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Antonio Gaspari
Non la prima volta che accade, anzi, da quando il 14 maggio 1948 gliebrei in Palestina
dichiararono l'indipendenza, i conflitti tra arabipalestinesi ed ebrei non si contano pi.
Il mese di ottobre stato tutto un susseguirsi di scontri tra ebrei epalestinesi, con morti,
feriti, violenze quotidiane e il pericolo di esseresempre sull'orlo di un conflitto generalizzato.
Ha commentato a questo proposito l'israeliano David Jaeger, noto avvocatoebreo divenuto
cattolico, francescano, attuale docente di diritto econsulente diplomatico della Santa SedeJaeger
ritenuto l'uomo chiave dell'Accordo fondamentale siglato tra SantaSede e Israele nel 1993 e uno dei
pi autorevoli interpreti deltavolo bilaterale permanente di lavoro che da quella data si attivato per
arrivare ad un un Accordo - analogo a quello siglato dallaSanta Sede con l'Autorit palestinese nel
febbraio di quest'anno - che hail valore di un pieno e reciproco riconoscimento diplomatico.
L'esplosione di violenza contro violenza dovuta ad un complesso difattori. Comunque,
dal punto di vista palestinese, si potrebbeindividuarne uno, menzionato molto pi spesso degli altri.
Ed lacontinuazione della colonizzazione da parte ebraica, anche dopo la firmadegli accordi di
Oslo (1993) che prevedevano che la sorte dei territoripalestinesi sotto occupazione israeliana sin dal
giugno del '67, sarebbestata decisa tramite negoziato tra Israele e la rappresentanza palestinesee che
la sorte delle colonie israeliane in quegli stessi territori sarebbestata oggetto di quel negoziato nella
sua ultima tappa,quella del cosiddetto statuto finale. Per i palestinesi era chiaro che dalmomento che
i territori erano dichiarati oggetto di negoziato, l'attivitdi colonizzazione non sarebbe continuata.
Invece, praticamenteininterrottamente, la colonizzazione continuata, che vuol dire, tral'altro,
confisca di terreni, consumo di acqua e di altre risorse chevenivano a mancare alla parte palestinese,
in proporzione in cui eranodestinate ai coloni. Il terreno, la terra, il territorio, veniva
consumato,l'oggetto del negoziato continuava ad essere consumato davanti ai loroocchi. Secondo
fonti palestinesi e del movimento per la pace israeliano,negli ultimi 19 mesi del governo Barak la
colonizzazione si sarebbepersino accelerata. Secondo le stesse fonti, dalla firma degli accordi
diOslo, il numero dei coloni sarebbe quasi raddoppiato. Questo vederel'oggetto negoziale
consumarsi davanti ai loro occhi, mentre il negoziatosi protraeva ben oltre i limiti
previstioriginariamente, secondo i palestinesi e i pacifisti israeliani, sarebbestato pi di ogni altro
fattore l'elemento che ha provocato l'esplosione difrustrazione, di rabbia, di insoddisfazione.
Un peccato perch questi scontri vengono dopo un periodo di quasi diecianni in cui il
negoziato di pace ha fatto passi avanti enormi.
Mentre ora con l'esplodere del conflitto si stanno rafforzando gliintegralisti di entrambi i
fronti, da una parte i coloni ebrei chespaventati ed intimoriti dalle concessioni governative per il
processo dipace cercano di accaparrare pi territorio possibile, dall'altra ifondamentalisti di Hamas
che buttano benzina sul fuoco e dissotterranol'ascia di guerra per combattere gli israeliani.
Oggi Arafat dal Presidente Clinton per cercare di trovare un accordo cheblocchi gli scontri
e riporti la discussione su un piano di legalit; conl'obiettivo di garantire la nascita dello stato
palestinese e la convivenzacon gli ebrei.
Ma, nonostante tutti dicano che essendo Clinton a fine mandato pu agiremolto pi
liberamente e forse fare concessioni pi sostanziose, ci sonomolti dubbi sulla soluzione della crisi.
Diversi e complicati i problemi. La situazione istruttiva per comprenderecome nella storia
dell'umanit risulti spesso chiara come le forze chevogliono la guerra sembrano superiori a quelle
che vogliono la pace.
In questo caso sono diversi gli interessi economici, politici e di potereterritoriale che
favoriscono lo stato di guerra.
Ci sono infatti coloro che dicono che se Israele combatte contro ipalestinesi e gli arabi,
costringer gli Stati Uniti e tutto il mondooccidentale ad aiutarlo nella lotta contro gli estremisti
islamici; Questosignificher aiuti militari, denaro, e potere da parte del gruppo dei"Falchi".
Nello stesso tempo la potente lobby che controlla il traffico di armi sabene che dall'altra
parte i Paesi arabi ora pieni di soldi grazie al rialzodel prezzo del petrolio, aiuteranno i palestinesi e
compreranno armi a nonfinire per combattere questa guerra contro Israele.
C' un terzo elemento che riguarda l'instabilit della situazione del MedioOriente e il prezzo
del petrolio. Una eventuale guerra permetter dioperare speculativamente sul prezzo dell'oro nero
che continuer a salire,mettendo in difficolt l'Europa, e questo per certi gruppi economici
negliStati Uniti ed in Giappone sarebbe interessante.
Insomma, le ragioni dell'egoismo, del potere personale, della corsa versoil denaro facile con
la speculazione sulla vendita del petrolio e dellearmi, fa si che alcune persone stanno spingendo
verso la guerra sostenendoi gruppi estremisti di palestinesi e ebrei.
Dall'altra parte c' la Santa Sede che non si stanca di ricordare che"tutto perduto con la
guerra" e che nessuno ci guadagna. proponendo lasoluzione negoziale ed il rispetto delle risoluzioni
dell'ONU perpreservare l'integrit delle due comunit, palestinese ed ebrea, conGerusalemme citt
internazionale.
Di fronte a questa situazione bisogner vedere come e con quali forze ilpresidente Clinton e
soprattutto le Nazioni Unite interverranno.
Per comprendere meglio la situazione bisogna conoscere un p la storia.
Breve storia del contendereAlla fine del XIX secolo (nel 1890) nato un movimento in
ambito ebraicoche si chiama sionista e che rimanda a Sion la collina di Gerusalemme sullaquale
venne costruito il primo tempio e che simboleggia la terra promessa.
Fondatore del movimento sionista considerato Theodor Herzl (1860-1904)giornalista
viennese, ebreo ammiratore della Francia dei Lumi, scrisse unlibro Lo stato degli ebrei. Saggio per
runa soluzione moderna del problemaebraico in cui espresse la speranza di normalizzare il
problema ebraicoattraverso una soluzione politica. Nel 1897 Herzl convoc a Basilea ilprimo
Congresso nel quale fu fondata l'organizzazione sionista. Herzlcontava sulla strategia diplomatica
per ottenere in pezzo di crostaterrestre dove stabilire un focolare nazionale ebraico. Dopo
averprospettato l'Argentina e Cipro Londra offr nel 1903 all'Organizzazionesionista l'Uganda come
sede del focolare nazionale. IL progetto accettatocome parte del riconoscimento internazionale fu
per accantonato subitodopo la morte di Herzl.
Cos Ahad Ha-am (1856-1927) indic in Israele un rifugio per l'ebraismo efu tra i fondatori
nel 1909 dell'universit di Gerusalemme nel 1909.
Subito dopo prevalse nel movimento sionista il gruppo che scelse diinfiltrarsi in Palestina
anche illegalmente fino a farla diventare lo statodi Israele.
L'arrivo dei primi pionieri in Palestina coincise con lo smembramentodell'impero ottomano
e con la politica coloniale delle potenze europeesulla regione. per questo venne sentito come una
manifestazione delladominazione stranieraSecondo il movimento sionista la Palestina in cui si
erano ristabilitealcune comunit giudaiche sembrava essere il luogo naturale per ricreareil "focolare
nazionale".
Gi alla fine dell'800 l'immigrazione di ebrei in Palestina fu un fenomenodi massa.
Dopo la prima guerra mondiale l'emigrazione degli ebrei continu a crescerein virt di due
decisioni internazionali: la dichiarazione di Balfour"del 2 novembre 1917 confermava al popolo
ebraico il diritto di istituire uncentro nazionale in Palestina, e il mandato assegnato dalla Societ
delleNazioni alla Gran Bretagna per la realizzazione di tale centro. Lasoluzione auspicata fu quella
di uno Stato palestinese arabo-ebraicointegrato.
La Gran Bretagna riconosceva le rivendicazioni sioniste e nel 1923 occupla regione
ponendo fine al dominio ottomano assumendone il mandato. lapresenza degli ebrei che grazie alla
disponibilit finanziaria e allaqualificazione professionale acquista=vano larghi appezzamenti di
terreno eli mettevano a coltura , fu vista come un intrusione dalle popolazioniarabe. Ci furono
diverse rivolte antibritanniche nel 1929 e nel 1936-39.