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Anno 10, Numero 201

Akhtamar on line

WWW.COMUNITAARMENA.IT

15 maggio 2015 C M.Y.

Akhtamar on line

LARMENIA GUIDA LA LOTTA


CONTRO I GENOCIDI
Una cronaca da Yerevan 22-23 aprile 2015 di Martina Corgnati
Troppa neutralit fa male: una considerazione
che corre di bocca in bocca e senza nessun eufemismo fra i circa seicento
partecipanti al Forum di
Yerevan, il progetto pi
importante - insieme allo
straordinario concerto dei
System of a Down in piazza della Repubblica il 23
sera che ha commosso
lArmenia e, via Youtube,
tutta la diaspora e i suoi

sostenitori voluto dal


governo del Paese per
commemorare il centenario del genocidio.
Mai come di fronte allArmenia la neutralit, vale a
dire la riluttanza a prendere posizione da parte terza, si avvicinata al negazionismo puro e semplice:
lArmenia soffre del mancato riconoscimento da
parte turca, evidentemente,

ma anche dellindifferenza
di una quota ancora consistente della comunit internazionale a cominciare
dagli Stati Uniti di Barak
Obama, che si di nuovo
rifiutato di pronunciare la
parola genocidio pur
avendo promesso il riconoscimento in campagna
elettorale. Si sa, lo dicono
tutti,
pesano
....
(segue pag.2)

Sommario

LArmenia guida la lotta contro i genocidi

1-2

Lhanno ridotta cos

Dopo il 24 aprile

La voce dellArtsakh

Qui Armenia

Arsenico e vecchi tromboni

Bollettino interno
di
iniziativa armena

Akhtamar
...le pressioni turche e i timori di raffreddare

relazioni bilaterali strategiche e di rilevante


peso economico. Ma per fortuna non sono
tutti daccordo, anzi: nelle scorse settimane,
il numero crescente di stati e istituzioni che
hanno riconosciuto il genocidio armeno con
franchezza ed onest, rende pi isolato il
gruppo dei fautori del no: le parole di papa
Francesco il 12 aprile, ripetute quasi ossessivamente a Yerevan, hanno preceduto di
pochi giorni la risoluzione europea del 15
aprile e le deliberazioni olandesi, austriache,
tedesche e bulgare dei giorni scorsi.
Quote crescenti delle autorit e dellopinione pubblica europea e mondiale ritrovano
una pi forte compattezza morale, stringendosi intorno al valore della verit e della
difesa dei diritti umani pi elementari: il
genocidio armeno un fatto che gi nel
maggio 1915 una mozione congiunta di
Francia, Gran Bretagna e Russia aveva riconosciuto come crimine contro lumanit e
che gi allora, nella sua mostruosa e sistematica ferocia senza precedenti, aveva sollevato ampia eco sui media internazionali (il
presidente della Repubblica dArmenia,
Serz Sargsyan, nel suo intervento introduttivo, ricorda che solo sul New York Times
erano apparsi allepoca 145 articoli); un
fatto che chi visiti oggi il Museo del Genocidio Armeno (Tsitsernakaberd) nel nuovo
allestimento ricchissimo di documenti, immagini e testimonianze, ha occasione di
esplorare con agghiacciante dovizia di particolari incontestabili ed evidenti; un fatto
che secondo Luis Moreno Ocampo, specialista di crimini contro lumanit e primo procuratore capo della Corte Penale Internazionale, moderatore della prima sessione del
grande forum, dovrebbe essere ovvio per
tutti. Se non abbiamo ancora trovato un
consenso politico su un genocidio avvenuto
un secolo fa, si chiede il grande penalista,
come faremo a contrastare le pratiche genocidarie che infuriano oggi, la violenza e le
minacce che esistono ancora, in Medio Oriente, in Africa e anche intorno allArmenia?
E tempo che lobbligazione morale si trasformi in azione politica: su questo punto
tutti daccordo, dal Consiglio dEuropa,
rappresentato a Yerevan dal segretario generale Thorbjrn Jagland, e soprattutto a Israel
W. Chamy, esimio studioso e curatore della
fondamentale Encyclopedia of Genocide,
che a Yerevan ha proposto la costituzione di
un organismo internazionale guidato dallArmenia, preposto alla prevenzione dei
genocidi e al soccorso delle vittime. Organismo che, secondo il giudice e professore
Michael Bohlander, dovrebbe essere dotato
di vero potere esecutivo: riconosciuta una
pratica genocidaria, infatti, necessario
intervenire militarmente e subito: altrimenti
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il male continua. Anche Geffrey Robertson


non ha il minimo dubbio: i turchi sostengono che le deportazioni erano necessarie a
causa del possibile atteggiamento filorusso
degli armeni allinizio della Prima Guerra
Mondiale. Ma, afferma, questa giustificazione non ha senso: se si sospetta qualcuno
di slealt, lo si porta di fronte a una corte
marziale, oggi come allora; non si svuotano
villaggi e citt organizzando massacri sistematici della popolazione inerme, costringendo i superstiti, soprattutto donne giovani
e belle, a conversioni forzate e alla schiavit, cambiando nomi di luoghi e persone,
cancellando unidentit culturale antichissima e arrivando a desertificare lAnatolia
orientale, ancora oggi ridotta a una specie di
ingombrante vuoto, un imbarazzante niente
di polvere e macerie. No, conclude Robertson, le azioni perpetrate contro gli armeni
non sono state una tragedia, come vorrebbero i negazionisti pi raffinati, bens un crimine orrendo, il peggiore crimine contro
lumanit, esempio eloquente e modello di
tutti gli altri a venire a cominciare dalla
Shoa: ritorna, infatti, nel ricordo di tutti la
famosa frase pronunciata da Hitler nel 1939: Chi ricorda oggi i massacri degli armeni ?

zionale della nuova Turchia, nata nel 1923,


si ampiamente sostanziato dei beni di cui
gli armeni sono stati spogliati con la violenza e che, senza il genocidio, lArmenia sarebbe stata oggi un paese molto pi solido,
pi grande e con oltre venti milioni di abitanti.
Anche in Turchia qualcuno si ricorda di
questo: il 24 aprile ci sono state manifestazioni di solidariet in 28 citt turche, compresi alcuni centri specialmente sensibili
come Van e Erzorum, oltre naturalmente a
Istanbul. Ragip Zarakolu e Cengiz Aktar,
politologi , sociologi, giornalisti e attivisti
sostenitori dei diritti umani (Zarakolu ha
subito molte condanne, trascorso decenni in
carcere o in esilio per la sua difesa della
democrazia e dei diritti umani in Turchia),
intervenuti al Forum, confermano che almeno sette milioni di turchi sono oggi favorevoli al riconoscimento del genocidio, che la
pubblicistica sullargomento vivace e che
sempre pi numerosi sono i cittadini turchi
che riscoprono la loro origine armena (in
genere attraverso la nonna) e arrivano, talora, a convertirsi. Per la medaglia ha due
facce, ammette Zarakolu: nelle carceri turche ci sono almeno 2000 prigionieri politici,
dare a qualcuno dellarmeno in Turchia
un insulto e, pi triste di tutto, delle 2000
E che di questo crimine la Turchia moderna chiese armene presenti in Anatolia allinizio
sia ancora pienamente responsabile non ci
del secolo scorso, solo due sono state resono dubbi: per dimostrarlo, Patrick Dumstaurate: le altre millenovecentoenovantotto
berry, dellUniversit di Ottawa, ha chiama- sono state invece trasformate in moschee o
to in causa tutti i criteri condivisi dal diritto anche semplici magazzini e depositi o persiinternazionale volti ad accertare se uno
no stalle, usate come comodi depositi di
stato sia o meno la continuazione di un altro materiale edilizio e, insomma, rase al suolo.
o invece piuttosto unentit nuova. E tutti
Il genocidio continua, si accanisce sulle
questi indicatori (geografici, politici, socia- pietre e distrugge la memoria: non solo in
li) provano che lodierna Repubblica turca Turchia ma, con ferocia e sistematicit anla continuazione dellimpero ottomano, il
cora maggiore in Azerbaijan, dove i tesori
cui governo decise e attu il genocidio di
delleredit armena, come lo straordinario
armeni, greci, assiri e caldei (lArmenia ha
cimitero medievale di Julfa che un tempo
appena riconosciuto il genocidio di questi
aveva circa 10.000 khachkar (pietreultimi perpetrato dai Giovani Turchi) , e che croci) tipicamente armene, stato completadi essi ancora responsabile: a Yerevan si mente raso al suolo fra gli anni Novanta e il
ampiamente parlato di riparazioni non solo 2005 sotto lo sguardo impotente
morali ma economiche e di restituzione di
(indifferente ?) della comunit internazionabeni trafugati alle vittime. Operazione diffi- le e dellUNESCO. DellAzerbaijan e del
cilissima in questo caso, dato il tempo traKarabakh- Artsakh hanno parlato al Forum
scorso e la natura soprattutto immobiliare
Yair Auron, illustre studioso israeliano,
delle propriet sottratte, ma che tuttavia
specialista di genocidi e di giusti fra le
deve essere pensabile e pensata: Henry
nazioni, e la baronessa Caroline Cox, memTheriault, studioso di filosofia sociale e
bro della Camera dei Lord e fondatrice delpolitica, ha ricordato che il patrimonio nalorganizzazione Humanitarian Aid Relief
Trust: nella piccola e tuttora non riconosciuta Repubblica autonoma etnicamente e culturalmente del tutto armena che si liberata
dal giogo e dalla violenza azera nel 19911994 a prezzo di una guerra sanguinosissima, stato tentato un altro genocidio: dopo
aver provato ad annichilire leredit armena
e la stessa popolazione armena che viveva
in Azerbaijan nellepoca sovietica, ha ricordato la baronessa citando i pogrom di SumPagina 2

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Lhanno ridotta cos!

La chiesa armena dei Santissimi Quaranta Martiri ad Aleppo stata completamente distrutta nel corso di
bombardamenti da parte degli oppositori al governo siriano.
Un gioiello architettonico del quindicesimo secolo e una importante testimonianza di fede e armenit ora
ridotto a un cumulo di macerie. Un genocidio senza fine si abbatte sulla storia armena e su un popolo che
proprio ad Aleppo aveva provato a ricostruire una nuova vita. La chiesa, ubicata nel quartiere di Jdeydeh,
era a tre navate e aveva un campanile eretto nel 1912, raro esempio di architettura barocca ad Aleppo. I
missili jahadisti il 28 aprile lhanno ridotta cos.
gait e Baku (1988-1990), gli azeri continuano
ancora oggi ad uccidere i ragazzi che proteggono la linea di cessate-il-fuoco, minacciando continuamente una nuova guerra. Bisogna aiutare questa regione meravigliosa e
civile, ha perorato la baronessa Cox, esortando la comunit internazionale e i numerosissimi politici intervenuti (un centinaio, compresi quattro presidenti di altrettante repubbliche sono sfilati a Tsitsernakaberd il 24
aprile) a fare in modo che il riconoscimento
del genocidio apra la strada anche al riconoscimento della sovranit dellArtsakh, cos
dolorosamente conquistata e difesa.
Il Forum si concluso con una dichiarazione
(la Dichiarazione di Yerevan per la prevenzione del crimine del genocidio): generica certo, ma che tuttavia punta soprattutto il
dito sulle responsabilit del veleno negazionista, che in questo caso colpisce anche il
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popolo turco e gli impedisce qualunque vera


evoluzione in senso democratico.

ARMENI A BAKU

Una cosa che non interessa probabilmente i


governanti della Turchia ma dovrebbe invece interessare molto i settanta milioni di
turchi che il 7 giugno sono chiamati alle
elezioni politiche, in un momento reso delicatissimo dalle violenze dellISIS in Iraq e
Siria, dalla crescenti tensioni fra sciti e sunniti gi esplosive in Yemen e dai non pochi
segni di deriva autoritaria che il governo
Erdogan ha dato negli ultimi tempi. Riconoscere il genocidio armeno sarebbe un passo
che renderebbe pi facile e condivisa, almeno su un piano etico e morale, la gestione di
questo difficilissimo scenario.

Anche il co-presidente USA del gruppo di


Minsk, Warlick, si augurato che la partecipazione armena ai primi giochi olimpici europei - al via a giugno a Baku possa essere utile a pacificare la regione.
Considerato con chi gli armeni hanno a
che fare, limpresa sar ardua
Ad ogni buon conto a marzo il Comitato
olimpico dellArmenia aveva dato il via
libera alla partecipazione dei propri atleti
avendo ricevuto assicurazioni da parte del
Comitato olimpico internazionale che la
delegazione non avrebbe corso alcun pericolo. Venti sport per 253 medaglie: ma
vogliamo vedere come reagiranno gli
azeri se un armeno riuscir a vincere una
medaglia e la bandiera armena sar issata...

MARTINA CORGNATI
(corrispondenza da Yerevan)

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Dopo il 24 aprile
Il mese di aprile ha costituito, sicuramente, il punto culminante delle commemorazioni del centenario del genocidio. Certamente non tutto si esaurir con questo
mese, perch, almeno fino alla fine dellanno, si susseguiranno, pi o meno in tutti
i paesi ove vi sono comunit armene, delle
manifestazioni di vario tipo. Ma evidente che il mese di aprile stato il punto
massimo, sia per il suo significato simbolico, legato al giorno 24, che per limportanza degli avvenimenti che si sono svolti
in questo mese.
Innanzitutto la Messa del Papa stato un
colpo micidiale contro il muro del negazionismo turco, perch ad esso hanno
fatto seguito, con una reazione a catena,
sia le condanne del genocidio da parte del
Parlamento Europeo, di quello austriaco,
del presidente tedesco, che le numerose
pubblicazioni sugli organi dinformazione
di molti paesi. Tutto ci non solo ha contribuito a far conoscere a tutti il genocidio
armeno, ma ha anche costretto sempre pi
in un angolo il negazionismo turco, divenuto ormai una battaglia di retroguardia
condotta da un numero sempre pi esiguo
di combattenti. Tanto che lo sterminio
degli armeni ormai divenuto un fatto
universalmente riconosciuto, anche da
parte di quelli che non nominano il termine genocidio, ma nel descriverne lo svolgimento, implicitamente ammettono che
lo fu.
Tutto ci ha costituito sicuramente un
successo per gli armeni che, con spirito
unitario fra Armenia e Diaspora, gi da
alcuni anni si preparavano per degnamente commemorare il centenario.

Qui va per aggiunto che la Turchia che


pure ha una lunga tradizione di astuzia
diplomatica, quando si tratta degli armeni, stranamente, perde la testa e reagisce
in maniera scomposta e rabbiosa, ci che
le aliena molte simpatie, come si visto
in occasione della Messa del Papa e del
pronunciamento del Parlamento Europeo. La reazione rabbiosa, insolente ed
arrogante della Turchia, che ha letteralmente perso le staffe dinanzi alle affermazioni che lo sterminio degli armeni
stato un genocidio, non ha fatto altro che
attirare ancor pi lattenzione dellopinione pubblica sul genocidio, fungendo
da gran cassa alla propaganda armena, e
facendo aumentare le gi forti perplessit dellEuropa nei confronti della Turchia. Perch, siamo sinceri, tutte questi
riconoscimenti del genocidio sono anche
la conseguenza del fatto che la Turchia
negli ultimi anni ha accentuato sempre di
pi la sua indipendenza dallOccidente,
flirtando con la Russia e lISIS, e tutto
ci non poteva essere gradito agli occidentali che hanno approfittato del centenario del genocidio per darle una lezione.
Se quindi nelle due partite di calcio svolte qualche anno fa fra Armenia e Turchia
questultima ha vinto due volte, nella
partita del centenario essa ha subito due
reti senza poter segnare neanche un gol.
Va comunque dato atto che la parte armena, governo, popolazione e Diaspora,
in questa occasione ha dimostrato un
unit dintenti oltre che una perfetta

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di Esse
organizzazione per cui se nel due a zero
della partita fra Armenia e Turchia una
parte del merito va ascritta al risentimento
dellOccidente dinanzi alle smanie di potenza della Turchia, una buona parte del
successo dovuta anche agli armeni che si
sono preparati adeguatamente , anche
sfruttando a loro favore le intemperanze
turche.
Unultima considerazione va fatta sulle
prospettive future. La profezia del noto
giornalista turco Mehmed Ali Birand, secondo il quale per il centenario vi sarebbe
stato uno tsunami armeno, si completamente avverata e ci dimostrato non solo
dalle prese di posizione di personalit importanti, di vari Stati o di loro organismi,
ma anche, o principalmente, dalle imponenti manifestazioni che si sono svolte
presso tutte le comunit armene della diaspora con una partecipazione mai vista
fino ad ora. Basti citare il solo caso di Los
Angeles dove hanno marciato 130.000
armeni. Tutto ci fa ragionevolmente dedurre che il centenario sar un punto di
svolta, cos come lo fu il cinquantenario, e
la lotta per il riconoscimento del genocidio
armeno ed il ripianamento delle sue conseguenze faranno un salto di qualit il cui
segnale gi stato dato con lo slogan del
centenario: Ricordo e pretendo.
Si sta cio passando dalla fase di riconoscimento e condanna del genocidio a quella
successiva, della richiesta di risarcimenti
e riparazioni, anche territoriali.
Esse

Un altro successo armeno, perch si


trattato di un insuccesso turco, stato il
fiasco delle celebrazioni di Gallipoli,
indette dalla Turchia al chiaro scopo di
oscurare le cerimonie in memoria del
genocidio. Infatti le delegazioni straniere
giunte a Gallipoli erano ben poca cosa
rispetto a quelle presenti a Yerevan, con
Putin e Hollande in testa, per non parlare
delle varie delegazioni ad alto livello inviate da numerosi paesi per presenziare
alla commemorazione del genocidio. E
questo successo armeno doppiamente
significativo se si considera il peso della
Turchia, nella politica internazionale, a
confronto con quello dellArmenia.

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la voce dellArtsakh
Democrazia armena
Lo scorso 3 Maggio il popolo della repubblica del Nagorno Karabakh/Artsakh stato
chiamato per la sesta volta nella sua storia
ad eleggere i propri rappresentanti in seno
allAssemblea Nazionale.
Queste elezioni politiche per individuare i
trentatr membri del parlamento sono lennesimo tappa del cammino democratico
intrapreso pi di venti anni orsono dalla
piccola repubblica sud caucasica.
LAzerbaigian - travolto esso pure dallo
tsunami del centenario - negli ultimi giorni
antecedenti la consultazione elettorale ha
cominciato ha tuonare contro le cosiddette
elezioni parlamentari del Nagorno Karabakh.
Fanno bene gli azeri a definire cos tali processi democratici cos lontani dal loro standard abituale dittatoriale. Libere elezioni
sono per loro un corpo estraneo alla societ
civile e politica, una inutile perdita di tempo
per la dinastia Aliyev.
Invece, di qua dal confine, nel piccolo territorio armeno dellArtsakh, esse rappresentano un libero esercizio di volont popolare
che si somma al diritto allautodeterminazione della patria.

Invero lo stesso Gruppo di Minsk dellOsce


ha decretato il diritto del popolo dellArtsakh ha plasmare il proprio futuro; parole forti che, sia pure con tutti i distinguo
diplomatici del caso sulla valenza ufficiale
delle elezioni karabakhe, rappresentano un
evidente incoraggiamento a proseguire la
via della democrazia intrapresa, con molti
sacrifici, tanti anni fa.
Sicch le stizzite prese di posizione turche e
azere finiscono con il far parte del folklore
politico di Ankara e Baku e nulla aggiungono alla sostanza della questione.
Dunque per i trentatr seggi in parlamento
(ventidue con il sistema proporzionale e
undici con il maggioritario) si sono impegnati duecentoventi candidati in rappresentanza di sette liste.
Una variegata composizione di forze politiche che hanno dato pi forza al valore di
confronto politico rappresentato in questa
tornata elettorale osservata esternamente
dal presidente Sahakyan (indipendente) che
ormai prossimo alla scadenza del suo
secondo e ultimo mandato.
In campo sono scesi per la coalizione di
governo Libera Patria del premier Haru-

I RISULTATI DEL
LISTA

3 MAGGIO

tyunyan, il Partito Democratico dellArtsakh (del presidente dellAssemblea Nazionale Ghulyan) fresco di inserimento nel
format europeo della Libera Alleanza e la
Federazione Rivoluzionaria Armena (ARF,
Dashnaktsutyun).
Allopposizione hanno preso parte il neonato Partito della Rinascita Nazionale fondato dal trentatreenne Hayk Khamunyan nel
2013, il Movimento-88 di Vitaly Balasanyan che nel 2012 affront alle presidenziali
Sahakyan, il Partito Comunista e la lista
Pace e Sviluppo.
Secondo opinione comune a tutti gli osservatori internazionali, le elezioni sono state
libere e democratiche; altro che le ultime
elezioni azere quando i risultati (per errore)
vennero diffusi un giorno prima
Oltre il settanta per cento degli aventi diritto
si recato ai seggi: per la precisione 72039
elettori su 102.034 aventi diritto per una
percentuale di 70,6 (era stat del 67,8% nel
2010).
Si votato anche a Yerevan in un seggio
allestito per i cittadini karabakhi impossibilitati a ritornare in patria (575 voti su 831
iscritti).
Insomma, una grande prova di democrazia
che consolida la statualit dellArtsakh.
Stando ai primi dati diffusi in parlamento
siederanno anche rappresentanti di due partiti di opposizione e questo aumenta ancora
il tasso di democraticit delle istituzioni
nella piccola repubblica armena. LEuropa
se ne accorger? Crediamo di si.

VOTI

LIBERA PATRIA

32632

47,35%

PARTITO DEMOCRATICO

13105

19,01%

ARF

12965

18,81%

MOVIMENTO 88

4778

6,93%

RINASCITA NAZIONALE

3709

5,38%

PARTITO COMUNISTA

1136

1,65%

PACE E SVILUPPO

591

0,86%

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Ma quanto sono sexy le donne armene...


Un sondaggio commissionato dal sito
Miss Travel con oltre centodiecimila
intervistati ha sentenziato che le donne
armene sono le pi sexy del mondo.
Nella classifica finale precedono infatti

le colleghe di Barbados, le statunitensi, le colombina e le inglesi.


Fra gli uomini prevalgono gli irlandesi seguiti dagli australiani, settimi gli
italiani. Effetto Kardashian? Sta di
fatto che secondo la rivista americana
MHP Kim Kardashian al tredicesimo posto fra le cento pi belle donne
al mondo.
IL RICHIAMO DEL CU-CULO
Dopo il riconoscimento del genocidio
votato dal parlamento lussemburghese
anche lambasciatore turco nel granducato
stato richiamato in patria. Ormai un
viavai di feluche verso Ankara. In Turchia non si vogliono dar pace e pensano
di far la voce grossa richiamando i diplomatici a casa. Facessero pure...

Qui Armenia
NUOVO ALLENATORE
La nazionale di calcio armena ha da inizio
mese un nuovo allenatore. Sargis Hovsepyan, attuale coach del Pyunik e della
nazionale Under 21, guider anche la
rappresentativa maggiore. Una scelta interna, dopo la fallimentare parentesi dello
svizzero Challandes, che richiama quella
fortunata di Minasyan capace di portare in
alto la nazionale dellArmenia nel ranking
Fifa. Speriamo che la scelta armena si
confermi vincente.
Hovsepyan, con 132 presenze nella nazionale maggiore, vanta il record fra tutti i
giocatori armeni.
GAS ARMENO
Una buona notizia per i consumatori (e il
governo) dellArmenia. La Gazprom ha
raggiunto unintesa con Yerevan per la
diminuzione del prezzo di fornitura di
mille metri cubi di gas che passa da 190 a
165 dollari. La riduzione scattata a fine
aprile.
MUCCHE DI RAZZA
Altre 257 giovenche di razza scelta stanno
per arrivare in Armenia grazie ai 350 milioni di dram stanziati dal governo nellambito di un programma di ripopolamento bovino partito nel 2007 e destinato a
concludersi nel 2015. Lo scorso anno
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24 APRILE A PESARO
Non c bisogno di folle oceaniche per ricordare il genocidio armeno. Lesempio viene
da Pesaro dove, organizzata da Danilo Fuligno, la piccola comunit armena locale si
ritrovata per ricordare il centesimo anniversario del genocidio.
Un cartellone, alcuni fiori, la notizia diffusa
alla stampa locale , un momento di raccoglimento e lattenzione dei passanti. Anche cos
si ricorda il Grande Male e si difende la causa armena. Grazie amici pesaresi!

lArmenia ha prodotto 165000 tonnellate di carne, oltre il dieci per cento in pi


rispetto al 2013. 718000 le tonnellate di
latte prodotte lo scorso anno, circa 60000 in pi rispetto allanno precedente.
DEMOGRAFIA ARMENA
Il tasso di mortalit in Armenia nel
primo quarto dellanno fortunatamente in discesa rispetto al dato del 2014. I
dati del Servizio Statistica riferiscono
un decremento dal 10.7 per mille al
10.4 per mille. Tradotto sono 232 decessi in meno. Ci nonostante, per via
dei flussi migratori, il saldo della popolazione riporta un deficit di 3600 unit.

ONORIFICENZE
MARSIGLIA ONORA UN ARMENO
Il consiglio municipale della citt francese ha deciso di dedicare un viale alla
memoria di Ovsanna Kaloustian, un
sopravvissuto del genocidio armeno,
morto nel 2014 alla veneranda et di
106 anni.

CERAMICHE ARMENE
Ottanta nuovi posti di lavoro per la
produzione di ceramiche da tavola made in Armenia su licenza della Royal
Stoneware Ltd. La maggior parte della
produzione sar destinata allesportazione.

Due membri del Consiglio per la


comunit armena di Roma, Robert
Attarian ed Emanuele Aliprandi
sono stati insigniti della onorificenza
Movses Khorenatsi da parte del
presidente della repubblica di Armenia, Serz Sargsyan, nel corso della
sua recente visita in Italia.
Insignito anche il console onorario
Pietro Kuchukian.
La medaglia Movses Khorenatsi la
pi alta onorificenza culturale che
viene conferita a coloro che si distinguono nel la diffusione della cultura e
dei valori armeni, e nella attivit di
propaganda della causa armena .

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IL SASSOLINO DI HAYK

Bollettino interno a cura di


comunitaarmena.it

Non erano neppure passate ventiquattro


ore dalla conclusione della marcia organizzata a Roma dal Comitato per il centenario del genocidio armeno che gi
qualche vecchio trombone della comunit
armena (?) aveva ripreso a suonare le sue
note (stonate).
Simili soggetti sono geneticamente presenti in qualsiasi associazione, comunit,
organizzazione, partito o movimento di
qualunque nazionalit esso sia; e non possono certo neppure mancare dalle nostre
parti.
Per nulla rassegnati alla constatazione
della realt, avviluppati nella loro stessa
indole polemica, non riescono neanche a
godersi il successo del popolo armeno
in occasione del centenario; ad accogliere
una nuova era nella quale il riconoscimento quasi planetario alla realt storica sar
seguito da una ancor pi forte battaglia in
difesa dei valori della armenit.

Temono questi soggetti di essere rottamati; si cullano - come vecchi reduci di


unarmata Brancaleone - al ricordo di
vaghe imprese passate.
Per mantenersi in vita devono crearsi
un loro nemico, rigorosamente interno,
contro il quale spendere le poche sgrammaticate energie rimaste.
Alla fine si trasformano in inconsapevoli
sparring partner dei nemici esterni dei
quali arrivano a usare gli stessi concetti.
Campano nel ricordo di passate diatribe
che si perdono nella notte dei tempi e il
loro unico modo di dichiarare la loro
esistenza terrena quella di esternare ora
contro Tizio, ora contro Caio.
Il 24 aprile non erano naturalmente in
piazza. Come i turchi che, a differenza
loro, una qualche ragione per non sfilare
con le bandiere armene ce lavevano.
I vecchi tromboni no: se la suonano e se
la cantano...

Q U E S T A P U B B L I C A Z I ON E E E D I T A
CON IL FAVORE DEL
MINISTERO DELLA DIASPORA

Roma, 24 aprile 2015: oltre ai turchi e agli assenti giustificati, chi non cera?...

il numero 202 esce il


1 giugno 2015

w w w. k a ra b a k h. i t
I nf or m az i one q uot i di a na
i n i t al i an o s ul l Ar t s ak h

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