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Cap. 5
FORME BILINEARI E QUADRATICHE
5.1
Forme bilineari.
b(e1, e1 ) . . . . . . b(e1, en )
b(e , e ) . . . . . . b(e , e )
2
1
2
n
A=
n(K).
..
..
..
..
.
.
.
.
b(en, e1 ) . . . . . . b(en, en )
n
b(e1, v)
b(e1, v)
n
n
!
"
)
)
..
..
b(u, v) = b( xi ei , v) =
xi b(ei, v) = x1 . . . xn
= tx
.
.
.
i=1
i=1
b(en, v)
b(en, v)
Per ogni i = 1, . . . , n, calcoliamo b(ei, v). Risulta:
y1
*
+
n
n
)
)
(i)
..
b(ei, v) = b(ei,
ej yj) =
b(ei, ej)yj = b(ei, e1 ) . . . b(ei, en) . = A y,
j=1
j=1
yn
e pertanto:
63
64
Cap. V
(1)
(1)
A y
A
.
t
t ..
b( x, y) = x .. = x
y = txAy.
.
(n)
(n)
A
A y
b( x, y) = txAy,
Si verifica in modo del tutto analogo che b `e antisimmetrica A `e una matrice antisimmetrica. Vogliamo ora esaminare leffetto di un cambiamento di base
n
sulla matrice di una forma bilineare b su V = VK .
Siano , ! due basi di V e sia ! = C la formula del cambiamento di base
[con C GLn(K)]. Siano: u = x = ! x ! e v = y = ! y ! due generici vettori
di V . Risulta:
xAy = b( x, y) = b(u, v) = b( ! x! ,
Da
y ) = tx ! A! y ! .
! !
Ne segue:
()
A! = tCAC.
Osservazione 2. Siano A, A!
(K). Le matrici A, A! sono dette conn
gruenti se esiste C GLn(K) tale che A! = tCAC. Si verifica subito che la con-
65
(i ) b `e degenere.
(ii ) u0 V, u0 *= 0, tale che b(u0, v) = 0, v V .
(iii ) v 0 V, v 0 *= 0, tale che b(u, v 0) = 0, u V .
Dim. Dimostriamo soltanto lequivalenza tra (i ) e (ii ) [e lasciamo al lettore lanaloga verifica dellequivalenza tra (i ) e (iii )]. Sia b( x, y) = txAy . Risulta:
b `e degenere rg(A) < n
(1)
(n)
le righe A , . . . , A
n,1
cA = 0 tcAy = 0, y
(K).
n,1
66
Cap. V
5.2
Ortogonalit`
a.
Ci limiteremo dora in poi a considerare soltanto forme bilineari simmetriche.
` noto che due vettori di V [spazio dei vettori liberi] sono ortogonali se, appliE
cati in uno stesso punto, individuano un angolo retto. Ma la difficolt`
a a definire il concetto di angolo tra vettori di uno spazio vettoriale astratto [ad esempio, cosa si intende per angolo tra due polinomi di [x]?] rende necessaria una definizione di ortogonalit`
a pi`
u astratta e pi`
u generale.
Con argomenti di geometria euclidea elementare, si pu`
o verificare che lapplicazione b : V V
tale che:
b(u, v) =|| u || || v || cos , u, v V,
(radianti)
[cio`e u, v sono ortogonali b(u, v) = 0]. Tali considerazioni giustificano la seguente definizione.
Definizione 4. Sia b : V V K una forma bilineare simmetrica. Siano u, v due
u brevevettori di V . Se b(u, v) = 0, i vettori u, v sono detti bortogonali [o, pi`
mente, ortogonali ] e si scrive: u v.
Se S `e un sottoinsieme non vuoto di V , linsieme
,
S = u V : b(u, v) = 0, v S
[cio`e la totalit`
a dei vettori bortogonali ad ogni vettore di S] `e detto sottospazio
b-ortogonale di S; si verifica subito che S `e un sottospazio vettoriale di V . Se
S = {w} si scriver`a w al posto di {w} . Inoltre, se W `e un sottospazio vettoriale di V e se W = -w1 , . . . , ws., risulta subito:
W = w
w
.
1
s
Infine un vettore v V `e detto bisotropo [o, pi`
u brevemente, isotropo] se
b(v, v) = 0. Linsieme dei vettori bisotropi di V si chiama cono bisotropo di
V , denotato Ib(V ).
Osservazione 3. (i ) Il cono bisotropo Ib(V ) non `e in generale un sottospazio vettoriale di V (se il campo K verifica la condizione 1 + 1 *= 0). Infatti, supposto che v 1 , v 2 Ib(V ) e che b(v 1, v 2) *= 0, si verifica che v 1 + v 2 * Ib(V ). Infatti:
b(v 1 + v 2, v 1 + v 2) = b(v 1, v 1) + b(v 2, v 2) + b(v 1, v 2) + b(v 2, v 1) = 0 + 0 + 2b(v 1, v 2) *= 0
67
5.2 Ortogonalit`a
c 88-7999-005-5
!
tamente che cv Ib(V ).
(ii ) Si osserva subito che, se Ib(V ) = {0}, allora b `e non degenere. Infatti, in
base alla Prop. 2, se b(u0, v) = 0, v V , allora in particolare b(u0, u0) = 0 e dunque u0 Ib(V ), cio`e u0 = 0. Il viceversa `e falso: ad esempio la matrice
.
/
0 1
A=
1 1
2
b(u,v)
b(u,u) u
v2 = v
b(u,v)
b(u,u) u.
v1
v
v1
u
u
u
v2
v2
u
[Nota. Nei due disegni qui sopra abbiamo descritto la decomposizione di un vettore
2
3
v di V e di V rispetto ad un vettore u (ed al suo sottospazio ortogonale u )].
Dim. Per ipotesi, b(u, u) *= 0. Bisogna verificare che
68
Cap. V
DAX = 0.
v = x W b(z 1, v) = . . . = b(z s, v) = 0
tD(1) Ax = . . . = tD(s) Ax = 0 tDAx = 0.
` ben noto
Se poi b `e non degenere, risulta rg(A) = n e quindi A GLn(K). E
t
t
t
che in tal caso rg( DA) = rg( D) e dunque rg( DA) = rg(D) = s. Pertanto (cfr.
Prop. III.3): dimK W = n rg(tDA) = n s = n dimK W .
Esercizio! 1. Sia b la" forma bilineare simmetrica su
4
base
= e1 e2 e3 e4 di
, dalla matrice
1 0 0 0
0 1 2 1
A=
.
0 2 0 0
0 1 0 1
* * *
Soluzione. (i ) b `e non degenere in quanto det(A) *= 0.
(ii ) Risulta:
69
0 1
!
"
0 1
e3 e1 + e2 = D, con D =
.
1 0
0 0
.
/
0 2 0 0
ha equazioni cartesiane tDAX = 0, con tDA =
, cio`e:
1 1 2 1
0
0
2x2 = 0
x2 = 0
ovvero
x1 + x2 + 2x3 x4 = 0,
x1 + 2x3 x4 = 0.
Pertanto W W
e quindi W W
x1 x2 = 0
x =0
4
cio`e
x2 = 0
x1 + 2x3 x4 = 0,
SLO:
x1 = 0
x2 = 0
x3 = 0
x4 = 0,
= -0..
(iv ) Risulta:
4
Pertanto: x Ib( ) W
x =0
x2 = 0
x2 = 0
5 2
x1 + 2x3 x4 = 0
x1 + 2x3 x4 = 0
x1 + 2x3 x4 = 0
2
x1 x4 = 0
x1 x4 = 0
x1 + x4 = 0.
,
- ,
4
5.3
Forme quadratiche.
70
Cap. V
Q(v 1 + v 2) = b(v 1 + v 2, v 1 + v 2) =
= b(v 1, v 1) + b(v 2, v 2) + 2b(v 1, v 2) = Q(v 1) + Q(v 2) + 2b(v 1, v 2).
i=1 j=1
Osservazione 5. Lespressione
n )
n
)
i=1 j=1
aij xi xj
Dunque (V ) `e in corrispondenza biunivoca con il Kspazio vettoriale dei polinomi omogenei di grado 2 in K[x1 , . . . , xn] [ed anche con il Kspazio vettoriale delle matrici simmetriche di ordine n].
Esempio 1. Il polinomio omogeneo di secondo grado
2
71
0
0
A=
1
0
0
1
0
1
2
4
1
0
0
0
4
0
1
2
0
2
( ).
!
b! indotta da
b
su
e
:
esiste
una
base
b
diagonalizzante
e2 , . . . , en di e
.
1
1
,
Oviamente e1 , e2 , . . . , en `e una base di V e risulta:
b(e1, ei) = 0 [ i = 2, .., n] e b(ei, ej) = 0 [ i, j = 2, .., n; i *= j].
,
Dunque e1 , e2 , . . . , en `e una base bdiagonalizzante di V .
72
Cap. V
b(e ,..)
b(e ,e )
1
e!1 = e1 ,
Si osserva subito che i vettori e!1 , e!2 , . . . , e!n formano una base
sto ! = C, risulta:
1 ce (e2) . . . ce (en)
1
1
0
1
...
0
C=
..
..
..
...
.
.
.
0
0
...
1
[e tale matrice ha det(C) = 1 *= 0]. In base ! ,
a
0
11
0 b22
0 b32
A! = tCAC =
.
..
.
.
.
0
bn2
. Infatti, po-
b ha matrice
...
0
...
...
..
.
...
b2n
b3n
..
.
bnn
[Si `e cos` ottenuta per b una diagonalizzazione limitata alla prima riga e prima colonna].
3 passo. Si ripete il procedimento di diagonalizzazione (primo e secondo passo) a
partire dallelemento b22 di A! . Con il primo passo si impone la condizione b22 *= 0
e con il secondo passo si ottiene una base !! rispetto a cui b ha matrice
73
0
b22
0
..
.
11
A =
!!
0
0
..
.
0
0
c33
..
.
...
...
...
..
.
0
0
c3n
..
.
0
0 cn3 . . . cnn
[Si `e ottenuta per b una diagonalizzazione limitata alle prime due righe e colonne].
Si ripete ora il procedimento a partire dallelemento c33 di A!! e si ottiene per
b una diagonalizzazione limitata alle prime tre righe e colonne. Ripetendo il procedimento, dopo un numero finito di passi si ottiene una matrice diagonale D.
Esercizio 2. Diagonalizzare con lalgoritmo di Lagrange la forma bilineare simme3
3
trica b su
definita (rispetto alla base canonica
di
) dalla matrice
0 1 1
A = 1 0 2 .
1 2 0
* * *
Soluzione. Si ha: b(e1, e1) = b(e2, e2) = b(e3, e3) = 0, mentre
pone quindi:
1 0
!
"
!
= e1 + e2 e2 e3 = C, con C = 1 1
0 0
2 1 1
In base ! , b ha matrice A! = tCAC = 1 0 2 .
1 2 0
! !! !! !!"
!!
3
Sia
= e1 e2 e3 la base di
cos` definita:
e!!1 = e!1 ;
e!!2 = e!2
b(e! ,e! )
b(e1, e2) = 1 *= 0. Si
0
0 .
1
b(e! ,e! )
e!1 = e!2 12 e!1 ; e!!3 = e!3 b(e1! ,e3! ) e!1 = e!3 12 e!1 .
1 1
1 1
1 12 12
Dunque !! = ! C ! , con C ! = 0 1
0 .
0 0
1
2 0
0
3
In base !! , b ha matrice A!! = tC ! A! C ! = 0 12
.
2
3
1
0
2
2
!
"
3
Poiche b(e!!2, e!!2) = 12 *= 0, si definisce in
la base
= f f f tale che:
1
b(e! ,e! )
f = e1 ;
1
Dunque
f = e3
3
1
= !! C !! , con C !! = 0
0
!!
f = e2 ;
2
!!
!!
0
1
0
b(e!! ,e!!)
2
3
b(e!! ,e!!)
2
2
0
3 .
1
e2 = e3
!!
!!
3
2
12
e2 = 3e!!2 + e!!3 .
!!
74
Cap. V
In base
, b ha quindi matrice
0
0
4
2 0
B = tC !! A!! C !! = 0 12
0 0
`e pertanto bdiagonalizzante e ri
1
= !! C !! = ! C ! C !! = CC ! C !! = M , con M = CC ! C !! = 1
0
12
1
2
2
1 .
1
!
"
Osservazione 6. Supponiamo che
= f
f ... f
sia una base bdia1
2
n
gonalizzante e che b abbia (rispetto ad ) matrice diagonale
d
0 ... 0
1
0 d2 . . . 0
D=
.. . .
..
..
.
.
.
.
.
0 0 . . . dn
Supponiamo che sia rg(b) = r ( n). Con uneventuale permutazione dei vettori di
, possiamo fare in modo che risulti:
d1 *= 0, . . . , dr *= 0 mentre dr+1 = . . . = dn = 0.
2
b(f ! , f ! ) =
i
1
2
i
b(f , f ) =
i
1
di
di = 1.
`e un quadrato in
d > 0 [infatti x d
75
!
D =
..
Ir
=
0
.
1
..
.
0
/
0
.
0
La base
e la matrice D sono dette rispettivamente base e matrice canonica
(o di Sylvester ) rispetto a b.
Dim. Segue immediatamente dallOss. 6.
Definizione 8. Sia b : V V
una forma bilineare simmetrica di rango
n
r ( n). Sia
una base bdiagonalizzante di V = V e D la matrice diagonale di b in base . Denotiamo con p il numero degli elementi positivi della diagonale di D. Ovviamente 0 p r. Il numero degli elementi negativi della diagonale di D `e quindi r p (e si ha 0 r p r). I numeri p ed r p sono
detti rispettivamente indice di positivit`
a e indice di negativit`
a di b. La coppia (p, r p) `e detta segnatura di b.
n
.
..
1
Ip
0
0
..
D! =
= 0 Irp 0 .
.
0
0
0
..
.
0
La base
e la matrice D sono dette rispettivamente base e matrice canonica
(o di Sylvester ) rispetto a b.
76
Cap. V
mostrare che p = q.
Come gi`a fatto nellOss. 6, assumiamo di aver riordinato le basi
e
in
modo che i primi p elementi della diagonale di D e i primi q elementi della diagonale di M siano positivi. Ovviamente gli ultimi n q elementi della diagonale di M sono 0.
Per assurdo, sia p *= q, ad esempio p > q. I due sottospazi vettoriali
-f , . . . , f . e -g
1
q+1
, ... ,g .
n
q+1
, . . . , g . *= -0..
n
p
)
i=1
Risulta:
b(z, z) =
)
p
2
(xi) di > 0
f xi =
i
n
)
j=q+1
g yj .
j
i=1
n
)
(yj) mj 0
j=q+1
Posto quindi:
1
1
...
1
p
1
p
p+1
p+1
1
r
r+1
... f
2 0 0
B = 0 12 0 .
0 0 4
!
"
!
!
Posto
= f f f , in base
b ha matrice
1
3
2
2 0 0
B ! = 0 4 0 .
0 0 12
"
!
Si ponga ora !! = 12 f 12 f
2f . In base !! , b ha matrice
1
), allora,
, b ha ma-
77
1
B !! = 0
0
0
1
0
0
0
1
, Q ha espressione:
ed in base
!!