La dimostrazione di tale risultato ci fornir`
a un semplice procedimento [l algoritmo di Gram-Schmidt] che ci consentir`
a di operare tale bortogonalizzazione. Cominciamo con una definizione.
Definizione 4. + Sia V = V un
, +spazio vettoriale.
, Sia b un prodotto scalare su V e siano u1 , . . . , ut , . . . e w1 , . . . , wt , . . . due insiemi
in corrisponden+
,
za biunivoca [finiti o numerabili] +di vettori di V . ,Diremo che w1 , . . . , wt , . . . `e una bortogonalizzazione di u1 , . . . , ut , . . . se valgono, k 1, le due propriet`
a:
(ak) -u1 , . . . , uk. = -w1 , . . . , wk.;
(bk) i vettori w1 , . . . , wk sono a due a due bortogonali.
wt+1 = ut+1
ci =
t
"
i=1
ci wi ,
0, se wi = 0
cw (ut+1), se wi += 0
i
[cwi(ut+1) `e il coefficiente di Fourier di ut+1 rispetto a wi , cfr. Def. V.5]. Ovviamente risulta:
wt+1 -w1 , . . . , wt , ut+1. e ut+1 -w1 , . . . , wt , wt+1..
Dalla propriet`
a (at) segue allora che:
11
t
"
i=1
!
wk -w1 , . . . , wk. = -w1 , . . . , wk1. , da cui b(wk, w) = 0;
Pertanto:
w3 = u3 cw (u3) w1 cw (u3) w2 ;
..
.
w t = ut
..
..
t1
"
i=1
cw (ut) wi
i
%
&
n
Osservazione 4 (i ) Sia
= e1 . . . en una base di V = V . Una borto!
gonalizzazione
di
`e ancora una base di V . [Infatti dalle espressioni dei vettori di ! (ottenute nella precedente formula) segue subito che ! = C con C
matrice triangolare superiore tale che c11 = . . . = cnn = 1: dunque C GLn( )].
Ovviamente ! `e bortogonale. Dividendo ciascun vettore di ! per la propria norma, si ottiene una base ortonormale.
(ii ) Ricordiamo che alla determinazione di una base bortogonale siamo pervenuti anche tramite lalgoritmo di Lagrange (che `e valido per ogni forma bilineare sim-
12
Cap. VI
= b(v, wj)
t
"
i=1
i=1
Esercizio 1. In
cinque vettori:
u1 = (1, 0, 1), u2 = (1, 1, 0), u3 = (0, 1, 1), u4 = (0, 1, 0), u5 = (1, 2, 0).
+
,
Ortogonalizzare linsieme di vettori u1 , u2 , u3 , u4 , u5 con lalgoritmo di Gram
Schmidt.
*
Soluzione. Risulta:
w 1 = u1 ;
w 2 = u2
w 3 = u3
w 4 = u4
u w
w 1 = u2
w1
w1
w w
u w
w w
1
1
u w
w w
u w
1
2 u1
= ( 12 , 1, 12 );
3
2
3
2
w2 = u3 12 u1
w2 0w3 = u4 02 w1
w w
2
2
u w
w w
w2 = 0;
1
3
2
w2 = ( 13 , 13 , 13 ).
13
u w
5
w w
u w
w1
w w
w2
= u5 12 w1 w2 3w4 = 0.
u w
5
w w
w1 0 w3
u w
5
w w
w4 =
Esercizio
il prodotto scalare b, definito (rispetto ad una ba% 2. In & `e assegnato
3
se
= e1 e2 e3 di
) dalla matrice
2 1 1
A = 1 2 0 .
1 0 1
Determinare, con lalgoritmo di GramSchmidt, una base bortonormale.
* * *
Nota. Prima di risolvere lesercizio dovremmo chiederci se b `e un prodotto scalare. Tale domanda fa emergere il seguente problema: come si caratterizzano i prodotti scalari tramite la loro matrice ? Risponderemo a tale domanda dopo aver risolto lesercizio.
Con il metodo di GramSchmidt bortogonalizziamo la base
Soluzione.
ponendo:
f = e1 ;
1
f = e2
2
f = e3
3
b(f ,e )
2
b(f ,f )
1
b(f ,e )
3
b(f ,f )
1
f = e2 12 e1 ;
1
b(f ,f ) f 2 .
Risulta:
%
b(f ,e )
&
b(f , f ) = 12 1 0 A 1 =
2
2
0
Pertanto: f = e3
3
Quindi:
1
2 e1
= f
Si ha:
1
2
3
2
|| f ||=
1
(e2
&
1
2
3
2
b(f , e3) = 12
2
e1 ) = e3 + 12 e1 13 e2 + 16 e1 = 23 e1 13 e2 + e3 .
1
= C, con C = 0
0
2,
0
1 0 A 0 = 12 .
1
&
|| f ||=
2
3
2,
12
1
0
|| f ||=
3
2
3
13
1
3
14
Cap. VI
||f ||
1
||f ||
2
||f ||
3
1
2
= C ! , con C ! = 0
0
16
2
6
2 3
3
33
2 1 0 0
1 1 1 0
A=
4( ).
0
1 3 0
0
0 0 1
Il teorema precedente ci assicura che b `e un prodotto scalare. Infatti:
4
4
4
4 2 1 0 4
4
4
4
4 2 1 4
4 > 0, 3 = 4 1 1 1 4 > 0 e 4 = det(A) > 0.
1 = |2| > 0, 2 = 44
4
4
4
1 1
4 0
1 34
Vogliamo infine segnalare che il teorema di Jacobi-Sylvester afferma anche che, operando con lalgoritmo di Gram-Schmidt su , la base bortogonale
che si viene ad ottenere verifica le seguenti condizioni:
b(f , f ) = 1 ,
1
b(f , f ) =
i
i
i1
, i = 2, . . . , n.
15
6.3 Angoli
c 88-7999-006-3
!
6.3
Angoli.
Si consideri la forma bilineare simmetrica b : V V
tale che
Ne segue che:
1
b(u,v)
||u|| ||v||
b(u,v)
||u|| ||v|| .
4
4
1 cio`e 4b(u, v)4 || u || || v ||.
un
spazio vet-
b(u, v) || u || || v || 0.
!
b(u, v)2 || u |||| v ||.
%
&2
2
2
2
2
2
|| u+v || = b(u+v, u+v) =|| u || + || v || +2b(u, v) || u || + || v || +2 || u |||| v ||= || u || + || v || .
Estraendo la radice quadrata del primo e dellultimo membro di tale disuguaglianza
si ottiene la tesi. Dimostriamo ora la prima disuguaglianza. Risulta:
|| u ||=|| u + v v |||| u + v || + || v ||=|| u + v || + || v || e
Ne segue:
16
Cap. VI
e quindi la tesi.
|| u || || v || || u + v ||
|| v || || u || || u + v ||
Definizione 5. Sia b un prodotto scalare su V = V . Siano u e v due vettori non nulli di V . Si chiama angolo convesso [o angolo non orientato] tra i vettori u e v [rispetto a b] il numero reale
b(u,v)
= arcos t
(u, v)
t
-1
1
b(u,v)
||u|| ||v||
Cominciamo col definire tale nozione in un piano vettoriale V = V di vettori liberi, dotato del prodotto scalare canonico %b. &
Fissata una base bortonormale = i j ed applicati i due vettori in uno stesso punto O, tale base definisce in V un verso di rotazione: quello descritto dal vettore i che, ruotando intorno ad O, si porta in j descrivendo una regione convessa del piano euclideo.
Assegnati due vettori non nulli u e v di V [applicati in O], diremo angolo orientato u5v rispetto ad
la misura (espressa ad esempio in radianti o in gradi) dellangolo (a meno di multipli di un angolo giro) ottenuto ruotando il vettore u fino alla direzione di v, nel verso di rotazione definito da .
5 con || u ||= 1, pu`
In particolare, ogni angolo orientato di tipo iu
o essere facil-
17
6.3 Angoli
c 88-7999-006-3
!
mente determinato usando la ben nota rappresentazione parametrica della circonferenza goniometrica:
x = cos t
t .
y = sen t,
%
&
la classe di equivalenza di t (modulo 2) e indichiamo con [ ] linsieme quoziente formato da tali classi di equivalenza. Si noti che [t], [s] [ ], risulta
[t] + [s] = [t + s] e che ogni classe [t] [ ] ha un unico rappresentante t0
tale che 0 t0 < 2. t0 `e detto determinazione principale di [t]. Risulta quindi:
5 = [t], se u =
iu
OP e P = (cos t, sen t).
Siano ora u, v due vettori non nulli di V. Per determinare u5v, conviene sou
v
stituire u v con i rispettivi versori u0 = ||u|| e v 0 = ||v|| , calcolare i due angoli o6 = [t] e iv
5 = [s] ed osservare poi (cfr. figura) che:
rientati iu
0
0
5 iu
6 = [s] [t] = [s t].
u5v = iv
0
0
j
u0
u5v
u0
6
i u0
i
v0
v
i
6
i v0
v0
v
Nota. Langolo orientato u5v della figura ha una determinazione principale di poco
superiore a 32 (radianti), mentre langolo convesso (u, v) `e di poco inferiore a 2
(radianti).
Veniamo ora alla definizione di angolo orientato in un arbitrario piano vettoriale
%
&
2
V = V , con prodotto scalare b, rispetto ad una base bortonormale
= e1 e2 .
Consideriamo la totalit`
a dei versori di V :
+
,
Versb(V ) = v V : || v ||= 1 .
18
Cap. VI
# $
x
Posto v = x , con x =
, si ha:
y
v Versb(V )
x + y = 1 x + y = 1 t
2
e pertanto:
x = cos t
y = sen t
$
,
cos t
, t
.
sen t
Possiamo quindi formulare la seguente definizione.
Versb(V ) =
] la
u5v = [s t] [ ].
Si chiama determinazione principale dellangolo orientato u5v la determinazione principale di [s t], denotata (u5v)0 . Si#noti infine
$ che ogni [r] [ ] `e un ancos r
golo orientato. Infatti [r] = e6
v, con v =
.
1
sen r
2
Esempio 3. In
, con prodotto scalare canonico, sono assegnati, rispetto alla base canonica , i due vettori u = (1, 1) e v = (1, 1). Vogliamo determinare langolo convesso (u, v), langolo orientato u5v e la sua determinazione principale (u5v)0 . Risulta:
uv
Si ha inoltre:
u
||u||
Pertanto u5v =
$
#
$
% 1
&
cos 7
cos 4
v
1
4
=
e ||v|| = 2 , 2 =
.
sen 4
sen 7
4
8
7
8
4 = 3
e la determinazione principale `e (u5v)0 = 3
2
2 .
1 , 1
2
2
7 7
4
2.
&
19
6.3 Angoli
c 88-7999-006-3
!
se. In particolare, se in V `e assegnato un prodotto scalare ed
si bortonormali, si ha:
ed
ed
sono ba-
Analogamente, se
`e uno spazio affine reale n-dimensionale, due riferimenti affini RA(O, ) ed RA! (O! , ! ) sono detti riferimenti equiversi se le rispettive basi sono equiverse; altrimenti RA ed RA! sono detti riferimenti contraversi .
` evidente che lequiversit`
Osservazione 5. (i ) E
a `e una relazione di equivalenza nellinsieme delle basi di V [o dei riferimenti affini di ]. Le classi di equivalenza modulo tale relazione sono ovviamente due e sono dette orientazioni . Uno spazio affine
(o un suo sottospazio affine) `e detto orientato se `e stata assegnata in esso unorientazione.
2
(ii ) Si verifica subito che nel piano vettoriale V = V (con prodotto scalare canonico b) due basi bortonormali
ed ! sono equiverse definiscono lo stesso verso di rotazione. Infatti, sia
#
$
#
$
cos t1
cos t2
!
= C, con e!1 =
, e!2 =
.
sen t1
sen t2
Risulta:
Dim. Sia ! = C. Come osservato in Def. 7, C SO2( ) e quindi (cfr. Oss. 3) C = R , con 0 < 2.
Supponiamo che risulti: u5v = [s t] rispetto ad
e u5v = [s! t! ] rispetto ad
!
!
!
. Bisogna verificare che [s t] = [s t ]. Si ha:
#
$
#
$
#
$
#
$
cos t
cos t!
cos t!
cos(t! + )
u
!
=
=
=
R
=
||u||
sen t
sen t!
sen t!
sen(t! + )
[lultima uguaglianza segue dalle formule di addizione di seno e coseno].
t = t + + 2k1 , con k1 .
Pertanto:
Analogamente, si ha:
#
$
#
$
cos s
cos(s! + )
v
=
e dunque s = s! + + 2k2 , con k2 .
||v|| =
sen s
sen(s! +
Ne segue:
20
Cap. VI
6.4
Sia V = V uno spazio vettoriale reale di dimensione 3 e sia b un prodotto scalare su V . Introduciamo in V una nuova operazione: il prodotto vettoriale.
%
&
3
Definizione 8. Sia b un prodotto scalare su V = V e sia
= e1 e2 e3
una base bortonormale di V . % Siano u& e %v due vettori
di V , aventi in ba&
se
rispettivamente coordinate ux , uy , uz e vx , vy , vz . Si chiama prodotto vettoriale di u, v rispetto ad
il vettore u v V avente in base
coordinate:
4
4
4 4
41
044
4
4
4
4
4
4 uy uz 4 , 4 ux uz 4 , 4 ux uy 4 .
4 vy vz 4
4 vx vz 4 4 vx vy 4
Pu`
o essere utile, per ricordare tale definizione, la seguente regola pratica:
4
4
4e e e 4
4 1
2
3 4
u v = 44 ux uy uz 44.
4 vx vy vz 4
e sia
(i ) v u = u v, u, v V .
(ii ) (c1 u1 + c2 u2) v = c1 (u1 v) + c2 (u2 v), u1 , u2 , v V e c1 , c2 .
(iii ) u (c1 v 1 + c2 v 2) = c1 (u v 1) + c2 (u v 2), v 1 , v 2 , u V e c1 , c2 .
(iv ) u v = 0 u, v sono vettori linearmente dipendenti.
(v ) b(u, u v) = b(v, u v) = 0, u, v V . Ne segue: u v -u, v. .
(vi ) Vale la seguente identit`
a [detta identit`
a di Lagrange]:
4
4
!
4
b(u, u ) b(u, v ! ) 44
b(u v, u! v ! ) = 44
, u, u! , v, v ! V .
b(v, u! ) b(v, v ! ) 4
4
4
4 || u ||2 b(u, v) 4
2
!
!
4
4.
In particolare, posto u = u e v = v, si ha: || u v || = 4
2
b(v, v) || v || 4
(vii ) || u v ||=|| u |||| v || sen (u, v), u, v V, u, v += 0.
+
, +
,
(viii ) Se i vettori u, v sono linearmente indipendenti, u, v, u v e u v, u, v
3
sono basi di V , equiverse ad .
21
`e bortonormale, risulta:
4
4
4
4
4
4u u 4
4u u 4
4u
y
z 4
x
z 4
4
4
b(u, u v) = ux 4
uy 4
+ uz 44 x
vy vz 4
vx vz 4
vx
4
4 4u
uy 44 44 x
= u
vy 4 44 x
vx
uy
uy
vy
4
uz 44
uz 44 = 0.
vz 4
b(u,v)
||u|| ||v|| .
Infatti:
3
v il
Osservazione 6. Sia ! = C unaltra base bortonormale di V . Sia u
!
prodotto vettoriale di u, v definito rispetto ad
. Dalle propriet`
a (v ) e (vii ) di
Prop. 3 segue che, u, v V :
v = c(u v), con c
v ||=|| u v || .
u
e || u
v = u v. Dalla propriet`
Pertanto |c| = 1, cio`e u
a (viii ) segue che:
e sia
%
&
= e1 e2 e3 una ba-
22
Cap. VI
u v
|| w |||cos |
|| u ||sen
w
u
|| v ||
v
u
(fig. 1)
|| u v ||
(fig. 2)
e || w || |cos | `e laltezza del parallelepipedo costruito sul parallelogramma definito da u, v, di area || u v || (cfr. fig. 2).
23
6.5
Spazi euclidei.
Definizione 10. Un spazio vettoriale V = V nel quale `e assegnato un prodotto scalare b = b( , ) `e detto spazio vettoriale euclideo. Tale prodotto scalare [privilegiato rispetto a tutti gli altri] viene di solito denotato con una notazione pi`
u comoda, ad esempio - , .. Ci uniformeremo dora in avanti a tale uso [sperando che il lettore non confonda il prodotto scalare -u, v. con il sottospazio vettoriale -u, v. generato da u e v !]. Infine, se -u, v. = 0, diremo semplicemente che u e v sono ortogonali [anziche - , .ortogonali].
Definizione 11. Sia ( , V, ) uno spazio affine. Se V = V `e uno spazio vettoriale euclideo (con prodotto scalare - , .), la terna ( , V , ) `e detta spazio euclideo e sar`a nel seguito denotata con E = (E, V , ). Ogni sottospazio affine di E `e detto sottospazio euclideo.
Definizione 12. Sia E = E uno spazio euclideo ndimensionale. Sia RA(O, )
un riferimento affine di E. Se
`e una base ortonormale (rispetto al prodotto scalare - , .), il riferimento affine RA(O, ) `e detto riferimento cartesiano e sar`a denotato RC(O, ) (o, pi`
u brevemente, RC). Le coordinate affini di un punto P E rispetto ad un riferimento cartesiano RC sono dette coordinate cartesiane di P rispetto a RC.
n
x = xO" + Cx ! ,
x ! = xO! + tCx ,
xO" = CxO! e
xO! = tCxO" .
Proposizione 4. Sia E = E uno spazio euclideo ndimensionale, con riferimento cartesiano RC(O, ). Sia S un iperpiano di E, avente equazione cartesian
n
"
"
na
ai xi+a = 0. Il vettore n =
ai ei `e ortogonale alla giacitura di S ed `e chian
i=1
i=1
n
"
i=1
yi ei W [e dunque
n
"
i=1
n
"
i=1
ai xi = 0 (rispetto ad ).
ai yi = 0]: baster`
a verificare che b(n, y) = 0.
24
Cap. VI
Infatti, essendo
n
"
i=1
ai yi = 0.
d(P, Q) =|| P Q ||= -P Q, P Q. =
(bi ai)2 .
n
i=1
Definizione 14. Sia E uno spazio euclideo. Fissato un punto P E ed un numero reale d > 0, si chiama sfera di centro P e raggio d linsieme:
+
,
S(P, d) = Q E : d(P, Q) = d .
Se E = E , S(P, d) `e detta nsfera di centro P e raggio d. Fissato un riferimento cartesiano RC(O, ), se P = (a1 , . . . , an), S(P, d) ha equazione cartesiana:
n
"
2
2
(xi ai) = d .
n
i=1
Ovviamente una 1sfera `e una coppia di punti, una 2-sfera `e una circonferenza ed una 3-sfera `e una sfera (ordinaria).
25
2
Per ogni punto P E {O}, posto v = OP , sono definiti i due numeri reali:
% &
= (P ) = d(O, P ) =|| v || e = (P ) = a5v
0
y = sen
(formule di cambiamento di coordinate da RP ol a RC). Viceversa, quadran2
2
2
do e sommando tali equazioni, si ottiene x + y = , da cui
2
()
= x + y2 .
Inoltre, dalla prima equazione, cos = x = 2x 2 . Ne segue:
x +y
x
arcos 2 2 se y 0
x +y
()
=
2 arcos 2x 2 se y < 0.
x +y
[Si noti infatti che se y < 0, (, 2] e dunque `e individuato dalla seconda determinazione della funzione arcos]. Le formule () e () sono le formule di cambiamento di coordinate da RC a RP ol.
6.6
26
Cap. VI
A. In un piano% euclideo
E con riferimento cartesiano RC(O, ), sono assegnati:
&
un punto P0 = x0 , y0 ed una retta r di equazione cartesiana ax + by + c = 0 e vettore direttore r = (', m).
Valgono le seguenti formule:
a
,
a2+b2
b
a +b2
2
0
=
%
2
m
,
% +m2
2
% +m
(d ) Condizione di ortogonalit`
a tra due rette r ed r! :
r r! n n! aa! + bb! = 0 ''! + mm! = 0
|'P0 Q, n(|
||n||
| ax0+by0+c |
a2+b2
(%%" +mm" )
% +m2
%" 2 +m" 2
Si noti che (r, r! ) `e un insieme formato da due numeri reali del tipo , [con
0 ].
3
0
n
||n|| =
a
,
a2+b2+c2
b
,
a2+b2+c2
c
a2+b2+c2
27
[se p! : a! x + b! y + c! z + d! = 0].
(f ) Condizione di ortogonalit`
a tra retta e piano:
#
' m
r p r 6 n rg
a b
(g ) Condizione di ortogonalit`
a tra due rette r e r! :
n
c
= 1.
dove q `e il piano normale a r e passante per P0 [definito in (d )] e `e il piano contenente r e passante per P0 (cfr. fig. 1).
rs
P0
r
(fig.1)
(fig.2)
|'P0Q, n(|
||n||
| ax0+by0+cz0+d |
a2+b2+c2
28
Cap. VI
||P0Qr||
||r||
d(P0, r) =
[con Q punto arbitrario di r].
| [QQ" , r, r " ] |
,
||rr "||
!
%2+m2+n2
Si noti che (r, r! ) `e un insieme formato da due numeri reali del tipo , [con
0 ].
(n) Angoli convessi tra due piani p e p! :
'n,n" (
a2+b2+c2
[con n! = (a! , b! , c! ) vettore normale di p! ]. Si noti che (p, p) `e un insieme formato da due numeri reali del tipo , [con 0 ].
(o) Angoli convessi tra una retta r ed un piano p (cfr. Eserc. 18):
0 = arcsen
|al+bm+cn|
%2+m2+n2
a2+b2+c2
1 = 0
2 )].
3
Nota. Come gi`a osservato (cfr. Oss. 5) una retta o un piano di E sono orientati se `e assegnata una loro orientazione, cio`e se `e assegnata una base della loro giacitura [e tutte le basi ad essa equiverse]. In particolare, se r `e una retta orientata, un suo vettore direttore orientato r `e una base dellorientazione scelta. Posto
r = (', m, n), diremo che r `e orientata secondo le x crescenti se ' > 0 e che r `e orientata secondo le x decrescenti se ' < 0. Analoghe definizioni valgono per le al2
tre due componenti [ed anche per le rette del piano E ].