Manzoni convinto che il progresso e le idee moderne non contraddicano il
cattolicesimo, anzi si radichino saldamente in esso. Dopo la conversione gli si era posto come problema essenziale quello di conciliare la fede con tutto quel bagaglio illuministico di convinzioni, idee al quale egli non volle rinunciare. Quindi suo primo problema fu quello di conciliare fede e ragione, per questo motivo egli ritiene che il loro punto di congiunzione fosse il vangelo perch esso si trovava il fondamento di ogni verit non solo di tipo religioso ma anche di tipo sociale. Nel saggio Osservazioni sul mondo cattolico egli spiega che la religione la pi autentica forza riformatrice perch le riforme di tipo cattolico hanno una efficacia limitata in quanto non annullano la radice prima del male e dellingiustizia che la natura stessa delluomo corrotta dal peccato originale e inoltre le riforme di tipo politico, se possono calcolare gli effetti immediati e positivi, non possono per valutare a lunga distanza gli effetti negativi per la societ. Quindi per Manzoni lunica vera forza riformatrice quella religiosa perch agisce alla radice dei mali, cio allinterno degli animi umani e pu portare alla pace e alla concordia la societ, se applicando i precetti di carit e di fratellanza, coloro che hanno pi ricchezze riuscissero a dare a coloro che hanno meno. Lo scrittore auspica che i miglioramenti della societ possano venire dal governo illuminato da quelli che detengono il potere e dalle iniziative personali di tutti. Egli rifiuta la riforma di tipo giacobino che si fonda sulla violenza e soprattutto sulla forza della massa. Si vede quindi che il cattolicesimo manzoniano necessario allinterno della societ per appianare le disuguaglianze sociali convincendo i potenti a distribuire le loro ricchezze e a far s che un ordine sociale si fondi sul principio della carit evangelica. La religione per non deve essere uno strumento di potere perch mira ad una salvezza pi alta, cio fuori dalla storia ( gi qui presente la struttura ideologica del romanzo che Manzoni scriver). La responsabilit dei potenti che fanno la storia e il significato dellazione politica in rapporto allideale cristiano costituiscono il nucleo dominante delle poesie e delle tragedie. Il pessimismo dello scrittore legato al fatto che se la storia delluomo prodotta dalla caduta dellEden, essa non potr essere riscattata da nessuna azione umana, quindi se da un lato il cattolicesimo cerca di confluire con lideologia liberale moderata, dallaltro presenta una sfiducia nella possibilit umana. Nel pensiero di Manzoni si registra una continua oscillazione tra laccettazione realistica della storia e la sua svalutazione di fronte alleternit. Infatti il 5 Maggio, lopera di Napoleone cantata con ammirazione ma anche con perplessit perch le grandi conquiste napoleoniche se da un lato sono stata positive per lampliamento dello Stato, la libert portata ai popoli, dallaltro hanno segnato il dolore per i popoli che hanno subito le violenze della guerra e tutto lonore guadagnato da Napoleone sfuma dinanzi alla morte in esilio e alla solitudine di SantElena. Dinanzi alla gloria terrena di Napoleone si presenta lunico vero valore che il confronto della sua anima con Dio. Anche nelle tragedie, in particolare nellAdelchi si propone lo stesso rifiuto della storia che viene definita nelle parole del protagonista morente La storia fare torto o patirlo; Adelchi il prototipo delleroe elegiaco, triste, costretto ad una guerra che non vuole e a compiere azioni meschine dallambiente che lo circonda che dominato dalle leggi dellutile e della forza. Manzoni lo definisce Un germe caduto in un rio terreno. Al pari di Adelchi, la sorella Ermengarda anchessa vittima della storia condannata a nascere da una stirpe di oppressori. Il marito Carlo lha ripudiata in virt della ragion di stato, viene odiata dalle donne italiche perch figlia delloppressore e allo stesso tempo quasi rifiutata dai suoi parenti perch moglie di Carlo. Lunica sua pace coincide con il ritirarsi della storia: Carlo Magno il personaggio storico che incarna un agire politico in cui un interesse superiore giustifica le negativit commesse (per il bene della chiesa e dellItalia egli ripudia la moglie e intraprende una guerra di liberazione). Nella fase quindi delle odi civili e delle tragedie il cristianesimo manzoniano animato dalla provida sventura cio il dolore provvidenziale per il riscatto futuro, Adelchi ed Ermengarda soffrono sulla Terra ma la loro sofferenza preparazione di un futuro in cielo. La maturit del pensiero manzoniano viene col romanzo in cui rimane il pessimismo radicato nella storia (la storia del romanzo nasce dallo
scatenarsi del male: il sopruso del signorotto, la carestia, la peste). C per
lestrema fiducia nella provvidenza, capace di restaurare lequilibrio perduto. Il cristianesimo di Manzoni che parte dal Dio grazia degli Inni Sacri arriva al Dio provvidenza del Romanzo che non turba mai la gioia dei suoi figli se non prepararne una pi certa e pi grande. Cio il male della storia si pu riscattare grazie alla fede in Dio che interviene nella realt delluomo grazie anche agli uomini scelti da lui ( il Cardinale Borromeo, Fra Cistoforo) o eventi stessi (la peste) che si facciano strumenti di riscatto.