Professional Documents
Culture Documents
SEMINARIO VESCOVILE
UFFICIO DI PASTORALE SCOLASTICA E UNIVERSITARIA
BANDO DI CONCORSO
TERRITORIO E DIOCESI: B. MATTEO CARRERI
INTRODUZIONE
Con questa ricerca intendo focalizzare lattenzione su un aspetto
molto particolare del nostro territorio, o meglio, della nostra
citt di Vigevano e del suo inclito protettore il Beato Matteo
Carreri. Analizzando attraverso documentazioni storiche locali,
fonti di tradizione popolare e testimonianze ancora tangibili
nella quotidianit, le celebrazioni solenni e le festivit ad esse
correlate.
Si tratta dunque di un viaggio nella nostra tradizione e nella sua
memoria in cui cercher di mettere in luce gli aspetti sia
prettamente liturgici che popolari traendo le informazioni
necessarie dallanalisi del settimanale Araldo dallanno 1900
al 1970, dalle fonti storiche del tempo quali per esempio il
Biffignandi Buccella e dai documenti ufficiali redatti dalla Curia
Vescovile e dal Comune. Inoltre sar presente una sezione
dedicata esclusivamente alla testimonianza diretta di alcuni
vigevanesi, foto inedite e testi che ancora oggi rimangono nella
memoria di tutti noi.
FRA' MATTEO
Il beato venne alla luce nel 1420 in Mantova. Religioso
domenicano si vot con ardore apostolico alla predicazione.
Dopo aver sostato a Mantova e a Soncino venne nel 1456 ancor
giovane a Vigevano dove fu maestro dei novizi e
successivamente direttore spirituale nel convento dei
domenicani di San Pietro Martire. Dieci anni dopo la sua lunga
predicazione nellItalia Settentrionale e in Toscana, Matteo
torna a Vigevano per trasmettere permanentemente ai frati e
tutta la popolazione del luogo la passione della verit, della
carit e della santit e questa sua passione si compenetra con
lautentica passione di Cristo, fino a ricevere la trasverberazione
del cuore dal grande Crocifisso che sta nella chiesa di san Pietro
Martire. Mor la notte del 5 ottobre 1470. Il giorno 8 febbraio
1482 fu iscritto nel libro dei Beati. Su pressione dei vigevanesi
gi nel 1482, la citt ottiene da Papa Sisto IV di poterlo
commemorare nellanniversario della morte.
Numerose testimonianze, tra cui il Robecchi, narrano di miracoli
ottenuti per sua intercessione e il 27 Marzo 1518 i vigevanesi lo
elessero protettore della citt. E sempre stato oggetto di
venerazione da parte dei cittadini di Vigevano che,
attribuendogli da sempre il superamento di tempi calamitosi e
difficili, vollero per riconoscenza deporre le sue spoglie in
apposito luogo della chiesa annessa al convento dove egli visse.
Nel 1646 viene traslato a spese del comune1 in unarca debano
ornata di fregi dargento e recante su una lastra lo stemma della
citt e collocata poi, nella chiesa di San Pietro Martire, in una
nuova cripta che stata abbellita nel corso degli anni con un
rivestimento in marmo e la dotazione di un altare. Fu allora
creato il cos detto scurolo sotto laltare maggiore per
ospitarne lurna. Papa Benedetto XIV il 23 settembre 1742 ha
confermato il culto2.
Lanno 1740 il nostro punto di partenza nell'analisi delle
festivit in onore del Beato Matteo; l'8 maggio di quell'anno
infatti, l'intera citt, in occasione dell'ennesimo restauro allo
scurolo di San Pietro Martire, omaggi l'inclito protettore con
ben tre giorni di festeggiamenti e a culmine di tutto ci si tenne
per la prima volta la solenne processione delle sacre spoglie tra
le vie della citt. Naturalmente quasi come a rinnovare le
promesse che fece prima di abbandonare questo mondo terreno,
il Beato Matteo guar un abbiatense, tale Giuseppe Scotti, che
accorse dal milanese per partecipare alla Peregrinatio.
1
2
L'OTTOCENTO
Dalle fonti ottocentesche analizzate, emerge come si vadano a
delineare due tipologie di festeggiamenti: una sacra, organizzata
dalla Parrocchia di S. Cristoforo in S. Pietro Martire (che
custodisce le spoglie del beato), che prevede nei giorni di
domenica e luned della seconda settimana di ottobre un ricco
programma liturgico, caratterizzato da messe lette tenute dai
Predicatori Domenicani, il solenne pontificale della domenica
mattina presieduto da S.E. Mons. Vescovo con il Rev. Capitolo
della R. Cattedrale e con l'accompagnamento musicale tenuto da
grandi maestri quali Cordone, Rocco o Gambino. Il luned a
conclusione delle grandi celebrazioni, solenne messa per tutti i
defunti della citt, oltre al notturno per i defunti spesso
presieduto dallo stesso Vescovo. Naturalmente la presenza della
cittadinanza si faceva ogni anno sempre pi numerosa proprio
perch il Beato manteneva la sua promessa di protezione alla
citt: egli fu invocato a furor di popolo in occasione delle
invasioni austriache del 1848, 1849 e 1859 che fortunatamente
non colpirono la citt; grazi la cittadinanza da innumerevoli
morti che provoc il funesto colera asiatico dal 1867 al 18853
che si sparse in questa zona d'Italia; arrest l'avanzata degli
ideali protestanti che nel 1881 si andavano a radicare nella
Lomellina e che minavano l'integrit morale dei vigevanesi.
Nel 1882 in occasione del quarto centenario dalla proclamazione
a beato da parte di Papa Sisto IV, lintera citt festeggia il suo
Protettore con una grandiosa processione, la terza dal 1740.
Per loccasione il Vescovo Pietro Giuseppe de Gaudenzi fa
pubblicare un anno dopo, nel 1883, dalla tipografia Valenti, una
dettagliata relazione contenente oltre alle sue omelie, anche
quelle dei Vescovi di Pavia, Biella, Tortona, Alba e Novara che
con grande premura parteciparono alla celebrazione; il
programma delle feste e le relative spese e in ultimo, una
breve indirizzata a Papa Leone XIII e la relativa risposta4
L'altra tipologia era di carattere profano: l'amministrazione
comunale, come dice il Biffignandi Buccella, fin dai tempi pi
antichi ha contribuito alle spese per la realizzazione della festa,
in ottemperanza a quel giuramento spirituale che la citt ha
assunto col suo Protettore e viceversa. Con lordinanza numero
1007 datata 8 giugno 18125, il Podest di Vigevano permette
alla fabbriceria di S. Cristoforo (attuale San Pietro Martire) di
celebrare solennemente ogni anno le feste in onore del Beato,
mentre notevole importanza acquista una missiva del 6 ottobre
1828 inviata dallAmministrazione Comunale6 al Rev. Capitolo
3
Cfr. Inserto in Relazione pubblicata a stampa sulle feste per il IV centenario della beatificazione, Vigevano, tipografia ecclesiastica
Valenti, 1883
4
Cfr. Relazione pubblicata a stampa sulle feste per il IV centenario della beatificazione, Vigevano, tipografia ecclesiastica Valenti,
1883
5
IL NOVECENTO
Per quanto riguarda la nostra ricerca, si tratta del secolo pi
importante perch densamente ricco di fatti storici di portata
nazionale (e mondiale!) che si ripercuotevano anche a livello
locale, un secolo di ricordi e di testimonianze vissute in prima
persona da chi, ancora oggi, fa parte di questa comunit.
Analizzando dunque L'Araldo degli anni iniziali del novecento
non emerge ancora quella discrepanza tra gli organizzatori che
emerger negli anni successivi; infatti mentre nell'edizione del
1900 si fa riferimento ai festeggiamenti liturgici e nell'edizione
del 1901 si fa accenno a dei pubblici trattenimenti che gi da
fine ottocento rallegravano la festa, nell'edizione del 1902
abbiamo un vero e proprio manifesto di protesta nei confronti
dell'Amministrazione comunale che in omaggio alla morale
socialista [] non vuole festa religiosa epper nega alla
cittadinanza, non i divertimenti che costano molto e non si fanno
se non in occasione della festa, ma le funzioni sacre stabilite dal
Municipio stesso, si tratta di una pagina memorabile in cui si
difendono le tradizioni e la morale che in quegli anni veniva
corrotta dagli ideali rivoluzionari socialisti che in
contrapposizione alle proteste levatesi da una buona parte dei
cittadini (quella cattolica) aveva tramutato la festa patronale in
festa e fiera d'autunno con numerose iniziative che
distraevano i cittadini dalla vera festa.
Naturalmente il clima che aleggiava in quegli anni, con i relativi
proclami da ambo le parti, richiama senza dubbio quello che si
respirer, pi bonariamente, negli anni dopo la seconda guerra
mondiale nella Bresciello di Don Camillo e Peppone, un chiaro
esempio di spaccatura tra la parte cattolica tradizionalista e la
rivoluzionaria socialista.
Naturalmente i toni non si placheranno ma anzi col passare degli
anni risulteranno sempre pi aspri e acuti accompagnati per da
un buon umorismo politico.
5
Leggiamo:
Ghi dacc gneat al Biat Mate par cambi ra nosta piasa in dna
gabia da pule. Ma ji facc un bel fiascon, e tucc i om unest
dAvgevan a von dacc na gron lision. Von fai vegh che prutesion
lur i specian dal so Biat no da quatar pastoso. Se i ni poc in dra
sucoria salt su dal cadrjin e ciap in mon ra siloria.
Non avete dato niente al Beato Matteo per cambiare la nostra
piazza in una gabbia da pollaio. Ma avete fatto un bel fiasco e
tutti gli uomini onesti di Vigevano vi han dato una grande
lezione. Vi han fatto vedere che protezione loro spettano dal
proprio Beato non da quattro pasticcioni. Se ne avete poco nella
testa saltate gi dal cadreghino e prendete in mano laratro
Nel 1903 proprio perch il Comune si rifiutava di coprire le
spese che gli spettavano nella gestione della festa, il Prevosto di
S. Pietro Martire con un accorato appello chiede alla
cittadinanza un obolo affinch le cerimonie liturgiche venissero
preparate con cura. Sempre tra le pagine de L'Araldo leggiamo
come con devozione i fedeli rispondono alle richieste di aiuto.
Chi tenta di privarci delle VERE FESTE vigevanasche, che
consistono solamente nel rendere culto pubblico al nostro
grande Protettore, CI FERISCE IL CUORE, e ci obbliga a
protestare quanto possiamo in nome della religione, della
famiglia e della patria[]
In quell'anno fu ospite Igino Bandi, vigevanese, Vescovo di
Tortona, che presenzi al pontificale della domenica.
Nel 1904 l'ospite officiante fu il Rev. Mons. Vincenzo Biroli
Can. Prevosto delegato episcopale; pur mantenendo il canonico
programma liturgico vi fu una numerosissima partecipazione di
fedeli di ogni estrazione sociale. Anche in questo caso le
polemiche nei confronti dell'Amministrazione comunale non
furono poche.
Nel 1905 di grande rilievo furono i consueti fuochi artificiali e i
giochi popolari che videro la partecipazione delle societ
sportive di Milano, Novara, Mortara e Broni. Furono per
festeggiamenti dettati anche da una grande parsimonia
soprattutto per quanto riguarda la parte musicale: l'orchestra
(voluta dal popolo) fu ridotta in quanto i soldi utilizzati per il
suo allestimento vennero donati a favore dei terremotati in
Calabria; inoltre anche le spese folli in fiera furono molto pi
contenute.
Negli anni 1906-1907-1908 si mantengono inalterate le funzioni
religiose ma si aggiungono manifestazioni nuove di carattere
popolare.
6
Incredibilmente
per,
dopo
questa
indimenticabile
commemorazione, negli anni seguenti, ovvero 1920 e 1921, non
vi fu alcuna festa.. Questa riprese con l'augurio di mantenerla
negli anni a venire nell'ottobre del 1922. Festeggiamenti classici
ma che inaugurarono una nuova tradizione che si consolider
sempre di pi ovvero il Palio. Di fatto non fu un Palio a tutti gli
effetti, ma una cavalcata storica in costume dell'arrivo in citt
di Ludovico il Moro e di sua moglie Beatrice.
Nel 1923 le solenni funzioni furono molto partecipate,
soprattutto il Pontificale presieduto da S. E. Mons. Arcivescovo
Scapardini: erano infatti gli anni in cui si stava sempre pi
affermando Azione Cattolica e la partecipazione giovanile nella
vita della chiesa locale diveniva sempre pi forte e decisa,
soprattutto dopo la riorganizzazione degli Statuti di ACI su
volont stessa di Papa Pio XI. Era un momento di grande
cambiamento ma anche di scontro con la politica fascista
insediatasi a Roma dopo la marcia del '22. La novit invece di
quest'anno fu una ferrovia aerea che allietava i visitatori che si
recavano con ansia febbrile sulla fiera a girovagare tra i
baracconi e le giostre.
Il 1924 e il 1925 furono anni intensi per il ricco programma che
caratterizzava sia la festa liturgica che quella popolare, in cui la
prima trascinava l'altra grazie soprattutto all'inaugurazione
dell'Anno Santo indetto da Papa Pio XI. Il Vescovo di Vigevano
Scapardini, seguendo quell'onda di integrit morale che stava
rinsaldando le forze cattoliche del tempo ed in preparazione al
Giubileo del '25 indisse con vigore un ciclo di giornate
Antiblasfemia, che iniziarono con la festa patronale del Beato
Matteo, il nostro fervente predicatore che grazie alla preghiera e
alla penitenza indusse molti uomini e molte donne nella via
della perfezione, degno garante di questa iniziativa. Dunque
non deve stupirci il fatto che l'affluenza alle cerimonie fu
incalcolabile, una partecipazione indescrivibile, n tanto
meno quella ai consueti baracconi sulla fiera che col passare
del tempo aumentavano, rendendo quasi impossibile l'ingresso
per la grande fiumana di persone che affluiva.
Un piccolo commento va fatto riguardo l'affacciarsi del
Fascismo nella celebrazione popolare della festivit; dopo tre
anni dalla Marcia su Roma a Vigevano (N. B. l'Amministrazione
comunale di orientamento a sinistra, sciolta e sostituita da
elementi indipendenti e filofascisti) assieme all'effige del Beato
Matteo, che da anni oramai capeggiava tra le forme dei fuochi
pirotecnici assieme ad altre figure, compare il Fascio Littorio:
il segno tangibile di come la cultura fascista (prima diretta
dall'Ufficio Stampa del Capo del Governo e poi dal 1937 dal
Ministero della Cultura Popolare) si stava inserendo in ogni
strato sociale anche a livello locale e nel giro di pochi anni essa
sarebbe diventata poi la vera protagonista delle feste.
10
13
Gli anni che vanno dal 1946 al 1949 non furono contraddistinti
da impegnativi festeggiamenti e la devozione dei fedeli fu
sempre molto sentita. Da evidenziare il primo Pontificale in
Diocesi del nuovo Vescovo Picconi che fu officiato nell'ottobre
del '46 in occasione della festa patronale.
Nel 1950 alla consueta e solenne festa patronale abbiamo
l'inaugurazione dell'Asilo-Oratorio Beato Matteo di fronte alle
autorit civili e religiose.
Dal 6 al 14 ottobre 1951 grandiose manifestazioni8 per
l'inaugurazione della nuova Urna di bronzo fatta dall'illustre
vigevanese Giovanni Battista Ricci in riparazione al sacrilego
furto del '43 e riparazioni allo Scurolo decorato dal prof. Franco
Mazzucchi.
Nel giorno 6 a Palazzo Esposizioni, esibizioni di pattinaggio e
incontro di hockey; il 7 in Piazza Ducale concerto bandistico.
Il giorno 12 vi fu una parata della Moda mentre il 13 venne
ufficialmente inaugurata dal Vescovo Picconi la Clinica Beato
Matteo con ben 80 posti letto.
Il 14 ottobre dopo la sacra ricognizione delle spoglie e il cambio
del manto ad opera delle Suore Domenicane, vi fu la VI
Peregrinatio per le vie della citt. Le imponenti feste si svolsero
trionfalmente con la partecipazione di tutta la cittadinanza e
della Diocesi.
Il 15 ottobre, a conclusione di tutto, consueto risottone per i
poveri della citt.
Nel 1952 venne inaugurata la Mostra di Ottobre Vigevanese
ovvero una rassegna delle attivit industriali, artigiane,
commerciali ed agricole organizzato dalla Pro Vigevano, Ente
fiera e turismo della citt.
Gli anni 1953 e 1954 furono semplici e dettati dalla consueta
modalit di festeggiamento. Da notare le novene tenute nel
1953 dal Gesuita P. Gandolfo (con furiose condanne al
Comunismo) e nel 1954 da D. Enrico Piastri di Siena che
incant con la sua oratoria tutta la cittadinanza. Una simpatica
postilla emersa nell'edizione del 1954 in cui si faceva
pubblicit ad un evento straordinario per la citt, ovvero
l'esposizione norvegese della balena gigante Golia nella piazza
divertimenti di Vigevano (la Brughiera).
Nel 1955 le feste furono sempre dettate da grande entusiasmo da
arte di tutti; le messe della domenica furono decorate dalla
presenza di un Vescovo missionario del Brasile.
Grande partecipazione anche per la IV Mostra di Ottobre,
presenziata dall'on. Scalfaro, che inaugur anche del nuovo
padiglione della Casa di Riposo dei Lavoratori e dell'Asilo dei
8
Cfr. Al Beato Matteo Carreri in occasione della solenne reposizione del corpo nella nuova urna in bronzo dorato, Vigevano 1951
14
16
CONCLUSIONE
17
LA TRADIZIONE POPOLARE
Questa piccola appendice stata creata appositamente per
raccogliere materiale inerente alla tradizione popolare sulla
figura del Beato Matteo. Un aneddoto in dialetto che spiega la
nascita della festa nostrana e del dito di Mantova; delle brevi
poesie, sempre in dialetto, sui ricordi che suscita ogni anno
questa festa e il suo Patrono, testimonianze dirette e un video
che ci permettono di riassaporare quella tradizione che oramai,
sta svanendo.
Al Biat Mat
Gh l'aria dl'aut.
I pint s spian pian, pian
dal s vist tt culur,
ingialisa l'erba in di pr
e la matina gh la nebia o la rus.
I giran i giustar in s la fera
e sunan i campan a festa
par ricurd a tt la gent,
che l' n sicr smenti,
cl' la festa ad tta la cit.
In dal scr, suta l'altar magiur
dentar la s bara trasparenta
sempar ilmin dl' ls ad cent candil
smia che l'surida
ascultnda i preghier di vigin
che quond che gh bisogn
l'imploran di n'snugi
cunfidndagh tt i dispias
sicr ad ves'sint e ait
parch al Biat Mat
l' l'prutetur ad tta la cit.
Ogni madar cun un fi mal
l' andaia in dal scr a preg.
Da sempar, ogni genitur
che ghiva un fi in guera
l' andai viscagh una candila
e a preg parch l'turnis a c.
Ogni vigin cun di dispias
l' andai pregal al dagh na m .
Al Biat Mat al surida sempar...
A chi gh fed!
Qund che l'pda
l'interceda cun l
parch tt i vigi
i s s fi...
Sta la s prutesi.
Angelo Penza
18
Al B. Matteo Carreri
I
Santo Patrono dei vigevanesi,
da tutti benedetto e venerato,
che tanti cuori hai di virtude accesi,
tu vivi nell'eterno, consolato.
Nell'Empireo celeste ognun t'invoca
in ogni sua bisogna con la fede,
che mai vien meno in chi di Te s'infoca,
e con le preci sol da Te procede.
Tutti Tu ascolti e vedi dal Tuo soglio
divino, presso a Dio. E tutti segui
nell'aspra vita ad aggirar lo scoglio
perch ogni mal per Te sempre dilegui.
Ave, speranza e amor senza confine.
Proteggi ognor la Tua citt adorata
s che le tue preci, volte ad alto fine,
rendano a noi la vita meno ingrata.
II
Chiuso nell'urna bronzea grandiosa,
che i secoli vedran sempre fulgente
come il tuo spirito, che non mai si posa,
proteggi ognor chi a Te volge la mente.
Tu, Beato Protettor, Santo Patrono,
adorno d'alti meriti e di grazie,
che vedi a Te d'intorno il popol prono
pregar ch tu allontani le disgrazie,
fa che ogni prece giunga alta nel cielo
e dal Tuo altar di luce e di bont
scenda d'amor, su noi, un santo velo.
Tu, che ne allontanasti guerre e mali,
serbaci santa ognor la Tua anist
e guidaci alle gioie spirituali.
Da Vigevano, 19 settembre 1951
A. Dell'Ongaro
(Attilio Ferrari Trecate)
19
Quando il Beato Matteo stava per morire, andato per andare a morire
a Mantova a casa di sua sorella, dunque l non hanno voluto aprirgli,
ch loro di notte non aprono a nessuno, e lui gli ha detto: Apri che
sono Matteo; e loro gli hanno detto: Che Matteo, che Matteo! Vieni
domani che ti apriremo, noi di notte non apriamo a nessuno. E lui
andato davanti alla porta della chiesa e con il dito ha scritto sulla
porta: Rustica progenie, sarete perseguitati dagli scorpioni. Ed
venuto a Vigevano a morire nel suo convento.
Dopo la sua morte sua sorella venuta qua a salutarlo, e gli ha toccato
la mano, e gli rimasto in mano un dito. E loro, quando noi facciamo
la festa del Beato Matteo, loro fanno la festa del dito.
20
21
S.E. Mons. Pietro Berruti Vescovo di Vigevano, Lettera Pastorale del 1918
Angelo Mario Biffignandi Buccella, Sulle feste centenarie seguite nella citt di
Vigevano nel 1840 in onore del Beato Matteo Carreri protettore di detta citt,
Vitali, Vigevano 1840
Angelo Mario Biffignandi Buccella, Sulle feste del quarto centenario della
beatificazione del Beato Matteo Carreri seguite in Vigevano add 6, 7, 8, 9
ottobre 1882, Vigevano Valenti, 1883
Bruna Rocco Cap, Le feste patronali, al Biat Mat. I quaderni 16, Vigevano,
1994
P. Renato Vasconi O. P., Luomo che volle convertire Satana. Storia del Beato
Matteo Carreri Protettore di Vigevano nel V centenario della morte, Vigevano
1970
22