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Tesi 1: La credibilit della Rivelazione cristiana: storia, identit, metodo della TF (La TF

come forma matura dellapologetica classica)


Tesi 2: Mistica: la Risurrezione come risposta cristiana al problema del male
(Dal mysterium iniquitatis al Mysterium Paschale)
Tesi 3: Fede e Ragione (Il superamento di una dicotomia/antinomia)
Tesi 4: Verso una TF del Miracolo (Un dito puntato verso il cielo)
Tesi 5: La ricerca storica sulla vita di Ges: Cristologia Fondamentale (Una verit
partecipativa)
Tesi 6: LAtto di fede (Una mistagogia contro lindifferentismo)
Tesi 7: Verso una TF delle religioni (Apertura e identit)
Tesi 8: Fede e cultura (Secolarizzazione, pluralismo, teologia)
Tesi 9: Ecclesiologia Fondamentale e lInfallibilit (Rapporto tra teologia e Magistero)

Tesi 1: La TF come forma matura dellApologetica classica


(La credibilit della rivelazione cristiana: storia, identit, metodo della TF)
Dati minimi da sapere: I. Vaticanum (1869-70): Dei Filius (DF); II. Vaticanum (1962-65): Ad gentes,
Decreto sullAttivit Missionaria della Chiesa (AG); Dignitatis humanae, Dichiarazione sulla Libert
religiosa (DH); Dei Verbum, Costituzione dogmatica sulla Divina Rivelazione (DV); Gaudium et spes,
Costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo (GS); Lumen gentium, Costituzione dogmatica
sulla Chiesa (LG); Nostra aetate, Dichiarazione sulle relazioni della Chiesa con le Religioni non Cristiane
(NAe); Optatam totius, Decreto sulla Formazione sacerdotale (OT); Sacrosanctum Concilium, Costituzione
sulla Sacra Liturgia (SC); Unitatis redintegratio, Decreto sullEcumenismo (UR); Giovanni Paolo II:
Sapientia Christiana (costituzione apostolica, 1979) (SCh); Fides et Ratio (lettera enciclica, 1998) (FR);

Congresso Internazionale di TF del 1995.


Lo schema:
1. Cosa la TF? Una tesi, qualche concetto-base: approccio storico
2. La questione del metodo normativit e storicit
3. Una tesi: la TF come forma matura dellApologetica (classica)
I. COSA E LA TF? QUALCHE CONCETTO-BASE E UN APPROCCIO STORICO
1. Concetti-chiave preliminari
Apologia: difesa della fede (una perenne necessit della Chiesa);
Apologetica (classica): la sacra doctrina, oggettivamente trattata, tramite la sola luce della
ragione;
TF: sinterroga sulle basi e sui fondamenti della teologia (fondamento/base: presupposti e
condizioni di possibilit); una disciplina dialogale sulla rivelazione (non pre-teologica, per
pre-dogmatica); motto: auditus temporis et alterius.
2. Rivelazione: appunti etimologici, biblici e storici
1) Antichit e Medioevo: apokalyptein = rimuovere il velo; apocalypsis: esperienza di epifania,
situazione psichica straordinaria (Bibbia, religioni), fenomeni mentali (visioni e audizioni)
rivelazione privata;
2) Medioevo: il concetto di Rivelatio come termine tecnico, modello teorico-istruttivo della
rivelazione;
3) Evo moderno/Illuminismo: religione naturale razionalistica dei deisti: religione senza
rivelazione; contro dei deisti: la scolastica del XIV sec in poi, significa sempre di pi il
contenuto della rivelazione: a) cattolici: deposito oggettivo della verit; b) protestanti: Parola di
Dio nella Sacra Scrittura;
4) Contemporaneo/post-moderno: auto-manifestazione (soprannaturale) di Dio (persone e
eventi; il culmine Ges Cristo).
3. Credibilit: modelli storici
Credibilit per la prima volta in un documento conciliare nel Vaticano I (1870)
Dio, per mezzo del Figlio suo unigenito, ha istituito la Chiesa, e lha provvista con note evidenti della
sua istituzione, perch potesse essere riconosciuta da tutti come la custode e la maestra della parola
rivelata. Nella sola Chiesa cattolica, infatti, si riscontrano tutti quei segni [...] disposti da Dio per far
chiaramente apparire la credibilit della fede cristiana. La Chiesa, anzi, per se stessa [...] un grande e
perenne motivo di credibilit (motivum credibilitatis) (Dei Filius, 1870).

Credibilit nel Vaticano II: la rivelazione auto-credibile in quanto autocomunicazione di


Dio nella storia della salvezza, culmine della quale Ges il Cristo (cf. DV).

4. TF: una disciplina teologica distinta1


La TF ha la propria identit nel fondare e giustificare la pretesa di verit della rivelazione cristiana
come proposta sensata di credibilit, per poter cos rendere ragione della speranza che in voi a
chiunque ve lo chieda (1 Pt 3,15).
[L]e domande di fondo che caratterizzano il percorso dellesistenza umana, chi sono? da dove vengo e
dove vado? perch la presenza del male? cosa ci sar dopo questa vita? [], sono domande che hanno la
loro comune origine nella richiesta di senso che da sempre urge nel cuore delluomo (FR 1).

Levoluzione storica della Teologia Fondamentale:


Nuovo Testamento: i libri biblici sono degli scritti a carattere pastorale non sono
primariamente apologetici. Spunti indiretti!
Et patristica: gli scritti apologetici divennero la forma principale di letteratura cristiana
Medioevo: il nuovo compito: rispondere anche ai musulmani! (Giovanni Damasceno,
Tommaso dAquino, Raimondo Lullo, Nicol Cusano, ecc.)
Illuminismo: un nuovo movimento storico-culturale (liberare luomo dallignoranza e dal
pregiudizio; progresso, libert, ateismo/agnosticismo, deismo, razionalismo, contro il
dogmatismo e la tradizione questultima viene identificata tout court con la stoltezza). La
prima edizione mondiale delEncyclopdie (1751-1752); rivoluzioni in tuttEuropa seguendo
quella Francese dopo di che monarchie con parlamento: libert, uguaglianza e fratellanza.
Tra i vari esponenti di questo movimento troviamo Voltaire, Rousseau, Diderot, dHolbach,
Fichte, Schelling, Kant. Libert: Non sono daccordo con la tua opinione, ma far di tutto
perch tu possa dirla (Voltaire)
Illuminismo l'uscita dell'uomo dallo stato di minorit che egli deve imputare a se stesso. Minorit
l'incapacit di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro. Imputabile a se stesso questa
minorit, se la causa di essa non dipende da difetto d'intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del
coraggio di far uso del proprio intelletto senza essere guidati da un altro. Sapere aude! Abbi il coraggio di
servirti della tua propria intelligenza! questo il motto dell'Illuminismo (I. Kant, da Rispondere alla
domanda: che cose lIlluminismo?, 1784).

I fondatori dellApologia come nuova disciplina2: J.S. Drey (1777-1853) e G. Perrone (1794-1876)
A) Drey
Apologetica come dimostrazione scientifica della divinit del cristianesimo
- Apologetik 1: filosofia della rivelazione; - Apologetik 2: la religione fino al compimento
nella rivelazione del Cristo; - Apologetik 3: la rivelazione cristiana nella Chiesa cattolica.
B) Perrone
Apologetica, Praelectiones theologicae 1: De Vera Religione/De locis theologicis (18351841).
1 Cfr. REN LATOURELLE RINO FISICHELLA, edd., Dizionario di Teologia Fondamentale (DTF) Cittadella, Assisi 1990,
voci: Apologietica: Storia e natura (Dulles e Latourelle); Credibilit (Fisichella); Metodo in TF (Fisichella); Teologia
fondamentale (Latourelle e Fisichella).

2 Cfr. SALVADOR PI-NINOT, La teologia fondamentale, Queriniana, Brescia 20104, 16-20; 224-229.

Il concilio Vaticano I (1870)


Costitutio dogmatica Dei Filius de fide catholica: la retta ragione, infatti, dimostra i fondamenti della
fede e, illuminata dalla sua luce, pu coltivare la scienza delle cose divine; la fede, invece, libera e
protegge la ragione dagli errori e larricchisce di molteplici cognizioni (DH 3019).
Nota bene! Lo schema abituale dellapologetica: a.) lesistenza di Dio (demostratio religiosa); b.)
lesistenza della vera religione (demostratio christiana) c.) lesistenza della vera Chiesa (demostratio
catholica). Lilluminismo promuove il divorzio tra la scienza e la fede (scientiam inter ac fidem
complevit divortium) (ambedue intese razionalisticamente).
Latmosfera intellettuale oggi: Il tono del Vaticano II stato irenico (gr. eirene=pace) che tendeva a
minare lo spirito polemico dellapologetica del passato. Il Concilio promosse il dialogo pi che il
dibattito e incoraggi i cattolici a cercare punti di accordo con gli altri cristiani e con gli aderenti ad
altre religioni (alcuni motivi apologetici, comunque, sono rimasti: ad es. Ges Crito la chiave per
comprendere il significato del mondo e della sua storia (cf. GS, n. 10; 22; 43). Sulla scia
dellapologetica, la TF continua a studiare il processo mentale che implicato nellatto della fede e
riflette sugli eventi storici che stanno alla base del cristianesimo. Queste indagini mostrano la
credibilit della fede e forniscono le fondamenta a cui la teologia dogmatica e morale devono sempre
ritornare. La TF in questo senso mantiene/contiene laspetto apologetico (esse non possono essere
separate). Gli autori europei (sebbene dessero pi importanza ai preamboli razionali della fede)
favorivano lassorbimento dellapologetica nella teologia fondamentale. Lapologetica resta una
sempre valida dimensione della teologia che, per il suo stesso bene, deve andare incontro e poi
mettersi creativamente in sintonia con lo spirito dellepoca storica in cui si trova (Heinrich Fries). Il
Termine TF vuole significare che il compito apologetico pu e deve essere integrato in una esaustiva
riflessione teologica: nel credere allauto-esame della ragione delle sua fondamenta e dei suoi
presupposti (cf. HEINRICH FRIES, Teologia fondamentale, Queriniana, Brescia 1987, 137-177; AVERY
DULLES, Storia dellApologetica, Fede e Cultura, 2010, 346-350).
Pubblicazioni di Teologia Fondamentale posteriori alla FR (1998): Come disciplina specifica
(predogmatica ma teologica). La Teologia Fondamentale tratta lautomanifestazione (auto-donazione)
di Dio in Ges Cristo, e lautocredibilit di questa manifestazione. In FR 67 la TF viene ampiamente
descritta: come disciplina con tre compiti specifici: 1. disciplina che ha il compito di rendere ragione
della fede (cf. 1Pt 3,15); 2. giustificare ed esplicitare la relazione tra la fede e la riflessione
filosofica; 3. studiare la rivelazione e la sua credibilit (FR 67).
Questo stato scritto perch crediate che Ges il Cristo, il figlio di Dio, e credendo abbiate la vita
nel suo nome (Gv 20,31).
II. QUALE METODO PER LA TEOLOGIA?
La risposta a questa domanda, se si pu giustificare razionalmente la rivelazione/fede, dipende dal
significato delle parole giustificare, ratio, rivelazione, fede. Si richiede un approccio
ermeneutico!
Ermeneutica una parola di moda. Hermneuein (greco): 1. esprimere (affermare, dire, parlare,
predicare); 2. esplicare; 3. tradurre (interpretare); Ermes: il dio delleloquenza, dei mercanti e dei ladri

(Mercurio). In senso classico: il metodo o larte dellinterpretazione; in senso filosofico: un modo di


pensare che tiene conto delle sue proprie condizioni storiche, culturali e linguistiche .
In realt non la storia che appartiene a noi, ma noi apparteniamo alla storia... Noi ci comprendiamo
secondo schemi irriflessi nella famiglia, nella societ, nello stato in cui viviamo. ... Per questo i pregiudizi
dellindividuo sono costitutivi della sua realt storica pi di quanto non lo siano i suoi giudizi (H.-G.
Gadamer, Verit e metodo, 325).

Ermeneutica per la teologia:


La concezione della rivelazone di Dio da parte di ogni singolo cristiano condizionata da una grande
variet di fattori: (a) il contesto personale (sesso, et, stato civile, istruzione); (b) la posizione sociale
(classe sociale, professione, salute, ambiente); (c) la personalit (storia personale, traumi) e (d) la
cultura (situazione politica, visione del mondo, linguaggio, ecc.) del soggetto. Tradizionalmente,
stata riconosciuta lesistenza (anche se non sempre la validit) soltanto del primo fattore; in anni pi
recenti, si cominciato a riconoscere il ruolo svolto dalla cultura nella religione e nellesperienza
religiosa, mentre altri fattori, finora poco valutati, sono altrettanto importanti. David Bosch scrive:
Un emigrato nero che fa loperaio a Johannesburg, per esempio, pu avere una percezione della fede
cristiana assai diversa da quella di un impiegato statale bianco della medesima citt, anche se antrambi
sono membri della Chiesa riformata olandese. Un contadino del Nicaragua del presidente Somoza pu
intendere il vangelo [...] in un modo che diverge profondamente da quello di un uomo daffari di New
York, anche se accade che siano entrambi cattolici. In ogni caso, lautocomprensione dellindividuo
svolge un ruolo cruciale nella sua interpretazione ed esperienza della fede (David J. Bosch, La
trasformazione della missione. Mutamenti di paradigma in missiologia, Queriniana, Brescia 2000, 259).

Metafisica (filosofia prima) contenutisticamente, storicamente e perfino etimologicamente


significa: il superamento della propria storicit/temporalit.
La metafisica per la teologia:
La caratteristica decisiva che distingue il logos cristiano: la speranza cristiana si fonda, secondo la sua
autointelligenza, su una persona che venuta in questo mondo (Dio che si fatto uomo, un uomo che
nato e vissuto nel nostro mondo) e che la Parola definitivamente (incondizionatamente,
eternamente, assolutamente) valida di Dio.
NB! Problema: la pretesa metafisica/assoluta della verit cristiana e la condizionatezza (storica,
linguistica, socio-culturale) della medesima sembrano essere in contraddizione!
NB! Problema: la verit cristiana da una parte ha la pretesa di essere metafisica e assoluta, ma,
dallaltra, riconosce di essere subordinata/condizionata ad una serie di eventi (di natura storica,
linguistica, socio-culturale): ma non una contraddizione?
Il metodo della Teologia Fondamentale: metodo di integrazione 3
Perlomeno quanto segue dovrebbe essere indiscutibile: una concezione filosofica, secondo la quale in
linea di principio impossibile trovare un concetto di un senso definitivamente valido, concetto al di l del
quale non pi possibile criticamente spingersi, toglie alla legittimazione della fede cristiana il terreno da
sotto i piedi (VERWEYEN, La parola definitiva di Dio, 70).

3 Cf. HANSJRGEN VERWEYEN, La parola definitiva di Dio. Compendio di teologia fondamentale [Gottes letztes Wort],
Queriniana, Brescia 2001, 38-43; 75-82; FERENC PATSCH, Metafisica e religioni: strutturazioni proficue, PUG, Roma 2011,
406-408).

Da un lato, incarnandosi, Dio si manifesta come rivelatore e come rivelato, come credibile e creduto
(questi elementi in Ges Cristo sono inseparabili dalla sua persona: mediatore, pienezza e segno della
rivelazione: Dio tra noi: DV 4). In questa automanifestazione e autocredibilit di questa manifestazine
si fonda la verit permanente della fede (aspetto dogmatico per parlare del mistero). Dallaltro lato, per, i
metodi delle scienze umane (critica letteraria e storica) rimangono validi. Salvaguardano il loro valore
intrinseco e non sono veri a causa delautorit della chiesa. Ci vuole una integrazione dei metodi
(teologicamente: un aspetto della kenosi del Verbo incarnato) (DULLES, TF in: Dizionario della TF).

Due posizioni estreme: Gianni Vattimo vs. Maurizio Ferraris: (purtroppo nessuno dei due ha
ragione). Contro la posizione di Vattimo (e quella di Nietzsche: Non ci sono fatti, solo
interpretazioni) possiamo constatare, con Tommaso dAquino, lautocontraddizione performativa
dello scettico: Chi contesta la verit, ammette che la verit esiste; se infatti la verit non esiste,
(perlomeno) vero che non esiste alcuna verit (Sth I, q. 2 a. 1 ad 3). Contro Farraris invece:
lesperienza interpretativa della realt sembra essere universale! Una buona teologia deve combinare
insieme la verit rivelata (metafisica) e la verit storica (ermeneutica). Queste due verit devono essere
mantenute insieme!
La verit di Dio sempre la stessa, uguale a se stessa e definitiva; essa viene proclamata dal Magistero
della chiesa; ove e quando tale Magistero abbia espresso la verit, affidata dal Cristo alla Chiesa, in una
forma che investe con carattere vincolante la coscienza del fedele, allora tale verit vera e valida in
quella forma per tutti i tempi [sebbene ogni formulazione delle verit di fede, in quanto viene data in
parole umane, non sia mai adeguata alloggetto che ha di mira e, almeno teoricamente, possa essere
sostituita da unaltra formulazione migliore e pi ampia] (Rahner, Che cose leresia?, 581).
Lintelligenza non si restringe allambito dei fenomeni soltanto, ma pu conquistare la realt intelligibile
con vera certezza, anche se, per conseguenza del peccato, si trova in parte oscurata e debilitata (GS 15,
cita anche FR 82).

III. La TF come la forma matura dellApologetica


Che cosa significa maturit?
A livello personale: essere consapevoli delle limitazioni e delle forze.
E in caso di una scienza (naturale)?
Alcune scienze sono divenute mature: fisica: con Werner Heisenberg (premio Nobel, meccanica
quantistica, 1927) e con Albert Einstein (premio Nobel: teoria della relativit, 1921); matematica: Kurt
Gdel, teorema di incompletezza (1921): nessun sistema coerente pu essere utilizzato per dimostrare
la sua stessa coerenza (cf. Th. Kuhn, Structures of Scientific revolutions, University of Chicago Press
1962).
Nelle scienze umane/dello spirito?
Martin Heidegger, Essere e tempo 3!
,
,
ma glorificate il Cristo come Signore nei vostri cuori. Siate sempre pronti a render conto della speranza
che in voi a tutti quelli che vi chiedono spiegazioni (1 Pt 3,15)
Unde necessarium fuit homini ad salutem, quod ei nota fierent quaedam per revelationem divinam, quae
rationem humanam excedunt. Ad ea etiam quae de Deo ratione humana investigari possunt, necessarium
fuit hominem instrui revelatione divina: quia veritas de Deo per rationem investigata a paucis et per
longum tempus et cum admixtione multorum errorum homini proveniret; a cuis tamen veritatis cognitione
dependet tota hominis salus, quae in Deo est (I. 1,1)

E cos per la salvezza delluomo fu necessario che mediante la divina rivelazione gli fossero fatte
conoscere cose superiori alla ragione umana. Anzi, anche su ci che intorno a Dio luomo pu indagare
con la ragione fu necessario che egli fosse ammaestrato dalla rivelazione divina, poich una conoscenza
razionale di Dio non sarebbe stata accessibile se non a pochi, dopo lungo tempo e non senza errori;
eppure dalla conoscenza di tali verit dipende tutta la salvezza delluomo, che riposta in Dio
(S. Tommaso DAquino, La somma teologica, I.1,1).
Con questa Rivelazione infatti Dio invisibile (cfr. Col 1,15; 1 Tm 1,17) nel suo grande amore parla agli
uomini come ad amici (cfr. Es 33,11; Gv 15,14-15) e si intrattiene con essi (cfr. Bar 3,38), per invitarli e
ammetterli alla comunione con s. Questa economia della Rivelazione comprende eventi e parole
intimamente connessi, in modo che le opere, compiute da Dio nella storia della salvezza, manifestano e
rafforzano la dottrina e le realt significate dalle parole, mentre le parole proclamano le opere e illustrano
il mistero in esse contenuto. La profonda verit, poi, che questa Rivelazione manifesta su Dio e sulla
salvezza degli uomini, risplende per noi in Cristo, il quale insieme il mediatore e la pienezza di tutta
intera la Rivelazione (DV 2)

Materiale per il corso e per lo studio:


REN LATOURELLE RINO FISICHELLA, edd., Dizionario di Teologia Fondamentale (DTF) Cittadella, Assisi 1990, voci:
Apologetica: Storia e natura (Dulles e Latourelle); Credibilit (Fisichella); Metodo in TF (Fisichella); Teologia
fondamentale (Latourelle e Fisichella).
SALVADOR PI-NINOT, La teologia fondamentale, Queriniana, Brescia 20104, 16-20; 224-229.
HANSJRGEN VERWEYEN, La parola definitiva di Dio. Compendio di teologia fondamentale [Gottes letztes Wort],
Queriniana, Brescia 2001, 38-43; 75-82.
HEINRICH FRIES, Teologia fondamentale, Queriniana, Brescia 1987, 137-177.
AVERY DULLES, Storia dellApologetica, Fede e Cultura, 2010, 346-350.
FERENC PATSCH, Metafisica e religioni: strutturazioni proficue, PUG, Roma 2011, 406-408).

Tesi 2: La Mistica della Risurrezione


come risposta cristiana al problema del male

(Dal mysterium iniquitatis al Mysterium Paschale)


Dati minimi da conoscere: La prima tappa dellindagine (=quest): la First/Old Paschal Quest (1778-1906) (H.S.
Reimarus: 1694-1768, Paulus: 1761-1851; Schleiermacher: 1768-1834; Strauss: 1808-1874). La No Paschal Quest (19211965) (R. Bultmann, M. Dibelius). La seconda tappa: la New Paschal Quest (nuovi indirizzi ermeneutici:1970/80;
ricercatori cattolici: P. de Haes, C.M. Martini, F.X. Durwell). La terza tappa (quella attuale) dellindagine: Third Paschal
Quest (1985-2000...) (Verweyen, Jesus Seminar, la riaffermazione della realt della risurrezione: X. Lon-Dufour, I.
Berten, J.I. Gonzlez) (Le date di nascita e di morte degli autori non necessario che siano conosciuti!)

Lo schema:
4. Il mistero del male: aspetti filosofici, teologici e pastorali
5. Il mistero/testimonianza pasquale: aspetti biblici, teologici e dogmatici della risurrezione
6. Tappe sul dibattito della fede pasquale
Mistica: Cognitio Dei experimentalis (Tommaso dAquino); lunione interiore di Dio con lanima
(Angelus Silesius); notizia amorevole di Dio (Giovanni della Croce); esperienza fruitiva
dellAssoluto (Jacques Maritain) (greco myein, chiudere gli occhi e la bocca).
Spiritualit: vita religiosa o pia (gr. eusbeia, lat. pietas); vita (monastica) secondo regole religiose,
religiosit, servizio puro reso a Dio (Gc 1,26s), la parola spiritualit oggi comunemente usata
come mistica, ascesi, santit, preghiera, vita virtuosa, prassi meditativa e servizi di carit
(dallaggettivo greco pneumatiks, in latino spiritualis: 1 Cor 12,1) (BOGDAN SNELA, GISELA
MATTHIAE, Spiritualit, 192-215).
Esperienza trascendentale: unesperienza (atematica e non-empirica, ma reale!) di Dio (Karl Rahner)
Teologia ascetico-mistica: 1. Via purgativa (il livello dei 10 comandamenti); 2. via illuminativa (il
livello dellImitatio Christi); 3. via unitiva (in contrasto con quelli precedenti/ascetici, questo il
livello della mistica, dove Dio prende liniziativa) (cfr. Rginald Garrigou-Lagrange, Le tre et della
vita spirituale) (Due grandi pericoli: non si comprende lesperienza a un livello pi basso;
hybris/orgoglio; due vantaggi possibili: non giudica; crede nella possibilit dello sviluppo
personale).
In unestasi un angelo tangibile nella sua costituzione carnale e era bellissimo; io vedevo nella mano di
questo angelo un dardo lungo esso era doro e portava allestremit una punta di fuoco. Langelo mi
penetr con il dardo fino alle viscere e quando lo ritir mi lasci tutta bruciata damore per Dio Nostro
Signore, il mio sposo, mi procurava tali eccessi di piacere da impormi di non aggiungere altro oltre che a
dire che i miei sensi non erano rapiti (Teresa dAvila)
Conosco un uomo in Cristo che quattordici anni fa (se fu con il corpo non so, se fu senza il corpo non so,
Dio lo sa), fu rapito fino al terzo cielo. So che quelluomo (se fu con il corpo o senza il corpo non so, Dio
lo sa) fu rapito in paradiso, e ud parole ineffabili che non lecito alluomo di pronunciare (1Cor 12,24).
Un semplice sguardo alla storia antica mostra con chiarezza come in diverse parti della terra, segnate
da culture differenti, sorgano nello stesso tempo le domande di fondo che caratterizzano il percorso
dellesistenza umana: chi sono? Da dove vengo e dove vado? Perch la presenza del male? Cosa ci sar
dopo questa vita? (FR 1).
Bibliografia consigliata:

ALSZEGHY ZOLTN MAURIZIO FLICK, Il mistero della croce. Saggio di teologia sistematica, Queriniana, Brescia 1978.
PAUL RICOEUR, The Symbolism of Evil, Beacon Press, Boston 1967.
GISBERT GRESHAKE, Perch lamore di Dio ci lascia soffrire?, Queriniana, Brescia 2008.
BOGDAN SNELA, GISELA MATTHIAE, Spiritualit, in Peter Eicher, ed., I concetti fondamentali della teologia, vol. 4,
Queriniana, Brescia 2008, 192-215.
KARL RAHNER, Esperienza mistica e teologia mistica, in Nuovi saggi VI, Paoline, Roma 1978, 523-609.
Ferenc Patsch, La mistica della vita quotidiana. Un contributo per interpretare la dimensione mistica nella teologia di Karl
Rahner, Ignaziana (online rivista di ricerca teologica, 2014) no. 17, 14-33.
(e inoltre: Viktor E. Frankl, Uno psicologo nei lager [Ein Psychologe erlebt das Konzentrationslager], Milano 2009; Carlo
Caretto, Perch Signore? Il dolore: segreto nascosto nei secoli, Morcelliana 1988; Richard Rohr, Job and the Mystery of
Suffering: Spiritual Reflections, Crossroad 1998; Lucien Aim Duval, L'Enfant qui jouait avec la lune, Mulhouse, 1983
Richard Leonard, Where the Hell is God?, Hidden Spring, Mahwah, New Jersey 2010; etc.)

1)
2)
3)
4)
5)

Malum psychicum/naturale
Malum physicum
Malum metaphysicum
Malum morale/personale
Malum strutturale

Il problema: Perch il male?


Dio o vuole cancellare il male e non pu; o lo pu e non lo vuole; o lo pu e lo vuole (Lattanzio, De
ira Dei 13, 19-22; PL 7, 121)
-

La soluzione ottimistica del pensiero moderno: la teodicea di G.W.F. Leibniz


La soluzione tragica degi esistenzialisti: Voltaire, Schopenhauer, Dostojevskij Sartre,
Camus, ecc.
Una proposta intellettualistica di san Tommaso: quia malum est, Deus est (CG III, q.
71); Ad primum ergo dicendum quod sicut Augustinus dicit in Enchiridio: Deus, cum sit
summe bonus, nullo modo sineret aliquid mali esse in operibus suis, nisi esset adeo
omnipotens et bonus, ut bene faceret etiam de malo. Hoc ergo ad infinitam Dei bonitatem
pertinet, ut esse permittat mala et ex eis eliciat bona (S. Tommaso, STh I, 2, 3).
Tra altre proposte teologiche (K. Barth, J. Moltmann, J.B. Metz) la soluzione apofatica di
K. Rahner

Perch Dio ci lascia soffrire? (K. Rahner, Nuovi Saggi VIII, 542-562.)
Tentativi di risposte teistiche (tutti da Rahner ritenuti come, in fondo, insufficienti!):
Il dolore come fenomeno naturale
Il dolore come effetto della libert creaturale
Il dolore come situazione di prova e di maturazione
Il dolore come orientamento alla vita eterna
...tale risposta potr essere percepita solo se ci affideremo in un amore incondizionatamente adorante a
quel Dio che fa se stesso risposta. Se non mettiamo in atto questo amore che si dimentica in Dio o,
meglio, se non ce lo lasciamo donare, rimane solo la nuda disperazione per lassurdit della nostra
sofferenza... Non esiste alcuna luce beata che illumini labisso oscuro del dolore se non Dio stesso (561562).
Labisso buio della sofferenza non lo illumina nessun altro se non Dio. Luomo invece lo trover solo se
il suo amore lo render capace di accettare lincomprensibilit di Dio. Non c altra strada, perch se Dio
non fosse per noi incomprensibile, non sarebbe nemmeno Dio (p. 543).

Guardi, nel volume 14 dei miei Schriften zur Theologie ho pubblicato un saggio con questo titolo:
Perch Dio ci lascia soffrire? La conclusione di questo saggio che non c una risposta, che
lincomprensibilit della sofferenza non si pu sistemare con frasi pie che [talvolta] anche parroci dicono
dal pulpito, il problema non possiamo metterlo da parte, ma invece possiamo accettarlo e superarlo solo
con contegno, con cui accettiamo anche lincomprensibilit di Dio (K. Rahner, Smtliche Werke 31,
273).

NB! Al problema del male non c una risposta umana, razionale/razionalistica (non un
problema!)
La risposta di Dio alla domanda perch?
Papa Benedetto XVI: discorso a Auschwitz
In un luogo come questo vengono meno le parole, in fondo pu restare soltanto un sbigottito silenzio
un silenzio che un interiore grido verso Dio: Perch, Signore, hai taciuto? Perch hai potuto tollerare
tutto questo? E in questo atteggiamento di silenzio che ci inchiniamo profondamente nel nostro intimo
davanti alla innumerevole schiera di coloro che qui hanno sofferto e sono stati messi a morte; questo
silenzio, tuttavia, diventa poi domanda ad alta voce di perdono e di riconciliazione, un grido al Dio
vivente di non permettere mai pi una simile cosa (Benedikt XVI., Wo war Gott? Die Rede in
Auschwitz. Freiburg 2006, 6).

Papa Francesco: discorso a Lampedusa


Adamo, dove sei?: la prima domanda che Dio rivolge alluomo dopo il peccato. Dove sei,
Adamo?. E Adamo un uomo disorientato che ha perso il suo posto nella creazione perch crede di
diventare potente, di poter dominare tutto, di essere Dio. E larmonia si rompe, luomo sbaglia e questo si
ripete anche nella relazione con laltro che non pi il fratello da amare, ma semplicemente laltro che
disturba la mia vita, il mio benessere. E Dio pone la seconda domanda: Caino, dov tuo fratello?. Il
sogno di essere potente, di essere grande come Dio, anzi di essere Dio, porta ad una catena di sbagli che
catena di morte, porta a versare il sangue del fratello. Queste due domande di Dio risuonano anche oggi,
con tutta la loro forza; [...] la globalizzazione dellindifferenza ci ha tolto la capacit di piangere [...]
(Papa Francesco, 08.07.2013, Lampedusa)
La sofferenza piuttosto nella prospettiva delle nostre riflessioni il prezo della libert, o meglio: il prezzo
dellamore. Un Dio che, in virt della sua onnipotenza e della sua bont, impedisse la sofferenza, renderebbe
impossibile lamore (che presuppone la libert). Lamore senza dolore sarebbe quindi come un ferro ligneo o un
cerchio triangolare (G. Greshake, Perch lamore di Dio ci lascia soffrire?, Queriniana, Brescia 2007, 67).
Fino a quando mi tormenterete e mi opprimerete con le vostre parole? Son dieci volte che mi insultate
e mi maltrattate senza pudore. Perch dunque mi consolate invano, mentre delle volstre risposte non
resta che inganno? (Giobbe19,2; 21,34)
Dio mio, Dio mio, perch mi hai abbandonato? (Mt 27,46; Mc 15,34)
Completare quello che manca ai patimenti di Cristo (Col 1,24) un Dio com-passionevole

II. La testimonianza pasquale


Bibliografia consigliata:
LATOURELLE R. FISICHELLA R., Edd., Dizionario di Teologia Fondamentale, Cittadella, Assisi 1990.
BARBAGLIO G. BOF G. DIANICH S., edd. Teologia (Dizionario San Paolo), Cinisello Balsamo 2002.
PI-NINOT S., La TF, Queriniana, Brescia 2011, 388-408; 416-427.
SANNA I., Teologia come esperienza di Dio. La prospettiva cristologica di Karl Rahner, Queriniana, Brescia 1997, 272-283.
TILLIETTE, X., Filosofi davanti a Cristo, Queriniana, Brescia 1989.

La risurrezione di Ges Cristo: oggetto e motivo di credibilit

Elie Wiesel racconta: Le SS impiccarono due uomini ebrei e un ragazzo davanti a tutti i prigioneri del
lager. Gli uomini morirono in fretta, lagonia del ragazzo invece dur una mezzora. Dov Dio?
Dov?, chiese un uomo alle mie spalle. Allorch, passato molto tempo, il ragazzo continuava a
penare al capestro, sentii luomo gridare di nuovo Dov dunque Dio?. E sentii una voce che, dentro
di me, rispondere: Dov? Eccolo [...] appeso l, a quella forca (cit. in J. MOLTMANN, Der
gekreuzigte Gott, 262).
Una ricerca antropologico-teologica: la cristologia che cerca
La prima via lamore del prossimo: lunit dellamore di Dio e del prossimo (Mt 25, 31-46; Mt
9,36; 15,32; 18,27; Mc 1,41; Lc 7,13; 15,20)
La seconda via lesperienza della morte: io voglio che tu non muoia mai (G. Marcel)
La terza via la speranza nel futuro assoluto: escatologia futuro assoluto
Il significato di Ges Cristo in cui...
...lamore umano rivela lamore assoluto: lamore umano ha trovato la sua pienezza insospettata
...la morte rivela che non si d alcun assoluto umano, se non Dio: la morte ha assunto un senso pi
pieno
...la resurrezione rivela che la vita promessa di futuro definitivo: la storia non pu fallire
Conclusione: la credibilit teologica, storica e antropologica di Ges di Nazar eth come proposta di senso
(cf. Salvador Pi-Ninot, La teologia fondamentale, Queriniana, Brescia 2010, 450-455).

III. La Risurrezione: tappe del dibattito sulla fede pasquale


Quale interpretazione plausibile? Il dibattito dei teologi
La prima tappa: la First/Old Paschal Quest (1778-1906)
H.S. Reimarus, in poi interpretazioni storico-critiche e razionalistiche
(1.) sottrazione del cadavere di Ges? (cf. Mt 18,11-15); (2.) morte apparente? (Paulus:
1761-1851; Schleiermacher: 1768-1834); (3.) visioni soggettive dei discepoli? (Strauss:
1808-1874)
La No Paschal Quest (1921-1965)
R. Bultmann, la sola fides luterana: scetticismo epistemologico sulla storicit: un evento
escatologico
M. Dibelius, Jesus (1939) opposti: Campenhausen (1952); Grass (1956)
I racconti del NT ci fanno sapere che i discepoli fuggirono (Mc 14,50) e considerarono
perduta la causa di Ges (Lc 24, 19-21). Frattanto, dovette accadere qualcosa che in poco
tempo non solo produsse un cambiamento totale nel loro atteggiamento, ma li rese anche
capaci di impegnarsi in una rinnovata attivit e fondare la comunit cristiana primitiva.
Questo qualcosa il nucleo storico della fede pasquale (M. Dibelius, Jesus, Berlin
1939)
W. Marxsen, la causa di Ges va avanti

La comunit dovette superare lo scandalo della croce e lo fece nella fede pasquale. In che modo fu
portata a termine questa opzione, in che modo nacque la fede pasquale in ciascuno dei discepoli,
rimasto oscuro nella tradizione per colpa della leggenda e, daltra parte, non ha alcuna importanza
(Bultmann)
La seconda tappa: la New Paschal Quest (Nuova ricerca pasquale). I nuovi indirizzi ermeneutici
(1970/80)
Ricercatori cattolici: P. de Haes, La rsurrection de Jsus dans lapologtique des cinquante
dernires annes (1953)
C.M. Martini, Il problema storico della risurrezione negli studi recenti (1959)
F.X. Durwell, La risurrezione di Ges, mistero di salvezza (1950/1959)
La terza tappa (quella attuale): Third Paschal Quest (Terza fase della ricerca pasquale) (19852000...)
a) La pro-esistenza di Ges come ragione sufficiente della risurrezione (Verweyen)
b) lorigine esclusivamente psicogena
c) Il puro uso simbolico del linguaggio (Jesus Seminar)
d) La riaffermazione della realt della risurrezione (X. Lon-Dufour, I. Berten, J.I. Gonzlez)
Epilogo (Lc 24,13-35) oculata fide
A: Introduzione: due discepoli si recano da Gerusalemme ad Emmaus (vv. 13s);
B: Ges si avvicina e cammina insieme a loro (v. 15);
C. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo (v. 16);
D: I discepoli commentano i fatti relativi a Ges (v. 17-19);
E: E stato condannato a morte e crocifisso (vv. 20s.);
F: Alcune donne dicono che hanno trovato il sepolcro vuoto e che hanno visto alcuni angeli, i
quali dicevano che lui il vivente (zn) (vv. 22s.)
F: Alcuni dei nostri si sono recati al sepolcro e hanno verificato che le donne avvevano ragione;
ma lui non lo hanno visto (v. 24);
E: Ges li rimprovera perch sono tardi di cuore a credere (v. 25). Era necessario che il Cristo
soffrisse ed entrasse cos nella sua gloria (v. 26);
D: Per mezzo delle Scritture spiega loro quello che si riferiva a lui (v. 27); Ges rimane con loro per la
frazione del pane (vv. 28-30);
C: I loro occhi si aprirono e lo riconobbero (v. 31);
B: Ges si rende invisibile (v. 31b);
A: Conclusione: tornano a Gerusalemme e raccontano quanto loro accaduto (vv. 32-35)
(Cf. Salvador Pi-Ninot, La teologia fondamentale, Queriniana, Brescia 2010, 388-406, 440.)
Bibliografia consigliata:
DOROTHEE SLLE, Sofferenza, Queriniana, Brescia 1976.
PHILIPPE MADRE, Lo scandalo del male, ncora, Milano 1998.
KARL RAHNER, Perch Dio ci lascia soffrire? in Nuovi saggi VIII, 542-562.
SALVADOR PI-NINOT, La Teologia fondamentale, Queriniana, Brescia 2002, 388-442.
GIOVANNI PAOLO II, Lettera apostolica Salvifici Doloris, 1984.

Ges Cristo specialmente (praesertim) con la sua morte e gloriosa risurrezione dai morti, e infine con
linvio dello Spirito di verit, porta a perfetto compimento la rivelazione (complendo perficit) e la
conferma (confirmat) con la testimonianza divina (DV 4)
La risposta alla ricerca umana: una testimonianza

1. Questo Ges Dio lha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni... [ed stato] costituito Signore
e Cristo (At 2,32.36)
2. Cristo risorto (1 Ts 4,15; 1 Cor 15,12-20; Rom 6,4...)
3. ...io sono il primo e lultimo e il vivente (zon). Io ero morto, ma ora vivo per sempre e ho il
potere sopra la morte(Ap 1,17s)
4. La resurrezione sottolinea specificamente la definitivit dellesistenza umana salvata da Dio
nella carne di Ges di Nazareth.
5. Uno statuto epistemologico peculiare: se il Cristo non risuscitato, allore vana la nostra
predicazione ed vana anche la vostra fede (1 Cor 15,14).
6. Ges Cristo oggetto e motivo di fede: un circolo ermeneutico!
7. La nostra fede motivata (orizzonte di motivazione); struttura di plausibilit
8. La svolta per quale motivo? Un qualcosa che scatena la fede pasquale
Tutti sappiano che il primo e principale dovere, in ordine alla diffusione della fede, quello di vivere
una vita profondamente cristiana. Infatti il loro [figli della chiesa] fervore nel servizio di Dio e il loro
amore verso gli altri immetteranno un soffio spirituale nuovo in tutta la Chiesa, la quale apparir come la
bandiera levata sulle nazioni (signum levatum in nationes), come la luce del mondo (Mt 5,14) e il sale
della terra (Mt 5,13) (AG 36)

Tesi 3: Fede e ragione


Il superamento di una dicotomia/antinomia

Dati minimi da sapere: concilio Vaticano II (1962-65), Dei Verbum: a.) obbedienza della
(=che la) fede (cf. Rm 1,5; Rm 16,26; 2 Cor 10,5-6); b.) muta lordine: il primato della
rivelazione (mette al primo posto la conoscenza di Dio mediante la rivelazione [DV 6]);
Gaudium et spes: la legittima autonomia delle realt terrene ( GS 36); lenciclica Fides et
Ratio (1998): due ali (FR, Introd); 1. disciplina che ha il compito di rendere ragione della
fede (cfr. 1 Pt 3,15); 2. giustificare ed esplicitare la relazione tra la fede e la riflessione
filosofica; 3. studiare la rivelazione e la sua credibilit (FR 67).
Lo schema:
7. Le parole-chiave (quale ragione? quale fede?)
8. Levoluzione e il superamento (filosofico e teologico) di una antinomia
Introduzione4
Il rapporto tra fede e ragione suscita un grande interesse nei media. Ad esempio in Europa, nel
1995, ci sono stati dei dibattiti tra lintellettuale italiano Umberto Eco e il cardinale Carlo Maria
Martini, allora arcivescovo di Milano, sulla domanda: In che cosa crede chi non crede?; nel gennaio
del 2004, come invitati dellAccademia Cattolica di Bavaria, il filosofo tedesco Jrgen Habermas e
Joseph Ratzinger, allora cardinale prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede, hanno
discusso sui fondamenti etici della societ liberale. Pi recentemente, nel 2008, sempre nel contesto
europeo, il fisico Piergiorgio Odifreddi e monsignor Rino Fischella si sono fronteggiati sugli schermi
di una televisione italiana. Negli ultimi anni i dibattiti tra credenti e non credenti, come quelli
enunciati prima, sono arrivati anche nel mondo anglosassone, innanzitutto in virt dellavanzamento
del cosiddetto nuovo ateismo (New Atheism: Richard Dawkins, Christopher Hitchens, Sam Harris e
Daniel Denneth, soprannominati i quattro cavalieri dellapocalisse).
Il problema di Dio, la sua esistenza, la sua natura e il suo rapporto con lumanit, divenuto
lepicentro dei dibattiti stessi. Tanto che, normalmente, sono gli scienziati della natura a sfidare i
teologi. Dopo Stephan Howking e la sua popolarit, anche le apparizioni di Richard Dawkins fanno
notizia.
Dopo il successo, davvero senza precedenti, di Dawkins, oggi, nello scontro fra scienziati e teologi,
sembra essersi realizzata una svolta: alcuni interlocutori come Lord Sacks, filosofo di etica e gran
rabbino della Gran Bretagna, e Geroge Coyne, gesuita astronomo sono risultati essere dei validi
avversari dei suddetti ed hanno evidenziato con efficacia i limiti dellapproccio unilateralmente
scientifistico-positivistico proprio dei nuovi ateisti, ed in particolare dei quattro cavalieri
dellapocalisse.

1. Le parole-chiave: quale ragione? quale fede?

4 SATURNINO MURATORE, Ragione scientifica e religione. Dal conflitto ad una possibile integrazione, in G. Lorizio, a cura
di Religione e religioni. Metodologia e prospettive ermeneutiche, Messaggero, Padova 1998, pp. 159-184; TANZELLA-NITTI,
GIUSEPPE-STRUMIA, ALBERTO, eds, Dizionario interdisciplinare di scienza e fede: cultura scientifica, filosofia e teologia,
Citt Nuova, Roma 2002; SALVADOR PI-NINOT, La teologia fondamentale, Queriniana, Brescia, 2010, pp. 18-25;
ALESSANDRO OMIZZOLO - JOS G. FUNES, a cura di, Esplorare luniverso, ultima delle periferie. Le sfide della scienza alla
teologia, Queriniana, Brescia 2015; LATOURELLE R. FISICHELLA R., Edd., Dizionario di Teologia Fondamentale,
Cittadella, Assisi 1990; APARICIO C. PI-NINOT S., Edd., Commento alla Verbum Domini, Roma 2011; IMMANUEL KANT,
Che cos lilluminismo?, Editori Riuniti, Roma 1997, 48-50.

Il contesto moderno/illuminista della riflessione: la ragione tecnica Gestell (impostazione,


gabbia).
Secondo Martin Heidegger (1889-1976) il nostro mondo del Gestell dominato dalla tecnica, che lo
riempie tutto e si impone in maniera totale (anche la chiesa si ritrova al suo interno!).
Ci sono pertanto due modi di pensare, entrambi necessari e giustificati, anche se in maniere
diverse: il pensiero calcolante e il pensiero meditante. Proprio al pensiero meditante alludiamo
quando diciamo che luomo del nostro tempo in fuga davanti al pensiero (Heidegger,
Labbandono, p. 32.)
1. Credere Deum (ritenere per vero che Dio esiste e che i contenuti della fede sono veri) ; 2. credere
Deo (credere a Dio, fiducia nel credere che il messaggio vero sulla base di un rapporto/relazione);
3. Credere in Deum (intimamente afferrati dallamore).
2.a Levoluzione di una antinomia tra ragione e fede
Teologia fondamentale: una pre-storia dai fondatori dell Apologetica come scienza: J.S. Drey
(1777-1853) e G. Perrone (1794-1876) nel contesto dellIlluminismo che promuove il divorzio tra
la scienza e la fede (scientiam inter ac fidem complevit divortium).
Il concilio Vaticano I (1870) e lo schema abituale Apologetica:
1. lesistenza di Dio (demostratio religiosa)
2. lesistenza della vera religione (demostrazio christiana)
3. lesistenza della vera Chiesa (demonstratio catholica).

Il concilio Vaticano I (1870): Costitutio dogmatica Dei Filius de fide catholica


La retta ragione, infatti, dimostra i fondamenti della fede e, illuminata dalla sua luce, pu
coltivare la scienza delle cose divine; la fede, invece, libera e protegge la ragione dagli errori e
larricchisce di molteplici cognizioni. (DH 3019)5
2.b Il superamento dellantinomia: un approccio filosofico

In teologia opportet philosophari: quattro modalit del rapporto tra fede e ragione (teologia e
filosofia; religione e razionalit)
1) Non hanno niente a che fare luna con laltra
Neopositivismo: non considera gli asserti religiosi n veri n falsi ma li ritiene dal suo punto
di vista empirico come privi di senso. Al massimo coesistenza pacifica, due entit
originariamente estranea. NB: in una tale visione riduttiva, certo, molte sfere vengono a priori
escluse dal campo della ricerca scientificamente indagabile, come ad esempio lestetica, la
storia o, appunto, la religione, ecc ; per una presunta chiarezza logico-positivistica, quindi, si
paga un prezzo alto per questa mutilazione riduttivistica della realt come tale.
2) C una contraddizione insuperabile tra di loro
Paolo, Tertulliano, Lutero; Feuerbach, Marx, Nietzsche. Dalla parte della fede lapostolo Paolo
afferma: Non ha forse Dio dimostrato stolta la sapienza di questo mondo? (1Cor 1,20);
Tertulliano (cc. 160-220) esprime la primazia assoluta della fede: credo quia absurdum (credo

5 Cf. GIUSEPPE LORIZIO, Fede e ragione. Due ali verso il Vero, Paoline, Milano 2003, 29-32.

poich assurdo); Martin Lutero (1483-1546) ha disprezzato la ragione denominandola come


la prostituta cieca del diavolo.
Dallaltra parte, la ragione attacca la fede: critici della religione, sulla scia di Epicuro e
Xenophane fino a Ludwig Feuerbach (1804-1855) e Karl Marx (1818-1893), ritengono la
religione come proiezione illusoria di qualit umane, contraria alla ragione; famosa la
formulazione marxiana: la religione loppio dei popoli. Questultima ha fatto una brillante
carriera nella cultura, particolarmente nei primi regimi esplicitamente atei e militaristicamente
antireligiosi nella storia dellumanit come lUnione Sovietica, la Cina e il Vietnam maoista.
Friedrich Nietzsche (1844-1900) ha annunciato la morte di Dio per rendere possibile lo
sviluppo del superuomo (bermensch); Sigmund Freud (1856-1939) ha dedotto la religione
dal rapporto tra ego e superego, affermando che una proiezione del rapporto tra il bambino e
suo padre.
3) Religione e filosofia (fede e ragione) costituiscono una unit inseparabile
Agostino, Anselmo di Canterbury, Hegel.
Dalla prospettiva della religione: auspicabile una filosofia cristiana. Aurelio Agostino,
354-430, dice che la vera filosofia coincide con la religione cristiana. Il nesso tra fede e
ragione viene espresso dialetticamente: si deve credere per poter conoscere (credo ut
intelligam) e viceversa (intelligo ut credam); la stessa dialettica verr formulata anche da
Anselmo di Canterbury anche noto come Anselmo di Aosta (1033-1109), per il quale solo
la fede a rendere possibile la vera filosofia ed la stessa filosofia ad esigere la ragione: fides
quaerens intellectum.
Dalla prospettiva della filosofia per alcuni la fede religiosa verr ingoiata nella filosofia
dello spirito assoluto (come per G.W.Fr. Hegel 1770-1831); mentre per altri come per
Immanuel Kant (1724-1804) la totalit della religione verr ridotta alla morale filosofica.
Pi recentemente anche Karl Jaspers (1883-1969) ha parlato di una fede filosofica.
4) Sono due livelli intellettuali che si riferiscono luno allaltro vicendevolmente
Gratia supponit naturam: Tommaso dAquino, Karl Rahner, ecc.
Secondo tale posizione, la religione e la filosofia costituiscono due livelli spirituali,
autenticamente diversi, che per si riferiscono luno allaltro e si completano
vicendevolmente. Tommaso riteneva che allinterno dellessere umano esiste un moto che
parte dal principio che d senso a tutto, questo stesso moto deve presupporre lo stesso uomo
come destinatario della rivelazione fatta comprensibile per la ragione umana. Questa stessa
visione viene espressa nella dichiarazione programmatica della sua teologia: gratia supponit
naturam (la grazia presuppone la natura). Ma come si configura la posizione di Rahner
espressa laconicamente nella frase: Non possibile fare teologia scientifica senza un
contenuto filosofico6?
Il contributo di Hans-Georg Gadamer (1900-2002) di un superamento (dellAntinomia tra Fede
e Ragione): una rivalutazione ermeneutica dei pregiudizi
Anche lilluminismo, infatti, ha un suo pregiudizio fondamentale e costitutivo: questo pregiudizio che
sta alla base dellilluminismo il pregiudizio contro i pregiudizi in generale e quindi lo spodestamento
della tradizione (VM, 317).

Alternativa falsa (illuministica): Ragione (razionale) Fede (irrazionale)


La grande portata di Gadamer:
6 KARL RAHNER, Confessare la fede, p. 74.

1. ci sono delle verit extra-scientifiche (arte, storia, etica, ecc.);


2. la tradizione e lautorit vengono riabilitate! esiste una razionalit extra-scientifica (postmoderna)
2.c Il superamento dellantinomia: un approccio teologico (positivo)
Una scienza non integrata in un contesto umano, che si sviluppasse cio al di fuori di una retta
concezione delluomo e del mondo, sarebbe muta e sterile. Le scienze umane hanno bisogno del
fondamento di cognizione metafisiche e religiose che soltanto la filosofia e la religione sono in grado di
offrire (Paolo VI, Lettera al Rettore dellUnivesit cattolica del Sacro Cuore Prof. Lazzati, nel 50mo
dellAteneo [08.12.1971] Ins. IX [1971] p. 1080).

Il superamento teologico dellantinomia tra fede e ragione da parte del Magistero


Il concilio Vaticano II (1962-65)
La costituzione dogmatica sulla Divina Rivelazione Dei Verbum
Sulla relazione tra fede e ragione:
a) Fedele al Vaticano I: obbedienza della (=che la) fede (cf. Rm 1,5; Rm 16,26; 2 Cor 10,5-6)
b) Muta lordine: il primato della rivelazione (mette al primo posto la conoscenza di Dio
mediante la rivelazione [DV 6]).
Lenciclica Fides et Ratio (1998):
In FR 67 la Teologia Fondamentale viene ampiamente descritta e vista come disciplina con tre
compiti specifici:
1. di disciplina che ha il compito di rendere ragione della fede (cfr. 1 Pt 3,15)
2. di giustificare ed esplicitare la relazione tra la fede e la riflessione filosofica
3. di studiare la rivelazione e la sua credibilit
-

La problematica in FR (1998) Introd.


Motto di un rapporto nellottica della Teologia Fondamentale:
La fede e la ragione sono come le due ali con le quali lo spirito umano s'innalza verso la
contemplazione della verit. Dio ad aver posto nel cuore dell'uomo il desiderio di conoscere la
verit e, in definitiva, di conoscere Lui perch, conoscendolo e amandolo, possa giungere anche
alla piena verit su se stesso. (cfr Es 33, 18; Sal 27 [etc.]) (FR, Introduzione).

La legittima autonomia delle realt terrene:


[] dalla stessa loro condizione di creature che le cose tutte ricevono la loro propria consistenza,
verit, bont, le loro leggi proprie e il loro ordine; e tutto ci luomo tenuto a rispettare, riconoscendo le
esigenze di metodo proprie di ogni singola scienza o tecnica. Perci la ricerca metodica di ogni disciplina,
se procede in maniera veramente scientifica e secondo le norme morali, non sar mai in reale contrasto
con la fede, perch le realt profane e le realt della fede hanno origine dal medesimo Dio (GS 36).

Pi avanti i padri conciliari aggiungono ancora che anche uno scienziato che si sforza con umilt e
perseveranza di scandagliare i segreti della verit anche senza prenderne coscienza, viene come
condotto dalla mano di Dio, poich in fin dei conti proprio questo Dio che mantiene in esistenza
tutte le cose (ibidem). In questa prospettiva ormai risulta chiaro che non si pu rimproverare alla
Chiesa di essere contro la scienza come tale. Da questo punto di vista largomentazione classica degli
illuministi stata superata almeno da mezzo secolo.

Tesi 4: Un dito puntato verso il cielo


Verso una TF del miracolo
Dati minimi da sapere:
Se alcuno dicesse che non si pu compiere alcun miracolo e perci le narrazioni di essi, anche quelle
contenute nella S. Scrittura, devono essere riposte tra le favole e i miti, oppure che i miracoli non si

possono mai conoscere con certezza, e con essi non si pu debitamente provare lorigine divina della
religione cristiana: sia scomunicato (DS 3034).

Lo schema:
1. Quale dialogo con la scienza? Modelli storici
2. La TF del miracolo aspetti storici e speculativi

1. Quale dialogo con la scienza? Alcuni modelli storici


-

Le sfide attuali della fede

La religione stata superata? Il neopositivismo?

Latmosfera culturale odierna riguardante il rapporto tra teologia e scienza

Linizio della modernit (cultura scientifica)7


Due conflitti che segnalano la modernit (cultura scientifica): Galileo Galilei (1564-1642); Charles
Darwin (1809-1882)
Una fede religiosa si distingue da una teoria scientifica perch pretende dincarnare una verit
eterna e assolutamente certa, mentre la scienza sempre sperimentale, pronta ad ammettere presto
o tardi la necessit di mutamenti alle sue attuali teorie, e consapevole che il suo metodo
logicamente incapace di portare a una dimostrazione completa e definitiva [] la mentalit
scientifica prudente, sperimentale ed empirica; non pretende n di conoscere lintera verit n
che la sua conoscena sia interamente vera; sa che ogni dottrina ha bisogno di essere emendata
presto o tardi e che il necessario emendamento richiede libert dindagine e libert di discussione
(B. Russel, Scienza e religione, 1935).

Albert Einstein (1879-1955)

Se c in me qualcosa che si pu definire sentimento religioso, proprio quella sconfinata


ammirazione per la struttura del mondo nei limiti in cui la scienza ce la pu rivelare (Lettera a
un ammiratore, 22 marzo 1954, in A. Einstein, Pensieri di un uomo curioso, Mondadori, Milano
1997, 119)

Non posso immaginarmi un Dio che ricompensa e che punisce loggetto della sua creazione,
un Dio che soprattutto esercita la sua volont nello stesso modo con cui la esercitiamo noi su noi
stessi. Non voglio e non posso figurarmi un individuo che sopravviva alla sua morte corporale:
quante anime deboli, per paura e per egoismo ridicolo, si nutrono di simili idee! (A. Einstein,
Come io vedo il mondo, 11s)

Daltra parte io sostengo che la religione cosmica limpulso pi potente e pi nobile alla
ricerca scientifica (Newton Compton, Come io vedo il mondo. La teoria della relativit
[1931], Roma 1975, 27)

[...] la scienza senza religione zoppicante e la religione senza scienza cieca (A. Einstein,
Come io vedo il mondo, cit., 11s)

Georges Edouard Lematre (1894-1966)


7 KARL RAHNER, Sulla pretesa del cristianesimo di possedere un valore assoluto [ber den Absolutheitsanspruch des
Christentums], in SchTh XV 171-184= Nuovi saggi IX, 237-256.

Nel 1927 pubblic l'ipotesi dell'atomo primigenio (oggi nota come teoria del Big Bang).

Pierre Teilhard de Chardin (1881-1955)

Teologo evoluzionista, filosofo e paleoantropologo (In che modo io credo/Comment je crois,


1934; Il fenomeno umano, 1938-1940)

Benedetta sii Tu, universale Materia, Durata senza fine, Etere senza sponde,
triplice abisso delle stelle, degli atomi e delle generazioni, Tu che eccedendo e dissolvendo le
nostre anguste misure ci riveli le dimensioni di Dio (Linno alla Materia)

Un celebre scienziato affermava: pi studio la materia pi trovo lo spirito. Il Santo Padre cita
Teilhard de Chardin che ha dato una spiegazione delluniverso e, tra tante fantasie, tante cose
inesatte, ha saputo leggere dentro le cose un principio intelligente che deve chiamarsi Iddio. La
scienza stessa dunque obbliga ad essere religioso, e chi intelligente deve inginocchiarsi e dire:
qui c Dio (Paolo VI)8.

Un contesto nuovo emergente (lepoca della scienza post-moderna/post-positivistica)

Con la fisica quantistica: la fine del pensiero meccanico (come se luniverso sia un
meccanismo) verso una identit cosmica
Una nuova Weltanschauung (visione del mondo)
Religion and science: verso una prospettiva pneumatologica

La dimensione cosmica dellesistenza: un universo largo e misterioso


Per il teologo le scienze danno dati empirici da spiegare alla luce del vangelo.
La dimensione cosmica dellesistenza: un universo largo e misterioso
La ricerca scientifica sula vita extraterrestre intelligente pone delle domande che vanno oltre
lastrobiologia e che gli scienziati affrontano da un punto di vista puramente pragmatico, ma che
richiedono una approfondita riflesione filosofica. Che cosa la vita? Come descrivere una essere
intelligente? E un essere spirituale? Che cosa uan civilt? Su quale principio si fonda? Dobbiamo
considerare i problemi etici delle nostre ricerche spaziali? Inoltre la possibilit dellesistenza della vita
extraterrestre potrebbe mettere in discussione lcuni principi fondamentali del cristianesimo: lunicit e
centralit del genere umano, lunicit dellincarnazione e il cristocentrismo, il peccato originale, la
redenzine (Jos G. Funes Alessandro Omizzolo, Esplorare luniverso, ultima delle periferie, 102).

Scienza e religione: lapproccio di Karl Rahner (1904-1984)

[...] la teologia non pu mettere in questione il diritto allesistenza delle scienze naturali,
nonostante il disagio da esse provocato (K. Rahner, Sul rapporto tra scienza naturale).

La modalit rahneriana

Tre presupposti e una conclusione (cfr. K. Rahner, Scienze naturali e fede razionale, in Scienze e fede
cristiana, pp. 29-84):
1. la forma pi vasta di evoluzione (p. 58);
8 Cf. PAOLO VI, Visita ad un importante stabilamento chimico-farmaceutico (24.02.1966) Ins. IV
(1966), pp. 992-993.

2. Unevoluzione generale del cosmo, ci domandiamo quindi, dalle sue parti costitutive pi
semplici e originarie fino allodierna differenziazione e complessit anche nel campo del
vivente, ammissibile per la fede cristiana come tesi o ipotesi delle scienze naturali soltanto da
inquadrarsi, al massimo successivamente, in unimmagine cristiana del mondo? La nostra
risposta : s (p. 59.);
3. Le scienze naturali possono e debbono [...] essere metodologicamente atee (p. 36);
4. teologia e scienze naturali non possono in linea di principio cadere in contraddizione tra di
loro, perch si distinguono in partenza e per il loro oggetto e per il loro metodo (pp. 32-33).

2. Elementi di una teologia del miracolo9


Classificazione e tipologia dei racconti di miracoli
a) Gli esorcismi
b) Le guarigioni/terapie
c) Miracoli di legittimazione/rapportati a norma
d) Miracoli di salvataggio e miracoli-dono
e) Racconti di risurrezione (epifanie)/rianimazione
Accenni storici:
Negli Apocrifi: Tutte le parole che uscivano dalla sua boccca, buone o cattive che fossero, avevano
effetto e compivano un miracolo (Vangelo di Tommaso, 5,2).
Giustino Martire (inizio del II. sec ca. 164): i miracoli di Ges non hanno alcuna funzione
probatoria rilevante.
Origene (185-254): profezie e miracoli, come prove pi divine della dialettica greca - dimostrazione
dello spirito e della forza
Agostino (354-430): I miracoli... avvengono non contro natura, ma contro la cognizione che noi ne
abbiamo (de civ. Dei, lib. XXI, cap. VIII)
Perch come le madri portano in s la giovane vita, cos il mondo porta in s le cause del divenire
(De trin., Lib. III, VIII, 16)
Tommaso dAquino (1225-1274): il miracolo un avvenimento che supera lordine e la possibilit
delllintera natura creata (per ci che attiene al fatto/soggetto/modo)
Accenni filosofici:
Il razionalismo dichiara il miracolo impossibile:
- Spinoza (1632-1677): Non si pu dubitare che tutto ci che raccontato nella Scrittura sia
accaduto naturalmente [...] seguendo le leggi della natura;
- Hume (1711-1776): il solo fondamento delle certezze: esperienza dei sensi;
- Voltaire (1696-1778): Ora chiaro che essendo Dio, ha fatto questa immensa macchina
meglio che poteva;
- R. Bultmann (1884-1976): Lidea del miracolo come Mirakel [evento che non rispetta le leggi
della natura] divenuta per noi oggi impossibile [] vi un solo miracolo inteso come
Wunder: quello della rivelazione, cio della rivelazione della grazia di Dio allempio
9 MAX SECKLER, Teologia e scienze, in: DTF; REN LATOURELLE, Miracolo, in DTF; KARL RAHNER e HERBERT
VORGRIMLER, Miracolo, in Dizionario di Teologia, TEA, Milano 1994, 389-391; Congregazione delle Cause dei Santi, Le
cause dei santi, Libreria Editrice Vaticana, Vaticano 2011.

Niente cambiato nellordine fenomenico e nella tessitura delle leggi. solo la fede che vede in una
guarigione naturale la rivelazione dellamore di Dio manifestato alluomo, che si riconosce peccatore e
graziato.
Cosa un miracolo?
Il miracolo un evento che accade contro le attese normali e ha una portata religiosa: esso viene inteso
come azione di Dio (Gerd Theissen, Anette Merz, Il Ges storico. Un Manuale, 382).
Il miracolo un prodigio religioso, che esprime nellordine cosmico (luomo e luniverso) un intervento
speciale e gratuito del Dio di potenza e di amore, che rivolge agli uomini un segno della presenza
ininterrotta nel mondo della sua Parola di salvezza (Ren Latourelle, DTF, 762).

Elementi della definizione:


1) Un prodigio religioso e sacro

In contesto profano il miracolo non avrebbe nessun senso, n alcuna ragion dessere.

Il miracolo:
1. sopraggiunge in seguito a una preghiera umile, fiduciosa, perseverante;
2. accompagna una vita di santit eroica;
3. rende autentica una missione che pretende di venire da Dio10.

Il miracolo da vocazione al regno. Questo aspetto viene singolarmente illustrato dalla guarigione
dellindemoniato di Gerasa (Mc 5,1-20) Questuomo stato privato di tutto: del suo equilibrio
somatico e psichico, della sua dignit umana. alienato da s e dalla societ. Ges lo ristabilisce nella
sua integrit di uomo, cio di essere pensante e responsabile, e lo reintegra nella societ. Ma
lintenzione del miracolo non si ferma al ristabilimento della salute: si prolunga in una vocazione
superiore. Il miracolato chiede a Ges di rimanere in sua compagnia (Mc 5,18). Ges gli dice: va
nella tua casa, dai tuoi, annunzia loro ci che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ti ha usato
(Mc 5,19). Di uno schiavo Ges fa un uomo libero, poi un evangelizzatore del regno: Egli se ne and
e si mise a predicare per la Decapoli ci che Ges gli aveva fatto (Mc 5,20). Il miracolo ha senso solo
sulla base del progetto di Dio per luomo: cio lingresso nel Regno. Ha anche una funzione di
liberazione e di compimento delluomo.
2) Un prodigio nellordine cosmico
Lo voglio, guarisci! Subito la lebbra scomparve ed egli guar (Mc 1,41-42)
3) Un intervento speciale e gratuito del Dio di potenza e di amore
Superiore alla natura; dalla causa prima per la natura non viene tanto violentata quanto
restaurata, elevata e dinamizzata.
4) Un segno divino
un prodigio-significante (semeion!), orientato verso la salvezza e verso colui da cui sono
mandati.
DV 4: approccio personalista e cristocentrico (non oggettivistico). il Segno che si attesta come Diotra-noi:

10 Cf. Mc 5,1-20, lindemoniato di Gerasa.

[C]ol fatto stesso della sua presenza e con la manifestazione che fa di s con le parole e con le opere, con
i segni e con i miracoli... compie e completa la rivelazione e la corrobora con la testimonianza divina, che
cio Dio con noi (DV 4).

Quale criteri di autenticit?


1. Criterio globale: la plausibilit storica e la coerenza/conformit di Ges
2. Criteri derivati: quello di dissomiglianza e quello di attestazione molteplice
3. Dai criteri di autenticit a Ges di Nazareth, fonte di cristologia: rende la fede ragionevole
(credibile/esplicabile)
Autenticit storica dei miracoli di Ges
Andate a riferire a Giovanni ci che voi udite e vedete: i ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano,
i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano ludito, i morti risuscitano, ai poveri predicata la buona
notizia e beato colui che non si scandalizza di me. (Mt 11,2-6; Lc 7,18-23) (criterio di discontinuit!)

Predicazione della buona notizia ai poveri (criterio di conformit)


I nemici di Ges? (attestazione multipla)
E allora? E stato un miracolo?
Per quanto riguarda la nostra storia iniziale: ora, sulla base di quanto detto sopra, magari intendiamo
meglio le ragioni della diffidenza dei nostri contemporanei di dare una spiegazione esplicitamente
religiosa. E se vediamo la vicenda con gli occhi illuministici e neopositivistici (a cui tende la
maggioranza degli osservatori occidentali di oggi) una lettura credente che si servir del concetto
euristico di miracolo risulter interamente illegittima (problematica): lintervento di Dio per le
scienze non n verificabile n falsificabile e dunque non esiste! I teologi moderni (sempre sotto
linflusso culturale dello stesso illuminismo) ugualmente sono riluttanti nellammettere una
spiegazione di questo genere. Per loro, si trattato solamente di uno svolgimento naturale degli
avvenimenti, cio non accaduto nessun intervento sovrannaturale nel senso miracoloso inteso
come un oltrepassare le leggi della natura. In fin dei conti, diranno, non esiste la possibilit di ripetere,
in modo sperimentale ed empirico, lesperienza per verificare scientificamente il risultato/finale
della vicenda o meno. Tutti coloro invece che fanno propria una visione post-positivistica
(postmoderna) della scienza e, sulla scia di Gadamer, accettano unesperienza extra-metodica della
verit, saranno aperti ad accettare una spiegazione che va oltre i confini della scienza moderna (sia
quella della natura che quella sociale e umana) e, liberandosi dai principi scientistici dei primi, si
orienteranno verso un concetto pi originario (biblico) di miracolo. Si pu, quindi, dare
uninterpretazione miracolosa della vicenda se ci rendiamo conto che un segno (in greco: semeion)
accaduto nel contesto della fede, che richiede e rafforza la stessa fede e, in ultima analisi, porta a un
rapporto pi profondo con il Trascendente, non pu essere altro che un intervento miracoloso da
parte del Mistero assoluto e insondabile che nella tradizione cristiana tutti chiamano Dio.
Per dimostrare le esperienze extra-metodiche della verit confronta le tre domande di Gadamer, che
richiedono tre risposte affermative:
Larte non ha davvero nulla a che fare con la conoscenza? Non c nellesperienza dellarte una
rivendicazione di verit, diversa certo da quella della scienza, ma altrettanto certamente non subordinabile
ad essa? E il compito dellestetica non proprio quello di fondare teoricamente il fatto che lesperienza
dellarte un modo di conoscenza sui generis, diversa beninteso da quella conoscenza sensibile che

fornisce alla scienza i dati sulla cui base essa costruisce la conoscenza della natura, diversa altres da ogni
conoscenza morale della ragione e in generale da ogni conoscenza concettuale, ma tuttavia pur sempre
conoscenza, cio partecipazione di verit? (Gadamer, Verit e metodo, 128).

Letteratura consigliata
ALESSANDRO OMIZZOLO E JOS FUNES, Edd., Esplorare luniverso, ultima delle periferie, Queriniana,
Brescia 2015;
FRANCESCO ASTI EDOARDO CIBELLI, Scienza e fede in dialogo, Pontificia Facolt Teologica dell
Italia Meridionale, Napoli 2014;
SALVADOR PI-NINOT, La teologia fondamentale, Queriniana, Brescia 2010.
HANS-GEORG GADAMER, Verit e metodo, Bompiani, Milano, 2001.
R. FULLIER, Die Wunder Jesu in Exegese und Verkndigung, Dseldorf 1957.
R. GUARDINI, Miracoli e segni, Morcelliana, Brescia 1985.
L. MONDEN, Theologie des Wunders, Freiburg 1961.
J. GNILKA H. FRIES, Segno Miracolo, in Dizionario Teologico III, 309-332.
F. MUSSNER, I miracoli di Ges, Queriniana, Brescia 1969.
CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI, Le cause dei santi, Libreria Editrice Vaticana, Vaticano
2011 (sui criteri proposti da Benedetto XIV nel 1740 che servono a orientare la ricerca nei processi!).
ROLF BAUMANN, Miracolo, in Peter Eicher, ed., I concetti fondamentali della teologia, vol. 3,
Queriniana, Brescia 2008, 81-96.

Tesi 5: Una verit partecipativa: la ricerca storica sulla vita di Ges


(Cristologia fondamentale)
La plausibilit del cristianesimo sta e cade con quella di Cristo. Ci stato sempre fondamentalmente
riconosciuto. Infatti anche la dottrina delle note della chiesa non mai stata seriamente intesa come
separata dalla cristologia Per sostenere un edificio siffatto, il fondamento deve possedere una forza
insuperabile Esso deve offrire evidenza A questo punto nodale molti saranno tentati di non
condividere il nostro cammino (H.U. von Balthasar, Herrlichkeit, vol. I: Schau der Gestallt, 445).

La Parola per eccellenza, per definizione, il Cristo. Egli la Parola sostanziale [...] Il Cristo , nello
stesso tempo, il Messaggero e il contenuto del Messaggio, il rivelatore e la verit rivelata: il rivelatore
al quale bisogna credere, e la Verit personale rivelata nella quale bisogna credere [...] In questo
consiste precisamente loriginalit fondamentale della religione cristiana (H. de Lubac).
Dati minimi da sapere: Testimonianze extra-cristiane: 1. Plinio il Giovane; 2. Tacito; 3. Svetonio; 4.
Flavio Giuseppe; 5. la questione del Testimonium Flavianum; Le tre tappe dellindagine: la prima tappa/la
First/Old Quest (1778-1906): la pubblicazione di G.E. Lessing dellopera di H.S. Reimarus (1778); A.
Schweitzer (1906); La No Quest (1921-1953): R. Bultmann; La seconda tappa: la New Quest (19531985): E. Ksemann (1953), J. Jeremias, J.M. Robinson, E. Schillebeeckx, W. Kasper, J. Sobrino, J. Dupont,
Lon-Dufour, R. Latourelle, R. Schnackenburg, etc; La terza tappa: Third Quest (1985/1988-2000...): W.P.
Saners; T.N. Wright.

Lo schema:
1. Quale Ges Cristo? Considerazioni ermeneutiche (filosofiche e teologiche)
2. Indagini storiche su Ges di Nazareth: dati, le tre tappe, criteri
1. Quale Ges Cristo?
La pluralit delle interpretazioni artistiche... (ad. es. Jsus de Montral, 1989, reg. Denys Arcand)
Quale ragione della pluralit? Quale unit nella diversit delle interpretazioni?
Presupposti ermeneutici:
1.1 Tre parole-chiave dellapproccio ermeneutico: contestualit, storicit, linguisticit.
Un emigrato nero che fa loperaio a Johannesburg, per esempio, pu avere una percezione della fede
cristiana assai diversa da quella di un impiegato statale bianco della medesima citt, anche se antrambi
sono membri della Chiesa riformata olandese. Un contadino del Nicaragua del presidente Somoza pu
intendere il vangelo [...] in un modo che diverge profondamente da quello di un uomo daffari di New
York, anche se accade che siano entrambi cattolici. In ogni caso, lautocomprensione dellindividuo
svolge un ruolo cruciale nella sua interpretazione ed esperienza della fede (David J. Bosch, La
trasformazione della missione, 259).
Un pensiero autenticamente storico deve essere consapevole anche della propria storicit (Hans-Gerog
Gadamer, Verit e metodo, p. 350).
Noi stiamo [...] costantemente dentro a delle tradizioni, e questo non un atteggiamento oggettivante
che si ponga di fronte a ci che tali tradizioni dicono come a qualcosa di diverso da noi, di estraneo;
invece qualcosa che gi sempre sentiamo come nostro (Hans-Gerog Gadamer, Verit e metodo, pp. 330331).

...e la Bibbia?
1.2 Sulla storicit dei vangeli:
[] la santa Madre Chiesa ha ritenuto e ritiene con fermezza e con massima costanza che i quattro
vangeli sopraindicati, dei quali afferma senza alcuna esitazione la storicit (quorum historicitatem
incunctanter affirmat), trasmettono fedelmente quanto Ges Figlio di Dio, durante la sua vita tra gli
uomini, effettivamente fece e insegn [] fino al giorno nel quale fu assunto al cielo. (DV 19)

Sulla verit storica dei Vangeli


Confronta: Istruzione della Pontifica Commissione Biblica, Sancta Mater Ecclesia, 1964.

Perch questo cos importante?


Leggere la Scrittura come se la storia e il lettore fossero influenti rispetto alle parole ed al contenuto di
essa comportava gravi conseguenze. Astraendo lo scritto dal suo contesto e leggendolo come verit
eterna, alcuni cristiani hanno preteso di essere giustificati dalla Scrittura a massacrare giudei (Matt
27:25); facendo riferimento al testo, alcuni cristiani hanno giustificato il rogo di donne ritenute streghe
(Es 22:18); sulla base del testo, alcuni cristiani hanno giustificato schiavit e aparteid (Gen 9:25);
riferendosi al testo, alcuni cristiani hanno giustificato la persecuzione di omosessuali (Lev 20:13); a causa
del testo (Gen 3:16), alcuni cristiani hanno giustificato la subordinazione delle donne alluomo, per cui
erano trattate come bambine, incapaci di assumere responsabilit in merito al loro corpo, alla loro
situazione finanziaria, alla loro esistenza (J. Bowker, A Year to Live. SPCK, London 1991, quotes: D.F.
Ford, Theology. A Very Short Introduction, Oxford, Oxford University Press, 1999, p. 126)

1.3 Quale rapporto con lAltro/ la Tradizione/la Scrittura?


I tre modelli di Gadamer:
1) Un indifferentismo disinteressato (lAltro come oggetto)
Una conoscenza diagnostica, oggettivante; osservatore neutrale = giudice / professore.
2) Un paternalismo col riferimento allio (un rapporto immaturo collAltro)
Un riferimento permanente allio; dialettica della sommissione-dominanza = tirannia
3) Apertura verso lAltro (rapporto reciproco)
Un nesso autentico / produttivo / creativo / partecipativo
Ogni dialogo presuppone un linguaggio comune, o meglio lo costituisce. [...] Non [...] nemmeno giusto
dire che gli interlocutori si adattano luno allaltro; piuttosto, nel dialogo riuscito, essi giungono a
collocarsi entrambi nella verit delloggetto [...]. Il comprendersi nel dialogo non un puro metter tutto in
gioco per far trionfare il proprio punto di vista, ma un trasformarsi in ci che si ha in comune,
trasformazione nella quale non si resta quelli che si era (H.G. Gadamer, Verit e metodo, Bompiani,
Brescia 2001, 437)

2. Indagini storiche su Ges di Nazareth (data, le tre tappe, criteri)


Verso unimmagine di Ges di Nazareth
Cronologia:
- Dionigi il Piccolo (nellanno 525) colloca la nascita di Ges Cristo nellanno 754 dalla
fondazione di Roma (anomalia!) NB! leffettiva data pi probabile della nascita tra il 7 e il 4
a.C.

2.1 Testimonianze extra-cristiane:


1) Plinio il Giovane (nellanno 112)
Nellanno 112 ci fu unindagine sulle attivit dei cristiani: si riunivano in un giorno stabilito
della settimana per recitare uninvocazione a Cristo e per condividere la cena in comune (cf.
Plinio il Giovane).
I Cristiani [...] affermavano inoltre che tutta la loro colpa o errore consisteva nell'esser soliti
riunirsi prima dell'alba e intonare a cori alterni un inno a Cristo come se fosse un dio, e obbligarsi
con giuramento non a perpetrare qualche delitto, ma a non commettere n furti, n frodi, n

adulteri, a non mancare alla parola data e a non rifiutare la restituzione di un deposito, qualora ne
fossero richiesti (Plinio il Giovane a Traiano imperatore, Lettere 10.96 97).

2) Tacito (verso lanno 115)


Un certo Cristo, originario della Giudea, che operava miracoli (Flavio Giuseppe), fu
giustiziato dal procuratore Ponzio Pilato (anni 26-39), durante il principato di Tiberio (cf.
Tacito; Flavio Giuseppe).
3) Svetonio (verso lanno 120)
Verso lanno 50 i giudei di Roma si disputavano sotto il nome di Chrestos (cf. Svetonio);
Nellanno 64 Nerone perseguit e giustizi i seguaci del Cristo (cf. Tacito e Svetonio).
4) Flavio Giuseppe (uno scrittore ebreo)
Verso il 93/94 esisteva la comunit dei cristiani che si riferivano al Cristo (cf. Flavio
Giuseppe)
In quei tempi viveva Ges, uomo saggio [se tuttavia lo si pi chiamare uomo]; la sua vita era
perfetta e comp opere sorprendenti (=paradoxon): le sue virt furono riconosciute e molti giudei e
pagani divennero suoi discepoli. [Egli era il Messia-Cristo] Pilato lo condann alla morte sulla
croce [coloro che lo avevano amato durante la sua vita non lo abbandonarono dopo la sua morte].
Coloro che erano suoi discepoli predicarono la sua dottrina. Affermarono che era loro apparso
come vivente tre giorni dopo la sua passione [apparve loro come vivente e risorto al terzo giorno
come avevano predetto i santi profeti che avrebbe compiuto miracoli. E da lui che i cristiani che
ancora oggi incontriamo hanno preso il loro nome]. Forse era il Messia a proposito del quale i
profeti avevano detto tante meraviglie [] Ancora fino ad oggi esiste la comunit dei cristiani,
cos chiamati a causa di lui (Testim. Flavianum).

Riassumendo dei dati: un certo Cristo, originario della Giudea, che operava miracoli (Flavio
Giuseppe), fu giustiziato dal procuratore Ponzio Pilato (anni 26-39), durante il principato di Tiberio
(cf. Tacito; Flacio Giuseppe); Verso lanno 50 i giudei di Roma si disputavano sotto il nome di
Chrestos (cf. Svetonio); nellanno 64 Nerone perseguit e giustizi i seguaci del Cristo (cf. Tacito e
Svetonio); verso il 93/94 esisteva la comunit dei cristiani che si riferivano al Cristo (cf. Flavio
Giuseppe); nellanno 112 ci fu unindagine sulle attivit dei cristiani: si riunivano in un giorno stabilito
della settimana per recitare uninvocazione a Cristo e per condividere la cena in comune (cf. Plinio il
Giovane).
Le tre tappe:
La prima tappa: la First/Old Quest (1778-1906)
- La pubblicazione di G.E. Lessing: H.S. Reimarus, Il fine di Ges e dei suoi discepoli
(1778)
- A. Schweitzer, Storia della ricerca sulla vita di Ges (1906)
Questa indagine (da Reimarus a Wrede) part per trovare il Ges storico, pensando di poterlo
collocare nel nostro tempo come egli [] Egli tuttavia non si ferm, pass davanti al nostro
tempo, lo ignor e ritorn nel suo (A. Schweitzer)

La No Quest (1921-1953)
R. Bultmann, Storia dei vangeli sinottici,1921.
E. Ksemann, Il problema del Ges storico, 1953.

La seconda tappa: la New Quest (1953-1985)


- E. Ksemann, Die Neue Jesus-Frage, 1953. Historie, Geschichte
- J. Jeremias, J.M. Robinson, E. Schillebeeckx, W. Kasper, J. Sobrino, J. Dupont, LonDufour, R. Latourelle, R. Schnackenburg, etc.
La cosa per me importante non la possibilit di verificare storicamente il krygma. Al contrario,
chiamerei assurda una cosa del genere di fronte al contenuto del krygma e la troverei addirittura
blasfema Non si tratta di fondare storicamente la fede. Si tratta di distinguere criticamente il
vero dal falso messaggio, e ci avviene appunto con laiuto di ci che il Ges storico allora fu e
dovette essere (E. Ksemann, Sackgassen im Streit um den historischen Jesus, 53; 55).

La terza tappa: Third Quest (1985/1988-2000...)


- W.P. Saners, Jesus and the Judaism, 1985.
- T.N. Wright, The Interpretation of the New Testament 1981-1986, 1988.
Nella letteratura di oggi: tre approcci/correnti
Jesus seminar discontinuit tra il Ges storico e la comunit emergente;
Metodologia storico-critica oggettivit cercata (esegeti protestanti, cattolici, ebrei);
Realisti critici una continuit molto pi grande tra il Ges storico e la Chiesa!
Interesse generale storico-sociale; decisiva inserzione di Ges nel giudaismo e la sua creazione di un
movimento di rinnovamento giudaico.
2.3 Dati fondamentali dei vangeli sulla storia di Ges di Nazareth
- Nazareno
- Battezzato
- Proclamatore del Regno di Dio
- Taumaturgo
- Vicinanza con Dio (Abba)
- Relazione critica con il Tempio
- Cena di commiato
- Crocifisso come Re dei Giudei
- Proclamato come Vincitore della morte
- Colui che fa discepoli (setta o fazione dei Nazareni)
Ripetizione: criteri di autenticit (1. criterio globale: la plausibilit storica e la coerenza/conformit
di Ges; 2. criteri derivati: quello di dissomiglianza e quello di attestazione molteplice. NB! Dai criteri
di autenticit a Ges di Nazareth fonte di cristologia rende la fede ragionevole (credibile ed
esplicabile).

CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA, nn. 142-184.


DTF voci: Fede (Langevin), Dei Verbum II 5 (Latourelle), Rivelazione VIII 8.17
(Latourelle), Sensus fidei (Pi-Ninot).
DULLES, A., The Assurance of Things Hoped For. A Theology of Christian Faith, New York & Oxford
1994 (ver. it.: Il fondamento delle cose spate. Teologia della fede Cristiana, Brescia 1997).
ALFARO, J., Revelacin cristiana, fe y teologa, Salamanca 1985 (vers. It.: Rivelazione cristiana, fede e
teologia, Brescia 1986).

HERCSIK, D., Der Glaube, Wrzburg 2007.


LIBANIO, J.B., Eu creio. Ns creamos. Tratado da f, Sao Paolo 2000.
SESBO, B., Croire: invitation la foi catholique pour les fammes et les hommes du XXIe sicle,
Paris 1999 (vers. it.; vers. Sp.).
FISICHELLA, R., ed., Noi crediamo. Per una teologia dellatto di fede, Roma 1993.
PI-NINOT, S., La TF, Brescia 2010.
BTTINGHEIMER, CH., Comprendere la fede. Una teologia dellatto di fede, Brescia 2014.

Tesi 6: Latto di fede


Una mistagogia contro lindifferentismo
Vuoi capire? Credi. Dio infatti per mezzo del profeta ha detto: Se non crederete, non
capirete. A questo principio si riferisce il Signore, quando poi dice: Se qualcuno vuol
fare la volont di lui, conoscer se questa dottrina da Dio, o se io parlo da me
stesso[] Lintelligenza il frutto della fede. Non cercare dunque di capire per credere,

ma credi per capire; perch se non crederete, non capirete (SantAgostino, Trattato 29
sul vangelo di Giovanni, n. 6).
[] nello studiare la rivelazione e la sua credibilit insieme con il corrispondente atto
di fede, la teologia fondamentale dovr mostrare come, alla luce della conoscenza per
fede, emergano alcune verit che la ragione gi coglie nel suo autonomo cammino di
ricerca. A queste, la rivelazione conferisce pienezza di senso, orientandole verso la
ricchezza del mistero rivelato, nel quale trovano il loro ultimo fine (FR 67).
1.
2.
3.
4.

Unanalisi dellatto di fede: concetti di base


Come parlare oggi su Dio?
Testi biblici sulla fede
La sintesi del Magistero e alcuni teologi ulteriori (basta scegliere un teologo!)
1. Actus fidei (latto di fede): concetti di base

Quattro significati nel linguaggio quotidiano:


1) Una forma deficitaria del sapere
2) Un orientamento di valori o di modelli
3) Un atto fatto a ragion veduta
4) Un rapporto di fiducia scaturisce una nuova conoscenza
La fede un dischiudersi della realt, che viene colta solo da colui che confida, da
colui che ama, da colui che agisce come uomo, una schiusura che come tale non deriva
dal sapere, bens originaria come il sapere, anzi pi portante e pi centrale di esso per
ci che autenticamente umano (J. Ratzinger, Glauben und Wissen, in Id., Glaube und
Zukunft, Mnchen 1971, 31).
Ripetizione: credere Deum (contenuti), credere Deo (fiducia relazionale sulla base di un
rapporto personale), credere in Deum (comunione e amare); Fides quae e fides qua, una
distinzione teologica: aliud sunt ea quae creduntur, aliud fides qua creduntur (una cosa sono
le verit che si credono, unaltra cosa la fede con cui si credono)11.
a. Contenuto ( quae)
b. Atto/processo di fede ( qua)
Due poli della religione: culto e credenza
Le religioni pi antiche non hanno conosciuto la dimensione di credenza!
Una delle novit del cristianesimo:
- Lesistenza cristiana si esprima innanzitutto e in primo luogo nel verbo Credo (J.
Ratzinger, Einfhrung in das Christentum, Mnchen 20068, 42)
- Che cosa chiedi alla chiesa? La fede (Rito battesimale)
La teologia: scienza della fede
11 Cf. Agostino, De trinitate 13,2; PL 42, 1016s.

Limportanza dellatto di fede


Senza la fede impossibile essere graditi [a Dio]; chi infatti si avvicina a Dio, deve credere
che egli esiste e che ricompensa coloro che lo cercano (Eb 11,6)
Nella fede la parola della predicazione cristiana viene accolto non come parola di uomo ma,
qual veramente, come parola di Dio (1Ts 2,13)
Anselmo di Canterbury: Chi non crede non spermenta nemmeno nulla, e chi non ha fatto
esperienza non pu neppure comprendere (PL 158,264C).
Fede explicita e fede implicita (ragionamento in forma sillogistico)

Il problema: La salvezza richiede una vera e propria fede nella rivelazione


(praemissa Maior);

Dopo, e secondo, il Vaticano II, dobbiamo tener conto di una possibilit di salvezza
reale (e quindi di una possibilit della fede) anche nel caso di coloro che, nella loro
coscienza esplicita e tematizzata, ritengono di essere atei (praemissa minor).

La via duscita: pu esistere una fede anonima la quale porta in s la dinamica e per
s il dovere di compiersi in una fede esplicita, fede anonima che per sufficiente alla
salvezza (Conclusio). (Cf. K. Rahner, Fede anonima e fede esplicita, in Nuovi
Saggi, 93-94.)
2. Come si sperimenta Dio oggi?
Un approccio sociologico, esistenziale e filosofico

Un approccio sociologico: il contesto (dati statistici europei)


Gli Studi sui Valori Europei (The European Values Study) costatano una fede
abbastanza alta nellesistenza di Dio (71.8% della popolazione crede in Dio); ma solo
il 31% crede in un Dio personale; laltro 40.1%, invece, crede in uno spirito o energia
di vita. Ci significa che la concezione di Dio della maggioranza della popolazione in
Europa simile piuttosto a una concezione deista o spiritualista (senza i dogmi del
cristianesimo classico). Il 58,1% dei partecipanti al sondaggio europeo diceva che una
convinzione religiosa comune non particolarmente importante per un matrimonio
felice; contro il 13,7% che lo considerava molto importante e il 28,2% che riteneva
che piuttosto importante. Davie profeticamente osservava gi pi di 20 anni fa che:

[...] la credenza si allontana sempre di pi dallortoprassi cristiana come la prassi


regolare diminuisce; e questo allontanamento forse una sfida pi grande per le chiese
della fine del XXesimo secolo che non la natura presumibilmente secolare della
societ in cui siamo costretti a vivere (Davie, G., Religion in Britain since 1945,
Oxford, Blackwell 1994, p. 76).

Dallaltra parte, invece, importante avere sottocchio ci che, malgrado i dati citati
sopra de I Saggi dei Valori Europei (2000), Peter Berger esprime con le parole

seguenti: [] lassunzione che noi viviamo in un mondo secolare sbagliata. Il


mondo di oggi, con alcune eccezioni, [] furiosamente religioso come stato
sempre e in alcuni posti lo pi di prima (Berger, P., ed., The Desecularization of the
World: Resurgent Religion and World Politics, Washington, D.C., Ethics and Public
Policy Centre, and Grand Rapids, MI, W.B. Eerdmans, 1999, p. 2).
Come parlare su Dio oggi? Un approccio filosofico-esistenziale

Se un contadinello tirolese ama la sua ragazza, posso anche fargli un discorso erudito
di filosofia esistenziale sullamore, ma lui non ci capir assolutamente nulla. Malgrado
ci, per, lui ha fatto lesperienza dellamore di cui io vado discorrendo, anzi, ha
vissuto unesperienza damore in maniera assai pi profonda, radicale, onesta, pulita e
molto meno egoista della mia che so parlare intelligentemente alla Max Scheler (K.
Rahner, Confessare la fede, p. 220).

Probabilmente, lei, al pari di me, non mai stato in Australia; che esista un paese
dove saltellano i canguri, lei se lo lasciato insegnare. Se allo stesso modo, cio
unicamente dal di fuori, lei si lasciasse dire che esiste Dio, non raggiungerebbe la base
per una fede personale, oggi assolutamente necessaria: che Dio esiste, non lo si
sperimenta solo per indottrinamento dallesterno, sebbene ci non significhi che si
possa fare completamente a meno di simile insegnamento (K. Rahner, Confessare la
fede, p. 218)

Esperienza trascendentale - che ogni essere umano possegga


La teologia/ontologia/teodicea possono essere prese sul serio solo se si poggiano
sullesperienza!
Dimostrazioni/prove dellesistenza di Dio - sono possibili?
Una dimostrazione teoretica dellesistenza di Dio intende... semplicemente
trasmettere una conscienza riflessa del fatto che luomo ha sempre e inevitabilmente a
che fare con Dio nella sua esistenza spirituale, chegli vi rifletta sopra o meno, che
accetti liberamente questo dato o no (K. Rahner, Corso fondamentale sulla fede, 101).
E la condizione di posibilit di [una] comprensione concettuale (Cfsf, 102),
lanticipazione atematica e non oggettiva della pienezza [...] inafferrabile della realt:
...sulla possibilit di mettere tutto in questione in maniera assoluta che luomo mette
in atto nei propri confrnti fin quasi ad annichilarsi e in cui si protende radicalemnte al
di l di se stesso; sullangoscia mortale, che qualcosa di ben diverso da una paura
oggettiva...; sulla gioia che non ha pi alcun nome; sul dovere morale di natura
assoluta...; sullesperienza della morte in cui prende atto della sua importanza
assoluta (Cfsf, 102).

Un excursus: Movimenti carismatici e pentecostali


Le cifre del movimento in toto:
Stime pi prudenti attuali: 350 milioni
Nel 2025 i cristiani saranno 2,6 miliardi (Africa: 633 milioni; America Latina: 640
milioni; Asia 460 milioni)
Tra di loro i cattolici:
Gi attualmente supera i 100 milioni aderenti in tutto il mondo!
America Latina: 73 milioni; Asia: 10 milioni; Europa: 11 milioni; Nord America: 9
milioni; Africa: 9 milioni.

3. Testi biblici sulla fede


Credete nel Signore, vostro Dio, e sarete saldi; credete nei suoi profeti e riuscirete (2
Cr 20,20);
Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore, mio Dio, mia rupe, in cui mi rifugio;
mio scudo, mia potente salvezza e mio baluardo, mio nascondiglio che mi salva, dalla
violenza tu mi salvi (2 Sam 22,2s.);
Ti amo, Signore, mia forza, Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore, mio Dio,
mia rupe, in cui mi rifugio (Sal 18,2s);
Un modello della fede: Allora Abramo part, come gli aveva ordinato il Signore...
(Gen 12,4)

Credete nel Signore, vostro Dio, e sarete saldi; credete nei suoi profeti e riuscirete (2 Cr
20,20)
Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore, mio Dio, mia rupe, in cui mi rifugio; mio
scudo, mia potente salvezza e mio baluardo, mio nascondiglio che mi salva, dalla violenza tu
mi salvi (2Sam 22,2s.)
Ti amo, Signore, mia forza, Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore, mio Dio, mia
rupe, in cui mi rifugio (Sal 18,2s)
Allora Abramo part, come gli aveva ordinato il Signore... (Gen 12,4)
se non crederete (aman; ) non comprenderete (aman; ) (Is 7,9)
Amen significa 1. ratifica;

2. giuramento;

3. accettazione

SantAgostino: intellige ut credas; crede ut intelligas (Serm 43,9)


SantAnselmo: fides quaerens intellectum (Pros., pr.)
San Cirillo: fidem sequitur cognitio, non antecedit (In Ioan. 4,4)
San Tommaso: lintelligenza non pu avere una certa percezione della verit
orientata verso il fine, senza la grazia (II-IIae, q.8 a.5 ad3)
Vaticano I: ratio fide illustrata (DH 3019)

la fede fondamento () di realt che si sperano e prova () di realt che


non si vedono (Eb 11,1)
Sullo sfondo del linguaggio greco e anticotestamentario, nel NT si delinea uno sviluppo del
tutto nuovo, in cui il gruppo di termini pists, pistuein sta in una maniera finora sconosciuta
al centro. Di conseguenza il concetto di fede divenne il termine centrale della predicazione
cristiana. (J.F. Brush, Glauben als Ereignis: Selbst, Kraft, Zeit, Leben. Zwischen Theologie
und Naturwissenschaft, Mnster 2011, 9).
Per Giovanni Crisostomo, Agostino e Tommaso: fondamento/garanzia oggettiva!
Per Erasmo, Lutero, Zwingli: salda fiducia soggettiva!
sottomissione razionale ( ) e sottomissione conforme alla
ragione (Rom 12,1)
Pio IX: Qui pluribus (1846) Bisogna che la ragione umana studi attentamente la
divina rivelazione, per essere sicura che Dio ha parlato e per rendergli, come con
grande saggezza insegna lapostolo, ossequio secondo ragione rationabile
obsequium (Rom 12,1)
Pio X: Communium rerum (1909) Il principale officio della filosofia mettere in
evidenza la sottomissione razionale rationabile obsequium della nostra fede
(Rom 12,1)
concilio Vaticano I: coerente con la ragione! Lomaggio della fede non un
movimento cieco dello spirito (DH 3020)

fede/fedelt/affidabilit del Cristo ( X) (Gal 2,16; Fil 3,9)


Discussioni: latto di credere nel NT non viene mai attribuito a Ges!
Fede nel Cristo? fedelt del Cristo? affidabilit del Cristo? (cf. Rom 3,3)
a.) Il paradigma di singolarit (H.U. von Balthasar, P. Coda, P.A. Sequeri...)
b.) Il paradigma antropologico (K. Rahner, J. Alfaro, L. Malevez, B. Forte, J. Sobrino,
W. Thssing, G. OCollins..)
pronti sempre a dare risposta () a chiunque vi domandi ragione () della
(fede e della) speranza che in voi (1 Pt 3,15)
Apologia: risposta/difesa=si correva il pericolo di finire in prigione!
Logos: rendere conto di, riflessione razionale, motivo razionale ben ponderato, ecc.

San Tommaso: la ragione che uno deve dare della fede e della speranza non va intesa come
sufficiente per dimostrarle bens basta che sappiano manifestare in forma generica la
probabilit delluna e dellaltra. (Suppl. q. 36 a.3 ad 2) (LG 10) (FR 67)!
4. Il Magistero e qualche teologo da approfondire
Garrigou Lagrange (1877-1964)
Apologeta neoscolastico contro lagnosticismo, immanentismo, evoluzionismo,
Soprannaturale quoad substantiam (intrinsecamente)
Soprannaturale quoad modum (in riferimento alle cause estrinseche)
Lauctoritas Dei revelantis il motivo formale della fede
Rudolf Bultmann (1884-1976)
Teologo dialettico evangelico sola fide padre della demitizzazione
La fede non ha altra giustificazione se non la fede stessa
Il kerigma stesso porta in s la propria credibilit
Legittimare storicamente il kerigma inutile!
Pierre Rousselot (1878-1915)
Teologo neo-tomista, apre nuove prospettive
Visione tramite lamore
Karl Rahner (1904-1984) La situazione della fede oggi
Il cristianesimo e la Chiesa sono una minoranza cognitiva
Concupiscenza gnoseologica
Il nostro tempo [] caratterizzato dalla summenzionata concupiscenza
gnoseologica. Ci significa che la nostra coscienza attinge informazioni e cognizioni
molto disperate dalle fonti pi diverse di conoscenza, senza pi riuscire a ordinarle in
maniera positiva e adeguata in una somma sistematica del sapere. (Karl Rahner,
Motivazione della fede oggi, in: Nuovi Saggi VI, 24)
Una sintesi della fede non possibile, ciononostante noi possiamo a buon diritto
vedere nel cristianesimo la verit ultima
La gerarchia delle verit
Il punto di vista antropologico come una domanda a cui si deve rispondere

In ogni caso una cosa risulta chiara: chi non ha alcuna domanda da porre, non neppure
in grado di ascoltare alcuna risposta. Naturalmente la domanda sar in maniera molto pi
chiara solo nella coscienza umana in cui si ode anche la risposta; poich domanda e
risposta sono strettamente collegate tra di loro. (Karl Rahner, Motivazione della fede
oggi, in: Nuovi Saggi VI, 27-28)
Non possibile inculcare a forza il cristianesimo (indottrinamento) ma non
nemmeno necessario! (liniziazione e il cambiamento del senso dellapostasia dalla
fede)
Affermazioni magisteriali
Concilio di Trento: preoccupazione principale: fede e giustificazione fides humanae salutis
initium (DH 1532)
Concilio Vaticano I: preoccupazione principale: fede e ragione
1. plenum revelanti Deo intellectus et voluntatis obsequium (DH 3008)
2. segni esterni della rivelazione (DH 3013s)
3. adatti a ogni intelligenza (DH 3009)
4. Recta ratio fidei fundamenta demonstret (DH 3019)
Concilio Vaticano II: fede e ragione in tre punti brevi
a.) DV 5 Piena sottomissione dellintelligenza e della volont al Dio rivelante (DH 3008)
b.) DV 6 mette al primo posto la conoscenza di Dio per rivelazione (DH 3005)
c.) DV 3 riferimento alla rivelazione naturale attraverso le creature (cf. Rom 1,19s); unica
meta finale: salus superna (cf. anche: GS 22; FR 73)

Tesi 7: Apertura e identit


Verso una TF delle religioni
In fatto di religione un uomo pu parlare a proprio nome, e solo a proprio nome. La sua esperienza
basta ad autorizzarlo a parlare di s; di farsi portavoce altrui egli non ha il diritto; non pu pretendere di
far legge per tutti, ma solo di conferire la sua esperienza al cumulo della esperienza psicologica
comune. Sa che cosa lo ha soddisfatto e lo soddisfa, e che se soddisfa lui probabilmente soddisfer

anche altri; se cos, come egli convinto che sia, allora ci che egli ne dice verr anche per gli altri:
perch la verit una (J.H. Newman, Grammatica dellassenso, a cura di G. Colombi ed E. Guerriero,
Jaca Book-Morcelliana, Milano-Brescia 1980, 238).
Per sostenere il dialogo con lIslam indispensabile la formazione adeguata degli interlocutori, non
solo perch siano solidamente e gioiosamente radicati nella loro identit, ma perch siano capaci di
riconoscere i valori degli altri, di comprendere le preoccupazioni soggiacenti alle loro richieste e di fare
emergere le convinzioni comuni (Francesco, EG n.253)

Due atteggiamenti:
Linterpretazione restrittiva

Linterpretazione positiva

Di origine naturale
Sono neutrali o ostacoli della salvezza
Visione in fondo negativa

Pluralismo de facto
Extra ecclesiam nulla salus
Rischia di esser arrogante
Laccento sullecclesiologia

Differenze, discontinuit
Niente di nuovo!
Praeparatio evangelica

Di origine divina
Aiutano per la salvezza

Visione in fondo positiva (salvezza


tramite le religioni)
Pluralismo de jure
una interpretazione debole
Rischia un identit debole
...su quello cristologia/ teocentrismo
Somiglianze, continuit
C da imparare!
Vie e mezzi di salvezza

Un villaggio globale
[...] nel mondo, ogni uomo vicino anzi prossimo ad ogni altro uomo, e quindi condizionato dalla
facilit di comunicazione a tutte le situazioni di vita riscontrabili sulla faccia della terra. Ogni religione
esistente nel mondo, al pari di ogni prospettiva culturale e di ogni elemento buono posseduto da altri
uomini, costituisce un problema e una offerta per chiunque (K. Rahner, Cristianesimo e religioni non
cristiane, in SchTh V, 137-138=Saggi di antropologia soprannaturale, 570).

A. Una storia (parecchio semplificata) della questione:


Come relazionarsi con le altre religioni?
a) Primi tre secoli: un atteggiamento difensivo contro il paganesimo
b) I successivi dodici secoli: intolleranza (compimento)
c) Dal secolo XIX in poi: una simpatia crescente (dialogo, collaborazione)
[La Chiesa] [...] esorta i suoi figli affinch, con prudenza e carit, per mezzo del dialogo e della
collaborazione con i seguaci delle altre religioni, sempre rendendo testimonianza alla fede e alla vita
cristiana, riconoscano, conservino e facciano progredire i valori spirituali, morali e socio-culturali che si
trovano in essi (Vaticano II, 1965, NAe 2).

B. Spunti teologici
Non c pace tra le nazioni senza pace tra le religioni. Non c pace tra le religioni senza dialogo tra le
religioni. Non c dialogo tra le religioni senza una ricerca sui fondamenti delle religioni (Hans Kng)
Negli ultimi tempi sono effettivamente emersi nuovi temi di riflessione teologica, come la teologia
delle realt terrene, della politica, dellecologia, e cos via. Tuttavia, quando si tratta della teologia

delle religioni [...] il genitivo non va inteso in senso oggettivo, come se si riferisse ad un oggetto su cui
riflettere teologicamente. Pi che come un nuovo tema per la riflessione teologica, la teologia delle
religioni va vista come un nuovo modo di fare teologia in un contesto interreligioso (J. Dupuis, Verso
una teol. Cristiana del pluralismo religioso, 29-30).

Per spiegare un pluralismo religioso de facto esistente


Qui ci si trova di fronte a un terreno dogmaticamente nuovo, paragonabile alle zone in bianco degli
antichi atlanti (H.R. Schlette, Le religioni come tema della teologia, 1963, 19).
Teologia delle religioni: una nuova disciplina allorizzonte!
Unintuizione: La nostra posizione nei confronti delle religioni un fattore chiave riguardante il
nostro rapporto con esse.
Qualche questione in riguardo:
La religione solo una predisposizione naturale umana?
C una cosa comune/universale tra le religioni differenti/concrete?
E la questione della salvezza?
La verit pu essere tollerante?
Dialogo per quale motivo? (Che cosa lo scopo del dialogo interreligioso?)
Esiste una moralit senza religione?
Ecc.
Esclusivismo: Sola fede, sola scrittura, sola grazia!
Hendrik Kraemer (1888-1965)
Karl Barth (1886-1968)
La religione incredulit (Unglaube), la religione per eccellenza il fatto delluomo senza Dio
(gotteslos), vale a dire, il tentativo messo in atto dalluomo per autogiustificarsi e autosantificarsi.
(Karl Barth, Dogmatique 4, 93)

Inclusivismo: luna porta a compimento le altre (un passaggio epocale) .


Ci che buono e vero nelle altre religioni rispecchia il cristianesimo.
Danilou, Rahner, Schlette, Vaticano II.
Nelle tradizioni religiose non cristiane esistono
cose vere e buone (OT 16),
cose preziose, religiose e umane (GS 92),
germi di contemplazione (AG 18),
elementi di Verit e di grazia (AG 9),
semi del Verbo (AG 11;15),
raggi di quella Verit (illius veritatis) che illumina tutti gli uomini (NAe 2).
Pluralismo: molte religioni vere e va bene cos! (Una rivoluzione copernicana?)
Vive la differnce!
Hick, Knitter, Panikkar

Confrontata con la rivoluzione copernicana in astronomia, la rivoluzione copernicana in teologia


comporta una eguale trasformazione radicale nella nostra concezione delluniverso delle fedi e del
posto che in esso occupa la nostra religione. [...] [Essa richiede] un cambiamento di paradigma da un
modello di universo delle fedi centrato-sul-cristianesimo o centrato-su-Ges a un modello centrato-suDio. E allora si guarda alle grandi religioni mondiali come a differenti risposte umane allunica realt
divina, le quali incorporano differenti percezioni che si sono formate in differenti circostanze storiche e
culturali (J. Hick, God and the Universe of Faiths (1973), 131; God Has Many Names (1980), 5-6)

Esclusivismo (ecclesiocentrismo): Cristo contro le religioni, salvezza malgrado le religioni.


Inlcusivismo (cristocentrismo): Cristo nelle religioni, salvezza nelle religioni.
Pluralismo (teocentrismo o soteriocentrismo): Cristo al di sopra delle o con le religioni,
salvezza tramite le religioni.

Argomenti:
1) per lesclusivismo
In nessun altro c' salvezza; non vi infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel
quale stabilito che possiamo essere salvati. (Atti 4,12)
Infatti nessuno pu porre un fondamento diverso da quello che gi vi si trova, che Ges
Cristo. (1 Cor 3,11)
Uno solo, infatti, Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Ges. (1
Tim 2,5)
Io sono la via, la verit e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. (Giovanni
14,6)
Chi ha il Figlio ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio, non ha la vita. (1Giovanni 5,12)
2) per linclusivismo:

laddove abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia. (Rom 5,20)


Donna, davvero grande la tua fede! (Mt 15,28)
Non si trovato chi tornasse a render gloria a Dio, all'infuori di questo straniero? (Lc 17,18)
In verit vi dico, presso nessuno in Israele ho trovato una fede cos grande. Ora vi dico che
molti verranno dall'oriente e dall'occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e
Giacobbe nel regno dei cieli (Mt 8,10-12)
Cittadini ateniesi, vedo che in tutto siete molto timorati degli di. [...] ho trovato [...]
l'iscrizione: Al Dio ignoto. Quello che voi adorate senza conoscere, io ve lo annunzio. (Atti
17,21-23)

Un argomento forte per il pluralismo:


Aspetti positivi
Ogni tradizione religiosa ha creato un quadro effettivamente significativo di senso
Molti di loro hanno risposto allesigenza morale di amore/compassione

La regola doro:
-

Che nessun uomo faccia agli altri alcun atto che egli non desidera fatto a s stesso dagli altri sapendo
quanto sia doloroso (lind Mahabharata, Shanti parva, cclx.21);
Non fare agli altri ci che non vorresti che essi facessero a te (Confucio, Analects, libro XII,#2);
Non ferire gli altri con ci che fa male a te (il buddista Udanavarga, v. 18);
Fa agli altri ci che vorresti che gli altri facessero a te (Ges, Luca 6:31);

Nessun uomo un vero credente se non desidera per suo fratello ci che desidera per s (il muslim
Hadtih, Muslim, imam 71-2)

Aspetti negativi
Induismo: sistema di caste indiano?
Buddismo: giustizia sociale?
Islam: ha sancito le guerre sante
Cristianit: libert? Guerra giusta? Ebrei? La terra?
Largomento pi considerevole contro i pluralisti: e Ges?
Non-negoziabile nei confronti di ogni religione:

In Ges Cristo Dio ci ha dato qualcosa di molto speciale, qualcosa che non stato fatto prima e non sar
fatto da nessun altra parte.
A causa di questa cosa molto speciale Ges, pur avendo molte cose in comune con altre figure religiose,
rimarr sempre differente, irriducibilmente differente. La differenza di Ges deve essere preservata.
Qualcosa di speciale che Dio ha fatto in Ges importante e molto non solo per i Cristiani ma anche
per tutte le genti. (Knitter)

Extra Ecclesiam Salvezza? Il caso Feeney


Leonard Feeney (1897-1978), sacerdote gesuita americano che difendava la stretta
interpretazione della dottrina fuori della Chiesa non vi salvezza argomentando che il
battesimo necessario per la salvezza e quindi nessun non-cattolico sar salvo.
Per disobbedienza persistente verso lautorit legittima della Chiesa, Feeney stato
scomunicato il 13 febbrario 1953. (DZ 3866-3873) (Ma si riconciliato con la Chiesa Cattolica
nel 1972)

Come lintegrismo (esclusivismo esagerato), anche il relativismo (pluralismo esagerato)


stato condannato dal Magistero: la Dichiarazione Dominus Iesus (2000) afferma che Ges
come il Verbo incarnato la pienezza, completezza e luniversalit della rivelazione cristiana
(DI 6), rifiuta la separazione tra il Verbo e Ges Cristo e ribadisce che il mistero salvifico di
Ges Cristo unico e universale (DI 13-16).
Il mainstream cattolico inclusivista:
Infatti, quelli che senza colpa ignorano il Vangelo di Cristo e la sua Chiesa ma che tuttavia
cercano sinceramente Dio e coll'aiuto della grazia si sforzano di compiere con le opere la volont
di Lui, conosciuta attraverso il dettame della coscienza, possono conseguire la salvezza eterna
[riferimento al documento contro Feeney!]. N la divina Provvidenza nega gli aiuti necessari alla
salvezza a coloro che non sono ancora arrivati alla chiara cognizione e riconoscimento di Dio, ma
si sforzano, non senza la grazia divina, di condurre una vita retta (LG 16).

La prima domanda:
I non cristiani possono giungere alla salvezza?
La risposta del Vaticano II: un s definitivo.
Oggi:
Teologia postliberale (mediazioni incommensurabili)
Cristianesimo relazionale (mediazioni relazionali o interconnesse)
Teologia pluralista delle religioni (mediazioni complementari o convergenti)

La questione di fondo la seguente: le religioni sono mediazioni di salvezza per i loro seguaci?
(Commissione Teologica Internazionale)
Quale religione vera?
Dipende: la questione del criterio

1. L humanum come criterio etico universale


[] nella misura in cui una religione a servizio dellessere umano [der Menschlichkeit dient], nella
misura in cui essa, nelle sue dottrine di fede e morali, nei suoi riti ed istituzioni promuove gli uomini
nella loro umana identit, significativit e valore, e fa ottenere unesistenza significativa e fruttuosa,
essa buona e vera religione (K. Kng, Theologie im Aufbruch, p. 293).

2. Lautenticit/canonicit come criterio universale religioso


Ora, la Thor non il normativo [...] per gli ebrei, come per i musulmani lo sono il Corano e la figura
di Muhammad (in quanto personificazione della via islamica) e per i buddhisti la dottrina (Dharma) e la
figura del Buddha? (K. Kng, Teologia in cammino, Milano 1989, 275).

3. Il criterio specificamente cristiano


[...] una religione vera e buona se e in quanto essa lascia trasparire nella sua teoria e nella sua prassi
lo spirito di Ges Cristo. Io applico direttamente questo criterio solo al cristianesimo [...] Indirettamente
e senza presunzione lo stesso criterio pu certo venire applicato anche alle altre religioni (ibidem,
278).

Documenti ufficiali della Chiesa (una scarsit dei documenti!)


1) Concilio Vaticano II: NAe (Dichiarazione sulle relazioni della Chiesa con le religioni non
cristiane, 1965; e inoltre: LG; GS; DV; AG; DH).
2) Pontificio Concilio per il Dialogo Interreligioso: Dialogo e Missione: Latteggiamento della
Chiesa di fronte ai seguaci delle altre religioni, 1984.
3) Dialogo e Annuncio, 1991.
4) Dialogo nella verit e nella carit. Orientamenti pastorali per il dialogo interreligioso, 2014
5) Congregazione per la Dottrina della fede: Dominus Iesus, 2000.
6) Linsegnamento dei papi: Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, Francesco: ES, DoVi,
EN, RH, RM, EG, LS.
Dialogo come cammino per la Chiesa, Paolo VI, Ecclesiam suam, 1964.
Gli interlocutori del dialogo sono classificati a guisa di cerchi concentrici intorno al centro, in cui la
mano di Dio ci ha posti. (Es n. 100)
Quarto cerchio: nellinterno della Chiesa Cattolica (113).
Terzo cerchio: I Cristiani Fratelli separati (109).
Secondo cerchio: che adorano il Dio unico e sommo e le grandi religioni afroasiatiche (107).
Primo cerchio: con tutti gli uomini di buona volont (97).
Il Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso
Il dialogo e lannuncio, 1991
Le forma del dialogo
Esistono diverse forme di dialogo interreligioso. Il Consiglio Pontificio per il Dialogo Interreligioso
[] parla di quattro forme, senza pretendere di stabilire alcun ordine di priorit tra di esse:

a.

Il dialogo della vita


Si ha quando le persone si sforzano di vivere con lo spirito aperto e pronto a farsi prossimo, condividendo
le loro gioie e le loro pene, i loro problemi e le loro preoccupazioni umane;
b. Il dialogo dellazione
I cristiani e gli altri credenti collaborano per lo sviluppo integrale e per la liberazione del loro prossimo;
c. Il dialogo dello scambio teologico
Gli specialisti cercano di approfondire la propria comprensione delle loro rispettive eredit spirituali, e di
apprezzare, ciascuno i valori spirituali dellaltro;
d. Il dialogo dellesperienza religiosa
Le persone, radicate nelle loro tradizioni religiose condividono le loro ricchezze spirituali, per esempio
nel campo della preghiera e della contemplazione, della fede e dei modi di ricercare Dio o lAssoluto (cfr.
DA 42).

La conversazione da auspicare in un contesto teologico un gioco che segue alcune leggi rigorose.
Criteri da mettere in evidenza:
1)
2)
3)
4)

dire solo ci che si pensa, occorre dirlo il pi precisamente possibile;


si deve sentire e rispettare ci che laltro dice malgrado la differenza o la diversit di quello che dice;
si deve volere correggere o difendere la propria opinione se viene sfidata dallinterlocutore;
si deve argomentare e confrontare se necessario.

Ricapitolando, Tracy cita la formula elegante del suo maestro Bernard Lonergan: Sii attento, sii
intelligente, sii responsabile, progredisci e, se necessario, cambia. (cfr. D. Tracy, Plurality and
Ambiguity, 19).
Uno sviluppo morale-sociale nella storia?
Il modello di Francis Fukuyama (1952)
Sembra strano attribuire alla religione gerarchica il merito dellabbattimento delle barriere tra le
comunit umane, dal momento che comunemente associamo la passione religiosa alla violenza collettiva.
I conflitti settari tra protestanti e cattolici nellIrlanda del Nord, musulmani e ortodossi in Bosnia, ind e
tamil in Sri Lanka sono ricorrenti. Tuttavia se analizziamo la storia umana in una prospettiva a pi lungo
termine, la religione ha svolto un ruolo chiave nellaccrescere la sfera della fiducia nelle societ umane.
[...] Ma le dimensioni di queste comunit hanno continuato a crescere andando oltre la famiglia, olte la
trib, oltre la Caverna 76. I gruppi religiosi organizzati che attualmente sono in conflitto tra loro, si
trovano alla fine di un lungo processo evolutivo sociale che ha garantito ordine, regole e pace allinterno
di comunit ancor pi grandi. Dobbiamo alla religione il fatto che siano la civilt, e non le famiglie o le
trib, le unit base di conto. Ed soltanto la religione che per prima ha suggerito che la comunit finale
allinterno della quale si sarebbero dovute applicare le regole morali sfera di fiducia estrema dovesse
essere lintero genere umano. Questo tipo di universalismo morale presente in molte religioni assiali, tra
cui buddismo, islamismo e cristianesimo, ed stato il cristianesimo a trasmettere lidea delleguaglianza
universale dei diritti umani a dottrine secolari come il liberalismo e il socialismo. Laspirazione
alluniversalismo morale potr anche non essere realizzata da alcuna religione attuale, ma resta comunque
un elemento imprescindibile delluniverso morale creato dalla religione (F. Fukuyama, La grande
distruzione, 303-304).

Letteratura:
GIUSEPPE LORIZIO, ed., Religione e religioni. Metodologia e prospettive ermeneutiche, Messaggero,
Padova 1998.
GIANMARIA ZAMAGNI, La teologia delle religioni di Hans Kng, EDB, Bologna 2005.
HANS WALDENFELS, Teologia fondamentale nel contesto del mondo contemporaneo, Cinisello
Balsamo 1988, 235-251.

G. BELLUSCI, Luniversale concretum, categoria fondamentale della Rivelazione a partire dallanalisi


del ciclo natalizio, Roma 2006.
ROSINO GIBELLINI, La teologia di Karl Rahner nel contesto della teologia delle religioni, Itinerarium
12 (2004) 28, 19-32.
IGNAZIO SANNA, Cristianesimo anonimo e attivit missionaria della Chiesa secondo Karl Rahner, in
Vangelo, religioni, cultura, San Paolo, Roma 1993, 129-149.
FERENC PATSCH, Metafisica e religioni: strutturazioni proficue, PUG, Roma 2011, 357-379. (Per
lesame basta questultimo)

Tesi 8: Fede e cultura


(Secolarizzazione, pluralismo, teologia)
Dal momento che [...] il Vangelo si annuncia anche alle culture nel loro insieme, la teologia non solo la
teologia pastorale in dialogo con altre scienze ed esperienze umane, riveste un notevole importanza per
pensare come far giungere la proposta del Vangelo alla variet dei contesti culturali e dei destinatari
(Francesco, EG n. 133).

1. Un aspetto aggiunto allanalysis fidei

Dallanalisi alla sintesi della fede occhi della fede


Il processo credente La synthesis fidei
Lauto-fondazione della fede
SantAgostino: la fede ha occhi, pi grandi, pi potenti e pi forti (habet oculos fides, In PS
27,1869)
San Tommaso: la fede che ha gli occhi (oculata fides) (Alberto Magno e san Bonaventura ecc.)
Avversari: Duns Scoto, Occam (estrinsecismo, nominalismo)
Pierre Rousselot: Les yeux de la foi (1910)
Ma come trovare nel piccolo contadino che studia il catechismo, la fede scientifica, la dimostrazione
razionale, o perlomeno la perfetta certezza della credibilit, fondata su ragioni assolutamente valide?
Come trovarla [in una persona africana] che crede sulla parola del missionario? Non basta affatto una
spiegazione psicologica che chiarisca il meccanismo dellatto di fede o della disponibilit a credere. [...]
Se il bambino cattolico ha ragione di credere a sua madre e al suo parroco, il bambino protestante ha
forse torto nel credere al suo pastore e a sua madre? Questo caso semplicissimo racchiude il nucleo
essenziale del problema (P. Rousselot, Gli occhi della fede, Jaca Book 1977, pp. 41-42).
Gli uni dicono: Dapprima credete ciecamente, e dopo vedrete. Gli altri dicono: Dapprima vedeteci
chiaro, e dopo crederate (Rousselot, op. cit., 64).

Visione tramite lamore (op. cit., 70-73)


Se la spiegazione qui proposta ha un merito, quello di dare allamore un ruolo essenziale nellatto di
fede, senza detrimento alcuno per lintellettualit pi rigorosa. (op. cit., 93)

Credere illi (Deo) est credere vera esse quae loquitur; credere illum (Deum), credere quia ipse est
Deus; credere in illum (in Deum), diligere illum. (Pietro Lombardo, de Symb. I, 181, in PL 40, 11901191)
a.) credere Deum (Christum): credere in Dio
b.) credere Deo (Christo): credere a Dio
c.) credere in Deum (Christum): credere in modo amoroso (comunione intima/escatologica)
Depositum fidei (deposito / patrimonio di tutte le verit insegnate da Ges)
Preambula fidei (preamboli / presupposti / via propedeutica della fede)
Ratio fidei (ragione / giustificazione della fede)
Verso una sintesi: linterazione tra fede e ragione: relazione di circolarit (FR 73, K. Barth, H. U.
von Balthasar, R. Fisichella)

2. Pluralismo teologico
Pluralismo:
La nostra situazione globale nella quale coesistono una variet di sistemi di pensiero, di visioni del
mondo o di spiegazione della realt senza che nessuna di queste prevalga sulle altre.
Le ragioni:
a) Modernit (urbanizzazione; migrazione; pubblico insegnamento; ecc.)
b) Filosofia moderna (Kant; Nietzsche; e, in genere, la scoperta della coscienza storica)

c) Scienza (Galileo, Kepler; Einstein, Heisenberg)


d) Scienze dello spirito (Heidegger; Wittgenstein)
e) Letica scientifica (libera ricerca); comun. e idee politiche (democrazia; libert di parola e di
religione)
NB: Il pluralismo distinto dal relativismo epistemologico! Occorre una epistemologia criticamente
realista!
...e quello teologico:
spiegare in termini, da una parte, fedeli alla tradizione e, dallaltra, comprensibili agli uomini del
nostro tempo.
Storia
a) Nella Bibbia: cristologie!
b) Patristica: legittima diversit di approcci in teologia come la differenza di prospettiva tra la
teologia orientale e occidentale (UR 17)
c) Medioevo: Platone, Aristotele; fides implicita/explicita
Actus autem credentis non terminatur ad annunciabile sed ad rem: non enim formamus enuntiabilia nisi
ut per ea de rebus cognitionem habeamus, sicut in scientia, ita et in fide. (Tommaso dAquino, S.Th. IIII, q. 1,a. 2, ad 2)
[] perch tra il creatore e la creatura, per quanto grande sia la somiglianza, maggiore la differenza.
(DS 806)

d) La Riforma: non tutte compatibili! distinguere articoli di fede fondamentali e non


fondamentali ma senza successo (Pio XI, Mortalium Animus, 1927)
e) Oggi: un pluralismo qualitativamente nuovo ( vero?) (a causa degli orizzonti di
comprensione diversi!)
Le ragioni (speculative):
a) La natura della stessa rivelazione:
O profondit della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto sono
imperscrutabili i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie! (Rm 11,33)
b) La rivelazione ricevuta nella concreta situazione del credente:
Molteplici fattori:
1) ignoranza ed errore!
2) inculturazione (AG 22; SC 40; LG 13; 23; UR 16)

3. Vangelo e cultura
Cultura: uno dei termini pi in voga.
Antropologi culturali: ogni essere umano produce cultura, vive di cultura e tende alla cultura (si
differenzia dalla natura)
Distinzioni necessarie:

1) in senso oggettivo o soggettivo


La cultura ci per cui luomo in quanto uomo diventa pi uomo, di pi, accede di pi
allessere. (GP II allUNESCO, 2 giugno 1980)
2) In senso antropologico oppure elitistico
Lindustrializzazione, lurbanesimo e le altre cause che favoriscono la vita comunitaria creano nuove
forme di cultura (cultura di massa) da cui nascono nuovi modi di pensare, di agire, di impiegare il
tempo libero; lo sviluppo del rapporto fra i vari popoli e le classi sociali aprono pi ampiamente a tutti e
a ciascuno i tesori delle diverse forme di cultura, e cos a poco a poco si prepara una forma universale di
cultura umana che tanto pi promuove ed esprime luit del genere umano, quanto meglio rispetta le
particolarit delle diverse culture. (GS 54)

3) Cultura materiale e spirituale


Pluralit e unit nelle culture
Il nucleo germinale della cultura cristiana: incarnazione di Ges Cristo; nostra comunione con Dio.
Problema antico quanto il Cristianesimo: fino a che punto condividere i modi di vivere e di pensare
della societ che ci circonda?
Bibbia: Esaminate tutto, tenete ci che buono (1Ts 5,11); Tutto quello che vero, nobile, giusto,
puro, amabile, onorato, quello che virt e merita lode sia oggetto dei vostri pensieri (Fil 4,8).
Paolo esorta di crescere fino alla statura della societ perfetta in Cristo (Ef 4,15-16) e stigmatizza le
perversioni sociali dei Corinzi, ma raccomanda di vivere in Cristo, ciascuno nella situazione in cui si
trova (1Cor 7,17).
Padri: dialogo e una certa continuit riconosciuta (Giustino, Clemente Alessandrino, Origene)
polemica e condanna (Taziano, Teofilo dAntiochia, Tertulliano)
Grandi sintesi: Agostino, Pseudo-Dionigi, San Tommaso (Alighieri, Michelangelo, Newton)
CV II: chiamata allo stile del dialogo, semi del verbo, preparazione evangelica, invito a
discernere, assumere e illluminare alla luce del Vangelo i valori spirituali presenti nelle culture (cf. LG
13; AG 9; 11; 18; GS 58; ecc.)
Kenneth Taylor racconta che una volta ha incontrato in Africa un gruppo di zelanti missionari
evangelici. Uno di loro ha raccontato che, quando il capo locale del villaggio ha accettato Ges Cristo
come suo redentore personale, gli stato attentamente rivelato che la primissima cosa che avrebbe
dovuto fare, dopo aver rigettato tutti i feticci e gli idoli che si trovano nella sua casa, sarebbe stata
quella di mandar via tutte le sue mogli, tranne la prima. I missionari hanno unanimamente lodato il
Signore in un modo fervente sentendo raccontare dalla gente del villaggio che il capo aveva seguito
listruzione (Kenneth N. Taylor, Is Polygamy Ever Permissible?, Eternity [July 1964]: 25)

Alcuni elementi vengono spontaneamente assunti: la giustizia, la pace, la padronanza di s, lascesi,


il distacco dalle cose terrene, lospitalit, la bellezza, la benevolenza, la verit, ecc.
Altri vengono corroborati e interiormente ristrutturati: lautosufficienza, la libert, il lavoro, la
solidariet, la fortezza, la preghiera, lamore di Dio, ecc.
Altri possono apparire ambigui: il progresso, il potere, la ricchezza, la gloria, il sentimento
nazionale, la solidariet classista o tribale, la divisone in classi, ecc.

Altri comportamenti culturali vengono invece rimproverati: la paura degli spiriti, luccisione di
uno dei gemelli, la vendetta, il dispotismo parentale, linferiorit della donna e simili.
La fede deve trasformarsi in cultura (GPII).
4. Secolarizzazione
-

La crescita economica e il progresso tecnico-scientifico portano a una diminuzione


dellimportanza della religione?
La secolarizzazione porta alla decadenza morale?

La secolarizzazione il processo tramite cui alcuni settori della societ e della cultura vengono
sottratti al dominio delle istituzioni e dei simboli religiosi (Berger).
-

Il significato giuridico: il passaggio di beni ecclesiastici a propriet secolare (trattative per la


pace di Westfalia: 1648; rivoluzione francese: 1789)
Il significato culturale: il processo di emancipazione della vita culturale dalla tutela ecclesiastica

Secolarizzazione (Skularisation): la perdita di influsso della chiesa e della religione fenomeno


tipico dellepoca moderna!
Secolarit (Skularisierung): dal greco ain, lat. saeculum/mundus, il processo di reale
emancipazione della vita umana e della ragione storica (un positivo processo di emancipazione /
negativo processo di desacralizzazione nichilistica)
Secolarismo (Skularismus): un mondo ormai temporale e profano [ateo] (Rahner)
Linterpretazione teologica della secolarizzazione devessere eseguita in modo differenziato. N un
netto no, n un acritico s sono la soluzione corretta. Qui sono da mettere in opera il discernimento
dellelemento cristiano e il discernimento degli spiriti. (H. Fries, Theologische Deutung der
Skularisierung, in U. Hommes, ed., Gesellschaft ohne Christentum?, 107)

Un approccio critico: Anton W.J. Houtepen, Dio, una domanda aperta. Pensare Dio nellera della
dimenticanza di Dio, Queriniana, Brescia 2001.
Luscita delluomo dallo stato di minorit che egli deve imputare a se stesso non ha portato con s
solo la liberazione da antichi idoli, bens ne ha anche posti di nuovi sul piedistallo. [...] una libert
rivestita di individualismo e narcisismo, che perde di vista laltruismo e lalterit; la tolleranza conduce
ad un pluralismo disorientato di valori, ad una mancanza di orientamento ed insicurezza che
confondono; lopinione pubblica e la comunicazione portano ad un esibizionismo della dimostrazione
e della chiacchiera, che trascina nella propria scia la coscienza personale. (Anton W.J. Houtepen, Dio,
una domanda aperta [2001], 44-45)

Un approccio piuttosto teologicamente positivo


La mondanit del mondo, quale andata sorgendo nel processo moderno di mondanizzazione e quale si
presenta a noi oggi, in forma globalmente esasperata, sorta nel suo fondamento, anche se non nelle sue
singole manifestazioni storiche, non gi contro, bens grazie al cristianesimo; essa originariamente un
avvenimento cristiano. (J.B. Metz, sulla teologia del mondo [1968], 17)

Letteratura consigliata
PIERRE ROUSSELOT, Gli occhi della fede, Jaca Book, Milano 1977.
CHRISTOPH BTTIGHEIMER, Comprendere la fede. Una teologia dellatto di fede, Queriniana, Brescia
2014.

HANS-URS VON BALTHASAR, Solo lamore credibile, Borla 2002.


PIETRO ROSSANO, Vangelo e cultura, Paoline, Roma 1985.
DTF, Evangelizzazione della cultura (Carrier); Inculturazione, problematica (Azevedo);
Inculturazione del vangelo (Carrier); Modernit (Provencher); New Age (Fuss).
J. B. METZ, La fede, nella storia e nella societ, Queriniana, Brescia 1978.

Tesi 9: Ecclesiologia Fondamentale e lInfallibilit


(Rapporto tra teologia e Magistero)
Lo schema
1. Risposta a una domanda attuale: Chiesa peccatrice?
2. Delineamento di una ecclesiologia fondamentale (Pi-Ninot, Dulles, ecc.)
3. Teologia e Magistero: il problema dellInfallibilit
a. cosa e come funziona? (linfallibilit del Magistero nel definire dogmi)
b. Teologia e Magistero romano: quale nesso tra di loro?
c. K. Rahner sullo sviluppo dei dogmi: la dottrina della Chiesa si cambia?

La Chiesa pi credibile se d testimonianza con la propria vita... Levangelizzazione si


realizza mediante testimoni. Non dobbiamo dimenticare che testimonianza, in greco, si dice
martirio (Sinodo 1985)
1. La Chiesa peccatrice?
Il fatto che la Chiesa sia una Chiesa di peccatori, non sta molto in primo piano nellinteresse
teologico; ci si deve forse alla sensazione che sia un dato di esperienza quotidiana sin troppo
noto (K. Rahner, La chiesa dei peccatori, p. 415).
Bibliografia consigliata:
K. Rahner, Chiesa dei peccatori, in NS V, pp. 415-441.
H.U. von Balthasar, Casta Meretrix, in: Spansa Verbi, Skizzen zur Theologie 2 (1960).
1. Una questione dogmatica: che cosa dice la rivelazione e la tradizione stessa in merito
alla non-santit della Chiesa? (pp. 419-434.)
La Chiesa quindi non peccatrice per far s che la grazia di Dio possa rivelarsi in
maniera traboccante; il suo peccato resta sempre una realt in netta contraddizione con
la sua essenza; mentre la sua santit costituisce una rivelazione della sua essenza (p.
432.).
2.

Signore, ti ringrazio perch non sono uguale a questi peccatori, perch non sono come
questi farisei...
Ogni spiritualit, sublime quanto si voglia, che non capace di sopportare la figura
servile e peccatrice della Chiesa tollerandola con umilt ed amore, con la longanimit
e pazienza di Dio finisce in breve per degenerare in fanatismo religioso, rivelandosi
per quello che in realt: una fantasticheria spirtualista... (p. 436.)

3.

Signore, questa donna stata colta in flagrante adulterio. Che ne dici?


Donna, dove sono quelli che ti accusavano? Nessuno ti ha condannata? Ed essa, con
indicibile pentimento e profonda umilt, risponder: Nessuno, Signore... Cos
neppure io intendo condannarti. Scoccher un bacio sulla sua fronte, dicendo con tutto
laffetto: Sposa mia, santa Chiesa. (p. 441.)

2. Ecclesiologia fondamentale
Bibliografia consigliata:
Salvador Pi-Ninot, La teologia fondamentale, Queriniana, Brescia 2010, 463-511.
-

Il trattato apologetico sulla Chiesa: la via storica; via notarum; via empirica

Il contributo del concilio Vaticano


(cfr. LG 1.9.48.59; SC 5.29; GS 42.45; AG 1).

II:

La

categoria

Chiesa-sacramento

San Tommaso dAquino (1225-1274:


In ciascun sacramento c qualcosa che solo sacramento (esterno), qualcosa che e solo realt (ultima),
e qualcosa che realt e sacramento (in quolibet enim sacramento novae legis est aliquid quod est
sacramentum tantum, et aliquid quod est res tantum, et aliquid quod est res et sacramentum) (Sent. IV d.
4 q. 1 a. 4 qc. 2).

Questa lunica Chiesa di Cristo che nel Simbolo professiamo una, santa, cattolica e
apostolica (LG 8) e, inoltre, questa Chiesa, costituita e organizzata in questo mondo come
una societ, sussiste nella Chiesa cattolica (LG 8).
Segno esterno, societ, segno interno, comunit di fede, speranza e amore (LG 8), realt
ultima, lunione intima con Dio lunit di tutto il genere umano (LG 1). La Chiesa pi
credibile se d testimonianza con la propria vita (Sinodo 85).
Non si pu pi, come si creduto di poter fare un tempo, rifiutare alle grandi comunioni separate dalla
Chiesa romana ogni valore di cattolicit. Conviene dunque procedere a una valutazione relativa. Come
per le altre note... Si osserver che gli sforzi fatti dalle altre comunioni per presentarsi come veramente
cattoliche rendono testimonianza alla nozione e alla realt romana della cattolicit... Molti elementi sono
in esse, del resto, validi... Non si critica efficacemente se non si assume la parte di verit delle posizioni
che si criticano: lapologetica deve essa stessa essere cattolica. In fondo, la vera apologetica
lecumenismo (Y. Congar, Propriet essenziali della Chiesa, 605)

- La via testimonii come sintesi (la Chiesa radicata in Ges di Nazareth)


Vaticano I (1870): il Cristo decise di fondare la Chiesa (sanctam aedificare ecclesiam
decrevit: DH 3452);
La crisi modernista: la questione critica della singolare fondazione della Chiesa ad opera di
Ges di Nazareth: Lamentabili (1907); Pascendi (1907);
Giuramento antimodernista (1910): La Chiesa stata istituita immediatamente e
direttamente da Cristo stesso, vero e storico, mentre viveva in mezzo a noi (DH 3540).
Da Ges alla Chiesa: un abbozzo storico
Teologia liberale protestante:
-

Reimarus (1694-1768): lobiettivo di Ges non era quello di costituire una Chiesa
fallimento! Jsus annonait le rayaume, et cest lglise qui est venue (A. Loisy)

La sintesi di E. Ksemann (1963): ecclesiologia paolina (carismatica) vs. quella pi


tardiva (lettere deuteropaoline e lopera lucana: proto-cattolicesimo)

La nuova impostazione della ricerca: Chiesa solo dopo la glorificazione e Pentecoste! (R.
Schnackenburg e A. Vgtle vs. H. Kng e L. Boff)

Lorigine della Chiesa: restaurazione dellunico popolo di Dio:


Riunione dIsraele (Is 11,12s) (G. Lohfink); continuit
trasformazione (H. Waldenfels); continuit strutturale (M. Kehl)

post-pasquale;

La nuova sintesi: ecclesiologia implicita (Commissione Teologica Internazionale,1986)


Dopo la morte di Ges, il suo movimento di rinnovamento giudaico divenne in un primo momento una
setta giudaica... una delle poche sette che differiscono dal tronco originario, per la sua maggiore apertura.
A partire approssimativamente dallanno 70 d.C., la setta o fazione slitta in uno scisma definitivo, a
causa della distruzione del tempio e della evoluzione interna sia del giudaismo sia del cristianesimo
primitivo (G. Theissen, Il Ges storico, Queriniana, Brescia, 1999, p. 188)

Il Magistero: Lumen Gentium 2-5


LG 2: il Dio Padre che convoca la Chiesa prefigurata fin dallorigine del mondo, preparata
mirabilmente nella storia del popolo dIsraele, istituita in questi ultimi tempi, manifestata
dalleffusione dello Spirito Santo e che otterr il suo compimento nella gloria alla fine dei
secoli; Ecclesia ab Abel
LG 3: la missione e lopera del Figlio che ha inaugurato sulla terra il Regno dei cieli; La
Chiesa il regno di Cristo gi misteriosamente presente
LG 4: lo Spirito che santifica la Chiesa
In questo modo, coloro che credono in Cristo
possono avvicinarsi al Padre in un medesimo Spirito; lo Spirito vive nella Chiesa (Spiritus
in Ecclesia)
LG 5: relazione tra Chiesa e Regno di Dio Il mistero della Santa Chiesa si manifesta nella
sua fondazione; Atti fondatori: d inizio alla Chiesa predicando il buon annuncio;
anche i miracoli di Ges confermano che il regno arrivato sulla terra.
Commissione Teologica Internazionale: Temi scelti di ecclesiologia (1985)
Ecclesiologia Fondamentale: una conclusione
1) Listituzione da parte del Cristo: Ges Cristo fondatore della Chiesa legato
fondamentalmente alla coscienza personale di Ges quale ecclesiologia implicita e
in processo (in questo senso fondatore della Chiesa: LG 5; CTI: 1985, 1986);
2) Il segno esterno: Ges Cristo origine della Chiesa universale sacramentum
salutis (LG 48; 59; GS 42; 45);
3) Leffetto interno della grazia: Ges Cristo fondatore della Chiesa i misteri salvifici
del Cristo (incarnazione, mistero pasquale, invio dello Spirito) nuova umanit (Rom
5,12.25) ricapitolazione della storia universale nel Cristo (Ef 1.10).
La Chiesa primitiva norma e fondamento da tutti i tempi!

3. Teologia e Magistero (il problema dellinfallibilit)


Il Magistero / Lindefettibilit della chiesa della vera fede
Riferimenti biblici:
La chiesa la colonna e il sostegno della verit (1 Tm 3,15);
Su questa pietra edificher la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di
essa (Mt 16,18);
Cristo nutre e cura [la sua chiesa], come un uomo nutre e cura la propria carne (cf. Ef 5,29);

Cristo ha amato la chiesa e ha dato se stesso per essa (Ef 5,25).


Tra le tentazioni e le tribolazioni del cammino la chiesa sostenuta dalla forza della grazia di
Dio, promessa dal Signore, affinch per la umana debolezza non venga meno alla perfetta
fedelt, ma permanga degna sposa del suo Signore, e non cessi, con laiuto dello Spirito
Santo, di rinnovare se stessa, finch attraverso la croce giunga alla luce che non conosce
tramonto (LG 9).
Io pregher il Padre ed egli vi dar un altro Consolatore perch rimanga con voi per sempre,
lo Spirito di verit... (Gv 14,16s);
Quando verr il Consolatore che io vi mander dal Padre, lo Spirito di verit che procede dal
Padre, egli mi render testimonianza (Gv 15,26);
Quando per verr lo Spirito di verit, egli vi guider alla verit tutta intera, perch non
parler da s, ma dir tutto ci che avr udito e vi annuncer le cose future (Gv 16,13).
3.a Linfallibilit del Magistero nel definire dogmi di fede
Spiegazione dei termini:
Magistero: collegio episcopale con il suo capo, il vescovo di Roma; definire: definizioni
solenni (da un concilio ecumenico o dal papa parlando ex cathedra); dogma di fede: una
proposizione vera della rivelazione; infallibilit: credere che quando un concilio ecumenico
o un papa proclamano in modo definitivo che qualcosa rivelato da Dio, lo Spirito Santo
assiste il magistero in modo tale da garantire che ci sia vero.
Un accenno alla storia della questione
a. Il consenso allinsegnamento dei primi concili ecumenici
Nicea (325); Costantinopoli I (381); Efeso (431); Calcedonia (451); Costantinopoli II
(553); Costantinopoli III (681) e Nicea II (787).
b. Riconoscimento del magistero papale durante il primo millennio
Ireneo, Atanasio e Cirillo di Alessandria, Cipriano e SantAgostino riconoscono le
decisioni romane
c. Il riconoscimento del magistero papale nellOccidente durante il secondo
millennio.
La compilazione del simbolo viene fatta in un concilio ecumenico. Ma un tale concilio pu
essere adunato soltanto dallautorit del sommo pontefice, come dice il Decreto [di Graziano].
Dunque la compilazione del simbolo spetta allautorit del sommo pontefice
(Tommaso dAquino, Summa Theologiae, 2a, 2ae, q. 1, a. 10).
Congar osserva: Se il papa ha il potere di decidere autorevolmente in materia di fede, cos che
essa possa essere creduta da tutti con ferma fede allora ne consegue per necessit il dogma del
Vaticano I (Yves Congar, Saint Thomas Aquinas and the Infallibility of the Papal
Magisterium Thomist 38 [1974] 103).

Il testo del dogma Concilio Vaticano I: Cost. dogm. Pastor aeternus (Pio IX 1870)

[...] il vescovo di Roma, quando parla ex cathedra, cio quando, adempiendo il suo ufficio di pastore
e di dottore di tutti i cristiani, definisce, in virt della sua suprema autorit apostolica, che una dottrina
in materia di fede o di morale deve essere ammessa da tutta la chiesa, gode, per quellassistenza divina
che gli stata promessa nella persona del beato Pietro, di quella infallibilit di cui il divino redentore
ha voluto fosse dotata la sua chiesa, quando definisce la dottrina riguardante la fede o la morale. Di
conseguenza queste definizioni del vescovo di Roma sono irreformabili per se stesse, e non in virt del
consenso della chiesa (DS 3074).
Potrebbe diventare necessario esprimere questo significato in un modo diverso, per renderlo
intelligibile a una nuova cultura o a una nuova mentalit, perch ogni formulazione di un
significato necessariamente condizionata da un contesto storico e culturale che la rende meno
adatta a un contesto diverso. Ma dire che una proposizione irreformabile significa che essa
rester vera anche quando verr riformulata. Secondo la mia opinione, un espressione migliore
di
irriformabile
sarebbe
stata
irreversibile
o
irreversibilmente
vera
(Sullivan, Il Magistero nella Chiesa, 95-96).

Il dogma dellinfallibilit papale si fonda su due punti (Sullivan)


1) Che la chiesa cattolica romana, in cui sussiste la chiesa di Cristo, indefettibile nella sua
fede e, pertanto, non arriver mai a contraddire la verit del vangelo, sotto la spinta di quei
cattolici pronti ad accettare come vincolanti per la loro fede, le loro valutazioni definitive in
materia;
2) Che mentre tali decisioni definitive sono normalmente il frutto della decisione di tutto
lepiscopato con il papa, il ministero petrino per la fede e la comunione di tutto il popolo di
Dio includono la funzione, quando le circostanze lo giustificano, di pronunciare sentenze
definitive in materia di fede, che sono altrettanto vincolanti quanto le decisioni dei concili
ecumenici (112).

Condizioni richieste per una definizione infallibile (Sullivan)


1) Quelle che riguardano il soggetto (il definitore): solo il detentore del magistero supremo
e universale nella chiesa pu definire solennemente un dogma di fede!
2) Quelle che riguardano loggetto (la cosa definita): solo la verit che ci stata rivelata da
Dio per la nostra salvezza (DV 11) pu essere definita dogma di fede: una dottrina di
fede o di morale in s formalmente contenuta del deposito della rivelazione
3) Quelle che riguardano latto della definizione: ad es. negativamente, con la condanna
solenne di una opinione eretica (contro lArticolo del clero gallicano [1682]: ex sese,
non autem ex consensu ecclesiae).
E importantissimo, comunque, osservare che mentre ex sese, non autem ex consensu ecclesiae del
Vaticano I esclude la dipendenza giuridica delle definizioni papali dal consenso episcopale, non
esclude, e anzi non lo pu, una vera dipendenza delle definizioni papali dalla fede della chiesa. Infatti
il papa pu definire come dogma di fede solo ci che contenuto nel deposito della rivelazione
(Sullivan, Il magistero nella chiesa cattolica, 119-120).

Magistero ordinario

Vescovi individuali (non infallibile)


Gruppo dei vescovi (non infallibile)
Vescovo di Roma (non infallibile)

Magistero straordinario

Il collegio episcopale radunato per un concilio


ecumenico definisce solennemente un dogma
(infallibile)
Il vescovo di Roma (come il capo del collegio
episcopale) solennemente (ex cathedra)
definisce un dogma (infallibile)

Magistero ordinario e universale I vescovi che vivono in dispersione in tutto il


mondo e sono daccordo in un articolo che
considerano definitivo (infallibile)
Quantunque i vescovi, presi a uno a uno, non godano della prerogativa dell'infallibilit, quando
tuttavia, anche dispersi per il mondo, ma conservando il vincolo della comunione tra di loro e col
successore di Pietro, si accordano per insegnare autenticamente che una dottrina concernente la fede e
i costumi si impone in maniera assoluta, allora esprimono infallibilmente la dottrina di Cristo. La cosa
ancora pi manifesta quando, radunati in Concilio ecumenico, sono per tutta la Chiesa dottori e
giudici della fede e della morale; allora bisogna aderire alle loro definizioni con l'ossequio della fede
(LG 25)
Tra i principali doveri dei vescovi eccelle la predicazione del Vangelo. I vescovi, infatti, sono gli
araldi della fede che portano a Cristo nuovi discepoli; sono dottori autentici, cio rivestiti dell'autorit
di Cristo, che predicano al popolo loro affidato la fede da credere e da applicare nella pratica della
vita, la illustrano alla luce dello Spirito Santo, traendo fuori dal tesoro della Rivelazione cose nuove e
vecchie (cfr. Mt 13,52), la fanno fruttificare e vegliano per tenere lontano dal loro gregge gli errori che
lo minacciano (cfr. 2 Tm 4,1-4) (LG 25).

5 casi in cui i papi definivano un dogma indipendentemente dai concili ecumenici


1) Benedetto XII sulla visione beatifica nella Benedictus Deus (1336);
2) Innocenzo X, la condanna dei 5 errori di Cornelius Jansens sulla grazia nella Cum
occcasione (1653);
3) Pio VI, la condanna delle 7 tesi gianseniane (espresse nel Sinodo di Pistoia) nella
Auctorem fidei (1794);
4) Il dogma della Immacolata concepito da Pio IX nella Inefabilis Deus (1854);
5) Il dogma della Assunzione di Maria in cielo da Pio XII nella Minifecentissimus Deus
(1950)
Bibliografia consigliata:
Richard R. Gaillardetz, By What Authority? A Primer on Scritpure, the Magisterium, and the
Sense of the Faithful, Liturgical Press, Saint Johns Abbey, Collegeville, Minnesota (USA)
2003.
Fracis A. Sullivan, Capire e Interpretare il Magistero. Una fedelt creativa, Dehoniane,
Bologna 1996.
Francais A. Sullivan, Il magistero nella chiesa cattolica, Cittadella, Assisi 1983, 19932.
Gerald OCollins, Criteri per linterpretazione delle tradizioni, in Ren Latourelle Gerald
OCollins (edd.), Problemi e prospettive di Teologia Fondamentale, Queriniana, Brescia 1980.

Pericle Felici, Magistero e autorit nella Chiesa, Borla, Torino 1969.


3.b. La teologia e il Magistero romano
Karl Rahner, Dottrina e Magistero, Nuovi Saggi X, 283-575
1. Il rapporto preciso tra il magistero ecclesiastico e i teologi rimane ancor sempre oscuro
2. Il compito del teologo una discrezione spirituale: quando si deve giustificare e
difendere (obbedienza); e quando deve opporsi frontalmente...
3. I rappresentanti del Magistero dovrebbero parlare della loro condizionatezza...
Anche noi siamo uomini quando prendiamo le nostre decisioni, uomini che non devono essere
precipitosi e pieni di pregiudizi, ma che pur lo sono inevitabilmente. Se astraiamo per un momento dal
fatto che le decisioni vincolanti ultime del papa e di un Concilio sono preservate dallerrore dallo
Spirito della Chiesa, anche noi ivi compreso il papa sbagliamo nel prendere le nostre decisioni e lo
abbiamo gi fatto spesso fino ai nostri giorni. Ci una cosa ovvia, che non elimina la legittimit e la
necessit della funzione di un magistero (K. Rahner, Teologia e Magistero romano, NS X, 304).

Bibliografia consigliata:
K. Rahner, Storia dei dogmi e della teologia di ieri per domani in Nuovi Saggi VII, 13-57.
3.c La dottrina della Chiesa si cambia? Esiste uno sviluppo della dottrina?
Esempi: dialogo e pace; libert religiosa?
K. Rahner, Storia dei dogmi e della teologia di ieri per domani, in Nuovi Saggi VII, 13-57.
Note preliminari ... a partire dal tempo del modernismo cattolico, grosso modo quindi
dallinizio di questo secolo [XXmo], si riflette sulla natura dello sviluppo del dogma in quanto
tale...
La storia dei dogmi continua [...] e deve continuare (p. 15).
1. La storia dei dogmi si svolger anche in futuro con frizioni, sar accompagnata
da lotte, polemiche e accuse di eresia (p. 18).
Come si spiega che ...negli schemi elaborati dalla commissione preparatoria del Vaticano II in
Roma venissero proposte come verit da definire delle proposizioni che a ventanni di distanza
non possono neppure pi contare sullassenso della maggioranza dei teologi e dei fedeli nel
mondo, come quelle sul monogenismo e sul limbo dei bambini? Come spiegare diversamente il
diffuso malessere di molti teologi [...] di fronte a certe dichiarazioni magisteriali postconciliari,
di teologi che, pur con tutto il rispetto per il magistero ecclesiastico e per le sue intenzioni,
hanno limpressione che in tali dichiarazioni si tenga troppo poco conto della pur reale storicit
e condizionatezza storica di precedenti affermazioni magisteriali? (pp. 16-17).

2. La storia dei dogmi potr essere accompagnata anche in futuro da notevoli


revisioni di precedenti dichiarazioni ecclesiastiche (autentiche). (p. 21.)
3. Esistono dei modelli rappresentativi (cf. pp. 23-31.)
4. Un richiamo allevento originario della fede

... lunico evento dell autocomunicazione pi propria di Dio, che si verifica dappertutto nel
mondo e nella storia nello Spirito Santo offerto a ogni uomo e che gi in quanto tale presenta il
carattere di una rivelazione della verit e trova la sua piena tangibilit storica e la sua
irreversibilit escatologica in Ges Cristo crocifisso e risorto (pp. 32-33).

5. Le regole dellermeneutica biblica [...] vanno pure viste e riconosciute [...] come
regole di interpretazione delle dottrine del magistero ecclesiastico (pp. 40-41).
6. Il diritto del magistero ecclesiastico per la regolazione del linguaggio.
7. Quando un partito ha la meglio in una controversia teologica, ci [...] non
significa ancora chiaramente e univocamente che laltro partito [...] abbia avuto
semplicemente torto (p. 49).
Commissione Teologica Internazionale
LUNIT DELLA FEDE E IL PLURALISMO TEOLOGICO
(1972)
MAGISTERO E TEOLOGIA
(1975)

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