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IScjo
SQUGHT PEACEvy
4'
^3AVSaON XI QNnOJ
library
than
its fitting
volumes,
he would keep
loseJj)
^SjoT'z.aSe.irir.i,
Jtu/.
2f^.
ICONOLOGIA
DEL CAVALIERE
RIPA
CESARE
PERUGINO
NotabUmentt
accrefciuta
d'
Immagini
nnotazioai
,.
e -d Falli
SVA ECCELLENZA
a RAIMONDO
DI
SANGRO
IV.
Re
delle
due
Sicilie ,
mento Nazionale
Cavaliere del Real Ordine di S. Gennaro , Colonnello de Reggiper^a difcendenza de' Conti de' Marfi , Capo e Signore
,
di Capitanata , e
di tutta la Famiglia di Sangro
TOMO PRIMO,
IN
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PERUGIA, MDCCLXIV.
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'4
IH
momento
Ortunato
per
me fauHifsimo
di efsere
Eccel-
punche mi f degna
Principe
lentissimo
to
^'
197288
i'iis t
con Jorprendente
zi felicifsifne le
prime mie
letterarie fa-
che
,,
con
quella maggior
vivezza, difjpirito
quale
quale accrefce in gufa queHa Hefsa Voira Avita Chiarezza , che niente di pi
grande J pi dejderare , e che v" innalza d gradi pi eccelj di gloria , di eter-,
nita di Nome Sa bene in effetti la letteraria Repubblica qual ottimo grado vi
-
Le
deve
e purit di
Bile Tofcano efse fono , che J hanno con
tutta ragione meritata e /' approvazione
ce
dell'"
Accademia
Membro
di cui
Crufca
comuni encomj de''
della
Jiete , ed i
Letterati . Tante e s varie
ogni
oltre
ammirabili
VoHre Invenzioper la maggior parte utilifsime all'
ni
Umana Societ in genere di Matematica
Meccanica
come IdroBatiche
Pneumatiche
e Pirotecniche , vi fanno pi
che a fuffcienza distinguere per un Ingegno forprendente e incomparabile Finalmente co" nuovi lumi
e colle nuove
Regole, che prefentemente gode la mcredere
ltan
197288
VI
primi Generali
dell' Europa tutta e in voce e per lettere infinitamente commendato
Sul rifiefca
so
di
tanto
merito
troppo
ragione
vado di mia forte fuperbo , nello Jcorgermi da V. E, con benignit fovragrande onorato di Padronanza e Protezione.
Vorrei che dato vi fofse il poter penetrare ad evidenza /' interno altrui
VedreBe quai finceri fentimenti di gratitudine
quai
fi annidano nel fieno mio
brame quivi fi affollano di non rendermi affatto indegno di Voi. Nella maintraprefa di aggiungere alla celebre Iconologia del Cavalier Ripa varie capricdonde vieppi fiecondare le
ciofie idee
.
menti
VII
Pttarl
Scultori
Ar-pof-
motifsimi Paejt , per abbellire fuperbamente codeBo Voliro Palazzo, e per arricchire il Magnifico Tempio Sepolcrale,
e Gentilizio di VoHra Cafa di finifsmi
Marmi , d preziofe Pietre Orientali, di
famofe Pitture
alcune
delle
di fingolari Statue
quali
del Disinganno ,
fanno invidia alle Gre-
e della Pudicizia ,
che 5 e alle Romane
dico
rifpettojo penfiero
medefme
V, E,
difgradire un
Ma
in
tale
queHo Befso
vengo amareggiato
dal ravvifare P infuffc lenza mia, lafcarft di mio talento Quali mai comparipenfiero
oh quanto
!
ranno:
vili
mamente
bello
fommamente grande
Con-
fido che
Di V.
E.
Perugia ao.
Novembre 17^4.
DivMo OUgmo
Servidore Ofseq}%o
Cesare Orlandi
is
PREFAZIONE
DELL^ ABATE CESARE ORLANDI.
OL
que
penfiero di efercitare
folo
egli fiali
il
mio
talento
qualun,
to-
Ozio fempre ali" Uomo nocivo j intraprel , non ha molto , ad immitazione del celebre Cesare Ripa Perugliermi
ali"
Opera . Le perfuafive
d" ingenui eruditi fcienziati Uomini , a" quali filmai
bene comunicare le prime fatiche, e le varie combinazioni di cofe 5 che in quello mentre mi fovraggiunfero , m" incoraggirono in modo , anzi m" induflero a tale , che non temei di ellendere pi ltre
non
contenerli
nella
detta
il
il
di
te
penfiero
buon grado
5
ma
il
confeflo
ardire divenuto
Stampe
Ardire ,
ecceden-
ardire
in
me
neceflario
in
guifa per
le
Se il bollore di
mia Giovent mi avelie lafciato luogo a maturamente riflettere , quai pefo Io mi addolTava, quali
critiche circoflanze mi combattevano , nemiche de-
termi difimpegnare
dall'*
de^
Pubblico
Ma che? L^ unico rimedio al gi fatto il proccurare di corrifpondere , meglio che ila poflibile,
all'* impegno , alla pubblica Alpettativa . Voglia Dio
che la mia fincerit fia prefa in favorevol parte j
Voglia Dio che il cortefe Lettore nel tempo che
mi conceder graziofo compatimento fcorga ne"* miei
Hidori qualche utile agli Amanti delle belle Lettere
ed Arti . Lo fpero , ne credo di mal confidarmi .
La fola Riftampa della famofa Iconologia del Ripa,
mi deve indubitatamente ottenere buon grado dalla
Letteraria Repubblica . Di qual merito Ella li lia
fuperfluo il rammentarlo , e farebbe anzi cofa ingiuriofa allo fcienziato Mondo il volergliene far parola . Qiianto Ella lia fiata fempre ricercata , evidente l Icorge dalle tante replicate ed afbllate Edizioni 5
ILI
zioni
bench tutte
fommo
malmenate , tenute nientedimeno in alto pregio e cuftodite con fomma diligenza. Sa ognuno efler queft'
Opera utiliffima ad Oratori , Poeti , Pittori , Scultori 5 Difegnatori , e ad ogni Studiofo , per inventar
Concetti 5 Emblemi , ed Imprefe Per divifare quaiPer
fivoglia Apparato nuziale , funerale , trionfale
dagli inavvertiti Editori e Correttori al
rapprefentare
ci
fimboli
gione che mi
He
appreflo
mini
re 3
te
fi
non
quali vi
fiano le
ca-
ma non mi
efler
e di altri
del
Valentuo-
Loro fape-
renderli di qualche
fervir
che Erudizione di pi , non dico a" Dotti ( che folamente prego a mirare P affetto mio per g(i fludj )
mm a quelli che s"* incamminano nel guflo delle
Lettere
un
XII
un Fatto Favolofo
appartenenti alla materia fbmminiflrata dalla Figura. Sembrer quella per avventura ad
-,
Kilt
me
iparfl e
fi
fpargo
miei
fudori
ma
per
recare
qualche forta di utile , e diletto , che pure coli" utile deve andare unito, a Chi brama erudirfi-, a Chi
in un fol Libro defidera apprendere, ed al bifogno
fervirfi di varie
cofe
Ho
al
Pubbli-
Edizione i Geroglifici
morali del Padre Fra Vincenzio Ricci da S. Severo
Teologo , e Predicatore della Provincia di S. Angiolo di Puglia Minor Olferv ante di S. Francefco >
lampati in Napoli per Gio: Domenico Roncagiioe fatti , per quanto a mia nolo V Anno 1626
tizia , rariffimi 3 de" quali nelle Edizioni delP Ice-
co coir
-,
NOLOGM
del
Ripa
dal
6^
o. in
poi cos
fi
pai'la
Aa
della
'
Quelle Immagini del Padre Ricci , che ha ancora il Ripa , ho flimato bene , per non accrefcere
di foverchio
Volumi
Anno*
noii
XIV
non
che ho proccurato
conformare alla piij efatta, per quanto me lo hanno
permefTo le mie affollate incombenze , per quanto
mi
gi riguardo
all'
Ortografia
riufcito regolare
mente
flato
JVladre
per
me
di
errori
pollbile
il
corfo di
,
Stampa
per quanto in
come
Io Iteffo
ho
inevitabil-'
fomma
fatto dcll^
ME-
M
Il
M O R
'!'-
DEL CAVALIERE
Autori
lafciato fcritto
ed Edizioni*
Iconologia-,
Uanto
fua
della
celebre
fi
refo
al
Mondo P
Icow-
mediante i
vircLiofi fuoi Studj , de"* quali fempre
dovr avere ottimo grado la Repubfli
iica
Noi
ofcura
e Scienze,
come
altret-
giorno di
fua Nafcita, cos la Serie delie fue gefa pi particolari. Uomo di tanto merito. Uomo vivente ancora , famofo al Mondo , meritava bene qualche Ipeciale individua memoria da^ fuoi Coetanei
e Com^
tanto
TL
fi
refa
il
,,
patrioti
Giacer
ft
qualche polverofo Armadio, ma non elTendo a me noto, mi trovo necelltato a fcrivere di Lui quel poco folamente
che da accurate olTervazioni ho potuto rilevare . Se
e""
Perfona , che: ne abbia pi chiara notizia , far
fomma grazia a me , far cofa grata al Pubblico
col fignificarla
L" efempio di Uomini , non , come
fon Io , di fcarfo talento , ma forniti di elfo a dovizia , che febbene pi preffo alP et del Ripa , di
.-
Luii
XVI
Lui non ne hanno faputo dare alcun diflinto ragguaglio , mi 5 a mio parere , baftantemente di
Scudo ad accufa di Chiunque contro me inforger
per ci voleffe, collcch potr con verit affermare , che ninno abbia ufta maggior efattezza di me
nel fondatamente difcorrere di uomo cotanto bena&
fetto
alla
Letteraria Repubblica
ma mi
perdoni la firloriofk Loro memoIo afferifco, aver quaft tutti prefo evidente,
5
far
fi
fuo luogo
vedere
Lui
denominan-
per quanto da
fcmpre nella fua Iconologia , Cesare Ripa Perugino j e nelle Immagini che Egli efpone alla lettera
de' Mojiri , nel Difcorfo del Grifo , fi hanno le feguenti parole =^ E' il Griffo Infegna d Verugia mia Tatria-^ datale gi dagli Armeni i quali
pajfati quivi ^ ec, ^=1 Ed allegando qualche Componimento del Coppetta Perugino , lo chiama fempre
fuo Compatrwta^
Sino dalia pi tenera et fi port Egli in Corte,
dofi
-^
come
fi
parole
ali'
Immagine
febbene Io di
Ejfa pojo parlare con qualche fondamento per lo tempo che vi ho confumato dal principio della mia Fandella Corte
del
feguente tenore
come Egli
lleflb
ne
=2
t=:
Imperciocch
Antonmaria
attelta nella
Dedicatoria
a'
Salviati,
al
detto
Emi-
XVII
Eminentjffim dlia prima Edizione della fua Iconologia in Roma. T Anno 15-95 3 Seguita quindi la
morte del Cardinale pafs ad eflre Gentiluomo del
Signor Marchefe Lorenzo Salviati, reftato Erede di
Sua Eminenza V come parimente fi rileva dalla De-.
dicatoria dello fteffo Ripa al detto Signor Marchefe
nella feconda Edizione altres di. Roma del l'o^
Mancato
anche
il
poi di
prefato
vivere
Marchefe
^'j'.
Nel
i<)93
Anno
in cui diede la
non
come da
fi
detta Edizione
era
il
:->
Anno
fa: di
fleffo
detta Religione
mente Vili.
nelP
Immagine che
Sommo
Pontefice Cle-
che
il
"Ko^ filo conferm l' unione delle MiUzie de' Santi Maurizio , e Lazzaro , ma ancora le
concejfe nuove e diverfe Grazie , e dichiar alcuni Indulti e Privilegi a favore de' Cavalieri .
Si pu con tutta ragione afrerire , che la fia dimora folle fempre in Roma ,, e che in quella Do-;
=3
XVIII
Roma
il
di
zato in et
15".
5
Dmim
ho migliorate
le
tuto la debolezza
dell'
a perfezione
ridotte
avan-
favor
eflere
Facendo Io
ciare almeno il
ingegno in
:=j
Ora
nel
che col
diligente perquifizione
tempo di
di effer giunto alla meta de" miei defiderj nel rinvenire in quefla pubblica Augufta Biblioteca il fuo
gli
altri degli
Ritratto
tra
Uomini illuflri della
Citt
precifo
ICONOLO-
GIA
l"
Chi not
la
detta
Ifcrizione
mentre
il
Ripa nel
faputa
legga P Edizione d
vedr che negli ultimi Fo-
Padova
gli
del
6"
cos Jo Stampatore
Volume
fi
fpiega.
'^Studhfi Lettori
prefente
fi
Si
-t
-,
'^
-.
ftiiie
a^
MDCXII.
del
le
indirizzate
Vy
S, Illuftrijfima conofciuto
al
il
"^
:=d
Ha
che
c.
Camera , ed ora
1 6" 2 5".
con nome di
quefta Opera
Urbano
6, di
Agofto
\^f^
PafTiamo ora a difcorrere della la femofa Opera 5 e vediamo f quelli che ne hanno fatta menzione abbiano efeguite tutte le parti di accurati
Scrittori . Io ne riporter alcuni , e noter a" fuoi
luoghi quel tanto che vi far pi da oiTervare.
Prima di tutti Giano Nicio Eritreo , o fia Gio:
Vittorio Rodi err di gran lunga nella fa Pinacoteca 5 allorch volendo fare Elogio del fuo favorito
Gio:. Caratino Castellini ? di Lui dille num. 27.
Tmt maxima ex parte AuHor Iconologi.e , qucc
Ti^ormn
C.^SARis
Rip.^
dere abbagh
nonnine imprejfa
Guardimi
di s
XXI
na
di
ricercare
Se prefa
una
mani
fi
folle
che pure
Libri
XXII
il
fao
6,
Ma
-,
tazioni
Il
Signor Apoftolo
Zeno con
pi giudizio
con
ma
ne ha parlato nelle fue Note alla detta Eloquenza Italiana di Monfignor Fontanini . Ecco le
non
tutta,
fue parole
L^ Iconologia ad Cavaliere Cesare Ripa Pe rugino fu da prima ftampata in Roma dal Gigliotti (^a) nel if^^ , e pofcia la feconda volta
,,
dal Fazio nel 160^, con qual5, eziandio in Roma
che accrefcin?ento in quarto Se ne fece dapoi,
pure in quarto, una Riftampa in Padova dal Panel \6ii il quale in EfTa fi da vanto di
,, iquati
.
ma
lo fleflb
Au-
XXIII
5^
5,
5,
55
>^
quale conteneva ottocento Immagini , accrefciute ora da Lui nelP Edizione di Siena di altre
la
la
quale
il
longe copioforem
5,
recitdit
55
nuflonn
55
Le Immagini e i Difcorfi aggiunti dal CaSTELLIMI alP Iconologia del Ripa non arrivano ad
5,
elfere
55
nemmeno
Libro ha flato fatto maxima ex parte dal Ga5, stellimi . Il Fontanini riporta V alferzione del fuo
55 favorito Eritreo , fnza confutarla , onde anche in
,, fuo fentimento la da per vera e fcura . Giovanni
delP Accademia Francefe , ridulfe in
5, Baidoino
1" Iconologia del Ripa,
55 Compendio , e a Moralit
la pubbli55 e di nuove Figure in Rame abbellita ,
in lingua Francefe dalle Stampe di Matteo
5, co
Guillemont in Parigi nel 1 6'44 in fglio 5 e altra
3,
Parigi f ne ha preffo Lorenzo
55 Edizione pur di
i6%i in quarto.
55 d"* Houry nel
L* Oldoino in Atheneo Augujio cosi parla di
Cesare Ripa ;=i 55 C^sfar l^ipa Veritfinus Eques SS.
5,
il
,5
Mau-
XXIV
3,
5)
>j
Mauritu
Lazzari
53
fium natum
39
3,
y,
3,
33
33
33
quo
Italice edidit
primun Anno
1{0'
^s>3
&
Molti
Lodovico
Labb
altri
Jacobilii
dlia
di
come
Filippo
Umbri<t
Gesii in Mantija Anti-,
Bibliotheca
Compagnia
-,
quarift SuppelleHilis
Abate Ladvocat
tenerli
Zeno
do
ha
fatto giuflizia al
Ripa 3
coli" at-
piuttofto
al
Eritreo,
La
La
ni
La
La
fetcima da
L"*
ottava
in
Donato Pafquardi
l'zy.
Padova i '^ o.
Venezia per Criftoforo Tommafiin
i6'45-.
La nona
Annotazioni, e
di Fatti
17%.
^ 7
ANNO-
XXVI
ANNOTAZIONI
A/k No f
del Zeno,
(^)
i
I
( f )
Siena del
Non
Immagini . Afllinfe Egli T impegno , e die fbito juano alla Rillampa i ma effendofi dovuto trattenere per alcune fe prefTanti
urgenze > in queflo frattempo comparve dalla Stampera dei PaIquati nel i5ii. una nuova Edizione del tutto conforme allio
Romana, bench lo Stampatore la dichiarafTe accrefciuta e migliorata j che pertanto ne faceva avvifto il Pubblico , e flante
i fpraccennati fioi impedimenti , per isbrigare al pi preflo laj
fila Edizione , ne aveva mandata parte alla Stampa di Siena ,
ed ivi compiuta.
in quefla Edizione la Dedicatoria del Ripa ali* anzi
lodato Signor Filippo Salviati , nella quale la chiama terza >
bench in verit fia almeno la quarta . Forf per dimoflrarc
che la terza volta ulciva alla luce con nuovi accrefcimenti
Nella Riflampa fatta nuovamente nel 16 12. da Pietro Paolo
Tozzi dalla Stampa del detto Pafquati , elfo Tozzi debolmente fi
difende da fimili accui , e lnza porre in campo le Aggiunte che
colorifce il
fi erano gi fpacciate , contro ogni vero , nel idii.,
ilio vanto , col dire la detta Riilampa cavata fuori degli errori
MI'
Edizione
Romana ^
fmo
all'
Autore
XXVII
Autore meejlmo ; ed in conferma della fia aflertiva > mette in
vifta &\ Pubblico una Lettera dello fteflb Cavalier Ripa a Lu
diretta in tal congiuntura . Quefta la Lettera
Molto Afag.
Sg. e
S.
da
hi:-
tagliate
fi
prontezza
il
defiderio grandifllmo
eh' Io
ho
di ubbidirla
Tempre in tutto quello , eh' Ella fi degnar di co mandarmi . Qui dunque far fine > e con ogni riverenza 1
bacio le mani , pregandole dal Signore Iddio ogni conten*
M to , e felicit maggiore .
,,
e frvirla
Di
Di V.
S.
Roma
i<5'ii.
Molto Mag.
ed OhhWio Servidore
,
Cavalisr Cssara Ripa .
AffezonatMo
Il
Defidero
un Libro d detta Ico NOLOGiA , per poterla godere per amor di V. S. > e per legno
dell' affezione che Io le porto, le mando il mio Ritratto.
{d) In quefta Edizione , tempo in cui non era pi vivente
il Ripa , fi cominci a dire V Iconologia ampliata dal Sig. Ca*
di eflere favorito
da V. S.
* 8
di
valie-
Gio; 2aratimo Castjsllini Romano . Dopo quefta il medefimo Tozzi nel idjo. ne diede fuori un* altra. E nel i54$.
nuovamente in Venezia preflb Criftoforo Tommafini fu riftampata 1' Iconologia
Dall'Edizione del i6(5p. di cui parla T Oldoino ne difcorreremo appreflb .
(f) Mi perdoni la chiariflma memoria del Signor Apeftolo Zeno , da me fbmmamente venerata , f Io mi avanzo
ad a ermare eh' Egli non ha ulata tutta la dovuta dilio;enzij
nelle Oflavazioni latte all' Iconologia
Se quefto fofTc Irato,
e' non avrebbe detto
Le Immagini , e Difcorji agginm dal
Castllimi all' Iconologia del Ripa non arrdano ad effere nemmeno la quarta pane del Libro
Ma avrebbe anzi aflerito chcj
tion arrivano ad effere nemmeno la vigefima parte ; mentre ia
mille e duecento Immagini in circa , che nell' Iconologia del
Ripa fi contano , del Castellini non ve ne fono neppur trenta.
Avrebbe fcoperta 1' evidentifllma intereffita malizia dello Stampatore di Padova, che nel i^z^. , credendo forf di render
pi efitabile la fia Riftampa , dice 1' Iconulogia ampliata da
Gio: Zaratino Castallimi , e temerariamente, coU'ajuto per avventura di fciocchi Correttori ed Affiitenti , molte Immagini dello fteffo Ripa le pone col nome del detto Castellini . Dico ci
accaduto per malizia dello Stampatore , giacch mai mi caderebbe in penfiero che Uomo al cerco di fommo credito , e d
fino giudizio, come fi era il Sig. Gio: Zaratino, aveffe voluto
macchiare la fua gloria , col dimoflrarfi al Mondo un cos sfacciato Plagiario. Credo anzi , e non fenza fondamento io credo, che allor quando ufci alla luce l'Edizione del lz'^. o il
Castellini foffe di gi paffato all'altra Vita, o almeno gemeffe
traile anguflie della fia infermit accennata dall' Eritreo , fenza
per notare l'Anno precifb , dalla quale pi non riforle Ci me
valiere
y,
Dio
il
XXIX
Il
fatto
fi
Che
le
tutte
rertduto per
le feguenti Edi-.
verit ridicolo
chi voglia
ria
mia
confutarmela.
goffo, che penfr poteffe che foffe per reftare occulto il furto,
non dico air avveduto Mondo , ma- in una Roma , Patria del
Casiellini depredato , in una Faenza , daddove Quelli era vera, e dove il medefimo dimorava ? E che ne replicaffe
ancora le Edizioni collo fteffo impudente reato ? Non ha refo
forle Egli fempremai giuftizia al merito altrui , e le Immagini
d' invenzioni si del Casthllijji, che di altri , non fono neLi-
iiia Iconologia col nome de' Loro Autori ? Perch aveva da_>
porne alcune e non tutte ? Penfiamo anche per un momento
che il Ripa nel trafmettere a' relpetcivi Stampatori le nuove Immagini , che di tempo in tempo veniva accrefcendo , fi dimen^
ticaffe di porre a tutte quelle , che generofmente le venivano
date dal CAsxaLLiNi , il nome del fuo Autore ; o che ancorij
procedeffc 1' errore dall' incuria de' Compofitori di Caratteri, e
Correttori. Ma il Castellini lo vogliam penfare cosi poco gelolb delle fue Produzioni , cosi Ibnnacchiofo , cos indolente ,
che in mirare ltto altrui nome le cofe fiie date al Pubblico
non folo lo permetteffe , non iblo non fi rifentiffe , ma ancora
di pi in ulteriore Edizione di altre nuove ne faceffe parte allo
fteffo Predatore ?
Sciocchezza l' immaginarfelo . Non aveva
torno a dire, bifogno il Ripa di arrogarfi per lue le altrui fatiche : Non era di tempra di si poco conto il Castellini chej
lo aveffe fofferto
N avrebbe alpettata la morte del lio Amico
mente oriundo
d'
ingannare
fiia
Rii^ampa
il
;
Mondo
vedere di
apponendo lnza giudizio a
,
col
far
molte
XXX
molte Figure del Ripa
il
nome
Che
nuovamente dallo fteffo Ripa accrefciute e trafneffe in Padova al Tozzi nel idi 8.
Nella Immagine dell' Amor domato in tutte le Edizioni avanti quella del idx^. fi legge =j Ringrazia il Coppetta mio Compatriota il Tempo che V abbia fciolto , ce. Alz l' ingegno il Tozzi,
o Chi a Lui preft afliftenza , e pens che nell' aggiungere a_>
detta Figura il nome di Gio; Zaratino Castbllini , f avelTe
ne
tra quelle
i leggieri chi-
unque accorto fi farebbe che quefta Immagine era itata inventata dal Ripa Perugino , e non mai dal Castellivi
giacch
ognun fapeva che il Coppetta era. di Perugia, ed il Castellini
Romano o Faentino; e perci tolf mio Compatriota , iScmxdo
5
tutto
il
reftante
Parimente nella Figura della Vita hraje , della quale cail Tozzi
ne fa Autore il Castellini , dicevij
prima il Ripa ; Corrifpondc un moral Sonetto i Francefco Gap~
petta y mio Compatriota , cbe lo ferine ad una fua Parente ec. ed
Egli colla fleffa afluzia iafci fuori le parole ?mo Compatriota
pri cciofmcnte
Dice
XXXI
del Confitto ( che non fu mai
il Ripa nel Difcorfb
deli*
Orfo =3 Ada d quejto Smbolo
parlando
Castellivi
del
)
luogo nella Figura deW Tra ;=: In fatti alla Fif ne dir a fm
ancora per buona forte al Ripa , fi parla
,
lafciata
Ira
gura dell'
dell' Orlo , come aveva promeflb
Con niente X accuratezza il Tozzi appone all' Immagine^
della Diligenza il nome del Cavalier ZARATit^o, poich il Ripa
vero Autore in detta nomina , come fo Stemma , il Simbolo
eh' Egli porta dell' Amandola , e del Moro Celfo j ed il Tozzi
non ha avuta 1' avvertenza di togliere almeno all' Indice ci
che quello chiaramente dimoftra . Vedafi nella fiia ftefla Edizione r Indice delle Medaglie moderne > e fi legger =j CasARa
Ripa coli' Amandola e <Moro Celfo, e indica la Pagina, dov'
detta Figura defcritta.
La Notte del Ripa colle lue quattro Parti nell' Edizione del
kJz^. manca, e vi invece la Notte del Castellini prefa dalla ftefla Notte del Ripa , ma {piegata diverfamente
Varie altre cofe farebbero da notarfi in comprova del n^io
dire; ma giudico bene il lalciarle alla rifleffione altrui, rilevandofi da quello da me fin qui riferito ballantemente il torto che
che al Castellini , e T erroro
fi latto al Ripa , non meno
degli anzidetti Scrittori , Ipecialmente dell* Eritreo , e del lo
fido Fontanini.
Dice
ANNO-
xxxir
ANNOTAZIONI
Ali" Oldoino.
1^25
>
come
fi
detto, ufcirono
Ho
....
ufata tutta
Iconologia
dell'
di
,
che Ella defderava , ma ogni perqujzone
non avendone trovata n preffo di me , n prejfo verun altro di quej Libra] y e de' miei Conofeenti verun Efemplarct
onde rimango col rincrefcimemo di non averla fervila nelle fuc_^
premure . Ho bene appreflb di me 1' Edizione parimente di Venezia appreflb Criftoloro Tommafini i<?45. ommelTa dall' Ol-
nelV
Anno i66p
riufciia
doino
vana
(e) Fino
PROE-
PROEMIO
xxxiri
forme d^ Immagini ,
colle loro
Immagini
fatte
diverfa cofa da
^S
colP occhio
cHe
non hanno
vede
fi
altra
pi
e
de^ Latini
regole
ne"*
Marmi
e de^ Greci
che
Per comune-,
di que^ pi antichi
mo-
XXXIV
moderne
e dichiarando
verifimilmente
ciafcuna
)
trattare alcune cofe intorno al modo di formare, e
dichiarare i concetti fimboliei , nel principio di queff
Opera , la quale forf con troppa diligenza di molti
Amici
il
follecita
fi
alpetta
quali fono io in
da parte
quell'
Immagine ,
della quale
fi
dunque
ferve P Ora-
poflbno rapprefentare qualche col differente da ella , ed a conformit coli" altra 3 perch j fiecome quella perluade
molte volte per mezzo delP occhio , cosi quella per
mezzo delle parole muove la volont j e perch anche quella guarda le metafore delle cofe , che Hanno fuori deli' Uomo , e quelle che con elfo fono
congiunte , e che fi dicono elTenziali . Nel primo
modo furono trattate -da molti Antichi, fingendo le
Immagini delle Deit , le quali non fono altro , che
veli , o vellimenti da tenere ricoperta quella parte
di Filofofia , che riguarda la generazione , e la cordi colori
di
mezzo
mezzo
di qiiefte
Immagini,
le
lafciavano
a' Pofteri,
altre
di
^10
con
'
XXXVI
con Eflb
come
-,
di parole
e di corpi
fi
manifefta
Con
quella poi
torma P Arte delle altre Immagini , le quali appartengono ai noftro Difcorfo, per la conformit che
hanno colle definizioni , le quali flo abbracciano le
Virt 5 ed i Vizj , o tutte quelle cofe , che hanno
convenienza con quelli o con quelle , fenza affere per effere o fole primare o negare alcuna cofa
vazioni o abiti puri , il efprimono colla Figura umana convenientemente . Perciocch , ficcome T Uomo
tutto particolare , quafi come la definizione mifura del definito , cosi medelimamente la forma accidentale , che apparifce efleriormente di Eflo , pu
efifer mifura accidentale delle qualit definibili, qualunque il fiano , o dell' Anima nollra fola , o di tutto
il comporto. Adunque vediamo, che Immagine non.
fi
pu dimandare in propofito nollro , quella che
non ha la forma ddV Uomo , e che Immagine
malamente diilinta , quando il corpo principale non
fi
-,
fa
XXXVII
fa in
Nel numero
delie
altre
che
cofe da
nella defini-
fa
avvertire
fono
minutamente
le diipofizioni
qualit
le
della faccia
cia
nelle
gambe
Uomo
,
ne"*
Dovr ancora
piedi
nelle
nelle treccie
brac-
ne"*
ve-
zioni
Medaglie di Adriano
L" Allegrezza del Popolo fotto nome
particolarmente
Imperadore
nelle
camminare
-,
altre
con un piede
alzato
con
altre
Occone.
fono
XXXVIII
fono fondate avvertendo , che tutte quelle parti facciano infieme un' armona talmente concorde > che
nel dichiararla renda foddisfzione il conofcere ie
conformit delle cofe , ed il buon giudizio di colui,
che le ha fapute ordinare infieme, in modo che ne
-,
rifulti
una cofa
ma
fola,
perfetta e dilettevole.
che non fi
governano a cafo . E perch la Fifonoma , ed i colori fono confiderati dagli Antichi, fi potr ciafcuno
guidare in ci conforme air autorit di Arilloteie ,
il quale fi deve credere , fecondo V opinione de' Dotti , che fupphfca folo in ci , come nel rello a quel
che molti ne dicono e IpefTo lafciaremo di dichiararle , ballando dire una o due volte fra tante cofe
polle infieme quello , che , fc foller diflinte , bifognarebbe manifellare in ciafcuna , mafilmamente che poffono i Studiofi ricorrere ad Aleffandro d' Aleflandro
ip. ove in dotto Compendio Egh
f7el Lib, 2. al cap,
manifefla molti Simboli con fue Dichiarazioni attinenti a tutte le membra-, e loro colori.
La definizione fcritta , bench fi faccia di poche parole , e di poche parole par che debba efere
quefta in Pittura ad immitazione di quella, non
per male l' oflen^azione di molte cofe propofle ,
acciocch dalle molte fi polfano eles^gere le poche
che fanno pi a propofito- o tutte mficme facciano
una compofizione , che fia piii fimile alla defcrizione , che adoperano gli Oratori ed i Poeti , che alla
propria definizione de' Dialettici . Il che forf tanto
Antichi
pi
XXXIX
quanto nel reflo per f
fteffa la Pittura pi li conf con quelle Arti pi facili e dilettevoli, che con quella pi occulta e pi
difficile . Chiara cofa , che delle antiche f ne vedono e delP una e del? altra maniera molto beile
e molto giudiziofmente compolle.
Ora vedendoli , che quella forte d"* Immagini fi
pi conveniente yien fatto
riduca facilmente
,"
della definizione
ilmilitudine
alla
modo non
ordinario
Ha
fola
fomma
balla per
perfezione
fare
-,
F Immagine, lodevole
mancanza
in
>
della quale
di
che
unita
XL
unita fcmpre colla cofa medefima ne fi difceme , fi
adoperano le generali , come fono quelle , che polle
inlieme mollrano quello ifteflb , che conterrebbe efla
fola
le
qualit
una cola
accidenti di
cagioni
definibile
le
quefla flrada
propriet
le
di,
acciocch f ne
tale
la
vezza
gli
ndV Uomo
fortezza
di tutti
faftid;
vengono addoflb
toiica la
Spada
quelli Illrumenti
e lo
il
ed olfnde P altrui
co" fuoi argomenti
cofe favorevoli
-,
che
e per fimilitudine della RetScudo , perch , come con
e di tutte le difficolt
Soldato difende
,
,
cos
il
ovvero
vita
la
Retore
entitemi
propria,
P Oratore
mantiene
le
fi
fcuopre
il
qual
modo
meno
xu
meno
ma
lodevole,
della invenzione
lle
due forta
eff
fimilitudini
di
icioCCa.
delP
il
nervo
fenza
cosi
quali
le
forza
la
come
rimane inllpida e
^'^'-
Ci non
Moderni
llrare
eflenziali qualit
come fanno
>
mo-
dipingendo
per
la
magine
e
nudi , come in particolare quelli che appartengono
alla fifonoma , ed alP attitudine del corpo , che danno indizio del predominio, che hanno le prime qualit
gono
gli
accidenti
me
ben
fatto
rabbuffate
il
,
efteriori
conformit . Come
cona , il Penfiero
far
d^ elfo
le
,
quali difpon-
e lo inclinano
vifo
la
Uomo,
afciutto macilento
barba incolta
le
chio-
le
carni
non
molto giovenili , ma bella , lafciva , frefca , rubiconda e ridente fi dovr fare P Allegrezza , il Piacere ^
il
Diletto , ed ogni altra cofa fimile a quefte , e
febbene tal cognizione non ha molto luogo nella
numerazione de^ fimili , nondimeno ufata affai , e
1
quella
XLII
non fempre
feguitar
e degli
come
efFetti
nel
gi det-
dipingere
la
Bellezza
la
aflai
maggior diligenza ,
XLIII
genza
verf
>
degno
di ferile
quali
fono in vero ammaeflramento , nato, prima dalP abbondanza della Dottrina Egiziaca , come fa teftimonio Cornelio Tacito , poi ribellito ed acconcio col
tempo, come racconta Giovanni Gorocopio ne" fuoi
Geroglifici 5 talmente che potremo quella cognizione affimigliarla ad una Perlona fapiente , ma verfata
la quale
nelle folitudini , e nuda per molti anni
per andare dove la converfazione il rivede , acciocch gli altri allettati dalla vaghezza efteriore del
Corpo , che P Immagine , defiderino d"* intendere
minutamente quelle qualit , che danno Iplendidezza
alP Anima , che la cofa lignificata 5 e flo era
mentre flava nelle folitudini accarezzato da pochi
Stranieri . E folo fi legge , che Pittagora , per vero
defderio di Sapienza penetrafTe in Egitto con gran^
diflma fatica , ove apprefe i Secreti delle cofc , che
occultavano in quefli Enigmi , e per tornato a
Cafa carico di anni e di Sapienza , merit che dopo morte della fua Cafa fi faceffe un Tempio , con^
,'
fotto
P ofcurit
delle
fue
Parabole
mo
Fu adunque
orrido
"^
XLIV
de"*
acciocch tutti afkticandofi amvino per quello mezzo a qualche grado di felicit . Quello veftire fu il
comporre
alle
corpi
Immagini
delle
diftinte
di colori
ma
villa
non
d" invelligare
fenta
ed ordini rapprefentate
Quella
l"*
ordinariamente fi
parere al coflume degli Antichi,
quali nelle
Me-
imprimevano anche i nomi delle Immagini rapprefentate , onde leggiamo in effe , AbunDANTiA , Concordia ^ Fortitudo , Felicitas , Pax >
PROVIDENTIA , PlETAS , SaLUS , SeCURITAS , VICTORIA , ViRTus , e mille altri nomi intorno alle Loro
daglie
Figure
Loro
quanto mi
paruto convenevole
fcrivere per foddisfazione de" benigni Lettori . Nel
quello
di
Dio
ed
utilit
dalla
io
voflra
XLV
diligenza Loro
ho ci
,
cosi
fcritto
ve
per
ne va-
medefimo fine 5 elTendocch ingrato e vianimo farebbe quello che non riferilca a Dio
ci che per mezzo di feconda caufa T ifteflb
gliate pel
ziolb
tutto
gli
propone.
J-O
XLVI
LO STAMPATORE
AL LETTORE.
NON
poteano certamente
mi
fili
pacejje
principi di queji
far
dell'
d f
mojtra
nuovi caratteri
/ vantaggi
fingolarilfmi , che a
Iconologia
del nofro
tutte
Cavalibr Ripa j le giufle lodi ad Epa date da tanti Valentuomini y le molte edizioni di Effa fatte dopo la faa prima comparfa
arricchir le volli ahhondevolmcnte
le
belle
parca che in
za
un
e la rarit
certo
celebre
finalmente
modo m'
re di pubblicare guefT
fbile
mi
La
colle
rimaneff ai fortiflimoli
una volta
Opera
ragione
loro
coli'
per
intereffarmi anch'
,
finalmente
ed onorato Concittadino
io
imprefa , e l' ambizione lodevole di recider V Opera feffa pi compita , e pi adorna , mi avrebber tuttavia lafcato con quej'ia inefficace brama , quando per buona forte
non fi foffero combinate molte cofe a favor mo per appagarla .
certamente fpiegar non fi pu quanto grande fojje il mio compiacimento y allorch feppi che incontratofi a forte col mio defiderio il
dotto Genio dell' filmo Sg, Abate Cesare Orlandi, meditava gi
djjlcolt
dell'
V Iconologia
erudite Annotazioni
zio famente
lacrt
inventate,
o tratte
da chiunaue
con
convenevoli fmu-
j,
con
XLVII
3j
RapprefentafTe
Gli egregi
talenti
grate Fantafie
Per
XLViir
PEr
Primo Tomo
il
dell*
dall'
ligione
Opera
intitolata
ec.
ci
Iconologa
Immagini
Cavaliere Cefarc^
del
^nnotationi , e
ho trovata cofa alcuna centra
accrefciuia d'
d'
di
la
Fat-
Re-
Principi; anzi ho
ammirato l'ingegno, 1*
exudizione , e 1' eleganza
non folo del primo Autore ; ma del fecondo ancora , il quale ci ha fatta si confiderabile aggiimta e per , cornea
^tiliffinia alla Repubblica Letteraria , la jftirno degna della pubblica luce
,
btioni coftumi
ed
In Perugia
Pi Cafa
7^4.
Vincenzio Cavallucci
Dottore di Filo/ofia e Teologia,
in quefla
Sandi
Officii
Iconologa
fcHta
d'
Immagmi
landi
ec.
4el
PETRUS PALMA
Inquiftor Generalis
titolata
Matematiche
Teruga
delle
e Trofeffore
Vmverfni
Cavaliere
e
il
Cefare l\ipa
PeruCx
Reverendlfllmo Vefcovo di
Primo
Tomo
Terugivo
dell'
Opera
notabilmente
in-
accre-
annotazioni , e di Fatti dall' .Abate Cefare Orho trovata in eflb alcuna cofa che ila contraria alla Santa Fede 9 ai buoni Coftumi , ed ai Principi ; ma in oltre
mi fono grandemente compiaciuto pe '1 fublime pregio dell' Opera non
meno in riguardo al primo fuo Autore.) che tante edizioni le ha di poi
meritate: quanto ancora in ordine al fecondo che di molte Immagini, e
di copiofa erudizione 1' ha nobilmente arricchita ; colle <juali avendo anch*
Egli dato Saggio del fuo raro ingegno e valore, la iHmo fempre pi
jdcgna della pubblica luce e di efTere a comune utilit profeguita .
* Dal Convento di S. Francefco li 25. Ottobre 1764.
non
f^ylo
d'
non
F, Giuseppi
e
Maria Modestini
Es-Trovincidle
ICONO-
ICONOLOGIA
CAVALIERE
DEL
^ ^^ ^C ^k ^k ^k
^k
^tff
^fe
*Jj*
^t
^fe
-A-
^^
ABBONDANZA.
_
Ai
.2>/
Cefare^p4
Ctsa'Ti Orla-ndi
Onna
ri
grazofa
che avendo di una bella Ghirlanda di vaghi fio, ed il veftimento d color verde , riccamato
d oro
di molti
co
te fpighe
legumi ) e Ibmigliant
dal quale
fi
Bella
ha, e
con
ufcite
,
Ha
ICONOLOGIA
Ha
Ghirlanda di
la
{a)
fiori
perciocch fono
-,
fiori
de' frutti
chc_
T Abbondanza melTaggieri
fanno
Abbondanza
Il Corno
della dovizia ( A
Ermogenc
ta da
nel
lib.
per
della Frigia
la
,
ficcome
riferlice
Amaltea
racconta-
li-
Acheloo , e per quello 1 che Ovidio Icrive del detto Acheloo fotto figura di Toro , nel lib. p. delle Trasformazioni , manifefto fegno dell' Abbondmiza , dicendo cosi ;
bro
Meteologe
7. delle file
cap. 2. di
al
&
.'
perch l'Abbondanza fi dice Copia, per moftrarla cosi la rapprefentiamo che il braccio finiltro abbia come il deifro la fua carica , e davvantaggio , edendo che parte di quelle fpighe fi fjjargano per terra
Jn prccfcrptam ^bbimdantx figurar , Domnicus ^Ancajan'AS .
uifpice tcrrarum flaventes undique campos
Multipli ci compi et mcffe benigna Ceres ,
Tomoriim vario airvantiir pondero rami >
Et bromio l'itis piena liquore rubet
Cerne boum, pecudumque greges bine la^eus humori
.
[
'
'Il
Hhc
II.
fl
come
fiore
il
quale precede
il
frutto
T Autore
tocca due diverfe opinioni del CorDovizia alquanto ofcuramente onde nece/Tario di meglio fpiegarle:
Alcuni dicono , che quello Corno tolle d quella Capra , da cui fu fatto nutrire Giove dalle due Ninfe Amaltea, e Melifia , ovvero Ega^ed Elice, la qual
Capra avendoli rotto per difgrazia un Corno ad un' Albore , rec gr.mdiflmo
riifpiacere alle dette Ninfe, ma non potendone far altro , lo empirono di diverfi fiori
e frutta, e lo prcfentarono a Giove , a cui fu molto grato,evoI] eh/: per onore' della fua Nutrice folle l'empre fegno di Abbondanza
E Ferecide , come riferilce Apollodoro , laici) fcritto tale elTer la virt di qucilo
Corno, che copiofameute fomminiilra tuttoci , clie l'Uomo defidera per cibo,
e per bevanda . Ma li legge ancora , che quello Corno non tu di Capra , ma
di Bue , cio di quello , in cui fi cangi il fiume Acheloo , quando combatte
con Ercole per Deianira promelTa ia moglie dal Padre ad ambedue J Imper
doccile Ercole ruppe ad Acheloo nel lottare un Corno , e gittatolo via , le_
Naiadi Ninfe de' Fiumi lo raccolfero, ed empitolo di varj fiori, e trutti, t*
di verdi froudi adornatolo alla Copia, Io confecrarouo ; e perci tu ciainato J
Corno della Copia j e delia Dovizia,
\b'\
no
della
j-
..
MO
f
Uhc
P R T MO.
Syha
%Abbondanzu
Donna in piedi , veftita di oro con le braccia aperte tenendo l" una,
e 1' altra mano fopra alcuni celioni di ipighe di grano , i quali fiano dalle
bande di detta figura, ed cavata dalla medaglia di Antonino Pio, cqa lettere , che dicono :
AUG. COS. IIII. , et S. C.
>
ANNONA
%/ihbondanza Marittima.
'
Donna
che con
la
deftra
mano
tiene
un timone
con
la ilnilira 1c_j
tfpighe
abbondanza .
Donna
zo di canape
ramo
di
con
ginellra
le foglie
con
di
grano
la iiniitra
il
nella delira
Corno
mano un maz-
della dovizia
ed un
Faraone
Savj del
Ja
"
aride
1'
della Vifione
ICONOLOGIA
fette grafife
Vacche
vatore del
Mondo
>
quanto
PReglafi
FATTO FAVOLOSO.
TRttolemo
di Grecia Alunno di Cerere , da EJa ricevette un Vai denominato Pirodoro con ordine 1 che , aicelb nel di lei Carro , girai_>
per il Mondo , e IpargeiTe ci che dentro vi aveva Eilk pofto . Era quello
ricolmo di grano, ed aveva la propriet , che per quanto f ne verfa^le rimaneva fempre pieno . Allegro Trittolemo e per la fama , che nel Mondo
acquiftata fi farebbe , e per 1' abbondanza , che a quello avrebbe recata , pi
che di buona voglia ubbid la provvida Dea . Giunto nel fbpravvenir della
notte in una Citt della Scizia, in cui, come Re , riledeva un certo Lineo 9
lafciato in diiparte il Carro con i Draghi , fi port all' Abitazione Reale
s' inchin al Re , e gli chiefe per quella notte albergo , promettendogli foprabbondante ricompenf: e qui gli narr l'ordine di Cerere e gli f vedere in una gran Loggia i prodigi del luo Vafo . Stupito Lineo 1' accolf
l' abbracci , il tratt lautamente alla propria menf . Andato quindi Trittolemo a dormire , 1' ingrato maligno , e avaro Re * temendo , che f fparf
fi folfe tra fuoi Popoli la gran maraviglia , lo avrebbono voluto per loro Signore ; ed iiwltre penfando , che farebbe Elfo divenuto ricchiffimo , e fmofiffimo f riufcito gli folle il rapire il Vaio ; llabili portarfi tacitamente al letto dell'
O^itc 3 trueidoflo e fervirli con tutto il comodo del Pirodoro . Non ebbe
effctta
TOMO PRIMO.
effetto
il
Cerere trasformato
in
un Lupo
ABORRIMENTQ
Z)e/r
^hatc
Cefare Orlandi,
C.M
Umo
dido
Gli
E'
fi
ponga
a'
piedi
r Aborrimento
un Armellino
un' alienazione
dell'
un
fi
diflTentimento
una diicrepanza^
grave prelnza
Uomo di
Uomo grave 1'
dipinge
dell'
avere orrore ,
e diiTentire da ci, che reputa non buono . II fopracJglio indizio
dell' animo repugnante * giacch
f^ultus , ac frons animi efl patina , qu^e figniabditam , ac retrufam . Cicer. de Pet. ConC E nel 3. de
ficai voluntatem
Orat . Omnis motus animi ftmrn qttemdam a natura habet vnltum , et fonum et
^eflim . >Anm Imago vultus. efltjudices octd. Tratti hxc eft una pars corpo*
rs , qitx qiipt animi motus fmt tot Jgnificatones pofft efficere . Oculi enim funtt
quorum tnm intentione , tum conjeSiUt tum hilaritate, motus unimorum lignifica^
sfuggire
mus
res
apt
I^am
ut
Equo
&
Leoni fetas
caudam
att
dedit .
la
ON
-C
L'OG
La
Tcfta voltata
alla
parte oppolla
che
j*"
a quella
sfligga di volef'
tt
vedere
In
,
,
giacche un moto dalla natura infegnatoci , il riin cola , che ci difpiaccia . Iddo
per dare ad intendere quanto abborrilca i Sanguinar} , cosi parla per ifda cap.
1. Cur extenderitis mmas veftras , avertam ocidos meos a vobis , manis enim
w/lra fangtiine piena fmt .
azione dell'Aborrimento
volgerfi altrove
>
m.il fi crede
'Dna virt
che
nell'Artaierfe Atto
Ha
quefla
II.
l"
Metall. Iflipilc
ordinario eccede.
Scena
XIL
[noi confini,
e quarido eccede
fi
vede
Sono
CIjc
certi confini
per
In colpa egnal
V Armellino
q-.ialunqie via
,
cade ognuno
da lor
fi fcofa ,
fingo
pR
Non mi
pare
SO
V^go
Fai pompa
E T T
71
xArmellin^ che di
tal
udh qual
tua
bi(!:r^cA
fpogUa
pregi
Che temi
Candori, che
il
ogn* aura
folle deso
Ti trae fuor
il
mal
dell'
P,\. ;r^
ti
"{
fa- adorno
-'
il
togliti^
frana voglia
del giorno ?"
ufato ai rai
elori dolce
reji
Onde
gran paragon
Tinto del fango
onta
al
Mifero
rf'
alquanto
ir la
'vedrai.
candida il
mmto
crederai
ti
che
e
aborri
e intanto
morrai
di dolor
L' no
Iniquit dell'
Fattore
in tale
cos accrefciuta
Ci
era
aborrimento venne
FATTO
MEntre che
ORICCJ PROFANO.
la^
ftretto afledio
Citt de' Faliici , che la Citt dalla fame era anguftiata , f orecchio dare aveife vohito ad un traditore , agevole cofa gli farebbe fiata il
Principali a>
IllbitO prenderla ; Perocch il Maeiiro He' Figliuoli di tutti
fediati, ufcito dalla Citt lotto preteito di voler condurre
go
le
li
diede
tutti
in potere
eendogli che pqteva ben' allora afllcurarfi d' av^re la Citt nelle mani
fciach in fiia balia aveva i pi cari pegni di quei miferi Cittadini .
iin'
che
in.
vece
hm*
a ricreazione
del Dittatore
di fervirfi
di
po^
Spia-
dell*
oppor
re
LOGIA
Peche
<,
T. Livio Decad.
i.
alla
t, j. cap. ly.
FATTO FAVOLOSO.
FU
di Pelope
-,
-i
<,
ABUSO
Bdl* wdbate Cefare Orlandi
UOmo
d alpefto deforme reftito con Abito a LIfte d varj colori . OOcrPovero , che genuil Tempo , che vola . Abbia avanti un
vi ridendo
fleflb gli
mano
chieda
la
la
limofina
finillr*
Abbia
a*
Per
MO
T
Per r Abulb
PR
M 0.
V Immagine ,
intendo generalmen-
te parlare del mal' ufo , che fa 1' Uomo di quei doni di animo , di corpo t
e di fortuna, che gli vennero dal Supremo Diipenfatore compartiti.
Lo immagino perci Uomo di afpett deforme per dimoftrare ,che
non meno della bruttezza da {chivarfi I' Abufo . Lo vefto con abito a li*
lle di varj colori per indicai'e la moltitudine , e variet degli abufi , che regnano nel cuore degli Uomini, i quali verremo in parte efaminando in fcguito alla {piegazione della noftra Figura .
,
Si dipinge in atto di oflervare ridendo il Tempo , che avanti gli vola
per dimoftrare la pazzia di quelli , che del tempo loro conceduto , non fanno
punto fervirfi , o mal frvendofene , indolenti in braccio al proprio delirio
non riflettono , che pafla quello, e pi non ritorna Con ragione ftupifce il
non mai abbaftanza lodato eruditiffimo Sig. Paolo Rolli in un leggiadro \xo
Endecafillabo
pur
le Jloliie
^Ime mal
nate
nome
loro Maggiori
gliano
menti ,
il
odofo
pu cantare
a quelle
.fi
appi
in vili tratteni-
come
Perfio nel-
la Satira terza.
&
Stertimus indomtum
Sufficiat
quinta
dum
En
qmd
defpumare Falernum
linea tangitur
wnbra .
Giovane
Oh
Se
fi
&
fconfigliato
mifer
confideraffe feriamente
^lid fumus
^is
fi
efi
farebbe
datus
&
Tempo
r,
et
ordo
unde
alla ijienfierata fi
vve
PerfI Sat. J
confider
, fi
e quotidiano
il
precipitevoliflimo fuo
apparifce
il
precipizio.
SOTiETTO
ICONOLOGIA
IO
SOLETTO.
B
E
^mor
Etiche d*
nel vaflo
Mare
Zj'
Su
flutti galleggiare
i'
un fero
antenne
membra
infcpolte
udijj latnentevol
Di naufraghi
infelici in
orrido
infido
e fparte
e farte
il
lido,
grido
ogni parte
Ma
affidai
Venti rabbioft
sbigottito io gridava
Ma
al franger di
&
nofirnm
T^ihil
tum Domini
Jeruis
fit
in
effe
noflri
-,
hoc fxc.ilo ; nobis crcditam effe difpenfationem facitltaad utendttm eis fuffcienter, vel ad difribuendum con-
vel
e perci ) ion
erogationis
ratio
licere
nobis
eas expenfas
ufurpare fuperfuas
cum
quello
PR
M 0,
il
in Eflb ingiuftizia
abmdoMS,
Ricco da
alis
Luca
S,
terreni beni
'vero
dflribiiat
iiijiijus
efi
vtx fuhfidia
&
&
Parlo cos de' Ricchi , come altres de' Poveri dico , che abufarfi non
giacch pur troppo alla giornata fi miradebbono della fteffa loro povert
no de' Pezzenti , che affidati nelle copiofc iKiofine , che dlpenlare fi fogliono-, amano piuttoflo trarre una vita Iper.fierata ed oziofa, che proccu;
rare a forza de' loro fudori un lode voi follie vo alla propria mifcria
E' la Nobilt il pi bel pregio, che nel Mondo adornar poifa 1' Uomo
la
e di f ftefla
>
il
dono
S.
E bench in altro
Greg. OmiL 6.
propofito
fi
abufi
giacche
Metaf.
Ch plus datum
non
efi ,
la
PalT.
plus reqmret:ir ab ea
La Superbia ,
quelli
ed
che armati
la
di
peggio per fi di quelli , i quali abbacinati dallo fplendore del loBramano , chiero potere , tutto fi danno ad intendere che ad effi fia lecito
dono 1 vogliono . Raggiri , minacce , tutto fi mette in opera purch fi otMoitrano di effer tanto al di fopra degl' inferiori , che moltenga l' intento
te volte in vece di dare ad efli , da elfi vogliono vitto , veftito , vogliono
Come quello ? Mi fpiegher . Intendo ragionare di coloro , che quantutto
pompa
di aver Servi a' loro comandi , altrettanto non hanno rolTore di
to fan
Di coloro , che tutto giorno ordinano ed
trattenere a quelli i dovuti falarj
a quello , ed a quel povero Artifta , onde fodisfare al caprccio , ed al fae lafciano fcorrere degli anni , prima che fegua il pagamento de*
fio ,
Veftire fi vuole alla grande i
fudori di povera gente, che langue di fame
alla ricca ; pagare poi vien fempre a tempo , e per lo pi reit al povero
Mercadante il miiero onore di aver fervito un Nobile poich f la neceffit lo fpinge a richieder ci che gli fi deve , o gli fi fa dire , che il Signore non in ifiato di dargli udienza , o fi fcaccia dalla fua prefenza tacciandolo di temerario im.portuno , e con minacce, e con illrapazzi fi fi avvilto,
Cosi fi abufa 1' Uomo dell^ fuche pi non infaiidifca il nobile Debitore
Il
periort
TCONOLOGTA
!.
CafTidoro Ep. 1. j.
E' un abufo cnorm.e quello de' Superiori , che o tiranneggiano, o fuppeditano i prorj Sudditi ; E' lui zbufo intollerabile quello de* Genitori , che
non dubitano rendere fchiavo 1' arbitrio de' Figli
Oh quanti 1' autorit
loro, da Dio fopra la propria Prole concefla convertono in Tirannia f
.
Per- la Spada
,.
fcoila
..
Troppo,
Oliai'
a.
Expiravit
Indica
^per
Tigr.s
Terpetuam.
majoris dentibiis
agii rapida,
cum
^pri
Tigridc
fi
veda.?
pacem
Z/rjls
Homt ferrimi leibale incnde nofandaVroduxijfe par uni efi->. cum r a/Ir a,
farcula tantum
marris > ac vomere lajj
'Affueti coqi^xs. ,
.A/
&
&
..
rOMOPRIMO,
rs
proprio interetle , un nula prezzando le rovine di tante famiglie , quell' afllitere a feconda iolo de' donativi , quei raggiri , que!l'i_s
longaggini a cagione di arricchirli aliena fattura , quell* abbandonare i poveri Clienti , allorch Imunti affatto fi fono , oh qual vendetta , qual perigiiardiire
na
il
chiamano
La cognizione infomma
unicamente mondano
fa
il
delle
'
OT'A
Kl^
E T T
Cotta in un fuo
O.
e L' ore
"hle'
Tel breve
acqnifio d fugace
Onore
Maggiore
^d
\u4fcolta
afcolta
^nir
E
Ecco
in
'l
tuo
il
Vergogna
pazzo
il
oblo
no
,.
Scorna
fu
cos'
ver-
refo
fi
era
la
naravglm. del
fa da rrollra Santa
Fede
Ma
Mondo
, la
che
pi bella fperanza della valida dife-
empia-
ICONOLOGfA
14
mente
iiccifc
Venne perci
tanto in odio
fi
il Tuo
Avendo 1' infelice.
cado rifiuto , la violent , V opprede
Matrona alla prcienza del Padre , e del Marito col ferro in f punito il
delitto non fuo , cagione fu che abominando il Popolo Romano tanta fcelleratezza e la prepotenza del fuperbo Regnante , lo detronizz , ed infieme con tutta la famiglia > lo fcacci fijori di Roma in perpetuo efiglio >
Stor. B^m,
{offrire
FATTO FAVOLOSO.
AVeva
fuono
ACCA-
PRIMO.
4^
15
ACCADEMIA:
Di
Go. Zaratno
Caflelllnl
ATQUE
poggia il gomito 5 luogo pi proflmo alla Figura. Star in mezzo di un Cortile ombroi , luogo bofcareccio di Villa j con Platani intorno alli piedi . Avr
buona quantit di libri , tra' quali rifieda un Cinocefalo , ovvero Babbuino .
Sar velHta di cangiante di var; colori , per le varie fcienze j che in una
dotta
Accademia
fi
trattano
per la perfetta
e matura cognizione delle co*
che fi poifeggono , e difcorrono in quell' et , che non iottopofta alle
leggerezze giovanili , ne a' deliramenti fenili , ma dotata di falda mente j
Si dipinge di
di fano giudizio.
et virile
-,
demico ha da mandar
fuori
i flioi
penfieri
ICONOLOGIA
i<?
col
motto intomo
lima
DETRAIIIT
Ovidio nel
lib, r.
Scilicct
tlt
Onde
de Ponto
acci
fi
la
emendino
e pulilchino
fmguU verba
fub judicium
Qyintiliano
"jocem
, e non
fenza ragione
fdegna Orazio nella Poetica de i Latini , che non ponevano al par de' Gre
ci cura , e flitica , in limare , e pulire le opere loro .
lib. x.
fi
^m
lngua Latiim
jt
armisi
non ojfenderef unum
TompH'iHs fanguis
&
anzi
Poeti
Ai
PR J
"17
Ncandro , che Venere fii prefente al Giudzio di Paride incoronata di Mirto intanto gli era grato ; e per Vergiio in Melibeo
*Populus ^lcid , grati/jma 'vitis laccho j
Forrnofx myrtus Veneri^ faa laurea Thaibo.
E Ovidio nei principio del 4. lib. de' Falli , volendo cantar delle felle
invoca Venere, la quale, dice , che gli tocc
di Aprile, mefe di Venere
acci meglio poteQe cantare cofe attenenti a lei ,
le tempia con il Mirto
Venlmiis ad quartum , in quo celeberrima , menfem *
Et "JiUem , (& menfem fcis , Fems, effe tuos .
Mota Cyterea efi: ICi'iter mea tempora Myrto
anzi
riferifce
-,
Contigit
&
Di Edera,
Dii
mfeent
Superis
li
l'
ifteOTo
&
Deme
Temporibus non
B
E
efi
poetas
Eligiaco
Obniius hitic venies hedera ju'venilia cn&iis
Hanc frndem
cuns
fi
eppofuijje ferunt
Lauro poi pi conveniente agli Epici , che cantavano fatti d' Im"
perador , e degli Eroi , i quali Vincitori d' Alloro fono ftati incoronati , e-
per Apollo nel primo delle Metamorfofi io delibera per corona a gloriofi
e vitto-XT
II
ICONOLOGIA
18
e vittoriofi Duci e lo confacra a f ftelTo Padre de' Poeti > come Pianta
che li deve al pi alto ftile grato e fonoro e per finire di ragionare circ*
di qiiefte tre Piante poetiche , balli a dire , che il Petrarca fu coronato in
Roma di tre corone , d Lauro , di Edera , e di Mirto , liccome ririlce di
aver vifto Sennuccio Fiorentino coetaneo , e amico del Petrarca
{a) Li Pomi granati, fono figura dell' Unione degli Accademici ,pigliandofi
tali Pomi da Pierio lib. 54. per fimbolo di un Popolo , Collegio , e d' una
Compagnia di molte genti congregate in un luogo , per la cui unione fi confervano ; e per erano dedicati a Giunone , la quale ebbe epiteto di Conll-rvatrice , ficcome fi vede nella medaglia di Mammea con tali parole: JUXO
CONSERVATRIX. E per quello anco Giunone era riputata Prefidente delli
Regni, e pngevali con un melo granato in una mano come Confervatrice dell'
unione de Popoli . Seder 1' Accademia , perch gli efercizj degli Accademici fi fanno in ordinanza tra di loro . Vi far intagliato il Cedro nella Sedia per elTere il Cedro fimbolo dell' Eternit . sAras alias enim arbores Cedrus xterntats hjeroglyficum efl. Dice Pierio poi, che non fi putrefe,ne meno fi tarla ; alla quale Eternit devono avere la mira gli Accademici , procu-
rando di mandar fuori le Opere loro limate , e terfe , acci fiano degne di
Cedro; attelb che Plinio lib. 16. cap. gp. dice , che una materia bagnata di
lcco , ovvero unta di oglio cedrino , non fi rofica dalle tignuole ; ficcome
nel cap., e lib. 15. afferma de' Libri di Numa Pompilio ritrovati dopo 535.
anni nel colle Gianicolo , da Gneo Terenzio Scriba , mentre rivangava , ed
Cedro digna loattus , dicefi di uno , che abbia,^
affoflFava il Ilio campo ; onde
cola
degna
di memoria ; detto ulato da Perfio nella priparlato , e comporto
veggafi
Teofirallo
lib.
ma Satira;
3. , e Diofcoride lib. i. cap. 8p. ,e l'Ada:
II
gio
II
'
1
) Li Pc7iii granati fono figura MI' Vncne iegli 4ciaewc ec. Gli l^omini fono
Animali fociabiJi , e perci abitando da prima feparatamente, e vedendo, che
Effi erano flati creati per vivere in focictk tra di loro , penfarono di taoricare
le Citt , affinch poteffero in quello modo uniti pi facilmente 1' un l' ahro
ajutarl ; Ma non contenti di quella unione cosi univcrlle , l Ihidiarono ancori
di formare alcune particolari Adunanze, fpecialmente quelli, che alle Lettere,
e alle Arti Liberali attendevano , per comunicarli a vicenda le Cognizioni , che
Per la q.ial cofa
ciafcuno aveva acquillato collo ftudio , e colle Operaziom
fra gli Ebrei furono alcune Scuole da Profeti illitnite , w cui in ilpecialit alla
Sagra Poesia, ed alla Mufica applicavano Nella Grecia furono varie Adunanze,
a quello fine deftinate, come ce ne fanno fede Ateneo, e Paufunia Ed Ro-
(7
Coringio
fua celebre
.ia j
al
la_
Ita*
TOMO PRIMO.
gio
i)/^4
Cfifro, pei*
il
vi
fervanda Capre/se
ijr levi
intaglier anco
s'
''
'
E per
\9
CipreCfo
il
come
effendo incorruttbile
e pigliali da Pierio per la'Perpetuit ; la Quercia parimente fimbolo della Diuturnit appreflb T ilieilb Pierio , e della virt , ficch anch' efl
vi fi converr ; tanto pi che negli Agonali Capitolini ftituiti da Domiziano
Cedro
&
Ponefi poi nel pi proflimo luogo al corpo dell'Accademia, co me Piana Pallade Minerva nata dal capo di Giove 9 che per
ci igura della naturalit , e vivacit dell' ingegno , della fapienza,e fcienza , fenza le quali necefifarie doti non fi pu effere Accademico , perch chi
ram
ta dedicata da Poeti
tratta
e parla
Graffa
M/o"y^
cio grotrolamente,
da ignorante fenza fcienza;onde tra Latini derivafi quel detto : invita Miner-'^
va, pi volte ufato da M. Tullio, e da Orazio in quel verfo della Poetica .
Tu
Tu non
ne
Minerva.
che ripugna
ingegno
no fare
di l
dirai
farai
niente in quello
'I
,.
pi parlano
&
come
quello
cli'e
Icienza afpr*
conferva
e amara per
ed
induftria
e putrefazione
che
fi
ci
cosi la
ICONOLOGIA
20
fcguirla
frutto
te
colta
porta in
mente
to
contento
uno ftudiofo gli allcggcrifcc la fetica ficcome anco il frutche fpera raccogliere dalle fcicnze
Seder in mezzo di un Cortile ombrofo , ovvero luogo bolcarecclo di Villa con Platani intorno conforme alla deicrizionc di Plinio li'j. 12. cap. i. per
memoria della prima Accademia , che fu principiata in Villa da un nobii PerIbnaggio chiamato Accademo, nella cui amena Villa, non lungi da Atene fi radunavano i Platonici con il lor divin Platone , a difcorrere de' lludj dilettevoli Platonici , ficcome narra Diogene Laerzio nella vita di Platone ; onde
^tque Inter fyhas ^c.idemi qiiterere verum.
.Orazio lib. 2. cap. 2.
E Carlo Stefano Storico dice , che tal Villa o Selva ttTe lontana da Atene
mille pafil jficch la prima Accademia ebbe origine nella Villa , e prel il nome da Accademo nome proprio perche da laperfi , che le Sette , e Adunanze di Virtuofi , preflTo gli Antichi Ibno fiate denominate in tre modi , da' cofiumi ) da' luoghi , e da' nomi propri di pcribne ; da' coftumi ignominioC furono detti li feguaci di Antiilene Cinici ovvero perch avevano per cortame di lacerare le opere , e la vita altrui con dente canino e mordace , ovvero perch a guila de' cani non fi vergognaflero di ufar palefemenre , come
i cani l'atto venereo ficcome di Crate,e Iparchia. Filofotelfa ibrclla di Metroeie Cinico 5 narra Laerzio . Elegit contnuo puelta , fumptoque illus b.tbitu una
'I
di
-,
Cam
viro crctiibat
<^
csms
prof.cfcebantttr.
^po
ta
deambulare perch ebbero per cortume dilputare caminando ; da' luoghi pubblici prelcro il nome quelli , che furono nomati dalle CitCirenaici , e dal luogo privato gli Stoici , li
t . Z>t Elienfes , Megarenfes ,
quali prima fi chiamavano ZenonJ , da Zenone lor Principe . Ma da che detTeripatin
ej
&
to Zenone per render ficuro da misfatti quel Portico di Atene , dove furono
143 o. Cittadini, com.inci ivi a difcorrere, e adunare la fua Setta , furono chiamati Stoici, perche ( iTo^) fignifica il Portico , onde Stoici furono quel-
aiccili
cravaao
TOMO PRIMO.
zt
Accademico
far profellione di
li
vengono molto
letterato
deve
ftare
qua-
Accademie
II
-,
tichi di
nozio; e di pi ponevano 1' efBgie fua negli Oriuoli che ftillavano acqua,
in vece di polvere , per diftinzione delle ore , perch il Cinocefalo nella flagione degli Equinozi
I3. volte il giorno , e 12. la notte una volta 1*
ora manda fuori acuto tuono di voce : Cosi 1' Accademico deve mifiirare e
contare le ore del giorno , e della notte , e Ipenderne buona parte in onorati ftudj , acci polla dare alla giornata fonoro tuono di voce nell' Accademia:
Potr di pi fervire qui per tipo dell' imitazione ; poich quello animale
imita molto bene
li
g Hi
inchiortro
I'
Uomo
fin
dell'
Uomo
eziandio
lib.
primo
d'
con la penna in
Animali cap. io. ficEgizi , mettendogli avanti carta , penna , e
da putto per iltinto di natura dedito ad imitare
le azioni
Eliano
nella Poetica
Ariftotele
mia,
ACCIDIA
D
DOnna
vecchia , brutta
una corda , e con la
La corda denota , che
che
finillra
1'
Cefare
ftia
^ipa.
a federe
una Lumaca
Accidia lega
Con
la
delira
mano tenga
ad operare
inabili
la
Lumaca,
Tartaruca
che
fo-
no o^oii e pigri.
ACCIDIA
DOnna
te
ftrare
ne
la
continua,
leriano
che
ftia
a giacere
a giacere
; il
nelle vili
qual
e in penHeri biafinievoli
come
racconta Pierio
Va-
ACCI-
rCONOLOGlA
%%
DOrma
ACCIDIA
vecchia, brutta
con
un motto
alla linillra
a federe
ftia
e che
tenga
TORPET INERS
la
cartel-
fia
pofata
fopra
il
che dica
ginocchio
tenendo
il
&
federe pncfimis?
JLa tefta circondata col panno nero , dimoftra la mente dell' Accidioso
occupata dal torpore , e che rende 1' Uomo ftupido , e inieniato , come narra Ifidoro ne Soliloqui lib, 2. Ter torporem nires , t^ ingeninm dcflaunt
Il Pefce, che tiene nella delira mano fignifica Accidia, percioch ficcome quello Pefce ( come dicono molti Scrittori , e particolarmente Plinio
lib. 32.cap. I. Ateneo lib. 7. e Plutarco de folertia ^nimalium) per la natura
e propriet fua , chi lo tocca con le proprie mani , ovvero con qualfivoglia iftrumento , corda, rete, o altro, lo rende talmente llupido , che non
pu operar cofa nelTuna ; \b) cos l' Accidia avendo ella le (leil'e male qualit ,
prende, fupera, e vince di maniera quelli che a quello vizio fi danno , che
li rende inabili , inftnfti , e lontani da opera lodevole , e virtuofa
De' Fatti
'Vedi
Tigrizia
A C-
ancora in varj luoghi della fua Somma difinifce quello viziotfTereed una triftezza di una cofa Spirituale . Il che un
,
peccato fpcciale , quantunque in comune convenga ad ogni vizio j nella ftefia
giiifa , che il Gaudio del Bene fpirituale Divino, conviene a una liseciale virt,
cio alla Carit , ma in comune conviene ad ogni virt .
(^) yjE^ ai'.tii li /i?:imnU!m natura Lib. $. cap. 14. fi accorda co* citati Autori
intorno agli effetti della Torpedine, dicendo t=:
Mamia hominis , qui Tcrpetnem ffcev: ccr.ti^trit tcrpcre offici , etiam tium puer
a inatre frcquenter ataivi . Prgterta a i)ii<ti Peritii accepi iltan , qui rete , in
Itcm fi qriis (cm zi-vom , CJ*
q u faerit capra, att?erit cmr.ino ptijfurum tcrpcrctn
^roziiavi in :as itr.tcfucrit , (^ Afarinam aquam infuierit , paret ia fuo tempere.
Eain licir.de eqi'.avt fi ex lefe in /jctninis cnt wcimm , aiit fcdcm infiidcrit , .fw-
a") S.
un
Tommafo
l>r(i
htxc
un
Aiihtontcr chtcrpefciint.
TOMO
PR
IMO
45
ACCORTEZZA
DeW
^bate
Veflimento,ed
il
quello fiaiio ricamati varj occhj ed orecchi , qua e li iparfi . Tenga in una
una Pernice . Neil' altra un Ramo di albero di moro . A'pie^i un Leone".
mano
ma
il
Ce/are Orlandi,.
quella prontezza di
prevedere
e fchivare
mente
con cui
1'
Uomo non
pofTono
onde giungere al fio intento . Ha i llioi confini 1' Accortezza con il vizio , e con la virt ; giacch
fomminillra le armi s all' uno , che all' altra , e con effa tanto pu 1' Uomo divenire un biafimevole Furbo , quanto che una Perina fvia , ed illumina-^
giuftamente efclama il dotto
ta . Felice chi l impiegarla foltanto nel bene
Autore delle Rifleflioni a' Caratteri diTeofrallo e delSig. de la Bruijere Tom,
fa diltinguere tutte le
vie
e mezzi pi proprj
3. cap. 8. . 22,
e di
te
ICONOLOGIA
14.,
te
pii
i pericoli, e
di grandiflimo avvertimento. Della Pernice cosi
Perio Valeriano , che fegue la teilimonianza di Ariltotcle e Plutarco fecondo la Tradazione del P. Figliuccio
Dicono adunque , che la Ternce a'wezza i ftio "Pulcini, quando ancora non
poffono volare a flenderfi rovefclo fopra la terra , e per loro ficfj ricoprirfi di
paglia , e Jrame , quando il Cacciatore ft appreffa ; // che fignifica loro con un
JHO fifcbio . Ed ejfa intanto volando avanti a* piedi dcW Z^cellatore, gli da fperanza di lafcarft prendere , e fubto volando f ne fugge , e poco dopo ritorna, finch
cos burlandolo , lo allontani da fioi Tiilcin , e fubto rifacendo il fio ffchio ,
come r interprete di ^riftofane dicagli avvertifce , che tempo di volarfenc via zz.
e poco fotto
Si legge apprcffo ^riflofane quel proverbio : Ecperdichifae :
Cio fcampare un pericolo a g:dfa della Ternce: Imperocch il fM Intcrpetce dice ,
nello Ichivare
che quefli
in cotal
Per
ucelli
modo
ft Jiafcondono
molte paglie
e friggono
il
fi
pericolo
Accortezza una parte principale , e indivifa dalla Prudenquello per il fenil Ramo dell' Albero Moro , ellendo
di
Plinio
lib.
Diofcoride
lib.
cap.
di
cap.
1.
i6.
25. ,
timemo
144. , del Valepreceduti
feguiti,
il
Geroglifico
dell'
da
moltiflimi
altri
e
e
lib.
,
52.
riano
Uomo prudente; giacch il Moro , a differenza degli altri Alberi, che al godere appena qualche giorno fereno , e dal Sole rifcaldato , germogliare fi vedono , e fiorire, ;iipetta che il freddo fia totalmente dileguato , e che verafia il favorevole tempo della Primavera ; ed in effetto quelli,
inente giunto
cangiandofi il tempo , con loro ibmma rovina fono aflretti a perdere in un
flibito co' fiori qualunque fperanza di futuro frutto jquefio al contrario afpettando la Stagione fua profTima , accioch il freddo dell' acre di nocumento
germoglia i
cffer non gli poflfa , in un fubito , e quafi in una fola notte
fiori 5 e pi che prelb i frutti rende grandi , e maturi
Del Leone f prcfiar fede fi dee a NaturalilH , fi ha che tra tutti gli
animali di quattro piedi , che hanno le ungliia ripiegate , fblo fia che Inbito
nato perfettamente ci veda ; Oltre di che abbiamo dal Valeriano , ed altri,
che il Leone pochiffimo dorma e che ripofmdo mova continuamente la coda . Da Oro Apolline de Leone Heroghph: ip. Vgilantem autem ^fedulumque
hominem , aut etiam ciifodem oflendcntes Leonis, caput pingimt ; qwniam Leo vigiza
a lei
effere
fi
1'
appropria
eofiem,
cnm dormit,
apertos
habet
qmd
qtidem
cufodix
gre-
TOMO PRIMO,
2f
^
grediuntur
pfit
Bargeus
in
Opere de
T^mc
Et paulo vtferim
Hoc faciunt
Catulos
Deprehendat
>
ne qui
J'ub
<udle reliElos
Egnando
Salomone
in Ifraello
vicenda querelandof
-,
-,
FAT-
ICONOLOGIA
25
FATTOFAVOLOSO.
Condannato
ni
Minos
A C Q.U
UOmo
re
ftia
il
CATTIVO.
Cefare I{!pa.
attaccato
difpiacere
Veitefi
dell' albero
ad uno Spino
che ne fente
del
,
,
.
camminare
cos
flate
Il
medefimo dimoftra
lo
Madre
Dicendo
M'
Mi
^hi
efcon
fento
fi
interiora
Ed
ella
in
lui
gran
perglio
,
;
ma
quel d* altrui
[a]
Suddito
per molto
di
Duce
di una
Re
d' Israelle
ribellatoli al fuo
Signore
delia
^^-^
(
(/
Giove
Il
Nibbio
come
ma nondimeno
fi
afliene dalle
Carni a
Sagre
fagrificate
lib. i. de
TOMO PRIMO.
27
efpugnata
ritiratofi nel Regio Palazzo, a quello
fiamme tutto ci che malamente acquiftato aveva coli*
de' B^ cap. 16.
die fuoco
e tra le
Vita perdette. 3-
di Siracufa
fotto preteflo
adire
di
1'
fi
Padrone d'immenfe
non men che in mare
della Fortuna
le
lettere
Fai. Majf.
lib.
6.
FATTO FAVOLOSO.
CAcco
Aveva
Egli
la
fua abi-
B^pa
Cefare
LA
Sfinge ( come narra Pierio Valeriano nel lib. vi. fotto. la punta della
zagaglia di Pallade , ficcome fi vedeva in quella Statua di Minerva ,
che Plinio dice effer anticamente Ikta drizzata in Atene ) ci pu fignificare I* Acutezza dell' ingegno ; perciocch non al Mondo cofa si coperta
e tanto nafcofta , che l'Acutezza dell' Umano ingegno fcoprire , e divulgare
non poffa (a), ficcome detto abbiamo in altro luogo nella Figura dell' Ingegno ; per fi potr dipingere per tal dimoftrazione Minerva in quella guifa
che fi fuole rapprefentare ; ma che per fotto la zagaglia vi fia una Sfinge 9 come abbiamo detto .
FAT-
(^a") S
dell'
Em-
ICONOLOGIA
18
'"jPUbalcain
li
Mondo
Figlio
fu di
di
si
di fabbricare macchine
elevar pefi , ed altre cofe d' infinito lluEgli fu quello che non etrendofi potuto con varj ftrumenti , e forze
invenzioni
pore
umane
alcuno
-,
Nave
di forprendente eftenfione
agevolmente
Mare
al
Egli fu quello
fenz' ajuto di
che perCften-
non volerli arrendere alla Potenza Romna, (delle ArmaCapitano era Marcello) fu di tanto oftacolo a* nemici, che ad
Elfo folo fi deve attribuire il lunghidmo faftidio , che 1* afledio di Siracufa
diede a' Romani Invent tali macchine
che gettando dalle mura graffi con
fortiffime catene, a f tirava le Galee, e colla forza del contrapefo aizavale
in alto , quindi di piombo lafciandole cadere tutte fi fracaiTavano . Di pi con
altri llrumenti , e graffi afferrava con tal forza le Navi , che le tirava con
do
Siracufani di
te della quale
fommo
nell'
Et
"volucrum pennas
Hanc faciam
affumpjt
crtirj
reum
Leonis habet
ignoraittia
tanti
Rupe
La Voluttuofit
TOMO PRIMO.
^9
^Jlolf.
Offic.
Stor. lb.
3.
cap.
18.
FATTO FAVOLOSO.
DEdalo
fu
vano da
.
Uomo
feltefle
ingegnofj
le quali
Re
fi
move-
d Creta
fe-
ADOLESCENZA.
D Cefare ^pa,
Giovanetto veftito pompofamente . Colla deftra mano fi appogger ad
un' Arpa da' fuonare ; e colla finillra terr uno Specchio
In capo una
Ghirlanda d fiori. Pofer un piede fopra di un Orologio da polvere, che
mollri che fia calata alquanto pi polvere di quella della Puerizia ; e dall*
UN
un Pavone
^dolefcenza
VErginelIa
di bello alpetto
coronata di
fiori
Moftri rifo
ed allegrez-
ed
(a) 27/7/ decmo pio al -ventefmo anno
dagli Antichi . Serrio Tulio Re de'
ec.
V Et
Romani
dell'
Uomo
variamente diftinta
che fono
,
fotto
ICONOLOGIA
30
ma non
ed imparare
ftare
Glufeppe
ch ad
allorch
Cene/,
il
cap.
37.
39.
Scipione Alfricano
A conquifte
il
Maggiore
cos
fotte
pr/cceps
[jj Tria fftnt Aifficlia mi/j , fy quartiim ftrdtm i^ncro . Viam /iqu'slit in Orio , viam
Colubri fuper tcrram , -uiam Njvi in medio Mari , (ir viam Virt in /idckfccmia .
C^)
yii7i!t/ms
TOMO PRIMO.
31
che nella Battaglia contro a' Cartagine fi gettato era Itato da Cavallo , e_5
malamente ferito t fi oppofe con tal ferocia allo duolo de' nemici , che fi
avanzavano per ucciderlo che baftante fu a liberarlo dalle loro mani .
Era ancora nella fua Adolefcenza e fi era tanto ne' meriti avanzato , che la
fallofa Roma non dubit premiarlo colla Corona Civica . D>il valore non fo-
ma
Et
di f
FATTOFAVOLOSO.
GAnmede
di
si
belle prerogative
ADOZIONE.
Di
MAtrona che
Ccfare Bjpa
un Giovane .
L' Adozione , fecondo alcuni , un atto legale per confolazione di coloro,
che non hanno figliuoli , che quafi imita la natura : ma perch fi fa 1' Adozione anco da quelli, che hanno figliuoli, femplicemente cosi potrafT definire . L'Adozione un legittimo atto per il quale uno fi fa figliuolo, che
al
non
collo
di
Sorella
ICONOLOGIA
3z
ip effetto di(r-)luta
prolem
accerfivt
-,
nani
cui
liberos
procreare
Dj
non
concejJerHnt t
id pati
dtbet
che un
perch
Uomo
li
-,
fidbas fuis
,
ma uno
il
e fcellerati
miglior di collumi
,.
e virt
TOMO
PR
M 0^
3^
rone
>
e figni-
ICONOLOGIA
54
nome
cap,
25.
13. ove dice . Erodius a Cicerone Fulicat a Maronej
Mergiis vertititr e nel lib. 19. cap. 22. quello che da Arato chiamali Eroe
Folica
fignificante
lib.
&
&
-,
-,
-,
ovvero Offifraga
Romani
antichi
che
nemmeno
propri
come
tiibilc
e davano a quelli
il
fi
Adozione
ficcome anco
,
1'
ma
appreiTo gli
, la quale
alimentare Figli d'altri,
erano tenuti come Figli
AVR.
TOMO PRIMO.
%$
AVR. RVFINyE
ALUMNil. PIENTISS.
E T.
<Xy
N C O M
I
M.
P A R A B I L
A N N. X X V
X.
D.
MEMOR. OBSE
I
I I.
I.
Q^N
I I.
RE LI A. SO TE RI A
PIE TATIS. PIENA. P.
A V
fi ul oggid per le cafe , appena s* alimentano i Fiin quelli tempi fi ftendeva tant' oltre che lafciavano eredi
ficcome apparifce in un' altra Ifcriiiione trovata gi nella_j
gK
i
propri
ma
loro Alunni
Pieve
della Brufada
Villa di Faenza
MARIA I. POL
MARIVS. PRIM
MARIA. MA
X
VM N
T
I
A.
ET H
A L
R
P.
con molta pi ragione degli Alunni pigliavano il noCafata di coloro , che P adottavano , da' quali in efla_o
erano ricevuti : per la Figura dell' Adozione tiene la delira al collo del
Giov^ane adottato , effendo P abbracciamento fegno di accoglienza e ricevimento . Dione lib. 4^. ci avvertifce , che chi era adottato , pigliava_3
nuova nominazione da chi adottava, ma riferva qualcuno de' nomi, che
prima portava , formato alquanto in altra maniera j come Cajo Ottavio
che fij Auguflo adottato da Cajo , Giulio Cefare fi chiam Cajo Giulio
Ottaviano , e Tiberio Claudio Nerone
adottato da Ottaviano fi chiam
Tiberio Giulio Claudiano , il quale fu anco per teftamento lafciato figlio
adottivo ed erede da Marco Gallio Senatore , ma per quanto racconta Svetonio , fi aftenne di pigliare il fuo nome , perch Gallio fu della parte contraria
di Augufto ; altrimenti fi farebbe nominato Tiberio Giulio Gallio Claudiano .
Altri Figli adottivi non folo pigliavano il nome gentilizio di Chi gli adottava 1
ma anco il prenome e cognome . I due Figliuoli maggiori di Paolo Emilio uno adottato da Fabio Maffimo > e P altro da Scipione Africano buttorno il nome gentilizio , e cognome paterno . Il primo fi chiam Fabio Maf^
fimo : Il fecondo Cornelio Scipione : Marco Bruto adottato da Quinto Cepione 9 fi chiam Quinto Cepione >" e Publio Scipione adottato da Q. Metello fi chiam Q. Metello Scipione . Ma inlniti pigliavano folo il nome_
gentilizio di quelli
che P adottavano , e ritenevano il loro naturale anteponendo a quello P adottivo Albia Terenzia Madre di Ottone Imperadore,
nelle
della quale Svetonio cap, i., era figlia di Terenzio adottata da Albio
IfcriE 2
i Figli adottivi
ICONOLOGIA
36
Ifcrizioni
Smezio trovafi
Cajus Julius Tomponus Tudens Severianust
Pomponia Paterna adottato da uno di Cafa Giulia , fu Prefetto di
dello
era di cafa
Roma
ADO-
PRIMO,
37
ADOZIONE DA MEDAGLIE.
D Giovarmi Zaratino
DUe
Figure togate
che
fi
congungono
Caflellin,
le
mani
deftre
per
la
Concor-
congiunte in una , pafifando il Figlio adottivo nella Famiglia di Chi adotta. E' Medaglia di argento di Adriano Imperadore , adottato da Traiano j con tale ifcrizione . IMP.. C^S. TRAIAN.
HADRIAN. OPT. P. F. AVG. GERM. DAC. PARI. HIC. DIVI.
TRAIAN. AVG. P. M. TR. P. COS. P. P.
La medefima ifcrizione vedefi in altra Medaglia con una Figura in pieperch il fare un Fidi colle mani alzate , e colla parola:
,
gliuolo adottivo atto di Piet, riconofce dunque in quella Medaglia Adriano Imperadore il benefizio della fua Adozione dalla Piet di Traiano , che
Io adott ; le fuddette mani congiunte fono fimbolo della Concordia ; e la
Concordia , ficcome anco la Piet fimbolo dell'Adozione ; ci fi fcorge nella Medaglia di Paolo Emilio Lepido adottato dal Padre di Marco Lepido
Triumviro i nel cui riverfo vi una Tefta della Concordia velata cosi efpofta da Fulvia Orfini . Vro ^doptionis fymbolo Concordiam ,
Tletatem in untiqiis denariis pofitas effe fxpe anmadvertmus . Taulhts autem Ltepidus adoptatus
Taire M. Lapidi Triumviri fuit ,
ex ^emlio Taullo , Taullus ^emilim Ladia di due Famiglie diverfe
ADOPTIO
PIETAS
&
pidiis
di^us
ef
ADU-
ICONOLOGIA
ADULAZIONE,
D
UNaveroDonnaFlauto
Celate
mpa,
artificiofo e vago che fuoni la Tibia , ovcon un Cervo t che le fta dormendo vicino ai piedi
Cosi la dipinge Oro Apolline , e Pierio Valeriano nel 7. liJb. de' fuoi Geroglifici; e fcrivono alcuni) che il Cervo di fua natira allettato dal fuono
del Flauto ) quali fi dimentica di fefteflb e li lafcia pigliare . In conforma-
veftita d* abito
il
zione di ci
la
prefente Immagine
>
nella quale
li
dichiararla dolcezza.,
Chi volentieri li fenquale mollra anco, il
e la natura di
1'
tAdtdazone
DOnna
deftra
mano
terr
Colla
finillra
TOM
PR
M .
39
fentimento , che ufa il fnto amico nella converfazione di alcuno , per farlo
credere di f fteffo e delle cofe proprie quello che non , e falfi per pa7
cere , o per avarizia . [ d ]
Veftefi di cangiante , perch 1' Adulatore facilifllmo ad ogni occalone a cangiar volto e parole , e dir s e n > fecondo il gullo di cia7
fcuna perfona , come dimoltra Terenzio nelP Eunuco
^cqud
tccint
Tslegat qus
laudo
id rurfttm fi
nego
ait
ajo
negant
laudo d quoque
appetiti e 1*
Il Camaleonte [ Z> ] fi pone per il troppo fecondare gli
opinione altrui
perciocch quefto Animale , fecondo che dice Ariftotile
fi trafmuta fecondo le mutazioni de* tempi , come 1* Adulatore fi ftima perfetto nella fua profeflone , quando meglio conforma f fteflb ad applauder
per fuo intereffe agli altrui coftumi j ancorch biafimevoli . Dicefi ancora,
che per eflere il Camaleonte timidiffimo , avendo in fefteffo pochi/fimo fangue , e quello intorno al cuore j ad ogni debole incontro teme , e fi trafmuta ; donde fi pu vedere che I' Adulazione indizio di poco fpirito e
di animo baffo in Chi I' efercita, e in Chi volentieri 1' afcolta j dicendo Arillotile nel 4. dell* Etica j che j Omnes tAduUtores funi Jrviles
abje^i
homines .
:
&
ammorzare
^Adulazione
DOnna
macilente
parti
I*
Dalle mani
e accanto vi
fia
le
un Cane
La
la
2 Adulazioae propriamente
chiama quando
di
fi
fa
dilettare altri
tttne
ICONOLOGIA
40
La
1'
difetti diflimulati
>
mano
in quel Sonetto.
Tiemico al vero
Corruttore cecit
dell' intelletto
Sfinge
Camaleonte
e Circe
immane
fomma
piacer rio
gioja mortale ^
[^]
Sollevato Aman
eCTer
faBa Alcuni dicono , che Effo non prenda mai il color biancoi
Et olita rurfus z-ifus album cclorcm , tamqui Eliano li fmentifce dicendo
indiiit
Hijlrio
quam aliaf perfonam
, fic
nel Proverbio : tnet litui gladtus , che G
[ a ] Viene lo fteffo fentimento efpreffo
in una rifpofta
dice contro la dannofa Adulazione , ed ufato da S. Girolamo
1' ufa in altro fenfo , perch vuole intendere , che
Egli
per
.
Afoftino
a S.
riprenfione , e le lufin<^he , colla Lettera fcrittagli da S. A^oflino conteneva la
1'
del
rimprovero .
apprezza
temperare
le quali fi procurava di
Vincenzio Ricci M.O. ne' fuoi Geroglifici morali figura l'Adulazione-.
tatone vefiium
ma
^]
Il
Doffia
.F.
veftiia
nella dejlra
un
mano
doppio vejimento
;
,
il
dtfopra Lianco
t neli' altra
il
difetto
uno Sarpione.
negro
A piedi
Cbe tenia
Ce
tenga
da una parti
TOMO
IMO.
P R
41
Regno
cipi del
efclaraando
Cos j onora
Colui
I{e ono"
jl
F
I
I
II
rare
!!
iraw
<
V Elefante , e dall' altra la Lawa. Per il doppio veftimento s'indica la doppiezza dell' animo degli Adulatori ; per il bianco di fopra la piacevolezza delle parole, per il di fotte nero la perverfa intenzione che hanno d'ingannare.
Le Api bagnate nell' Olio miiojono , afperle coli' aceto fi fanno pi vigorofe;
Cos gli Uomini dalle adulatrici parole ricevono fommo danno , e da fincer
faggi avvertimenti , bench talvolta fembrino afpri , utile ed onore . Lo Scorpione 5 perch colla bocca alletta, e colla coda morde
( la ragione per cui
afferil'ca il P. Vincenzio che lo Scorpione colla bocca alletti , non aprei dirla .)
f forf non ha intefo , che ficcome attrae e prende quello di che fi pafce , cosi
gii Adulatori colla bocca, cio con le Lodi ecceflve allettano ed a f traggono
quelli che adulano Le fta a piedi 1' Elefante, per la favola che fi racconta , che f^
in un Deferto foffero due Giovanette che dolcemente cantaffero , EiTo f ne va da
quelle , lafciando ogni fierezza , e Loro lambifce le Poppe , e dilettandofi del lor
cantare viene oppreffo da grave fonno , ed allora Effe ne fanno miferabil preda ,
La Lamia mollro marino; fi dice abbia 1' effigie umana , ma termina in Be~
ftia avendo i piedi da Cavallo , appropriata agli Adulatori perch in fembian--,
za appanfcono amici e dabbene , in foftanza fono nemici e maligni.
*
Ha lo fteffo P. Ricci altra Figura dell' Adulazione Dama , cie tenga il dito alk
labbra
In mano avr una Rete , e due Saette
Le ftia a piedi una Capra , ed una
quantit d Vermi
Col dito alle labbra, per avvifar l' L^omo a guardarfi dall' Adulazione
La Rete indica 1' inganno delle parole adulatorie
Le Saetta fono
Geroglifico della Peftilenza notata nell' Adulatore pelle del Mondo. La Capra , perch dicefi di Lei , che lambendo rompe e recide , e fecondo Plinio
lambendo 1' Oliva , la fa divenir fecca , cos g' Adulatori colla lincna allet^
tando altrui, oiFendono ed uccidono
I Vermi che col loro rodere tanno daHK,'
no alle vigne fighifitano il pregiudizio che reca T Adulazione ,
kjfia
'
.-'
ICONOLOGIA
4^
..
quella
in
e
llelfa
Trave
4.
7ie.
rapportato
OJfic. Star.
t. 2. cap.
8..
FATTO FAVOLOSO.
Co
dell'
Fiume Cefilo
,.
Aria e
cafo fopraggiunta foflfe la detta Dea ,- colla fua dolce favella la intertenelTe
Affunfe I' impegno la Ninfa , che nell' adulare era piucch efperta . Sopravvenne in una d tali occafioni Giunone , che appunto di Giove hiceva ricerca . Eco le venne incontro- cominci ad encomiare i fuoi meriti j e
da un difcorfo all' altro palfando , tal piacere alla gelofa Moglie recava
che dimenticandofi di ci per cui fin li li era molla , diede tempo a Giove
Non pot fate pevii compiere le fue brame ? e non veduto allontanarli
r che Giunone non f ne avvedefle , ed effendof colla Ninfa fieramente fdegnata,in pena del fuo falfo lufinghicro parlare, non folo la priv della
graziola facondia nel dire , ma togliendole ancora la fa^'ella , la condann a
non ripetere che le ultime parole di Qlielli , i quali interrogata 1' avrebbono . Perilch dfperata Eco determin di non volere abitare , f non
che nelle pi cupe Grotte e concavi luoghi . Ov'id. Mctamorf. Uh. 3.
.
ADULTERIO..
D
N Giovane
la
bei giri
deflra
in
pompofamente
Ce/are I{ipa
vcftito
atto di elferfi
congiunti
infieme
qual
fuol
rivolti
ambidui in
TOMO PRIMO.
ma
43
vifibile
che
fa
rotta
Tommafo
al
cap.
art.
8.
come ancora
nel
Deuteronomio
ai
cap.
cap. TS[sino ftbi 32. q. 4. 'H.ec Viro licet > qtiod Mulieri non licer. Onde avvertifce Arillotele- nel lib. dell'Economa, che il Marito non faccia torta
alla Moglie , acci ElUx non abbia a ricompenfarlo d' altrettanta ingiuria .
Giovane
commettere
adulteri
che
Si rappreienta
flia
a federe
pcrcicrcch la caufa
donde
nafce_.
Ozio
(<?) , produttore di penfleri illeciti ; quindi Tobia al cap. 2. giacendo nel letto , che denota 1' oziolit
dal caldo fterco delle Rondini fu acciecato , cio da' caldi affetti de' penfleri illeciti 5 David per l' intemperanza incorfe nell' Adulterio 2. P\eg.cap.2.
Graffo Jo figuriamo , effendo che 1' Ozio ha per Sorella la Gola , la_j
quale anch' ella concorre a far il medefimo effetto dell' Ozio ; Q>) onde_
Otiojtas qmfi duo Ugna inccndmt ignem Luxur
Ezech. a 1 6. Sorores Gida
ria
La qual fentenza comprende 1' Adulterio come comprefo fotto il
genere della Luifuria , ed il Petrarca nel Trionfo della CalHt fopra di
quello ecceflfo
pi delle volte
il
1'
&
ci cos dice
La
gola.
il
fanno
oziofe
piume
cosi grande , concon ogni prontezza occupato nelle azioni nobili e virtuof
e fcacciare con ogni diligenza penfleri che ci vengono avanti , i quali
fono molto dannofi , non folo al corpo ? ma quel che pi importa all' anima , e per fi deve feguitar il belliffuiio documento di S. AgolHno lib.
N oltra il tuo bifbgno faziare il
de Verb. Dom. Serm. 22. che dice
ventre , perch il fovrabbondante caufa materiale di quello vizio j e sa
ognuno 1 che fenza la materia non fi produce cofa neiTuna .
F 2
Tiene
viene di
Ilare
(a')
Onde Ovidio
lib.
De
Temeio
Amorh ,
diffe
ICONOLOGIA
44
Murena congiunta
col
tis
UN
certo Levita, di cui le Sagre Pagine non rapportano il nome, ebbe per Moglie una di Betlem nel Regno di Giuda . Tornando ua.j
giorno con ElTa , riconducendola dalla Cafa del di Lei Padre alla propria
iibitazione , ferm in Gabaa , Citt della Trib di Beniamino ; dove_>
da quell'impudica Gente fu in una notte si> libidinofamente malmenata l'infelice fua Donna , che nel fortire la mattina di Cala , appi dell' ulcio
Preiala [ pu ognuno facilmente immaginarli
trovolla miferamente morta
con qual cuore], e poilak lopra la Belila, che lerviva a portar le cariche
IM -IIJ
( (7 ) Le parole di Bafilio h'kxgiio nel!' Efamcronc Oraz. 7. parlando del Congiunaiinento della Murena e della Vipera , fono le fegueiui . l'Cs ,
l'ili, Co~
.
III.
niuges veftrai
vnciihim
&
^nd
atm veneuto .
htcc mea ratio vtik ? ^lid porteniit ? Sive afpcr
coi't
,
aijufpiam Conjux , Jvc ferts morbm , perferat illum Vxor uccejje eft , nec v.am prorJhs eh Cmfam fcdetateui , vincnluKque dljjchere patiatur . Ferii ne -verberat , e[q:ie per'
ciijfor ? .4t Vir tamen tutis TcMnem/is ? at tib eft natura conpniius . Dunifne ? merottmperat
eft
fus
{y
i}-
ipfe
Vir accot/icdiitam
neratonem evomt
ta?
no.'-
depcnii
Tu duriA'm animi
Tu ferocitatetn. Tu crudelitatem cb
unon'.i
revereH'
TOMO PRIMO.
4?
che 1 nella fija Cafa la riport Ivi giunto , divifo in dodici parti il Cadavere , ne mand ad ogni Trib d' llraelle , Mode tanto il cuore di tutti
1' orrendo fpettacolo , che d' unanime confenfo ibbilirono la vendetta della
Spediti perci Nunzi alla Trib di Beniamino , richiedi fufcelleraggine
Si venne a^.
Fu ributtata la domanda
rono i perfidi Adulteri di Gabaa
im fieri/Timo Fatto d" armi Iddio fu cancro gli Autori e Difenfori dell*
empio Adulterio e venticinque mila Uomini e pi della Trib di Beniamino recarono miferamente trucidati , e la Citt di Gabaa colle altre_>
tutte della Trib, arfe e diltrutte . Lb. de" Giudi cip. 19. 30,
.
roiTore d accufarlo ad
I'
avetfe
fece troncare la tella . Pafflito qualche giorno , 1' afflitta ContlHi Vedova
Tribunale di Cefare , coli' efperienza del ferro infuocato ,
quale maneggi fenza che nocumento alcuno le apportaffe , prov l' innocenza dello fventurato flio Conforte . Veduto ci avendo Cefare , e meglio fatta difcutere la caufa , rinvenne tutto il falfo nella sfrenata Imperadrice , e pei'ci come rea di Adulterio la fece perire tra le fiamme alla
prefentatafi al
gimta
alla
jua
Offc.
Crifpmiam littori
citati
^p--
Starle.
FATTO FAVOLOSO.
Giocondo
amava
Latini d Nazione
Romano Giovane
pi bello della
il
fiia
Et,
lo /ve-
ICONOLOGIA
4^
fovvcnilTe
fe
dal Collo
finulnicnrc
^\.
un luo monile
tolib
1'
convenne
ed a Lui
dividerli
lo
co'nfcgn. Giun-
Non
fi era bene
per due miglia dilungato Giocondo dalla Citt , che fi accorie efTerfi dimenticato del monile
Indietro ritorna , entra in Cafa e nella fianza ,
dove la Moglie dormiva ripofatiflimamente
Per non deftarla , con accurata diligenza alza la Cortina , die il Letto riparava , e vedde [ oh veduta
per Lui fatale ] 1' iniqua Donna nelle braccia di un Tuo Servente
SenVoleva uccidere nel fatto gli
ti fcenderfi nel feno un Torrcnre di afilmni
Adulteri ; ma relkndogli ancora dell' amore per T Ingrata , fenza far motto dalla Camera , dalla Cafa , dalla Citt s' invol , riprendendo il fuo CamMa con tal cuore , ma cosi dal dolore trafitto , chcj
mino vcrfo Pavia
fieramente infermatofi perde affatto la bellezza clie nel Tuo volto fioriva .
Termin 1' infermit , ma fi accrebbe fempreppi la fua angulHa . Arrivato
finalmente col Fratello alla Corte reale , moveva di f a piet, ne qualunque
immaginabile cola lerviva punto a confolarlo. Un giorno che a calo da una
fclTura , che era al mui-o del fuo Quarto daddove fi vedeva la fianza della
Regina , mir che uno fchifoib orrido Nano con Lei impudicamente fi divertiva , e querto oflerv per pi d' un giorno
Al che feriamente ritettendo , e penfando che una tanta Regina Moglie del pi bello e avvenente
Re del Mondo non aveva ribrezzo di fottometrerfi a unMoltro, trov dentro di f degna di qualche fcufa la fua Conforte ; e con tal penfiero data
pace al cuore , refa la ferenit al volto , racquifi in poco tempo la priiHna fua bellezza .
.Arioso Oriana. Fur. Canto 28.
,
Cefare Bjpa
un velo bianco e fottile , e con faccia allegra . NelRofa , ed in capo una Ghirlanda di iiori.
Affabilit abito fatto nella difcrezione del converfar dolcemente, eoa
defiderio di giovare e dilettare ognuno fecondo il grado
Giovane fi dipinge , perciocch effendo la Giovent ancor nuova ne*
Il velo
piaceri mondani , grata e piacevole ognor fi dimollra
diletti
e
che la ricopre , fignifica che gli Uomini affabili fono poco meno chc_
e perci amabili e piacevoli fi donudi nelle parole e nelle opere loro
mandano Qiielli , che a luogo e tempo , fecondo la propria condizione, e 1*
quanto e quando fi conviene , fanno graziofamente ragionare *
altrui ,
S
fenza offendere alcuno , gentilmente e con garbo fcoprendo f ItelTi
dimollra ancora , che 1' animo fi deve foltanto ricoprire , quanto non ne
relU palefe la vergogna , e che di grandi/lUjio ajuto alla piacevolezza
1' edere di animo libero
e fincero .
La Rofi denota quella grazia , per la quale ognuno volentieri fi aplevane vefiita
la
delh'a
d'
mano
terr una
preffa
gendo
all'
la
Uomo
quale fignificazionc
fi
riferifce ancora la
,
;
fugalla
FATTO
PR
M 0,
47
FATTOSTORICOSAGRO.
mortali perfecuzioni David foffert aveffe da Saul , nientedinelle fue felicit non il fcord della Famiglia
e
del fuo Perfecutore ed avendo fatta ricerca f di Quella alcuno vi foile
reltato gli fu detto che ancora viveva un certo Servo per nome Siba .
f lo fece chiamare, e fentendo da Elfo che vi era ancora vivente Mivolle che
fbofeth. Figlio di Gionata , che era llorpio d' ambo i piedi ,
TUttocch
meno
FATI
TORI C O
P R
A N O
FlTaccufato
Siculo r citato
FATTO
Suor.
F"
lib.
2.
^-
cap^
A V O L O
..
7''Ra
gli Uomini che meritato iT abbiano il bel nome di affabile , fe-condo quello che nelle Favole leggiamo , fi fenza dubbio Giano
Figliuolo di Apollo e della Ninfa Creufa , e Re d' Italia
Eifendo (tato
Saturno da' fuoi Regni diicacciato*, non trova-va Chi: gli daiTe asilo; giunie
allo Stato di Giano , e fu da quello cortefe Re graziofamente ricevuto ,
e faperido che Giove dappertutto lo perfeguitava ,- pofe tutta la fua cura
che appreffo d Lui fi Itafle celato-. Non- volle Saturno-, che- andatfe fenza
premio cotanta affabilit 4 perlocch dot Giano di una rariffima prudeaza , e di fapere indovinare iL palfato ed il futuro- : e per quella ragione
Jo fingono i Poeti di due facce , ed anche di quattro , con una chiave,ed un bailone in mano-; Una chiave, cio?- perch credefi inventale Iziy
Toppe ,- ed un bailone ? perch accoglieva con cortesa i Viandanti , e_j
cullodiva le llrade . L' ammaeilr ancora nell' Agricoltura , e nel modo di
.
dirozzare
Popoli-
nel
cae^ riufci
maraviglia
giacch
con-
quello-
ajuto
y-
ICONOLOGIA
48
aiuto
felicitimi
Dio , ed
in tempo
M.cicr%
fcmpre
in
di
Roma
Pace
fi refe
l'amore de' fuol Popoli, che
Lui
Fu dopo morte adorato conie_>
fabbric un Tempio , le cui Porte fi chiudevano
aprivano in tempo di Guerra
viflero fotto di
gli
fi
fi
<Aman, Marceli.
fc.
AFFANNO.
Di Cefare I\ipa,
mefto malnconiofo
UOmo
apre
petto
mira circondato
,
il
fi
e tutto rabbuffato
Con ambe
da diverfi Serpi
le
mani
fi
Sar vefito di
FATTO
Tomo PRIMO.
Af
FU
tale
I'
e Veronica di Scio , ambedue Mogli del Re MiBocchide Eunuco la di Lui miferabile morte , vennero in tanto affanno , che Monima della fteffa Corona formoffi un laccio
per fofpenderfi ; ma effendofi quella per il gran pefo rotta j tanto preg
il detto Bocchide , che
Veronica parimenfece da quello dare la morte
te bevve una Tazza di veleno , il quale non facendo fubita operazione ,
con l' aiuto dello fteffo barbaro Eunuco fi priv di Vita .
^Jlolf. Offic.
tridate
Mileto
intefa da
f.
Iftor.
Ltb. 2.
cap.
i.
Tlutar.ec,
FATTO FAVOLOS O
LA
morte di Fetonte, fulminalo da Giove per P ardimento di voler guiil Carro della Luce, rec affanno tale e alle Sorelle , e
al Padre,
ed a Cigno Re della Liguria fuo ftretto Zio , che le Prime per '1 s"-""
dolore trasformate furono in Pioppi ; Febo era riioluto di non pi voler
reggere il Carro , da cui riceve luce il Mondo , e flette un giorno nafcolto ; e f i forti replicati prieghi di tutti i Numi moffo non lo aveffero a piet della Terra , la Terra farebbe reftata un' orrida continuata not^^ ' }[ ^^ Ligure cos dai duolo fi lafci trafportare , che dalla Umana
cognizione ufcito , fu trasformato in un pennuto animale > che ritiene il
fuo nome , e chiamafi Cigno .
dare
&
AFFET-
ICONOLOGIA
59
AFFETTAZIONE.
DelV
Giovane
caricatamente abbigliata
Drappo
gheggiarfi
sAhm
di
mortri di
configliarfi.
Cefare Orlandi^
,
.
con
elTo
atteggiamenti della
negli
Jjoc-
nei
Giovani de'
noltri
tempi
F amina
qd. fatiet
tCumVir
jit
Ovid.
CoA
invero ridicola
levior
,,
ipfa ?
de KAte
aman.
lib.
Giovane
che nato
elfer
PR
belle Virt
0.
torquere cxpllos
"^ec tua
ed
altres nel
Libro
Sed
7,,
'vitate
viros
^ique
cultum
fuas ponunt in
fiat ione
co mas
Donne
in tal guifa.
*
"avvifa
r amorofo Precettore
.lib.
i.
&
<
Sit
&
iSlec
lisdat
nares vrque
paterqite gregis
dilicato fpiega
Per
Drappo
di
itrepitQ
I C
51
ed
Francefe
il
o Inglefe, o
di altro flraniero
accorgono che pi che quelle hanno acquiftata 1' abilit di tediare Chi gli
afcolta , col affettatamente porre in ogni lor difcorfo , e quafi ad ogni palTo
o qualche male appropriato Grecifmo , o qualche Latinifmo non ben intefo
Qual tormento mai quello di avere a fbf&ire Perfone , che ne' Loro difcorfl per efprimere le cofe anche pi baCfe e triviali , non fi fervono f
non di termini i pi fcelti , e pare non fappiano parlare , f non come_>
fuol dirf,a punta di Forchetta.
Dovrebbono pure quelli tali avvederfi , che termini ricercati e punta
j^urali, in vece di abbellire i loro difcorfi , danno loro un' aria impor-
tma
pedantefca
Dovrebbono
e ridicola
rendono
1'
il
che fquarcio
^em
'vero *rrip::it
tenet
occiditque legenda ,
efpreffe
la
il
Oh
cecili
menti
delle terrene
In q'id profondi
notte
piando
tu
rfon
le
illuSn
fommo
Sole
Infuperbite
<2ve/?a parte
T^on
mijeri
di noi
nofra vit
mortati ?
che intende
ma
vien dal
e vede
Cielo
Avi
TOMO PRIMO.
5-
Avi
g*
collituifce
Tonticet brigo
pic'ofque oflendere
vultas
a/Smilianos
&
Et Curios fam dimidios
humenfque minorem
Corvinum
& Galbam
nafaque car eritemi
^ jritBus generis tabula fadare capaci
Cor-vinum
& pofihae multa deducere
Majorum
flantes
-,
curribus
in
auricidis
l'irga
^nte T^umantinos
Si
^
"
&
caflra movebant ?
Luciferi quo figna Duces ,
Cur ^llobrogicis , (^ magna gattdeat ^ra
in
'<latus
Vams
&
Tota
lieet
/itria
fi
>
emptorque 'veneni
miferam fimefiat imagine gentem ?
^<vos
Squallentes traducit
Frangenda
cupidus
j fi
Ts^obilitas fola ef
fwvenal. Sat.
atqite
unica
iiirtus
8.
ripeterei
il
tibi
confiteor
dijfufi
tamen
noli
>
Lib.
Lares
fugera campi
minores
Ep, 25,
arcee >
menfa d^^es
I^ufine
3.
Thilomdus habet
Rido poi meco fleOTo , alla premura che raoftrano di palefare le idee
grandi, che in mente hanno, le quali punto non intereCfano gli oppreili
Afcoltanti , e che non fi fanno mai efeguire
"Pltis
habuit Didimus
plus
Innu-
ICONOLOGIA
Innumerabill altre Ipecie di Affettati fi trovano, che fi tralafcano , fpicgate dalla variet de' colori , che fi mirano nel Drappo della mia Immagine.
Si pone avanti uno Specchio in atto di vagheggiarli , e configliarfi con_*
nel girar degli occhi , e nel mover
ctTo negli atteggiamenti della bocca
de' pafli,pcr denotare che nell'Affettazione fi comprende l'inganno la
L' inganno e Ipiegato per mezzo dello Specchio
vanit , e la ridicolezza
il
quale agli occhi noltri mollra di avere in f , quello che in vero noa
ha , n pu avere . Isl^ihil jadicamus in Jpcadis nifi fallaciam effe , nihil almi
quam alienum Corpus mentientbns T^on enim ejl in Jpeculo quod oflenditur ....
^id ergo ? Simulacro' ifla vana funi ,
nanis ijerorum Corporum imitatio
Seneca lib. i. qu. 20. cap. j.
In fimil guila 1' Affettato nell' affannarfi in voler fare una moflra di f
niente confacente a ci che gli naturale 1 ci fa vedere di aver copiato
iaLfe ci che in f non ha . Studia ingannare nello lleifo tempo che_>
che gli altri , inganna f flelfo
Si fcorge la Vanit nella politura avanti lo fteflb Specchio , giacch
non e' che meglio fpieghi 1' elfer vano , che quella Donna , contro la
quale , cos f la prende il Guarino nel fuo Palor fido . Atto I. Scena V.
' tua, cura tua pompa. , e tuo diletto
La fcorza fol d' un miniato volto .
Tinger d' oro un' inftnfata chioma y
Ed una parte in mille nodi attorta
,
&
pW
Infrafearne la fronte
Tejjuta in rete
"Prender
il
ndi
coli'
altra
involta
quelle frajchc
Tnger
ed occultar le mende
tempo , e veder come
pallor fai parer d* oflro ,
guance
le
livido
Col
difetto
un
Speffo
L' altro
difetto
il
bruno imbianch
'/
anzi V accrefci
-,
incrocicchi
filo
Co' denti
del
Le rughe appiani
afferri
foflieni
l'
Sull' incfrual
lanuginofa fronte
piuma
mal
crefcente
Con
tal
Ma
quello
Sono
^lal
dolor
finiflra
cola hai
infieme
temerario pelo
ancor
che
-,
Tu che non
bocca
e firingi
e fvelli
co fiumi fomiglwiti
S' apri la
e togli
nodo
eh' penitenza
nulla
un de' capi
man
corrente
e del
e con la
-,
Il
amanti
mille incauti
Di natura
il
cuor di
il
Oh come
e in
menti
il
fallo
t.i;ito
all'
opra
vezzi
Jc fofpiri
Son
TOMO PRIMO,
55
che non
ci
vede
fi
o parli
o penfi
menzogna
Negli atteggiamenti della bocca , nel girar degli occhi e nel mover
de* paffi fi dimoer la ridicolezza infeparabile dall' Affettazione
Perfone
di tal carattere, convien dire , che f l' intendono troppo con il malfido
Configliero Ovvidio , e non fi accorgono , che ridonda in Loro derifione_?
la mendicata- Arte , in cui cosi le ammaeftra nel Libi- 1^ de ^rte amandi.
'
ExigHO fignet gejlu quodcumque loquatur
Tutto
-,
Mi
& jcaber
unguis erit
n'imq'tam
j'ejuna
feguente avvertimento
Et femper Ipato dflet ab ore Firt
piace per
Come mi
il
fpiace
Si niger
il
aitt
^s
credat
^htrifir
Sint modici
ingens
rilus
feret
Difaint
illis
natus
-,
atq'ie
Et fummos
reftante:
S'
loquatur
fint
dentes
Cum
rifit
riidt
^^3 non
Lieta
e fi
oliera
raucum quiddam
Illa fonat
a [cabra
t'irpis
.Ars penetrai
^oqie volmt
fiere
pHtes
atme inamabile
mola
Ofelia
ridet
plorant tempore
quoqie modo
mano per
dimoflrare
vanit,
e ftoltezza dell' Affettazione r giacch o fi prenda dall' Etimologia del nome Narcifo, che viene dal Greco A^iirce che fignifica Torpore ftupore , e fi
confider per quefto che I' Affettato, f non' per illupidit e per mancanza
che la natura_3
, fi muove a comparire diverfo da quello ,
prenda dal favolofo Giovinetto Narcilb , di cui fingono i Poeti che rapito dalla fua bellezza nel mirarfi in un fonte , accefo'di foverchio- amore verfo f lleiro , manc- di vita , e fu convertito^ nel fiore , che
porta il fuo nome, e fi pu riflettere quanto danno rechi un fimil difetto.
Lo fpieg a maraviglia Caffiano Baifo lib.- ii. cap. 25. TSfarcijns domeji"
co Iti ipfins amore' flagrans domi , cjr ex J f perit
Erat enim in pidchrif.irdi rettopenfare
lo volle
fi
tem etemm
mx
aliq'iando
confiflens
unde- etiam
amor
Ipfs f ipfum
amore
fui
&'
occupavit
corrumpit
e/l
Fort-
uid Fontem
icaj.ie
fkhinde
progrefi
ICONO LOGIA
^6
progrejf/is
nniram futm
in aqtiis
f ipfurn
refrigerittm qtixrais
adeptns
&
quantum
confermai
'vdut
amator
apprehendcre tentans
dilexit
in flore mutatus
cfi
>
q:
-,
Tantum fan
fm
nomine
illius
&
morte fuLj
lucri
memoriam
affert *
Quanti CO! foli pregi , di cui H dot la natura , fi farcbbono ammirae cercano morte al loro merito , col troppo invaghirfene e ufare
tutti i sferri di farne una vana gloriofa Pompa !
La Mafchera che tiene colla finiilra indica la propriet dell* Affettazione che la fimulazione della propria Perfona j che fi allontana da
ci , che le naturale , con cui non difpiacerebbe , per cercare in un*
aria prefa ad impreftito il vero modo di renderfi faftidiofo e ridicolo Denota inoltre la Mafchera , che 1' Affettato copre il vero per far comparire
>
re
il
falfo
Non
Scimia
e'
mentre
-,
male intefo
agogna
naturali
lo
atteggiamenti , ed azioni
lo fcherno degli Uomini
rendono
che
chioma
per
per far vaga pompa di fua Perfona Falgiacch Jehu non folo non fi mofle alle alterate^
fue bellezze, ma comand anzich da quella llefla fenellra in iftrada foife
precipitata; dove divenne parto degli affamati Cani
4 rfe' i^e cap. 9.
li
fi
il
pofe
filo
alla
reale fenellra
penfiero
UNo
dubbio Crefo Re
erafi ornato delle
Pieno di
pi ricche e belle vefli , di varj colori, e di diverfe foggie
odori , colla chioma all' ultima perfezione accomodata , erafi afllfo nel TroIn tale fiato elfendogli
no reale con maggior magnificenza del folito
comparfo avanti Soione Filofofo , che non curava tante vanit e bagattelle,
de' pi affettati
della Lidia
Un
di
Uomini
del
Mondo
fi
fu fenza
in occafione di folenne
Pompa
ere-
TOMO
PR
IMO.
^7
Ti pare , o Flofo.
credendo d* indurlo a maraviglia
magnifica,
e cofa pi deritrovare
cofa
pi
agevolmente
fo che a poflfa
attillatura
all'
delle vereale
portamento
guarda
al
di
?
me
gna di ftupore
bene
infieme
cosi
campeggiano
che
colori
diverfit
de'
,
tanta
fti , ed alla
;
trova f puoi un paragone i e d f hai veduto giammai uno a me pari
Sorridendo il buon Filofofo per la ftrana affettazione del fuo Signore , gli
cos gli favell
LaerziQ citm
dall' ^ftolfi
Offic.
Star,
lib. ^,
cap. S,
FATTO FAVOLOSO.
CAfllope
Moglie
di
Cefeo
Re
di Etiopia
Andromeda
Hiodo derogarono
loro meriti coli' affettatamente porre in tal moftra e caricare la loro naturale venull , che giunfero in fino a gareggiar di belleza'
za colle Nere idi j e non fal di Quelte pi graziofe fi reputarono , ma ancora della ftefla Giunone
Per il che fdegnata la Dea , pun Andromeda col
condannarla ad effer legata con catene dalle Nereidi ed effer efpolla nuda,
fu d' uno fcoglio alla rabbiofa fame di un Moftro marino ; pun Calliope
col doverfi toglier dal fianco quella fua Prole j che pi della vita fteffa_j
teneva cara . Le favor per la forte di Loro moffa a piet imperocch paffando Perfeo in aria fui Cavallo Pegafo e vedendo Andromeda fui punto
di eflere divorata dal Molro, con lo fcoprire la Tefta di Medufa , impietrino , liber la Principeffa , e relHtuilla a' fuoi Genitori , i quali per gratitudine la concedettero a Lui in Conforte . Ovvid, Metam, lib, 4.
.
AFFEZIONE,
Fed Benevolenza
AGILI
T A*.
JL/ Onna
braccia ftefe
in
modp
Terugm
di nuotare
per
V aHa
agilit
Giovane
nuda e fnelk con due ali fopra gli Omeri non molto granmodo che moftrino piuttorto di aiutare 1' Agilit che il volo . Deve ftare in piedi in cima di una rupe , foftenendofi appena colla_j
punta del pie manco > e col pie dritto foUevato in atto di voler leggiadradi
in
mente
ICONOLOGIA
58
mente
ifefta
na
le
Col piede appena tocca la terra aiutata dalle ali , perch 1' Agilit umache quella intendiamo , fi folleva col vigor degli fpiriti fignificat per
ali 5 ed alleggerifce in gran parte in Noi
il pefo della forni terrena
,
AGRICOLTURA,
J)
DOnna
veftita di
Nella, finiftra
v erde
* con-
mano tenga
Veltimento verde
giammai alla
Chi
La Corona di fpighe
fi
durte.
il
Cefare JRjp*
fignifica la
Speranza
..
che
fi
Uomo
L* abbracciar
1'
fiCfo)
fignifica
l'amore
dell*
rOMOPRIMO,
?P
dell* Agricoltore verfo le Piante , che fono quafi-fue figlie s attendendone il defato frutto j che nel fiorir gli promettono
I dodici Segni fono i varj tempi dell' Anno e le Stagioni che da effa Agricoltura fi confiderano .
1/ Aratro fi dipinge come inltrumento principalifTirao per queft' arte
xAgricoltura
DOnna
con Veftimento di varie Piante con una bella Ghirlanda di fpied altre biade j e di pampani colle uve . Porter il-*
e coli' altra mano un Ronchetto , e
ifpalla con bella grazia una Zappa >
per terra vi far un' Aratro .
Agricoltura arte di lavorare la terra , feminare , piantare , e infegnare ogni forte di erbe ed arbori j con confervazione di tempo , di luogo , e
ghe
di grano
cofc .
Si dipinge con Velie contefta di varie Piante j e colla Corona in refta
teOfuta di fpighe di grano e altre biade per efifer tutte quefte cofe ricchezze dell' Agricoltura , ficcome riferifce Properzio lib. 3. dicendo
di
Felix agreflum
Dfuitits
quorum
&
arbor crani
DOnna
no
veftita di giallo
Nella delira
pieno di diverfi
Aratro da
fiori
1*
e frondi
II
biade
ie
frutti
mano
UNa Donna
che
mali
un Leone
Il Leone
in,
piedi
che Ha colle braccia aperte , e mollra due aniun Toro da una bandai e dall' altra
della
Agricoltura
Il
modi
fignifica
Dea Cibele
Toro
delle
fufiTe
la
tirato
cora-
FAT-
ICONOLOGIA
^0
Mondo
fu approvata
ed efercitata dallo
folo di Crifto
fli
Ezio
I*
terminare tranquillamente
taj). /j. Bionda lib. i.
fa
fuoi giorni
^flolf.
veli*
Offic.
Star.
lib.
i.
FATTOFAVOLOSO.
SAtumo
Figlio
e
qui
nell'
Agricoltura
Owd^
AJ-
TOMO
P^
M 0^
Si
AJUTO DIVINO.
Bel^
^ate
Ce/are
Orkrdi*
SI
dipnga una Profpettva 9 che rapprefent oblique e fcabrofe ve dirupi foffe coperte di frondi , lacciuoli qua e l tefi , ferpi nafcofH
erba e
quale
fia
di
ICONOLOGIA
6z
di Lui
neppure fenza
cos
adeffcre offefa
Confiderando Io per
ra
rapprefento
brof vie
il
di
e non perci
viene
la
1'
Uomo mentre
>
Trofpet'va
che
traW erba
teji,
di
re
Afl.aflinj
ec.
.C/ nel
fi
fuo
pone
il
cominciar piato
ed aperto
avean coperto
Di
Luftnghiera fpcranza , e piacer corto .
piacer , poich al piano ebbemi fcorto
piccoli fioretti
Il
yAbbandonommi
feguendo
Mi
il
ed erto ;
viaggio ognor men certo
al faticofo
anche la fpeme
frattanto ognor men chiaro
tolfe
il
il
fuo
Sol
conforto
s*
avvanza
in
ma
mento del
Per 1'
tutto
1>orno d
Stella
in fronte
e tutto di
luce cir-
Cenef.
TOMO PRIMO.
6i
Genef. fol. 222. rapportando il mlkriofo fogno o piuttoflo vfione del Patriarca Giacobbe della Scalar che da Terra fino al Cielo arrivava v e allaga
Tj".
ScaL-e
Spiega
efifere
alla Perfezione e
re col fuo Divino ajuto .Vt oflenderet neminem ad Ewn ire pojfetmft llle temiert <viam Ejus , Scalamque fitflentaverit ,E che. altra intender vuole il Santo Re Davidd allorch dice Tfal. 126.
Tslfi
Domims
Domum
ledificaverit
vctmm
in
labora'uermt
qui tedificant
eam .
Se non che :
"^fi Dominus cuflodierit Cmtatem , fruflra mgilat qui cuflodit eam .
fenza il Divino ajuto tutto invano fi penf , fi opera, fi cuftodifce ?
Videtis ergo ( dice S. Valeriano Vefcovo di Clemel. Hom. li. de Vanaglo'
ria") quod nec fine Domino, q;iod boniim ejl adificari , nec isdficatum fine Domino poterit cuftodri : B^gandus itaq: ejl Jemper Clmflus nojler t ut in nobis bo-a nutr M dir- exarandits tu nutrita cuflodiat .La Stella, che in fronte gli fi mira, Geroglifico del Supremo Ente .
Gli Egiziani , fecondo Oro Apolline
e '1 Valeriano eilendo per la
contemplazione delle Stelle- venuti in particolare cognizione di Dio > e_*
che fenza 1' ajuto di Dio nulla fi operava , o operar fi- poteva ,- ordinarono ,- che per il fegno' medefinio,- onde Eglino aveano comprefo il tutto
fi fignifica;fe il Dio dell' Univerfo
Si deve di pi interpretare la Sclia per
ilcorta , per guida i e per ajuto a confeguire il Sommo Bene Allorch l'Eterno Divino Amore- per redimere 1' Uman genere dalla mifer fchiavit > in'
cui lo ridufle il fallo- de' Primi Parenti , non ifdegn nel Seno di una Vergine fenz' opra Umana veftirfi di Umana carne , ed all' EHer di Dio- unire- quello
di
Uomo 5 eleggendo per culla un vile ammaflfo di paglia e
fieno nella piccola fortunatiflima Citt di Betlem ) non per altra figura mollrofll li. nell' Ordente ai tre Re Magi", che per mezzo di una Stella , con
la cui fcorta s' incamminarono all' adorazione di Elfo fatto Bambino . Vidimas enim Stellam Ejus in Oriente , ce" venimus adorare Eum Matt: cap; 2. v. 2.
Crederono i faggi Re , ubbidirono alle Divine Ifpirazioni ,-perfeverarno fino- al fine nell' incominciato viaggio giunfero ad' adorarlo ; ma- f dalla_j
Stella guidati non" erano
Et Ecce Stella quam viderant in Oriente, antcedebat Eos , ujqnc ditm veniens , flaret fupra,- ubi erat TUer . Mtth; cap: 2l<v.g.
ginti mai non" fare bbono a vedrlo : cio , fenza 1' ajuto Divino, (perci
fpiegare fi vuole ) non giungerebbe mai Uomo a fare opera buona, ed inconfeguenza al confeguimento di Lui
Ma fi afcolti il gentiliflimo-^oppetta^ fu quello propofito, che a" maraviglia fpiega il miflero^ di- quelU' Stellaapparfi a i Santi Re Magi '.
-,-
>
'
Fedo oggi
Ed
ufcir
il
giorno %-
"Per fare al
Fdo-
tre
Mgi
ricercar d'
intorna
'
Fedo
ICONOLOGIA
^4
E
E
5. V. 8.
Domino
juflitia
AJuto Divino
I'
la
Luce
fi
II.
^t Fila
lucis ambulate
[ fru^us enim Lucis efi in omni bonitate ,
ventate ] probantcs quid fit beneplacitum Dea : e appreCTo v. 13. 14.
autem , qute argmintur a Lumine manifeflamur : Omne enim quod manife-
Omnia
fiatur
9.
IO.
&
Lumen
illuminabt
V atto
efl
Te
Tropter quod
Chriflus
dcit
>
&
exurge
a,
mortms :
^per
tenere con
-,
[olire la Scala
&
Deus
trem dire col Coronato Profeta ^[al. 1 7. 40. Trxcinxijii me virtute ad bellim :
Et [upplantafli infurgentes in me Jubtus me
Perci fi figura che neW altra mano tenga Fulmini in atto di [cagliarli con.
per impedire al detto Z'omo la falita ^ a caha che temere avendo per f l' infinita Potenza : Domnus mihi adjutor non timebo . D. Taidus ad llxbreos 13. (f.
Egli difperdr qualunque inforga contro di EOTo . Ejicct a [ade tua Inimicum Deuter. 1 3 Cadent a latere tuo mille t O" decem millia a dextris tis ad
Te autem non appropinquabit Tfalm. 90. 7. Bella confolazione , feliciti
incomprenfibile dell' Uomo ! Iddio a nollra difefa , che bel combattere !
tro
fi
%4d(;amns ergo
affolla [uro[a
1'
Uomo non
eum
fiducia
ai (rhonum Gratix
ut mifiricordiam
coafiquamur t
Cr*-
&
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(p'Gx^tii^ni
n'pemti'mus
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m\AitxUo opprcm
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Popolo
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Ifraelle dai
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Ce/are
B^,%,
vtiika di color bianca , e fopfa i detto Veflidi Porpora ; e dal Cielo fi veda un chiaria
che illumini detta Figura . Sar eoronato di una Ghirlanda
d ett virile
ma
raggio
diOliv*
^^
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di Oliva
LOG i A
&h^N
xo.
Avti
al
collo una
Catena di oro
,
mano
e per pendente
irn
Cuore
e colla
aperta
tempo
paflato
>
Manto
Il
di
la
quale ha Tem-
pre
Porpora un Pefce fecondo Plinio lib. 9. cap. j6. della fpecie delle Conchiquale ha nelle fauci un liquore ottimo per tingere le lane .
Per teftimonianza di Giulio Polluce abbiamo che i Fenici attribuifcono ad Ercole cfferc Egli ftato il primo a tingere la lana di Porpora , raccontando , che
mentre Eflb fi portava da Tiro Giovanetta da Lui amata , il Cane che lo feguiva 5 veduta ima Porpora gettata dal mare, V addent per pafcerfi delle di Lei carni 5 e del fangue di quella reft tinto
Lo vedde la Donzella , e tanto le piaccque il nuovo colore , che diffe ad Ercole che f non di quello voleva , che loffero tinte le velli , che aveffe avute a portare . Periocch Ercole fatta preda di
alcune Porpore , del fangue di quelle tinfe una velie , e la prefent alla fua_
e dal
amica . Altri poi vogliono che dal fangue di certe particolari Concniglie
fangue delle Murici , che parimente fono Pefci marini , e della fpecie delle Conchiglie
e che fi trovano nel mare vicino a Tiro Citt della fenicia j fi tormi
[ /7 ]
glie ,
il
il
colore di Por]5ora
belliflmo
La Verte purpurea
. e fegnalc di
Maert . Il medefimo afferper rappi-efentare la Maefl , Iddio comand che la
tofTe purpurea . Exti. cap. i8 e ^p.
Da Plinio h. io. cap,
11. viene porta la Porpora perii fupremo Maertrato ; td in fatti g' Lnperadori
Romani la ufarono fempre per Infegna Imperatoria . Ed al f rtfeate couferva io
ftefTo fignificato , ed efprime la Maert e 1' Eminenza , mentre di quella vanno adorai i primi Liiminarj della Cattolica Romana Ciiiefa , clic fono gli Emi^
nentillmi Cardinali
E' inoltre il color purpureo indizio di verecondia e di modcftia ; quindi per
Pretefla Romani Fanciulli venivano a%'vifati che tanto ne' detti-, clie ne' tatti Loro dovefTero ferbare la verecondia . Catone foleva dire che pi gli piacevano i Giovanetti , che vedeva arroflrc ; che quelli , che impallidivano ; e Dio,eue apprefTo Laerzio avendo veduto un tanciullo , che arrollva , a Lui rivolto diHe :
ma
Tertuliano </?
Verte Sacerdotale
ornamento Repio
Idciatr.
Confile
La
Fili
',
Prcterta era
intefTuta di
Porpora
To-
TOMO
fR
MO.
67
effk
-^
chiariffimo raggio
Il
-gura, ne denota
.gli
.^..
aiuti
-siitri
1'
Morialis
Dimm
'
nei Sagri Uffici abbiamo
Deus t in adjutomm
*/.''/
meum
intende
*.
:...'.^'
'
e pi
&
\Ajutor
1'
dare ajuto
alli
'lo
ma
della falute
Il
'-
.-
-^-
per
fi-
gnificare
^--^
-.
<-
.,--
..
Tofcana
Ollilio
la
Da
foga da Uomo
detta Virile
^/
(S8
GTA
gnificare
to
IO. Stan,
9. dice:
Sarefle
come
incolta
Vite in orto
Animale
dona
ma
il
Figliuoli
fia
lor bifogno
fon governati
Onde
gli
porge Ajuto,
deiproprj
dall' indufiria
.
&
ALCHI-
rOAdO PRIMO.
ALCHIMIA.
fieli*
<^>
IN
un' orrida ofcura ftanza 3 ripiena di tele d Ragno e di Fumo , fi dipinga una Vecchia deforme con volto rugofo ed afifai affumicato , colle mani parimente abbruftoiite i e fudicie
Veltita far rozzamente , e tutta
cenciofa . Siano difpofti all' intorno varj Crogiuoli , Vafi diverfi di vetro
Lambicchi , e tutt' altro folito adoperarfi dagli Alchimiili . Si mirino delle
verghe di oro ed argento , e, numerofi pezzi di altri metalli, con tutto
ci , che pi pu abbisognare per la Profeffione . Vi fiano attorno de' Fornelli , avanti uno de* quali fi miri la fopradetta Vecchia ftare in ginocchio ,
con una Canna alla bocca , foffiando nella brace fottopofta ad un Crogiuolo .
Abbia fopra la Tefta un Pellicano . A' piedi un Cornucopia colmo di Rami
e fronde di Alberi infruttiferi , come fono il Buffo , i Pioppi gli Abetij e
quafi tutte quelle Piante , che nafcono intorno a' Fiumi, Paludi ec.
L' Arte di convertire i metalli ignobili in oro puro , detta Alchimia >
fi dipinge in un* orrida ofcura ftanza ripiena di Tele di Ragni e di Fumo , in forma di una fchifofa Vecchia, per dare ad intendere per V EfTercizio di tale Profeffione il luogo adattato , e nella Perfona la Spiegazione
di fuo effere .
.
La
rianza orrida
ir
'
LO GI
coloro , che all' Alchimia fi danno . Per le Tele di Ragno s' intende 1* opera vana ; e fopra quello ftimo bene il -rapportare a parola per parola ci che
ne dice Pierio Valeriano nel Libro vemifeeCmo de' fuoi Geroglfici , fecon-
do
55
di fcflciTo
la
Dai
Catullo
il
facco pieno
Di \agni ....
Il qual paflb fi ufurp Luciano nel Pfeudologifla dove dice : Eurotos cai
aracnion me/la
Timi di corruzioni 5 e di ragni . Ma dagli Scrittori della Sagra Scrittura abbiamo intefo il mederao fgnificato dai nollri non ffere flato riprovato
Perch in quel tempo , e in quell' ora , nella quale Gregorio Patriarca Gerofolimitano , e Macario , e Pirro , e gli altri
Lor feguaci , i quali in Ges Crifto Signor noftro una natura 5 e una_o
volont fola eflere affermavano, colla Sentenza di C L. Vefcovi , fiirono dannati , molte tele di Ragni con grandiflima maraviglia di tutti caddero in mezzo a tutto il Popolo, perii che fu fgnificato che quelle fordidezze degli Eretici erano llate vane , a fimilitudine di tele di Ragni , e
che per quel Concilio , e Giudicio erano ftate diflipate . Nel Salmo XC.
leggerai pure che fi parla di quefia fottile infermit
^nni noflri qna/i
branca reputabuntur
Gli Anni noftri faranno reputati come una Tela di
Ragno ; perch la Tela del Ragno fi teCTe con gran cura ed infinita
fatica 5 ma per la fua fottgliezza rotta e guafia da ogni minima cofa 5 che la percuota ; e ia un' altro Salmo , Tabe/cere fecifti velia araiKam
.
animam meam
Per il Fumo
cede da
li
Ipiega
tale arte in
&
occultare
bi fignificava
Abufivamente
poi Magia
quindi prefe
il
nome
di Scientia
opcrutn natura
dalla
&
Tale Arte
ejr ferri.
come
fommo
vi-
gore
P R
IM Di
&
Ti
erudtAs ejl
gore . Mos vcrlatiflimo in qualunque Scienza degli Egizi ;
Moyfes omn Sapentia ^^glptior.tm Ad. Apollol. 7. 22. : Scmt dice Bo^
erhaave ^wirn exarer Igne , ut fiexsi puhls aq:i mlfceripatens > atque potari .Jptus . E.xlxi- J2. 20.
In fequela, dalia permutazione e feparazione de' Metalli, e dall' opinione d poter quelli cangiare in Oro, gli Arabi i primi le diedero il nome
Non difpreggiabile la quafi comune opinione
di Alchimia , o Alchemia
Origine
da Ermete Egiziano , o fia Mercurio Triavuta
lua
abbia
la
che
fmegifto . Coltui fi crede Coetaneo a Mos , ed uno de' primi Inventori
dopo 1' univerfale Diluvio > d tutte le Artt s Liberali , che Meccaniche .
Fino al tempo di Diocleziano Imperadore de' Romani fu in gran pregio appreflb particolarmente gli Egizi ma quello Sovrano la ebbe tanto in odio,
che fece fare le pi diligenti e rigorofe ricerche , di tutti gli Scritti, Trattati , e Memorie concernenti tale materia , e ordin fotto graviffime pene
Non forti per tutto il iuo intento cosi
che tutti dati foiTero alle fiamme
faggia diipoGzione , mentre quindi a non molto dall' ingordgia degli Uomini cominci a riprendere vigore , e fino a' noilri giorni viene da qualcuna
pur troppo follemente feguita e abbracciata
Nella deformit delle grinze e arfura del volto e delle mani , fi dimoftra che 1' Alchmilla dando tutto il giorno con gravi ilenti e fudore
fepolto tra '1 fuoco , e 1' fumo , e cattive efalazioni , perde la forma quafi
di Uomo, la fanit del Corpo , e diviene un' oggetto di rifo, e di fpavcnto agli occhi d Chi lo rimira .
Si velie rozzamente e cenciofa , per indicare che il feguace di fimil Arvive
Tempre in povert , e che per credere di voler trovare il modo
te
onde renderli opulentiflimo, difperde tutte le follanze fue fino a ridurfi all'
ultima mlferia, e gli accade appunto come a quel Cane , la di cui difgrazia
i;osi ci rapprefenta Fedro lib. u Fa. 4.
Canis per Flumen carnem dum fsnet natans
.
,,
'
Lympharum in fpecttlo
\Alumque pnedam ab
vidit Sim/dacruin
alio ferri
ft:m
putanf
eiTercitarla
Nel porre avanti uno de' Fornelli Ij^-noflra Figura inginocchio con una
Canna alla Bodca, foffiando nella Brage fottopolla ad un Crogiuolo 7 li
voluto dare ad intendere che con foriimo incomodo il Chimico palfa le ore,
perde
il
fiato
confuraa la villa
giacche fecondo
tutti i Fific ,
e pi fe-
condo
conilo
IrC
ft
GIA
-,
Valeriano
e dagli Animali
pone
nati
..Ars fallax
Exitialis
^morquc ^uri
fallacia
fevique dolores
esperii ^rtis
ingentefque paret
Mendici fimt
femper
mox fumere
caligine
pttnas
barba
Sqiiallet,
rOMOPRTMO,
&
!f$
quant
fit
perpejfns
eamdem
2,.
,
e certezza di quell' Arte . Ancora Fernelio lib. 2. de
rerum Caiif. cap. 1 8. fi sforza provare colle ragioni la verit dell'Arte.
Innumerabili altri vi fono dello ftelTo , fia detto con loro pace , liravolto fentimento . Li fiegua j e Loro creda Chi vuole che in quanto i_
me fon perfuafo del contrario dall' Argomento di S. Tommafo brevemente iomprefb ne' feguenti verfi manofcritti dell' eruditifllmo Sig. Dottor
Vincenzia Cavallucci de' Letterati di quella Augnila Citt fplendore e
decoro .
Io gli dicea
Tradurre
Le
Or
cofe
in
hogo
deflinato e certo
>
Entro a
crogiuoli
ALLE-
ICONOLOGIA
74
ALLEGREZZA.
D
Gerire }{!ptt.
Glovanetta
con fronte carnofa , lifcia , e grande . Sar veftita di biancoe detto veftlmento dipinto di verdi frondi , e fiori roffi e gialli , con
una Ghirlanda in capo di vari fiori. Nella roano deftra tenga un Vafo di
criilallo pieno di vino rubicondo > e nella finiftra una gran Tazza di oro .
Sia di afpetto graziolb e belio j e prontamente mofljfi di ballare in unPra*
to pieno di fiori
Allegrezza , paflonc di anna volta al piacere d cole , che fntrinfeCimente eontempH lopranaturalmente , o- che le fiano portate eftrinfecamente dal fenfo per natura , o per accidente
Avr la fronte carnofa, grande e lifcia per il detto- di Ariftotele nella Filbnomia al 6. cap.
I Fiori flgnificano per f ftefl Allegrezza e fi fuol dire che i Prati ridono , quando fono coperti di fiori ; per Virgilia i dimanda piacevoli
nella 4, Egloga dicendo :
Ipfiz libi btandos fimdent amabula fiores .
II Vafo di crilhllo pieno di vino vermiglio , colla Tazza di oro dimoer che 1' Allegrezza per lo pi non fi cela , e volentieri fi communica.
some tellifica S. Gregorio nel lib. 28. de' Morali cosi dicendo ; SUct Ito-
mi*
P R r
7?
titix
mentis aperre
Ed
il
allegrezza
Glovanetta
ri
mano
Nella deftra
terr un
Tirfo coronato con molti giri di frondi , e ghirlande di diverfi fioNella finiflra avr il Corno di dovizia , e fi potr velHre di verde .
^Allegrezza di untore
Giovane
veftita
fiori di
^Allegrezza
Letizia
Giovane appoggiata ad
UNaleggiermente
un Cavolo fodo
donar prefenti ; e
L' Olmo circondato
in gran parte dal Vino
delle proprie forme , e
cofe grate agli orecchi
La Boragg'ne
fornito di Viti
e calchi
le mani, come le voAllarghi
(6)
nel Petto avr un Libro di Mufica aperto
di Viti , fignifica Allegrezza de! Cuore , cagionata
come dilfe David , e 1' unione di le fte'.To , cl.'
Giubilo
Olmo ben
un'
lelTe
fecondo
il
Chi
n' bifognofo
K
.
per arrivare
2
^.
Mattioli Traduttore
Commentatore
pia
^Jle-
...
di
Dio-
Iil>.
4.
cap.
igo.
la
fteffa
;,
ICONOLOGIA
7<J
allegrezza
UNa
allegrezza
NElla
Kdltegrezza
Govanetta
UNavagabelH/Tmia
Ghirlanda
di
rofe
veftita di
,
ed
verde
altri fiori.
ramo
ramo
portato intorno , ciaicuno de' Sedenti a tavola invitafle 1' altro a-j
cantare , perilch una volta per uno prefo il ramo cantava la fua volta
del qual coftume Plutarco ne' fuo Simpofiaci , cio Conviti > largamente
ne ha difputato nella prima quiftione in tal maniera . Deinde unufqmfquc-
accepta Myrfho
propriam cantilenam
cantaret
is
etti
tradita ejfet
-,
-K
-k
+:
*
^Ue-
TOMO PRIMO,
s/ilkgrezza dalle Medaglie
DOnna
77
Corona
togate
1'
altra
un Globo
che porta nella mano delira un ramo , nella finiUra un Cornucopia , alla_j
quale aflillono due Fanciulli .
In una Medaglia di Adriano . Una Donna che nella deftra tiene tnia_j
Palma , Nella finiftra pure un. Cornucopia . A' piedi un Putto d' ogni banP. R. COS, IlL S. C. che fu batda con quefle Maiufcole
HYLARITAS
Amo
HYLARITAS
mani
TopuU Bimani
parole_>
ambe
lei
Rodiotto
veduti tre fuoi Figliuoli valorofi Combattenti , ufciPugna , ed eOfer coronati pubblicamente , e per
colmo delle fue Allegrezze 1 eOTer Loro gettati Monti di Fiori addolTo ^
re
vittoriofi
dalla
fpir
pone
la
ICONOLOGIA
78
fpir nelle
2.
cip.
Loro
braccia
J'
Anima pa2a
contenta
.Aflolf.
Off.
Star.
lib.
17.
FATTOFAVOLOSO.
^Aputafi
k3
dalla Citt
incomprcnfbilc
il
ALTE-
rOMQPRlMO,
19
Bj^a ^
Ce[are
DOnva.
giovane 5 cieca, cof vifb altiero . Sari veftita df una ricca e_*
pompofi. Clamidctta di color rofTo ^ tutta contesa di diverfe giojedi gran- valore e fotto a detta. Clamidetta avr, una Velie di vililTimo'
pregio tutta fquarciata di colore della terra > ovvero della cenere . Terr,
braccio- deliro- un-
fotto-
il
Star-
con
un-
Pavone
ed
fniftro
il
L*
alto
altro,
i atto di precipi-
da detta Palla
L* Alterezza ha origine dalla Superbia r e- nonr degenera troppo daMa__s>
fa natura r la quale non nafce da altro
che da una falfa opinione di effere maggiore degli altri y onde S. AgolHno Uh.- 14. e Ciint. Dei , dice_j
che la Superbia non altro che u' appetito- di perverfa Alterezza ; ed
il;
fiiTtile conferma Ugone , ed Ifdora 7/^. Ethim. come anche S. Toramafo
2.. 2.. volendo difinire la Superbia gi ftabilitx' dice
Efi. inovdinams appe."-
tare
"
ttus
exxell'entitff cui
Giovane
Rettorica
e fuperbi
Cieca
al
fi
debetur honor v
dipinge'
cap^.
r2..
,:
&
rcverentia
perch dice
il
eflere arabizioli
altieri
..
li
rapprefenta
,.
perdocdx
1'
tale.
che
ICONOLOGIA
80
che per noi pii defiderufi quello nel che Ila riporto il noftro male e_
procuriamo feispre di porerc ove Ib maggior pericolo , elfendo privi
della luce del Signore
onde quel Santo Padre Homelia de diverfs , dice i
affomigliando il Superbo ad un Cieco . SicM octdis captus ab omnibus offaidi
potejl facile > ita
Superbus quoque Domin:tm nefciens ( prncipium enim Super'
bix eli nefcire Domnim ) etiam ab Hominbiis facile capi potejl , utpote luminc
-,
&
fummo
orbattis
fcmbiante altiero
dice
Figliuoli d'
Eva
Sicch reggiate
Ed un
bia
dice
il
vifo altiero
non chinate
voflro
mal
volto
il
fentiero
Contemptrix inopum
"Julius
elata feveros
Ferre
La
-,
ricca
neqiiit
fuga
verba
pompofa Clamidetta
&
1'
damnatur ,
Tiene col braccio deliro il Pavone, per (egno, che ficcome queft'Animale compiaceudofi della fua piuma efleriore > non degna la compagnia dee Superbo fprezza e tiene a vile qualgli altri Uccelli cos 1' Altiero
fivoglia Perfona . Superbia odit confartiut , dice S. Agoilino in Epift. 120.
e Plutarco in Dione : ^rogantia Jolitudinis , odit foctetatem
Il braccio finillro alto colla mano aperta ci fignica , die 1* Altiero coli'
oilentazione di feftetfo , moftra di fopportare altrui in qualfivoglia azione.
Lo ilare con un piede fopra la gran Palla , dimoilra il pericolo del Superbo , eflendo detta Palla figura mobiliflima j la quale , come dice il FiJofofo , tangit in pun^o , e pero non ha Jtabilit n fermezza alcuna , e. >
per l' ilelTa caufa fi dipinge coli' altro piede in atto di precipitare da efTa
Palla f elfendo 1' Alterezza inviabile e fenza fondamento alcuno , che focilmente cafca nel precipizio delle miferie > e per ben diife Dante 29. dei.
Par: difo
Trin-
TOMO PRIMO.
Da
tutti
pefi del
il
^nm
Mondo coflretto
Greco parlando degli
.
Altieri
fuam fafiuofim
expeBa brevi 'vindi&am
celerem divnitiis
lllius
Superbus
Ed
il
Folengo
tollitur
nel
Superbus [e
Tamen
altijjim
Salmo 74.
extollit
&
dice:
evehit
curfu praciptatur
&
in inedia
quafi
In nihilum re/ohitur
ALTIMETRIA.
Di
Cefare
BJpa
DOnna
Si
ICONOLOGIA
82
Giovane , per
non degenerando punto
cifcrc
dalla
1'
AMARITUDINE,
D
r Amaritudine
PErtenga
con ambe
fi
le
Cefarc Pjpa.
mani un Favo
di
Mele
Donna
nero , che
veda germomaggior fe-
vellta di
dal quale
fi
licit della.
do
fi
dice
AMBI-
TOMO PRIMO,
H:
AMBIZIONE.
)
UNa
Donna giovane
Cefar B^p
<.
L 3
falire un' afpriffima
veftit
Rupe
di
la
-,
CONOLOGfA
84
di
dfcordie
e riffe
I{apina di virt
Che di
Sovra
Tu
fei
faji
di
corfo
di glorie
vera
altrice
>
pompe
mortai
altrui
e di
>
Iplendori
pregi altera
ti
nemica fiera y
Torna
V ^yilme
Tintone
nulla
/'
Inferno
AMBIZIONE.
DOnna
verde, con Abito fuccinto, e co' Piedi one con ambe le Mani raoflri di nietterf
eonfufamente in
di Corone ; ed avr gli Occhi bendati
Ambizione, fecondo S. Tommafo 2. 2. q. iji. art. 2. un'appetito
difbrdinato di farfi grande, e d pervenire a' Gradi, Stati, Signore, Maglftrati , ed OfEzj ,
per qualfivoglia giufta o ingiufta occafione , virtuofo
o viziofb mezzo , onde avviene , che quello fi dica eiTcre Ambiziofo , codi
giovane,
veftita d
Omeri le ali
Capo pi forta
avr agli
T&t
dice Ariftotele
raeftiere
Trudis avaritiam
^mhitio
Excubat
(j:{x
,
,
&
cuju^
fadijfima mttrix
oeflltuis
,
'
precis.
forbufq-.e potentutn
Tulfa Jmul
S rapprefenca, ch'Ella raedefima
> clic
fi
ponga le fopraddette cofc in cal'Ambiiiolu opera temcraria.mente , edendo fcricto
in
PR
M 0.
8?
ad Hjebr.
Paolo
S.
cap.
?\(e2j fibi
5.
-,
s difcernere
ror
nemo
la
Le
come
poji te videamr
tib
fi
che
appetito
titdos
dfponere
efi
^mbhionls
f^-
Corone dlmoftrano
qualit delle
TxntM
Ambizione
1'
de Ira
occup.tre
faflos
un difordinato
hoper OrbeLs
contenta
Tsipn e/i
&
Ed
a quello propofito
^mbitio
^nto
Crammaticam falfam
Ex
Tu
'vtio
vtHm
quid rides
nil
Cxcos
dementes
nifi
,
define
collgitm
tib
;
namqm
rdiculofque facit
Assalonne
Yolfe contro i Sciti , i Battriani e g' Indiani , e pi oltre ncora avreb*be portatele fue Armi , l nel pi bel fiore degli Anni un' immatura morteJion. a-velTe troncato il filo- alle fmoderate liie brame . ;. Cur. nella. Vita di <^ef
FATTO FAVOLO
AMbi
O.
Fetonte
gloria di etTer Guida del Can'o del ^Sole fuo Padre
ion ballarono le di Lui rinioflrinze per rimuoverlo da tanto condannabile
ICONOLOGIA
85
AMICIZIA.
D Cefare Bjpa,
DOnna
il
LONGE
capo terr una Ghirlanda di mortella > e di fiori di pomi granati intrecciati
HYEMS, JS.STAS .
infieme . Nella fronte vi lar fcritto
Sar fcalza , e con il braccio finillro terr un Olmo fecce il quale fil circondato da una Vite verde .
Amicizia fecondo Arifiotelc j una fcambicvole efprefia e reciproca be:
nevo-
P R
M 0^
87
nevolenza guidata per virt j e per ragione tra gli Uomini i che hanno conformit d' influfT e di compie ffini
Il VelHmento bianco, e rozzo i la fmplice candidezza dell' animo,
onde il vero amore fi fcorge lontana da, ogni forte di finzioni e di lifc
artificio fi
&
dileguare
.,
L' elTere fcapigliata, e P avere la Ghirlanda di Mirto con i fiori di Pomi granati , mofira che il frutto dell' amor concorde , e dell' unione interna
fparge fuori'!' odor foave degli efempj , e delle onorevoli azioni,, e ci
fenza vanit, di pompoia apparenza
fotto la quale fi nalconde bene fpellb
,.
I'
me
lib.
;.
di ci
fi
pu vedere Democrito
co-
j.
Dipngefi parimente fcajza , per dimoftrare follecitudine , ovvero prefteze che per lo- fervgio dell' Amico non fi. devono prezzare gli fcoxiiodi :
come dimoitra Ovvidio de ^rte amandi
za
tu
,Arndzia
DOnna
vr
veftita
di'
bianco per la medefima ragione detta di fopra . ASotto il braccio finiftro terr un Cagnolino bianco
Nella delira mano un mazza di fiori , e fotto. al piede
capelli fparfi
abbracciato e ftretto
deftro una tefta di
I capelli fparfi.
..
morto
amano
Amor
reciprocOj,
ancora:
Gli AWer.
L*
Olmo
difgrazia
verdeggiante che ancora fi tiene ftretta col detto Olmo , fignifica che
non abbandona l'altro, ancorch travagliato dall'iniqua Fortuna.
e la Vite
1'
Amico
ICONOLOGIA
88
Cagnolino bianco
chia
a.11'
Amico
la
Hic negat
amicizia
Grazie ignude , ad una delle quali fi vedr le fpalle , ed all' altre due il vifo congiungendofi colle braccia infieme , una di Effe avr
in mano una Rofa , T altra un Dado , e la terza un mazzo di Mirto. Dalle
ImmagMii di quelle tre Grazie fenza dubbio fi regola la buona e perfetta
Amicizia ) fecondo che gli Antichi penfavano > imperocch P Amicizia_o
non ha altro per fuo fine , che il giovare e far beneficio altrui , e non
lafciarfi fuperare in benevolenza e come tre fono le Grazie degli Antichi j cos Ire gradi tengono i benefizi nell* Amicizia .
Il primo di dar le cofe .
Il fecondo di ricever P altrui . Il terzo di
render il contraccambio .
E delle tre Grazie 1' una ftrlnge la mano , ovvero il braccio dell' altra,
perch P ordine di far benefizio altrui , che debba padare di mano in.j
mano , e ritornare in utile di Chi lo fece prima , ed in quella maniera il
nodo dell'Amicizia tiene llrettamenre gli Uomini uniti fra di loro.
Si rapprefentano quelle tre Grazie ignude , perch gli Uomini infieme
P un P altro debbano effer di animo libero , e fciolto da ogni inganno .
Una volge le fpalle , e due- volgono il vifo , per moUrare , che fempre
duplicato fi deve rendere il benefizio all' Amico .
Si rapprefentano allegre neiP afpetto perch tale fi deve dimo(lrare_
Chi fa benefizio altrui , e tali ancora coloro , che lo ricevono
Hanno P apparenza verginale , perch P Amicizia non vuol efferc contaminata dalla vilt di alcun interelfe particolare .
La Rofa fignifica la piacevolezza , (j) quale fempre deve cflere tra gli
Il
Amici , effendo fra di loro continua unione di volont
LE
tre
forf
Pifcis
baltct fftnai
PuU/jia Rcfj
EJt fertts
ej ,
e(ie
intu,
&
iffe fuss
Pifcit
TOMO PRIMO.
Dado
Il
me
fignifica
1'
85?
andare
i Dadi quando fi
Mirto, che Tempre verde, fegno , che l'Amicizia deve
confervarfi , n mai per alcun accidente farli minore .
fanno
Il
.Amiczia.
come
le fpalle
Torta,
E
Cos
,'
il
Cieco
il
per voce
l'
intiero
ritratto
duo mezzi
di
l'iileflTa
il
Calle
ftare ic piedi,
in fulle fpalle
di Lui ritrova
un prefiando la vijia
co-
l'affi ,
/'
altro
paffi .
[4]
DOnna
AMI-
L' Amicizia viene defcritta dal P. Ricci : Donna d allegro volto , 'vejtita di rC"
Manto In capo avr un Adamante finffimo In una mano tiene un ramo mezzo [ceto , e mezzo verde , e coli' altra mojra un Cuore
Appiedi vi /a una Zappa , con che moftra
aver trovato col zappare un gran Teforo DalV altra parte tiene V Archipendolo , ed un Cagnuolo Di allegro volto, perch l'Amico deve fempre dimoftrarfi taJe all'altro. Il
Diamante per effcr Gemma pi forte , pi lucente , e di pi pregio di tutte le altre ,
Tipo del vero Amico . Sta col ricco Manto per dimoftrare che un' Amico deve partecipare delle ricchezze dell' altro Moftra con una mano il Cuore , per fegno che deve
(a")
chilftmo
ICONOLOGIA
AMI C ZIA FALSA
'l
DOnna
con Volto, imbellettato, ed Occhi riJentr. Vefliri un Abito coAvr fopra. quello un Manto che nel dritto fa di un
colore j e nel rovefco di unaltravc fi fcoprino fotto di ECfo le ali piegate,
e nafcofte . Stia in un Prato verdeggiante e fiorito dove fi veda Perfona riccamente veftita che ripofi. fbpra 1' Erba ,, e i Fiori j tra. quali vi Gz. pollai
una. fottiliffima. Rete .
Si dipinga, in atto, di adattare colla, delira mano un Guanciale fbtto il
Capo, della medefima, mentre colla finillra le ven furando varj ornamenti da
Abbia accanto, il Tirfo A' piedi un. Pardo, che tenga la Telia tra
doiTo.
lor cangiante.
le
..
..
Gambe
Non fapre
.
,
che dicendola uno-j
tendente al proprio vantaggio col
mezzo, dell' altrui danno ; Che un' Artifizio per giungere con ficurezza_
al termine che fi. prefcritto. uno Spirito mal. regolato
e maligno ; e che
vera,
vile
una
ribalda
,
e
irragionevole
fommu
nemicizia.
in
,
Donna fi figura, con Volto, imbellettato , ed Occhi ridenti , per eflfere
la Donna di. fua. natura, inclinata, all' Inganno
ed alla Frode; ed il Belletto ipiega , che ficcome quefto viene adoperato per coprire le mendc^
animo
del
TOMO PRIMO,
per apparire diverfa. da quello che in
Francador in un fuo Capitolo all' Abate Nelli j
Come fan le Femminei
Che fpejfo s' imbellettano
E con tal fnta Mafchera
del Volto
il
Cuor
Il
dell'
^omo
adefcano
91
fefteflfa
come
diffe
Co^
Inganno
1'
fi
feceris
fo
Non
fi
^i
Amico
;.
a qualche periglio
allora
come cant
I giuramenti
Da
Anzi
far Egli
gravare la
permanebit
noi'tra
in
Ecclefiafiic.
il
cap.
primo
condotta
'.
v.
1'
Ariofio
e le promeffe
vanno
die tribulationis
aggiunge
8.
pompa
e fparfe
di
&
e 9.
all'
pi veloce volo , allorch ma,nchi la fperanza del proprio comodo , Efi autem
^AmicHs Socius menfx ,
non permanebit in die necefjtatis Ecclefiaft. cap 6. v. io
2
Otti-
&
ICONOLOGIA
92
Ottimamente P
Il
gello di porre
Capo,
&
Mentiris , credo
(mtas
(ant9
recitas
:
bibU
mini carmina
Uttdo
Tompiliane
bibo
;
.
In
TOMO PRIMO.
In quanti pur troppo ad ogni
deteftato carattere della
93
momento
fi
Greca Nazione j
che ... laudai
,
.
^ut
Stratocles
T^atio
comada
Coneutitur
l^ec
dolet
xAccipit
aut
e/i
ftet ,f
;
:
cum
rides
lacrymis
-,
Hsmo
majore cachinno
afpcxt amici
Igniculum brumai
Endromidem
lli
molli Demetrius
fi
fi dxeris
tempore pofcas
-,
tefluo
,fudat
Le
Morte
lleffa
adidatio
',
grazic
mentre*
,'
mk
94
ICONOLOGIA
ma
grande >
Che rimati fra difaflri agi' infelici ^
E' il diflingicr da' finti i veri amici
unico Berti
Mct.
Aled".
[aj
Tonata Figlio di Saul Re d' Ifraelle tale amicizia contrafTe con Davide dopo che Qiiefti vittoriofo torn dalla pugna con il Gigante Golia
che fi fpogii di tutti i fuoi yelHmenti , che indoflb aveva per ricoprire_j
-,
David , . gli cinfe infino la fua propria Spada , e 1' arm del fuo Arco Venuto David in odio a Saul , Gionata 1* ailcur che Io avrebbe fempre af.
ed in effetti per Elio non dubit concitarli contro 1' ira del furiofo
Padre . Godeva nel fovente ripetergli che Elfo farebbe ftato il fuo Re,
e che Egli contentato fi farebbe di effere a Lui fecondo . Puote facilmente
imniaginarfi quale foffe il dolore di David nell' annunzio della morte dell'
amico Gionata, e quanto lo piangefle
i. de B^e cap. i8. 20. 23.
liftito
Re
veramente
.
di
memoria fono
Damone
chiefe
in grazia al Tiranno
tanto
E' rapprefentata l'Amicizia falfa dal P. Vincenzio Ricci nella feguente Figura
riwtat cola Faccia V Un coli' altro . Vno de' quali terr una Borfa aferia in
mano appreflando certi Denari al Compagno , il quale tiene un' /iftore nelle mani , ed uno^
Comunella . A' piedi vi faranno due l'clpicelle eie lattano alla riva di un fiume fccco , nel
cui letto apparifcono Sterpi , e iSalJi : Si dipinge con una Borfa in mano , die fembra dare ad unOj perch tondata fulP interefl'e , e tanto dura, quanto dura il donare
L' Adora Tipo della falfa Amicizia , perch viene accarezzato , e pafciuto cuiic*
proprie mani dapli Uomini , finch vale alla preda , quando non vai pi o fi ammazza j o pi non fi mira
La Rondine fimilmente Tipo de'falfi Amici: Nel tempo
Le Volpicelle lattanti fucchiadella State fta con Noi ; nell' Liverno ne abbandona
no allegramente la Madre fino che ha latte , terminato quello , co' denti e co' grafH
le mordono e fgraffiano le Poppe
Il Fiume fecco nel tempo Invernale ha acqua ,
quando la fete non travaglia PafTaggieri ; ma nell' Eftate che abbonda la fete ,
Propriet tutte de' talfi Amici. La Borf.i data, e'I Aftore per i delufi
fta fecco
[a]
Due "Vommi
TOMO PRIMO,
che
9^
che aCTolvendo
Pizia, dilla Condanna , ad Efli, chiefe che per grazia annoverar Io voleffer
Valer.. MaJJm. lib. 4.
per terzo nel!' amichevole Loro compagnia .
tanto;
Io"
nsofTe. 1"
atto Eroico,
si
dell' -uno,,
dell' altro,
FATTO PAVOLOSa.
d^lfione avendo fntite raccontare cofe maraviglof di
una Greggia per collringcrlo a corrergli dietro come
fegul . Azzuffatlfi. infierae tanta itima concepirono I' uno dell' altro che
giurarono d nou abbandanonarfl pi mai
Piritoo fbccorfe Tefeo contro i
Centauri che tentarono rapirgli Ippodamla . Difcefe poi all' Inferno per
condurre via Proferpina ma fu divorato dal Cerbero, e Tefeo. che Io ave^'a collantemente, feguito fu per comando di Plutone incatenato e
cosi
Vlut.Ovvid,. Or. Claude
ftette fintanto che Ercole venne, a. liberarlo
Plrltoo.
Figlio,
Tefeoi
gli rapi
A M M A
Di, Cefare.
UOmo> d
A M
N T O.
'
BjfO:
magnanima
mano
intorno
al
quale fa-
CAUTUS ERIS
L'Am-
ICONOLOGIA
9'S
Ammaeftramento
Il veftimento lungo
continuato efercizio.
to Specchio
colata
ci
e continuato
da ad intendere
comparata con
wnivcrfalniente lodati
I'
coqie dichiara
Di
Fanciullo ignudo
che
al
buon abito
fi
rlcerc
che ogni noflra azione deve efTere calaltri , che in quella fteO cofa fiano
azione degl'
U motto medeiimo
AMORDI
UN
moftra
Cefare
VIRT'.
Bjpa^
altre
nelle
alato
mani
?R
M 0.
P7
pu ancor
dire
che
la
do
fenz' ali
e fenz'
Emblema no.
armi
il
fuo
Epigramma
che
Ecco
AMO-
fta
figura V Amore di Virt Un Giovane nua federe^ con una Corona in Tefta , e tre altre
? ul>
tela
Cupido
Haud
"Onde
mihi vulvari
^tatuar
^larum
eft
qua Sophig
eft ,
tempora prima
tegt
7s_9
Non
fum
Cipride
nec
me
P. Ricci dipinge 1' Amor di Virt : lln Giovane "vago e bello , [opra un Carro
Ghirlanda dt fiori in una mano , e coli' aldue Leoni . Tiene una Corona
tirato da
catena
in difparte del
Carro
fta
ICONOLOGIA
p8
Cefure
-/
l{jpa.
r:.
.Si^%,^' -r^-^
Omo
che
fa
colla finiftra
'
mano
e colla delira
molbi
il
FATTO
"Domo colia patita riL' Amore verfo Dio cos vien fioiirato dal P. Ricci
Qelo . Ha nelle mani un Cerno d dovizia , ove fono moke Gicje , Danari , Collane , ed altre cofe frege-uoli . Sotto un piede tiene un Serpe , e fetta l' altro ima Falla
Colla taccia rivolta al Cierotonda , e wino a Lui in alto vi una Lucerna aceefa
lo , perchf colafs folamente riguarda , ove ha ferbato ogni fua fpeme . Il Corno di dovizia per effere fimbolo di Liberalit , Felicit , Abbondanza , Ilarit
Concordia , Pace , ed ogn' altra cofa di contento e gioja , che folamente appieno
prova Chi ama Iddio Il Serpe tipo del Peccato , che fcaccia , e odia fommamente Colui che ama il Sommo Bene . La Palla dimoftra il Mondo difpreglato , e
reputato un niente dall'Amante del fuo Fattore. La Lucerna aceefa Geroglifico di Vigilanza e di Cuftodia , e Quello che immerfo in si beato affetto le
ciiHodifce con ogni sforzo pofibile .
.
(<?])
l'sJia
al
TOMO
F
A T T O
PR
O R
IMO.
C O
^9
SAGRO.
ALI' Appoftolo
volto difse
_^fi
ne' Gentili
In Roma effendofi appiccato un fiero Incendio al Tempio delle Veftali,
dove confervavafi il Palladiq , Metello , che Pontefice era , per falvarlo , noa
tem
la Vita
fuori trafport
FATTOFAVOLOSO.
'
ALlorch
arfa
difirutta fu
Troja
delle- difgra-
zie de' Troiani, che fuperfiiti reftati erano al fiero eccidio per mezzo di un Trombetta fecero fiipere , che Chiunque de' liberi Cittadini poteva dalla Citt ufcire e con f uno foltanto condurre . Enea che pi di
qualunque altra cofa amava i fuoi Dei Penati , fei>za ad altri penfare
quelli con f trafportava , Stupirono i Greci di tanta piet e gli permifero perci che uno ancora de' fuoi con Elfo andafle ; Perilche j Enea prefo fulle proprie fpalle il Vecchio inabile Padre Anchife, con quello f ne
giva
mici
luto
,
.
Per quefto nuovo atto di piet fi accrebbe la maraviglia negli Nee gli concedettero che feco conducefie Chiunque de' fuoi avefle voEliano Ub.
5.
AMOR
ICONOLOGIA
100
Omo
vertito nobilmente
gliuolini
Cefare I{ipa
che
gli
ftia
Vangelo
L'Abate
deli
quelli
fcacciato
Anime Loro
Ihidiando ogni
,
dubit di venderfi ad alcuno di
le
Egli che defiderofo era della falute delpoter a quelle giovare non_
almeno
11
modo onde
nuovo
col
a qualcunaltro
Marcello
lib.
3.
FATTO FAVOLOSO.
e Bauc Coniugi erano due poveri Vecchi cos amanti del
ProfTimo
che tutto quel poco avevano 5 volentieri in follievo
Loro
,
de' poveri Viandanti , che per la Loro Capanna facevano palfaggio lomGiove in forma di Uomo infieme con Mercurio andando in
miniltravano
Frigia , non trov un Abitante che nel Villaggio lo ricevelTe
giunfero
iolo da Efl con tutto il buon' anial Tugurio degli amorofi Vecchi , e
mo accolti furono . Si affaticavano si 1' uno che 1' altro per fervire alla_j
meglio g' incogniti Olpiti , Gradi tanto Giove il Loro buon cuore che
ad Elfi che lo fcguiflero Ibpra un Monte ; quivi
in ricompenfa comand
giunto , Loro di Ife che fi rivolgeflero indietro. Il che fetto , veddero tutto
fommerfo , eccettuatane la piccola Loro Capanna che fii
il Villaggio
trasformata in un Tempio. Giove promife poi di conceder ad Efi tutto ci
che domandato aveller j ed i buoni Vecchi Iolo richiefero di eOTer fatti
Minillri di quel Tempio e di non morire l'uno fenza dell'altro. Furono
efaudite si belle preghiere, e giunti elfcndo ad un' eilrema Vecchiezza t
mentre un di tra Loro affettuolamente difcorrevano fulla Porta del Tempio,
Filemone
<,
File-
TOMO PRIMO.
IO!
e Bauci in una_
AMOR
DI
Pi
ESTESSO.
Ce/are I{ipa
-Narcifo
Siccome rimirando
K[elle
Lodando or
Fu
bel T^arcifo
il
chiare onde
L'Hom,
micidiale
di f fleffo
Cos fovente
il
il
amante
bel vifo
awien
AMOR
DOnna
SESTESSO.
DI
ripiena
no
dritta abbia
una
cartella
Fior Narcifo
il
-,
&
&
torica
I
'
II
ir
II
ICONOLOGIA
lox
-,
Compofizioni loro Per Cicerone ad Attico dice > che hiai niun Poeta
n Oratore fiato , che riputaffe migliore altro che f
De' Poeti , lo
conferma Catullo come difetto comune ancorch di Suffeno parli i
:
Tacque idem
xAtqm
ejl
beatus
Tarn gandet
in f
mquam
,
,
omnes fdlimnr
Arifiotele nell' Etica lib. 9. cap. 8. mette due forta d' Amanti di fc_
fielTi
una forte viziofa e vituperevole , fecondo il fenfo e l'appetito ; l'altra lodabile , fecondo la ragione
Gli Amanti di fefteffi , fecondo la ragione , cercano di avvanzare gli altri nella Virt , nell' Oneft , e ne' Beni
interni dell* Animo
Tutto 'quefio fta bene il procurare di avvanzare gli altri nelle Virt , fenza dubbio eh' lodabilifllmo
ma ci una forta di Vir-
TSlimimm
id
e Sapienti non troppo commendabili , i qnali acciecati dall' Amor proprio , arrogantemente fi prefumono fapere pi deglj altri , innalzano le cofe
proprie , ammirano lo Stile la Scienza e le Opere loro , difprezzano , ed
opprimono con parole indegne quelle degli altri , e quanto ad altri fuor di
tuofl
perci Talete
ragione togliono di lode , fuor di merito a f attribuifcono
il primo Savio della Grecia dilTe t
che niuna cofa pi difficile che conofccre fefteflb , e niuna pi facile , che riprendere altri ; il che fanno gli
Affezionati di feficlTi , perch quello che riprende , ed altri biafima , da fegno d' eflere innamorato di f fteiTo > e d' eflere avaro di lode , ficcome accenna Plutarco nel Trattato dell* Adulatore , e dell' Amico dicendo I{eprx
henjto j
^morem fui ,
^nimi illiberalitatem alquam arguii . Avaro di
lode , ed innamorato di feltetfo in pi luoghi fi fcuopre Giulio Lipfio , liberale de' biafimi , il quale per non dire il parer fuo , ma per difprezzo
delle altrui Opere , a bella polla morde gravilTim Autori fpecialmente il
:
Bembo
Bembo
&
lo
itile
del
TOMOPRTMO\
103
dre molto pi di quello che dice e comporto con parole aftrufe , recondite j rancie e non intefe ; ftile odiato da Augufto Imperadore ficcome attefta Svetonio cap. 85. > il quale amava 1* eleganza > il candore ->
la chiarezza del dire Attico j qual' in quelli che biafima Giulio LpIIo
e odiava 1' Afiatico ftile , la vanit delle Sentenze , 1* apparato fuperbo delle parole ofcure > inaudite e fetide j quali fono in Giufto Lipfio : gemts
eloquendi fecutus efi ^ugujus , elegans , (& temperatum , fuitcts Sentmimm
dice Svetoineptiis atque nconcmitate
recondtorum verhomm fcetoribus
nio , e pi abbaffo Cacozelos ,
^ntqiiarhs
ut diverfo genere vtiofos pari
&
>
&
,.
certo
Jprevh . Se niuno , per dir cos , Cacozdo ed- Antiquario
che_ Giufto Lipfio Imitatore di elocuzione gonfia antica , difmefla che
cerca puttofto di effere tenuto in ammirazione > per il fuo inufitato 1 ed
ofcuro ftile , che intefo con chiarezza , e purit Attica mafllmaraente nelle fue Centurie 1 le quali come Piftole , chariifime e pure affatto dovriano efifere ? nel che a ragione fi pu riprendere ficcome era M. Antonio
riprefo da Augufto , Marcum quidem ^Antonium
ut nfanum increpac , quaft ex
fajlidio
-,
-,
quiC mrentur
^n
putas illam
ejfe
terra
mmq; bcham
neris belva
turte
ut
Ma
Uomo
&
qu.-e
ca
Amor di f fteCTo ha
reputa pi galante d ciafcuno della fua fpecie , ficch non vorrebbe effer
altro Uomo che fefteffo , ancorch defideri la fortuna di altri pi potenti e
.
felici
1*
nell'
quefto di pi
V Amor
ICONOLOGIA
io4^
Femminile
figura
quafi per
brutta
perch
-,
fciocca
La incoroniamo
colla VefTicaria, della quale Plinio lib. 2. cap. 31. in alchiamafi Trichno , Strichno , PerilTo , Triono , ed Alicacabo ; era
in Egitto adoperata da quelli che facevano le Corone invitati dalla fimilitudine del lore di Edera , ha gli acini che porporeggiano , la radice candida
lunga un cubito, e '1 furto quadro , come defcrive Ruellio lib. 3. e. no.
modo
tro
lib.
cap.
dell'
22.
Amor
di ferteflb,
perch
dramma
Greci fpecialmente
di radica di
quefla_j
Pianta data a bere fa che uno s' abbagli , credendofi di effere belliflimo .
Dabjtur ejus radicis drachma pondus , ut ftbi qms illudat , placeatque , /eque pnU
chenimim putet
Dirafli per ifcherzo di quelli che fono invaghiti di ierteffi,
che abbiano bevuto la radice della Veflicaria e che fi abbaglino e burlino
fertem .
9.
Ma
non veggono
quefti tali
addoffo portano
come SufFcno
dietro le
abbiamo
il
che
tenea per bello , graziofo , faceto , ed elegante Poeta , e non s' accorgeva che era diigraziato , infipido , e
fgarbato ; perch conclude Catullo , che ciafcuno effendo invaghito d
ferteffo in qualche parte fi alfomiglia a Suffeno ,
e che ognuno ha qualche difetto , ma che non conofciamo la mantice , cio il ficco de vizj che
fpalle
il
quale
fi
^uem
non in aliqua
ToJJs
fms
cnique
re
ridere
anributus
Suffemm
efl
errar
efl .
dall' Amor proprio , che il fenno offufca talch innamoramedefimi fcorgiamo fibbene i mancamenti degli altri ,per leggieri
che fiano , ma non conofciamo i nofiri , ancorch gravi ; il che ci dimoftr Efopo 5 quando figur ogni Uomo con due facchi 1 uno avanti il petto
1' altro di dietro
in quello davanti poniamo i mancamenti di altri , in quello di dietro i noftri , perch dall' Amor di noi medefimi non li vediamo
ficcome vediamo quelli degl' altri
Il Pavone figura 1* Amor di f rteffo , perch Augello , che fi com-
Ci avviene
ti
di noi
piace della fua colorita e occhiuta coda , la quale in giro fpiega e rotando intorno la rimira : ond' quello Adagio , t.viquam 'Pavo circi:mfpefians
che fi fuol dire di uno innamorato difertelfoj che fi pavoneggia intorno,
je
-,
che
TOMO PRIMO,
e gufta della fua perfona
che fi diletta
u fi compiace .
-,
>
105
ed azio
AMORE
Scritto da Seneca nella Tragedia di Ottavia
HOltra cosi
e trafportato
in lingun__
L'
Error de ciechi
Ter
coprire
Fifi^e che
S
^mor
par che
In
'vijla
Dio
fia
piacevole
e vati dcfio
inganno
del fuo
affai
e mferi mortali.
fuo fiolto
il
fi diletti
ma
rio
in
fiamme
'Porti le
Va
poi fpargendo
che
dall' ufo
Vman poco
Di Fulcan'
tetga
del
del
,Amor
di
diverfo
vizio della
^ando
Torgendo
ci
Ma
Il
fuoco
toflo
perde
^mor
s'
ammorza,
AMOR
ICONOLOGIA
io6
AMOR DOMATO,
Di
Cefxre
I{ipa
Of.
r}f. rJel
IttcT
CUpido
face
a federe
fpenta
'
rofo
TOMO PRIMO.
107
rofo fuoco dentro del petto accefo , non fi poffa fpegnere colla diligenza
ma nella negligenza fteffa , per mezzo del Tempo s' eftingue e fi rilolve
il
Tempo
^lato Veglio
Tu gi
della
opre tue
fi
Tempf
[pandi
mandi *
comandi
Che di[cioglia miei lacci indegni ed empj
Tu quello or puoi che la ragion non valfi ,
T^on amico ricordo j arte ,
configlio 1
?y(o giufio [degno d' infinite ojfej
.Amore
terra
e gli
il
da-
[cempj .
voti ademp,
mia vendetta i
e V orgoglio a
[alo sforzi
fciolto-
dolorofi
L' alterezza
Tu
abb ia
1'
grandi ,
Che [ di noi
Tu
all'
che
ed at[e
&
E
mnus tempus es 'vero fi mi non niales , laqueus
, fin
potrebbe aggiungere un laccio al collo di Cupido-, ciTendo
cofiume degli Amanti per diiperazione defiderar la morte i che in effetto alcuni data fi fono . Fedra , nell' Ippolito di Euripide , non potendo fopportare
il fieiQi impeto di Amore , penfa darfi la morte .
Amorem
[edat [ames
portai conto
fi
quo
me .Amor
'vulneravtt * confiderabam * ut
[e
homnum
ipft vero
&
,
occultare
quie
morbum
corrigere nomt
extrema quidem
.
lp[d
ICONOLOGIA
io8
Ipfa modeftia
'vncere flatui
Optimum
"Hema
contradicat
meo
decreto
'
Ma
fcuno ama
la
Che
ta
'l
morir degli
ancor eh'
amanti
io
fappia
piuttoflo
AMOR
Di
DI
FAMA.
Bjpa
Cefare
UN
cio la Murale
,
Racconta A. Gellio
valore
la
Caftrcnfc
e la
Navale
Oro,
TOMO PRIMO.
Oro
e la
era afcefo
certi
La Caftrenfe era
Merli
fatta nella
109
fomiglianza delle
fatti a
cima
guifa
Mura
un BafHone
d^
ove
La
i fegni di Roftri delle Navi . E quefto quanto bifognava Icrivere in tal propofito per comodit de' Pittori
^3
. il
Mondo
Fama
defiderio di
e nel Libro s
Uomini
tiffimi
e di fanta vita
Gio. Batt.
Fulg:
ma
de
Cmt. Dei
lib.
5.
cap.
13.
STrano
ria
fi
aveffe a parlare
, fi
rifolvette allo
incendio del famofillmo Tempio che nella fua Patria a Diana era fagro
e che era da Chiunque fi vedeva, pubblicato come una delle maggiori maraviglie del Mondo ; e cos pofe ad effetto il fuo perverfo difegno
I Cittadini di Efefo , acci non otteneffe il confeguimento di ci , che per mezzo di tanta fceleraggine aveva bramato , fecero rigorofiffimo Decreto , che
niuno ardito avelfe nominare Eroftrato , e molto meno a' Pofteri in_>
Niente per vi
qualunque modo lafciar la memoria di cos empio nome
fiato pi vano di fimil decreto ; giacch fiato fempre , ed in ogni tem.
po
lib.
far
noto
3. cap.
il
8.
Nome
di Eroftrato
ydcr. Majf.
lib.
8.
T^atal
Come
Micol.
de Diana.
FATTO FAVOLOSO.
Glafone
fu in ogni
tempo
fieramen''
perfgutato da Pelia fuo Zio , che tentava darlo alla morte per
impadronirfi affatto del Regno. Sapeva Pelia quanto Giafone Amante foffc
di acquiftarfi nome nel Mondo, per il che fapendo che in Colchide fi cr.te
ftodiv;i il
famofo Vello
d'
Oro
di quello
azzar-
ICONOLOGIA
no
lib.
5. Bibliot. cap. 3.
r:,l^^^^^^^-%^
Giovane
vigorofo pofto tra una efalazione di fumo ed una gran fiamma che Egli guardi con lieto ciglio verlb il fumo
;
Porti nella mano delira una Corona di Gramigna .Nella finillra un' altra
di Qiiercia
A' piedi da un canto vi fia un profondo Precipizio Dall' altro canto intrepidamente conculchi Scimitarre Armi in afta , e Mannaie ;
e perch corrifponda a fimili circoftanze
e per la cagione che diremo fi
veftir di Abito Militare antico .
E' Giovane vigorofo perch 1* Amore della Patria piucch s' invecchia pi. vigorofo , non fi debilita , n mai perde le forze : tutti gli altri Amori celfano .
Un Cavaliere dopo che avri fervico in Amore uiit
ma
di fuoco
<,
tempo
TOMO
tempo ad una Dama
Et
men
ma
della Patria
>
PR
MO^
P amorofo fuoco
fpento
dal freddo
III
Tempo ,
e dalla^j
Porto della Paterna riva . Un Cortigiano adevive baldanzofo nella fuperba Corte , nutrito dalle_>
Un Capifallaci fperanze , nondimeno fovente penfa al fuo nativo Nido
Gloria,
molti
Anni
Fama
e
avr
tano dopo che
guerreggiato per acquillar
UlilTe,
faggio
ila
il
alfine f ne torna alla Patria a ripofarfl
Efempio ne
peilofe
all'
ultimo
ritira al
fi
che avendo pratticato come Capitano gloriofp nelle pi nobili Parti della_j
Grecia , grato , anzi gratiffimo alla fplendida Corte Imperiale , defiderava
Qyeflo
tuttavia far ritorno in Itaca fua Patria ofcra , brutta , e faiTofa
Amore della Patria perpetuo, per l'eterno obbligo, ed onore, che a__j
quella di natura ciafcun le deve , come il Figliuolo al Padre ; elTendo Noi
in quella generati , ed avendo in Effa ricevuto lo fpirito e 1' aura vitale :
anzi per quanto aflerifce Platone in Critone , e J erode , maggior l' obbligo , e 1' onore che fi deve alla Patria , che alla Madre , ed al Padre
dal quale prende il nome la Patria . ^i nomen TatriiC impofuit (^ dice Jerocle ") a re ipfa non temere Tatriam nominavit , "jocabido quidem a Tatre deduco , pronuntiato tamen faminina terminatione , ut ex ntroque Tarente mxtum-a
^tque htzc ratio nfinuat Tatriam unam ex aqao dnobus Tarcntbus colenejfet
dam effe Tneferenda igitur omnino ej Tatra utrms Tarentam feorfim
ne
autem,
fimnl quidem Tarentes ambos majoris fieri , Jd squali onore dignari
eJ
alia ratio , qHi non tantum aquali , [ed majori , etiam quam fmtd ambos
Tarentes honore Tatriam afficere monet , neque j'olum iffis eam prsfert , jed etiam
Liberis ,
Vxori ,
^micis ,
abfoluto fermane rebus alis omnibus poji
Deos
Dello fteffo parere Plutarco ne' Morali . ^t enim Tatra
ut
Da
Cretenf'.im more loquar , Matria plus 'in te , quam Tarentes tin jus habet
tale obbligo , ed affetto naturale nafce che ciafcuno ama la Patria fua , ancorch minima ; n fa eccezione da luogo a luogo per umile , o fubiime-^
che fia Iflyffes ad lthac fuie faxa ftc properat , quemadmodum ^Agamennoru,.
ad MycenavHm nobiles Muros
Iberno enim Tatriam quia magna ej. amat, fcd
Dice Seneca Filofofo , che Ulilfe s' affretta andare tra i fafli d' Iquia fua
taca fua Patria , con quel medefimo amore e defiderio , che Agamennone Imperadore tra le nobili Mura di Micena ; perciocch niuno ama lo-j
Patria , perch fia grande , ma perch fua , anxandofi naturalmente per
fua ; crefce tanto oltre 1' Amor della Patria nel cuore de* fuoi Cittadini
che acciecati da quello , non ifcorgono lo fplendore delle altrui Patrie , e_3
pi a tal' uno diletter la fua Valle , Montagna , e Bicocca , la fua DeferVolgato quel Proverbio Ta~
ta e barbara Terra , che la nobil Roma
tri.e fumus igne alieno tHcidentior
Il fumo della Patria pi rilucente , che
fuoco degli altri Paefi , e per 1' abbiamo figurato verfb il fumo , volil
tando le {palle al fuoco . Ha quello motto origine da Omero , nel principio della prima Odiifea .
.
&
&
&
&
&
&
,,
Catc-'
ICONOLOGIA
ut
Cxterum 'Vliffes
fumurn exemtem videre
TatriiC fitte mori defiderat
replica Ovvidio nel primo de Tonto
Cupens
L'
ifteff
wl
il
T^on dubia
Fumum
ISl^efcio
Ducit
^id
Amore
dolce
Ubaci prudenza
efl
de
con
della Patria
;
fi;d
altri
Verfi
chc_
tamen optat
melius
B^ma
raviglia
che quafi
tutti
Roma
biafimano
Forallieri
Meo
fpretis
^lienarn laudat
Anzi
* moribus gatidet
alienis
qualit de*
de Chi
bendati
rere di
Libro
lelle in
Cielo , quanto perch in quella ha voluto fondare la fua Santa ChieCreator del Cielo ed ElTa refidenza del fuo Vicario , che tiene_>
Compendio poi del
le Chiavi del Cielo j e vi difpenfa i Tefori Celefti
Mondo 5 poich in quella non folamente concorrono moltitudine di Genti
di Francia , e Spagna , ma anco vi li veggono Greci > Armeni , Germani ,
t del
fi
il
Ingleli,
[a)
lutti
sii
in
me
' nota a
Roma
che
il
Callellini
attribuifca
qiiafi
Mondo
la grandezza , la magnificenza , la beled impoflbile che il Caftellini abbia faputo j ed abbia fentito da quafi tutti i Foraftieri biafimare Roma , f non ftu
lorfc da qualche bizzarro Umore , che avr pretefo di Lui prenderfi giuoco , col
farlo alterare
abbaffando i meriri della fua Patria ; ed Egli dall' Amore deUa
alia
lezza
Penna
,
la rarit
tutto
delle cofe di
il
Roma
fteff Patria
accecato
1'
intento
P R I Ai 0,
Inglefis
tant
Capadoces
113
Scythte
Tonti
1<(atones
&
alia complures
quamm
con^
curfHs habtabilis
totiits
^rx
si
nobile encomio
B^ma Mundi
caput
^rbum Bigina
Fidei
Catboliae
&
latia
alla
cecidenmt
gloria dell'
immortaL
^ome
efl
corrifponde
Ma
I'
detto avrebbe-
ed eccelfa Maefli
piuttollo
eterna
della Citt
,
ObellfchI , Colonne , Archi , e Trofei;
Statue
fatte da antichiffimi Scultori nominati da Plinio,
in Efla confervanfi
Figli
il
Laocoonte
Dlrce legata al Toro , ed altre molte,
la Niobe co'
,
,
alle quali fi aggiungono Opere moderne di Scultura
e Pittura , che oggid
defi
1'
fama degli Antichi non cede oltre il corfo confueto del Tebro Re de*
Fiumi, vi abbondano copiofi Acquedotti, e fcorrono diverfi Capi di Acque,
alla
&
&
&
&
&
ilk'
ICONOLOGIA
114
illuflres
inter
& hcem
amitumt.
&
Oltramontani poco a Lei divoti , m' ha trafportato alle fue difefe c_j
non deve a niuno rincrefcere ; per effere Ella Patria comune .
La Corona di Gramigna fimbolo dell' Amor della Patria , ia quale
dar fi foleva a quel Cittadino , che avcffe liberata la Patria dallo alTedio
de' nemici , e faccvafi di Gramigna , perch fu oflfervato , che era nata nel
luogo dove fi trovavano rinc'iiui gli alfediati . Fu dal Senato Romano data a F.ibb Maflinio
che nella feconda Guerra Cartaginefe liber Roma_3
tori
lodi
i.
dallo
TOMO PRIMO.
dallo afTedio
ed
era
ad un Guerriero, conforme
Chi giova a
tutto
il
Corpo
11^
pi nobile
il
all'
della
-,
Patria
mem-
altre ragioni Plutarco arrechi \_<i'\ . Sicch 1' Amor della Patria deve_i
-primieramente in genere abbracciare tutta la Patria ; e fecondariumente
iipecie ogni Cittadino per maggior utile , confolazione , e quiete della Citt.
Il precipizio alli piedi , co' quali conculca intrepidamente le armi , fignifica , che non fi prezza niun pericolo di vita per Amor della Patria ,
come Anchuro
Mida Re
figlio
Frigia
di
Patria loro
alla
tolfero
terra ; e in mille altri che ingenerose imhanno fparfo 'il finguc per la Patria
Neftore famofo Capitano nella
iUiade di Omero volendo dar animo a' Troiani per combattere contro i
Greci j propone che il morire per la Patria cofa bella.
prefe
Tugnate cantra
FulneratHs
Moriatur
Onde Orazio
nella 2.
Dulce
E Luciano
<vel
tiaves frequentes
non eriim
Ode
del 3.
<& decomm
Encomio
qui autem
mortem ,
"jeflmm
percuffus
efl
lib.
d'"
dilfe
pr Tatria mori.
che nelle ofTervazioni Miniuno far che adita quella voce fia per aver terrore di morte e di pericolo alcuno ; imperciocch ha eificacia il nome e la commemorazione della Patria di far diventare un' animo timido , forte e valorofo , per I' obligo che
fi deve , e per P amor che f le porta, incitato anco dallo Itimolo della Gloria che fi acquifta al proprio nome ed alla fua Stirpe in vita e dopo morte
ficcome con dolce canto copiofamente efprime Pindaro nell' lithmij , Ode
7. fopra la Vittoria di Sterpfiade Tebano, il cui Zio materno combattendo
mori per la Patria
>AvHncdo cognomini dedt commune decus , cui mortem Mars areo clypeo in~
litari
vale airai
nell*
,
fi
fi
.,
ftgnii
attulit
cjits
falis exadverj
refpondet
fciat eninu>
certOt
(jf) Le ragioni , the Plutarco ne' fuoi Problemi apporta fono ; o perch nelle
Spedizioni Militari la Qiiercia la pi facile a rinvenirfi , o perch era confecrata a Giove 3 ed a Giunone , che alle Citta prefiedevano , o perch il Coftume
ftato prefo dagli Arcadi , ai quali fi attribuifce una certa tal quale correlazione
con la Quercia ; giacche come i primi Uomini a nafcer dalla Terra fono ftati gli
Arcadi
cos la Quercia
fi
dice
le
altre
Piante
ICONOLOGIA
ii6
ce-fto
Cmbus depellens
cumulare ,
dum vivet
tinm
&
^mcnto
di
cr
citm obierit
Ma
Sterpfiade alla
cara
flirpi f
maximam
gloriam ac'
memoria
nome
di fuo Zio
perch lenza comparazione alcuna molto maggior gloria e morir per Amor
della Patria, che vivere nelli feftevoli combattimenti IftmJ , Nemei , Pitj,
ed Olimpici cantati da Pindaro . Per qual cagione penfiamo noi che Ligurgo Legislatore e Re de' Lacedemoniefi ordinafTc , che non fi fcolpiife no*
.me di morto niuno in fepolcro , f non di quelli coraggiofl Uomini , e Donne t che foflero onoratamente in battaglia morti per la Patria ? Salvo perch riputava eflfere folamente degni di memoria quelli che foffero gloriofamente morti per la Patria . Turboffi alquanto Senofonte Filofofo Ateniefe , mentre faceva Sacrificio) quando gli fu data nuova, che Grillo fuo Figliuolo era morto j e per levoffi la Corona di Tefta ; avendo poi dimandato in che modo era morto efifendogli rifpofto , che era morto animofa-
mente
ftr di fentire
cum inccrtum
fit an hoc expediat t fed ut probus ejfet , ac "Patrizi amator . TePlutarco ad Appollono
Da quelli particolari fi pu giudicare , che 1' abito Militare molto ben
convenga all' Amor della Patria, llando fempre ogni buon Cittadino alle
occorrenze pronto e apparecchiato di morire coli' arme in mano per la
fua Patria , opponendofi a qualfivoglia fuo pubblico nemico
e in vero ficcome I' amico fi conofce alle bifogna , cos 1' Amor della Patria non fi Icorge meglio , che negli urgenti bifogni di Guerra , ove Chi 1' ama antepone
la falute della Patria alla propria vita e falute .
Antico dilfi j perch gli Antichi hanno dato Angolare eflempio in amar
la Patria, e moftrato fegni evidenti di Amre , come gli Orazj, li Decj,
e li trecento e fei FabJ , feguitati da mille Clienti, che tutti generofamen-
ejfet
llo di
la vita
per lo fvifcerato
Amore
che
NElIa
fiera Battaglia
pa.tore
biliflimo
ventimila Cavalli
C-j
fuo
rX)MO PRIMO,
fuo Efercito
Giuda
117
giorno ordin tre Schicre e comand che gli Elefanti feguiffero 1' uno \' altro , non potendo per
Io flretto luogo ordinarli per largo . Circondavano ciafcuno degli Elefanti
5000. Pedoni , e 500. Cavalli Portavano gli Elefanti grandi Torri coplj
Arcieri , che da quelle faettavano il Nemico . II rimanente dell' Efercito
era dillribuito per ambduo i lati del Monte, e facendo dar fuono alle_>
Trombe fi avvanz Antioco contro Giuda , comandando che fi fcopritfero
i Scudi
di Oro e di Metallo , acci TpargelTero il lampo ed abbagliai
fero gli occhi de' Nemici . Non fi fmarri per Giuda in veder quefto ,
anzi valorofamente refiftendo , fecento Uomini delle Regie Tnippe- rimafero eftinti . Eleazaro vedendo uno de' maggiori Elefanti ornato delle Armi Regali e penfando che fbpra effer vi poteffe lo ftelfo Re , coraggiofamente f gli fece vicino , ed uccidendo molti di quei , che gli erano d' intomo , li cacci in fiiga; quindi entrato fotto il ventre dell' Animale) 1' uccife , e cosi cadendo fopra di Lui , collo fmifiirato pefo 1' oppreCfe . LiK
I. de Maccab, cap. 6. ^ntich. Giud. di Ciuf. Ebr. lib, 12. cap. 14,
il
a'
Steccati di
e venuto
il
-,
FATTO FAVOLOSO.
dal Trono di Roma fcacciati i Re nel tempo che Ja
Confolare Repubblica fioriva , Cippo Uomo di gran valore , che era
fiato fpedito dal Senato in una grande Imprefa
nel ritornare alla fua Patria Vincitore , accafo affcciatofi ad un Fonte mir effergli nate nella Te
fta due Corna : Fece fr facrificio ; interrog 1' Arufpice cofa ci indicar
voleffe . Rifpof Oiiefl^i che dalle vifcere delle Vittime aveva rilevato ,
che Effb farebbe fiato Re di Roma
Si turba il fedele ed amorofb Cippo , e rifolve prima foffrire un perpetuo Efilio dalla fua Patria che vederla
DOpocch furono
-,
ICONOLOGIA
ii8
Scrive immediatamente
derla fogjctta
cagioni a Lui
fi
porti
AMORE
TOMO PRIMO,
lip
AMORE IMPUDICO
DeW
Giovane
nudo di chioma inanellata ^ con gli occhi bendati con il vol, e color di fuoco . Dagli Omeri gli penda al janco la
Faretra ripiena di Saette , appefa ad una benda formata di Rofe j e Spine.
Con una mano tenga una Serpe in tortuofi giri avvolta e che abbia Ia_j
Tefta verfo la Terra ColP altra una Face accefa . Abbia Je Ali legate .
Venga guidato da un Fanciullo parimentf cieco per Balze; Precipizi, e_j
Vie Hmacciofe , per le quali ftrafcni un Cuore . Si dipinga una Lepre^
infeguita da* Cani
to rubicondo
amar non
"Hata
fol
fi
divieta
^Alma hen
per amar
ma
naUn
degno Oggetto,^
^alor
^Ima
Io da forfennata
mmortal dietro un mortale afpetto
Tarmi
d rozzo Schiavo
correr
wgg*
a Lei [oggetto
ml
ICONOLOGIA
^Ima
ixo
%Ami V oin'imA
2fgiial
un'
bdkzza
ammiri
in
Ejfn
nel
la_j
diluizione che corre tra Amore e Amore : dall' Amore cio neceflarioj
che quello di Dio della propria Anima , e dal fuo fimlle ; dall' onello
e pkufibile , che quello di contemplare nelle cofe belle mortali
Che fon feda al Fattor Chi ben le fiima
Petr.
la Divina bellezza ; dall' Amore delle cofe puramente terrene ed a feconda foSi avverta peraltro di non confondere nella Contemplazione
lo del Senfo
del Supremo Bello , per mezzo del Bello terreno , 1' Amore ingannevole
e fenfuale . Sotto la fembianza di un Amore onefto , non fi celi un penlicro meno che faggio , un deviamento di Ragione .
.
L'
amar non
divieta
fi
E' vero : Si ami , ma ami 1' Anima nollra non altrimenti che come
viene {piegato in un' altro legjriadriflimo Sonetto dal medelimo Orfi .
Impara di falire , .yinima mia >
^l Sommo Ben da una belt mortale :
ornare a tuoi penfieri apprefla l' ale ,
Ter
di
tre
V incorporea
Se pi
Fuor
t'
alzi
del
belt
dell'
e Lei
^Ima
fia
fia
miri in fecnrtade
V immiftabile
Quando
ami , felice nobiliffimo amare ! In altro modo ci facciamo Ribelli a Dio, Tiranni a Noi ftefl , Nemici i pi terribili alle_
Perfone ftelfe che follemente non meno che abufivamente diciamo di
amare . E fono quefti g' inevitabili effetti di un* Impudico Amore del
quale cos il Guarini nel Paftor Fido Scena V. Atto Primo
Come il Gelo alle Tiatite , ai Fior l' ^rftra ,
cosi
fi
La Grandine
Prefo da
alle
Spiche , ai Semi
il
Verme-,
Squalor
rOMOPRIMO.
Squalor .Aquis y Cewis retta
izi
^lii
Vifcus
continenza
in Ceitellaria
Jaior
cruciar
Exanimor
-,
agitar
feror
flimulor
dijferar
in
nierfor
diflrahor
dtnpior
B^iptat
Modo
retinet
quod
jaclat
fuajtt
>
Maritiniis maribus
^nimum
Terdito
neqte
pernicies
largitur
dijfuafit
mecum
nifi
quod
expertur
ladificat
dijfuajt
,
ita
oflentat
meum
frangit
,
amantem
Dagli omeri
al
Per
le
Saette
cio
d'
^pe
Tacila
man
Tunto
-,
che
i;i
flefe
incauto
^more
"Panfe
ICONOLOGIA
izi
Tiatife
Che
Or
Madre
alla
fi cipria
le ferite
intendi
la perfidia
belt del
nella
Ella rifpofe
efpofe
Fiore
Di
quelle
del tuo
dito
il
Via
tua
criideltade
Ma
Il
Maggi
V inganno pi
lo tolfe dall'
^mor
Oda
Cuore
noftro
"Pur la
mele
punte copri
bello
pi crudele
il
Anacreonte
celebratiflima d
aliquando in
I{pfis
Jacentem ^pem
7^on vidit ,
ijdneratus
&
efl
Manus
ejula'vit
Currens itaque
^d pulchram
Terii
Mater
"Perii
>
&
volitans
inquit
morior
me
Serpens
&
Fenerem
perciylfit
quem
xAlatus
%Apem
rujlici
niocant
Illa
Il
come
prende
Gli
abbia
brevifllma
durata
fi
il
diletto
che
breviffimo tempo
fi
fi
la
che fegue
fono
d'Amo-
d'
ge
Amore
e
TOMO PRIMO.
modo
manda
in cenere
che arde in
cio debilita
11^
Corpo che
e confuma le di Lu
il
Io diftrug-
forze j e
mantiene.
Si vuole dimollrare ancora per la Face che l' impuro Amore non porgo
diletto mai intiero i o compiuto piacere che efente vada dalla fua pena
come appunto nella Face , nella quale vi lo fplendore che diletta > e lii
fiamma che brucia e tormenta . Parlando di tal Pafllone cos il Guarin
nell' Atto primo > Scena quinta del Paftor fido .
lo
Io
manda
in cenere
per cui
fi
La
che f
malvagia
il
Ma f fi
-,
Ma
f troppo
t'
accofli
o troppo
il
tenti
forza acqui/li ,
Ircania , e non ha Libia
,
Ibernico di piet
Le
^mntimque
^nmofo
debil freno
a mezo
il
corjo
^tand'
il
piacer
ri'
ha impronto
a guifa
a2j
d'
Orfo
Ed
124
Ed
ICONOLOGIA
Cuore che viene
ftrafcinato per il fango denota il Cuore dell' Uoche folo occupato efifer dovrebbe per il fuo Fattore fordidamente involto in abominevoli immondezze
La Lepre infcguita da' Cani geroglifico dello sfrenato Amore , giacch o fia per la Lepre la cui fignificazione , sl,per tellimonianza di Filollrato , del Catani , di Pierio Valcriano , di UliiTe Aldovrando,e di molti altri Autori , la sfrenatezza della Libidine ; o
fia per i Cani , per i
quali vengono denotati g' impudichi
e
diibnelti amatori , non iolamentc
per la ragione della parola Chion che vogliono fignitichi amare , ma perch Efl con troppo ingordo appetito corrono dietro le Lepri , come gli
mo
il
Chi mette
il
pie
Cerchi ritrarlo
amorofa pania
non i' invefcln /' ale ;
fomma ^mor-, f non infama,
full'
Che non in
%A p;indicio de' Savi tmi-verfale
E fehben come Orlando ognun non fmania.
Suo furor moflra a qualche altro fegnale
E quale di pazzia fegno pi. efpreffo
Che per altri 'voler perder fefiejfo ?
.
TOMO PRIMO.
12$
chi Ebrei, ed Ufurajo all' ecceffo . Dalch il Nobile che Veleslao chianiavafi , prefe occafione d' introdurli in fua Cafa , moftrando di volere trattar con Elfo interefl, ed in tal guifa fi procacciava frequenti occafioni di
rimirare- e vagheggiare la fua amata . Avvenne che in quello frattempo
inferm
1'
ra d' ultimare
FAX-
ICONOLOGIA
iz
PATTO FAVOLOSO.
PRegato
Re
Tereo
Pandione Re
di
Suocero
che
ottenne che gli fofle confegnata la bella Fanvento , fi part d' Atene con 1' amato Pegno :
Giunti appena al Lido Tracio , comanda Tereo al Comandante del fuo
Naviglio , che fliccia gettare in acqua tutti i Greci s Donne , che Uomini ; Fu efeguito il barbaro cenno
Tereo finge tutta 1' amorevolezza a
Filomena , che era affatto ignara del feguito , la fa entrare in Porto , la conduce nella Citt, e nel Serraglio, dove altre Donne a'fuoi piaceri teneva
Qyivi le dice che per quella notte ripofi , non volendo per allora_j
deftare Progne
L' innocente condotta all' Appartamente additatogli dalle
infami Minillre dell' impudico Re , in quello placidamento fi crede ripofare,
mentre P impuro Amante fopraggiunge, 1' affale, la sforza , la deturpa . L*
infelice , anche dopo il misfatto , alzando al Cielo le ftrida , di Lui moCTe Io
fdegno in guifa , che barbaramente rifolvette tagliarle colle proprie mani la_j
lingua , come fece . Fattala poi racchiudere in una Torre , e fpargcndo
voce che in Mare fommerfa fi era , credeva che il tutto dovefle rellar
nafcofto . Ma la mattina Filomena avendo nella fua Carcere ricamata una
Tela , in cui chiaramente era rapprefentato 1' avvenuto , trov modo che
quella foflfe recapitata in mano di Progne . Comprefe il tutto 1' amorofa
Sorella, l'adirata Moglie. Prefa 1' occafione delle Felle Baccanali , fi porta all' infame Serraglio , con f conduce Filomena , fenza che altre ne prendino ombra , 1' introduce alla Reggia
Quivi a Progne prefentatofi un_>
Figlio chiamato Iti non meno fuo , che di Tereo , 1' uccide , lo fa cuocere , e in un Convito al Marito lo prefenta , e dopo che ne ha parte mangiato gli fa vedere la Teda
Si alz furiofo Tereo per uccider la Moglie,
ma nel feguirla fii trasformato in uno Sparviero , Progne in Rondine , e Filomena in Ufignuolo
Qmi. Metam. hb. 6.
il
ciulla
Die
finalmente
vele
le
al
SI dipinge
mano
in
Ce fare
I{ipa
.-i
Magno con un
folgore
Gli
Negli antichi tempi, come afTerifce Plinio , folamente agli Dei veniva accordata
Per ftimokre poi ed animare aik Virt i Valorofi , hirono Inventate
diverfe fpecie di Corone , per mezzo delie quali A'enifTero ad cffer di iinti dagli
((7)
la
Corona
altri
Uomini
TOMO PRIMO^
i%7
Gli antichi Egizj intendevano per il folgore 1' Ampiezza della Gloria ? e
Fama per tutto il Mondo diftefa ; effendocch verun' altra cofa rende maggior
fu'ono t che i tuoni dell' aere da* quali efce il folgore ; onde per tal ca-
gione fcrivono g' Iftorici che Apelle Pittore eccellentiffimo > volendo dipingere 1' effigie del Magno Aleffandro , gli pofe in mano il folgore j acciocche per quello gli fignificaCfe la chiarezza del fuo nome dalle cofe da lui
fatte in lontani paefi portata i e celebre per eterna memoria . Dcefi anco,
che ad Olimpia Madre di Alefifandro , apparve in fogno un folgore , il quale le dava indizio dell' Ampiezza j e Fama futura del Figliuolo
ANATOMIA
Dell' .Abate Cefare
Orlandi
VEcchia
come
ICONOLOGIA
118
come
di qualcuno.
come Arte
Vien
fpettante
figurata
l'
Notomia
la
Umani
dell'
Anatomia
per
indicare la di Lei eccellenza , ed antichit . Non fi sa precifamente quando , e da Chi aveffe principio : Soltanto fi pu francamente alTerire effere
remota la fua origine , e fino da' principi del Mondo . Abbiamo da Eufebio , che Manethone antico Autore Egiziano rapporta avere Athotis Re
Adamo
ticolare
le
E' innegabile la
lume
falfit di
onde conofcere
pi antiche Scienze
tal
Fatto
e conchiudere
nientedimeno
elTer
1'
ci
da un par-
11 fapientifllmo Boerraave
ijitut. Medie. . ii. difcorrendo de' primi
Autori , e Cultori dell' Anatoma ci da giufto motivo di credere , e dire,
che a quella daflero occafione Extifpicid Sacerdotum Cadaverum balfamo ccndicndomm mos
Laniena pfa, proinoverunt cognitionem Fabrcx Corporis fani ,
caiifarurnque abdtarum ,
proximarnm tam fanitatis morb'tque , qtum pftiis
.
&
injpciebat
&
&
depopais
tone da Ippocrate
pfis
ne riport
Ha
digreffus
rurfus
in rifpofta
defdebat
Su
di
che interroga-
Opera Dei
'Vid^s
fcarnificando
non
TOMO PRIMO,
119
contempi amin
Cor tmim
elevai
Abbiamo anche
,
E parimente
Et
magna
quafi
apprelTo gl'Italiani
Trar
fiato
e.
ly. v.
iz.
^MTe
bocca aprire
batter occhi
zare
mo
ci che
fi
conto grave pefo . Erofilo , ed Erafiftrato incifero vivi parecchi Delinquenche i Re cavavano dalle Prigioni per rimetterli
ti condannati a morte >
nelle
Loro mani
pollo
alla
ICONOLOGIA
i^o
cura di
alla
Medlcaftri
-,
E^ig. 41.
nunc
efl
Come
dicina
VefpUo Daidust
&
^od
Medicus
VefpUo facit fecerat
altres troppo a torto da taluno in generale
fi
condanna
la
Me-
Dalla ragione
fi
&
&
nbit
illa
neriii
E
In
Chilo vitale
bella prigion
l'
^Ima
oblo
immortale
V
E
acervi
l'
Vom
ANI-
TOMO
PR
IMO,
ANIMA RAGIONEVOLE
BEATA.
S^,
D Cefan
Donzella
151
Avr
il
volto coperto con un finiflmo e traveftimento chiaro e lucente ; a gli omeri
n paro di ali, e nella cima del capo una Stella.
Bench 1' Anima , come fi dice da' Teologi , fa Sollanza incorporea
e immortale , fi rapprefenta nondimeno in quel miglior modo che I' Uomo
legato a quei fenfi corporei con l' immaginazione j la pu comprendere , e
non altrimenti , che fi foglia rapprefentare Iddio , e gli Angeli j ancorch
fiano pure Softanze incorporee
Si. dipinge Donzella graziofiffima , per efler fatta dal Creatore j che fonte di ogni bellezza e perfezione a fua fimilitudine .
Se le fa velato il vifo per denotare che Ella , come dice S. Agoftino nel lib. de definii. xAnm. ; foftanza invifibile a gli occhi Umani , e forma foftanziale del Corpo , nel quale Ella non evidente , falvo che per
graziofilTiraa
fparente velo
certe azioni
Il
ellieriori
Avr
fi
Vertimento chiaro
il
comprende
e
lucente
per denotare
la purit
e perfezione
Se
le
pone
la
Stella ibpra
il
capo, eCfendocch
gli
Egizj
fignificaro-
no con
ICONOLOGIA
Anima
iji
no con
Stella
la
riano nel
immortalit dell*
1*
-,
come
hfcrifce
Plerio Valc-
lib.
come
Ul-
ANIC a
]Dal
viene dimoftrata
P. Ricci
'vaga7nente vefiita
1*
Anima
In una
altra una Carta di numeri . A' Piedi le far una Tortora su un Ramo
Donna
col Veftimento vagOj per effer Creatura pi di oni altra bella , colma di grazie
SneJla di Corpo, per 1' agilit e velocit deJie fue potenze in far le Loe doni
ro azioni
Tiene in una mano il Falcone , clic Uccello veloce al volo , e rapprefenta V abilit di Lei in muovere il Corpo , ed in oprare le azioni fpirituali ;
ed altres, perch Egli Uccello di rapina , fi paragona all' Anima , che tofto che
intende alcuna tofa r apprende , quafi rubandola , e per tal' animale Pierio Valeriano dice, c.e gli E^'i-j-intendelTero 1* Anima ragionevole. La Carta di numeri
per fegno , che in Lei li numerano tuni i gradi dell' efl'cre , tutte le pert'ezioni ed
tiell'
,'
eccellenze di tutte Je altre Creature . La Tortora, percn' dicefi che Ella ami tanto il Compagno , che f per cafo lo perda , no;i fi accoppia pi con altro , denotando r inclina2one grande che ? ira 1' Anima e il Corpo
Donna Gi.vant d va^hilftmo afpctto
Tenva innanzi pi Cerone fa
L' Anima giulta
Je quali fia una Croce . Ha d' appreso un Campo tutto infiorato , e fptalmente con
una pianta di Nardo . In una mano tiene una bilancia , e nell' altra una cbiave di
oro , facendo fegno di voler aprire qualche cofa . Di vago afpetto ,per la gran bellezza ciie le reca la giuftizia , e 'i buon operare . Giovane , per la tortezza dello fpirJto, e perle imprefe magnanime che opera per piacere a Dio . Le varie
Corone accennano le lue molte virt , quali la rendono degna di Regni ed Imperj
La Croce denota la particolar 'benedizione , che le da il fuo Dio, oppur
la vivacit della fede , e fperanza del Cielo . Il Campo infiorato , ed il Nardo
fono Simbolo dello fpirituale odore, che fpira un' Anima tale . La Bilancia, per
fegno che 1' Anima giufta fla ponderando giuilamente tutte le cofe . La Chiave , colla quale fa fegno di aprire, denota ciie le Anime giufte , per mezzo della
Grazia, aprono il Cielo a Lor volere .
.
to
naffiano
Donna
lato fi veda
un Orto
con
varj
tutta piangente
rufcel
di
acque
e in at-
te
l'
in-
bellijfme Piante
trovarlo . L'Orto colle Piante irrigate dalle acque ,fignificano le buone operada' cui piedi forge il Razioni , che fanno crefcere le Virtii . L' Albero fecco
mufcello verde , " fignificativo che 1' Anima avendo per il peccato perduto il fommo Bene , col pentimento lo racquifta .
L' Anima Contemplativa . Donna che abbc Chioma di oro accomodata con artfitto . Tenga in braccio varie ccfe , come una Corona , una Tejta di morto , una Crete,
Martelli , ed altri Strumenti , quali raccb'.ude caramente nel pettt
Tina Lancia , C'Acd
,
yivr avanti una Sedia , e fette i piedi Scettri , Corone , ed altre cofe da piaceri , come Duto , Argento , ed Oro . Terr neha l'eje mclte mani , e piedi dipinti . Le voLa Cnioma di oro denota bei lanti e celefli penfieri I varj
li vicino una Colomba
Stromenti che tieoe in braccio^ come la Corona^ la contemplazione del Regno de'
.
Cieli
TOMO PRIMO,
155
ANIMA DANNATA.
D
Occorrendo
Cefare
mpA
guiti e finti
fpirituali
si
come
profani
-,
Tofcia
eh' io
<v
fua condizione
condiiione fua
Dipingefi ignuda
Ed
in altra
Canzone
^ando
il
il
Seguita
la Teda
moft
morte
La
Sedia denota
Giudizio univerfale-
Corone &c.e perch
una tal' Anima difpergia f beni di quefto Mondo , e folamente fi da alla meditazione di eterni beni
Le molte mani e piedi dipinti nella Vefte , fono firnbolo delle noftre azioni . La Colomba volante denota ctie 1* Anima contemplativa
fempre s' inalza colla mente al Cielo .
Cieli
confiderato dlie
di
Anime
della
fpirituali
Ha
fotto
piedi
il
Scettri
ICONOLOGIA
134
Seguita
e dice
i.
,
ee.
Che
Genti dolorofe^
'vederai le
il
ben
e del
fito
Inferno
dell'
dell' intelletto
II
che
alla
3.
pri-
par-
flgnifica la
nel cap.
(^)
ANI(a)
La Chioma
y"w/(/.
Jii>,
incolta
e fparfa
4. nel defcrivere
Donne
eccitate a
,.
gran furore
Matrti
diffe
furore.
Virgilio
Ovvidio
ti
luoghi
fi
vede
neli' Epift. 9.
Non
L' Ariofto nel
Come
che in
"vifo
Sia la Donzea
Properzio nel
di Uliffe
captarum more
venti ncultt
caplit ,
lib.
Eeg. z.
i.
AIuios Illa
des
paldq
parlando
fmarrita
ed abita
di
crini
ncont.
di fat/ime
Abbia appreso un
In
tin
lato
fa un Leene
celle
fauci aperte
e denti tnfanguinati
fpezzato in pi pezzi . Dall' altra parte vi pano balze e rupi precipitcfe , e fopra un Legno fecto con molti Animali selencp . Ignuda,
per la perdita della Grazia , e privazione di Dio . Stanca e lafla con carta in
mano col Motto Amisimus omnia , perch la mifera ha perduto Iddio che il tutto . Circondata di fiamme, perch condannata in fempiterno a pagare la pena de*
fuoi errori . Il Leone colle tauci aperte accenna la voragine deh' Interno , e i
denti infanguinati denotano 1' ira di Dio . Il Vafo di creta cotta fpezzato rapprefenta le varie pene che ha nell' Inferno j ovvero ficcome un Vafo di creta
"vafo
di
creta
cotta
non pu pi accomodarfi , n atto pi a fervire , cos fuccede delia mianima . Le Balze Rupi , ed Animali velenofi ombreg?iano la diverfit delCreature , che hanno a tormentarle . Il Legno fecco denota che mai pi per
cotta
fera
le
TOMO PR r MOi
isi
UN
Delfino , che porti a cavallo un Fanciullo . Sebbene Plerlo Valeriano,per autorit di Paufania, attribuifca al Delfino il Umbolo di Ani-<
mo grato perch in Profelene Citt della Jonia, eCfendo chiamato un Delfino per nome Simone da un Fanciullo , foleva accollarfi al Lido verfo quello e accomodarfegli fbtto per portarlo a fuo piacere perch fu da quel
Fanciullo tolto dalle mani de* Pefcatori > e medicato di una ferita che gli fecero , nondimeno noi 1' attribuiremo ad Animo Piacevole e Trattabile ,
perch il Delfino piacevole verfo l'Uomo , non per interefle alcuno de'
benefizi ricevuti, o da riceverli, ma di fua propria natura, ficcome l' ifteffo Valeriano con fue proprie parole conferma , citando Plutarco in cotal gui.
^Admratur
catione
que
(f
'velut
"Pliitarcus
canes
"
tantum animalis
iflius
humanhatem
fqmdem non
Dunque
fed
edi4-
Tanthem-
mani generis
amatori del
e che fia il
ifl:e3b, che
amatores
rcONOLOGFA
i3<5
per ifcherzo
buttano, e non per alimento; perche il Delfino non fia bfogno di quello , fapendofi procacciare nell' ampio Mare il vitto da f tleifo i
e f ha portato Perfone , non le ha portate per gratitudine, ma per piacevole domeftichezza ; il Delfino ha portato varie Perfonc indifferentemente t
folo perch di natura piacevole, trattabile, ed amorevole verfo l'Uomo.
Per il che fi riferifce da Solino cap. 17. ovvero 22. che nel lido Affricano
apprefTo Ippone Diarrito , un Delfino fi laffava toccare con le mani , e fpeff volte portava fopra della chicna tutti coloro , che ci volevano cavalcare;
tra gli altri Flaviano Proconfole dell' Affrica egli proprio lo tocc , e i*
unfe di unguenti odoriferi ; ma dalla novit degli odori fi fiordi , e fiettc-
fopra acqua , come mezzo morto , e per molli mefi fi attenne dalla folita
converfazione; dal che fi comprende , che non per interelfe di cibarfi , ma
folo per piacevole converfazione gli gufiava trattare con g* Ipponefi . Di
pi riferifce Solino , e Plinio inficme nel lib. 9. cap. 8. che nel tempo di
Augulto Imperadore, un Fanciullo nel Regno di Campania adefc un Delfino con pezzi di pane , e tanto con quello fi domeftic, che ficuramente nelle
mani gli pafceva, pigliando da quefl^a ficurt ardire il Fanciullo , il Delfino lo port dentro del Lago Lucrino ; e non folamente fece quefio , ma lo
condulfe da Baja fino a Pozzuolo , e ci perfever per tanti anni che_>
n' era giudicato miracolo , ma morendo il Fanciullo , il Delfino per troppo
defiderio innanzi a gli occhi di ciafcuno mor di dolore ; e quefio fi conferma per lettere di Mecenate e Fabiano. Egefiderio poifcrive, che un'altro Fanciullo chiamato Ernia portato medefimamente a cavallo per aJto Mare da un Delfino , fu da una repentina tempelta fommerfo , e cosi morto
il Delfino lo riport a terra conofcendo efler fiato egli la cagione di quella morte , non volle pi ritornare in Mare , ma per punizione volle anch*
egli morire , fpirando al fecco ; poich li Delfini iubito che toccano la terra
muoiono
fi
ANNO.
Dello Stejfo
UOmo
Barba
tenga
Si
mezza
e
coda in bocca
dipinge alato con
la
ove dice
Neil' altra
1'
avr un chiodo.
Petrarca nel Trionfo del
autorit del
Tempo
tOAio
cofe"in quel
tempo
no pi vivamente
modo
nel
le
fopradetto
p R r
M a.
157
cominciano in un certo a fvegliarfi, e tutti fanloro operazioni > e per f gli adornano le Braccia
fatte
L' filiate per efler caldi grandiffimi , e le Biade tutte mature fi rapprefenta col petto , ed fianchi rolfi
e con le Spighe
L' Uve nelle gambe moftrano 1' Autunno, che P ultima parte dell' Anno.
II Serpe polio in circolo , che morde la coda , -antichiffima figura dell*
Anno perciocch 1' Anno fi rivolge in fefleflb , ed il principio di un'
Anno confuma il fine dell' altro > ficcome pure quel Serpe ridotto in fornia
di circolo fi rode la coda ; onde Virg. nel 2. della Georg, cosi dilTe ,
Fronde nemm redit agricolis lahor afus in orbem t
^tqm in f fita per 'vejigia "johitur annus .
Scrive Selto Pompeo , che gli antichi Romani ficcavauo ogn* Anno
nelle mura de' Tempi un chiodo
ed al numero di quei chiodi poi numeravano gli Anni ; e per fegno dell' Anno fi potr dire che fiano i chiodi
.
-,
-,
-,
^nno
u
_
li_J
ti
Omo
maturo
alato
per
dell*
lit
Anno
de' tempi
le
quali
fi
APO-
ICONOLOGIA
1^8
APOSTASIA
DeW
^<^u^7f^i-'
DOnna
ciare
futa di
in
atto di
tralcio
di
fuo tronco .
Il Greco Vocabolo Apoftasla fignifica Rinegamento della propria condizione e flato 1 e mafsime di Fede , e Religione ; e di quella intendo
Io ragionare nella prefente Immagine . E' la
Femmina , cofa mobil per natura.
Tiu che fru[chetta al Vento i e pi che cima
D pieghevole Jpica . Aminta del Taiso Atto i. Scena 2.
Onde per quello difetto femminile figuro 1' Apollasia Danna, per dimoftrare la volubilit , ed infame incollanza dell' Apoftata , che abbandona la
Vite
fiaccato dal
Religione
Sono
pR
M 0,
.139
Gli occhi concavi e piccoli, per fentimento dello ftefso Ingegneri > del
Porta e di tutti i Fifonomiiti , fono fegni dell' Uomo' malvagio , e traditore
Nafo molto piccolo , afserifce Gio: Battifta della Porta nel Libro
fecondo della Fifonomia dell' Uomo , denotare mutabilit di parere CJ
Adamanzij Io da per fegno d' incoftanza di propofito .
candido Abito
quale moftra di far in pezzi 1'
Si vefte con lungo e
e fpogliarfene , per denotare nella Candidezza la purit della nollra Santa
Religione , e nel laceramento e fpoglio , il difprezzo e 1* abbandono di
Il
-,
quella
L' atto di toglierfi dalla Tefta la Corona di Palma, e gettarla in terra , fignifica difprezzo e privazione di dignit . E qual maggior dignit di
quella del Cattolico Erede del Regno de* Cieli ? Qual maggior difprezzo , che quello di abbandonarla ; qual maggior privazione , che perderla per
fempre ? La Palma da Pierio Valeriane data per Geroglifico della Vita
de' reiigiol Crilliani
ed
Palma Simbolo
in effetto la
della Chiefa di
Dio.
Cammina con
che fcuopre
pafso ineguale
mentis
zio
ftuSiuatio
Seneca
apparire
hominibufq; infeflus
Jcientia
neq.
Conjurat.
fuo mal
il
vigilis
Ed
neq.
fcrifse
in Tro'verb.
e Saluftio de
e fa da quello
Dis
eli
timorofo
Catl.
Maximum
lo
taccia
comporto animo
quietibus fedari
in fatti
come mai
inditium
di
quefto
mala,
vi-
.Avimm impums
poterai
quieto
Ita
con-
pu vive-
il
gione
facrilego defcrtore
&
S a
FATTO
ICONOLOGIA
140
Imperadore
Apoftata , da feguace di Crirto , ne divene tanto fu pi grave la di lui Perfecuziopi che per tormenti
,
per mezzo di doni,
di lufinghe , magiilrati
e dignit procur far loro abbandonar la Fede , e
fagrificare a falfi e bugiardi Dei . Nella Guerra da Lui intraprefa contri
i Perflani , avanti che fi accingcfse
al combattimento fece empio voto a
fuo Dei t che f otteneva vittoria , avrebbe Loro fatto Sacrificio col fangue di quei Cattolici , che avefsero negato adorarli . Pun per Iddio cotanta perfidia , giucche mentre Egli era col fuo Efercito in cammino , caduto in un' imbofcata de' nemici , fu da invifibile lancia colpito , ond' efclamando
Fincefli , o Crijio Gallileo s: tra le beltemie fpir P anima indegna S, Girolamo neW addizione alla Cronic. di Eufeb, I{ujfin. nel io. della
,
detto
I'
ne il maggior Perfecutore
ne centra i Criitiani , quantocch
-,
Stor Eccl,
&c.
e S. Jfidor.
APPETITO.
Di
B^pa
Ce/are
Euridice
come
guitava la virt,- e
e
Virg.
lib.
una calza
I'
IJnum
exiita
Tejlatur
Sidcra
E
morte
quello fignifica
,
pedem
vinclis
moritura deos
&
in
vefie
recinga
affetti
fi
privo,
fcalz di
confcia futi
:,.....
eh' Ella
era
fpogliata
il
libera
piede fcalzo
del timore
della
AP-
TOMO
APPLAUSO
PR
IMO,
141
SAGGI.
DE
"Omo
matura in abito Senatorio, Stia apprefso una gran Bilanguardi, e mllri di peCire varj libri , ed
armi prefentatigli da un Uomo , che a lui (Ha vicino Con la flnilra porga al detto Uomo una Corona di Lauro , alla quale fia avvolto un Carteldi et
&
moria bene redditte <uitte fempiterna , ed altrove pr Marc. T^on vita h^c dicenda efl , qux Spritu ,
Carpare continetur , lla [_ inquam ] illa e/l <vita , qu <uiget memoria facdorum omnium , quam pofieritas alit , quam ipfa /sternitas femper intuetur . Lode che proviene da Gente afsennata un Teftimonio irrefragabile del noftro retto operare ; e correndo a noi 1* obbligo di fare il
noftro viaggio per la via di virtuofe azioni , in confeguenza ne viene
che cattivarli dobbiamo de' Buoni , e de' Saggi il favorevole applaufo ; e
quella quella Gloria che defderare fi puote , fi deve
Gloria cupiditas
non nmnquam bona ejl. Div, ^ugufl, lib. 51 de Civit. Dei cap. 13.
&
Si di-
ICONOLOGIA
14=
Uomo
di
&
dovuti biafimi ,
tunato fuccefso
Martano
velHti
che Loro
ha
fatto
fi
L' utile , che dall' applaufo de Savj procede 1' efsere reputato degno
onore e di premio ; e perci figuro la mia Immagine che porga al riferito Uomo la Corona di Lauro , per efser quefio il diltintivo ed il premio
degli Uomini gloriofi , e per la ftefsa ragione al Lauro involtato il Cartello col motto : Gloria Majorim , Tofteris Lumen . Salufl, m bello auguri.
di
APPLAU-
APPLAUSO POPOLARE.
Dell*
UN
Giovane di allegro e rubicondo afpetto, che Aia vicino alla Statua della Fortuna , la quale con la delira gli addita un Uomo , cht-j>
efce improvvifo da una folta Selva . Si dipinger in atto di correre verlb
il
detto Uomo, battendo palma a palma. Veltir un abito color cangiante.
Porter in
pagallo
Telia un Serto di
frefche
Rofe
un Pap-
Giovane fi dipinge, per efsere la Giovent et la pi pronta a moall' impeto , nelle prime fue imprefsioni , come lo appunto il PopoiIo , che per lo pi , fenza confiderare il vero merito , trafportato o da_j
qual'che fuo partcolar fine , o ancora da un' inconfiderata improvvifa opinione , gode in far plaufo a Chi forf non meriterebbe f non f gli fcherni A
nollro propofito Cicerone pr Planco TVfow Comitiis judicat fempcr Topulus , fed
mo'vecHr plerumque gratta t cedit precibus facit eos maxime ambii us , dcniquejt ju-
verfi
non ddelti aliqm , aut fapentia ducitur ad judicandum , fed impetu , /zj
quadam etam temertate . 2s(o efl emm confifigura nonnumquam ,
ium in Vulgo , non ratio , non difcrimen , non diligentia , femperqHe Sapentes
ca , qudt Topulus fecijfet , fercnda , non femper laudanda duxermt
dicat
quibus
ej
&
Si di-
ICONOLOGIA
^44
pone vicino
Si
della Fortuna
Statua
alla
inipenfato tragitto
Tempio
al
clari
e degli
&
onori
habiti
illnflres
fmt
Demofth.
Orat. amat.
I{es
&
Fama
della
Ex
fecunda
imi-verfam , ^u in homnibus
Demofth, Ex Orat. de pace.
feu Fortuna
Sapientiam excellit
nefl
fagac'ttatem
fiexibilis
flti^its
alius recejfit
&
inquetHs
E non meno
di
tantas
q-untos
cefltis
contingit
agitatur
(jfe
l'aiit
pcrturbationes
&
totam
itila
aVuts
ut
cjui
Demollene
aperta
etiam
Caiifa
fit
aliud
atq;
ToptUns admiretur
quafi
exijimamus
vero
non
ut
ipfe
Gli fi pone il Serto di f\-efche Rofe in Teda per fignificare che 1' Applaufo Popolare ha beliflima e vaga apparenza nel fuo principio , ma che
per lo pi di pochifllma durata , a guifii appunto della Rofa , che nel fuo
pompofa
mattino
gliare
la
di
polla
llcnTa
attira
gli
Ulti-
TOMO PRIMO,
14?
FATTO STORICOSAGRO.
INcamminatofi GES'
-,
miglievoli; diraoftrazione
cap'
ly
Go:
cap.
12.
quanto
Uomo
il quale dallo flato di una fomma povert , fu reputato degno di eCfer follevato al Trono dell* Imperio Romano . Pu quafi
dirfi che non erano ancora ben terminati gli Evviva quandocch lo fleffb
Popolo , che lo aveva falutato fuo Sovrano cangi la ftima in difprezzo
1' amore in odio , e
contro Effb follevatofi avvintolo tra vergognofi lacci
Io conduffe a far di f infelice fpettacolo per tutta la Citt , ed acci
flfe oggetto di fcherno a tutti, gli fu pollo fotto il mento un acuto ferro , per cui venivagli impedito il poter togliere in qualche parte da tanta ignominia quel volto
che come Maeflofo e Imperante era flato poco
fa adorato ; quindi tra le maledizioni , le ingiurie ed i pi fieri flrapazzi
fattolo morire, fu gettato nelle Scale Gemonie dove folevano flrafcinarfi
Coloro ai quali era negato il Sepolcro . Batt: Fulg. Uh. 6.
>
-,
FATTO FAVOLOSO.
aver Grifone date fiupende prove del fuo valore
Gioftra ordinata
DOpo
dal Re Norandino fconofciuto
e foprammodo mal contento
nella
fi
ritir
del-
Martano, che fattoglifi compagno , era dalla detta Gioftra per paura
vergognofamente figgito Al primo albergo che trovo, fcefe da cavallo per
firendere ripofo , e quivi , fianco forf per le paffate fatiche , profondamente fi
la vilt di
addor-
ICONOLOGIA
J4^
Era rifugiato nello ftefso luogo Martano con la fua Origille ; vedalo ntl icnno mmerfo Grifone gli tolfe le armi, e '1 Cavallo , e (labili volere
entrare nella Citt , e farfi credere il Vincitore della Pugna . Pens , efegiil . Il Popolo che lo vede 1' acclama i lo fa noto al Re
che abbracciandolo , e baciandolo gli die luogo appreifo della fua fteifa Pcrfona . Tutti
P onoravano j tutti lo celebravano ; il fuo Nome a fuono d* Oricalchi glo?iofifiimo era ripetuto.. Grifone deftatofi, fi accorfe del furto, mont iii_
fomma furia , e vedute le armi che lafciate aveva il vile traditore , fenz'
quelle fi velie
altro penfare
ed alla Citt s' indirizza . Qi ivi appena
gi'into ,fu da un'alta Loggia , ove a gran Menfa con la fua Corte e Martano , if Re f ne llava, veduto e creduto quel vigliacco, che nella Giostra n era dato alla fuga . Conferm Martano la falfi credenza ed anzi
pr;;g Norundno a volerlo punire Avvilla ordinofH che Grifone foflfe arreltato
e fu efcguito il comando . Alla fprovffta. alfalito il Guerriero , non
pot far reffltenza . Qiiindt in un vii Carro , che ftrafcfnavano due fmunte Vacche , legato , fu refo lo fcherno , e Io fcopo della beffe , e delie ingiurie del Pupolazzo . Dopo averlo per lunga pezza cos malmenato, lo
fciolfero alla fine , ma liberata appena , bene appar quanto mal gudica_j
1' inconllderato Volgo , che dalla apparenza fi lafcia guidare
Dato Grifone di piglio allo Scudo ed alla Spada , lanciatofi fopra alla vii Ciurmaglia
fece di Loro fieriflima llrage . Veduto^ ci da Norandino ammir il valore
del Guerriero,, riflett quanta eri trafcorfo nell' accomunarli anch' Egli
applaudendo a Chf meritava biafimo , e reputando degno di
col Volgo
obbrobrio Colui , a cui fi dovevano tutti gli onori ; gli f cenno di pace *
e di perdono , I' abbracci. Io preg volergli ellere Amico . t/iriojo Or
addorment
-,
>
-,
,.
,,
land.
Furiof.
Canto
17. e
iS
APPRENSIVA.
D
Csfare
DOnna
B^pa ^
vellfta d'
diamo
ed intendiamo
;
E' parte ragionevole , e naturale perch proprio della natura ragionevole ; elfendo folamente I' Uomo atto all' apprendere ed ali' intendere *
Ogni e qualunque cofa apprenfibiie ed intelligibile j che per dille Giovenale degli Uomini parlando
.
generabile foli
ingenium
,.
divimntmqy capaces
^Atqy exercendis
Sortiti
'
Il
che
TOMO PRIMO.
147
che lo dimoer Arilbtele , mentre figur effere T Uomo dalla natura dotato , come d' una tavola rafa , nella quale niente dipinto , e tutte
le cofe dipingervi fi polTono . Imitato poi dal Lirico Poeta nella fua Poetica dicendo
Format enlm natura prlus nos ntus ad omnes
l
Fortmarum
habitus
meo
mentre introduce
didci
-Deus
tnni
inferv''^ .
fto
lib. 4. cap. 1 1 . dice : Capilli placide fubfla<vefcentes in difciplnis capenprompttudnem , egregiam animorum fubtilitatem artificium tradmit .
Ha 1' Abito bianco , perch ficcome nell' arte della Pittura il bianco li
bafe e fondamento di tutt' i colori ; cos quella la bafe e fondamento
di tutti li difcoril e ragionamenti .
Si figura in punta di piedi , vivace >
e pronta in attitudine di fl:are_
afcoltando , per fignificare la difpofizione e prontezza con la quale ita
dis
ARCHI-
ICONOLOGIA
14
ARCHITETTURA MILITARE.
D
Ccfare I{ipa
-m::,r
DOnna
di et!i virile
una
Catena
d'
veftita
Oro con un
belliffimo
Diamante
TOMOPRIMO,
149
perciocch come narra Pierio Valeriano nel 22. lib. de' fuoi Geroglifiper elfa vuole che fignifichi un Uomo che fia Itudiofo , e dato all'
edificare , e che abbia fabbricati grandi Edificii , com' anco Gaftelli , Cit-
ne,
ci
, e d' ingegno
la Zappa ed il Badile , perciocch fono li due_>
accanto
Le fi mette
per
fortificare,
come quelli che principiano i FoflI, e li
ftromenti
primi
Fondamenti , come anco per efpugnazioni conducono fotto alle Fortezze
ed
altre fabbriche
ARCHITETTURA.
Dello
DOnna
Stejfo.
cangiante
fuo proprio offizio fra 1' arti d' infegnare , dimoftrare , diftinguere , defcried apprendere le altre il modo da elfa . Per
, limitare , giudicare ,
folo partecipe di documenti di Aritmetica , e Geometria , dalle quali
come ancor diife Daniel ne' fuoi commentari 1 ogn' artifizio prende la fua
nobilt. Per quelta cagione tiene lo Squadro, ed il Compallb , ftromenti
vere
de
della,
mia
fi
dipinge di et matura
per moftrare
1'
efperienza della
virilit
ICONOLOGIA
150
con
difficili
e la Velie di cangiante la cor>corde variet delle cole, che diletta in quelt' arte all'occhio, come ali'
orecchio dilettano le voci fonore nell' arte muGcale .
Le Braccia ignude moltrano i' azione t che fa all' Architettura riteviriliti
nere
il
1'
nome
d'
Arte , o
d' Artiizio
il
Re,
il
il
cubiti
TOMO PRIMO.
151
lunghe Poco erano I' uno dall' altro fcofati , iti maniera cRe toccavano coni una delle ali il muro verfo Olir j 1' altra verfo Aquilone 1 e le
altre due ali toccavano i'una l'altra coprendo 1' Arca pofta nel mezzo.
Laftric il Pavimento' del Tempio con Laftre di oro , e pofe all' entrata
di quella le Porte mifurate ali* altezza del muro , e larghe venti cubiti
e ornolle vagamente con oro j ed in fbmraa non lafci parte alcuna del
Tempio, dentro e fliori, che non folle indorata, e copri parimnte quelle Porte* come quelle di dentro , con Velli variamente ornati
La. Porta
fola dell'" Atrio non ebbe alcuna di quelle cole
Mand Salomone al Re Hara , e ottenne da Lui un Artefice chiamato Ckira; nella Profefiione peritiflimo , ed in particolare ne' lavori in Oro,
Argento, e Metallo. Fece il Re con 1' opera di quello tutto ci che nel
Tempio era a diverli effetti bifbgnevole Fabbric quelto' Chira due Colonne di Metallo con cannoni larghi quattro dita * alte 1 8. cubiti , e cingevano- 12^ Soprapofe s. quelle 1 Capitelli di getto a Gigli lavorati alti
Sopra quelle erano- reti di metallo interHate che coprivano i
$. cubiti
Gigli de' Capitelli * dalle quali reti pendevano due ordini di ducento^ mele
Grane ^ Pof una di quelle Colonne innanzi la Porta dell* Atrio uella. delira parte , e chlamolli Camera di Jachin , e l'" altra, alla. Uniilra , la quale
nomin Booz ^ Fece ancora il Mare di Metallo- a forma di un mezzo cerchio , li q^uale opera di Metalla fu per la {Iia grandezza chiamati Mare :
perch erx come una gran Tazza , e per diametro cio da un cantone^
all' altro era; di dieci cubiti, la. groflzza dr-quattro dita,, ed aveva un
fonda in mezzo' rotondo con cinque fregi lavorato ; il cui diametro era un
cubito
Stavano: atromo quello Mare dodici Vitelli , guardando cadauno
cio tre Vitelli verfo^ cadauna regione :
verfo le quattro^ regioni de* venti
cnbiti
..
-1
..
..
,.
..
,.
..
..
,.,
FATTO
ICONOLOGIA
xf 2r
cellente Architetto
1'
Di lunghezza
larghezza duecento, e
venti.
altezza, e inpomprenfibil bellezza, rendevano attoniti gli occhj , e gli animi de* riguardanti . Per comprendere in qualche parte di quanta magnificenza quelle fi fotTero , bafta il fapere , che dalla liberalit di altrettante-
Telle Coronate erano ftate erette . Sorprendenti Pitture ; beliffime Statue ;
Ornati con la maggiore maeftra difpolli accrefcevano il pregio ali* Edificio . Qpefto , che era da tutti chiamato maraviglia del Mondo , fu da Erollrato di Efefo in una notte incendiato
Cap,
lib.
'H.'^td Conti . MtoL
3
S. de Diana ,
.
FATTO FAVOLOSO.
COn
fomma vaghezza
felicit
e giudizio dgfcrive
Metamorfoll
la
arte
Ovvidio
di
in
1'
Anguilla-
ottava rima
D Lui
eh'
Mondo alluma
il
avorio
informa
E
E
il
ma
celefle
'jefle ,
,
e di oro jchietto
E' di argento ,
Con gemme riccamente ivi conteje :
Ben' opra par di Divino architetto
di
mojran
tutti
ifloria
gli
effetti
ed ornamento
del Sole
Son
gemme
tutte
Colonne
elevate
>
Sporgon
con tutto
Di
rubin
preziofe
e
il
di zj.ffr
Capitelli
di colore
Bricchi carbonchi
trafparcm
Oman
Son
le
tutta la
e rare
parte inferiore
e belli
,
.
Carbonchi
Tofaf9
TOMO PRIMO,
I5J.
Tiovon pia
Sei
Ti
trglifi del
fregio
a terra
Gli Vuovoli
tra Colonna
Diflnfe
Capitel
il
rendono adorno
fiori
il
nobile
architetto
mezzo fUor
del
muro
iifciti.
qui tolfero
reftante
V.
ARDI-
ICONOLOGIA
154
ARDIRE MAGNANIMO,
Hi
Cefare
GENEROSO,
Bjpa,
UN
dalla
gola gli
morta
FATTO
TOMO PRIMO,
i^^
perfidi
1'
Combatteva
FATTOFAVOLOSO.
di Egeo e di Etra , fu uno degli Eroi pi arditi e_s
che ci dimoitrino le Favole . Egli affront 1' infuperabilc
Moftro detto Minotauro , che nel Labernto di Creta era racchiufo sei' uccife . Volendo Piritoo fiio Amico rapire Proferpina in braccio a Plutone
nello ftelfo Inferno ebbe coraggio di feguirlo ed ajutarlo . "Plutarco.
TEfeo
figliuolo
magnanimi
ARDIRE ULTIMO,
NECESSARIO.
Dello Stejfo.
UOmo
armato di tutte
nella deftra
mano
la
fpada
Nella finilira mano uno Scudo ove Aia fcolpito , o dipinto un Cavaliero, che corra a tutta briglia contro l'arme lanciate dai nemici con animo
o di fcampare combattendo o di reftar morto valorofamente fra i nemici
Ed intorno all' orlo di detto Scudo vi far fcritto quel verfo di
.
Virgilio
Va
falns
lSlis
Qiiefto,
ICONOLOGIA
1^6
-,
il
valore e coraggio di Matatia fuo Padre
guerre maravigliofamente fi oppole al furore ed all' impeto degli empi Perfecutori d' Ifraelo . Il loro fangue f pi volte fede
come il fuo braccio foftener fapeffe 1' onor del fuo Dio , gli offefi dritti
dell' amato fuo Popolo . L' empio traditor Nicnore col disfacimento di tutto 1' Efercito a corto della propria vita ben lo prov. La qua! cofa pervenuta alle orecchia di Demetrio Sotero Figlio di Seleuco , fped di nuovo
a rovina della Giudea Bacchide ed Alcimo con poderofifTuna Armata
confidente in venti mila Pedoni e due mila Cavalli
S' incamminarono
quefti alla volta di Berea , mentre Giuda con foli tre mila Uomini in Laifa
aveva fermato i fuoi allogiamenti . Comparfi appena i numerofi nemici
entr nel cuore de' feguaci di Giuda fommo fpavento e tanti 1' abbandonarono che con Efso non rimafe che il numero di ottocento Fedeli
Fu
forf la prima volta che in qualche parte li atterr Giuda , vedendo l.i_o
neceflit del combattere e 1' abbandono de' fuoi . Tem ; non ifraarr gii
Rivolto a quei pochi che gli rimanevano ; Si vada , diffe
il coraggio
Volevano quelli divertirlo
contro i nemici e li combatta quanto fi pu
dal penfiero . Ma Egli foprammodo animofo guardici il Cielo , replic , da
Andiamo a morire f altrimenti efler non pu ; e s' afsi fatta vilt
Dur la pugna dal mattino alla fera ; fu fparfo fannemico
.
front col
dall' altra ; ma finalmente al forte Maccabeo convenda
parte
e
una
gue
ne cedere al numero , e lafciare nel campo la gloriofa fua Vita , mentre
quei pochi , che de' fuoi erano rimalH fi diedero alla fijga . Lib, i . dcj
in pi
fiere
Jdaccdb. cap.
9.
AGatocIe
Siracufano
Tiranno
e che perduta
ritir
TOMO
PR
IMO,
1^7
ritir in Siracufa per difenderfi con que* pochi, che fedeli gli erano rimafti . Si avvidde ben tofto per che in Siracufa era men ficuro che in
qualunque altro Cto ; ficch tolta la miglior banda de' fuoi feguaci , in_
Africa , fuggendo per mezzo de' nemici fi trasferi . Non fu chi non conofcefse che la difperazione 1' aveva a quel partito condotto , quale fu il
folo fcanipo della fua vita; dando il guaito in Africa alle terre de' nemi-r
ci , perciocch erano mature le biade , li ridufife in tal bifogno , che mandarono a richiamare 1' Efercito di Sicilia , per confervare le proprie cofe
24.
Giujin. lib.
FATTO FAVOLOSO.
NAufrag
dopo
la
Uliffe
nel
caduta di Troja
nell'
fiia
Patria e
e fu
da
Regno
Poliferao
figliuolo di Nettuno , che era un Ciclope di fmifurata ftatura , e che aveva un folo occhio in mezzo della fronte racchiufo con i fuoi Compagni
in un' orrida Caverna infeme col Gregge
Conobbe Ulifse a f , ed a_j
fuoi inevitabile la morte
perci aiutato dal fuo coraggio , e dall' acutiflimo fuo intendimento , pens fare 1' eftreme prove per liberarfi da s barbare mani ; vedendo pertanto un giorno che Polifemo in grembo al fonno , ed
all' ubbriachezza sdraiato
fu la nuda terra giaceva > pens o di morire >
o di tentar il modo onde liberarli dal Moftro . Infocato perci un lungo
palo di ferro , prefe la giufta mira all' unica luce del terribil dormiente
con tutta forza a quella lo fofpinfe , e lo priv affatto della vifiva poten.
za
ed
Il
>
mand
fuori dal
compagni
Mon-
Compagni
tant,
lib,
quali
furono dal
Gigante divorati
Omsr^
Odijs,
Owd, Me-
14,
ARITME-
ICO N
158
ARITMETICA,
Di
Ce/are
BJfa
DOnna
IMPAR
che colla finlftra mano tenga con bella grazia una tavola piena di numeri 3 e con l' indice della delira moftri detti numeri
Aritmetica , voce Greca perch il numero nel qual confille queft*
arte da loro chiamato Aritlimos
Si rapprefenta di belIiiTimo afpctto , effendocch la bellezza e perfezioe\
ne
;vumer alcuni Filofofi credevano che da efll tutte le cofe fi componeflero , tra quali Pitagora Filofofo dille , che la natura dei ni/meri trafcorfe per tutte le cofe , e che la cognizione di efll quella vera fapienza, quale verfa intorno alle bellezze prime, divine, iocorrotte, femprc_>
efillenti, della cui participazione fono fatte belle tutte le cofe ; e Dio, da
quale non procede cofa, che non fia giulla , il tutto fece in numero, in
->
pefo
e rnifura
Si fa di et virile
zione
cosi
1'
la
vera perfe-
La
di-v
TOMO PRIMO,
La
dverflti
1^9
difcipllne
la
ra che
"Arte
,.
,.
'''l'i
Of-jl';:'
ARISTO-
ICONOLOGIA
L<50
ARISTOCRAZIA,
Di Cefare
^pa ,
DOnna
comun
befleficio
alla
Si fa di et virile
con giudizio
Repubblica
fi
Il
maelU ,
zione
te
la
fi
onde
TOMO PRIMO.
onde Euripide dice
vitas
161
folct
fi ci'
dijfeHferit
Sallullio In bello
'Jugimino
Concordia
'Hjhl.vro bona
civilibus
coHtroverfis
&
quieto
&
dilabnntur
quam
abejfe <j
contineri dicebat
Islec
ulla
prxmo
&
pcena
Cicerone
Morione
co li
roba >
Deorum
niiros
bonos honoribus
affici',
contri
,
il Bacino ,
e Sacco pieni di
denotano che fenza le lor armi > e
malamente li confervano le Repubbliche e moftra di profondere
danari , perch per confervare la libert non fi deve rifparmiare
poich come dice Orazio :
l>lpn bene pr tota libertas venditur auro .
nete di oro
nari
de natura
3.
la finillra
altre richezze
colle
modaanla-j
ARMI,
Come come
armato
UOmo mano
tiene
,
lira
dipinte in
Duca Ferdinando
tremendo Coli' elmo in capo . Colla deun tronco di lancia pofato alla cofcia e con la fin-
di afpetto
uno Scudo , in mezzo del quale vi dipinta una tefta di Lupo ( <i )
Elfendo quella Figura limile a quella di Marte, l potr intendere per
eifa 1' Arme come Dio di effe . ( ^ )
flra
ARMO-
'
>
Il
III
II
1^^
) Il Lupo era confecrato a Marte per efprimere la ferocia , e rapacit de' Soldati . Un'altra ragione ne adduce il Cartari , ed che effendo quello animale di una
di avvifo a' Guerrieri
Tifta acutiflma , talch di notte ancora vede perfettamente
che debbano nelle loro fpedizioni ben vedere ^ acci non cafchino Jielle inldie dei
(7
;,
nemici
( ^ ) Al propofito delle Armi fa il P. Ricci la Figura del Capitano Vomo ariito ,
iiejlito di armi bianche con Spada a cinta . Vicino ai/r nn' Elefante , ed un Leone con un freno in bocca . Avr appresso un iiafo di acqua con un pajo d ferri ; ed Egli fi terr il dito al
cuore . Ardito perch ^ chi non fi conofce di tale ardire non deve prendere tal carica.
E' veftito di armi bianche colla fpada , che fono le fattezze di un valorofo Capitano . L' Elefante , ed il Leone indicano la fortezza dell' animo . Il freno fignifica che
non deve effer fuperbo . 11 Vafo di acqua denota la poca ficuri della vittoria , che
bifogna far conto di tutti , e ftar vigilante . I terri de' piedi fono tipo della Pazienza
che fi richiede nelle Battaglie , de' patimenti ed affanni che col avvengono . Il Dito
al cnore fignifica l' amicizia , che fi deve fempre tener con tutti
i($j,
ICONOLOGIA
ARMONIA.
Come dipinu
in
Duca Ferdinando
UNAmano.
vaga e bella Donna con una Lira doppia di quindici corde in_5
Incapo avr una Corona con fette gioje tutte uguali. Il Ve<ftimento di fette colori j guarnito di oro , e di diverfe giojc
ARRO-
TOMO PRIMO,
l6x
ARROGANZA.
D'i
DOnna
Cefare I{ipa,
verderame . Avr le orecchia di Afino . Terr fotbraccio fniftro un Pavone e con la deftra mano alta moftreri
il dito indice .
L' Arroganza vizio di coloro , che febbene fi conofcono di poco valore i nondimeno per parere affai preffo gli altri , pigliano li carichi d' ira-^
prefe difficili e d' importanza ; e ci dice S. Tommafo 2. 2. q. 122. art. i.
sArrogam efl , qui jbi attribmt , quod non habet . Per con ragione fi dipinto
ge
veflta di color
il
stolidezza
comun parer
lontana
ra dipingevano gli
^on
(
vna-
l'
tf
Ignoranza
5 Figura
mano foggia
il
>
ftimandofi molto
Antichi
P. Ricci
Monti
X
'
e {prezzando altrui
la Pertinacia clae
ma
divi/o
per
cos
anco-
medefima
FATTO
Arroganza Donna
aito ,
cieca colla
mzzo ,
e (di' altra
Con
tim un Serpai
efor-
ICONOLOGIA
i54
infoiente Sennacherib
Re
rata
orrida Itrage
1'
>
i^e cap,
19.
18.
fu
Medico da
venne
obligava in quefto folo le Perfone che Giove 1* apchiamaflfero fuoi Servidori . Si ftefe anzi tanto in que, e che
lla fua pazza , che in una Lettera da Lui diretta al Re di Sparta , gli fece
la feguente foprafcritta , o manfione =3 Menecrate Giove ad Agefilao Re
falute tr Conobbe fubito il faceto Re P umore peccante , che per dando-
che
gli
fi
doveva
pellaifero
gli rifpolla
fi
fece
la
foprafcritta in tal
Celio lib^
6.
FATTO FAVOLOSO.
Racne Donzella
L.
feffione
lo ftupore di tutti
arroganza , che fi
rogata f da quella apprefa aveva cosi beli* arte, f ne raoftr sdegnata
e auda,
Le ftar un' Elefante 'micino , t una Colonna forte di mar1' Arroganza e (tolta e pazza .
Con una mano pogperch
,
gia un' aito Monte , Tipo della Superbia, di cui Fi^ia . Il Monte Ila divifo.
perch Dio feinpre fuole umiliare e confondere i fuperbf arroganti . Il Serpente
per eiTere inimiciflimo dell' Uomo e bbominevole , Geroglifico dell' Arroganza
abborrita e da Dio , e dagli Uoraui . L' Elefante che mai non piega le ginocchia figura l' orgoglio dell' Arrogante . Per la fteffa ragione la Colonna , che prima fi Ipezza cne piegarli , rapprfenn la propriet deli' Uomo arrogante ,
ieforme ed abbomnivoe
tuo
Cieca bendata
TOMO PRIMO.
iS'i
ARTE.
lti
DOnna
Cefare
B^pa
mano
d et conCftente
finiftra
Scarpello
L' Arte
ICONOLOGIA
i66
L' Arte un abito dell' intelletto , che ha origine dall' ufo , da' precetti j o da ragioni , che generalmente fi efercita circa le cofe neceflarie
all' ufo umano .
Qyefta diffinizione cavata da Diomede , da Arift. nel 6.
dell' Etica, e da S.Tommafo i. 2. q. 37.) niaper efplicarla a parte, dire-
mo
faria, lo
artis
&
dice
Filofofo
il
J'cientL-e
prhicpia
lib.
2.
Demonflrationum
e Manilio Poeta
Exipfa
cxperientiir
omnis
&
&
le UIC
caufe
non
come
&
mento
1'
efperienza
compa-
TOMO PRIMO,
167
6. Ethic. .Jrs
Metaph. .Ars
efl
ejl
cum vera
ratio
il
ratiane
>
al
della^
i.
Tommafo
i.
2.
q.
57. art. 3.
'.Ars
Abbiamo
re6la
ejl
ratto faSlbilium
rie
in tre forti,
Arili, le dillinfe
mentre
dilTe
.Ars
ut navgandi
utens
-,
peritia
operans
utque
fecat
il
Ugna
ir
&
fine dell'
Arte
lr
il
bene
bene fecondo
II
teritm
qttod
abfolut
il
Filofofo
& per
lb.
7. Ethic. cap.
&
&
do laborare
Si velie di color
delle
nuovo
Arti tutte
le
necefifarie al
ragioni
viver
Prima
umano vengono
rifarfi d
quando per 1' ingiuria del tempo vengono confumate a guifa che
la Natura ogni anno rivelle la terra di nuove erbette , e gli alberi di nuove frondi. Secondo, perch l'Artefice deve fempre Ilare con ilperanza d
venire a maggior perfezione delle fue opere , ed in ci mettere ogni lludio e diligenza > f non vogliamo anco dire > che fignifichi la fperanza
,
dell'
ono-
ICONOLOGIA
168
dell
onore
ftitiche
utile
e guadagno
Terzo per
che
fignificare
Artefice tiene di
1'
frefchezza
la
dell'
dell'
oltre che
velie
Si
di
abito
fuccinto
come
comodo
abito pi
alle
fatiche
manuali
palo con la Pianta tenera e novella, Cgnlfica 1' Agricoltura, Arte
della quale ne vien all' uomo tutto 1' utile quale dicemmo di fopra eCfere
II
una fpezie del bene , che fine , e meta delle Arti . Quell' Arte da Xenofonte fu chiamata tra tutte le altre preclarifllma , dalla quale vienc_j
fomminiltrato all' Uomo quel che per il vitto gli neceflario , Tentiamo
Cicerone i. degli Ofcj . Omnium rerum ex quibus alquid exquiritur ^ nihil eft
agricoltura
melius
nihil
dulcins,
tihl
uberius
niiil
bomine
libero
digniiis
Ma
dett'
tettura
nutrics
fine agris
&
^rte
il
MAtrona
ricevo-
TOMO
P R
IMO.
x6g
La fiamma
C ) Arte
defcritta
Matrona
ARTI-
venerabile
e fevera
portametao , e la maniera ,
all' oprar fnodate , e pronte ;
bench fa di Goventh men verde
piede ha fciolto , e Maeftd non perde .
Agile
Il
Cant. ii.
E
E
edif,
il
mani
le
Coftei
eh'
Arte
fi
noma
noftri ingegni
E
E
Il cieco Labernto di
MinoJ/o,
Ponte , ove Sahnonlo imita tuoni ^
Puglie , Cerchi , Teatri , e Panieoni .
V Arca iluftre , che not fintanto
Che Pio V "Uomo fommerfe iniquo j ed empio
^u di ogni lavoro fupera il vanto
'l
Ma
,
E
.
Pi
ne' lati
170
ICONOLOGIA
ARTIFICIO.
D\
Cefare J^tpa
con
UOmo
mano
&
Api
TOMO PRIMO,
Api
primo
171
Eneide, e pi copiofamente nel 4. della Georgca cojninciando dal princpio, a coi rimetto il Lettore? perch andrei troppo a
lungo ; baiti dire , che volendo cantare dell' Artificio e induftria naturale
delle Api , Virgilio invita Mecenate ad udire cantar di tal materia , come
di cof grande e mirabile .
Mane etatn, Macenas, afptce partem
tAdmranda tibi levitm fpectcula rerum ,
Magnanmofqne duces , totlufque ordine gentis
Tnelia dcanj ,
Mores ,
judia , e^ Topdos ,
nel
dell'
&
&
ASSIDUITA'.
C$mc
Talazzo
di T^oflro
Signore
CTS'
CVJ
Na
ASTINENZA.
D Cefare Bjpa,
la deftra
mano
fi
ferri la
bocca, e con T
che dica
altra moftri
Pef
ICONOLOGIA
i7i
Per
raoftrare
che
il
come
>
1*
contemplazione
il
tum varia
^ce
fmplex olim
Mifcueris elixa
tibi jederit
fir/iul
illius
ne
jtmd
conchylia turdis
res
efca,
affs
Ctena defurgat
Heflernis
^tque
ciffgt
Membra
iubia
<vitiis
dedit
citius
curata fopori
'vegetus prxj'cripta
ad munla fnrgit .
fatti
llretti
e Figli Loro Quelli ultimi confegn alla educazione di Asfanez Prepofto de' fuoi Eunuchi , imponendogli che i pi belli,
vigorofi > e che di f daOTero buone fperanze , li dirigelTc per la via delle_?
Loro colHtui perci in_
fcienze j e pel buon fervizio della Regia Corte
ciafcun giorno quello fteflb vitto e trattamenti della medefima iua Menta.
Tra pi nobili Giovanetti Ebrei vi fi contavano Daniele t Anania Milaelj
ed Azaria . Daniel fi determin di non volere guftare della Regia Menla
n di vivande , n di Vino , e preg il Prepollo degli Eunuchi > il quale_^
molto 1' amava che da ci lo voleffe difpenfare . Non volle Asfanez accudire
al fuo defiderio a cagione dell' Ordine Regio ; perlocch Daniel rivolfe le
Non
fue preghiere a Maialar > alla d cui guardia 1* aveva raccomandato
e feccia richiefta
'
FAT-
rO
F
A.
TJ?uP
_P R I
173
STORICO PROFANO.
CAtone
onde bagnare le inarridite fauci Finalmente a gran forte uno de' Soldati
ne rinvenne quanta fufficiente fofle ad empierne foltanto la fua celata . Di
ci foprammodo contento generofamente pens f privarne t ed al fuo Capitano offrirla . Catone allora volendo ali* Armata tutta moftrare che mentre i fuoi Soldati per fete penav^ano Egli non voleva etfere il folo ad cffer refocillato
e che a pari di Loro fapeva foffrire le anguftie , prefa_s
dalle mani del cortefe Soldato 1* offerta acqua , tutta in terra la fparfe .
fenza punto gultarne . Cos maravigliofo eferapio di Aftinenza moiTe in_9
modo gli animi de' Soldati, che fenza punto lagnarii profeguirono l'intra.
-,
prefo viaggio
BattJA Fidgof.
lib,
4.
FATTO FAVOLOSO.
e della Ninfa Flotta , Re di Paflagonia , e
per far prova di quanto poteGfero i Dei, un
giorno che in fua Ca{ fi portarono, diede Loro a mangiare le membra
di Pelope fuo Figlio Giove per f veramente punire quello difumano Padre , non riput pena maggiore che obbligarlo ad una perpetua Fame , e_
Sete , col fargli fempre avere innanzi , onde faziare e V una e 1' altra ,
e doverfene neceifariamente aftenere . Fattolo perci incatenare, ed immergere fino al niento in un Lago dell* Inferno , gli pofe accanto un' Albero carico di frutti, che fi allontanava fubito, che gli voleva mangiarne , e nella fteffa guifa 1' Acqua , allorch voleva guftarne . Orazio n^:
TAntalo
Sermoni
Giove
Agamennone
Figlio di
Avolo
di
Ovvidio
nelle
Metam.
Iginio
ec>
;,
ASTROLOGIA.
X>i
DOnna
Cefare
Bijpa
Lo
ICONOLOGIAmodo
174
Lo
Scettro dimodra
dominio fopra
li
te dalP Aftrologo
v4/irologla
DOnna
ceruleo coli' Attrolabio , e con un Libro pieAllronomiche , ed un Quadrante , ed altri Stromenti appartenenti all' Allrologa . Agli omeri avr le ali , per dimoftrare che Ella fta Tempre col penfiero elevato in alto per fapere ed intenr
dere le cofe celeili
no
di color
veftita
di Stelle
e Figure
'%Aflrologa
DOnna
Se
agli
dipinge
le
mfurare
no terr un Compaffo
omeri
fi
Cieli
>
il
fiio
ali
Dloniglo
zon Tiaz.
BW.
Difcor; 39.
Anno
.Ili
1,1..
orec'
tff] Ariflotele nel fecondo de Cceo , iy MurJo dinioftra che il Cielo ha vera
azione nelle cofe inferiori per cagione d^ Moto
della Luce , e della fiia influenza ; e ne' Libri della Meteora tiene che tutte le Virt in eriori fiano
.,
go
vernate dalle Configurazioni fuperiori ; e ne' Libri delle Generazioni afferma (..e
le Generazioni , e Corruzioni fi tacciano per 1' accelTo ,
e receflo del Sole nel
Circolo ofcJiqiio ; e ne' Problemi allegati da Irancelco Giuntino riduce la Convulfiva degl' Lifanti alle azioni
della
Luna
Alberto
T^OMO PRIMO,
17^
propria Cafa . No ; gli diflfe in tuono fevero il Re Tu non cogli il punto ed Io fono migliore Aftrologo di quello eflfer Tu pofiTa ed in conferma di ci ti dico che Tu paflerai gli accennati giorni Feftiv tra gli fquallori delle mie Carceri. Ci detto , immediatamente comand che a quelle foflfe trafportato
ali*
fidato
Emblem, 104.
in yAflroL
FATTO FAVOLOSO.
BEffeggia
uiriofi,
il
Orland, Furiof^
ASTROAlberto Magno, feguendol' opinione del Damafceno , che ne* fuoi Aforifmi afla variazione e mutazione^
i ditetti, e le infermit avvengono per
delle Stelle , difle : Deus Creator Cali , " Terra , Caium fuper ekmenta njlitut , ui
mota [ho permanerei, corrumperet , T" confervaret cunBa
Boezio ancora pare che dica Io fteflb ira quelle parole Deus per f folrm cun^a <?
fpontf > fed ai opera perficknda , inferora per fuperiora difpenfai
ferHce che
ICONOLOGIA
IJ
ASTRONOMIA,
Li
Cefare
^f**
DOnna
pi fuperiori
Il
cio
ftellato
ne denota
la
notte
nel-
i
veggono pi facilmente le Stelle , non eCfcndo
raggi del Sole, e perci fi viene alla dimoftrazione pi chiara del levare
del tramontare , e del moto di efle Stelle . Tiene il vifo rivolto al Cielo,
effendocch il foggetto di quefia figura, ila Tempre con il pcnfiero elevato in alto per fapere , ed intendere le cofe celelli
Le fi da 1' Aftrolabio, perciocch con elTo fi viene efattamente in cognizione delle mifure e diftanze di tutte le figure de i Cieli
Tiene con la finiftra mano la Tavola fegnata con diverfe Figure Aftro-
la quale
elle
fi
homiche
re
Mondo in
Moto,
riflefle
da
il
;
univerfale
e
Afpet-
Me
IMO.
R:
i77
Afpett loro , della .Teorica dei Pianeti., degli Ecdifli , dell* AflTe , de' Podegli Emisferi, de' Gircol
li ,'de' Cardini, celelti, de' Climi , .opioggie
diverfi , degli 'Eccentrici , de' Concentrici , degli Epicicli , delle Retrogradazioni, diAccetfi, di Rcifi , de' Rapti , e di altri moti, e Cerchi de'
moti
,con
'
DOnna
T U Z
vcftta
di
I:N
Cefdre
pelle d
Volpe
il
ed
G A N N
Di
BJ^a
alle Stelle
VO
L E.
..
,
e far di
braccio
...
L' Alluzia, come dice S. Tommafo 2. 2. 5. jjr- arf. i- un. vizio di Coloro, che per confeguire quei che dcfiderano, fi .vagliono de' mezzi noa"
convenevoli , per fi dipnger veftita di pelle di Volpe , effendo queft*
animale ailutifnio ; e per tale ancora conofciuto da Efopo nelle fue Favole , adoprato in quello propofito molte volte .
Della Scma fcrive Arinotele nell* Iftoria degli Animali , che aftutiffima
La carnagione
top.
10. fignifica
il
quale fempre ftando
avvicinandofi.ad elfo .
in
moto confuma
tutte le -Cofc
rimandata
Onan
alla
fuoi Figli,
''
ICONOLOGIA
17.
me perch Io
ma a Lei Giuda
pi giufta di
ci liberata!
Fu
per-
pii
ALIorch
gerfi le
T. lv, Decad.
^arta
lib.
FATTO FAVOLOSO.
INvaghitofi il Sole di Leucotoe Figlia di Orcamo Re d Achemcnia e
di Furinomi > non potendo trovar modo , onde di Lei liberamente godere fapendo che la Madre Eurinome fenza faputa di alcuno erafi per non
so dove dalla Reggia partita 1 finfe il di Lei afpetto e lo finfe in modo,
che da tutti per tale creduta fi port alle Camere di Leucotoe > che anch' ECfa per tale la ftimava
Licenziati
Cortigiani tutti
difle
volere_>
lib.
Il
4.
AVA-
TOMO PRIMO.
AVARIZIA
B
Ctfatt
^4
tir
"4
DOnna
Z 2
Pugerit
ICONOLOGIA
ijfo
Carpare languor .
fugerit
S.
obtinenda
alia
amplius anbeUt
4.
E Seneca
hizbet
ancora
ci
Omns
ai
adeptus fuerit
^varo
deej
-,
tam quod
infaziabile appettito
1*
dell*
Avaro
-,
e_>
inconveniente tenacit della roba che pofliede . Onde Dante nel primo
Capitolo parlando dell' Inferno , cos dice .
d ha natura s malvagia , e riat
Che mai non empie la bramof.i voglia
E dopo Tajio ha pi fame che pria .
S fa colla Borfa ferrata ^ godendo pi nel guardare i danari , conie_j
cof dipinta per diletto , che in adoperarli come utile per neceflit , e_
molto a propofito mi pare in quefta occafione 1' Epigramma di Monfignor
Barberino Chierico di Camera , ed ora meritiffimo Cardinale < di nobilt
e valore fpecchio ed ornamento al Secol nollro
Creato Pontefice con_>
nome di Urbano Vili, mentre fi riftampava quella Opera a' 6. d' Agofto
l'
'Z>t
parcas opibus
tibt
untts
erit >
cumulare metallo
quod habes , qitam qmd habere
Tam
^id
tibi deefi
tamen obdnras
toties
-,
quid
necptts
Tontice tja^las ?
Tu mihi
Divitiis egeas
Tontics
femper eges
^ijarizia
DOnna
terr ufi_>
. Nella dertra mano
una borfa ferrata .
L' Avarizia uno sfrenato appetito d' avere , come dice S. Agoft. lb.
libero arbitrio r che non cefla mai di coprire con groffo velo il vifo
de
j,
fpezza il freno della Temperanza, e
alla Ragione j e con difufata fr2a
non arvenda riguardo a Virt alcna > trafniuta i cuori pietofi in crudeli
c'fi fa univerfal guaflatrice delle Virt .
Confidile ' Avarizia principalmente in tre cofe, prima in deCderarc
pi del convenevole la roba d* altri , perch la propria llia intiera ; e per le fi dipinge il Rofpo nella delira mano , il qoale tuttocch abbia_j
grandKfima copia della terra, della quale fi pafce , nondimeno Tempre
tme , e fi aftiene da qnella , defiderandone fempre pi
Confirte fecondariamente in acquillare , per vie indirette pi di quello
che gli conviene , non avendo riguardo, non folo a difagi e incomodi ( ancor che grandiiUniI fieno) ma alla propria vita, che' per fi rapprcfenta^,
mal
Rofpo
veilita
e con
la
fcapigliata e fcalza
finillra
'
mai
TOMO
mal
si
PRIMO..
;
onde
i8i
il
ic8.
co-
difle
Come
Con
Ultimamente
l'
^varo
diletto
affanno di/acerba
l'
tenacemente
confifte in ritenere
,
>
coi fue
e perci
fi
dipinge
SI alla
gola
fame
le
avarzia
modo
al
quale fopra
la
in
tefta
inter
aquas
nec
qnem
poma patema
carpii
premimi
Divitis Imc magni facies erit omnia late 1
tenet >
ficco concoquit ore fament
Tantalus infelix
fita "jota
&
^i
o'varizia
DOnna
vecchia
magra
"
condo
Stiliconis
di
Lei
cos
^t primum
dice
fcelerum
Matrem
'c.
veftiniento rotto e
ftraceiato
Pillole
dice
L' eGfer
ICONOLOGIA
i8i
L' ctTer magra e pallida, altro non dinota , che la continua ed ifaziabilc fame , per la quale g' infelici inclinati ali* Avarizia continuamente
fono tormentati
La Tanaglia , che tiene colla delira mano moftra che Cccome detto
Stromento llrigne , e tira Tempre a f , cosi la perverfa natura dell'empio Avaro il quale non lafcia mai occafione , che non faccia il medefim
effetto, non guardando n ftato n condizione di qualfivoglia Perfona.^
Le fi dipinge accanto l'Arpia, effendo il vero fimbolo dell'Avarizia,
perciocch Arpia in Greco fuona rapire .
Il Ferro e la Catena alla Gamba nella guifa , che abbiam detto , denota
r Avarizia eflere fchiava non folo della roba , ma ancora de* Demonj
ad Colofs, cap. j. dicendo.*:
come teftifica S. Paolo ai Ephef. cap. ^. t
^varitia efi IdoUmm fervitus
&
avarizia
DOnna
pallida
di Serva
e le
quale fu creduto Dio delle ricchezze , Sar cinta d' una Catena
traendofene per terra gran parte . Moftrer le Mammelle ignude
latte , ed avr un Fanciullo quafi di dietro , magro , e di firacci
baftanza veftito , che colla deftra moftri di fcacciarlo , per non
latte delle
llrette
Mammelle
alle
quali avr la
man
finifira
in
d'
Oro
piene d
non abdargli
il
fi dipinge , perch
l' impallidifce il continuo penfiero di accumular Teforo , con appetito infaziabile di fare fiio tutto quello , che di
altri , fenza aver riguardo , o a forza di Leggi , o a convenienza di forte
Pallida
alcuna
E* ancora la pallidezza effetto di timore , il quale fta fempre abbon*
dantiflimo nelle vifcere dell' Uomo avaro , non fidandofi d' alcuno , e molte volte appena di f medefimo , per la gelosia che ha di non perdere_>
una minima particella di quello che poffiede .
L' abito fervile e fozzo , e la catena d' Oro acconcia nella maniera
che dicemmo , fegno manifeilo dell' ignobile e vii fervit dell* Avaro
La Scritta della fronte , ci dichiara , che 1' Uomo avaro in tutte 1lj
fue azioni fi fcuopre per quello che , n fi sa celare in alcuna cofa .
E per ofifervarfi quello coftume ne* Schiavi , fi moftra la condizione degli
Avari , mcdefimamente Schiavi della ricchezza .
La Catena di Oro che fi tira dietro , ci mollra , che i tcforl e Ic_>
gran facolt , a Chi ben confider , fono pefo faticofiflimo , ed impaccio
molto nojofo , ed il Fanciullo fcacciato , moltra che non vi alcuno veramente Avaro , che non fia infieme crudele . Ed eflfendo la Maelt di Dio
folita d' arricchire pi 1' uno che 1' altro , acci non manchi 1' occafiene
di operare virtuofimenre in tutti li (lati, fecondo la vocazione di eiafcuno,
I'
Ava-
TOMO PRIMO,
P Araro pervertendo quelP
fegni quello
che ha
ordine
185
con ingordi
dif-
()
ordinari peli
la libert
il
i.
Popolo
(ff
del-
cap, 8.
FATTO
3. cap. s,
^^^^^^^^^^^^*^^
^ ^ ^^M^^^a^M^l^^^^M^^-^^M
Il
( a } Dipinge 1' Avarizia il P. Ricci . "Domo iieccMo col capo [coperto , nel cui ve-^
pimento fona dipinti molti Hofpi Vomiti dalla- bocca una quantit d denari . Tenga le
mani giunte in fegno Ai riverenza . Sotto i piedi avr un Compajjo , A-vant di Lui v
un /kltare , ove vi fona certi Idoli , e quantit d denari, e gioje . Va una parte vi
ja il Vento cht foffa Dall" altra un: Albero [radicata, le cui radici fono rivolte n-j
l. Vecchio, perch ne' Vecchj domina piti 1' Avarizia. Col capo fcoperto, e
colle maui giunte in atta di riverenza , adorando g.1* Idoli e denari fu d' un Altare j perch 1* Avaro adorator dell' Oro , I Rofpi ^perch al dire de" Naturalift
fono infaziabili di terra, e molte fiate non mangiano per tema che non manchi
loro la terra . Vomita dalla bocca denari , in legno che il miferoAvara , che ingiiiftamente ha divorata tante ricchezze in vita , nella morte a forza di fiam-.
me e tormenti le vomiter. Il Compaffo fotto appiedi , per dimoftrare che quefto vizia fi allarga per tutto . li venta che foifia di lato , dimoftra che l'Avaro
vanamente li affatica' , e i fuoi pefluni fudori fona difllpati al vento . L' Albera
fveka colle redici in alto, perch l'Avarizia radice, Tonte, Principio ed
Origme di tiuti i mali ,
'
II
ICONOLOGIA
i84
PATTO FAVOLOSO.
VEdendofi
Piramo Re
Metum.
vid.
lb.
i^.
AUDACIA.
Di
DOnna
veflita di rotto
Cefare
e verde
Avr
fi
I{ipa
la
fronte torbida
Colonna
di
marmo
fiando in__>
la
fronte-
FATTO
TOMO PRIMO.
8?
FATTQ STORICOSAGRO.
COre
Datan , ed Abiron vedendo follevati fbpra il Popolo d* Ifiraeldue Fratelli Mos , ed Aron , non contenti di eflere flati da D
diftinti , e fcelti a fervirlo nel Tabernacolo , temerariamente affettarono il
Primato
e per privarne di quello gli Accetti a Dio , fi follevarono conNon fi vide per reftare impunita la di Loro Audacia . Giactro di Erti
che adorato prima Mos I' Altiflmo parl al Popolo e diffe che fi fegregaCfero dai Tabernacoli degli Empi; e veduta avrebbono qual pena erano per fubire i temerari , In fatti reftati Eglino foli colle Loro Famiglie
non cess appena di parlare Mos , che apertafi la Terra, immediatamente
li divor co' Tabernacoli e fingole Loro foftanze .
TSlumer. cap. i6.
f
le i
-,
animo intrepido
Giuflin.
Itb,
del
2J.
FATTO
VJi\T01.0^0.
IIUGU-
ICONOLOGIA
lU
AUGURIO BUONO.
Secondo
UN
Giovanetto che abbia una Stella in cima del capo . In braccio tenga un Cigno t e fia veftito di verde colore che fgnifica Augurio
perciocch 1' erbe quando verdeggiano promettono buona copia de* frutti.
Pietro Valeriane nel 44. libro dice * che quelli che anticamente operavano gli Auguri , confermavano che la Stella Tempre fegno di profperit
e di f lice fucceflb
Del Cigno diflfe Virgilio nel primo dell' Eneide
Per
REgnando
Pontefice
fuoi
voleri
ifpirava
Il
TOMO PRIMO.
i%7
Santit
Marni,
lib,
6.
preflb la Palude di Capri al fuo Efrcito che intento lo flava ad afcoltare . In quello mentre forf improvvifa tempefta y fi udirono terribili tuoni ed una folta nebbia tolfe dagli occhi de*
Soldati il loro Re j che non fu pi veduto . Allo {paventofo Turbine fegul
tolto si chiaro e rilplendente giorno j che i Romani prefero da ci ottimo Augurio , tanto pi che da' Senatori fu loro detto eflere Romolo iti
denfa Nube al Cielo afcefo , e collocato tra' Dei . Si conferm nell' animo
de' Soldati un cos fatto avvifo , allorch un certo Giulio Proculo ,- Uom
tra Loro di grande autorit , afiferl di aver veduto Romolo ripieno di Maeft, e di Celefte Splendore e che ad Effo aveva cosi parlato. Va a' mei
Soldati
Mondo
e d
Tit.
Loro, che
Ltv.
lib.
Dei vogliono
che
la
mia
Roma
fia
Capo
del
i,
FATTO FAVOLOSO.
MEntre
tani,
lib,
12,
AUGU-
iconologia
t88
AUGURIO CATTIVO.
opinme
Secondo la medejma
Olilo vcchio
veftito del
ro da legno di fcccarfi
albe-
1'
i*
aria
finiitra
-,
'
medefimo
fignifica
la
S.'Cpe finiflra
-,
Dio
confultare
il
VeritcpIIi
P Augurio
di
folle
il
vero Dio
-,
FATTO
PR
M 0.
i8s)
gi
Romani Gente
*
,
e quando
come
nel
Cielo Stelle nuove , o d' inufitata grandezza nell' aere vapori accefi , o
fulmini che percotefifero i Tempi > Parti ftravaganti di Animali ec. dubitandocch non foflTero prognoftici di qualche grave danno alla Repubblica, fecondocch da quei lor Sacerdoti ne era dato avvertimento 5 dopo di aver piacato coi Sacrifici 1* ira degli Dei , folevano fare Lettifterni , facendo ftendere e apparecchiare dei Letti ne' Tempi , fopra dei quali erano pofte le
Statue deg'li Dei e in mezzo di quelli , delicate vivande , le quali erano
divorate da fette Sacerdoti deputati a quefte Solennit , detti perci EpuloT. Lmo .
ni ; e cosi credevano riparare ai mali imminenti Auguri -
TTOFAVOLOSO.
FA
AScalafo
Figlio del
Stigie pales a
AUGURIO.
^T^lia Medaglia di Adriano
UOmo
una mano
fiondo
Gentili
in piedi
che
tiene
il
erano
foliti
ora in quella
da Coloro che erano deputati a cotal Sacerdod' indovinare cio quelli che il preparavano ad alcuna
cofa
ICONOLOGIA
tpo
cofa pubblica
cicare
bene e
di partire
eiTi
AURORA.
t> Cefare
UNAAvr
Fanciulla alata
in
di
B^pa
color incarnato
il
Eullazio
Commentatore
di
Omero
nel
2.
lib. dell'
Star a federe-
pili
luoghi ella
eccome nota
Odiflea
e Virgilio nei
Ed Ovvidio
ingegnof
aurora
e piacevoli
Giovanetti
AUTO-
( <7 ) Si dipinge di colore incarnato , perch 1' Aurora altro non ciiC il
primo rofTeggiare , che tanno i raggi del Sole in Oriente , quando cominciane
a /puntare nel nollro Emilpero .
TOMO
PR
IMO,
I^l
AUTORIT*, O POTEST'
Di Cefan
UNa
Matrona
che fedendo
^*
fia
veftita di abito
tm tantum ^ucloritatem
&
non
''
9^
ICONOLOGIA
Le Chiavi denotano
&
cap.
&
&
&
\6.
e pi
nobile di tutte le
altre
e non alcuno che non fia Suddito a quella del Sommo Pontefice
Vicario di Crifto in Terra , il quale : Dicitur habere plentudinem Totejlatis
fecondo il Canone al cap.
[e fct 2. q. 6.
Tiene alzata la delira colle Chiavi elevate al Ciclo per dimoftrare che :
Cmnis poteflas a Deo efl . fecondo l* Appoftolo S. Paolo a' Romani al cap. 13.
Per gli ammonifce , che : Omnis <y7tima potejlatibus fnhlim'wribHs [ubdta ft
Lo Scettro nella finiftra , moftra V Autorit e Podeft temporale , come per ferteffa cofa nota a tutti ; ed i Libri , e 1' Armi , che le fono
dalle parti ( per far quefta Immagine pi univerfale ) 1' un fignificato dimoftra l'Autorit delle Scritture e de' Dottori; e l'altro delle Armi, Je
quali fi pongono alla finiftra , pel detto di Cicerone : Cedant >Arma Tog<e.
Corpo
^/
AZIONE
TOMO
PR
IMO,
$91
AZIONE VIRTUOSA,
D
Cefitre
l{tp.
UOmo
po
-i
di eti virile
di belliflmo afpetto
fano corrifpondenti ad
i>
fuori;
ICONOLOGIA
94
fuori
Gratior
ejl
p'tlchro veniens
e corpore
uirtiis ,
dice
Virgilio nel
j.
dell'
Eneide
C<^la foner tromba, fed famarti extendere fa^is t hoc virtiuis opus t dice Virg.
ael decimo dell' Eneide .
Glifi cinge il capo colla Ghirlanda d* Amaranto (d) , perciocch que-
non perde mai il fuo vivido e nativo colore , e colto fi conferinfracidifce mai , anzi quantunque fcco , bagnato con acqua rinoa
va e
viene nel fuo primiero fiato , e f ne fa Ghirlanda nell* Inverno
Plinio
lib. 21. cap. 8. Simile la natura dell'Uomo vtuofo , perciocch non__
folo non degenera dalle belliffime qualit ie , ma fjj^mta I' anima dal corpo ,
llo fiore
reftano
fi
confervana'^a
perpetua
memoria,
nofiro (ludo
quello
BALLO
) L* Amaranto viene altrimenti detto Fior di Velluto , ed anche Fior
produce le trondi uguali al fiailico Maggiore , i Fiori lpieati , e
,
di ardentiflmo color Cremefino
( ^ ) Paludamento era una fopravefte da Guerra , propria ( come hanno creduto
alcuni ) degl' Imperatori , de' Confoli, e di altri Capitani e Generali di Eferciti
E'
cofa per altro certa , che il Paludamento fi trova anche ufato non folo da' Soldati
privati , ma da' Littori , e dalle Donne . Fello dice che tutti gli ornamenti militari
fono intefi fotto quello nome di Paludamento; e cosi vitn dichiarato da Varooe ,
cbe Paludamenti fiano Ornamenti militairi.
di
Grana
TOMO PRIMO.
A
91
O.
iovafle
Mirro
d
.
Avr
lmo laccio
rati al
I
fuono
Greci
il
aver fortita
Stelle
dine
fli
Traile
Satiri,
cap. 6. de
Therftc.
e lafciarono fcritt
delle
de'
e ritornare con mirabil ormedeflmi luoghi, quafi iutrecciaffero carole all'armonia delle cele-
a'
del Ballo
i
la
45
Mufe
ed
Da
alcuni
altri
ne attribuifcono
il
ritrovamento Bacco
b 2
>
e dicono che
con
ICONOLOGA
'0(S
con
queft*
fimi
Arte
vittoria degl* Indi e de* Lidi Popoli bellicofiPIn quanta (lima appreffo gli Antichi il Ballo foDfe t bafti il confiderare
che in Delo cofa fugra e folenne non li celebrava , che intervenir noii_>
riportafife
-,
cenza e
merzio
&
della Vita
Ludits in Vita,
Le Donne
in particolare
non prendano il
B-"liO
TOMO PRIMO,ma
197
piuttofto per fodd-.
Loro
Dama
fi
d nafcita
&
f^os 'vero
Capelli
nolte {altare
&
vago
per
e per
il
la
Pallade
Per li Suonatori che gli ftanno d' intorno fi fpiega , che a feconda , ed a
tempo de' Muficali Iftromenti 1' arte vuole obligato il Ballo , e che fenza
farebbe la Danza , ed anzi ridicola e caricata faquelli di verun pregio
rebbe la Perfona , che P efercitaflfe
Move con leggiadria i Piedi , per eCfer quefto il fondamento dell' Arte
che confifte in un ordinata regola di "gefti e movimenti del Corpo
Moftra di avere nella finiftra mano un mazzo di Gigli legato con un fot.
Laccio, per denotare nel Giglio, Simbolo della Pudicizia , quanto alconfervazione di quefta aver fi debba P occhio in confimili Fefte di ftrepto, ed in qual periglio fi trovi , {piegato nel Laccio , efprimente I' Inganno occulto Oh quante volte accade che col folo penfiero di follevare
P oppreffo fpirito,fiva a fimili giocondi ridotti, e lo fteflb fpirito ne rimane anzicch alleggerito, pi mefchinamente affannato , ed immerfo in
in nuove vergognofifirae cure ! La troppo favorevole occafione di mirare
un bel volto , un artificiofo fguardo , un leggiadro portamento di vita ,
e la facilit di guftare il piacere , che al cuore tramanda [ per lo pi per
avvelenato ] la morbidezza di una bianca mano pi di un Ercole riduce
tliffimo
la
avvilito
appreffo la
fi'.a
Jole
'Si
pone
ICONOLOGIA
I^
porte poi
antichi Oflcrvatori
Onde
mano
Gifi^Ho nella
il
,
mano
la
delira
&
in /tniflra
fluiti
la
rfeftra
Loro porgeva
Della Tortora cosi Pierio Valeriano nel lib. 22. de' flioi Geroglifici
fecondo la traduzione del P. Figliuccio n Io trovo che appreffb quel Fin lippo, il quale lafci fcritti alcuni argomenti, e concetti in Greco, che
n V Uomo Ballerino , e dato al fuonare le piffere , per la Tortora fi gnificato , e non altra cofa . Imperocch fi ritrovato che Ella maraviM gliofamente fi diletta del fuono delle Pi&re, e Cornam-ufe , delle quali
concento, dicono che fa certi movimenti inconrpodi , e va
s, fentendo il
immitando
quelli
E che ancura per quel canto fi allctta
che ballano
fi
e
tira
nei
lacci
infidie
e
nelle
, e coti fi prende . n
M
.
ritorno che fece David coli' Arca del Signore alla Citt di Sione lieto , tra giubili del Popolo Ifruelitico , e tra
, tutto feftofo
pi ftrepitofi fuoni , non cefs mai di ballare innanzi la ftefs' Arca in ono-
Dio
re di
te
prammodo
Eferciti,
alla
eflfendo
allegro
il
Michol ne
2.
Giunto
riconvenuto
quale
fu da
, ne
fu da Michol Figlia
troppo ragionevole la cagione
Citt
e feftevole
la
allorch
fi
Lui punita
di Saul
,
ingiultamen-
il
Dio degli
David fommamente gradi, e_>
trattava di onorare
Figliuoli
de i\e CAp. 6,
erano Sacerdoti di Marte , cosi detti dal faltare nel porL' Ancile era uno Scudo di Metallo tenuto dai
.
Romani in gran venerazione , perch dicevano efifer caduto dal Cielo al
tempo del Re Numa con una voce fentita in quell' ilhnte , che prometteva r Imperio del Mondo a quella Citt , che lo tenefsc e confervaiTe .
Onde i Romani per gelosia che non foffe rubbato , ne fecero fare undici
altri nella medefima forma tanto fimili , che non fi riconofcelTero dal vero , mefcolati col quale li tenevano nel Tempio di Marte , fotto la aifto*
dia prima di dodici , poi di ventiquattro Sacerdoti eletti dalla prima No-
Salii in
tare
bilt
ti
di
gli Anelli
fommamente
Tonaca dipinta
llimati
detti
con corfaletti
Salii
>
Quefti nel
portavano per
Mefe
la
di
Citt
e balkn-
TOMO PRIMO,
199
e ballando, e percotendofi con certi coltellini fatti apporta per fimile effetto , cantavano una Canzone al fine della quale veniva nominato e re-
plicato
il
T. Livio
nome
lib.
del
-,
i,
FATTO FAVOLOSO.
NEI Bofchannofa
ma-
'oL
Metam,
lib.
8.
BATTE-
ICONOLOGIA
200
BATTESIMO.
Del P. f. Vincenzio
UOmo
Vafo
I{icci
M.
0.
di
Oro
&
&
TOMO PRIMO.
jor
, e di peccati , e veftirvi le
vefli d' innocenza . Senza penitenza 1 dice
lo fteflb fup. Epfl. ad l^oj. , fono i doni, e la vocazione di Dio , perch
la Grazia non richiede nel Battefimo n gemito j n pianto, n altro,
ceri
mt
la fola
Fede
Muore
al
fo Battefimo
tZv^o
Vitts
junt fraudati
Fons
Et
novm
qitibiis
quidqiiid
renafcens
ipfa fui
Sangumis unda
fiat
forma Lavacri 9
&
&
Spirkas Sanili
Matth. 18.
,
doni, che riceve 1' Anima nel Battefimo: e. prima vien monda dalla macchia originale ; quindi tiene il Vafb di acqua ,
che verfa , in fegno che falli per mezzo della lozione , e del buttar l' acqua
fui capo del Battezzato , alla maniera , che volle fi facelTe a Lui il Salvatore da Giovanni . Sta veftito col ricco veftimento di color verde , adorno di tante gemme , perch da povera che 1' Anima e malveftita , per
la macchia del peccato originale , fi rende bella , adorna , e ricca di Virt , riceve la Fede infufa , fignificata per il verde della Speranza , e Carit,
Il ramo dell' Ifsopo , che erba valevole a
andando Infierae quefte Virt
levar le macchie a' veftimenti , facendo queft' efl^-tto il Battefimo 1 che
la bafe- di tutti gli altri Sagramenti, per riceverfi' la Fede in Lui, bafe
fondamento , e foltanza di tutte le altre Virt , per fondarfi tutte in Lei
fenza la quale niuna f ne riceve ; ed il Battefimo fi, dice bafe , perch :
La Prta , che il BattefiBaptifmtis efl quzfi bajs totus Catholiae difciplinx
mo comunemente da' Santi Padri chiamafi 'Janna omni^im Sacramentorum .
La Corona, che vi fopra , ombreggia il Regno de' Cieli, al quale non
poflbile entrare f non per quefta Porta felice di s eccellente Sagramento.
Alla
baptizantes eos in "^ornine
V.
Tatris,
Filli
Ce
ICONOLOGIA
zoa
Il
Batteflnio
fi
rapprefenta in forma di
Salomone Pro
Uomo
ric-
z.^t ditem
di'
camente
,
me ricevendofi la Carit L'acqua, che butta col Boccale per fegno , he mondale Anime dalle macchie allegorizzando cosi Ezecchiele f.31.
mmdabmini ab omnibus ingide 2J. Ei effimiiXm piper vos aqtam mmdam
namtntls veflris (rc. Sta fopra la bafe perch fondamento della Fede che
veftito
ligentef
8:
&
ivi
fcrive
/?
mtem
&
Fides
Ed un'Anima
dinis
bafes virtuts
&
&
BEA-
BEATITUDINI
INSEGNATECI
DA
Di
Cefare
PRIMA BEATITUDINE.
E*
la
Povert
tii
fari una
SI curva
e
Spirito
S.
Matt.
al
J.
religione e pi alieno
che non quello degli Uomini , ed anco pi inclinato a dar fede alla dottrina della Virt infegnataci da Noftro Signore, e
poco creduta da quelli , che fdandofi nella Capienza mondana non vogliono ammettere per Virt quelle che non derivano in qualche modo almeno dalle quattro morali ( intefe e conofciute ancora da' Filofofi. ) E' propriet femminile picgarfi ancora alle cofe, che vengono dette da altri e_?
^^^
C e 2
dall'
altezza dell'
animo
ICONOLOGIA
104
che
portano
fcco
umilt
-,
compaflione
fcnza
molto
apparato
iillogifmi
la poca pretenfione nelle cofe del
femprc ha moftrato dignit e fupremnenza agli altri , e perci i Romani non volevano che i loro Cittadini veftif'
fero di lungo , fino a tantocch queit'ab'to per l'et non potefTe far teltimono
della virilit dell'animo, ede'penfieri atti a reggere la Repubblica . E per
con 1' abito corto li viene a moftrare * che i Poveri di fpirito tengono
poco conto degli onori e delle grandezze mondane, le quali ben fpefl"^
att-averfandoll al pender, come le velli lunghe fogliono intricarfi fra le
gambe , I'dho cagione che difficilmente fi pu camminare dietro a Grillo *
Si
fa
Mondo
abito corto
in
perch
la velie
per moftrare
lunga
>
elfindoci necelTario eiTcre fpeditiflimi dalle cofe del Mondo , per feguire
]a via del Ciclo . Si dice anche volgarmente , che {mt honores onera ; non
che pefo fi fente dalle velli, che arrivano fino a terra, a Chi le porta .
veftimento tracciato, e la faccia curvata i raoftrano l' umilt, che
propriamente il definito per la Povert di fpirito , ed grado pi baifo
di quello , che dimandano umanit e cortesia i Morali
Rimira il Cielo per moftrare , che il premio di quella Virt non d
afpett fra gli Uomini, ma folo da Dio Creator Noftro, che ha le vie fue
( come dice il Profeta ) differenti dalle vie degli Uomini ; ed il gefto col
motto fottoicritto di S. Agoftino fignifica quello lleflb ,. ( a )
altro
Il
BEATI-
( j )
La Povert
faccia pallida
mata
di Spirito
magra
,
'
Ma
allegra
volto verfo
il
[aita
e gagliarda
Cielo
daddoiie le
la feguentc
Donna
di
Cd
vcfiimemo Squarciato .
una Corona ingemfi moflra
altra un piccolo pane . Sta
.
Tiene in
TOMO
RJ MOi
BEATITUDINE SECONDA
E'
la
%oi
Manfuetudine
Importa'
df ejjere
manfueto^ ed untino
e ad
altri
nd henei
,
che tenga fra le braccia ^ in atto di accarezzare un picciolo
Agnello col motto cavato dal Salmo : Manfueti hxredimanfueto
e
tabmt terram
Per la medefima ragione detta di (opra * quefta Figura fi far Fanciul-
FAnciuIIa
la ancor*
ella
fgnifica purit t femplicit e manfuetudine i non f^lamente nelle profane lettere Egizie ; ma ancora nelle Sagre della Religionoj.
Criiliana , e gli Auguri gentili adoperavano I' Agnello nei loro Sacrifi-
zi
Agnello
Ancora Saaj
piacevolezza del puro e manfueto animo
, fngolar teftimonio dei fscreti Celelti , per manifeltare fotto
velame la manfuetudine di CrLto Signor Noitro diXe lui eifer
folo per
Giovan
fcmplice
Battilla
unAgnel'
ICONOLOGIA
io<?
un Agnello
di Dio
Ed
il
con
il
proprio Sangue
facrifcato
1'
ira
motto dichiara , che il premio di quefta Virt far di erenon quefta, che vivendo abbiamo con travagli e faquella di Promiffione > dove far perpetua quiete . (
)
ditare la Terra,
ftidj ,
ma
ATI-
) Immagin
P. Ricci Ja Manfnetudine Donna coronata , la quale fio ftcgaove tkn fifji gli occ&i . Tiene le Manette ad anMue le mani
Vicino le fta un Agnello , ed uno Scettro. Coronata , perch ne' Grandi del Mondo
deve ritrovarfi principalmente, ed in quelli, che amminiftrano la Giuftizia; op-
'ttt
(7
il
in terra e profirata
ca
TOMO
PR
M 0,
X?^
BEATITUDINE TER^A.
E'
ficati qui tugeni%
il
Pianto
qmnam
ipjt
>
confi>l:Aumm ,
quelli' del
tor mferie
proffimoy
FAnculIa. inginocchioni
li
BEATI-
ICONOLOGIA
tot
BEATITUDINE
E*
ieat
Cio
la
fame
qui
>
Q^M A R T A
efiiriunt ,
&
fitimt
'JujiitUm
di ammitiiflrare
Ginflzia
a cafamo
facendo
ed cfaltati
del
opera
buoni
ben operare
,
che 'gli
Donzella, che tenja un pajo di Bilancie , e ugualmente pcfanvi fia un Diavolo in atto di volerle prendere > ed Elfa con una
Spada 5 che tiene nell' altra mano lo fcacci . Il motto far : Efttrientes implei/it botiis , parole di Maria Vergine nella fua Canzone .
La Giuftizia una coflante e perpetua volont di rendere a ciafcuno
quello che gli fi deve . Per appartiene a quella Beatitudine tanto la lete
della Giuflizia legale , che bene evidentiflimo , e che abbraccia tutti
gli altri beni, quanto il defiderio di vedere efcguito quello, che s' alpetta da' legittimi Tribunali ; e cos 1' infegna Nollro Signore , per Virt degna della Beatitudine eterna
Le Bilancie notano per f fleflc metaforicamente la Giuftizia , perch
come effe aggiuftano le cofe gravi e materiali, cosi Eifa che Virt , ag-
Rifar
i3 do
j
TOMO PRIMO,
tu
pone regola
alle
qualit di quella
azioni dell*
Giullizia
209
Uomo
della quale
fi
della Giuftizia
efprime il motto
1'
vivande di quefta vita
<,
Dio
mondezza
Beati
UNa
in
za
Donna
mano
ma
facilmente
premio
il
BEATI!
E'
NE
fi
fcaccia
colla ta-
fecondoccli ci
che fono molto migliori delle
di
Q^U
quelli
N T
A.
di cuore
pfi
Deim mdebunt
Topra un cuore
che ti^a
La mondezza del cuore fu prefa da Crifto Noftro Signore per P innoceijfa quale mondezza dell' anima , e fi dice elfer nel cuore , qtiando eifo
d.
eifetti
_>
mollra.
ICONOLOGIA
Ilo
fi
non
quali fono
moftra
me
che
poflTa
intendere della
mondezza
efteriore
colle
lagri-
la
BEATITUDINE SESTA.
E'
la
Mifericordia
Beati Mifcricordes
Cio quelli
e potendo
DOnna
te
[allevano
miferie
dei projjmi,
Puttini
Tu MO
*
Jt r
yii
ed quaf la medefima cofa colla piet .
Non fi efercitrc nou verfo Perfone bifogndfe * afflitte, e difperate per
qualche gran difgrazia , o per gli errori commefli per propria colpa , de*
quali fi fenta dolore e pentimento
Tajle fu Noftro Signore col Ladrone
che er*
che era infedele > e gli diede il Cielo ; colla Donna Samaritana
immerfa nelle laCvie e la fece calla ; con quella che era Adultera , e_-
gli refe 1' onore ; con Maddalena che era Peccatrice , e la fece Santa ; eoa
S. Pietro , al quale rimeCfe il peccato di averlo negato ed ancora gli diede le Chiavi del Cielo, giuftificandolo ; oltre a molti altri efempj, che fi
leggono nella Storia del Santo Vangelo , ove non par che fi dipinga Noftro
Signore , f non per vero Fonte di mifericordia ; ad immitazione del quale
dobbiamo noi compatire i mali altrui , e fopportare volentieri le proprie
tribolazioni , quando vengono o per colpa propria , o per fuo volere .
Sono quattordici le opere , ed effetti di quella Virt , aCfcgnate diftintamente da' Teologi , delle quali la principale di fovvenire alla Vita altrui, col mangiare e col bere ; e per fi fa la Donna , che tiene in-
mano il Pane, e ne fa parte a* Fanciulli , per feliefli impotenti a procurarfelo per altra via, e fecondocch dice il motto, con quefto mezzo facili^fimaniente fi placa Pira di Dio, (a")
\
a
dolerfi
delle
miferie altrui
-,
or.'j3t
fl
) Piacque
qrtale s'
incontra
al
con altra
fegno che dono celefte , ed il raggio allude alla Dottrina di Crifto , che pift
grata fi rende a Dio la Mifericordia , che moftriamo altrui , che il Sacrificio fteffo.
L' Altare ove brugiauna Vittima , denota che gran Sacrificio fa al Signore Chi ufa
Mifericodia altrui ; oppure perch pi piace a Dio quefla Virt, che ogn' altro Sa*
crificio .
Il Fumo , che forge in alto , per fegno che quefto bene torto vola
al colpetto
di
Dio
ICONOLOGIA
tJ%
BEATITUDINE SETTIMA,
E*
^eati factjici
*>'.
A^^
1'
eflfer
quonkm
.\
Pacifico
Filli
D VOMbmw^
DOnna
Armi
che fotto
rotte
a* piedi
&
e commendabile .
L'Oliva fi da in fegno di pace, per unita teftimonianza degli Antichi,
e moderni Cosi leggiamo , eh' Enea etTendo per ifmontare nelle Terre di
Evandro in Italia * per aflcurare il figliuolo del Re , che foipettofo gli
tevole
*'
'
veniva
TOMO PRIMO,
au
Veniva incontro fi fece fuori con un ramo di Olivo in mano * ed il Giovane fubito fi quiet : oltre ad infiniti/fimi efempj j per i quali tutti badi
quefto . 11 premio d Coftoro V eCferc del numero de* figliuoli di Dio $
eietti ali* eterna Beatitudine
...
BEATITUDINE OTTAVA.
i
qwniam
UNano Donna
innanzi
che guardi
a'
piedi
Ed
in una
ipforum
il
ognuni Calorum
efl
crudo ftrazio di tre Figlluolini , che le ftanmodo crudelmente ammazzati , col mot-
in vario
Sodi pafjiomm
eflis , fc
eritis
&
confolations
tutte le cofe: per pi nobile ipecie di giuftizia, fralle altre fari quella.^
che s' occupa in rendere a Lui i dovuti onori di lodi e di fagrifizj" quan
do bene foCfe con pericolo manifefto e con certa ruina di felleCfo e della propria Vita ; e ci fi raoftra per la Donna che tiene la Croce in mapo ) colla quale fi notano le perfecuzioni per zelo della Religione che
la
come
fi
detto
Si dipin-
ICONOLOGIA
ai4
dipingono
Si
penfieri dannofi
l'
BEATITUDINE
a guifa d'
r>A A.CV. P.
QUuantunque
f.
una
Vdm<i Dhdati
Emblema
di
^'
'
Beatitudine e la felicit per oggetto , per cATeperfetto coli' aggregazione di ogni bene fecondo
fia la
Boezio nel terzo delle Corfplazioni Troverbio terzo t ed uno P oggetto eflenziulmente Divino i nel quale tutti g' intelletti capaci e ragionevoli fi beatificano e appagano come tengono communeniente i Sagri Teologi ; nondimeno il Signor Noflro Ges Crifio nel quinto di S. Matteo
dille
le Beatitudini eflere otto , cio : Povert di
fpirito , Manfuetudine
-,
Pace
ma
a quella di
Olivo
lntp.ijj:bilitas
alla
Corona
Seicritas
Donna, per rapprefentare feflb devoto e pietofo, come apAmbrogio nel Refponforio del picciolo OfEzio della Vergine
Si dipinge
prova S.
con quelle parole Orate pr devoto Famineo fcxii . Per darci ad inrendere
che Chi vuole ad effa Beatitudine difponerfi e preparare , gli fa bifogno
elTere divoto verfo le Sagrofante e ipirituali cofe ; il che fegno manie Fede .
fello di vera Religione
'o'
.
Si dipin-
TOMO PRIMO.
215
^0
tranftbit
Si rapprefenta
&
Si dipin-
ICONOLOGIA
xid
Si
debba
farfi
&
&
di eflote
Getta fuoco e fiamma , perch ficcome il fuoco purga e monda 1' oro
cos la Divina Grazia il contrito cuore ; e come 1* acqua pulifce il vaio ,
cosi le lagrime 1' anima dalle colpe mortali ; onde il Salmo dice ^fperges
me Domine hyfsopo-,
mundabor lavabis me,
fnper niniem &c, E coruj
Cor mmdum crea in me. Deus .
I' antecedente .
Vi fi rapprefentano i due Fanciullini a piedi . a' quali vien divifo un pane t per denotare la Mifericordia , perch Beati Mifericordes <&c. Elfendocch quello far beato j che con piet fovverr alle neceflit di Perfone_>
niiferabili colle fue foftanze >
come infegna Ifaja a 1 8. frange tfmenti
panem tuum
Si dipinge con rami dell' Olivo , per fignificare la pace tranquillit e ferenit del cuore ; onde per dice . Beati Tacifici &c. Per dirti che
per elfere beato , fi devono avere le tre paci e tranquillit fpirituali > cio
fuperna con Dio , interna colla Confcienza , ed eflerna con il Proflmo ;
che quello fecondo nel libro 3. della Sapienza ci viene infegnato : Tax %
C^ eleciis Dei .
Si dipinge con molti Fanciullini offefi , vilipefi , uccifi , e maltrattati
per denotare le perfecuzioni ingiulle dei tiranni e perverfi noilri inimici j e per fi dice
Beati qui perjcauionem patiimtur propter juflitiam , &c.
Ci ne fignifca , che Chi vuole elfere beato debba renderfi per atto di
pazienza , impotente e debole alla vendetta ; ancorch vendicar fi poteffe 1
pronto a rimettere ogni lefione ed ofFcfa , penfando che la perfecuzione ferve a' buoni per efecuzione di Virt ; che per dilfe il Signoro
Iddio in quella contenzione fra i fuoi Appoltoli ; "Hift e^iamini ficut parvi*-
&
&
>
li,
imi
Le
due Palme
Gigli
ta
di
le
tre Virt
Giglio ,
il
I{egnum Calorum'^
incrociate, giunte
Mirti , e
Rote fopra
intrabitis in
za le
TOMO PRIMO,
ztf
BELLEZZA FEMMINILE.
*
DOnna
-m't,.%.
Dello Stejfo.
-,
fariflime
in una
Donna
bella
>
il
e quelle tre
Giglio
ICO N
ila
GIA
Lo Specchio
perfetto
Il
e poi a defideraril
e truirfi
da fidarfi
ove
Bellezza
perch vi ve-
Vmr
,ylba Ligujlra
Fit minor
&
[patio
Et
riget
carpitur illa
B^fa
relifla
>
amilTa [pina
Ino
FATTO
ad avvelenare 1' animo noftrOj che ima Bellezza riguardata oltre il fuo vero
che la contemplazione del fommo Bello . Allorch 1' idea di una Belt puramente terrena penetri al cuore, fi trasforma in paflone , che il veleno ed il diftruttore dell' intema quiete dell' Uomo, il quale ondeggiando fempre tra '1 timore
la fperanza , e 1' infeparabile gelosia , fi rende poi intelicifllmo . Viene efprefra a_.
maraviglia dal Petrarca la ferocit della hciu^za nella Canz. i. Stanz. 2.
r dico che dai d, che 'l primo a]] alto
tente fia
fine
Mi
diede
Amor
Ed
tnolt'
Si eh' Io cangiava
il
giovenie afpetto
iW? rompea
Mi
Lajjo
La
il
Jonno
il
fine
Che fentendo
ti
'l
crudel
Non
tra
in altrui
"Vita
me non
quel eh' in
parea un miracolo
d loda la fera
,
di
fuo
eh'
lo ragiono
ftrale
PR
IMO,
giummai'
faeatifqari
iij
,
BELLEZZA.
D Cefare Bjpa
DOnfta
dello fplendore
una Palla
meno
fi
poffa conofcere
,
non
fi
non
, perch
con mortai lingua, e che
le
fralle
la
ed un CompaCTo
Si dipinge la
cofa
vifibile ,
poffa parlare
coli' intelletto
altro
ili
Dal
beUjfimo
P- F- Vincenzio
e "vagh^mio afpetto
Anima , ed i Cibi , dei Piaceri delle Anime elette , ne' quali fi pafcono tutte
potenze di quelle . Il Kore eletto tra tanti , dimoflra la tortuna deli' Anima
prefcelta a godere 1' eterna Beatitudine .
Pigura parimenti il P. Ricci J a Beatitudine celefte Donna Giovane di bellijfma
afpetto . Nella Vefte , che e fetnplice molto , tiene dipinti certi occhi . Ha in una mano un Ramo d Melo , ed in un' altra un mazzo di fpghe . Ha un "velo in faccia , che la
ricuopre . Tiene i piedi alla rima di un rapidifsimo Torrente, quale sbocca in molte jlrade , oi/e due Giovanetti riempiono certi vafi , e bevono dolcemente . Giovane, perch fempre fi rinnova , e dura la Gloria beata . Gli occhi nella Vefte dinotano che fi
Icorge con gli occhi dell' intelletto , che la moftra alla volont , la quale gode
e friiifce
E' di beli' afpetto , perch bellifsima ' la Gloria di Dio . Il Veftimento fchietto e fempiicc
perch quefta Beatitudine fondata fulla verit dell' oggetto beatificante ,che' Iddio femplicifllmo . Ha in mano il Ramo di Melo, per la
dolcezza grande , e contenti incomparabili che godonfi ria' Beati in Cielo . Il
mazzo di Spighe ombreggia la beata meffe della Gloria . Il velo che le copre la
faccia , per effere la Gloria nafcofta a tutti di quefta Vita , n i Beati che la
godono fi veggono da noi , f non per fede . Il rapidiiTmo Torrente figtiifica la
gran fomma de' Beni e contenti che nella Beatitiidine celefte fi godono . Ha
molte ftrade il Torrente , per le molte e varie ftanze che fi fanno da' Beati: /
domo Patris mei manfwnes multa funt "^o. 14. v. 2. Que' Giovanetti che empiono
Vafi , fignificano che tutti i Beati bevono delle acque felici della Gloria ; ed i Vafi pieni , perch ciafcheduno ne riceve , conforme alla fua Grazia
, ed i fuoi Meriti ,
ed ognuno gode del fuo bene , fenz' invidia dell' altro
dell'
le
ICONOLOGIA
iiS
doret che deriva dalla luce della faccia di Dio , come definTcono i Pia
tonici; elTendo la prima Bellezza una cofa con efTo la quale poi comunicandofi in qualche modo I* idea , per benignit di Lui j alle fae Creature >
intendano in qualche parte la Bellezza ; ma come quelli,
nello Specchio j fubito fi fcordano come dilTe San_
Giacomo nella Pillola Canonica cosi noi guardando la Bellezza nelle co{e
mortali , non molto pofliamo alzarli a vedere quella pura e femplice chiarezza , dalla quale tutte le chiarezze hanno origine t come diffc Dante nel
jj. del Paradifo
che
,
che guardano
cagione
efife
feilefT
ah
mo
gi detto di fopra
mano
Neil* altra
terr
fi
parte
l^ dotta mano
Speri
^tegli
di
che
'l
nofiro
Mj^-fi
Tempi ^ Lui
Saper
s'
Z>.i
adopri
fcintilla Jbl
di ci
/'
ogni penfiero
altro
Volo
fieri, ove
il
potenza
e la
moflronite al
eh' Egli
"^ote fitroi le
carte
ritrarla in
profondo
il
Mondo
immaginando
Stelle ,
carta
il
ereffe-,
zelo
efprejje
Cielo
BELLEZ-
TOMO PRIMO,
gli
lafcia
vane
dipinge
fi
la
fiia
fpece
memoria de'
ricevuti, che cos dice Seneca nel libro primo de' Benefizi .
Si rapprefenta di fingolar bellezza , elfendocch il Benefizio
225r
Gio'
B,enefiz>
pi.
di ogni
bencjola alilo i trbuens , captanfque gaudium tribuenanche poffiamo dire , che fimile dimoftrazione deve
E' ben vero che il Benefizio non ,
fare Chi riceve detto Benefizio
n pu effere Benefizio , quando fi benefica gente turpe ed infame , e_
fopra di ci potreflmo dire aflfai , ma taceremo per non fare arrofllre
Chiunque fa benefizio a quelli , i quali fono indegni di vivere al mondo
e ci riportiamo a quello che dice Focilide Poeta Greco , che in nollra_o
cosi dice
do ,
id.
BensfcMm
quo agit
ejl
Come
mdim
T^oli in
benefickm
muri femnes .
Fadl ignudo , perciocch il Benefizio ha da efTcre non folo libero e
fciolto da ogni inganno , ma lontano da quelli , che fotto finzione di effere liberali , e di far benefizi altrui , moltrano pi fegno di vanagIoria_j
Corifene
e intereCTe
tam natura
re
che
di
liberales
multa, quie
ejl
'vrum
ac
fi
in
'vdentur
mags
proficifci
ab oflentatione
qmm
a <-jolmtate,
dice
Drappo turchino
(Iellato, ci fignfica il Cielo, dal quale fi riBenefici e tutte le grazie , che perci fi rapprefenta il raggio che fi rifplendere s nobil foggetto . Scrive S. Giacomo Apposolo al
cap. I. Omne donnm defurfum efl , defcendens a Tatrc Ittminum . Perfio nella
prima Satira moflra quello colore eflere d' Uomini , che a cofe di grand*
importanza afpirano . Colui dunque che contempla le cofe celeli , ed afpira a cofe grandi , meritamente di tal colore deve eCfer veftito . Il Petrarca nel Sonetto 83. dice .
li
ceve
tutt'
Volo con
Tiene
tutto
l'
alt
de' penfter
al
Cielo
perciocch
fi
confider
^i
eH
q:*ie
,
,
utenda
quid
beneficia
protiQ"
ICONOLOGIA
*24
xAn non imitari agros feriiles % qui Multa plus adjedice Cicerone i . de Off.
Scanno con le braccia intrecciate a guifa di Chi balla, per dimoftrarc
che I' ordine dei Benefizi , il quale paflTa da una mano in un' altra , ritorna
rmt
qiiar afceperunt ?
Dice Publio
nella guifa che abbiamo detto
Omncs
obligas
Mimo
Tobia il Giovane ai moltifTimi benefici , che dall' Angelo del Signore aveva ricevuti , credendolo ancora Uomo, tornato che fu alla
Paterna Cafa ,tra' primi fuoi penfieri fu quello della ricompenla che a Lui
era dovuta . Unitoli perci col Padre , apparte chiam 1' incognito Benefattore , e lo preg a voler ricevere in dono la met del iuo Patrimonio
L' Angelo del Signore allora svel il fuo Elfere , e Loro dille che grati
elfer doyeffero al loro vero Benefattore Sommo Iddio ,
che rimeritate le
loro buone opere aveva , e che in quelle leguendo il loro cammino , fi
rendeffero Tempre pi .degni de' fuoi Benefici ; In quello da' Loro occhi
difparve , reftando Efll ad adorare la infinita Munificenza di Dio . Job.
.
cap.
12.
Ve va
il
Magno
povera fua Figliuola con qualche Ibmnia , che fervir a Lei potelfe per dote
Il Gcnerofo Macedone
ordin che affegnati gli fotVero
cinquanta Talenti ; il che da Pcrillo fentito , ibggiunfe che tanto non ri.
chiede-
TOMO PRIMO,
xzj
Reali fue- Logge volgendo David lo fguardo a quella parte , dove bella Donna in limpido Lavacro le vaghe membra tergeva , su
Quella ferm 1' occhio ; defider lapere chi Ella li folTe ; ed avvifato effere Betfabea Moglie di Uria , volle mirarla pi d' apprelTo ; quindi a f
fattala chiamare, reft cos a feftefifo rapito dalia contemplazione delle di
Lei bellezze , che del fuo dovere fcordato non fi arrofs con Effa giacere . Non termin col difonore di Uria 1* abbacinamento di David
Pi
oltre fi eftefe in Lui la colpa ; giacch non effendogli riufcito di flir
ritornare Urla a i foliti amplefll della Moglie , onde far creder frutto de'
medemi il Figlio concepito , non dubit di torfi dagli occhi 1* innocente
col farlo efporre in faccia agi' inevitabili colpi del ferro nemico
che come aveva penfato > il privarono miferamente di vita Offefe Iddio il non
retto operare di David , e lo pun ; e f un fubito finceriffimo incelante
fpargimento di lagrime non lo aveffe fatto ritornare nella priflina Grazia
per 1' umana bellezza David fi farebbe per fempre perduto . 2. de' B^
.
cap.
II.
cap.
12.^
St.
Itb.
2.
cap. 5.
FATTOFAVOLOSO.
Adone
accoppiadall' inceftuofo
il quale nacque
,
e Mirra fua Figliuola , che Venere di Lui firamente invaghitafi abbandonava le delizie del Cielo per godere di EOfo in
FUmento
d tanta bellezza
di
Cniro
terra. Incfplicabile
Cigniale
fi
fi
Venere, allorch
l'affanno di
fu
vidde uccifo
il
fuo Diletto
Proferpina
zanne di un
moffe a piet delle
dalle
ftefla fi
fue
ICONOLOGIA
221
fue lagrime
s*
indufTe
a renderglielo
a condizione cKc
non Io dovette
l' ebbe in fm
pens di non voler foddisfare a quanto aveva promelTo. Dal che ne
che vi voile tutta l'autorit di
forti difcordia tale tra quefte due Dee ,
Ordin dunque Egli , che Adone fofTe libero quattro
Giove per fedirla
Mefi dell' Anno , che quattro ne pafTafle con Venere e gli altri quattro
con Proferpina. QvuL Metam, lib. io.
f ritenere che
con
fei
Meli
dell'
Anno
ma quando Venere
balla
F
Di Cefare
^a.
UN
ftellatoj
il
il
tano un pajo di ali , tenendo con detta mano una Catena di Oro , con di*
mollrazione di farne dono . E per terra dalla parte delira vi far un' Aquila ) la quale avendo fatto preda di una Lepre > quale tenga fotto gli artigli
>
TOMO PRIMO,
ma
li?
che ioli dieci talenti gli badavano . AI chtf la feguente rifpoila diede Alcflandro
Se a Te ? che devi ricevere", baftano
dieci , non badano a me che devo dare != Volendo cosi moflrare , che
il beneficio ,
che dalla di Lui mano ufcir doveva piucch dalla neceffit
dell' onefto amico dalla grandezza del fuo animo
e dal potere delle fue
forze doveva prender miilira . Fidgof. lib. 4.
chiedeva
FATTO FAVOLOSO.
Nota
l.a
Favola del Beneficio che ricev Giove dalla Capra Amaiche col fuo latte il nutr , e dalle Ninfe , che V educarono
berlocche Giove volendo infegnare qual gratitudine a' benefici fi debba ,
colloc la Capra Amaltea co' fuoi due Capretti in Cielo , dando uno de'
corni di quella alle Ninfe ,
le
quali avevano avuta cura della di Lui
Infanzia , colla virt di produrre tutto ci , che Effe defideravano ; lj
per quefta ragione veniva chiamato il Corno dell' Abbondanza
Ovvid,
E*
tea
Mctartt.
lib.
p.
BENE-
ICONOLOGIA
425
BENEVOLENZA, O AFFEZIONE,
L
DOnna
Celare
I^a ,
ambe
<fl
virile
le matii
con
un Uomo che all' altro di due , quali vediamo combattere in uno Steccalenza averli prima conolciuti . Il che non_
, ovvero vederli giocare
avviene nell' Amicizia , la quale non pu > n deve eiTere afcofa .
Si rapprefenta di et virile perciocch la Benevolenza non deve efTere
to
ma
quam
con
flabllit e
coftanza
Mas
prtmum
illud
efl
n$
tfficQ ^
Ut ptiirmum tribmm:ts
Si fa
TOMO PRrMO,
Si fa alata effendocch la
fuetudine nafce
Benevolenza
un
in
illantc
2117
ed ha
Si velie di color
BENE.
CO N
228
L Q
GI
Ciovanm Zarattm
Cajkltini ,
DOnna
mo
T^umquam
Pi abbalTo poi dice
[e
e.xtallit
forte
>
volendo
-,
fatti
penfieri pens
mano ancora
La
IMO,
P R
r O Ad
La
f^ke s\iv-viticchia
.ili
fuo Miirto
229
al
Pioppo o al
fi potrebbe anche intendere
Alberi tutti amici alla Vite , come dice Coluraella lib. 16,
Vitem maxime Topulus alit , deinde 'Vlmus , deiiide Fraxims .
E di quelli Alberi volle intendere Orazio nel 4. lib. Ode 5. chiamati
Vedovi fenza la Vite
Et Vtem Vidt^as duct ad arbores 1
E nelle lodi della Vita rullica con ElTii li marita .
Fraflino
^duka^
'uitiiim
Tropagine
Da
-,
maflimamente da Catullo
per efortare le
Bembo
il
Dame
ad amare
il
fuo concetto,
Ciafcma Vite
e '/ Giaa^n non f * adorna,
Tel frutto fuo ^ nel' ombre fon gradite
Ma quando all' Olmo , al Tioppo alta s' appoggia
Crefce feconda per Sole, e per pioggia
Ejfa giace
Ove
Telti piii
alcuni
Ma
moderni leggono
Olmo amico alta
.
s' appoggia
fiamo voluti fervire noi) lafciando gli altri , per
elfere pi frequente in bocca de' Poeti , e per non confondere con pi.
diverfi rami la Corona , che pi gentile comparir femplicemente la Vite
avviticchiata coli' Olmo fuo Marito , per fimbolo della Benevolenza, ed
Unione Matrimoniale .
L* Alcione che tiene in mano un Augello poco pi grande di un PaP
fero, quali tutto di color ceruleo, f non che ha mifticate alcune penne
porporine , e bianche , ha il collo fottile , e lungo . Va fvolazzando e flridendo intorno al Lido del Mare , con voce lamentevole , ove anche fa il
fuo Nido , e vi cova fette giorni , i quali per efifere felici , chiamanl Haicionii dies , perch in tal tempo il Mare Ila tutto tranquillo , come dice_>
Plinio lib. IO. cap. 32. , ed liidoro lib. 12., ed il Sannazaro cosi cant
nell*
di queft'
quando
Olmo
Egloga quinta
Contere
all'
Dicitur
&
,
& favas
pelagi mulcere
A
ceo
in
ci
vero
Turbato
1'
,
Ungaro
nella
procelTas
tsflits
flato
e Bernardi|ia(%
Ghia"
ICONOLOGIA
2^0
fu tra noi
fummo
Mentre
S
fvifcerato
Che
fanciulli
affetto
Leda or chiare
tra fi?li di
E tra Ceice e
^0 so f fojfe
la fida %Alcione
tale
V un
Am
o non
dall' altro
Stelle^
mai
difgiunto
ed
<
ci
con Lei
io
vide
il
Sole
^anto
invidio
t'
Comun fu fempre
come
tra
gli altri
un nido
wn Lttto
a cui cantando
Spoft ed eccelli
cui
lice
ed Unne
di qucfti
^e'
due
pi foavi remi,
alcione e Ceice , in riva al Mare ,
Con molto giudizio Ovvidio nel lib decimo delle Metamorfofi ha trasformato detta Moglie amante del fuo Marito in Alcione , perch veramente quello Uccello di fua natura porta al fuo Marito tanta Benevolenza che non per ifpazo di tempo , ma fempre cerca di (tare unita coi
Marito 5 non per lafcivia , ma per amica Benevolenza , che tener devcj
la Moglie verfo il Marito , n mai altri riceve anzi le per vecchiezza
gli diventa fiacco , e tardo a feguitarla nel volare , Ella lo piglia fopra d
Far
lor
nidi a
lo nutrifce
omeri
mai
Io porta
Io
&
JoluHt
TOMO PRIMO,
[ohm
relirifieits
H^v
atqu fovet
e>-
Battifta
Garzoni
fi
pone
il
cui pregiato
nome
nel
&
^am
L.
D.
M,
lunia primigenio
^m
lunla
Tallas. fedi
Coniugi Karjffmo
Et
Se
pientiffimo
benemerm
Cum
ICONOLOGIA
2>#
Cum qm
vixit annis
XV. Menf.
Ditlciter
li.
^erela
fine
Flavia
Vxt
am.
C.eJ. 2S(.
coniux.
7>{ice.
cum quo
Lufix Glaphyrx
Vixit KAnnis
Ti. Claudius
Cuniugi
xxxiix.
faujlus
optime
& bene
De
Diebus
xxiiij. fine
^erela fecit
-,
i .
vlla
et fibi
DIS MAN.
S.
:>
CALPVRNIiE
T. L.
M.
M.
HOME^
CALPVRNIVS
P A
L.
?
;
nio
nofier
accepit
Q. LOLLIO.
L.
CONDITO
HABVI.
MIHI-.
AxMANTISSLMAM.
Ora
TOMO PRIMO.
Ora
offefa
z3}
bievole amore, tanto pi da' Crifliani fi deve proccurare di vivere nel Sagro Matrimonio in Santa Pace , con unione e Benevolenza acci meriti-
no poi
LA
Benevolenza
di Affuero verfo Efter fua Conforte fu invero ammiforprendente . Per Eifa ammans I' animo fuo feroce coner i Giudei , e revoc il terribile Decreto che ad iiHgazione di Aman
fuo Confidente aveva promulgato per 1' ellerminio di quelH infelici Per
Elfa pi volte fi dichiar che fpogliato fi farebbe della met del fuo Regno, per farne Lei Signora. Per Eifa accett in fua grazia, ed onor
delle maggiori Dignit quel Mardoccheo , che dal perfido Aman era delHnato alla morte , col fare appendere allo fteiTo Patibolo per Mardocchee
pollo in ordine, lo llelfo Aman . Efier cap. 2. 3. 4. 5. 6. 7.
rabile
Plancio , o Marco Plautio, valorofo Romano , portatofi per ordine del Senato con 60. Navi a Taranto per traghettar di lin Afia,
perde Orellilla fua dilettillima Conforte , che per tutto lo aveva voluto
feguire . Tale fli il dolore che per la morte di Lei prov Marco Plancio , che mentre celebravafene all' ufo de' Romani il Funerale , Egli afcefo nella Pira , dove arder doveva 1' amato Corpo , gettandofi fopra di effo , dopo averlo yli vukv. <ibbi:-<i,iil,to , -^-on-z-vd rio otn un Pugnale , alla j
Il che con foranio rammarico dagli Amiprefenza di tutti fi die la morte
.
veduto, nella flenfa guifa che vellito era, fu gettato nel Rogo, ed
fiemc colla Moglie traile Fiamme confunto . Fai. MajJ. lib. 4. cap. 6.
ci
in-
FATTO FAVOLOSO.
Lcefte Figliuola di Pelia, e Moglie di Ameto Re d Tefifa^lia . Efjr\. fendo quello Principe caduto gravemente infermo, Alcede che tene
ramenre lo amava confult 1' Oracolo , il quale rifpofe , che Ameto noiv-j
farebbe mancato
BENI-
ICONOLOGIA
1J4
BENIGNIT*
L
DOnni
mi
Celare I^i^a
le
Mammelle
d oro
,,
Con ambedue
mali Io bevino
..
Alla
La Benignit non
Legge
pili
di
finiltra
Si verte di azzurro
flellato, a fimilitudine
di
ed abbellito
dice ancora
noi
mente
Stelle illultrato
:
Cos benigno
fi
del Cielo
tanto pi
1'
Uomo
fi
il
quale quanto
Preme
dalle
Mammelle
del quale
per,
fpargere amorevolmente-
quello ch^ fi ha dalla natura , alludendofi al dotto di S. Paolo , che congiuntamente dice : Charitas bm7,n.t el . Si moll'a per ancora queil' atto
ce efei'citando la Benignit verfo i faditi , come fi detto , Ella deve
ch
eff>;tto
di Benignit
il
latte
>
e di Carit
in.'Ieme
Cifert.
pR
i^y
De
finibus
fermando
Che per da
tutte
\y
S I
"^
C^V^LE\E
li
CESARE RIPA
PER
V IMMAGINE DELLA
dell'
Illma
BENIGNIT'
,
ed Ecciiia Sgnofa
MARCHESANA SALVIATI
SONETTO.
T
.
Or Tu, Cesar
gentil
Di faggia Etrujca
Lume
3\(
s'
accende
Donna
al cui
'fo''^"(i'n
la Belt
Tu
la
Virt, dipingi
^nzi
Lo
BENI-
ICONOLOGIA
^^6
BENIGNIT'.
Figurata nella Terfona di detta Signora
DOnna. Giovane
bella e rdente coi vaga acconciatura di biondi Gacoronata di Corona di oro col Sole in capo , veftita di abito
leggiadro in color di oro , con Clamide fregiata di color purpureo , ove_>
ttelli
altro, per quanto fi pu raccorre dalla Dottrina di Ariche un affetto naturale di Perfona naturalmente magnanima
in mortrare feq;ni di iHiiiare ^li onori dati dalle Perfne inferiori , talch
Virt propria delle Perfone grandi , in quanto fono magnanime ; e magnanimo non vuol dir altro , che Uomo di fplendore , e ornamento di perfetta
VirtLl , talch quanto difficile di e (fere magnanimo , per aver bifogno d
Quattro fono gli affetti
tutti gli abiti buoni , tanto nobile edere benigno
del Magnanimo ( che affetti fi devono chiamare quelle cole , che non hanno
elezijnj ) Beneficenza , Magnificenza , Clemenza , e Benignit , a' quali
perciocch il Magnanimo non iiHma , ne difprezfi riducono tutti gli altri ,
n fpera
in quanto non difprezza e Benon
teme
2a comi quello che
,
La Benignit non
ftotilet. 4. Etici}.
nefico
PRIMO.
r^7
nefico
Dottrina dello fteflfo Aritotile nel 2. della Rettorica al cap. 2o. dicenche la grandezza nell' Uomio non altro , che una certa piacevole e
nobile gravit
Laonde fcopretidoll quella Virt llngolarmente nella Illuitrirfima Signora Maddalena Strozzi, maritata nell' IllurtriiTirao, ed Eccellentifiimo Signor Marchefe Salvpti,_mi parfo che fi veda quella Figura con
oltre agli altri
particolare menzione di quella Signora , nella quale ,
fplendori che le danno la Patria felice , la Cafa Illullriflima , i Genitori d
fomma Virt , rifplende tanto l' illeffa Benignit , mentre accetta gli onori
delle Perfone inferiori con lieto volto, e colla Benignit fua, che opcra_3
meglio che gli altri colP alterezza: e ben fi pu dire di Lei quel che fcrialla
do
Te Claudiano
in Confitlam
Manlii
^lod
violenta
necjjtit
Imperio/a. quies
Ed
eCfere
Pittagorici
potenza
diiTero
infinita
il
tre triplicato
co' quali
cio
ICONOLOGIA
2^8
che
il
cosi
fv.^gno
che
la
Illuitriflima
1'
-,
influito
cili
parto
il
partorire
al
fjccorrendo
come
Mont'mm
^.
Ter
le
dilfe
Donne
Orazio
iib.
Ode
3.
nemori>mqne Virgo
cuflos
rendendole pi fa-
22,
audis,
ademfquc lethot
triformis
Di'vci
E benigna
pu dire
Luna
le
fi
cofe inferiori
la
oltre
umor
Si fa
reperi
{[eipfa.
E per
nignit
Il
fi
fgnificare lo
fa
veltita e
piedi
drizzarli in
flato
clementia
, che neceifario ali' ufo di effa Beoro ed aprir le braccia, fjno fegni propr]
fignorile
coronata
,
tnelis neqtie
di
chinarli
animo
e dal
rigore
Tiene colla delira mano il ramo di Pino , elfendo detto arbore fmbolo
perche il Pino ancorch fa alto , e faccia ombra grandifli;
ma , non nuoce a veruna Pianta che vi fia fotto, ma ciafcuna vi germoglia
lietamente , perch Ella benigna a tutte , come riferifcc Teofraito Filodella Benignit
fofo
Iib.
3. cap.
15.
de Tlantis
Vnus quoque benigna omnibus propterea effe pHtattr , q'iod radice fimplci
alia pleraqie,
Myrtus, <jr Law:ts ,
altaque fit : Seritur enim Jttb eam
q'.ticqMm prohbet radix qwminis hxc libere augejcere vale int : ex q'io intelligi
potef radiccm plus infcfare qtam nec umbram : qtipp cii.a Tints umbranL
&
&
amplifjzmam reddat , o^ reliqua qmqnc vitentia raiicib:is ai portionem focietatemqte ion mgat
Ove da notare , che il Pin ) ar'jore nobiliilimo , di
radice alta e fcmplice , raccoglie benignamente fotto la f'ua ombra le minori Piante , ficcome fanno altri arbori di alta radice , che non negano ricevere in compagnia loro altre Piante, il che ci ferve per figura, chcj
.
una
TOMO PRIMO.
23^
riceve
1'
benigniti
altri
ogni
minor
con
di
conprotezione
della
fiia
ombra
{tto
dizione , li amette nell' amiczia e compagnia fua, il che non fanno gli
animi nati vilmente ; ancorch per fortuna fublimat fieno che per P ordinario relhno rozzi % e come doppi e iemplc ufaao verfo altri puttofto
alta radice
nel!' iltoria
degli animali
mti(Jm'AS
d*
E Bartolomiireo Anglico
42. dice che gli Elefanti fono di natura benigni perch non hanno fiele ,,
Sunt autem Ekphantes naturditer benigni qmd careant felle . Ma noi diremo eh' egli fia benigno non d1o perch fia privo di fiele ( attefocchi
il Cammello ancora privo di fiele e nondimeno non arriva a quella gentile Benignit , che ha 1' Elefante ) ma perch la natura lo ha dotato di
Pliun certo lume d' intelletto prudente e fentimento quali che Umano
nio lib, 8. cap. I. tAnimdmm maximum Elephas ^ proximamque h:fmanis fenqualche Perfona 1
ftbus &c^ Quello Animale Te mai nelli deferti incontra
che abbia finarrita la itrada , per non ifpaventarla col fuo appetto , fi ritira in
bel modo alquanto lontano da quella e per darle animo , f le mollra tutto cortefe , e manfueto e le precede avanti nel cammino , tantocch appoco appoco lo rimette per la itrada . Si Ekphantes hominem errantem fibi
obvinm vidermc in [olitudine , primo , ne impetit terreant > aliqHctntdum de nlity
placidi!Jm:ts
S. cap.
f fubtrah:mt ,
ojendmt , dice
&
il
tunc grad,im
figitnt
& petulatim
ipfum prcccedentes
nel luogo citato
mam
et
e Plinio
nel fuddetto lib cap. 4. Elephas^ bomine obvio forte folitudine, &" fimpliciter
oberrame, clemens, placidufque etam demonfirare "jiam tradititr . Atto veramente benigno e ammirabile in un Animale > che abbia forza di nuocere e non
voglia > ma piuttotto d giovare . Della nobile e benigna condizione di
queito Animale fi. poflbno riputar partecipi quei Signori i quali molli
dalla loro innata benigna natura, rimettono i fudditi o fervtori nella vita
del felice contento, foccorrendoli nei loro eftremi biibgni . Ulne fibi fnem
proporne honeJHs Trinceps , ut fubditos felices efficiat . Il fine dell* onefl:o Principe di far felici i Sudditi , diCfe Antipatro t di piagli oneft benigni Principi e Signori, accorgendoli di elTere maggiori , temuti , e riveriti, porgono
anima a' minori di parlare e chiedere udienze e foccorfo , ficcome hanno
fatto gli ottimi Principi ed Imperadori , che hanno lafciato buon nome di
f . Aleifandro, Severo di nome e benigno di natura, a Chi non s' arrifchiava di chiedere niente , Io chiamava dicendo , perch non chiedi niente ? Vuoi forf che io ti relli debitore ? chiedi , acci non ti lamenti di me .
Conofceva Alelfandro che il Principe obbligato dar benigna udienza e_>
foccorfj a Peribne minori e private, e perci fi offeriva benignamente a
loro , dimandando i bifognl , per non rimanere a loro debitore ; eppure era
Gentile Imperadore i confondanfl quei Signori afpri di natura , die negano
udieu-
ICONOLOGIA
X40
1'
iidicnra
gno
fi
lizia
del
moftr
al
Popolo, onde per tal benigniti fu chiamato Amore e delicenzi alcuno da f fenza dargli buona_s
mai
Genere Umano
il
Popolo
&
qiu
bus
cena,
ut
venne
gli
vellent peterent
ultra
in
voce
etnici
come Principe
.
Ai
P R
M 0.
%'A\
fono. Dirpiacciono a Dio qiiefti che fanno emulazione con tuoni, fulmini , e raggi , e fi compiace di quelli che immitano la fua Virt , fi rendono fimili a Lui nell' onefti , umanit , e Benignit , e quefii pi
GiulHzia , Verit , Maninnalza , facendoli partecipi delia fua Equit ,
Virt
rifplendono
come il Sole
fuetudine , e Benignit, mediante le quali
apprelfo
Iddio
PadrcJ
qanto
e la Luna, non tanto apprelfo gli Uomini,
di ogni Benignit
LAmi
povera Moabite Vedovella Ruth giunta coli' amata Suocera Noin Betlemme in tempo delle Melfi, di buon mattino fi port ad
un Campo a raccorre le fpiche , che fuggite erano dalla falce de' Mietitori, chiedane prima graziofaraente la permiffionc a quello, che fovrintenEra il Campo di Booz Uomo ricco e in fommo predeva agli Operaj
Venuto
gi , e conlanguineo di Elimelecco Marito defonto di Noemi
anch' Egli da Betlemme al Campo , e veduta Ruth , domand chi folTe
e benigno, come Egli era, a f la chiam, e non fo!o le^ permefTe che
fece[fe raccolta delle avanzate Spiche nel fuo Campo , ma anzi le diXe
che in altro Campo non fi portafle , e che di pi veniife a mangiare , e
Oltre di che diede
bere di quello , che Egli a fuoi Lavoranti compartiva
Booz ordine agli Opera] che f Ruth fi fucelTe Loro del pari a mietere
non la impedifero , anzi laicialfero a bella porta cadere parte de' Loro Manipoli , con allontanarfi dapoi , n a Lei volgeffero gli fguardi , acciocch
pote'Je fenza roffore , o timor di elTer riprela, raccoglierli. Tornata lieta
e per fuo configlio , mentre
a Noemi la Nuora , le raccont I' avvenuto
Booz una notte profondamente dormiva , a Lui fi apprefs, e avvoltafi nel
Mantello che i piedi gli copriva , vicino a Lui fi coric D jfiatofi a qualche ora Booz , e accortofi avere a' fuoi piedi una Donna , le domand
chi Ella foXe ; rifpofe tolto Ruth , cosi iilruita dalla Suocera
Ruth Io
fono tua Parente. Booz lungi dallo sdegnarfi , le foggiunfe che comprendeva ciocch dire volefe , ma che elfendovi altro fuo pi Congiunto, ad
Elfo apparteneva Io fpofarla ; nientedimeno a feconda di ci che quello o
accettalfe , o negafife , avrebbe rifoluto ; ed avvertitala che ripufaXc ancora fino ad ora pi propria , Ruth di aitai buon grado 1' ubbid
Al primo partir della notte , la pudica Vedovella dall' onelto fuo Benefattore..
Booz di buon mattino portatofi alla Citt, chiamato al cofpetto
dipartifii
de' Seniori del Popolo il Parente di Ruth, l'interrog f fpofata l'avrebbe . Neg quello ; ed Egli accett la ceffione , benignamente e di buon
animo condefcendendo a Ipofare Ruth ^nth
.
FATTO
ICONOLOGIA
14Z
.
FU
faceva. Volto, allora ad elfi Filippo, diife : Conofcete che ita in noitra mano del Popolo o 1' applaufo od il biafimo . Fitlgof. lb^ 5.
FATTO FAVOLOSO.
API
Figliuolo
Niobe
di
tanta dolcezza
che
BIASIMO VIZIOSO.
Di
Cefare
^p*
VEccho
licenza giovanile
BIBLIO-
TOMO
PR
IMO,
a4J
BIBLIOTECA,
Drf/* jihate Cefare Orlandi,-
MAtrona
in Tefta
Libri
pochi
n
..
ICONOLOGIA
244
Re
f.ttron
fempre particolar cura de* Sovrani il ragunare de* migliori Libri, li Magno Alelfandro , -bench traile amii ncefsantemente occupato ave.fe lo fpirito non reput minor fua Gloria e traile Regie fue
Magnificenze cont non meno di qualunque altra cola 1' aver ragunato di
pi rari e prczzabiii Libri un gran numero, ed e'.Terf applicato con fomIn
fatti
iVata
Tiranno di AtL-ne
una pubblica Libreria,.,
aTai pregiata e rara
Secondo Piino Stor. K[nt. lib. 35'. cap. 2. il primo che
i.titLii Liorera in Rom.a fu Aiinio Pollone ; e fecondo IQdoro lib. 6. EtimoL
il prim> vv::ramente che vi
tralporta.ie gran fomma di Libri fu Paolo Emilio , dop:> la Vittoria da Lui riportata di Perfeo . Giulio Cefare , Domiziano Gordiano, e quali tutti g' Imperadori, e Re, anche di barbare Nazioni , dimoltrarono in ogni tempo , e bene a fufncienza , eiTere penfiero
nobile, magnifico, e regio il nigun'are Libri , a comodo non folo proprio,
che a benefizio di Chi brama innalzare ed iitruire Io fpirto nelle pi belnio
fu
ftiidio alia
il
primo che
queita
in
Citt
faceiTe
Pifiitrato
eriggere
le
e plaufibili cognizioni
anzi dir
la
quale
meglio
non.
folo
accrefciuta la
fi
ellende tLj
'pii
bella
to
nardo, ec,
AI cer-
A^
PR
IMO.
^4^
^
Al certo
ragguardevole
,-
meno
viene ancora
al
con tutto il calore il lotlvolilmo penliero, e. niente alla detta Biblioteca mancher di grande , di raro, di pregevole e di bello .
La lontuofa particolare Libreria de' Signori Conti Oraziani x f chia-
ma
delle
tempo
Uomini
in
arme
chiariflimi
da non pochi Sovrani reputati degni delle. pi alte Cariche , ma amantiHImi ancora , e fegaaci della Letteratura . Fu generofo e nobil penllero
del Signor Conte Tullio Padre de' Signori Gio: Battiiia, Felice, Francefco 5 e Sforza viventi , Cavalieri del pi alto e diltinto merito il raccogliere 5 a coito di fomma fpefa, P anzidetta Biblioteca . Quella tanto pi fi
rende pregevole , in quantocch venne dallo llelTo Signor Tullio corredata,
di un nobiliflmo Mufeo fornito delle pi rare antichit, s in materia di
Medaglie , che d' Idoli , Statue , ed altri pi ricercati monumenti de' remoti Secoli . _
Sar da qualcuno per avventura fuppoHa in quello mio dire qualche.^''
parte di efagerazione , proveniente , fi dir , -da particolare obbligazione
da me contratta con quelli Signori , e chi sa che non fia tacciato il prefente mio difcorfo per un riempimento di Fogli . Intorno all' obbligo che_>
feco Loro mi corre, lo confeifo, Io protetto . Intorno all' efagerazione mi
oppongo affatto . Il merito di Efsi noto al Mondo ,. e f ho da riconofcere fuperfluit nel mio dire , la ravvifo iolamente In quefto
cio , che
i Loro pregi hanno per f flefs luflro ballante , e d' uopo non hanno di
effer polli in villa , e forie ancora offufcat dalla rozzezza di mie parole .
Ma f nel Cuore dell' Uomo aver deve principal luogo la Gratitudine , Chi
pi di me tenuto a chiara mollrarla al Mondo, che tanto debbo a quella,
nobil Famglia > Che tanti favori , tante finezze ho ricevuto dalla generoiit e bel cuore del Signor Ettore Graziani > Che tanto ricevo dalla ikfprefsibile compitezza dei funnominati di Lui Signori Zi , ed
particola*
re dal Signor Conte Felice, che dal punto in cui ebbi la forte d conoicerlo
non ha cefsato , e non celfa mai di ricolmarmi di gentilezze ? Mi fa perdonato perci dal benevolo Lettore c^ueila digrefsione 5 originata da <jue* veti fae
-,
ICONOLOGIA
1^,6
-,
ziofifsimo
Ma tempo
di venire
Ferro, d Piombo
metallo pi di tutti gli altri preziofb ed apprezzabile , cosi aver fi deve la mira nel ragunar Libri , che quelli fiano di ottimi Autori , de' pi
rari , e del merito pi dillinto . Meco fteiTo in parte rido , in parte mi
fento allretto ad efperimentare un non focch di sdegno , allorch rifletto
alla fciocchezza di taluni , che ambizioQ di farfi conderare Uomini di Ipirito, e addetti al fapere, non riguardando anche a qualunque fpefa , tutto
nella Fabrica di un fuperbo e riccD Edifizio , per
il Loro itudio pongono
riporvi poi, o de' Libercoli di neJun conto , o le fcipitezze di rancidi e
llravolti penfler , od in fomma un numerofo ammalso di Carte a caro
prezzo ottenute da un ignorante Libraio , ed ulcite a ricevere le rifa
del Mondo illuminato da un' incolta e vile Stamperia . E qual diligente attenzione non fi ula perch pulitamente coperti fiano codeili Liori , e con
Lettere e Fiorami di oro abbelliti ?
Graziolamentc fi prende giuoco di cofloro L. Settario Figlio d Q. Settano nel luo Libretto De tota Grxciilor'.tm hijiis o^tatis Litteratura , fingendo di cosi ragionare con un certo Saimorio
.
^ws
I^m
conq'irere libros
Cf
ibi
TOMO PRlMOi
at
^tile
&
Et
.
M7
ibi
omnibus uria .
iSlec minimum intererit , quo tempore prodierint j quo
Impreffore t Vnum renues mutare trecentis y
Tagina fi '^uncam referat tibi prima vel ^Idum t
Eimiia
fit
Dicet idem
quamquam
,
&
,
;
^ot
Cotiveries pneflut
queis
r ut
magna
Librorur/i
BardococuUis
concede di mirarli
Vuhere
confperfi
l-
prxbent
con'ui'va blatts
amem
la
Terra
Per
biano alcun buono ftile , rozzamente eltefi fano , prolifl % ed ofcuri , nientedimeno a ben fbpra fermarvifl, vi fi fcopre una robiiflezza di ragioni
{rprendente ed una nafcofta miniera di belliflime cognizioni
Per il Piombo' quei Volumi che nel fuo Frontelpizio molto promettono, e in feguito poi nulla attendono; come fono molti degl' infelici parti del puerile ingegno e depravato guflo dello icorfo Secolo j
ed anche
il
certi
ICO N
148
certi Libricciuoll,
che
0,L
a' nollri
contengono .
Nella Terra o Fango vengono ombreggiati i peffimi Libri de* quali
purtroppo f ne trova un' infinit
Le Gemme di varj colori , che nella detta Corona fi vedono , fpiegano
che diverfe utilit da' Libri fi ritraggono , e che cofa non ci e Icritta ^
per cattiva che fia , che all' accurato Leggitore non pofTa recare giovamento Tsltilins ejl Libcr tam malits , quod non aliqua parte profit . Plin. G"un.
.
nella Pift.
Marco
de' Libri
fi
non folo
ella
la
acquiila onore
fi
Capitani .
Nella delira
coronavano
Poeti
ma
g* iiteffi
Imperadori e trion-
fanti
va
perche
plicazione
1'
mano
niente
Libri
coli'
felicit
la
appagare
1'
avvolto un
e per gli
e pi caro e pi necefTario di
perch indica
tal
come Dea
ftudj
tempo
Ramo
di Oli-
apperch
letteraria
;
Arti ; e_j
dei
Lettura
qual felicit incontra \o fpirito nella
Eilb
fapere
ingenito defiderio che in
rifiede di
.
,
delle
belle
AD
Aggeo
Figlio di Sa*
, Zorobabel
Jofedech coraggiofimente infrapr^fc-ro il
proicguimento della reedificazione del Tempio di Geriifilem
Tatanai Governatore di tutte le Provincie fino all' Eufrate Starbuzanai , ed i Lor
ConCglieri ad Bili fi portarono > e fecero domanda > Chi avciie Loro dato
efortazione di
lathiel, e
Giofu
Finjlio
Zaccaria Profeti
di
configlio
TOMO PRIMO,
T49
ordin
che nella
mentovato Editto
il
di
Regia-'-Biblioteca
ma emendo
Ciro;
flato
tii
Babilonia
fi
di l trafportati
Fi faranno tre ordini di pietre non lavorate, e tre altri di legni nio'ji . Si font'
le fpefe dal "Palazzo del B^ . Cos pure
e di ar Vaf di oro
gento del Tempio di Dio, che T^abuccodonofor tolfe al Tempio di Gerufalemme
minijlreranno
port
luogo
Babilonia
in
Con
ordine
coli'
fi
rendano
e ripongano nel
rifcontro rifpofe
tal
che iegue
il
Foi dunque
Re Dario
,
Tafanai
Tempio in Gerufalemme al fm
a Tafanai e faoi AlTeirori
e
Starbuzanai
Conjtglieri
che
rifiedete di
l,
dal
non
ro
abbandoni
fi
Olocaufo al Dio
Sacerdoti
rito de'
giorno
n fopra,
di
taluno fi
I{egni
che
Decreto
della
,
Topoli
Cafa
q.'ial
di
Dio
voglio fi
ifiender la
mano ad imbarazzar
FATTO STORICO
,_-'-.._.
It.Re
PROFANO.
'
Tolomeo
Edifizio
l'
Fladelfo congreg
"
C^f
nella
Prima , pf?
mila libri , e fece una Biblioteca , per due cofe notabili
e tutta la Scrittura Sagra_a
che quivi fu ripofto il Teflamento Vecchio
dei fettantadue Interpreti: Secondo, per il. numero grande de' J-ibri con
gregali
.
li'
'
ICONOLOGIA
a^o
Re
di Egitto,,
fchi
Edifizj
le
Eumene Re
nio che
Ifiior.
lib.
Navi, ed
6,
Etimol.
altre
cap.
.Aulo
3.
B
Dk
DOnna
Fiume
^miano Marcellino^
Tlini
A*\
Cefan B^pa.
il
Bonti
ce
Cellio
Di/c. 126,
nell'
integro
Uomo
giulto
come- fedele
vera-
Bella
deriva
la
Bont
V Albero
iltefla
in tutte le
Fiume
cofe
l
per fovvenire i proprj iglliioH polli in neceffit , fvena f ftelTo col rollro,
e del proprio fangue li nodrifce , come dice dffufamente Perio Valerano
al fuo luogo . E de' pi moderni nella noitra lingua , il Rufcelli nell' imprefa del Cardinal d' Augufta non moflra che I' illeflfa Bont .
Sta con gli occhi rivolti al Cielo, per elfer intenta alla cotempluzor
re Divina, e per ifcacciar penfier cattivi, che di continuo inno guerra Per. quefto ancor fi pone la Ghirlanda di ruta, avendo detta erba propriet di e (Ter fuggita dai iprit maligni, e ne abbiamo autentici teitimonj . Ha ancora propriet di fmnuire 1' amor venereo ; il che ci manfefta , che la vera Bont lafci da banda tutti gP interetl e 1' amor proprio , il quale folo fconcerta e guafa li armona di queft' organo , che fuoBa con 1' armonia di tutte le Virt.
.
FATTO
a ) Riferifce
4. cap.
fCONOLOCrA
'%
Giunto
Roma
la
tanto
delizia del
buoa_
Genere
In tutte le lue azioni fu giullo fcmpre , clemente, liberale , e piacevole . Giorno non lafciava trafcorrere che di fua bint non dalTe chia"TO fegnale e quel giorno perduto Egli diceva , in cui non ave'Te qualcu'.o beneficato. Avendo fcoperto che due Senatori Romani congiurato ave-
'Umano.
tnicidarlo
non folo
non
li
pun
ma
anzi
f^co a
fece
pervenne ci a notizia
di sbandirlo da
Roma
di
,
Tito
il
a f pi fiate
Io. con preghiere e con lagrime, gli chiefe in grazia di avere verfo di
Eflb lo itelfo buon animo , che Egli aveva verfo di Lui . Svetonio . -rfgeIoh
Star
^g.
nella
Vita di
Tito
FATTOFAVOLOSO.
AMeto
Figliuolo di Fereo
Re
di TeCfaglia
fii
uno dei
Principi
Gre-
bont di vita il pi fornito , generofo ed affabile . Apollo dalie delizie del Cielo ridotto a guardare gli Armenti, da Ameto trov ricovero . Ameto avendo voluto ammogliarli con Alcelle Figlia di Pelio *
lion pot ottenerla , che a condizione di dover dare a Pelio un Carro condotto da un Lione , e da un Cinghiale . Apollo grato ad Ameto g' inftgn il modo di unire fitto un fai giogo due Beitie cos feroci Ottenne
ancora quello Dio dalle Parche, che quando Ameto foife aJl' ellremo di fua vita, ritrovando Perfona tanto generofa , che fi contcntaiTe di morire in fua
vece, poteflfe isfiiggire la morte; ond' che eflendo poi oppreJo da una
mortale malatta, e non trovandoli, chi morire per lui voleiTe , Aice'ile generolamente fi offrfe ; ma tale fii il rammarico di Ameto , che refane pietola Prolerpina , volle reilituirgli la Conforte, e contraltandogliela
Plutone, Ercole difcefe all' Inferno , e ne traile Alcelte . Apollo infiniti
altri favori fece ad Ameto in tempo del fuo efiglio
Giammai Principe.
alcuno fopport tante traverse , quante Ameto ne fofFri ; ma gli Dei Io
protcfero fempre , a cagione fpeziaimcnte del fuo buon cuor^ > e della_j
bont del fuo operare . Otvid. Metani, lib. z.
ci di
BOTA-
TOMO
to
PR
IMO,
NI
a 55
^^^^^-^<&^i^'^^^^m/^^m>^.
con Fontane < Vafche Sedili ec. S
con abito , in cui fiano ricamate vaStari affici in un Sedile avanti una Tavola di Pietra
rie erbe e piante
fopra la quale faranno diverfe forti di erbe , ed Ella fi vedr in atto di fcee fepararle . Si vedri^ ancora fopra la
gliere attentamente le dette erbe,
cui
figurati il Sole, la Luna, e gli al-*
Cartello,
in
fiano
un
Tavola
-detta
del
detto
Giardino
fi
vedanole Stufe e Cafjtti , do*
In
parte
Pianeti
'tri
Abbia apprelTo un Cane
ve fi ibgliono afciuttare e riporre 1' erbe
Traile fcienze pii utili che il Mondo arrichifcono , fenza dubbio da
^nnoverarfi la Botanica , che la Scienza delle erbe e delle piante, o
quella parte di Fifiologa , Medicina e Agricoltura , che tratta delle.?,
Piante , delle loro diverfe fpezie , forme , virt , ed ufi
erba ; e quefta da (ioros di /Sca
Il nome viene dal Greco (oroLun ,
degli
Animali
parte
maggiJr
fi pafce d erbe .
pafcere , perch la
Apollo
reputato
il
fu
primo Botanico . Leggai'
Gentili
,
antichi
Dagli
Metamorfofi
delle
.
primo
Ovvidio nel
lniintum medicina meim efl ; opiferque per orbem
DicQr
i,
&
_
.
Seccoido
ICONOLOGIA
254
Secondo Scafilo lb. 5. rerum Thcjfalic. , e Plinio Hijl. nat. Uh. 7, cdp. 57.
e Nata! Conte Mythol. lib. 4. cap. 12. il Centauro Chirone fu il primo
che offervafTe la natura e virt delle erbe . Da lui 1' apprefe Efculapio A fentimento di dottiflmi Scrittori , come riferifce Tommafo Garzoni
nella fua Piazza Univerfale Difc. 23. il primo che con diligenza fcrivefTe
delle erbe fu Orfeo , al quale fucceffe Mufeo Scrittore celeberrimo . Furono qucfti feguiti da Mitridate Re di Ponto , i di cui libri , che dottamente trattavano della natura delle erbe , vennero trafportati in lingua Latina da Pomponio Leneo , Liberto di Pompeo il Grande . Non mancarono poi per I' avvenire Scrittori degniffimi , che con fomma accuratezza
come Ippocrate , Plie con Loro fomma lode dottamente ne trattarono
nio Serapione , Tcofrafto , Diofcoride , Avicenna , Galeno > ed altri affai
Ma dopo quelli parve che mancafife di fue forze si bella Scienza dagl'Ignoranti trafcurata, ed ommeffa . Nel Secolo XVL P antica Botanica, in tal gifa vergognofamente perduta , fu con molta induitria rillorata e ravvivata ;
principalmente da Leoniceno Brafavola Cardo Fuchfio , Mattiolo dottiP
limo Commentatore di Diofcoride Dalecampi ec Pi appreffo da Morifon , Malpighi , Hermanno , Ray, Magnolo , ec. ed ultimamente dal Cavalier Gio: Battifta Morand Milanefe , dal Tournefort , Linneo ec.
S dipinge la Botanica in un Giardino ben difpollo, con Fontane,
Vafche ec. per dmoftrare che 1' accurato Botanico deve fcegliere un luogo
,
-,
a propofito, e porre
erbe
tutto
e delle piante
ham
piirpitrafcentes violas
aitres
nunc
"jariis
nmc
candida Lilia
luteis joribus
rutti ante s
I^pfas
in quibns nefcias
Et fpecies
odora delefiet . Z'ndc (& Divine Domimis ait
agri mecttm ejl := Dell' utilit cos il S. Dottore : Eam antiq'iorem ejfe Mt&" fuecis . E perci ieguita a dire.
'dcinam 1 qrice Herbis medicare cotifuevit
"jirgultwrum , ac foliorum reme'^id enumerem fittcos Herbarnm falnbres ?
Herbis curanttir interna .
ulcera
aperta
chttdtntMr
;
dia ? E pofcia erbis certe
us florum
aut
'vis
-,
^M
'
per dimoltrarc che l'Uomo che vuole attendere alla Medi'rina , fino dalla fua prima Giovinezza , deve applicarli a quefta , e che la
.prima e pi neceflaria cofa che deve apprendere -la perfetta cognizione
tutte affatto, almeno della mrggior parte di quel'^ell' erbe; fenon di
le, -]je pii;i fQjio in ufo.
i.i.iO
L' 'bito in cui fi vedono ricamate le varie piante,- erbe, e fiori,
ra^prcfcnta .-oltre la fpicgazione dell* elTcre delia Botanica , che molti
^'^
Medici
Giovane
"
r
Medici
letto
ri,
fi
lufingano
leggere
MO
efiTcr
e rileggere
P R
M 0,
e perfetti in qneita
periti
2^?
materia per" aver
pi accreditate Stampe
Naturale le Erbe
Un flmil penfare non punto giallo
ed anzi erroneo
In convalidazione del mio detto ftimo bene il t'apportare parola per parola ciocch ne fcrve il Mattiolo nel Dilcorfo fopra il
Proemio di Diolcoride . ,, E' veramente necelTario a Chi vuol' ellere_>
* buon Semplieiftx di vedere le Piante vive colP occhio non Iblamente in
) uw tempo dell' anno folo ma in varj e diverii ; perciocch altrimenti
fono le Piante, quando cominciando a nafcere , {puntano di terra:; d' al9*
tra, quando le
crefcono , e quando producono il gambo; ed' altra
5, afpetto , quantla fono cariche di fiori e
d feme . E qui porta molte Piante che variano . Il che malagevolmente fi pu confiderare nellef flampate , per non moftrare effe di tutte
le predette , fenon 1' eiSgiel
5, di un tempo folo , ed anco perch le cole
artificiofe , e dipinte non.,?
, dimollrano mai cos perfettamente i lineamenti
delle cofe , come fauna
, le vive , naturali , e
vere , E cos parimente mi pare che per leggere
ST le Storie delle Piante fcritte da
qualflvoglia bon' Autore jion f ne_
Ts poffa confguire quella vera cognizione ,
che fi richiede per non ritron
il varfi nelle defcrizioni
delle Storie delle foglie e de' fufli di ciafcuna
n Pianta fenon una defcrizione fola de' lineamenti e fembianze loro , la
quale quantunque fia vera , non per d ella notizia del molto variare
55 delle
foglie , e de' frutti
che fanno le Piante , fecondo varj tempi dell*
55 anno, il qual variare
altrimenti imparar non puoHi , che con lungo efer5, cizio dell' occhio nelle vve , mentre che fono in terra , ec.
Quindi su tal rifleffo la mia Immagine fta a federe attentamente_>
offervando , e fcegliendo le varie erbe che le ftanno avanti , ad oggetto
di fignificare per l' atto del ledere , che fa duopo pofatezza , e ferma non
precipitofa oflTervazione della Figura , qualit , natura delle Piante , e che
i Giovani Medici debbano ardentemente fludiare di giungere alla vera cognizione di quelle col mirarle e rimirarle , non una volta o due , ma molte e molte , mentre il conofcimento delle cofe fenlbili fi acquifta e fi conferma col replicato vedere , e maturamente offervare . Buon farebbe che
tutti quelli , i quali feguono la Profeffione di Galeno per Sagrofanto veneraffero quello Precetto ,
Pur troppo dall'* inofservanza di quella ne addiviene che il Medico ordinando alla cieca Medicamenti compofti , fenza fapere, o conofcere nei
femplci che vi entrano , n la natura di quelli , invece di follevare l' Infermo , rende a quefto pi gravofa l' infermit , o lo Ipedifce per le Polle a trovare i fuoi Avi . Infinitamente in ci viene ammirato da me nonfolo , ma da ogni qualunque buon conofcitore del giufto , il fempre lodevole Signor Dottore Annibale Mariotti di quella Citt ; il quale nel pi
frelco de' fuoi anni Pubblico Lettore e Profeifore di Medicina in quefl:a_ji
celeberrima Auguita Univerfit , non lafcia fludio , onde con ogni fondamenta apprendere e altrui fenfatameate partecipare cognizione cotanta
rappreientant
al
necefl-
ICONOLOGIA
2?5
Quefto mio amico Giovane , oltre tutto il Tipere nell'tibbracciati Facolt , mirabilmente in f accoppia ogni pi raffinato guflo in materia di Poesia , e Letteraria Erudizione ; ed alla fua Patria di
un'
afpettativa Tommamente grande .
La Tavola di Pietra indica che lo Studio della Cognizione delle Piante deve eflere Ihbile , ed inceffante
Il Cartello fu cui fono dipinti il
Sole , la Luna , e gli altri Pianeti
diraoltra che per feminarc , piantare e raccorre le erbe , radici
fiori >
ec. cofa lodevole 1' ofTervare alcuni tempi determinati, e alcuni afpetti
de' Pianeti del Cielo ed alcuni Climi dell' aria; giacch fcntenza approvata da migliori OlTervatori , e Scrittori che in certi prefcritti tempi
ed in iftagioni appropriate le Piante fi trovano del tutto piene delle_
virt Loro , che non confervano la ftefla fempre , ed in ogni qualunque
luogo
La Luna in particolare come Pianeta a noi pi di tutti gli altri
Heceffaria
proffimo
iu delle Piante
Erbe , come ci racconta Galeno nel 6. libro delle facolt de' Semche infegnarono , che nel raccorre 1' erbe e le radici fo.Te bene e
neceflrio il fervidi di fuperftiziofe parole incanti profumi ec. Si fa molto a ragione beffe di colloro il prelodato Galeno nel fudJetto luogo ,
e_>
particolarmente di Panfilo , dicendo eh' Egli molto tempo perdeva in narrare favole da Vecchie Donniccivole fuperlHzioni , e incantamenti di parole
Penfare infipido, di nefs'Un giovamento? e foprammodo deteftabile I
Si pongono in parte di quello Giardino le Stufe e Cafotti per dimollrare che vi vuole particolare arte per feccare , e conlervare le Erbe .
I Botanici s per le Piante Efotiche , e che provengono dai Climi pi caldi
come ancora per le Piante nollrali, ma poco differenti dell'aria troppo
fredda , hanno alcune Stufe che chiamano Hypocan/la j e Hibernacula ove
per via d'.induftria le eonfervano ^vive j e vegete a meraviglia per tutto 1' anno ,
Tra tutte le Beftie , alle quali naturale la cognizione delle propriet delle erbe f, mi piacciato di affegnare alla mia .Immagine il Cane^jprima perch ocularmente vediamo che quella Fiera per naturale iltinto,
allorchi^ fi fente ansrultiato o da dolori di ventre ? o da altro malore j ricorre fubitamente a luoghi erbofi, e tanto fiuta, finocch ritrova ,. e^u.Secondariamente_i
pafce di quell' erba , che gli arreca conforto, e fanic
perch animale addetto alla /alfa Dea Ecate , che come fopra fi ac- ---3
ccnnato
ria
dell'
plici
rO
innato era confiderata
prima foCc ftata a
Sola feros
Ad
KIM
i^f
Canivora
La ragione per cui le
latrato del
Cane
foflTe
lera
infello
fatto
ai
Ralle altre Scienze che in fomnio grado pofTed il fapientfllmo Salomone , fanno particolar memoria le Sagre Pagine della Botanica'
nella quale Egli fu perfet-ta.mente verfato , rilevandofi dalle lleffe Sagre-
parole di Lui affermanti , ; dijpiaa'vu fuper lignis a Cedro i qux efl intha^
egredtur de parete . 3. de* Re eap. 4. v. jj,
fiQ t tfque ad kyfsopum ,
qm
di
Ponto
fu pi
e dell'
Lu
efatta
diligentifima
MEdea
A T T O F A V p L O
O.
Figlia di
efperta nella
Medea
di Lui invaghitafi non gli aveffe preflato tutto 1' aiuto . Medea divenuta fua Spola , tornando con Lui a Pelia , medit le pi alte venk
dette
ICONOLOGIA
258
to fegu
'iatal
Conte Mitol,
lib,
6,
cap. 7. de
Medea,
BRUT-
TOMO PRIMO,
BRUTTEZZA UMANA
i)f//*
C-l^:
DOnna
^bate
i^P
Orlandi.
Cefare
Ir.ven
di faccia afpra
ruftca
e fpiacevole
occhi limi e
itorti
di color"
nafo
pfoiCmo
fchiacciato
al verde;
bocca affai
Porco.
Come
"*"*'".
confilie in
Con-
ICONOLOGIA
z6o
malignit
Le
crudelt
alla
ciglia rafe
ed alla 'vendetta
fecondo Cicerone pr
de provine, conf.
J{pfcio
&
fjno
indi-
Ts^onne ipfum
caput,
malizia, ed aftuzia
fupercilia abrafa olen
malitiam , Cir clamitare calliditatem videntur ?
Gio: Battilb Porta nella Ffonoma dell' Uomo lib. 3. cap. 24. difcorrendo degli occhj limi , cio torti , ovver de' Guerci , dice E' comune opfnione de* Filofofi , che i Guerci per loppi, fieno di mente per'verfa , e fieno mo-
zio di
natura
firi di
per
ejfere
tivi 'vizj
il
fchifata
II
dal quale
befiiali
fi
gli
occhj
il
perch man-
grandiffimot
^omo
Cotali
-Ziomini
e la
Uomo
Per fentimeHto
Tf.
una
cer'vello
formano
E Monfignor Ingegneri
te periverfi
mancamento
c nel cerz<cllo
dell'
'Z)omo lib.
di
Polemone
2.
cap^
mpetuofo
Adamanzio
Porta
12. la bocca piccola ufcita in fuori fegno d*
di
>
di Gio: Battilta
infidic, e di malignit.
La nebbia intorno
infelicit
Capo
al
morte a Marcello
ditfe
fu
e di peflnio augurio
Eneid.
Ed
il
trifii
Fra
tanti
6.
lib.
1'
altrove
amici lumi
circumvolat umbra
difpiacquct
pianto fi rifol-va
Ma
le
parti f.tpreme
Erano avvic
i''
una nebbia
of cura
ragio-
T
A
P R
A4 0.
%6\
pollo
fi
efserfi
un deforme Etiope .
Tra princ'pali difetti fi attribuifce alla Hoitra Immagine 1' cfser zoppa , e gobba , e perch influifcono moltiflimo , fecondo i Finofomifti , a*
mali coftumi dell' animo e perch fono difetti che pi danno nell' ocIl graziofiflmo Lorenzo Lipchio > e rendono la Perfona pi moftruofa
pi nel Ilio Poema intitolato Malmantile racquiftato, cosi fcherz nel Cant. 3.
St. 66,
ineontrajto
in
in
va
animo dritto .
Tiene in una mano un mazzo di Spighe di Gioglio per efsere il
Gioglio apprefso gli Egizi Simbolo de' cattivi collumi e per dimoflrare
una certa talquale analogia , che tra la differenza che pais tra '1 Formento e 'I Gioglio, e tra la Bellezza e la Bruttezza. Il Formento ap-*
porta utilit, il Gioglio danno , ed incomodo ; la Bellezza cagione di
la Bellezza indizio di
feliciti a chi la polliede la Bruttezza infelicit
Bruttezza
di
malvagit
bont , la
Si pone apprefso la Bruttezza il Porco , per efsere quello animale_
I
Sacerdoti Egiziani avevano tanto in odio
fozzo , fchifo , e nocevole
ogni forte di Porci , che nelle Loro Lettere, per fignificare una Perfona inimica de* buoni coitumi , difprezzabile , e dannofi , figuravano il Porco .
Innegabil cofa ella fi che ilibrtire dall' avara natura un corpo deforme , e ftorpio chiamar fi deve uno de' maggiori infortuni che ad Uomo
Innegabil cofa fi che 1' efpericnza per loppi verificate
pofsa accadere
le tfiche ragioni de' Finolbmilti , che vogliono le deformit
ci moftra
corrifpondenti
alle male difpofizioni dell' animo . Nientedimeno
del corpo
non cos francamente puote 1' Uomo boriofo di quei doni , nei quali non
ha Egli parte alcuna , difpregiare Chi ottenne dalla ilefsa natura in tal
guifa fcarfi i favori
Giacch non Tempre i Belli di corpo furono , e^a
fono efempi di Virt ; non fempre i Brutti fono , o furono modelli , e
Che non
in corpo (lorto
fchiavi
del vizio
po temerariamente
Troppo
fi
deter-
ICONOLOGIA
tz
determinare al male . Parlando Seneca Epfl. 66. de* pregi dell' animo , co'
Inique
quali ornato era il vecchio , e deforme Clarano , cosi fi efprjme
talem animum male collocavts aiit fon aff volnit hoc
enm f natura geffitt
ac beatffimum jt qualibet
ipfnm nobis ofiendere , pojfe ingenium fortfjmum
Totefl ex cafa vir Maynus exire potejl &ex
cute latere , e poco pi fotto
ileformi bnmilque corpufcido formofiis animus , ac magnus .
.
&
-,
PArlando
colo
Im?.
il
Uomo
dozio
cap.
2 1.
Flloppomene
to fproporzionato ufpetto
3.
FATTO FAVOLOSO.
Vulcano
Dio
del
Fuoco, Figliuolo
di
Giove,
e di
Giunone efsendo
font,
Mitol.
III.
2.
cap. 4.
BUFFO-
M P R I M O,
BUFFONERIA.
T
Orlandi.
zj
in fuori
te
rCONOLOGfA
254
un
te
animo
Spinto mal
ed uno
rcg)lato
fegue
fenza
ribrezzo
un
principio lontano tanto da ogni buon dovere e da* prinu giulH dettami della Iteffa natura , che e' impone quod tbi non <vs alteri ni: feceris QiiaP
particolare
nire
nella
Itudio,
cui
pi
ieriamente
Maeftro
applichi
Porta
fcntimento di Gio.
B^ttilla
della_
lb.
j.
cap. 24. e
lib.
2.
7.
I{ifns abbundat in ore Stultorum^^ Eccl. cap. 21. v. 25, Fatims in rilti exaltat
-jocem [uam , Fir Autem Sapiens vx tacite ridebit . Ed in fatti non fi dovranno dir pazzi coloro , che tutto il loro brio ponendo nel bufflineggiare, fi-
danno ad intendere di elTer creduti Uomini di talento , e di fpirito , quandocch in effetto altro non fono , che viliflmi Mimi > tenuti fempre per la
feccia del Mondo Se pazzia il difguflarfi fenza cagione gli Amici , i
Conofcenti , non fi potr negare che itoltiflmi non fieno i Buffoni , mentre non dubitano , fenza motivo, renderfiodiofi a quali tutto il Genere Umano ; e di gran lunga s' ingannano nel penfare di render cari a quelle.^
Perfone , ed in particolare a Potenti , che alle Loro fciocchezzc, alle fpalle
del derifo , ridono s , ma non per quello amano il Derif^re ; che anzi internamente corretti fono ad averli in abborrimento , fui folo penfiero , che
altrettanto ad Eifi faranno , quanto fanno a quelli , che hanno refi il Soggetto delle loro fghignazzate . Gli atteggiamenti poi , i mordaci frizzi , le
ridicole procedure dilettano , vero, qualche volta , follevano gli animi ; ma
quegli animi lleffi reitano ben perfuafi della vilt di Chi li efcguifce
Bene a propofito Marziale nell' Epigramma 71. dei lib. 7. cosi avverte uno fciocco t non men che fuperbo Buffone .
^od
te dirpiimt
Totentiores
nimi'im
tbi
piacere
non amaris .
La Pinguedine , ed il gonfio Ventre dimoltra che quaii generalmente
principal fine de* Buffoni fi la golofit , e V immoderata brama d' ingralTarfi alle altrui menfc . Vita per altro , fjbbene in apparenza amena_j
e gioconda , a ben ponderarla in fellelfa odio^ incolkntc 1 infcliciilim .
Delefias
Thilom^j'e
Belli-
TOMO PRIMO.
Bellamente t*Iabto nel!' Atto primo
dire
rafiti
Pomni
fi
in Capt'ueis
t^f
induce un Parafito
cosi
parlare di f
die Padegli
^iji Mures
^af
t:tm caletur
'
miferi
'vit-int
Pinguedine
Succo [no
la
la
di
un partico-
con varj
,
variamente con varie Perfone ftudia far comparire il fuo valore
Oltre di che dimolira la vilt di tali Perfone , che
nell' infame raeltiero
per loppi vivono alle fpefe or di quelto , or di quello , folamente per
offendere or quello, or quelto
Il Ricco monile di Gemme indica che fimili Perfone fpefTo incontrano
appreifo i Grandi particolari fortune
Cofa invero lagrimevole a penfare
Mancher il bifognevole ,onde foltentarfi , ad uii._
e di famrao obbrobrio
Saggio ,j ad un Letterato , mentre tal feccia del Mondo ricolma di donativi e di applaufi , in faccia lo deride , ne teme renderlo il fuo trallullo .
Con fommo giudizi
E* flato fempre quetlo il detellabile abufo delle Corti
nel Bertoldo , Beril celebre Letterato Signor Dottor Girolamo Baruffaldi
toldino , e Cacafenno , in ottava rima ultimamente da i pi chiari Lumi
diilintivo
lare
gelH
di
Europa
l.\xl
ridotti,
nel
Canto
ly.
primo
del
Cacafenno
parlando.
alzati
efse
L'
ejj'er
in odio
fempre
alla
Canaglia
Tiene con una mano Y arco colla frezza , per fignifcare quanto pungenti fiano i mordaci fali de' Mimi , e che la delicatezza , e '1 naturale.^
amore di noi , che Rgenito dalla natura abbiamo , fente trafggerfi agli
amari motteggi , e derifioni di Gente vile, e fcioperata , Dimoflra ancora la
frezza che i Buffoni fempre offendono .
La Ma-
ICONOLOGIA
i66
La Mafchera, che
Oh pur troppo non fo.te vero ; non fi trovafTe pur troppo Gente che
efcguiife, o che cfeguir faceffe , o godelfe dell' efecuzione ditali mal regolate Spiritolag^ini , che da me chiamate vengono Infamia, e dirtintivo
carattere di un Uomo fciocco , e poco morigerato .
Ne qui mi mi taccino di troppo auftero e rigido o d' inimico della
gioialit
Si accerti Chi cos la diicorre , che a pari di qualunque, a me
la faccia
denota
1'
allegrezza piace
Cerco
le
facezie
fon grate
Amo
graziofi
lepidi
Uomini
lifica del
Oh
quanti
numero
fcambiano per il fecondo I Quanti pene fono .odiabili , difgufiofiffimi I Fra quello
primo- fgnifcato
il
,
e graziofi
cere
Non
in
ver foffrire,
timamente
1'
e povero infelicit
^am
^noil ridicidos
homims
in
f.uit
FATTO
'
PR
M 0,
rj
Scrivendo
S.
Loro avvifa
Di/c.
119.
FATTO FAVOLOSO.
OTtennero
e Marcolfa Coniugi
rozzi e
face-
Re
de Longobardi , che l richiefe alla fua Corte , e fpeffo con loro s' interteneva , e volle che da' fuoi
Gentiluomini foffero fommamente onorati . Morto Bertoldo , fece con fomma diligenza ricercare del fuo Figliuolo Bertoldino , quale febbene fcimunitifsimo , nientedimeno lo tenne al fommo caro ; anzicch morto anche_>
quello , che ritornato f ne era alle fue Capanne ,
ordin a' fuoi Baroni ) che andaOfero nuovamente in traccia del di Lui Figliuolo che chiamavafi Cacafenno , pi del Padre rozzo , balordo , e fcempiato ; e nientemeno degli altri due lo accarezz , lo fece rifpettare , e lo riemp di benefizi, e regali , che avr forf negato a Parfone meritevoli, e che non
tifsimi
Villani
avevano rifparmiato
appreffo Alboino
il
proprio fangue in di
LuL
fervigio
Bertold. Birtoldin,
BUGIA*
ICONOLOGIA
a58
u
Ji
A.
Cefare J{lp*
^r^uruCL^i
DOnna
dipinto tutto
zoppa
voce di Coloro , che con mala intenzione negano t ovver affermano una cofa falfa E per fi rapprefenta in una Donna gibvne , ma bnitta , efsendo rizio fervile e fuggito fbmmamente nelle converfazioni de*
Nobili , in modocch venuto in ufo oggid t che atteibndofi la fua nonel parlare , fi Hima per cofa certa , che
bilt come per giuramento
il ragionamento Ca vero .
Vellefi artificiofamente perch coli' arte fua ella s' induflria di dare ad intendere le cofe che non fono
La Verte di cangiante dipinta di varie forti di mafchere e di lingue
diinollra V incoftanza del Bugiardo i il quale dilungandofi dal vero nel fadella
vella-
TOMO
vellire
il
di diverfa apparenza di
Mendacem
RI M<,
efsere a tutte- le
opportet
effe
2<?9
cofe
memorem
d qui nuto
( )
BUGIA.
( i? ) Accade fp effe fiate che fi fcopra V Uomo bugiardo dalla variet de' propri difcorfi . Pvacconta Cajo , per figvira , qualche fatto la mattina , e gli viene
predata tutta la fede , Nel giorno poi pone ia campo il med^fitno racconto , rna.
in tutto, o in gran parte dal primo diverfo . Si forma immediatamente Ideafavorevole del parlare di Caio ^ e Cajo non pisi reputato un Uomo veridico
, ma.
quella credenza , che non
f rammentato fi foffe della prima fua , fempre per condanQuindi , per mio avvifo , ha avuta la fiia origine il trita
,
.
poco
ne pi a
lui
fi
prefta
[ci
Cio,
mente non
arrivato
che final-
Fignra la Buga il P. Ricci "Dn Fanciullo con faccia -velata e nafcojla . Ha 'jiclno
una Bestia fonndable colle Corna in capo . Tifne in mano la patera
, ed
colla
faretra
folla quale Jta una banderola da Fa?iculli , e neW altra mano V arco
alla cinta piena d firalt . Da canto vi far una Tavola ella Lc^ge . E' velato par
due ragioni : Prima perch la Bugia fi nafconde fotto certe parole colorite , ed
apparenti . Secondariamente per la vergogna ed obbrobrio che patifce un Bugiardo , che ' filmato molto vituperofo appreffo gif Uomini , La Pica per effere
davanti bianca , e dieti-o nera, i (fecondo Pierio Valeriana ) il Geroglifica della Bugia . LaBeflia formidabile, perch in tale d trasforma il Bugiardo. La Stater nelle mani dei Bugiardo denota eh' il fuo proprio voler contrapefare il
falfo colla verit . La Banderafa fignifica che il Bugiardo pazza , mentre fi
parte dai vero , e nel parlare repugna alla mente propria , di cui oggetto la
verit . L'Arcategli Strali fono le parole dei Mertitore, colle quali terifce piuc"ch non ferifcouo le Saette ifteffe , La Tavola della Legge gli (la in difparte per
jion ravvifarla , dando quella fondata fulla Verit, tanto da Loro polla in oblo >
Ha io fteffo P. altra Figura delia Buga Vomo con una Vipera in capo . E' tirata
con una fune , ed Egli fa forza flaMrf . Dalla Bocca gli ufcird una Fiamma ardente ,
A'or fotto ti Mantello una fpada nafcofta , con che feflejfa , ed altri ferifca . Rivolga'
r con un piede una Ruota da Cretajo . La Vipera denota gif acuti morfi , che altrui d la lingua del Mentitore
E' tirato , e fa forza flabilirfi , per far compreadere che IT Bugiarda ripugna alla propria cofciewzarj-ehe ha mira al vero . La_
fiamma che gli efce di bocca la lingua del Bugiardo, che cagiona fncendj , c-jftragi traile Genti . Ferifce f fteffo ed altri , perch le Bugie fanno fomma vergogna a chi le proferiTce , e perch fono fempre indirizzate a danno di qualchediuia . La Btuota da Cretajo h fimbolo della Buga j imperciocch la Ruota.
vna Pica
voiseii
ICONOLOGIA
270
BUGIA.
Jcllo
Stcjfo
DOnna
ALlorch
1'
del Fratello
vina maledizione
Cenef.
cap. 4.
rendendo grazie di non cfserfi trovato Uomo, che tentato avcfse contro la
fna vita , e difse che le Lettere erano itate da Lui fcritle , per fare una
prova della fedelt de' fuoi Popoli . Ci iijtefo e creduto dall' Eltircito
Pcrfp
'l'I
^^^
^^
volgendofi dal Crettijo , ta clie una malia piccola vada f ian piano crefcendo , fii*ch fi riduca il Vaio all' ultima per.ei ione e grandezza; cos talora un femclice
fofpetto l'u qualche perl'ona rago irato da un Bugiardo , viene a divulgarfi , appoco
appoco crefcendo va aumentandofi in modo j che H rapprelenta poi per mtra verit , con fomnio detrimento del Calunniato
rO
MO
PR
_^
271
^erfni now vi fu, che vero non Io credefse^ n alle Lettere fii pi data
credenza ; ed Eumene fi liber dal timore . Menzogna fu. quelk s, ma_J
folo in tal cafo menzogna non appieno condannabile , e maffime in un Gentile
Fulgof,
lib,
1.
A T T O FAVO
a.
BAtto
'
partirfene r
ma
ritorn-
,-
quale
giardo mancatore, la trafmut nella Pietra di paragone *
fcere f llan veri e legittimi i metalli ,. che le fi faa toccare
Meum^ lb^ 2
ir
fa'
cono-
Ovoide
o.
Cefare Bjpa ,
Glavanetto- moro,
un Gufo
'
AUDENDUM
F A T T
S T
OR
C O
A G R O.
Ralle tante e tante terribilirime piaghe,- colle quali Iddio , per mez-za de' fuoi Serv Mos ed Aronne , dimolir T infinita fua Potnza
all' Egitto
ed a Faraone , acci quelli fi rifolveffe a lafciar partire il fuo
diletto Popolo- , una delle pi feroci fi fu un denfiffima Bufo Difife 1' AItifTimo a Mos v Stendila tua mana collaf Verga verfa del Cielo , acciocche cadano fulP Egitta tenebre si folte , si denfa caligine , che palpare ix
poffa , Ubbid Mos r e tanto- a-w-enne , e durarn le tenebre- per trc--giorni , nel qual tempa niuna pot vedere n tampoca il iho Fratello
n ardi muoverfi dal luogo dov' era
Poco o nulla ( faviamente riflette il dotta P.. Camillo ETurantc ) fervivano tra quella fbrta d' ingombro le faci ; poich effendo^ quelle tenebre
prodotte da denfa e palpabil caligine in mezza a quelle le faci non potevano {tendere i loro^ raggi , ma rnconcentrati , e ripercofli le rendevano al
pi qual Pruna infocata , ma da lungi ravviiarnon fi potevano , per la fteP
,^
.-
Sola.-
ICONOLOGIA
27*
Solamente in GelTen
cbiara rifplendeya
e ovunque
Luce.
la
/o</.
avevano
caf.
la
loro
io.
Cartaginefe acerrimo
il
era alle mura di Roma ; quando f gli fece fuor di ogni fuo penfier
Fiacco Conible incontro , che con grandiflimo ardimento di Lui e de*
fuoi, lo tir a battaglia. Gi in ogni lato / combatteva afpramence , c_>
fi copriva di fangue il terreno
Il Romano mirava Roma , come
amato
albergo del fuo fangue ; ed il Cartaginefe 1' aveva innanzi gli occhi , come premio e guiderdone della Vittoria Moftrava ognuno 1' ellrcmo di fui
polla ferendo, incalzando , uccidertdo ; quando di repente fi ofcur fuor di modo
il Cielo 5 e di mezzo a' terribili tuoni e Ipaventofi baleni fcefe con ifpelfa pioggia tanta gragnuola che il Cartaginefe cosi j come il Romano fu coltrctto tutto molle di acqua e di fangue , fpiccarfi dalla fiera battaglia
Ciafcueii il
giorno feguente fi raddoppi lo
np Jl ritralfe a' fuoi alloggiamenti
ftupore ; giacch fuonando le Trombe , chiamanti 1' uno e 1' altro hfercito alla Zuffa
mentre era un bellifllmo fereno , allorch fi venne alle mari 1 il Cielo pi minacciofo e pi ofcuro che prima , e grandine e pioggia in tale copia vers che non permife in alcun modo che gli Eferciti
Al quale maravigliofo lucfi potetfero offendile
e li coltrinfe a ritirarfi
felfo ponendo mente Annibale , fi lafci intendere non effer quello il tempp della rovina di Roma, e fi traljTe in ficuro . Tlutar. nella. Vita, di ,An.
-,
fiibdef T Livio
'":
ERa
la
lib,
'[
FATTO FAVOLOSO.
fecondo
26,
Gentili
1'
rebo
la
Anime
dei pi fcelerati
combattimento
Invidentia
US
nel-
Dei
in disfivore degli
Lei
Alcuni
Uomini
Fiume e preci-
Fatam
Tertitucia
ti^tos ferirne
SmeSlus
Tarc-e
Mors
Cicer, nel 3,
lib.
A, cA>
v(y
Tenebrie
Mi/erta
^terela
Hefperidcs
sjy
-,
-^
-^r
Grati*
y
&
tra7^o(ie
My
si*'
CACCIA
TOMO
A
P 1*^0'
I
Orlandi
*7^
i
Rupi
lungo battone
Mm
fiderata
fOf^MOLOGTA
^74
c^^i^ , q il meftier della Caccia , incerca o V infeguimeato cosi del Salvatico coperto di pelo , come degli Animali pennuti ; ma nella lua pi -propria , e riitrctta fignificazione , applicali folamente alle Bellie o Fiere de Boichi
e de^li Uccelli
chiude
la
falvatici
Fu Tempre mai confiderata la Caccia e Pefcagione cv^c un diritto devoluto , o trasferito all' Uomo dallo fteOfo Altiffimo Creatore , dcfumcndofi
da quclP arbitraria illimitata autOx'it , che Egli 11' Uomo concedette fopri
tutti gli altri Viventi dell Terra. Nel Geneii cap. i. ver. 28. parlando
ad Adamo , ed Eva , dopo averli benedetti Loro dTe Dominamini Tifcibus
Maris ,
Terram .
Folatilibus
E dopo
il
manu
cum
'veflrte
e^
Diluvio a
Cali
Junt
No
^nimantbm
ammalia Terrx
Terram
moventur fuper
Da
qnx
mo'-jentitr
fttper cnnEa
ftt
miverfis qu
traditi
wiiverfs
&
9.
Juper
Et
ver, 2
Omnes
Tifces
Maris
Umane Leggi
jquafi
Arte
Fingo
ia
la
efercizio
ed abbronzato
le
e da punta , proprio della Giovent , e richiede agilit di vita unita a robuftezza di forze , e di compleflorte atta a relilterc alle fatiche c_j
a* travagli , che necelTariamente accompagnano limil divertimento . yenxndi
fuoco
fiudium , ac voluptas multo labore afficit , & incomodo , giu.*lamente diCfc Livio.
3. Decad. lib. i. Chi ali* efercizio della Caccia vuol darfi , conviene fi
adatti a difaftrof ed alpcftri cammini , fcordi le dilicatezze di una vita.j
agiata e
4al
Une
Certo non elTcre ne* Giovani riprenCbile l'ufo della Caccia, mentre per quefla fi rendono di corpo pi fani , pi robulti, pi pazienti alle
fatiche , e fi tolgono da una vita molle , ed oziofa , che a quelli per loppi la forte cagione di perdimento di forze , e di fanit ; onde Orazio d
primo libro de' fuoi carmi cant :
Manet p ^ove frigido
yen-ttor tenerti
Conjugis
immerntri
Vcftc
TOMO PRIMO.
27^
Verte abito d color verde uiccinto e ofto, pef driloftrare primieramente nel verde , che il colore delle frotdi de* Bofch i e dell* erbe.
clie quefte deve trafdofrere il Cacciatore ed a quefto
delle Campagne ,
effetto fi pone 1' Immagine in mez20 a vaga Profpettiva , iti parte della_
Rupi , e Bofchi , e in altra parte valle Campagne.
quale fi mirino Monti
EfTendo poi il verde fimbolo dello fperafe , fi da al Cacciatofe per darc_
a divedere che Quelli vive in continua fperanza di far preda , ed a cagied agita fenza ripone di quella non cura pericoli , abbandona le agiatezze
fo la propria mente nello Audio de* mezzi onde giungere a' bramati acquiti .
L' effere I' Abito iuccinto e coj-to , fignificativo della fpeditczza, che
nel Cacciatore .
richiede
fi
La Corona Reale, che porta in teda fighifica eflere la Caccia un efercizio nobile e Regio ed anzi al prefente un diritto Reale > che principalmente riconofce la fua origine dalle Nazioni Settentrionali de* Barbari,
allorch inondarono I* Impero Romano , le quali avendo ( dice Efraima
Chambers fecondo la Traduzione dall* Inglefe ) apportato feco u)f nclinazio^
-,
-,
nitri
e pi facili
turale
di Caccia
lo
diriva
tra
Giulio Polluce nel quinto Libro dell' Onomaftlcon eforta Comodo Imperadore alla Caccia ; come a Studio Eroico 1 utile al corpo , dilette vi e_i^
ali* animo , induttivo all' audacia , e difpoltivo alla gagliardezza militare f
cofe tutte che pi, che ad ogni altro , convengano a Perfona , che abbia il
comand. Senofonte Cyropedia lib. 1. riconofce la Caccia delle Fiere comt
Tirocinio della Vita militare , e perci profeSata dagli Eroi , e da' Priftcipi ; e fecondo lo fleffo Senofonte nel primo libro della Tedia , i Re d'
ebbero in fsmmo pregio , come vera meditazione delle cofe deliaimperciocch la Caccia ha in f un certocch di Battaglia . In_j
fatti dall' ufo di cacciare le Fiere forti ncll' Uomo il penfiero di combattere contro 1' Uomo , e dalle medefime Fiere apprefe i llratagemmi , ch_*
con tanto utile fi mettono in opera nelle Guerre.
Perfia
Guerra
I'
;
Oltredicch
come dopo
le Battaglie
fi
cosi la conquiftata
come
in Trionfo alle
iljtal nelle
orride
zampe
rfute pelli
Mm
Orj
Per
ICONOLOGIA
47^
Per quefta ragione
fono appefe
,eui
le
la
ed
il
lungo baftone
varj Volatili
Ha
Stanz. 32.
Salmo 80.
1;.
3.
fcritto
Liberavit
me
de laqueo
Venantiur/i
Le
Spiedoni
gli archetti
Lacciuoli
le
reti
le
panie
ec.
perch la Caccia , fecondocch fi prattica tra noi , fi efeguifce principalmente co' Cani , de' quali ve ne fono varie fpezie, accomodati alle diverfe Cacciagioni, come Cani da corfo , Levrieri , da ferma , da cerca , Terrieri , o da Pianura ce. e per aver quefta Beilia
un naturale iilinto , a differenza ancora degli altri animali,
Ferrarefe Poeta ne]
Bell' infeguirc le Fiere . Defcrive a meraviglia
il
furiofo Cam. 39. 1' ardente brama, che ha il Levriero di cacciare.
fi
....
J^c pu
Che
'l
cogli altri
Cacciator lo
Si tormenta
'Schiattifce
tien
s' affligge
irtiarnQ
flrugge
ft
e fi dijpera
t fi dibatte
d' ira
t tira
Fatto
TOMO PRIMO,
Z77
ESau
mand che
prefc le ufate armi fi portaflfe al bofco a cacciare , e gli apvivanda di cacciagione , fecondo 11 fuo guflo , a Lui noto
NonL_
tard di efeguire il comando Efau, ma Rebecca Madre avendo intefo il
diicorfo del Marito Ifacco , lo rifer a Giacobbe , e ordinandogli che fi
veftilTe degli abiti di Efau fuo Fratello , e coprilfe le mani ed il collo
colle irfute pelli de' Capretti, apprettata la vivanda, fecondo il guflo del
Patriarca , a Lui la confegn , acciocch al Padre la portaOTe
Ottenne 1'
intento ; Giacobbe fu benedetto per Efau , che tornando dalla Caccia , e
trovandoli prevenuto , e ingannato , pianfc la fua difgrazia , e concep foramo odio contro Giacobbe Genef. cap. 25. v, 27. 28. cap. 27.
preilafle
di
del meftler
Campagna
della
Caccia,
che
dicci! elTere
anni
alla
FATTO FAVOLOSO.
avere Eneo
PErSacrifici
Diana
Re
di
quella
tro g'
ICONOLOGIA
178
tro
la
gro
per vendicare
fiamme
Meleagro
quello ardeva
>
feniifli
CALAMITA'.
/)
Cefare
^pi.
DOnna
CALAMITA',
Bdlo
DOnna
afcutta
elemofina
Stejfo,
tutta piena di
lepra
MISERIA.
Calamit
DOnna
e Mjeria
ignrda
j'tqHtur
l^amq'um
Tame/i
reb:is
affli ffos
lcet
credere
vitium
Uth
gaudere pigct
Si fa
TOMO PRIMO,
terra ed Ella tnfierac con ciTc
la
Le canne
179
IE
j no
mandar
voci di doglianze
fuori
t e miferie
>
indivife
compagne
e di mormorazione
dell'
nel
umana condizione
tempo
.
Efodo
di calami.
I^Er
Stor.
lib.
1.
cap.
27.
FATTO
^ <z ) L' ateo di l'edere , oltre moki altri diveril lignificati chff ha , conta ancora quello di calamita e miferia . Nel Vangelo j dove feritto del cieco nata,
e mendico
foan. cap. $. a. 8. cosi abbiamo . Nenne Me efl qui fetkl>at ,
men^
ikak.it Ed in San Luca ca-p. i. v. 79. fi legge Bummare ih , qui tenel>rts,(y
iti umbra
monis fenerit di Giobbe legniamo : Scdeimi in jlerqulUnio . Virgilio ij
queila fciitimcnto dilTe : Eueid. 6.
'
.... Ssdet , aiirnHm(pit [tiini
ICONOLOGIA
28o
FATTO FAVOLOSO.
NOn
CALUNNIA.
Di
DOnna
BJpa
Ce/are
accefo
lo llringa
un
Bafiiifco
Dipingell con
e dallo sdegno
un vilb iracondo
perch
cagionata
dall' iracondia
Il
Torcio accefo dimollra che la Calunnia inftrumento attiffimo
ad accendere il fuoco delle difcordie , e delle rovine di tutti i Regni ,
Il tirarli dietro il Giovine 1 che ha le mani giunte ,
ci fa conofcere >
che il calunniare non altro, che lacerare la fama degl* innocenti.
Le fi dipinge accanto il Bafiiifco , perciocch , come n;nra Pierio Valeriano nel lib. 14. , i Sacerdoti Egizii ponevano quello animale per la Calunnia; perch ficcome il Bafiiifco fenza , mordere da lontano, perniziofo
ali' Uomo collo fguardo , cos il Calunniatore, parlando di nafcofto all'orecchie de' Principi, ed altri, induce traudolentemente 1' acculato, che riceva danni , difagi , tormenti , e ben Ipedb la morte , fenza onde poterli
aiutare , non iapendo il torto , perch gli vien fatto in afsenza , come fi
vede avvenire in molte Corti , ed Erodoto fopra la Calunnia nel lib. 7. cosi
Caliimnmor initriam fact accufato , non prefsntem accnlans ( <J )
dice
.
FATTO
y^a") La. Calunnia dipinta da ApeJle , defcritta da Luciano , e rapportata da Vincenzio Cartari immaginata nella feguente maniera
Sta fedendo a guifa di Giudice uno cue ha le orecchia lunghe fimili a quelle dell' Afino . Due Donne una
per lato moftrano di parlare fecretamente a Codili
E' 1' una di quefle 1'
Ignoranza , 1' altra la Sofpizione . Il Giudice porge la mano alla Calunnia , ci.e i
vicino a Lui in orma di Donna bella, ornata, ma che nell' afpetto modra di
efere piena d' ira, e di fdegno
Ha Collei nella finiftra mano una taccila accela j e colla deftra fi tira dietro per i capelli un Giovane nudo , quale amaramente l duole 5 alzando le mani giunte al Cielo
Va innanzi a Lei il Livore,
io; r Invidia ,
clie e un Uomo veccuio , magro , pallido , e langnente . Dietro
le vea.
TOMO PRIMO.
FATTO
iJi
STORICO SAGRO
e Moglie diGioa-
,
Vecchi ? che nel Popolo non bafifa figura facevano , fti da quelH tentata e con lufinghevol parole , e con minacce , ad
accudire alle impudiche lor voglie. Alz le flrida la caftifima Donna, alle
quali Gente accorfe . I perfidi Satrapi volfcro torto la mente alla Calunnia e portatili unitamente con molti del Popolo a Gioachim , al colpetto di Lui , e del Popolo , accufarono d'impudicizia Sufanna, dicendo che_
mentre Eglino foli nel Giardino pafTeggiavano , entr la Moglie di Gioachim , n di Loro avvedutali , licenzi le Serventi , che feco aveva , li
racchiufe ed a f introduffe un Giovane gi avanti ivi nafcolto , ed a Lui
copia fece di fue bellezze . Per la qual cofa richiefero che Sufanna data
foCTe alla morte . Si and tofto a dire effetto alla crudel dimanda , ed i
Vecchi i primi fijrono che afferrarono l' infelice Confid Effa per la fua
Giacch el^
innocenza in Dio ; n Egli lafci impunita la nera calunnia
fendo Daniel Giudice della Caufa , efaminati gli Accufatori , trovati vari e
mendaci, e fcoprendo il Popolo la perfidia, contro i due Vecchi infuriofi,
ed in pezzi li fece , e Sufanna riconofciuta innocente , rend grazie all' AltiHimo , ritornando lieta e contenta all'addolorato Conforte. Daniel, cap. 13.
SOrprefa
2.
cap.
fua
Off",
Stor.
I.
FATTO FAVOLOSO.
Vertale fu calunniata d' impudicizia , ma Verta fece un miracolo
fuo favore , per manifeftare la di Lei innocenza , e fu , che elfendovi un Vafcello vicino al Porto carico di Statue di quella Dea , chej
CLaudia
in
un millione
di
Ovvido
potuto
muovere
CAPRIC-
Ic vengono dne Donne , le quali fembrano lufingarla , facendo teda della fua
bellezza , e fono in atto di vieppiii ornarla . E' l' una la Frode , T altra l' Inida . Dietro a quelle vi un' altra Donna , che la Penitenza , con certi pochi
panni intorno , tutti rotti e fquarciati , in atto lagrimevole ed affai dolente .
Sembra , che fi affligga oltremmodo > ed abbia fomrao roiTore , per vedere appreiTari la Verit.
ICONOLOGIA
t9^
CAPRICCIO.
S>i
Ce/are
^pa
Giovanetto
al
fanciullefca
la
Cappello colla diverfit delle penne , raoftra che principalmente nelfantasa fono porte quefte diverfit di azioni non ordinarie .
Lo Sperone , ed il Mantice moltrano il Capricciofo pronto all' adulare
altrui Virt , o al pungere i vizj
Il
la
1'
CARE-
TOMO PRIMO.
TI A
A R E
DOnna
macilente
Salice
magra
Bjpa,
e mal veftita
Nella deftra mano tenga un ramo d
una Pietra pomice , ed accanto avr una Vacca
.
nella fnftra
la
largamente in pi
l
Carefta
Dipingefi
to
Cefare
%t$
trasferifce
felici
tempi
ma
cpal
FATTO
ICONOLOGIA
a84
de vafi
al prezzo di cinque
feudi per Mifura . Nulla tutto ci , rlfpetto
accidente che fegue . Paflando un giorno il Re d' Ifrael Joram per le
mura della Citt , gli fi prefcntarono due Donne una delle quali tali fuppliche a Lui porfc onde gli faceife ragione . Cotella Donna ( ditte
) proall'
4. de*
i^e
cap. 6.
fuoi Difenfori
fl che
zo
alla
arnefi
il
come
e vidde la Citt
grime
Di
qui nacque
fi
il
fiis gli
miferamente vuota ,
Proverbio della Fame
qualche crtremit di vivere . ^/lolf.
tacolo-
favella di
Nemico ,
Off.
StQr%
lb.
3.
cup.
9,
tattofavoloso.
Fu
tale la Carertla che prov l' Ifola d' Egina in cui regnava Eaco e
tanta dur , che parte per le continue pioggie onde reft 1' aere infetto
parte per i peflimi nutrimenti , co' quali avevano procurato ibrtentarfi que*
miieri Abitanti, forf una Pertilenza si feroce j he tutti morirono, fuori
li.
aco
e fuoi Figli
Owid^ Met,
Ub, y.
CARE^
TOMO PRIMO.
285
CAREZZE AMATORIE.
Di
UNamato
landa di
baciarli
Sjpa
e graziofa Glovanetta , veflita d' abito di color vago , ricavarj , e leggadrett ntrecciamenti , coronata d' una Ghiredera , e che con ambe le mani tenga con belliffima grazia due
bella
Colombi
Cefare
di
un mafchio
I'
altra
femmina
che
Mentem amore
Meder hac
revincens
,
(& illac
ut
tenux
Tiene con ambe le mani due Colombi, come di fopra abbiamo detto,
perciocch gli Egizj per la figura di quelli Animali lignificavano le Carezze amatorie , elTendocch elle non vengono alla copula venerea tra di loro,
prima che infiemc non fienl baciate , e perch le Colombe tra loro ufano
allettamenti de' baci molti , gli Autori Greci hanno affermato eflere a_j
Venere dedicate , etTendocch pontaneamente l eccitano fra di loro all' atto
venereo Molto pi fopra di ci li potrebbe dire , ma per effere s delle
Colombe , com' anco dell* edera apprelTo tanti Autori di confiderazione ,
ed altri di bello ingegno , cofa nata e manifella , 1' uno per i baci , e_?
1' altro per gli abbracciamenti , il che tutto conviene alle Carezze amatorie , non folo non mi ellender pi oltre per autorit , n per dichiarazione 5 che convenga a detta Figura , ma anche per non trattenere 1' animo
del Lettore in cofe lafcive e pericolofe .
,
.
di tante forprendcnti doti arricchito dal Signore Salomone , bench da Lui replicate volte avvertito a non abufarli di fua bont, nientedimeno dalle lulnghevoli carezze delle fue numerofe Mogli , e Concubine trasportato , non dubit farli un Mollro d' ingratitudine verib l' infinito
Benefattore , e a tanto giunfe , che a Loro ifligazione s' induflfe ad adorare
Dei ftranieri , concitandoli contro la fuaPerfona, ed il fuo Regno , l'odio
del vero Dio. 2. de'
cap, 11,
FATTO
ICONOLOGIA
286
talenti
vafene
ma
folle
il
Amante
gli
don
tutti
immediatamente
Lamia
Sta-
-,
FATTO FAVOLOSO.
QUelP
Bufiri
nella
CARI-
TOMO PRIMO,
CARIT.
DOnna
&
Bucndel
ICONOLOGIA
288
pm
d*
Dono
Cos
che in
tu
propofito
da
d lodarti dejtojo
Celefie
mano
e foirano
Deh
in
onor
non poni
Scaccia
ad immitazio-
mai, n ambizofo
cor pAperbo
dolce
e preziefo
vien
io lo flile alto
avefs'
Come fon
Tu
noi
in quello
cosi
di
te fol
mi
affetto
miei penjer
rfcalda
il
petto
CARIT'.
Dello Stejjb
DOonna
re
deferi
vono
Teologi
Sacri
fi
dine . Per i due Difcepoli di Crifto Signor Noltro dicevano , che ardeva loro il cuore > mentre Egli parlava e fi poi communemente ufurpata queila translazione da' Poeti nell' amor lafcivo
.
Il
Fanciullo
fi
\
jnoftra
a.
velHmento
che fino
detto di Criilo
^wd mi
ex
ro'fo
all'
per
la
effufione
fimiglianza che ha
di elfo
fi
iknde
la
col
vera Carit
>
fecondo
Cariti
TOMO
Carit
RIMO
i5^
UNa
Carit viddi al Signor ludoro Ruberti Auditor del Cardinal SalGentiluomo di molta bont e di varia erudizione ornato i e_
per afsai caro al fuo Signore .
Era quella Carit rapprefentata da un arbore d' Olivo > al quale cominciava feccar alcuni rami, e dal tronco di eflb ufciva un liquore , che davii
vlati
nudrimento ad alcune erbe, ed alboretti , parte de' qtali ufcivano dalle radell' arbor grande , e parte di efli pi di lontano . Credo vogIia_j
fignificare che la Carit , e colui, che la vuole ufare deve toglier dei
fuo nudrimento a f , per compartirlo ad altri , e prima ai pi proflimi
dici
e poi ai pi lontani
Qiiell' erbette credo fignifichino alcuni ajut , che da a maritar Zittelle
fecondo intendo , e gli alboretti certo fono alcuni Giovani , che a fua_j
fpefe tiene qui in Roma a lludio , tra quali fono Lodovico e Marcantonio Ruberti , uno Nipote del Signor Gio; Matteo Ruberti , che fu Segretario di Paolo IV, e poi di Pio V, , 1' altro Nipote del Signor Francefco Ruberti . che fu Segretario di Siilo V. mentre erano Cardinali , i
.
poco comodi , fono dal detto Signor Ifidoro , in tutto nodriperch fopra P arbore vi un motto , che dice Morims rcj'mjcit
par che anco voglia dire, che mentre Egli invecchia, e va alla fine, nodrendo quei Giovani , in efli rinafca . ( ^ )
CARNOo
quali reftati
ti
Il
I.
"vejna di
Fiamma grande
piedi
te corre alla
bolazioni del
Dio
fiamma , e non la fmorza , denota che tutte le acque delle triMondo non poflbno ammorzare il fuoco della Carit e amor di
'
ICONOLOGIA
ipo
CARNOVALE,
lieH*
UOmo
Avr
alla
certa
e pngue
riLito
tili uccifi
edera
qui e
nito di galloni
ed
fparii,
conipolti
in c^iia
fafchi
di
la
biccliieri,
ce.
L'abito
tutto
Colla
fari guer-
llniitra
mano
tenoa un ramo di foLiue di Fico . Colla delira una borfa verfante danari
Gli ilia apprefTo un Cavallo fenza freno .
E' il Carnovale quella Stagione di allegrezza e di divertimento , che
nelP Italia , pi che negli altri Pacfi , viene folennemente oJervata
La parola Cirno-vale Italiana, e fecondo il Traduttore di Efraimo Chambcrs .
M. d't Can^e Li driva da CARN-A-VAL , perch allora la Carne cu lulLt^
.
pentola,
pe>-
^inii
t.<:U
compcnjare la Stagione,
ojjer'V.t
cl)e
CAIvNlSPlClUM
come
ancora
lo
f:i
cbianato
denominano
CARXELEVAMKN,
Spagnoli CARNHS
gli
TOLLENDAS
Certa
TOMO PRIMO,
291-
Certa cofa fi che il nollro Carnovale un rimafugli'-) delle fuperiUziofe cerimonie del Gentileimo ; e particolarmente trae la fua origine dalSolennit
le ilrepitofe folennit che in onore di Bacco fi celebravano
che da' Latini venivano denominate Bacciznalia, e ne erano Miniltre lo
Donne perci chiamate Baccanti . Quelle fcapigliate j e coronate di edera
C di pampani col tirfo in mano , andavano come impazzate fallando iii__
compagnia di Uomini in abito di Ninfe e di Eroi , portando confezioni
e da bere , battendo con certe sferze Chiunque ave itero incontrato , e coir
isfrenata licenza fcorrevano tutto il Paefe . In Roma Cmili Felle fi folennizzavano nel Mefe di Novembre
Perch poi furono introdotte e permelTe
ancora di notte , fi chiamarono l^yBileia
Si avvanz per tanto la fmodcrata
licenza , che fu necefTario il proibirle per tutta 1' Italia , con Decreto del
Senato
Ma da alcuni Imperadori , come di Elogabalo riferifce Lampridio
furono non folo rimeffe > ma con anzi maggiore sfrenatezza e diibnelt, pubblicamente efeguite
Fingo la mia Immagine Uomo di bafla fl:atura , perch la Stagione del
Carnovale affai breve , durando per 1' ordinario un Mele , e poco pi 1
ed alle voire anche meno, cominciando propriamente dopo il giorno folenne
alla ricordanza dell' apparizione della Stella a' Re Magi , o come vogliam
dire, dopo I' Epifima ; e tra Noi dandofi il vero principio alle mafchere
e a' tripudi il giorno 1 7. Gennajo , e durando fino a tutto il giorno antecedente a quello delle Ceneri Non folo per quella ragione figuro il Carnovale di baffa ftatura* ma ancora perch elfcndo vera Immagine de' mondani piaceri , intendo moilrare quanto quelli fieno fugaci , e quanto male
.
in
elfi 1'
Uomo
fi
affidi
la
Satira
-""^
11.
qnod
Et qmbus
in jolo
Egregins aenat
Et
cito
cafurus
iii'vcndi
meli-ifq'ie
jam
caufa palato
efl
miferrimas iorum
perlucente ruina
Oo
Me-
rCOl/OLOGlA
z^a
Intcrex gujlus
in
magis ilU
quartini
ob/lantius
jiivant
qua
interim fi
pluris ermmtttf
:
del Carnovale
mentre
e coprirfi la faccii_j
in guifa da non elfer riconofciuti . Se vogliamo ricercare l' invenzione delle Mafcherc , dobbiamo i^ primo penfiero attribuirne al ribelle Lucifero ,
giacch Elfo , coperta la propria forma fotto il volto di maliziofo Serpente
indulTe la prima Donna all' orrido delitto
Di tal Maellro g' infegnamenti
fi feguono , non fi ha roffore immitarlo
Che lagrimevoi cofa , a mio lenti
mento , il mirare che 1' Uomo dotato di ragione fi lafci llrafcinare da_j
un peffimo introdotto colUime a farfi gloria di elTere annoverato tra Pazzi !
Confiifo ogni ordine , per le Mafchere nel Carnovale non vi pi diilinr
zione di Perfone . Quella fuperba Dama che in altri tempi crederebbe to,
gliere
di fua
qualche pregio
compagnia
inferiore
in
una Servente
tal
alla
ma
quafi quafi di
tempo non
arrofla
fi
f degnaffe
talora
non dica
,
la
figura
la
fua
d
mentre quella , qual PrincipefiTa , le palla accanto e tutta faflofa le addita o almeno additar le dovrebbe al penfiero , quanto fia l' orgoglio vano e ridicolo . Nulla per quefto farebbe rifpetto agi' inconvenienti , ed a* mali effetti, che dalle Mafchere derivano. I comodi per tradimenti all' onor de' Conforti , per feduzoni d'innocenti Colombe, per difviaraenti degli ftudiofi Giovanetti fono per loppi g' indifpenfabili frutti
d' albore cosi maligno .
Si corona di edera , in ricordanza che riconofce la fua fbrgente dallc_5Fefte in onore di Bacco, a cui era dedicata quella Pianta .
La Luna, per eCfer fimbolo della Pazzia, ognuno pu conofcere f fia_
propriamente data al Carnovale . Che la Luna denoti fioltezza , lo tclHfica
l-icrio ne' fuoi Geroglifici , oltrecch fi rileva dalle lleiTe Sagre Pagine ,
nelle quali il Pazzo paragonato- alla Luna r Stidtttt ut Luna maatur . Chi
pi Pazzo di chi afnante di si fciopcrato tempo >
Vefte abito bizzarro e teatrale , in una parte di cui fi mirano dipinte
carte ed illromenti muficali , nell' altra vari piatti di vivande , ec. per
denotare che in queila Stagione la Bizzaria trionfa , i Teatri fi aprono
banchetti piucch in qualunque altro tempo in_rf
balli fi permettono , i
ufo fono , e richiefti
I Galloni di vaghe penne di Uccelli fignificana la leggerezza del pen;
umano .
La Borfa verfante denari, che
fare
occafione di
fi fcialacqua
Le
filnilli
allegrezze
denaro non
adopra
ma
fi
getta
ma.
Lo
il
sfrenato Cavallo
come
il Valeriano llb.
J3. il Geroche col fcnfo fi piglia
mira appreffo , indica lo fmoderato im-
ceftifica
e del piacere
che gli fi
;geto della Giovent che maggiormente
,
fa di
TOMO
PR r
M O.
295
migHevoIi giorni
giova a
mcr
che
il
mi
mem
reggo appena ,
alzar di vocev
minacciar di verga,
Che morfo di ragion pi noi raffrena >
?^t
l'
Et mi trafporta
S perir feco t e chiamo nvan foccorfo ^
Io che fan fenza forze , e fenza fcorta ,
Cos precptof
Id ohi
rimorfo
alfin ne porta,
j' u^-yvc-x^za.
al morjo- f,
Carro
ICONOLOGIA
CARRO DELL LUNA,
294
'A
Come
!ib.
4.
UNa Donna
da due
verginale afpetto , fopra di un Carro di due ruote , tiCavalli , un bianco , e 1' altro nero ; per niollrare che
la Luna fa i fuoi corfi di giorno , e di notte . E* anco tirato il iuo Carro i come dice il fopradetto Boccaccio nel 5. libro , da* Cervi eifendocch il cammino, che fi; la Luna, vien fornito pi velocemente di tutti gli
altri Pianeti , come quella che ha 1' orbe minore ; e Claudiano, e Fello Pompeo dicono , che guidato da' Muli , per efler la Liiaa iterile , e
fredda di fua natura, come parimente il Mulo; ed Aufonio Gallo fa
di
rato
piando
'
/.:
fucciuta /piega
le
quadrelli
po-
TOMO PRIMO.
S potr, anche veftire di Vefte bianca
rofsa
295
fofca dalla cinta
i_j
Fanciulli
dre
perciocch porge
loro ajuto
della
Ma-
( )
Moilra ancora il Lume ^ che fa alli Pallori , 1 quali amano affai la Luperciocch da lei ricevono comodit grande, eifendocch la nottc_?
guardano i iuoi armenti dalle infidie delle fiere
Oltrecci s' intende ancor per il Lume 1' umidit fua , che prella favore alle Piante , che germinano fopra la terra > ed alle radici di fotto
dona aJuto ( e )
La dipinfero gli Antichi , come abbiamo detto , coli' arco , e colla j
faretra 5 perch intendevano la Luna etfere arciera de' fuoi raggi, li quali
fono alle volte nocivi ai mortali , e per dimofirare ancora le punture
che fentono le Donne nel partorire, eifendo quella Dea fopri il parto
na,
-,
delle
CARRO
Donne.
')
Nel rovefcio di uiia Medaglia fatta co.aiarejia Corinti in onore di SetriGeta fi vede Diana colia faretra piena di ftrali agli omeri ; ha iieli' una e
nell'altra mano ima face ; appreffo un Cervo; intorno le lettere C. L. I. COR.
Colonia Laus 'Julia Corinthui
cio
Nel rovelcio ancora di altra Medaglia ^ battuta parimente da Corinti in onore
dello fteffo Geta , fi mira Diana colla faretra alie fpalle ; nella mano delira ha
Le Parole intorno fono :
un diirdo ; nella finiftra un arco ; appreffo un Cervo
i^
inio
'
L con.
Colonia
(;
ICONOLOGIA
i.$<S
<:arro di mercurio.
Di
Cefare
l^p*.
UN
TOMO PRIMO,
natura degli animali
regn
2P7
dando a
Stori-
gli
come
cio
Ieri ve
Marco Tullio
CARRO
tnttc il reftante
il Pelufio , aborrendo
capo a fimiglianza del Corvo acquatico , il roftro
e roiTeogiante , ' un Volatile rapacifllmo , e perci non.
,
fi da a Mercurio , come
Nume de' Ladri .
Caduceo che fi da a Mercurio una Verga , intorno alla quale fono a~II
([ ^ )
viticchiati due Serpenti in modo , che la parte pi alta del Corpo loro viene a
formare un arco
In cima a quefta Verga vi lono due alette
Si dice da' Poeti che Mercurio ricevette una Verga da Apollo in contraccambio della Lira , c'ne
Elio a Lui aveva donata , e che abbattendofi un d Mercurio in due Serpenti
fui Monte Citerone
che combattevano infieme , gitt loro in mezzo la fua_.
Verena , per fepararli
I due Serpenti fi avviticchiarono ad eflfa col corpo
nella
guifa che fopra fi detta , e perci d' allora in poi Mercurio la volle portare in quella foggia, come fimbolo di Pace, e vi aggiunfe le alette, per ffTere
Egli il Dio dell' Eloquenza , che fi efercita colle parole , le quali per la loro
preflezza fi dice , che volino , onde Virgilio nioat irrevocahik verbum
Secondo
Natal Conte, nel dare Apollo a Mercurio la Verga, gli difTe aver quella la propriet di porre pace tra tutti quelli , in mezzo a' quali foffe gettata k medefima; Mercurio ne volle far la prova tra i due Serpi combattenti , e ne riconobbe ottimo effetto ; onde da qyefto ne venne che lofTe dapoi infignita con i due
Serpi avviticchiati alia Verga
( e ) I Talari fono borzacchini , o calzari con due ali ,
ie^r
Anm.
ib.
9.
Egitto . Ha
aguzzo j uncinato
male a propofito
dell'
e.
1' ibi
il
ICONOLOGIA
ip^
CARRO
DI
Dello Stello
VENERE
,
fi dipinge Giovane
ignuda e bella con una Ghirlanda di
Rcie e di Mortella , e in una mano tiene una Conca marina .
Fu Venere rappreientata nuda , per 1' appetito degli lafcivi abbracciamenti ovvero perch Chi va dietro fempre alli lafcivi piaceri rimane-
rpeflo fpogliato e privo di ogni bene ; perciocch le ricchezze fono
dalle lafcive I>onne divorate , e fi debilita il corpo e macchia ' anima
di tal bruttura, che niente rella pi di bello .
Il Mirto, e le Rofe fono confegrate a quella Dea, per la conformit,
che hanno gli odori con Venere , e per 1' incitamento e vigore , chc_>
porge il Mirto alla lutTuria , che per Futurio Poeta Comico mentre finge Digone meretrice cosi dice .
VEnefe
E Ora-
ro
pR
AI
0^
Ve
Le Grazie fono
CJARRO
^^
im
Cj
i
^ Nelle nozze di Teti , e Peleo gitt la Difcordfa alia Meiva dei^Ii Dei
di oro , fu cui era fcritto Detur
Pulchrioki , o come vuole^ Naal
omo
Lui fatte
da Giunone
di quefta guadagnolTi
Pallade
la protezione
1'
Dee
perloccn
ICONOLOGIA
CARRO DEL SOLE,
300
cJAM.
fi
Giovane
Si fi
E per
fempre
la
in
folo
Gio-vani fono
Giovanezza
Febo
e di
finiltra
buono
mano
in
etern^itncnte
&c.
vollero fignificare
SoiHene colla
di bello
Poeti, fra
autorit dei
coli'
Cht Bacco
di cofe
le tre
quello
la virt
nuove
Grazie
Mondo
del
e belle
Sole
produttore
per dimoitrare
che ciocch
luce
>
P R
M D^
501
fopra di un Carro r
da Oyvidio nel fecondo libro delle MetamorfoQ cos fi dipinge
D ricche gemme qnel bel Carro adomo .
Star detta Figura
con
bella, dfpofizione
Da
falda
fafcia
d'
or
E tutto
CV in
infteme
chiaro
il
qnale-
d' oro 3
cerchiate foro
;'
giorno
un fotti lavoro
gran lume porge ,
in
il
CARRO^
ICONOLOGIA
R R o
DI MARTI.
30^
FU
li
nell'
razza
cello
braccio
llniltro
fanguigno
con ardita
Spada al fianco
attitudine
tiene
colla
rapaci
pi
Marte
v
...
")
Secondo
il
Cartari
clic
TOMO PRIMO.
Marte per
confida
jo^
contro gli
altri
rollro , nel qual folo
I* acutezza del
animali
L' Afta lignifica Imperio perch tutti quelli , che attendono alle armi
degli
Dei
fi
danno
-,
Bello atmantur
eq:
hllim
CARRO
die non fi, accingevano a guerreggiare , f prima (gualche a;iigurfo non avevano
prefo
( ^ ) St aggiunge ancora il Lupa a Marte, perche- quefta l>sfl:ia- di v1.t_
acutiilma , e vede di notte j cosi dimoflra ciie gli acc-orti Capitani de.yona vg?dere affai, acci non. s'incontrino aslh occulte infidie da' neinid.
.
ICONOLOGIA
CARRO DI GIOVE.
504
lutila
Stejfo
XmI<
li
>
le
Meper
metteremo ad
Nella deftra mano tiene un'Alta e nella finira un Fulmine > fando
in piedi fopra un Carro tirato da due Aquile .
Nudo fi dipinge, perciocch, come racconta AlcrTandro Afrodifco, an-
immagini degli Dei , e de' Re , furono fatte nude , per mopo'Tanza loro ad ognuno era manifefta .
I vari fiori fopra il panno fignificano 1' allegrezza , e benignit d quePianeta , e di efli fiori Virg. nell' Egloga 4. cos dice .
ticamente
ftrare che
llo
le
la
Ipfa
tib
immagine^ di Giove
rO
II
colia
0_
PRIMO.
>o?
dedicate a
mano
tirato da
Giove
ma
in atto di lanciarlo
e la liberalit
dicell
aq
CARRO.
ICONOLOGIA
505
CARRO
Como
VEcchio
brutto
mente brutto
fporco
SATURNO.
DI
fi
e lento
>
un panno pari-
e di malinconica com-
con abito (tracciato . Nella delira mano tiene una Falce , e col,
Anidra un picciol Fanciullo , quale moftri con bocca aperta voler divorare.
Stari querta Figura in piedi fopra di un Carro tirato da due Bovi negri , ovvero da due gran Serpenti e fopra del Carro vi fla un Tritone-
olla Buccina alla bocca, mollrando di Tuonarla, ma che fi veda che l'".
code di elio Tritone fian fepolte nei piano di Carro , come f foifero
plefTione
la
fitte
in terra
Stella di
Saturno , e
fi dipinge
Sporco
la
,
fua tardanza .
proprio di Saturno
perch
il
concedere
coftumi
lifoneft
Si
TO
.P R I
M 0.
507
incognita
mano
EflTo divora , dimoftra che il tempo diftrugge que' medelmi giorni, de' quali Padre e Genitore.
(<?)
Si danno i neri Bovi al fuo 'Carro , perch tali a Lui fi facrificavanoi
come racconta Feito Pompeo.
Si pu anche dire, che avendo EfTo infegnato l'Agricoltura per arare
Il
Fanciullo che
e coltivare
quelli
incerte
in terra
,
,
aq
CARRO
rCONOLQGIA
308
CARRO
DI
MINERVA.
D Celare I{ipa^
CfA..
DA
Il
Carro
Minerva
mare , e
in
forma triangolare
fignifica (
l'
La Cor.
r
La Gorgona
PR
e la Sange
M 0.
dimoftra
lo Spaventa
>
che
I'
509
Uomo
fopra
ambiguit rifolve
Le Civette , che tirano
il
dell*
Carro
elmo dinotano
non folo
'vi fi
che
la
Capienza
ogni
ma
confecrati a
Minerva
CARRO
PLUTONE,
DI
Dello Steffo
ignudo
UOmo
capo Tiene
fpaventofb in vifta
in
mano un
picciolo fcettro
pra un Carro da tre ruote * e tirato da tre ferociflmi Cavalli > dei quali
[ fecondocch dice il Boccaccio lib. 8. della Geneologa degli Dei j uno
fi chiama
Amatheo il fecondo Alallro , ed il terzo Novio ; e per fair
meglio , che fu c3nofciuta quella Figura di Plutone i le metteremo ai
piedi Cerbero, nel modocch fi fuole dipingere .
Dipingefi nudo , per dimoftrare , che le anime de' morti , che vanno
Bel
Regno
di Plutone
e di
ogni
ICONOLOGIA
^10
ogni comodo
propollto
onde
il
Petrarca La
cosi
dice
a quello
Che
igntda
i* alma,
Conirien che
joU
che
t
Spaventofo fi dipinge f
commefli.
meritano
gli
errori
fecondocch
hanno da calH^gare li fcellerati ,
Gli fi da la ghirlanda di ciprefTo > per eflere quell' arbore confecrato
Plutone,
.a
come dice Plinio nel lib. i6. della Storia naturale, e gli Antichi , d detto arbore gli fecero ghirlande , per eflere pianta trijta e mcfa i eirendocch , come una volta tagliata pi non germoglia.
Il picciolo fcettro ,
che tiene in mano dimollra eh' egli Re dell*
ultima ) e pi bafla parte dell' Univerfo .
La chiave infegna di Plutone , perciocch il regno fuo di maniera
ferrato , che nefluno pu ritornar di l
onde Virgilio nel 6. dell* Enei:
de
cos
dice
La
carretta dimoltra
r.
giri
di quei
che defiderano di
Dio
arricchire
per
ricchezze
E' guidata da tre ruote , per dinotare la fatica , ed il pericolo di chi
vi va d' intorno , e 1' incertezza delle cofe future .
Dei tre Cavalli, come abbiamo detto, il primo fi chiama Amatheo
viene [ come dice il Boccaccio nel luogo citato ] interpretato ofcuro , affinch fi comprenda la pazza deliberazione di acquillare quel che poco fi
meftiero , colla quale giudicato ovvero fcacciato l'ingordo. Il fecondo
detto Alaflro , che fuona 1' illeflb , che fa nero , acciocch fi conofca il
delle
dell'
Inferno
Commedia
di Ercole
furiolb
V alme ;
La
CAR-
rOMOPRIMO.
511
Vulcano
gerlo nudo
celefte
naglia
brutto
e con una
Cefare ^ipa
pofio per
affumicato
mano
il
zoppo
Stsr queda Immagine fbpra di un' Ifbla appi della quale vi fia una
gran fiamma di Fuoco , ed in mezzo di elTa varie forte di armi
e detta
Ifola fia polla con bella grazia fopra di un Carro tirato da due Cani
Il Boccaccio nel libro della Geneologla degli Dei , dice 1 che il Fuoco
di due forti il primo I' Elemento del Fuoco , che non vediamo > e
quefto molte volte i Poeti chiamano Giove ;
e 1' altro il Fuoco
Elementare > del quale noi ci ferviamo in terra e per quello s' intende
la Figura di Vukano . Il primo s' accende nelP aere
per il velociffimo
circolar moto delle nubi, e genera tuoni: per il fecondo il Fuoco
che noi accendiamo di legna ed altre cofe che ^ abbruciano .
Brutto fi dipinge , perciocch cos nacque , e dal Padre , il quale di*
cefi eiTer Giove e la Madre Giunone fu da loro precipitato dal Cielo,
ficch and a cidere nell'' Ifola. di Lenno nel mare Egeo , che per fi dipinge accanto la fopraddetta Ifola s dalla qual caduta rell zoppo e fciancato
Ond' Egli vi^ne beffeggiato dagli Dei nel Convivio j che finge.
Orner nel fine della prima Iliade ove dice in fijo idioma .
Immenfiis a:uem ortas eji rfus beatis Diis
&r viderunt Vidcanum per do-mum mjniflrantem
Nou per altro ' fenon perch zoppicava , imperfezione ridicolofa. la
una perfona quando fi muove , e fa qualche efercizio , con tutto ci , da
quella iiletfa imperfezione , prefe vaga materia di lode Giovan Zaratino
Cartellini , mio amico , veramente gentiluomo d.' ingegno , e di bels-
-,
-,
lettere
in quello
fuo
Epigramma
Ad. Venereni de
Dindymo
Pallore claiuda^
Erras non ttms efl natus , Cythersa r CupidoStulta. ubi matr't , nilq; pJtri efi firmlis
;.
Is
IXiniymis
'i)tq:ie
e,i
ocds fimitis
tibi
totns
'^utus hc ejfo
Eft daidiis
tms
c(t
cMum
pttkmor
&
pede
']am defere
ifle
tua,
ore j
mttm
C^efo'
ICONOLOGIA
3ii
Epigramma
Qi-ierto
di
Roma
del
id'oj.
fu
che
ufc
la
no Zoppo
La quale Imperfezione apprefTo Vulcano fignifica , che la fiamma_j
del fuoco tende all' in sii Inegualmente , ovvero per dir come dice Plutarco , Vulcano fu cognominato Zoppo, perch il fuoco fcnza legna non_j
cammina pi di quello che faccia un Zoppo lenza baftone ; le parole dell'
Autore nel difcorfo della faccia della Luna , fono quefle . Midciherum Vtd'
canum dicimt claudum ideo cognombutum fidjfe , quod ignis fine Ugno non magis
progreditur , qnam claudus fine fcipione
.
Nudo
e con
poco
il
ed avendo bifogno
Il Martello
Gli
danno
fi
e la
il
di materia
che
tanaglia,
fuoco
Cani
fi
dipinge zoppo
tiene
con ambe
le
mani,
fignifica
il
( d )
perciocch
credevafi anticaBiente
che
Cani
il
monte,
ed abbruciandole farne
facrifizio
a_j
Vulcano
CARRO
DELL* ARIA.
Dello Stejjb
FU
da Marziano Cappella Giunone per 1' aria , per una Madi una fedia nobilmente ornata, con un vel
bianco, che gli cuopre il capo, il quale circondato da una fafcia, ad ufo
di corona antica Reale , piena di gioie verdi , roife ed azzurre , il codipinta
trona
federe fopra
Nella
( ) Cio fenduto dal tuoco fleflbile , e ridotto a fegno da poter ricevere quelXa rornia
, che per mezzo del Martello gli fi vuol dare
daU' Artefice .
TOMO
Nella
deftra
t'amburino
tiene
i
PR
un fulmine
'
M 0.
I
e
nella
5rj
fmlllra
aver un_i
ci
-^
li
Dea
mano
Laudatas
o/endit anis
pennas
'Simona,
fignifica
tamburino
il
ri infiammati
baleni
>
comete
oltrecc
iride
vapoi
e nuvoli
CARRO
DELL
A C
<^
U A
Dello Steffo.
Da
E'Un
natura degli
Dei
dipinto
Nettuno
Acqua
per
vecchio colla
1'
perci
II
detto
fii
,
del
mare e
gli
porta indofl
del
Dio
tranquillo
>
lignifica (
come
come anche
riferifce
il
fuddctto Fornuto )
il
che
colore-
mare
Tridente dimoftra le tre nature dell' acqua perch quelle dei fonfiumi feno dolci le marine fono falic ed amare
e quelle del
laghi non fono amare, n anco grate al gufto .
Gli attribuito il Carro per dimoltrare il fuo movimento nella fii-
perficie il quale fi fa con una rivoluzione e rumore come proprio fanno le ruote di un Carro
E' tirato detto Carro da ferociffimi Cavalli per dimoftrare * Chej
Nettuno flato il ritrovatore di effi , come dicono i Poeti , percuotendo
la terra con il Tridente ne fece
uicire un Cavallo e come racconta^
Diodoro fu il primo , che il domaffe
Il
ti
'
CAR-
ICONOLOGIA
CARRO DELLA TERRA.
;i4
terzo
NEITerra
una
libro della
di
Torre,
fello libro
che
dell'
Boccaccio defcrive la
capo di una troiia_
dice Turrita come da Virgilio nk
il
in
-i]
-'j
allora
fi
il
Carro dinioftrano I* ufnza dell' agriperch i Leoni ( come dice Solino nel libro
delle cofe maravigliofe ) fono avvezzi f fanno il lor viaggio per la polacciocch i Catf*
vere, colla coda guailare le velligia dei loro piedi,
datori da quelle orme non poffino avere indizio del lor cammino .
Ilche fanno anche gli Agricoltori del terreno , i quali gettato chc->
hanno in terra i femi , Cubito cuoprono i folchi affinch gli uccelli noa
mangino le femenze
Le fedie, come dicemmo, altro non vogliono inferire, che dimoilrarc, non folamente le cafe ma anche le Citt , che fono llanze degli abitatori , le quali rimangono moke volte vacue per guerra , o per pelle ,
ovvero che nella fuperficie della terra molte fedie fiano vote , ta olti luoghi
o che eifa terra fempre tenga molte fedie vote per quelli
difabitati ,
che hanno a nafcere ,
che
coltura nel feminar
I
Leoni
guidano
la terra
CARRO
P R
CARRO DEL
Conte
da
dipinto
-
diverfl Toeti
Md. primo
lkro
iella
31S
LA NOTTE.
ed
in
oceacm
particolare dal
Geeeoio^ia degii
Dei
'NA
;I>onaa
,'
come Matrona
quattro vigilie
pavero
iignificante
il
fonno
CARRO
X>i
UN
BACCO.
DI
Cefare B^pa,
Giovane
allegr.r
Lupo cerviero
che Bacco
fpflfe
il
ritrovatore del
viijio
ed
effer
Dio
di quello
Giovane
li
-,
I
1
) L' Edera dedicata a Bacco , per avere in se quefta Pianta , fecondo Plutarco j certa Virt e forza occulta , la quale trae le umane menti tuori
di f j e quafi le empie di hirore , ficch , fenza ber vino , fembrano pofcia
gli Uomini iibbriachi . L' Edera dai Greci ,
chiamata Gillo , e Gifsare ; tirando le loro parole al noftro ufo di dire , lignifica efsere dato alla libidine , e
perci fcrive Euftachio , che hi data V Edera a Bacco per fegno di libidine ,
alla quale fono gli Uomini incitati affai dal vino .
(
(7
^ ^ E' comune
il
Proverbio. In fino
veritas
ICONOLOGIA
^i5
circondato
me lega tutto quello ,
ne g-nti .
Trfo
Il
no
11
Carro
fgnifca
fa
fpcifo
ag2irare
dall'
al
che
edera
s^
la volubilit
ii
cervello
degli
agli
che
dinota
appiglia
ebrj
cosi
perciocch
Uomini
il
come
li
il
La
che
pelle
di
Lupo
qucit' animale
che
attribuito a
vino
che il Lupo cerviero ha la vifta acutiflima .
Le Tigri, che titano il Carro , dimoltrano la crildelt degli cbrj
perch il carico del vino non perdona ad alcuno
tendere
villa
il
dicendoli
CARRO
TOMO P R t M 0.
CARRO DI BACCO
2^7
ii
CV.l.
(o)
Di
fino y e
ed argemof
Sopr
OOLOGIA
J CO
3x8
t^fe<V4
Curro
Ed Ei col raggio
Mpko p b4lo e
piando Jt mojfe
Di "Pampan
Diftinto
ricco fldorn^i^ento
fuo
lucfdp
D'
gemme
di
fpejjl buchi
9
1
effendo
oro e
heHo
frdrtdi ornato e
Da
rea^^a
)1
il
che 7 percotea
fvi*
(jneUt^r'
fia pendente
piombo un gran
e piccioli forato
Crivello j
a Lai dicato
( f )
rfo
(h)
Carro
il
onJ*
(k)
Ei fedea
d' abito
e d' onore
illujlre
Fa
fede
vifo
mgU
<2t"
>' effere
Da man
il
Vigore
nitido e chiaro
dimojlra
H pi preclaro
valore,
ueW
un "i^pw temprafQ
d^ra il Vigor fegite
njpctto
cireoffietta
(ri)
Zlowfofco, (&)
Che mofira Aver in li poca ragione .
La chioma ha rablu^jjfa , e l' occhio lojco ^
E
E
Fa
flar
difcoflo
l^on ufa di
Che non gli
tutte le
TerJone
ferir
con fromba
fa<iti
di
louun
Ig.
dardo
fgiurdG
^cflo
TOMO PRIMO,
^lefio
319
il
cafcun fugge di
converfat fsco
un tratte
E gira in crchio quel baflon da cieco 9
Ferifce fempre mai dappreffo > e ratto
Ma
non tardit
lontan tche
ha bieco >
occhio
i' Ira
quel
Fa
Timore
il
sbigottito
intento
ya muto
e gira
al
e fa fempre in paura
e dimeffo ,
tmido
mira ,
e non
pon per
tutto
cura
di fefkffo
fi fida
s* ajjlcura ;
il
fi fla
coli'
occhio
in fui'
il
awifo
fia percoffo
afficurargli
il
fuo
vii penfiero
>
Seg'ie
Indi
Il
rie
vecchio
Che
di
fummo
di
vm
colmo ha
il
(pJ
cervello, r
ICONOLOGIA
310
di cibo 1 e di l'ino
Ed
'ventre
il
D'
ha pieno
membra,
^el
tema
in
man
dell'
.Afmello
f
il
(q)
laccio
E
E
E
Vecchio
e quei Fanciulli
e grati
allegri
rendendofi
Padrone
di Giorgio Codino de Or^. Conflan. era Simbolo delia Potenza , e per queila ragione quei Popoli fingevano che i loro Dei portaflero borfe di oro
L' Oftro , per il calore che nel fangue fi accende dal Vino in copia_j
bevuto > cagione per cui nel volto de' Bevitori apparifce il color rubicondo .
( ") Coronato di Pampani, e d' Uve, perch Egli fu creduto il ritrovatore del Vino , avendo infegnato come fi avevano da raccogliere le
Uve dalle Viti , e fpremerne il dolce fucco, veramente gratiflimo, come
altres utile a chi temperatamente ne fa ufo . Euripide in Bacch. , al Latino trafportato , chiamava il Vino follie vo di tutti i mali, autor del fonjio
antidoto
della triftezza
Serttele fatus
^c
Di
protiditi mxroris
ille
'
nubila
i.
dell*
Elegie."
quefta oppinione
contrario
Tertulliano
in
Da
PR
M 0.
jii
(
) E' dato il Carro i Bacco perch fu reputato il primo TrionfaEgli nel combattere molti Re , come Licurgo , Penteo , ed
Super
tore .
altri , e foggiog tutta 1' India , donde ritornandofene Vincitore fopra un
N avanti Lui fi legge che alcuno
Elefante gode farli vedere in Trionfo
aveOfe mai trionfato delle vinte guerre perilch come primo Trionfatore
a Lui fi deve il Carro Simbolo, fecondo Pierio Valeriano lib. 43. del
<;
Trionfo
Prefb poi ancora Bacco per il Vino , a Lui rettamente conceflb il
Carro, giacch il Vino trioiiFa de* fenfi dell' Uuomo e lo fa fchiavo della fua potenza .
La ragione che apporta il Boccaccio nella Geneologla , perch fia dato
il Carro a Bacco , fi , perch il troppo vino fa Ipeflb che non meno fi aggide' carri
ri il cervello agli Uomini , di quello che fi aggirano le ruote
( tf ) Per le Tigri , Animali ferociflimi, fi fpiega che il vino fpeffb
rende gli Uomini feroci , e terribili . Soggette al freno , per moftrare che
fierezza , la crudelt , e mille difetti che per il
la fobriet raffrena la
troppo bevere s' infinuano nell' animo ,
( e ) Lambifcono il morfb bagnato col Vino , per indicare che i gran
Bevitori difficilmente fi poflTono dillogliere da tal vizio
Fu dato a Coflui il Cribro <
( / ) Del Crivello cosi fcrive il Cartari
e pofto traile fue cofe fagre j perch , come dice Servio , credevano gli
Antichi che giovaOTero molto i Sagramenti di Bacco alla purgazione degli
animi e che per i fuoi fagri mifterj cos fodera quefli purgati , come fi
purga il grano col Cribro . Ed il Boccaccio riferifce che credettero alcuni che fofife fatta quella purgazione negli Uomini colla ubbriachezza ,
qual' il Sagramento di Bacco; perch paflata che fia poi quella, o con
il vomito o in altro modo ,
e ralTettatofi il cervello , pare che 1' animo
fi abbia fcordato ogni travaglio,
e che fpogliatofi tutti i nojofi penfieri
rimanga lieto e tranquillo , come dice Seneca ancora , ove fcrive della_j
Errore fenza fine grandiJiimo , indegno di tant*
tranquillit dell' animo
Uomo , e flravolto penfare degli antichi Gentili 1
1' Uomo vinto dal
Vino avendo il
( ^ ) Per inlhbili gradi , perch
cervello offfcato , agitato , e in confjfione , non ha forza di ben reggere
le membra , da che ne fegue che non fa {labile mantenerfi in piedi e_j
convien che traballi
(
) Si dipinge di volto verginale , o fia giovanile , graziofo ed allegro.
Di volto verginale e muliebre , per indicare la mollizie che il vino immodeIl Vino , e la Lafcivia hanno tra__
tatamente bevuto induce nell' animo
loro non poca coerenza . Viene quella a maraviglia fpiegata da Virgilio
.
/:;
in Opufculs ,
Ts^ec
nec Tu 'uni
,
namque modo Fina
Veners
-Uno
capiaris
,
amore ,
Fenufque noccnt
xArcamm
ICONOLOGIA
32.
^ArccLiv'.m
demens
^t
parola
P'is
quello corrobora le
de lo
rteffo
detegit
ebrietas
'yucche
gravi
membra
Cupido
ferus exitiMe
rende
l'
che
1'
ufo
rempenitx) di
di
Bacco
on-
Tit
Ha
il
fi
tracanni
e bello
&
cordentur amplitts
Ha Bacco
/d
fono le Pantere polle con Bacco, perch fono animali calidiffimi , e che leggermente faltano, come facevano le Baccanti , e
fono gli Uomini fpeffb rifcaldati dal Vino pi di quello che fiano di Lor
jutura
Se fi deve riflettere poi al^ ufo moderato del Vino , fono quelli animali a Bacco ad detti , perch dimollrano che la moderazione dell' ufo del
Vino atta a raffrenare i pi efiferati animi
Cos Fornuto de J^autrAj
Deorum Tardales Dionyfro Jiibjungunt , atq; IIhth fequi induamt , frjc ob colors "jarietatem , t a ut etiam ipfe , e^ Bacche nebride induantur , ain q'sod afperrimi etiam m^res temperato Viin ujtt manftiefcant
alfai ; perch ne' Pleb-n veramente domina l' ubbriachez( / ) Plebe
iruio ben' Efli trovare il mezzO' onde_
za.,, e banche p overilTuni fiano,
trovar
.
TOMO
PR I
M 0.V
3^3
efperiraentano pur
Qualunque acquiflo facciano
lor voglia
le
loro fatiche
colle
chi fieramente adirarfi , chi lufsureggiare ec. chi balbuzienti chi velociffimi nel difcerfo ec. GraziofiiTimi , a mio parere , fono quei verf che
abbiamo tradotti dal Greco e rapportati dal Minoe nel fuo Commento all'Al-
-,
tertia libido
quarta nfania
e dia vigore t
( ) Allora fi dice che il Vino corrobori le membra
quando cio f ne faccia un ufo moderato , giacch diverfamente , non
ma anzi rende ftupida la mente , af&evolifcc
corrobora non invigorifce
il corpo ] ed cagione che per lui divenga tremolante e malfano .
-,
-,
chezza
guillara
ch
Furore , 1' Ira , e il Timore principali propriet dell' ubbriafono baltantemente defcritti j ed a pennello dimoftrati dall' AnIl
) Segue il Carro di Bacco il Vecchio Sileno fopra 1' Afino, perebbe in cuftodia Bacco eflendo
Sileno t come penfarono gli Antichi
/'
-,
fanciullo, e ne fa teftimonianza
cosi dicendo
fecondo
la
jixc audi
Optime
tra
gli
altri
Orfeo
in
hymno
in
Slemm^
&
alunne
Divisi
Grate vris pariter cunSlis, pnedulcit Horis
Non folo Cuflode , ma gli fu peranche Direttore e Maeflro 1 e per
quella ragione pollo tra gli Dei apprelTo Bacco , come ne dimollra Giuliano
in Cteff. ne' feguenti termini dal Greco al Latino condotti : Diis in orbem
fedentibus
Silene
Slenus Dionyfio
Ht editcatorem
&
'^uveni
infltutorem
par
cimSlis gratijjme
&
erat
vennfo Jovi
>
come
"Patri
proxmo
proximus
ajfedit
in quelle di Caracalla
di Elioga-
'
ICONOLOGIA
CAES.
314
detto
DIANUM
nella
IMP.
intorno
lettere parimente
e
di
M. ANT.
mano deftra
Becco
colle
GORalzata
fegucnti
cio o/EliiirrL
Citt
Coillu
della Nue
Municipio
Municipium
midia in ofTequio del fuddetto Gordiano fece coniare la detta Medaglia ,
ed il Sileno .che in efla fi mira fa fede che ivi era in venerazione . Non
all'
intorno
Coilliitamm ^ntonniannm
fommo
&
&
ereditar,
&
Trxmiaque
>
veteres
ngcntes
pagas
Thefidx pofuere
atque inter
&
compita circum
pocula Ixti
Mollibus in pratts
(?)
TOMO PRIMO:
s^-l
conto
CARRO
UNacon
AURORA.
DELL*
Cefare
componendola
Bjpa,
che
Poeti
di oro
s'
ingegnano di efprlmere
di porpora
j di rugi ada
e fimili vaghezze ; e quello far quanto a' colori , e carnagione
Quanto all'Abito fi ha da confiderare , che Ella, come ha tre fiati
parole
di rofe
-."'
;:;..
_nn::ir}
-,
,
,
..:.
.i;;hi Ji)
;;,',.
1'
al-
) Secondo le Favole Titone era Piglio di Laomedonte , Pratello di Priadi Troja . Qiiefti dalla natura hi dotato di fomina bellezza , ondc_
r Aurora di Lui fieramente fi accefe , lo voile in Conforte; e fece in Cielo
trafportartolo ottennegli dalle Parche l'immortaiit . Dimenticatafi per di chiedere a (Tiielt unita alla grazia dell' effere immortale quella di una perpetua
giovent j Titone venne in tanu Veccliiezza che fi trov obbligato a ftarfene^
(
(7
mo Re
fempre in
Letto
ICONOLOGIA
325
.
Il bianco [ fecondo che racconta il BoccacGenealogia degli Dei ] denota che nafcendo 1* Aurora dal
Sole procede quella chiarezza del Cielo , che fi chiama Aurora , ed il
Cavallo rolfo il principio della mattina , che oliando i vapori , che fi levalo dalla terra, mediante la venuta del Sole 1' Aurora fi parte ; ficch
/dalla vennta del Sole , e la partenza dell' Aurora > il Cielo rolTeggia .
1'
cio
4. della
lib.
UOmo
rato
e
un crcolo fopra di un Carro colla Face accefa in mano , tida quattro Cavalli , fignificanti le quattro fue parti dell' Orto ,
Occafo , e i due Crepufcoli , ovvero il mezzo giorno e mezza.^
che anch' efla corre avanti il Sole ,
dell'
notte
Vefco'vo d'^latr
>
in
dato
dall'
un Carro
colla
tirato
il
lume
Aurora
CARRO
Dell'
da quattro Cavalli
mano j per
face in
Omo
E L L'
ifleffo
A N N O
Fefcovo
>
tro Stagioni
C^RRO
Di
DI
CERERE:
Cefare
BJpa.
DAI
comx
Ed
in
un
altro
luogo
3.
Elegiarnm
Tiene
colla delira
fpicis
redimita capillos.
mano un mazzetto
di
Papavero e
colla finillra
una
Facella accefa
Le
fi
TOMO
P R I
M 0,
527
fopraddetti Animali
CARRO DEL
Dello
UN
L'
OCEANO,
Stejfo .
Vecchio ignudo di venerando afpetto , e del color dell' acqua macolla barba e capelli lunghi pieni di alga , e chiocciolette ,
,
rina
'
1
([ (2
ch
Papavero a Cerere non folo per effer Simbolo della fertilit , ma perfecondo quello che raccontano le Favole , Cerere per la perdita della fiia Fir
) Si da
il
,.
deUe:
ICONOLOGIA
^18
Carro dimoftra
de]Ia quale
da tutta ia terra
Tiene il Vecchio marino 5 per dimoftrare eh' effendo I' Oceano condotto dalle Balene pel gran Mare fofle ricco di molti Buoi marini , e di molte
fchiere di Ninfe, che l'uno, e l'altro dimollrano le molte propriet delle
acque , e i diverfi accidenti , che Tpeffo fi veggono di quelle
CARRO
Come
AMORE.
D'
dal Tetrarca
dtptto
Qt
Con arco
in
mano
-,
Di
bianchi
'
color mille
fai
e tiMo
l'
n feudo
UNaLeoncorniDonna,
Colla
bella
uno Scudo
ipro, ed
ftra
Steffo
delira
di criilallo
-,
in
piedi
UNadueMorte
Bovi
colla
neri
Steffo
Papi , Imperadori ,
conforme a ci, cos dice.
delle cofe tutte
lit degli
Cosi
Pallida
Elementi
y^riftof. in
alts
alits
{cnut Ktermsm
natum
efi
nome
la
di
Latina Traduzione
antequam Arm r
Ctcum (J Terra , Qceanufquc
Avibus fecondo
vero
il
comrnifctrffet
,
omnia
Ccmmijiii
TOMO PRIMO,
Talltda
mors
ccq:io
B^gumque Turrcs
pnlf.it
paHp&mm
pede
3^9
tabernas
Stazio in Tebaide .
Mille modis Uthi miferos' oicrrs una fatigat
Ferro , pefle fante > 'vinclis i ardore calore ?
Mille modis miferos mors capii ma, homines .
>
-,
'
'
LA
Fama nella gufa , che abbiamo dipinta al fiio luogo j ma che fta
fopra di un Carro tiralo da due Elefanti . Avendola dichiarata altrove
qui non mi eftender a dirne altro
UN
le
ali alle
ipale
un Orologio da polvere
da due velocitimi Cervi
tiene in cima
Steffo
del capo
e flar fo-
L Padre,
Steffo,
ti-
.^
CASTI-
SSD
ICONOLOGIA
CASTIGO.
4M Ctfm
9^pi
Dlpingereino
TOMO PRIMO.
511
meritata, pana
()
1'
ambiziofo
il
crudde
cradftor
ribell al
le crudeliftme
il
brame
di Falar Tiranno di
Agrigen-
andavafi immaginando nuovi fupplizj per tormentanto celebrato Toro di bronzo , e lo fabbric col
ardentifTima fiamma
^flolf.
Off".
A T T O
Giove Re
Star. lib. 2.
cap. 2.
A V O
ed altri
O.
Dei
FAvorl
tanto
de^
fbeflia
;;
T
Il
none
2
II
Il
M^^l.^^
( i7 } Il Gaftigo di Dio dal P. Ricci figurato : Vome con faccia fevera e sdegnata
che [emhra far atti i ukgno . Ha una fpatl/riit ttfimmano , ed una falce. Nell'altra un
fplendido Sole
Con
mander
La fpada
caftighi
ed
afflizioni,
che giuflamen-
Divina Giiiftizia;-
che adoprer contro i ribelli della fiia Saata Legge La Falce denota il gafligo, per
fentenza- di Pierio , e dagli Antichi fi ponea in mano, de' Cuflod delle Vergini fer
tc
il
S ignare
a' ttifti
1'
Iftroinento della
firn
guardarle da* Ladti ; e fccome la- Flte tronca le fpighe nel campo
cosi troncher Iddio il capo a' peceatori , diantfO' loro eteroa morte. IlSolerapprefenta^
Iddio
.,
ICONOLOGIA
S^z
none
quella
Non
lafci
e lo precipit nell'
inceantemcnte girava
S
9i
DOnna
Cefate
lib.
A*
B^a
Nella deftra mano terrJi una Sferza alzaed un Cupido cogli occhi bendati le ftia_j
fotto a* piedi
Sari velUta di lungo , come una Vergine Vertale , e cinta
nel mezzo d' una fafcia , come oggi in Roma ufano le Vedove , fopra la
^uale > vi Hi. fcritto il detto di S. Paolo : Caji^o Corpus msum
bella d* onefta faccia
in
ta
atto di batterli
T
Delb
DOnna
StJfo
veftita di bianco
namomo
Neil' altra
e gioje
Vdleff
PR
AI
Donna
Veftel quella
l Al O.
?jj
pumi
s'
appoggia
alla
Colonna
Cinnamomo- odorifero
II
preziof dimoftra
animo
perch non
dell'
fiiccefTe
alla
fins
Ver-
della__,
e particolarmente
Le Anella fono
II
Serpente
zo d* amore
la
verginale
concupifcen2a
Le Monete
1'
fuggire-s
Caftit .
DOnna',
due Tortore
nome
di virt
rende
1'
aff,;rma S.
detta dalla
Toramafo
in
caftigazione della
2.
ft,
df
atto
fniftra_j,
2. queft.
carne
151. artic. i. .
concupifcenza che
Uomo
fi
colla.
La Caftit, come
Le
ftia
il
perciocch ,
occhi come rattori alla colpa
deve efler pura e netta_
II vertimento bianco denota che la Caftit
da ogni macchia , come dice Tibullo nI 2. lib, Epift. r.
Cafla placent fuperis , pura curri vefle venite
Et manibm pnris jtmite- foctii aqiiam
Lo ftare in atto di camminare dimoftra , che non biTogna ftare ftr
ozio, caufa ed origine d^ ogni male ; e per ben ditTe Ovvidio de reme~
.
dio
amoris
Otta J tollas
Le Tortore fono
come
Pien'o
riferifce
,-
^nte
ait
moriar
qnam
fit
ti copia
nofl.n ,
Che
ICONOLOGIA
33A
Che
2e
mlferamentc
traboccare
vizio
nel
delie
carnali
concupifcen-
( d )
DI
amore
rale impudico-
uifiamraata
fi
era
Mogiie
di
Putifar-del
-,
voluto
avetTe
lo
tolie
alte
Giovanetto Ateniefe vedendo di non poter isfuggire la sfreRe Demetrio , fi gett in un bagno di acqua bollente
eleggendo piuttollo morire , die macchiare il bel candore x fi.ia purit .
Sabd. Uh.. 5.
natezza del
FATTO
Q a
")
Abbiamo dal
P. Ricci
figurata la Gallica
Gmo
TOMO PRIMO,
555
FATTO FAVOLOSO.
Figlia di Coroneo di Focide ebbe tanto in pregio la la punti , che invaghitofi di Lei Nettunno , bench colle pi f^rti lufingh 1 'Colle maggiori promefife di tefori e di delizie procuraiTe trarla^
al fito volere , EiTa fi pofe ad una precipitofa fuga , e s caldamente preg
i Dei a difenderle 1' onore , che Minerva moCfa a piet > la trasform in-^*
0-vvid. Metam. ib. 7.
tj-na Cornacchia
Coronide
CASTIT' MATRIMONIALE.
Di
Cefare S^pa
la
Lauro
deftra
e llridere
nel
fare refiitenza
fiamme
alle
di
e refiitono
I.
foglie
le
Lauro
La Tortora
mai l' onore e
Amore
fioco
il
cafla
fi
come
,
.
ftridond
Per Ovvidio
trasforraaCfe
in
e'
infegna
col proprio
efempio
FATTO
tf
Figur
il
Donna
ftmento
all'
ben
fatta la
purgazione
ICONOLOGIA
53^
Figliuoli de'
Figliuoli
Tobia
Re
Figlia di Artaferfe
di Pcrfia
effendo rimalta
FATTO FAVOLOSO.
PEnelope
Marito
la
quando terminata avclTe una Tela Le fu accordato ; ed Elfa dinotte , quello che aveva fatto il giorno ; ed in fomma con tanti
artifizi I' intertenne , che finalmente tornato Uliile , ammirando la fedelt
della Conforte , e la sfrenatezza degli Am?nti , con Loro divenuto furiofo
tutti gli uccife . Omer. Odijf. Ovvid, Fuji, Epifl, i
sfaceva
la
CECI-
TOMO PRIMO.
53T
/^
4^^^
DOnna
'
ci promette, tutto un poco di terra., non pur fotto falia fperanza da_j
breve piacere ricoperta , ma con grandiffimi pericoli di tutta la noftra vita 5 come ben dice Lucrezio lib. 2. De natura rerum
.
Oh
mifer.ts
homnum mentes
^ialbns in tenebris
Degitur hoc ii
"jitiS
& pe&ora
Caca
qaantijqae perkls
qaodcmnqw
'
e/Il
Ed Ov-
ta Orvidio
_-
'
-'
^-^
>^
6. delle Metamcrfofi .
fuperi qu^intum mortalia pecora Caca
..^1
Tnh
iib.
T^onis habent
(?)
Sanfone
dall'
Onnipotenza
di
Dio
di
era divenuto lo fterminio , e '1 terrore de' fuoi nemici Filidei . Dopo
molti egregi fatti fi lafci Egli forprendere in guifa tuie dall' amore di
Donna chiamata
Dalila , che
Pervenuto ci a notizia de'
altro
Filiice
uibitirr.ente a
dotto
fi
farebbe
r avvifo
a'
alla
comune
fiacchezza
-,
Diede
la fcaltra
il
di
feguentc_>
le fettc_>
nervo peranche umido afcondendofi Effi con Gente armata in Camera a Lui vicina . Venne Sanfone fi coric , e addormentato che fu <
Dalila gli leg colle dette funi le mani indi lo fvegli , gridando : Sanfone 5 ecco i Filiftei fopra di Te . Deflatofi alla voce Sanfone , fece sforzo
tale colle mani per metterfi in libert , che refiarono le funi rotte
come
f ilate folfero un filo di ftoppa pofto fopra la fiamma
Quell' unico perfido tentativo doveva efler ballante ad aprir gli occhi della mente a Sanfone j onde pi non fidarfi dell'ingannatrice Donna, e anal da f totalmente rimuoverla
Ma che ? Egli era troppo perduto Tent 1'^ iniqua in varj
modi e con pianti, e con lufinghe , e con doglianze per la feconda , e terza voha di j;i fppre dn l.iii quefto fteCCo ; ed Egli la feconda e la terza
volta ancora f ne prefe giuoco ,. e li trov fempre , nello lleifo modo che
fopra, in iftato di elfer tradito, le il vero le avelfe fvelato . Pure, cecit
fovragrande ! alla quarta volta cede ali' importuna Ingannatrice , e feriamente comunicolle tutto il vero , dicendole che elTendo Egli Nazareo , e confiini
di
-,
'
fagrato a
Dio
fin
dall'
utero di fua
--^rr--
Madre
fieva
( ff ) La Cecit de' PeccatoT cos s* immagina dal P. Ricci: Vu/io cicco vaiato da un altro cieco. Abbia fui tapi nn fatnma , et ne' piedi una Cjtcna . Cieco,
per la cecit della mente colla quale i Peccatori non ravvil'aiio il <lanno ciiiij
arreca Loro la colpa , il periglio a cui fono apprefTo , e lo sdegno del Sommo
Creatore . E' condotto da un altro Cieco , clie l' umana concupifcenza , d.i_,
cui viene tratto in mille errori . La fiamma fid capo V ira di Dio , e la pena elle al Peccator t'ovrafta La Catena da' Teologi prefa per Ceroglifico de'
peccati, il:indo legati in fieme , in guifa degli anelli di quella ; ed uno ra ftra'da all' altro j e iimboleggia ancora la dura ferviiVi nella quale l ritrova il
malvagio per le colpe
.
TOMO PRIMO,
Capo
nel
fifteva
avvifati
Fiiiltei
Comprefo
quali a Lei
il
al
vero
quella mancata
folito f
capelli
dall' infedele
$39
LA
fetto del
Nerone
Vita
foiXe
Non
s'
afcefo
atterri
al
,
Nerone
FATTO FAVOLOSO.
AFfacciatofi Narcifb ad un limpido Fonte
mente
tamorf.
lib.
3.
CELE^
ICONOLOGIA
540
4*,
Di Ce/are I{jpat
DOnna
Celerit
CIIIA-
TOM
H
PRIMO,
R
54t
Z
A.
Cefare Bpit ^
Mf?^^^^^
Giovane ignuda
UNa che
tenga
mano
in
Chiaro
che
fa
la
-,
CHIESA
ICONOLOGIA
541
CHIESA CATTOLICA.
Ld
T. F. Vincenzio
M.
^icci
O.
DOnna
precipizio
uniti infleme
altro
fotto
l'
che
la
infigne Bandiera di
Romani,
e_>
i quali dellinano tanti altri Prelati, come Cardinali
Superiori nelle Religioni . Quella la vera Chiefa ftabilita fuUa Pietra (labile
e folida di Crillo Signor Jvollro , la quale bench avelie molte martellate di perfecuzioni , tuttavolta , ognor fi refuj
e r^nde forte e llabik , n punto paventa di Nemici, emendo mantenuta
Pontefici
Vefcovi
dalla
ed
altri
Divina mano
^nmx
&
in
GiulH dopo
uve fono
ynamDd
funt
ripolle le
E' qual
lunga navigazione nelle onde de' pentimenti e penitenze , gli ripara nel felice Porto delle beate ilanzc -del Paradifo ; ma i Trilli,
come indegni di col , fommerge ed abiifi nelle onde voraci dell' Inferno.
Nave , che fempre ebbe felice fine de' fuoi viaggi > a cui pi giova la_s
i
la
tempetla di venti
.tribul. lib.
dum
ultim.
di perfecuzioni,
Hoc proprium
opprimitur crefcit
che
Itctatiir
la
bonaccia
Ecclefia
quia,
dum
ed
lllario
dice dc_>
avvenne fpccialmente
e quello
zioni di tanti
ride
TOMO PRIMO.
ride di travagli procaccbronle bonaccia
J45
impetuofe tempefte de' Tiranni le cagionarono felice aiigurla di giungere alle fponde Ihbili di eterna
pace , ed univerfal dominio ! La Chiela , dice S. Agoftino in Epif. 28.
quale crefce per tutte le Genti , fi conferva ne' Fnimenti del Signore ,
che forf intende degJi ejetti Criftiani ombreggiati nel fumo , idem Epifl.
i6S. Nelle Scritture abbiamo infognato Crilb , nelle Scritture abbiamo imparato la Chiefa ; quelle Scritture 1' abbiamo comunemente , percs il_>
quelle comunemente noi ritnghiamo e Crillo e la Cliiefa , dice loltello.
La Chiefa non confifte nelle Mura , ma nella moltitudine de' Pedeli.
Koii luogo di Difpute , ma di Dottrina , cos dice S. Gio: Griloiomo
in homL fenza fallo traditore qualunque Uomo fi fia 5 che vorni produrre vizi in quefta Santa Cafa j e il Tempio di Dio far fpecola di DenronJ,
dice S. Bernardo tu Serm.
La Chiefa non fi edifica coli' oro , ma piuttofta fi diftrugge ? dic!_>
Sulpizio Ser. Dial.
le
i.
La
S.
Chiefa
544^
gue
Grido
ICONOLOGIA
cui merito fabbricata Santa Ciefa e con quefto Dvin Sangue ftabilito ed ingrandito il ^"^ 1 eforo. Vi l'Anello, che
Le CarafHnc
le lu polio Crifto nel fuo Spoi-i^''^io elTendo fua vera Spofa
piene di odori , che fono n^ii gradini, fcmbrano le Orazioni dei Santi
L'onde procellofe, che foro a' piedi , in fcgno che fono paQate tutte, e tutte
E per fine le tre Fanciulle
vinte Je rempefte dei Tiranni e Nemici fuoi
fembnno le altre falfe Chiefc fuora di Lei . Stanno fcapigliate,per non aver
avutcCapo buono. Stracciate nelle Velli , pcr-elfer fcnza vigori e meriti.
SoScalee, per fegno della miferia e povert che tengono d' ogni Virt
no vicine ad un precipizio , perch guidano chiunque le fiegue* a quello
di
-,
col
d' inferno
d:
:abo Ecclejiam
Cor.
I.
20.
meam
v.
Ghe
i8.
Tu
es
Tetrus
Pietra Grillo
V.
le fregia le tempia
come
fuo vero
Gapo
,
.
pietra
&
[tiper
fteOfo
e quella
Dedit
V. 22.
&
&
>
^'s:!.<:
-,
&
&
in abitate,
CIUM!-
TOMO PRIMOi
34?
CHIMICA;
DdV
dipnger una
SI ricco
di volto
vecchia Matrona
ma
con abito
vllofb
giovanile
all'
vetro. Lambicchi, e tutt' altro eh' iolito adoprarfi da' Chimici ; Verghe di oro e di argento, numerofi pezzi di altri metalli , varie erbe-?
Tenga
fiori. Animali morti, e tutto ci che pu fpettare alla Profe Alone
in una mano un' Elmo volto fottofopra , dal di cui cavo fi veda lorgere_>
viva fiamma Neil' altra una Canna da foffiare appreflata alla bocca , colla
quale fomenti la fiamma a' carboni fottopofti ad un Crogiuolo .
Dovendo difcorrere della Chimica, feguir di buon grado in quefta_j
parte-, ci che di eDfa abbiamo dal celebre Efraimo Charabers , nella tra.
duzione
Inglefe
dall'
Chimica
'
Cham
ICONOLOGIA
54tf
Ciiam r Inventore della Chimica dirivano il termine dal fiio nome ; appoggiando la loro Etimologa fulla fgnificazione d^lla voc^ Chat , che^
nell' Ebreo lignifica calore, caldo t nero', tutti quefti Cgnificat effeiKl relativi ali* operazione della Chimica .
La Chimica nota ancora lotto varj altri nomf j Ella bene {pefTo
chiamata /' ,Artc hermetica per una fuppofizione che fia liata inventata da.^
Ermete Trifmeglto Altri la chiamano /' ^rtt Egizia dalla Nazione apprefTo
a cui fu prima efercitata Altri /* ^ne Sagra , Divina ; "Poiefis , cio i' Arte
fattrice > come quella che fa 1* oro , ec. Altri la. cliiamano ^rte Jpargirca%
Paracelfo , /' ^rte hyffopca Altri pyrothechnia , ec.
L* oggetto principale della Chimica analizzare o difcomporre i corpi
naturali ; ridurli a' loro primi principi;, fcoprire le loro afcoie virt , c_
.
Boerhaave definifce
Chimica pi fcientifTcamente
la
col
mezzo
di certi
tflrumenti
o capaci
di ejfervi
e principalmente
del fuoco
contenuti
Virt, fono ivi manifejlate colta mira alla Filofofia, alla Medicina ec.
Quella definizione pare prolifl , e troppa circollanziale pi limile ad una_j
defcrizione r che ad una definizione ; ma ancorch quell' Ajtre vi abbia_j
pollo ogni ftudioj aflicura. che non ha. potutO' formare una pi breve, la
quale efprima il vero e intero fcopo 1' oggetto ,. e gV illrunrenti della_Chimica , ficch da ogni altra Arte li diftingueOTe ; fui qual punto tutti gli
Scrittori di Chimica fono da difficolt imbarazzati e confuli
Imperocch la Chimica non pu giuftamente chiamarli /' ^rte di rifolvere i corpi, come la difinifcona Regio ^ Paracelfo ec. poich fa ci anche la Meccanica : n li emenda, la cofa con dire eh' ella /' ^rte di analizzare i corpi col fioco-; liccome ha fatto Elmonzio ,. n col Sale comt altri,
Qiielle definizioni includono folamente una parte in vece del tutto .
E con poca: propriet altres ella dienominata /' ^rte di feparare il puro
ella non men compone ,. che fepara , e mefcola_j
dall' impuro ; perocch
eziandio fpeflb. il puro coli' impuro
La. Chimica dunque appare che lia_j
Arte molto eftefa Il fuo oggetto , o la materia Chimica fono tutti corpi
fenlibili 5 capaci di efler contenuti ne' vali , e per- li. divede in. tre Regni
podefl e
..
..
Fofjle
'Vegetabile
animale
Le
infujtone
/'
fiallizzazione
efalazione
Gli effetti o
agli' eflratti
,.
alle
G' Iftrumenti
aii
li.
la
calcinazione
ifrazione
la dijlllazione
la cri-
ec.
compiono
,.
le
tinture
,
fono
gli
//
agli
elifjr} ,
li
poGono> ridurre
ai"
magiflefj^
ec.
l'acqua,
V'
,.
aria, la terra
-<
mejirui
',
e g*
Illru-
TOMO PRIMO,
Iftrumentl propriamente cosi detti ione
pellica.nit
fornelli')
La Chimica
loti,
lambicchi,
le
3^7
cucurbite
te
ritorte
ec.
divifa in Metallurgia
>
alchimia
Farmacia Chimica
cj
Filofofia Chimica
Si dipinge Vecchia Matrona , per Indicare la fua antichit e nobilt ;
giacch ia Chimica un' Arte antichiJfima , e da alcuni Dotti fi crede_>
che foife pratticata fin nel Mondo antediluviano . Si riferifce l' invenzione
a Tubalcain mentovato dalla Scrittura per Inventore dell* Arte di lavorare
Tubalcain qui fuit Malleator c5" Fabcr in cima^
il Rame , ed il Ferro .
Ferri . Gen. cap. 4. i. 22. Quello certo , che alcunej
epera eJSris ,
&
delle pi fublimi e pi difficili cofe nella Chimica debbono efTere ftate note
a Lui ; traile quali fono fepararc e purificare il Rame ed il Ferro , il fare
1'
Ottone
tore della
prefo
il
il Bronzo , ec.
Comunemente per fi tiene che il vero InvenChimica fia flato Cham Figliuolo di No da cui iupponfi aver
.
nome
il
amore
gliardamente
natura
dall'
delle
e loro infegnarono
Donne
diverfe
cofe
CHEMA
fegreti, fu chiamato
Il Tello della Scrittura
2.
CHIMIA .
e di qui il nome CHHMIA ,
,
che Zofimo ha in mira , quei paiTo di Mos
Videntes
Filii
Dei
filias
hominum quod
ejfent pulchr^it
La
eli
digli
origine
antediluviana
Chimica
confermata da Tertulliano
della
angioli che caderono, dice quello Padre, difioperfero l'oro, e l' argento
domini infieme colle ^rti di la<vorarli , di tinger la lana , ec. per la qual
ICONOLOGIA
54^
bene
la
grado, d perfezione
fogno
GHIRO'
TOMO
PR
M Oi
f49
CHIROMANZIA
Dell'
^baie
Cefare Orlandi
ZTngana
Quanto fia fciocca vana e ridicola fimile arte r ognuno- che fia di
retto intendimento fornito pu facilmente comprenderlo ; ed Io' non fo baftantemen-te maravigliarmi nel penfare che fi trovi Gente > anclie fuori
della Plebe, che a fomiglievoli frivolezze dia orecchia e prefti credenza.
Vi
degli Autori che hanno- pretelb porla in qualche riputa-con molto Loro- applaufo , non avendo potuto apportare_j>
nelle loro- ragioni, che congetture frivoliflme , e indegne affatto- di fede.
Ossidi giunta a tale avvilimento aueft' Arte
che da foli vagabondi
iieiie efercitata r cio da- qiielii che vengono denominati Zingan
e che
zone
fono-
flati'
ma non
,-
fi-
ipac-
ICONOLOGIA
Cham
5?o
l
fpacciano Jilcefi da
Chus Figliuolo
di
Vanno
Mondo,
Per
ragione che da
tali
ZaHms
......
Co,si
Fera cano,
jtc
^efcar ,
tetertfum jt mihi virgbiit^s .
L' interprete di Licofrone in ^lexandra dice che ftiau favolol tutto
ciocch del Lauro fi riferifce , fuorch il Lauro fcmpre verdeggi , e che
quelli che portano in Tefta la Corona di quefta Pianta indovinino, ic cofe
future
,.
ma
rO
PRIMO',
i,-t
Talpa, fpecie di Sorce che vive fotto- terr;i_j
e condannata dalla naCura ad una perpetua cecit-, come molti vogliono ,
e perci detta da'' noliri Contadini Topo cieco . Secondo per i pi accurati Naturaiiiti non altrimenti vere che quell' Animale' fia fenx' occhi
giacch- minuraatiente- oflervato, fi ' veduto che" non gli manfano tutte_
quelle- Ile ile- parti, delle quali fono' compolii gif occhi , ma non apparifcono- cos chrafaraente- ed' evidenti ,- come' negli altri Animali y. a' cagione della pelle un poco> grotta che gli ila d' intorno"
Le pongo , dico, appreJo- queft' animale , per eCfere-, fecondo ci, che
ne dice il" Valeriano lib.. 13-.. il Geroglifico dell' Indovinare
perciocch *
dice Egli, ii fono chiariti i Magi,- come' infegna Proclo, che per indovinare, il cuore- della Talpa ' ottimo , perch quegli Antichi Indovini inghiottiti' 1 cuori
delle- Talpe ,- fuDtO' divenivano- atti a'- predire' le cofe
avvenire
lo' per prendendo' occafione- da' ci che dal 'Volgo fi crede , cio che
la Talpa fia cieca , I*' approprio alla' Chiromanzia , per indicare la ceciti
della'- mente ,> tanto di chi; l'efrcita ,j quanto di chi" non le nega fede
Le pongo^
appreflb^ li
.-
,-
CHI-
ICONOLOGIA
i^
CHIRURGIA,
sil\ cibate Cefare Orlandi
Giovane
una Corona di
fronde di Qyercia . Sia in atto di curare o fafciar le ferite ad un Infermo . Si mirino all' intorno della Stanza varie fcanze > nelle quali faranno
dilpolH Rafoi , Forici , Aghi i Stili Seghe , Lancette , Tanaglie , Gamaiitti , Trapuni , Rafpatori ec. ec. In
altre diverfi Vafi di Unguenti , e di
Acque diiillate > *-eroti , differenti Erbe ec. In prolpettiva fia uno Sche-
.
Abbia apprelTo P Ippopotamo .
Confille la Chirurgia nelle operazioni efegu-Ite colla mano per la cura
delle ferite e di altri mali , ed il terzo ramo della Medicina . Le cofe
principali che vengono fotto la di Lei confiderazione fono tumori, ulcere
letro
ferite
contufioni
La parola
operazione
Chirurgia
Mano
ed ip')OV Opiu
Ella pi ancora
di quella in oggi
fi
della
Medicina
dica un
ramo,
fi
Ha
for-
TOMO PRIMO,
Ha
5?5
.......
',
La Chirurgia
Chirone
numero de*
Centauri fu il primo, fecondo gravifllmi Autori, e tra quelli Stafilo lib. 5,
rerum Thefsalicarum , e Plinio nella fua Stor. Nat. lib. 7. cap. 12. de Chirone che oflTervafTe la natura delle erbe , e che dalla pei'izia della Chirurgia
ne
mus
adolevijjet
Ciiin
obfervajfe
nuum
Chiron
qui etiam
mano
in
nel
Sylvas
trattare
abiiffc
le
ferite
dicitar
folTe
virefque
in tradiandis "julneribus
Si dice
che
da Lui apprendeffe
come Dio
quella facolt
Efculapio
il
quale
.fU
Medicina .
Si deve per avvertire che pi furono gli Efculapj
Cos nel 5. d<u
"^atitra
Deormn Cicerone
<ryfculapiornm primns
Jipollinis ,
quem ^rcades colmt , qui jpecillum ( quello un Illroraento adoprato da' Cerufici
per tentare e ricercare la profondit delle ferite , e propriamente e comu-'
nemente fi dice Tanta ) invenijfe prmusque vulnus obligaviffe dicitur . SecunduiIs fulmine percuffus dicitur humatus effe Cynopms
Tertiui
j'eamdi Mercuri Frater
^rfippi filiiis , e> ^rflnox qui prirnus ahi purgationem , dentijque evulflonem ,
adorato
della
ut ferunt
nvenit
cuJHS in
Lhchs oflenditur
La llelfa finzione degli antichi Gentili intorno la. Perfona dell' anzidetto Chirone , in f milleriofa , e denotante 1' effere della Chirurgia . S
diceva Figlio di Saturno , e di Fillira , per dimolrare che quella cogniziodal tempo figurato per Saturno , e dall' efperienza notata ia._a
giacch (p/Xn in Greco fignifica ^Arnica , e Tretpxs Experiemia ; coficch tolta alla parola Tretpxg la prima lettera :7 rella Vhilyras 1 cio ami-t
ca ejperienza . Si dava a collui per Figlia Ociroe , cos detta, perch na-
ne nata
Fillira
Y y
eque
ICONOLOGIA
554
eque
un veloci/Timo Fiume
alla riva di
delle MetamorfofI
Ecce
"jent
Filia
rtttilis
hnmeros proteB.t
Ocyrhoen .
vuol fignificare che
quali quanto pi prefto ,
Per quefta
corrotti
fi
capillis
T^ympha
Chariclo
enixa 'vocavit
Chirurgia apre
la
la ftrada agli
umori
e pi
i cattivi umori .
Centauro , cio mezz' Uomo , e mezzo Cavallo , per dare
ad intendere che Eflb aveva eftefo il beneficio d queft' arte non folo in
utilit degli Uomini , ma ancora delle fteffe Beftie . Sono quell*; rifleflioni
tutte di Natal Conti
Secondo 1' Ariofio nel fijo Orlando Furiofo Canto 19. Stan. 21. Neil*
India fiata fempre con ifpeziale venerazione in ufo la Chirurgia
Parlando Egli della pietofa Angelica Regina del Catai 1 che amoroflflima fi
pofe a curare le ferite del Giovane Medoro , in tal guif lo dimoftra
E revocando alla memoria /' ^/irte
Si fingeva
Si
C/>'
Per
tralafcare
a pi matura vita
per
affatto le
Re
lo
Favole
d'
erbe
riferbe
Apis
Inventore
ne
di
ma Clemente
il
Re Antioco &c.
Roma
fi deve
Arcagatp .
Venne quelli dalla Morea in Roma 1' Anno cinquecento trentacinque dopo
l'
edificazione della Citt
Sul principio fommamente onorarono i Romani quello Vulnerario ; ( cosi veniva denominato dalle ferite , eh' Egli curava .
)
Ed oltre 1' aggregarlo alla Loro Cittadinanza , gli fu dal Pubblico comperata
una Bottega nella Via Acilia . Riflettendo poi al di Lui feroce cuore nel tagliare i membri e parti del corpo , gli diedero il nome di Carnefice
Cefs
la venerazione che fi aveva di fua Perfona, e cadde anzi nel pi oilinato odio
di Loro ; talch totalmente f ne disfecero : e la Chirurgia venne in Roma in
Il
* Plinio
che parla
autorit
coli'
fi
di
portalTe
Caifio
preftar fede
Hemina
fu
fomma
PRIMO.
AI
5?5
fomma abominazione , che dur per molti e molti anni . Riferifce Tommafo
Garzoni , che Coftui per la fua crudelt fu di comun conienfo lapidato e
ftrafcinato per Roma < e di tutto ci ne fa telHraonio Plinio. Io non trovo per che quelt' Autore ci dia una tal notizia .
Pi che alcuno de* precedenti , Ippocrate fece fiorire la Chirurgia Fifcrivendo diverfi Volumi fu quefto
lolTeno poi la perfezion nell' Egitto
Tra i Greci , Gorgia , Sottrate , Herone , i due Apolionj , AmSoggetto
monio Alelfandrino ; ed in Roma Trifone il Padre , Evelpifto , e Meges t
.
la
-,
brizio d'
Gliffon
Laurenzi, Diemer-
broeck
VieuiTens
Barbette
peritiiC fere
niulnerbus
arg.imenttim
traSandis
in
Nat.
dignojcends Chirurgis
Com. Mythol.
lib.
fi
4. cap.
in
Si figu-
ICONOLOGIA
^f
Si figura colli
Corona
di
Oiicrcia-,
per elferc
il
fua Profeffione .
di Acque dillillate le vario
I diverii Vafi di Unguenti, di Liquori,
c\\<-3
Erbe ec. indicano che non fi pu chiamare buon Chirurgo colui
iion fia principalmente uq buon perito Botanico , e non ignorante Chimico .
pccii al Chirurgo neceiTarii
In proipettiva l pone lo Scheletro
la perfetta cognizione
e perizia dell' Anatoma . Indegnamente fi. an-ogi
il Nome di Chirurgo colui , che non
perfetto Notomirhi .
L' Ippopotamo Animale acquatico, da chi detto Cavallo marino, da
chi Bove marino , da. chi Elefante Marino , da ehi Elefante Egiziano . Ma
perch appunta diverte, l^^na le opinioni , e variano non poco qisHe di*
,
,"
iTijderni da quelle
degli Antichi
al
cor-
e.h-e
di
Bue;
il
niufo elevato
il
Tallone fefla
la.,
coda di Cinghiale
la voce di Ca'wallo ; la grandezza di Afino ; e le parLeone Afriti interne non diftmili a quelle de' Cavalli,, e degli Afini.
cano Defcrpt. ^friae lib. 9. Vuole die abbia la forma di Cavallo , e la_3
grandezza di Alino, che ila fenza peli, e lo fa, infello alle Barche ; BeiIonio rfe ^qucitil. lib. I. la delcrille con tefta di Bue; con orecchia di
Orfo brevi e rotonde ; con bocca pi grande ancora di quella del Leone ?
narici aperte ; labbra afli groffc , e denti di Cavalla r con occhi
e lingu*
grandiffimi ; eoa brevifllma collo , e quail niente ; con piedi cortillimi , 3
tale che appena giungono all' altezza da terri di quattro dita ; lo dice_>
pingue e corpulento come il Porco ; e che abbia le unghia fcle come
queiP animale . Fabio Colonna per- accurati ifimo Naturai ilb- in l, C^ferv,
fiqtat.
terrejr.. cap. ly.
dice di aver vediito il Cadavere dell' Ippopotamo confervato nel S,ale , e condotto ^ Italia da un. certo Niccol Zerenghi CJxirurgo di Narni QLielto , dice , non aveva alcuna fimilitudine col
Cavalla, ma piuttolto col Bue, riganio alla grandezza, e eolP Oria
riguarda Xq zampe . Aveva il ventre anzi piano che elevato ; il capO'
affai grande ,. a comparazione del rellance del corpo;
bocca larga molto r
mulo carnofo ; occhi ed orecchi" piccoli La corporatura tutta gralla , elyirga ; la. coda
oppj,uttoito
di CingJiiale ,
a guii
di Tartaruga o d*
Orlo ce.
;:
'
&
,.
Si ap-
P Ippopotamo
Eliano Hifi. ^n. lib.
P R I
M 0,
^^7
Chirurgia
alla
INtraprefe
..
ICONOLOGIA
358
pupille
rancio dalle
ben
vis
tolto
fettamente
il
e fu lo
Toh.
che
ftefTo
villa
la
6. e
cap.
il
levargli le tenebre
e tutto
cap.
il
vifibile
poicch ravper-
racquiilaado
ii.
Chirurgo
Re
Tlin.
Stor.
fu cos efperto
Macedonia una
di
2<{at.
lb. 7.
cap.
freccia in
37.
FATTO FAVOLOSO.
Mirando
cui
Cecropiumque ibyrnum
fi
di
quest' erba
4.
de
Centauris
<^ gra'veolena
cent aurea
guar perfettapiente
,
e rapporta
]'
autorit di uicbeo
>
di
raftJrato
CIELO
TOMO PRIMO,
C
Di
55ip
O.
i^/4.
Cefare
UN
dritta
Zona
vi
fia
figurato
il
Sole
Sulla finilira
la
Luna
Sia
cinto
colla
ICONOLOGIA
S<So
Trimkrammte gener
Il
del di
Terra
la
Stelle ornato^
perche fia
delle
beate menti
per
tal
fere incorruttibile, come dice Arift. lib. i. Cali tello 20. onde che gli
Egizi per dinotare la perpetuit del Cielo , che mai s' invecchia , dipingevano un Cuore in mezzo alle fiamme , ficcome abbiamo da Plutarco in._
Ifide , ed Ofiride con tali parole . Calum , quia ob perpetuitatem mmquam fcui focus ardtns fubje&is fu
e per gli abiefcat corde piSlo Jtgnificant ,
biamo porto nella finillra mano il fuddetto vafo con il cuore in mezzo della fiamma , e perch in tutto il corpo celefte non vediamo lumi pi belli
Ponghiamo nella pi nobil parte del fuo petto foche il Sole e la Luna
dritta
il
Sole
, come Principe de' Pianeti , dal quale riceve il
pra la poppa
Luna
polla
fopra la poppa finiilra , tanto pi che per quelle
la
fuD fplendore
della
Luna gli Egizi lignificavano il Cielo . Lo
Sole
del
,
e
die immagini
eflere principale cingolo Celelte (li
Zona
Zodiaco
del
colla
, per
cingiamo
ricca
corona
in
teda
di
varie
gemme , per moltrare che da
una
a pone
quaggi
in
modi
molti
e diverl prezioii doni di
producono
vari
,
l
lui
.
Natura
Si rapprefenta
nittibile
^61
INDICE
DELLE IMMAGINI PRINCIPALI
Contenute nel
Tomo
Trifjrio
>i
Altimetra
A
ABbondanza.
Pagina
i.
Abbdanza marittima. 5.
Abborri mento .
5.
Abufo
8.
Accademia.
15.
.
Amaritudine
8r.
82.
Ambizione
8j.
Amicizia
Amicizia
85".
falla
90.
Ammaeftramento
Amor
di
Amore
Amor
Amor
95.
Virt.
verfb
Dio
9(J*
0.
del Proflmo
Accidia
Accortezza .
Acquifto cattivo .
Acutezza dell' Ingegno.
Adolefcenza
zu
29.
Amor domato.
Amor di Fama
Amor della Patria
Adozione.
Adozione da medaglie
Aduazione
51.
Amore impudico.
3 7.
23.
^6.
27.
.58.
Adulterio
Affabilit
Affanno
4Z.
45.
48.
50
Affettazione.
Affezione
Agricoltura
Studio di Agricoltura
Aiuto Divino.
Aiuto .
Alchimia .
Allegrezza
57.
Anima ragionevole
127,
e bea-
131,
135.
trattabi-
ed amorevole.
bile
61.
Appetito
Applaulb de' Saggi
Applaulc) Popolare
Apprenfiva
79.
119.
iz6.
ta.
Anima dannata.
Animo piacevole
Apoftasa
.74.
.
no.
59.
6g.
civile
10^.
106,
108.
Anno
.povera
Amore
$ 8.
05.
.
di f fteffo
100.
lOI,
13^,
1^6,
138.
140.
141.
143.
145,
Archittetura Militare,
148.
Architettura.
149,
Ardire
^Sz
Ardire magnanimo e generofb .
154.
Ardire ultimo e neceflario
1$?.
1^8.
l5o.
I5i.
102.
Aritmetica
Ariftocrazia
Armi
Armonia
Arroganza
Arte.
16$.
Artificio
170.
13,
Affiduit
171.
171.
Aftinenza
Aftrologia
173.
176,
Aftronoma
Aftuzia ingannevole
Avarizia.
177'
179.
184.
i85.
188.
Audacia
Augurio buono .
Augurio cattivo
Augurio nella Medaglia di
Adriano .
i8p.
Aurora
190.
i$>i.
Autorit , o Poteft .
Azione Virtuofa.
193.
.
*p%
i-C
Battefimo
X-#
di Spirito
Manfuetudine
Pianto
./Fame
20p.
ZIO.
212.
^I^
Aizia
Beatitudine a guif di
blema
Em-
Bellezza
Bellezza Femminile
Beneficio
Benevolenza Affezione
Benevolenza e union Ma-
214.
217.
219.
222.
22^.
trimoniale .
228.
Benignit
254^
Benignit in perfona della
Marchefana Salviati
Z^.
Biafimo viziofo
242.
Biblioteca
245.
Bont
250.
Botanica
Bruttezza
Buffoneria
2?J.
259.
253.
258.
271.
Umana.
.
Buga
Bujo
^^Acca
19$.
zoo.
205.
205.
207.
Calunnia .
Capriccio .
Care Ili a .
Carezze amatorie.
208.
Carit
V^
Calamit
Calamit
ria
ftizia
cuore.
Beatitudini
Povert
di
B
Allo
Mondezza
Mifericordia .
Efler pacifico
273.
278.
mife-
278.
280.
282.
285.
285.
287.
Carno-
Carnovale .
Carro della Lima'.
Carro di Mercurio
Carro di Venere .
Carro dd Sole .
Carro di Marte
Carro di Giove.
Carro di Saturno
Carro di Minerva
Carro di Plutone.
Carro d Vulcano
Carro dell' Aria .
Carro dell'Acqua.
Carro delia! Terra
Carro della Notte .
Carro di Bacco
Carro di Bacco defcritto
.
Anguillara
dall'
Aurora
del Giorno
Carro
Carro
rale
25) <5.
298.
300.
302.
304.
306.
308.
B^9'
311.
312.
313.
314.
315.
315.
317.
325.
dell'
natu-
Carro
Carro
Carro
Carro
Carro
Carro
Carro
Carro
Carro
dell'
di
Anno.
Cerere.
dell'
di
Oceano.
Amore
della Caftit
della
Morte
Fama
Tempo.
della
del
della Divinit
Caftigo
Caftit
Caftit Matrimoniale,
Cecit della
Mente
Celerit
Chiarezza
Chiefa Cattolica
Chimica
Chiromanza
Chirurgia
Cielo
325,
325.
327.
328.
328.
328.
329.
329.
3^9
330.
1^2.
33^*
$37S40.
341.
342*
34?.
349*
35.
3')9'
325.
290.
2p4.
"
Artifi-
525.
INDI-
INDICE
3^4
DELLE COSE
PI'
NOTABILI.
V-
Acutezza
Archimede
che ha
Abito
-
dine
nomi avevano
2.
dell' Intelletto di
due
gli
cos Paterni
tanti
5?-
Adotche
,
Adottivi
l.
variet
IO.
Ghirlanda di
foni
/ibufi
I.
per-
Fiori
la
28.
e di allegro alpetto
fi
di
ABbondanza perch
Abbondanza
Ingegno
d'
e moltitu-
36.
<
Accademia
fiio
principi
>
e progreflb
18.
ori-
20.
.
^
Accademia da
chi pref
il
nome
zo.
fini
18.
Bene.
5940.
nominate
in tre
modi
20.
51.
giz]
..
51.
^':>
Agonali Capitolini
da Domiziano
iftituiti
19.
z$.
315.
mo
38.
Virt.
25.
Accortezza di Didne per
Acque
Ricci
Affettati di pi forti
Fratello.
Adunanze
61.
Agricoltura
approvata da
^Dio.
Aiuto come fi deve porgere
Alchimia , vantaggio da
Fifa riportato
60.
Alchi-
3^1
Alchimia , Autori che T approvano
.
Amore Impudico
73-
Alcione Moglie
Ilio
amore verfb
rito
fenta
1*
Gloria.
Aleflandro
/
il
Ma250.
Aleflandro
.
Ceice
di
Magno
rappre-
ampiezza della
125.
Aman
127.
appelb ad un Trave.
Amanti
41.
102.
forti
il
Ilio
colore
Ambiziolo mai
lenza
Amicizia
rap-
Amor
di Virt
85.
88.
89.
come
falfa
come
P4.
dall' Alciato .
Virt come dipinto dal P. Ricci
Amor verlb di Dio rapprelentato dal P. Ricci.
Donne
Amore domato
.
da
quali fiano
tre
dico .
ijo.
Ancile col fia
198.
Anima ragionevole come
Imaginata dal P. Ricci
152.
penitente come
gurata dal P. Ricci
fi-
132.
cofigurata dal P. Ricci
iSz.
Anima contemplativa
Anima Dannata come
figu-
134.
Api Geroglifico
tificio
dell'
Ar170.
97-
chiflima durata.
98.
104.
Ape
di le fteflb pi radi-
cato nelle
punito dall'
97-
Amor di
Amor
Amore
rabile
fi-
gurato
121.
121.
Adulatori
li-
perbia
lngue
194.
nel
noftro
me
due
di le ilefl di
ejfetti
cat-
Anima
Magno come
dipinto da Apelle
tivi
fiioi
co107.
pofcia
abborrito
144.
perch
554.
Aritmetica apre la Strada
a molte Scienze
159.
Arme
^66
Arme,
flio
abufb
iz.
7.
ranza.
16^.
Arroganza come
dai P. Ricci
figurata
i$.
14.
66.
Giulio Strozzi.
16^.
Arte per f fteffa nobile
1 70.
Afino inventore della potatura delie Viti .
3x4.
Afino, gli viene eretta una
Statua, da Chi, e dove
524.
Attinenza de' Cibi fa la
.
mente
atta alla
Aftronomia differente
dall'
Aftrologa
i8.
va dagli Antichi.
Avarizia che generi
neli'
181.
Avaro.
Avarizia come figurata dal
185.
P. Ricci.
Avaro gode pm in guardare i denari , che in
adoperarli.
180,
adoAuguii Gentil) perch
20$.
loro Sacrifici
otte-
i8<5.
dato per
gufto
Aurora
filo
il
buon
245,
amica
Poe-
de*
100. 525.
ti.
Avvenimento
325.
3i5
a Scienziali-
ti.
172
in
Accanti
tte
Loro Fe-
291.
550.
dipinga
Idropico .
col.
j6,
79.
tre
Ballo
in
preso Greci.
Ballo, foi Inventori.
i
180.
31^.
521.
fi
a guif d'
Avarizia confifte
dipinge-
Contem-
plazione .
1 72.
Aftrologa che foni nella
noftra lingua.
175.
Zingani.
Avarizia perch
fi
e ragione
come
Avarizia
19?.
19^.
Ballo
3^7
Boragine
Paragone.
Beatitudine
Bene Ibmmo
fi
Botanica
217.
220.
Bont
>
lia
origine
conofce
Bellezza.
fi
dalla
251
trasferiall'
Uo-
mo.
274.
efrcizio
274-
275.
Caccia Ipecie di Battaglia 27^
Caccia de' Volatili di chi
fu invenzione .
275.
Cacciatori primi
274.
Cacco rubba i Bovi ad Ercole , ed uccilb.
27.
Cacciatori vivono lmpre
in Iperanza
Caduceo
23 ^
244.
245.
243.
Accia dritto
to da Dio
Caccia
Biblioteca
251.
diffe-
Citt
primi In-
il biafimo
253.
Buga ha le gambe corte .
%6p.
Bugia come figurata dal
P. Ricci.
25^;
217.
218.
rifca dall'amicizia.
225.
Benignit compagna della
le
2^3,
loi
253.
Bruttezza infelicit
2^9.
BuiFoneria degna di tutto
cito .
,
224.
Beneficato non deve nafcondere il Beneficio .
223.
Bibliomani biafimati
utiliffi
ventori.
Giuftizia
la
^^.
Scienza
Botanica,
deve chie-
Benevolenza in che
che
ma.
come
ftelTa
BugloHa.
271.
celefte
la
di
27^
Mercurio che
cola fia.
2p7.
Calunnia abita Ipeflb nelle
Corti
280*
I
Cane
5J8
de-
Adulatori
gli
Cane perch
40.
25d'.
figurato
Capricciofi chi
fieno.
Careftia perche
fi
brutta
282.
dipinga
I.
Salomone
Carit non rimane mai
operare
Carit appreflb
285.
285.
Sig. Ifido-
rofla
perch
Carnovale
la
ne
P. Ricci
me
334.
Matrimoniale co-
Caftit
rapprefentata dal P.
331).
magna-
2p0.
lio
atto
uimo
2$)I.
173.
gnificato
309.
337.
Cecit de' Peccatori come
figurata dal P. Ricci.
338.
Celerit che cofa fia .
340.
Cerere rapprefenta abbondanza marittima
3.
Cerere come figurata
325,
fa fia
331.
come definita da
S. Tommafb.
333,
Caftit come figurata dal
177-
291.
da' Combattenti
Carro tirato dalle Aquile
Carro tirato da* Lupi
Carro tirato da* Bovi
Carro tirato dalle Civette
Carro tirato da* Cani
Carro tirato da* Pavoni
Carro tirato dalle Bale-
figu-
Catone
etimolo-
ga.
come
Ricci.
fi~
gnifichi aftuzia
31$*:
Caftit
di
ro Rubeiti
289.
Carit come figurata dal
P. Ricci
289.
Carnagione
da Pantere e
Caftigo di Dio
di
287.
il
tirato
3 14,!
161.
Leoni
tirato da'
Tigri.
aflegnato alla
Botanica
Capitano come
dalP. Ricci.
Carro
Carro
33304.
502.
306.
308.
311.
3^3'
J13. 3^7'
Cervo
fi
38,
intenda
efla
341,
342.
Chiefa
3'^9
-icia/jl
.545.
fiano
fimboleggiate .
Chimica che cof fia.
varia
344.
34<^'
Chimica ,
Chimica ,
lue operazioni
345.
primi In-
fuoi
ventori
349.
Medicina.
352.
lioi
la
Careftia
Cicogna
Piet
Roma dal-
torie
68.
il
z'8').
giudizio
al
toporfi
al
i5.
Concordia lmboleggiata
dalle mani congiunte
Conolcer le fteffo niuna
^y,
cofa pi difficile.
oil
Conforti debbono immitar
'
re
r Alcione.
231,
della dovizia
verfe
opinioni
ad Elfo .
di-
intorno
2,
Abbondanza
Corona di Gramigna
zp6.
ch
Car-
298,
Ibt-
ro di Venere
zp^.
Cielo perch abbia azione
nelle col inferiori
il
delf
tirano
Venere
Componimenti devono
della
117.
4.
e deir Aiuto
di
3^,
per
Corno
fignifcato
uccidere
fa
Combattenti anticamente
ufavano le Carrette.
303.
Inventori. 354.
Cicerone folleva
'^-'117.
trui.
ridicola.
Chirurgia
det:^.-->;'2;
vana e
arte
fi
Carro
547.
Chiromanza
J'',
la Patria
545.
Codro
Colombe perch
Etimologia
lia
'-
-.
545-
Po-
Chimica,
3^9.
verta.
Cinici perch cos
543,
ti.
'
zioni
Chiele
no
ta
la
dio
74.
fi
a a
z.
per-
dall'
alfe-
114.
Coro-
^70
Corona
di
Quercia perch
fi
tadino .
II?.
Corone perch inventatte . i z5.
CQrone dat^ da' Romani >
io8.
dichiarate
allegrezza
08.
7^.
295.
dato
321.
mi ferie
de'
58.
avverLpj,
Ballo.
divote , e pietol . 214.
Dotti affettati.
52.
E
vogliono un Re
EBrei
Ecate perch chia.
mata Canicida
Canivora
fiiaaftinen'
i7i.
za.
Eco
Dedalo ingegnofil^
simo fabbrica il
delle
Mifchere
292.
Gerufilem.
83.
>
257.
eloquentiflma punita
da Giunone , e perch
42.
Ecuba trasformata in Ca.
Lab:rinto
29.
Pelfino filo affetto verfb
r Uomo.
135.
i^o.
1 84.
gna .
Edera conlcrata a Bacco . 1 6,
Edera a chi convenga .
1 7.
Edera, fa propriet .
28?,
Elefanti non hanno fiele . 239.
Elmo
Sole.
Vite
zp.
D
inventore
la
ed
Erafiftrato
Petioiiio
1*
54.
del
ajuto
Po-
Daniele,
fenza
71.
dal
tire nel
IO.
Crudelt di Eroflo,
1*
7.
dell*
gno
Bacco,
fenza
Marito come
Diluvio Univerlale .
Diocleziano nemico
Alchimia
Donna vana notata
Guarini
Donna
di Comodo Vero,
3^,
Didone fabbrica Cartagine.
25.
152.
volto fbfsopra
fignifichi
259.
che
34T.
Elmo
37 i
Elmo Geroglifico
cipj occulti.,
Fuoco
de' prin.i ^.
....
due
di
548.
311,
frti
21.
zyi,
dedicaGAlli perch
a Mercurio
297,
rebo
loi Figli
Efrcizj
a regolare
atti
corpo non
fi
devono
195.
Uomo
diftinta
Euridice fimboleggia
T.
29.
140.
Ezio rinunzia
t
fi
alle digni-
fa Agricoltore
60.
1^1.
284.
Macedone
fiamma
2.89.
Fortuna di un BuiFone .
257.
Fortunato difficilmente pu
i'
1'
ami
aduli
Fuoco
pale
ciof
delle
219.
331,
.
.
catti-
25i,
bellifl-
cofe
4f <
princianifii(Sp.
6S0
fenfibili
Giovani
, propriet loro
efler ambiziofi .
79,
vertire
Felle
t^S,
Ballo
Giuda Maccabeo
raggio
92.
iftrumento
...
Donne
i*
bont
47.
Filomela in Ufignuolo.
125.
Fiiolbfia , fiio abuib.
13.
Fiume che sbocca in gran
fila
ie belle
fiio
Saguntina
diftinguere chi
47,
co-
mo
Romano
FAbio
coraggio.
Filippo
12,
Giocondo
F
Fame
me
Ap-
petito
ti
il
tra-
fcurare.
Et deir
55.
>
fiio
co-
i$6t
a a
2^,
299,
Giudi-
572-
Giuliano Imperadore fa
Apoftasla , e morte .
140.
Giunone
Prefidente de'
Re-
gni
nome
18.
Venere
trio.
178,
oni
24,
Ingegno
fagacit della
Pernice
Infegua della Cafa Strozzi
24.
2J7.
Intelletto
conleguire
il
fio fine
16,
554.
^'jtf.
punito da
Ifione
e perch
le
Carrette.
505.
351.
Poecoronavano di Quer-
Iftrioni
ti fi
557.
Giove,
Citaredi
19*
Iftromenti del
Chimico
347.
L
LAberinto
ficato
da chi edi29.
Lamia
I
trio
convenga
colla Cicogna
2p5.
lezabel gettata da una
inche
Meretrice
amata da Demee onori da E fio
ricevuti
Lafoivi
2 85,
Ipogliati
di
ogni
bene.
121.
Cani
Le-
e fagacit de*
91.
cia
Bid
il
David.
Gratitudine di Tobia verfo
il Tuo Condottiero
224.
Graziani Conti lodati
24^
Grazie ignude .
88.
Grazie perch Damigelle
vano
fotto
di amicizia*
Ingegno
di
Inganno oafoofto
5<^.
per pi ragioni
16,
Lauro
573
Lauro a chi convenga
Lauro , che prognoftici fi
prendevano da Eflb nel
.
bruciar le (e foglie.
Leggerezza
lar
Sfnge
di
1 7.
Luna
animo per
292.
cammino
lo
Leggi Sabee.
178.
Leoni, loro propriet.
514,
Leucotoe amata dal Soie,
viva , e trasformata
neir Albero
dell* Incenfb .
178.
fbtterrata
veloce
Z94>
1 8.
Luna fopra
Donne
2<?f.
e perch.
Lupo
avidit
fila
Lutero
ratamente in battaglia
datogli da
principali
1 1 5.
MAdri
Dio
14.
ridotte a
siare
man-
proprj Fi-
_
Magnanimit
284.
ili.
o--
179.
fi
Parto delle
il
pii
neti
28.
Paz-
della
za.
3^0.
Luna fimbolo
4.
quattro 'fono
fioi
af
255.
fetti
5
Mali
altrui
debbono com21
patrfi
J^o.
deli-
\\
172.
errore.
Mano
li
ne , come la finiflra di
male , e perch .
198.
Manfetudine , fiio premio 2o5,
Manlietudine come figura205.
ta dal P. Ricci
Marcantonio come punifce
tori
gii
.
Ateniefi
adula-
42.
Marcan-*
574
Meleagro morto per lo
sdegno della Madre .
i77i
Menecrate Medico , fua arroganza , graziciamente
Marco
iS-j.
Craflb rlcchifllmo
Moglie
della
Rogo
ta nel
Cadavere
va .
ripref
dove
il
Z71.
nica.
di quella arde2,35.
Mercurio
Mercurio
Mardoccheo
Martano
fua
gliacca
innalzato
154,
187.
Menzogna di Caino.
270.
Menzogna come giov ad
Eumene Cardiano .
270.
Menzogna di Batto pu-
get-
fi
da Agesilao.
inventore delle
20.
Lettere.
degli
In-
ganni.
350.
alle
145.
il
2p5.
Metello
afluzia vi-
Dio
fi
mezzo
getta in
fiamme per
falvare
Palladio
pp.
Michol
Martin Lutero
^\
abuf del
Dio
14.
inconvenienti
Mafchere
che da Loro derivano. 292.
Mafchere , (uo inventore 292.
Matrimoniale Amore di
Medea
Minerva
fa
uccidere dalle
prie Figlie
.
Lui
la
llie
di ap-
Botanica
lodi.
Ragno
1^4.
M
258.
prendere
Medicina
tendQla in
pro-
T arro-
PeliaZio di
punifce
233.
Ipof Gialbne,
308.
tata.
Alcefte
Da-
riconviene
Mifericordia
255,
130.
come
figura-
ali.
dal P. Ricci.
la
Caccia.
277.
Moglie
Moglie di
calluniacrice di
Mogli
Giufeppe 334-
di Mitridate
uc-
fi
come
fione
antichi
gli
Mondo
1*
altro
priet
grezza
dalla
i8^
,
pro-
fa
77-
Penteo
Madre
uccifo
e Zie
di Aflalonne
Ma-
i Aleflandro
di Fetonte
85.
di
Gionata
di
Amnone
94.
124.
di
Giuliano
Apo140.
di
Vitellio
Impe-
di Pelia.
258.
me
afTuma
Uomo
Mufica> fe note.
547.
(pecchia in
fi
dell*
loi.
di f
ed trasforma-
fa
figurato.
51J,
Giove
telli
facrificate
z6,
g*
Nobili debitori,
Nobili affettati
Nobilt luo abufb
li.
^2.
ii.
Nocumenti proceduti
bellezza
di
dal-
Cleopa-
221.
tra.
Sa-
cio
defor-
Notte
al
2.
to in fiore del
la
14^.
e frutta
un fonte Simbolo
amor d f fteflb.
Narcifb s' innamora
radore
Morte
Narcifb che
Nimicizia
ftata
Morte
78.
8^
di fiori
Nerone
alle-
no
ftefso
24.
Diagora per
di
Morte
Morte
gno
Morte
Morte
Morte
Morte
uno lpra
di
Morte
Offa
Cello
Morte
62.
pericoli
pofti
Moro
il
Acheloo da Erco'
le , e lo empiono
242.
Monti Olimpo
Pelio
raccolgono
NAjadiCorno
rotto ad
dipinto da-
fiioi
49.
37%
Putifar impudica
2<52.
gli
15 8.
Numeri
5if,
ftto
Marito
e Fi27a,
di quattro frti.
15^.
Oceano
37^
Oceano
rato
Pallidezza
figu-
detto Pa-
Odio
517.
Cavolo
trai
Viti.
Olmo
9.
mabili
155.
Giove.
75.
della Poten-
10(5,
pere.
di
pelle di Becco
524.
Ozio cagione deli' Adul,
terio
45.
Ozio ha
Gola
per
Sorella
rendono indoap2.
Pazienza
Diogene Cinico ,
Pedante traditore punito
Pelia
la
258.
72.
vien
agli
pofto
Di^'
mangia
propria
Virt.
Penelope
Perillo
212.
una
la Frigia.
72.
Menl
fpalla
gli
17^,
ad
^^6,
rire
cato
280.
Mondo
52.
daA kf^
114.
condannato a monello
eh* Egli
uccide
la
che devaftava
Pallade
Gorgone
alla
Cerere
Pericolo di qucflo
Perillo beneficato
Sandro
acqui-
7.
simboleggia la
Pellicano
UlifTe
confervarf
80.
279.
fatto rivivere.
4j.
ftata
Compa-
la
Augelli .
maravigliofa di
altri
pazzia
5z,
95.
Figlie.
del
Tempo,
le Fiere coli'
Pavone sdegna
gnia di
Simbolo
non dominate a
fi
520.
Orologio
dato
527.
Pardo alletta
odore
tempo
75.
perch
7^.
ama-
Conlbrte
ilio
Oro dedicato
Oro Simbolo
za
fornito di Viti,
194.
Papavero
Pafloni
e le
cofa
Cerere.
che
fia
5x7.
perch
ti-
182.
Paludamento
come
Oceano
de.
effetto
more
flefTo
Toro
aveva fabbri551.
Peri-
S77
perch
Peripatetici
cos
zo.
detti
Perfcuzione
di Pelia
Andromeda
Moftro marino
doro
impuro
88.
Peftiienza
Ilbla
di
coronato
in
neil'
Egina.
^84.
Roma
fu
di tre
Corone.
di Egitto
Piaghe
18.
279.
207.
502.
99.
me
no.
1^5.
25^5.
75.
In-
95.
e Scultura arti no-
biliflime
Pittura
un
Pizia
68,
e Scultura nate da
ifteflb
Padre
di que1
Pomi
granati
dedicati
84.
Giunone
Pomice pietra che
18.
indichi . 283,
Popolo fua incofideratezza 144.
Popolo facile a mutarfi.
144
Porpora Simbolo di Carit
66,
Poveri
u.
tempo
di
1,
Carno-
vale.
291.
Povert di
Spirito perch
.
205,
Povert di Spirito come figurata dal P. Ricci
204.
Premio dato da Giove a
Filemone , e Bauci per
la loro bont .
1 00.
.
ferno.
Pittura
Madre
in figura di Fanciulla
all'
ilo
Siracufa
a Satnr-
difcende
Piritoo
chi in
258.
Piombo dedicato
il
per avarizia
piccolo Poli-
e ne viene puni-
to dalla
57.
Petrarca
uccide
lop.
Perfo" libera
dal
Polinneftore
Giafne.
Prefiinzione
168.
Damone modello
amicizia .
94.
Platonici do ve fi radunavano 24.
Poetica da che ha avuta
deli'
Gaflope
di
ed Andromeda punita .
Pretella premio de' Giova-
f 7.
netti Virtuofi
57
'
Origine
21.
Poliimeflore
b b
'
84.
Prodez-
578
Prodezze di Ercole.
Progne in Rondine.
z86.
iz5.
in
Guib,
Pudicizia di
lo
e per-
ch.
Damocle
189.
334.
Pudicizia di Coronide.
antichi
33^.
i8$>.
187.
condannabile .
Rofe e Mirto perch confua
Venere
p vena ,
Booz
Uomo
Uomo
227.
Betlem.
63.
Ricchezze poffono rendere r Uomo felice .
io.
Ricchezze impaccio nojolo
182.
IO.
53.
la
66.
Nu-
per la fame
e per non cadere
potere de* nemici fi uccidono
284.
tutti.
Sai; Sacerdoti
Marte
di
198.
riti
Salomone
dilput
delle
Piante
257.
Samuele rinunzia
a*
Figli
Giudicatura, e loro
abufo.
183.
S anione fortiflmo , fua cela
cit di
mente
Ivio fine
infelice.
338.
acqui-
facile a perderfi
Rodogona uccide
35$.
SAguntni
Giacob-
be a fingere l perfbna
di Efau, per ottenere
la benedizione dal Padre.
277.
Re Magi fi portano in
adt
241.
difficile
fpofta
Roba
88.
zpp.
ricco.
Ruta lua propriet,
a
accapricciare for-
configlia
di
Amore
Rut
RAccapricciare
Rebecca
in Cie-
fecrate a
R
air
fuperfli-
ziofi
Romolo trafportato
Romani
Tobia.
Saturno
come
556,
rapprefn-
tato
305.
.
3 od.
Saturno
379
Saturno Inf^na asli
mini r Agricoltura
Saul fi uccide.
Scienze loro abufb
Scimmia per
Uo.
tite
49.
Stagioni
il
55.
16^.
no
524.
Socrate prende lezione del
ballo , eflendo Vecchio
196.
Sogni di Giulppe .
50.
no
Sudditi.
Sufanna
tata da'
fti
^00.
iz.
cafl;it
liia
Vecchj
calunniata
ten-
da quelia
in-
nocenza Icoperta;
28r.
T
TAlpa,
che
ao,
Saturno .
307'
SufFeno Poeta biafimato
104.
Superbia , e Prepotenza veleno de' Nobili
ir,
Superbia per la Sfinge
Superbia di Sennacherib
punita .
154.
Superiori che tiranneggia-
Talpa
8.
come
di
Faraone
Giacobbe.
Atreo
174'
,
Genti a Dio
100.
Sileno direttore , Maeftro
e Condottiero di Bacco.
5x3.
Sileno perch Ibpra 1' Afi'
Sole
hanCor-
di
304.
modo
pi fiiblunari.
di
Re
perch nude.
161.
Sogno
Sogno
e de'
no dominio (opra
re le
157..
Stelle in certo
pi de'nemici>ed premia-
Figli
49.
hanno a
fi
Statue degli Dt
con Ibmmo
Padre da'col-
go
come
dipingere
libera
caraggio
in Pioppi
o.
la ridicolez-
za dell' Affettazione
Scipione Affricano Giovanetto
non
fia
,
vero
cieca
filo
3$
cuore
b b
cero
58o
cero
Tantalo figura
l-
morte.
berarfi dalla
177.
Ava-
dell'
rizia
181.
Tantalo per far prova della Potenza degli Dei uccide il proprio figlio Pelope , lo cuoce , e lo
pone
vanda
Menla per
amore
mani,
to
fi
no per
e ftima de'
e viene
da
Temerit di Fetonte .
Temerit di Core , Datan
ed Abiron come punita
49.
di
Tempio
150.
Gerufalemme
di
di
fcrizione
E f lo
,
fua de-
fcrizione
Tempo
Tempo
152.
quanto
Tenebre
Tereo violenta
ta , e le cava
8.
debba ap-
prezzarfi
9.
di Egitto
240^
252.
dottiero
fana
il
Ilio
Con224.
fiele
del Pefce
Tolomeo
Figlio di Pirro
incendiato
da Erafiftrato .
152.
Tempio del Sole, fua De-""
,
memora-
fua audacia.
248.
riedificato
Tempio
bile
284.
fuo detto
cit
fua defcrizione
Tito
Tobia col
551.
Gerullemme
Minotauro 155.
come
punita.
Tempio
91il
battuto
185.
Iffione
amico
d*
i'
Ro-
Roma
Temerit
liberare
Infer-
Tefeo uccide
i6.
all'
dell'
fcaccia-
Trono
dal
Piritoo
Labe-
accortezza di
Arianna
Tefeo difcende
ne viene puabula
125,
Ternario numero fignifica
perfezione
257.
Terra come figurata
314.
.
rinto per
173.
Tarquinio
converte in un Spar-
vi-
nito
fi
viero
271.
contro
di
Aflalomie
Amnone
Tre , numero
124.
perch
fi
Cogna-
la lingua
Valore
581
Viiio produce allegrezza. 3ZZ.
v:
Vino
Vino
Alore di Eleazaro 1 1 7.
Vanit fpiegata per
per lo Specchio .
54.
Vantaggio che nafce dair applaufo
de'
14Z.
Saggi.
Ubbriacchezza fgnoreggia
3 Zi.
ne' Plebei.
da rapina vanno
Uccelli
fotto
nome generico
no.
76.
Z98.
'
>
llioi
104.
Ilio
o Cardi97'
fa
Vke ,
139.
zzp.
ci.
ma.
afluzra
per liberar-
favore
Vertale
Wincislao ,
amore per
in
ruina
di
Claudia.
fiio
perduto
un'
calcio, dal
Ifola di
1Z4.
gli
Cielo
un_.
nelF
Lenno
261,
ir.
511.
Uomini
molli^ie
Ambri
Ebre;L>
cagione di
e del Re-
feroci.
Vino induce
z8i.
gna .
Vino rende
miracolo
Fanciulla
z.
va-
nomi.
fila
fi^ne
fnipre biafimare
Dea
nali
fila
di
Velia
Morali
Virt
Vite
3^35Z?,
eri'etti
fa invecchiare
di
Aquile
r}
loi diveri
^zi.
^zi.
fi
ribella ai
Signore,
r uccide
Z ambri fi getta volontariamente nel fuoco
Zinganijloro peffimo meftiero
filo
ZdT,
Z7.
550-
INDI-
3S2
INDICE
DF
Bocca
carezzare
35.
o acuiu>
Agnello
205.
Abbracciare altrui.
222. 288.
Accomodare un guanciaie fotto la Teila
213.
Allattaxc,;
287.
Appoggiare la guancia alla
finiftra
mano
ulcita
in
259.
A-Bbracciamentl
Abbracciare
piccola
fuori
22.
te
259.
Braccia aperte.
5. 59. z^^.
Braccia in atto di mara.
viglia
e riparo
>
5.
Braccia verdi
Braccia nude .
Braccio
352.
deliro
222. 300.
Braccio
Braccio
66.
ftefo.
finiilro.
I.
finiilro alto
79'
c
CAIcagno.
140.
Camminare
B
Canna
Attere
Bocca
ma.
143.
Bere.
lrrata colia
delira
Bocca
palma a palM|7~^
Batterli
aperta
con_,
palio ineguale.
mano
alla
158.
bocca
6^.
87.
Capelli Iparfi.
Capelli rabulFati
127. 259.
e neve
Capelli ornati.
171
Capelli di oro
242
Capp chino.
155.
255.
z^.
22. 5^7.
Capo
Capo
con
cinto
zx
nero
Capo
Capo
in
185,
Icopertxj
portarvi
una Stella
cima.
i8<^.
piedi.
193.
Chinarfi
2j5. 242.
Chioma
Chioma
Chioma
inanellata
119.
incolta.
154.
Iparf di raggi
Chiuderli
la
mano
bocca
301.
colla
deftra.
x5i.
89.
2^3.
fchera
di pi forti meffe
in tefta
Uva
84.-
gambe coperte
.
gobbo
Eflre in
2^9. 2^3,
atto sde-
gnolb
17 ti
flare in piedi
Sser
280,
di
51.
Cofcie
Giovane
255?.
Corone
55
panno
i3<5.
Accia rivolta ad
tra Faccia .
"
Faccia riverente
volta verlb
aij''
^t
rig,
il Ciei^:
lo
98. 204.
Faccia curva
203.
Faccia allegra e robulla. 204.
Faccia velata. 217. 25'9. 131.
Faccia aipra e {piacevole. i59.
Faccia ri^'lendente
3 1 2.:
Faccia rugof e affumicata
Faccia imbelletrata
Faccia rubiconda
119,
Faccia allegra e rubiconda .
143.
Faccia
584
Faccia fiera, f^^
154.
Faccia curva , ma cogli
occhi verfb il Cielo .
214.
Faccia eftenuata e macilente
Rii't^'.'
Faccia ridente .
Faccia ofcura ed abbron-
zata.
Faccia Malcherata
Faccia feroce e
Guardatura torbida.
Guardatura riverente
Guardatura benigna.
Guidare.
214.
222,
.Mbellettarfi
J30.
^06.
jj2.
Inchinarfi
altra
545.
GAmbe
Uva.
coperte
di
74.
184.
9.
z6^.
Gobba.
2')
appoggiata
Guanciale
Guardare
flrazio
bile
fcal-
180.
di
ignu182.
latte.
Mammelle premute
5>o.
colle
mani
de'
234.
terri-
502. 3J0.
fiera.
Mammelle
de piene
215
fcapi-
za.
22*
Figli.
Guardatura feroce e
Guardatura
gliata
alia
fbtto la tefta
lo
MAlveilita
84.
21.
235.
terr-o
una Colonna
mano
155.
a
22. 557.
Donna con
211.
Donna.
352.*
90.
Incontrarfi i
finiftra
538,
terribi-
Guancia
98. 204.
222.
275.
290.
le.
502.
Faccia mefta. - i.
Faccia bella edonefta.
Faccia pallida e afciutta
Faccia vaga , virile > e feroce .
Fronte camola , iifcia , e
grande
Fronte torbida
Gettare
184.
-iH"
Mano
Mano
Mano
Mano
deftra
\^
aperta
^--^
66, 7^.
ciale fbtto
Mano
Ibpra
il
la Tefta
90.
proprio cor-
po grande.
Mano
finiftra
melle
Mano
Mano
Mano
gure
Occhi
poggiata Ibpra
di un Fanciullo
aperta
con
tre
il
289.
Fi-
Mafcherarfi..
Mettere un Guanciale
Occhi
Occhi
Occhi
Occhi
300.
308.
340.
541.
255.
vivaci
di
Corone
no
349-
Moftrare
to
ma-
il
Moftrare
Moftrare
.2':
onc?i
cuore aperto
di donare.
il
16^.
211.
221.
-i
ni 5isj.yai
:j:ir.7io'^I
Pefare
Pefare
.
la Terra.' :42,
208.
Libri
ed
Armi
141,
Petto aperto .
48. 98.
Petto ignudo.
8(J,
Piangere
207.
Piangere fbpra un cuore . 209.
Piede fbpra un Orologio.
29,
Piede fbpra di una Palla .
^g.
-M^i
Morto
Afb corto
138.
Nafb fchiacciato 259.
Nafb largo nel mezzo > e
.
grofTo
brillan-
cnsT
84.
le linee della
,
-'
Milrare
zo6^
ti
2 13.
to la Tefta
iii_i
PErcuotere
fbt-
138.
fifTati
terra.
1S2.
84.
piccoli.
mam-
Capo
bendati
OCchi
Occhi concavi e
179.
alle
38?
I.
253.
Piedi nudi
84.
79,
-
'5:7;
57,
^1
87,
140^
e e
piedi
3S6
Piedi alla riva di un Fiu-
me
217.
T.r
proftrarfi
in_,
2 od.
terra
Luna.
Portare fopra
359.
le Ipalle
Chi
Prendere per
ftrafcinare
capelli
un Giovane
e
.
Prefentar doni.
280.
349.
R
RAvvoIgerfi
.
'
una Rupe
Scacciare.
Scapigliata.
85.
Sedere.
22. 191.
Sedere con Maeft.
Sedere fopra un Drago
Sedere (opra un fafcio di
canne rotte
Sedere ifopra ricca Sedia
83.
208.
2^3.
160,
2ip.
278.
312.
dio?.
542.
545.
'
Sopraciglio.
Spaila finiftra ignuda,.
e fiorito
200.
Stare genufleffo.
ZO6.
Limofina.
nel pro-
prio Abito
270.
Scala.
alta
SMIre
Salita ad
Canna.
Ridere {moderatamente
Riempiere Vafi .
278.
253.
217.
278.
154.
Capo
Strafcinare
cima
290.
del
131.
280.
Stra-
3S7
Strafcinare la Catena.
338.
193,
gTefta clie ha 4in4 Stella
in
fuoco
Tenere il pane .
Tenere nella palma della
mano tre Grazie .
Tenere un cuore ardente.
Tener fotto i piedi Cu-
Tefta cinta
nero
i58.
342.
Tenere la Canna alla.
bocca.
34^.
Tenere la mano delira alla bocca.
171.
Tenere una fiamma ardente in bocca.
z6^.
Tefta voltata alla parto
.
Velo.
9ti
^Sj.
^lind
**
22. 337
Tefta china.
222.
288.
332.
oppofta
Tefta afcofa traile
vole .
Tefta coperta
con
Il
204.
cima.
Tefta fcoperta.
pido
5.
Nu217.
V
cato
6g,
Volto imbellettato
90.
Volto rivolto ad altro
Volto .
94.
Volto rubicondo.
119.
Volto riverente verlb il
Cielo.
98. 204. 214.
Volto coperto con Velo. 131,
Volto verlb la terra.
203.
Volto allegro e rubicon-
do
un_.
Entra pingue ,
grande
2^3,
Verfr acqua den200.
tro un Bacino .
Vita agile e Ihella.
273.
Volto rivolto al Cielo.
176,
Volto rugofb e affiimi-
143,
Volto fiero.
154,
Volto allegro e robufto. 204.
Tefta avvolta in un Panno {porco
Volto velato. 217. 259. 131,
305.
Tefta circondata da nebbia 25$.
Volto alpro e Ijjiacevole.
Tefta di Morto tenut;Lj
259.
lotto i piedi
Volto
rifplendente
312.
193.
Volto
Cee 2
312.
588
Volto
e maci-
eftenuato
214.
lente
273.
290.
Volto mafcherato.
Violto
le
feroce
terribi-
302. 5J0.
ir
OJ l\
INDI-
INDICE
3^9
ARTIFIZIALI
A
ABto
Abito
mani
Abito di
^8.
Guer6i.
riero.
110.
Abito lccinto
84.
lungo
95.
lungo e candido.
138.
Senatorio.
141.
ricamato
170. zS^.
rotto e ftracciaro
.
Abito
Abito
Abito
Abito
Abito
Abito ricco .
Abito di varie
pezze e
colori
253.
cinto
leggiero
Abito Imperiale.
5:59.
5^9.
29. 282.
Abito
Abito
Abito
Abito
Abito
Abito
132.
guer-
fette colori
nito di oro
artificiofb
da
e piedi
e gioje
liccinto.
kS'^.
corto.
ricamato di oro.
214.
217*
reale.
245.
250.
di oro
artificiof
giante
6z,
can-
z6S
to
Abito bianco
rofTo
folco.
zgi
Abito ricamato di foglie
di alberi.
Abito di fcarlatto .
Abito viftolb j giovanile
e ricco.
514.
3 2, T',
54^.
omeri. ^7. 84.
C 131. 135. 173.
Ali piegate artificiofamente . 9 o.
Ali fopra
Ali legate
gli
119.
Ali
390
Ali.
174.
Altare con Idoli
denari, e gioje.
Altare co fumo.
Altare con foco accefb.
Anello
Archibulb
Archipendolo,
Arco
Argano
Armi.
Armi rotte
.
183.
^II.
27J.
Sg.
149.
io5. idj.
Tr%
r\
U
Acile
212.
Carro
200.
Badile.
148.
Banderuola .
Baftone
Baftone con pelli di animali .
Benda di Rofe , e Spine .
Bilancia
Borfa aperta.
Borfa legata
Borili ferrata.
259.
242.
275.
119.
141. 208.
94.
179,
180.
345.
295.
Cappello di varj colori .
282.
Cappello di color celefte. jii.
Carrette
Bacino
lette
Caraffine
160.
fbffiare
Cappelletto con a-
191.
zpS.
Canna da
170.
29. 75.
174. 175.
Aftrolabio.
CAduceo
254.
42. 342.
no.
Arpa
2Z2.
ni
542.
303.
tirato
308.
509,
311.
Uve
Carro
tirato
da Pantere e
Tigri.
Carta di numeri
Cartello
Catena di oro.
3if.
129.
61.
p^.
66. 182,
222.
Catena.
^7. 181. 358.
Catena di oro con diamante.
148.
Ceftello di
190.
fiori
Chiavi
'pl
i^i. 509. 514.
132.
Chiavi.
Chiodi.
Chiodo.
Circolo
135.
.
58-
Clamide .
79. z^^..
1 64.
Colonna di marmo .
Colonna di dialpro ,
328.
Compaflb .
149. 174. i8j.
C ZI?' 3491 70.
Coppello di Api
Corda
21. 58.
Cornucopia
Cornucopia
fruttiferi
i.
di Alberi
59.
e denari
in terra
Corona di Lauro
141.
Corona di oro.
160,
Corona di Stelle.
Corona di Mirto.
Corona Ibpra una Porta
Corona ingemmata.
Corona di Vite
Corona di oro , di ferro ,
e di piombo ec.
Corona reale
Corona di Torri.
Corona di Edera.
Corone con fette gioje.
.
Croce
Crogiuolo.
6<).
88:.
152.
219.
8.
di varj colori,
204.
108.
108.
no.
no.
345.
X^Ado.
Drappo
,138.
332.
321,
132. 213.
Dardo
Corona Civica .
Corona Obfidionale
Corona d Gramigna
Corona di Quercia
Corona
Corona di palma gettata
359.'
in-
29,^
Coturni.
Crivello di Bacco,
dodici legni
dei
celefti
ombrofb
Cortile
50.
Lmo
i5i
302.
345:.
349.
2.^6.
173.
19').
zoo.
204.
228.
FAce
Face
acefa
Ipenta.
314.
315.
Falce.
Falce fenara.
Faretra
Ferro da Schiavi.
Fiaccola accefa
Flauto .
idz.
Fornelli
243.
-i.j'^.
119. 243.
lod'.
59.
32.'S.
i
o5.
9.
i8r.
190.
^'.
59. 345.
Freno
Freno
Frezza
Fulmini
LAberinto
G
.
ip.
r.
5.
C 3. 59-
guftri
Ghirlanda di
Ghirlanda di
Ghirlanda di
Ghirlanda di
Giardino ben
celefte
Ruta
29.
i75.
Lambicchi
69.
Lancia
152. I5l.
Libri.
15, zo. 191.
Laccio
GHlrlanda di fiori
Globo
i6i.
263.
6i.
edera.
Cipreflb
Papavero.
difpofto
Libri calpeftati
75174.
l^
<^?.
1
60.
p5.
219.
250.
285.
309.
315.
2^3.
1
74.
Lira doppia
Lituo .
i6.
Lucerna accefa.
Lucerna antica
98.
190.
Luna
235.
Anette.
Mantice
ricco
89."
nel dritto di
un co-
e nel rovelcio di
un altro
Manuella
27J.
20<?,
.
38. 282.
ricamato
Manto
di occhi e orechci 23.
di porpora.
<?$.
Manto
Manto
Manto
Stromenti Muficall
189.
di argento
lore
Iftromenti da Caccia
8.
Libro di Mufica .
Libro pieno di Stelle
Lieva .
Lima.
15.
90.
168.
311.
50. %63:
Martello
Mafchera
Mazzo
Verghe
Menfa con gioje
160.
di
vande da mangiare
vi-
217;
Milira
93u
Mifira di grano.
3-
Q.
gemme
Monile di
Morione.
l6o.
V^^Uadrante
cncii
fioD
,i:
-j
Quadrato Geome-
.^
trico
N.
Ave
81.
3-
Nido.
Note
Muficia.
'<-
>
174,'
R,
41. go,
.Ete.
Ronchetto.
Ruota da Cretajo.
Cchiali.
127.
29. io5.
Orologio
z6g.
C171.
Orto con
varj rufcelli
ijz.
Sacco rotto.
Saette di oro
PAUa
Palla.
98.
217.
66.
ftto in trra
Paludamento.
16-5.
195. 359.
16^.
Pennello
Piombo
75*
Porta.
542.
bo
e di piom7^.
61,
16^4
Scala .
Scarpello.
Scettri, e Corona.
Scettro
8j.
175. 191. 7.06,
Scudo
Scudo
xif'i
217.
41,
Saette
rotonda
Paio
1^0.
di
ta.
d d
oro
con
271.
Tefta
dipin-
289.
Scudo
594
' "-''5
Tibia
i5q. "530t
Scure.
Sedia.
15..
Seggio ricco.- 5lf!F-'^cT
Serto di frefch rfe
143.
Torcio accefo
Torre di Avorio
Sfera
Sferza
V
VAfiVafi
diverfi
C
')><
Squadra
i^i-*
Stater
545.
259.
145.
l'ViO
te.
549195.
275.
'
TlOiCi
Velo nero.
Ver^a
Verghe di oro
metalli
.0
Vefti mento
010
6p.
Criftallo
Stufe e Cafotti
.1^
di
pieno di Vino
74.
Vafo di Creta Ipezzato
134.
Vaf di acqua con ferri. i5i.
Velo bianco , e fottile
46,.
Velo fottile , e trafparen-
149.
34')'
di Veti-o
Vafo
28 iV
Sperone
fcalini
.'v!-
334*
3^3341.
.
.'.
Tridente
175.
Specchio
90.
280.
Spada
7^
.
ib sjio:
ri
di
i,^.
271.
101.
e di altri
6p. 545.
varj colo29. 282.
Veftimento ftracciato
295.
Alari
Tamburino
58.
2-
Tirfo
''349-
'b
Timone
Sefte
C 79'
48.
2^5.
2,04.
515Tanaglia.
181. 311.
Targa con motto . 271.
Tavola con Figure Aftro-
nomiche
Tavola di pietra.
Tavola della Le^ge
Tazza di Oro
Veftimento ricamato
>
Tele di Ragno
176.
253.
259.
749<5.
ciolb
ri
59,
frondi
rolli
gialli
Veftimento
89.
di fio-
74.
dipinto
moke mani ,
con
e piedi
131,
Vefti-
395
Vefti mento di
ri
guernito
fette
di;
colo-
oro
,_
i6x.
goje
Veflimento iliccinto
Veftimento corto
214.
Veftimento
ricamato di
oro
217.
Veftimento reale
245.
Veftimento artificiofo , e
.
cangiante
e cQrto
Veftimento nero
dido
,.
artificiofo
Militare
61.
lungo
lungo
e can~
278.
Veftimento ricamato . 285. 170.
Veftimento bianco , rpifo
vanile
e ricco
95.
,
158.
141.
181.
290
290.
fuccinto, e leggiero.
314.
525.
552.
Veftimento Imperiale.
3 $9.
295.
Veftimento di icarlatto
Veftimento viftolb , gio-
84.
no.
ciato
glie
38.
faccinto
Veftimento Senatorio .
Veftimento flxacciato
celli
e ftrac-
e fofco.
Veftimento
Veftimento
Veftimento
Veftimento
Veftimento
Appa.
5p, 89,
148.
a;;.J
d d
z.
INDI-
INDICE
5^5
DELLE PIANTE.
A
ABeti
Albero
E
<Jp.
fecco.
132.
Albero fradicato.
Alloro
17.
185.
[ 290. 315.
^93-
58.
Sz.
Oragine
Buffo.
Ico
290.
75.
6p.
c
CAnape
Canne.
278.
Cavolo
Cedro
75.
1^. 18. ip.
3-
Cinnamomo
Cipreffo
160. 335.
Amaranto.
JL^Dera
15.
352. 334.
19. 309.
Iglio.
Gineftra
195. 217.
5.
Gioglio
259.
Grano
I.
uro.
17.
108.
C 214. 243.
Melo
597
M
MEloMelo
Platani
Pomi
granato
Miglio.
Mirto .
Moro
Pioppi
if.
18. 85.
117.
289.
Q.
I.
C 19?z^.
celf.
Mortella.
85.
V>^^
Jercia
Arcifo.
15.
ip.
R
50. IDI.
Of.
Ruta.
i^
granati
6g,
20.
s
lAlice
Li va
I.
Olmo
7^. ij.
28J.
Spighe.
J* 3<^
Spighe di grano rotte, e ftaccailte.
278.
'
Spino
25,
P
PAglia
Palma.
Palme
Panico
Papavero,
Pino.
2<J8.
V^ Va,
I,
135,
325.
235.
INBI-
INDICE
DF
39^
PESCI.
Sb
66.
Onchislia
88.
Efce
Pefci
Pefce fmifuraco
Porpora
Z70.
3")?'
66,
Oroedine
22.
INDI-
399
IN DICE
DE' COLORI.
F
z^^i 304.
Zzurro.
Tanco
5.
87.
145.
217.
295.
C 325. 332.
VJlallo.
lAndido.
Cangiante
38.
90.
Celefte.
^9
Ofco.
^9.
190.
I
138.
i ^.
23.
143.
149.
C 2d8.
173. 311.
Ceruleo.
174.
Color di terra
79.
Color di cenere
7p.
Colore delle t'osi ie di Albero quando Hanno per
Ncarnato
190.
cadere
z6.
Eonato fcuuo.
133.
####
Maci-
400
Acilente
R
i8z. 182.
Ancio.
52^.
79. 177.287.
[ 28S. 295. J")!.
Roflb ^ verde.
184.
Roflb
T
22, 82. 127.
L 133'
^9')'
iWAi
Erreo.
Turchino
2,
P
PAllido
Paonazzo
Porpora,
Purpureo
,x i
79.
222. .559.
tti^""%B.
Erde.
Ro.
i.
2.
i85. 200.
7^.'
58.
135. 155
225. 273.
c 337.
i5^. 259.
Verderame.
Vermiglio.
Vivace .
32"),
5 z.
75.
ojj"^
INDI-
401
INDICE
DEGLI ANIMALI.
A
A
Gnello.
Alcione
/-\
jL
J.
Anatrella
Api
2o5, 214.
228.
3s
Aquila.
Armellino
Arpia
Afino.
>.
54.
40. 170.
21.
Aftore
SITISI.
163. 324.
94. 275.
313.
309.
Cerva.
Cervo .
Cicogna.
33')-
38.
66. zg.
2,99. .185.
Cigni .
Cinclo .
Cinocefalo
10(5.
I^
Civetta.
Colomba
Colomba
Colombe
Colombi
308.
132,
flvaggia.
Cornacchia
"T^ Abbuino
|-4 Balena.
^LJ
Cavallo marino.
Cerbero .
Barbagianni
188.
280.
Bafilifco
Bue.
2.
306. 528.
188.
15-
313. 3-L7.
354.
298.
285.
'
--**
T^1
1
JL-^Elfino
15
c
^Amaleonte
Cane.
f
\^
.-:
Cavallo
119.
Capra.
.
38. 145.
41.
T^
164,
e e
Folica
402,
Olica
3^-
:>:>'
G
'^T^ Allinaccio
-j. Gallo
^^^
Mulo
Murena
297.
270.
Gazza
Giovenco
2p4.
34.
308.
271. 315.
I
Bid.
5 5.
294.
42.
188.
225.
Griffo
34.
Muftella
Gnefia Aquila.
Gufo
"Ergo
N
O
X
bibbio
25.
o
Rfa.
330.
Offifraga
31. 34.
295.
Ippopotamo
3$2.
L
LAmia
Leoncorno
41.
Antera .
Pappagallo
328.
Pardo
Pavone
3'5.
143.
90
315-
29. 79
lOI.
Leone. 23.^9.83.134.
154.
161.
Lumaca.
Lupo.
Lupo cerviero
314.
330.
119 222.
Lepre.
21.
31
5'
153.
Pegafo
Pellicano
Pica
Pico.
Porco
190,
.
3^5.
259.
302.
259.
Raga-
40;
TP>
Agano .
mr\^ Ragno
JL 11
225.
5p.
Rondine
Rondini
183.
iSo.
Tortora.
59.
Trittolemo
s
Scimmia.
50.
177.
Sorci.
Vipera
2.9 s.
Volpe
41.
259.
177.
253.
Sorelle di Fetonte
Sparviere
Acca.
Vermi
Sfinge
4.
Scorpione
40.
Serpe.
42. 48. iip.
155. ip8. ^05. 337.
[
Serpente Pitone .
3 00.
Serpi
21.
515.
Toro.
89.
337. 549.
Tigre.
148.
Rofpi
Rofpo
TAIpa.
Tartaruga.
27_3,
49.
540.
^WSvi
e e
INDI-
INDICE
404
A
ri
A
/\
^^^
Abiron
jL Acab
Acaz
55.
251.
221.
Agatocle
.
Aggeo
Agoilino Santo
Agrippina .
Alboino .
AlefTandro
Magno
Alfeo Aftrologo
154,
28.
25.
Arianna
Aron.
Aronte
14.
187.
I5<5.
Afnodeo
164.
AfTalonne
248.
109.
Afuero
277.
225.
Amaltea
Aman.
Ameto
Amnone.
40. 253.
^33- 252.
124.
172.
Anania .
Anchile
99-
Andromeda
57.
Annibale
-luVlI
Aracne
Archimede
189.
172.
33^'
8?.
155. 272.
.
124. 530.
40. Z33'
Atreo, e Tiefte
8.
17?.
Altea
Antigono .
Antioco Eupatore
14. 252.
Afcalafo
Asfanez .
339257.
^33- 252.
85 . 224.
Alcefle
242.
Apollo
185.
18?.
Adone
Agamennone
Agefilao
Api.
"jr\ Acco
r\
mJ
78.
Batto
Bauci.
Beelzebub
Benadab
Bertoldino
Bertoldo .
BetHibea
270.
B002
11(5.
Biifiri
271.
100.
188.
284.
257.
257.
221.
241.
285.
Cacaln-
40?
Datan
David.
'^^Acafenno
Diocleziano
^kk.^ Caino
270.
Calcante
Camillo .
Caffiope .
187.
Cigno
7.
71.
189.
Diogene
221.
Diomede
152.
Dionifio .
Dionifio Siraculano .
Dionifio Areopagita.
4.
49-
7j,
C 198. 221.
29.
17.
27.
Cefare.
Cherfitrone
Cicerone .
'^.
57-
Cacco
4.
47.
Dedalo
Demetrio
1 78. 285. 534.
Demetrio Sotero .
M^.
Diana
109. 152.
Dida.
178.
Didone
2?.
2<?7.
Cereo.
Cerere
185.
279.
285.
27.
94*
174.
Diofippo
Cinira
221.
Cippo.
^7-
Domiziano.
281.
252,
249.
257.
281.
Driadi
199.
Ciro
Citer
Claudia
Claudio
Cleopatra
Clizia
Codro
Conte
Core
di
Modena
Crefo
178.
T-^Co.
117.
1
I
4^
Coronide
331^6.
""^Anione.
JL^
Dalida
Damocle,
Daniel
Dario
P4-
558.
334.
172. 281.
249.
42,
Ecuba
Eaco
184.
Eia.
284.
280.
25.
Eleazaro
n5.
Egide Gorgon e.
185.
D
1
339221.
Ella
188.
Elimelecco.
Elifeo
241,
284.
Enea
Eneo
7.J7,
99*
Enrico VII.
Ercole .
rebo
27.
ErifittoEir
174.
52, 285.
272>
199.
liroftn:-
jtroftrato
lop. 152.
E fan
277.
41. 235.
2^0.
Efter.
Eumene
Eumene Cardiano
270.
Eumenidi
Eurinome
352.
178.
285.
154, 2?I.
^
Eufonia
Ezechia
Ezio
<5o.
F
Trn Abio
m-^
JL
C 18'J.
248.
51. 42. 100.
225. 252, 531-
Girolamo Santo.
Giuda
Giuda Maccabeo
109.
177.
,
ii5.
M5.
Giuliano Imperadore
Giulio Proculo .
140.
187.
Giunone
42.
Giufeppe.
3 50* 334Golia
55 77.
Gregorio il Grande.
i85.
Grifone .
I4v
.
15?-
Faraone.
Fetonte .
Figliuoli di Titano
A9
Macedone,
S5.
18?.
100.
Filemone
Filomena
Filoppomene
Giove
94.
Falari
Filippo
Gionata
Giofu.
47. 242.
.)
TrArba
1 Icaro
<J
Fiacco
Giafne
Gioab
Gioachim.
Giocondo Latini
55.
185.
Joel
J38.
XTL.
Jonadab
Joram
284.
Ifcco
277.
124.
279.
33^-
Ifracliti
Iffione
Giano
55.
252.
G
^"^ Animede
--. Gcrione
^.J Giacobbe
Jehu
Jezabei
12(5.
Filiftei
2f.
29.
31285.
\7
30. 277.
47. 199.
109. 257.
TT
1
Amech
Lamia
d'
Argo
rU,
1/8.
8T. ^'
Levita.
281.
45.
-2.
,'
Lineo
44.
4.
Lucrg-
Lucrezia
Lucrezio
Lutero
14.
15-
NAbucdonofor
Nerone
Alafar
Mamurio
172.
ipp.
Marcantonio
42.
Q ZZI.
257.
28.
Marco Craflb
Marco Plancio
183.
Marcolfa
Medea
41-
14^
257.
277.
154.
187.
100. 271.
2
Meleagro
Menecrate
Menelao
Mercurio
Metello
99ip8.
Michol
221.
Mifael.
Mitridate
172.
241.
334Mileto .
49.
185. z6z, 271. 279.
di
14^.
198.
Numa,
Cozla
18S.
Onan,
177.
285.
Onfale
Oreftilla
Origlile
146.
Oronte
33^'
ZZI.
Ottavia
Ottone Terzo
45.
P
-^Allade
JL
Pandione
Paolo Santo
di Putifar
Monima
.
i5(^.
Norandino
Mirra
47.
55933953?242.
7.
47.
42. 164. 331z6, 29.
25.
Minerva
Minos
Minotauro
Mos
No.
Noemi
40. 233.
Maria d* Aragona.
Marzia
Martano
Mifbofeth
Netrunno
Nicnore
ZS3zj.
Mardoccheo
172.
Narcifb
Marcello
Moglie
14.
407
Pafife
.-
280.
iz5.
99. 257.
zg.
Pelope
Pelia
8.
109
257.
Pelio
40 8
Pelio
Penelope
Penteo
Pcrillo
Perico
y>
57.
P5
Proferpina
15?184.
157.
184.
184.
125.
Polinneftore
Priamo
Progne
178.
155.
i85.
Polidoro
Polifemo
336.
Sara
25.
Piritoo
Sanfnc
78.
2 24. 331.
Pigmalione
Pietro Appoftolo
Pietro
252.
95.
155- 189.
( 221,
Piitifar
Saturno
Saul
47. 60,
Scipione AfFricano
Scipione Africane
giore
Sela.
JL V. Rebecca.
Romani
Romolo
33^'
189.
189.
241.
Ruth.
.177-
154.
100.
2^
178.
5<5.
248.
281.
Starbuzanai
Sufanua
T
1
Amar
JL
7,77.
Rodogona
ico.
28.
164.
Mag-
Sennacherib .
Serapione Abate
Sicheo
Sole .
Solone
fi
Abface.
Sella
30.
R
Ti
i<
5^8.
336.
124.
no.
248.
125.
16.
95.
Tiefte
s
Vai.
V^
Salomone
( 257.
Samuel
Tobia
Tolomeo
198.
25. I$0.
28^
1S5.
155.
8.
Tito.
^^
13-
14.
Tafanai
Terreo
Tefo .
177.
Tarquinio
Tarquinio Collati-
2$1.
224. 235.^
i8j. 249.
Trittolemo
Tubalcain
Tulio
28.
U-
#### %%'
Vel(
40-9
Uria
ZZI,
27. z6z.
Vulcano
VEleslao.
iz5.
199. zzi.
Veronica. di Scio.
49.
z8i.
Vefta.
1Z4.
Wincislao
Venere
Vitellio
Uiiffe
145.
,
157. 535.
.'-Z4&
Zambri
Zorobabl
Fff
z5.
Z48
INDI-
410
INDICE
DELLE
ISCRIZIONI.
Di Spartiano.
na
5$.
^S.
Sopra
la
INDI-
41
INDICE
Iv
DELLE MEDAGLIE
Giunone
Confrva-
rrice
18.
Annona
S.
Giulia Augufta.
Settimio Geta con Diana.
Altra dello fteflb Geta con
Diana
coli'
37.
57.
37.
7d.
Adriano
77.
leno
77.
Filippo
Allegrezza
Allegrezza
Crilpina Augufta
legrezza .
coli'
leno
Al-
con
Si-
leno .
3Z5.
Aleflandro Severo con Sileno .
Caracalla con Sileno .
323.
Eliogabalo con Sileno.
tri,
Filippo Juniore
<
77-
S-
323.
Seniore
con
Si-
3*3.
T7'
Fif
INDI-
INDICE
iiz
Arnoldo
avvitic-
chiato
JJI2.
Adamanzio.
p.
Adriano Turnebo.
54.
Agoilino Santo .
10.39.
' 80. 109.
131. 141. 201. 223.
.^
r r
Magno.
'Alberto
Alciato.
di
Villanuova.
Afcanio Colonna
Aftolfi
r-^
-
34^.
114.
Ateneo
Avicenna.
Aulo Gellio
Aufonio.
112.
2^4.
117. 189. 250.
237.
Aldovrando.
93. 124.
Aleflandro ab Alexandro . 114.
Ambrogio Santo .
201. 21.4.
254.
48. 250.
Aleflandrino .
35$.
Amiano Marcellino.
Ammonio
Anacreonte .
Angeloni
Angiolo Poliziano
An^uillara
Ariofto
123.
77- 252.
114.
34.
124.
548.
355.
Barberini
122.
1^3. 517.
281. 3^0.
Apollodoro
Arato
BAcone
Barbette
Bargeo .
Baronio .
Bartolomeo Anglico
180.
25.
114,
.
Baruffaldi
Bafilio
Magno.
44.
Bafilio Valentino.
Beda
548.
IO.
Bellarmino
Ari fto fan
329.
21. 34. ^p. 66.
166. i6j.
147.
Ariftotele
74.
J74.
102.
[
237. 248.
295. 35(^. 3^0.
184.
177'
Bembo
239.
255.
Bernardo Santo
Beroaldi
Biondo
Bocardo
114.
114.
229.
22.
114.
.
70.
Boer-
Boerhaavc .
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223. 231.
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322.
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75. 80.
254- 2^5.
174. 195.
254. 277.
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128. 254.
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143. 215.
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337.
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54. 75. 254.
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145.
114.
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Trajano Vermiglioli.
Agoftino Vermiglioli.
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Sig. Conte Lodovico degli Oddi Profeflbre di Gius Civile.
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Paolo Brizi.
Benedetto Bernardi ProfefTore di Medicina nella
Sig. Dottor
Univerfit
Sig. Francefco Zanetti Maeflro di Cappella nella Cattedrale
Sig.
Sig.
Sig.
Giovanni Chiatti
Don Giufeppe Monti.
Dottor Emiliano Parriani
Sig. Priore
Sig.
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Sig. Abate FrWKef:o Gennari.
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Sig. Eugenio de Marchis
Padre Giufeppe Mandolini della Congregazione dell* Oratrio^
Sig. Nicola Giulj.
Sig. Dottor Don Giufeppe Spiganti Profeflbrc di Filofbfa nel4
Sig. Scipione
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Univerfit
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Dottor
Don Angiolo
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Filolbfia nella
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Padre Maeftro Ai^iolo Maria Rancati dell* Ordie de* Servi ',c
Sig. Benedetto Cavallucci
Sig. Dottor Don Aleflandfo Marzj Profeflbre di Lettere Vmi.-'
ne nella Univerfit
Sig. Auditor Giufeppe Pollio Profeflbre di Gius Civile nella
Univerfit
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Sig. Pierintonio
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Padre Stanislao di
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Abate Marco Bacini
Sig. Abate Giacomo Tenti
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Abate Don Pietro Bocci
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Sig. Aleflo di
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Gaetano Cacciari
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Padre Maeflxo Guidantoiiio Palei Ef^Provinciale Agoftiniano di
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Sig. Carlo Campioni
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Padre Priore Boeri Domenicano
Padre Maeftro Martini Domenicano
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FIRENZE.
Sig.
di Lerice
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Feliciano Egidj
GUBBIO.
Padre Abate
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Paolino Simoncelli
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Sig. Cavaliere AlefTandro Ripanti
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Sig. Fratelli Agnelli e
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Compagni Stampatori.
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MACERATA.
Sig. Antonio Riozzi di Macerata per Penna S. Giovanni.
Padre Gregorio Milefi di Macerata per 1' Oro.
Sig. Auditore f rancefco llarj
Sig. Pier Francefco Palmucci de' Pellicani Refidente di S. M. Catt.
Sig. Antonio Cortef . Per copie quattro .
MALTA.
Padre AnfeJmo Ef'Cuftode di Malta de' Padri Capuccini.
MANTOVA.
La Regia Accademia
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Pinnottino
Ferdinando Giandonati.
MONZA.
NAPOLI.
Sig.
Don
Filippo Giunti.
Sig. Capitano
Sig.
Don
Don
Savino Lattatili.
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Sig. Abate Benedetto Cipriani.
Sig. Arciprete Don Crefcenzio Ridolfi
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Ordine
di
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Gio: di Dio
ORVIETO.
Paolo Febei
Marchel Luigi Gualtieri
Sig. Canonico Pantaleone Saracinelli.
Padre Abate Viglioni Roccjhettino
Sig. Arciprete
Sig.
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C A L E:
Francefco Calvigi.
Gio: Battifta Cherubini
Sig. Arciprete
Sig.
Don
Don Tommalb Mariotti
Don Fiorenzo Cherubini
Sig.
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Sig.
PISA;
Sig.
Sig.
Michele Plazzini
Decano Giorgi
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REGGIO.
Sig.
Beniamino Fo
RIPAMANZONE.
Sig.
Germanico Fedeli
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Monfignor Luigi Gazzoli di Terni
Monfignor Aleflandro Litta
Chirurgo
mente XIII.
Sig. Stefano Guanaroni Direttore
Sig. Cavaliere Giufppe Fargna
Sig. Carlo la Bofllera
di
della
Regia Pofta
di
Cle-
Napoli
Navona.
Sig.
Sig.
Sig.
Sig.
Sig.
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Sig.
Sig.
Sig. Luigi
Giannetti
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Don Domenico
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Barone Francefco Ancajani
Sig. Marchefe Fabbrizio Loccattelli Martorelli Orfni
Padre Maeftro Verri Definitor perpetuo de' PP. MM. CC.
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