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IScjo

SQUGHT PEACEvy

4'

^3AVSaON XI QNnOJ

To the *' Catalogne of Books from the Library of


the late Gleeson White" (A. Lionel Isnacs, 16,
Shaftesbury-avenue) Professor York Powell has
prefixed a suggestive and appreciative " tribute,"
wherein the character and career of his friend are
The virtuea and vices of modem
vividly sketched.
taste are clearly suggested in the following passage
" He got, too," says Mr. York Powell, speaking of
Mr. White's year in America, "to understand the
modem town public with its insatiable craving for
novelty, its eager attraction towards interesting
work, its instability of taste, its limited but stili
not quite hopeless capability for being taught to
distinguish between good and bad in matters of
art and literature, the feverish and acute agitation by which it tries to turn the quiet way of the
artist into a black cinder-path filled with shouting
corapetitors, and the ignorant stupidity that allows
dozens of poor and worthless imitators to do their
best to degrade and hackney every new ideal or
He learnt the necessity of trained and
idea.
sincere criticism as the only true and Constant
supporfc of those who are doing honest work and
the only effective foe to irapostors, pretenders, and
shams of ali kinds."
:

was not very large, containfourteen hundred works.


But it comprised mudi that was of tie very best,
and was highly characteristic of the owner, who
" bought his books because he loved thern, and
beoause he used them," and " handied books as a
born book-lover should. He woukl choose out its
appropriate book-plate (of which he had a plentiful
and remarkable variety) for each volume, he would
Mr. White'a

library

ing, indeed, less

than

take pleasure in fixing


alongside of kindred

its fitting

place in bis shelves

volumes,

he would keep

carefully diisted and free from stain or scar."


The alphabetical order of the catalogne strikingly
illustrates the catholicity of the collector's taste.
it

Walter Grane, S. B. Crockett, and the "Cronica


di Buonaccorso Pitti," Harry Fumiss and Henry
Fusseli, Montaigne and George Moore, J. J.
Rousseau and .J. Ruskin stand together in amity
and equality in these pages, though they stood
apart, we inay be sure, on the shelves of that
pleasanfc library of which a photograph is given,
and which is now dismantled of its treasures.

loseJj)

^SjoT'z.aSe.irir.i,

Jtu/.

2f^.

ICONOLOGIA
DEL CAVALIERE

RIPA
CESARE
PERUGINO
NotabUmentt

accrefciuta

d'

Immagini

nnotazioai

,.

e -d Falli

DALU ABATE CESARE ORLANDI


PATRIZIO DI CITTA' DELLA PIEVE ACCADEMICO AUGUSTO.

SVA ECCELLENZA

a RAIMONDO

DI

SANGRO

Principe di Sanfevero , e di Caftelfranco , Duca di Torremaggiorf , Marchefe di Caftelnuovo ,


Signore delle gi antiche Citt di Fiorentino , e Dragonara , Signore della Terra di Cafalvecchio, utile Padrone della Torre , e Porto di Fortore ec. ec. Grande di Spagna perpetuo ili prima
Clafle , Gentiluomo di Camera con efercizio di S. M, Cattolica , e della Mael(: di Feidinanda

IV.

Re

delle

due

Sicilie ,

mento Nazionale

Cavaliere del Real Ordine di S. Gennaro , Colonnello de Reggiper^a difcendenza de' Conti de' Marfi , Capo e Signore
,

di Capitanata , e
di tutta la Famiglia di Sangro

TOMO PRIMO,

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PERUGIA, MDCCLXIV.
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NELLA STAMPERIA DI PIEP GIOVANNI COSTANTINI,


CON LICENZA DE' SUPERIORI,

'4

IH

momento

Ortunato

per

me fauHifsimo

di efsere

Eccel-

punche mi f degna
Principe

lentissimo
to

^'

da Voi con generojtt inarma^

197288

i'iis t

amorevolezza accolto nel .fumer de' VoBri pi ofsequoFelici in queBa parte


anJt Servidori
bile

con Jorprendente

zi felicifsifne le

prime mie

letterarie fa-

hanno incontrata f invidiabil forte di poter trovare nelP E, V, un


Protettore di tanta vagliai Si, Voi loro farete 'Protettore
Me ne Infngo ne
confido 5 Id fpefo ^ comk fe^ ne ftipplico
fiche

che

,,

con

quella maggior

vivezza, difjpirito

quale pofsa mai fupplicare Uomo


al maggior fegno rifpettofo e divoto
A
Son VoBre
ReBate ,
Voi le confagro
ve ne prego reBate perfuafo che condotto non mi fono ad umiliarvi queBo fincero tributo di ofsequio
fpnto dal folo
fplendore di VoBra ragguardevole Profapia ( che baBa il dire che e. per V antichit
e per i tanti cofpicui Parentadi 5 e per le gloriof Cariche o di
di guerra
e per le famoffsipace
me geBa de' VoBri Maggiori l' Europa illuBra ) ma pi dal fngolar meil
rito di V. E. 3
che tutto VoBro
colla

quale

quale accrefce in gufa queHa Hefsa Voira Avita Chiarezza , che niente di pi
grande J pi dejderare , e che v" innalza d gradi pi eccelj di gloria , di eter-,
nita di Nome Sa bene in effetti la letteraria Repubblica qual ottimo grado vi
-

Le

varie voHre dottifsime Opere


che con tanto
di Filofojia Sperimentale
vantaggio del Pubblico date avete alla lu-

deve

fcritte con tal propriet

e purit di
Bile Tofcano efse fono , che J hanno con
tutta ragione meritata e /' approvazione
ce

dell'"

Accademia

Membro

di cui
Crufca
comuni encomj de''

della

Jiete , ed i
Letterati . Tante e s varie

ogni

oltre

ammirabili
VoHre Invenzioper la maggior parte utilifsime all'
ni
Umana Societ in genere di Matematica
Meccanica
come IdroBatiche
Pneumatiche
e Pirotecniche , vi fanno pi
che a fuffcienza distinguere per un Ingegno forprendente e incomparabile Finalmente co" nuovi lumi
e colle nuove
Regole, che prefentemente gode la mcredere

ltan

197288

VI

ltare dfcplna pel

mezzo di quel VoSlro

Libro di Efercizj Militar]


che componeBe e pubblicale alcuni anni addietro ,
cC comandi del fempre Gloriofo Monarca
a cui
Cattolico
allora cost Regnante
,

fempremai foHe e Jete caro ed accetto


accrefceBe gloria alle glorie VoBre colP
efserne non meno dal prelodato Monar,

primi Generali
dell' Europa tutta e in voce e per lettere infinitamente commendato
Sul rifiefca

che da^ Sovrani

so

di

tanto

merito

troppo

ragione

vado di mia forte fuperbo , nello Jcorgermi da V. E, con benignit fovragrande onorato di Padronanza e Protezione.
Vorrei che dato vi fofse il poter penetrare ad evidenza /' interno altrui
VedreBe quai finceri fentimenti di gratitudine
quai
fi annidano nel fieno mio
brame quivi fi affollano di non rendermi affatto indegno di Voi. Nella maintraprefa di aggiungere alla celebre Iconologia del Cavalier Ripa varie capricdonde vieppi fiecondare le
ciofie idee
.

menti

VII

ment de" Poeti


chitetti ec.

Pttarl

Scultori

Jembrami che non mi J

Ar-pof-

sa porgere occajtone pi bella onde rimoBrare a F, E. l' ofsequiofa mia fervit


neW avanzarmi a prefentarvene
la Dedica
V. E. che il vero Mecenate di tali belle Arti , tenendo al Vo^
Siro Servigio con conjderahlifsimi onorarj i primi Uomini , fatti venire da re,

motifsimi Paejt , per abbellire fuperbamente codeBo Voliro Palazzo, e per arricchire il Magnifico Tempio Sepolcrale,
e Gentilizio di VoHra Cafa di finifsmi
Marmi , d preziofe Pietre Orientali, di

famofe Pitture
alcune

delle

di fingolari Statue

quali

come appunto fono

del Disinganno ,
fanno invidia alle Gre-

quelle del Cristo morto

e della Pudicizia ,
che 5 e alle Romane
dico

non far per

rifpettojo penfiero

medefme

V, E,

difgradire un

Ma

in

tale

queHo Befso

vengo amareggiato
dal ravvifare P infuffc lenza mia, lafcarft di mio talento Quali mai comparipenfiero

oh quanto
!

ranno:

vili

rannno a Chi tanto 'vede le povere me


Compariranno Figlie di un defatiche
bole Ingegno , ma non voglia Dio che
comparifcano Figlie di un temerario ardire
Voi, Eccellentissimo Principe, unito
ad un fommo fapere avete un Cuore fom!

mamente

bello

fommamente grande

Con-

non riguardando alla fcarfezza


delle me forze, vi degnarete ohanto di
accogliere fine eri atteBat del mo rfpetto, col quale mi do la gloria di raf
segnarmi ,

fido che

Di V.

E.

Perugia ao.

Novembre 17^4.

DivMo OUgmo

Servidore Ofseq}%o

Cesare Orlandi

is

PREFAZIONE
DELL^ ABATE CESARE ORLANDI.

OL
que

penfiero di efercitare

folo

egli fiali

il

mio

talento

qualun,

to-

Ozio fempre ali" Uomo nocivo j intraprel , non ha molto , ad immitazione del celebre Cesare Ripa Perugliermi

ali"

gino 5 Cavaliere dell' Ordine rilpettabiliilmo de" SS.


Maurizio , e Lazzaro , nella fua Iconologia , intraprefi 5 dico , a formare di mia invenzione alcune
Immagini di Virt , Vizj , Arti , Scienze , che vidi

Opera . Le perfuafive
d" ingenui eruditi fcienziati Uomini , a" quali filmai
bene comunicare le prime fatiche, e le varie combinazioni di cofe 5 che in quello mentre mi fovraggiunfero , m" incoraggirono in modo , anzi m" induflero a tale , che non temei di ellendere pi ltre

non

contenerli

nella

detta

il

il

di
te

penfiero

e lo portai fino alle

buon grado
5

ma

il

confeflo

ardire divenuto

Stampe

Ardire ,
ecceden-

ardire

in

me

neceflario

in

guifa per

le

medcilme combinazioni , che qui non luogo di


riferire , che poicia mi il fatto impofllbile il poimprefa

Se il bollore di
mia Giovent mi avelie lafciato luogo a maturamente riflettere , quai pefo Io mi addolTava, quali
critiche circoflanze mi combattevano , nemiche de-

termi difimpegnare

dall'*

comodi , onninamente neceflarj a Chi


vuole fcrivere , non mi farei ( fia detto fenza offefa della gratitudine , che nientemeno flncerifllma
proteico a"* vencratillmi dotti Soggetti che mi animarono ) cosi di leggieri elpofto alla vifta del
gli agi

de^

Pubblico
Ma che? L^ unico rimedio al gi fatto il proccurare di corrifpondere , meglio che ila poflibile,
all'* impegno , alla pubblica Alpettativa . Voglia Dio
che la mia fincerit fia prefa in favorevol parte j
Voglia Dio che il cortefe Lettore nel tempo che
mi conceder graziofo compatimento fcorga ne"* miei
Hidori qualche utile agli Amanti delle belle Lettere
ed Arti . Lo fpero , ne credo di mal confidarmi .
La fola Riftampa della famofa Iconologia del Ripa,
mi deve indubitatamente ottenere buon grado dalla
Letteraria Repubblica . Di qual merito Ella li lia
fuperfluo il rammentarlo , e farebbe anzi cofa ingiuriofa allo fcienziato Mondo il volergliene far parola . Qiianto Ella lia fiata fempre ricercata , evidente l Icorge dalle tante replicate ed afbllate Edizioni 5

ILI

zioni

rendute con tutto ci rare

bench tutte

fommo

malmenate , tenute nientedimeno in alto pregio e cuftodite con fomma diligenza. Sa ognuno efler queft'
Opera utiliffima ad Oratori , Poeti , Pittori , Scultori 5 Difegnatori , e ad ogni Studiofo , per inventar
Concetti 5 Emblemi , ed Imprefe Per divifare quaiPer
fivoglia Apparato nuziale , funerale , trionfale
dagli inavvertiti Editori e Correttori al

rapprefentare
ci

fimboli

Poemi , e per figurare co" fuoi proprj


che pu cadere in penliero umano .

L" aggiungervi che Io faccio altre diverfe Immagmi


di Virt , Vizj , Affetti , Paifioni umane , Arti , Di-<
fcipline, principali Citt d" Itaha ec. potr

gione che mi

He

appreflo

mini
re 3
te

fi

non

quali vi

fiano le

ca-

dica, che fcomparifcano troppo que-

a quelle del Ripa

ma non mi

efler

e di altri

hanno dato faggio


li

del

Valentuo-

Loro fape-

potr negare che in qualche par-

mie ancora per

renderli di qualche

vantaggio e comodit a" Dilettanti


Se per le Annotazioni a me non far avvenuto,
fante la Icarfezza del mio ingegno di baifantemente
dilucidare la materia

fervir

almeno per dare qual-

che Erudizione di pi , non dico a" Dotti ( che folamente prego a mirare P affetto mio per g(i fludj )
mm a quelli che s"* incamminano nel guflo delle
Lettere

Penfato ho di pi, mi lufmgo di non aver mal


penfato , di apporre ad ognuna delle Immagini ( a
tutte quelle cio , a cui cadono in acconcio ) un
Fatto Storico Sagro , un Fatto Storico Profano , ed
4-

un

XII

un Fatto Favolofo

appartenenti alla materia fbmminiflrata dalla Figura. Sembrer quella per avventura ad

alcuno una fuperflua, e troppo facile Aggiunta. Mi


fi permetta il dire , che fi dilunga fenza dubbio dal
giufto Chi quello mi vorr opporre . Superflua non 11
pu denominare, allorch in qualche modo riefca di
vantaggio Quello innegabile rifpetto agli Oratori, i quali dovendo di ogni materia trattare, in qualunque cofa Loro avviene di rapportare Fatti, che
approvino ed illuflrino il Loro dilcorfo
innegabile
rifpetto a^ Poeti per la lleffa ragione j innegabile riguardo a"* Pittori e Scultori , che dovendo rapprefentare qualche Fatto corrilpondente a Virt, o Vizio,
o Arte , o Scienza ec. lo troveranno pronto in queinnegabile finalmente rifpetto a
lla mia Edizione
qualunque flato di Perfone , giacch o fia ne^ difcorf in comprova e abbellimento dei Loro dire ,
o fia nella lettura , per Loro diletto e vircuofo
palTatempo , troveranno onde appagare , quaiicch
ad ogni propofto , la commendabile Loro curiolit.Mi n vorr forf notare che ila troppo facile ?
No, troppo facile non 11 dica. Si ponga alcuno all'
efperienza , e 11 avvedr che altro in cosi vallo
Soggetto mirare le cofe (lampare , ed altro il rinvenirle alle occalloni pronte nella mente, e del tutto a propofito , e co' loro Autori , Libri , e Capili citate .
Oltredicch Io fenza veruna efitanza voglio accordare , che riefcano quelle piucch ovvie
agli Eruditi .
Ma le Edizioni folo per quelli fi
hanno da fare ?
quelli che di erudizione non
fono
.

-,

Kilt

ha niente a donare? Io mi fpiee mi ipiego , che non per Chi ne fa pi di

fono fomiti non


gai

me

iparfl e

fi

fpargo

miei

fudori

ma

per

recare

qualche forta di utile , e diletto , che pure coli" utile deve andare unito, a Chi brama erudirfi-, a Chi
in un fol Libro defidera apprendere, ed al bifogno
fervirfi di varie

cofe

Quella ftata , ed la mia mira Se avr col^


to il fegno , mi fi abbia buon grada 3 f no , fi riguardi , quale egli li F animo mio
.

Ho

creduto di pi di far cofa grata

al

Pubbli-

Edizione i Geroglifici
morali del Padre Fra Vincenzio Ricci da S. Severo
Teologo , e Predicatore della Provincia di S. Angiolo di Puglia Minor Olferv ante di S. Francefco >
lampati in Napoli per Gio: Domenico Roncagiioe fatti , per quanto a mia nolo V Anno 1626
tizia , rariffimi 3 de" quali nelle Edizioni delP Ice-

co coir

inferire nella prefente

-,

NOLOGM

del

Ripa

dal

6^

o. in

poi cos

fi

pai'la

Aa

Iconologia cos al Mondo grata


e adoperata , furono prodotti Geroglfici del Tadre
Vincenzio Ricci ftampati in ISLapoli 1616. Opere
veramente ambedue degne di ejfer tenute in qualfivoglia
ifimitazione

della

'

Librera pubblica e privata

Quelle Immagini del Padre Ricci , che ha ancora il Ripa , ho flimato bene , per non accrefcere
di foverchio

Volumi

porle in rillretto per

Anno*

Quelle poi che non fi veggono pofle dal


Ripa , le ho fatte {lampare tali , e quali fi leggono
neiP Edizione di Napoli . Riguardo alle parole ,
razioni

noii

XIV

non

che ho proccurato
conformare alla piij efatta, per quanto me lo hanno
permefTo le mie affollate incombenze , per quanto

mi

gi riguardo

all'

Ortografia

riufcito regolare

mente
flato

JVladre

per

me

di

errori

pollbile

Edizione del Ripa

il

corfo di
,

Stampa

per quanto in

come

Io Iteffo

ho

inevitabil-'

fomma

fatto dcll^

ME-

M
Il

M O R

'!'-

DEL CAVALIERE

CES ARE RIPA


E

breve Dfcorfo intorno a ci che hanno' ij^rj

Autori

lafciato fcritto

ed Edizioni*

Iconologia-,

Uanto

fua

della

celebre

fi

refo

al

NOLOGisTA Cesare Ripa

Mondo P

Icow-

mediante i
vircLiofi fuoi Studj , de"* quali fempre
dovr avere ottimo grado la Repubfli
iica

Noi

delle belle Arti

ofcura

e Scienze,

come

altret-

giorno di
fua Nafcita, cos la Serie delie fue gefa pi particolari. Uomo di tanto merito. Uomo vivente ancora , famofo al Mondo , meritava bene qualche Ipeciale individua memoria da^ fuoi Coetanei
e Com^
tanto

TL

fi

refa

il

,,

patrioti

Giacer

ft

forf quella traile tenebre di

qualche polverofo Armadio, ma non elTendo a me noto, mi trovo necelltato a fcrivere di Lui quel poco folamente
che da accurate olTervazioni ho potuto rilevare . Se
e""
Perfona , che: ne abbia pi chiara notizia , far
fomma grazia a me , far cofa grata al Pubblico
col fignificarla
L" efempio di Uomini , non , come
fon Io , di fcarfo talento , ma forniti di elfo a dovizia , che febbene pi preffo alP et del Ripa , di
.-

Luii

XVI

Lui non ne hanno faputo dare alcun diflinto ragguaglio , mi 5 a mio parere , baftantemente di
Scudo ad accufa di Chiunque contro me inforger
per ci voleffe, collcch potr con verit affermare , che ninno abbia ufta maggior efattezza di me
nel fondatamente difcorrere di uomo cotanto bena&
fetto

alla

Letteraria Repubblica

Molti hanno parlato delP Iconologia di Cesare Ripa


ria, f

ma mi

perdoni la firloriofk Loro memoIo afferifco, aver quaft tutti prefo evidente,
5

ed in niun modo fcufabile abbaglio


lo

far

fi

fuo luogo

vedere

Ebbe dunque Cesare Ripa


fteffo

Lui
denominan-

per quanto da

afferma , F origine da Perugia

fcmpre nella fua Iconologia , Cesare Ripa Perugino j e nelle Immagini che Egli efpone alla lettera
de' Mojiri , nel Difcorfo del Grifo , fi hanno le feguenti parole =^ E' il Griffo Infegna d Verugia mia Tatria-^ datale gi dagli Armeni i quali
pajfati quivi ^ ec, ^=1 Ed allegando qualche Componimento del Coppetta Perugino , lo chiama fempre
fuo Compatrwta^
Sino dalia pi tenera et fi port Egli in Corte,
dofi

-^

come

fi

rileva dalle fue fleffe

parole

ali'

Immagine

febbene Io di
Ejfa pojo parlare con qualche fondamento per lo tempo che vi ho confumato dal principio della mia Fandella Corte

del

feguente tenore

ciullezza fino a quefl' ora , ec,


fervigj fi port del Cardinale

come Egli

lleflb

ne

=2

t=:

Imperciocch

Antonmaria

attelta nella

Dedicatoria

a'

Salviati,
al

detto

Emi-

XVII

Eminentjffim dlia prima Edizione della fua Iconologia in Roma. T Anno 15-95 3 Seguita quindi la
morte del Cardinale pafs ad eflre Gentiluomo del
Signor Marchefe Lorenzo Salviati, reftato Erede di
Sua Eminenza V come parimente fi rileva dalla De-.
dicatoria dello fteffo Ripa al detto Signor Marchefe
nella feconda Edizione altres di. Roma del l'o^

Mancato
anche

il

non moki Anni dopo


Signor Marchefe, non fi fa che

poi di

prefato

vivere

Corte fi trasferiffe. Il certo fi che


Egli rim afe fempre ben afltto a quella nobil Famiglia , e che {' Edizione di Siena nel 161^. la con^.
iecr al Signor Filippo di Averai'do Salviati ftrettiffimo Congiunto de^ prelodati Signori Cardinale , e
iervig; di altra

Marchefe
^'j'.

Nel

i<)93

Anno

in cui diede la

luce la fua Iconologia,

non

come da

fi

detta Edizione

era

il

:->

prima volta alla


Ripa Cavaliere,

pu fcorgere, bens nel--,


la feconda del l'o^. dove tale s' intitola 3 onde mi
do a credere ohe poco lungi da detto Anno folle
decorato della rilpettabiliffima Croce dell* Ordine deV
Santi Maurizio , e Lazzaro 3 o foife ancora nell"

Anno
fa: di

fleffo

detta Religione

mente Vili.

nelP

Immagine che

Sommo

Pontefice Cle-

in cui Egli dice


,

che

il

"Ko^ filo conferm l' unione delle MiUzie de' Santi Maurizio , e Lazzaro , ma ancora le
concejfe nuove e diverfe Grazie , e dichiar alcuni Indulti e Privilegi a favore de' Cavalieri .
Si pu con tutta ragione afrerire , che la fia dimora folle fempre in Roma ,, e che in quella Do-;
=3

XVIII

minante Ei terminafl glorofi fuo giorni . Ci fi


deduce e da quello che lopra accennammo, da Lui
detto nella Immagine della Corte , e dalle Dedicatorie di fue Edizioni fempre fotto la data di Roma.
Nella Dedicatoria dell" Iconologia imprefla in Siena
per gli Eredi di Matteo Fiorimi ali" Illuftriffimo Signor Filippo di Averardo Salviati fotto la data di

Roma

il

di

zato in et

15".
5

Settembre i6j^, dice di

Dmim

ho migliorate

le

tuto la debolezza

dell'

a perfezione

ridotte

avan-

efprimendofi co" feguenti termini

parlare delle fue Figure Geroglificne

favor

eflere

Facendo Io
ciare almeno il

ingegno in

:=j

Ora

nel

che col

per quanto ha poquefla grave et >

onde rintracfua morte, credeva

diligente perquifizione

tempo di
di effer giunto alla meta de" miei defiderj nel rinvenire in quefla pubblica Augufta Biblioteca il fuo
gli
altri degli
Ritratto
tra
Uomini illuflri della
Citt

precifo

e nel vedere in quello notato

ICONOLO-

E fotto C^SAR RIPA OBIIT A. D.


MDCXII. Ho fcoperto per innegabile errore di

GIA

l"

Chi not

la

detta

Ifcrizione

mentre

il

Ripa nel

viveva 5 e dedic, come fopra dicemmo, la


nuova Edizione di fua Opera , data alla luce in
Siena dagli Eredi del Fiorimi , in quello fleffo Anno . Non folo nel 16^15. fi contava il noilro Autore tra Viventi , ma a beneficio del Pubblico e^
refpirava ancora nel 1^18.- nel quale Anno Ei mand in Padova a Pietro Paolo Tozzi un accrefcimento alla fua Iconologia , che detto Tozzi fenza fua
16" 15

faputa

legga P Edizione d
vedr che negli ultimi Fo-

faputa veniva riftampando

Padova
gli

del

6"

cos Jo Stampatore

Volume

fi

fpiega.

quando fi cominci a fiampare il


in %oma y
l' Autore che
fi ritrova
ne Io farifiampajff l^ Iconologia

'^Studhfi Lettori
prefente

fi

Si

-t

non fapeva che Io


pevo che l' Autore ftejfe intorno all' accre[cimento deli*
Opera fua lo feppi alfine per mezzo di Amici , imprejfa che fu la prima Parte . U' Autore richiefione
da me per Lettere-) mi mand loo. Figure da Lui
di nuovo inventate , le quali abbiamo pofie da f nella
terza Tane 3 mi mando infieme alcune Vojiille da inQuelle
ferirfi nella prima Tarte , e nella feconda
della Seconda Varte , perche vennero in tempo , le abbiamo meje d fuoi luoghi 3 ma le Toftille della prima Varie , perche giunfero dopo che fu Jiampata , le
ponghiamo qui fiotto , In fatti e in quefla in ultimo >
ed in tutte le feguenti Edizioni fi vedono le dette Po-^

-,

'^

-.

ftiiie

a^

fuoi luoghi appolle.

MDCXII.

doveva piuttofto 1" Autore delia Ifcrizione notare F Anno MDGXXII. ,


nel quale con tutta la probabilit fi pu credere ,
che Cesare Rpa carico di Anni e di gloria terminile in Roma di vivere . Il certo il che nel i ^"2 ^ ,
o poco lungi da detto Anno, Egli era morto, avendotene indubitato rincontro dal!" Edizione, parimente
di Padova , fotto V Anno 1 6*2 5-. , in cui fi leggono
In; vece

del

nella Dedicatoria delio Stampatore le feguenti paro-

Signor GiolfFo Pignatelli

le

indirizzate

Vy

S, Illuftrijfima conofciuto

al

il
"^

:=d

Ha

Cavaliere Cesare Ripa,

che

Quale Edizione cominci ad


tSoxQ ltto il Torchio P Anno i6i^ ^ come li deduce dalla Immagine che fa il Ripa delP Avarizia >
in cui prendendo occafione di lodare Monfignor Barche Jia in gloria-^'

c.

berini, diceva prima =: Monfignor Barberini Chieric(^


di

Camera , ed ora

zione poi del


tefice

1 6" 2 5".

con nome di

quefta Opera

meritiffim Cardinale , eu nelP Edifi

legge aggiunto =3 creato Ton^

Urbano

6, di

Viti* mentre fi rifiampava

Agofto

\^f^

PafTiamo ora a difcorrere della la femofa Opera 5 e vediamo f quelli che ne hanno fatta menzione abbiano efeguite tutte le parti di accurati
Scrittori . Io ne riporter alcuni , e noter a" fuoi
luoghi quel tanto che vi far pi da oiTervare.
Prima di tutti Giano Nicio Eritreo , o fia Gio:
Vittorio Rodi err di gran lunga nella fa Pinacoteca 5 allorch volendo fare Elogio del fuo favorito
Gio:. Caratino Castellini ? di Lui dille num. 27.
Tmt maxima ex parte AuHor Iconologi.e , qucc

Ti^ormn

Calatorumque omnium manibus teritur E"* vero pur troppo


che anche i grand"* Uomini non fono efenti dal pren-

C.^SARis

Rip.^

dere abbagh

nonnine imprejfa

Guardimi

Cielo che lo penfi ofRi-

famofo Scrittore 5 ma s famofo


Scrittore , mi fi conceda il dire , che in quello err
tanto, che, a mio credere, li renduto inefcufabile
affatto . Vilfe pure a"* fuoi tempi il Ripa , come il
Castellini . ufc pure a* fuoi tempi alla luce la
prima Edizione deir Iconologia, ufci la feconda ,
la terza , la quarta , la quinta , la fella , ed era
P Icofcare la gloria

di s

XXI

r Iconologia a' fuoi tempi gi notiflima al Mondo.


Egli ne f cenno, ma fa duopo dire che ne facefle
parola , fenza neppure averla giammai veduta . Giacche f queflo folle flato , necefTariamente avrebbe
dovuto rawifare che non folo la prima volta , che
il Ripa diede fuori quella Opera tutta fua nel i ^p?.,
neppure un^ Immagine vi aveva Egli appofta del
Castellini 5 ma ne anche nella feconda d!el l'o^ 5
qualcuna nelle fuflegaenti, e poche pi furono aggiunte nella fella del l'zy. dopo la morte del celebre Iconologilla

na

di

ricercare

Se prefa

una
mani

fi

folle

dir cos , la pe-

fola delle Edizioni

che pure

di tutti , avrebbe arrofllto di


giravano per le
aver penfato di fcrivere, non che di avere fcritto,
che i" Iconologia folTe fiata compofta maxima ex
parte dal Castellini. E f il Castellini viveva allorch ufci al Pubblico la Pinacoteca , avrebbe fenza dubbio arrolTato del fuo Panegirifla . E tanto
pi grande 1" errore , quantocch fembra che V Eritreo voglia dare ad intendere , che il Ripa n , ma
il Castellini ne folle il vero Autore ,
allorquando
non dubita dire, che Au&or Iconologi.^, qua C.esARis Ripte nomine imprejfa &.
comecch il Ripa
non vi avelTe preftato altro che il nome. Trovi fcanfo al fuo abbaglio Chi pu giudicare pi dritto di
me 5 che Io non so immaginarlo, non dico vederlo.
Eppur e"* Chi ? ha feguito , non poflb efprimere con quanta mia maravigHa ! Monlignor Giulio
Fontanini Letterato , non fi pu negare , di gran
nome, nel dare al Pubblico la Serie de" pi celebri

Libri

XXII

Libri della nofira lingua


giudizio

con formarne fopra

ISLella Biblioteca dell'

il

fao

Eloquenza Italiana Ciaf"

Cap 4. della Storia Favolofa antica cosi dice.


Iconologia di Cesare Ripa In Tadova preijo il
Tozzi 161%, in quarto* Edizione feconda E rapporta
V autorit di Giano Nicio Eritreo , il quale favoleggia
che detta Iconologia Ila maxima ex parte di Gio:
fenza punto confutarla.
Zaratino Castellini
innoltre non poco condannabile il Fontanini, non
effendo altrimenti vero che P Edizione del Tozzi del
16" 18. fia la feconda , mentre almeno la quinta,
come diftintamente fi pu vedere dalle mie Annof

6,

Ma

-,

tazioni
Il

Signor Apoftolo

Zeno con

pi giudizio

pi fondamento, con alquanta pi di efattezza,

con

ma

ne ha parlato nelle fue Note alla detta Eloquenza Italiana di Monfignor Fontanini . Ecco le

non

tutta,

fue parole

L^ Iconologia ad Cavaliere Cesare Ripa Pe rugino fu da prima ftampata in Roma dal Gigliotti (^a) nel if^^ , e pofcia la feconda volta
,,
dal Fazio nel 160^, con qual5, eziandio in Roma
che accrefcin?ento in quarto Se ne fece dapoi,
pure in quarto, una Riftampa in Padova dal Panel \6ii il quale in EfTa fi da vanto di
,, iquati
.

averla notabilmente accrefciuta

ma

lo fleflb

Au-

tore neiP Edizione fattane in Siena prefTo P Erede


del Fiorimi nel l'i^. in quarto , afierma effere
quella Edizione Padovana interamente conforme ,
lnza la menoma Aggiunta, alla feconda di Roma,
la

XXIII
5^
5,
5,

55

>^

quale conteneva ottocento Immagini , accrefciute ora da Lui nelP Edizione di Siena di altre

la

duecento ( e ) . Quella del Tozzi fatta in Padova


nei i^i8. riportata dal Fontanini , come feconda,
viene ad efler pertanto almeno la quinta, dietro

medefimo Tozzi fece fuccedere la fella


pro5, nel l'zf. informa fempre di quarto (<^).
afirifce Gio: Battifla
5, polito di quefta Iconologia
6o,
5, Lauro Perugino nelF Orcheftra Romana pag.
che V Autore del Libro ;=3 Qumqitks pralo fuac femper auHmn , pojlremmn recenjmt ,
5, bjeHum ,
5^

la

quale

il

longe copioforem

Iconbus adjeBis ve-

5,

recitdit

55

nuflonn

55

Le Immagini e i Difcorfi aggiunti dal CaSTELLIMI alP Iconologia del Ripa non arrivano ad

5,

elfere

55

nemmeno

quarta parte del Libro (^)


onde con poca giuftizia li dice dalP Eritreo , che
la

Libro ha flato fatto maxima ex parte dal Ga5, stellimi . Il Fontanini riporta V alferzione del fuo
55 favorito Eritreo , fnza confutarla , onde anche in
,, fuo fentimento la da per vera e fcura . Giovanni
delP Accademia Francefe , ridulfe in
5, Baidoino
1" Iconologia del Ripa,
55 Compendio , e a Moralit
la pubbli55 e di nuove Figure in Rame abbellita ,
in lingua Francefe dalle Stampe di Matteo
5, co
Guillemont in Parigi nel 1 6'44 in fglio 5 e altra
3,
Parigi f ne ha preffo Lorenzo
55 Edizione pur di
i6%i in quarto.
55 d"* Houry nel
L* Oldoino in Atheneo Augujio cosi parla di
Cesare Ripa ;=i 55 C^sfar l^ipa Veritfinus Eques SS.
5,

il

,5

Mau-

XXIV
3,
5)
>j

Mauritu

Antonii Marta Cardtndli.


Salviati primum , mox Laurehtii Salviati TSibilh
Aulicus , eriiditiorie claruit Siculo i6, pojl Chri5

Lazzari

53

fium natum

39

fcrlptionem diverjarmn Imaginmn antquaru)n

3,
y,

3,
33
33
33

quo

Italice edidit

primun Anno

Icomlogiam , feu De:

1{0'

per Joannen Giglottum >


iterum au^am ibidem Anno i^pj. per Lapidum
Facium 3 f "Patavii 1 6'2 5-. /;? quarto per Vetrutn
Taulmn Tozzium evulgatam (^) , demurn Venctiis
^^W TSLicolaum Tezzana (b) t
in tres Libros
divifam a Joanne Caratino Castellini T^oma7yia

^s>3

&

Molti

Lodovico

Labb

altri

parlano di quefla Iconologia


in

Jacobilii

dlia

di

come

Filippo
Umbri<t
Gesii in Mantija Anti-,

Bibliotheca

Compagnia

-,

Gio: Battifla Lauri Perugino


in Theatri T{omani Orcheftra 3 il Padre Bclforti Pe-,
rugino3 ec. ma tutti 3 o poco o affai, fono* caduti in
ci in errore . Anche il Sig. Giangiufeppe Origlia,
benemerito tanto della Letteraria Repubblica, per le
Aggiunte fatte al Dizionario Storico del Signor

quarift SuppelleHilis

Abate Ladvocat
tenerli

Zeno

do

ha

fatto giuflizia al

Ripa 3

coli" at-

fentimento del Signor Apofrolo


che del Signor Gianvittorio Roffi , o lia Ni-

piuttofto

al

Eritreo,

Per notare pertanto le Edizioni della celebre Ico-,


NOLOGiA in Italia , rapporter tutte quelle che fono
fiate o da me vedute 3 o a notizia
La prima in Roma nel 15" 5^5. per gli Eredi di
Giovanni Gigliotti 3 fenza figure.
.

La

feconda medefimamente in Roma per Lepido


Fazio Kjo^. ampliata , e con Figure
La terza cominciata a ftamparfi in Firenze nel
i<^o8., e terminata in Siena dagli Eredi di Mattea
Fiorimi nel l'i^.
La quarta , mentre con tardanza 11 ftampava in
Firenze , fu tofco flampata in Padova nella Stampera del Pafquati da Pietropaolo Tozzi nel l"!!.
La quinta pur dal Tozzi in Padova nel i<ji8.

La

ni

La

fella dallo fteflb

La

fetcima da

L"*

ottava

in

Tozzi in Padova nel

Donato Pafquardi

l'zy.

Padova i '^ o.
Venezia per Criftoforo Tommafiin

i6'45-.

La nona

parimente in Venezia preflb Niccol


Pezzana nel 166^.
La decima finalmente in Perugia nella Stampera di quefto Signor Piergiovanni Coflantini , che
la prefente'da me debolmente s, per ifcarfezza d"* ingegno 5 ma di molto accrefciuta d' Immagini , di

Annotazioni, e

di Fatti

17%.

^ 7

ANNO-

XXVI

ANNOTAZIONI
A/k No f

del Zeno,

AAgli Eredi di Giovanni Gigliotti


Errore di niuiuV momento
( ^ ) Doveva dire prefTo gli Eredi !i Matteo Fiorimi

(^)

i
I

( f )
Siena del

Non

gi vero che Cesars Ripa nell' Edizione di


idi^. affermi eflr V Edizione Padovana interamente^

conforme fenza la minima Aggiunta, alla feconda di Roma Lo


Stampatore bens nella fia a' Lettori dice ; Volli confrontare il
Volume di Padova con quello di Roma per vedere V AccrefcimemOt
n vi trovai aggiunto pure un Jota. Il contenuto di quella Lettera fi che portarofi l Ripa in Firenze fco fi dolfe, che dagli Stampatori di Roma poca accuratezza fofle fiata pofla nell*
Edizione di fia Opera , e gli fece palefe che V avrebbe volentieri da Lui fatta riftampare coir aggiunta di 200. fie nuove-

Immagini . Afllinfe Egli T impegno , e die fbito juano alla Rillampa i ma effendofi dovuto trattenere per alcune fe prefTanti
urgenze > in queflo frattempo comparve dalla Stampera dei PaIquati nel i5ii. una nuova Edizione del tutto conforme allio
Romana, bench lo Stampatore la dichiarafTe accrefciuta e migliorata j che pertanto ne faceva avvifto il Pubblico , e flante
i fpraccennati fioi impedimenti , per isbrigare al pi preflo laj
fila Edizione , ne aveva mandata parte alla Stampa di Siena ,
ed ivi compiuta.
in quefla Edizione la Dedicatoria del Ripa ali* anzi
lodato Signor Filippo Salviati , nella quale la chiama terza >
bench in verit fia almeno la quarta . Forf per dimoflrarc
che la terza volta ulciva alla luce con nuovi accrefcimenti
Nella Riflampa fatta nuovamente nel 16 12. da Pietro Paolo
Tozzi dalla Stampa del detto Pafquati , elfo Tozzi debolmente fi
difende da fimili accui , e lnza porre in campo le Aggiunte che
colorifce il
fi erano gi fpacciate , contro ogni vero , nel idii.,
ilio vanto , col dire la detta Riilampa cavata fuori degli errori

MI'

Edizione

Romana ^

co quella diligenza, che piacque

fmo

all'

Autore

XXVII
Autore meejlmo ; ed in conferma della fia aflertiva > mette in
vifta &\ Pubblico una Lettera dello fteflb Cavalier Ripa a Lu
diretta in tal congiuntura . Quefta la Lettera

Molto Afag.

Sg. e

Padron mio OJ[ma

T TO villo mia Iconologia diligentemente riftampata


X J. V. con diverl e nobiliflime Tavole e Figure
la

S.

da
hi:-

con tanta induftria ed arte> che invero meglio noti_.


porrebbono fare. Perci Io la ringrazio infinitamente, e le
^) ne refto con queir obbligo , che fia poflbil maggiore > non
quefto , ma perch Ella ha moftrato di tenere iiLi
,, lolo per
mie , ed averle care . Veda pur dunque (e
j> pregio le col
poflb
lrvire
la
in qualche col , che vedr in me lij
Io

tagliate

fi

prontezza

il

defiderio grandifllmo

eh' Io

ho

di ubbidirla

Tempre in tutto quello , eh' Ella fi degnar di co mandarmi . Qui dunque far fine > e con ogni riverenza 1
bacio le mani , pregandole dal Signore Iddio ogni conten*
M to , e felicit maggiore .
,,

e frvirla

Di

Di V.

S.

Roma

quello d ip. Febbrajo

i<5'ii.

Molto Mag.

ed OhhWio Servidore
,
Cavalisr Cssara Ripa .

AffezonatMo
Il

Defidero

un Libro d detta Ico NOLOGiA , per poterla godere per amor di V. S. > e per legno
dell' affezione che Io le porto, le mando il mio Ritratto.
{d) In quefta Edizione , tempo in cui non era pi vivente
il Ripa , fi cominci a dire V Iconologia ampliata dal Sig. Ca*
di eflere favorito

da V. S.

* 8

di

valie-

Gio; 2aratimo Castjsllini Romano . Dopo quefta il medefimo Tozzi nel idjo. ne diede fuori un* altra. E nel i54$.
nuovamente in Venezia preflb Criftoforo Tommafini fu riftampata 1' Iconologia
Dall'Edizione del i6(5p. di cui parla T Oldoino ne difcorreremo appreflb .
(f) Mi perdoni la chiariflma memoria del Signor Apeftolo Zeno , da me fbmmamente venerata , f Io mi avanzo
ad a ermare eh' Egli non ha ulata tutta la dovuta dilio;enzij
nelle Oflavazioni latte all' Iconologia
Se quefto fofTc Irato,
e' non avrebbe detto
Le Immagini , e Difcorji agginm dal
Castllimi all' Iconologia del Ripa non arrdano ad effere nemmeno la quarta pane del Libro
Ma avrebbe anzi aflerito chcj
tion arrivano ad effere nemmeno la vigefima parte ; mentre ia
mille e duecento Immagini in circa , che nell' Iconologia del
Ripa fi contano , del Castellini non ve ne fono neppur trenta.
Avrebbe fcoperta 1' evidentifllma intereffita malizia dello Stampatore di Padova, che nel i^z^. , credendo forf di render
pi efitabile la fia Riftampa , dice 1' Iconulogia ampliata da
Gio: Zaratino Castallimi , e temerariamente, coU'ajuto per avventura di fciocchi Correttori ed Affiitenti , molte Immagini dello fteffo Ripa le pone col nome del detto Castellini . Dico ci
accaduto per malizia dello Stampatore , giacch mai mi caderebbe in penfiero che Uomo al cerco di fommo credito , e d
fino giudizio, come fi era il Sig. Gio: Zaratino, aveffe voluto
macchiare la fua gloria , col dimoflrarfi al Mondo un cos sfacciato Plagiario. Credo anzi , e non fenza fondamento io credo, che allor quando ufci alla luce l'Edizione del lz'^. o il
Castellini foffe di gi paffato all'altra Vita, o almeno gemeffe
traile anguflie della fia infermit accennata dall' Eritreo , fenza
per notare l'Anno precifb , dalla quale pi non riforle Ci me
valiere

combinando la notizia dell' Eritreo


,
coir Immagine della Corfica del Castellini che in detta Edizione aggiunta , e non terminata , coli' avvilo dello Stampatore
nelle feguenti parole
Quel poco di Difcorlb che reit , non avendofi potuto
perfezionare , 1' avr piacendo
3, dali' Autore per indilpofizione
lo fa giuftamente penfir

y,

Dio

il

Lettore a nuova Edizione


li

XXIX
Il

fatto

fi

che quefto Difcorfb in

zioni refta collo fteflb avvilo

Che

le

tutte

rertduto per

le feguenti Edi-.

verit ridicolo

vera, penlb non ci far


Era Cssark Ripa ( Autore di tutto
altre belliflme Immagini ) bifbgaofo forf di mendicar glo*
coli' appropriarli pochi altrui Letterarj parti ? Era Egli s
la

chi voglia
ria

mia

affettiva fia totalmente

confutarmela.

goffo, che penfr poteffe che foffe per reftare occulto il furto,
non dico air avveduto Mondo , ma- in una Roma , Patria del
Casiellini depredato , in una Faenza , daddove Quelli era vera, e dove il medefimo dimorava ? E che ne replicaffe
ancora le Edizioni collo fteffo impudente reato ? Non ha refo
forle Egli fempremai giuftizia al merito altrui , e le Immagini
d' invenzioni si del Casthllijji, che di altri , non fono neLi-
iiia Iconologia col nome de' Loro Autori ? Perch aveva da_>
porne alcune e non tutte ? Penfiamo anche per un momento
che il Ripa nel trafmettere a' relpetcivi Stampatori le nuove Immagini , che di tempo in tempo veniva accrefcendo , fi dimen^
ticaffe di porre a tutte quelle , che generofmente le venivano
date dal CAsxaLLiNi , il nome del fuo Autore ; o che ancorij
procedeffc 1' errore dall' incuria de' Compofitori di Caratteri, e
Correttori. Ma il Castellini lo vogliam penfare cosi poco gelolb delle fue Produzioni , cosi Ibnnacchiofo , cos indolente ,
che in mirare ltto altrui nome le cofe fiie date al Pubblico
non folo lo permetteffe , non iblo non fi rifentiffe , ma ancora
di pi in ulteriore Edizione di altre nuove ne faceffe parte allo
fteffo Predatore ?
Sciocchezza l' immaginarfelo . Non aveva
torno a dire, bifogno il Ripa di arrogarfi per lue le altrui fatiche : Non era di tempra di si poco conto il Castellini chej
lo aveffe fofferto
N avrebbe alpettata la morte del lio Amico

mente oriundo

Ripa j onde poterfi riprendere per fue quelle tante Immagini


che nelle anteriori Edizioni del i52^. non erano ltto il fio
nome. Dicafi piuttofto che incoraggito lo Stampatore da qualche nuovo Dilcorl prodotto, e dato dal Casthllini dopo Lo
morte del detto Valentuomo ; dalla lontananza di Pdova da_j
Faenza; dalla pericolola indilpofizione del Castblini,. temerariamente a propole
molto accrefciut* la

d'

ingannare

fiia

Rii^ampa

il
;

Mondo

vedere di
apponendo lnza giudizio a
,

col

far

molte

XXX
molte Figure del Ripa

il

nome

del prelodato Castellisi.

Che

dalla fiia indilpofizione , ed aveifc potuto


vedere s vergognofo Plagio , ingiuriofo tanto al fuo nome >
indubitatamente il Tozzi non farebbe andato efnte da' fuoi giuftiffimi rifentimenti i ed il Mondo avrebbe pi diftintaraente faputo come la cola fi fofTe andata.
Si aggiunga inoltre che con pochiflmo , anzi con niun difcernimerito, fbbene con evidente malizia , fi appofto alle
Figure del Ripa il nome del Castallini
Ne porter qualche
1'
efempio , e giudichi
accorto Lettore , f Io mi abbia prefb abbaglio , nel ritornare nella prefnte Edizione al nome del fuo
vero Autore le Immagini infipidamente dal Tozzi > feguito poi
da tutti gli altri , appropriate al C a stallimi . E qui convieiu
che fignifichi che per mera inavvertenza fi pofto dallo Stampatore nella prefnte Edizione alle Figure deli' Accademia ,
dell' Adozione il nome di Gio; ZARATi>fo Casiblllni , che con
tutta giuflizia fi devono credere del Ripa ; ritrovandofi 1' Accademia fino dal i5ij. al 1^25. tra quelle del Ripa , e l'Adozio-

f Qiiefti riforto foffc

nuovamente dallo fteffo Ripa accrefciute e trafneffe in Padova al Tozzi nel idi 8.
Nella Immagine dell' Amor domato in tutte le Edizioni avanti quella del idx^. fi legge =j Ringrazia il Coppetta mio Compatriota il Tempo che V abbia fciolto , ce. Alz l' ingegno il Tozzi,
o Chi a Lui preft afliftenza , e pens che nell' aggiungere a_>
detta Figura il nome di Gio; Zaratino Castbllini , f avelTe

ne

tra quelle

lafciate nel flio effere le parole mio Compatriota

i leggieri chi-

unque accorto fi farebbe che quefta Immagine era itata inventata dal Ripa Perugino , e non mai dal Castellivi
giacch
ognun fapeva che il Coppetta era. di Perugia, ed il Castellini
Romano o Faentino; e perci tolf mio Compatriota , iScmxdo
5

tutto

il

reftante

Parimente nella Figura della Vita hraje , della quale cail Tozzi
ne fa Autore il Castellini , dicevij
prima il Ripa ; Corrifpondc un moral Sonetto i Francefco Gap~
petta y mio Compatriota , cbe lo ferine ad una fua Parente ec. ed
Egli colla fleffa afluzia iafci fuori le parole ?mo Compatriota
pri cciofmcnte

Dice

XXXI
del Confitto ( che non fu mai
il Ripa nel Difcorfb
deli*
Orfo =3 Ada d quejto Smbolo
parlando
Castellivi
del
)
luogo nella Figura deW Tra ;=: In fatti alla Fif ne dir a fm
ancora per buona forte al Ripa , fi parla
,
lafciata
Ira
gura dell'
dell' Orlo , come aveva promeflb
Con niente X accuratezza il Tozzi appone all' Immagine^
della Diligenza il nome del Cavalier ZARATit^o, poich il Ripa
vero Autore in detta nomina , come fo Stemma , il Simbolo
eh' Egli porta dell' Amandola , e del Moro Celfo j ed il Tozzi
non ha avuta 1' avvertenza di togliere almeno all' Indice ci
che quello chiaramente dimoftra . Vedafi nella fiia ftefla Edizione r Indice delle Medaglie moderne > e fi legger =j CasARa
Ripa coli' Amandola e <Moro Celfo, e indica la Pagina, dov'
detta Figura defcritta.
La Notte del Ripa colle lue quattro Parti nell' Edizione del
kJz^. manca, e vi invece la Notte del Castellini prefa dalla ftefla Notte del Ripa , ma {piegata diverfamente
Varie altre cofe farebbero da notarfi in comprova del n^io
dire; ma giudico bene il lalciarle alla rifleffione altrui, rilevandofi da quello da me fin qui riferito ballantemente il torto che
che al Castellini , e T erroro
fi latto al Ripa , non meno
degli anzidetti Scrittori , Ipecialmente dell* Eritreo , e del lo
fido Fontanini.

Dice

ANNO-

xxxir

ANNOTAZIONI
Ali" Oldoino.

(a:)np'Ra l'Anno 160^.

1^25

>

come

fi

detto, ufcirono

alla luce le Edizioni del i5ii , 161^ , 161S.


{b) L' Edizione del i55p. non mi riufcito poterla rinvevenire . Ne fcrifli in Venezia al Sig. Niccol Pezzana vivente , ed Egli compitamente mi rifpof ;

Ho

....

ufata tutta

Iconologia

dell'

di

la diligenza pffbile per rnvsrre la Copiai


nella mia Stainpera^

Cesare Ripa imprejja

,
che Ella defderava , ma ogni perqujzone
non avendone trovata n preffo di me , n prejfo verun altro di quej Libra] y e de' miei Conofeenti verun Efemplarct
onde rimango col rincrefcimemo di non averla fervila nelle fuc_^
premure . Ho bene appreflb di me 1' Edizione parimente di Venezia appreflb Criftoloro Tommafini i<?45. ommelTa dall' Ol-

nelV

Anno i66p

riufciia

doino

vana

(e) Fino

160^. fi vede divila in tre Parti T IconoloGI


onde in quello non ha che fare il Castellini Pare che
r Oldoino voglia dire che nel i66g. fu quella da Gio: Zaratino divif, ma Gio; Zaratino intorno l'Anno i6z<).y o forf
nello fteiro Anno , come Ibpra vedemmo , manc di Vita
dal

PROE-

PROEMIO

xxxiri

CES ARE RIPA


R U GINO
P

TZel quale fi difcorre genericamente d varie

forme d^ Immagini ,

colle loro

Immagini

fatte

diverfa cofa da

^S

colP occhio

per fgnificare una


quella

cHe

non hanno

vede

fi

altra

pi

ne pi univerfale regola , che


P immitazione delle memorie , che l
trovano ne^ Libri , nelle Medaglie >
corta

e
de^ Latini

regole

ne"*

Marmi

e de^ Greci

intagliate per induftria

che
Per comune-,

di que^ pi antichi

furono inventori di quello Artificio .


mente pare , che chi s^ affatica fuori di quefla immitazione , erri , o per ignoranza , o per troppo prefumere 5 le quali due macchie fono molto abborrite
da quelli , che attendono colle proprie fatiche all'
acquiflo di qualche lode . Per ruggire adunque il
fofpetto di quefla colpa, ho giudicato buona cofa,
( avendo io voluto di tutte quefle Immagini lare un
fafcio maggiore di quello , che li poteva raccogliere dalle oflervazioni delle cofe pi antiche , e per.
bifognando fingerne molte , e molte prenderne dalle

mo-

XXXIV

moderne

e dichiarando

verifimilmente

ciafcuna
)
trattare alcune cofe intorno al modo di formare, e
dichiarare i concetti fimboliei , nel principio di queff
Opera , la quale forf con troppa diligenza di molti

Amici

il

follecita

fi

alpetta

quali fono io in

principale obbligo di contentare. Lafciando

da parte

quell'

Immagine ,

della quale

fi

dunque
ferve P Ora-

e della quale tratta Ariflotele nel terzo Libro


della la Rettorica , dir folo di quella , che appartiene a" Dipintori , ovvero a quelli , che per mezzo
tore

poflbno rapprefentare qualche col differente da ella , ed a conformit coli" altra 3 perch j fiecome quella perluade
molte volte per mezzo delP occhio , cosi quella per
mezzo delle parole muove la volont j e perch anche quella guarda le metafore delle cofe , che Hanno fuori deli' Uomo , e quelle che con elfo fono
congiunte , e che fi dicono elTenziali . Nel primo
modo furono trattate -da molti Antichi, fingendo le
Immagini delle Deit , le quali non fono altro , che
veli , o vellimenti da tenere ricoperta quella parte
di Filofofia , che riguarda la generazione , e la cordi colori

di

altra cofa vilibile

ruzione delle cofe naturali , o la dilpofizione de"


Cieli, o le influenze delle Stelle, o la fermezza
della Terra , o altre fimili cofe , le quali con un
lungo ftudio ritrovarono per avanzare in quella cognizione la Plebe 5 ed acciocch non egualmente i
Dotti , e gP Ignoranti potelfero intendere e penetrare le cagioni delle cole , f le andavano copertamente comunicando fra loro , e coperte ancora per

mezzo

mezzo

di qiiefte

Immagini,

le

lafciavano

a' Pofteri,

che dovevano agli altri eflere fuperiori di Dignit


Di qui nata la moltitudine delie
-e di Sapienza .
Favole degli antichi Scrittori , le quali hanno V utile
della Scienza per i Dotti, ed ii^ dolce delle curio
narrazioni per gP Ignoranti. Per molti ancora degli Uomini di gran conto hanno flimato loro degna fatica lo {piegare quelle cofe , che trovavano in
quefte Favole occultate j lafciandoci fcritto , che per
*
Immagine di Saturno intendevano il Tempo , il
iquale agli anni , a^ mefi , ed a^ giorni , da e toglie V eflere, come Eflb divorava que"* medefimi Fanciulli ,
che erano fuoi Figliuoli . E per quella di
Giove fulminante , la parte del Cielo pi pura , donde
vengono quafi tutti gli effetti Meteorologici . Per
V Immagine ancora di Venere di eftrema bellezza
V appetito della materia prima, come dicono i Filofofi , alla forma , che le da il compimento. E che
quelli , che credevano il Mondo eilere corpo mobile, ed ogni cofa fuccedere per lo predominio delle
Stelle
lecondocch racconta nel Pimandro Mercurio Trifmegifto ) fnfero Argo
Pallore , che con
molti occhi da tutte le bande riguardaffe . Queflo
lleffo
moftrarono in Giunone , fofpefa in aria dalla mano di Giove,
come diffe Omero, ed in(^

Immagini , le quali hanno gi ripieni


molti Volumi , e fiancati molti Scrittori , ma con
finite

altre

Dottrina e di Sapienza . Il fecondo mo^"


do delle Immagini abbraccia quelle cofe , che fono
nelP Uomo medefimo , o che hanno gran vicinanza
profitto

di

^10

con

'

XXXVI

con Eflb

come

Concetti , e gli Abiti


che da'
Concetti ne nafcono, eolla frequenza di molte azioni particolari 5 e concetti dimandiamo, fenza pi fottile inveftigazione , tutto quello che pu efler flgniil qual tutto vien
ficato colle- parole
comodamente
in due parti divilo.
una parte , che afferma o nega qualche cof
d' alcuno 3 V altra che n . Con quella formano V artificio loro quelli che propongono le Imprefe , nelle
quali con pochi corpi , e poche parole un fol concetto s' accenna 3 e quelli ancora , che fanno gli
Emblemi , ove maggior concetto con pi quantit
,

-,

di parole

e di corpi

fi

manifefta

Con

quella poi

torma P Arte delle altre Immagini , le quali appartengono ai noftro Difcorfo, per la conformit che
hanno colle definizioni , le quali flo abbracciano le
Virt 5 ed i Vizj , o tutte quelle cofe , che hanno
convenienza con quelli o con quelle , fenza affere per effere o fole primare o negare alcuna cofa
vazioni o abiti puri , il efprimono colla Figura umana convenientemente . Perciocch , ficcome T Uomo
tutto particolare , quafi come la definizione mifura del definito , cosi medelimamente la forma accidentale , che apparifce efleriormente di Eflo , pu
efifer mifura accidentale delle qualit definibili, qualunque il fiano , o dell' Anima nollra fola , o di tutto
il comporto. Adunque vediamo, che Immagine non.
fi
pu dimandare in propofito nollro , quella che
non ha la forma ddV Uomo , e che Immagine
malamente diilinta , quando il corpo principale non
fi

-,

fa

XXXVII

qualche modo P officio


zione il fuo genere

fa in

Nel numero

delie

altre

che

cofe da

nella defini-

fa

avvertire

fono

tutte le parti eflenziali della cofa iiteflaj e di quelle


far necclfario guardar

minutamente

le diipofizioni

qualit

le

Difpofizione nella Tefla far la pofitura alta o


bafl, allegra o malinconica, e diverte altre pafloni
che fi fcuoprono , come in Teatro , nel!" apparenza
delP

della faccia

cia

nelle

gambe

Uomo
,

ne"*

Dovr ancora

piedi

nelle

nelle treccie

brac-

ne"*

ve-

ed in ogni altra cofa notarfi la difpofizione ,


ovvero pofizione dillinta e regolata, la quale ciafcuno la potr da f medefimo facilmente conofcere
fenza che ne parliamo altrimenti, pigliandone efempio da' Romani antichi , che ofl'ervano tali difpofifliti

zioni

Medaglie di Adriano
L" Allegrezza del Popolo fotto nome

particolarmente

Imperadore

nelle

pubblica , ila figurata colle ro^ani polle


alle orecchia . Il Voto pubblico con ambe le mani
alzate al Cielo in atto di fupplicare . Veggonfi altre Figure , pur in Medaglie , colla mano alla bocca ;
altre ledono col Capo appoggiato alla delira 5 altre
Hanno inginocchiate j altre in piedi j altre difpofle a
d" Illarit

camminare

-,

altre

con un piede

alzato

varie difpofizioni defcritte da Adolfo

con

altre

Occone.

Le. qualit poi faranno, P eflere bianca o nera,

o Iproporzionata , grafia o magra;,


giovane o vecchia , o fimili cofe , che non facilmente fi poflbno feparare dalla cofa , nella quale
proporzionata

fono

XXXVIII

fono fondate avvertendo , che tutte quelle parti facciano infieme un' armona talmente concorde > che
nel dichiararla renda foddisfzione il conofcere ie
conformit delle cofe , ed il buon giudizio di colui,
che le ha fapute ordinare infieme, in modo che ne
-,

rifulti

una cofa

ma

fola,

perfetta e dilettevole.

Tali fono quaf univerfalmente tutte quelle degli

che non fi
governano a cafo . E perch la Fifonoma , ed i colori fono confiderati dagli Antichi, fi potr ciafcuno
guidare in ci conforme air autorit di Arilloteie ,
il quale fi deve credere , fecondo V opinione de' Dotti , che fupphfca folo in ci , come nel rello a quel
che molti ne dicono e IpefTo lafciaremo di dichiararle , ballando dire una o due volte fra tante cofe
polle infieme quello , che , fc foller diflinte , bifognarebbe manifellare in ciafcuna , mafilmamente che poffono i Studiofi ricorrere ad Aleffandro d' Aleflandro
ip. ove in dotto Compendio Egh
f7el Lib, 2. al cap,
manifefla molti Simboli con fue Dichiarazioni attinenti a tutte le membra-, e loro colori.
La definizione fcritta , bench fi faccia di poche parole , e di poche parole par che debba efere
quefta in Pittura ad immitazione di quella, non
per male l' oflen^azione di molte cofe propofle ,
acciocch dalle molte fi polfano eles^gere le poche
che fanno pi a propofito- o tutte mficme facciano
una compofizione , che fia piii fimile alla defcrizione , che adoperano gli Oratori ed i Poeti , che alla
propria definizione de' Dialettici . Il che forf tanto
Antichi

e quelle ancora de' moderni

pi

XXXIX
quanto nel reflo per f
fteffa la Pittura pi li conf con quelle Arti pi facili e dilettevoli, che con quella pi occulta e pi
difficile . Chiara cofa , che delle antiche f ne vedono e delP una e del? altra maniera molto beile
e molto giudiziofmente compolle.
Ora vedendoli , che quella forte d"* Immagini fi
pi conveniente yien fatto

riduca facilmente

,"

della definizione

ilmilitudine

alla

diremo , che s di quelle come di quelle , quattro


fono i capi , o le cagioni principali , dalle quali il
pu pigliare V ordine di formarle , e fi dimandano
con nomi ufitati nelle Scuole, di Materia, Efficiente, Forma, Fine , dalla diverllt de"* quali capi nafce la diverfit, che tengono gli Autori molte volte in definire una medeflma cola, e la diverfit medefimamente di molte Immagini fatte, per fignificare
una cofa fola . Il che ciafcuno per feflelfo potr no^
tare in quefte ifbelTe , che noi abbiamo da diverfi
Antichi principalmente raccolte, e tutte quattro adoperate infieme per mollrare una fola cofa , febbene
Il trovano in
alcuni luoghi , contuttoci , dovendofi aver riguardo principalmente ad infegnare cofa
occulta con

modo non

ordinario

per dilettare colP

ingegnofa invenzione, lodevole farlo con una fola,


per non generare un" ofcurit e fallidio in ordinare,
Ipiegare, e mandare a memorra le molte.
Nelle cofe adunque , nelle quali fi pofFa dimofirare P ultima differenza, f alcuna f ne trova, que^

Ha

fola

fomma

balla per

perfezione

fare
-,

F Immagine, lodevole

mancanza

in
>

della quale

di

che
unita

XL
unita fcmpre colla cofa medefima ne fi difceme , fi
adoperano le generali , come fono quelle , che polle
inlieme mollrano quello ifteflb , che conterrebbe efla
fola

Dapoi, quando fappiamo per


flintamente
e;li

le

qualit

una cola

accidenti di

cagioni

definibile

le

quefla flrada
propriet

le

di,

acciocch f ne

V Immagine , bifogna cercare la fimilitudine


come abbiamo detto nelle cofe materiali, la quale
xerr in luogo delle parole dell' Immagine , o definizione de" Retori , di quelle che conlifl:ono neir
ugual proporzione , che hanno due cofe diftinte fra
feilefle ad una lia diverfa da ambedue , prendendoli quella , che meno , come , f per fimilitudinc
di Fortezza fi dipinge la Colonna , perch negli Edifi zj fofliene
tutti i falli , e tutto T Edificio che le
Ila fopra , fenza moverfi , o vacillare , dicendo che
laccia

tale

la

vezza
gli

ndV Uomo

fortezza

di tutti

faftid;

vengono addoflb

toiica la

Spada

quelli Illrumenti

e lo
il

ed olfnde P altrui
co" fuoi argomenti
cofe favorevoli

-,

per follenere la gra-

che
e per fimilitudine della RetScudo , perch , come con

e di tutte le difficolt

Soldato difende
,
,

cos

il

ovvero

vita

la

Retore

entitemi

propria,

P Oratore

mantiene

e ribatte indietro le contrarie

le

Seive ancora , oltre a quella , un" altra forte di


limilitudine , che quando due cofe dillinte convengono in una fola differente da effe come , f per
notare la Magnanimit , prendelTimo il Leone , nel
-,

quale ella in gran parte

fi

fcuopre

il

qual

modo
meno

xu
meno

ma

lodevole,

della invenzione
lle

due forta

eff

fimilitudini

di

icioCCa.

Immagine ben formata


non ha moka difficolt

delP

il

nervo

fenza

cosi

quali

le

forza

la

come

rimane inllpida e

^'^'-

Ci non

pi ufato per la maggior facilit


e della dichiarazione 5 e fono que-

Moderni

avvertito molto da alcuni

"quali rapprefentano gli effetti contingenti, per

llrare

eflenziali qualit

come fanno

>

mo-

dipingendo

Dilperazione uno che s" appicca per la gola 5


fer r Amicizia due Perfone che li abbracciano , o
limili cofe di poco ingegno , e di poca lode. E^ ben
vero , come ho detto , eh e quegli accidenti , che feguitano neceffariamente la cofa fignificata nelF Im-

per

la

magine

e
nudi , come in particolare quelli che appartengono
alla fifonoma , ed alP attitudine del corpo , che danno indizio del predominio, che hanno le prime qualit

far lode porgli

nella compoflzione delP

gono

gli

accidenti

alle dette paffioni

me

ben

fatto

rabbuffate

il
,

efteriori

conformit . Come
cona , il Penfiero
far

in alcuni luoghi diflinti

d^ elfo

le
,

quali difpon-

e lo inclinano

o a quelle che hanno con efl


f dovendo dipingere la Malinla Penitenza , ed altre limili y

vifo
la

Uomo,

afciutto macilento

barba incolta

le

chio-

le

carni

non

molto giovenili , ma bella , lafciva , frefca , rubiconda e ridente fi dovr fare P Allegrezza , il Piacere ^
il
Diletto , ed ogni altra cofa fimile a quefte , e
febbene tal cognizione non ha molto luogo nella
numerazione de^ fimili , nondimeno ufata affai , e
1

quella

XLII

quella regola degli accidenti


ti

non fempre

feguitar

e degli

come

efFetti

nel

gi det-

dipingere

la

quale e una cofe fuori della compreen


,
flone de^ predicabili , e febbene nelP Uomo e una

Bellezza

la

proporzione di linee, e di colori , non per queftg


pene elprefla 1" Immagine , che fia foverchiamente
tella, e proporzionata
perch farebbe un dichiarare
idem per idem 5 ovvero piuttoflo una cofa incognita
con un" altra meno cpnofciuta , e quaf un volere
con una Candela far vedere diftintamente il Sole ,
e non avrebbe la limilitudine , che l" Anima j n
potrebbe dilettare , per non avere variet in propollto di tanto momento
il
che principalmente fi
guarda .
Per Noi V abbiamo dipinta a fuo luogo col
Capo fra le Nuvole , e con altre convenienti particolarit . Per avere poi le flmilitudini atte e convenevoli in ogni propofito , bene d"* avvertire quelio che avvertifcono i Retori j cio , che per le col
conofcibili fi cercano cofe alte 3 per le lodabili j fplendide y per le vituperabih , vili j per le commendabiDelle quali cofe fentir ciafcuno
li , magnifiche .
germogliare tanta quantit di concetti nelP ingegno
luo, f non pi che Iterile, che per f lleflo con
una cofa , che fi proponga , far ballante a dare
guflo e foddisfazione all' appetito di molti e diverfi
ingegni , dipingendone V Immagine in diverfe maniere , e fempre bene
N io oltre a quelli avvertimenti, i quali fi po;

trebbono veramente (piegare con

aflai

maggior diligenza ,

XLIII

genza
verf

>

so vederne quafi alcuno altro

degno

per cognizione di quefle Irnmagini ,

di ferile

quali

fono in vero ammaeflramento , nato, prima dalP abbondanza della Dottrina Egiziaca , come fa teftimonio Cornelio Tacito , poi ribellito ed acconcio col
tempo, come racconta Giovanni Gorocopio ne" fuoi
Geroglifici 5 talmente che potremo quella cognizione affimigliarla ad una Perlona fapiente , ma verfata
la quale
nelle folitudini , e nuda per molti anni
per andare dove la converfazione il rivede , acciocch gli altri allettati dalla vaghezza efteriore del
Corpo , che P Immagine , defiderino d"* intendere
minutamente quelle qualit , che danno Iplendidezza
alP Anima , che la cofa lignificata 5 e flo era
mentre flava nelle folitudini accarezzato da pochi
Stranieri . E folo fi legge , che Pittagora , per vero
defderio di Sapienza penetrafTe in Egitto con gran^
diflma fatica , ove apprefe i Secreti delle cofc , che
occultavano in quefli Enigmi , e per tornato a
Cafa carico di anni e di Sapienza , merit che dopo morte della fua Cafa fi faceffe un Tempio , con^
,'

ikcrato al merito del fuo fapere

Trovafi ancora , che Platone gran parte della


fua Dottrina cav fuori dalle fue ficretezze , nelle
quali ancora i Santi Profeti P afcofero . E Chriflo,
che fu V adempimento delle Profeze , occult gran
parte

de" Secreti Divini

fotto

P ofcurit

delle

fue

Parabole

mo

Fu adunque
orrido

Sapienza degli Egiz; , come Uo-


e mal veftito , adornato dal tempo per
con12
la

"^

XLIV

che moilrava efler male celuoghi , ne' quali fono i Tefri ,

configlio delP efperienza


lare g" indizj

de"*

acciocch tutti afkticandofi amvino per quello mezzo a qualche grado di felicit . Quello veftire fu il

comporre
alle

corpi

Immagini

delle

diftinte

di colori

proporzioni di molte variet con belle attitudi-

ni, e con efquifita dilicatezza e delle altre, e delle


cole ifteife , dalle quali non alcuno , che alla pri-

ma

villa

non

d" invelligare

muovere un certo defiderio


a che fine fieno con tale difpofizione,
fi

fenta

ed ordini rapprefentate

Quella

curiofit viene an-

nomi delle cofe fottofcritte alle iflelTe Immagini. E mi pare cofa da ot


fervarfi il fottofcrivere i nomi , eccetto quando devono effere in forma d" Enigma 5 perch fenza la
cognizione del nome non li pu penetrare alla cognizione della cofa fignificata , f non fono Immacora accrefciuta dal vedere

ufo alla prima villa da tutti


riconofcono . S"* appoggia il mio

gini triviali, che per

l"*

ordinariamente fi
parere al coflume degli Antichi,

quali nelle

Me-

imprimevano anche i nomi delle Immagini rapprefentate , onde leggiamo in effe , AbunDANTiA , Concordia ^ Fortitudo , Felicitas , Pax >
PROVIDENTIA , PlETAS , SaLUS , SeCURITAS , VICTORIA , ViRTus , e mille altri nomi intorno alle Loro
daglie

Figure

Loro

quanto mi

paruto convenevole
fcrivere per foddisfazione de" benigni Lettori . Nel
quello

che , come in rutto il rello dell" Opera , le 1" ignoranza a


addolTo qualche bialimo, avr a caro
che

che venga in parte gravato


Reflando folo , che ficcome
gloria

di

Dio

ed

utilit

dalla
io

voflra

XLV
diligenza Loro

ho ci
,

cosi

fcritto

ve

per

ne va-

medefimo fine 5 elTendocch ingrato e vianimo farebbe quello che non riferilca a Dio
ci che per mezzo di feconda caufa T ifteflb

gliate pel

ziolb
tutto
gli

propone.

J-O

XLVI

LO STAMPATORE

AL LETTORE.
NON

poteano certamente

mi

fili

pacejje

principi di queji

far

dell'

d f

me Stampe impiegarJ in cofa , che


Opera pr c/ente , n con pi gradevoli
le

mojtra

nuovi caratteri

onde pur ora

/ vantaggi

fingolarilfmi , che a
Iconologia
del nofro
tutte
Cavalibr Ripa j le giufle lodi ad Epa date da tanti Valentuomini y le molte edizioni di Effa fatte dopo la faa prima comparfa
arricchir le volli ahhondevolmcnte
le

belle

alla pubblica luce

parca che in

za

Arti derivano dalla

un

e la rarit

certo

celebre

finalmente

modo m'

in cui tuttavia Efj'a era

incaricajjero di troppa traj'curatez-

perch avendo tante volte lafcato ufurpare agli Stranieri V ono-

re di pubblicare guefT
fbile

mi

La

colle

rimaneff ai fortiflimoli

vevano ad ufar mia

una volta

Opera
ragione

Stampe , pur tuttavia infenche ognor pi incoraggir mi do-

loro

coli'

nelle glorie di cos chiaro

per

intereffarmi anch'
,

finalmente
ed onorato Concittadino
io

imprefa , e l' ambizione lodevole di recider V Opera feffa pi compita , e pi adorna , mi avrebber tuttavia lafcato con quej'ia inefficace brama , quando per buona forte
non fi foffero combinate molte cofe a favor mo per appagarla .
certamente fpiegar non fi pu quanto grande fojje il mio compiacimento y allorch feppi che incontratofi a forte col mio defiderio il
dotto Genio dell' filmo Sg, Abate Cesare Orlandi, meditava gi
djjlcolt

dell'

del Rifa corredata di fue copiof


ed arrichita di molte Giunte fue proprie , e di
bei Rami adornata , portandola a quel punto , che
fi fotfe il migliore coli' accrefcerla di nuove Immagini o da Lui Jtefj giudiquefi di rifiampare

V Iconologia

erudite Annotazioni

zio famente

lacrt

inventate,

o tratte

da chiunaue

con

convenevoli fmu-

j,

con

XLVII
3j

con invenzioni, e Poefie

RapprefentafTe
Gli egregi

talenti

grate Fantafie

la vajtiijima Erudizione del nuovo Auto-

re y ed il Jngolare fm genio per tutte le helle Arti y come furono


a Lu cagione ^ intraprendere i e di compiere con tanta lode
degna imprefa \ cos diedero a me occajhne di venir finalmente al
termine de* miei difegm col puhhlicarla .
Che f gi altre volte fu V Opera del Ripa ricevuta con tanto
applaufo ; fperar mi giova , eh' Ejfa fa per aver pur ora una
ugual forte j tanto pid che nella pubblicazione degli altri Tomi , che
a queflo fuccederanno , lufngar mi pojfo , che tanto per la materia , che verr in eff trattata , quanto per la eleganza delle Figure y
e per tutto ci , che pu render V Opera pia gradevole > incontreranno anche meglio il comun gradimento .

Per

XLViir

PEr

ordine del Padre Reverendi (Timo Inquifitore ho letto attentamente

Primo Tomo

il

dell*

FJpa Teriipno notabilmente


ti

dall'

ligione

Opera

intitolata

yAoate Cefare Orlandi

ec.

ci

Iconologa

Immagini

Cavaliere Cefarc^

del

^nnotationi , e
ho trovata cofa alcuna centra

accrefciuia d'

d'

di
la

Fat-

Re-

Principi; anzi ho

ammirato l'ingegno, 1*
exudizione , e 1' eleganza
non folo del primo Autore ; ma del fecondo ancora , il quale ci ha fatta si confiderabile aggiimta e per , cornea
^tiliffinia alla Repubblica Letteraria , la jftirno degna della pubblica luce
,

btioni coftumi

ed

In Perugia

Pi Cafa

quello di 25. Ottobre

7^4.

Vincenzio Cavallucci
Dottore di Filo/ofia e Teologia,
in quefla

Sandi

Officii

comando di Monsignore Illuftrilllmo,


PErPerugia
avendo io letto attentamente
,

Iconologa

fcHta

d'

Immagmi

landi

ec.

4el

PETRUS PALMA

Inquiftor Generalis

titolata

Matematiche

Teruga

Vifa fupradida relatione Imprimatur


F.

delle

e Trofeffore

Vmverfni

Cavaliere

e
il

Cefare l\ipa

PeruCx

Reverendlfllmo Vefcovo di

Primo

Tomo

Terugivo

dell'

Opera

notabilmente

in-

accre-

annotazioni , e di Fatti dall' .Abate Cefare Orho trovata in eflb alcuna cofa che ila contraria alla Santa Fede 9 ai buoni Coftumi , ed ai Principi ; ma in oltre
mi fono grandemente compiaciuto pe '1 fublime pregio dell' Opera non
meno in riguardo al primo fuo Autore.) che tante edizioni le ha di poi
meritate: quanto ancora in ordine al fecondo che di molte Immagini, e
di copiofa erudizione 1' ha nobilmente arricchita ; colle <juali avendo anch*
Egli dato Saggio del fuo raro ingegno e valore, la iHmo fempre pi
jdcgna della pubblica luce e di efTere a comune utilit profeguita .
* Dal Convento di S. Francefco li 25. Ottobre 1764.

non

f^ylo

d'

non

F, Giuseppi
e

Maria Modestini

ed ^IJfleme Generale de' Minori Conventuali


Teologo pubblico nella 'Dniverfn di Teruga .

Es-Trovincidle

Vifa fiipradida Relatione Imprimatur


P. A. DATI Vicarius Generalis Perufix

ICONO-

ICONOLOGIA
CAVALIERE
DEL

CESARE RIPA PERUGINO


^fe

^ ^^ ^C ^k ^k ^k

^k

^tff

^fe

*Jj*

^t

^fe

-A-

^^

ABBONDANZA.
_

Ai

.2>/

Cefare^p4

Ctsa'Ti Orla-ndi

Onna
ri

grazofa

che avendo di una bella Ghirlanda di vaghi fio, ed il veftimento d color verde , riccamato

cnta la. fronte

la delira mano tenga il Como della dovizia pieno


e diverf frutti , uve , olive > ed altri ; e col finiftro
braccio Aringa un ffcio di fpighe di grano , di miglio j pani-

d oro

di molti

co
te fpighe

legumi ) e Ibmigliant

dal quale

fi

vederanno molte di det-

cadere , e iparf anco per terra.


e graziof fi deve dipingere 1' Abbondanza , ficcome cof buodefiderata da ciafcheduno , quanto brutta, e abbominevole riputata

Bella

ha, e

con

ufcite
,

Carella , che di quella contraria

Ha

ICONOLOGIA

Ha

Ghirlanda di

la

{a)

fiori

perciocch fono

-,

fiori

de' frutti

chc_

ed autori ; poXono anco fignificare T allegrezza t e le delizie di quella vere compagne .


Il color verde , e i fregi dell' oro del fuo velHmento ,{bno colori propri , elFendo che il bel verdeggiare della campagna moilri fertile produzione ; e T ingiallire j la maturazione delle biade , e dei frutti , che fanno 1*

T Abbondanza melTaggieri

fanno

Abbondanza
Il Corno

della dovizia ( A

Ermogenc

ta da

nel

lib.

per

della Frigia

la
,

favola della Capra

ficcome

riferlice

Amaltea

racconta-

Natale Conte nel

li-

Acheloo , e per quello 1 che Ovidio Icrive del detto Acheloo fotto figura di Toro , nel lib. p. delle Trasformazioni , manifefto fegno dell' Abbondmiza , dicendo cosi ;
bro

Meteologe

7. delle file

cap. 2. di

al

&

l^ajades hoc pomis ,


floris odore replettim
Sacrarnnt , divesque meo bona copia corm efi.

.'

perch l'Abbondanza fi dice Copia, per moftrarla cosi la rapprefentiamo che il braccio finiltro abbia come il deifro la fua carica , e davvantaggio , edendo che parte di quelle fpighe fi fjjargano per terra
Jn prccfcrptam ^bbimdantx figurar , Domnicus ^Ancajan'AS .
uifpice tcrrarum flaventes undique campos
Multipli ci compi et mcffe benigna Ceres ,
Tomoriim vario airvantiir pondero rami >
Et bromio l'itis piena liquore rubet
Cerne boum, pecudumque greges bine la^eus humori

.
[

'

'Il

Hhc

II.

nato il Proverbio Vitex floret , (^


] Hti la Ghrhnia Ai fior ec.
botrm maturuit , riferito da Plutarco nel 2. lib. delle fiie Convivali; del quale per non aggiunge ne l'ufo, u I' origine
Ma il Raccoglitore de' Proverbi
dice fignificare 5 che Ila oinai tempo, che il Giovane dia faggio d maturo ingegno ; che vuol dire produca il frutto , che fi aipetta dall' Indole fua , che
Qiiindi n'

fl

come

fiore

il

quale precede

il

frutto

T Autore

tocca due diverfe opinioni del CorDovizia alquanto ofcuramente onde nece/Tario di meglio fpiegarle:
Alcuni dicono , che quello Corno tolle d quella Capra , da cui fu fatto nutrire Giove dalle due Ninfe Amaltea, e Melifia , ovvero Ega^ed Elice, la qual
Capra avendoli rotto per difgrazia un Corno ad un' Albore , rec gr.mdiflmo
riifpiacere alle dette Ninfe, ma non potendone far altro , lo empirono di diverfi fiori
e frutta, e lo prcfentarono a Giove , a cui fu molto grato,evoI] eh/: per onore' della fua Nutrice folle l'empre fegno di Abbondanza
E Ferecide , come riferilce Apollodoro , laici) fcritto tale elTer la virt di qucilo
Corno, che copiofameute fomminiilra tuttoci , clie l'Uomo defidera per cibo,
e per bevanda . Ma li legge ancora , che quello Corno non tu di Capra , ma
di Bue , cio di quello , in cui fi cangi il fiume Acheloo , quando combatte
con Ercole per Deianira promelTa ia moglie dal Padre ad ambedue J Imper
doccile Ercole ruppe ad Acheloo nel lottare un Corno , e gittatolo via , le_
Naiadi Ninfe de' Fiumi lo raccolfero, ed empitolo di varj fiori, e trutti, t*
di verdi froudi adornatolo alla Copia, Io confecrarouo ; e perci tu ciainato J
Corno della Copia j e delia Dovizia,

\b'\

no

11 corno iella tovizia ec. Qii

della

j-

..

MO

f
Uhc

P R T MO.

pingui fuiant 'viminx vinEla lacu,

Syha

feras nutrii , prodimmt aquora pifces


>AerUs camps Uta vagatur avis .

^td jam depofcAs proprios , mortalis, in tifirs


^ec Cakim quicquam , nec tibi terra ne^at

%Abbondanzu

Donna in piedi , veftita di oro con le braccia aperte tenendo l" una,
e 1' altra mano fopra alcuni celioni di ipighe di grano , i quali fiano dalle
bande di detta figura, ed cavata dalla medaglia di Antonino Pio, cqa lettere , che dicono :
AUG. COS. IIII. , et S. C.
>

ANNONA

%/ihbondanza Marittima.

'

Cerere fi rapprefnta con le ipighe nella delira mano , Uefa fpra la


prora di una nave , ed a piedi vi far una mifura di grano con le Q)ighc_*
dentro , come T altra di fopra
kAbbondctnza Marittima,

Donna

che con

la

deftra

mano

tiene

un timone

con

la ilnilira 1c_j

tfpighe

abbondanza .

Donna

con, la Girlanda di {pighe

zo di canape

ramo

di

con

ginellra

le foglie

con

di

grano

la iiniitra

il

nella delira

Corno

mano un maz-

della dovizia

ed un

ibpra del quale faranno molte boccette di fta

FATTO STORICO SAGRO.

Faraone

mentre col corpo in profondo fnno pofava , vagando colk


,
mente parve trovarli alla riva di un Fiume , dal quale ufcivano fette
belle , e grafie Vacche , che in paludofi luoghi a pafcer fi pofero ; quandoch dallo fleffo Fiume altre fette fmunte , lordide Vacche fortirono , prendendo cibo lunga la riva di detto Fiume in luoghi verdeggianti , e fioriti,
ed affamate , vidde , che aflalite le gralfe tutte le fecero loro palio . Atterrifll Faraone fi fcolfe dal fonno , pens forf la vanit de' fogni addormii^
turbargli la fantafia . Sette9
fi di nuovo . Ed ecco altro confimile fogno
belliffime Spighe di Grano mir etter deprelTe , ed affatto confunte da altrettante fpighe

Savj del

Ja

"

aride

e prive totalmente di frutto

Deflatofi con {pavento radun

nefluno feppe fcifrarRegno per


interpi'etazione
Giufeppe Figlio di Giacobbe Ebreo , che da Fratelli veriduto , dalla
impudica Moglie di Putifar fellamente accufato nelle Carceri della Corte di
Egitto gemeva , chiamato perci alla fua prefenza Ipieg , che tanto le
fette
3
i

1'

della Vifione

ICONOLOGIA

le fette colme Spighe dcnDtavano i Citte Anni %


che ftati firebbono di Abbondanza, fegtiiti da altri fette di tale CareHia, che
confumato interamente avrebbono tuttoci avefle prodotto la Terra ne' fopraddetti fette Armi d fertilit . Saggiamente perci penfando Faraone , Sopraintendente lo eletfe all' Abbondanza del Regno , ed a Lui tutta la cura
affid del buon Provvedimento de' fuoi Popoli . VerificoJfi intanto LI fuo Pre
iigio . Venne 1' Abbondanza , ed Egli in tal tempo fece radunare nell' Egitto quanto mai Frumento pot trovarli. Segui laCarefta, e con tal furore fi
avanz , che miframente la Gente di fame fi moriva . Tutti all' Egizia.^
Corte correvano fino dalle pi remote Regioni ; Tutti la faggia Provvidenza
di Giufppe benedivano , confermandolo j ed acclamandolo col Nome di Sal-

fette grafife

Vacche

vatore del

Mondo

>

quanto

Efod. cap. 41.

FATTO STORICO PROFANO.


Cicerone nella {ia Orazione a' Pontefici per il rledificamento di
fua Cafa , che nel tempo del fuo efiglio penuriava cosi Roma di vi
veri e di tutto , che nata cJcndo fiera fedizione nel Popolo , minacciata veniva dell' ultimo eflerminio , f provveduto non fi foffe alle bilbgna . Venne
in fbmmo
Ipavcnto il Senato , erano atterriti i Nobili . Finalmente uniti tutti con la Plebe a richiamare Cicerone , al fuo ritomo , e col fuo provvedimento fi die riparo alle gravillime urgenze ; trovato fu il modo , onde_
avere e Grano , e Biade ; ceft la fame ; termin il terror ne' Ronuni . C/f*

PReglafi

pr domo /u ai Tont. Orat. 30.

FATTO FAVOLOSO.
TRttolemo

di Grecia Alunno di Cerere , da EJa ricevette un Vai denominato Pirodoro con ordine 1 che , aicelb nel di lei Carro , girai_>
per il Mondo , e IpargeiTe ci che dentro vi aveva Eilk pofto . Era quello
ricolmo di grano, ed aveva la propriet , che per quanto f ne verfa^le rimaneva fempre pieno . Allegro Trittolemo e per la fama , che nel Mondo
acquiftata fi farebbe , e per 1' abbondanza , che a quello avrebbe recata , pi
che di buona voglia ubbid la provvida Dea . Giunto nel fbpravvenir della
notte in una Citt della Scizia, in cui, come Re , riledeva un certo Lineo 9
lafciato in diiparte il Carro con i Draghi , fi port all' Abitazione Reale
s' inchin al Re , e gli chiefe per quella notte albergo , promettendogli foprabbondante ricompenf: e qui gli narr l'ordine di Cerere e gli f vedere in una gran Loggia i prodigi del luo Vafo . Stupito Lineo 1' accolf
l' abbracci , il tratt lautamente alla propria menf . Andato quindi Trittolemo a dormire , 1' ingrato maligno , e avaro Re * temendo , che f fparf
fi folfe tra fuoi Popoli la gran maraviglia , lo avrebbono voluto per loro Signore ; ed iiwltre penfando , che farebbe Elfo divenuto ricchiffimo , e fmofiffimo f riufcito gli folle il rapire il Vaio ; llabili portarfi tacitamente al letto dell'
O^itc 3 trueidoflo e fervirli con tutto il comodo del Pirodoro . Non ebbe
effctta

TOMO PRIMO.
effetto

il

Cerere trasformato

in

un Lupo

giacch nell' atto d volerlo fvcnarc fu d


Cerviero. Ovd, Metamor lib, j,

fuo malvaggio penfiero

ABORRIMENTQ
Z)e/r

^hatc

Cefare Orlandi,

C.M

Umo

di grave prefenza e con (praciflio , colla Tefta voltata aHa_j


parte a quella oppofta, nella quale moftra di aver oGfervato qualche
cof, che sfiigga di voler vedere colle braccia in alto e in atto di mariviglia e riparo . Si dipinga in atteggiamento di Iputare . Vefla un abito can

dido

Gli

E'

fi

ponga

a'

piedi

r Aborrimento

un Armellino

un' alienazione

animo da qualche cof , e per ci


e con fbpraciglio per elTere propriet

dell'

un
fi

diflTentimento

una diicrepanza^
grave prelnza

Uomo di
Uomo grave 1'

dipinge

dell'
avere orrore ,
e diiTentire da ci, che reputa non buono . II fopracJglio indizio
dell' animo repugnante * giacch
f^ultus , ac frons animi efl patina , qu^e figniabditam , ac retrufam . Cicer. de Pet. ConC E nel 3. de
ficai voluntatem
Orat . Omnis motus animi ftmrn qttemdam a natura habet vnltum , et fonum et
^eflim . >Anm Imago vultus. efltjudices octd. Tratti hxc eft una pars corpo*
rs , qitx qiipt animi motus fmt tot Jgnificatones pofft efficere . Oculi enim funtt
quorum tnm intentione , tum conjeSiUt tum hilaritate, motus unimorum lignifica^

sfuggire

mus
res

apt

I^am

oculos natura nobis

ad motus animorum declarandos

ut

Equo

&

Leoni fetas

caudam

att

dedit .

la

ON

-C

L'OG

La

Tcfta voltata

alla

oltervato qualche cofa

parte oppolla

che

j*"

a quella

sfligga di volef'

nB-|rtcXtro'-<debrc Metaftafio ncIP Artafcrfc


In gran parte dal volto il cor Jt fcopre .

tt

vedere

cu! moftra di aver'


chiaramente dimoftra 1'

In

,
,

giacche un moto dalla natura infegnatoci , il riin cola , che ci difpiaccia . Iddo
per dare ad intendere quanto abborrilca i Sanguinar} , cosi parla per ifda cap.
1. Cur extenderitis mmas veftras , avertam ocidos meos a vobis , manis enim
w/lra fangtiine piena fmt .
azione dell'Aborrimento
volgerfi altrove

allorch e' incontriamo

Parimente per le braccia in alto , e in atto di maraviglia e riparo


che 1' aborrire una cofa un' effetto della maraviglia ,
,
che ci cagiona , e perci cerchiamo da quella fcanfarci
Per Geros^Iifico dell' Aborrimento , fecondo la teltimonianza di Pierio
Valeriano , gli Antichi ufavano il gelto di fputare ; e rapporta Teocrito, che
dilfe, che ben tre volte uno gli aveva.iputato nel feno in contrailcgno di
queir aborrimento , che di eflb avc\a . Con si fatta ignomnia {piegavano
ci che da e (Ti era avuto in obbrobrio, ed in odio.
Appreffo Giovanni Bonifacco dell' Arte de' Cenni Par. I. Lo fputare E*
geflo
di abominazione ( fono fue parole), e di volere con dilpiacere alV
da noi fcRCciare , e perci quando intendiamo , o vediamo alcuna
cofa
cuna
5,
cofi vergognofa , e {porca {putiamo , mollrando con quello gefto di ribut3, tarla da noi, come gittiamo via quell' eicremento , onde upprclTo Tcrcn zio leggiamo in aK. per traslazione : Expuere mferuvm ex anim.
Come il color candido pi di qualunque altro color,^fbggetto a ricever macchia, cosi per il candore dell' abito , di cui va veftita la nollri
Immagine, C {piega la delicatezza di un' animo , che sfugge quelle co{e,che
pu credere , che la poflino appannare , e recarle macchia
Quefta per fc ileffa una virt fi avverta per di ben dillinguerla .
;Pur troppo da taluno' fi prende in ifcambio , ed il pi delle volte ha l;v_j
ilia {rgente da un fondo di cattivo genio ,di {cortcfia , di non retto pensare . l far tanto_ da Catone non fempre bene . L' ollentar di {bvcrchio il
JUrratto d' una Lucrezia jnon merita tutto 1' applaufb , ed accade per Io pi,chc
intendo moftrare

>

m.il fi crede

'Dna virt

che

nell'Artaierfe Atto

Ha

quefla

II.

l"

Metall. Iflipilc

ordinario eccede.

Scena

XIL

[noi confini,

e quarido eccede

Cangiata in vizio ogni vrfX

fi

vede

-E- pi chiaramente nella Betulia:


^IlLt virt prcfcritti
,

Sono
CIjc

certi confini

per

In colpa egnal

V Armellino

q-.ialunqie via
,

cade ognuno

da lor

fi fcofa ,

bench talvolta oppofla.

che fi pone a piedi Ipiega 1' effenza dell' Aborrimento ;


imperciocch: detto Animale cos amante del proprio candore , ed aborrilce
tanto r immondezza , che elegge piuttollo di morire , che imbratrarfi nel
,

fingo

pR

che fia qui da tralafciaril il leggiadro- Sonetto dir Leo


fango
di' orrpre .che ha, rik'i^^lina, delego .
concernente
Spada
Maria
nido
.

Non mi

pare

SO

V^go
Fai pompa

E T T

71

xArmellin^ che di

tal

udh qual

tua

bi(!:r^cA

fpogUa

altera a queft colli intorno

pregi

Che temi

Candori, che

il

ogn* aura

folle deso

Ti trae fuor

il

mal

dell'

P,\. ;r^

ti

"{

fa- adorno

-'

macchi, ogni ombra

il

togliti^

frana voglia
del giorno ?"

ufato ai rai

'JSlpn fai chefar.q'.i dee prefo ritorno

cagion d^ ogni mia doglia ?

elori dolce

Fuggii deh fuggii che f

reji

Sola fra tante 'KIjnfe


Come candida il cor ,

Onde

gran paragon
Tinto del fango

onta

al

Mifero

rf'

alquanto

ir la

'vedrai.

candida il

mmto

crederai

ti

che
e

aborri

e intanto

morrai

di dolor

FATTO STORICO SAGRO.


Uomo

, che agli occhi del ilio eterper Ipiegazione al fentiche


,
niento nollro confacente , fi pent quafi di averlo creato ; per lo che ordin
a No 5 il quale folo giallo con la fua Famiglia nella terra trovavafi , che ,
formata un' Arca , in quella con la detta Famiglia fua , e con un malchio
ed una femina di tutte le Ipecie degli Animali fi ricovraffe , e ben fi chiudelTe ; Efeguito ci da No , fece Iddio aprire le Cataratte diel Cielo , e con un
general Diluvio di acque , che dur per ben 40. giorni; e 40. notti , fommerfe , ed elHnfe tutti i Viventi fopra la terra , eccettuatone Iblo il detto
No 5 fua Famiglia , e gli Animali, che con elfo nell' Arca ridotti fi erar
no . Cenef. cap. 7.

L' no

Iniquit dell'

Fattore

in tale

cos accrefciuta

Ci

era

aborrimento venne

FATTO
MEntre che

ORICCJ PROFANO.

Camillo Dittatore d^' Romani teneva in

la^

ftretto afledio

Citt de' Faliici , che la Citt dalla fame era anguftiata , f orecchio dare aveife vohito ad un traditore , agevole cofa gli farebbe fiata il
Principali a>
IllbitO prenderla ; Perocch il Maeiiro He' Figliuoli di tutti
fediati, ufcito dalla Citt lotto preteito di voler condurre

go

le

mura quei Giovinetti

li

diede

tutti

in potere

eendogli che pqteva ben' allora afllcurarfi d' av^re la Citt nelle mani
fciach in fiia balia aveva i pi cari pegni di quei miferi Cittadini .

eque tanto a Camillo

iin'

atto cos icelerato j

che

in.

vece

hm*

a ricreazione

del Dittatore

di fervirfi

di

po^

Spia-

dell*

oppor

re

LOGIA

opportunit per i fuoi Trionfi , comand che fofle {pogliato il perfido


dante , e cosi nudo 4 e legato fi confgnafle a quegli Itcfl Scolari ,
con un mazzo di verghe cialchcduno in mano lo doveflero riconduirc

Peche

<,

Citt a' loro Padri.

T. Livio Decad.

i.

alla

t, j. cap. ly.

FATTO FAVOLOSO.

FU

e tanta la nimicizia tra i due Fratelli Atreo , e Tiede , Figli


che non lafciavano occafioni , onde vicendee Ippodamia
volmente offenderli . Tiefte non tem di violare al Fratello la Moglie , i
che da Eflb (puto > uccifo un piccolo Figlio di Tiefte lo fece cuocere t e
come vivanda all' impudico Padre lo fece prefentare . Aborr tanto il Sole
limile empiet
che ritornando indietro il fiio Carro , priv di luce per
ditto quel giorno la Terra . Ovd. Met. Senec. Tragic,
tale

di Pelope

-,

-i

<,

ABUSO
Bdl* wdbate Cefare Orlandi

UOmo

d alpefto deforme reftito con Abito a LIfte d varj colori . OOcrPovero , che genuil Tempo , che vola . Abbia avanti un

vi ridendo
fleflb gli

mano

chieda

la

Elfo neppur guardandolo , con


, ed
mare , e con la deftra impugni una ipad
che moAri di calpeftare

piedi de* Libri

la

limofina

getti de' denari nel

finillr*

Abbia

a*

Per

MO

T
Per r Abulb

PR

di cui ora rapprefnto

M 0.

V Immagine ,

intendo generalmen-

te parlare del mal' ufo , che fa 1' Uomo di quei doni di animo , di corpo t
e di fortuna, che gli vennero dal Supremo Diipenfatore compartiti.
Lo immagino perci Uomo di afpett deforme per dimoftrare ,che
non meno della bruttezza da {chivarfi I' Abufo . Lo vefto con abito a li*
lle di varj colori per indicai'e la moltitudine , e variet degli abufi , che regnano nel cuore degli Uomini, i quali verremo in parte efaminando in fcguito alla {piegazione della noftra Figura .
,
Si dipinge in atto di oflervare ridendo il Tempo , che avanti gli vola
per dimoftrare la pazzia di quelli , che del tempo loro conceduto , non fanno
punto fervirfi , o mal frvendofene , indolenti in braccio al proprio delirio
non riflettono , che pafla quello, e pi non ritorna Con ragione ftupifce il
non mai abbaftanza lodato eruditiffimo Sig. Paolo Rolli in un leggiadro \xo

Endecafillabo

pur

le Jloliie

^Ime mal

nate

pigra tutta trapaffam


irremeabile pi viva etadel
L' applicazione per la Giovent un
Bjirofa

nome

E' cof verameninco, ed


modi mantenuti vengono fiiori del loro Paefe a folo oggetto di profittare
nelle fcienze , ed effi defraudando prima f fteffi , poi le belle Speranze de'
te deplorabile

loro Maggiori
gliano

menti ,

il

odofo

considerare quanti Giovani con graviffime fpefe

alpettatva della Patria

vergognofamente le ore paCfando o


o in amori , o in crapule . A quanti

a tutt' altro che


in giuochi
fi

pu cantare

a quelle

.fi

appi

in vili tratteni-

come

Perfio nel-

la Satira terza.

T^empe hoc ajpdue


Intrat

&

Stertimus indomtum
Sufficiat

'^am clarim mane feneflras

angujas extendit lamine rimas

quinta

dum

En

qmd

defpumare Falernum

linea tangitur

wnbra .

quid agis? Siccas infuna canicula meffes


patula pecus omne fub ulmo
"famdHdum coquit ,

Giovane

Oh
Se

fi

&

fconfigliato

mifer

feguitar a dirti collo llelTo Perfio

inque dies ultra mifer

confideraffe feriamente

^lid fumus

^is
fi

efi

farebbe

datus

&

quldnam vLuri glgmmur

aut metts qui mollis flexus

alcerto altr' ufo del

Tempo

r,

et

ordo

unde

alla ijienfierata fi

vve

PerfI Sat. J
confider
, fi

corfo , ma fenza affannarfone . Evidente


mifero naufragio , e l' inutile tardo pentimento delli
fcioperati, perch fnza alcun pr . Pur troppo bramer 1' Uomo di aver fatto
altr' ufo di quello , ma coftretto far efclamare con I' amante Camillo Rinieri Zuchetti d' eCferfi ravveduto allora , che il periglio divenne inevitabile
di paCTaggio

e quotidiano

il

precipitevoliflimo fuo

apparifce

il

precipizio.

SOTiETTO

ICONOLOGIA

IO

SOLETTO.

B
E

^mor

Etiche d*

nel vaflo

Mare

ogni intorno fcorgejji infrante

Zj'

Su

flutti galleggiare

i'

un fero

antenne

membra

infcpolte

udijj latnentevol

Di naufraghi

infelici in

orrido

infido

e fparte

e farte
il

lido,

grido
ogni parte

fenza governo ,ed arte


Ove il Mar mi parca tranquillo , e fido
non fi toflo uvea fciolto le vele ,
Che forfer congiurati a farmi guerra
"Pur ni'

Ma

affidai

Venti rabbioft

sbigottito io gridava

Ma

onde mi tenni affario


a terra , a terra ;

al franger di

nemica onda infedele

B^uppe mia fragil barca in faccia al Torto

che abbia avanti genuflefib un Povero , mentre con l.i flniilra


Mare, per fignificare 1' abbominevole abii{,che fafli delle ricchezze , delia nobilt , e di quelle cognizioni , che all' Uomo dalla Mifericordia di Dio fono ftate concedute .
Sono le ricchezze fenza alcun dubbio un dono di tanto rimarco , che
a giudo penfare formar potrebbero un Uomo veramente felice, f riguardinil ,
quali riguardare fi debbono , come uno de' principali Iftromenti per efercitare
la Virt. Ma ci di rado purtroppo addiviene ; mentre i Poirelfori di quelle fcordati del vero fine > per cui dal Cielo confegnate le vennero , ftoltifllmamente fi danno a penlre di elTerne in tutto alloluti Padroni , e che per
ci loro permefTo fia il fame qualunque ufo in capriccio lor venga Inganno
fenza fine dannevole , e vergognofo ! Sono Padroni , vero , delle loro
ricchezze , ma non aflbluti . La loro riferva confiderare fi deve, devefi riflettere
alla loro
refrizione . Si afcolti Santo Agollino nel fuo Sermone 2ip. de_^
temp. ^idquid , excepto Vflu ,
vefitu, rationabili fnperfluit , non luxiti refervetiir , fed in thefauro cxlefi per eleemofynam reponatur . ^.od fi non fcceri'
m:is res alienas invafimus , Sentafi S. Gio: Grifoftomo , Bafilio , Beda , Teo
filatto ; Sentafi S. Godenzio come fcrive a Germinio ferm. de Villico iniqu.
Si figura

getta de' denari nel

&

nofirnm

T^ihil

tum Domini
Jeruis
fit

in

effe

noflri

-,

hoc fxc.ilo ; nobis crcditam effe difpenfationem facitltaad utendttm eis fuffcienter, vel ad difribuendum con-

vel

e perci ) ion

erogationis

ratio

licere

nobis

eas expenfas

ufurpare fuperfuas

cum

Domino vementi reddenda.

Ed invero che Arano , che barbaro penfare quello di colui , che


abbondando di tutto , o allegro tra gozzoviglie , tra lufli Spandendo i fiioi
averi, o nemico ancor di f fteffo ponendo tutto il fuo cuore nel niaggiorlente accumulare dovizie , ha coraggio di fentire fenza deltarfi a piet , d
E
Murare indolente le raiierie dg' Poveri della Iteifa fua miteria impallati
!

quello

PR

M 0,

il

<5uefto un troppo inquo abufarll della liberalit fece da Do ufata ; quello


un. torto graviffimo al benefico Difpenduore .; un empiamente dimolVrare

in Eflb ingiuftizia

Dtus ( efclama S. Greg. ferm. 8i. )


ut tu quidem effes afflitene ,
egerentl Si penfi, fi penfi al mifcro fine del
deejfet ,
12. 17. defcrittoci, e fi rifletta giufto intorno 1' ufo de*
Tsljmqttd

ut nobis non (^uditer

abmdoMS,
Ricco da

alis

Luca

S,

terreni beni

'vero

dflribiiat

iiijiijus

efi

vtx fuhfidia

&

&

Parlo cos de' Ricchi , come altres de' Poveri dico , che abufarfi non
giacch pur troppo alla giornata fi miradebbono della fteffa loro povert
no de' Pezzenti , che affidati nelle copiofc iKiofine , che dlpenlare fi fogliono-, amano piuttoflo trarre una vita Iper.fierata ed oziofa, che proccu;

rare a forza de' loro fudori un lode voi follie vo alla propria mifcria
E' la Nobilt il pi bel pregio, che nel Mondo adornar poifa 1' Uomo

Virt vada unita


^anto pi grande

quando per con

la

e di f ftefla

>

il

dono

Chi ne abtifa pia reo

S.

E bench in altro
Greg. OmiL 6.

propofito

fi

abufi

giacche

Metaf.

Ch plus datum

non

efi ,

la

PalT.

plus reqmret:ir ab ea

Prepotenza il veleno de' Nobili . Sono infoffribili


una intollerabil ferocia sdegnano quafi di fiifare lo fguarfdo ne' loro inferiori , e trattarli altramente non fanno che con violenza , e_
vilipendi . Se confideraffero , che Iddio non li ha innalzati a' gradi fuperiori
f non f per impiegarli nel fuo fervigo col foccorrere g' inferiori , in fonglievol guifa non fi diporterebbero ; ed alla mente di leggieri loro avverrebbe che altra difugguaglianaa tra '1 Nobile , e '1 Plebeo non corre , che
un accidente fortunato di cui non ben fervendofi , ad altro non giova > che
a farfi diltinguere ingrato al Cielo , indegno dell' attributo di ragionevole t

La Superbia ,

quelli

ed

che armati

la

di

inferiore agi' inferiori fuoi medefirai

peggio per fi di quelli , i quali abbacinati dallo fplendore del loBramano , chiero potere , tutto fi danno ad intendere che ad effi fia lecito
dono 1 vogliono . Raggiri , minacce , tutto fi mette in opera purch fi otMoitrano di effer tanto al di fopra degl' inferiori , che moltenga l' intento
te volte in vece di dare ad efli , da elfi vogliono vitto , veftito , vogliono
Come quello ? Mi fpiegher . Intendo ragionare di coloro , che quantutto
pompa
di aver Servi a' loro comandi , altrettanto non hanno rolTore di
to fan
Di coloro , che tutto giorno ordinano ed
trattenere a quelli i dovuti falarj
a quello , ed a quel povero Artifta , onde fodisfare al caprccio , ed al fae lafciano fcorrere degli anni , prima che fegua il pagamento de*
fio ,
Veftire fi vuole alla grande i
fudori di povera gente, che langue di fame
alla ricca ; pagare poi vien fempre a tempo , e per lo pi reit al povero
Mercadante il miiero onore di aver fervito un Nobile poich f la neceffit lo fpinge a richieder ci che gli fi deve , o gli fi fa dire , che il Signore non in ifiato di dargli udienza , o fi fcaccia dalla fua prefenza tacciandolo di temerario im.portuno , e con minacce, e con illrapazzi fi fi avvilto,
Cosi fi abufa 1' Uomo dell^ fuche pi non infaiidifca il nobile Debitore
Il

periort

TCONOLOGTA

grado, in cui Dio lo Im collituito. Cosi fi tratta qiierrtj


povera gente tanta caldamente da Criito raccomandata. Ah Nobili nwt
Qonfljliati
Tudeat illis tollere , qubtts jubcmur offerrc i grida il dottiflima
p.erirti del

!.

CafTidoro Ep. 1. j.
E' un abufo cnorm.e quello de' Superiori , che o tiranneggiano, o fuppeditano i prorj Sudditi ; E' lui zbufo intollerabile quello de* Genitori , che
non dubitano rendere fchiavo 1' arbitrio de' Figli
Oh quanti 1' autorit
loro, da Dio fopra la propria Prole concefla convertono in Tirannia f
.

Per- la Spada

che tiene impugnata fi fpiega 1' abufo delle Armi , c_->


,
Guerra ^ Sono le Armi Illruraenti nel fuo principio rinvenuti per
folo comodo, del Genere umana, per difefi dagli aflfalti delle pi feroci
Belve air Uomo non p-i innocente
ribelktefl . Cangiato fi di loro
1' ufo,
fi fono, aguzzati g' Ingegni
e ritrovata fi un infinit di armi
i diverfe fpecie ad oggetto ( cola invero moftruofa
) di muovere l* Uomo allo flerminio dello lleffo Uomo ; e mentre quello col nome di Ragionevole fi fregia., pi degl' Irragionevoli da tutti i principi della Ragione fi
della

,.

fcoila

..

Troppo,

de' Bruti che contro la propria fpecie amarf


ragione f ne duole Giovenale nella Satira 15.
Sed jstnt Serpentum' maiop cmcorda s parcit
Cognms maciilis Jmilis fera : quando Leoni
Fortior spnit 'vitum, Leo ? quo, nemore unquam

Oliai'
a.

Expiravit
Indica

^per

Tigr.s

Terpetuam.

majoris dentibiis

agii rapida,

cum

^pri

Tigridc

Savis inter f convenit

fi

veda.?

pacem

Z/rjls

Homt ferrimi leibale incnde nofandaVroduxijfe par uni efi->. cum r a/Ir a,
farcula tantum
marris > ac vomere lajj
'Affueti coqi^xs. ,

.A/

&

&

T>(efcierini primi gladios excuderc fabti ^


Si rapprefenta 1' Abufb con a piedi de' Libri, che raoftrf di calpeilare
per denotare non folo il dii^prezzo che da taluno fi fa di quelle fcienze r che
adornare lo. dovrebbona, ma ancora per fignificare il deteitabile ufo , che di
pi d' uno fi a. di quelle cognizioni , che apprefe hanno ; giacche il cai
peflare un, vilipendere; ed allorch fi. fanno fervire o per dar paliolo al*-le malnate pafTioni o. lontane fi portano da quel fine ,. a cui dirette fola.mente elfer debbona,, un. effere a quelle traditori e ribelli,, e non e-guaci chiamar fi, polfono e. non coltivatori , e- non amanti
La Filofofia, che iftituita ad oggetto di condurre gli Uomini alla pii;
perfetta, cognizione dell' Ente Supremo, ( die oiTore 1 che empiet! )}
quante volte, ft fatta fervire per allontanare 1' Uomo da Lui ?
E' l' oggetto della Giurifprudenza , tom(le via/ere,- atteritm, non l ardere y^
Chi ad altro oggetto 1' indrizza *. non fi ha da di'Jis faum. CHqiie trbuere
re clie.la calpelU.?. Efamini ciafcuno de' Signori Giudici, Avvocati,. Procuratori ,, efmini f (ieiTo . Oh Dio l quegli umani rifpetti, quelle particolari
amicizie ,. quei regali, che orridi trabocchi fano dare alla bilancia di Ailrea t
o giuile , od ingiulle che iiaao^ quel folo.
|UeJll* allinucre. tutte le ca>ue. ,
nguar*
.

..

rOMOPRIMO,

rs

proprio interetle , un nula prezzando le rovine di tante famiglie , quell' afllitere a feconda iolo de' donativi , quei raggiri , que!l'i_s
longaggini a cagione di arricchirli aliena fattura , quell* abbandonare i poveri Clienti , allorch Imunti affatto fi fono , oh qual vendetta , qual perigiiardiire

na

il

chiamano

fcienze ottima cofa , obbligo anzi


che lo conduca_j
dell* Uomo l'andarne in traccia, ma per quella traccia,
al fuo Autore , e quelle feguendo , non perderlo un momento di villa onde non abbia a meritarfi il giudo terribil rimprovero , che allo Scienziato

La cognizione infomma

unicamente mondano

fa

il

delle

dottiffimo P. Gio: Battilla

'

OT'A

Kl^

E T T

che gli anni prezio/

Cotta in un fuo

O.

e L' ore

vani flud} confnrnando i}ai%


fol Teforo all' altre Et ne fai

"hle'

Tel breve

acqnifio d fugace

Onore

Fe^coti ?i per fama altrui M.7g-<yJore

merla: Ma d' acerbi gu.ti


dopo
mejje
morte al fin corr.ii ,
Se tardi appretidi a divenir migliare ?

Maggiore

^d

\u4fcolta

afcolta

^nir

E
Ecco

in

'l

tuo

neW efirema giorno


nome in fempiterno

fratto avrai [ol di


dir OH le genti ,

il

Vergogna

pazzo

il

oblo

no

,.

Scorna

Che di fiibtrme chiaro ingegno adorno ,


, che f jiejfo e Dio

Tutt^ altro fippe

FATTO STQRICO SAGRO,


MArtfn

Lutero dotato dz Do di un frprendente ingegno

fu

cos'

ver-

fato nelle Scienze quali tutte, e particolarmente nella. Teologia,

refo

fi

era

la

naravglm. del

fa da rrollra Santa

Fede

Ma

Mondo

, la

che
pi bella fperanza della valida dife-

i tanta dono- abufandoll non dub-it di

empia-

Eiente impiegare s bet talento in dillruzione anzi della lleifa Sagrofantx


Religione , facendofl- Capo: di una fcelieratiflima Setta , che impercettibil
Lancijl i ed altri
difordine al Mondo Cattolico ha. recato ,. ed arreca
..

FA.TTO STORICO PROFANO,


Re de Romani fa v^lorofTiTImo Capitano, ed ebbe laGloria di fbggiogare a Roma non pocie Citt. Era perci fommamente amato , ed in pregio^ ; talch prima ancora che moriire Tulio fuo
Re fu Egli nominato fiio Succefifore : In perverfo ufo convert EfiTo 1' affetto, la ftima , che di lui fi aveva , e dall'ambizione accecato , non lafcidie il quafi moribondo. Tulio terminalfe in |)ace i fiioi giorni, ma empiaHiente
T^'Arquinio- ultimo

ICONOLOGfA

14
mente

u' Romani , quanto di giorno


accrefcevano. t'^^li peraltro infiemc colla
luu famiglia abufandofi di qucll' autorit , che conceduta gli era Ibta , tutto fi faceva lecito il commettere
Aronte uno de' luoi Figli invaghitoC
di Lucrezia Figlia di Lucrezio Governatore di Roma , e Moglie di Tarquinio Collatino , non fi vergogn di richiederla di adulterio i ne potendo
l'

iiccifc

Venne perci

in giorno le di lui fcclleraggini

tanto in odio

fi

il Tuo
Avendo 1' infelice.
cado rifiuto , la violent , V opprede
Matrona alla prcienza del Padre , e del Marito col ferro in f punito il
delitto non fuo , cagione fu che abominando il Popolo Romano tanta fcelleratezza e la prepotenza del fuperbo Regnante , lo detronizz , ed infieme con tutta la famiglia > lo fcacci fijori di Roma in perpetuo efiglio >
Stor. B^m,

{offrire

FATTO FAVOLOSO.
AVeva

Marfia Satiro in Frigia ottenuto dalla natura tale dolcezza nel


i Pallori ,
e le Ninfe attonite e rapite lo afcoltavano
, che
Fece Egli di quefto dono un pefTimo ufo i giacch credendofi ancora maggiore degli fieffi Dei , ard porfi al confronto con Apollo , che gli offeriva celefti doni, f ceduto avefTe . Non defiftendo per dalla fua domanda , dal Nume vnto, fu da Effo vivo fcorticato, e quindi in Fiume del
fuo nome convertito. Otim. Met. l'. 6,

fuono

ACCA-

PRIMO.

4^

15

ACCADEMIA:
Di

Go. Zaratno

Caflelllnl

Orina veftita di cangiante , di alpetto e d et virile coronata di oro .


Nella man deflra terr una 'lnia , intorno al cui manico vi fia fcritto :
DETRAHIT
POLII . Nella mano llnltra avr una Ghirlanda temuDalla medefima mano pendino un pajo di Pota di Alloro 5 Edera , e Mirto
mi granati . Seder in una Sedia fregiata di fogliami , e frutti di Cedro Cipreilo ) e Quercia , come anco rami di Oliva , in quella parte , ove fi ap-

ATQUE

poggia il gomito 5 luogo pi proflmo alla Figura. Star in mezzo di un Cortile ombroi , luogo bofcareccio di Villa j con Platani intorno alli piedi . Avr
buona quantit di libri , tra' quali rifieda un Cinocefalo , ovvero Babbuino .
Sar velHta di cangiante di var; colori , per le varie fcienze j che in una
dotta

Accademia

fi

trattano

per la perfetta
e matura cognizione delle co*
che fi poifeggono , e difcorrono in quell' et , che non iottopofta alle
leggerezze giovanili , ne a' deliramenti fenili , ma dotata di falda mente j
Si dipinge di

di fano giudizio.

et virile

-,

corona di oro, volendo fignifcare

che quando l' ingegno dell' Accache in capo confiltono , ove la


parte intellettiva dell' animo noftro ( fecondo Platone nel Timeo ) biCbgna,
eh' egli H affini , come 1' oro j acciocch poifino ftare ad ogni prova , e p.
.ragonc.
Si

demico ha da mandar

fuori

i flioi

penfieri

ICONOLOGIA

i<?

Da man deftra tiene una lima


ATQ].TE POLII ) perch
ficcomc con
ragone

col

motto intomo

lima

DETRAIIIT

inftrumcnto fbrile , liman


dofi il ferro, o altro fi pulifce, e levandofi la niggine diviene lucido, e rifplendente, cosl_ nell' Accademia levandofi le cofe fuperflue , ed emendandoff
li Componimenti , fi pulifcono, ed iliullrano le Opere ;pcr
ncceirario ponerle ltto la lima di Teveri giudizi degli Accademici , e fare come dice
,

Ovidio nel

lib, r.

Scilicct
tlt

Onde

de Ponto

acci

fi

la

emendino

e pulilchino

ncipiam lima, mordacius uti

fmguU verba

fub judicium

Qyintiliano

"jocem

cap. iii. opus poliat lima

, e non
fenza ragione
fdegna Orazio nella Poetica de i Latini , che non ponevano al par de' Gre
ci cura , e flitica , in limare , e pulire le opere loro .

lib. x.

fi

7<lec virtute forct clarisve potentius

^m

lngua Latiim

jt

armisi
non ojfenderef unum

^lemque Toetarum Hmx

labor , e^ mora . Fos


Carmen reprehendite , q:tod non
Multa dies , 6" m:ilta. Utura coercuit
atque
Terfefium decies ion cafligaiit ad ungiiem .
E il Petrarca Sonetto i8.
Ma trovo pefo non de le mie braccia ,
7\(e opra di pulir con la mia lima
Qiiindi , che molto accuratamente dicefi , che ad un' Opera le manca l' ultima lima , quando non abbaftanza terf , e pulita veggafi negli AdagJ I'ma detrahitur ; atque expolitur quod redundat , quodque incultum ejl ;
lima-'
ta dicuntur expolita (a) . La. Ghirlanda fi teffe di Alloro , Edera , e Mirto , perche fono tutte tre Piante poetiche , per le varie fjjecie di Poefia , che ne!l'
Accademie fiorifcono ; impercioch il Mirto pertinente al Poeta melico amorofo , che con fbavit-, e piacere canta i fuoi amori ; perch il Mirto, fecondo Pierio Valeriano fimbolo del piacere , e Venere madre degli amori ;

TompH'iHs fanguis

&

anzi

La C/j-lanta fi teffe i /illoro , Edera , e Mirro ec. Il Lauro dedicato ad


Apollo per pi ragioni S perch e Pianta medicinale , e della Medicina fi ta
Autore Io fteflo Apollo; come ancora per efTer Piantarla quale ta indovinare;
e alle predizioni ~^imiimente Apollo prepofto, ed di natura ignea ; ondc_.
Empedocle, che teneva efi"er l'anima di fuoco , diceva , che f l' l'omo dovit
f trapafiare in qualche animale , dovrebbe defiderare di pafTar nel Leone , e f
in qualche Pianta j bramar dovrebbe d' infinuarfi nel Lauro, per efTer tanto II
Qiiindi non
leone , che il Lauro della medefima natura dell' anima umana
maravigUa, che fi coronino i Poeti dedicati ad Apollo con quefta Pianta.
.L'Edera confecrata a Bacco, onde appreflb gli Egizzj era confecrata ad Ofiride, perch quefto credevano elTer l'ifteffo che Bacco, e perci 1' Edera era da
loro chiamata , Chenofiri% , che vuol dir Pianta di Ofiride Ma Bacco , ed Apollo
erano il medefimo , come fa vedere Macrobio ne' fuoi Saturnali ; e dille due cime del Monte Parnafib una era dedicata al primo, e l'altra al fecondo Perci con efla con ragione venivano coronati i Poeti .
"li Mirto poi eiTendo Pianta di Venere fervi va per formar la corona agli amorol
(,a")

Poeti

Ai

PR J

"17

Ncandro , che Venere fii prefente al Giudzio di Paride incoronata di Mirto intanto gli era grato ; e per Vergiio in Melibeo
*Populus ^lcid , grati/jma 'vitis laccho j
Forrnofx myrtus Veneri^ faa laurea Thaibo.
E Ovidio nei principio del 4. lib. de' Falli , volendo cantar delle felle
invoca Venere, la quale, dice , che gli tocc
di Aprile, mefe di Venere
acci meglio poteQe cantare cofe attenenti a lei ,
le tempia con il Mirto
Venlmiis ad quartum , in quo celeberrima , menfem *
Et "JiUem , (& menfem fcis , Fems, effe tuos .
Mota Cyterea efi: ICi'iter mea tempora Myrto

anzi

riferifce

-,

Contigit

&

ccspttim perfice, dixit, opus

e Alloro coronavano indifferentemente tutti


eta Lirico fi gloriava dell' Edera
Me do^arum hedera proemia frontium

Di Edera,

Dii

mfeent

Superis

li

Poeti. Orazio Po-

vuole il Lauro ncU' ultima Ode del 3. lib. d verfi.


mihi Delphica
^(^fltam merits ,
Lauro cinge volens. Melpomene, comam .
E lo giudica atto , che ne foiTe coronato Pindaro pur Lirico nel 4. Ilb. Ode 2.
Tindarus ore ,
Laurea donandus ^pollinarl.
Nondimeno 1' Edera particolarmente era di Poeti Eleg allegri , ficcome nota il Merola nell' Elegia 6. de TrilHbus , ove dice Ovidio .
Si quis habes noflris fimiles in imagine vultus

l'

ifteOTo

&

Deme

meis hederas. Bacchica ferta, corns

ifta decent Ixtos felicia figna

Temporibus non

B
E

efi

poetas

apta corona meis,

Properzio Poeta Eligiaco.


Ennins hirfuta cngat fna di^a corona ,
Mi folia ex hedera porrige. Bacche, tua .
con la medefima Ovidio avvertilce Catullo , che vada incontro a Tibullo

Eligiaco
Obniius hitic venies hedera ju'venilia cn&iis

Tempora cum davo, do&e Catidle, tao .


ConvienlI anco a' Poeti Ditirambici , effendo l Ditirambi verll , che
cantavano in onore di Bacco, a cui era confcrata 1' Edera . Ovid, 3. Fafb
Hedera , gratifjma Bacco ej ;
lce quoque cur ita jtt dicere nulla mora efi
Hyfiadas T^ymphas^ puerum quterente novercat

Hanc frndem

cuns

fi

eppofuijje ferunt

nel 5. de' Farti

Bacche racemi/eros hedera redimite caplhs

Lauro poi pi conveniente agli Epici , che cantavano fatti d' Im"
perador , e degli Eroi , i quali Vincitori d' Alloro fono ftati incoronati , e-
per Apollo nel primo delle Metamorfofi io delibera per corona a gloriofi
e vitto-XT
II

ICONOLOGIA

18

e vittoriofi Duci e lo confacra a f ftelTo Padre de' Poeti > come Pianta
che li deve al pi alto ftile grato e fonoro e per finire di ragionare circ*
di qiiefte tre Piante poetiche , balli a dire , che il Petrarca fu coronato in
Roma di tre corone , d Lauro , di Edera , e di Mirto , liccome ririlce di
aver vifto Sennuccio Fiorentino coetaneo , e amico del Petrarca
{a) Li Pomi granati, fono figura dell' Unione degli Accademici ,pigliandofi
tali Pomi da Pierio lib. 54. per fimbolo di un Popolo , Collegio , e d' una
Compagnia di molte genti congregate in un luogo , per la cui unione fi confervano ; e per erano dedicati a Giunone , la quale ebbe epiteto di Conll-rvatrice , ficcome fi vede nella medaglia di Mammea con tali parole: JUXO
CONSERVATRIX. E per quello anco Giunone era riputata Prefidente delli
Regni, e pngevali con un melo granato in una mano come Confervatrice dell'
unione de Popoli . Seder 1' Accademia , perch gli efercizj degli Accademici fi fanno in ordinanza tra di loro . Vi far intagliato il Cedro nella Sedia per elTere il Cedro fimbolo dell' Eternit . sAras alias enim arbores Cedrus xterntats hjeroglyficum efl. Dice Pierio poi, che non fi putrefe,ne meno fi tarla ; alla quale Eternit devono avere la mira gli Accademici , procu-

rando di mandar fuori le Opere loro limate , e terfe , acci fiano degne di
Cedro; attelb che Plinio lib. 16. cap. gp. dice , che una materia bagnata di
lcco , ovvero unta di oglio cedrino , non fi rofica dalle tignuole ; ficcome
nel cap., e lib. 15. afferma de' Libri di Numa Pompilio ritrovati dopo 535.
anni nel colle Gianicolo , da Gneo Terenzio Scriba , mentre rivangava , ed
Cedro digna loattus , dicefi di uno , che abbia,^
affoflFava il Ilio campo ; onde
cola
degna
di memoria ; detto ulato da Perfio nella priparlato , e comporto
veggafi
Teofirallo
lib.
ma Satira;
3. , e Diofcoride lib. i. cap. 8p. ,e l'Ada:

II

gio

II

'
1

) Li Pc7iii granati fono figura MI' Vncne iegli 4ciaewc ec. Gli l^omini fono
Animali fociabiJi , e perci abitando da prima feparatamente, e vedendo, che
Effi erano flati creati per vivere in focictk tra di loro , penfarono di taoricare
le Citt , affinch poteffero in quello modo uniti pi facilmente 1' un l' ahro
ajutarl ; Ma non contenti di quella unione cosi univcrlle , l Ihidiarono ancori
di formare alcune particolari Adunanze, fpecialmente quelli, che alle Lettere,
e alle Arti Liberali attendevano , per comunicarli a vicenda le Cognizioni , che
Per la q.ial cofa
ciafcuno aveva acquillato collo ftudio , e colle Operaziom
fra gli Ebrei furono alcune Scuole da Profeti illitnite , w cui in ilpecialit alla
Sagra Poesia, ed alla Mufica applicavano Nella Grecia furono varie Adunanze,
a quello fine deftinate, come ce ne fanno fede Ateneo, e Paufunia Ed Ro-

(7

mam' eziandio vollero fra di loro introdurre


doli Accademie. Qiiello nome per quando

cliiamanfu da principio introdotto , fi diede


folamente alle Scuole de' filofol , e particolarmente de' Platom'ci^ come qui accenna 1' Autore , ma dopo Carlo Magno s' incominci a dare a quelle Scuole del
Pubblico , le quali Uiu'verfit volgarm'.'nte cliamiamo . E pofcia nel terminare
Afi"emil Secolo tredicefimo fi principi per f.vventura a darfi a quelle private
blee , che per efercitarfi fi folevano eia' Letterati tentrc; ovvero come vuole il
,

tempo di Paolo IL, quando Pomponio Let in lioma illitui


Accademia, ad imitazione della quale tante polcia u foriero in
cue f^o Lenza numero .

Coringio

fua celebre
.ia j

quelli virtuofi Congrtfl

al

la_

Ita*

TOMO PRIMO.
gio

i)/^4

Cfifro, pei*

il

vi

fervanda Capre/se

ijr levi

intaglier anco

s'

''

fperamiis carmina fingi

'

Tofse linenda Cedro

E per

\9

che Orazio nella Poetica dure

CipreCfo

il

come

effendo incorruttbile

e pigliali da Pierio per la'Perpetuit ; la Quercia parimente fimbolo della Diuturnit appreflb T ilieilb Pierio , e della virt , ficch anch' efl
vi fi converr ; tanto pi che negli Agonali Capitolini ftituiti da Domiziano

Cedro

Imperatore liVirtuofi , che vincevano in detti giuochi , fi coronavano d


Quercia , come g' Iftrion , i Citaredi , e li Poeti . Giovenale :
^n Capitolinam fperaret Tollio ^lerciim,
E Marziale ;
cui Tatpejas liatit contingere ^e-cus .
Di che pi dffufamente Scaligero nel i. lib. cap. io. fbpra Au{bni
Poeta. L' Oliva per eflere fempre verdeggiante poneii pure per 1' Eternit,
della quale Plut. nella 2. quell. del 5. Simpolio , cos ne ragiona O/e^w , Laucolor ficiit i& Hederum , ac Cuprcffum femper vrentem confervat pnguedo
:

&

Ponefi poi nel pi proflimo luogo al corpo dell'Accademia, co me Piana Pallade Minerva nata dal capo di Giove 9 che per
ci igura della naturalit , e vivacit dell' ingegno , della fapienza,e fcienza , fenza le quali necefifarie doti non fi pu effere Accademico , perch chi

ram

ta dedicata da Poeti

n' privo, dicefi di lui

tratta

e parla

Graffa

M/o"y^

cio grotrolamente,

da ignorante fenza fcienza;onde tra Latini derivafi quel detto : invita Miner-'^
va, pi volte ufato da M. Tullio, e da Orazio in quel verfo della Poetica .

Tu

Tu non

ne

Minerva.
che ripugna

la natura del tuo


ficcome fanno certi belli umori che vogliodell' Accademico , e del Poeta con quattro verfi bufcati di qua
e
fenza naturale inclinazione , e fcienza , ne si accorgono , che quanto

ingegno
no fare
di l

nihil invita dices, faciefque

dirai

farai

niente in quello

favor del Cielo

'I

,.

pi parlano

bilgna dunque a chi defidera


l' ignoranza loro :
, pi palefano
immortal nome di faggio Accademico pafcerfi del frutto dell' Oliva , cio
acquiflarfi per 1' acquilto della fcienza , e fapienza con li notturni ftud]' , e vigilie , de' quali fimbolo 1' Oliva ; onde tra ftudiofi f ne forma quel detto
Tliis elei qnam vini , cio pi induftria , e fatica di mente , che ipafli, crapule , delizie , ci vuole per ottenere le fcienze , e quell' altro detto : Oleum ,
et operam perdere : quelli , che perdono la fatica , e 'I tempo in cofa , che non
ne ponno riufcire con utile , e onore ; e per San Girolamo diffe a Pammacchio . Oleum perdit ,
cio perde
mpenfas , qui bovem mittit ad Ceroma
1* oglio
e la fpefa , il tempo e I' opera , chi manda il bove alla Ceroma
unguento comporto di oglio , e di certa frte di terra ; il che fi dice di quelli ,
che vogliono ammaeftrare perlbne di grolTo ingegno incapaci di ogni
fcienza, la quale fi apprende con induftria , e fatica , fignificata in quefto luogo per il ramo di Oliva , la cui fronde alpra , ed amara , come anco il
frutto prima che fia colto , e maturato ; che le diventa dolce e fave , {
ne cava foaviffimo liquore. Geroglifico della Fatica, ed anco dell'Eternit ,

&

come

quello

cli'e

Icienza afpr*

conferva

e amara per

corpi dalla corruzione


la fatica

ed

induftria

e putrefazione

che

fi

ci

cosi la

mette per confeguirla.

ICONOLOGIA

20
fcguirla

frutto

te

e maturata che fi , cio confbffuita la (clenza i f ne fn


e contento grandiflimo con eternit del proprio nome i la qnale

colta

porta in

mente

to

contento

uno ftudiofo gli allcggcrifcc la fetica ficcome anco il frutche fpera raccogliere dalle fcicnze
Seder in mezzo di un Cortile ombrofo , ovvero luogo bolcarecclo di Villa con Platani intorno conforme alla deicrizionc di Plinio li'j. 12. cap. i. per
memoria della prima Accademia , che fu principiata in Villa da un nobii PerIbnaggio chiamato Accademo, nella cui amena Villa, non lungi da Atene fi radunavano i Platonici con il lor divin Platone , a difcorrere de' lludj dilettevoli Platonici , ficcome narra Diogene Laerzio nella vita di Platone ; onde
^tque Inter fyhas ^c.idemi qiiterere verum.
.Orazio lib. 2. cap. 2.
E Carlo Stefano Storico dice , che tal Villa o Selva ttTe lontana da Atene
mille pafil jficch la prima Accademia ebbe origine nella Villa , e prel il nome da Accademo nome proprio perche da laperfi , che le Sette , e Adunanze di Virtuofi , preflTo gli Antichi Ibno fiate denominate in tre modi , da' cofiumi ) da' luoghi , e da' nomi propri di pcribne ; da' coftumi ignominioC furono detti li feguaci di Antiilene Cinici ovvero perch avevano per cortame di lacerare le opere , e la vita altrui con dente canino e mordace , ovvero perch a guila de' cani non fi vergognaflero di ufar palefemenre , come
i cani l'atto venereo ficcome di Crate,e Iparchia. Filofotelfa ibrclla di Metroeie Cinico 5 narra Laerzio . Elegit contnuo puelta , fumptoque illus b.tbitu una

'I

di

-,

Cam

viro crctiibat

<^

congrediebantur. in aptrto, atqiie ad

Dal cortume onerto furono chiamati


) ^od

csms

prof.cfcebantttr.

legnaci di Ariilotele Peripatetici

^po

ta

deambulare perch ebbero per cortume dilputare caminando ; da' luoghi pubblici prelcro il nome quelli , che furono nomati dalle CitCirenaici , e dal luogo privato gli Stoici , li
t . Z>t Elienfes , Megarenfes ,
quali prima fi chiamavano ZenonJ , da Zenone lor Principe . Ma da che detTeripatin

ej

&

to Zenone per render ficuro da misfatti quel Portico di Atene , dove furono
143 o. Cittadini, com.inci ivi a difcorrere, e adunare la fua Setta , furono chiamati Stoici, perche ( iTo^) fignifica il Portico , onde Stoici furono quel-

aiccili

che frequentavano detto Portico , che fu poi ornato di bellifllme figure


da Polignoto , fimolb Pittore ; da perlbne Ibno flati nomati i Socratici , gli
Epicurei, e altri dalli loroMaertri,e come detto abbiamo , quefto ifieifo nome di Accademia fi deriva dal nome proprio di quell' Eroe Platonico, detto
^Accademo , nella cui Villa fi radunavano i Platonici , la quale Adunanza fu la
prima , che fi chiamaffe Accademia , indi poi tutte le Adunanze de' Viruiofi
ibno fiate chiamate Accademie , perfino a' tempi nortri , ne' quali fi ufi un
quarto modo di nominare per lo pi le Accademie , dalla elezione di qualche
nome fiiperbo , e ambiziofo , da grave , e modeflo , da ficeto , capriciolb
e ironico , e quefto ultimo alliii frequentato da' moderni; e per feguitare T
tlpofizione della noftra Figura diciamo , che la quantit de libri , che gli fono a' piedi , fi ricercano in buon numero , elfendo il principale intento degli
Accademici di volgere diverfe forti di libri per acquirto di varie fcienze . Il
Cinocefalo , ovvero Babbuino lo Eicciamo aflfiente dell' Accademia , per elfedelle lettere, e per lo coniart" egli fiato tenuto dagli Egi/j Geroglifico
li ,

cravaao

TOMO PRIMO.

zt

Gravano a Mercurio riputato Inventore , e Autore di tutte le Ietterei ficcorac


riferifce Pierio Valeriano lib . 6, e ponefi tra libri , perch uno , che vuolej

Accademico

far profellione di
li

vengono molto

letterato

deve

afTiduo negli lludj

ftare

accrefciuti dalla frequenza delle

qua-

Accademie

Cinocefalo a federe di cui ne abbiamo veduti in Roma Simulacri an


Marmo Egiziaco, lignificava appreflb gli Egizj 1' uno , e 1' altro Equi-

II

-,

tichi di

nozio; e di pi ponevano 1' efBgie fua negli Oriuoli che ftillavano acqua,
in vece di polvere , per diftinzione delle ore , perch il Cinocefalo nella flagione degli Equinozi
I3. volte il giorno , e 12. la notte una volta 1*
ora manda fuori acuto tuono di voce : Cosi 1' Accademico deve mifiirare e
contare le ore del giorno , e della notte , e Ipenderne buona parte in onorati ftudj , acci polla dare alla giornata fonoro tuono di voce nell' Accademia:
Potr di pi fervire qui per tipo dell' imitazione ; poich quello animale
imita molto bene

li

g Hi

inchiortro

I'

Uomo

fin

dell'

Uomo

eziandio

lib.

primo

d'

con la penna in
Animali cap. io. ficEgizi , mettendogli avanti carta , penna , e
da putto per iltinto di natura dedito ad imitare
le azioni

mano in figurar lettere, di che


come ne facevano elperienza gli

Eliano

nella Poetica

Ariftotele

Injtum ej a natura homnlb'.ts a puers mtari.


Dalla quale naturale imitazione pare che abbia avuto origine la Poe tica ,
ambrofia e manna foave delle Accademie , tutte intente ad imitare , e rapprefentare i coftumi , le azioni , e gli affetti con figurata eloquenza acquiflata infleme con le prime difcipline, mediante 1' imitazione , requiilta da ogni Accade^*

mia,

ACCIDIA
D

DOnna

vecchia , brutta
una corda , e con la
La corda denota , che

che

finillra
1'

Cefare

ftia

^ipa.

a federe

una Lumaca

Accidia lega

Con

la

delira

mano tenga

ovvero una Tartaruca


e vince gli Uomini , e li rende
,

ad operare

inabili

la

Lumaca,

Tartaruca

dimollra Ja propriet degli accidiol

che

fo-

no o^oii e pigri.

ACCIDIA
DOnna
te
ftrare

ne

la

per terra ; e accanto ftar un Afino fimilmeB'


animale fi foleva adoperare dagli Egizj per molontananza del penfiero dalle col fgre , e religiof , con occupazio-

continua,

leriano

che

ftia

a giacere

a giacere

; il

nelle vili

qual

e in penHeri biafinievoli

come

racconta Pierio

Va-

ACCI-

rCONOLOGlA

%%

DOrma

ACCIDIA
vecchia, brutta

mal veftita, che

guancia appoggiata fopra

con

un motto

alla linillra

a federe

ftia

e che

tenga

mano, dalla quale penda una

TORPET INERS

la

cartel-

e il gomito di detta mano


capo chino , e che fia cinto con Uii
panno di color nero ; e nella delira mano un Pefce detto Torpedine .
{a) Accidia, fecondo S, Giovanni Damafceno lib. 2. una trilliza ,
che 'aggrava la mente, che non permette, che fi facciaopera buona.
Vecchia fi dipinge , perch negli anni fenili celiano le for7e , e manca
la virt di operare , come dimoftra David nel Salmo 70. dove dice ; T^e proieiits
me in tempore feneElntis^ cum defccerit vinus mea ne derdinquas me.
Mal veftita fi rapprefenta , perch 1* Accidia non operando cofa veruna
induce povert, e mileria , come narra Salomone nei Proverbi al 28. Mi'i
operatur terram fnam fatiabitur panibus , qui aatem fe^atur otum replebitur sge
fiate. E Seneca nel lib. de "Stanti. Vigr'tt'u efl nutrix xgefatis .
Lo ftare a federe nella guiia che dicemmo , fignifica che 1' Acddia rende r Uomo oziof , e pigro , come bene lo dimollra il motto fopradetto , e
S. Bernardo nelle Pillole riprendendo gli Accidiofi cosi dice : O homo imprudens , millia mllium minjlrant ei , & decies centena millia ajjfiunt ei ,
tii
la

fia

pofata

fopra

il

che dica

ginocchio

tenendo

il

&

federe pncfimis?
JLa tefta circondata col panno nero , dimoftra la mente dell' Accidioso
occupata dal torpore , e che rende 1' Uomo ftupido , e inieniato , come narra Ifidoro ne Soliloqui lib, 2. Ter torporem nires , t^ ingeninm dcflaunt
Il Pefce, che tiene nella delira mano fignifica Accidia, percioch ficcome quello Pefce ( come dicono molti Scrittori , e particolarmente Plinio
lib. 32.cap. I. Ateneo lib. 7. e Plutarco de folertia ^nimalium) per la natura
e propriet fua , chi lo tocca con le proprie mani , ovvero con qualfivoglia iftrumento , corda, rete, o altro, lo rende talmente llupido , che non
pu operar cofa nelTuna ; \b) cos l' Accidia avendo ella le (leil'e male qualit ,
prende, fupera, e vince di maniera quelli che a quello vizio fi danno , che
li rende inabili , inftnfti , e lontani da opera lodevole , e virtuofa

De' Fatti

'Vedi

Tigrizia

A C-

ancora in varj luoghi della fua Somma difinifce quello viziotfTereed una triftezza di una cofa Spirituale . Il che un
,
peccato fpcciale , quantunque in comune convenga ad ogni vizio j nella ftefia
giiifa , che il Gaudio del Bene fpirituale Divino, conviene a una liseciale virt,
cio alla Carit , ma in comune conviene ad ogni virt .
(^) yjE^ ai'.tii li /i?:imnU!m natura Lib. $. cap. 14. fi accorda co* citati Autori
intorno agli effetti della Torpedine, dicendo t=:
Mamia hominis , qui Tcrpetnem ffcev: ccr.ti^trit tcrpcre offici , etiam tium puer
a inatre frcquenter ataivi . Prgterta a i)ii<ti Peritii accepi iltan , qui rete , in
Itcm fi qriis (cm zi-vom , CJ*
q u faerit capra, att?erit cmr.ino ptijfurum tcrpcrctn
^roziiavi in :as itr.tcfucrit , (^ Afarinam aquam infuierit , paret ia fuo tempere.
Eain licir.de eqi'.avt fi ex lefe in /jctninis cnt wcimm , aiit fcdcm infiidcrit , .fw-

a") S.

un

Tommafo

tedio di ben operare

l>r(i

htxc

un

Aiihtontcr chtcrpefciint.

TOMO

PR

IMO

45

ACCORTEZZA
DeW

^bate

DOnna di et matura. Abbia

Veflimento,ed

il

Manto color cangiante,e fpiu

quello fiaiio ricamati varj occhj ed orecchi , qua e li iparfi . Tenga in una
una Pernice . Neil' altra un Ramo di albero di moro . A'pie^i un Leone".

mano

Per Accortezza intendo


iblo fa diicernere

ma

il

Ce/are Orlandi,.

quella prontezza di

prevedere

e fchivare

mente

con cui

1'

Uomo non

pericoli che ipraftare gli

pofTono

onde giungere al fio intento . Ha i llioi confini 1' Accortezza con il vizio , e con la virt ; giacch
fomminillra le armi s all' uno , che all' altra , e con effa tanto pu 1' Uomo divenire un biafimevole Furbo , quanto che una Perina fvia , ed illumina-^
giuftamente efclama il dotto
ta . Felice chi l impiegarla foltanto nel bene
Autore delle Rifleflioni a' Caratteri diTeofrallo e delSig. de la Bruijere Tom,
fa diltinguere tutte le

vie

e mezzi pi proprj

3. cap. 8. . 22,

La fingo perci Donna

di et matura , per elfere quefta 1' et la pi rmaggiore penetrazione delle altre .


La vello con Abito , e Manto color cangiante, per dimoftrare che 1' Uomo
accorto fa veilirli di tutti i caratteri , fecondo che il bilbgno lo richiegga
Gli Occhj, e gli Orecchi che fopra il Manto qua , e l ricamati voglio , indicano che per eifere veramente accorto fa duopo avere pi Occhj,
per vedere ci che feguire j e ci che fuggire fi debba j ed avere parimenflcffiva

e di

te

ICONOLOGIA

14.,

Oi'ecchIa,per afcoltare ci clic delle proprie operazioni , e andamenti, non


meno che delle altrui, fi applaudifca, o biaflmi , per potere fcegliere il mezzo
pi proprio, onde giungere al confeguimento di quello che fi brama.
Tiene in una mano una Pernice per ellere quello animale accortifllmo

te

pii

i pericoli, e
di grandiflimo avvertimento. Della Pernice cosi
Perio Valeriano , che fegue la teilimonianza di Ariltotcle e Plutarco fecondo la Tradazione del P. Figliuccio
Dicono adunque , che la Ternce a'wezza i ftio "Pulcini, quando ancora non
poffono volare a flenderfi rovefclo fopra la terra , e per loro ficfj ricoprirfi di
paglia , e Jrame , quando il Cacciatore ft appreffa ; // che fignifica loro con un
JHO fifcbio . Ed ejfa intanto volando avanti a* piedi dcW Z^cellatore, gli da fperanza di lafcarft prendere , e fubto volando f ne fugge , e poco dopo ritorna, finch
cos burlandolo , lo allontani da fioi Tiilcin , e fubto rifacendo il fio ffchio ,
come r interprete di ^riftofane dicagli avvertifce , che tempo di volarfenc via zz.
e poco fotto
Si legge apprcffo ^riflofane quel proverbio : Ecperdichifae :
Cio fcampare un pericolo a g:dfa della Ternce: Imperocch il fM Intcrpetce dice ,

nello Ichivare

che quefli
in cotal

Per

ucelli

modo

raccogliendo coi piedi

ft Jiafcondono

molte paglie

e friggono

il

fi

gettano in terra fupine

pericolo

Accortezza una parte principale , e indivifa dalla Prudenquello per il fenil Ramo dell' Albero Moro , ellendo
di
Plinio
lib.
Diofcoride
lib.
cap.
di
cap.
1.
i6.
25. ,
timemo
144. , del Valepreceduti
feguiti,
il
Geroglifico
dell'
da
moltiflimi
altri
e
e
lib.
,
52.
riano
Uomo prudente; giacch il Moro , a differenza degli altri Alberi, che al godere appena qualche giorno fereno , e dal Sole rifcaldato , germogliare fi vedono , e fiorire, ;iipetta che il freddo fia totalmente dileguato , e che verafia il favorevole tempo della Primavera ; ed in effetto quelli,
inente giunto
cangiandofi il tempo , con loro ibmma rovina fono aflretti a perdere in un
flibito co' fiori qualunque fperanza di futuro frutto jquefio al contrario afpettando la Stagione fua profTima , accioch il freddo dell' acre di nocumento
germoglia i
cffer non gli poflfa , in un fubito , e quafi in una fola notte
fiori 5 e pi che prelb i frutti rende grandi , e maturi
Del Leone f prcfiar fede fi dee a NaturalilH , fi ha che tra tutti gli
animali di quattro piedi , che hanno le ungliia ripiegate , fblo fia che Inbito
nato perfettamente ci veda ; Oltre di che abbiamo dal Valeriano , ed altri,
che il Leone pochiffimo dorma e che ripofmdo mova continuamente la coda . Da Oro Apolline de Leone Heroghph: ip. Vgilantem autem ^fedulumque
hominem , aut etiam ciifodem oflendcntes Leonis, caput pingimt ; qwniam Leo vigiza

a lei

effere
fi

1'

appropria

lans ochIqs claudlt

eofiem,

cnm dormit,

apertos

habet

qmd

qtidem

cufodix

excuhiarum fignum e/i . Si pone perci giultamente per fimbolo dell'


i^ccortezza, giacche 1' Uomo accorto deve ftarfempre vigilante , ne mai improvii lafciarfi Sorprendere.
L' ingegno , e fagacit de' Leoni
forprcndente . L' Aldovrando nella
{i\z O^^rz . De ^adritpedibHs lib. i. Olierva che, Dum inced:-int , nnques retrahunt vehti in vaginas , ne hebetentitr ; deinde , aiithore oA^Uano , recum iter non
feragUit , ncque fimplcx Hjefigium , imo variitm ^ multplcx imprimunt , modo pro~
Atqiie

gre-

TOMO PRIMO,

2f
^

modo regreduntt > rmfus procedmt , is!" viciffm retro commeant ,


e^ 'vitm partim preeddmt , partim cauda obliterant > ne nienatores eorum 've/ligia
explorantes , ln/lrum , nqm cum fuis Catnlis Jabulantur > invenre pojjint .Hoc [cri-

grediuntur

pfit

Bargeus

in

Opere de

VeuMonet ditm inquit.

T^mc
Et paulo vtferim

mpreffa fola priidens vejigia turhat


hujns reddens rationem canebat .

Hoc faciunt

Catulos

Deprehendat

>

ne qui

J'ub

<udle reliElos

FATTO STORICO SAGRO.


al fuo Tribunale vennero due Donne a
che abitando nella lleflli cafa , si I' una che l' altra un Figlio aveva partorito ; Ma che una di loro dopo avere la notte profondamente dormito , la mattina nel dellaril accorta fi era avere a lato il Figlio morto ; efaminando per minutamente ( diceva ) il Bambino fcopri non
ellere il fuo , ma della Compagna Ci dall' altra aCfeverantemente veniva neL' accorto Re per chiaramente fcoprire chi di loro mentifle , ordin
gato
che avanti gli foOfe recato un ferro . Il che efeguito , dividete (diire)il Fan-:
ciullo vivo in due parti , ed a ciafcuna fia affegnata la fua
La vera Madre
non potendo foifrire che lacerate fodero le vifcere fue ; 1' abbia , Signorer
L'altra,
( loggiunfe ) 1' abbia intiero cortei , ma non perifca il mio Figlio
n fi divida, ne tu il polla godere > ne Io. Accortofl Salomone della verit
del fatto , comand che alla pietofa Madre che vivo il bramava , ancorcli fuo non avefle ad eCfere s folfe iliefo confegnato
3. de B^ cap, 3.

Egnando

Salomone

in Ifraello

vicenda querelandof

-,

-,

FATTO STORICO PROFANO.


Dldone

Moglie di Sicheo accorgendofi che Pigmalione fuo Fratello dopo


avere proditoriamente uccifolc il Marito , tentava di trarre a morte anch' E fl , a cagione del denaro che Ella in gran copia aveva deftramcnte Io
delufe s poichr fece mettere tutta la moltitudine de' denari dentro de' facchi,
alla cima de' quali fece porre del Grano , dicendo al Fratello che voleva , che
Le die fede
in Africa trafportato folle per efitarlo, e ritrarne gran fomme
Pigmalione; ed ElTa con quello in Africa portatati , offr a Juba, o Jarba,
che ivi regnava , una determinata fomma di denaro , f le concedeva in compra tanto terreno , quanto occupato ne aveflfe una pelle di Bue . FacilmenE [fa fatta tagliare in minute llrettilTime Itrifcie
te ci le accord Jarba
la detta pelle , in tanto fpazio di Terra fi eitefe , che pot fabricarvi una
ben vafta Citt , che dal Cuojo del Bue fu detta Birfa, che in lingua Fenicia fignifica Cuojo e poi Cartagine fu denominata
.

FAT-

ICONOLOGIA

25

FATTOFAVOLOSO.
Condannato

Laberinto Tefeo preda del Minotauro in Creta Arianna


che di Lui invaghita fi era , pens accortamente il mo
do onde faivarlo A Lui diede un Gomitolo di refe
che affidato alla prima porta feco Tempre il traeCTe per poicia rinvenirla f la forte gli aveOfe
dato il potere uccidere il Mollro
Succeflfe come pens 1' avveduta Fanciulla . Atterrato dal fuo valore il Minotauro , ficuro ufcl Tefeo dal terribile confufiflimo luogo . Ovji. Metam. lib. 8.
figlia di

ni

Minos

A C Q.U

UOmo
re
ftia
il

CATTIVO.

Cefare I{!pa.

quando ftanno per cafcaed un lembo della velie


tirando un grande fquarco > che rivolta moilri
Nella delira mano terr un Nibbio che rece .

veftito del color delle foglie dell' albero

attaccato

difpiacere
Veitefi

dell' albero

ad uno Spino
che ne fente

detto colore, perch flccome facilmente cafcano le foglie-


ancora cafcano , e vanno a male le cofe non bene acqui-

del
,

,
.

camminare

Star detta Figura in atto di

cos

Spino , perciocch quando 1' Uomo penfa


alle cofe di mal' acquillo, allora ne riceve danno, e vergogna.
Tiene colla delira mano il Nibbio , per dimollrare quello che a quefto propofito dilTe 1' Alciato , tradotto in^noltra lingua,

flate

Il

medefimo dimoftra

lo

edace l^bbio mentre


B^ce foverchio cibo , che rapo
Colla

Madre

Dicendo

M'
Mi

^hi

efcon
fento

fi

che del ventre

interiora

Ed

duol del fatto rio

ella

in

lui

T^on ti dolere, o figlio


Che '/ tuo non perdi n

gran

perglio

,
;

ma

quel d* altrui

[a]

FATTO STORICO SAGRO.


ZAmbri

Suddito

per molto

di

Duce

di una

parte de' Cavalli di Eia

Re

d' Israelle

Regno . Non god


, ed uccifDJo , occup il fuo
giacch
tanto acquiito P iniquo Ufurpatore j
Amri Generale

ribellatoli al fuo

Signore

delia

^^-^
(

(/

Giove

Il

Nibbio

veramente Ucello rapace

come

ma nondimeno

fi

afliene dalle

Carni a

Animaiilms cap. 17.


Carnea e macello rapaclfime onfert j Eas vero qme ^ovi fjcrificatit fuerint , numquam attimit . Efempio a Noi , che dovrellmo almeno allenerei dalle cofe*

Sagre

fagrificate

dice Eliiano nel

cio dall' abufo di effe

lib. i. de

TOMO PRIMO.

27

della Milizia Ifraelitica a Lui in tal guifa fi oppofe , e di cosi ftretto


aflfedio cnfe Terfa , che Zambri il quale ivi fi trovava , prevedendo che_
la Citt

efpugnata
ritiratofi nel Regio Palazzo, a quello
fiamme tutto ci che malamente acquiftato aveva coli*
de' B^ cap. 16.

era per eflfere

die fuoco

e tra le

Vita perdette. 3-

FATTO STORICO PROFANO.


Dlonifio

di Siracufa

fotto preteflo

adire

di

1'

Eredit di fuo Padre

fi

Padrone d'immenfe
non men che in mare

fece Tiranno, e giunfe all'auge

della Fortuna

ricchezze Signore di potentiffime armate in terra ,


penfava di aver fenza tema a godere delle fue conquifte . Di gran lunga
per trovoffi ingannato ; poich dal Trono , dalla Citt , dal Regno fcacciato , in tale povert fi ridufle , che per guadagnare qualche cofa , onde
foftentarfi , gli convenne in Corinto aprire Scuola , ed infegnare a' Fanciulli

le

lettere

Fai. Majf.

lib.

6.

FATTO FAVOLOSO.
CAcco

Figliuolo di Vulcano viveva d rapine

Aveva

Egli

la

fua abi-

dove nafcondeva i fuoi furti


intorno al Monte Aventino
Rubb molti Buoi ad Ercole , ed affinch dalle loro pedate riconofcere Ercole non potefle dove folTero Itati condotti
ftrafcinolli per la coda nella fua Caverna ; ma per fua dfgrazia muggendo
uno di quelli , mentre Ercole di loro faceva ricerca
e da Lui fentito , rivolfe il piede verfo la Spelonca , atterr 1' ollacolo , che Cacco polto vi
aveva , e 1' uccife
Ovvid. Faji. lib. 1
tazione

che era un' orrida Grotta

ACUTEZZA DELL' INGEGNO.


Di

B^pa

Cefare

LA

Sfinge ( come narra Pierio Valeriano nel lib. vi. fotto. la punta della
zagaglia di Pallade , ficcome fi vedeva in quella Statua di Minerva ,

che Plinio dice effer anticamente Ikta drizzata in Atene ) ci pu fignificare I* Acutezza dell' ingegno ; perciocch non al Mondo cofa si coperta
e tanto nafcofta , che l'Acutezza dell' Umano ingegno fcoprire , e divulgare
non poffa (a), ficcome detto abbiamo in altro luogo nella Figura dell' Ingegno ; per fi potr dipingere per tal dimoftrazione Minerva in quella guifa
che fi fuole rapprefentare ; ma che per fotto la zagaglia vi fia una Sfinge 9 come abbiamo detto .

FAT-

pu prendere ancora la Sfinge per l'Ignoranza vinta dall'Acutezza-


Ingegno j giacch di queda , fecondo alcuni Simbolo . L' Alciato nell'

(^a") S
dell'

Em-

ICONOLOGIA

18

FATTO STORICO SAGRO.


Lamech e di Sella , nel!* ottava Generazione del
acuto ingegno , che ritrov 1* arte di fondere i Metal-
e rendere per mezzo del fuoco pieghevole il ferro . Genef. cap. 4.

'"jPUbalcain

li

Mondo

Figlio

fu di

di

si

FATTO STORICO PROFANO.


ARchimede

nativo d Siracufa fu di tanto acuto ingegno che tra' Gentili


lo abbia iuperato,e forf uguagliato nelle maravigliofe

non v' ha chi

di fabbricare macchine
elevar pefi , ed altre cofe d' infinito lluEgli fu quello che non etrendofi potuto con varj ftrumenti , e forze

invenzioni

pore

umane
alcuno

-,

gettar nelP acqua una


Iblo la trafle

Nave

di forprendente eftenfione

agevolmente

Mare

al

Egli fu quello

fenz' ajuto di

che perCften-

non volerli arrendere alla Potenza Romna, (delle ArmaCapitano era Marcello) fu di tanto oftacolo a* nemici, che ad
Elfo folo fi deve attribuire il lunghidmo faftidio , che 1* afledio di Siracufa
diede a' Romani Invent tali macchine
che gettando dalle mura graffi con
fortiffime catene, a f tirava le Galee, e colla forza del contrapefo aizavale
in alto , quindi di piombo lafciandole cadere tutte fi fracaiTavano . Di pi con
altri llrumenti , e graffi afferrava con tal forza le Navi , che le tirava con

do

Siracufani di

te della quale

fommo
nell'

Emblema 18S. Submovemlam gnoramiam pone il feguente Epigramma


Cur candida Pirfims ora
^lo Monftrum id ? SpMnx ej

Et

"volucrum pennas

Hanc faciam

affumpjt

crtirj

reum

Leonis habet

ignoraittia

tanti

Scilket eft trpex caufa , (y erigo mali .


Sunt quos ngenum leve , flint qua blanda voluptat ,
Sunt iy quos facunt corda fuperba rudes
Con ragione pi che convincente la triphce forma di tal Modro fi riterifce alli
tre principali effetti prodotti dall' Ignoranza .
La leggerezza di animo , la voliittiiofit , la fuperbfa .
La leggerezza di animo viene fpiegata nelle penne Il darfi ad intenderCj che
nelTuno giunga a fuperarci , effetto di un animo dalla Prudenza non regolato,
fciocco 3 leggiero , non penetrante . Il dimoftr la Sfinge , giacch penfando di
non potere effer mai vinta, s' ingann di gran lunga , e moftr maggiormente la fua leggerezza , allorch non potendo reggere al roffore , fi precipit dalla
.

Rupe

figurata nel volto di Donna , parimente la Sede degl'


, che
Ignoranti , giacch un limpido ed acuto intelletto non fi lafcia mai da tal' errore abbacinare , come la Sfinge fece, la quale per ingordigia di ailafllnio fi fervi del noto inganno , che tardi fcopr per cagione dell' eftremo fuo male
La Superbia denotata ne' piedi del Leone , indica che la propriet dell' Ignoranza
Srtpcrbm ,
r eflere arrogante e fuperba
arrcgam "vocatur ^ndoBui . Prov.
cap. il. V. 14. Pens la Sfinge di effer fola a fapere , e di poter tutti foverhiare , ma il tempo venne , \a cui fi avvedde quanto cortamente peafav4

La Voluttuofit

TOMO PRIMO.

^9

con fornaio empito, e forza a dare in un fatfo , ed in pezzi facevanfi. Fer


terra ancora i' nemici col fuo ingegno non recava poco danno ; e terrore
Fu in fomma tanta la vigorofa refiftenza che Archimede faceva s che
fi trov obbligato Marcello a cangiar modo nel combattere Siracufa ; che_>
le cosi penlato non aveCfe, forf avvenuto non gli farebbe d' impadronirii
di quella gloriofa Citt

^Jlolf.

Offic.

Stor. lb.

3.

cap.

18.

FATTO FAVOLOSO.
DEdalo

fu

vano da
.

Uomo

feltefle

ingegnofj

che fabbricava Statue

Rifugiatofi nella Corte d Minolfe

le quali

Re

fi

move-

d Creta

fe-

ce un famofifTimo Laberinto, dal di lui nome chiamato Dedalio ; fabbric a


Pafife Moglie del detto Re , (la quale fi era invaghita di un Toro ) un Simulacro d una Vacca cosi al naturale , che fattala dentro entrare , il Toro ingannato, ad una della fua fpecie credendofi accoppiare, fi congiunfe colla__
La
sfrenata Regina ; da che ne nacque poi il terribile Mollro detto Minotauro
qual cofa dal Re faputafi , fdegnato contro Dedalo , lo fece racchiudere nfieme con Icaro di Lui Figlio nel Laberinto , che Effo aveva fabbricato . Per
fuggire da quefto acu Dedalo il fecondiflimo fuo ingegno , e formando colle
penne di vari Animali proporzionate ali a forza di cera a f le attacc nel
dorfo ed arTiglio , ed ammaeftrandolo che n troppo alto , n troppo bal^
b dal Cielo fi teneife , aprirono all' aria il volo . Icaro per fcordato de*
paterni avvertimenti, vol tant'alto, che il Sole liquefece le di Lui penne,
e cadde in quella parte di Mare , che dal nome di Lu fu detto Mare Icario ; Dedalo ricoveroil in Sicilia . Ovvid. Met. lib, 8. P//. lb. 7.
.

ADOLESCENZA.
D Cefare ^pa,
Giovanetto veftito pompofamente . Colla deftra mano fi appogger ad
un' Arpa da' fuonare ; e colla finillra terr uno Specchio
In capo una
Ghirlanda d fiori. Pofer un piede fopra di un Orologio da polvere, che
mollri che fia calata alquanto pi polvere di quella della Puerizia ; e dall*

UN

altra parte vi fia

un Pavone

^dolefcenza

VErginelIa

di bello alpetto

coronata di

fiori

Moftri rifo

ed allegrez-

Abbia la verte di varj colori


Adolefcenza quel? et dell' Uomo , che tiene dal decimo , fino al ventefimo anno ; (a) nella quale I' Uomo comincia col mezzo de' fenfi ad intendere,
za

ed
(a) 27/7/ decmo pio al -ventefmo anno
dagli Antichi . Serrio Tulio Re de'

ec.

V Et

Romani

dell'

Uomo

variamente diftinta
che fono
,

cliiam Panciulli quelli

fotto

ICONOLOGIA

30
ma non

operare f non confufamente : comincia bene ad acqui,


vigore ne* fenfi , per cui della la ragione ad eleggere e volere
e
quefto fi chiama augumento
La Verte di varj colori antica invenzione , perch gli Egizj quando
volevano moflrare nelle loro Pitture 1' Adolefcenza ( fecondo che racconta
Pierio ) facevano una Velie di varj colori , lignificando la volubilit della natura giovanile, e la variet de' defiderj, che fogliono venire a' Giovani, mentre fono nella pi frefca Et , e negli anni pi teneri per dicefi che la_
via dell'Aquila in Cielo, del Serpe in terra, della Nave in acqua, e dell*
Uomo nell' Adolefcenza fono difficili da conofcere, e ci fi trova ne' Proverbi , al 30, n. 19. (^a)
La Corona de' fiori , e la dimoftrazione del rifo , Cgnificano allegrezza ;
il che fuole regnare affai in quella Et , che
perci fi rapprefenta allegra,
e di bello afpetto, dicendofi ne' Proverbi al 15. Che l'animo allegro rende
1' Et
florida, (a)

ed imparare
ftare

FATTO STORICO SAGRO.


Figlio di Giacobbe fino dalla fua tenera Adolefcenza fii aman; ed abborr tanto il Vizio , che effendofi accorto di un
'Certo delitto, in cui caduti erano i fuoi Fratelli, al Padre li accus ; perloc-

Glufeppe

tiflmo della Virt

ch ad

in odio venne , e maggiormente in Loro quello odio fi accrebbe,


Giovanetto da Dio amato rivel a' Fratelli , ed al Padre i milleriofi Sogni , che fopra di Elfi la maggioranza fin d' allora gli prefagivano.
Laonde per invidia in una Cillerna gittato , e pofcia venduto , in Egitto condotto , da Putifar comprato , dall' impudica Moglie di quello Reale MiniUro di difonelli ricercato, fuperando i bollori della pi vigorofa Giovent,
eleffe piuttollo colla fuga incontrare il fuo sdegno , che di lue bellezze godendo , offendere la propria virt , e denigrare 1' onore del fuo Padrone .
Elfi

allorch

Cene/,

il

cap.

37.

39.

FATTO STORICO PROFANO.

Scipione Alfricano
A conquifte

il

Maggiore

cos

effendo ancora Giovanetto

denominato per le gloriofe fue


nel vedere il fuo Padre Scipione ,

il decimo fettimo anno ,


e da qiieHo fino al quarantiimo fello li chiam
Giovani , che elefle come atti alla guerra , e quelli ci. e lianno pallato il 4<.
chiam Vecchj
Varrone divife l'Et in Infanzia, Piieri?ia,, Adolefcenza, Giove ntii , e Vecchiezza delle quali per ciaicuna divife in tre parti: la prima fi
chiama verde , la feconda adulta , e la terza cadente , o come da ElTo l dice ,

fotte

pr/cceps

[jj Tria fftnt Aifficlia mi/j , fy quartiim ftrdtm i^ncro . Viam /iqu'slit in Orio , viam
Colubri fuper tcrram , -uiam Njvi in medio Mari , (ir viam Virt in /idckfccmia .

C^)

yii7i!t/ms

gaude/is /Ltatem fioridam fatit

TOMO PRIMO.

31

che nella Battaglia contro a' Cartagine fi gettato era Itato da Cavallo , e_5
malamente ferito t fi oppofe con tal ferocia allo duolo de' nemici , che fi
avanzavano per ucciderlo che baftante fu a liberarlo dalle loro mani .
Era ancora nella fua Adolefcenza e fi era tanto ne' meriti avanzato , che la
fallofa Roma non dubit premiarlo colla Corona Civica . D>il valore non fo-

ma

animo diede Egli in queft*


ottimo faggio . Allorch trionfator di Cartagine in Ispagna , a Lui
fu condotta una nobile belliflima Giovane, non folo non fi prevalfe punto dell*
autorit, che fopra di efla aveva, ma anzi con fomma cuftodia la fece guardare , e volle che da qualunque ingiuria illefa , confegnata foffe al nobil Giovane , cui in legame di Spola era ftretta . Sabell. lib. i.
lo del Tuo braccio

Et

dell' interna virt del fuo

di f

FATTOFAVOLOSO.
GAnmede

di

Frigia nel fiore della fua Adolefcenza era dotato di tante

che di lui invaghitofi. il


in Cielo lo trasport , e lo eleffe per Coppiero de'
Dea della Giovent . Ovvd. Met. lib. io.
e

si

belle prerogative

Sommo Padre Giove *


Numi in luogo di Ebe

ADOZIONE.
Di

MAtrona che

Ccfare Bjpa

abbia nella finiftra una Eolica, ovvero Ofllfraga, e la delira

un Giovane .
L' Adozione , fecondo alcuni , un atto legale per confolazione di coloro,
che non hanno figliuoli , che quafi imita la natura : ma perch fi fa 1' Adozione anco da quelli, che hanno figliuoli, femplicemente cosi potrafT definire . L'Adozione un legittimo atto per il quale uno fi fa figliuolo, che
al

non

collo

di

e quafi imita la natura

Marco Emilio Lepido Padre

di Lepido Triumviro , vivente il figlio,, adotche


dopo
adozione Paolo Emilio Lepido fi nomin.
Emilio
Paolo
I'
,
t
Claudio Imperadore lafci Brittanico fuo figliuolo legittimo naturale in et florida , dice Dione , e vigorofa , febben pativa di mal caduco , per quanto
fcrive Svetonio , al quale per ragion naturale toccava I' Impero , e lafci
un figlio adottivo, che fu Nerone, il quale per ragion civile correva a parte dell* imperio , ma Egli per imperar ficuramente folo , fece con un boccone , preparato da Loculla Donna venefica, venire d' improvvifo a Brittanico il mal caduco della morte
All' Adozione attribuirono i Romani maggior forza che non ha , come
che 1* adottato lafciaife la naturale fua confanguinit , e che gli adottati avel^
fero confanguinit con i figli di quello che adottava . Claudio Imperadore nel
giorno che fi fece figlio adottivo Nerone , f lo fece ancora Genero , come
narra Dione , ma fece prima adottare Claudia fua figliuola in un' altra famiglia della Gente Ottavia , per non parere che dalfe p'er Moglie al Fratello la

Sorella

ICONOLOGIA

3z

Cornelio Spintere Confole Romano defiderava che Cornelio Spin


tcre filo figliuolo fofle meffo nel Collegio de' Pontefici loro gentili , ma percii in detto Collegio vi era Panilo figliuolo di Siila eh' era della medelma gente Cornelia , e la Legge proibiva ^ che non potelfero eQere due di
una Uefla cafata in detto Collegio , fece adottare il fuo figliuolo nella Gente di Manlio Torquato, e in quel modo oifervate le parole della legge, fii
Sorella

ip effetto di(r-)luta

Matrona 1* Adozione , perch dovendo imitar la natura non pu u


minore adottare uno che fia maggiore di et .
Euripide in Menalippe tiene per pazzo uno che non ha figliuoli , a ricevere in cafa fua ellerna prole , e gli pare che dovrebbe fbpportare con pazienza 5 f Dio non gli ha conceduto figliuoli proprj , fenza andare a pigliar figliuoli di altri
Hic j'e (luhum fate.itar , qui cum llberis antea careret
cxterattL
.

prolem

accerfivt

-,

nani

cui

liberos

procreare

Dj

non

concejJerHnt t

non incafare T^.imcn


Deinocrito per lo contrario di parere,
doviziolb fi dovrebbe adottare un figliuolo di qualche amico
lo pu avere tale e quale lo dcfidera . Uno che ha generati figliuobifogna, che f li tenga nella maniera che nati gli fono , ancorch cat-

id pati

dtbet

che un
perch

Uomo

li

-,

fidbas fuis
,

ma uno

che adotta , da' pi buoni fi pu capar per figlio


onde il Petrarca nelli fuoi Dialoghi dilfe .
,
^doptio pedijfequ efl natura: illa nobtlor , bxc cautior , illa fine confilio ggnems cafu quodam , hec adopta7'.tis cerio jiidicio operatiir . Severo Imperadore fi vantava di lafciare due figliuoli Antonini, Baflano , e Geta generati
da lui , e che in quello era di miglior condizione di Antonino Pio , che
lafci due figliuoli adottivi Vero , e Marco Antonini . Ma 1' amor Paterno lo
accecava , e la fperanza lo gabb poich morto lui , Bafliano detto Caracalla,
fu crudeliffim.o fpargitor di fangue , ammazz Geta fuo fratello con molti Senatori , e volle far uccidere (iulia Madre di Geta , perch piangeva la morte di fuo figliuolo ; vinto poi dalla di lei bellezza , la prefe per Moglie ancorch Madregna gli fiifle, fenza rifpetto della memoria Paterna Geta anco
nel tempo che vilfe fu di afpri coltumi , libidinofo, golofo , ed emulo dei
vizi del fratello , come in Dione fi vede lib. ']6. Ftlii Server ^ntoninus,
Geta Tlaiitiano tanquam pedagogo liberati , capere omnia pr libidine agere , mitlieres dedecore afficere , piieroi violare , inique coHigere pecimiam , gladiatorcs , atque anrip-as , fibi focietate devincere , fcque invicem amulari
Quindi e che_
Spartiano fi moiVe a dire, che quafi neiTun grand' Uomo ha lafciato dopo fc
ottimi , e utili figli fimili a f , e che farebbe Itato meglio , che alcuni i'i.Cfero morti fenza figliuoli
ne ci folo dice per i Padri di natura, ma ancora di Adozione, come Augufto , che hifci Tiberio , e Traiano che lafci
Adriano ; meglio avrebbe detto dopo Tiberio di Claudio , che adott Nerone, due pellimi iniqui Imperadori fatti per Adozione, rifpetto a' quali Adriano fii ottimo, e generofo Guerriero, die molte vittorie riport
L'Adozione che fece Auguito di Tiberio fii sforzata , si per morte de' fcioi , s per
importunit di Livia fua Moglie , Madre di Tiberio , i cui mali collumi ben
conobbe Auguito prima, che lo riceyelfe in Adozione. I fieri coilumi di Nerone
tivi

il

e fcellerati

miglior di collumi

,.

e virt

TOMO

PR

M 0^

3^

vogliono alcuni j che nel principio conofciuti non foflVro ; diede_


nel!' indole fua buon faggio di f ? e fece gran proftto nelle Arti liberali,
e clemente quando fi fottofcrifle alla condannafi mollr mifericordiofo
zione d' uno fofj3rando e dicendo ; utnam nefcirem litteras l e quanto ci diceffe di cuore , Io teftifca Seneca fuo Maeftro nel Trattato de Clementia ; f
ben prov nella propria Vita che riufcl inclemente dopo cinque anni del
fuo Impero , de' quali cinque anni , diDfe Trajano lodatifljmo Imperadore
che ninno meglio di lui govern l' Impero ; flante ci farebbe rimafto ciafcuno gabbato , ed ognuno 1' avrebbe pi che volentieri adottato ; ma_
Claudio non ebbe cura di rimaner gabbato , perch 1' adott ad ilknza di
Agrippina da lui amata : Sebben bifogna mangiare molti moggi di fale prima che fi conofca uno , eflendo difficile il conofcere altri , tanto quanto il
conofcer f lleflb , nulladimeno fi veduto , che per l' ordinario g' Imperadori nelle Adozioni hanno fatto buona elezione : Buona fu 1* elezione di
Cefare , che adott Augufto , buona fu quella di Nerva , che adott Traiano , buona fu quella di Trajano , ( febben non piace a Sparzano ) che_>
adott Adrumo , buona fii quella di Adriano , che adott Lucio Cejonio
Commodo Vero , che fii di bello afpetto , regia prefenza , ornato di buone
lettere , e di alta eloquenza , imperfezione di animo non ebbe , ma debole
compleflone di Corpo , notlCTima ad Adriano , che di lui diflTe :
Oflendent Terris hmc tantum fata , ncque ultra effe finent . E quando mori
fi dolfe , dicendo : Ci fiamo appoggiati ad un Muro
caduco , ed abbiamo
perduto quattro mila SellerzJ dati al Popolo ed a' Soldati nell' allegrezza,
dell' Adozione . Tre altre Adozioni che feguitano fatte dall' iileflb Adriano
e d' ordine fuo > furono parimente buone ; Marco Antonino Pio , e Marco
Aurelio Imperadori degnifTimi , e Vero figlio del fuddetto Cejonio che_
trionf nel medefimo Carro con Marco Aurelio fuo Fratello adottivo
Altre
Adozioni fucceffero dopo di felice elezione , che recar potreffimo , ma perch niuna avanza 1* Adozione fatta in perfona di Antonino Pio , e di Marco
Aurelio > non paflarerao pi oltre e verremo ad ifpiegare il fentimento ^
che reit nella Figura ,
La Folica alcuni dicono fia d color fofco di fuliggine , altri che biancheggi , altri fia l' ilteffa che 1' Erodio , ed a queflo contribuifcono cofe_>
naturali di quella ; ma f la Folica ha un ciuffo ricciuto in tefta , come_9
vuole Plinio lb. ii. cap. 37, e f I' Erodio quello, che dal volgo fi
chiama Falcone , come dice Bartolomeo Anglico , non poflTono effere i medefimi Uccelli , perch il Falcone non ha ciuffo ricciuto in tella , e tanto
manco f la Folica acquatica , e fl intorno al Mare , e Stagni ^mpliffimi,
come ad Arillotele , e ad altri piace , la confufione procede da varie caufe:
ima , che molti Uccelli di rapina vanno fotto nome generico di Aquile
Falconi, Sparvieri , Aftorri , Avoltoj , maggiori e niinor , ma in ifpecie fono
diverfi ; veggafi Ariftotile , Plinio , Alberto Magno , ed Olao Magno ; _'
perch pi Uccelli cadono fotto uno fteffo genere , avviene che gli Autori
equivocano alle volte , e fcrivono un nome per un' altro ; la feconda ,
che i Traduttori da Greco in Latino , fpeCfe volte non traducono il proprio

rone

>

e figni-

ICONOLOGIA

54
nome

come avvertifce Adriano Turnebo appunto fopra la_j

cap,
25.
13. ove dice . Erodius a Cicerone Fulicat a Maronej
Mergiis vertititr e nel lib. 19. cap. 22. quello che da Arato chiamali Eroe
Folica

fignificante
lib.

da Virgilio fi traduce Mergo 1 e da Cicerone FoJica n maraviglia,


,
perch la Folica fecondo Alberto Magno del genere de' Merghi, o Smerghi che dir vogliamo , ed Arirtotile la nomina in compagnia del Mergo
Mcrgus,
lib. 8. cap. 3. Cavia alba ,
Fulica
I{iipex viSitam apud Mache fi comprendono fotto
re ; la terza perch alcuni di quelli Uccelli
un genere medefimo , hanno talvolta qualche medefima natura > e qualche
fomiglianza di colore 5 o fattezza tra loro , laonde occorre che gli Autori
pigliano uno per un' altro > e ci nella Folica fi manifefta , la quale per
fi rallegra della tempeautorit di Alberto Magno negra ed acquatile
fa , ed allora fcherza
e nuota nel Mare > non fi parte da* luoghi dovej
nafce , nel fuo nido tiene continuamente gran provvifione di alimenti , ed
Qpella che oggid chiatanto liberale che ne fa parte ad eftranei Uccelli
mafi in Roma Folica Uccello, acquatile , di colore negro j che tira un_
poco al bigio, ha il becco negro e parimente i piedi , come l'Anatrella,
con quelle pellette tra un dito e I' altro , e ha la tefta negra fenza ciuffo,
e fenza creila ricciuta
L' Offifraga fpecie di Aquila ancor efla bigia di color cenericcio , figurata dal Mattiolo fopra Diofcoride . Ariftotele lib. 8. cap. 3. dice che
di color di cenere j che biancheggia berrettin chiaro, e che pi grande dell*
quila , ma non per della Gnefia Aquila della fefta forte , la quale fecondo Ariftotele lib. 9. cap. 32. maggior d ogn' altra Aquila, e della O/Tifraga , la quale da alcuni Autori Greci , e dal Mattiolo chiamafi in Greco
(Pt*/) parola che nell' Odiflea terza di Omero non lungi dal fine, Aquila fi
traduce volendo ivi fignificare la preftezza , colla qnale fi parti Minerva
parlato eh' ebbe .
Sic certe locuta abiit cxfiis oculis Minerva ( Thene ) ^quilte fimilis
Gli OfiTervatori di lingua Greca efpongono , che fi chiami anco la Folica, e 1' Offifraga con quefta voce ( Thini )
Il Cardinal S. Pietro Damiano, che qui in Faenza ripofa, vuole ancor
^ffonel lib. 2. epift. 18. che la Folica da' Greci fia detta ( PWnz ) e le attribuifce la medefima natura, che da Plinio lib. io. cap. 3. e da Ariftotele lib.
9. cap. 34. e lib. 6. cap. 6. vien data all' Offifraga , ed che riceve con
Benignit il Pollo fcacciato dall' Aquila , come fuo figlio adottivo , e come
Et hoc modo quem
fuo naturale clementemente nutrifce tra' fuoi propri parti
jibi
cxortem
ita
hxreditatis
materute meta,
quafi
aquila criideliter paternte fecit
Per
pietofa
natura
tale
coh^redem
la Folica ,
adoptavit
filiis
tis ntutu fuis
dio

&

&

-,

-,

-,

ovvero Offifraga

Romani

antichi

che

nemmeno

propri

come
tiibilc

attiffimo fimbolo dell'

era molto in ufo,

erano in tutela , n in Adozione

e davano a quelli

il

vede nelle ifcrizioni


ad Aurelia Ruffina .

fi

Adozione

ficcome anco
,

1'

ma

appreiTo gli
, la quale
alimentare Figli d'altri,
erano tenuti come Figli

medefimo nome gentilizio della cafata loro


llampate da Smezio s tra' quali vi quefta ncv

AVR.

TOMO PRIMO.

%$

AVR. RVFINyE
ALUMNil. PIENTISS.
E T.

<Xy

N C O M
I

M.

P A R A B I L
A N N. X X V

X.

D.

MEMOR. OBSE

I
I I.

I.

Q^N

I I.

RE LI A. SO TE RI A
PIE TATIS. PIENA. P.

A V

fi ul oggid per le cafe , appena s* alimentano i Fiin quelli tempi fi ftendeva tant' oltre che lafciavano eredi
ficcome apparifce in un' altra Ifcriiiione trovata gi nella_j

Quefta piet non

gK
i

propri

ma

loro Alunni

Pieve

della Brufada

Villa di Faenza

MARIA I. POL
MARIVS. PRIM
MARIA. MA
X

VM N

T
I

A.

ET H

A L
R

P.

con molta pi ragione degli Alunni pigliavano il noCafata di coloro , che P adottavano , da' quali in efla_o
erano ricevuti : per la Figura dell' Adozione tiene la delira al collo del
Giov^ane adottato , effendo P abbracciamento fegno di accoglienza e ricevimento . Dione lib. 4^. ci avvertifce , che chi era adottato , pigliava_3
nuova nominazione da chi adottava, ma riferva qualcuno de' nomi, che
prima portava , formato alquanto in altra maniera j come Cajo Ottavio
che fij Auguflo adottato da Cajo , Giulio Cefare fi chiam Cajo Giulio
Ottaviano , e Tiberio Claudio Nerone
adottato da Ottaviano fi chiam
Tiberio Giulio Claudiano , il quale fu anco per teftamento lafciato figlio
adottivo ed erede da Marco Gallio Senatore , ma per quanto racconta Svetonio , fi aftenne di pigliare il fuo nome , perch Gallio fu della parte contraria
di Augufto ; altrimenti fi farebbe nominato Tiberio Giulio Gallio Claudiano .
Altri Figli adottivi non folo pigliavano il nome gentilizio di Chi gli adottava 1
ma anco il prenome e cognome . I due Figliuoli maggiori di Paolo Emilio uno adottato da Fabio Maffimo > e P altro da Scipione Africano buttorno il nome gentilizio , e cognome paterno . Il primo fi chiam Fabio Maf^
fimo : Il fecondo Cornelio Scipione : Marco Bruto adottato da Quinto Cepione 9 fi chiam Quinto Cepione >" e Publio Scipione adottato da Q. Metello fi chiam Q. Metello Scipione . Ma inlniti pigliavano folo il nome_
gentilizio di quelli
che P adottavano , e ritenevano il loro naturale anteponendo a quello P adottivo Albia Terenzia Madre di Ottone Imperadore,
nelle
della quale Svetonio cap, i., era figlia di Terenzio adottata da Albio
IfcriE 2
i Figli adottivi

m<: gentili-sio della

ICONOLOGIA

36
Ifcrizioni

Smezio trovafi
Cajus Julius Tomponus Tudens Severianust
Pomponia Paterna adottato da uno di Cafa Giulia , fu Prefetto di

dello

era di cafa

Un' altro Prefetto di Roma Marco Gaflio Ortenlio Paulino nato di


.
Caf Ortenfia i adottato da uno di Cafa Cafla . Cosi Quinto Caflio > Domizio Palombo nelli tempi di Adriano Imperadore nato di Cafa Domizia adottato da uno di Cafa Cafla e Cajo Cejonio Rufio Vouflano Confole 1* anno del Signoro j h- ^" "' *-^l^ ^""* aaottato aa uno ai Cafa Cejonia Altri mettevano il Cognome del Padre adottivo innanzi al fuo Cognome , lafciando i nomi gentilizi . Marco Ulpq Traiano adottato da Marco Cocceio
Nerva , fi chiam Nerva Traiano , Publio Elio Adriano adottato da Marco
Ulpio Traiano, fi chiam Traiano Adriano. Altri lafciando il nome gentilizio Paterno preponevano il gentilizio adottivo al proprio cognome ; Il fuddetto Lucio Ceionio Commodo Vero adottato da Adriano Imperadore , eh*
era della gente Elia , fi chiam Lucio Elio Vero , febben nella memoria fua
confervata nella mole Adriana vi manca il cognome Vero Fu Egli il primo
Cefare ad efler fepolto in detta mole Adriana negli Orti di Domizia fopra
che oggid Cartello di S. Angiolo fi appella . Pigliavano ancoil Tevere ,
ra quanti nomi avevano quelli, che gli adottavano, tanto nomi Paterni , quanto adottivi . Marco Aurelio Imperadore Filofofo era di Cafa Annia fua paterna , e fi chiam dalla nativit Marca Annio Vero, adottato dal Bifavo
materno fi nomin Lucio Catilio Annio Severo ; adottato poi da Marco Antonio Pio , eh* era della gente Aurelia da canto Paterno , e deli^ gente
Elia per Adozione fatta da Adriano Imperadore , Marco Elio , Aurelio AnOnd* che Vero Imperadore Figlio del fuddetio CeiorJo
tonio fi appell
Pio, per ordine di Adriano, fi trova nominai^ con
Antonino
adottato da
M.
Antonio fuo Padre adottivo , e con altri che e\>be
ebbe
nomi
eh'
vari
Fratello adottivo : ci fi raccoglie da Giulio CaFilofofo
fuo
Aurelio
M.
pitolino che lo chiama Elio Vero , perch fuo Padre naturale eflendo Cefare ,
fi chiam Elio , e Elio fi chiam Antonino Pio fuo Padre adottivo : foggiunge poi , che M. Aurelio Filofofo Imperadore, quafi Padre , dafle a Vero
nome di Vero Imperadore , e di Antonino . De' nomi , che da Spartiamo al
Padre di Elio Cefare , a Vero Imperadore folamente fi devono i due ultimi , non ad Elio Cefare , n a fuo Padre . Le parole di Spartiano fono quelle ragionando di Elio Cefare . Huk Tater Cejonius Commodus fitti , quem al'
Verim , alii Lticium ^ureluim , multi ,Annmm prodidermt . Lucio Ceionio Commodo Vero fi chiam 1' Avo , e il Padre di Vero Imperadore , e Vero iftei^
fo dalla nativit , ma niuno de* fuoi maggiori fu chiamato Aurelio , n Annio , quali due nomi convengono a lui folo
Aurelio perch fu adottato da
Marco Antonino Pio di Cafa Aurelra . Annio perch M. Aurelio Filofofo
Imperadore di Caf Annia tenne Vero Imperadore come Figlio adottivo ,
Spartiano poi fteflb lo chiama Lucio Ceionio Commodo Vero Figlio di Antonino , perch Antonino Imperadore Io fece fuo Figlio adottivo

Roma

ADO-

PRIMO,

37

ADOZIONE DA MEDAGLIE.
D Giovarmi Zaratino

DUe

Figure togate

che

fi

congungono

Caflellin,

le

mani

deftre

per

la

Concor-

congiunte in una , pafifando il Figlio adottivo nella Famiglia di Chi adotta. E' Medaglia di argento di Adriano Imperadore , adottato da Traiano j con tale ifcrizione . IMP.. C^S. TRAIAN.
HADRIAN. OPT. P. F. AVG. GERM. DAC. PARI. HIC. DIVI.
TRAIAN. AVG. P. M. TR. P. COS. P. P.
La medefima ifcrizione vedefi in altra Medaglia con una Figura in pieperch il fare un Fidi colle mani alzate , e colla parola:
,
gliuolo adottivo atto di Piet, riconofce dunque in quella Medaglia Adriano Imperadore il benefizio della fua Adozione dalla Piet di Traiano , che
Io adott ; le fuddette mani congiunte fono fimbolo della Concordia ; e la
Concordia , ficcome anco la Piet fimbolo dell'Adozione ; ci fi fcorge nella Medaglia di Paolo Emilio Lepido adottato dal Padre di Marco Lepido
Triumviro i nel cui riverfo vi una Tefta della Concordia velata cosi efpofta da Fulvia Orfini . Vro ^doptionis fymbolo Concordiam ,
Tletatem in untiqiis denariis pofitas effe fxpe anmadvertmus . Taulhts autem Ltepidus adoptatus
Taire M. Lapidi Triumviri fuit ,
ex ^emlio Taullo , Taullus ^emilim Ladia di due Famiglie diverfe

ADOPTIO

PIETAS

&

pidiis

di^us

ef

ADU-

ICONOLOGIA

ADULAZIONE,
D

UNaveroDonnaFlauto

Celate

mpa,

artificiofo e vago che fuoni la Tibia , ovcon un Cervo t che le fta dormendo vicino ai piedi
Cosi la dipinge Oro Apolline , e Pierio Valeriano nel 7. liJb. de' fuoi Geroglifici; e fcrivono alcuni) che il Cervo di fua natira allettato dal fuono
del Flauto ) quali fi dimentica di fefteflb e li lafcia pigliare . In conforma-

veftita d* abito

il

zione di ci

la

prefente Immagine

>

delle parole con la meloda del fuono

nella quale

li

dichiararla dolcezza.,
Chi volentieri li fenquale mollra anco, il

e la natura di

infeUce naturale inlbinto del Cervo


ra che di animo debole Chi volontieri porge gli orecchi agli Adulatori.
te adulare con

1'

tAdtdazone

DOnna
deftra

allegra con fronte raccolta

mano

Sari veftita di cangiante


il fuoco j
e con la

un Mantice d' accendere


piedi vi far un Camaleonte .

terr

Colla
finillra

una Corda ; ed alli


Adulazione fecondo Cicerone nel 2. lib. delle Quiftion Tufculane
un peccato fatto da un ragionamento di una lode data ad alcuno con animo
ed intenzione di compiacere : ovvero falfa perfuallone e bugiardo confcnti-

TOM

PR

M .

39

fentimento , che ufa il fnto amico nella converfazione di alcuno , per farlo
credere di f fteffo e delle cofe proprie quello che non , e falfi per pa7
cere , o per avarizia . [ d ]
Veftefi di cangiante , perch 1' Adulatore facilifllmo ad ogni occalone a cangiar volto e parole , e dir s e n > fecondo il gullo di cia7
fcuna perfona , come dimoltra Terenzio nelP Eunuco

^cqud

tccint

Tslegat qus

laudo

id rurfttm fi

nego

ait

ajo

negant

laudo d quoque

appetiti e 1*
Il Camaleonte [ Z> ] fi pone per il troppo fecondare gli
opinione altrui
perciocch quefto Animale , fecondo che dice Ariftotile
fi trafmuta fecondo le mutazioni de* tempi , come 1* Adulatore fi ftima perfetto nella fua profeflone , quando meglio conforma f fteflb ad applauder
per fuo intereffe agli altrui coftumi j ancorch biafimevoli . Dicefi ancora,
che per eflere il Camaleonte timidiffimo , avendo in fefteffo pochi/fimo fangue , e quello intorno al cuore j ad ogni debole incontro teme , e fi trafmuta ; donde fi pu vedere che I' Adulazione indizio di poco fpirito e
di animo baffo in Chi I' efercita, e in Chi volentieri 1' afcolta j dicendo Arillotile nel 4. dell* Etica j che j Omnes tAduUtores funi Jrviles
abje^i
homines .
:

&

Mantice che attiflimo inftrumento ad accendere il fuoco e ad


lumi accefi
folo col vento ci fa conofcere che gli Adulatori col vento delle parole vane , ovvero accendono il fuoco delle paffioni
in Chi volentieri gli afcolta , ovvero ammorzano il lume della verit j che
altrui manteneva per la cognizione di f Itelfo
La Corda che tiene colla fi.iifl:ra mano dimoftra come teftifica S.
Agoflino fopm il Salmo 9. che V Adulazione lega gli Uomini nei peccati,
dicendo
^dulantum linguce ligarn homines in peccatis : deleSiant enim ea facere
in quibm non folum non metuitur reprehenfor j Jd edam laudatur operator . E nell*
illeflb Salmo fi legge : in laqueo ifio ) quem abfcondemnt , comprehenfus ej pes
eorum ,
avere la fronte raccolta fecondo Arillotile de Thyjtognomia cap. 9. lignifica Adulazione .
Il

ammorzare

^Adulazione

DOnna

con due facce

macilente
parti

I*

Dalle mani

e accanto vi

fia

una di Giovane bella , e 1* altra di Vecchia_3


efcano molte Api , che volino in diverfe

le

un Cane

La
la

2 Adulazioae propriamente

chiama quando

per cagion di giiadacrno 3


con parole di lotte , a
fi fa per piacere , fi
dice piagentera /
,^] Eliano nel lib. 2, de Animai, cap 14. dice che prende diverfi colori fecondo le occafioni, che gli fi prefentano : Nam ngro colore ,
fi Eumoffemh , mitia.i fu iffc, Cf aiiud colorii gems fiiruit 3 ac
f cilo in eirtaiem inwrm , qaap mu~
fi

? allora fi definifce elfer un ecceiFo


cagion di guadagno , perch quando

di

fi

fa

dilettare altri

tttne

ICONOLOGIA

40
La

prima apparenza delle parole adulatric %


e mandati dietro alle fpalle
Le Api r <t ] fecondo Eucherio t fono proprio fimulacro dell* Adulatore 1 perch nell^ bocca portano il mele e nell' occulto tengono il pungente
aculeo ) col quale ferifcono molte volte l'Uomo, che non f ne avvede .
Il Cane con lufinghe accarezza Chi gli da il pane 5 fenza alcuna dillinzone di meriti, e alcune volte ancora morde Chi non lo merita , e quello
fteflb , che gli davailpane, s' avviene che
tralafci
per fi afTomiglia affai all' Adulatore e a quello propolito lo pigli Marc'Antonio Cataldi Roe

1'

faccia bella indizio della

altra faccia brutta moftra

difetti diflimulati

>

mano

in quel Sonetto.

Tiemico al vero

e delle cofe umane

Corruttore cecit

dell' intelletto

bevanda , e cibo infetto


Di guai e d' alme fobric , e ment fan
Di lodi , di Inpnghe , e glorie vane
Vaflo albergo , alto nido , ampio ricetto
D' opre di finzion , di vario afpetto
Velenofa.

Sfinge

Camaleonte

e Circe

immane

Can che luftnga e morde acuto flrale


Che non piagai e che induce a Jlrane morti
Lingua , che dolce appar mentre pi fella
In

fomma

piacer rio

gioja mortale ^

Dolce tofco afpro mal , morbo di corti ,


^cl che adular l' errante 'volgo appella.

[^]

FATTO STORICO SAGRO.


dal Re Affiler al pi alto grado del Regno , quei Poa gara il fare a Lui le pi vili rimoltranze di
facevano
poli adulatori
che era quello efpreffb comando dello (lefVero
.
fogge^io-ne
umilt e
1' Adulazione
che qualunque altra cofa , tutamava
pi
fo Re
Araan
che
ma
to ci al fuo merito credeva doverli e perci avvifato che Mardocheo
a Lui non s' inchinava > volle farne accurata oflervazione , e trovando ci

Sollevato Aman

eCTer

faBa Alcuni dicono , che Effo non prenda mai il color biancoi
Et olita rurfus z-ifus album cclorcm , tamqui Eliano li fmentifce dicendo
indiiit
Hijlrio
quam aliaf perfonam
, fic
nel Proverbio : tnet litui gladtus , che G
[ a ] Viene lo fteffo fentimento efpreffo
in una rifpofta
dice contro la dannofa Adulazione , ed ufato da S. Girolamo
1' ufa in altro fenfo , perch vuole intendere , che
Egli
per
.
Afoftino
a S.
riprenfione , e le lufin<^he , colla Lettera fcrittagli da S. A^oflino conteneva la
1'
del
rimprovero .
apprezza
temperare
le quali fi procurava di
Vincenzio Ricci M.O. ne' fuoi Geroglifici morali figura l'Adulazione-.
tatone vefiium

ma

^]

Il

Doffia

.F.

veftiia

nella dejlra

un

mano

doppio vejimento

una quantit di /4pi

;
,

il

dtfopra Lianco

t neli' altra

il

difetto

uno Sarpione.

negro

A piedi

Cbe tenia
Ce
tenga
da una parti

TOMO

IMO.

P R

41

vero mont in furia si grande , che giur di Lui P Eftermino e della


fua N-azione . Era di Giuda Mardoccheo per il che Aman ponendo al fiio
Re in difgrazia i Giudei tutti , che nel fuo Regno vagavano , ottenne che
in certo determinato tempo d Loro fi faceffe barbara llrage . Eller modi
a piet de' fuoi , a pericolo della fua vita , fi prefent al Re ; trov in Lui
che con Aman da Lei ad un fuo convito venilTe .
grazia s Io preg
AfTuero diffe ad Eller , che chiedeiTe ci che bramava ,
di
nuovo
Ci fatto
che al futuro giorno Egli al fuo convito torpreg
nuovamente
Regina
La
naife Tripadiando , per tanto onore, Aman accrebbe la fua fuperbia. Neil*
ufcire incontrandofi in Mardoccheo , vedde che non folo non fi chin alla
Frem d' Ira , e alla propria Cafua prefenza , ma n tampoco Cv mofle
fa giunto , comunic alla Moglie ed a fuoi amici , ed i fuoi onori , ed il difprezzo di Mardoccheo . Adulandolo tutti e mal configliandolo , 1' indufleSi
ro a flir alzar il Patibolo , dove voleva che Mardoccheo foOTe fofpefo
port perci dal Re , il quale trov che avendo a cafo letto un rilevante fervio-io a Lui da Mardoccheo preflato , gli domand fubito quaP onore fi
dovelfe a Colui che aveffe voluto il Re onorare . Supponendo Aman che
allegro e contento rifpofe
doverfi vefiirc de
di f folo Egli intendeffe ,
Diadema
reale,
Cavallo
coronare
del
ed
in
regalmente barAbiti
regi,
gli
dato doveiTe elfer condotto per tutta la Citt dal primo de' Tiranni e Prinjeffer

Regno

cipi del

efclaraando

Cos j onora

Colui

che vuole cos

I{e ono"

jl

F
I
I

II

rare
!!

iraw

<

V Elefante , e dall' altra la Lawa. Per il doppio veftimento s'indica la doppiezza dell' animo degli Adulatori ; per il bianco di fopra la piacevolezza delle parole, per il di fotte nero la perverfa intenzione che hanno d'ingannare.
Le Api bagnate nell' Olio miiojono , afperle coli' aceto fi fanno pi vigorofe;
Cos gli Uomini dalle adulatrici parole ricevono fommo danno , e da fincer
faggi avvertimenti , bench talvolta fembrino afpri , utile ed onore . Lo Scorpione 5 perch colla bocca alletta, e colla coda morde
( la ragione per cui
afferil'ca il P. Vincenzio che lo Scorpione colla bocca alletti , non aprei dirla .)
f forf non ha intefo , che ficcome attrae e prende quello di che fi pafce , cosi
gii Adulatori colla bocca, cio con le Lodi ecceflve allettano ed a f traggono
quelli che adulano Le fta a piedi 1' Elefante, per la favola che fi racconta , che f^
in un Deferto foffero due Giovanette che dolcemente cantaffero , EiTo f ne va da
quelle , lafciando ogni fierezza , e Loro lambifce le Poppe , e dilettandofi del lor
cantare viene oppreffo da grave fonno , ed allora Effe ne fanno miferabil preda ,
La Lamia mollro marino; fi dice abbia 1' effigie umana , ma termina in Be~
ftia avendo i piedi da Cavallo , appropriata agli Adulatori perch in fembian--,
za appanfcono amici e dabbene , in foftanza fono nemici e maligni.
*
Ha lo fteffo P. Ricci altra Figura dell' Adulazione Dama , cie tenga il dito alk
labbra
In mano avr una Rete , e due Saette
Le ftia a piedi una Capra , ed una
quantit d Vermi
Col dito alle labbra, per avvifar l' L^omo a guardarfi dall' Adulazione
La Rete indica 1' inganno delle parole adulatorie
Le Saetta fono
Geroglifico della Peftilenza notata nell' Adulatore pelle del Mondo. La Capra , perch dicefi di Lei , che lambendo rompe e recide , e fecondo Plinio
lambendo 1' Oliva , la fa divenir fecca , cos g' Adulatori colla lincna allet^
tando altrui, oiFendono ed uccidono
I Vermi che col loro rodere tanno daHK,'
no alle vigne fighifitano il pregiudizio che reca T Adulazione ,
kjfia

'

.-'

ICONOLOGIA

4^

Allora il Re Affiler : Prendi dunque il Cavallo j e fa tuttoci che


diccfli fenza dimora a Mardocchco , che Ila fediito avanti la porta del Palazzo . Convenne ubbidire ai fuperbo Amaii
Melto e al maggior legno
addolorato torn in Aia Cafa , daddove fu chiamato al Convito di Eller t
che fcoprendo ad Alla ero La di Lui perii dia v ottenne che i (iiudei folTero
rare

..

ed Aman per regio comando fu appefo


,
che a Mardoccheo aveva preparata . E/lcr cip. 3.
liberati

quella

in
e

llelfa

Trave

4.

FATTO STORICO PROFANO.


MArcantonio

Triumviro eflcndoll portato nella Citt di Atene , fu da_j


fommo onore incontrato , e con infinite Adulazioni ricev^uto ; lo chiamarono Dio Libero , e gli dilTero che come a tale
volevano dargli in Conlbrte la Dea Minerva Volle punita Antop.io s sfacciata adulazione , e perci fubito Loro riipofe che accettava 1' offerta , e
che avrebbe fpofata Minerva ; ma che intanto pcnAilTero a dargli la Dote
di mille talenti; ed ogni talento importava lecteccnto feudi de' noltri. i)/oquei Cittadini con

7ie.

rapportato

dall' ^jlolf. nell'

OJfic. Star.

t. 2. cap.

8..

FATTO FAVOLOSO.

Co

che abitava le ripe del


che li rendeva gratif,
ima a Chiunque 1' afcoltava- . Giove che amoreggiava alcune Ninfe , e delderava che Giunone fua Moglie nelP atto non lo fcopriife , preg Eco , che in
Figliuola

dell'

Fiume Cefilo

,.

Aria e

della Terra, Kinf-i

era cos eloquente nel parlare

cafo fopraggiunta foflfe la detta Dea ,- colla fua dolce favella la intertenelTe
Affunfe I' impegno la Ninfa , che nell' adulare era piucch efperta . Sopravvenne in una d tali occafioni Giunone , che appunto di Giove hiceva ricerca . Eco le venne incontro- cominci ad encomiare i fuoi meriti j e
da un difcorfo all' altro palfando , tal piacere alla gelofa Moglie recava
che dimenticandofi di ci per cui fin li li era molla , diede tempo a Giove
Non pot fate pevii compiere le fue brame ? e non veduto allontanarli
r che Giunone non f ne avvedefle , ed effendof colla Ninfa fieramente fdegnata,in pena del fuo falfo lufinghicro parlare, non folo la priv della
graziola facondia nel dire , ma togliendole ancora la fa^'ella , la condann a
non ripetere che le ultime parole di Qlielli , i quali interrogata 1' avrebbono . Perilch dfperata Eco determin di non volere abitare , f non
che nelle pi cupe Grotte e concavi luoghi . Ov'id. Mctamorf. Uh. 3.
.

ADULTERIO..
D

N Giovane
la

bei giri

deflra
in

pompofamente

Ce/are I{ipa

vcftito

che Aia a federe

mano tenga una Murena ed un Serpe

atto di elferfi

congiunti

o fede di oro che dir vogliamo

infieme

qual

fuol

e ila graffo. Col-

rivolti

ambidui in

e colla llniira un Anello

dare alle Spofe r e che fia_


vii^bilc

TOMO PRIMO.
ma

43

ed aperta da quella parte ove Ci congungono


Cicerone nel i. degli O^zj dice i che nel principio di
ambe le maniciafcun ragionamento di qualfivoglia cola , deve incominciarli dalla diffiL' Adulterio
nizione di eCfa , acci fi fappia di quello che fi tratta
adunque un' illecito concubito di un Marito , ovvero di una Maritata ; Siin

vifibile

che

fa

rotta

Tommafo
al

cap.

Secunda Jcuid.-e quis/: 154.


,
20. aggiuntovi pena di morte ,

art.

proibito gi nel Levitico

8.

come ancora

nel

Deuteronomio

ai

ed ugualmente biafimevole e punito , f dal Marito vieiL_#


eommelTo quanto dalla Moglie , ancorch gli Uomini fi attribuifcano ingiulhmente maggior licenza delle Femmine e S Ambrogio regiltrato al
22.

cap.

cap. TS[sino ftbi 32. q. 4. 'H.ec Viro licet > qtiod Mulieri non licer. Onde avvertifce Arillotele- nel lib. dell'Economa, che il Marito non faccia torta
alla Moglie , acci ElUx non abbia a ricompenfarlo d' altrettanta ingiuria .

e pompofa fi dipinge , efendo che il Giovane fi dimoftrii


vago nell' apparenza , e dilpolio pi d' ogni altra et ali' atto venereo ed

Giovane

commettere

adulteri

che

Si rappreienta

flia

a federe

pcrcicrcch la caufa

donde

nafce_.

Ozio

(<?) , produttore di penfleri illeciti ; quindi Tobia al cap. 2. giacendo nel letto , che denota 1' oziolit
dal caldo fterco delle Rondini fu acciecato , cio da' caldi affetti de' penfleri illeciti 5 David per l' intemperanza incorfe nell' Adulterio 2. P\eg.cap.2.
Graffo Jo figuriamo , effendo che 1' Ozio ha per Sorella la Gola , la_j
quale anch' ella concorre a far il medefimo effetto dell' Ozio ; Q>) onde_
Otiojtas qmfi duo Ugna inccndmt ignem Luxur
Ezech. a 1 6. Sorores Gida
ria
La qual fentenza comprende 1' Adulterio come comprefo fotto il
genere della Luifuria , ed il Petrarca nel Trionfo della CalHt fopra di

quello ecceflfo

pi delle volte

il

1'

&

ci cos dice

La

gola.

il

fanno

oziofe

piume

Hanno dal Mondo ogni i/irt sbandita


Di maniera che volendo noi fuggire quello errore
.

cosi grande , concon ogni prontezza occupato nelle azioni nobili e virtuof
e fcacciare con ogni diligenza penfleri che ci vengono avanti , i quali
fono molto dannofi , non folo al corpo ? ma quel che pi importa all' anima , e per fi deve feguitar il belliffuiio documento di S. AgolHno lib.
N oltra il tuo bifbgno faziare il
de Verb. Dom. Serm. 22. che dice
ventre , perch il fovrabbondante caufa materiale di quello vizio j e sa
ognuno 1 che fenza la materia non fi produce cofa neiTuna .
F 2
Tiene

viene di

Ilare

(a')

Onde Ovidio

lib.

De

Temeio

Amorh ,

diffe

^tatitur yS'^ifius quare ft falius aduker ?


In promptu caufa efi , defislioftn erat
S.
Tommafo
nella 2. z. qml. 148. dice , che le figlie della Gola fono
(J?')
cinque: cio l'inetta allegrezza, la buffoneria, 1' immondizia , il parlar da_*
Stolto , e il rintuzzamento della mente . Ora fotto il genere dell' immondizia
fi
comprende ancora 1' Adulterio .

ICONOLOGIA

44

Tiene colla deftra mano


quefto congiungimento pare

Murena congiunta

Serpe , perclic di_


die Bafilio ne interpreti 1* Adulterio ; (^z)
effendocche avvertifce gli Adulteri , che guardino a qual Fiera fi rendono finiili , pofciacch gli j?are che quello congiungimento della Vipera e
della Murena fia un certo Adulterio della natura , e quello quello che
gli Egizi per quello Simulacro ci vogliono ilare ad intendere
La fedc_>
d' oro rotta
ed aperta , come dicemmo , altro non fignifica , che rompere e violare le Sante Leggi , il Matrimonio , ed in lomma la fedelt,
che deve elTere fra Marito e Moglie ; e perci biafimevole quefto
mancamento, perch contro alla fede maritale, che fi denota per l'anello , che per quello fi pone in quel dito , che ha una vena , che arriva.^
infino al cuore . (i) Lap. allegai. 57. imm. 4. dave allega il e. femmin.
30. q. 5-, dimollrandoci chela pi cara parte del corpo, che il cuore
s* impegna per V olTervanza della fede promefTa
per tutti gli altri errori
fi poffono ricorreggere , ma quello non mai , come afferma Qiiinto Curzio
nobililfimo Scrittore , nei lib. 6. de gcflis ^lexand: Magri: Sed nullis merila

col

perfidia mitigari fotefi

tis

FATTO STORICO SAGRO.

UN

certo Levita, di cui le Sagre Pagine non rapportano il nome, ebbe per Moglie una di Betlem nel Regno di Giuda . Tornando ua.j
giorno con ElTa , riconducendola dalla Cafa del di Lei Padre alla propria
iibitazione , ferm in Gabaa , Citt della Trib di Beniamino ; dove_>
da quell'impudica Gente fu in una notte si> libidinofamente malmenata l'infelice fua Donna , che nel fortire la mattina di Cala , appi dell' ulcio
Preiala [ pu ognuno facilmente immaginarli
trovolla miferamente morta
con qual cuore], e poilak lopra la Belila, che lerviva a portar le cariche

IM -IIJ
( (7 ) Le parole di Bafilio h'kxgiio nel!' Efamcronc Oraz. 7. parlando del Congiunaiinento della Murena e della Vipera , fono le fegueiui . l'Cs ,
l'ili, Co~
.

III.

diliptc , effi locis lon^inqas femoti , in Ccnpigii j'oetatem con'ueTijis natttrfi


kgibui , ac bified'Sione cbftnSii//j Ttnio , ae 'Jn^r/m difta?itiim ejo . Piper gc^
nu% Serptntum omnium txitiofiijimutn fnnrenave marlii/e nnptas expetit , (j [ihto fito fipiificat prtcfentiam , eawque gnrgite -vafto invitai ad Nnftiaki Comp':ex:ii ; Illa atitem cb-

niuges veftrai

vnciihim

&

^nd

atm veneuto .
htcc mea ratio vtik ? ^lid porteniit ? Sive afpcr
coi't
,
aijufpiam Conjux , Jvc ferts morbm , perferat illum Vxor uccejje eft , nec v.am prorJhs eh Cmfam fcdetateui , vincnluKque dljjchere patiatur . Ferii ne -verberat , e[q:ie per'
ciijfor ? .4t Vir tamen tutis TcMnem/is ? at tib eft natura conpniius . Dunifne ? merottmperat
eft

fus

{y

i}-

ipfe

implacdus ? /4t taemb-rum jat/i tnwn eft , (T membi'cntm prxftantilfimiim . AuMat ^


decentem admonticnem . Vipera Virus cb n.-iptlai-rtw te, fique

Vir accot/icdiitam

neratonem evomt
ta?

no.'-

depcnii

Tu duriA'm animi

Tu ferocitatetn. Tu crudelitatem cb

unon'.i

revereH'

nei Satiirnalr dice , che dal Cuore fi cflende un


') Difario apprelTo Macrobio
(_ b
nervo verfo quello dito , e non una vena : ma Esjli ancor che Medico di Pr<i;elfu quello propolito , s' inganna all' inaroflQ ,
fione ,
citi i Libri de' Medici
perch i nervi non hajino oriijine dal Cuore , ma dal Cerebro .

TOMO PRIMO.

4?

che 1 nella fija Cafa la riport Ivi giunto , divifo in dodici parti il Cadavere , ne mand ad ogni Trib d' llraelle , Mode tanto il cuore di tutti
1' orrendo fpettacolo , che d' unanime confenfo ibbilirono la vendetta della
Spediti perci Nunzi alla Trib di Beniamino , richiedi fufcelleraggine
Si venne a^.
Fu ributtata la domanda
rono i perfidi Adulteri di Gabaa
im fieri/Timo Fatto d" armi Iddio fu cancro gli Autori e Difenfori dell*
empio Adulterio e venticinque mila Uomini e pi della Trib di Beniamino recarono miferamente trucidati , e la Citt di Gabaa colle altre_>
tutte della Trib, arfe e diltrutte . Lb. de" Giudi cip. 19. 30,
.

FATTO STORICO PROFANO.


MAria

di Aragona Moglie di Ottone terzo Imperadore , amando un.^


Giovinetto lo teneva in Corte veftito da Donna e cos alla Gente
ScoprilTi finalmennon dando ombra di quello impudicamente fi godeva
te 1' inganno , e il male avventurato Giovane fu fatto vivo bruciare , I.a
benignit dell' Imperadore perdon il fillo all' adultera Moglie , che invece di correggerli , torn di nuovo a perdutamente invaghirli del Conte di
Modena , che al valore del braccio accoppiava le pi belle virt dell' animo Lo allett , lo preg , lo follecit perch feco adulteraGfe , ma tutto
invano
Per il che la perfida Donna cangiato l' amore in odio , non ebbe
.

Ottone , come f Egli di coCi tanto rea richielta_o


Fieramente offefo 1' Imperadore con precipitofo conllglio a Lui

roiTore d accufarlo ad
I'

avetfe

fece troncare la tella . Pafflito qualche giorno , 1' afflitta ContlHi Vedova
Tribunale di Cefare , coli' efperienza del ferro infuocato ,
quale maneggi fenza che nocumento alcuno le apportaffe , prov l' innocenza dello fventurato flio Conforte . Veduto ci avendo Cefare , e meglio fatta difcutere la caufa , rinvenne tutto il falfo nella sfrenata Imperadrice , e pei'ci come rea di Adulterio la fece perire tra le fiamme alla
prefentatafi al

prefenza del Popolo


Giacomo Strada , Onono
.

gimta

alla

jua

Offc.

Crifpmiam littori

citati

dall' ^fiolfi ncll*

^p--

Starle.

FATTO FAVOLOSO.
Giocondo
amava

Latini d Nazione

Romano Giovane

pi bello della

il

fiia

Et,

teneramente la Moglie , e gli pareva di eifere tanto da Lei


corrifpollo , che non fipeva pi che defiderarii
Dai replicati prieghi e_>
follecitaraenti di Faulto fuo Fratello fi trov obbligato panire dalla Patria,
e portarli, in Pavia alta Corte di Adolfo Re dei Longobardi , il quale
effendo di belIifTimo afpetto ,
ed avendo fentito che Giocondo non_
era di Lui men bello , ardentemente lo defiderava
Pu chiunque tenero
Conforte imraaginarfi. il doiorofo congedo dalla Tua amatifTima Compagnia..
La Moglie di Gioconda folpirava , piangeva , fembrava volelfe fpirare al-'
iora allora ai piedi dell' agitato Marito . Acci di Lei ogni momento fi
s

lo /ve-

ICONOLOGIA

4^
fovvcnilTe
fe

dal Collo

finulnicnrc

^\.

un luo monile

tolib

ora della partenza

1'

convenne

ed a Lui
dividerli

lo

co'nfcgn. Giun-

Non

fi era bene
per due miglia dilungato Giocondo dalla Citt , che fi accorie efTerfi dimenticato del monile
Indietro ritorna , entra in Cafa e nella fianza ,
dove la Moglie dormiva ripofatiflimamente
Per non deftarla , con accurata diligenza alza la Cortina , die il Letto riparava , e vedde [ oh veduta
per Lui fatale ] 1' iniqua Donna nelle braccia di un Tuo Servente
SenVoleva uccidere nel fatto gli
ti fcenderfi nel feno un Torrcnre di afilmni
Adulteri ; ma relkndogli ancora dell' amore per T Ingrata , fenza far motto dalla Camera , dalla Cafa , dalla Citt s' invol , riprendendo il fuo CamMa con tal cuore , ma cosi dal dolore trafitto , chcj
mino vcrfo Pavia
fieramente infermatofi perde affatto la bellezza clie nel Tuo volto fioriva .
Termin 1' infermit , ma fi accrebbe fempreppi la fua angulHa . Arrivato
finalmente col Fratello alla Corte reale , moveva di f a piet, ne qualunque
immaginabile cola lerviva punto a confolarlo. Un giorno che a calo da una
fclTura , che era al mui-o del fuo Quarto daddove fi vedeva la fianza della
Regina , mir che uno fchifoib orrido Nano con Lei impudicamente fi divertiva , e querto oflerv per pi d' un giorno
Al che feriamente ritettendo , e penfando che una tanta Regina Moglie del pi bello e avvenente
Re del Mondo non aveva ribrezzo di fottometrerfi a unMoltro, trov dentro di f degna di qualche fcufa la fua Conforte ; e con tal penfiero data
pace al cuore , refa la ferenit al volto , racquifi in poco tempo la priiHna fua bellezza .
.Arioso Oriana. Fur. Canto 28.
,

AFFABILIT'; PIACEVOLEZZA, AMABILIT'.


Di

Cefare Bjpa

un velo bianco e fottile , e con faccia allegra . NelRofa , ed in capo una Ghirlanda di iiori.
Affabilit abito fatto nella difcrezione del converfar dolcemente, eoa
defiderio di giovare e dilettare ognuno fecondo il grado
Giovane fi dipinge , perciocch effendo la Giovent ancor nuova ne*
Il velo
piaceri mondani , grata e piacevole ognor fi dimollra
diletti
e
che la ricopre , fignifica che gli Uomini affabili fono poco meno chc_
e perci amabili e piacevoli fi donudi nelle parole e nelle opere loro
mandano Qiielli , che a luogo e tempo , fecondo la propria condizione, e 1*
quanto e quando fi conviene , fanno graziofamente ragionare *
altrui ,
S
fenza offendere alcuno , gentilmente e con garbo fcoprendo f ItelTi
dimollra ancora , che 1' animo fi deve foltanto ricoprire , quanto non ne
relU palefe la vergogna , e che di grandi/lUjio ajuto alla piacevolezza
1' edere di animo libero
e fincero .
La Rofi denota quella grazia , per la quale ognuno volentieri fi aplevane vefiita
la

delh'a

d'

mano

terr una

preffa

gendo

all'

la

Uomo

piacevole , e della fua


ruvidezza de' coliumi , che

quale fignificazionc

fi

riferifce ancora la

converlazione riceve gullo


congiunta colla fcverit
Ghirlanda di fiori

,
;

fugalla

FATTO

PR

M 0,

47

FATTOSTORICOSAGRO.
mortali perfecuzioni David foffert aveffe da Saul , nientedinelle fue felicit non il fcord della Famiglia
e
del fuo Perfecutore ed avendo fatta ricerca f di Quella alcuno vi foile
reltato gli fu detto che ancora viveva un certo Servo per nome Siba .
f lo fece chiamare, e fentendo da Elfo che vi era ancora vivente Mivolle che
fbofeth. Figlio di Gionata , che era llorpio d' ambo i piedi ,

TUttocch
meno

ne' fuoi trionfi

prefenza veniife ;, lo accolfe teneramente , e gli reltitul tutto ci


che era Hata- di Saul , e comand a Siba che perfettamente lo. lerviOfe ia
tutto, quello che bifognato gli folfe .
%. ' B^ cap. 9.
alla fuaj

FATI

TORI C O

P R

A N O

a Filippo Padre diAleifandro Magno uff certo Nicnore,


perch di Lui molto male parlava , ed era caldamente efortato a_j
volerlo perci punire . Filippa niente dalle accufe conimoiro , come di
piacevole e cortefe animo era , riipoie non eTfere Nicnore de' peggiori
de' fuoi Sudditi, e che informare li- voleva del fuo- e (Ter e-, e delle fue
bifogna .. Infatti avendone accuratamente ricercato 1, rinvenne che Nicnore era opprcilo da una fonima povert.
Il
che faputo , febbene noto
gli foife
che. dalla fua lingua era malmenato y nientedimeno generofamenColui che
te volle foccorrerlo ; facendogli un prefente di gran- rilievo
accufato avevx Nicnore , non^ molto- Itette. prefentarli a Filippo , con
Ecco
dirgli , che Nicnore di Lui faceva infiniti elogi . Filippo alloi'a
che in mio arbitrio fta il far aifcorrere bene o male di me . Diodoro

FlTaccufato

Siculo r citato

dall' ^^olfi nell' Ojfic.

FATTO

Suor.

F"

lib.

2.

^-

cap^

A V O L O

..

7''Ra

gli Uomini che meritato iT abbiano il bel nome di affabile , fe-condo quello che nelle Favole leggiamo , fi fenza dubbio Giano
Figliuolo di Apollo e della Ninfa Creufa , e Re d' Italia
Eifendo (tato
Saturno da' fuoi Regni diicacciato*, non trova-va Chi: gli daiTe asilo; giunie
allo Stato di Giano , e fu da quello cortefe Re graziofamente ricevuto ,
e faperido che Giove dappertutto lo perfeguitava ,- pofe tutta la fua cura
che appreffo d Lui fi Itafle celato-. Non- volle Saturno-, che- andatfe fenza
premio cotanta affabilit 4 perlocch dot Giano di una rariffima prudeaza , e di fapere indovinare iL palfato ed il futuro- : e per quella ragione
Jo fingono i Poeti di due facce , ed anche di quattro , con una chiave,ed un bailone in mano-; Una chiave, cio?- perch credefi inventale Iziy
Toppe ,- ed un bailone ? perch accoglieva con cortesa i Viandanti , e_j
cullodiva le llrade . L' ammaeilr ancora nell' Agricoltura , e nel modo di
.

dirozzare

Popoli-

nel

cae^ riufci

maraviglia

giacch

con-

quello-

ajuto

y-

ICONOLOGIA

48
aiuto

felicitimi

Dio , ed
in tempo
M.cicr%

colla naturale fua docilit,

fcmpre
in
di

Roma
Pace

fi refe
l'amore de' fuol Popoli, che
Lui
Fu dopo morte adorato conie_>
fabbric un Tempio , le cui Porte fi chiudevano
aprivano in tempo di Guerra

viflero fotto di

gli

fi

fi

<Aman, Marceli.

fc.

AFFANNO.
Di Cefare I\ipa,

mefto malnconiofo
UOmo
apre
petto
mira circondato
,

il

fi

e tutto rabbuffato

Con ambe

da diverfi Serpi

le

mani

fi

Sar vefito di

berettino vicino al nero . Il detto veftiniento far llracciato , folo per


dimoftrare il dispregio di f fleflb , e che quando uno in travagli dell*
animo , non pu attendere alla coltura del corpo ; ed il color nero figniiica 1* ultima rovina
e le tenebre della morte , alla quale conducono
rammarichi ed i cordogli
Il petto aperto , ed il cuore dalle
Serpi cnto , dinotano i faflidj e_j>
travagli mondani , che fempre mordendo il cuore infondono in noi llelll

veleno di rabbia e di rancore

FATTO

Tomo PRIMO.

Af

FATTO STORICO SAGRO.

FU

tale

affanno di Saul nel vederi! vinto

I'

e profTimo a cadere nel-

mani de' Nemici

non volendo fopravvivere a tanto fcorno, pre che


un
fuo
Guerriero
che
lo
trafiggefTe
ma non potendo da Lui otteneg
;
re grazia cos fatale , denudato il proprio ferro , fopra quello di tutto peo gettatofi , miferamentc l uccife .
2. de B^ cap. 3 1
le

FATTO STORICO PROFANO.


MOnma di

e Veronica di Scio , ambedue Mogli del Re MiBocchide Eunuco la di Lui miferabile morte , vennero in tanto affanno , che Monima della fteffa Corona formoffi un laccio
per fofpenderfi ; ma effendofi quella per il gran pefo rotta j tanto preg
il detto Bocchide , che
Veronica parimenfece da quello dare la morte
te bevve una Tazza di veleno , il quale non facendo fubita operazione ,
con l' aiuto dello fteffo barbaro Eunuco fi priv di Vita .
^Jlolf. Offic.
tridate

Mileto

intefa da

f.

Iftor.

Ltb. 2.

cap.

i.

Tlutar.ec,

FATTO FAVOLOS O

LA

morte di Fetonte, fulminalo da Giove per P ardimento di voler guiil Carro della Luce, rec affanno tale e alle Sorelle , e
al Padre,
ed a Cigno Re della Liguria fuo ftretto Zio , che le Prime per '1 s"-""
dolore trasformate furono in Pioppi ; Febo era riioluto di non pi voler
reggere il Carro , da cui riceve luce il Mondo , e flette un giorno nafcolto ; e f i forti replicati prieghi di tutti i Numi moffo non lo aveffero a piet della Terra , la Terra farebbe reftata un' orrida continuata not^^ ' }[ ^^ Ligure cos dai duolo fi lafci trafportare , che dalla Umana
cognizione ufcito , fu trasformato in un pennuto animale > che ritiene il
fuo nome , e chiamafi Cigno .
dare

&

AFFET-

ICONOLOGIA

59

AFFETTAZIONE.
DelV

Giovane

caricatamente abbigliata

Drappo
gheggiarfi

sAhm

di

vari color inte.futo

mortri di

configliarfi.

Cefare Orlandi^

,
.

di volto hinguido e delicato .Verta un


Stia avanti uno Specchio in atto di va-

con

elTo

atteggiamenti della

negli

Jjoc-

Abbia nella delira mae. nel mover de' pafll


ca, nel- girar degli occhi
una Scimmia
Appiedi
no un Narcifo Nella finillra una Mafchera .
caricatamente abbiDonna
e
Giovane
,
Non fenza ragione fi dipinge
altra Et , fi fcorge
qualunque
che
gliata-, mentre la Giovent , pi facilmente
.

vizio; e le Djnne in particolare 1' amano tanto, che_>


fenza ravviiare il notabile pregiudizio , che a' Loro meriti apporta , ne fanno
anzi pompa , e pi che difetto, un pregio, [ ingannate che fono ! ] da Loro vien
reputato Bench per altro non so le prefentemente con ogni gui;tizia alle
fole Donne appropriare fi po'Ia un tal errore , che pur troppo fi mira , a rofin braccio di fimil

fore del noftro Se.fo

nei

Giovani de'

noltri

tempi

F amina

qd. fatiet

tCumVir

jit

Ovid.

CoA

invero ridicola

levior

quali fcordati^ dell'

proprio, abbandonato, dir cos, il Loro dovere


eflere in Affettazione dalle Donne fuperati .
efifer

,,

fanno gara di non

ipfa ?

de KAte

aman.

anzi deplorabile, mirare un

lib.

Giovane

che nato
elfer

PR

eCfer 'dovrebbe per cokrare le pi

belle Virt

0.

feno delle pi profonde


Scienze , per accrefcere la propria iHma , per lo foliegno , e per 1' onor della
Patria , mirarlo dico , perdere le pi preziofe ore del giorno nell* abbigliarli
e confiilere tutti i fuoi gravi ftudj nel far moilra del gullo pi raffinato in
in

una caricata acconciatura di Iella, in un' archittettato modo d pafleggiare


e in un* inchino, che non devii punto punto dalle nuove regole emanate dal
fecondo talento di uno fpiritofo Francefe ! Giovane mal' avveduto ! non
quello il mezzo , onde elfere ammirato e itimato . L' arte non di piacere neppure a Chi forf tu brami . Credilo allo ItefTo Maellro d' Amore i
che cos ti avvifa. nel Lih i. de kAtc amandi.
Sed

tibi nec ferro placeat

torquere cxpllos

mordaci pumce erma teras


parimente de ^rte amandi, avverte le

"^ec tua

ed

altres nel

Libro
Sed

7,,

'vitate

viros

^ique

cultum

forni amque profejfos

fuas ponunt in

fiat ione

co mas

Donne

in tal guifa.
*

Qiianto condanno Affettati di fimil forte , altrettanto abborrifco Colei,


che dandofi un aria , in qualunque modo mai convenevole , di difprezzo e
di f llelfo , e degli altri , cenciofo , fordido , mal compofto, affetta comparire un pazzo Diogene
-

ManditiiS tibi placeant

"avvifa

r amorofo Precettore

.lib.

i.

&

Sit bene conveniens ,


fine labe toga ,
Lnguaque nec rigeat , careant rubigine dentes
T^ec vagus in laxa pes tibi pelle natet .

<

male deformet rigidos tonfttra capillos^


coma , ft do5a barba refcla mani*
Et nhil emineant
fint fine /rdibus mguesy
Inque cava nulhs (let tibi nare pilus .
T^ec male odorati fit trifiis anhelitus oris ,
"hlec

Sit

&

iSlec

lisdat

nares vrque

paterqite gregis

che F affettazione per f (le fifa


II volto languido
1'
che
e
Affettato in tutte le operazioni
importuna
failidiofa
,
languida ,
fue mollra una dilicatezza mendicata , che riconofce per loppi la fua origine da uno fpirito languente, e mal regolato . Fanno pena alcune
ed
alcuni , che volendo apparire di un guflo efquifito e particolare , credono
farfi merito nel biafimare tutto ci che il Mondo approva . Tutto fembra
che Loro dia fallidio , niente ci ha che gli appaghi o dia ad Effi piacere.
Se mai avviene che Quelli fi trovino nelle Converfazioni , o ftudiano di comparire tanti Democriti ne' pi ferj difcorfi, o tanti Eracliti ne' pi allegri giuochi . Sciocchi che fono 1 penfano in tal guifa operando , che il Mondo
ammiri il Loro fpirito , e non fi avveggono che riguarda il Mondo le Loro
ilravaganze , come effetti di un infipido penfare
e

dilicato fpiega

Per

Drappo

intendo dimoftrare effer varj i


includo quegl' Ignoranti profontuofi , che per
generi degli Affettati .
avere fcorfo qualche Volume, che nel Mondo letterario abbia fatto e faccia
il

di

varj colori inteffuto

itrepitQ

I C

51

pi delle volte avendone folamente letto il Fronti^zio , fi


danno gi ad intendere di efTer giunti all' ultimo fegno dell' Erudizione ;
f poi li favorifce la memoria per ricordarfi di alcun termine o Greco , o
ftrepito

ed

Francefe

il

o Inglefe, o

Idioma, non e' Chi li pareggi,


, che
non intendono, non fi

di altro flraniero

e fupponendofi gi Interpctri di quelle lingue

accorgono che pi che quelle hanno acquiftata 1' abilit di tediare Chi gli
afcolta , col affettatamente porre in ogni lor difcorfo , e quafi ad ogni palTo
o qualche male appropriato Grecifmo , o qualche Latinifmo non ben intefo
Qual tormento mai quello di avere a fbf&ire Perfone , che ne' Loro difcorfl per efprimere le cofe anche pi baCfe e triviali , non fi fervono f
non di termini i pi fcelti , e pare non fappiano parlare , f non come_>
fuol dirf,a punta di Forchetta.
Dovrebbono pure quelli tali avvederfi , che termini ricercati e punta
j^urali, in vece di abbellire i loro difcorfi , danno loro un' aria impor-

tma

pedantefca

Dovrebbono

e ridicola

applaufo , che fi lufingano acquiilare


giuoco delle Converfazioni
Nel numero degli Affettati pur troppo fi conta ancor qualche Dotto !
Quelli o troppo vago del fuo fipere , o troppo fprezzante dell' altrui
merito , o troppo invaghito di lodi , medita , Itudia , cerca tutti i mezzi,
onde farli conofcere anche pi grande di quello Egli fla ; fempre o. di f
parla , o di quella Scienza in cui pi verfato ; o f qualche Opera_3
alla luce ha data , poveri Amici fuoi ! A qual travaglio ron fono Eglino
condannati ! Conviene fi acconxdino a featire da Elio ogni giorno qualfi

rendono

accorgerli che per

1'

il

che fquarcio

della fua produzione .


maraviglia Orazio negli ultimi verfi delia fua Poetica
natura di fimil Gente e la pena che apportano .
lndoum , do6:tmque fitgat B^citator acerbits ,

^em

'vero *rrip::it

tenet

occiditque legenda ,

efpreffe

la

"Non mijfura cutem nifi piena auorts hirudo


E contro gli rtentatori del proprio fapere , cos giiillamente cfelama
Atto 5. Scena 6.
Guarini nel Paftor fido
.

il

Oh

cecili

menti

delle terrene

In q'id profondi

notte

In qual fofca caligine d' errore


Son le nofre ^Ime mmerfe

piando

tu

rfon

le

illuSn

fommo

Sole

che del faper vojlro

Infuperbite

<2ve/?a parte

T^on

mijeri
di noi

nofra vit

mortati ?

che intende

ma

vien dal

e vede
Cielo

Effa la da come a Lrti piace-, e toglie


Fanno naufea quegli Affettati Nobili, che privi d'ogni altro merito 1
non fanno altro che infaftidire Chi gli afcolta , col rapportare ad ogni mc^mento la lunga teffitura di loro Genealoga , k dinumerazione Ae' glorioi

Avi

TOMO PRIMO.

5-

importanti fervigj da Loro preftati allo Stato . Il Mondo faggio


,
fa benilfimo , che non conMe la Nobilt vera in un fangue per lunghiffima ferie di anni non intorbidato nel fangue plebeo . Un lingue puro ,
un {lingue iiluftre accrefceri pregio alla Nobilt , ma non che effettivamente la formi . La Nobilt vera il folo proprio perfonal merito la_j

Avi

g*

collituifce

Stemmata quid fachmt quid prodefl


Sanguine cenferi

Tonticet brigo

pic'ofque oflendere

vultas

a/Smilianos
&
Et Curios fam dimidios
humenfque minorem
Corvinum
& Galbam
nafaque car eritemi
^ jritBus generis tabula fadare capaci
Cor-vinum
& pofihae multa deducere

Majorum

flantes

-,

curribus

in

auricidis

l'irga

lumofos Eqmthm cum Dlatore Magidros >


Si coram Lepidis male vivitur ? Ejfipes quo
Tot bellatomm ( tuditur alea pernox

^nte T^umantinos

dormire incipis ortn

Si

^
"

&

caflra movebant ?
Luciferi quo figna Duces ,
Cur ^llobrogicis , (^ magna gattdeat ^ra

Herculeo Fabius lare

in

'<latus

Vams

&

Tota

lieet

/itria

fi
>

emptorque 'veneni
miferam fimefiat imagine gentem ?
^<vos

Squallentes traducit

Frangenda

cupidus

j fi

Euganea quaiitumvis mollior agna


,

Veteres exornent undique cerx

Ts^obilitas fola ef

fwvenal. Sat.

atqite

unica

iiirtus

8.

Quando m' avvengo in taluno , che non mi lafcia di anguftiare fina i


tantocch non moftro di aver ben comprefo , eh' Egli poflede delle gran ricchezze 5 mi fento ftimolato a palefemente dirgli , che potrebbe rifparmiarf
il affannarmi in ci , per cui Io non lo ammiro , ma mi fa forf
forf riSe non avete , gli direi , altro che la
flettere quanto cieca fa la Fortuna
ricchezza , onde pregiarvi , non fiete niente pi che Colui , che dalle_j>
Manette riconofce immenfe dovizie , che quel vii Pizzicagnolo che tanto
polfiede ; farete anzi meno f coftoro contano pi averi che Voi , Gli
.

ripeterei

il

graziofa Epigramma di Marziale


Sunt

tibi

confiteor

dijfufi

'Drbanique tcnent pr<edia multa


lEt fervit

tamen

noli

>

Lib.

Lares

Domina numerofus Debtor

Sufentatque tuas aurea


Fafidre

fugera campi

minores

Ep, 25,

arcee >

menfa d^^es

I^ufine

3.

Thilomdus habet
Rido poi meco fleOTo , alla premura che raoftrano di palefare le idee
grandi, che in mente hanno, le quali punto non intereCfano gli oppreili
Afcoltanti , e che non fi fanno mai efeguire
"Pltis

habuit Didimus

plus

Innu-

ICONOLOGIA

Innumerabill altre Ipecie di Affettati fi trovano, che fi tralafcano , fpicgate dalla variet de' colori , che fi mirano nel Drappo della mia Immagine.
Si pone avanti uno Specchio in atto di vagheggiarli , e configliarfi con_*
nel girar degli occhi , e nel mover
ctTo negli atteggiamenti della bocca
de' pafli,pcr denotare che nell'Affettazione fi comprende l'inganno la
L' inganno e Ipiegato per mezzo dello Specchio
vanit , e la ridicolezza
il
quale agli occhi noltri mollra di avere in f , quello che in vero noa
ha , n pu avere . Isl^ihil jadicamus in Jpcadis nifi fallaciam effe , nihil almi
quam alienum Corpus mentientbns T^on enim ejl in Jpeculo quod oflenditur ....
^id ergo ? Simulacro' ifla vana funi ,
nanis ijerorum Corporum imitatio
Seneca lib. i. qu. 20. cap. j.
In fimil guila 1' Affettato nell' affannarfi in voler fare una moflra di f
niente confacente a ci che gli naturale 1 ci fa vedere di aver copiato
iaLfe ci che in f non ha . Studia ingannare nello lleifo tempo che_>
che gli altri , inganna f flelfo
Si fcorge la Vanit nella politura avanti lo fteflb Specchio , giacch
non e' che meglio fpieghi 1' elfer vano , che quella Donna , contro la
quale , cos f la prende il Guarino nel fuo Palor fido . Atto I. Scena V.
' tua, cura tua pompa. , e tuo diletto
La fcorza fol d' un miniato volto .
Tinger d' oro un' inftnfata chioma y
Ed una parte in mille nodi attorta
,

&

pW

Infrafearne la fronte
Tejjuta in rete

"Prender

il

ndi

coli'

altra

involta

quelle frajchc

Tnger

indegna e jiomachei'ol coja

ed occultar le mende
tempo , e veder come
pallor fai parer d* oflro ,

guance

le

livido

Col

difetto

un

Speffo

L' altro

difetto

il

bruno imbianch

'/

anzi V accrefci

-,

incrocicchi

filo

Co' denti

del

Le rughe appiani

afferri
foflieni

l'

Sull' incfrual

lanuginofa fronte

piuma

Indi radi ogni

mal

crefcente

Con

tal

Ma

quello

Sono

^lal

dolor

finiflra

cola hai

infieme

temerario pelo

ancor

che

-,

Tu che non

bocca

e firingi

e fvelli

co fiumi fomiglwiti

S' apri la

e togli

nodo

eh' penitenza

nulla

un de' capi

man

corrente

e del

e con la

-,

Con la delira fai giro , e /' apri >


^tafi radente forfice , e /' adatti

Il

amanti

mille incauti

vederti talor con un pennello

Di natura
il

cuor di

il

Oh come

e in

menti

il

fallo

t.i;ito

all'

opra

vezzi

fia titta finta ?

Jc fofpiri

Son

TOMO PRIMO,

55

Son mentiti i folpir ; f movi gli occhi ,


E' fmdato il guardo : in fomma agri' atto
Ogni fembiante > e ci che in Te fi vede i

che non

ci

vede

fi

o parli

o penfi

menzogna
Negli atteggiamenti della bocca , nel girar degli occhi e nel mover
de* paffi fi dimoer la ridicolezza infeparabile dall' Affettazione
Perfone
di tal carattere, convien dire , che f l' intendono troppo con il malfido
Configliero Ovvidio , e non fi accorgono , che ridonda in Loro derifione_?
la mendicata- Arte , in cui cosi le ammaeftra nel Libi- 1^ de ^rte amandi.
'
ExigHO fignet gejlu quodcumque loquatur
Tutto

-,

Cui digiti pingiies

Cui gravis oris odor

Mi

& jcaber

unguis erit

n'imq'tam

j'ejuna

feguente avvertimento
Et femper Ipato dflet ab ore Firt

piace per

Come mi

il

fpiace

Si niger

il

aitt

^s

credat

^htrifir
Sint modici

ingens

rilus

feret

etiam ridere Tuell

Difaint
illis

natus

aut non erit ordine

-,

atq'ie

Et fummos

reftante:

Dens tibi , ridendo maxima damna


ne maraviglia per anch' Elfo.

S'

loquatur

hac quoq'te parte decor

parve utrinqie lacuna


ima labella tetani

fint

dentes

T^ec fua perpetro contcndant ilia rip.i :


Sed leve ne[ci quid , famneHmq'te fonent
Ejl qn perverfo diflorqwat ora cachinno ,

Cum

rifit

riidt

^^3 non

Lieta

e fi

oliera

raucum quiddam

Illa fonat

a [cabra

t'irpis

.Ars penetrai

^oqie volmt

fiere

pHtes

atme inamabile
mola

Ofelia

ridet

Dijcimt lacrimare decenter ^

plorant tempore

Si dipinge con un Narcifo nella dettra

quoqie modo

mano per

dimoflrare

vanit,

e ftoltezza dell' Affettazione r giacch o fi prenda dall' Etimologia del nome Narcifo, che viene dal Greco A^iirce che fignifica Torpore ftupore , e fi
confider per quefto che I' Affettato, f non' per illupidit e per mancanza

che la natura_3
, fi muove a comparire diverfo da quello ,
prenda dal favolofo Giovinetto Narcilb , di cui fingono i Poeti che rapito dalla fua bellezza nel mirarfi in un fonte , accefo'di foverchio- amore verfo f lleiro , manc- di vita , e fu convertito^ nel fiore , che
porta il fuo nome, e fi pu riflettere quanto danno rechi un fimil difetto.
Lo fpieg a maraviglia Caffiano Baifo lib.- ii. cap. 25. TSfarcijns domeji"
co Iti ipfins amore' flagrans domi , cjr ex J f perit
Erat enim in pidchrif.irdi rettopenfare

lo volle

fi

dine Corporis excellens

tem etemm

mx

aliq'iando

confiflens

unde- etiam

amor

velut portaturus inde

Ipfs f ipfum

amore

fui

&'

defiderium fui addititm


'

occupavit

corrumpit

e/l

Fort-

fpetlator a'item propria- for-

uid Fontem

icaj.ie

fkhinde

progrefi

ICONO LOGIA

^6
progrejf/is

nniram futm

in aqtiis

f ipfurn

refrigerittm qtixrais

adeptns

&

quantum

confermai

'vdut

amator

apprehendcre tentans

dilexit

vita prhationent invenit

in flore mutatus

cfi

>

fuperatus aritcm ab amore

terT.tm infiiper amifit

q:

-,

Tantum fan

fm

nomine

illius

&

atque ftc ajfeclta

morte fuLj

lucri

memoriam

affert *

Quanti CO! foli pregi , di cui H dot la natura , fi farcbbono ammirae cercano morte al loro merito , col troppo invaghirfene e ufare
tutti i sferri di farne una vana gloriofa Pompa !
La Mafchera che tiene colla finiilra indica la propriet dell* Affettazione che la fimulazione della propria Perfona j che fi allontana da
ci , che le naturale , con cui non difpiacerebbe , per cercare in un*
aria prefa ad impreftito il vero modo di renderfi faftidiofo e ridicolo Denota inoltre la Mafchera , che 1' Affettato copre il vero per far comparire

>

re

il

falfo

Non

cofa che pi fpiegh !a ridicolezza dell' Affettazione che la.

quello uno dei pi ridicoli animali profontuoC , e


fciocchi imitatori delle azioni altrui .
Affettato non meno della Scimia

Scimia

e'

mentre

ferve di divertimento al Mondo


La Scimia , tuttocch bruttiftma , fi da ad
intendere di effere il pi vago e graziofo animale ; e ci chiaro lo moftra
mentre nel tempo che vien chiamata bella , fpiritofa , e fimilc , efulta ) fi pavoneggia , e apparifce lietiflima ; f il contrario le fi dica fi vede fubito far de' moti , che indicano la rabbia interna . Nella llefla guifa che la Scimia procura fcioccamente imitare le azioni umane > l' Affettato per uno fmifurato defiderio di piacere , e farfi dillinguere j ma troppo
.

-,

male intefo

agogna

>ion effendogli punto

di copiare gli altrui

naturali

lo

atteggiamenti , ed azioni
lo fcherno degli Uomini

rendono

che

FATTO STORICO SAGRO.


NEH'

entrare Jehu vttoriofo in Jezrael , Jezabel che Moglie era fiata


empio Aacab , udita la di Lui venuta , pens forf coli' affettata
fua venuft tirarlo al fuo affetto; dipintofi perci il volto, ed alfettatafi la
dell'

chioma
per

per far vaga pompa di fua Perfona Falgiacch Jehu non folo non fi mofle alle alterate^
fue bellezze, ma comand anzich da quella llefla fenellra in iftrada foife
precipitata; dove divenne parto degli affamati Cani
4 rfe' i^e cap. 9.

li

fi

il

pofe
filo

alla

reale fenellra

penfiero

FATTO STORICO PROFANO.

UNo

dubbio Crefo Re
erafi ornato delle
Pieno di
pi ricche e belle vefli , di varj colori, e di diverfe foggie
odori , colla chioma all' ultima perfezione accomodata , erafi afllfo nel TroIn tale fiato elfendogli
no reale con maggior magnificenza del folito
comparfo avanti Soione Filofofo , che non curava tante vanit e bagattelle,
de' pi affettati

della Lidia

Un

di

Uomini

del

Mondo

fi

fu fenza

in occafione di folenne

Pompa

ere-

TOMO

PR

IMO.

^7

Ti pare , o Flofo.
credendo d* indurlo a maraviglia
magnifica,
e cofa pi deritrovare
cofa
pi
agevolmente
fo che a poflfa
attillatura
all'
delle vereale
portamento
guarda
al
di
?

me
gna di ftupore
bene
infieme
cosi
campeggiano
che
colori
diverfit
de'
,
tanta
fti , ed alla
;
trova f puoi un paragone i e d f hai veduto giammai uno a me pari
Sorridendo il buon Filofofo per la ftrana affettazione del fuo Signore , gli
cos gli favell

rifpofe che niente pi maraviglia gli arrecava , di quella gli apportalfero i


Galli d' India , i Pavoni , i Fagiani , i Pappagalli , ed altri Uccelli del Mondo : e tante parole appreflb a quefte aggiunfe > che traife a Crefo le lagrime dagli occhi e fece che fino alla morte fi ricordatfe di Lui

LaerziQ citm

dall' ^ftolfi

Offic.

Star,

lib. ^,

cap. S,

FATTO FAVOLOSO.
CAfllope

Moglie

di

Cefeo

Re

di Etiopia

Andromeda

tirono dalla Natura una maravigliofa bellezza

Hiodo derogarono

fua Figlia for-

vane per altro fopram-

loro meriti coli' affettatamente porre in tal moftra e caricare la loro naturale venull , che giunfero in fino a gareggiar di belleza'

za colle Nere idi j e non fal di Quelte pi graziofe fi reputarono , ma ancora della ftefla Giunone
Per il che fdegnata la Dea , pun Andromeda col
condannarla ad effer legata con catene dalle Nereidi ed effer efpolla nuda,
fu d' uno fcoglio alla rabbiofa fame di un Moftro marino ; pun Calliope
col doverfi toglier dal fianco quella fua Prole j che pi della vita fteffa_j
teneva cara . Le favor per la forte di Loro moffa a piet imperocch paffando Perfeo in aria fui Cavallo Pegafo e vedendo Andromeda fui punto
di eflere divorata dal Molro, con lo fcoprire la Tefta di Medufa , impietrino , liber la Principeffa , e relHtuilla a' fuoi Genitori , i quali per gratitudine la concedettero a Lui in Conforte . Ovvid, Metam, lib, 4.
.

AFFEZIONE,
Fed Benevolenza

AGILI

T A*.

Oel ^verendijjmo P. Fr. Ignxzo Danti

JL/ Onna

che voli colle

braccia ftefe

in

modp

Terugm

di nuotare

per

V aHa

agilit

Giovane

nuda e fnelk con due ali fopra gli Omeri non molto granmodo che moftrino piuttorto di aiutare 1' Agilit che il volo . Deve ftare in piedi in cima di una rupe , foftenendofi appena colla_j
punta del pie manco > e col pie dritto foUevato in atto di voler leggiadradi

in

mente

ICONOLOGIA

58
mente

da quella in un altra rupe ; e per fi dipingeranno le ali tcie


,
E' nuda per non aver cofa che 1' impedifca .
In piedi per moHrare difpofizione al moto .
In luogo difficile e pericolofo , perch in quello pi P Agilit fi mafaltar

ifefta

na
le

Col piede appena tocca la terra aiutata dalle ali , perch 1' Agilit umache quella intendiamo , fi folleva col vigor degli fpiriti fignificat per
ali 5 ed alleggerifce in gran parte in Noi
il pefo della forni terrena
,

AGRICOLTURA,
J)

DOnna

veftita di

Nella, finiftra

v erde

* con-

mano tenga

ciando colla delira un Arbufcelloi


far un' Aratro
Il

Veltimento verde

giammai alla
Chi
La Corona di fpighe
fi

durte.

il

Cefare JRjp*

una Girland di ipighe di grano in capo


Circolo dei dodici Segni celefti i abbracche fiorifca mirandolo fiiTo . Ai piedi vi

fignifica la

Speranza

fenza la quale non- farebbe

fatica del lavorare e coltivare la terra

..

dipinge per lo principal fine di queft* arte


biade
moltiplicar
le
far
, che fon necelfarie. a mantener la vita dell*
di

che
fi

Uomo
L* abbracciar

1'

Arbulcello fiorito e riguardarlo

fiCfo)

fignifica

l'amore
dell*

rOMOPRIMO,

?P

dell* Agricoltore verfo le Piante , che fono quafi-fue figlie s attendendone il defato frutto j che nel fiorir gli promettono
I dodici Segni fono i varj tempi dell' Anno e le Stagioni che da effa Agricoltura fi confiderano .
1/ Aratro fi dipinge come inltrumento principalifTirao per queft' arte

xAgricoltura

DOnna

con Veftimento di varie Piante con una bella Ghirlanda di fpied altre biade j e di pampani colle uve . Porter il-*
e coli' altra mano un Ronchetto , e
ifpalla con bella grazia una Zappa >
per terra vi far un' Aratro .
Agricoltura arte di lavorare la terra , feminare , piantare , e infegnare ogni forte di erbe ed arbori j con confervazione di tempo , di luogo , e

ghe

di grano

cofc .
Si dipinge con Velie contefta di varie Piante j e colla Corona in refta
teOfuta di fpighe di grano e altre biade per efifer tutte quefte cofe ricchezze dell' Agricoltura , ficcome riferifce Properzio lib. 3. dicendo
di

Felix agreflum
Dfuitits

quorum

quondam parata Juventus


mejjs

&

arbor crani

Gli fi da la Zappa in ifpalla > il Roncio dall' altra mano


banda per effer qaelH iflromenti necellarj all' Agricoltura ,
tAgrcoltura

DOnna
no

veftita di giallo

Nella delira

pieno di diverfi

Aratro da

terr una Falce

fiori

1*

e frondi

fi pone per fimilitudine del color delle_


quando hanno bifogno che 1' Agricoltore le raccolga in premio delfue fatiche , che per gialla fi dimanda Cerere dagli antichi Poeti

color giallo del Vellimento

II

biade
ie

frutti

con una Ghirlanda in capo di fjjighe di gra, e nell' altra un Cornucopia

mano

STUDIO DELL' AGRICOLTURA.


Tesila Medaglia di Gordiano

UNa Donna
che
mali

un Leone
Il Leone

in,

piedi

che Ha colle braccia aperte , e mollra due aniun Toro da una bandai e dall' altra

le ftanno ai piedi, cio

della

Agricoltura
Il

modi

fignifica

Dea Cibele
Toro
delle

fufiTe

la

Terra , perciocch finfero gli Antichi che il Carro


da due Leoni > e per quelli intendevano 1*

tirato

ci mollra lo lludio dell' arare la terra e ci dichiara


biade con iftudio raccolte .

cora-

FAT-

ICONOLOGIA

^0

FATTO STORICO SAGRO.


L*

Agricoltura principi col

Mondo

fu approvata

ed efercitata dallo

chiamato Agricoltore , ma Egli


piant il Paradifo Terreftre , ed al primo Uomo in iftato di Grazia lafci
Ja cura di quello per onefto
efercizio e fuo diletto , come dice Grifoilomo . E dapoi la prevaricazione ordin ad Eflfo e fuoi Succelfori per fpe
cial precetto i* Agricoltura volendo , che per vivere fudaCfero in lavorare
h. Terra
Tanara ndl* Econom. del Cittad. in FU. lib. 2.
ilefo

Dio, quale non

folo di Crifto

fli

FATTO STORICO PROFANO.


uno de' pi valorofi Capitani, che abbia illuftrato il Mondo, acu
Imperio di Oriente fu tenuto d fegnalatiflime Vittorie ; Qiiello che_
liber pi volte 1' Italia dal furore de' Barbari , fi mollr non meno intendente dell' Agricoltura, che del Governo de' poderofi Eferciti . Dopo aver
tanto fudato e per la fua gloria , e per il fuo Signore , fi rifolv di ritirarfi in
una fua deliziofa Villa , facendo una libera e generofa rinunzia a tutte le
Dignit , che afpettare poteva , e che offerte gli venivano . Quivi fi diede a lavorare di fua mano il terreno , col fiffo penfiero di volere in tal gui-

Ezio
I*

terminare tranquillamente
taj). /j. Bionda lib. i.

fa

fuoi giorni

^flolf.

veli*

Offic.

Star.

lib.

i.

FATTOFAVOLOSO.
SAtumo
Figlio
e

qui

dopocch fu fcacciato e dal Trono e dal Regno da Giove fu


fi rifugi in Italia , dove fu cortefemente da Giano accolto ,
,

Egli principi ad iftruire gli Upjnini

nell'

Agricoltura

Owd^

AJ-

TOMO

P^

M 0^

Si

AJUTO DIVINO.
Bel^

^ate

Ce/are

Orkrdi*

SI

dipnga una Profpettva 9 che rapprefent oblique e fcabrofe ve dirupi foffe coperte di frondi , lacciuoli qua e l tefi , ferpi nafcofH

fiori di luogo in luogo fparfi


Si figuri un' erto Monte , al
appoggiata lunga fcala , in cima della quale fi mira un Uomo di venerando aipetto con una flella in fronte j ripieno tutto di luce . Sia in atto
di tenere con una mano una catena di oro e di porgerla ad un Uomo che ii
dipinger in atto di falire la detta fcala , e fi veftir in abito di Guerriero e con lo Scudo in cui fia fcolpita la parala Deus. Coli' altra fia in atteggiamento di fcagliare fulmini contro a varia Gente , che fiiriofa fi affolla
e mortra di volere impedire al detto Uomo la falita
E' il Pellegrinaggio nollxo in quefta mifera Valle di lagrime e falpri
ripiena, a' pericoli foggetto tanto, die beato Qyello, cui dato il poterlo
felicemente compiere , e giungere alla meta per cui nati fiamo e che fola pu renderci fortunati
E' in nollra mano P acquillo del Sommo Bene
ma fenza un particolare potentiffimo ajuto del fommo Bene , vano colle deboiffime forze noftre il poterlo fperare . Troppo per f ikflfa chiara la
ragione >perch eflendo Egli e il noflro Autore, e l' affoluto Padrone non folo
del noitro eCTere ma ancora deli' operare , ficcome noH poflamo elTer fenza
frali*

erba e

quale

fia

di

ICONOLOGIA

6z
di Lui

neppure fenza

cos

adeffcre offefa

Confiderando Io per
ra

rapprefento

brof vie

il

di

Lui poflamo operare

e non perci

viene

liberti del noftro arbitrio.

la

1'

Uomo mentre
>

Mondo come una

in queftoperegrinaggio della Ter-

Trofpet'va

che

ci dimoltri oblique [ca-

l'arj Dirupi, Serpi nagiacch


J'coji
e fiori
a ben riflettere per
;
il viaggio noftro alla promeTa Terra
ci convien paffare per iftrade , che f
diftinguer ben non fi fanno e fi sbagliano , invece di col condurci , cagione fono che difviati da' noftri nemici , ne fiamo perpetuamente efclufi .
Ah quanti viottoli , che fembrano menarci al Cielo , non bene efaminati incontrare ci fanno in Lacciuoli qua e l tefi , che dal bene ci arreihno in_3
Fofle di frondi coperte che all' abbiifo ci traggono ! Divozioni , Liraofine , Religiofi ritiri quante volte fervono pi ad ingannare il Mondo , a procacciarci il proprio comodo , che per 1' unico oggetto di piacere a Chi ibl
Quanti Dirupi nel Mondo non s' incontrano per precipitapiacer fi dee

Fojfe coperte di frondi. Lacciuoli qua e l

traW erba

teji,

luogo in luogo fparf

di

re

Od], Vendette, Rubbamenti,

quanti Prati non

Afl.aflinj

ec.

piede , che fembrando di amenit di


piaceri veftiti, ollervar non ci fanno le orride Serpi che ci avvelenano inabili ci rendono per il ritorno al diritto fentiero , e 1' eftremo efterminio ci
apportano ?
Piucch bene 1' efprefle in un leggiadrifllmo fuo mora! Sonetto il iemprc
degno di ogni lode Carlo Maria Maggi
Treji dietro agli affetti il camn torto ,
In

.C/ nel

fi

fuo

pone

il

cominciar piato

ed aperto

avean coperto
Di
Luftnghiera fpcranza , e piacer corto .
piacer , poich al piano ebbemi fcorto

piccoli fioretti

Il

yAbbandonommi

feguendo

Mi

il

ed erto ;
viaggio ognor men certo

al faticofo

anche la fpeme
frattanto ognor men chiaro
tolfe

il
il

fuo
Sol

conforto
s*

avvanza

Ed ecco in ore fofche in luogo flrano


La via fi parte in pi femier bugiardi
Mi toglie lena il non aver fidanza
Mi guardo iidietro e mi par duro e vano
;

gran cammln ricominciar s tardi


tanti perigli far Uomo alcuno, che fi dimentichi d chiedere ad
S

in

ogni momento il Divino ajuto!


\J ^Ito Monte indica la via del Cielo,
La Scala a quello appoggiata dimollra che a gradi fi acquifla dall' Uola Perfezione , e che per i gradi delle Virt fi afcende al confcgui-

ma

mento del
Per 1'

tutto

1>orno d

venerando afpetto con una

Stella

in fronte

e tutto di

luce cir-

fi mira, viene indicato l'Aiuto Divino .


Oleartro nel fuo Libro intitolato ad motum compof. col, i. in cap. 28.

condato ,che in cima di quella

Cenef.

TOMO PRIMO.

6i

Genef. fol. 222. rapportando il mlkriofo fogno o piuttoflo vfione del Patriarca Giacobbe della Scalar che da Terra fino al Cielo arrivava v e allaga

cui parte fuperiore era lo lleflb


Gen. cap. 28. v.

Tj".

Dio appoggiato ;.Ef Domnum innixim

ScaL-e

impoffibile afcendere di grado in grado


quindi alla eterna Beatitudine , f Iddio non vi concor-

Spiega

efifere

alla Perfezione e
re col fuo Divino ajuto .Vt oflenderet neminem ad Ewn ire pojfetmft llle temiert <viam Ejus , Scalamque fitflentaverit ,E che. altra intender vuole il Santo Re Davidd allorch dice Tfal. 126.
Tslfi

Domims

Domum

ledificaverit

vctmm

in

labora'uermt

qui tedificant

eam .

Se non che :
"^fi Dominus cuflodierit Cmtatem , fruflra mgilat qui cuflodit eam .
fenza il Divino ajuto tutto invano fi penf , fi opera, fi cuftodifce ?
Videtis ergo ( dice S. Valeriano Vefcovo di Clemel. Hom. li. de Vanaglo'
ria") quod nec fine Domino, q;iod boniim ejl adificari , nec isdficatum fine Domino poterit cuftodri : B^gandus itaq: ejl Jemper Clmflus nojler t ut in nobis bo-a nutr M dir- exarandits tu nutrita cuflodiat .La Stella, che in fronte gli fi mira, Geroglifico del Supremo Ente .
Gli Egiziani , fecondo Oro Apolline
e '1 Valeriano eilendo per la
contemplazione delle Stelle- venuti in particolare cognizione di Dio > e_*
che fenza 1' ajuto di Dio nulla fi operava , o operar fi- poteva ,- ordinarono ,- che per il fegno' medefinio,- onde Eglino aveano comprefo il tutto
fi fignifica;fe il Dio dell' Univerfo
Si deve di pi interpretare la Sclia per
ilcorta , per guida i e per ajuto a confeguire il Sommo Bene Allorch l'Eterno Divino Amore- per redimere 1' Uman genere dalla mifer fchiavit > in'
cui lo ridufle il fallo- de' Primi Parenti , non ifdegn nel Seno di una Vergine fenz' opra Umana veftirfi di Umana carne , ed all' EHer di Dio- unire- quello
di
Uomo 5 eleggendo per culla un vile ammaflfo di paglia e
fieno nella piccola fortunatiflima Citt di Betlem ) non per altra figura mollrofll li. nell' Ordente ai tre Re Magi", che per mezzo di una Stella , con
la cui fcorta s' incamminarono all' adorazione di Elfo fatto Bambino . Vidimas enim Stellam Ejus in Oriente , ce" venimus adorare Eum Matt: cap; 2. v. 2.
Crederono i faggi Re , ubbidirono alle Divine Ifpirazioni ,-perfeverarno fino- al fine nell' incominciato viaggio giunfero ad' adorarlo ; ma- f dalla_j
Stella guidati non" erano
Et Ecce Stella quam viderant in Oriente, antcedebat Eos , ujqnc ditm veniens , flaret fupra,- ubi erat TUer . Mtth; cap: 2l<v.g.
ginti mai non" fare bbono a vedrlo : cio , fenza 1' ajuto Divino, (perci
fpiegare fi vuole ) non giungerebbe mai Uomo a fare opera buona, ed inconfeguenza al confeguimento di Lui
Ma fi afcolti il gentiliflimo-^oppetta^ fu quello propofito, che a" maraviglia fpiega il miflero^ di- quelU' Stellaapparfi a i Santi Re Magi '.
-,-

>

'

Fedo oggi

Ed

ufcir

con doppia luce

il

giorno %-

una' Stella andar col Sole paro,-

Mond manifeflo e chiaro,eh' Egli era gi del maggior Sole adorno .

"Per fare al

Fdo-

tre

Mgi

ricercar d'

intorna

'

Col niio'vo raggio lume ancor pi chiaro

Fedo

ICONOLOGIA

^4

E
E

fido i tre doni , e '/ fior Tiranno avaro


Gi temer pien di rabbia il degno [corno :
vedo quanto occhio mortai foftiene
Del del bellezze i e meraviglie nuove *
eh* n* umile capanna alberga , e mojlra
mirando Signor ^ gi mi {avviene.
Come fi jchivi Erode , e l ver fi trave
Seguendo l' orme della Stella vojlra l

Quanto mai fpieghi


cap.

5. V. 8.

Domino
juflitia

AJuto Divino

I'

la

Luce

fi

legga in S. Paolo ad Ephef.


:
mmc autem lux irta

Eratis enim aliquando tenebra

II.

^t Fila

lucis ambulate
[ fru^us enim Lucis efi in omni bonitate ,
ventate ] probantcs quid fit beneplacitum Dea : e appreCTo v. 13. 14.
autem , qute argmintur a Lumine manifeflamur : Omne enim quod manife-

Omnia
fiatur

9.

IO.

&

Lumen

illuminabt

V atto

efl

Te

Tropter quod

Chriflus

dcit

jurge qui dormis

>

&

exurge

a,

mortms :

una mano la Catena d oro e porgerla all' Vomo , che


fpiega la propriet del Supremo Aiuto ; giacche per
Catena di Oro f intende la Grazia Divina , da cui derivano le opere buone , che una dall' altra dipendendo , e concatenandofi , fortunatiflima cagione
fono dell* arrivo al godimento del vero Bene . Si figura di Oro per effer
quefto il pi preziofo metallo , e perci fpiegazione dell' incomprenCbile

^per

tenere con

-,

[olire la Scala

valore dell' Onnipotente Ajuto .


Per 1' 'Domo a <ui fi porge , e che per [olire la Scala veniamo denotati
Noi tutti , ai quali il mifericordiofiffimo Iddio porge la benefica affiftenza fua
e ci addita j e prefenta tutti i mezzi 5 onde a f attirarci . Succh feriamente riflettendo il Santo Re David T[al. 17.55. a Lui rivolto cfclamava : Z)f</i/?i
mhi Troteionem [alutis tua ^
dextera tua [u[cepit me .
Si velie // detto Vomo in abito da Guerriero , e conio Scudo in braccio , in
cui [colpito fia il motto
:
Per dimoilrare , che militta efl vita Hominis [uper terram . "Job. cap. j. v. i. e che combattere del continuo dobbiamo contro le noftre Paflioni formidabiliffimi nemici > ma combattere fempre con armi a Dio richiefte : Induite Vos dice 1' Apollolo ad Eph. cap. 6.
II. armatmam Dei . Col folo AJuto di Dio pugnando trionfaremo , e po<i'.

&

Deus

trem dire col Coronato Profeta ^[al. 1 7. 40. Trxcinxijii me virtute ad bellim :
Et [upplantafli infurgentes in me Jubtus me
Perci fi figura che neW altra mano tenga Fulmini in atto di [cagliarli con.

per impedire al detto Z'omo la falita ^ a caha che temere avendo per f l' infinita Potenza : Domnus mihi adjutor non timebo . D. Taidus ad llxbreos 13. (f.
Egli difperdr qualunque inforga contro di EOTo . Ejicct a [ade tua Inimicum Deuter. 1 3 Cadent a latere tuo mille t O" decem millia a dextris tis ad
Te autem non appropinquabit Tfalm. 90. 7. Bella confolazione , feliciti
incomprenfibile dell' Uomo ! Iddio a nollra difefa , che bel combattere !

tro

varia Gente che

fi

gione d' indicare che

%4d(;amns ergo

affolla [uro[a
1'

Uomo non

eum

fiducia

ai (rhonum Gratix

ut mifiricordiam

coafiquamur t
Cr*-

&

r
(p'Gx^tii^ni

n'pemti'mus

*"'

'fa

DAvidde

p-: r

m\AitxUo opprcm

t T

t)

-Jj

tO R

M.o,

6^

Tatd. ad t^reos cap, 4.

G O

AG

Dio

afSdato ,

fi

offre liberare

il

16,

tie{

R O.

Figlio d' Ifai Betlemita povero Paftorello di tetter Et

Iblo aiuto di

i>.

Popolo

d'

Ifraelle dai

Solo , difarmato , ed inefperto affatto al guerreggiare


munito unicamente di Paliorale Fionda fi.prefenta al terribile Gigante capo
de* nemici Gola ; Quefto sfida a tenzone t gli fcaglia il picciol falfo in_j
fronte , lo colpifce 1 1' atterra , 1' uccide ; vanno in difperflone i Filiftei ^
Viene per invidia in odio al fuo Sovrano , a morifraello trionfa . i. de
te perfeguitato , profugo tradito , colla Divina afliftenza , cui Tempre unicamente appoggiato fi ei^a,' mira! i iloi Perfecutori elerminati , debellati i
nemici ; e dalla verga Paftorale afcende a fojftenere il Re^io Scettro fopr*
Giuda ed Ifraello . i. z. de l{e.

furore de' Filiflei

J
J>i

UOfflo

u
Ce/are

B^,%,

vtiika di color bianca , e fopfa i detto Veflidi Porpora ; e dal Cielo fi veda un chiaria
che illumini detta Figura . Sar eoronato di una Ghirlanda

d ett virile

mento avr un Manto

ma

raggio

diOliv*

^^

cw

di Oliva

LOG i A

&h^N

xo.

Avti

al

collo una

Star col braccio, dpftro ftefo

Catena di oro
,

mano

e per pendente

irn

Cuore

e colla finiftra teng


da una verdegjiante e fruttifera Vite

e colla

aperta

un Palo ftto in terra, circondato


Dalla parte delira, vi fari una Cicogna
Si rapprefcnta di et virile perciocch il Giovane pu operare fecon*
do la virt ma per la novit , e caldezza del fangue t tutto intento alle
azioni fcnfibili ed il Vecchio [ fecondo Arillotele nel 2. della Rettorfca J
all' avarizia ; effendocch 1' efperienza gli ha infegnato quanto fu difficile
cofa I' acquiftare la roba e, quanto fia facile a perderla, e perci va molto ritenuto in dare ajuto altrui j avendo fempre come due Cani a' fianchi,
I' uno la cupidit dell' avere , e 1' altro la paura del perderla
ma beiuj
Vero, che il Vecchio pu dan., configlio , per P efperienza delle cofe del
:

tempo

paflato

Si velie di color bianco

perciocch quefl' azione deve efTere pura , e


il
quale rivolto all' util proprio la,

>

e lontana da ogni interelTe


fcia di far opera nobile e virtuofa .
fincera

Manto

Il

di

Porpora, (4) s'intende per fegno d carit

la

quale ha Tem-

pre
Porpora un Pefce fecondo Plinio lib. 9. cap. j6. della fpecie delle Conchiquale ha nelle fauci un liquore ottimo per tingere le lane .
Per teftimonianza di Giulio Polluce abbiamo che i Fenici attribuifcono ad Ercole cfferc Egli ftato il primo a tingere la lana di Porpora , raccontando , che
mentre Eflb fi portava da Tiro Giovanetta da Lui amata , il Cane che lo feguiva 5 veduta ima Porpora gettata dal mare, V addent per pafcerfi delle di Lei carni 5 e del fangue di quella reft tinto
Lo vedde la Donzella , e tanto le piaccque il nuovo colore , che diffe ad Ercole che f non di quello voleva , che loffero tinte le velli , che aveffe avute a portare . Periocch Ercole fatta preda di
alcune Porpore , del fangue di quelle tinfe una velie , e la prefent alla fua_
e dal
amica . Altri poi vogliono che dal fangue di certe particolari Concniglie
fangue delle Murici , che parimente fono Pefci marini , e della fpecie delle Conchiglie
e che fi trovano nel mare vicino a Tiro Citt della fenicia j fi tormi
[ /7 ]
glie ,

il

il

colore di Por]5ora

belliflmo

La Verte purpurea

. e fegnalc di
Maert . Il medefimo afferper rappi-efentare la Maefl , Iddio comand che la
tofTe purpurea . Exti. cap. i8 e ^p.
Da Plinio h. io. cap,
11. viene porta la Porpora perii fupremo Maertrato ; td in fatti g' Lnperadori
Romani la ufarono fempre per Infegna Imperatoria . Ed al f rtfeate couferva io
ftefTo fignificato , ed efprime la Maert e 1' Eminenza , mentre di quella vanno adorai i primi Liiminarj della Cattolica Romana Ciiiefa , clic fono gli Emi^
nentillmi Cardinali
E' inoltre il color purpureo indizio di verecondia e di modcftia ; quindi per
Pretefla Romani Fanciulli venivano a%'vifati che tanto ne' detti-, clie ne' tatti Loro dovefTero ferbare la verecondia . Catone foleva dire che pi gli piacevano i Giovanetti , che vedeva arroflrc ; che quelli , che impallidivano ; e Dio,eue apprefTo Laerzio avendo veduto un tanciullo , che arrollva , a Lui rivolto diHe :

ma

Tertuliano </?
Verte Sacerdotale

ornamento Repio

Idciatr.

Confile

La

Fili

',

Aie enhn virtttth eft coler

Prcterta era

una forte di Toga

intefTuta di

Porpora

ufata gi da' Mngirtrati


di

To-

TOMO

fR

MO.

67

pre per oggetto di aiutare e fovyenire alle mifere altrui , effendo in


un divoto ^etto puro , ed ardente helP anipio yerfo le,' cteature V

effk

-^

Dice San Gregorio ne' Morali ,' .^'^"'y'^

difcende da^' Cielo ^ the- illumina detta Fij che


AJuto Divino, il quale fupremo di gran lunga a tutti
onde fopra di ci Omero nell' Odiff. 'j. cp?! dice

chiariffimo raggio

Il

-gura, ne denota
.gli

.^..

aiuti

-siitri

1'

Morialis

Dimm

auxilium defderai omnis

'
nei Sagri Uffici abbiamo
Deus t in adjutomm

*/.''/
meum

intende

Domine i ad adjuvandum me fejlina


<'
e In altro luogo.
i'sAHxlum menni Domino
'

*.

:...'.^'

'

e pi

&

fufceptor meiis es Yu%


,
Et in verbum timm j'iiper fperavi
L' Oliva per corona del capo , in pi luoghi delle Divine lettere pei!'
Olivo s' intende 1' Uomo da bene , il quale ila particolarmente copio-

\Ajutor

1'

quale muove a piet a foccorrere , e


> la
poveri bifognoii . David nel Salmo 5 1
Ego autem ficut Oliva fruSifera in domo Dei fperavi in mifericordia Dei
in sternum
Porta la Collana ? e per pendente il Cuore , acci s' intenda che non fofi deve colle opere della mifericordia porgere aiuto alle miferie altrui,
anco coli' Aiuto del Configlio [ del quale n' fimbolo il cuore ] ridur-

fo dei frutti della mfericordia

dare ajuto

alli

'lo

ma

re altrui nella via

della falute

Dare fluito conjltm , chartatis efl ;


Dare fapienti , oflentationis ;
Dare viro tempore perverfitatis , fapientia .
dice S. Greg. ne' Morali.
Si rapprefenta con il braccio deliro ftefo , e colla mano aperta
I
'^--

Il

'-

.-

-^-

per

fi-

gnificare
^--^

-.

<-

.,--

..

come racconta Macrobio , portata di l al tempo del Re Tulio


Phitarco per fi ha forf ancora pi antica j giacch afferifce che di
quella lo fteflb Romolo fi fcrviffe . Pu tenuto per Abito onorevole , e di Perfone graduate fino al tempo di Tarquinio Prifco 3 il quale trionfando de' Sabini,
^perch in quella guerra un fuo Figliuolo di 14^ Anni aveva di fu mano uccifo uno
de' nemici , dopo averlo iodato al Popolo nel Parlamento, gli don la Pretella;
come premio di un' azione fopi-a le forze e valore ordinafio di quell' et . Di
qui poi s' introduffe il coftume di dare la Pretella a' Panciulli nobili , e farlo Abito proprio Loro ; imperocch n forellieri , n libertini la potevano portare ; febbene fu poi anche a quelli conceduta ne' tempi ultimi dagl' Imperadori . Quella differenza per paflava tra la Pretella de' Nobili 3 e de' Plebei , che di quelli non
era tinta di Murice e grana , ma era tofca ed inclta , e colorita folamente ne'
fughi delle Erbe . Veniva portata fino agli anni 16. dopo il qual tempo fi veftiva
di

Tofcana

Ollilio

la

Da

foga da Uomo

detta Virile

^/

(S8

GTA

AJuto Umano , effendo che P Ajuto in lingua Ebrea fi dice


Zeroha > che vuol dire che la potenza e fortezza dell* Ajato attuale confile nel braccio , e appreflb gli Antichi il porgere la mano era ^eg^o di
Ajuto ; ogn' or che noi aggiungiamo 1' opera noltra adjutrice a qiialche negozio 5 e quanto narra Pierio Valeriane nel Uh. jj. dei fuoi Geroglifici , una
limile immagine oCfervata nel Simulacro della Dea Ope in alquante Medaglie t quau eh* Ella prometta a tutti voler porgere Ajuto i come quella
che coli* Ajuto Divino fortenta , e da il vitto univerfale a tutte le Creature , come anco le riceve nel fuo grembo .
II Palo fitto in terra il quale foftenta la verdeggiante
e fruttifenu'
Vite lignifica 1' Ajuto conjugale , cflendocch la Donna fenza I' Ajuto del
Marito come la Vite fenza 1' Ajuto del Palo onde 1* Ariofto nel Can1'

gnificare

to

IO. Stan,

9. dice:
Sarefle

come

incolta

Vite in orto

Che non ha. "Palo , ove / appoggi >


piante .
dipinge accanto la Cicogna , per eSere il vero fignificato della
Gli
Piet, e dell' Ajuto , efifendocch 1' uno fenza 1' altro mal poflbno ftare_
feparati . Quindi che con grandi ornamenti in diverfe Medaglie de* Principi Romani fi ritrova impreSa quella nobiliffima azione colla natura di que-

quale denota 1' Uomo verfo i Parenti pietofo , e famofo per


gli ofBzj di porgere Ajuto ; enfendocch ha gran cura dei fuoi Genitori quando fon venuti nella vecchiezza , n mai per quallvoglia tempo gli abbanfto

Animale

dona

ma

il

non folamente mentre che fon venuti vecchi

ogni volta che

Figliuoli

fia

lor bifogno

fon governati

ne' fuoi Emblemi , cosi dice


I' Alciato
^erio infignis pietate Cicona nido
Iifjefles pidlos pignora grata fovet
Taliaq; expeilat fib munera mutua reddi,
^'Axlio hoc qiiotes mater egebt anus.

Onde

gli

porge Ajuto,
deiproprj

dall' indufiria
.

7{ec pia fpcm foboles falli: , fed fcjfa parentuta


Corpora fert bumeris , prafiat
ore cibos

&

ALCHI-

rOAdO PRIMO.
ALCHIMIA.
fieli*

ybfue Cefare Orlandi

<^>

IN

un' orrida ofcura ftanza 3 ripiena di tele d Ragno e di Fumo , fi dipinga una Vecchia deforme con volto rugofo ed afifai affumicato , colle mani parimente abbruftoiite i e fudicie
Veltita far rozzamente , e tutta
cenciofa . Siano difpofti all' intorno varj Crogiuoli , Vafi diverfi di vetro
Lambicchi , e tutt' altro folito adoperarfi dagli Alchimiili . Si mirino delle
verghe di oro ed argento , e, numerofi pezzi di altri metalli, con tutto
ci , che pi pu abbisognare per la Profeffione . Vi fiano attorno de' Fornelli , avanti uno de* quali fi miri la fopradetta Vecchia ftare in ginocchio ,
con una Canna alla bocca , foffiando nella brace fottopofta ad un Crogiuolo .
Abbia fopra la Tefta un Pellicano . A' piedi un Cornucopia colmo di Rami
e fronde di Alberi infruttiferi , come fono il Buffo , i Pioppi gli Abetij e
quafi tutte quelle Piante , che nafcono intorno a' Fiumi, Paludi ec.
L' Arte di convertire i metalli ignobili in oro puro , detta Alchimia >
fi dipinge in un* orrida ofcura ftanza ripiena di Tele di Ragni e di Fumo , in forma di una fchifofa Vecchia, per dare ad intendere per V EfTercizio di tale Profeffione il luogo adattato , e nella Perfona la Spiegazione
di fuo effere .
.

La

rianza orrida

e ofcura denota la caligine, in cui. avvolti fono Coloro

ir

'

LO GI

coloro , che all' Alchimia fi danno . Per le Tele di Ragno s' intende 1* opera vana ; e fopra quello ftimo bene il -rapportare a parola per parola ci che
ne dice Pierio Valeriano nel Libro vemifeeCmo de' fuoi Geroglfici , fecon-

do

traduzione del P. Figliuccio .


verfi di Catullo abbiamo imparato che per il Ragno fi flgnifica
una cofa vana e di niun prezzo o momento , quale fchcrzando difle>>

55

di fcflciTo

la

Dai

"Perch del tuo

Catullo

il

facco pieno

Di \agni ....
Il qual paflb fi ufurp Luciano nel Pfeudologifla dove dice : Eurotos cai
aracnion me/la
Timi di corruzioni 5 e di ragni . Ma dagli Scrittori della Sagra Scrittura abbiamo intefo il mederao fgnificato dai nollri non ffere flato riprovato
Perch in quel tempo , e in quell' ora , nella quale Gregorio Patriarca Gerofolimitano , e Macario , e Pirro , e gli altri
Lor feguaci , i quali in Ges Crifto Signor noftro una natura 5 e una_o
volont fola eflere affermavano, colla Sentenza di C L. Vefcovi , fiirono dannati , molte tele di Ragni con grandiflima maraviglia di tutti caddero in mezzo a tutto il Popolo, perii che fu fgnificato che quelle fordidezze degli Eretici erano llate vane , a fimilitudine di tele di Ragni , e
che per quel Concilio , e Giudicio erano ftate diflipate . Nel Salmo XC.
leggerai pure che fi parla di quefia fottile infermit
^nni noflri qna/i
branca reputabuntur
Gli Anni noftri faranno reputati come una Tela di
Ragno ; perch la Tela del Ragno fi teCTe con gran cura ed infinita
fatica 5 ma per la fua fottgliezza rotta e guafia da ogni minima cofa 5 che la percuota ; e ia un' altro Salmo , Tabe/cere fecifti velia araiKam
.

animam meam
Per il Fumo

ron^n:^, /-he proil perdimento ui icnij^u , ^ <j:


apparenza Divina , in foftanza vana e leggiera
Si rapprefenta P A^lchimia in perfona di una fchifofa Vecchia, per fignificare nella Vecchiezza la di Lei antichit ; giacch feguendo ci che a nollra
notizia ne adduce Ermaimo Boerhaave , fenza controverfia uno de' primi Chimici del Mondo , nella Parte Prima de' fuoi Elementi di Chemia , o Chimia , riconofce quella Profeflone la fua Origine fino da' primi principi del
Mondo . Egli rapporta Zofimo Panopolita , che in un fuo antichilTimo manufcritto alferifce xArtem a Dxmonibm filiabus homimtm traditam in prxtium
amoris
Soggiunge che lo ilelTo fuona il Tcfto di Giufeppe Scaligero ina Borrichio
ferto nelle note ad Cmca Eufebiana. pag. 243. 258. . 38.
cantra Conrigium pag. 49. . Secondo Bocarto la voce Chema apprelTo gli Ara-

cede da

li

Ipiega

tale arte in

&

occultare

bi fignificava

Abufivamente

poi Magia

quindi prefe

il

nome

di Scientia

opcrutn natura

trafmutazione de Metalli Metallurgia


Tubalcain Figlio di Lamech da Sella nell' ottava generazione del Mondo
che il vero Vulcano degli Antichi , fu il primo Inventore dell' Arte
Faber in cimFabrile . Sella quoque gennit Tubalchain , qui fuit Malleator ,
,

dalla

&

ila opera eris

Tale Arte

Ccn. cap. 4. v. 22.


tutte le altre, Jiell' Egitto trafportata, prefe

ejr ferri.

come

fommo

vi-

gore

P R

IM Di

&

Ti

erudtAs ejl
gore . Mos vcrlatiflimo in qualunque Scienza degli Egizi ;
Moyfes omn Sapentia ^^glptior.tm Ad. Apollol. 7. 22. : Scmt dice Bo^
erhaave ^wirn exarer Igne , ut fiexsi puhls aq:i mlfceripatens > atque potari .Jptus . E.xlxi- J2. 20.
In fequela, dalia permutazione e feparazione de' Metalli, e dall' opinione d poter quelli cangiare in Oro, gli Arabi i primi le diedero il nome
Non difpreggiabile la quafi comune opinione
di Alchimia , o Alchemia
Origine
da Ermete Egiziano , o fia Mercurio Triavuta
lua
abbia
la
che
fmegifto . Coltui fi crede Coetaneo a Mos , ed uno de' primi Inventori
dopo 1' univerfale Diluvio > d tutte le Artt s Liberali , che Meccaniche .
Fino al tempo di Diocleziano Imperadore de' Romani fu in gran pregio appreflb particolarmente gli Egizi ma quello Sovrano la ebbe tanto in odio,
che fece fare le pi diligenti e rigorofe ricerche , di tutti gli Scritti, Trattati , e Memorie concernenti tale materia , e ordin fotto graviffime pene
Non forti per tutto il iuo intento cosi
che tutti dati foiTero alle fiamme
faggia diipoGzione , mentre quindi a non molto dall' ingordgia degli Uomini cominci a riprendere vigore , e fino a' noilri giorni viene da qualcuna
pur troppo follemente feguita e abbracciata
Nella deformit delle grinze e arfura del volto e delle mani , fi dimoftra che 1' Alchmilla dando tutto il giorno con gravi ilenti e fudore
fepolto tra '1 fuoco , e 1' fumo , e cattive efalazioni , perde la forma quafi
di Uomo, la fanit del Corpo , e diviene un' oggetto di rifo, e di fpavcnto agli occhi d Chi lo rimira .
Si velie rozzamente e cenciofa , per indicare che il feguace di fimil Arvive
Tempre in povert , e che per credere di voler trovare il modo
te
onde renderli opulentiflimo, difperde tutte le follanze fue fino a ridurfi all'
ultima mlferia, e gli accade appunto come a quel Cane , la di cui difgrazia
i;osi ci rapprefenta Fedro lib. u Fa. 4.
Canis per Flumen carnem dum fsnet natans
.

,,

'

Lympharum in fpecttlo
\Alumque pnedam ab

vidit Sim/dacruin
alio ferri

ft:m

putanf

verum decepta avidit^ ,


Et quem tenebat ore demijt eibiim ,
Ts^ec quem petebat adeo potuit attingere .
E perci ben a ragione , e a propofito ci avverte nel principio di quella fua leggiadra Favoletta , che
^mittit merit propram qui alien'tm adpetit .
I Fornelli i Crogiuoli , i diverfi Val! di Vetro , i Lambicchi , le verghe d Oro e d' Argento , i varj pezzi di Metalli che intorno difpolli fi
mirano , fpiegano 1' EiTere delia Profeifione , e ci che v' abbifogni per
Eripere volnii

eiTercitarla

Nel porre avanti uno de' Fornelli Ij^-noflra Figura inginocchio con una
Canna alla Bodca, foffiando nella Brage fottopolla ad un Crogiuolo 7 li
voluto dare ad intendere che con foriimo incomodo il Chimico palfa le ore,
perde

il

fiato

confuraa la villa

giacche fecondo

tutti i Fific ,

e pi fe-

condo

conilo

IrC

ft

GIA

Efperienza , li tutto niacllra


il fuoco pregiudizievliffisio
al-.
Ja vifiva Potenza, e indeboUfce in modo le fue forze , che pi volte fi {"
ITO veduti Uomini , che neceflitati fono ftati a lung;tracnte cfercitarfi intor1'

-,

no quello Elemento , perdere totalmente la luce degli occhi


Per il Pellicano, che fopra la Tefta le pofa , fi denota la Pazzia 5 e 1'
Imprudenza dell' Alchimifta , per elfere tale Animale
fecondo Oro Apol,

line fegnito dal

Valeriano

Geroglifico degli accennati difetti ; e la ragione


che f ne rende quella.. Il Pellicano a differenza di tutti gli altri Volatili
che cercano di formare i loro nidi ne' pi alti luoghi * a cagione di renderli

che pi facilmente incontrar poflbno e dagli Uomini


cerca anzi f Piani pi eltefi , e fcavando la terra ivi ri-

falvi dalle ingiurie

e dagli Animali

le Ova , che ha fatte : il che dai Pallori , o dai Cacciatori veduto *


che fono t Pulcini col f ne vanno e con ifterco di Bue o altra
materia combuftiWle ferrano e circondano il fito gettandovi del Fuoco .
Lo llolto Animale all' accorgerii del fumo tolto via f ne vola e fopra la
fiamma fi porta ; e immaginandofi collo sbattere delle Ali d eftinguerla
tion fi avvede che anzi maggiormente la va fufcitando ; ali* alzarfi di quella non celTa il fuo dibattimento fino a tantocch abbronzite le proprie penne e brugiate , vien mancando di forze , e fenza falvare i Figli perde f ftet
'iot col reiiderfi in tal guifa fa<iliflin>a preda de' fiioi Perfecutori . Lo Iteifo addiviene all' Alchimilk , che potendofi con gli averi dalla forte compartitigli.oneftamente follenere 5 e trarre in pace i fuoi giorni per I' avidit di giungere a farfi ricco per illrada cos obliqua e fallace , difperde tutto quello che ha e fi rende Egli fteflb preda della pi mendica Povert,
indegna afltto di qualunque com{>aflone .
Indica il Cornucopia colmo di fronde e Rami d' Alberi infruttiferi
elTere 1' Alchimia un' Arte vana, di grande apparenza, e di ncCfuna foftanza . A maraviglia la dipinge Natal Conte in quei fuoi elegantiflimi verf
rapportati nella Mitologia I;'^. 2. m/7. 6. de Vdcano.

pone
nati

..Ars fallax

invifa bonis , ddcedine captos

^ucund ut pertmis ? dcmeitibus improba Siren


T^ataram fuperare ptttas te poffe per gnem
Stulta , quid infanti ? Te longis pajjhus illa
deferiti ac tandem nil perficis: Illa colorum
Te fallii rerum te ludit mille figuris .
Sic fertur Trotheas f in midtas 'vertere formas
Cum fieret ferpens dirus eumque unda vel Ignis,
qaas fumits portai in aurast
Inde ardens miferis torquet pracordia 'viriis

Vris opes properans

Exitialis

^morquc ^uri

^.os femel infame

fallacia

fevique dolores
esperii ^rtis

Ocatpat htec nidli mifero Fefania mentem


'Hi pr peccatis homitmm Sator > atque Deorura
Supplicia

ingentefque paret

Mendici fimt

femper

mox fumere

caligine

pttnas

barba
Sqiiallet,

rOMOPRTMO,
&

!f$

mmodco turpantur pallia fumo


Et nofsa quxrmtes femper mendacia-, ja^ant
Defecijfe Jibi vrest ubi nova reperta efl
Mercnrum ratio qua poffint fiflere in aurum .
^Ad notos homines inde hac contagia ferpmt
Si quemqHam arrpiant qui Jlnltas prabeat aures f
St[nallet

7>(on prius effugiet

quant

fit

perpejfns

eamdem

Fortnnum , fcapuloq', ratem eonfregerit mo


Convien confetrare per altro che da tale ftolto penfare degli Uomini fortita pure ne un incomprenfibile vantaggio al bene del Pubblico ; giacch
dalle alterazioni > raffinamenti , e mefcolanze di metalli , e confecutivamente
da tante > e tante inveftigazioni proceduto lo fcoprimento di mille , e mille
veramente maravigliofi fegret ; ed in oggi purgata la Chimica dagl' innuraerabili errori, in cui era avvolta , non pi un' Arte ingannevole , ma una
Non fi confonda
Scienza fuor di modo utile alla Fillca ed alla Medicina
per con 1' Alchimia , e tanta lode a quella fi attribuifca, quanto di biafimo e di difprezzo a quella
lo non non poflTo celiare di maravigliarmi allorch m' incontro in Autori per altro di tutto credito , quali noa dubitano di difendere tale Arte come poffibile , ed anzi come vera . Pancirolo B^mm memorab. lib. 2, tit. de
^Ichiima , Cornelio Agrippa lib. de occulta Vhilof. e. 14. afferma -che con
parte pi pura il Mercurio
Io fpirito dell' Oro ,0 fia la di lui forma e
e gli altri imperfetti Metalli tramutare fi poffono in Oro e che Egli lo
ha veduto, e provato . Gio. Francefco Pico lib. 3. cap. 2. de ^uro appordelle quali parimente moltiflime e ne leggono
ta molte elperienze fatte
appreflb Girolamo Rolfi lib. i. de diflillat. Je. 4. cap. t. e 2. Liba vie lib.
.Alchm. traEl. i. cap. 19. Gebro , Ermete , Conte Bernardo , ed altri,
che particolarmente fi leggono in Roberto della Valle , che ex-profefio ha
.

2,.

,
e certezza di quell' Arte . Ancora Fernelio lib. 2. de
rerum Caiif. cap. 1 8. fi sforza provare colle ragioni la verit dell'Arte.
Innumerabili altri vi fono dello ftelTo , fia detto con loro pace , liravolto fentimento . Li fiegua j e Loro creda Chi vuole che in quanto i_
me fon perfuafo del contrario dall' Argomento di S. Tommafo brevemente iomprefb ne' feguenti verfi manofcritti dell' eruditifllmo Sig. Dottor
Vincenzia Cavallucci de' Letterati di quella Augnila Citt fplendore e
decoro .

trattato dell' antichit


abdit.

Io gli dicea

Tradurre

Le

Or

cofe

che la natura fuole

in

hogo

deflinato e certo

che produr perfette 'vuole

>

a ciafchedun chiaro ed aperto


Ejfer l' Oro perfetto infra i metalli :
Dunque nafcer non puote in luogo incerto
Che -vuol dir /' Vom per torti obliqui calli_
Girfin , penfando di poter far l' Oro
egli

Entro a

crogiuoli

onde forz' che filli

ALLE-

ICONOLOGIA

74

ALLEGREZZA.
D

Gerire }{!ptt.

Glovanetta

con fronte carnofa , lifcia , e grande . Sar veftita di biancoe detto veftlmento dipinto di verdi frondi , e fiori roffi e gialli , con

una Ghirlanda in capo di vari fiori. Nella roano deftra tenga un Vafo di
criilallo pieno di vino rubicondo > e nella finiftra una gran Tazza di oro .
Sia di afpetto graziolb e belio j e prontamente mofljfi di ballare in unPra*
to pieno di fiori
Allegrezza , paflonc di anna volta al piacere d cole , che fntrinfeCimente eontempH lopranaturalmente , o- che le fiano portate eftrinfecamente dal fenfo per natura , o per accidente
Avr la fronte carnofa, grande e lifcia per il detto- di Ariftotele nella Filbnomia al 6. cap.
I Fiori flgnificano per f ftefl Allegrezza e fi fuol dire che i Prati ridono , quando fono coperti di fiori ; per Virgilia i dimanda piacevoli
nella 4, Egloga dicendo :
Ipfiz libi btandos fimdent amabula fiores .
II Vafo di crilhllo pieno di vino vermiglio , colla Tazza di oro dimoer che 1' Allegrezza per lo pi non fi cela , e volentieri fi communica.
some tellifica S. Gregorio nel lib. 28. de' Morali cosi dicendo ; SUct Ito-

mi*

P R r

7?

Profeta dice s il Vino rallegra il Cuore


Uomo
l'Or
parimente
ha
virt- di confortare fpirti , e quello
dell'
e
j
conforto cagione dell' Allegrezza . La dilpofizione del Corpo , e la di.
iiioftrazione del Ballo raanifelto indizio dell' Allegrezza
'O
arcana,

titix

mentis aperre

Ed

il

allegrezza

Glovanetta
ri

con Ghirlanda di Fiori in Capo

mano

Nella deftra

terr un

Tirfo coronato con molti giri di frondi , e ghirlande di diverfi fioNella finiflra avr il Corno di dovizia , e fi potr velHre di verde .

^Allegrezza di untore

con diverfit di colori piacevoli con una Pianta di


Boraggine (a) fopra i capelli. In mano porter Saette d' Oro^
e di piombo ; ovvero foner I' Arpa .

Giovane

veftita

fiori di

^Allegrezza

Letizia

Giovane appoggiata ad
UNaleggiermente
un Cavolo fodo
donar prefenti ; e
L' Olmo circondato
in gran parte dal Vino
delle proprie forme , e
cofe grate agli orecchi

La Boragg'ne

fornito di Viti
e calchi
le mani, come le voAllarghi
(6)
nel Petto avr un Libro di Mufica aperto
di Viti , fignifica Allegrezza de! Cuore , cagionata
come dilfe David , e 1' unione di le fte'.To , cl.'

paffioni , accennate col Cavolo : e la meloda d


come la Mufica, che cagione della Ledzia, la
>

quale fa parte delle fue facolt a


perfetto grado di contentezza
^ ."
(a)

Giubilo

Olmo ben

un'

lelTe

fecondo

il

Chi

n' bifognofo

K
.

per arrivare

2
^.

Mattioli Traduttore

Commentatore

pia

^Jle-

...

di

Dio-

che la Biigloffa da Diofcoride rapportata .


Nafce qiiefta nelle Pianure , e ne' luoghi arenofi , produce ie fue frondi i'parfe
per terra , le quali frondi fono di un verde ofcuro , afpre , e ilmili aile Linue de' Bovi
E' detta Bugloffa dal Greco , che figninca Lingua di Bue . Meffe
le dette frondi nel Vino , rallegrano
e confolano l' animo
Commemor la Bugloffa Galeno al VL delle facolt de' Semplici , cosi dicendo : La Buglofla nel temperamento fuo calida , ed umida
e per fi crede
che meffa nel Vino , faccia rallegrare
Porter Saette di Oro , e di Piombo , per fignificare che l' Allegrezza mondana non mai compita, e che va l'empre infieme con qualche trifscEza . L'Or
fimbolo dell' Allegrezza , perci dedicato a Giove Pianeta gioviale ; ed il
Piombo figura della Malinconia , ed dedicato a Saturno Pianeta malinconico , meflo , e torbido .
fcoride

Iil>.

4.

cap.

igo.

la

fteffa

;,

(^) Il Commentatore di Diofcoride il', 4. cap. in. rapportando l'autorit


di Teofrafto , Varrone , e Plinio , dice, che tanto odio tra il Cavolo
ci_i
,
le Viti , che effendo piantato il Cavolo appreffo ad un pie di Vite
Quefta fi
,_;
difcofla maravigliofamente da Qiiello ,

ICONOLOGIA

7<J

allegrezza

UNa

Ghirlanda di fiori in Capo . Perch i FncioUi


e perch nelle Fefte pubbliche antiche tutti fi
;
coronavano e loro , e le Porte delle loro Cafe i e Templi , ed Animali ,
come fa menzione Tertul. nel lib. de corona Mltis . Colla delira mano
tiene un ramo di Palma j e di Oliva j per memoria della Domenica delle
Palme , e 1' Allegrezza con che fu ricevuto Crillp Noftro Signore con_
molti rami di Palme i e di Olive ,
Giovanelrta con

ftanno fempre allegri

allegrezza

NElla

Medaglia di Faurtina una Figura la quale colla deftra tiene_


un Cornucopia pieno di vari fiori , frondi , e frutti , e colla finiilra
un' Afta ornata da Terra fino alla cima di frondi , e di ghirlande ; onde_a
fu prefa 1' occafione dalla Ifcrizione , che cosi dice
HYLARITAS
:

Kdltegrezza

Govanetta
UNavagabelH/Tmia
Ghirlanda
di

rofe

veftita di
,

ed

verde

Porti in capo una bella, e


Colla deftra mano tenga u
moftrando di porgerlo altrui
dipinge i eflendocch 1' Alle.

altri fiori.

ramo

di Mirto in atto graziofo


e bello ,
Bella Giovanetta , e veftita di verde fi
grezza conferva gli Uomini giovani e vigorofi .
Si corona colla Ghirlanda di rofe
ed altri fiori , perch anticamente
era indizio di fefta
e di allegrezza y perciocch gli Antichi celebrando

Conviti coftumarono adornarfi di Corone di rofe e di altri fiori , delle_


quali Corone veggafi copiofamente in Ateneo lib, i j.
Tiene colla deftra mano il ramo di Mirto eflfendocch appreflTo gli
Antichi era fegno di Allegrezza , ed era coftume ne* Conviti , che quel

ramo

portato intorno , ciaicuno de' Sedenti a tavola invitafle 1' altro a-j
cantare , perilch una volta per uno prefo il ramo cantava la fua volta
del qual coftume Plutarco ne' fuo Simpofiaci , cio Conviti > largamente
ne ha difputato nella prima quiftione in tal maniera . Deinde unufqmfquc-
accepta Myrfho

quatti ex eo ,Afaron appeltabatitr , quoi


ed Orazio dice , che venendo la Primavera^
nel qual tempo da ogni parte fi fa Allegrezza , Venere mentre che mena
circoncia iJ capo > dovunque Ella celebra^
le fue danze , di verde Mirto
'
i' Allegrezza .

propriam cantilenam
cantaret

is

etti

tradita ejfet

-,

-K

-k

+:

*
^Ue-

TOMO PRIMO,
s/ilkgrezza dalle Medaglie

DOnna

77

Nella delira lUano tiene due Spighe ovvero una pic(.i)


Nella finiftra un Timone con parola LJEiniA
ciola
Occodefcritra
da
Severo
Giulia
Augufta
,
di
Moglie
di
Medaglia
E*
ne ; febbene cos ancora defcritta la Tranquillici nella Medaglia di Antonino Pio ; n fa maraviglia perch la tranquillit de' Popoli > la vera
Dopo quefta mette ccone ^b Z'rbe condita 903.
Allegrezza delle Genti
Un' altra Medaglia > nella quale fi efprime 1' Allegrezza con due Figure
in piedi

Corona

togate

una tiene due Spighe colla delira

1'

altra

un Globo

In un' altra Medaglia , pur della raedefiraa Giulia Conforte di Severo


colla parola HYLARITAS , vien figu;-;U:a per 1' Allegrezza una Donna ,

che porta nella mano delira un ramo , nella finiUra un Cornucopia , alla_j
quale aflillono due Fanciulli .
In una Medaglia di Adriano . Una Donna che nella deftra tiene tnia_j
Palma , Nella finiftra pure un. Cornucopia . A' piedi un Putto d' ogni banP. R. COS, IlL S. C. che fu batda con quefle Maiufcole

HYLARITAS

Amo

del Signore 120^


tuta l'
In un* altra Medaglia di Adriano

HYLARITAS
mani

TopuU Bimani

polle alle orecchia

ab "Drbe condita S74. colle


Figurafi. una Donna ia piedi con

parole_>

ambe

lei

FATTO STORICO SAGRO.


OTtenuta

che ebbe II Paftorello David, la memorabil vittoria del fiero


Gigante Gola , incomprenfibile 1' allegrezza che fi fufcit nel cuore degl' Ifraeliti ; ed allorch verfo il Palazzo Reale colla recifa Tefta_j
del detto Gigante f ne ritornava , a Lui incontro fi^ fecer9 in gran numero con fuoni e canti le lietiflime Donne di tutte le Citt d' Ifraelle,
riempiendo F aria di replicate grida , ed acclamandolo maggiore ancora.!
*
dello fteflb Saul
Il che fu cagione dell' implacabile odio ^ che quello Re
da quel punto concep verfo di Lui. i. rfe* ^e cap^ 18^
.

FATTO STORICO PROFANO.


DIagora

Rodiotto

veduti tre fuoi Figliuoli valorofi Combattenti , ufciPugna , ed eOfer coronati pubblicamente , e per
colmo delle fue Allegrezze 1 eOTer Loro gettati Monti di Fiori addolTo ^
re

vittoriofi

dalla

fpir

L' Angeioni tra le Medaglie di Crifpina Aiiufta Moglie di Commodo


fegnente :=; Rapprefentafi in diverfo rovefcio una Donna in piedi Giovinetta col Capo inghirlandato di Pieri , mentre una fimil Ghirlanda tiene nella deftra mano appoggiando T altra ad un Timone di Nave , il quale fopra di
un Globo fta poilto , e vi fi legge L^TITJA S. C.
(ff)

pone

la

ICONOLOGIA

78
fpir nelle
2.

cip.

Loro

braccia

J'

Anima pa2a

contenta

.Aflolf.

Off.

Star.

lib.

17.

FATTOFAVOLOSO.
^Aputafi

di Tebe la venuta di Bacco verfo quella volta


gaudio , che ne concep
Fu per pubblico Decreto
ordinato che a Lui l doveffe andare incontro lino al Monte Citerone e
che ivi in fuo onore fi celebralle folenne Fefta Ognuno, fecondo il proprio flato e condizione , fi lludia d' ornarfi alla meglio che puote . NoChi Tuonando
bili 5 Plebei , corrono affollati Chi battendo Vufi di Rame ,
il Corno , Chi il Timpano , Chi percotendo qualche Legno , od altra cola,
ed in fomma facendo il maggior poflibile llrepito , riceverono il feftofiflimo
Bacco, che in alto Cocchio alTifo, colla prefenza iua a difmifura accrebb.e.
Solo Penteo , regnando in Tebe , difape
il Contento
l' Allegrezza
prov i giocondi Riti , e gli riufc di Iturbarli . Ma del fuo fallo fii pur troppo fiera la pena , giacch radunatefi di nuovo particolarmente le Donne
ad onorare Bacco , a cagione di alcuni prodigi da Lui operati , volendo Penteo rattenerle , la Madre fu la prima che fpinfe le fiuiofe Baccanti contro
di Lui, ed Elfa medefima alla fua Vita lanciandofi , fli da Efla, e da Qyelle
fatto Ipetatamcnte in pezzi , Owid, Metamorf, lib. 3.

k3

dalla Citt

incomprcnfbilc

il

ALTE-

rOMQPRlMO,

19

ALTEREZZA IN PERSONA NATA POVERA CIVILE.


Z);

Bj^a ^

Ce[are

DOnva.

giovane 5 cieca, cof vifb altiero . Sari veftita df una ricca e_*
pompofi. Clamidctta di color rofTo ^ tutta contesa di diverfe giojedi gran- valore e fotto a detta. Clamidetta avr, una Velie di vililTimo'
pregio tutta fquarciata di colore della terra > ovvero della cenere . Terr,
braccio- deliro- un-

fotto-

il

Star-

con

un-

Pavone

ed

fniftro

il

piede fopra di una graa Palla

L*

alto

altro,

colla mano.- aperta.

i atto di precipi-

da detta Palla
L* Alterezza ha origine dalla Superbia r e- nonr degenera troppo daMa__s>
fa natura r la quale non nafce da altro
che da una falfa opinione di effere maggiore degli altri y onde S. AgolHno Uh.- 14. e Ciint. Dei , dice_j
che la Superbia non altro che u' appetito- di perverfa Alterezza ; ed
il;
fiiTtile conferma Ugone , ed Ifdora 7/^. Ethim. come anche S. Toramafo
2.. 2.. volendo difinire la Superbia gi ftabilitx' dice
Efi. inovdinams appe."-

tare

"

ttus

exxell'entitff cui

Giovane
Rettorica

e fuperbi
Cieca

al

fi

debetur honor v

dipinge'

cap^.

r2..

,:

&

rcverentia

perch dice

il

Filofofo nel fecondo libro della^

che proprio de' Giovani

eflere arabizioli

altieri

..

li

rapprefenta

,.

perdocdx

1'

Alterezza ci accl'eca in gui{a

tale.

che

ICONOLOGIA

80

che per noi pii defiderufi quello nel che Ila riporto il noftro male e_
procuriamo feispre di porerc ove Ib maggior pericolo , elfendo privi
della luce del Signore
onde quel Santo Padre Homelia de diverfs , dice i
affomigliando il Superbo ad un Cieco . SicM octdis captus ab omnibus offaidi
potejl facile > ita
Superbus quoque Domin:tm nefciens ( prncipium enim Super'
bix eli nefcire Domnim ) etiam ab Hominbiis facile capi potejl , utpote luminc
-,

&

fummo

orbattis

Dipingefi col Vilo

fcmbiante altiero

Dante nel 12. del Purgatorio.


Or fuperbite , e mia col

dice

Figliuoli d'

Eva

Sicch reggiate

Ed un
bia

dice

il

vifo altiero

non chinate

voflro

mal

volto

il

fentiero

elegante Poeta Latino in una fua lunga defcr2one della Super;

Contemptrix inopum

"Julius

elata feveros

Inflatoq'ie rotans targcnts gutture

Ferre

La

per rapprefcntare quello che

-,

ricca

neqiiit

fuga

verba

majorem indignata paremque

pompofa Clamidetta

di color roflb tutta contefta di diverfe

ne dimollra che 1' Altiero avendo per la giovent


gran copia di fangue , quale materia del calor naturale come vuole_>
Galeno lib. de utile refpirationis cap, 12. dicendo che da elfo calore e moltitudine di fangue trovandofi gagliardo e difpollo nelle lue azioni , per la
fottigliezza ed
elevazione de' fpiriti fi (lima e tiene di efifere di gran
agli
lunga fuperiore
altri di forza
e di ricchezza .
La brutta Veite di viliflimo prezzo tutta llracciata , di colore della terra , o della cenere denota che P Altiero ed il Superbo , e di niun valore 5 anzi infimo e baflb fiaiile alla terra , ed alla cenere ; perilch dice
gioje di gran ftima

&

cinis ? Per nel Povero parEcclefiaiHco al io. ^d fuperbis terra-,


ticolarmente ) di eftrema bruttezza 1' eflere Altiero e Superbo ? come_
dice S. Agoftino in QyelK : Superbia magis in Taupere > quam in Divite^

1'

damnatur ,
Tiene col braccio deliro il Pavone, per (egno, che ficcome queft'Animale compiaceudofi della fua piuma efleriore > non degna la compagnia dee Superbo fprezza e tiene a vile qualgli altri Uccelli cos 1' Altiero
fivoglia Perfona . Superbia odit confartiut , dice S. Agoilino in Epift. 120.
e Plutarco in Dione : ^rogantia Jolitudinis , odit foctetatem
Il braccio finillro alto colla mano aperta ci fignica , die 1* Altiero coli'
oilentazione di feftetfo , moftra di fopportare altrui in qualfivoglia azione.
Lo ilare con un piede fopra la gran Palla , dimoilra il pericolo del Superbo , eflendo detta Palla figura mobiliflima j la quale , come dice il FiJofofo , tangit in pun^o , e pero non ha Jtabilit n fermezza alcuna , e. >
per l' ilelTa caufa fi dipinge coli' altro piede in atto di precipitare da efTa
Palla f elfendo 1' Alterezza inviabile e fenza fondamento alcuno , che focilmente cafca nel precipizio delle miferie > e per ben diife Dante 29. dei.
Par: difo

Trin-

TOMO PRIMO.

Trtncpio del cader fu il maledetto


Superbir d coIh , che tu i/edeji

Da

tutti

pefi del

fimlle dice Euripide Poeta

il

^nm

Mondo coflretto
Greco parlando degli
.

Altieri

fublime quempiam elatum i


Splendtdis gloriantem opibus , ac genere ,
"jderis in

fuam fafiuofim
expeBa brevi 'vindi&am

Supercilioque fitpra fortcm

celerem divnitiis

lllius

Feliftone parlando de' Superbi

Superbus

Ed

il

Folengo

tollitur

nel

Superbus [e

Tamen

altijjim

Salmo 74.
extollit

&

dice:

ut majori cafu ruat

evehit

curfu praciptatur

&

in inedia

quafi

In nihilum re/ohitur

ALTIMETRIA.
Di

Cefare

BJpa

DOnna

giovane che con bella diipofizone tenga con ambe le mani


Quadrato Geometrico in atto di pigliare P altezza di un'alta Torre.
Altimetra , quella che mifural' altezza , come di una Torre , la fommit di
un Mojite di una Piramide, e di qualfivoglia luogo , o Edifizia per alto che fia.
il

Si

ICONOLOGIA

82

Giovane , per
non degenerando punto

Altimetra figliuola della Geometria , che


Genetrice , ofiferva con diligenza tutte le mifure da Lei infegnate . Tiene, come ho detto, il Qyadrato Geometrico , eOTendo c!ie detto Inftromento opera per le divifioni
in f circofcritte , mediante la mobilit del Traguardo , che fi pone alla_j
dirittura delle fpccie , ed 4* termini die fono in efle altezze ; e perch
fopra di ci fi potrebbono dire molte circoftanze , nondimeno per eiferc-
V Altimetra membro della Geometria , come ho detto , non mi eftcnder
con giro di molte parole , rimettendomi a quanto ho detto nella Figura_j
Si fa

cifcrc
dalla

1'

qualit della fua

della Geometra , parendomi abbalianza i efifendo quella quella parte che ho


detto mifura lineale , e per volendola mettere in Pittura infleme colln_j
Figura della Planimetria > e Sterometria , fi pocr ofTervare quanto ho brevemente detto .

AMARITUDINE,
D

r Amaritudine
PErtenga
con ambe

fi

le

Cefarc Pjpa.

dipinge da alcuni una

mani un Favo

di

Mele

Donna

nero , che
veda germomaggior fe-

vellta di

dal quale

fi

Pianta di Ailenzio. , forf perch quando fiamo in


Vita , allora ci troviamo in maggior pericolo de' difallri della
Fortuna ; ovvero, per perch conofcendofi tutte le qualit dalla cognizione del contrario , allora fi. pu avere perfetta fcienza della dolcezza , quangliare una

licit della.

do

guftata un' ellerna Amaritudine

per diife 1' Ariofto :


,
T^on conojce la Tace , e non la ftma ,
Chi provato non ha la Guerra prima
E perch quella niedefima Amaritudine , che ncll* Affenzio
ancora per metafora elfere negli Uomini appaflonati
fi

fi

dice

AMBI-

TOMO PRIMO,

H:

AMBIZIONE.
)

UNa

Donna giovane

Cefar B^p

<.

verde con fregj di Edera , in atto di


e
quale in cima abbia alcuni Scettri
i
Corone di pi forta ed in fua compagnia vi fia un Leone colla telta alta,
L' Ambizione i come la defcrive Aleflaridro Afrodifeo > un' appetita
di Signoria j ovvero , come dice S. Tommafo j uri appetito inordinaf; ^}.
onore ; lande fi rapprefenta per una Donna veftita di verde P'*''^'^ ^
^
?^'^^^'^'^
cuore dell' Uomo ambiziofo non fi pafce mai d' altro , che di
grado di onore , e per fi dipinge che faglia la Rupe ^
,
e
Pianta lerapre
I fregj dell'Edera ci fanno coriofeere , che comci^^e^^
Amva falendo in alto* e rompe fpeCfo le mura, che I* fomentano, cosi 1
a_.
ne
Religione,
alla
n
biziofo non perdona alla Patria ^ n a'' Parenti^
tormenChi gli porge aiuto i o configlio j che no-^ venga continuamente
altri
tando coli' ingordo defiderio d' elTere riputato fehipre inaggior degli
lenza
mai
1' Ambizione non e
II Leone colla tefta alta dimoftra , che
per1'
Ambizione
;
Superbia
Da Criftoforo Landino pollo il Leone per
cerca
1'
Ambiziofo
ciocch non fa empito contro Chi non gli refifte ; cos
Suprbus midi effere fuperiore , ed accetta Chi cede , onde Plauto dilfe
ut Leonores defpick , majorbus imidet , e Boezio : Ira intmpeUntis fi'mit ,

L 3
falire un' afpriffima

veftit

Rupe

di

la

-,

CONOLOGfA

84

nis animim ge/are cred^nt


Ed a quello propoflto , poich l'ho alle mani)
aggiugner per foddisfazione de' Lettori un Sonetto di Marcantonio Cataldi , che dice cosi
.

di

dfcordie

e riffe

I{apina di virt

Che di
Sovra

Tu

fei

faji

di

corfo

di glorie

vera

altrice

ladra d' onori

>

pompe

mortai
altrui

e di

>

Iplendori

pregi altera

ti

nemica fiera y

Madre d* Ippocrifia , fonte d' errori ,


Tu gli animi avveleni > e infetti i cuori %
Vieppi di Tififon , pi di Megera
Tu fefi tm nuovo Dio flimarft annone >
D* Etna Empedocle efporft al foco eterno
di Morte mniflra ambizione
Tu dunque all' Onda Stigia , al Lago Sverno
.

Torna

che fenza te langue

V ^yilme

non Jnton duol

Tintone

nulla

/'

Inferno

AMBIZIONE.
DOnna

verde, con Abito fuccinto, e co' Piedi one con ambe le Mani raoflri di nietterf

eonfufamente in
di Corone ; ed avr gli Occhi bendati
Ambizione, fecondo S. Tommafo 2. 2. q. iji. art. 2. un'appetito
difbrdinato di farfi grande, e d pervenire a' Gradi, Stati, Signore, Maglftrati , ed OfEzj ,
per qualfivoglia giufta o ingiufta occafione , virtuofo
o viziofb mezzo , onde avviene , che quello fi dica eiTcre Ambiziofo , codi

giovane,

veftita d

Omeri le ali
Capo pi forta

avr agli

nel -quarto dell' Etici , il quale piuc-h non faccia_j


ed ove non bifogn , cerchi onori .
Si dipinge Giovane , vellta di verde ; perciocch i Giovani fon quelli,
che molto fi prefumono , e molto fperano , eflendo lor propria vizio , co dice Seneca in Troade , per non poter regger 1' impeto dell* animo ,
.1^ f-rci f le fanno le Ali agli Omeri dimoftrando ancora , die appetilcono , ,
arditamente defiderano quelle cofe , che non convengono loro
cio volare z^j,^
gjj al^ri , ed eflferc fuperiori a tutti.
L Abito fucci.>^ ^ gjj j pj^di nudi , fit^nificaJio le fatiche , i difagi , i
danni , e le vergogne
che 1' Ambiziofo'folHene , per confeguir quegli
onori , che fieramente amu, poich per effi ogni cofa ardifce di
fare, e.^
foffirire con pazienza , come
'^^i dimollra Claudian. Uh. 2. in Stilicon. laudm.

T&t

dice Ariftotele

raeftiere

Trudis avaritiam

^mhitio
Excubat

(j:{x

,
,

&

cuju^

fadijfima mttrix

oeflltuis

,
'

precis.

forbufq-.e potentutn

commercia pofcit honorum

Tulfa Jmul
S rapprefenca, ch'Ella raedefima

po, per dimollrare

> clic

fi
ponga le fopraddette cofc in cal'Ambiiiolu opera temcraria.mente , edendo fcricto

in

PR

M 0.

8?

f:mat honorem , fei q: vocat.r


noa fapendo f egli ne Ila degno
a Deo tamqudm ^xron
Si dipinge cogli occhi bendati, perch Ella ha quello vizio, che noi-!_j
in

ad Hjebr.

Paolo

S.

cap.

?\(e2j fibi

5.

-,

s difcernere
ror

nemo

la

Le

come

poji te videamr

tib

fi

che

fecondo il detto di Seneca nel 2.


noribus anmis , fi fieri potefl uno nomine vdt

appetito
titdos

dfponere

efi

^mbhionls

f^-

aliquis ante te fuerit

Corone dlmoftrano

qualit delle

TxntM

dice Seneca nell' Epiftola 105.

Ambizione

1'

de Ira

occup.tre

faflos

un difordinato
hoper OrbeLs

contenta

Tsipn e/i

&

non voglio lafciare di fcrivere un* Anagramraa_


da Taddeo Donnola che cos dice .
Figura
prefente
fatto fopra la

Ed

a quello propofito

^mbitio

^nto

Crammaticam falfam

Ex
Tu

'vtio

vtHm

quid rides

nil

laude bine homines

Cxcos

dementes

nifi
,

define

collgitm

tib
;

namqm

quos ambitiofa cupido

rdiculofque facit

FA ITO STORICO SAGRO.


ambi tanto II vederfi corte^iata e da' Popoli inchinato che
non contento di aver a' fuoi cenni e Cavalli , e Cocchi e numerofo
fuolo di Guerrieri , che lo precedevano ardi ancora volgere il penHero
all' occupazione di quello fteflTo Trono , in cui fedeva il proprio Padre David
Pole in efecuzione il reo penfiero , fuborn i Vaffalli al fuo Re , -fi
f Capo de* Ribelli , fi fece acclamare Sovrano . Fu Dio per per David.
Le fue Anni vittoriofe difperfero i Sollevati , e mentre Atfalonne precipitofamente in un Mulo cavalcando , prendeva la fuga , la fua lunga Chioma all' aria fparfa in un Ramo di folta Quercia avvilupatafi lo ritenne si
che fuggitogli di fotto il Mulo , lo lafci fofpefo all' aria . Veduto in tale
Ihto da Gioab Generale delle Armi di Davidde 3 con mu Lancia fpieta.tamente lo traflflfe . z.d^B^ cap. 15. 1 5. 17. 18.
^

Assalonne

FATTO STORICO PROFANO.


SOrprendentiflima fu Y Ambizione che regn nel cuore di AleCfndro Magno Re di Macedonia
Non foddisfatto d' infinite Vittorie , che per
tutto lo. feguivano ne della Conquifta del vatlffimo Imperio PerffaTio , fi ri.

Yolfe contro i Sciti , i Battriani e g' Indiani , e pi oltre ncora avreb*be portatele fue Armi , l nel pi bel fiore degli Anni un' immatura morteJion. a-velTe troncato il filo- alle fmoderate liie brame . ;. Cur. nella. Vita di <^ef

FATTO FAVOLO
AMbi

O.

Fetonte
gloria di etTer Guida del Can'o del ^Sole fuo Padre
ion ballarono le di Lui rinioflrinze per rimuoverlo da tanto condannabile

ICONOLOGIA

85

Trovandoli il Padre aflretto dal Giuramento , che per


la Palude Stigia fatro avca , di concedergli qualunque grazia domandata gli
avefle j dopo averlo replicate volte avvertito , gli conlegn in mano il freno de' fuoi Cavalli . Bentolto per fi accorfe il mifero a che conduca una
fciocca temeraria Ambizione . Non potendo t n fapendo reggere gP indomiti Dcftrieri , tanto fi accoll alla Terra , che in cenere ridotta 1' avrebbe , f Giove con fuoi Fulmini non aveflfe a Lei foccorfo i e II Folle dal
Carro rovefciato in fcno al Fiume P . O'J'uidt Metam. lib. 2,
dannabile penfiero

AMICIZIA.
D Cefare Bjpa,

DOnna

veftita di bianco ma rozzamente , Moftri quafi la finirtra fpalla


petto ignudo . Con la deftra mano moftri il cuore , nel quale vi
ET PROPE : e nell' direfar un motto in lettere di oro cos :
mo della velie vi far fcrltto : MORS, ET VITA .Sar fcapigi lata, e in

il

LONGE

capo terr una Ghirlanda di mortella > e di fiori di pomi granati intrecciati
HYEMS, JS.STAS .
infieme . Nella fronte vi lar fcritto
Sar fcalza , e con il braccio finillro terr un Olmo fecce il quale fil circondato da una Vite verde .
Amicizia fecondo Arifiotelc j una fcambicvole efprefia e reciproca be:

nevo-

P R

M 0^

87

nevolenza guidata per virt j e per ragione tra gli Uomini i che hanno conformit d' influfT e di compie ffini
Il VelHmento bianco, e rozzo i la fmplice candidezza dell' animo,
onde il vero amore fi fcorge lontana da, ogni forte di finzioni e di lifc
artificio fi

Mollra la {palla finifira. ed il petto ignudo , additando il cuore col


prope perch il vero Amico , o preiente o lontano che
motto : Lm^e ,
fia dalla perfona amata , col cuore non fi Cepara giammai , e bench i tempi e la fortuna fi mutino, Egli Tempre il medefimo, preparato a vivere
e morire per 1* intereCfe dell' Amicizia: e quefto fignifica il motto che ha
nel lembo della Veile,e quello della fronte ; ma f finta, ad un minimo
volgimento, di fortuna, vedefi. fubitamente , quafi fottilifllraa nebbia ai- Sole,

&

dileguare

.,

L' elTere fcapigliata, e P avere la Ghirlanda di Mirto con i fiori di Pomi granati , mofira che il frutto dell' amor concorde , e dell' unione interna
fparge fuori'!' odor foave degli efempj , e delle onorevoli azioni,, e ci
fenza vanit, di pompoia apparenza
fotto la quale fi nalconde bene fpellb
,.

I'

Adulazione nemica di quefta virt

me

riferifce Pierio Valeriano.

lib.

;.

di ci

fi

pu vedere Democrito

co-

j.

Dipngefi parimente fcajza , per dimoftrare follecitudine , ovvero prefteze che per lo- fervgio dell' Amico non fi. devono prezzare gli fcoxiiodi :
come dimoitra Ovvidio de ^rte amandi
za

pede carpe viam .


Abbraccia finalmente, un Olmo fecco circondato da una, Vite verde, (<j)
acciocch fi conofca che 1' Amicizia fatta nelle profperit, deve durar fempre , e nei maggiori biiogni deve efier piucch mai Amicizia , ricordandofi
che non mai Amico tanto inutile che non fappia. trovare llrada in qualche
lAodo. d pagare gli obblighi dell' Amicizia ,
Si rota, defaerit

tu

,Arndzia

DOnna
vr

veftita

di'

bianco per la medefima ragione detta di fopra . ASotto il braccio finiftro terr un Cagnolino bianco
Nella delira mano un mazza di fiori , e fotto. al piede

capelli fparfi

abbracciato e ftretto
deftro una tefta di
I capelli fparfi.

..

morto

fono per le ragioni gi dette ^


II

(ay L'Olmo, e la Vite fono fegno dell' Amicizia , e dell'


perch , come dice Dafne nell' Atto I. Scena J. dell' Aminta

amano

Amor

reciprocOj,

ancora:

Gli AWer.

Veder puoi con quanto.ajfetlo t,


con quanti iterati abbracciamenti
ha Vite i' aiimchia al [ito Marito
dunque: fecco figura di un' Amica caduto in

L*

Olmo

difgrazia

verdeggiante che ancora fi tiene ftretta col detto Olmo , fignifica che
non abbandona l'altro, ancorch travagliato dall'iniqua Fortuna.

e la Vite
1'

Amico

ICONOLOGIA

88

Cagnolino bianco

raoftra che fl deve confervare netta da ogni niac-pura fedelt


Per i fiori s' incende 1' odore del buon ordine , che cagiona 1' Amicizia
nel conforzio t e nella comune ufanza degli Uomini
Sotto a! pie deliro fi dipinge la tella di morto calpeftata, perch laver
Amicizia genera fpeire volte per fervigio delP amico il diipregio de!la_j
morte . Per di'Te Ovvidio lodando due cari amici nel 3.//^. de Torto.
Il

chia

a.11'

Amico

la

Ire juhct Tylades

Hic negat

car.irn pcriturus Ortffim

inqHe vicem pugnai merq; mori

amicizia
Grazie ignude , ad una delle quali fi vedr le fpalle , ed all' altre due il vifo congiungendofi colle braccia infieme , una di Effe avr
in mano una Rofa , T altra un Dado , e la terza un mazzo di Mirto. Dalle
ImmagMii di quelle tre Grazie fenza dubbio fi regola la buona e perfetta
Amicizia ) fecondo che gli Antichi penfavano > imperocch P Amicizia_o
non ha altro per fuo fine , che il giovare e far beneficio altrui , e non
lafciarfi fuperare in benevolenza e come tre fono le Grazie degli Antichi j cos Ire gradi tengono i benefizi nell* Amicizia .
Il primo di dar le cofe .
Il fecondo di ricever P altrui . Il terzo di
render il contraccambio .
E delle tre Grazie 1' una ftrlnge la mano , ovvero il braccio dell' altra,
perch P ordine di far benefizio altrui , che debba padare di mano in.j
mano , e ritornare in utile di Chi lo fece prima , ed in quella maniera il
nodo dell'Amicizia tiene llrettamenre gli Uomini uniti fra di loro.
Si rapprefentano quelle tre Grazie ignude , perch gli Uomini infieme
P un P altro debbano effer di animo libero , e fciolto da ogni inganno .
Una volge le fpalle , e due- volgono il vifo , per moUrare , che fempre
duplicato fi deve rendere il benefizio all' Amico .
Si rapprefentano allegre neiP afpetto perch tale fi deve dimo(lrare_
Chi fa benefizio altrui , e tali ancora coloro , che lo ricevono
Hanno P apparenza verginale , perch P Amicizia non vuol efferc contaminata dalla vilt di alcun interelfe particolare .
La Rofa fignifica la piacevolezza , (j) quale fempre deve cflere tra gli
Il
Amici , effendo fra di loro continua unione di volont

LE

tre

Non comprendo come la Rofa polla denotare la piacevolezza , f non f


una vana apparenza dimoftra ; ed in quello cafo farebbe.
quella che
totalmente alla vera Amicizia oppolla . Claudio Miiioe ne' Commenti ali' Alciato pone la Rofa , ed il Pefce per Simboli di un' Amore condannabile , ed
ceco i luci Verfi .
S^mboa ainantuni cernii , Kcfa , Pifcis amorum ,
A'oTi Jane unius Sjmbola urta mali
Nat/i Rcfa -verna j'uis non eft jine fcnl:i>ti! j idem
(j)

forf

Pifcis

baltct fftnai

PuU/jia Rcfj
EJt fertts

ej ,

e(ie

intu,

&

iffe fuss

vernm iia brevi fit m.ircida


ahqua nec cicnr arte potejl

Pifcit

TOMO PRIMO.
Dado

Il

me

fignifica

1'

85?

e ritornare alternamente de' benefizi


giuoca con efli

andare

i Dadi quando fi
Mirto, che Tempre verde, fegno , che l'Amicizia deve
confervarfi , n mai per alcun accidente farli minore .

fanno

Il

.Amiczia.

Cieco, che porti fopra

come

le fpalle

Torta,

E
Cos
,'

il

Cieco

il

per voce
l'

intiero

ritratto

uno, che non polTa

duo mezzi

di

l'iileflTa

il

Calle

ftare ic piedi,

in fulle fpalle

di Lui ritrova

un prefiando la vijia

co-

feguenti verli dell' Alciato dichiarano

l'affi ,
/'

altro

paffi .

[4]

^Amicizia fenza gio'jamento

DOnna

rozzamente veflita , che tenga colla mano un Nido , con alcune


Rondini dentro , e d' intorno a detto Nido volino due o tre Rondini.
Queft' Uccello all' Uomo domeftico e famigliare , e pi degli altri
prende ficurt delle Cafe di cialcuno , ma fenza utile , non domelticando
giammai , ed avvicinandofi il tempo di Primavera , entra in Cafa per proprio intereflfe , come i finti Amici , che folo nella Primavera delle proiperit s' avvicinano , e fopravvenendo 1* Inverno de' falHdj abbandonano gli
Amici , fuggendo in parte di quiete ; con tal fimilitudine volendo Pittagora
moftrare , che fi aveffero a tener lontani gli Amici finti ed ingrati , fece
levare da' Tetti della Cafa tutt' i Nidi delle Rondini

AMI-

L' Amicizia viene defcritta dal P. Ricci : Donna d allegro volto , 'vejtita di rC"
Manto In capo avr un Adamante finffimo In una mano tiene un ramo mezzo [ceto , e mezzo verde , e coli' altra mojra un Cuore
Appiedi vi /a una Zappa , con che moftra
aver trovato col zappare un gran Teforo DalV altra parte tiene V Archipendolo , ed un Cagnuolo Di allegro volto, perch l'Amico deve fempre dimoftrarfi taJe all'altro. Il
Diamante per effcr Gemma pi forte , pi lucente , e di pi pregio di tutte le altre ,
Tipo del vero Amico . Sta col ricco Manto per dimoftrare che un' Amico deve partecipare delle ricchezze dell' altro Moftra con una mano il Cuore , per fegno che deve
(a")

chilftmo

Amicizia , fchietta , lincer , cordiale , e fenza finzione . II Ramo


fecco , e verde dimoftra che e nella profperit , e nell' avverfit 1' Amico deve effer
fempre imirorme . La Zappa che ha fcavato un Teforo fignifica che Chi ha trovato
un Amico , ha rinvenuta una vera ricchezza L' Archipendolo che una mifura colla quale fi rapprefenta il Tempo , che mifura del moto f conforme il liloloto ] indica che la vera Amicizia diuturna e fempiterna , II Cagnuolo per eilere il Simbolo della Fedelt
effere la perfetta

ICONOLOGIA
AMI C ZIA FALSA

'l

htll* xbatc Cefare Orlandi,

DOnna

con Volto, imbellettato, ed Occhi riJentr. Vefliri un Abito coAvr fopra. quello un Manto che nel dritto fa di un
colore j e nel rovefco di unaltravc fi fcoprino fotto di ECfo le ali piegate,
e nafcofte . Stia in un Prato verdeggiante e fiorito dove fi veda Perfona riccamente veftita che ripofi. fbpra 1' Erba ,, e i Fiori j tra. quali vi Gz. pollai
una. fottiliffima. Rete .
Si dipinga, in atto, di adattare colla, delira mano un Guanciale fbtto il
Capo, della medefima, mentre colla finillra le ven furando varj ornamenti da
Abbia accanto, il Tirfo A' piedi un. Pardo, che tenga la Telia tra
doiTo.
lor cangiante.

le

..

..

Gambe
Non fapre
.

,
che dicendola uno-j
tendente al proprio vantaggio col
mezzo, dell' altrui danno ; Che un' Artifizio per giungere con ficurezza_
al termine che fi. prefcritto. uno Spirito mal. regolato
e maligno ; e che
vera,
vile
una
ribalda
,
e
irragionevole
fommu
nemicizia.
in
,
Donna fi figura, con Volto, imbellettato , ed Occhi ridenti , per eflfere
la Donna di. fua. natura, inclinata, all' Inganno
ed alla Frode; ed il Belletto ipiega , che ficcome quefto viene adoperato per coprire le mendc^

altrimenti definire la falf Amicizia

Simulazione de' lntimenti dell'

animo

del

TOMO PRIMO,
per apparire diverfa. da quello che in
Francador in un fuo Capitolo all' Abate Nelli j
Come fan le Femminei
Che fpejfo s' imbellettano
E con tal fnta Mafchera

del Volto
il

Cuor

Il

dell'

^omo

adefcano

91

fefteflfa

come

diffe

nafconde fotto Io fpeciofo , e venerando Nome d


Amicizia , per fare impunemente una comparfa del tutto oppofta all' orrida
Intorno agli occhi ridenti abbiamo da Giambattifta dallci_
fua fenibianza
Porti nel lib. 3. cap. 21. della Fifonomla dell' Uomo le feguenti parole
ne' quali par che fi vegga fempre il rifo e piacere >
)> Gli Occhi )
fenza vizio , perch dimoftrano Uomini ingannevoli ; a
fon
ftimati
non
n
dove Cano indirizzati i loro penfieri , che macaccorgerti,
che
non
puoi
n
chinano di nafcofto Polemone Adamanzio . r^ e poco fopra "^ QueIti Occhi principalmente fi fcorgono nelle Donne , che per Io pi fono

jj piene di Frodi , e d' Inganni


IlJVeftimento di color cangiante indica che il falfo Amico prende qualunque forma e colore , a feconda delle proprie mire . E' allegro , le gli
pare che 1' allegria poflfa giovargli , mefto 1 quando la mertizia gli arreca
proftto . RalTembra vederlo in braccio alle furie allorch in furore
Qiiegli che fi prefo a tradire ; fi sbatte 1 minaccia ftragi , tuttocch nel
fuo Cuore rida : e bench conofca che la fregolata pafTione lo trafporta_>
oltre il dovere > lungi dal deviarlo dal fuo errore , Io fomenta anzi ? lo
fpinge
Dovrebbe ognuno fempre tener fiilb in mente il fiviffimo avvertimento d' Ifocrate Ateniefe chiariflimo Oratore e Filofofo nella Orazione 2. ad Nicoclem. =3 Fideles exifiima non ^i quicquid 'vel dixeris ^veL

Co^

Inganno

1'

fi

feceris

fo

Non

fi

^i

errantem increpaverint tr Promette H fal, fed


giura la fua affiftenza fino all' ultima ftilla del proprio fangue.
attenda peraltro di pi
mentre f la mala noftra forte ci conduce
laudibus extulerint

Amico

;.

a qualche periglio

allora

come cant

I giuramenti

Da
Anzi

far Egli

gravare la
permanebit

noi'tra

in

Ecclefiafiic.

il

cap.

primo

condotta
'.

v.

1'

Ariofio

e le promeffe

vanno

venti in aria dijjpate

die tribulationis

aggiunge

8.

pompa

e fparfe

Saviezza nel condannare , e_


Eji enim ^micus fccundum tempus Jmm ,
non
Et ej ^miciis qui convertitur ad inimicitam .
;
a far

di

&

e 9.

Abito color cangiante il Manto che al di fuori fia di


un colore, e al di dentro di un altro, per ifpiegare la qualit, e la natura della falfa Amicizia, quale di avere una belliflima apparenza, mentre in foftanza , e internamente non che un deteflabile tradimento
Nel volere delineata la Figura in modo , che apparifcano in parte le Ali
piegate e nafcofte , s' indica che 1' Amicizia, la quale non fondata nella
Virt , non pu mai effere ftabile e ferma , ma anzi mobiliifima e pronta ai
Si

all'

pi veloce volo , allorch ma,nchi la fperanza del proprio comodo , Efi autem
^AmicHs Socius menfx ,
non permanebit in die necefjtatis Ecclefiaft. cap 6. v. io
2
Otti-

&

ICONOLOGIA

92
Ottimamente P

Nafone nell' Elegia ottava Trifiium


Donec eris felix , mtdtos numerabis ^micos
Tempora fi fuernt nubla , folus eris
Per efprimere la rapidit con cui da Noi s' invcl.ino i fnti Amici
giudiziofmente , fecondo il fuo folito Pietro Metallafio gli accompagna
e li paragona alla Fortuna > il di cui particolare attributo 1* effcre inftabile , rapida , precipitofa . Cosi fa dire d tal forte di Amici al fuo Temiltagle , Atto fecondo . Scena Prima .
Vengon con la Fortuna , e <van con Lei
Si fnge in un Prato fiorito , dove fi veda Pcrfona riccamente veftita
che ripofi fopra 1* Erba e Fiori , tra q^uali fta pofta una fottiliflima Retcs
per denotare nel Prato fiorito la vaga villa che fa una mentita Amicizia *
ed il bel comodo , che fi da ad intendere di avere il delufo Amico nella fuppofta fede di tale Ingannatore ; e perci fi fa vedere nella Periona
che in quello ripofa la Fiducia in cui vive ; e nella Rete , Geroglifico
dell' Inganno
e delle Infidie i fi dimoftra quanto temere fi debba Gente_j
di tanto iniqua natura , e quanto difficil fia fchivare i loro tradimenti
perlocch fottiliflTima e quafi invifibile fi figura la Rete , e tra Fiori nafcolla .
L' Abito ricco , che intorno all' adagiata Perfona fi mira dimollra che_>
gli Elevati dalla Fortuna i pi foggetti fono ad inciampare nelle Reti de'
finti Amici . L' Uomo quando in Fortuna oh quanto difficilmente gli
dato, il poter diftinguere Chi veramente 1' ami , o 1' aduli
Anzi come la
Natura Umana inclina a farci credere quello > che pi dcfiderianiQ i come
maraviglia fpieg il Tragico Poeta nella fua Zencbia.
X* ^lra per ufo ,
* Idea , che la diletta a Je dipinge
E ognun quel che defa facil fi finge
Cos vedendoci tuttod attorniati da folla di Uomini , che plauf fanno
a qualche operazione nollra , facilmente ci lufinghiamo che Quefti tali ci
amino di Cuore ^ e a Loro ci affidiamo t Beati riputandoci per trovare Chi
a parte fia delle noftre contentezze . Ma non riflettiamo che pi che noi,
aman la roba noftra e f foffe in Loro fcelta il difpogliarne noi per arricchire feftefll vedreffimo con che celerit a quella fi appiglierebbono
afliitto

Su quello rifleffo la mia Immagine in atto di adattare colla delira


mano, un Cufcino o Guanciale fotto la Teila del neghittofo Pcrfonaggio
mentre colla finiftra gli .vien furando leggiermente gli ornamenti da dolio.
il Guanciale
fotto il Gomito o un Origliere fotto il
fecondo Giovanni Bonifaccio 7.Tr?c priwj M/?. 13. i. 18. atto d
Adulazione , e rapporta S. Gregorio lib. 18. cap. 3. fopra il detto del Profeta Ezechielle e. 13. "j. 18. Veh qute confuunt Tulvillos fuh omm atbito ,
faciunt cervicalia p capite um<verf atatis ad capendas animas , La detelUbile arte dicoftoro cosi efprelTe Marziale Uh, 11. JE.pig. 34.

Il

gello di porre

Capo,

&

Mentiris , credo

(mtas

(ant9

recitas
:

bibU

mini carmina

Uttdo

Tompiliane

bibo

;
.

In

TOMO PRIMO.
In quanti pur troppo ad ogni
deteftato carattere della

venale nella Satira terza

93

mira il non mai abbaftanza


che al vivo ci rapprefenta Gio-

momento

fi

Greca Nazione j
che ... laudai
,
.

Sermonem indolii , faciem deformis amici j


Et longam invalidi collum cervicbus xqnat
Herculis, ^ntisum proctd a tellare tenentis .
.

T^ec tamen ^ntiochus

^ut

Stratocles

T^atio

comada

Coneutitur

l^ec

dolet

xAccipit

aut

e/i

ftet ,f

;
:

nec erit mirabilis

cum

rides

lacrymis

-,

Hsmo

majore cachinno

afpcxt amici

Igniculum brumai

Endromidem

lli

molli Demetrius

fi

fi dxeris

tempore pofcas
-,

tefluo

,fudat

Le

lufnghe, gli allettamenti? le adulazioni fono i peftiferi Incanti, che


ftrafcinano alla rovina 1' Uomo ; nelle Amicizie poi fono la ftefTa Pefte la
J^ulla in amicitiis Tefls efi major , quam ajjentatio blandicite ,
efclama a ragione il faggio Oratore nel Dialogo , qui Lflius irtfcribitur
e nello fteffo Dialogo feguita a dire , che Simulatio ^Amicitice repugnat maxime delet enim vertatem , fine qua nomen ^micitiie "jalere non petefi.
Apprefifo le fi pone il Tirfoj che un' Afta di legno coperta di Edera
d' intorno , d' intorno avvolta , per effere , fecondo la teftiraonianza di Pierio Valeriano, Geroglifico del Nocumento nafcofto , prefo a lignificare nelle
Baccanti la natura del Vino che alletta , feduce , e guftato di foverchio
altera gli fpiriti , e nuoce moltifllmo
Di qui che Macrobio dice , che_>
Bacco ferifcc di traverlb colla Punta nafcolta tralP Edera .
Del Pardo e Pantera cosi parla Ulilfe Aldovrando lib. i T^on effe contemnendam Etymologiam eorum , qui opinati jmt dilam fuiffe Tantheram quia
La quale opinione feguendo,
omnium Ferarum coloribus decorata fpe^etur
adatti , allorch fi confideri
alla
fi
parmi che propriamente
falfa Amicizia
che il falfo Amico alfume , feconda , ed in f copia tutti i caratteri e fentimenti di Colui , che non fi arroflifce ingannare .
Si ha parimente dallo fteflb avvedutiffimo OiTervatore Aldovrando , che
il Pardo da f tramanda odore tale , che le altre Fiere da quello allettate lo
fieguono ed Eflb che il Geroglifico dell* Inganno , occultando l Tefta
tra le gambe e foio moftrando il vago dorfo afpetta il momento favorevole , che le delufe bellie a lui appreflTandofi t fi rendino da f fteffe vittime di quel furore , con cui l' allalta e sbrana : Occultato capite ,
odorts
folummodo faSia copia, befiias invitatas comprehendit , UlilTes Aldovrand; de
Qyadrup. Lib. i . de Pardo .
Cosi il finto Amico co Ile ftudiate attrattive , e colle dolci lufinghe alletta i' animo dell* Amico che non giunge a fcoprire i di Lui tradimenti la di Lui finzione > f non allora , che non giova l riparo , Ce non allora, che abbandonato dalla forte invano chiama, indarno u lagna del fallace
Confidente L* eller circondato da Gente di fimil natura fventura maggiore di quaiunpue difvventura j anzi rende quafi deCderabili le fleflfe di-

Morte

lleffa

adidatio

',

grazic

mentre*
,'

mk

94

ICONOLOGIA
ma

grande >
Che rimati fra difaflri agi' infelici ^
E' il diflingicr da' finti i veri amici
unico Berti

Mct.

Aled".

[aj

FATTO STORICO SAGRO.

Tonata Figlio di Saul Re d' Ifraelle tale amicizia contrafTe con Davide dopo che Qiiefti vittoriofo torn dalla pugna con il Gigante Golia
che fi fpogii di tutti i fuoi yelHmenti , che indoflb aveva per ricoprire_j
-,

David , . gli cinfe infino la fua propria Spada , e 1' arm del fuo Arco Venuto David in odio a Saul , Gionata 1* ailcur che Io avrebbe fempre af.

ed in effetti per Elio non dubit concitarli contro 1' ira del furiofo
Padre . Godeva nel fovente ripetergli che Elfo farebbe ftato il fuo Re,
e che Egli contentato fi farebbe di effere a Lui fecondo . Puote facilmente
imniaginarfi quale foffe il dolore di David nell' annunzio della morte dell'
amico Gionata, e quanto lo piangefle
i. de B^e cap. i8. 20. 23.
liftito

Re

FATTO STORICO PROFANO.


DEgni
Pizia

veramente
.

di

memoria fono

due fngolari Amici

Damone

Pizia effendo llato condannato alla morte da Dionifo Siracu-

che gli permetteffe prima di mo,


Cafa a cagione di dilporre i fuoi domeftici affari .
Ci gli accord Dlonifio , con la Convenzione per che un* altro dovet
f in fuo luogo reftare in Carcere , e foggettarfi alla fcntenza ogni qualvolta Elfo non foflfe tornato ; penfando cos deluderlo nella fua inchiefta 9 non potendo mai darfi a credere , che Perfona vi fotfe , che a tal pericolo fi avelfe voluta efporre
Err d gran lunga; giacch Damone non
And Pizia alla
titub, punto per 1' amico a prefentar fefteflfo in Catene
fua Cafa, difpofe le cofe , immediatamente alla Carcere fece ritorno , chiedendo al Tiranno che efeguir facelfe il fuo Decreto , Stup Dionisio , e.-
fano

chiefe

in grazia al Tiranno

rire di portarli in fua

tanto

E' rapprefentata l'Amicizia falfa dal P. Vincenzio Ricci nella feguente Figura
riwtat cola Faccia V Un coli' altro . Vno de' quali terr una Borfa aferia in
mano appreflando certi Denari al Compagno , il quale tiene un' /iftore nelle mani , ed uno^
Comunella . A' piedi vi faranno due l'clpicelle eie lattano alla riva di un fiume fccco , nel
cui letto apparifcono Sterpi , e iSalJi : Si dipinge con una Borfa in mano , die fembra dare ad unOj perch tondata fulP interefl'e , e tanto dura, quanto dura il donare
L' Adora Tipo della falfa Amicizia , perch viene accarezzato , e pafciuto cuiic*
proprie mani dapli Uomini , finch vale alla preda , quando non vai pi o fi ammazza j o pi non fi mira
La Rondine fimilmente Tipo de'falfi Amici: Nel tempo
Le Volpicelle lattanti fucchiadella State fta con Noi ; nell' Liverno ne abbandona
no allegramente la Madre fino che ha latte , terminato quello , co' denti e co' grafH
le mordono e fgraffiano le Poppe
Il Fiume fecco nel tempo Invernale ha acqua ,
quando la fete non travaglia PafTaggieri ; ma nell' Eftate che abbonda la fete ,
Propriet tutte de' talfi Amici. La Borf.i data, e'I Aftore per i delufi
fta fecco
[a]

Due "Vommi

TOMO PRIMO,
che

9^

che aCTolvendo
Pizia, dilla Condanna , ad Efli, chiefe che per grazia annoverar Io voleffer
Valer.. MaJJm. lib. 4.
per terzo nel!' amichevole Loro compagnia .

tanto;

Io"

nsofTe. 1"

atto Eroico,

si

dell' -uno,,

dell' altro,

FATTO PAVOLOSa.
d^lfione avendo fntite raccontare cofe maraviglof di
una Greggia per collringcrlo a corrergli dietro come
fegul . Azzuffatlfi. infierae tanta itima concepirono I' uno dell' altro che
giurarono d nou abbandanonarfl pi mai
Piritoo fbccorfe Tefeo contro i
Centauri che tentarono rapirgli Ippodamla . Difcefe poi all' Inferno per
condurre via Proferpina ma fu divorato dal Cerbero, e Tefeo. che Io ave^'a collantemente, feguito fu per comando di Plutone incatenato e
cosi
Vlut.Ovvid,. Or. Claude
ftette fintanto che Ercole venne, a. liberarlo

Plrltoo.

Figlio,

Tefeoi

gli rapi

A M M A

Di, Cefare.

UOmo> d

A M

N T O.
'

BjfO:

afpetto magnifico e venerabiFe > coir Abito lunga e ripieno di

magnanima

gravit ; con uno- Specchio: in


r un Cartello con quefte parole . INSPICE ,

mano

intorno

al

quale fa-

CAUTUS ERIS
L'Am-

ICONOLOGIA

9'S

Ammaeftramento

1' cfercizio , che fi fa per I' acqufto di


abiti vire
di
qualit
,
lodevoli , per mezzo o di voce , o di fcritturi
e fi
fa di afpetto magnifico , perch gli animi
nobili foli facilmente s' impiegano a i faftidj , che vanno avanti alla Virt
tuofi

Il veftimento lungo
continuato efercizio.

to Specchio
colata

ci

e continuato

da ad intendere

comparata con

wnivcrfalniente lodati

I'

coqie dichiara

Di

Fanciullo ignudo

che

al

buon abito

fi

rlcerc

che ogni noflra azione deve efTere calaltri , che in quella fteO cofa fiano

azione degl'

U motto medeiimo

AMORDI

UN

moftra

Cefare

VIRT'.
Bjpa^

In capo tiene una Ghirlanda di Alloro e


perch tra tutti gli altri amori, quali varia-mente da i Poeti fi dipingono quello della Virt tutti gli altri fupera di
nobilt come la Virt fteffa pi nobile di ogn' altra cofa
Si dipinge colla
Ghirlanda di Alloro , per (egno dell' onore che fi deve ad etTa Virt , e per moftrare che 1' Amor di.eflfa non corruttibile ,
anzi come 1' Alloro fempre verdeggia e come Corona e Ghirlanda eh'
. di^ figura sferica j non ha giammai alcun termine .
S\
tre

altre

nelle

alato

mani

?R

M 0.

P7

Ghirlanda della tefta flgnifich: la Prudenza , e


le altre virt Morali o Cardinali , che fono Giuftizia , Prudenza Fortezza, e Temperanza ; e per nioftrare doppiamente la Virt colla figura cir\ji\
colare e col numero ternario , che perfetto delle Corone
Si

pu ancor

dire

che

la

{a) L' Alclato nelP

do

fenz' ali

e fenz'

Emblema no.

armi

il

fuo

Epigramma

che

ne tiene avvolte nel braccio

Ecco

AMO-

fta

figura V Amore di Virt Un Giovane nua federe^ con una Corona in Tefta , e tre altre

Die ubi funt incurm arem

? ul>

tela

Cupido

MolUa queis 'Jwvenur/i fiacre corda foks


Fax ubi triftis ? libi pennec ? tra unde corolla!
.

aiam tempora cnUa gerunt ?


ofpes cum Cipride quicquam ,
Vita vcluptatis nos neque forma tnlit
Sed puris homimim fuccendo mentibm ignes
Difcipina , animai aftraque ad alta traho
Fert fnanu

Haud

"Onde

mihi vulvari

^tatuar

^larum

eft

eque ipfa temo virtute coroUas:


,

qua Sophig

eft ,

tempora prima

tegt

Quello Emblema tolto dall' Alciato dal Greco di Marino Scolaftico


Amorern coronatum :=) ed cos deicritto nel 4. Epigramma .

7s_9

Arcui ubi reflexus , Amor , dineque fagttt/c ,


^teis teneros animos ffpe ferire fcks ?
penna ubi funt ? libi fax triftis ? Cr ergo coronai
Fen manibus ? Capiti cur agedum una fubeft ?

Non

ego uulgari natus

fum

Cipride

nec

me

Materna terra foeda libido tulit


Aft hominmn puris accendo in mentibus gnes
DoUrna , atq; animos purus in aftra traho
^uatuor eque omni neBo virtute coronas
^ms fero ego , " Sophia eft prima corona mibi
II

P. Ricci dipinge 1' Amor di Virt : lln Giovane "vago e bello , [opra un Carro
Ghirlanda dt fiori in una mano , e coli' aldue Leoni . Tiene una Corona

tirato da

tra coglie -vaghe -Kofe

Fiori varj da certe fpalliere

, che tutto lo circondano


Tiene una
ameno poggio . Giovane bello per
un luogo ameno ,
aver la mira a cofe belle e vaghe , come fono le Virt . Il Carro trionfante il
pregio dovuto alle Virt , n mai alcuno trionf fenza \' acquifto di quelle . E'
tirato da due Leoni, per indicare la forza che bifogna per avere cotale Amore , e
far violenza alla Natura male inclinata e corrotta . I varj Piori fono le varie_
opere virtuoie , nelle quali li efercita . La Catena al piede dimoftra che chi fa
aequilta delle Virt fi lega infeparabilmente con Dio
Il Poggio , o Iu00 aiqenq
denota la felice terra dei- Paradifo da aequiftarfi da' Virtuofi .

catena

in difparte del

Carro

fta

ICONOLOGIA

p8

AMORE VERSO IDDIO.


Di

Cefure

-/

l{jpa.

r:.

.Si^%,^' -r^-^

Omo

che

fa

colla finiftra

'

riverente colla faccLi rivolta vcrfo

mano

e colla delira

molbi

il

il Cielo , quale additi


petto aperto . (a)

FATTO
"Domo colia patita riL' Amore verfo Dio cos vien fioiirato dal P. Ricci
Qelo . Ha nelle mani un Cerno d dovizia , ove fono moke Gicje , Danari , Collane , ed altre cofe frege-uoli . Sotto un piede tiene un Serpe , e fetta l' altro ima Falla
Colla taccia rivolta al Cierotonda , e wino a Lui in alto vi una Lucerna aceefa
lo , perchf colafs folamente riguarda , ove ha ferbato ogni fua fpeme . Il Corno di dovizia per effere fimbolo di Liberalit , Felicit , Abbondanza , Ilarit
Concordia , Pace , ed ogn' altra cofa di contento e gioja , che folamente appieno
prova Chi ama Iddio Il Serpe tipo del Peccato , che fcaccia , e odia fommamente Colui che ama il Sommo Bene . La Palla dimoftra il Mondo difpreglato , e
reputato un niente dall'Amante del fuo Fattore. La Lucerna aceefa Geroglifico di Vigilanza e di Cuftodia , e Quello che immerfo in si beato affetto le
ciiHodifce con ogni sforzo pofibile .
.

(<?])

l'sJia

al

TOMO
F

A T T O

PR

O R

IMO.

C O

^9

SAGRO.

delle Genti) mentre in Tiro fi tratteneva i fu da Agabo


Profeta predetto che in Gerufalemrae fofferto avrebbe e catene e_j
tormenti . Niente perci Egli atterrito anzi Tempre pi accefb di Amore
verfo il fuo Dio , non dubit punto di fubito volgere il piede a quella^
parte . Piangevano i fuoi Difcepoli , e tentavano tutte le vie per diftorlo

ALI' Appoftolo

Tutto per invano : Giacch intrepido Paolo a Loro ri:


Che fate ? Perch piangete a perch mi affliggete ? Io non_3
folo vado contento ad eflere ftretto tra ferri in Gerofolima ^ ma defdero
anzi , e ardentemente bramo di morire per il mio Signor Ges Grillo .
And , cadde nelle infidie fu prefo , legato j maltrattato ; e per la firada
invece di lagnarfi procur a tutta polTa colla fua Eloquenza ridurre al
vero Dio i Tuoi lleffi Perfecutori . Marni; tib. j.
dal fuo propofito

volto difse

FATTO STORICO PROFANO.


QUella

che in Noi Cattolici Piet fi chiama ; negl' Infedeli denominar


puote Superltizione . Di quella non ne mancano Efempj anche_

_^fi

ne' Gentili
In Roma effendofi appiccato un fiero Incendio al Tempio delle Veftali,
dove confervavafi il Palladiq , Metello , che Pontefice era , per falvarlo , noa

tem

mezzo alle fiamme ed a pericolo evidente di perdervi


P amato Simulacro . Un' atto di tanta Religione-?
piacque in modo a' Romani , che gli conceflero d' entrare in trionfai Cocchio nella Curia
Onore che a neffun' ordine fino allora era fiato compartito
Sabellk. in Uh. ExempL lb. 5.
di gettarfi in

la Vita

fuori trafport

FATTOFAVOLOSO.
'

ALlorch

arfa

difirutta fu

Troja

Greci mofli a piet

delle- difgra-

zie de' Troiani, che fuperfiiti reftati erano al fiero eccidio per mezzo di un Trombetta fecero fiipere , che Chiunque de' liberi Cittadini poteva dalla Citt ufcire e con f uno foltanto condurre . Enea che pi di
qualunque altra cofa amava i fuoi Dei Penati , fei>za ad altri penfare

quelli con f trafportava , Stupirono i Greci di tanta piet e gli permifero perci che uno ancora de' fuoi con Elfo andafle ; Perilche j Enea prefo fulle proprie fpalle il Vecchio inabile Padre Anchife, con quello f ne

giva
mici
luto

,
.

Per quefto nuovo atto di piet fi accrebbe la maraviglia negli Nee gli concedettero che feco conducefie Chiunque de' fuoi avefle voEliano Ub.

5.

AMOR

ICONOLOGIA

100

AMOR DEL PROSSIMO.


Li

Omo

vertito nobilmente

gliuolini

Cefare I{ipa

che

gli

ftia

accanto un Pellicano co* fuo fiil fangue ch'efce

quali ftiano in atto di pigliare col becco

da una piaga , che detto Pellicano fi fa col proprio becco in mezzo al


petto ; e con una mano moftri di follevar da terra un Povero i e coli* altra gli porga Denari ,
fecondo il detto di Grillo Noilro Signore nel

Vangelo

FATTO STORICO SAGRO.

L'Abate
deli

Serapione eflendo entrato a predicare in una Citt degl'Infefu da

quelli

fcacciato

Anime Loro

Ihidiando ogni
,
dubit di venderfi ad alcuno di
le

Egli che defiderofo era della falute delpoter a quelle giovare non_

Efl per Servo , fperando cosi di potere_


proprio Padrone ragionando illuminarlo nella vera Relio-ione .
che fuccedendogli , e venendo perci a reltar libero , fi vendeva di

almeno
11

modo onde

nuovo

col

a qualcunaltro

Marcello

lib.

3.

FATTO STORICO PROFANO.


Scipione denominato

Affricano maggiore era cos amante del bene de*


che era folito dire fovente , che pi di buona voglia
defiderato avrebbe lalvare un fol Cittadino che dilperdere mille Nemici.
Sabell: in Excmpl. lib. 5-;
fuoi Cittadini

FATTO FAVOLOSO.
e Bauc Coniugi erano due poveri Vecchi cos amanti del
ProfTimo
che tutto quel poco avevano 5 volentieri in follievo
Loro
,
de' poveri Viandanti , che per la Loro Capanna facevano palfaggio lomGiove in forma di Uomo infieme con Mercurio andando in
miniltravano
Frigia , non trov un Abitante che nel Villaggio lo ricevelTe
giunfero
iolo da Efl con tutto il buon' anial Tugurio degli amorofi Vecchi , e
mo accolti furono . Si affaticavano si 1' uno che 1' altro per fervire alla_j
meglio g' incogniti Olpiti , Gradi tanto Giove il Loro buon cuore che
ad Elfi che lo fcguiflero Ibpra un Monte ; quivi
in ricompenfa comand
giunto , Loro di Ife che fi rivolgeflero indietro. Il che fetto , veddero tutto
fommerfo , eccettuatane la piccola Loro Capanna che fii
il Villaggio
trasformata in un Tempio. Giove promife poi di conceder ad Efi tutto ci
che domandato aveller j ed i buoni Vecchi Iolo richiefero di eOTer fatti
Minillri di quel Tempio e di non morire l'uno fenza dell'altro. Furono
efaudite si belle preghiere, e giunti elfcndo ad un' eilrema Vecchiezza t
mentre un di tra Loro affettuolamente difcorrevano fulla Porta del Tempio,

Filemone

<,

File-

TOMO PRIMO.

IO!

Filemone fu trasformato nell' Albero nominato Tiglia


Quercia
QvvL Metam. Uh. 8.

e Bauci in una_

AMOR

DI
Pi

ESTESSO.

Ce/are I{ipa

dipinger fecondo P antico ufo


Narcifo che
{pecchia in un Fonte;
SI perch
amar fefteffo non altro
che vagheggiarfi tutto nelle opere
fi

applaufo . E ci cofa infelice e degna


e con
quanto infelice e rldicolol fii da' Poeti antichi finta la fvola di
per diffe I' Alciato

proprie con foddisfazione


di rifo

-Narcifo

Siccome rimirando
K[elle

Lodando or

Fu

bel T^arcifo

il

chiare onde

L'Hom,

vago fuo fembante

micidiale

di f fleffo

Cos fovente

il

begli occhi > ora

il

amante

bel vifo

awien

che fia derifo


che [prezzando altrui fi ponga, innante

Con lodi amor foverchio di f fiejfo


E' "jaiitade e danno y e biafmo efprejfo*

AMOR
DOnna

SESTESSO.

DI

incoronata di Vefficaria . Porti addoflb una Saccoccia groflTa e_*


mano finiftra , colla quale anco tenga_s
, ftretta dinanzi dalla

ripiena

con quella parola Greca Thilaatia Nella maA' piedi un Pavone .


Niuna cofa pi difficile , che iefteCfo conofcere . 1/ Oracolo Delficos
efifendo interrogato da uno , che via tener doveva , per arrivare alla felicit , gli rilpofe
Se conofcerai te fteffo . Come difficil cofa, fu per ordine del pubblico Configlio di tutta Grecia , fatto intagliare fopra la Porta del Tempio Delfico quelto ricordo GNOSTI. SE, AUTON, lipjce te^
ipfitm j voce da Socrate attribuita all' iftefifo Apollo () . Quefta difficolt
di conofcerl cagionata dall' Amor di feftefib il quale accieca ognuno,
CiecHS .Amor fui , diflfe Orazio ; eifendo Cieco , fa che noi llefli non ci conofciamo , e che ciafcuno fi reputi effere garbato > elegante
e fpiente.
Varrone nella Menippea Omnes videmur nobis effe belluli,
fefivi y
fapere. Socrate diceva, che f in un Teatro, fi coniandaife che fi levalfero
in piedi li Sartori, o altri d' altra Profeffione , che folo i Sartori fi leverebbero ; ma f fi comandaffe che fi alzalTero i Sapienti , tutti falterebbono
in piedi > perch ciafcuno prefume fapere . Ariltotele nel primo della Ret-

fopra una verga

no

dritta abbia

una

cartella

Fior Narcifo

il

-,

&

&

torica
I

'

II

ir

II

(.;j Plutarco ai fin. Swipof: feptem Sapisntum V attribuifce ad Efopo . Ovvidio


ne ta Autore Pittagor*. Diogene Talete j e non poeki voplicMio che quefta Sentenza fia Drels da Oinero ,

ICONOLOGIA

lox

ciafcuno ( per etTere Amante di fcftefTo ) neccflariamentc


tutte le cofe fue gli fiano gioconde e detti i e fatti ; di qui quel proverbio . Siiwin cuique ptilchrim .
tutti piacciono le cofe fue > i Figli , la_
Patria , i Collumi , i Libri , 1' Arte
V Opinione , 1' Invenzione , e le_^
corica tiene che

-,

Compofizioni loro Per Cicerone ad Attico dice > che hiai niun Poeta
n Oratore fiato , che riputaffe migliore altro che f
De' Poeti , lo
conferma Catullo come difetto comune ancorch di Suffeno parli i
:

Tacque idem

xAtqm

ejl

beatus

Tarn gandet

in f

mquam

ac poema ctm fcrbit

,
,

tamqite [e ipfe miratar

omnes fdlimnr
Arifiotele nell' Etica lib. 9. cap. 8. mette due forta d' Amanti di fc_
fielTi
una forte viziofa e vituperevole , fecondo il fenfo e l'appetito ; l'altra lodabile , fecondo la ragione
Gli Amanti di fefteffi , fecondo la ragione , cercano di avvanzare gli altri nella Virt , nell' Oneft , e ne' Beni
interni dell* Animo
Tutto 'quefio fta bene il procurare di avvanzare gli altri nelle Virt , fenza dubbio eh' lodabilifllmo
ma ci una forta di Vir-

TSlimimm

id

e Sapienti non troppo commendabili , i qnali acciecati dall' Amor proprio , arrogantemente fi prefumono fapere pi deglj altri , innalzano le cofe
proprie , ammirano lo Stile la Scienza e le Opere loro , difprezzano , ed
opprimono con parole indegne quelle degli altri , e quanto ad altri fuor di
tuofl

perci Talete
ragione togliono di lode , fuor di merito a f attribuifcono
il primo Savio della Grecia dilTe t
che niuna cofa pi difficile che conofccre fefteflb , e niuna pi facile , che riprendere altri ; il che fanno gli
Affezionati di feficlTi , perch quello che riprende , ed altri biafima , da fegno d' eflere innamorato di f fteiTo > e d' eflere avaro di lode , ficcome accenna Plutarco nel Trattato dell* Adulatore , e dell' Amico dicendo I{eprx
henjto j
^morem fui ,
^nimi illiberalitatem alquam arguii . Avaro di
lode , ed innamorato di feltetfo in pi luoghi fi fcuopre Giulio Lipfio , liberale de' biafimi , il quale per non dire il parer fuo , ma per difprezzo
delle altrui Opere , a bella polla morde gravilTim Autori fpecialmente il
:

Bembo
Bembo

&

nella feconda Centuria Epifl. 61.

nella quale avvilifce

lo

itile

del

che febbene in qualche particolare paflb , ficcome ogni altroi pu


effere caduto , nondimeno torto efpreffo ha Giufto Lipfio di riprendere.?
genericamente lo ftile fuo , e d' altri del fecondo tempo di Leone X. , i
quali fono fiati tanto in Profa , quanto in Poefia terfi , puri > colti , ed eleganti affatto nella Romana eloquenza. Egli reputa il loro Attico ftile, conofciuto e confelTato da Lui Ciceroniano > languido , puerile ed affettato ;
quafi eh* Egli pi grave toglia il vanto all' Oratore , acciecato fenza dubbio dall' Amor di fellelfo , come quello , che ftile diverib da quelli che
fono di Itile Attico , de' quali dice Egli , che le loro Compofizioni fono
affettate , e formate ad ufo antico , e non fi accorge , che il fuo ftile vano 5 turgido o per dir meglio torbido , quello che fi chiama antiquario , affettato 1 mendicato dalle ofcure tenebre de' Comici , ed Autori pi
antichi , telfuto con periodi tronchi > ed intercifi , ne' quali bifogna intendere
,

TOMOPRTMO\

103

dre molto pi di quello che dice e comporto con parole aftrufe , recondite j rancie e non intefe ; ftile odiato da Augufto Imperadore ficcome attefta Svetonio cap. 85. > il quale amava 1* eleganza > il candore ->
la chiarezza del dire Attico j qual' in quelli che biafima Giulio LpIIo
e odiava 1' Afiatico ftile , la vanit delle Sentenze , 1* apparato fuperbo delle parole ofcure > inaudite e fetide j quali fono in Giufto Lipfio : gemts
eloquendi fecutus efi ^ugujus , elegans , (& temperatum , fuitcts Sentmimm
dice Svetoineptiis atque nconcmitate
recondtorum verhomm fcetoribus
nio , e pi abbaffo Cacozelos ,
^ntqiiarhs
ut diverfo genere vtiofos pari

&

>

&

,.

certo
Jprevh . Se niuno , per dir cos , Cacozdo ed- Antiquario
che_ Giufto Lipfio Imitatore di elocuzione gonfia antica , difmefla che
cerca puttofto di effere tenuto in ammirazione > per il fuo inufitato 1 ed
ofcuro ftile , che intefo con chiarezza , e purit Attica mafllmaraente nelle fue Centurie 1 le quali come Piftole , chariifime e pure affatto dovriano efifere ? nel che a ragione fi pu riprendere ficcome era M. Antonio
riprefo da Augufto , Marcum quidem ^Antonium
ut nfanum increpac , quaft ex

fajlidio

-,

-,

potm homines , quam intelUgant . Vaglia a dire il


vero 5 ingiufto Colui che reputa folo ben fatto quello che piace a f
e rtrani fono Coloro , che vorrebbero tutti fcriveOTero e parlaflTero , come-
fcrivono e parlano elli , e che folo il loro ftile fofife feguitato abborrendo ogni altro , ancorch con giudizio , con buona e regolata fcelta di paficch falla ed erra Chi ftima ed ama le Opere e le
role comporto fia
Virt fue ficcome raccogliefi da' fuddetti Verfi di Catullo , e da quelli
che pi abbafso porremo Ma fippiano pure que' Satrapi e Sapienti > che
folo le loro Opere apprezzano e le altre difprezzano , che Chi loda feftefso biafimato da altri , Chi ammira feftefso , fchernito da altri j e^
Chi ama troppo feftefso molto da altri odiato
T^emo erh ^mtcns , ipfe fi te ames nims
Perch 1' Arroganza concita odio ; la Modeftia amore , grazia , e benevolenza . Diflfero le Ninfe a Narcifo [ per quanto narra Suida ] mentre contemplava le fue bellezze nella fonte . Multi te oderint fi te ipjum amaris .
Neil' Amor di f ftefifo reftano gli Uomini gabbati nella maniera che fi
gabbano gli Animali irrazionali , pofciacch a ciafcuno Animale diletta pi
la forma fua, che quella degli altri di fpezie diverfa : circa di Platone
arterifce che le Galline a f fteffe piacciono e che par loro di effer nate con belle fattezze , il Cane pare beUiflimo al Cane il Bue al Bue
1' Afino all' Afino , e al Porco
pare che il Porco avvanzi di bellezza ,
Marco Tullio in ogni cofa Platonico nel primo lib. De lSlatnra Deoritm
fcrihentem

quiC mrentur

allude allo fteflb

^n

putas illam

ejfe

terra

mmq; bcham

maxime delefletur ? Soggiunge appreifo


Homo nemo velit nifi homini fimilis effe

neris belva
turte

ut

Ma

Uomo

&

qu.-e

non fui ge-

Eji enm vis tanta na-

quidem Formica Formiche Egli fi


,

ca
Amor di f fteCTo ha
reputa pi galante d ciafcuno della fua fpecie , ficch non vorrebbe effer
altro Uomo che fefteffo , ancorch defideri la fortuna di altri pi potenti e
.

felici

1*

nell'

quefto di pi

V Amor

ICONOLOGIA

io4^

L* Amor di fefteffo lo rapprefcntamo fotto


pi radicato nelle Donne , attefocch ciafcuna
che fia , bella e faccente fi reputa : oltre ci
nome di Femmina porto nella cartella , che anco

Femminile

figura

quafi per

brutta

perch

-,

fciocca

appredb i Greci palTa fotto


da Latini dicefi Thilautia

La incoroniamo

colla VefTicaria, della quale Plinio lib. 2. cap. 31. in alchiamafi Trichno , Strichno , PerilTo , Triono , ed Alicacabo ; era
in Egitto adoperata da quelli che facevano le Corone invitati dalla fimilitudine del lore di Edera , ha gli acini che porporeggiano , la radice candida
lunga un cubito, e '1 furto quadro , come defcrive Ruellio lib. 3. e. no.

modo

tro

La poniamo per fimbolo


Teofrarto

lib.

cap.

dell'

22.

Amor

di ferteflb,

vogliono che una

perch

dramma

Greci fpecialmente

di radica di

quefla_j
Pianta data a bere fa che uno s' abbagli , credendofi di effere belliflimo .
Dabjtur ejus radicis drachma pondus , ut ftbi qms illudat , placeatque , /eque pnU
chenimim putet
Dirafli per ifcherzo di quelli che fono invaghiti di ierteffi,
che abbiano bevuto la radice della Veflicaria e che fi abbaglino e burlino
fertem .
9.

La cagione che porti nella dertra il Narcifo in pronto


Nota la_s
metamorfofi di Oyello che invaghitofi delP immagine fua , in fiore di Narcifo fi converfe , il qual fiore genera ftupore > e gli Amanti di fellefli maraviglianfi con irtupore di loro medefimi , e non ci mancano di quelli , che
trafportati dall' Amor proprio fi penfano di effere tanti Narcifi compiti e
perfetti in ogni cofa .
.

Ma

non veggono

quefti tali

addoffo portano

come SufFcno

dietro le

abbiamo

groflb ficco pieno d' imperfezioni

il

che

tenea per bello , graziofo , faceto , ed elegante Poeta , e non s' accorgeva che era diigraziato , infipido , e
fgarbato ; perch conclude Catullo , che ciafcuno effendo invaghito d
ferteffo in qualche parte fi alfomiglia a Suffeno ,
e che ognuno ha qualche difetto , ma che non conofciamo la mantice , cio il ficco de vizj che
fpalle

il

quale

fi

J^eqtie ejl quifque

^uem

non in aliqua

ToJJs

fms

cnique

re

ridere

anributus

Suffemm
efl

errar

Sed non videmus manticts qui in tergo

efl .

dall' Amor proprio , che il fenno offufca talch innamoramedefimi fcorgiamo fibbene i mancamenti degli altri ,per leggieri
che fiano , ma non conofciamo i nofiri , ancorch gravi ; il che ci dimoftr Efopo 5 quando figur ogni Uomo con due facchi 1 uno avanti il petto
1' altro di dietro
in quello davanti poniamo i mancamenti di altri , in quello di dietro i noftri , perch dall' Amor di noi medefimi non li vediamo
ficcome vediamo quelli degl' altri
Il Pavone figura 1* Amor di f rteffo , perch Augello , che fi com-

Ci avviene

ti

di noi

piace della fua colorita e occhiuta coda , la quale in giro fpiega e rotando intorno la rimira : ond' quello Adagio , t.viquam 'Pavo circi:mfpefians
che fi fuol dire di uno innamorato difertelfoj che fi pavoneggia intorno,
je
-,

che

TOMO PRIMO,
e gufta della fua perfona
che fi diletta
u fi compiace .
-,

>

105
ed azio

e che d' ogni fua cofa

AMORE
Scritto da Seneca nella Tragedia di Ottavia
HOltra cosi

e trafportato

in lingun__

L'

Error de ciechi

Ter

coprire

Fifi^e che
S

^mor

par che

In

'vijla

Dio

fia

piacevole

e vati dcfio

inganno

del fuo

affai

e mferi mortali.

fuo fiolto

il

fi diletti

ma

rio

Tanto che gode fol degli altrui mali,


eh' abbia a gli omeri /' ali
Le mani armate d' arco , e di faette

in

fiamme

'Porti le

Va

breve face aflrette


che per V Vnivcrfo

poi fpargendo

che del fuo ardore

B^fa accefo ogni core

che

dall' ufo

Vman poco

Di Fulcan'

tetga

del

del

,Amor

di

diverfo

Venere fia nato


il

vizio della

pia fublime fiato


mente infana ;

^ando

fi muove dal fuo proprio loco


L' animo fcalda , e nafce ne' vera' anni
^11' et , che affai pu , ma vede poco ;
L' Ozio il nutrifce , e la Lafcivia "Dmana ,
Mentre che va lontana
La ria Fortuna con fuoi gravi danni t
Spiegando i trifi vanni ;
E la buona , e felice fia prefente ,

Torgendo

ci

che tien nel ricco feno

Ma

f queflo vien meno.


Onde il cieco defo al mal confente.

che arde pria tutto

Il

fuoco

toflo

perde

^mor

s'

ammorza,

ogni fua forza

AMOR

ICONOLOGIA

io6

AMOR DOMATO,
Di

Cefxre

I{ipa

Of.

r}f. rJel

IttcT

Tenga fotto piedi I* Arco e la Faretra , coIL-Lj


Nella mano dritta abbia un' Orologio da polvere . Nella finiilra un' Augelletto magro e macilente nominato Cinclo.
Tiene fotto i piedi T Arco e la Faretra colla face fpenta , perfegno
d' effere domato ; eflendocch 1* abbaflare e deporre le armi fue > fgnifica
fjggezione e fommefTione . Non ci cofa che domi pi 1' Amore , e_>
fpengi r amorofa face , che il Tempo e la Povert
L* Orologio che porta in mano fimbolo del Tempo , il quale moderatore di ogni Umano affetto , e d ogni perturbazione d animo , Ipecialmente di Amore , il cui fine edendo pollo in deflderio di fruir 1' amata bellezza caduca e frale, fjrza, che cangiata dal tempo la bellezza, fi cangi
llLtm am-ibain olirn , n:mc jarfi alia cura
anco 1' Amore in altri pen.'ijri
impeniet peElori Di f Plauto nell* Epidico , e lo' lk:ib nella Murtellaria .
Scuha es piane, ^<c illuni tibi xtern'im p'Uas fare amatm , 07" bcnc-jokntem ;
Monco e^o^ te , dcjiret tlk iCtaie , & fut!ctr.te . E pi abbaifo moltra che
celata la cagione , ceffi ancora 1' amoroio effetto , mutato dal tempo il
bello giovenil colore . 'Z^yj .nate hoc cap.it colorem conitn itavit , icliipit , defcCredo fo;fe detto di Demoilene , che 1' amoriq; me ^ Tibi idem fit'.irm

CUpido
face

a federe

fpenta

'

rofo

TOMO PRIMO.

107

rofo fuoco dentro del petto accefo , non fi poffa fpegnere colla diligenza
ma nella negligenza fteffa , per mezzo del Tempo s' eftingue e fi rilolve

Ringrazia il Coppetta , mio CompatriottOj


gli amorofi lacci in quello Sonetto .

il

Tempo

"Perch [aerar non pojfo ^Altari e

^lato Veglio

Tu gi
della

opre tue

fi

Tempf
[pandi

mandi *
comandi
Che di[cioglia miei lacci indegni ed empj
Tu quello or puoi che la ragion non valfi ,
T^on amico ricordo j arte ,
configlio 1
?y(o giufio [degno d' infinite ojfej
.Amore

terra

e gli

Tu V alma acquifii , che tanto ar[e


La qual or tolta da mortai perglio
Teco alza

il

da-

[cempj .
voti ademp,

mia vendetta i
e V orgoglio a

[alo sforzi

fciolto-

dolorofi

L' alterezza

Tu

abb ia

1'

grandi ,

le forze in quel bel 'vij

Che [ di noi

Tu

all'

che

ed at[e

volo a pi leggiadre mprefe

Il Tempo dunque e domator di Amorfe , che d converte al fine i!i_j>


pentimento del perduto Tempo nelle vanit di Amore
L' Augelletta nomato Cinclo magro e macilente , fignific che l'Amante logorato che ha le fiie foltanze negli amori fuo afciutto e nudo rimane , domato dalla povert , dalla fame e dal mifero llato in che Ci ritrova
Della Povert n' fimbolo il detto Cinclo, del quale dice Suida
Cnclus
avcula tennis ,
macilenta Troverhium pauperor Lebsrde , 'Cnclo . E' queflo Augello marino^ cosi fiacco , che non pu farfi il nido per cova nel
nido di altri, onde Cinclo negli Adagi chiamafi un' Uomo povero e mendico ; febbene da Suida quello marino Augello chiamato Chchiks . Ex
quo Cnclus pr paupere dictitr . Crate Tebano Filofofo difle , che tre cofg
domano i* Amore , la Fame, il Tempo ed il Laccio , cio la Difperazione.
.

&

E
mnus tempus es 'vero fi mi non niales , laqueus
, fin
potrebbe aggiungere un laccio al collo di Cupido-, ciTendo
cofiume degli Amanti per diiperazione defiderar la morte i che in effetto alcuni data fi fono . Fedra , nell' Ippolito di Euripide , non potendo fopportare
il fieiQi impeto di Amore , penfa darfi la morte .
Amorem

[edat [ames

portai conto

fi

quo

me .Amor

'vulneravtt * confiderabam * ut

Commodfftme ferrem eum, incap taq;

Exinde reticere hmc ,


Linguf enim nulla fides
Confiiia

[e

homnum

ipft vero

&
,

occultare
quie

morbum

corrigere nomt

plurima poffidet m^la

Secund amentiam bene [erre

extrema quidem
.

lp[d

ICONOLOGIA

io8

Ipfa modeftia

'vncere flatui

Tenia cwm bis effici non pojfet


Venerem wncere mori vifum e/l mihi

Optimum

"Hema

contradicat

meo

decreto

'

Ma

noi abbiamo rapprefentato Amore domato folamente dal Tempo e


dalla Povert, come cofe pi ordinarie > e abbiamo da parte lafciata laDi-

occorrendo rare volte agli Amanti darfi Morte


poich ciaVita propria , e fcbbcne tutti gli Amanti ricorrono col penfiero alla Morte , non per quello f la danno
e per il Cavalicr Guarini
introduce Mirtillo , che dica nclP ecceflivo Amor Tuo .
TS{on ha rimedio alcun f non la Morte
a cui rifponde Amarilli
La Morte ? Or tu m' afcolta , e fa che legge
fperazione

fcuno ama

la

Ti fian queje parole

Che

ta

'l

morir degli

ancor eh'

amanti

io

fappia

piuttoflo

D' innamorata lingua , che deso


D' animo in ci deliberato , e fermo .
E Torquato TaCTo prima di Lui nella fua elegante Partoralc di Amindilfe ,
ufo , ed ^rte
Di ciafcun eh' ama , minacciar/i Morte >
Ma rade wlte poi fegue l' effetto .

AMOR
Di

DI

FAMA.
Bjpa

Cefare

UN

Fanciullo nudo coronato di Lauro con i fuoi rami e bacche . Avr


mano, in atto di porgere, la Corona Civica, e nella finiftra la Corona Obfdionale ; e fopra un Piedellallo vicino a detta Figura
vi faranno dilUntamente quelle Corone , che ufavano i Romani in fegno di
nella deftra

cio la Murale
,
Racconta A. Gellio

valore

la

Caftrcnfc

e la

Navale

che la Corona Trionfale di Oro , la quale fi da,


va in onore del trionfo al Capitano, o all' Imperadore ,fu anticamente d
Lauro , e la Obfidionale di Gramigna , e fi dava a quelli che folamente
in qualche diremo pericolo aveller falvato tutto I' Efercito , o s' aveflVro
levato P Efercito d'attorno. La Corona Civica era di Quercia , e gli Antichi coronavano di Quercia quafi tutte le Statue di Giove , qua^cch
quella foQe fegno di Vita , ed i Romani folcvano dare la Ghirla-ida di
Qiiercia a Chi avelfe in Guerra difelb da morte un Cittadino Ramano ;
volendo dare 1' infema della Vita a Chi era altrui cagione di vivere .
Solevano ancora fare quella Ghirlanda di Leccio, per la fimilitUffine di detLa Corona Murale era quella , che fi dava al Capitano , ovti Alberi
vero al Soldato , che era flato il primo a montare fulle Mura del Nemico.
La Corona Callrenfe fi dava a Chi foffe prima d' ogni altro montato dentro i Ballioni , ed alloggiamenti- de* Nemici
La Navale fi dava a Colui
che era primo a montare full' Armata nemica , e quelle tre fi facevano di
.

Oro,

TOMO PRIMO.
Oro

Murale era con

e la

era afcefo

certi

La Caftrenfe era

Merli

fatta nella

109

fomiglianza delle

fatti a

cima

guifa

Mura

un BafHone

d^

ove
La

i fegni di Roftri delle Navi . E quefto quanto bifognava Icrivere in tal propofito per comodit de' Pittori

Navale aveva per ornamenti

FATTO STORICO SAGRO.


Girolamo
Q An
colpevole

^3

. il

Mondo

difprezzatore degli onori del

Fama

(lim cofa non

che fcriflfe degli Uomini


illuftri non dubit nel Catalogo di quelli
notare anche il fuo Nome ; anzicch in tutti i nobilillmi fuoi fcritti , che a fua perpetua gloria ha lafciato a Pofteri , fi trova avere ufata fomma diligenza che vi fi conofca
S. Agoftino fimilmente , ed in particolare nelle Confellioni , o~
P Autore
ferviamo che f ha manifeftato i fuoi difetti , ha per altro ancora rammentato ci, che in lode fua rifultar poteva e cos moltifllmi altri dotil

defiderio di

e nel Libro s

Uh. S. Un defiderio tale,


regolato a norma de' predetti Santi , non folo non ha in f colpa j ma
ftimola anzi alla Virt . GloriiS cupiditas noinimquam bona eji . D, ^itgufl.

Uomini

tiffimi

e di fanta vita

Gio. Batt.

Fulg:

ma
de

Cmt. Dei

lib.

5.

cap.

13.

FATTO STORICO PROFANO.


Brafacrilego fi fu il penfiero di Eroflrato di Efefo
, empio
,
mando Coftui fino all' ecceffo di acquillarfi nome nel Mondo , non fapeva a qual mezzo appigliarfi , Itantecch n per le fue Virt o Coraggio
n per i meriti degli Avi poteva punto avvanzarfi nella llrada della Glo-

STrano

ria

Anziofo nientedimeno che di Lui

fi

aveffe a parlare

, fi

rifolvette allo

incendio del famofillmo Tempio che nella fua Patria a Diana era fagro
e che era da Chiunque fi vedeva, pubblicato come una delle maggiori maraviglie del Mondo ; e cos pofe ad effetto il fuo perverfo difegno
I Cittadini di Efefo , acci non otteneffe il confeguimento di ci , che per mezzo di tanta fceleraggine aveva bramato , fecero rigorofiffimo Decreto , che
niuno ardito avelfe nominare Eroftrato , e molto meno a' Pofteri in_>
Niente per vi
qualunque modo lafciar la memoria di cos empio nome
fiato pi vano di fimil decreto ; giacch fiato fempre , ed in ogni tem.

po
lib.

far

noto

3. cap.

il

8.

Nome

di Eroftrato

ydcr. Majf.

lib.

8.

T^atal

Come

Micol.

de Diana.

FATTO FAVOLOSO.
Glafone

Figliuolo di Efone e di Alcimeda

fu in ogni

tempo

fieramen''

perfgutato da Pelia fuo Zio , che tentava darlo alla morte per
impadronirfi affatto del Regno. Sapeva Pelia quanto Giafone Amante foffc
di acquiftarfi nome nel Mondo, per il che fapendo che in Colchide fi cr.te

ftodiv;i il

famofo Vello

d'

Oro

e che quanti alla Conquifta

di quello

azzar-

ICONOLOGIA

no

azzardarono erano rnadt mifero palio dell' orrido mofiruofo Cullode *


accefe 1' animo del valorofo Giafone a portarli ali* acquillo di detto Vello . Parti infatti , e fcco partir volle la maggior parte della Greca Giovent ; e niente atterrito dall' evidente pericolo , a cui fi efponeva la_j
Gloria amando piucch la propria Vita , non dubit tentare l' Imprefa . Favor la Sorte il fuo coraggio , e coli' ajuto di Medea Figlia del Re di
Colchi, che di Lu fi era invaghita, ne ritorn vittoriofo . Owid. Metam.
Uh. 6, e 7. Diodorv Sculo

lib.

5. Bibliot. cap. 3.

AMOR DELLA PATRIA.


Di

Ci: Zarattim Caflellini

r:,l^^^^^^^-%^
Giovane

vigorofo pofto tra una efalazione di fumo ed una gran fiamma che Egli guardi con lieto ciglio verlb il fumo
;
Porti nella mano delira una Corona di Gramigna .Nella finillra un' altra
di Qiiercia
A' piedi da un canto vi fia un profondo Precipizio Dall' altro canto intrepidamente conculchi Scimitarre Armi in afta , e Mannaie ;
e perch corrifponda a fimili circoftanze
e per la cagione che diremo fi
veftir di Abito Militare antico .
E' Giovane vigorofo perch 1* Amore della Patria piucch s' invecchia pi. vigorofo , non fi debilita , n mai perde le forze : tutti gli altri Amori celfano .
Un Cavaliere dopo che avri fervico in Amore uiit

ma

di fuoco

<,

tempo

TOMO
tempo ad una Dama
Et

men

ma

della Patria

>

PR

MO^

P amorofo fuoco

fpento

dal freddo

III

Tempo ,

e dalla^j

eh* altri pefieri apporta appoco appoco f ne fcorda ;


non mai . Un Mercante . allettato dall amore della roba e
del guadagno; non iftimer alcun pericolo per Navigazioni difficiliffime e terafrefca

Porto della Paterna riva . Un Cortigiano adevive baldanzofo nella fuperba Corte , nutrito dalle_>
Un Capifallaci fperanze , nondimeno fovente penfa al fuo nativo Nido
Gloria,
molti
Anni
Fama
e
avr
tano dopo che
guerreggiato per acquillar
UlilTe,
faggio
ila
il
alfine f ne torna alla Patria a ripofarfl
Efempio ne

peilofe

all'

ultimo

ritira al

fi

fcato dall' ambizione

che avendo pratticato come Capitano gloriofp nelle pi nobili Parti della_j
Grecia , grato , anzi gratiffimo alla fplendida Corte Imperiale , defiderava
Qyeflo
tuttavia far ritorno in Itaca fua Patria ofcra , brutta , e faiTofa
Amore della Patria perpetuo, per l'eterno obbligo, ed onore, che a__j
quella di natura ciafcun le deve , come il Figliuolo al Padre ; elTendo Noi
in quella generati , ed avendo in Effa ricevuto lo fpirito e 1' aura vitale :
anzi per quanto aflerifce Platone in Critone , e J erode , maggior l' obbligo , e 1' onore che fi deve alla Patria , che alla Madre , ed al Padre
dal quale prende il nome la Patria . ^i nomen TatriiC impofuit (^ dice Jerocle ") a re ipfa non temere Tatriam nominavit , "jocabido quidem a Tatre deduco , pronuntiato tamen faminina terminatione , ut ex ntroque Tarente mxtum-a
^tque htzc ratio nfinuat Tatriam unam ex aqao dnobus Tarcntbus colenejfet
dam effe Tneferenda igitur omnino ej Tatra utrms Tarentam feorfim
ne
autem,
fimnl quidem Tarentes ambos majoris fieri , Jd squali onore dignari
eJ
alia ratio , qHi non tantum aquali , [ed majori , etiam quam fmtd ambos
Tarentes honore Tatriam afficere monet , neque j'olum iffis eam prsfert , jed etiam
Liberis ,
Vxori ,
^micis ,
abfoluto fermane rebus alis omnibus poji
Deos
Dello fteffo parere Plutarco ne' Morali . ^t enim Tatra
ut
Da
Cretenf'.im more loquar , Matria plus 'in te , quam Tarentes tin jus habet
tale obbligo , ed affetto naturale nafce che ciafcuno ama la Patria fua , ancorch minima ; n fa eccezione da luogo a luogo per umile , o fubiime-^
che fia Iflyffes ad lthac fuie faxa ftc properat , quemadmodum ^Agamennoru,.
ad MycenavHm nobiles Muros
Iberno enim Tatriam quia magna ej. amat, fcd
Dice Seneca Filofofo , che Ulilfe s' affretta andare tra i fafli d' Iquia fua
taca fua Patria , con quel medefimo amore e defiderio , che Agamennone Imperadore tra le nobili Mura di Micena ; perciocch niuno ama lo-j
Patria , perch fia grande , ma perch fua , anxandofi naturalmente per
fua ; crefce tanto oltre 1' Amor della Patria nel cuore de* fuoi Cittadini
che acciecati da quello , non ifcorgono lo fplendore delle altrui Patrie , e_3
pi a tal' uno diletter la fua Valle , Montagna , e Bicocca , la fua DeferVolgato quel Proverbio Ta~
ta e barbara Terra , che la nobil Roma
tri.e fumus igne alieno tHcidentior
Il fumo della Patria pi rilucente , che
fuoco degli altri Paefi , e per 1' abbiamo figurato verfb il fumo , volil
tando le {palle al fuoco . Ha quello motto origine da Omero , nel principio della prima Odiifea .
.

&

&

&

&

&

&

,,

Catc-'

ICONOLOGIA

ut

Cxterum 'Vliffes
fumurn exemtem videre
TatriiC fitte mori defiderat
replica Ovvidio nel primo de Tonto
Cupens

L'

ifteff

molto bene efprimono

wl

il

T^on dubia

Fumum
ISl^efcio

Ducit

^id

Amore

dolce

Ubaci prudenza

efl

de

con

della Patria
;

fi;d

altri

Verfi

chc_

tamen optat

Tatriis pojfe videre focis

quod natale folum dulcedine cim&os


<& immernores non finit effe fui :
,

melius

B^ma

Scythico quid frigore pejus ?

Huc tamen ex lla Barbarus xJrbe fiigit ?


Luciano ancora nell' Encomio della Patria riferiice il medefimo detto
Tatrite fitmus luculentior homini <videtnr , quam ignis albi
All' Uomo pare pi
lucente il fumo della Patria , che il fuoco d' altrove ; dal che non fia ma.

raviglia

che quafi

tutti

Roma

chi in una cofa


,
perch l' Amor delimpedifce che non portino difcernere

biafimano

Forallieri

chi in un* altra lodando ciafcuno la


la Patria, che il lor vedere appanna

Patria fua (^)


,

grandezza fua , e per non hanno riguardo di tenerla fraudata delle-


lue meritate lodi , nel che moftrano di poco faperc ancorch Euripide
dica , che non ha retto fapere Colui , che loda pi la Patria degli altri
che la fua
la

Meo

qtildem judicio non refi fapit

Tatrite Terr.t finions

fpretis

^lienarn laudat

Anzi

* moribus gatidet

alienis

mio giudizio molto pi mollra fapere Colui

che conofcc ]a_j


,
columi , e la differenza > che ci da un luogo all' altro Onl lever il
velo della Patria affezione davanti gli occhi , che_>
tiene , e chi vorr dire il vero fenza paflione confermer il paAteneo , il quale ancorch Greco , e Gentile Autore ne! primo
chiama Roma Patria Celefte , e Compendio di tutto il Mondo Cevero , non tanto per la bellezza ed ameniti del Sito , e la foavia

qualit de*

de Chi
bendati
rere di

Libro

lelle in

Cielo , quanto perch in quella ha voluto fondare la fua Santa ChieCreator del Cielo ed ElTa refidenza del fuo Vicario , che tiene_>
Compendio poi del
le Chiavi del Cielo j e vi difpenfa i Tefori Celefti
Mondo 5 poich in quella non folamente concorrono moltitudine di Genti
di Francia , e Spagna , ma anco vi li veggono Greci > Armeni , Germani ,

t del

fi

il

Ingleli,

La majaviglia che nafct

[a)
lutti
sii

in

me

quefto particolare ha pollo

' nota a

Roma

che

il

Callellini

attribuifca

qiiafi

Sia detto con fua buona pace , Egli


fenza confiderarc pi oltre, ci che f li venuto

Foraftieri la cecit di biafimare


,

Mondo

la grandezza , la magnificenza , la beled impoflbile che il Caftellini abbia faputo j ed abbia fentito da quafi tutti i Foraftieri biafimare Roma , f non ftu
lorfc da qualche bizzarro Umore , che avr pretefo di Lui prenderfi giuoco , col
farlo alterare
abbaffando i meriri della fua Patria ; ed Egli dall' Amore deUa

alia

lezza

Penna
,

la rarit

tutto

delle cofe di

il

Roma

fteff Patria

accecato

dimoftra avergli fatto ottenere

1'

intento

P R I Ai 0,

Inglefis

Okndefi Elvezj, Mofcoviti

tant

Capadoces

113

Maroniti, Perllani, Aflrican, Tracj


Mori, Giapponefi , Indiani, Tranfilvani , Ungari , e Sciti, appunto come_s
dice il fuddetto Ateneo . ^andoqmdem in ea ^rbe Centes edam tota: habi"
ut

Scythte

Tonti

1<(atones

&

alia complures

quamm

con^

In quelia guila tutte le parti della


Terne TopiUis efi
Terra vengono ad eiTere volontariamente tributarie del fuo fangue , de*
fuoi Figli , e Cittadini a Roma , come Capo del Mondo , per il che con
molta ragione tuttavia chiamar fi pu Afilo , Teatro , Tempio , e Compendio dell' Univerfo , e poffiamo confermare quello che afferma il Petrarca con tali parole
Hoc ajjirmo , quod totius humana magnificenti^ fupremum domiclium I{pma e/l , nec efl tdlus tam remotus Tenarum angulus j qui
hoc neget
E f il medefimo Petrarca in alcuni Sonetti ne dice male ;
emenda anco un tale errore con foprabbondanti lodi nelle fue Opere Latine , in quella copofa Invettiva , che fa cantra Gallum , nella quale da

curfHs habtabilis

totiits

Lui celebrata con

^rx

si

nobile encomio

B^ma Mundi

caput

^rbum Bigina

Fons omnium memorabilitm exemplornm .


E f P avefife veduta nelP ampliffimo Ilato in che ora fi trova accrefciuta
ed oltremmodo abbellita , non avrebbe meno detto
TaMuri quidem ,
Sedes Imperli

Fidei

Catboliae

&

latia

alla

cecidenmt

gloria dell'

gloria nominis immortalis

immortaL

^ome

efl

corrifponde

Ma
I'

detto avrebbe-
ed eccelfa Maefli

piuttollo

eterna

poich in Efifa rifplende lo Splendore degli Edifizj moderni


emuli dell' antica magnificenza , le cui velHgia danno maraviglia e norma all' Architettura ; in Efla fi gode 1' ampiezza delle Strade , In EflTa ve-

della Citt

,
ObellfchI , Colonne , Archi , e Trofei;
Statue
fatte da antichiffimi Scultori nominati da Plinio,
in Efla confervanfi
Figli
il
Laocoonte
Dlrce legata al Toro , ed altre molte,
la Niobe co'
,
,
alle quali fi aggiungono Opere moderne di Scultura
e Pittura , che oggid

defi

1'

altezza de' fuperbi Palazzi

fama degli Antichi non cede oltre il corfo confueto del Tebro Re de*
Fiumi, vi abbondano copiofi Acquedotti, e fcorrono diverfi Capi di Acque,

alla

e fiorifcono deliziofi Giardini , per i fuperbi e fpaziofi Colli , e quello che


importa pi , Hanno In piedi inliniti Monaflerj , Luoghi pil , Collegi , e_j
In quanto alla Corte di Roma_j
Tempi veramente Divini e Sacrofinti
aflbmigliar fi pu alla Gerarchia Celefte , ficcome Pio Secondo prattlco nelReali ed Imperiali , 1' alfomiglia nell' Apologia che fcrive a Marle Corti
Infar Calefis Jerarchis diceres B^pmanam Curiam , intuere , " circue^
tino
perlitllra Trincipum ^tria , e>- I{eg!im vAhUs ntro [piato ,
Mmdum ,
fi
In quanto a' nobiliflimi Ingegni,
qua eji Curia jmlis tApoflolicte refer nobis
che continuamente vi fiorifcono , fuperfiuo il ragionarne ; poich in Elfa,
e nafcono fellciffimi , e venuti di fuori fi affinano, come 1' Oro nella FuQylndi che molti giungono in Roma gonfi e pieni di fuperbia
cina
prefunzione
di fopra fapere , che poi fi partono umiliati pieni di fupoe
re , n mette lor conto "S dimorarvi , perch vi perdono il nome , come
i Fiumi , che entrano nel Mare . Concetto di Pio Secondo nel Libro XI.
^emadmodum Terra Filmina quantumvis ampia
de' fuoi Commentari
LoSores domi clari ,
profunda ,nomen amittmt ingrejjo Mare , ita
inter fuos
.

&

&

&

&

&

ilk'

ICONOLOGIA

114
illuflres

B^manam tdemtes CurUm

inter

majora lumina, nomen

& hcem

amitumt.

che nella prima Centuria

vigefimaterza , reTaccia Giulio Lipflo ,


, Pillola
torbolenta
e
tutta
puta Roma Citt confula e
Italia incoita di fama c_
,
fia
fondato
non
fcritti
fapere
fopra
Scrittori antichi Rodd
, quaficch il fuo
mani , apprefo ed imparato anco da' moderni Italiani . Dalli Beroaldi , da
M. Antonio Sabellico > da Lorenzo Valla, da Guarini , da Marfi , da Rafaello Volaterrano , dal Bembo , dall' Alciato > da Colhnzo Fanefe , dal
Merula > dal Calderino , da Gio. Battilla Pio e da altri Commentatori ,
ed Oratori, Poeti Iftorici Romani; dal Biondo, da Pomponio Leto, da
Angiolo Poliziano, Marfilio Ficino, da Gio. Battifta Egnatio, dal Merliano , da Andrea Fulvio, da Celio Rodigino, da Polidoro Virgilio, da Pietro Crinito , da Lilio Giraldi , dal Panvino , dal Sigonio , da Pietro Vittorio , dalli Manucci , da Fulvio Orfini Romano, e da altri Italiani Ollervatori della Romana antichit , fpecialmente da AlefTandro ab Alexandre .
Ma come pu chiamare Italia incolta di Scritti , f tutte le altre Regioni doppiamente di Scritti fupera , poich abbondante e colta non lolo
9eir antica fua lingua Latina , ma ancora nella materna volgare, ricca di
vari componimenti , e di Poefie terfe , colte , e dilettevoli al pari degli
antichi Greci , e Italiani
e per non andar vagando per Io tempo paiTato,
oggid in Roma fola nel Sacrofanto Romano Senato di Cardinali , vi fono
Storici , Jurifconfulti , Filofof , e Teologi tanto colti e copiofi , chc_>
tutte le altre Nazioni di Scritti potTono confondere , Bellarmino nella Filofofia , e Teologia , Mantica , e Tofco fingolarilTmi nella Legge ,
Afcanio Colonna nelP Oratoria facolt di nativa facondia Romana , ed il
Baronio nella Storia , di cui fi pu dire , quello che del Romano Varrone
diffe S. Agollino Uh. 6. cap. 2. della Citt di Dio .
Tarn multa legit , ta
aliquid et fcrbere 'vacaffe miremur ; tam multa, fcripft , qtam multa vix q:tcmSe fi voledero poi numerare altri Autori Ita(fuam legere potuijfe credamits
liani , e Romani , che al prefcnte per Roma llanno nelle Religioni , nelli
Collegi, nelle Corti, e Cafe private, fenza dubbio andareflmo in infinito;
e tanto pi f voleffimo ufcir di Roma , e dilatarci per tutta Italia , la
quale Hata ripiena di Uomini Letterati e Valorofi , ficcome in ifpecie_
Roma , Onde con molta ragione il Petrarca fi tiene buono di eilere ItaSum
liano , e fi gloria di eifere Cittadino Romano nella fuddetta invettiva
"jer Italus "Catione ,
B^omaniis Civis effe gloriar ; de quo non tnodo Trincipest
Mmdique Domni gloriati funt, j'ed Taulus ^pololus , is qui dixit , non habemus
he manentem Ciiiitatem , ^rbem I{pmam Vatriam fuam facit . Ma torniamo alia Figura , f 1' Amor della Romana Patria lacerata da certi invidiofi Au-,

&

Oltramontani poco a Lei divoti , m' ha trafportato alle fue difefe c_j
non deve a niuno rincrefcere ; per effere Ella Patria comune .
La Corona di Gramigna fimbolo dell' Amor della Patria , ia quale
dar fi foleva a quel Cittadino , che avcffe liberata la Patria dallo alTedio
de' nemici , e faccvafi di Gramigna , perch fu oflfervato , che era nata nel
luogo dove fi trovavano rinc'iiui gli alfediati . Fu dal Senato Romano data a F.ibb Maflinio
che nella feconda Guerra Cartaginefe liber Roma_3
tori

lodi

i.

dallo

TOMO PRIMO.
dallo afTedio

ed

era

ad un Guerriero, conforme

Chi giova a

tutto

il

Corpo

11^

e onorato premio che dar fi potetTe


opera che maggiore non fi pu fare, perch

pi nobile

il

all'

della

-,

Patria

giova a ciafcun Cittadino

mem-

Dir pi^ che Chi da falute ad un' membro , da falute a


tutto il Corpo ; e per Chi giova ad un Cittadino , giova ancora alla Patria
perch util cofa alla Citt ed eipediente la falute di un' ottimo e giovevole Cittadino . Per tal cagione davafi ancora un' altra Corona a Chi'
aveffe falvata la vita in battaglia ad un Cittadino , e fiicevafi di Qiiercia ;
perch da quella i pi antichi il cibo prendevaiio e in vita fi mantenevano , come piace ad Aulo Gcllio , con tuttocch nelle QiiilHoni Romane
bro della Patria

altre ragioni Plutarco arrechi \_<i'\ . Sicch 1' Amor della Patria deve_i
-primieramente in genere abbracciare tutta la Patria ; e fecondariumente
iipecie ogni Cittadino per maggior utile , confolazione , e quiete della Citt.
Il precipizio alli piedi , co' quali conculca intrepidamente le armi , fignifica , che non fi prezza niun pericolo di vita per Amor della Patria ,

come Anchuro

Mida Re

figlio

che ipontaneamenie:per dar falute

Frigia

di

Patria loro

alla

Marco Curzio Romano


fi

tolfero

di vita col preci-

terra ; e in mille altri che ingenerose imhanno fparfo 'il finguc per la Patria
Neftore famofo Capitano nella
iUiade di Omero volendo dar animo a' Troiani per combattere contro i
Greci j propone che il morire per la Patria cofa bella.

pitarfi nella peftifera apertura della

prefe

Tugnate cantra
FulneratHs

Moriatur

Onde Orazio

nella 2.

Dulce

E Luciano

<vel

tiaves frequentes

non eriim

Ode

del 3.

<& decomm

Encomio

qui autem

mortem ,

"jeflmm

fatim feciitus fucrit ,


indecorum pugnanti pr Tatria mori.

percuffus

efl

lib.

d'"

dilfe

pr Tatria mori.

che nelle ofTervazioni Miniuno far che adita quella voce fia per aver terrore di morte e di pericolo alcuno ; imperciocch ha eificacia il nome e la commemorazione della Patria di far diventare un' animo timido , forte e valorofo , per I' obligo che
fi deve , e per P amor che f le porta, incitato anco dallo Itimolo della Gloria che fi acquifta al proprio nome ed alla fua Stirpe in vita e dopo morte
ficcome con dolce canto copiofamente efprime Pindaro nell' lithmij , Ode
7. fopra la Vittoria di Sterpfiade Tebano, il cui Zio materno combattendo
mori per la Patria
>AvHncdo cognomini dedt commune decus , cui mortem Mars areo clypeo in~
litari

vale airai

nell*
,

fi

della Patria fcrifle

dice che la Guerra

fi

piglia per la Patria

.,

ftgnii

attulit

[ed houor pnecLirs

cjits

falis exadverj

refpondet

fciat eninu>

certOt

(jf) Le ragioni , the Plutarco ne' fuoi Problemi apporta fono ; o perch nelle
Spedizioni Militari la Qiiercia la pi facile a rinvenirfi , o perch era confecrata a Giove 3 ed a Giunone , che alle Citta prefiedevano , o perch il Coftume
ftato prefo dagli Arcadi , ai quali fi attribuifce una certa tal quale correlazione
con la Quercia ; giacche come i primi Uomini a nafcer dalla Terra fono ftati gli

Arcadi

cos la Quercia

fi

dice

nata prima di tutte

le

altre

Piante

ICONOLOGIA

ii6
ce-fto

qu'icimque in hac nube grandincm Janf^mnis

Cmbus depellens
cumulare ,
dum vivet

tinm

&

^mcnto

di

per contrartum exereitunt


5

cr

citm obierit

gloria pot arrecare

Ma

Sterpfiade alla

cara

Tatria propidfat cxi-

flirpi f

maximam

gloriam ac'

per mio avvilo poco accrefcL-

memoria

nome

di fuo Zio

perch lenza comparazione alcuna molto maggior gloria e morir per Amor
della Patria, che vivere nelli feftevoli combattimenti IftmJ , Nemei , Pitj,
ed Olimpici cantati da Pindaro . Per qual cagione penfiamo noi che Ligurgo Legislatore e Re de' Lacedemoniefi ordinafTc , che non fi fcolpiife no*
.me di morto niuno in fepolcro , f non di quelli coraggiofl Uomini , e Donne t che foflero onoratamente in battaglia morti per la Patria ? Salvo perch riputava eflfere folamente degni di memoria quelli che foffero gloriofamente morti per la Patria . Turboffi alquanto Senofonte Filofofo Ateniefe , mentre faceva Sacrificio) quando gli fu data nuova, che Grillo fuo Figliuolo era morto j e per levoffi la Corona di Tefta ; avendo poi dimandato in che modo era morto efifendogli rifpofto , che era morto animofa-

mente

intcfo ci di nuovo fi pofe la Corona in Capo , e mo,


pi allegrezza per la gloria e valore del Figliuolo , che dolore per la morte e perdita di EQTo , quando rifpofe a Chi gli die la funefta nuova . DEOS precatus fum , ut mihi Fitius non imortalis , ac longxviis
in battaglia

ftr di fentire

cum inccrtum

fit an hoc expediat t fed ut probus ejfet , ac "Patrizi amator . TePlutarco ad Appollono
Da quelli particolari fi pu giudicare , che 1' abito Militare molto ben
convenga all' Amor della Patria, llando fempre ogni buon Cittadino alle
occorrenze pronto e apparecchiato di morire coli' arme in mano per la
fua Patria , opponendofi a qualfivoglia fuo pubblico nemico
e in vero ficcome I' amico fi conofce alle bifogna , cos 1' Amor della Patria non fi Icorge meglio , che negli urgenti bifogni di Guerra , ove Chi 1' ama antepone
la falute della Patria alla propria vita e falute .
Antico dilfi j perch gli Antichi hanno dato Angolare eflempio in amar
la Patria, e moftrato fegni evidenti di Amre , come gli Orazj, li Decj,
e li trecento e fei FabJ , feguitati da mille Clienti, che tutti generofamen-

ejfet

llo di

con fama e gloria loro me ifero


portarono Roma Patria loro
te

la vita

per lo fvifcerato

Amore

che

FATTO STORICO SAGRO.


accefa tra Giuda Maccabeo ed il Re Antioco Euchiaro apparve quanto valeCfe 1' amore del fuo Popolo iti_
Eleazaro Figlio di Saura , e ( come vuole Giufeppe Ebreo nelle fue Antichit Giudaiche ) Fratello di Giuda . Aveva Antioco ordinato un formida-

NElIa

fiera Battaglia

pa.tore

biliflimo

Efercito compollo di centomila Pedoni

ventimila Cavalli

C-j

trentadue Elefanti ammaellrati alla Guerra . Ci pervenuto a notizia del


Maccabeo , fi fece incontro al Re nemico , che afcefo era la fortifima_s
Citti di Betfura , e fi ferm col fuo Efercito ad uno llretto pa.fo , detto
Bedofcaria , o Bethzacara . Da Bctlifuru Antioco condulfe per iilretta via
il

fuo

rX)MO PRIMO,
fuo Efercito

Giuda

117

giorno ordin tre Schicre e comand che gli Elefanti feguiffero 1' uno \' altro , non potendo per
Io flretto luogo ordinarli per largo . Circondavano ciafcuno degli Elefanti
5000. Pedoni , e 500. Cavalli Portavano gli Elefanti grandi Torri coplj
Arcieri , che da quelle faettavano il Nemico . II rimanente dell' Efercito
era dillribuito per ambduo i lati del Monte, e facendo dar fuono alle_>
Trombe fi avvanz Antioco contro Giuda , comandando che fi fcopritfero
i Scudi
di Oro e di Metallo , acci TpargelTero il lampo ed abbagliai
fero gli occhi de' Nemici . Non fi fmarri per Giuda in veder quefto ,
anzi valorofamente refiftendo , fecento Uomini delle Regie Tnippe- rimafero eftinti . Eleazaro vedendo uno de' maggiori Elefanti ornato delle Armi Regali e penfando che fbpra effer vi poteffe lo ftelfo Re , coraggiofamente f gli fece vicino , ed uccidendo molti di quei , che gli erano d' intomo , li cacci in fiiga; quindi entrato fotto il ventre dell' Animale) 1' uccife , e cosi cadendo fopra di Lui , collo fmifiirato pefo 1' oppreCfe . LiK
I. de Maccab, cap. 6. ^ntich. Giud. di Ciuf. Ebr. lib, 12. cap. 14,
il

a'

Steccati di

e venuto

il

-,

FATTO STORICO PROFANO.


COdro

Re degli Ateniefi , o de' Lidj , come altri vogliono , mentre^


guerreggiava con Doriefi , confultato 1' Oracolo di ci che di tale
Guerra avvenuto farebbe , ebbe in riipofta , che f nella Battaglia non vi
periva il Re , i Doriefi farebbono rimafti Vincitori . Codro fi difpof pi
che volentieri a procacciarfi la morte . Tale rifpofta per dell' Oracolo fi
divulg ancora tra gli Avverfarj ; perlocch fu avvertito ogni Soldato che
fi riguardafle la Perfona di Codro .
Non folo i Nemici ebbero quefta avvertenza , ma gli ftelTi Ateniefi , o Lidj , che all' eltremo amavano il Loro
Re fi difpofero ad opfervare che da alcuno offfb non foflTe . Prefentito
ci da Codro , per ingannare e gli uni e gli altri , ed apportare il Salvamento alla f.ia Patria , depofte le reali Infegne e confondendofi tra pi
baffi Soldati , s* inoltr nella maggior calca de' Nemici , e quivi efponendo il petto ai maggiori perigli , fu finalmente , non conofciuto , dal ferro degli
Avverfari trafitto , e colla fua morte don a' fuoi la Vittoria
Tlutano appreffo P .yiflolfi neW Offic. Stor. lib, 4. cap. 9.

FATTO FAVOLOSO.
dal Trono di Roma fcacciati i Re nel tempo che Ja
Confolare Repubblica fioriva , Cippo Uomo di gran valore , che era
fiato fpedito dal Senato in una grande Imprefa
nel ritornare alla fua Patria Vincitore , accafo affcciatofi ad un Fonte mir effergli nate nella Te
fta due Corna : Fece fr facrificio ; interrog 1' Arufpice cofa ci indicar
voleffe . Rifpof Oiiefl^i che dalle vifcere delle Vittime aveva rilevato ,
che Effb farebbe fiato Re di Roma
Si turba il fedele ed amorofb Cippo , e rifolve prima foffrire un perpetuo Efilio dalla fua Patria che vederla

DOpocch furono

-,

ICONOLOGIA

ii8

Scrive immediatamente

al Senato, che per urgentiflime_


Fato
gli vien proibito il portarfi EiTo
dal
giacch
,
dentro le Mura di Roma . Rec grave dilturbo la Novella , e munita e
Cippo acben fortificata la CittJi, i Principali di quella a Lui vennero
ci non fi vedelTero le Corna , che il Regno gli prefagivano , orn la propria Telta con vari ornamenti foliti a concederfi ai Vincitori , e colla Corona di Alloro agli occhi de' Riguardanti le afcofe ; quindi parl al Popolo
Romano , e diife che in quel luogo fi trovava Perfona i a Cui il Fato dellinava il Regno di Romolo ,e che il fegno erano due Corna, che gli erano
nate in Fronte ; perci determinaffe o di dar la morte a un tal' Uomo , o
di condannarlo ad un perpetuo Bando ; e quefto detto, fi lev I' Alloro di Tclla
Reftarono forprefi i Romani, ammirae fece vedere eCfer Egli quel deCfo
rono I' affettuofa cura contro felleflb di Cippo , accudirono a' Tuoi Configli , lo condannarono ad un perpetuo Efilio ; e per far profetare il vero al
Dellipo , che voleva che fofTe Re di Roma un' Uomo che avefle le Corna,
fecero far di bronzo una Telb rapprefentante Cippo , e con folenne pompa
comandarono che fofle collocata in quella Porta , per la quale doveva paffare trionfante il yirtuofb ed amoroio Romano . Qi-v, Meum. lib. i y.

derla fogjctta

cagioni a Lui

fi

porti

AMORE

TOMO PRIMO,

lip

AMORE IMPUDICO
DeW

sAbttte Cefare Orlanii

Giovane

nudo di chioma inanellata ^ con gli occhi bendati con il vol, e color di fuoco . Dagli Omeri gli penda al janco la
Faretra ripiena di Saette , appefa ad una benda formata di Rofe j e Spine.
Con una mano tenga una Serpe in tortuofi giri avvolta e che abbia Ia_j
Tefta verfo la Terra ColP altra una Face accefa . Abbia Je Ali legate .
Venga guidato da un Fanciullo parimentf cieco per Balze; Precipizi, e_j
Vie Hmacciofe , per le quali ftrafcni un Cuore . Si dipinga una Lepre^
infeguita da* Cani
to rubicondo

amar non
"Hata

fol

fi

divieta

^Alma hen

per amar

ma

naUn

degno Oggetto,^

Ella per') pria che da Leifia detto,


Sefleffa eflimi , e i pregj ond' Ella ornata

^alor

^Ima

Io da forfennata
mmortal dietro un mortale afpetto

Tarmi

d rozzo Schiavo

correr

wgg*

a Lei [oggetto

Veder Donna Binale innamorata

ml

ICONOLOGIA
^Ima

ixo

%Ami V oin'imA
2fgiial

un'

bdkzza

ammiri

in

ugual fplendor natio

Ejfn

amar fra i Vari libert conceffa .


Tmt f V ^nima nutre un bel desi
D' amar fuor di feflejfa , e di fefeffa
Cofa d' amor pi degna j ami fol Dio
Con quefto belIifGmo moral Sonetto del Marchefe Gio: Giofcffo Orfi
dar io principio alla fpiegazione della mia Immagine , intendo porre
.

nel
la_j

diluizione che corre tra Amore e Amore : dall' Amore cio neceflarioj
che quello di Dio della propria Anima , e dal fuo fimlle ; dall' onello
e pkufibile , che quello di contemplare nelle cofe belle mortali
Che fon feda al Fattor Chi ben le fiima
Petr.
la Divina bellezza ; dall' Amore delle cofe puramente terrene ed a feconda foSi avverta peraltro di non confondere nella Contemplazione
lo del Senfo
del Supremo Bello , per mezzo del Bello terreno , 1' Amore ingannevole
e fenfuale . Sotto la fembianza di un Amore onefto , non fi celi un penlicro meno che faggio , un deviamento di Ragione .
.

L'

amar non

divieta

fi

E' vero : Si ami , ma ami 1' Anima nollra non altrimenti che come
viene {piegato in un' altro legjriadriflimo Sonetto dal medelimo Orfi .
Impara di falire , .yinima mia >
^l Sommo Ben da una belt mortale :
ornare a tuoi penfieri apprefla l' ale ,

Cintia co' rai fegna la via


gradi trafcorri : alzati in pria
Dalla materia ; e in feparar dal Frale
Il puro Ejfer del Bello , apprendi quale

Ter

di

tre

V incorporea

Se pi

Fuor

t'

alzi

del

belt

dell'

e Lei

^Ima

fia
fia

miri in fecnrtade

Corpo , e del tempo , allor comprendi


xAnvdica beltade .

V immiftabile

^<indi all' unico Bello infine afcendi :


Che f oltre la materia , oltre l' etade
oltre il numero arrivi Iddio gi intendi

Quando

ami , felice nobiliffimo amare ! In altro modo ci facciamo Ribelli a Dio, Tiranni a Noi ftefl , Nemici i pi terribili alle_
Perfone ftelfe che follemente non meno che abufivamente diciamo di
amare . E fono quefti g' inevitabili effetti di un* Impudico Amore del
quale cos il Guarini nel Paftor Fido Scena V. Atto Primo
Come il Gelo alle Tiatite , ai Fior l' ^rftra ,

cosi

fi

La Grandine

Prefo da

alle

Spiche , ai Semi

il

Verme-,

Le B^ti ai Cervi-, ed agli augelli il Vifcot


CoH nemico all' 2Jom fu fempre ^Amore .
Teocrito Idil. 8.
^boribus mala Tefis Hyems Sitis arda Terrn

Squalor

rOMOPRIMO.
Squalor .Aquis y Cewis retta

izi

^lii

Vifcus

"Pana Viro MuUebris ,Amor


Giovane , e nudo : Giovane per eflere la Giovent Et ia
Nudo pec
cui pi che in qualunque altra flgnoreggia la mal nata Pafllone
dimollrare nella Nudit la Sfrontatezza dell^ Impudico , come ancora per lignificare che i Seguaci de' lafcivi piaceri rimangono per lo pi fpogliati
e privi d' ogni bene ; Perdono gli Averi perch tutto fi lafciano rapire
dalle infaziabili Loro Sirene ; Perdono la Sanit , la RobuHezza del Corpo ; Perdono finalmente il tutto nel perdere la bellezza dell' Anima propria.
Gli Occhi bendati dimoftrano che 1' Uomo , che fi dato in braccio ad
un tale Amore , perde il lume della Ragione , n pi vedendo il Sentiero
dei dritto e dell' onerto inconfideratamente ed alla cieca opera
La Chioma inanellata e ricciuta Simbolo della Mollizie e dell* InSI dipinge

continenza

Volto rubicondo e color di fuoco v fpiega la forza e gli effetti di


Amore nel fangue noft:ro j che ribollendo , e le vene tutte ricercando ? accende e ftimola il Corpo agli atti impuri , e turbando la ferenit della
mente eccita a' defiderj pravi ed inonefii Un' Uomo acceib di tale Amore efce di fellclTo , non pi deCfo
pennello lo rapprefenta Plauto
Il

in Ceitellaria

Jaior

cruciar

Exanimor

-,

agitar

feror

flimulor

dijferar

tAmors rota mfer l


:
ita nnllam mentent
ibi efl animus

in

nierfor

diflrahor

dtnpior

.Animi habeo : ubi jUm , ibi noti fum ,


Ita mihi omnia, ingenia ftmt ; quei lubet
Ita.

me ^mor lapfum ^nimi

B^iptat

Modo

retinet

quod

jaclat

fuajtt

>

Maritiniis maribus

^nimum
Terdito

neqte

pernicies

largitur

dijfuafit

mecum

nifi

quod

expertur

nan lubet jam d continuo

fugat agit appetit ,


quod dai non dat
deludit

ladificat

dijfuajt
,

ita

oflentat

meum

quia mijcr non eo poffum

frangit
,

amantem

mthi dia abejl

Dagli omeri

al

fianco gli pende la

Per

le

Saette

Faretra di Saette ripiena per varj


o s' intende la preftezza con cui Amore
fcende nel cuore de' Mortali , o apparifce la rapidit delle fregolate brame degli Amanti , con cui defiderano di giungere all' acquiio di ci che
pi bramano ; o perch effendo quelle acute e pungenti , indicano le punture , che trafiggono 1' animo del Difoneflo, in fequela del commelTo errore.
Viene la fuddetta affidata ad una benda formata di Rofe e di Spine ,
per fignificare l'apparente foavit de' piaceri nelle Rofe, e la foftanziale
pena, e difgufti confecutivi a quelli nelle Spine,
II feguente leggiadriffimo Sonetto di Carlo Maria Maggi fpiega a maraviglia nelle Rofe , ove finge afcolta un' Ape che abbia punto Amore
il
Simbolo della pena procedente dallo lleffo Amore .
Significati

cio

d'

^pe

Tacila

man

Tunto

-,

celata infra le B^fe

che

i;i

flefe

incauto

^more

"Panfe

ICONOLOGIA

izi
Tiatife

Che

Or

Madre

alla

fi cipria

le ferite

intendi

la perfidia

belt del

nella

Ella rifpofe

efpofe

Fiore

Che fai nell' .Alme altrui dal tuo dolore


Ben le prova pi crude , e infidofe

Di

quelle

del tuo

dito

il

Via

tua

criideltade

in I{pfe di belt tue

Ma
Il

Maggi

V inganno pi

lo tolfe dall'

^mor

Oda

con pi forza adopri

Ci pungi a morte in promettendo

Cuore

noftro

Spina a "Hot Tu non ifcopri


in paragon di quefla ^Ape infedele ,

"Pur la

mele

punte copri

bello

pi crudele

il

Anacreonte

celebratiflima d

aliquando in

I{pfis

Jacentem ^pem
7^on vidit ,
ijdneratus

&

efl

Inque digitis morfus

Manus

ejula'vit

Currens itaque

^d pulchram
Terii

Mater

"Perii

>

&

volitans

inquit

morior

me

Serpens

&

Fenerem

perciylfit

quem

xAlatus

%Apem

rujlici

niocant

autem dixit : Si acideus


Tarn Udit ^picuU ,

Illa

Il

come

^tantum putas dolent


xAmor j quos Tu feris .
a' Riguardanti la Rofa
porge
Diletto che

prende
Gli
abbia

brevifllma

durata

fi

il

diletto

che

breviffimo tempo

dagl* illeciti piaceri

fi

pone in una mano una Serpe in tortuofi giri avvolta , e che_>


Telk volta verfo la Terra , per eflere , fecondo Pierio Valeriano,

fi

la

la. Sentenza di Filone , la Serpe Geroglifico del difonefto piacere ;


giacch la variata dipinta Pelle rapprefenta le varie dilettevoli lufinghe,
e allettamenti del fcnfo : 1' atto di cercare colla Tefta la Terra , indica_
che il Seguace di tali diletti fi ravvolge nel fango e fchivando il Celefte j che rendere unicamente lo puote felice, corre in braccio di un Bene
totalmente terreno , che altro non gli profitta che una deplorabile raefchinit . Gli avviluppi e le pieghe dimoftrano quali a dito gl'infiniti lacci
I
velenofi fifchi poi
ne' quali del continuo cade l' impudico Amante

che fegue

fono

lufinghe dello ftefTo male

che di nafcofto lottentra , e fotto


fpecie del bene il fraudolente inganno e la ruina afconde
Tiene nell' altra mano la Face accefa per fignificare nel fuoco la forza
le

d'Amo-

d'

ge

Amore
e

TOMO PRIMO.
modo

eh' tale e tanta

manda

in cenere

che arde in

cio debilita

11^

Corpo che
e confuma le di Lu
il

Io diftrug-

forze j e
mantiene.
Si vuole dimollrare ancora per la Face che l' impuro Amore non porgo
diletto mai intiero i o compiuto piacere che efente vada dalla fua pena
come appunto nella Face , nella quale vi lo fplendore che diletta > e lii
fiamma che brucia e tormenta . Parlando di tal Pafllone cos il Guarin
nell' Atto primo > Scena quinta del Paftor fido .
lo

Io

manda

in cenere

cio gli diflpa quelle foitanze

per cui

fi

chi fuoco ch'mmollo intefe molto

La

fua natura perfida

che f

malvagia

fuoco fi mirti > oh come "vago


oh come crudo \ Il Mondo
tocca

il

Ma f fi

-,

"Non ha di Lui pi fpavente'vol Mojro


Come Fera divora e come ferro
Tugna j e trapajfa , e come vento vola ,
dove il piede imperiofo ferma %
Cede ogni forza , ogni poter d Loco .
2{pn altrimenti ^mor, che f tu 'l miri
In duo begli occhi , in una treccia bionda i
Oh come alletta e piace oh come pare
Che goja fpiri ? e pace altrui prometta !

Ma

f troppo

t'

accofli

Sicch ferper cominci

o troppo

il

tenti

forza acqui/li ,
Ircania , e non ha Libia
,

t2V(o ha Tigre l'


Leon s fero , e s peflifer ^Angue ,
Che la fua ferit vinca j e pareggi :
Crudo pi che l' Inferno e che la Morte

Ibernico di piet

Miniflro d' Ira

' finalmente ^mor privo d' ^Amorc


Ali legate denotano che lo {regolato affetto delle cofe terrene ci
toglie il potere inalzare la noltra mente alle cofe Supreme.
Si figura che venga guidato da un Fanciullo parimente cieco che la
conduca correndo per balze j precipizi , e vie limacciofe , per le quali llrafcina un Cuore a cagione
di fignificare che .1' Amore > che fi lafcia guidare dal Senfo , rapprefentato nel Fanciullo anch' Eflb cieco , non pu fare a meno di non incontrare le ultime rovine , n vale freno a rattenerlo .
Cos '1 Ariofio nel fuoFuriofo Canto undecimo Stanza i.

Le

^mntimque
^nmofo

debil freno

a mezo

il

corjo

Dejirier fpejfo raccolga ,


I{aro per che di ragione il morfo
Lihidinofa furia addietro volga,

^tand'

il

piacer

ri'

ha impronto

a guifa

Che dal mei non s tojo fi diflolga ,


Toich gle ' venuto odore al nafo
O qualche flilla ne guj fui vafo ,

a2j

d'

Orfo

Ed

124
Ed

ICONOLOGIA
Cuore che viene

ftrafcinato per il fango denota il Cuore dell' Uoche folo occupato efifer dovrebbe per il fuo Fattore fordidamente involto in abominevoli immondezze
La Lepre infcguita da' Cani geroglifico dello sfrenato Amore , giacch o fia per la Lepre la cui fignificazione , sl,per tellimonianza di Filollrato , del Catani , di Pierio Valcriano , di UliiTe Aldovrando,e di molti altri Autori , la sfrenatezza della Libidine ; o
fia per i Cani , per i
quali vengono denotati g' impudichi
e
diibnelti amatori , non iolamentc
per la ragione della parola Chion che vogliono fignitichi amare , ma perch Efl con troppo ingordo appetito corrono dietro le Lepri , come gli

mo

il

Amanti dietro alle Loro Frine


Terminer la fpiegazione della mia Immagine coli' ottimo avvertimento
dell* Ariolto nel fuo Orlando Canto 24. Stanza i.
accefi

Chi mette

il

pie

Cerchi ritrarlo

amorofa pania
non i' invefcln /' ale ;
fomma ^mor-, f non infama,

full'

Che non in
%A p;indicio de' Savi tmi-verfale
E fehben come Orlando ognun non fmania.
Suo furor moflra a qualche altro fegnale
E quale di pazzia fegno pi. efpreffo
Che per altri 'voler perder fefiejfo ?
.

FATTO STORICO SAGRO.


AMnone

Figlio di David rapito dalla bellezza di Tamar Sorella di Af^


falonne altro Figlio di David , con tal veemenza di Lei fi accefe , che
perdette affatto ogni ripofo . Dalla fquallidezza del Volto fcoprendo Jona-

dab fuo Amico

di Lui Cuore , fi avvanz a interrogarlo deli tumulti del


cagione di tanta angufiia . Confid Aranone all' Amico ' impura fiamma . Fu configlato a fingerti infermo , ed a richiedere al Re Tamar per
per alfifierlo . Cos fece . Ottenne ciocch bramava ; e mentre da Lei era
aflilito preg gli Afl^anti a volerlo per poco lafciare con EfTa . Il che fatto , abufandofi del comodo che gli veniva prefiato , a forza all' impurit
Allo sfogo dell' impudica Paflone fegu inL_
del fuo Amore la fottopofe
L*
abborrl
la fcacci
Incontrata l'afflitta deturodio
.
,
Aranone un fubito
Quelbiil
Fraterno
delitto, e ne Itabili la
ATulonne
s'
immagin
Sorella
pata
da
,
vendetta . Fatto un folenne Convito dove Commenfale volle Amnone , ad un
Cenno da' fuoi ferventi lo fece miferamente trucidare . 2. de B^ cap. ig.
la

FATTO STORICO PROFANO.


MEntre h

Boemia a Wincislao fuo Re fervivi circa 1' Anno di Crillo


Signor noftro 1278. Un Giovane de' Nobili della Citt di Praga innamoratofi di una Fanciulla Ebrea , cos perduto di quella andava , che ne d
He notte fapeva trovar ripofo , Era il Padre della Giovane uno de' pi ricchi

TOMO PRIMO.

12$

chi Ebrei, ed Ufurajo all' ecceffo . Dalch il Nobile che Veleslao chianiavafi , prefe occafione d' introdurli in fua Cafa , moftrando di volere trattar con Elfo interefl, ed in tal guifa fi procacciava frequenti occafioni di
rimirare- e vagheggiare la fua amata . Avvenne che in quello frattempo

Ebreo , ed il Gentiluomo che afpettava favorevole cogiuntu1' impuro fuo


defiderio , 1' and a viftare , e dopo la vifita_j
finfe di Cafa partire ; ma il vero fi fu che fi nafcofe con alcuni fuoi in un
Camerino dell' Abitazione , e quivi in paflare che fece la Fanciulla , la
rap , e non oftante tutti i pianti e sforzi di Lei , le toife la Verginit
II
che fatto , e non ceflando i gemiti della milera Giovane , acci da alcuno
fentita non foffe, empiamente la fli-angol . Trovata la non pi Fanciulla_,
morta , pu ben crederfi quale il dolore fofle del Genitore
Nientedimeno confiderando Quefti quanto la Nobilt in grazia folFe della Corte , dirTimiil il fuo affanno , e afpett tempo a vendicarli
N fapendo come in
altra maniera fi fare , a forza di denaro corruppe un Do-meftico di Veleslao,
e lo fece alTaffinare Non pot 1' Autore dell' Omicidio di perfona s potente rtare lungamente nafcolto , ma venuto a luce a ciafcuno , fufcit il
furore della Nobilt , che fi teneva fortemente offela nella morte di Veleslao contro tutti i Giudei ; i quali per lo contrario conf^erendo la qualit
del misfatto alla Plebe di Praga , la quale fapevano efifere avverfaria a* Nobili , acquiftarono tanti Partigiani, che fi puotero porre in Armi , e
tenere
Teda alH Nobili Molto sforzo fecefi da amendue le Parti , ma prevalfe
la Fazione plebea ,
come pi poderofa di Gente e port a fuo agio la
giufta querela del Reato primo al Re ifteflfo , che fi apparecchi tolto di
punirlo fecondo I* atrocit della Cof , non ifcordandofi per la morte del
Nobile
La Nobilt che penfava dover efifer rifpettata in quel cafo dal
Re Wincislao , vedendo farfi fecondo l' anteriorit del fatto rigorofo Efame
circa lo Sforzo, ed Omicidio dell' Ebrea, arfe di grande fdegno contro
di Lui , reputandolo parziale della Plebe , e di fubito fatto di Loro Capo
un certo coraggiofo Uomo detto Sibonio , chiamato per altro nome Ca-,
po di Cane , ordirono contro di Elfo una fiera Congiura Anzicch al Los'

inferm

1'

ra d' ultimare

ro partito conduflero ancora Primislao Figlio dello iTenfo Re , il quale in


tal <:ongiuntura fper di porfi in Tefta la Paterna Corona . Fu il tutto fcoperto ; e I' avvifato Wincislao per troncare con celerit F ordito tradimento ,fece arreftare il Capo Sibonio , il quale tra tormenti die fuori il nome
di ventiquattro Nobili Congiurati . A tutti Coftoro , quando fiirono convinti , avanticch condannati folTero , mand il. Re nella .reipettiva Carcere un Pefce cotto per ciaiicheduno , quale fenza Capo , quale parta to
dallo Spiedo , e quale in pi pezzi fatto ; il che indizio era della morte
alla quale venivano condannati
ed in tal guifa furono tutti morti , e ceifarono i tumulti originati d^dla sfrenatezza di un Amore impudica v4/i.olf^
aggiunta all' Offic, Stor,
,

FAX-

ICONOLOGIA

iz

PATTO FAVOLOSO.
PRegato

Re

della Tracia dalla fua Conforte Progne Figlia di


conAtene a volerle condurre la Sorella Filomena
defcefe alle lue brame, e fi port da Pandione
QiJivi fatta la domanda,
vcdde Filomena, di Lei fi compiacque , deliber volerla in fuo potere a
qualunque collo .. Furono tante le preghiere , colle quali cerc movere

Tereo
Pandione Re

di

Suocero

che

ottenne che gli fofle confegnata la bella Fanvento , fi part d' Atene con 1' amato Pegno :
Giunti appena al Lido Tracio , comanda Tereo al Comandante del fuo
Naviglio , che fliccia gettare in acqua tutti i Greci s Donne , che Uomini ; Fu efeguito il barbaro cenno
Tereo finge tutta 1' amorevolezza a
Filomena , che era affatto ignara del feguito , la fa entrare in Porto , la conduce nella Citt, e nel Serraglio, dove altre Donne a'fuoi piaceri teneva
Qyivi le dice che per quella notte ripofi , non volendo per allora_j
deftare Progne
L' innocente condotta all' Appartamente additatogli dalle
infami Minillre dell' impudico Re , in quello placidamento fi crede ripofare,
mentre P impuro Amante fopraggiunge, 1' affale, la sforza , la deturpa . L*
infelice , anche dopo il misfatto , alzando al Cielo le ftrida , di Lui moCTe Io
fdegno in guifa , che barbaramente rifolvette tagliarle colle proprie mani la_j
lingua , come fece . Fattala poi racchiudere in una Torre , e fpargcndo
voce che in Mare fommerfa fi era , credeva che il tutto dovefle rellar
nafcofto . Ma la mattina Filomena avendo nella fua Carcere ricamata una
Tela , in cui chiaramente era rapprefentato 1' avvenuto , trov modo che
quella foflfe recapitata in mano di Progne . Comprefe il tutto 1' amorofa
Sorella, l'adirata Moglie. Prefa 1' occafione delle Felle Baccanali , fi porta all' infame Serraglio , con f conduce Filomena , fenza che altre ne prendino ombra , 1' introduce alla Reggia
Quivi a Progne prefentatofi un_>
Figlio chiamato Iti non meno fuo , che di Tereo , 1' uccide , lo fa cuocere , e in un Convito al Marito lo prefenta , e dopo che ne ha parte mangiato gli fa vedere la Teda
Si alz furiofo Tereo per uccider la Moglie,
ma nel feguirla fii trasformato in uno Sparviero , Progne in Rondine , e Filomena in Ufignuolo
Qmi. Metam. hb. 6.
il

ciulla

Die

finalmente

vele

le

al

AMPIEZZA DELLA GLORIA.


Di

SI dipinge
mano
in

Ce fare

I{ipa

per tale effetto la Figura di Aleffandro


e con la corona in capo
[
]
.

.-i

Magno con un

folgore

Gli

Negli antichi tempi, come afTerifce Plinio , folamente agli Dei veniva accordata
Per ftimokre poi ed animare aik Virt i Valorofi , hirono Inventate
diverfe fpecie di Corone , per mezzo delie quali A'enifTero ad cffer di iinti dagli
((7)

la

Corona

altri

Uomini

TOMO PRIMO^

i%7

Gli antichi Egizj intendevano per il folgore 1' Ampiezza della Gloria ? e
Fama per tutto il Mondo diftefa ; effendocch verun' altra cofa rende maggior
fu'ono t che i tuoni dell' aere da* quali efce il folgore ; onde per tal ca-

gione fcrivono g' Iftorici che Apelle Pittore eccellentiffimo > volendo dipingere 1' effigie del Magno Aleffandro , gli pofe in mano il folgore j acciocche per quello gli fignificaCfe la chiarezza del fuo nome dalle cofe da lui
fatte in lontani paefi portata i e celebre per eterna memoria . Dcefi anco,
che ad Olimpia Madre di Alefifandro , apparve in fogno un folgore , il quale le dava indizio dell' Ampiezza j e Fama futura del Figliuolo

ANATOMIA
Dell' .Abate Cefare

Orlandi

VEcchia

Matrona avanti una Tavola > fopra cui fi miri un Cadavere ,


che viene dalla detta fcarnificato . Abbia al Nafo gli Occhiali , ed
ofTervi attentamente le Incifioni , che vien facendo . Si dipinga con i Capelli rabbuffati
Verta Bufto e Sottana di color nero , colle maniche flrette al polfo della mano , e Grembiale fimilmente nero . Si dipinga il Sole
che co' raggi percuota , e penetri nell* interno del Cadavere Da una parte Scansa con varj Microfcopj, Schizzi, e Ampolle con entro diverf Liquori . Dall' altro lato altra Scansa ripiena di molti Stromenti Anatomici
.

come

ICONOLOGIA

118
come

Seghe ce. Uno Scheletro in profpcttiva . Tavolino coilj


1 eleni, Carta, Calamaro ce.
L'Anatomia, o Anotomla , o Notomia denota propriamente qucll' artficiofo tagliamento , che fi fa per 1' ordinario da' ProfefTori di Medicina
delle parti del Corpo Umano dapoi la Morte , per ifcoprirne T ellerni
ed interna di Loro teflitura, componenti, (Ito, azione, e figura.
Una tale Arte poi applicaii eziandio fu di qualunque Animato , Vegetabile , e Minerale ; anzi di pi una tal voce fi ellcnde parimente a denotare una qualche umana azione , o difcorfo , come appunto allorquando dicefi di aver anatomizzata la tale e tale cofa , che vale a dire , di aver
confiderato minutamente ed efquifitamente ii parlare , ferivere , ed oprare
Corcelli

di qualcuno.

10 nella prefente mia Figura intendo foltanto parlare

come Arte
Vien

fpettante

figurata

l'

Notomia

la

Umani

Incifione de' Corpi


nella

dell'

Anatomia

Perfona di una Vecchia Matrona

per

indicare la di Lei eccellenza , ed antichit . Non fi sa precifamente quando , e da Chi aveffe principio : Soltanto fi pu francamente alTerire effere
remota la fua origine , e fino da' principi del Mondo . Abbiamo da Eufebio , che Manethone antico Autore Egiziano rapporta avere Athotis Re

compofto molti Trattati di Notomia . E fecondo la Cronologa_j


degli Egizi quefto Athothis regn molti Secoli prima della Creazione di
di Egitto

Adamo
ticolare
le

E' innegabile la

lume

falfit di

onde conofcere

pi antiche Scienze

tal

Fatto

e conchiudere

nientedimeno
elTer

1'

ci

da un par-

Anatomia una del-

11 fapientifllmo Boerraave
ijitut. Medie. . ii. difcorrendo de' primi
Autori , e Cultori dell' Anatoma ci da giufto motivo di credere , e dire,
che a quella daflero occafione Extifpicid Sacerdotum Cadaverum balfamo ccndicndomm mos
Laniena pfa, proinoverunt cognitionem Fabrcx Corporis fani ,
caiifarurnque abdtarum ,
proximarnm tam fanitatis morb'tque , qtum pftiis
.

&

Denque incifio v'vorum ^ninhiUum in uftts pbilofophicos crc. e come


ricavafi da Ippocrate in una fua Lettera a" Dumagete informativa circa lo
Ikto di Democrito, creduto infermo di mente dallo fciocco Volgo degli
Abderiti , con fignificargli , che acmm'.data erant etiam ammalia multa per tovijcera >Ammaliunt
tum reja , e poco in appreflb Exurgens deambulabat ,
mortis

injpciebat

&

&

depopais

tone da Ippocrate

pfis

ne riport

[ inqut ] hujHs gratix re/eco


turam , ac Sedem quxrens

Ha

digreffus

rurfus

in rifpofta

defdebat

Su

di

che interroga-

^am ammalia hxc qux

non quod odio habeam

Opera Dei

'Vid^s

fed Bilis na-

avanti una Tavola , fopra la quale fi mira un Cadavere , che viene


dimoftrare l'azione propria del Notomifta , che l'ap, per

fcarnificando

prendere da tali incifioni la cognizione che richiede una tal facolt


Gli Occhiali , che le fi pongono al Nafo denotano 1' acutezza di villa,
che v* abbifogna per minutamente diftinguere tutte le pi tenui particelle
del Corpo , e 1' olfcrvarc attentamente , fpiega 1' attenzione ed il gravii_*
Che fimil geilo fia indizio di un fiifo penfire
oenfiero , che vi fi ricerca
.

non

TOMO PRIMO,

119

Latini per efprimere V attenzione grande,


provario
non malagevole
=3
frafe
Fixh
oculis intueri =! onde Cicerone pr L.
fervi
vano
della
fi
Fiacco =s \Jt totam caufam , qua? maxime attents , ut ajunt , ocuUs acerrimi
il

contempi amin

Cor tmim

elevai

Abbiamo anche
,

E parimente

Et

nelle Sagre carte Job.

magna

quafi

apprelTo gl'Italiani

Trar

fiato

e.

ly. v.

iz.

^MTe

cogitans attonitos habes oculos ?


1'

bocca aprire

Ariofto Canto 19, Stanza 95.

batter occhi

7^07 fi 'vedea de'' ^guardanti alcuno


Tanto a mirar a Chi la palma tocchi
De' dm Campioni intento era ciafcuno
SI dipinge con i Capelli rabuffati 1 per dimoftrare 1' orrore j che naturalmente incute una tale necefl'aria s , ma crudele carnificina . ' troppo
proprio che la Natura Umana fi rilenta al disfacimento di feftefTa . Giudiziofamente Dante da quello rabbuffarfi e drizzarfi di capelli , quafi caporiz-

form 1* accapricciare , o raccapricciare ; dicendo nell' Inferno Canto


14. dove parla di un Fiume d Sangue
Lo cui rojfore ancor mi raccapriccia
E nel Canto 22. del medefimo Inferno
Io vidi , ed anche H Cuor mi s' accaprccta .
Ed invero convien confeffare che necefTario a tale Efercizlo un ani-

zare

mo

feftelTo . Non fiprei preftare tutta la credenza a


raceonta di Erofilo , ed Erafiftrato i quali fi ha che viveCfero
o fotto Tolomeo Sotero , o fotto Tolomeo Filadelfo , amantiflmi delle_
Scienze , e Promotori della Cognizione della Storia Naturale . Quelli ebbero coraggio per invelligare la Natura ,di notomizzare Uomini ancora vivi L' autoriti di molti gravi Autori , e fra quelli di Celfo , danno al rac,

che fappia fuperare

ci che

fi

conto grave pefo . Erofilo , ed Erafiftrato incifero vivi parecchi Delinquenche i Re cavavano dalle Prigioni per rimetterli
ti condannati a morte >
nelle

Loro mani

con Bullo e Sottana d color nero , colle maniche flrette al


per indicare nel colore il terrore , che apporta la Morte > e per
elTere il nero apprelTo Noi fegno d cofa tetra , quale appunto fi I' incidere i Corpi . Con Bullo poi , e Sottana , cio in Abito kggiero , e_j
colle maniche llrette al polfo s e Grembiale , per ilpiegare la diligenza
1' attivit e
la fpeditezza che fi ricerca nella Meccanica di tale Arte .
S figura il Sole che co' raggi percuota e penetri nell' interno del
Cadavere a cagione d' indicare , che all' occhio del Notomilla devono e{~
fere patenti e chiari i pi reconditi nafcondigli del Corpo Umano ; e per
fignificare ancora che come il Sole fcuopre alla nollra villa ci che ci
neceifario- cosi l'Anatoma fvela agli occhi del Medico, o Chirurgo ci
che fa duopo che fappia intorno ki confervazione , e riparo a* dilbrdini
della Natura Di pi ; come il Sole co' fuoi raggi illuftra il Mondo , cosi
una tale Scienza nobilita la Medicina in modo , che fenza Elfa , dicano gli
Oppofitori ci che pi Loro aggrada , non merita 1' attributo di Eccellente , ed Iliullre . Poveri quegl' Infermi , che la Loro fventura li conduce_a
Si velie

pollo

alla

ICONOLOGIA

i^o

, che abbondando di un' inlpida verbof eloquenza


fu quella fondano tutto il Loro valore e fu quella affidati fenza avere un
principio di cognizione Anatomica * temerari fi accingono a delle cure empi

cura di

alla

Medlcaftri

-,

non temono di farfi , perch febbene impunemente appreflb il Mondo rei


nondimeno apprelTo Dio di pi e pi omicidi . Ed invero , effendo ie_^Parti interne del Corpo Umano foggette a vari e divcrfi accidenti e
malori come potr 1' Inefperto d' Anatomia fenza conofcerle ordinare i
convenienti rimedi ? Quando s' ignori la fituazione di ciafcuna delle Vifcere

come diitinguere da che procedino i dolori , le fmanie le contrazioni? Trop^


p a ragion.* ciufcuno di Coitoro merita Tamaro motteggio di Marziale lA,
l,

E^ig. 41.

Toupet erat Mediciu

nunc

efl

Come
dicina

VefpUo Daidust

&

^od

Medicus
VefpUo facit fecerat
altres troppo a torto da taluno in generale

come una Impoftura

fi

condanna

la

Me-

dilunga Coftui, e moflra non


nelle quali cosi T Ecclefialtico cap. 38.

Dalla ragione

fi

aver lette le Sagre Pagine ,


etenm illum crewjit ^Itijjmtu .
Honora Medidtm propter necejjutem
\/i Deo rfl enim omnis medda , e degna di remunerazione
Et a I{ege accipet donationem . Di quanto pregio fia e qual gloria apporti a Chi bene
1' efjrcita , fi fegua pure a notare . DfdpUna Medici exalubit Capta illins
in conlpeElt Mapjutonim coUauduhitur .
Ma lenta f meritevol fia del nome di Prudente Chi la Medicina divir prudens non abhorIprezza . ^Itiffmus crewjit de terra Medicamenta
:

&

&

nbit

illa

Ed eflendo la Notomia la principal Cognizione , onde fi perfeziona e


viene illuminata la mente del Medico per fondatamente e rettamente operare , non fenza ragione alla di Lei Immagine fi aggiunge 1 come abbiamo detto, il Sole , fui riHelfo che quale appunto Eifo la Terra ferve la Notoma ad illullrare la mente di quei ciechi maligni Spiriti > che al Cafo attribuifcono , ci che Eterna incomprenfibil Provvidenza Divina difpofe nella
formazione dei Corpi animati. Belli/fimo mi fembra e al noltro propofitoil
Sonetto di Michele Brugueres > che ftimo bene il qui rapportare .
Vidi l' xJom come naj'ce , e Chi foflene
Del freddo Cranio il neceffario ardore ^
Donde

neriii

ramojt nfcendo fiore

Son delle r.iembra mie falde catene .


Vidi per quali Jrade il Sangue viene
Isella Fucina a ribollir del Cuore
E per l' .Arterie il confermato umore
Con perpetuo girar torni alle Vene ,
Vidi pronto a nutrir

E
In

Chilo vitale

come prenda un fomiacchiofo


s

bella prigion

l'

^Ima

oblo

immortale

Venga Chi pofcia ha di mirar defio


Eterna Vrovvidenza in Corpo frale

V
E

acervi

l'

Vom

Chi non conofce Iddio.

ANI-

TOMO

PR

IMO,

ANIMA RAGIONEVOLE

BEATA.

S^,

D Cefan

Donzella

151

Avr

il
volto coperto con un finiflmo e traveftimento chiaro e lucente ; a gli omeri
n paro di ali, e nella cima del capo una Stella.
Bench 1' Anima , come fi dice da' Teologi , fa Sollanza incorporea
e immortale , fi rapprefenta nondimeno in quel miglior modo che I' Uomo
legato a quei fenfi corporei con l' immaginazione j la pu comprendere , e
non altrimenti , che fi foglia rapprefentare Iddio , e gli Angeli j ancorch
fiano pure Softanze incorporee
Si. dipinge Donzella graziofiffima , per efler fatta dal Creatore j che fonte di ogni bellezza e perfezione a fua fimilitudine .
Se le fa velato il vifo per denotare che Ella , come dice S. Agoftino nel lib. de definii. xAnm. ; foftanza invifibile a gli occhi Umani , e forma foftanziale del Corpo , nel quale Ella non evidente , falvo che per

graziofilTiraa

fparente velo

certe azioni
Il

ellieriori

Avr

fi

Vertimento chiaro

il

comprende
e

lucente

per denotare

la purit

e perfezione

della fua effenza.

Se

le

pone

la

Stella ibpra

il

capo, eCfendocch

gli

Egizj

fignificaro-

no con

ICONOLOGIA
Anima

iji
no con

Stella

la

riano nel

immortalit dell*

1*

-,

come

hfcrifce

Plerio Valc-

44. de* fuoi Geroglifici

lib.

Le ali agli Omeri denotano cosi 1' agilit e fpirinulit Tua


cera le due potenze intelletto e volont ( 4 )

come

Ul-

ANIC a

]Dal

viene dimoftrata

P. Ricci

fnella nel enrpc

'vaga7nente vefiita

1*

Anima

In una

ragionevole Donna di vago affetto ,


mano avr uno Sparviero ,
Falcone , e

altra una Carta di numeri . A' Piedi le far una Tortora su un Ramo
Donna
col Veftimento vagOj per effer Creatura pi di oni altra bella , colma di grazie
SneJla di Corpo, per 1' agilit e velocit deJie fue potenze in far le Loe doni
ro azioni
Tiene in una mano il Falcone , clic Uccello veloce al volo , e rapprefenta V abilit di Lei in muovere il Corpo , ed in oprare le azioni fpirituali ;
ed altres, perch Egli Uccello di rapina , fi paragona all' Anima , che tofto che
intende alcuna tofa r apprende , quafi rubandola , e per tal' animale Pierio Valeriano dice, c.e gli E^'i-j-intendelTero 1* Anima ragionevole. La Carta di numeri
per fegno , che in Lei li numerano tuni i gradi dell' efl'cre , tutte le pert'ezioni ed
tiell'

,'

eccellenze di tutte Je altre Creature . La Tortora, percn' dicefi che Ella ami tanto il Compagno , che f per cafo lo perda , no;i fi accoppia pi con altro , denotando r inclina2one grande che ? ira 1' Anima e il Corpo
Donna Gi.vant d va^hilftmo afpctto
Tenva innanzi pi Cerone fa
L' Anima giulta
Je quali fia una Croce . Ha d' appreso un Campo tutto infiorato , e fptalmente con
una pianta di Nardo . In una mano tiene una bilancia , e nell' altra una cbiave di
oro , facendo fegno di voler aprire qualche cofa . Di vago afpetto ,per la gran bellezza ciie le reca la giuftizia , e 'i buon operare . Giovane , per la tortezza dello fpirJto, e perle imprefe magnanime che opera per piacere a Dio . Le varie
Corone accennano le lue molte virt , quali la rendono degna di Regni ed Imperj
La Croce denota la particolar 'benedizione , che le da il fuo Dio, oppur
la vivacit della fede , e fperanza del Cielo . Il Campo infiorato , ed il Nardo
fono Simbolo dello fpirituale odore, che fpira un' Anima tale . La Bilancia, per
fegno che 1' Anima giufta fla ponderando giuilamente tutte le cofe . La Chiave , colla quale fa fegno di aprire, denota ciie le Anime giufte , per mezzo della
Grazia, aprono il Cielo a Lor volere .
.

to

L' Anima Penitente


di camminare . Da un

naffiano

Donna

con manto negro e luttuofo

lato fi veda

the perci vi germogliano

un Orto

con

varj

tutta piangente

rufcel

di

acque

e in at-

te

l'

in-

Dall' altro un Albero fecce , da


nero denota il lutto per il penfiero

bellijfme Piante

un verde Ramufcello . Il Manto


della perdita del diletto Spofo Crifto . Le lagrime, il dolore . L'atto del camminare, perch lafcia il peccato, e s' incamina per la ria del Signore a cagion di

cui piedi forge

trovarlo . L'Orto colle Piante irrigate dalle acque ,fignificano le buone operada' cui piedi forge il Razioni , che fanno crefcere le Virtii . L' Albero fecco
mufcello verde , " fignificativo che 1' Anima avendo per il peccato perduto il fommo Bene , col pentimento lo racquifta .
L' Anima Contemplativa . Donna che abbc Chioma di oro accomodata con artfitto . Tenga in braccio varie ccfe , come una Corona , una Tejta di morto , una Crete,
Martelli , ed altri Strumenti , quali raccb'.ude caramente nel pettt
Tina Lancia , C'Acd
,

yivr avanti una Sedia , e fette i piedi Scettri , Corone , ed altre cofe da piaceri , come Duto , Argento , ed Oro . Terr neha l'eje mclte mani , e piedi dipinti . Le voLa Cnioma di oro denota bei lanti e celefli penfieri I varj
li vicino una Colomba
Stromenti che tieoe in braccio^ come la Corona^ la contemplazione del Regno de'
.

Cieli

TOMO PRIMO,

155

ANIMA DANNATA.
D

Occorrendo

Cefare

mpA

e Rapprefentazioni di Cafi fcintrodurre nel Palco l' Ani*


ma di alcuna Perfona fa di mefteri aver luce , come Ella fi debbe vifibilmente introdurre . Pertanto fi dovr rapprefentare in forma e Figur*
Umana , ritenendo l' effigie del fuo Corpo Sar nuda i e da fottilifllmo e
trafparente Velo coperta, come anco fcapigliata, ed il colore della Carnagione di lionato fcuro ed il Velo di color negro
L* Anima dal Corpo feparata i effendo fpirituale ed incorporea non
ha dubbio che non le conviene per fefteOTa figura i formazione , ed altre
qualit , che alla materia folamente Itanno attaccate ; tuttavia dovendo queTragedie

fpeffe volte nelle

guiti e finti

fpirituali

si

come

profani

-,

Rapprefentazione farfi objetto de' Senfi Corporali , fiamo allretti di


proporcela avanti , fotto forma medefiraamente corporea , ed accomodsiro
ancora la cofa intefa al nollro concetto .
Dunque f le da la Figura Umana con quella licenza colla quale ordinariamente fi dipingono ancora gli Angioli , e perch 1' Anima da forma_j
al Corpo , non fi pu immaginare Ca d' altra Figura : febbene Tappiamo
Ella , come fi detto di fopra , non eflfere da quelli termini materiali circofcritta . Riterr dunque T effigie nel fuo Corpo per eifere riconofciuta
e per accofiarfi a quello, che fcrivono diverfi Poeti tra gli altri Virgilio
nel 6. quando fa di' Enea vada nell' Inferno e riconofca molti di quelli
de* quali aveva cognizione in quella Vita , e Dante nel cap. 5 dell' Inferno ,
lla

Tofcia

eh' io

<v

ebbi alcun riconofciuta

meglio conofcerla f le abbia a dare altri fegnall della


perch talvolta occorrer rapprefentarla con diverfi accidenti , come per efempio ferita , o in gloria , o tormentata , ec. Ed in
tal cafo fi qualificher in quella maniera che fi conviene allo fiato , e_9
Dlcefi anco

fua condizione

condiiione fua
Dipingefi ignuda

per effere Efla per fua natura fciolta da ogni impe-.


Canzone Italia mia j cosi diiTe .

diraento corporeo , onde il Petrarca nella


Che l' ^Ima ignuda , e fola

Ed

in altra

Canzone

^ando

il

il

principio della quale

foave mio fido confono

Seguita

la Teda

moft

morte

La

Sedia denota

Giudizio univerfale-
Corone &c.e perch
una tal' Anima difpergia f beni di quefto Mondo , e folamente fi da alla meditazione di eterni beni
Le molte mani e piedi dipinti nella Vefte , fono firnbolo delle noftre azioni . La Colomba volante denota ctie 1* Anima contemplativa
fempre s' inalza colla mente al Cielo .
Cieli

confiderato dlie

di

Anime

della

fpirituali

Ha

fotto

piedi

il

Scettri

ICONOLOGIA

134
Seguita

e dice

Spirto ignudo ec.


nel trionfo della Morte cap.

eh' ogni nudo [pino

i.
,

ee.

omeri () non folo dimoftrano l' infelicit,


e miferia delle Anime Dannate , ma la perdita del ben della Ragione e
dell'intelletto; onde Dante nel cap. 3. dell'Inferno, cosi dice.
'hlpt fem <uen:it al luogo , cj' io t* ho detto ,
capelli fparfi gi per gli

Che

Genti dolorofe^

'vederai le

eh* hanno perduto

vazione della Luce e


lando della forma , e
fcritto

il

ben

e del

fito

Inferno

dell'

lafciate ceni fperanza

dell' intelletto

Velo che circonda ,


Grazia Divina
Per diflc Dante

colore della Carnagione

II

che

alla

3.

pri-

par-

Porta di quello vi fia_o

Voi eh* entrate

flgnifica la

nel cap.

(^)

ANI(a)

La Chioma

y"w/(/.

Jii>,

incolta

indizio di gran dolore

e fparfa

4. nel defcrivere

Donne

eccitate a

furits accenfas peiore

,.

gran furore
Matrti

diffe

furore.

Virgilio

noia quarere tetis


Deferirne Aomoi , -venth ant colla , cotnafque
parimente fii di quefto gefto oflervatore , come appreffo di Lui in molliU?n oninc Jimttl arder agit

Ovvidio
ti

luoghi

fi

vede

Parlando di Medea nell' Epift. 6.


Per tumuoi errai fparjt difdnila capiHs

neli' Epift. 9.

Non
L' Ariofto nel

Come

che in

"vifo

Sia la Donzea

Properzio nel
di Uliffe

captarum more

venti ncultt

caplit ,

Fortniam ^utus fajfa legenda fnos


Canto ^8. St. 97.

lib.

Eeg. z.

i.

AIuios Illa

des

paldq

parlando

fmarrita

ed abita

di

crini

ncont.

Calipfo addolorata per la partenza

inccmpiis mafia capillis

Sederai njuflo mulia ocuta fal .


( ^ ) Si figura dal P. Ricci 1' Anima dannata Benna nuda coperta net Parti pudende , panca e ajfa . In mano tenga una Caria ee dica : Amisimus omnia . Sta
clrccndaia

di fat/ime

Abbia appreso un

In

tin

lato

fa un Leene

celle

fauci aperte

e denti tnfanguinati

fpezzato in pi pezzi . Dall' altra parte vi pano balze e rupi precipitcfe , e fopra un Legno fecto con molti Animali selencp . Ignuda,
per la perdita della Grazia , e privazione di Dio . Stanca e lafla con carta in
mano col Motto Amisimus omnia , perch la mifera ha perduto Iddio che il tutto . Circondata di fiamme, perch condannata in fempiterno a pagare la pena de*
fuoi errori . Il Leone colle tauci aperte accenna la voragine deh' Interno , e i
denti infanguinati denotano 1' ira di Dio . Il Vafo di creta cotta fpezzato rapprefenta le varie pene che ha nell' Inferno j ovvero ficcome un Vafo di creta
"vafo

di

creta

cotta

non pu pi accomodarfi , n atto pi a fervire , cos fuccede delia mianima . Le Balze Rupi , ed Animali velenofi ombreg?iano la diverfit delCreature , che hanno a tormentarle . Il Legno fecco denota che mai pi per

cotta
fera
le

riacquiAars la Divina Qrazia perduta.

TOMO PR r MOi

isi

ANIMO PIACEVOLE, TRATTABILE, ED AMOREVOLE

UN

Delfino , che porti a cavallo un Fanciullo . Sebbene Plerlo Valeriano,per autorit di Paufania, attribuifca al Delfino il Umbolo di Ani-<
mo grato perch in Profelene Citt della Jonia, eCfendo chiamato un Delfino per nome Simone da un Fanciullo , foleva accollarfi al Lido verfo quello e accomodarfegli fbtto per portarlo a fuo piacere perch fu da quel
Fanciullo tolto dalle mani de* Pefcatori > e medicato di una ferita che gli fecero , nondimeno noi 1' attribuiremo ad Animo Piacevole e Trattabile ,
perch il Delfino piacevole verfo l'Uomo , non per interefle alcuno de'
benefizi ricevuti, o da riceverli, ma di fua propria natura, ficcome l' ifteffo Valeriano con fue proprie parole conferma , citando Plutarco in cotal gui.

^Admratur

catione

que

(f

'velut

"Pliitarcus

canes

"

tantum animalis

iflius

humanhatem

fqmdem non

equi, non ulla alla necefftne, veliai Elephant

Leones ab hominibus liberati

Dunque

fed

edi4-

Tanthem-

genuino quodar affetti [ponte junt hn-'

fpontaneamente di naturale aifetto fono


genere Umano , non fono per gratitudine de' benefizi ricevuti ;
vero, leggefi preflb altri Autori , che li Delfini hanno fattoi*
narra Paufania con altri, da' quali non hanno mai ricevuto benefizio alcunoi n benefizio chiamer il buttargli delle miche di pane , che
per

mani generis
amatori del
e che fia il
ifl:e3b, che

amatores

rcONOLOGFA

i3<5
per ifcherzo

buttano, e non per alimento; perche il Delfino non fia bfogno di quello , fapendofi procacciare nell' ampio Mare il vitto da f tleifo i
e f ha portato Perfone , non le ha portate per gratitudine, ma per piacevole domeftichezza ; il Delfino ha portato varie Perfonc indifferentemente t
folo perch di natura piacevole, trattabile, ed amorevole verfo l'Uomo.
Per il che fi riferifce da Solino cap. 17. ovvero 22. che nel lido Affricano
apprefTo Ippone Diarrito , un Delfino fi laffava toccare con le mani , e fpeff volte portava fopra della chicna tutti coloro , che ci volevano cavalcare;
tra gli altri Flaviano Proconfole dell' Affrica egli proprio lo tocc , e i*
unfe di unguenti odoriferi ; ma dalla novit degli odori fi fiordi , e fiettc-
fopra acqua , come mezzo morto , e per molli mefi fi attenne dalla folita
converfazione; dal che fi comprende , che non per interelfe di cibarfi , ma
folo per piacevole converfazione gli gufiava trattare con g* Ipponefi . Di
pi riferifce Solino , e Plinio inficme nel lib. 9. cap. 8. che nel tempo di
Augulto Imperadore, un Fanciullo nel Regno di Campania adefc un Delfino con pezzi di pane , e tanto con quello fi domeftic, che ficuramente nelle
mani gli pafceva, pigliando da quefl^a ficurt ardire il Fanciullo , il Delfino lo port dentro del Lago Lucrino ; e non folamente fece quefio , ma lo
condulfe da Baja fino a Pozzuolo , e ci perfever per tanti anni che_>
n' era giudicato miracolo , ma morendo il Fanciullo , il Delfino per troppo
defiderio innanzi a gli occhi di ciafcuno mor di dolore ; e quefio fi conferma per lettere di Mecenate e Fabiano. Egefiderio poifcrive, che un'altro Fanciullo chiamato Ernia portato medefimamente a cavallo per aJto Mare da un Delfino , fu da una repentina tempelta fommerfo , e cosi morto
il Delfino lo riport a terra conofcendo efler fiato egli la cagione di quella morte , non volle pi ritornare in Mare , ma per punizione volle anch*
egli morire , fpirando al fecco ; poich li Delfini iubito che toccano la terra

muoiono

fi

fegno in vro di natura piacevole, trattabile ed amorevole.

ANNO.
Dello Stejfo

UOmo
Barba

et colle ali agli Omeri col Capo , il Collo , la


Capelli pieni d neve e ghiaccio , il petto , e fianchi roffi , e adorni di varie fpighe di grano , le Braccia verdi , piene
di pi forti di fiori , le Cofcie , e le Gambe con grazia coperte di gra}^
pi e frondi di Uve . In una mano terr un Serpe rivolto in giro , che fi
di

tenga
Si

mezza
e

coda in bocca
dipinge alato con

la

ove dice

Neil' altra
1'

avr un chiodo.
Petrarca nel Trionfo del

autorit del

Tempo

Che 'Volati /' ore , / giorni , gli anni, e i mefi .


L' Anno , fecondo 1' ufo commune, comincia di Gennajo , quando il ghiaccio , e le nevi fono grandflime , e perci gli fi pone la neve in Capo ;
e perch la Primavera adorna di ogni forte di fiori e d' Erbe , e le
cofe

tOAio
cofe"in quel

tempo

no pi vivamente

modo

nel

le

fopradetto

p R r

M a.

157

cominciano in un certo a fvegliarfi, e tutti fanloro operazioni > e per f gli adornano le Braccia

fatte

L' filiate per efler caldi grandiffimi , e le Biade tutte mature fi rapprefenta col petto , ed fianchi rolfi
e con le Spighe
L' Uve nelle gambe moftrano 1' Autunno, che P ultima parte dell' Anno.
II Serpe polio in circolo , che morde la coda , -antichiffima figura dell*
Anno perciocch 1' Anno fi rivolge in fefleflb , ed il principio di un'
Anno confuma il fine dell' altro > ficcome pure quel Serpe ridotto in fornia
di circolo fi rode la coda ; onde Virg. nel 2. della Georg, cosi dilTe ,
Fronde nemm redit agricolis lahor afus in orbem t
^tqm in f fita per 'vejigia "johitur annus .
Scrive Selto Pompeo , che gli antichi Romani ficcavauo ogn* Anno
nelle mura de' Tempi un chiodo
ed al numero di quei chiodi poi numeravano gli Anni ; e per fegno dell' Anno fi potr dire che fiano i chiodi
.

-,

-,

-,

^nno

u
_

li_J

ti

Omo

maturo

alato

la ragione detta . Seder (opra un Carro con


guidato dalle quattro Stagioni , che fono pardipingeranno cariche di frutti fecondo
diver-

per

quattro Cavalli bianchi

dell*

lit

Anno

de' tempi

le

quali

fi

APO-

ICONOLOGIA

1^8

APOSTASIA
DeW

K/iate Cefare Orlandi

^<^u^7f^i-'

DOnna

di capello rofso Occhi concavi e piccioli * e Nafo corto


Veftir lungo e candido abito quale nioftri con una mano di fquare trarfi di doGTo ; con 1' altra fi tolga dalla Telta una Corona tef^

ciare

palma , e mollri di gettarla in terra . Si rapprefenti


camminare con pafso ineguale e timorofb . A* piedi abbia un

futa di

in

atto di

tralcio

di
fuo tronco .
Il Greco Vocabolo Apoftasla fignifica Rinegamento della propria condizione e flato 1 e mafsime di Fede , e Religione ; e di quella intendo
Io ragionare nella prefente Immagine . E' la
Femmina , cofa mobil per natura.
Tiu che fru[chetta al Vento i e pi che cima
D pieghevole Jpica . Aminta del Taiso Atto i. Scena 2.
Onde per quello difetto femminile figuro 1' Apollasia Danna, per dimoftrare la volubilit , ed infame incollanza dell' Apoftata , che abbandona la

Vite

fiaccato dal

Religione

fuoi Capelli rofsi per efser quelli, fccond:) Monfig. Giovanni


Ingegneri nella fua Fiibnomla naturale , indizio di non perliilere nelle promcfse, e di pofporrc la data fede ad ogni fuo interefsc.
Gli

Sono

pR

M 0,

.139

Gli occhi concavi e piccoli, per fentimento dello ftefso Ingegneri > del
Porta e di tutti i Fifonomiiti , fono fegni dell' Uomo' malvagio , e traditore

Nafo molto piccolo , afserifce Gio: Battifta della Porta nel Libro
fecondo della Fifonomia dell' Uomo , denotare mutabilit di parere CJ
Adamanzij Io da per fegno d' incoftanza di propofito .
candido Abito
quale moftra di far in pezzi 1'
Si vefte con lungo e
e fpogliarfene , per denotare nella Candidezza la purit della nollra Santa
Religione , e nel laceramento e fpoglio , il difprezzo e 1* abbandono di
Il

-,

quella

L' atto di toglierfi dalla Tefta la Corona di Palma, e gettarla in terra , fignifica difprezzo e privazione di dignit . E qual maggior dignit di
quella del Cattolico Erede del Regno de* Cieli ? Qual maggior difprezzo , che quello di abbandonarla ; qual maggior privazione , che perderla per
fempre ? La Palma da Pierio Valeriane data per Geroglifico della Vita
de' reiigiol Crilliani

ed

Palma Simbolo

in effetto la

della Chiefa di

Dio.

Cammina con
che fcuopre

pafso ineguale

dagl' interni rimorfi

mentis
zio

ftuSiuatio

Seneca
apparire

hominibufq; infeflus

Jcientia

neq.

Conjurat.

fuo mal

il

vigilis

mentem excitatam vaflabat

Ed

neq.

per efsere quello un atto


mal difpofto , e lacerato

fcrifse

in Tro'verb.

e Saluftio de

e fa da quello

Dis

eli

timorofo

un animo fconcertato, incoltante

Catl.

Maximum
lo

taccia

comporto animo
quietibus fedari

in fatti

come mai

inditium
di

quefto

mala,
vi-

.Avimm impums
poterai

quieto

Ita

con-

pu vive-

come toglierli dalla mente 1' abbandonata Reli,


Faccia ancora acquifto delle maggiori Dignit del Mondo , non per
quefto di nulla godr , accrefcerangli anzi fmania , gli fi aumenterano anzi cosi tetri penferi , e di morte , di Giudizio , e di eterna pena , che
gli rincrcfcer 1' efsere tra viventi
E' vano il penfare , che i nuovi fentimenti di altre Religioni , badanti flano a quietarlo. Ci impofsibile :
ancorch procuri a tutta pofsa ingannar f ftefso , con fortiicarfi ne' fuoi
errori , nientedimeno di volta in volta 1' ombra ancora di un minimo dubbio far per efso un crudelifsimo ineforabile Carnefice .
La Vite e fimbolo della Chiefa di Criito , quale ci dice =: E?o fum
'vos pdmites c= Joan.
ly. v. 5. Ges ci chiama tralci delle
Vitis vera,
Viti ; giacch giufla la fpiegazione di Origene , il tralcio congiungendofi
colla vite , reilando ad efsa ataccato , fi afsicura dal cadere , ad onta de' Venre

il

gione

facrilego defcrtore

&

Cio , i Cattolici Ihuido uniti alla fmboHca Vite


e delle Tempelle
che altro non che GES' , non temono di efsere abbattuti dai Venti e
dai Turbini , eccitati dai fenf , e dagl' infmi appetiti ; onde fperano il
premio della Vita eterna, promefso a Chi non cade.
quelle belle fpcranze rinunziando i Ribelli , ficcome fono feparati dal loro vero foilegno 1
cosi caduti , fono condannati ad efser pafcolo del fuoco eterno ,
e perci
vengono figurati nel tralcio , dal fuo tronco fiaccati e recili
ti

S a

FATTO

ICONOLOGIA

140

FATTO STORICO SAGRO.


Giuliano

Imperadore

Apoftata , da feguace di Crirto , ne divene tanto fu pi grave la di lui Perfecuziopi che per tormenti
,
per mezzo di doni,
di lufinghe , magiilrati
e dignit procur far loro abbandonar la Fede , e
fagrificare a falfi e bugiardi Dei . Nella Guerra da Lui intraprefa contri
i Perflani , avanti che fi accingcfse
al combattimento fece empio voto a
fuo Dei t che f otteneva vittoria , avrebbe Loro fatto Sacrificio col fangue di quei Cattolici , che avefsero negato adorarli . Pun per Iddio cotanta perfidia , giucche mentre Egli era col fuo Efercito in cammino , caduto in un' imbofcata de' nemici , fu da invifibile lancia colpito , ond' efclamando
Fincefli , o Crijio Gallileo s: tra le beltemie fpir P anima indegna S, Girolamo neW addizione alla Cronic. di Eufeb, I{ujfin. nel io. della
,

detto

I'

ne il maggior Perfecutore
ne centra i Criitiani , quantocch

-,

Stor Eccl,

&c.

e S. Jfidor.

APPETITO.
Di

B^pa

Ce/are

che camminando , un Serpe le morda un piede fignificx


narra Pierio Valeriano nel Uh.
(
59. ) 1' umano Appetito , il
Quale gli affetti dell* animo ferifcono ed impiagano ; imperocch i piedi , e maflime il calcagno > fono Geroglifico delle noftre terrene cupidit ;
e per il noftro Salvatore volle lavare i piedi de' fuoi Difcepoli, acciocch dagli affetti terreni li mondafse e purificafse , ed a Pietro , che non
non ti lavar , non avrai parte_5
voleva che lo lavafse , diise
f io
meco . E nella Sagra Genefi fi legge ' che Dio difsc al Serpente Tu tenderai infidie al fuo Calcagno
Li Greci ancora finfero > che Achille da__s
Fanciullo attuffato nell' acque della Palude Stigia , non poteva in parte
alcuna effere ferito , fuor che nei piedi i quali non erano fiati lavati ;
lo finfero per manifeftare eh' Egli farebbe fiato perfettamente forte e valorofo , f da' propri affetti non folTe fuperato e vinto 1 n da quefio fen^
timento lontano quello che dicono di Giafone , che mentre andava a torre il Vello d' oro , perde una calza in un Fiume il quale folo tra tutt' i
Fiumi del Mondo da niun vento offefo ; che vuol dire mentre che fe-

Euridice

come

immortalit fu di q,ualche parte de' fuo


che Didone quando era per morire ,
fcrive
,
4.
con quelle parole .
Ipfa. mola , manibufij; piis altana juxta

guitava la virt,- e
e

Virg.

lib.

una calza

I'

IJnum

exiita

Tejlatur

Sidcra

E
morte

quello fignifica
,

pedem

vinclis

moritura deos

&

in

vefie

recinga

affetti
fi

privo,

fcalz di

confcia futi

:,.....
eh' Ella

era

fpogliata

che un affetto fignificato per

il

libera

piede fcalzo

del timore

della

AP-

TOMO
APPLAUSO

PR

IMO,

141

SAGGI.

DE

Dell' uibate Cefare Orlandi

"Omo

matura in abito Senatorio, Stia apprefso una gran Bilanguardi, e mllri di peCire varj libri , ed
armi prefentatigli da un Uomo , che a lui (Ha vicino Con la flnilra porga al detto Uomo una Corona di Lauro , alla quale fia avvolto un Carteldi et

cia, fulla quale attentamente

Motto Gloria majomm , Toferis Lumen


Quanto non da far cafo delP Applaufo del bafso Popolo , altrettanto
deve chiunque procacciarli 1' Applaufo de* Saggi , giacch Egli il dolce follie vo alle miferie ed alla brevit della noftra vita*. Cosi a maraviglia al fuo
folito la {pieg 1' Oratore Romano Philip. 24. Brews vita data eji ,
melo col

&

moria bene redditte <uitte fempiterna , ed altrove pr Marc. T^on vita h^c dicenda efl , qux Spritu ,
Carpare continetur , lla [_ inquam ] illa e/l <vita , qu <uiget memoria facdorum omnium , quam pofieritas alit , quam ipfa /sternitas femper intuetur . Lode che proviene da Gente afsennata un Teftimonio irrefragabile del noftro retto operare ; e correndo a noi 1* obbligo di fare il
noftro viaggio per la via di virtuofe azioni , in confeguenza ne viene
che cattivarli dobbiamo de' Buoni , e de' Saggi il favorevole applaufo ; e
quella quella Gloria che defderare fi puote , fi deve
Gloria cupiditas
non nmnquam bona ejl. Div, ^ugufl, lib. 51 de Civit. Dei cap. 13.

&

Si di-

ICONOLOGIA

14=

Uomo

Et matura , per efsere quefta 1' Et , che meglio


riflette meglio confider, dilHngue meglio di qualunque altra Et i veri
meriti , e ne pu fopra formare retto giudizio .
In abito Senatorio, per dimollrare la faviezza ; giacch per l'ordinario
air onore del Senato fi fcelgono Uomini di conCderazione giulta , ed Uomini
che dovendo fu gravi cure della Repubblica invigilare , devono efsere in
un configlio pi che maturo
Sta apprefso una gran Bilancia , fulla quale attentamente ofserva , e moed Armi prefentatigli da un Uomo, che a Lui
fira di pelare varj Libri
vicino, per denotare che i meriti, onde l'Uomo giunge a guadagnarfi
I meriti,
fi figurano
si beli' applaufo , devono ben ponderarfi
ne' Libri , e nelle Armi , perch G\ori tnera dm. Scilicet pacis ,
belli
Sa.delle Lettere , o per mezzo delle Armi fi
liif. in Conjurat, Catil.O per mezzo
giunge alla Gloria ; e perci deve ben vederfi , prima che Uomo fi reputi
degno di vero applaufo , quanto in quelle vaglia , quanto in quefie AccaPur troppo vi fono fiati , e vi
de che per lo pi 1' apparenza inganni
fono degi' Impoftori , che a forza di fecondi abbondanti ciarle , o di efferfi
Si dipinge

di

&

delle altrui fpoglie

dovuti biafimi ,
tunato fuccefso

Martano

velHti

che Loro

ha

fatto

fi

hanno rapito , dir cos , quelle lodi , per quei


dovevano Pur troppo ancora un fortuito forpi volte apparire un Grifone qualche vile
.

L' utile , che dall' applaufo de Savj procede 1' efsere reputato degno
onore e di premio ; e perci figuro la mia Immagine che porga al riferito Uomo la Corona di Lauro , per efser quefio il diltintivo ed il premio
degli Uomini gloriofi , e per la ftefsa ragione al Lauro involtato il Cartello col motto : Gloria Majorim , Tofteris Lumen . Salufl, m bello auguri.
di

APPLAU-

APPLAUSO POPOLARE.
Dell*

s4batc Cefare Orlandi,

UN

Giovane di allegro e rubicondo afpetto, che Aia vicino alla Statua della Fortuna , la quale con la delira gli addita un Uomo , cht-j>
efce improvvifo da una folta Selva . Si dipinger in atto di correre verlb
il
detto Uomo, battendo palma a palma. Veltir un abito color cangiante.
Porter in
pagallo

Telia un Serto di

frefche

Rofe

fopra le quali pof

un Pap-

Giovane fi dipinge, per efsere la Giovent et la pi pronta a moall' impeto , nelle prime fue imprefsioni , come lo appunto il PopoiIo , che per lo pi , fenza confiderare il vero merito , trafportato o da_j
qual'che fuo partcolar fine , o ancora da un' inconfiderata improvvifa opinione , gode in far plaufo a Chi forf non meriterebbe f non f gli fcherni A
nollro propofito Cicerone pr Planco TVfow Comitiis judicat fempcr Topulus , fed
mo'vecHr plerumque gratta t cedit precibus facit eos maxime ambii us , dcniquejt ju-

verfi

non ddelti aliqm , aut fapentia ducitur ad judicandum , fed impetu , /zj
quadam etam temertate . 2s(o efl emm confifigura nonnumquam ,
ium in Vulgo , non ratio , non difcrimen , non diligentia , femperqHe Sapentes
ca , qudt Topulus fecijfet , fercnda , non femper laudanda duxermt
dicat

quibus

ej

&

Si di-

ICONOLOGIA

^44

dipinge con volto allegro


e rubicondo, per dimoftrarc ne 11' allegrezza che 1' applaulb) qualunque fia , llmipre e porta e denota la gioja
tanto in Chi lo riceve , per efser troppo naturale che efulti 1' Uomo nel
fentirfi applaudito , che in Chi lo da , perch prova in felleflb piacere che
altri da efso vengano inalzati ; Rubicondo poi, per fignificare l'impeto con
cui fi muove, cagione delP accenfione del Sangue, che nel Volto apparifce .
Si

gli addita un Uomo che


, che
per denotare che da quella dipende
pi che da altro , l' inalzamento di Coloro , che fpeflb fortendo dall' orrore del proprio demerito , con il folo ajuto di un popolare applaufo , fanno

pone vicino

Si

della Fortuna

Statua

alla

efce improvvilb da una folta Selva

inipenfato tragitto

Tempio

al

clari

e degli

&

onori
habiti

illnflres

fmt

Demofth.

Orat. amat.
I{es

&

Fama

della

"Hpnnull propter rerum fucceffum

Ex

fecunda

imi-verfam , ^u in homnibus
Demofth, Ex Orat. de pace.

feu Fortuna

Sapientiam excellit

nefl

fagac'ttatem

Si figura in atto di correre verfo il detto Uomo , battendo palma a


palma per fignificare nel corfo l' inconfideratezza del Popolo, che non fi
ferma a riflettere f il folo merito dell' Uomo lo muova a confefsarlo , ed
a chiamarlo Grande; T^os opinionibns Fulgi rapimur in errorem > nec vera cernimus . Cic. 2. de Legib. Batte palma a palma > per elfcr quello il proprio
e vero fegno dell' applaufo
Si velie d' abito color cangiante , per dimoftrare I' incollanza ed imprudenza del Popolo , che come faciliflimo ad inalzare al pi alto fegno
Chi ad efTo ha fatta qualche prima Imprefllone , facile altrettanto a fubito mutarfi , e totalmente abbandonarlo
Ottimamente lo paragon ali*
onda del Mare Demollene nella Orazione de falfa Legatione . Topulus f.vie
Turba efi , <&- res omnium injlabiliffima , ac imprudcntffima , ut in Mari
.

fiexibilis

flti^its

alius recejfit

&

inquetHs

E non meno

di

tantas

q-untos

habet ratio tomiciorum

cefltis

fspe perturbat omnia , 0"


r.irnoris : f.tpe etam fine
nomnmquam ita factum
fccerit

contingit

agitatur

(jfe

l'aiit

pcrturbationes

&

Dies intermiffns units , atit nox interposta ,


opinionem parva nonnamquam cornmuta.t a:a

totam
itila

aVuts

maraviglia lo defcrilfe CiceT^ullum fretam , ntillus Euripus , tot


a

Orazione Tro Min\tna


tam vartas habet agitatones fiufluum , quantai

rone nella fua


rnotus

ut

cjui

Demollene

aperta

etiam

Caiifa

fit

aliud

atq;

ToptUns admiretur

quafi

exijimamus
vero

non

ut
ipfe

Gli fi pone il Serto di f\-efche Rofe in Teda per fignificare che 1' Applaufo Popolare ha beliflima e vaga apparenza nel fuo principio , ma che
per lo pi di pochifllma durata , a guifii appunto della Rofa , che nel fuo

pompofa

non abbia chi in pregio ugua, fcmbra


occhi altrui , invita , allctta , e piace ; ma
non ancora ben declinato il Sole , che principia il fu brio a perder vigore ,
cadere a Terra , e mancare . Cos per la furretcrita iitabilit del Popolo , il
di Lui applaufo, quanto grande nafce e vigorofo, altrettanto facile a
jn-clto terminare , e rcnderii un nulla .
bel

mattino

gliare

la

di

polla

llcnTa

attira

gli

Ulti-

TOMO PRIMO,

14?

Ultimamente il Pappagallo dimoftra che il Popolo {peffe fiate fa plaufo


ed acclama meritevole d' onore qualcuno , fenza fapere il perch 1 come
il Pappagallo , che proferifce parole umane fenza penetrarne il fignificato

FATTO STORICOSAGRO.
INcamminatofi GES'

fopra un Giumento con i fuoi Difcepoll alla'voht


Gerufalem , il Popolo in gran numero intorno ad Elfo affollato , pareva non fapelTe faziarfi di fargli corona , e ciafcuno a gara fi affannava di fargli
Je maggiori dimoftrazioni di onore , di rifpetto
e di ftiraa . Chi il proprio
Manto fopra le Strade flendeva dove era Egli per paffare ; chi dagli Alberi i rami fchiantando ne copriva le llefle ftrade ; chi con rumofe frondi di pacifica Palma in mano , e lo precedeva
e il feguiva , a Lui facendo feftofo applaufo , e ad alta voce gridando : Hos-anna Filio David : bene~
Eppure chi credim qui venit in nomine Domni
Hos-anna in ^ItiJJmis
duto lo avrebbe mai ? Quello fteffo Popolo volubile , traditore t ed empio,
fii
quello lleCfo che non fi arrofs , non trem , dopo pochiffimi giorni di fodi

-,

e con legni come


> farfi incontro a Ges con ferri
ad un Ladrone , Itringerlo tra vili legami ingiuriarlo , rtrapazzarlo , e gridare ad altiffima voce =3 Crucfigatur != Man, cap. 21. Marc. cap. il. Lue,

miglievoli; diraoftrazione

cap'

ly

Go:

cap.

12.

FATTO STORICO PROFANO.


Esempio di

quanto

Uomo

confidar polTa nelle acclamazioni di un cieco Popo-

il quale dallo flato di una fomma povert , fu reputato degno di eCfer follevato al Trono dell* Imperio Romano . Pu quafi
dirfi che non erano ancora ben terminati gli Evviva quandocch lo fleffb
Popolo , che lo aveva falutato fuo Sovrano cangi la ftima in difprezzo
1' amore in odio , e
contro Effb follevatofi avvintolo tra vergognofi lacci
Io conduffe a far di f infelice fpettacolo per tutta la Citt , ed acci
flfe oggetto di fcherno a tutti, gli fu pollo fotto il mento un acuto ferro , per cui venivagli impedito il poter togliere in qualche parte da tanta ignominia quel volto
che come Maeflofo e Imperante era flato poco
fa adorato ; quindi tra le maledizioni , le ingiurie ed i pi fieri flrapazzi
fattolo morire, fu gettato nelle Scale Gemonie dove folevano flrafcinarfi
Coloro ai quali era negato il Sepolcro . Batt: Fulg. Uh. 6.

losi alcerto Vitellio

>

-,

FATTO FAVOLOSO.
aver Grifone date fiupende prove del fuo valore
Gioftra ordinata
DOpo
dal Re Norandino fconofciuto
e foprammodo mal contento
nella

fi

ritir

del-

Martano, che fattoglifi compagno , era dalla detta Gioftra per paura
vergognofamente figgito Al primo albergo che trovo, fcefe da cavallo per
firendere ripofo , e quivi , fianco forf per le paffate fatiche , profondamente fi

la vilt di

addor-

ICONOLOGIA

J4^

Era rifugiato nello ftefso luogo Martano con la fua Origille ; vedalo ntl icnno mmerfo Grifone gli tolfe le armi, e '1 Cavallo , e (labili volere
entrare nella Citt , e farfi credere il Vincitore della Pugna . Pens , efegiil . Il Popolo che lo vede 1' acclama i lo fa noto al Re
che abbracciandolo , e baciandolo gli die luogo appreifo della fua fteifa Pcrfona . Tutti
P onoravano j tutti lo celebravano ; il fuo Nome a fuono d* Oricalchi glo?iofifiimo era ripetuto.. Grifone deftatofi, fi accorfe del furto, mont iii_
fomma furia , e vedute le armi che lafciate aveva il vile traditore , fenz'
quelle fi velie
altro penfare
ed alla Citt s' indirizza . Qi ivi appena
gi'into ,fu da un'alta Loggia , ove a gran Menfa con la fua Corte e Martano , if Re f ne llava, veduto e creduto quel vigliacco, che nella Giostra n era dato alla fuga . Conferm Martano la falfi credenza ed anzi
pr;;g Norundno a volerlo punire Avvilla ordinofH che Grifone foflfe arreltato
e fu efcguito il comando . Alla fprovffta. alfalito il Guerriero , non
pot far reffltenza . Qiiindt in un vii Carro , che ftrafcfnavano due fmunte Vacche , legato , fu refo lo fcherno , e Io fcopo della beffe , e delie ingiurie del Pupolazzo . Dopo averlo per lunga pezza cos malmenato, lo
fciolfero alla fine , ma liberata appena , bene appar quanto mal gudica_j
1' inconllderato Volgo , che dalla apparenza fi lafcia guidare
Dato Grifone di piglio allo Scudo ed alla Spada , lanciatofi fopra alla vii Ciurmaglia
fece di Loro fieriflima llrage . Veduto^ ci da Norandino ammir il valore
del Guerriero,, riflett quanta eri trafcorfo nell' accomunarli anch' Egli
applaudendo a Chf meritava biafimo , e reputando degno di
col Volgo
obbrobrio Colui , a cui fi dovevano tutti gli onori ; gli f cenno di pace *
e di perdono , I' abbracci. Io preg volergli ellere Amico . t/iriojo Or

addorment

-,

>

-,

,.

,,

land.

Furiof.

Canto

17. e

iS

APPRENSIVA.
D

Csfare

DOnna

B^pa ^

con Chioma tirante al biondo


giovane , d mediocre fiatura
Abito bianco, in punta di piede , e pronta, in attitudine
di Ilare alcoltando altri che parlano . Che con la finiltra mano tenga un
Camaleonte, e con 1' altra, un lucidifllmo Specchio.
E* 1* Apprenfiva una ragionevole , e naturale parte delP animo , mediante la quale , le cofe che ci fono rapprefeniate facilmente V appren,.

vellfta d'

diamo

ed intendiamo
;
E' parte ragionevole , e naturale perch proprio della natura ragionevole ; elfendo folamente I' Uomo atto all' apprendere ed ali' intendere *
Ogni e qualunque cofa apprenfibiie ed intelligibile j che per dille Giovenale degli Uomini parlando
.

generabile foli

ingenium

,.

divimntmqy capaces

^Atqy exercendis

capitndifqy artlbus apt

Sortiti

'

Il

che

TOMO PRIMO.

147

che lo dimoer Arilbtele , mentre figur effere T Uomo dalla natura dotato , come d' una tavola rafa , nella quale niente dipinto , e tutte
le cofe dipingervi fi polTono . Imitato poi dal Lirico Poeta nella fua Poetica dicendo
Format enlm natura prlus nos ntus ad omnes
l

Fortmarum

habitus

Ed apprefso da Omero viene ancore efpreflb V ifleCfo


quel Femio mufico fegnaktifGmo a dire . Mea /ponte
variai artes animo

meo

mentre introduce

didci

-Deus

tnni

inferv''^ .

perch mediante quello Tappiamo mediante queintendiamo , ed apprendiamo


Si figura giovane , perch come dice Arift. nel 2. della Rettorlca t nella Giovent hanno gran forza gli affetti , e i fenfi fono pi vivaci , ed attirimi all' apprendere > ed alle operazioni delle cofe intelligibili , per il
E' parte dell' anim'o

fto

fervore de' fpiriti.


Si rapprefenta di mediocre ftatura , si perch , come diffe Platone la
mediocrit ottima in tutte le cofe ; si ancora perch la moderata itatura delle membra arguifce moderato temperamento degli umori , come riferifce il Porta nel fuo belliffimo trattato della Fifonomla al lib. 2. cap,
I
e per confeguenza buona attitudine alle operazioni dell' intelletto ; effendo veriffimo quello che comunemente attellano i Filofofi, che morti
-

Jiqwmtur temperaturam corpors


Ha la chioma tirante al biondo perch cosi fatta chioma da indizio
della buona difpofizione e capacit ; onde il precitato Porta neil' allegato
trattato

lib. 4. cap. 1 1 . dice : Capilli placide fubfla<vefcentes in difciplnis capenprompttudnem , egregiam animorum fubtilitatem artificium tradmit .
Ha 1' Abito bianco , perch ficcome nell' arte della Pittura il bianco li
bafe e fondamento di tutt' i colori ; cos quella la bafe e fondamento
di tutti li difcoril e ragionamenti .
Si figura in punta di piedi , vivace >
e pronta in attitudine di fl:are_
afcoltando , per fignificare la difpofizione e prontezza con la quale ita

dis

fempre per apprendere ed intendere .


Tiene
con la finiftra mano il Camaleonte 1 perch in quella guifii
che il Camaleonte fi cangia in tutt'i colori, alll quali s' avvicina [fecondocch fi legge apprelfo Ariitotele nel libro della natura degi' animali ] cosi
quella fi trasforma in quei ragionamenti e difcorfi che le vengono propoili
Tiene nella delira lo Specchio , perch a guifa dello Specchio Ella
impronta in f lleffa , ed in f fteffa appropria le le cofe tutte j le quali'
ella afcolta 9 intende , ed apprende

ARCHI-

ICONOLOGIA

14

ARCHITETTURA MILITARE.
D

Ccfare I{ipa

-m::,r

DOnna

Porter al Colper Gioiello


Terr colla delira mano la Bufifola da pigliare la pofizione del lto , e con
la ilnillra una Tavola , che vi Ila defcritta una Figura di una Fortezza efagonala qual forma la pi perfetta fra tutte le Fortezze regolari; ibpnt
la quale fia una Rondine , ed in terra una Zappa , e un Badile
Il fortificare non llato trovato per altro , f non che i pochi fi pofiir
no difendere dai molti , com' anco per raffrenare popoli , e tenere il nemico lontano ; e per quello la Fortificazione llata tenuta non folo arte
ma fcienza ; perck quella che invciliga tanto nelle difefe quanto nell*
offefe afllcurando lo llar del Principe ed i popoli iiificme
Si rapprefenta di et virile , perch in ella la vera perfezione del
lo

di et!i virile

una

Catena

d'

veftita

nobilmente di varii colori

Oro con un

belliffimo

Diamante

fapere t ove confilte la difefa , e utile uni vertale .


L' Abito nobile di varii colori denota 1' intelligenza delle varie invenzioni 5 che conflllono nella fabbrica Militare .
Le fi da la Collana d* Oro con il Diamante , perciocch flccome P
Oro tra' metalli il piii nobile cos 1' Architettura Militare tra le Fabe valore j come anco il Diamante il quale
briche di maggiore llima
tra le

TOMOPRIMO,

149

dura e forte, cosi parimente la Fortezza, la pili


nobil gioja del Principe , come quelk che 1' afficura dai colp del nemico
Tiene con la delira mano la Buffbla, la quale divifa in ^60. gradi
con la fua Calamita , per efler quella che pera , tanto fecondo i venti
quanto fecondo la pofizione , che fi conviene di formare la Fortezza , ed
anco quella che prende le piante di efla Fortificazione .
La Tavola con la Figura fopradetta , fopra la quale la Rondine , fignifica che volendofi fabbricare la Fortezza , fi deve efaminare bene il fito , e
torre la pianta, e fopra di quella formare il difegno ,- fecondo il bifogno
di quanto s' a{petta ali* opera di tanta importanza; ed imraitare la Ronditra le gioje la pi

perciocch come narra Pierio Valeriano nel 22. lib. de' fuoi Geroglifiper elfa vuole che fignifichi un Uomo che fia Itudiofo , e dato all'
edificare , e che abbia fabbricati grandi Edificii , com' anco Gaftelli , Cit-

ne,
ci

, e d' ingegno
la Zappa ed il Badile , perciocch fono li due_>
accanto
Le fi mette
per
fortificare,
come quelli che principiano i FoflI, e li
ftromenti
primi
Fondamenti , come anco per efpugnazioni conducono fotto alle Fortezze

ed

altre fabbriche

i nemici delle trinciere

ARCHITETTURA.
Dello

DOnna

Stejfo.

matura et con le braccia ignude , e con, la Vcfte di color


Tenga in una mano V Archipendolo , ed il Compalfo con
uno Squadro . Neil' altra tenga una Carta , dove fia difegnata la Pianta_j
di un Palazzo con alcuni numeri attorno .
Dice Vitruvio nel principio dell' Opera fua , che l' Architettura fcienza , cio cognizione di varie cognizioni ornata , per mezzo della quale_
E Platone diceva , che gli
tutte le opere delle altre arti fi perfezionano
Architetti fono Sopraltanti a quelli , che efercitano negli artifizi , talch
d

cangiante

fuo proprio offizio fra 1' arti d' infegnare , dimoftrare , diftinguere , defcried apprendere le altre il modo da elfa . Per
, limitare , giudicare ,
folo partecipe di documenti di Aritmetica , e Geometria , dalle quali
come ancor diife Daniel ne' fuoi commentari 1 ogn' artifizio prende la fua
nobilt. Per quelta cagione tiene lo Squadro, ed il Compallb , ftromenti

vere

della Geometria , ed i numeri , che appartengono all' Aritmetica , fi fanno


intorno alla Pianta di Architettura , eh' Efsa tiene nell' altra mano .
L' Archipendolo , ovvero Perpendicolo ci dichiara , che il buon Architetto deve aver fempre 1' occhio alla confiderazione del centro , dal
quale fi regola la pofizione durabile di tutte le cofe , che hanno gravit
come fi vede chiaro in tal ProfefTione , per il bello ingegno del Sig. Cavaliere Domenico Fontana , e di Carlo Maderno , Uomini di gran giudizio
e di valore , laffando da p^rte molti altri , che fon degni di maggior lo-

de

della,

mia

fi

dipinge di et matura

per moftrare

1'

efperienza della
virilit

ICONOLOGIA

150
con

difficili
e la Velie di cangiante la cor>corde variet delle cole, che diletta in quelt' arte all'occhio, come ali'
orecchio dilettano le voci fonore nell' arte muGcale .
Le Braccia ignude moltrano i' azione t che fa all' Architettura riteviriliti

nere

il

1'

nome

altezza delle opere

d'

Arte , o

d' Artiizio

FATTO STORICO SAGRO.


Tempio che volle gli foiTe in Geru-^
a Davidde
D'^Ofalemme difcgn
Dilpole
tutto
pio
dal di Lui Figliuolo Salomone edificato
(lefiTo

il

Re,

il

il

tutto ci che vi abbifognava fece preparare, e giacche Egli, per efe-

non poteva aver la confolazione di rimirarlo,


caldamente V inculc -A Aio pacifico Succeffore - Cominci dunque Salomone , fecondo Giufeppe Ebreo , ad edificare il Tempio nelT Anno quarto
e fecondo Mefe del fuo Re^no . Si ellendeva 1' altezza del maravigliofo
Tempio in altezza, ed in lunghezza feifanta Cubiti, in larghezza venti.
Era fopra quello un* altro Edificio d' ugual mifura , laonde era 1' altezza_j
del Tempio centoventi cubiti , ed era volto ad Oriente . Aveva il Portico di venti cubiti , quanto era lungo il Tempio , ed in largo dieci , e forgeva in alto cento venti cubiti. Edific ancora attorno al Tempio trenta_j
piccole Stanze , che la Fabbrica tutta circondavano . L' entrata di quelle
era dilpoita in modo , che dall' una all' altra fi entrava . Ciafcuna di quelle
flanze era larga cinque cubiti , e lunghe ed alte venti . Sopra quelle erano
altre Camere, ed altre ancora fopra quelle per mifura, e numero eguali,
e cos occuparono 1' altezza della parte inferiore, perch non aveva d'attorno Fabbrica alcuna , Copri quelle di Cedro , ed avevano tutte il proprio coperto incorruttibile : ma il Letto delle altre era in comune con_a
lunghi travi, che coprivano il tutto in gufa, che le Pareti di mezzo da
fortificate erano pi ferme . Le Camere che erano fotto i Travi
i travi
fece de i medelimi legni lavorati d' intaglio, e coperti di Oro. Orn le
Mura con Tavole d Cedro , e parimente le indor in modo , che rendevano tutto il Tempio riiplendente . La Fabbrica dell' Edificio fu artificiofamente fatta di pietre lavorate, e con indullria difpolle , e tanto lucenti,
che non mollravano fegno di manello , o di llromento alcuno ; anzi fembrava che ogni materia fenza tale ufo folfe fiata trovata , e piuttoilo fi
poteva credere, che con naturale armonia, che ferrami fofle fiata appa4
recchiata . La Scala per afcendere alla parte fuperiore era per la larghezza del muro . Foder il Tempio di dentro con legni di Cedro rillretti in-^
fieme con forti uncini per maggiore fortezza . E divifo il Tempio in due
parti, facendo che la parte pi addentro fofle il Santuario, dall' altra parte Porte di Cedro con Oro , e varie Storie fcolpite ornatamente , e attacc innanzi a quelle Velli con fiori di varj colori , cio giacinto , porpora , grana , e bi.To fottilmence iniefluti . Ripofe ancora nel Santuario f che
largo era venti cubiti , e largo altrettanto j due Cherubini di Oro puriflimo alto cadauno cinque cubiti , ed avevano i Cherubini due ali cinque_>
re flato troppo belligero,

cubiti

TOMO PRIMO.

151

lunghe Poco erano I' uno dall' altro fcofati , iti maniera cRe toccavano coni una delle ali il muro verfo Olir j 1' altra verfo Aquilone 1 e le
altre due ali toccavano i'una l'altra coprendo 1' Arca pofta nel mezzo.
Laftric il Pavimento' del Tempio con Laftre di oro , e pofe all' entrata
di quella le Porte mifurate ali* altezza del muro , e larghe venti cubiti
e ornolle vagamente con oro j ed in fbmraa non lafci parte alcuna del
Tempio, dentro e fliori, che non folle indorata, e copri parimnte quelle Porte* come quelle di dentro , con Velli variamente ornati
La. Porta
fola dell'" Atrio non ebbe alcuna di quelle cole
Mand Salomone al Re Hara , e ottenne da Lui un Artefice chiamato Ckira; nella Profefiione peritiflimo , ed in particolare ne' lavori in Oro,
Argento, e Metallo. Fece il Re con 1' opera di quello tutto ci che nel
Tempio era a diverli effetti bifbgnevole Fabbric quelto' Chira due Colonne di Metallo con cannoni larghi quattro dita * alte 1 8. cubiti , e cingevano- 12^ Soprapofe s. quelle 1 Capitelli di getto a Gigli lavorati alti
Sopra quelle erano- reti di metallo interHate che coprivano i
$. cubiti
Gigli de' Capitelli * dalle quali reti pendevano due ordini di ducento^ mele
Grane ^ Pof una di quelle Colonne innanzi la Porta dell* Atrio uella. delira parte , e chlamolli Camera di Jachin , e l'" altra, alla. Uniilra , la quale
nomin Booz ^ Fece ancora il Mare di Metallo- a forma di un mezzo cerchio , li q^uale opera di Metalla fu per la {Iia grandezza chiamati Mare :
perch erx come una gran Tazza , e per diametro cio da un cantone^
all' altro era; di dieci cubiti, la. groflzza dr-quattro dita,, ed aveva un
fonda in mezzo' rotondo con cinque fregi lavorato ; il cui diametro era un
cubito
Stavano: atromo quello Mare dodici Vitelli , guardando cadauno
cio tre Vitelli verfo^ cadauna regione :
verfo le quattro^ regioni de* venti
cnbiti

..

-1

..

..

,.

..

,.

Moltifsimi altri vari


verfo il Mare lo- ibllenevano
maraviglIolE ornamenti^ fece intorno- quello Mare collrutto ,. per il Lavacro'
de' Sacerdoti
Fece ancora 1* Altare di Rame lungo venti cubiti i e largo altrettanto,
ed alto dieci per offerirvi gli Oiocauili . Coltrulfe ancora varie altre Men-
Era un* magnifico forprendehte' Altare di Oro in'
f meno degne di llupore
mezzo a. tutte quelle cole ^ Era il Tempio tutto circondato con uno Steccato, o Cancello.. Fiiori dell' Edificio vi fu ancora inalzato un Edificio in
quadro con alti e larghi Prtici, con Porte elevate alle quasttro parti del
Mondo delle quali cadauna con quattra cantoni a cadaun vento attendeva , ed
ivlpof le Prte di Oro . In- quello Sacrario entrava il Popolo , che aveva a
purgarli. Circond quella' Stanza di Portici, da doppi ordine di Colonne
df pietra viva. Ibltenuti , la cui camera era di Cedro, con i folarr lavorati d-* intaglio , e con le bali di Argento . In fette anni compi Salomone il
mirabile Tempio . Delle antichit di Giufeppe Ebreo lib, 8. cap. 3,
le loro {palle volte

..

..

,.,

FATTO

ICONOLOGIA

xf 2r

FATTO STORICO PROFANO.


Tempio in Efefo a Diana fagro flato fenza fallo uno de' maggiori
ILornamenti
Mondo Cherfifrone fu di quello
ecche abbia avuto
il

cellente Architetto

1'

Di lunghezza

larghezza duecento, e

^ra quattrocento venticinque piedi di


Cento ventifette Colonne , di maravigliofa_j

venti.

altezza, e inpomprenfibil bellezza, rendevano attoniti gli occhj , e gli animi de* riguardanti . Per comprendere in qualche parte di quanta magnificenza quelle fi fotTero , bafta il fapere , che dalla liberalit di altrettante-
Telle Coronate erano ftate erette . Sorprendenti Pitture ; beliffime Statue ;

Ornati con la maggiore maeftra difpolli accrefcevano il pregio ali* Edificio . Qpefto , che era da tutti chiamato maraviglia del Mondo , fu da Erollrato di Efefo in una notte incendiato
Cap,
lib.
'H.'^td Conti . MtoL
3
S. de Diana ,
.

FATTO FAVOLOSO.
COn

fomma vaghezza

felicit

Cafa del Sole


il

e giudizio dgfcrive

Metamorfoll

ra nella fua traduzione delle

la

arte

Ovvidio

di

in

1'

Anguilla-

ottava rima

fublime reni fupcrbo tetto

D Lui

eh'

Mondo alluma

il

avorio

informa

E
E
il

non terreno intaglio

ma

celefle

'jefle ,
,

che vai [ di tal pregio quel lavoro ]

Ti l' artificio , che le remme , e P oro


muro in quadro di majficcio argento ,
D' or le fuperbe Statue uniche , e fole ,
Che fanno infieme

e di oro jchietto

E' di argento ,
Con gemme riccamente ivi conteje :
Ben' opra par di Divino architetto
di

mojran

tutti

ifloria

gli

effetti

ed ornamento

del Sole

^voro il tetto , e marmo il pavimento


Della fuperba incomparabil mole .
^tel poi , che fporge in fuori , e che trafpare

Son

gemme

tutte

Colonne

elevate

>

Sporgon

con tutto

Di

rubin

preziofe
e

il

di zj.ffr

Capitelli

fregio intere in fiore


d' altri giojelti

di colore

Diverft d' artificio

Bricchi carbonchi

trafparcm

Oman
Son

le

tutta la

e rare

parte inferiore

e belli

,
.

Colonne del pi baffo loco

Carbonchi

che fiammeggtan come foco

Tofaf9

TOMO PRIMO,

I5J.

Tofano quejle fenza bafe in terra


Di fette Tefle, e di un lavoro egregio :
Di tre Colonne un <van tra lor fi ferra
Ejfe flan jotto

Tiovon pia
Sei

Ti

trglifi del

fregio

fatto quei triglifi

a terra

rare goccie d' ncredibil pregio


fatto

Gli Vuovoli

tra Colonna
Diflnfe

Capitel

il

rendono adorno

che gli fan corona intorno


Colonna compartiti

fiori

il

nobile

architetto

mezzo fUor

del

muro

l mefi intorno a quei flanno fcolpiti.


Che moftran tutti in Lor diverfo effetto
x4i corpi

iifciti.

Fan V ^Architrave , e la Cornice un tetto :


^dornan le Metope in pi maniere t
oifirolabi , ^adranti > Orlogg , e Sfere .
^
i Dori ec.
che
di
buon
grado
tralafcio,
per non tediare il
-Con tutto il
Lettore s il quale pu appagare 1' erudita fua curiofit con l' incontrare_>
tutto il luogo. L' ^nguillara. Metam. Ovvid, lib, 2, Stanza i,fino alla 16,

qui tolfero

reftante

V.

ARDI-

ICONOLOGIA

154

ARDIRE MAGNANIMO,
Hi

Cefare

GENEROSO,

Bjpa,

UN

Giovane di ftatura robufta e fiera In v{b . Avr il deftro braccio


armato , col quale cacci per forza con gagliarda attitudine la lingua_3
ad un gran Leone che gli ftia fotto le ginocchia . Il reltante del corpo
fari difarmato , ed in molte parti ignudo j il che allude al generofo ardire
di Lifimaco figliuolo di Agatocle nobile di Macedonia e uno "dei Succellbri di AleflTandro Magno , che per aver dato il
veleno al fuo Maeftro Califtene Filofofo j dimandatogli da Lui per levarfi dalla miferia della prigionia, in cui 1' avea confinato AlelTandro , fu dato a divorare ad un Leone ;
ma con l' ingegno fper la Fiera e confidatofi. nella fua forza , il deRro
braccio , eh' Egli fegretaniente s' era armato , caccia in bocca, al Leone , e
trafife per forza la lingua reftandone la Fieri fubitamente_>
per
lo
qual fatto fu da. indi in poi nel numero de' pi cari del Re
;
Aleffandro , e ci gli fu fcala per falire al governo degli Stati , ed all' eterniti della gloria . Volendo rapprefntare quella Figura, a cavallo in_j
qualche mafcherata , o in altro j f gli fari la lingua in mano ed il Leone morto fopra il Cimiero

dalla

gola gli

morta

FATTO

TOMO PRIMO,

i^^

EATTO STORICO SAGRO.


MEntre

Giudei incontro a Crifto fi fecero, I' afTalirono 5 tra_j


avvinfero ; Pietro nulla temendo la numerofa infuriata Turba , non folo ebbe coraggio di ftringere contro tutti il ferro , ma fi avvanz di pi ancora a macchiarlo del Loro Sangue , giacch fcagliatofi contro
un Servo del Pontefice , con un colpo gli recife un' orecchia . Pi oltre_i
forf fi farebbe eltefo il fuo magnanimo ardire 1 f dallo ftcffo pazientiflira
Crifto non fofe flato trattenuto . S. Gio Evang. cap. 1 8.
ferri

perfidi

1'

FATTO STORICO PROFANO.


Veduto
Fabio Romano contro il Cartagnefe Annibale
che oramai perduto aveva tutti i Suoi e eh' Egli flelTo di Sangue-?
grondante non avrebbe potuto pi reggere , non folo non pens a ritirarfi , ma tent gli ultimi sforzi per abbattere il nemico Capitano . Con quella poca forza che rim afta gli era , contro Annibale fcagliatofi , gli tralTe 2
viva forza dalla Tefta il Diadema , e di pi ancora fatto avrebbe , f venendogli meno il Sangue e la vita , a' di Lui piedi non foffe morto caduto . KAjolf. Ojfic. Star. lb. 2, cap. io.

Combatteva

FATTOFAVOLOSO.
di Egeo e di Etra , fu uno degli Eroi pi arditi e_s
che ci dimoitrino le Favole . Egli affront 1' infuperabilc
Moftro detto Minotauro , che nel Labernto di Creta era racchiufo sei' uccife . Volendo Piritoo fiio Amico rapire Proferpina in braccio a Plutone
nello ftelfo Inferno ebbe coraggio di feguirlo ed ajutarlo . "Plutarco.

TEfeo

figliuolo

magnanimi

Ovid. Ign. "Paufan.

ARDIRE ULTIMO,

NECESSARIO.

Dello Stejfo.

UOmo

armato di tutte

nella deftra

mano

le armi o fia a cavallo o a piedi con


intorno alla quale vi far quello motto .

la

fpada

PER TELA PER HOSTES.

Nella finilira mano uno Scudo ove Aia fcolpito , o dipinto un Cavaliero, che corra a tutta briglia contro l'arme lanciate dai nemici con animo
o di fcampare combattendo o di reftar morto valorofamente fra i nemici
Ed intorno all' orlo di detto Scudo vi far fcritto quel verfo di
.

Virgilio

Va

falns

lSlis

nullam fperare falutem

Qiiefto,

ICONOLOGIA

1^6

che noi diciamo ultimo e neceffario ardire una certa_j


Ipezie di fortezza impropria , cosi detta da Ariftotele , perch pu eflere t
e fuol eflere pollo in opera ordinariamente o per acquiilo d* onore o per
timore di male avvenire , o per opera dell' ira o della fperanza , o per
la propria confiderazione dell' imminente pericolo non per amor di quel
vero , e bello
che fine della Virt .
L' armatura e la fpada col motto i moftrano che gran reflllenza
Qiiefto

-,

neceirariiflima in ogni pericolo

Scudo col Cavalliero , che corre contro i nemici raoftra quello


che abbiamo detto cio che la Difperazione molte volte cagione di
falute j ma non di vera e perfetta fortezza come fi detto
lo

FATTO STORICO SAGRO.


EReditando Giuda Maccabeo

il
valore e coraggio di Matatia fuo Padre
guerre maravigliofamente fi oppole al furore ed all' impeto degli empi Perfecutori d' Ifraelo . Il loro fangue f pi volte fede
come il fuo braccio foftener fapeffe 1' onor del fuo Dio , gli offefi dritti
dell' amato fuo Popolo . L' empio traditor Nicnore col disfacimento di tutto 1' Efercito a corto della propria vita ben lo prov. La qua! cofa pervenuta alle orecchia di Demetrio Sotero Figlio di Seleuco , fped di nuovo
a rovina della Giudea Bacchide ed Alcimo con poderofifTuna Armata
confidente in venti mila Pedoni e due mila Cavalli
S' incamminarono
quefti alla volta di Berea , mentre Giuda con foli tre mila Uomini in Laifa
aveva fermato i fuoi allogiamenti . Comparfi appena i numerofi nemici
entr nel cuore de' feguaci di Giuda fommo fpavento e tanti 1' abbandonarono che con Efso non rimafe che il numero di ottocento Fedeli
Fu
forf la prima volta che in qualche parte li atterr Giuda , vedendo l.i_o
neceflit del combattere e 1' abbandono de' fuoi . Tem ; non ifraarr gii
Rivolto a quei pochi che gli rimanevano ; Si vada , diffe
il coraggio
Volevano quelli divertirlo
contro i nemici e li combatta quanto fi pu
dal penfiero . Ma Egli foprammodo animofo guardici il Cielo , replic , da
Andiamo a morire f altrimenti efler non pu ; e s' afsi fatta vilt
Dur la pugna dal mattino alla fera ; fu fparfo fannemico
.
front col
dall' altra ; ma finalmente al forte Maccabeo convenda
parte
e
una
gue
ne cedere al numero , e lafciare nel campo la gloriofa fua Vita , mentre
quei pochi , che de' fuoi erano rimalH fi diedero alla fijga . Lib, i . dcj

in pi

fiere

Jdaccdb. cap.

9.

FATTO STORICO PROFANO.


vedendo che gli affari
aveva la maggior
parte del fuo Efercito tagliatogli da nemici a pezzi , e che da ogni dove
perfeguit-ato veniva j n luogo lafciato gli era onde poter falvarfi , fi

AGatocIe

Siracufano

della fua Patria

fuoi rovefciavanfi in peflmo llato,

Tiranno

e che perduta

ritir

TOMO

PR

IMO,

1^7

ritir in Siracufa per difenderfi con que* pochi, che fedeli gli erano rimafti . Si avvidde ben tofto per che in Siracufa era men ficuro che in
qualunque altro Cto ; ficch tolta la miglior banda de' fuoi feguaci , in_
Africa , fuggendo per mezzo de' nemici fi trasferi . Non fu chi non conofcefse che la difperazione 1' aveva a quel partito condotto , quale fu il
folo fcanipo della fua vita; dando il guaito in Africa alle terre de' nemi-r
ci , perciocch erano mature le biade , li ridufife in tal bifogno , che mandarono a richiamare 1' Efercito di Sicilia , per confervare le proprie cofe

24.

Giujin. lib.

FATTO FAVOLOSO.
NAufrag
dopo

la

Uliffe

ritorno che faceva in Itaca

nel

caduta di Troja

nell'

fiia

Ifola de' Ciclopi

Patria e
e fu

da

Regno

Poliferao

figliuolo di Nettuno , che era un Ciclope di fmifurata ftatura , e che aveva un folo occhio in mezzo della fronte racchiufo con i fuoi Compagni
in un' orrida Caverna infeme col Gregge
Conobbe Ulifse a f , ed a_j
fuoi inevitabile la morte
perci aiutato dal fuo coraggio , e dall' acutiflimo fuo intendimento , pens fare 1' eftreme prove per liberarfi da s barbare mani ; vedendo pertanto un giorno che Polifemo in grembo al fonno , ed
all' ubbriachezza sdraiato
fu la nuda terra giaceva > pens o di morire >
o di tentar il modo onde liberarli dal Moftro . Infocato perci un lungo
palo di ferro , prefe la giufta mira all' unica luce del terribil dormiente
con tutta forza a quella lo fofpinfe , e lo priv affatto della vifiva poten.

Ciclope fentendofl ferire

za

ed

Ulifse frattanto ordin a fuoi

Il

>

mand

fuori dal

compagni

petto fpaventevoli urli

di porli indofso le pelli de'

Mon-

toni , per 1' avanti fcorticati da Polifemo , e di camminar carponi , onde-iion


venifsero dal Gigante conofciuti, quando Egli avefse condotto il Gregge
al Pafcolo , come appunto avvenne ; imperciocch Polifemo avendo tolto
via un pezzo di monte , che chiudeva la Caverna , li colloc in modo che
poteva palfare folo un Montone per volta , e fralle lue gambe ; ma quaar
do fi avvide che Ulifse , e i fuoi compagni erano anch' Elfi ufciti col
Gregge , fenzacch Egli li aveCfe potuti diftinguere , corfe , e traffe lor dietro una grandilfima rupe , dalla quale niuno di Elfi rimafe offefo , e tutti
s' imbarcarono fulle rellanti fcompigliate Navi n perdettero che quattro

Compagni
tant,

lib,

quali

furono dal

Gigante divorati

Omsr^

Odijs,

Owd, Me-

14,

ARITME-

ICO N

158

ARITMETICA,
Di

Ce/are

BJfa

DOnna

di fingolar bellezza di et virile , vefllta di diverfi colori , cj


fopra detto vellimento vi fieno come per ricamo la varie note di
Muficaj e nell* eftremo di detta Vefte vi far fcrittoPAR, ed

IMPAR

che colla finlftra mano tenga con bella grazia una tavola piena di numeri 3 e con l' indice della delira moftri detti numeri
Aritmetica , voce Greca perch il numero nel qual confille queft*
arte da loro chiamato Aritlimos
Si rapprefenta di belIiiTimo afpctto , effendocch la bellezza e perfezioe\
ne
;vumer alcuni Filofofi credevano che da efll tutte le cofe fi componeflero , tra quali Pitagora Filofofo dille , che la natura dei ni/meri trafcorfe per tutte le cofe , e che la cognizione di efll quella vera fapienza, quale verfa intorno alle bellezze prime, divine, iocorrotte, femprc_>
efillenti, della cui participazione fono fatte belle tutte le cofe ; e Dio, da
quale non procede cofa, che non fia giulla , il tutto fece in numero, in
->

pefo

e rnifura

perciocch Cccome in quella et


,
Aritmetica perfetta nella qualit fua

Si fa di et virile

zione

cosi

1'

la

vera perfe-

La

di-v

TOMO PRIMO,
La

dverflti

1^9

che queft* arte da princpio allc_


quella che apre la ftrada alla Mufica al-

dei Color dimoftra

Matematiche per effcr


Geometra ed a tutte le altre Umili
Le fi damio per ricamo del veflimento-lefbpraddctte note mulicalij perciocch da turte le confonanze muficali le proporzioni Aritmetiche nafcono
Un motto che nell' eftremit della Vefte PAR , ed IMPAR. dichia-

difcipllne
la

cola fia quella che da tutta la diverfitk degli accidenti a quelt*


e tutte le di.nollrazioni
Tiene colla finillra mano la tavola Ibpradetta i e con l* Indice della_j
deftra moltra i numeri fddetti , per notificare la forza loro . Onde Proclo fopra il Timeo di Platone narra a quello propofito che i Pittagorici
la prima Vocale la quale fi trova
aflegnarono quattro forti di numeri
nella Mufica > e ne* verfi; de* Poeti ^ La feconda Naturale , che fi trova_j
nella compofizione delle cofe La terza Razionale , che fi trova nell*
Anima e nelle fue parti ^ La quarta Divina , che fi trova in Dio , e_>
negli Angioli ; e quella balli intorno a quella materia per non eflere te-

ra che

"Arte

,.

diof nel dire

,.

'''l'i

Of-jl';:'

ARISTO-

ICONOLOGIA

L<50

ARISTOCRAZIA,
Di Cefare

^pa ,

DOnna

d et virile di ampj ed onorati abiti veftita . Sari a federcJ


con gran maeft in un fontuofo e ricchiffimo Seggio , e in capo avri
una Corona d' oro . Che con la deftra mano tenga un mazzo di verghe
unite infieme e una Ghirlanda di alloro e con la finiftra un Morione
Che dalla parte delira vi fia un Bacile , ed un Sachetto pieno di monete
di oro ,
gioie collane j ed altre ricchezze i e dalla Cnirtra una Scure .
Ariftocrazia il governo di Uomini nobili guidato da loro con ordine-
uguale di legge di vivere , e d veftire dillribuendo a ciafcuno con pari
bilancia le fatiche e gli onori , le fpefe e g' utili con 1' occhio Tempre
al

comun

perpetua unione e auguraento dello flato loro


effendocch
>
in efla vera perfezione awegnacch
mette in efecuzione quanto $* appetta al governo 4clla-j

befleficio

alla

Si fa di et virile

con giudizio
Repubblica

fi

fuddetto veftimento , e lo ftare a federe in un ricco Seggio con gran


rapprefentare il foggetto della nobilt di perfone di gran condi-

Il

maelU ,
zione

che per fegno di ci porta in capo la Corona di oro .


da il mazzo delle verghe legate infieme , per fignificare , chc_*
Repubblica deve elfere unita per mantejiimento e beneicio publico ;
,

te

la

fi

onde

TOMO PRIMO.
onde Euripide dice
vitas

Inteflimm oborri bellum

161

homnbus inter cives

folct

fi ci'

dijfeHferit

Sallullio In bello

'Jugimino

anch' egli cosi dice.

parvx res crefcmt , difcordia maxima


Cicerone nell* Epift. ad Attico .

Concordia

'Hjhl.vro bona
civilibus

coHtroverfis

&

quieto

&

dilabnntur

quam

bona civi mags contieniti

abejfe <j

Tiene k Ghirlanda di Lauro per dimoflrare il premio che folevan


dare a quelli che avevano operato in beneficio della Repubblica virtuofamente ; ficcome per il contrario il cafligo ; il che il dimoftra colla Scure che gli fta accanto . Onde Solone fopra di ci
B^mpublicam duabus rebus
.

contineri dicebat
Islec

ulla

prxmo

domus nec S^fpublica

nec fupplicia, peccatis

&

pcena

Cicerone

Morione

co li
roba >

Deorum

e Solone foleva dire

che tiene con

niiros

bonos honoribus

affici',

contri

,
il Bacino ,
e Sacco pieni di
denotano che fenza le lor armi > e
malamente li confervano le Repubbliche e moftra di profondere
danari , perch per confervare la libert non fi deve rifparmiare
poich come dice Orazio :
l>lpn bene pr tota libertas venditur auro .

nete di oro
nari

de natura

flare potej, fi in e a nec reS faSiis prxmia ejfent

lllam cvitatem optimi habitari, in qua


mtiem mprobos pans mors fuerit
Il

3.

la finillra

altre richezze

colle

modaanla-j

ARMI,
Come come
armato
UOmo mano
tiene
,

lira

dipinte in

Firenze dal Gran

Duca Ferdinando

tremendo Coli' elmo in capo . Colla deun tronco di lancia pofato alla cofcia e con la fin-

di afpetto

uno Scudo , in mezzo del quale vi dipinta una tefta di Lupo ( <i )
Elfendo quella Figura limile a quella di Marte, l potr intendere per
eifa 1' Arme come Dio di effe . ( ^ )
flra

ARMO-

'

>

Il

III

II

1^^

) Il Lupo era confecrato a Marte per efprimere la ferocia , e rapacit de' Soldati . Un'altra ragione ne adduce il Cartari , ed che effendo quello animale di una
di avvifo a' Guerrieri
Tifta acutiflma , talch di notte ancora vede perfettamente
che debbano nelle loro fpedizioni ben vedere ^ acci non cafchino Jielle inldie dei

(7

;,

nemici
( ^ ) Al propofito delle Armi fa il P. Ricci la Figura del Capitano Vomo ariito ,
iiejlito di armi bianche con Spada a cinta . Vicino ai/r nn' Elefante , ed un Leone con un freno in bocca . Avr appresso un iiafo di acqua con un pajo d ferri ; ed Egli fi terr il dito al
cuore . Ardito perch ^ chi non fi conofce di tale ardire non deve prendere tal carica.
E' veftito di armi bianche colla fpada , che fono le fattezze di un valorofo Capitano . L' Elefante , ed il Leone indicano la fortezza dell' animo . Il freno fignifica che
non deve effer fuperbo . 11 Vafo di acqua denota la poca ficuri della vittoria , che
bifogna far conto di tutti , e ftar vigilante . I terri de' piedi fono tipo della Pazienza
che fi richiede nelle Battaglie , de' patimenti ed affanni che col avvengono . Il Dito
al cnore fignifica l' amicizia , che fi deve fempre tener con tutti

i($j,

ICONOLOGIA

ARMONIA.
Come dipinu

in

Firenzi dal Gran

Duca Ferdinando

UNAmano.

vaga e bella Donna con una Lira doppia di quindici corde in_5
Incapo avr una Corona con fette gioje tutte uguali. Il Ve<ftimento di fette colori j guarnito di oro , e di diverfe giojc

ARRO-

TOMO PRIMO,

l6x

ARROGANZA.
D'i

DOnna

Cefare I{ipa,

verderame . Avr le orecchia di Afino . Terr fotbraccio fniftro un Pavone e con la deftra mano alta moftreri
il dito indice .
L' Arroganza vizio di coloro , che febbene fi conofcono di poco valore i nondimeno per parere affai preffo gli altri , pigliano li carichi d' ira-^
prefe difficili e d' importanza ; e ci dice S. Tommafo 2. 2. q. 122. art. i.
sArrogam efl , qui jbi attribmt , quod non habet . Per con ragione fi dipinto

ge

veflta di color

il

colle orecchia dell' Afino

stolidezza

, nafcendo quello vizio dall' ignoranza ,


e dalla
che non lafcia prendere il fucceCfo dell' imprefe , che fi prendo-

no con poco giudizio


Il Pavone fignific P Arroganza effere una ipezic di fuperbia
e il dito
alto 1' oftinazione di mantenere la propria opinione > quantunque falfa e dal
.

comun parer

lontana

ra dipingevano gli

^on

(
vna-

l'

tf

Ignoranza

5 Figura

mano foggia

il

>

ftimandofi molto

Antichi

P. Ricci

Monti

X
'

e {prezzando altrui

la Pertinacia clae

ma

divi/o

per

cos

anco-

medefima

FATTO

Arroganza Donna

aito ,

quafi una cofa

cieca colla

mzzo ,

benda fu gli occSj

e (di' altra

Con

tim un Serpai
efor-

ICONOLOGIA

i54

FATTO STORICO SAGRO.


RElo

infoiente Sennacherib

Re

degli Afllrj per le fpefTe vittorie (pra


penfava
che elfer non vi potelTe Chi po*
Perlocch inviati avendo ad Ezereirc trattenere il corfo al fiio furore .
chia Re di Giuda Ambafciadori , acci a Lui con tutto il fuo Regno fi
rendeffe gli fece per bocca di Rabface fuo Generale fapere che non fi
afldaife ncll' ajuto di Dio , mentre Egli con la fua potenza ( beflemmia
cfkicranda ! ) non farebbe llato da tanto da toglierlo alle fue forze . Pun
bene Iddio cotanta arroganza giacche mentre Sennacherib fotto le muri
di Gerufalemme con il numerofiflimo Efercito era attendato t in una fola
notte per volere del fuo Signore un' Angelo uccife cento ottantacinque-
mila Aflirj . Sorto la mattina da* fuoi placidi fonni il fuperbo Re , e mide* nemici fuoi riportate

rata

orrida Itrage

1'

fuo Idolo orava

>

i^e cap,

19.

18.

fu

atterito in Ninive fi rifugi


dove raencre avanti il
da due fuoi propri Figli miferamentc uccifo . 4. dt
-,

FATTO STORICO PROFANO.


MEnecrate

Medico da

Siracufa per eDTere fiato pi volte fortunatiffimo


in tanta arroganza, che in vece del prezzo

venne

nelle fue cure,

obligava in quefto folo le Perfone che Giove 1* apchiamaflfero fuoi Servidori . Si ftefe anzi tanto in que, e che
lla fua pazza , che in una Lettera da Lui diretta al Re di Sparta , gli fece
la feguente foprafcritta , o manfione =3 Menecrate Giove ad Agefilao Re
falute tr Conobbe fubito il faceto Re P umore peccante , che per dando-

che

gli

fi

doveva

pellaifero

gli rifpolla

fi

fece

la

forma rs Agefilao Re a Menecradire di 'quella del cervello, della qualc_

foprafcritta in tal

te defidera finiti cr intendendo

aveva eftremo bifogno

Tlutarco negli xApoftemmi

Celio lib^

6.

FATTO FAVOLOSO.

Racne Donzella

L.

feffione

famofiflma ricamatrice, era nella fua Pro


Del che Eifa accortafi, mont in tanta
.
credette maggiore della Dv;a Minerva ; anzicch interrod Lidia

lo ftupore di tutti

arroganza , che fi
rogata f da quella apprefa aveva cosi beli* arte, f ne raoftr sdegnata

e auda,
Le ftar un' Elefante 'micino , t una Colonna forte di mar1' Arroganza e (tolta e pazza .
Con una mano pogperch
,
gia un' aito Monte , Tipo della Superbia, di cui Fi^ia . Il Monte Ila divifo.
perch Dio feinpre fuole umiliare e confondere i fuperbf arroganti . Il Serpente
per eiTere inimiciflimo dell' Uomo e bbominevole , Geroglifico dell' Arroganza
abborrita e da Dio , e dagli Uoraui . L' Elefante che mai non piega le ginocchia figura l' orgoglio dell' Arrogante . Per la fteffa ragione la Colonna , che prima fi Ipezza cne piegarli , rapprfenn la propriet deli' Uomo arrogante ,

ieforme ed abbomnivoe
tuo

Cieca bendata

TOMO PRIMO.

iS'i

e audacemente rfpofe che fofle venuta pure Minerva in paragone con_j


Lei * che avrebbe moftrato di quanto I' avefle laputa fuperare . Sdegnata
perci la Dea ma nello fteflfo tempo compaflionando di Colici la miferia ) n volendo f poteva , togliere al mondo Donna che nella Profeflione aveva tanto pregio , prefe il partito di trasformarfi in una Vecchia e
da Lei portandoli volle ammonirla che fi pentiffe di fuo orgoglio, e ne domandalTe a Minerva perdono . Non fervi l' amorevole avvifo che per maggiormente farla fuperba ; mentre non folo conferm il fuo primiero temerario
dett ma anzi di nuovo fi proteft voler venire colla Dea al paragone
Minerva allora fpogliatafi dell' effer di Vecchia, fi f veder quali' era.
Neppure ci fu ballante per far cambiar fentimento all' arrogante Donzella
Si venne alle prove , reft perditrice , fu tramutata da Minerva in un-s
Ragno . Otivd. Motam. lib, 6.

ARTE.
lti

DOnna

Cefare

B^pa

color verde . Nella


, iccintamente veftita di
tenga un Palo fitto in terra, al quale vi fia legata una
Pianta ancor novella e tenera; e nella mano dritta un Pennello, e uno

mano

d et conCftente
finiftra

Scarpello

L' Arte

ICONOLOGIA

i66

L' Arte un abito dell' intelletto , che ha origine dall' ufo , da' precetti j o da ragioni , che generalmente fi efercita circa le cofe neceflarie
all' ufo umano .
Qyefta diffinizione cavata da Diomede , da Arift. nel 6.
dell' Etica, e da S.Tommafo i. 2. q. 37.) niaper efplicarla a parte, dire-

mo

che quefto nome Arte pu fignificare tre cofe . Prima il concetto , o


cio la immaginata e conceputa forma delle cofe nella men,
te , e in quello primo modo diciamo che abito dell' intelletto ; feconda
il Magillero ,
e Artifizio con quei modi nell* opera efpreflb , con li quali
era nell' intelletto 1' Arte come abito
Terza l' Opera , o I' Effetto con 1' Artifizio formato ; ficch diremo 1' Arte eflere nella mente , il
Magifter
nella vifta , e 1' Opera nell' effetto
L' abito poi dell' intelletto di due forti
L* abito fpeculativo , che
la contemplazione , il cui fine la Scienza , del quale per ora non parliamo . L' altro I' abito dell' intelletto prattico , il quale ha due.
flrade per confeguire il fuo fine che 1' Opera . La prima , 1' efercizio
continuo nelle cofe fattibili, dal quale nafce l'abito, facendo l'intelletto
abile e pronto nelle operazioni
L' altra parte la prudenza , la qualc_>
ordina la verit dell' opera , e fa che 1' Artefice Ila regolato nelle fue azioni
Abbiamo detto , che lia origine dall' ufo , precetto , o ragione ; dov'
da avvertire che quefla parola ufo , pu fignificare due cofe . Prima 1' efperienza . Secondo 1' efercitazione dell' Artefice . Che 1' efperienza Ca neceflmilitudine

faria, lo
artis

&

dice

Filofofo

il

J'cientL-e

prhicpia

lib.

2.

Demonflrationum

e Manilio Poeta

Exipfa

cxperientiir

omnis

Ter varios ufiis anem experientia fcct


Excmplo moflrante viam
^b expermenEd il Cardano nel 1 lib. delle contradizioni cos dice
1'
fgnifichi
anco 1*
Che
ufo
to prodit ars , entri anima fuerit confirmatum .
efercizio, e che fia nell' Arte neceflario lo dice Arift. lib. 1. Metaph.
Scientia cotnparatur , il
cap. I yerum ufa atq; exerctatione homnbus ars ,
che anco conferma Vegezio libro fecondo de re militari . Omnes artes omnia'
.

&

&

que opera quotidiano ufu ,


jug exercitatione proficimt .
Che l' Arte poi abbia bifbgno de' precetti e ragioni , non da dubitare , e per diremo, che li precetti delle Arti fono cavati dalla lunga_3
esperienza , il che accade in tutte le Arti Meccaniche dalla natura loro , come accade nella Pittura; e dalla ragione, come accade in cene Arti che
non fi dicono Arti, f non impropriamente, partecipando effe piuttollo di
fcienza che di Arte . Come la Medicina , che fra tutte le altre conofcc_5
eflendo altro il fapere che conofcer le cofe per
dice il Filofofo . Anzi non fi trova Arte alcuna che_
non abbia le {vx regole e offervazioni , e per quefto dice Diomede che fi
dice , ^rs , quia arBis pnecepts ,
regulis arnHa condudat
Che fi trovino Arti che fi fervino delle ragioni , lo dice anco 1' iftelTo
Ariftotele con 1' efempio della Poesia lib. i. Poet. ^rs Toetica ed ars
rationalis , e veramente , f ben pare che tutte le Arti abbiano per fondares

per fuas caufas

le UIC

caufe

non

come

&

mento

1'

efperienza

come fopra abbiamo detto

bifogna anco che fieno ac-

compa-

TOMO PRIMO,

167

fenza della quale niuno Artefice potr bene opecompagnate


Apophtegma
nell'
1 2. dice .
Triverio
Onde
rare .
patito fortior dcxtera manit fniflra
Tanto potior e/l ratio ipfa experientia.
Di quefta ragione hanno bifogno le Arti liberali > e pi nobili 5 Ic-j
quali fi ponno chiamare fcienze prattiche ; ci confermato da Arinotele
dalla ragione

6. Ethic. .Jrs

Metaph. .Ars

efl
ejl

cum vera

habitus quidam faciendi


operis

ratio

il

ratiane

fimile pare che dica S.

>

al

della^

i.

Tommafo

i.

2.

q.

57. art. 3.
'.Ars

Abbiamo

re6la

ejl

ratto faSlbilium

che generalmente li efercita , per intendere 1' abit


dell' intelletto in potenza ad operare 1 e non 1' atto , cio opera dell' Arte; da quella piuttoftq fi pu chiamare efperimento dell' Arte efifendo una
.Ars ejl micofa particolare , e per quello diflfe il Filofofo al luogo citato
fi eferciche
autem
Finalmente
diciamo
experientia
partiadarium
.
>
'verfalium
neceffarie
neceffarie
le
cofe
cofe
al
vivere
umano
perch
e
circa
le
ta
al vivere umano fono molte e varie , quindi che le Arti fono anco vadetto

rie

in tre forti,

Arili, le dillinfe

mentre

dilTe

.Ars

ut navgandi

utens

-,

imperans , ut .Architedlura . Platone


qiu operbus utantar
le dillinfe in due cio qux facmnt opera,
Ma per ora non voglio pigliamo altra diflinzionc f non quella che fi
piglia dalla cauf finale. Dicemmo nella figura della Natura che il fine-
della Natura era il bene , e perch I' Arte imitatrice della Natura, non

peritia

operans

utque

far meraviglia f anco

fecat

il

Ugna

ir

&

fine dell'

Arte

lr

il

bene

12. di due forti, albonum fit , alterum qmd alicui bon;tm jt


fecondo che per
il
utile . Il primo far il bene che fi chiama onelto ;
fbrvizio dell' Uomo far 1' utile , ed il dilettabile ; e cos diremo , che tutte le Arti , o fi efercitano in cofe utili e neceflarie al viver umano
ovvero in cofe dilettabili .
Ora per efplicare la Figura , diciamo che 1' Arte fi dipinge di et virile , prima perch un Artefice giovane non pu avere efperienza di molte
cofe , per non avere efercitato molto tempo ; il Vecchio poi per la debolezza delle forze non pu mettere in efecuzione quello che con la fua_j
lunga fatica ha imparato , il che accade particolarmente nelle Arti Meccaniche, e come dice Xenofonte in occonomo [ parlando delle Arti Meccaniche 3 Eneruatis labore membris , necejfe eji animos debilitari ,
quodammo-

bene fecondo

II

teritm

qttod

abfolut

il

Filofofo

& per

lb.

7. Ethic. cap.

&

&

do laborare

Si velie di color

delle

nuovo

Arti tutte

le

Verde per molte


cole

necefifarie al

ragioni

viver

Prima

perch per mezzo

umano vengono

rifarfi d

quando per 1' ingiuria del tempo vengono confumate a guifa che
la Natura ogni anno rivelle la terra di nuove erbette , e gli alberi di nuove frondi. Secondo, perch l'Artefice deve fempre Ilare con ilperanza d
venire a maggior perfezione delle fue opere , ed in ci mettere ogni lludio e diligenza > f non vogliamo anco dire > che fignifichi la fperanza
,

dell'

ono-

ICONOLOGIA

168
dell

onore

ftitiche

utile

e guadagno

Terzo per

che

fignificare

Artefice tiene di

1'

frefchezza

la

riportare delle fuc


invenzioni, la vivacit
buon Artefice fi ricercano ;

dell'

ingegno , e le giovanili fatiche che in


anco pu fignificare una pazienza o vogliamo dir pertinacia
che femprc fia frefca , e verde uell* operare ; ed a quello fignificato piglia
quello nome verde il Petrarca
"Per far fcmpre mai verdi i miei dejtr .

dell'

oltre che

velie

Si

di

abito

fuccinto

come

comodo

abito pi

alle

fatiche

manuali
palo con la Pianta tenera e novella, Cgnlfica 1' Agricoltura, Arte
della quale ne vien all' uomo tutto 1' utile quale dicemmo di fopra eCfere
II

una fpezie del bene , che fine , e meta delle Arti . Quell' Arte da Xenofonte fu chiamata tra tutte le altre preclarifllma , dalla quale vienc_j
fomminiltrato all' Uomo quel che per il vitto gli neceflario , Tentiamo
Cicerone i. degli Ofcj . Omnium rerum ex quibus alquid exquiritur ^ nihil eft
agricoltura

melius

nihil

dulcins,

tihl

uberius

niiil

bomine

libero

digniiis

Ma
dett'

per non mi eftendere pi oltre in narrar la utilit e neceflt di


Arte, ballarammi addurre le parole di Vitruvio al i. lib. d' Archi-

tettura

Etenim natus infans


gradus perduci , civitas

la&e non potej neque ad ittic crefcentis


eorum frudlibus non potefi crefcere , nec
abbimdantia
cibi
habere
copia tueri
fiequentiam
, popidumque fine
fine
L' altra fpezie del bene era il dilettabile , come abbiamo detto : Ma_9
che cofa fa al Mondo pi vaga e dilettabile della Pittura e Scoltura ?
quelle vogliamo fignificare per il Pennello , e Scarpello che la prefcntc
Figura tiene in mano . Arti in vero nobiliffime , e mai appieno lodate .
Onde la nobil Scuola di Atene nel primo grado delle Arti liberali ln_j
colloc, dilettabile dico la Pittura, per elTere imnntatrice della nollra
commune maellm , non folo nelle cofe tangibili , ma in tutte le viCbili ancora , rapprefentando con la variet de' colori tutti gli oggetti fcnfibili
Visura efl omnium qme 'videntur imitatio diCfe Xenofonte , e Platone lib. de
fulcro . Visura opera tamquam viventia extant
fine

nutrics

fine agris

&

La Scoltura poi tutte le membra intiere formando , non altrimenti di


quello che la Natura palpabile fa , non folo 1' occhio ma il tatto ancora
pienamente ftisfa . Onde quefle due nobiliffime
chiamare , come nate da uno illeffo Padre che
artificiofa immitatione della Natura .

^rte

Arti fi ponno farelle_


Diflegno, e hanno un'

il

MAtrona

con una Manovella, ed una lieva nella mano delira, e nella


con una fiamma di fuoco.
Tutte le Arti che ufano illrumenti, e macchine ( che fono molte) riducono la forza delle loro prove alla dimollrazionc del circolo , e da eiTo
finiltra

ricevo-

TOMO

P R

IMO.

x6g

ricevono le loro ragioni j e il loro ftabilimento , e per fi dipinge 1' Arte


con la Manovella > e con la iieva j le quali hanno la forza loro dalla bilancia e 1' ha dal circolo > come fcrive Arftotelc nel libro delle Meccaniche .

La fiamma

del fiioco fi pone come ftrumento principale delle cofe_>


perch confolidando , o mollificando le materie i le fa abili ad
eCfere adoperate dall' Uomo in meriti efercizj
( ^ )
artificiofe

C ) Arte

da Giulio Strozzi nella Venezia

defcritta

Matrona

ARTI-

venerabile

e fevera

portametao , e la maniera ,
all' oprar fnodate , e pronte ;
bench fa di Goventh men verde
piede ha fciolto , e Maeftd non perde .

Agile

Il

Cant. ii.

Gh' di helkzT.e fn lodale , e conte ;


OccMo grave , e penfofo , e cho^na ha nera
Jioffa la guancia , e umida la freme ;

E
E

edif,

il

mani

le

Coftei

eh'

Arte

fi

noma

noftri ingegni

I^eir opre frali immortalmente eterna

S' erge fpedita , e de' celefti Regni


Drizza il gran volo alla Magon Superna
tutta fregiata va de' fuoi difegni
di fin'Oftro ha la gonnella interna ^
Il manto di fua man tutto trapunto
Con ricca fibbia all' omero congiunto

In cui ben cento maraviglie efprefie


Con a?o Frig'f ""ea la Donna tniufire i
La prima era Semirami , eh' erejfe
Le Mura eccelfe a Babilonia illujtre,

Toi da Colonne effigiate , e J'peJJe


Sorgeva un Tempio in Efefo paluftre
Indi avea di Ricamo alzate il fil

Le fuperhe Piramidi fui Mio .


Segua la Torre altffima kl Faro ,
poi di Rodi il vaftifjimo Colofjo
di Artemfiia il Manfoleo pi raro ,
d' Olimpo s' ergea Statua fui doffo
Pi Pedalo le penne , e v' era al paro

E
E

Il cieco Labernto di

MinoJ/o,
Ponte , ove Sahnonlo imita tuoni ^
Puglie , Cerchi , Teatri , e Panieoni .
V Arca iluftre , che not fintanto
Che Pio V "Uomo fommerfe iniquo j ed empio
^u di ogni lavoro fupera il vanto

'l

Ma
,

Che dal verace Autor

n' ebbe V Efempio


pi nobili del manto
Sorgea d Salomon V Augufto Tempio
Jl gran fregio pi baffo intorno avea

E
.

Pi

ne' lati

fatiche minori ogn' altra Idea

170

ICONOLOGIA

ARTIFICIO.
D\

Cefare J^tpa

con
UOmo
mano

abita ricamato * e con molto Artificio fatto . Terr la deftra


pofata fopra un Argano 1 e con il dito indice della finiftra mano moltri un Copello che gli iHa accanto pieno d* Api de' quali f ne
vedr fopra detta fabbrica , e molte volare per aria .
Si verte d' Abito nobile e artifciofo 1 perch 1* Arte per f nobile*
che feconda Natura pu chiamare
Si dipinge che tenga pofata la deftra mano fopra I*Argano eflendo quello
per il quale dimollriamo 1' Artificio con Umana induftria ritrovato * il quale vince di gran lunga la Natura, e le faccende difficiliflime con poco sforzo mandate a fine dall' Argano e altre Macchine . Antifone Poeta in quel
verib, il qual cita Arillotile nelle Meccaniche , e* infegna , che noi per via
dell' Arte iuperiamo quelle cofe , alle quali pare che repiigni la fteCTa Natura della cefi , imperocch moviamo dal fuo luogo Edificii grandiflimi ado
perando 1' Argano
Moftra il Coppello delle Api come dicemmo , elTcndocch quefti Animali fono il Geroglifico dell'Artiicio , e della diligenza ; per ben diJe
Salomone . F'ade ad ^pem
dij'ce ab ea qmm laboriofa. fit operatnx .
E
"Virgilio anch' egli elegantemente defcrive 1* Artificio ed iudulWa delle

&

Api

TOMO PRIMO,
Api

primo

171

Eneide, e pi copiofamente nel 4. della Georgca cojninciando dal princpio, a coi rimetto il Lettore? perch andrei troppo a
lungo ; baiti dire , che volendo cantare dell' Artificio e induftria naturale
delle Api , Virgilio invita Mecenate ad udire cantar di tal materia , come
di cof grande e mirabile .
Mane etatn, Macenas, afptce partem
tAdmranda tibi levitm fpectcula rerum ,
Magnanmofqne duces , totlufque ordine gentis
Tnelia dcanj ,
Mores ,
judia , e^ Topdos ,
nel

dell'

&

&

ASSIDUITA'.
C$mc

dipnta nella Sala de* Svizzeri nel

Talazzo

di T^oflro

Signore

CTS'

CVJ

Na

Vecchia , h quale tiene con ambe le mani un tempo d' Orologio;


ed accanto vi uno Scoglio circondato da un Ramo di Edera

ASTINENZA.
D Cefare Bjpa,

Onna che con

la deftra

mano

fi

ferri la

alcune vivande dclicat e con un inotto

bocca, e con T
che dica

altra moftri

NON UT om. NEABUTAR.


Y

Pef

ICONOLOGIA

i7i
Per

raoftrare

che

il

cipitare in qualche errore

fa fpeflb e facilmnte preaftenerfene fa la mente pi atta alla_j

mangiare cofe delicate

come

>

1*

corpo pi pronto alle opere della Virt , e per dicef


moderazione de' cibi quanto s' appartiene alla
fanit , neceffit , qualit delle perfone t che porta all' animo elevazione di
mente , vivacit d' intelletto , e fermezza di memoria , e al corpo fanij come bene raoftra Orazio nella Sat. 2. lib. 2. cosi dicendo .
Recipe nmc 'viius tennis qtdje quantaque featm

contemplazione

il

effer l'Aftinenza una regolata

tum varia

afferai in primis , valeas bene ,


Vt noceant Homini credas memor

^ce

fmplex olim

Mifcueris elixa

tibi jederit

fir/iul

illius

ne

jtmd

conchylia turdis

res

efca,
affs

Dulcia f in bitem vertent flomacoque tiimnltura


Lenta feret pituita ; vides , ut pallidus omnis
? ^in corpus omflum
animum quoque prjegravat ma
humo di'vinx particitUm ahr.e

Ctena defurgat
Heflernis

^tque

ciffgt

^Iter ubi dillo

Membra

iubia

<vitiis

dedit

citius

curata fopori

'vegetus prxj'cripta

ad munla fnrgit .

FATTO STORICO SAGRO.


Nabucdonpfor Re di Babilonia
DOpo
Schiavi que' Popoli
e
Gerofolima
efferfi

fatti

impadronito della Citt di


in rigorofa cuftodia

llretti

e Figli Loro Quelli ultimi confegn alla educazione di Asfanez Prepofto de' fuoi Eunuchi , imponendogli che i pi belli,
vigorofi > e che di f daOTero buone fperanze , li dirigelTc per la via delle_?
Loro colHtui perci in_
fcienze j e pel buon fervizio della Regia Corte
ciafcun giorno quello fteflb vitto e trattamenti della medefima iua Menta.
Tra pi nobili Giovanetti Ebrei vi fi contavano Daniele t Anania Milaelj
ed Azaria . Daniel fi determin di non volere guftare della Regia Menla
n di vivande , n di Vino , e preg il Prepollo degli Eunuchi > il quale_^
molto 1' amava che da ci lo voleffe difpenfare . Non volle Asfanez accudire
al fuo defiderio a cagione dell' Ordine Regio ; perlocch Daniel rivolfe le
Non
fue preghiere a Maialar > alla d cui guardia 1* aveva raccomandato

Principi della Citt

prova per dieci giorni, dppo i quali fi


mir che Daniel , Anania Milael , Azaria fopratutti gli altri .Giovanetti
Ottenne grazia appretfo Dio la
belli erano , vegeti , ed ancora pi pingui
Loro
compart
un' univerlalc Scienza , ed a
virtuofa Allinenza di Coftoro e
Profetico
Spirito
Terminato
il
tempo dal Re
Daniello in particolare lo
prefcritto , furono a Lui introdotti , e fopratutti gli altri , i quattro Giovani furono cari , ed accetti 1 e foramamente onorati Dami cap, ik
fuQiiefti tanto refto

e feccia richiefta

'

FAT-

rO
F

A.

TJ?uP

_P R I

173

STORICO PROFANO.

CAtone

il Giovane paflando per le deferte arene della Libia , e per il


grand' ardore del Sole , e per le immenfe fatiche infieme col numerofo fuo Efercito da fete tale fu aSalito , che ognuno penfava morirfene .
Per quante ricerche foQfero fatte di poca acqua , non riufc trovarne ftilla

onde bagnare le inarridite fauci Finalmente a gran forte uno de' Soldati
ne rinvenne quanta fufficiente fofle ad empierne foltanto la fua celata . Di
ci foprammodo contento generofamente pens f privarne t ed al fuo Capitano offrirla . Catone allora volendo ali* Armata tutta moftrare che mentre i fuoi Soldati per fete penav^ano Egli non voleva etfere il folo ad cffer refocillato
e che a pari di Loro fapeva foffrire le anguftie , prefa_s
dalle mani del cortefe Soldato 1* offerta acqua , tutta in terra la fparfe .
fenza punto gultarne . Cos maravigliofo eferapio di Aftinenza moiTe in_9
modo gli animi de' Soldati, che fenza punto lagnarii profeguirono l'intra.

-,

prefo viaggio

BattJA Fidgof.

lib,

4.

FATTO FAVOLOSO.
e della Ninfa Flotta , Re di Paflagonia , e
per far prova di quanto poteGfero i Dei, un
giorno che in fua Ca{ fi portarono, diede Loro a mangiare le membra
di Pelope fuo Figlio Giove per f veramente punire quello difumano Padre , non riput pena maggiore che obbligarlo ad una perpetua Fame , e_
Sete , col fargli fempre avere innanzi , onde faziare e V una e 1' altra ,
e doverfene neceifariamente aftenere . Fattolo perci incatenare, ed immergere fino al niento in un Lago dell* Inferno , gli pofe accanto un' Albero carico di frutti, che fi allontanava fubito, che gli voleva mangiarne , e nella fteffa guifa 1' Acqua , allorch voleva guftarne . Orazio n^:

TAntalo

Sermoni

Giove
Agamennone

Figlio di

Avolo

di

Ovvidio

nelle

Metam.

Iginio

ec>

;,

ASTROLOGIA.
X>i

DOnna

Cefare

Bijpa

con una Corona di Stelle in capo


Porter alle fpalle le ali . Nella delira mano terr uno Scettro , nella finiitra una ^era , ed accanto im' Aquila
Allrologh , che parola venuta dal Greco , fona nella nollra Lingua
Ragionamento di Stelle , le quali fi confiderano in quell' Arte , come cagioni degli effetti contingenti delP Uomo , o della Natura ,
E dipingefi di color cetelle , perch nel Cielo Hanno fiflfe le Stelle , e
di lafs efrcitano la forza loro , e per moftrare difficolt delle apprenfioni
per la tanta lontananza le fi fanno le ali , le quali ancora fovente non ba.ftano e per quefto medefiiuo vi fa l' Aquila
veftita di color celelle

Lo

ICONOLOGIAmodo

174
Lo

Scettro dimodra

dominio fopra

li

che le Stelle in un certo


hanno fpecie di
,
Corpi fublunari (a) e con quello rifpetto fono confidera-

te dalP Aftrologo

v4/irologla

DOnna

ceruleo coli' Attrolabio , e con un Libro pieAllronomiche , ed un Quadrante , ed altri Stromenti appartenenti all' Allrologa . Agli omeri avr le ali , per dimoftrare che Ella fta Tempre col penfiero elevato in alto per fapere ed intenr
dere le cofe celeili

no

di color

veftita

di Stelle

e Figure

'%Aflrologa

DOnna

Veftefi di color ceruleo


nella contemplazione

Se
agli

dipinge

le

mfurare

Avr le ali agli omeri . Nella deftra ma.


e nella finiltra un Globo Celefte
per dimoilrare , che quella Scienza polla_

veftita di color ceruleo

no terr un Compaffo

omeri

fi

de' Corpi Celefti


Globo Celefte col Compaffo

per effer proprio il


e conliderare le mifure de' loro movimenti ; e le
pongono per la ragione gi detta.

Cieli

>

il

fiio

ali

FATTO STORICO SAGRO.


Areopagita fu efperto e diligente Offervatore degli A flri, onde per via di quella Scienza conobbe non effere vera Eccliffe naturale quell* ofcuramento del Sole accaduto nella morte di Noftro Signore-
Ges Crifto ; poich la Luna allora effendo in oppofizione col Sole e-/
non in congiunzione come quando fi foglionofare gli Eccliifi del Sole ; onde
cfclam : \Aut Deus natura pathitr aut tota Mundi machina dijfohitur . Gof

Dloniglo

zon Tiaz.

BW.

Difcor; 39.

FATTO STORICO PROFANO.


SOfteneva

quando un certo Aftrodoveva morire il Re . Giunfe alle-

lo Scettro dell' Inghilterra Enrico VII.

logo prediffe che in quell'

Anno

.Ili

1,1..

orec'

tff] Ariflotele nel fecondo de Cceo , iy MurJo dinioftra che il Cielo ha vera
azione nelle cofe inferiori per cagione d^ Moto
della Luce , e della fiia influenza ; e ne' Libri della Meteora tiene che tutte le Virt in eriori fiano
.,

go

vernate dalle Configurazioni fuperiori ; e ne' Libri delle Generazioni afferma (..e
le Generazioni , e Corruzioni fi tacciano per 1' accelTo ,
e receflo del Sole nel
Circolo ofcJiqiio ; e ne' Problemi allegati da Irancelco Giuntino riduce la Convulfiva degl' Lifanti alle azioni

della

Luna

Alberto

T^OMO PRIMO,

17^

orecchia d Enrico la voce che Collui fparfa aveva 1 perlocch fattolo a


f chiamare 1* interrog f dagli Aftri poteva nulla di certo rilevare .
Riipofe che si . Dunque Tu , ripigli il Re con eertezza fai che in queft*
c'ie si foggunfe 1* audace . E Tu fegul a dire Enrico , puoi fapere dove farai per iftanziare nelle proflime Felle Natalizie ?
pochi giorni a quelle mancavano J Francamente rifpofe
il pretefb Aftrologo che avrebbe paflfati quei giorni con fbmma allegria in

anno dovr mancare di vita? certo

propria Cafa . No ; gli diflfe in tuono fevero il Re Tu non cogli il punto ed Io fono migliore Aftrologo di quello eflfer Tu pofiTa ed in conferma di ci ti dico che Tu paflerai gli accennati giorni Feftiv tra gli fquallori delle mie Carceri. Ci detto , immediatamente comand che a quelle foflfe trafportato

Minoe net Comm.

ali*

fidato

Emblem, 104.

in yAflroL

FATTO FAVOLOSO.
BEffeggia

uiriofi,

il

divino Ariofto un certo Alfeo AftrologOsdicendo


"Predetto Egli fi avea che d* anni pieno
Dovea morir alla fua Moglie in feno .
Ed or gli ha meffo il cauto Saracino
La punta della fpada nella gola .

Orland, Furiof^

ASTROAlberto Magno, feguendol' opinione del Damafceno , che ne* fuoi Aforifmi afla variazione e mutazione^
i ditetti, e le infermit avvengono per
delle Stelle , difle : Deus Creator Cali , " Terra , Caium fuper ekmenta njlitut , ui
mota [ho permanerei, corrumperet , T" confervaret cunBa
Boezio ancora pare che dica Io fteflb ira quelle parole Deus per f folrm cun^a <?
fpontf > fed ai opera perficknda , inferora per fuperiora difpenfai
ferHce che

ICONOLOGIA

IJ

ASTRONOMIA,
Li

Cefare

^f**

DOnna

vcftita di color paonazzo tutto ftellato . Col vfo rivolto al


Cielo . Che colla deflra mano tenga un* Aftrolabio , e colla Cniflra
una Tavola , ove fiano diverfe figure agronomiche .
Aftronoma regola , che confider la grandezza ed i moti de i Cor-

pi fuperiori
Il

cio

Cieli e tutte le Stelle

Veftimento di colore paonazzo tutto

ftellato

ne denota

la

notte

nel-

i
veggono pi facilmente le Stelle , non eCfcndo
raggi del Sole, e perci fi viene alla dimoftrazione pi chiara del levare
del tramontare , e del moto di efle Stelle . Tiene il vifo rivolto al Cielo,
effendocch il foggetto di quefia figura, ila Tempre con il pcnfiero elevato in alto per fapere , ed intendere le cofe celelli
Le fi da 1' Aftrolabio, perciocch con elTo fi viene efattamente in cognizione delle mifure e diftanze di tutte le figure de i Cieli
Tiene con la finiftra mano la Tavola fegnata con diverfe Figure Aftro-

la quale

elle

fi

homiche

, eCfendocch 1' Aftronomia [fecondo


cuni altri] molto differente dall' Aftrologia

rica, tratta del

re

Mondo in
Moto,

del Sito, del

riflefle

da

parere d' ICdoro, e d'alperciocch , quafi come Teo-

il
;

e degli Orbi in particola, delle Sfere ,


del Corfo di quelli, delle Stelle fiile > e degli

univerfale
e

Afpet-

Me

IMO.

R:

i77

Afpett loro , della .Teorica dei Pianeti., degli Ecdifli , dell* AflTe , de' Podegli Emisferi, de' Gircol
li ,'de' Cardini, celelti, de' Climi , .opioggie
diverfi , degli 'Eccentrici , de' Concentrici , degli Epicicli , delle Retrogradazioni, diAccetfi, di Rcifi , de' Rapti , e di altri moti, e Cerchi de'

moti

,con

'

DOnna

mille altre cofe pertinenti a' Cicli

T U Z

vcftta

di

I:N

Cefdre

pelle d

Volpe
il

ed

G A N N

Di

tenendo una Scimia fotto

BJ^a

alle Stelle

VO

L E.

..

,
e far di
braccio

carnagione molto roffa

...

L' Alluzia, come dice S. Tommafo 2. 2. 5. jjr- arf. i- un. vizio di Coloro, che per confeguire quei che dcfiderano, fi .vagliono de' mezzi noa"
convenevoli , per fi dipnger veftita di pelle di Volpe , effendo queft*
animale ailutifnio ; e per tale ancora conofciuto da Efopo nelle fue Favole , adoprato in quello propofito molte volte .
Della Scma fcrive Arinotele nell* Iftoria degli Animali , che aftutiffima

La carnagione
top.

10. fignifica

per detto del medefimo Arili, lib. 4. de Vhyftgnoma.


Aftuzia ,. perch il bollimento di fangue feihpre genera_j"
anima, facendo nell' Uomo il fangue quello ,. che fa il,
roflfa

nuovi moltri nell'


fuoco nel mondo,
combultibili

il
quale fempre ftando
avvicinandofi.ad elfo .

in

moto confuma

tutte le -Cofc

FATTO STORICO SAGRO.


TAmar

paterna Cafa da Giuda , dopo la morte di Her e


che erano flati di lei Mariti, e fapendo che Se*
la altro. Figlio di Giuda era crefciuto, ed 3 Lei da Lu non fi attendevi
la promeflfa , che fatta le aveva d concederglielo in Conforte , in occafione
<:he Giuda fi portava in Tamna , depolle le Velli Vedovili , fi pofe feduta
in mezzo alla Via che a Tamna conduce . Vedutala Giuda , la cred Medi

rimandata

Onan

alla

fuoi Figli,

retrice, e per la richiefe di f co giacere . Domand il prezzo Tamar ; le


promife Giuda un Capretto , ed in pegno le confegn 1' Anello , ed il battone che in mano teneva . Quella goduta , f ne part . Tamar in fua Ca-,
fa tornata , riprefe gli abiti di Vedovanza . Mand Giuda , fecondo la Convenzione , da un fuo Servo il Capretto , ma Tamar non fu trovata , e interrogata la Gente\4i Luogo, diflTe ivi non e (Ter fiata MeretreS: alcuna Dopo tre mefi fu accufata Tamar al Suocero Giuda per effef fiata fcoperta.,
incinta . Comand Egli che fofle data alle fiamme . Condotta al Supplitio Tamar mand al Suocero l'AneLla, ed -itbaftone , dicendo che da qnello , di Cui erano pegni , aveva conceputo . Allora Giuda accorgendofi
eSere Egli quel deflTo, e che la Nuora ci aveva operato, perch dato non
gli aveva in Conforte, come era in parola , il fuo Figlio Sela , rifpofe: Eifa
pi
Z
.

''

ICONOLOGIA

17.

me perch Io
ma a Lei Giuda

pi giufta di

ci liberata!

attenuto non le ho quello dovevo.


non fi accoil. Genef. cap. 38.

Fu

per-

pii

FATTO STORICO PROFANO.


Perfeo Figlio di Filippo Re di Macedonia y ambiziofo d cbtempia del Paterno Diadem* pofe con frode in fofpetto al
Padre Demetrio fuo Fratello per maggiormente precipitarlo fi fervi di
Dida 1 che era allora Pretore della Peonia . Quello che aftutifGmo c_>
pieno era d* inganni , afiTunfe l' impegno e per meglio riufcirvi procur
infinuarll nella famigliarit di Demetrio onde dall* animo fuo trarre tutti
fegreti , e fpiare ogni fuo pi recondito penficro . Accadde 1 come il maligno pens . Cede Demetrio alle finte amorevoli efpreflion , gli confid
tutto il fuo interno cede ancora a qualche perfida fua infinuazione 1 che
mpiamente colorita ed in altro lume rapprefentata al fofpettofo Regnante cagione fu che 1' infelice Demetrio fofle fatto innocentemente morire,

ALIorch

gerfi le

T. lv, Decad.

^arta

lib.

io. cap. io.

FATTO FAVOLOSO.
INvaghitofi il Sole di Leucotoe Figlia di Orcamo Re d Achemcnia e
di Furinomi > non potendo trovar modo , onde di Lei liberamente godere fapendo che la Madre Eurinome fenza faputa di alcuno erafi per non
so dove dalla Reggia partita 1 finfe il di Lei afpetto e lo finfe in modo,
che da tutti per tale creduta fi port alle Camere di Leucotoe > che anch' ECfa per tale la ftimava

Licenziati

Cortigiani tutti

difle

volere_>

che efeguito ad onta anche fua , di Lei fi


godette anzicch la quiet in modo che con Efso accud a farlo credere fua vera Madre . La frode peraltro ebbe il fuo caftigo giacch accortafi delle fpefie vifite e fcoperto il vero Clizia Sorella di Leucotoe
che ardentemente del Sole era accefa mofa da gelosia rivel il tutto
al Padre j che per ubbidire alle Leggi Sabee fece viva fotterrare la delinquente Figlia Fu incomprenfibile il dolore del Sole , e mofso della di
Lei morte a pieti 1 la trasform ncll* Albero dell' Incenfo . Ovvid, Metanii.
colla Figlia fola rimanere

lib.

Il

4.

AVA-

TOMO PRIMO.

AVARIZIA
B

Ctfatt

^4

tir

"4

DOnna

vecchia pallida e magra che nell' a{petto moftri affanno i <L>


malinconia . A^ccanto avr un Lupo magrflimo . Efla a guifa d* Idropico avr il Corpo molto grande , e fopra vi terr una mano per fegn
di dolore > e coli' altra tenga una Borfa legata e llretta nella quale miri
con grandiflima attenzione.
Il Lupo , come racconta Criftoforo Landino Animale avido e vo^
il quale non folamente fa preda aperta dell'altrui ma ancora con_3
race
aguati ed nfidie furtivamente e f non fcoperto da* Paftori o da*
Cani non cefla fino a tanto che il Gregge rimanga morto dubitand
Tempre di non avere preda abballanza . Cosi 1' Avaro ora con frode ei
inganno ora con aperte rapine toglie 1* altrui n per pu accumulare?
tanto 5 che la voglia fia izia
Dipingefi a guifa dell' Idropico ; perch ficcome quello non ammorzi
mai la fete pel bere , ma I* accrefce ; cosi 1* Avarizia tanto crefce nell' Urao> quanto crefcono Tefori ; per difife Orazio nell' Ode 2. lib. 2.
Crefcit indulgens ftbi dms hydropst
l^ec fitim pellit i nifi caufa morbi
,

Z 2

Pugerit

ICONOLOGIA

ijfo

venis, <& aqmfiis albo


*

Carpare languor .

fugerit

S.

Gregorio ne' Morali

obtinenda

alia

amplius anbeUt

4.

t/ivarus ex potu jtim raultiplicat

cosi dice anch* Egli fopra di

qui curn ea 4 "qu<e appetii

E Seneca

qnam quod non habet

La magrezza del Lupo denota

hizbet

ancora

ci

Omns
ai

adeptus fuerit

^varo

deej

-,

tam quod

infaziabile appettito

1*

dell*

Avaro

-,

e_>

inconveniente tenacit della roba che pofliede . Onde Dante nel primo
Capitolo parlando dell' Inferno , cos dice .
d ha natura s malvagia , e riat
Che mai non empie la bramof.i voglia
E dopo Tajio ha pi fame che pria .
S fa colla Borfa ferrata ^ godendo pi nel guardare i danari , conie_j
cof dipinta per diletto , che in adoperarli come utile per neceflit , e_
molto a propofito mi pare in quefta occafione 1' Epigramma di Monfignor
Barberino Chierico di Camera , ed ora meritiffimo Cardinale < di nobilt
e valore fpecchio ed ornamento al Secol nollro
Creato Pontefice con_>
nome di Urbano Vili, mentre fi riftampava quella Opera a' 6. d' Agofto
l'

'Z>t

parcas opibus

tibt

quid non parcs an unquara

S^ugendi cenfus termimts

untts

erit >

cumulare metallo
quod habes , qitam qmd habere

Dejine divitias fulvo

Tam

^id

tibi deefi

tamen obdnras

toties

-,

quid

necptts

Tontice tja^las ?

T^onnif qui fingi efl , pojjidet tdlas opes ,


dives eris , qui neqm tempere parts

Tu mihi

Divitiis egeas

Tontics

femper eges

^ijarizia

DOnna

terr ufi_>
. Nella dertra mano
una borfa ferrata .
L' Avarizia uno sfrenato appetito d' avere , come dice S. Agoft. lb.
libero arbitrio r che non cefla mai di coprire con groffo velo il vifo
de
j,
fpezza il freno della Temperanza, e
alla Ragione j e con difufata fr2a
non arvenda riguardo a Virt alcna > trafniuta i cuori pietofi in crudeli
c'fi fa univerfal guaflatrice delle Virt .
Confidile ' Avarizia principalmente in tre cofe, prima in deCderarc
pi del convenevole la roba d* altri , perch la propria llia intiera ; e per le fi dipinge il Rofpo nella delira mano , il qoale tuttocch abbia_j
grandKfima copia della terra, della quale fi pafce , nondimeno Tempre
tme , e fi aftiene da qnella , defiderandone fempre pi
Confirte fecondariamente in acquillare , per vie indirette pi di quello
che gli conviene , non avendo riguardo, non folo a difagi e incomodi ( ancor che grandiiUniI fieno) ma alla propria vita, che' per fi rapprcfenta^,

mal

Rofpo

veilita

e con

la

fcapigliata e fcalza
finillra

'

mai

TOMO
mal
si

veftitai fcapigliata e fcalza

PRIMO..
;

onde

i8i

Petrarca nel' Sonetto

il

ic8.

co-

difle

Come
Con

Ultimamente

l'

^varo

diletto

che in cercar teforo

affanno di/acerba

l'

tenacemente

confifte in ritenere

rapprefcnta nella borfa ferrata

,
>

coi fue

e perci

fi

un Fiume coperto dati* acqua fino


pende un Albero carico di frutti , in
eh' Egli non poiTa arrivare con le mani ai frutti , per faziar la
n al Fiume per fnorzari la fete fecondo il detto di Orazio

dipinge
SI alla
gola

fame

le

avarzia

modo

dagli Antichi Tantalo

al

quale fopra

la

in

tefta

Tantalus labris Jtiens fugenta captai Flumina ;


con quel che fegue , e fimilmente Petronio Poeta , come riferifce Pieria
Valeriano nel lib. 3J. nella parola pedes cosi dice'
7!{ec bibt

inter

aquas

nec

qnem

poma patema

carpii

premimi
Divitis Imc magni facies erit omnia late 1
tenet >
ficco concoquit ore fament
Tantalus infelix

fita "jota

&

^i

o'varizia

DOnna

vellita d' abito rotto e {tracciato in pi luoghi . Sari


e di color pallido . Terr colla mano deftra una Tanaglia >
ed all' una delle Gambe avr un Ferro fimile a quello de' Schiavi' colla
catena in modo che lo ftrafcini per terra e colla finillra mano s' appoggia ad un'Arpia la quale ftia in atto di lanciarfi .
Avarizia immoderata Cupidigia e Sete di avere la quale generjus
nell' Avaro Crudelt , Inganno , Dilcordia Ingratitudine , Tradimento 1 e
lo toglie in tutto dalla Giuftizia Carit , Fede Piet e da ogni altra_j
Virt Morale e Criftiana .
Vecchia fi dipinge perch non folo regna pi I' Avarizia ne' Vecchi
ma fi chiama Madre di tutte le fceleratezzc ; e Claudiano nel Libro f*

vecchia

magra

"

condo

Stiliconis

di

Lei

cos

^t primum

dice

fcelerum

Matrem

'c.

ne diraoltra , che tanto neglr animi


avari potTa quella diabolica Pelle che quello che 1' Avarizia rubba agli
altri lo toglie anche a fefteflTa ; onde nell'iftetfa abbondanza 1' Avaro rimane pi povero di ogni mendico Perci Orazio nel primo Libro delle.
II

veftiniento rotto e

ftraceiato

Pillole

dice

Semper ^varus egss

L' eGfer

ICONOLOGIA

i8i

L' ctTer magra e pallida, altro non dinota , che la continua ed ifaziabilc fame , per la quale g' infelici inclinati ali* Avarizia continuamente
fono tormentati
La Tanaglia , che tiene colla delira mano moftra che Cccome detto
Stromento llrigne , e tira Tempre a f , cosi la perverfa natura dell'empio Avaro il quale non lafcia mai occafione , che non faccia il medefim
effetto, non guardando n ftato n condizione di qualfivoglia Perfona.^
Le fi dipinge accanto l'Arpia, effendo il vero fimbolo dell'Avarizia,
perciocch Arpia in Greco fuona rapire .
Il Ferro e la Catena alla Gamba nella guifa , che abbiam detto , denota
r Avarizia eflere fchiava non folo della roba , ma ancora de* Demonj
ad Colofs, cap. j. dicendo.*:
come teftifica S. Paolo ai Ephef. cap. ^. t
^varitia efi IdoUmm fervitus

&

avarizia

DOnna

pallida

di Serva

e brutta con capelli negri . Sar macilente , ed in abito


la parola ttXSxos , cio Pluto , il
fi legga in fronte

e le

quale fu creduto Dio delle ricchezze , Sar cinta d' una Catena
traendofene per terra gran parte . Moftrer le Mammelle ignude
latte , ed avr un Fanciullo quafi di dietro , magro , e di firacci
baftanza veftito , che colla deftra moftri di fcacciarlo , per non
latte delle
llrette

Mammelle

alle

quali avr la

man

finifira

in

d'

Oro

piene d
non abdargli

il

atto di teneri c_>

fi dipinge , perch
l' impallidifce il continuo penfiero di accumular Teforo , con appetito infaziabile di fare fiio tutto quello , che di
altri , fenza aver riguardo , o a forza di Leggi , o a convenienza di forte

Pallida

alcuna
E* ancora la pallidezza effetto di timore , il quale fta fempre abbon*
dantiflimo nelle vifcere dell' Uomo avaro , non fidandofi d' alcuno , e molte volte appena di f medefimo , per la gelosia che ha di non perdere_>
una minima particella di quello che poffiede .
L' abito fervile e fozzo , e la catena d' Oro acconcia nella maniera
che dicemmo , fegno manifeilo dell' ignobile e vii fervit dell* Avaro
La Scritta della fronte , ci dichiara , che 1' Uomo avaro in tutte 1lj
fue azioni fi fcuopre per quello che , n fi sa celare in alcuna cofa .
E per ofifervarfi quello coftume ne* Schiavi , fi moftra la condizione degli
Avari , mcdefimamente Schiavi della ricchezza .
La Catena di Oro che fi tira dietro , ci mollra , che i tcforl e Ic_>
gran facolt , a Chi ben confider , fono pefo faticofiflimo , ed impaccio
molto nojofo , ed il Fanciullo fcacciato , moltra che non vi alcuno veramente Avaro , che non fia infieme crudele . Ed eflfendo la Maelt di Dio
folita d' arricchire pi 1' uno che 1' altro , acci non manchi 1' occafiene
di operare virtuofimenre in tutti li (lati, fecondo la vocazione di eiafcuno,
I'

Ava-

TOMO PRIMO,
P Araro pervertendo quelP
fegni quello

che ha

ordine

piuttofto lafca marcire

185
con ingordi

che adoprarlo a fovvenimento de* Bifognofi

dif-

()

FATTO STORICO SAGRO.


PErnon

troppo avvanzata fua et non potendo pi reggere Samuel ai


Giudice , pens far
> che con f porta l' effere di
cofa buona in follituire per Giudici al Popolo d* Ifraele i fuoi due Figli
loel , ed Abia . Defraudarono per collorO' le belle {pcranze del giuilo
Padre ; giacch tirati dallo sfrenata appetito di accumulare dovizie, fovvertirono la Giufliziai e folo fi. regolavano a norma degli opulenti regali, che Loro prefentat venivano, Mofle cf ad ira l' Ifraelitico Popolo a
fegno , che congregatoli fi port dal Vecchio Samuele , reclamando contro
1* avarizia de' Suoi Figli , e chiedendo che gli fi defle un Re .
Non fervirono le rimoftranze dell* afflitta Samuele , volle Chi gli comandafle con
la

ordinari peli

Regia autoriti . Privati cos i due ingordi della dignit, loro


, provarono qua! frutto produca. la cieca Avarizia .

la libert

il

i.

Popolo
(ff

del-

cap, 8.

FATTO STORICO PROFANO.


MArco

Craflb ricchfllmo > e avarifllmo tra tutti gli Uomini febben


avrebbe potuto fpefare tutto I' Efercito Romano , elfendo
mandato contro a.' Parti , diede ellremi fegni di avarizia D che fitti i nemici confapevoli , aftutamente fingendo timore > fuggirono lafdando il
Paefe abbondantifUmo di ogni forte di preda , ma pieno ancora di aguati
Incorfe dunque il Cieco , per li cupidfgii di predare incautamente nelle_>
infidie t e attorniato da* nemici , perde con grande infamia tutto 1* Efercito , e per non venir vvo nelle mani de* Barbari , fi. fece uccidere da un
fuo Servo . Fugli poi tagliata la T'erta , e porta in un Otre pieno di oro
e dettogli. Averti fete dell' oro -or bevi dell* oro , ^Jolf, Ojf.c, Stor.lib.
col fuo

FATTO

3. cap. s,
^^^^^^^^^^^^*^^
^ ^ ^^M^^^a^M^l^^^^M^^-^^M
Il
( a } Dipinge 1' Avarizia il P. Ricci . "Domo iieccMo col capo [coperto , nel cui ve-^
pimento fona dipinti molti Hofpi Vomiti dalla- bocca una quantit d denari . Tenga le
mani giunte in fegno Ai riverenza . Sotto i piedi avr un Compajjo , A-vant di Lui v
un /kltare , ove vi fona certi Idoli , e quantit d denari, e gioje . Va una parte vi
ja il Vento cht foffa Dall" altra un: Albero [radicata, le cui radici fono rivolte n-j
l. Vecchio, perch ne' Vecchj domina piti 1' Avarizia. Col capo fcoperto, e
colle maui giunte in atta di riverenza , adorando g.1* Idoli e denari fu d' un Altare j perch 1* Avaro adorator dell' Oro , I Rofpi ^perch al dire de" Naturalift
fono infaziabili di terra, e molte fiate non mangiano per tema che non manchi
loro la terra . Vomita dalla bocca denari , in legno che il miferoAvara , che ingiiiftamente ha divorata tante ricchezze in vita , nella morte a forza di fiam-.
me e tormenti le vomiter. Il Compaffo fotto appiedi , per dimoftrare che quefto vizia fi allarga per tutto . li venta che foifia di lato , dimoftra che l'Avaro
vanamente li affatica' , e i fuoi pefluni fudori fona difllpati al vento . L' Albera
fveka colle redici in alto, perch l'Avarizia radice, Tonte, Principio ed
Origme di tiuti i mali ,
'

II

ICONOLOGIA

i84

PATTO FAVOLOSO.
VEdendofi

Piramo Re

Troja afTedato da* Greci , ne potendo fapere


Armi, pens ad ogni peggio in falvo
ridurre il fuo piccolo Figlio Polidoro, confegnandolo nafcolbmente a Polinneftore Re della Tracia
unitamente con un ben ricco Teforo . Fu a
Priamo , ed alla fua Famiglia > e a Troja tutta poco anzi nulla favorevole
la forte. 11 che prefcntito da Polinneftore i fpinto dall'avarizia che lo dominava, flabil impadronirfi del Teforo datogli in cuftodia da Priamo, ed
uccife il piccolo Polidoro , gittandolo in balla dell' onde . Lo ributt il Mare fui Lido , e fu quel Lido dove a cafo 1' afflitta prigioniera Ecuba
Madre del Fanciullo patteggiava , deplorando le fue fciagure . Vidde il
Cadavere , riconobbe chi era . E* inefplicabile quale affanno fi aggiungefle
ad opprimere il fuo Cuore . Pure lo foppreflfe , perch fubito meditonnc
Per la libert che concefla le era, fi port dall'emla pi alta vendetta
pio Trace , finfe elfere del tutto ignara , e domandandogli con pacifico
volto del Figlio , gli diCTe che aveva neceffit che folo con Efla fi portalfc
ad un certo fito , ove ripoflo aveva un Teforo e che a Lui confegnar
lo voleva acci lo cuilodiiTe per il fuo Polidoro . Si rallegr Polinnellore
a fomiglievole avvifo, e pi che di buon grado fi lafci folo condurre
dove la vendicativa Ecuba lo defiderava , e dove nafcolle aveva alcune-
Appena giunto , anfiofo di vedere le ripolle richezze
Schiave Frigie
Allora Ecuba dato il fogno alle
pi che in fretta di quelle fece domanda
Schiave , gli fi lanciarono infuriate addotto , e dalla Tefta gli cavarono
gli occhi , e privato ancora Io avrebbono di vita , f accorfi non fodero
foccorrere il loro Re , che fino al Cielo alzava le firida . Ov~
i Traci a
di

qual efito aver potelTero le

Metum.

vid.

lb.

i^.

AUDACIA.
Di

DOnna

veflita di rotto

Cefare

e verde

Avr

atto di gettare a terra una gran


le

fi

pofi un* Edificio

I{ipa

la

fronte torbida

Colonna

di

marmo

fiando in__>

fopra alla qua-

L' Audacia contraria alla Timidit , ed vizio di Coloro , che poco


confiderano la difficolt di alcune grandi azioni , e troppo delle Loro forze
preiTumendofi , fi avvifano di recarle agevolmente a fine . Per figurata
per una Giovane > che tenti colle fue forze di mandare a terra una ben_>
fondata Colonna

veflimento rotto e verde fignifica Audacia come, anche


torbida; cos dice Ariftotile De Thyfwgnomia .cap. 9.
Il

la

fronte-

FATTO

TOMO PRIMO.

8?

FATTQ STORICOSAGRO.
COre

Datan , ed Abiron vedendo follevati fbpra il Popolo d* Ifiraeldue Fratelli Mos , ed Aron , non contenti di eflere flati da D
diftinti , e fcelti a fervirlo nel Tabernacolo , temerariamente affettarono il
Primato
e per privarne di quello gli Accetti a Dio , fi follevarono conNon fi vide per reftare impunita la di Loro Audacia . Giactro di Erti
che adorato prima Mos I' Altiflmo parl al Popolo e diffe che fi fegregaCfero dai Tabernacoli degli Empi; e veduta avrebbono qual pena erano per fubire i temerari , In fatti reftati Eglino foli colle Loro Famiglie
non cess appena di parlare Mos , che apertafi la Terra, immediatamente
li divor co' Tabernacoli e fingole Loro foftanze .
TSlumer. cap. i6.
f

le i

-,

FATTO STORICO PROFANO.


Tolomeo

degener punto da quell*


, non
Padre , come dimoflr fotto 1* Ifola di Coff , nel
mezzo della Battaglia Navale ; eflendo Egli in un Battello , fi appigli colle mani ad una Galera , su vi mont , e malgrado de' Nemici conquillolla .
Ma Egli mori poi in un graviflimo rifchio , a eh' Ei fi pofe per folo defiderio di gloria ; perciocch fpiccandofi con pochi dal fuo Efercito > dove
era attendato , fcal le mura di Sparta , e quivi aflalito dalle Guardie i len-<
za potere efler foccorfo da'fuoi, fu miferamente tagliato a pezzi *
Figliuolo del valorofo Pirro

animo intrepido

Giuflin.

Itb,

del

2J.

FATTO

VJi\T01.0^0.

Uomini di prodigiofa flatura , e perci detti Giganti,


ebbero ardire di dare V aCTalto al Ciclo per rimettere il Padre Loro nel
Trono , che da Giove era fiato ufurpato ; ma Egli fulminolH tutti j e tutti
feceli perire fotto i Monti Olimpo , Ofla, e Pelio j che da Loro erano fta-i
Ovvid, Met, lib. i.
ti ammucchiati 1' uno fopra 1' altro,
Figliuoli di Titano

IIUGU-

ICONOLOGIA

lU

AUGURIO BUONO.
Secondo

opinione de* Gentili

UN

Giovanetto che abbia una Stella in cima del capo . In braccio tenga un Cigno t e fia veftito di verde colore che fgnifica Augurio
perciocch 1' erbe quando verdeggiano promettono buona copia de* frutti.
Pietro Valeriane nel 44. libro dice * che quelli che anticamente operavano gli Auguri , confermavano che la Stella Tempre fegno di profperit

e di f lice fucceflb
Del Cigno diflfe Virgilio nel primo dell' Eneide

Per

2^i frulira ^Augurium 'van dociiere "Parentesi


%Afpice bis Senos letames agnine Cygnos
a noi O-iftiani non lecito credere alle vanit degli Augurj.

FATTO STORICO SAGRO.


nella Sede di Pietro Gregorio il Grande un cersp di Lui DiIcepolo Pietro denominato t pi volte veduto aveva pofarfi fopra__
k di Lui Tefta una candida Colomba ; da che ne rilev ceno prefagio di
fua Santit > e ravvis che lo rteflb Spirito Santo in quella figura al Santo

REgnando

Pontefice

fuoi

voleri

ifpirava

Il

che comunicato da detto Difcepolo


agli

TOMO PRIMO.

i%7

AvverfarJ implacabili di Gregorio , che non tralafciavano occafione-


e ne' fuoi Scritti i e nelle fue Operazioni di fieramente attaccarlo ; e veDal mancar
dendo che alle fue parole non predavano fede i Loro difife
che vedrete di quefta mia Vita i argomentate i f il falfo vi rapprefenti .
Sapeva Pietro che rivelando il fegreto doveva morire t ed iiuj
Se atterriti
fatti di 11 a pochi momenti > forprefo da un accidente , fpir .
per ci rertaflero i Nemici di Gregorio non difficile 1* immaginarfelo ;
e Qyelli llefli che fino allora Io avevano avuto e in disprezzo ed ilj
odio 1 fjrono i primi a decantarlo degno di ogni venerazione e ripieni S
agli

Santit

Marni,

lib,

6.

FATTO STORICO PROFANO.


DIfcorreva Romolo

preflb la Palude di Capri al fuo Efrcito che intento lo flava ad afcoltare . In quello mentre forf improvvifa tempefta y fi udirono terribili tuoni ed una folta nebbia tolfe dagli occhi de*
Soldati il loro Re j che non fu pi veduto . Allo {paventofo Turbine fegul
tolto si chiaro e rilplendente giorno j che i Romani prefero da ci ottimo Augurio , tanto pi che da' Senatori fu loro detto eflere Romolo iti
denfa Nube al Cielo afcefo , e collocato tra' Dei . Si conferm nell' animo
de' Soldati un cos fatto avvifo , allorch un certo Giulio Proculo ,- Uom
tra Loro di grande autorit , afiferl di aver veduto Romolo ripieno di Maeft, e di Celefte Splendore e che ad Effo aveva cosi parlato. Va a' mei
Soldati

Mondo

e d
Tit.

Loro, che
Ltv.

lib.

Dei vogliono

che

la

mia

Roma

fia

Capo

del

i,

FATTO FAVOLOSO.
MEntre

Menelao Re di Sparta col fuo Fratello Agamennone , e co.Xjs


poderofo Efrcito verfo Troja s* incamminava a racquiltare la rapita Conforte , trattenuto da improvvifa calma fu coflretto a fermarfi nel
Porto di Aulide , quivi fece fare folenne Sacrifizio a Giove , e mentre in:tenti tutti Alavano a pregare Iddio per lo buon efito del loro viaggio , apparve
un Serpente di grande ertenfione , che circondato un Platano j alz verfo
la cima la fpaventofa Telta , e divor otto Augellini che nel loro nido fi
ftavano . La Madre di queili fvolazzava intorno il crudele Serpente , che
aftutamente 1' attefe , e prefe il giufto punto , onde far fuo parto ancor
Elfa
Stupivano i Greci dell' accaduto , ma 1' Arufpice Calcante a Loro
volto dille che prendefTero in buon augurio ci che avevano veduto ;
giacch i nove Animali divorati indicavano che alfine dei nove anni Troja
farebbe caduta in loro potere
Maggiormente fi conferm la fperanza , nel
onrare dopo quefto il Serpe cangiato in marmo
Verificoffi 1' augurio .
Vinfero i Greci ; cadde Troja nel decimo anno dell' affedio . Qvuid. Me.

tani,

lib,

12,

AUGU-

iconologia

t88

AUGURIO CATTIVO.

opinme

Secondo la medejma
Olilo vcchio

veftito del

ro da legno di fcccarfi

color clie hanno le foglie , quando


In mano terr una Mullella e per

albe-

1'

i*

aria

banda vi far una Cornacchia


Il color dei
veftito dimoltra , che il cattivo Augurio fi ftima
che_>
venga per la vicinanza di qualche foprallantc come le foglie degli arbori , che perdono il colore , quando il tronco perde la virt
Dwlla Mullella , difle 1' Alciato .
dalla

finiitra

-,

'

l^icquid agii Muflela tib j occurat > omitte


Signa mala ptec fortis bejlia prava gerit

medefimo

Cornacchia, per diDfe Virgilio nella Bucolica.


cava preedxit ab ilice Cornix
Si potria ancora porre in luogo di quefta il Barbagianni , il quale fecondo Ovvidio Uccello apportatore in ogni luogo di trilHflmo Augurio .
II

fignifica

la

S.'Cpe finiflra

FATTO STORICO SAGRO.


REgnava

Ocozia Figlio del perfido Acab fbpra Israello , allorch Egli


cadde da' Cancelli del fuo Cenacolo , che aveva in Samaria , e gravemente infermofl . Mand NunzJ perci a confultare Beelzebub Dio d*
Accaron , f viflTuto farebbe o n
In quello medefimo tempo 1' Angelo del Signore parl ad Elia , e gli comand , che andando incontro agli
Spediti da Ocozia , Loro diceCfe , che il Re ricorrer doveva al Dio d*
non
Ifrael , e non a Beelzebub j e che f al vero Dio ricorfo non folfe
farebbe forto vivo dal Letto , in cui giaceva
Efegui il comando Elia ; tornarono indietro i Nunzi , fignificarono il trillo Augurio ad Ocozia ; il quale immediatamente fpedl , per avere nelle fue mani Elia, un Comandante con
Quelli rinvennero 1* Uomo di Dio , che fopra le cime
cinquanta Guerrieri
di un Monte fi flava ; il Principe gli fpieg la volont del fuo Signore ,
e gli dtlfe
Uomo di Dio , fcendi dal Monte e vieni al Re . Elia allora :
f Io fon Uomo di Dio, fcenda dal Cielo il fuoco, che Te confumi ed
i tuoi
Appena dilfc , che improvvifo celefte fiioco circond gP infelici e
li confunfe . Non vedendo ritornare alcuno Ocozia , fped altro Capitano con
ed a quelli avvenne la lleOfa mifera forte de* primi.
altri cinquanta Soldati
Mand ancora Ocozia il terzo Principe con il feguito di altri cinquanta Armati ; Giunti al luogo dove era Elia , il Principe fi gett a* fuoi piedi , fupplicandolo ad aver piet di Lui , giacch vedeva che il fuoco aveva
L* Angelo del Signore parl ad Elia , e gli difconfumato i fuoi fegaaci
e
f che andaffe con elfo al Re . Ubbid Elia , fi port al Re d* Ifrael
gli annunci che dal letto non fi farebbe alzato, perch aveva mandato a
.

-,

Dio

Accaron , come f in Ifraelo non vi


mori di li a non molto Ocozia

confultare

il

VeritcpIIi

P Augurio

di

folle

il

vero Dio

-,

FATTO

PR

M 0.

i8s)

FATTO STORICO PROFANO.


Furono

gi

Romani Gente

di ridicola fuperftiiiione ripiena

Augurio, o qualche prodigio grande

veniva, qualche mal

*
,

e quando

come

nel

Cielo Stelle nuove , o d' inufitata grandezza nell' aere vapori accefi , o
fulmini che percotefifero i Tempi > Parti ftravaganti di Animali ec. dubitandocch non foflTero prognoftici di qualche grave danno alla Repubblica, fecondocch da quei lor Sacerdoti ne era dato avvertimento 5 dopo di aver piacato coi Sacrifici 1* ira degli Dei , folevano fare Lettifterni , facendo ftendere e apparecchiare dei Letti ne' Tempi , fopra dei quali erano pofte le
Statue deg'li Dei e in mezzo di quelli , delicate vivande , le quali erano
divorate da fette Sacerdoti deputati a quefte Solennit , detti perci EpuloT. Lmo .
ni ; e cosi credevano riparare ai mali imminenti Auguri -

TTOFAVOLOSO.

FA

Fiume Acheronte , e di Ofne Ninfa delle Acque


Cerere che Proferpina aveva mangiati fette grani di
una melagrana nell' Inferno , onde le tolfe Speranza di riavere Proferpina
fua Figlia , che col era la andata a cercare-, perch Giove aveva proraeCTo
di farglela reltituire a patto che non aveffe mangiato cofa alcuna . Si fdegn tanto la Dea per quelt' avvifo datole da Afcalafo, che fpruzzandogli il
Vifo coli' acqua del Fiume Flegetonte , lo cangi in un Gufo animale-
notturno, che ovunque fi fa fentire , non fi prende per niente favorevole
Augurio . Ovvid, Metam, Uh. 5.

AScalafo

Figlio del

Stigie pales a

AUGURIO.
^T^lia Medaglia di Adriano

UOmo
una mano

fiondo

Gentili

rifgusi'di un Uccello i che> Vola per aria j e <;on_s


Lituo auguriale , il quale era una verga incurvata
della quale 5 cosi dice Gallio al cap< S. del lib< j. Litms ejl virga breiiis,
in parte qua robujlior eJl incHWUs i qua .Augurts utimtur .
E con e(fo gli Auguri fedenti defignavano i tempi agli Uccelli , di cui
Cicerone fa menzicoie nel lib. i . de Di'vinatone : ^id litms i/le 'vejler , qmi
tlarjjmum efl infigne auguratus , unde 'Uobis ejl traditus nempe eh B^pmulus regiones dirext , tum ciim 'Zirbem condidit , ^c.
L' Uccello che vola per aria di notte come gli Auguri , e I* ofEzio
3eir augurato appreffo i Romani riceverno i nomi dai gefti degli Uccelli,

in piedi

che

tiene

il

conciofiacofacch dal canto e


zio

erano

foliti

geftinel volar loro offervati

ora in quella

da Coloro che erano deputati a cotal Sacerdod' indovinare cio quelli che il preparavano ad alcuna

e ora in quell' altra parte

cofa

ICONOLOGIA

tpo
cofa pubblica
cicare

bene e

fuori della Citt t ovvero


Magiflrato , al quale
alcun
drittamente

di partire

che voleffero efererano deputati

eiTi

AURORA.
t> Cefare

UNAAvr

Fanciulla alata
in

di

B^pa

color incarnato

mano una Lucerna

con un manto giallo indoffo

fatta ali* antica accefa

Pegafo Cavallo alato i perch da Omero in


chiamata ( KpoWTT&TrXos ) che vuol dire velata di giallo
fopra

il

Eullazio

Commentatore

di

Omero

nel

2.

lib. dell'

Star a federe-

pili

luoghi ella

eccome nota

Odiflea

e Virgilio nei

fuoi Epigrami dice

Oceanum croceo velamne fulgens liqm .


nel 3. lib. de arte amandi nota il color Incarnato dicendo
7y(ec Cephalus rofex prada pudenda De.^e
E il medefimo Euftazio nel luogo fopraddetto dice j che Fila va in fui
Cavallo Pegafo per la velocit 1 e perch 1* Aurora molto amica de*
.

Ed Ovvidio

Poeti e della gli

fpiriti a' capricj

ingegnof

aurora

e piacevoli

alata per la velocit del fuo moto che torto fparifce . Di


color incarnato ( ) con manto giallo . Nel braccio finillro un ceftcllo
pieno di varj fiori, e nella ileflfa mano tiene una Fiaccoletta accefa , e colla delira fparge fiori.

Giovanetti

AUTO-

( <7 ) Si dipinge di colore incarnato , perch 1' Aurora altro non ciiC il
primo rofTeggiare , che tanno i raggi del Sole in Oriente , quando cominciane
a /puntare nel nollro Emilpero .

TOMO

PR

IMO,

I^l

AUTORIT*, O POTEST'
Di Cefan

UNa

Matrona

che fedendo

^*

fopra una nobl Sedia

fia

veftita di abito

fregiato tutto di varie gioje di grande ftima . Colricco e fontuofo


due Chiavi elevate . Colla finiftra. uno Scettro,
tenga
alzata
la deftra mano
Libri
fieno
e dall' altra diverfe Armi .
,
vi
e da una banda
,-

Matrona, perch 1' eti matura ha in f propriamente_>


Cicerone
nel Libro de SeneSute , dice : ^pex autem Seneonde
Autorit ,
Buts ejl ^u5orkas e poco dopo foggiungc : Habet SeneElus honor'ata pmferSi rapprefenta

'voluptates , e ci prin, ut ea pluris Jtt , quam omnes


cipalmente per la prudenza e molto fapere , che in effa fi ritrova , dicendo la Sagra Scrittura in Giob, al cap, 12. In tAntquis cfl fapienta ,
in multo tempore pmdentia , onde avviene che : ^d parendum '^ii'venes ai

tm tantum ^ucloritatem

&

imperandum Senes fimt accomodati , come dice Plut. in Poi.


Si dipinge fedendo , perch il federe proprio de' Principi , e Mage Tranquilftrat , per il qual atto li moflra Autorit , ed infieme Quiete
non
ricercano
gravit
fi devono

lit di animo > perciocch le cofe , che


Giudici
avviene
i quali
cos
ne'
,
trattare , f non con matura fefline ;
ci
condannare
di
affolvere
decidere
, e

avendo Podeft ed Autorit

non

''

9^

ICONOLOGIA

non poflbno legttimamente cfcguire per fentenza , f non fiedono come


dice la Legge 2. . in honorum ff. quis ordo in bon. pojf. ferv.
Si vede di abito pompofo e rifpiendente perch tale Chi ha Podee pietre
fl fopra gli altri nel cofpetto degli Uomini , oltre che le vefti
preziofe per f dimoftrano Autorit , e Onore in Chi le porta
.

Le Chiavi denotano

Autorit e Podeft fpirituale , come beniifimo


Io dimoflra Crifto Noftro Signore ) e Redentore quando per mezzo d' effe
Et ubi dabo Claves
diede quella fuprema Autorit a S. Pietro , dicendo
tru
quodcumque ligaveris fitper Terram t ert ligatum
^egni Calorum
quodcumque joheris fuper Terram , erit folutum
Calis ,
in Calis . Matth.
1'

&

cap.

&

&

&

\6.

Tiene dette Chiavi nella deflra


cipale

e pi

nobile di tutte le

perch la Podeft fpirituale la prinquanto pi nobile V Anima de!


,

altre

e non alcuno che non fia Suddito a quella del Sommo Pontefice
Vicario di Crifto in Terra , il quale : Dicitur habere plentudinem Totejlatis
fecondo il Canone al cap.
[e fct 2. q. 6.
Tiene alzata la delira colle Chiavi elevate al Ciclo per dimoftrare che :
Cmnis poteflas a Deo efl . fecondo l* Appoftolo S. Paolo a' Romani al cap. 13.
Per gli ammonifce , che : Omnis <y7tima potejlatibus fnhlim'wribHs [ubdta ft
Lo Scettro nella finiftra , moftra V Autorit e Podeft temporale , come per ferteffa cofa nota a tutti ; ed i Libri , e 1' Armi , che le fono
dalle parti ( per far quefta Immagine pi univerfale ) 1' un fignificato dimoftra l'Autorit delle Scritture e de' Dottori; e l'altro delle Armi, Je
quali fi pongono alla finiftra , pel detto di Cicerone : Cedant >Arma Tog<e.

Corpo

^/

AZIONE

TOMO

PR

IMO,

$91

AZIONE VIRTUOSA,
D

Cefitre

l{tp.

UOmo
po

-i

le parti tutte del cole, e che


una proporzionata bellezza . Avr circojKj;
dato il capo da chiari e rfplendenti Raggi fimili a quelli di Apollo come anco da una Ghirlanda di Amaranto . Sar armato ^ e fopra all' armatura porter il Manto detto Paludamento .che fia d' oro . Colla delira mano terr un' Afta rotta e il rimannte di efla dalla parte del ferro t fi
vedr nella tefta di un bruttifllmo e (paventevole Serpente che (ia in__
terra morto , e colla liniftra con bellilfima grazia tenga un libro e fotto a un
de' piedi , al quale parer all' accorto Pittore terr ima tefta di morto
Molte fono le azioni umane ; ma io intendo di rapprefentare la virtuofi
e particolarmente quella delle lettere e delle armi le quali e 1* ima,
e 1' altra rendono 1' Uomo famofo ed immortale .
Si rapprefenta di et virile perciocch tra 1' altre et eflendo quella
in fomma perfezione ( come narra Arift. lib. 2. Rettor. ) facilmente con
elfa fi viene alla vera cognizione
e operazione della Virt
II belliflmo afpetto corrifpondente a tutte le parti del corpo con proporzionata bellezza, ne dimoftra che la giocondit che appare nell' afpetto
dell' Uomo bello fla indizio della belt ilmile a quella che . vede d

di eti virile

di belliflmo afpetto

fano corrifpondenti ad

i>

fuori;

ICONOLOGIA

94
fuori

Gratior

ejl

p'tlchro veniens

e corpore

uirtiis ,

dice

Virgilio nel

j.

dell'

onde need AriiL nel i. dell' Etica. Exteriora bidtcunt interiora


I chiceflariamentc ne fegue , che anco le azioni liano belle e virtuofe
ari e rifplendenti Raggi, che gli circondano il capo , ne denotano, che
iccome il Sole rifplende in tutte le parti . ov' egli gira , cosi 1* Azion
virtuofa fa che 1' Uomo fa chiaro e rifplendente , ove la fama {uj. vola

Eneide

C<^la foner tromba, fed famarti extendere fa^is t hoc virtiuis opus t dice Virg.
ael decimo dell' Eneide .
Glifi cinge il capo colla Ghirlanda d* Amaranto (d) , perciocch que-

non perde mai il fuo vivido e nativo colore , e colto fi conferinfracidifce mai , anzi quantunque fcco , bagnato con acqua rinoa
va e
viene nel fuo primiero fiato , e f ne fa Ghirlanda nell* Inverno
Plinio
lib. 21. cap. 8. Simile la natura dell'Uomo vtuofo , perciocch non__
folo non degenera dalle belliffime qualit ie , ma fjj^mta I' anima dal corpo ,
llo fiore

le fue chiariflime azioni

reftano

fi

confervana'^a

perpetua

memoria,

con quella fuprema bellezza e gloriofo ^ome, ch^ pofibile maggiore.


Si rapprefenta armato , e colla deftra mano tenga 1* Alla rotta , nella guifa che abbiamo detto , per denotare che il Virtuofo colle azioni
fue fempre contrario , e combatte continuamente con il vizio fuo perpetuo inimico , che per tal fegno diraoftriamo lo fpaventevole Serpente
morto , e palfato dall' Alla ; e per con tal dinioftrazione , facciamo chiaro che non balla alla perfezione della Virt il volere ^ f non fi mette in
efecuzione, onde Cicerone i. de off. Homnis virtus iti a^iom tonfijiit e
-'
Seneca de Ven. yirtus nm redpit>,.fordidHm amatorem .
Il Manto detto PaludamentQ ( .).d' oro fignifica, .che l'Azione virtuofa
diffcile da operarfi per Chi vive ad ufo di Artefice , e a Perfbne meccaniche
Tiene colla finiftra mano con belliflima grazia il Libro, effendocch l'efercizio si delle lettere, come delle armi, per effere e l'uno e 1' altro principi di tutti , fa 1* Uomo illuftre e famofo . Onde il Petrarca nel Sonetto 84.
//

nofiro (ludo

quello

Che fa per ?U 'Donini immortali.


E nel Capitolo terzo della Fama .
Che i' acquija ben pregio altro che d' arme
Tiene fotto il piede la Tefta di morto per dimollrare , che 1* Azion
virtu'ofa impre vive , e mentre dureranno i fecoli e le fcritture vivr eteramenfe : onde Plauto SOLA VIRTUS EXPERS SEPULCHRI .

BALLO
) L* Amaranto viene altrimenti detto Fior di Velluto , ed anche Fior
produce le trondi uguali al fiailico Maggiore , i Fiori lpieati , e
,
di ardentiflmo color Cremefino
( ^ ) Paludamento era una fopravefte da Guerra , propria ( come hanno creduto
alcuni ) degl' Imperatori , de' Confoli, e di altri Capitani e Generali di Eferciti
E'
cofa per altro certa , che il Paludamento fi trova anche ufato non folo da' Soldati
privati , ma da' Littori , e dalle Donne . Fello dice che tutti gli ornamenti militari
fono intefi fotto quello nome di Paludamento; e cosi vitn dichiarato da Varooe ,
cbe Paludamenti fiano Ornamenti militairi.

di

Grana

TOMO PRIMO.
A

91

O.

volto allegro , e rubicondo . Sari coronato di


intorno Suonatori di var; Iftromenti Mufcali, e fi dipinger in atteggiamento di muover con_*
leggiadria i piedi , e d mollrare graziofracote collana
fniitra mano un mazzo di Gigli legato con un fottiliP-

iovafle

Mirro

d
.

Avr

lmo laccio

Abbia appretfo una Tortora


Ballo, [o Danza j in un leggiadro e artlfciofo movimento del Corpo e paffi con ordine tempeConfifte

rati al
I

fuono
Greci

il

d' Iftromenti Muficali


1*

ebbero molto in pregio

fua Piazza Univerfale Difc.


bretto della Mitologia delle Mufe
nella

aver fortita
Stelle

dine
fli

Traile

Satiri,

come dicono Tommafo Garzoni


e Goffredo

cap. 6. de

fua origine colla creazione del


Pianeti , cio dal Loro andare

Linocerio nel fuo Li-

Therftc.

e lafciarono fcritt
delle

Mondo, dagli andamenti

de'
e ritornare con mirabil ormedeflmi luoghi, quafi iutrecciaffero carole all'armonia delle cele-

a'

del Ballo
i

la

45

Mufe

ed

Da

Terfieore riguardata come preeletta alla fopraintendenza


fi vuole
che i primi Inventori del Ballo fiano flati

alcuni

altri

ne attribuifcono

il

ritrovamento Bacco
b 2

>

e dicono che

con

ICONOLOGA

'0(S

con

queft*

fimi

Arte

vittoria degl* Indi e de* Lidi Popoli bellicofiPIn quanta (lima appreffo gli Antichi il Ballo foDfe t bafti il confiderare
che in Delo cofa fugra e folenne non li celebrava , che intervenir noii_>
riportafife

vi dovefTcro i Danzatori . I Coribanti in Frigia lo avevano per rito di


Religione . I Cureti in Creta per mezzo de* Salti- onoravano la Madre_
degli Dei
Ne' Sagrifiz] fi ufava dagli Etiopi , EgizJ e Sciti ; ed i Bracmani Sacerdoti dell* India nella cerimonia di adorare il Sole > in faccia a_
quello dalla mattina alla fera s' impiegavano faltando . In TefTaglia era in
tanta riputazione il Ballo
che i Capi e Prefidenti del Popolo erano onorati col nome di Saltatori . Ed il gran Filofofo Socrate , quello che dall'
Oracolo di Apolline fu dichiarato il pi favio di tutti gli Uomini, tuttocch di avanzata Et fi foQTe , non giudic a f fconvenevole il prender lezione di Ballo , e fecondo Senofonte Egli annover la Danza fra le gravi
difcipHne . Platoae nel fecondo delle Leggi chiama la Danza piacevole ,
gioconda > e dono degli Dei ; e nomina Perfona incrudita Colui j che cognizione non abbia n intelligenza di Efla .
Si figura Giovane il Ballo allegro , e rubicondo , per elTcr tale Eferclzlo proprio de' Giovani , e per effer la Giovent Et inclinata all' allegrezza , ed al moto dante il fervore del fangue , che pa/e faccia forza allc->
vene ; ed etTendo il moto caufa del calore , quefto le trafparlfce nel volEd Et che pia
to , unitamente col piacere che nell* animo prova .
dell' altre ci fofpinge a feguire ci che di maggiore allettamento a' fenfi :
Senfibus 'ueliiti navi utimm . D. Aug. lib. i. Soliloq. cap. 4. Pur troppo non
fotte cos ! 'Pur troppo non fi abbandonafle in balla delle, in apparenza lufinghevoli e chete , ma in effetto oh come fallaci , oh come terribili onde
de' piaceri , la Nave de' fenfi noftri ! Incauti Nocchieri , febben noto ci fia,
che il Porto , dove ridur fi deve quella noftra Nave , in feno al Sommo
Bene , che ce 1' affid , lafciandola nuUadimeno trafportare a feconda de*
contrari venti, tardi ci accorgeremo dove andr a romperfi ed affondare.
Siano pertanto ben avveduti i Giovani , che non abborriicono fimile , dir
ancora non condannabile , Polizia del viver civile , di non lafciarfi fedurre ; e che 1' ufo di un innocente piacere a Loro non apporti delle confeguenze funefte Non fono Io cos fevero , che affatto condanni 1' ufo del
Ballo. Vi tempHs faltandi Eccl. 3. ; ma 1' abufo che f ne fa , quello
Refto ben perfuafo, che come fono da feguirfi gli Studi delle
che dctefto
gravi Scienze indirizzati a coltivare e ad ornare lo Spirito , nella ilelTa_a
guifa trafcurar non fi debbono quegli Efercizi ^ che atti fono a formare ,
Confelfo che la Danza conferifce a maraviglia_j
e ben regolare il Corpo
difinvolta
e naturale , ad ifpirare -una -certa tal qual dea dare un' aria
.

-,

cenza e

merzio

&

politezza efteriore defiderabile , e direi quafi necelfaria , nel com:


Conofco quanto bifogni all' Uomo il foliievo : I{_eq^tiesi

della Vita

Ludits in Vita,

necepria . Arili. Eth. 4. Ma pur troppo fi fa converf ire_


farebbe in f un piacere non reo , in un abbandonarilalfatezza , e fi fa divenire Miniltro di non innocenti

P ufo del Ballo , che


mento ad una molle

pratciche e di prave iaccazioni

Le Donne

in particolare

non prendano il
B-"liO

TOMO PRIMO,ma

197
piuttofto per fodd-.

Ballo per alleggerimento delle domeftiche cure ,


sfazione di loro vane voglie , e allo meno per 1' ambizione di fare acquft
colla loro leggiadria e venuftJi . Avvertino per di non meritarfi > che

dica, ci che olTerv Salullio In bello Catti, parlando di Scmproniai


,
e del Canto e del Ballo pi del dovere feguace : Tfallere ,
/altare elegantm , (jimm necefs efl proba , Leggano e riflettano al
ricordo del Poeta Teocrito

Loro

Dama

fi

d nafcita

&

f^os 'vero

Capelli

nolte {altare

2^e fart in f^os Hirctts incurrat .


Del foverchio feguire fimilz diletti > Tentano ci che ne dice Ovvidlo
nel fecondo de* Rimedi di Amore .
Enervant anmos Cithara 1 Cantufque > Lir^eque
Et vox 1
mimers braehia mota fus
La Corona di Mirto che porta in Teda denota il piacere che fi efperimenta nel Ballo ed proprio ancora a fignificare , che nelle Danze per
lopplu fignoreggia la rilafciatezza e la lafcivia , della quale figura Venere , a Cui confecrato il Mirto ; e la ragione che ne adduce Pierio Valeriano Jib. 50 fi , che effendo quelV arbofcello di tutti il pi delicato

&

vago

perpetuo fuo verdeggiare , come ancora per la


fragranza dell' odore , che tramanda , a Venee, come Dea delle altre pi delicata e bella, veniva propriamente confacrato.
Pelope per avere eretta a Venere una Statua di pullulante Mirto , fi acquift la grazia di quefta Dea, e col fuo favore avendo nel corfo vinta Ippodamia ottenne di quefta le bramate nozze Nicandro nel fuo .Aleffifarmaco
vuole che Venere nel famofo Giudizio di Paride foffe coronata di Mirto , e che perci quefta Pianta fia eftremamente odiata da Giunone , e da
a vederfi

figura delle frondi

per
e per

il

la

Pallade

Per li Suonatori che gli ftanno d' intorno fi fpiega , che a feconda , ed a
tempo de' Muficali Iftromenti 1' arte vuole obligato il Ballo , e che fenza
farebbe la Danza , ed anzi ridicola e caricata faquelli di verun pregio
rebbe la Perfona , che P efercitaflfe
Move con leggiadria i Piedi , per eCfer quefto il fondamento dell' Arte
che confifte in un ordinata regola di "gefti e movimenti del Corpo
Moftra di avere nella finiftra mano un mazzo di Gigli legato con un fot.

Laccio, per denotare nel Giglio, Simbolo della Pudicizia , quanto alconfervazione di quefta aver fi debba P occhio in confimili Fefte di ftrepto, ed in qual periglio fi trovi , {piegato nel Laccio , efprimente I' Inganno occulto Oh quante volte accade che col folo penfiero di follevare
P oppreffo fpirito,fiva a fimili giocondi ridotti, e lo fteflb fpirito ne rimane anzicch alleggerito, pi mefchinamente affannato , ed immerfo in
in nuove vergognofifirae cure ! La troppo favorevole occafione di mirare
un bel volto , un artificiofo fguardo , un leggiadro portamento di vita ,
e la facilit di guftare il piacere , che al cuore tramanda [ per lo pi per
avvelenato ] la morbidezza di una bianca mano pi di un Ercole riduce
tliffimo

la

avvilito

appreffo la

fi'.a

Jole

'Si

pone

ICONOLOGIA

I^
porte poi

antichi Oflcrvatori

Onde

mano

Gifi^Ho nella

il
,

mano

la

finiilra , perch Cccome, fecondo g!i


fegno di bene , e la finiftra di male

delira

&

legge nella Divina Scrittura : Cor Sapieruis in dexiera ejus ,


cor
intendo moltrare che il Ballo in f
llitts, Eccl. io. Cosi
cofa indifferente , ma che I' Uomo il quale fi lafcia trafportare dal fenfo
ciocch effer potrebbe non colpevole il & tale divenire . EiTendo ftato oppofto a Teodoro Ateniefe > Uomo dottiflmo, non eflcr ufcito dalie
fue lezioni alcuno Scolaro degno di Lui airgutamente rifpof : ci accadere
perch i fuoi Scolari coli mano finittra ricvevano ciocch Egli colfi

in /tniflra

fluiti

la

rfeftra

Loro porgeva

Della Tortora cosi Pierio Valeriano nel lib. 22. de' flioi Geroglifici
fecondo la traduzione del P. Figliuccio n Io trovo che appreffb quel Fin lippo, il quale lafci fcritti alcuni argomenti, e concetti in Greco, che
n V Uomo Ballerino , e dato al fuonare le piffere , per la Tortora fi gnificato , e non altra cofa . Imperocch fi ritrovato che Ella maraviM gliofamente fi diletta del fuono delle Pi&re, e Cornam-ufe , delle quali
concento, dicono che fa certi movimenti inconrpodi , e va
s, fentendo il
immitando
quelli
E che ancura per quel canto fi allctta

che ballano
fi
e
tira
nei
lacci
infidie
e
nelle
, e coti fi prende . n
M
.

FATTO STORICO SAGRO.


NELne

ritorno che fece David coli' Arca del Signore alla Citt di Sione lieto , tra giubili del Popolo Ifruelitico , e tra
, tutto feftofo
pi ftrepitofi fuoni , non cefs mai di ballare innanzi la ftefs' Arca in ono-

Dio

re di
te

prammodo
Eferciti,

alla

eflfendo

allegro

il

Michol ne
2.

Giunto

riconvenuto

quale
fu da

, ne
fu da Michol Figlia
troppo ragionevole la cagione

Citt

e feftevole
la

allorch

fi

fincerit del cuore di

Lui punita

di Saul
,

ingiultamen-

che lo voleva fo-

il
Dio degli
David fommamente gradi, e_>

trattava di onorare

non avendo dappoi generato pi

Figliuoli

de i\e CAp. 6,

FATTO STORICO PROFANO.


Roma

erano Sacerdoti di Marte , cosi detti dal faltare nel porL' Ancile era uno Scudo di Metallo tenuto dai
.
Romani in gran venerazione , perch dicevano efifer caduto dal Cielo al
tempo del Re Numa con una voce fentita in quell' ilhnte , che prometteva r Imperio del Mondo a quella Citt , che lo tenefsc e confervaiTe .
Onde i Romani per gelosia che non foffe rubbato , ne fecero fare undici
altri nella medefima forma tanto fimili , che non fi riconofcelTero dal vero , mefcolati col quale li tenevano nel Tempio di Marte , fotto la aifto*
dia prima di dodici , poi di ventiquattro Sacerdoti eletti dalla prima No-

Salii in

tare

bilt
ti

di

gli Anelli

fommamente

Tonaca dipinta

llimati

detti

con corfaletti

Salii
>

Quefti nel

portavano per

Mefe
la

di

Citt

Marzo vedidetti Scudi

e balkn-

TOMO PRIMO,

199

e ballando, e percotendofi con certi coltellini fatti apporta per fimile effetto , cantavano una Canzone al fine della quale veniva nominato e re-

che li aveva cos maeftrevolmente


Fabbro Mamurio
lavorati , per confervare a* Poderi la fua memoria , in ricompenfa dell' opera ; e dopo Lui Giano , e tutti gli altri Dei , e Dee principali , eccetto
Venere , della quale non era lecito far menzione . Vollero poi g' Imperadori che vi fi aggiungere ancora il nome Loro . In quei giorni , che gli
Ancili erano portati attorno , fi facevano continue felle e conviti folenni
per tutta la Citt , chiamati Cene Saliari . Feflo . Dhnfia ,Alicarttaffeo lib, 2,

plicato

il

T. Livio

nome

lib.

del

-,

i,

FATTO FAVOLOSO.

NEI Bofchannofa

di Tefsaglia, fopralava agli altri Alberi in Sorprendente

ma-

Qyercia fagra a Cerere ed in quella ;Quercia era^


racchiufo lo Spirito d una Ninfa alla Dea delle Biade al^omrao cara.
Le Driudi perci > a cagione di onorare e il Nume e la Ninfa > 1' avevano
cinta di diverfe corone , e per fare e all' uno e all' altra cofa la pi
grata , circondavano unite I' Albore , intorno a quello leggiadramente ballando . Fu quella la Qyercia che Erifittone di propria mano volle atterrata ; per il che ne fii feveramente punito con un' infaziabile fame
Ovniera un'

'oL

Metam,

lib.

8.

BATTE-

ICONOLOGIA

200

BATTESIMO.
Del P. f. Vincenzio

UOmo
Vafo

I{icci

M.

0.

verde i tutto pieno di Gemme . Terri in mano un_3


Stari in piedi
j con che verfi acqua dentro un Bacino
fopr una Pietra o Bafc . Sia avanti ad Eflfo una Porta fbpra la quaJc-j
una Corona > e da una parte un ramo d* IflTopo
Il Battellmo un lavamento efteriore del Corpo ^ fatto fotto la forma
delle parole prefcritte . Cosi dice il Maeflro delle Senten. Di/. j.
Il Battefimo , dicono Damafceno Hb. 4. cap I
, e il Dottore Angelico Setir.
JDfl. 4. q. I. art, 1., quello pel quale riceviamo le primizie deilo Spirito e principio dell'altra Vita acci lia 3 noi regenerazione, fuggello
cuftodia ed illuminazione .
Fu figurato quello Divin Sagramento per quelle acque vagheggiate da
JEzecchiele 47. che ufcivano di fotto la Porta in verfo *1 nafcentc Sole
eh' ombreggiava la Porta dell' Oriente del Paradifo : Et converti me ad porecce aqux
egrediebantur fuper limen Domus ad Orentem .
tam Domm ,
N fia pofllbile falvarfi niuno f non far lavato in quelle acque benedette del Battellmo ove fi riceve la Fede e vi s' infonde la Grazia , e la^
Carit divifando cosi il Salvatore : T^ifi quis renatus fuerit ex *4qtta 1
Spiritit SanSQ % non poieft introire in P^gmtm Dei*
Tanto
veflito di

di

Oro

&

&

TOMO PRIMO.

jor

Tanto vale \\ Battefimo % dice il Gran Padre Agoftino , e 'Dm. Bapt.


tS- Hab, de Confeff. Difl.
4. cum tantum dato per un Uomo di poco valore
quanto per un' Appoftolo , non eflendo n di quello i n di quello 1 ma_j
di Crifto Salvatore . Fu battezzata > dice lo fteflb 9 ibidem la Carne d Crillo s qual' era fenza colpa
per darne efempio d' immitazione ; quanto pia
l dee battezzare la carne di un Uomo morto pel peccato 1 per evitaro
1* eterna pena ?
Avete ricevuto > per lo Battefimo , dice Ambrogio de initiandis rudibus,
i candidi veftimenti , acci vi fofiTe d' indizio elTere (pogliati de* mondani pia,

, e di peccati , e veftirvi le
vefli d' innocenza . Senza penitenza 1 dice
lo fteflb fup. Epfl. ad l^oj. , fono i doni, e la vocazione di Dio , perch
la Grazia non richiede nel Battefimo n gemito j n pianto, n altro,

ceri

mt

la fola

Fede

Muore

al

fo Battefimo

e tutte le altre cofe dona graziofamente .


Mondo, e nafce al Signore quello che riceve

ricevendo ad un' ora nuova Vita


S

nimdo moritur Divino Fonte


Fitque

tZv^o

Vitts

junt fraudati

Fons

Et

novm

qitibiis

quidqiiid

I* acqua del Saa


e cosi diciamo ;

renafcens

qui fepelitnr aqua

Sacro Baptifmate ChrijV

ipfa fui

Sangumis unda

Sacri fert mfiica

fiat

forma Lavacri 9

Id totum mplevit gloria Martyni

E* il Battefimo uno de' fette Sagramenti della Santa Madre Chiefa , e


primo e necelTario alla alla falute , ilHtuito da Crifto Signor Noftro , quando
JEgli volle eflere battezzato da Giovanni , e battezzarlo ancora , fantifcando le acque del Giordano , infegnando a' Santi Apoftoli di ufarlo , e predicarlo ardentemente , quando Loro diffe
Emtes ergo docete omnes Gentes%
il

&

&

Spirkas Sanili
Matth. 18.
,
doni, che riceve 1' Anima nel Battefimo: e. prima vien monda dalla macchia originale ; quindi tiene il Vafb di acqua ,
che verfa , in fegno che falli per mezzo della lozione , e del buttar l' acqua
fui capo del Battezzato , alla maniera , che volle fi facelTe a Lui il Salvatore da Giovanni . Sta veftito col ricco veftimento di color verde , adorno di tante gemme , perch da povera che 1' Anima e malveftita , per
la macchia del peccato originale , fi rende bella , adorna , e ricca di Virt , riceve la Fede infufa , fignificata per il verde della Speranza , e Carit,
Il ramo dell' Ifsopo , che erba valevole a
andando Infierae quefte Virt
levar le macchie a' veftimenti , facendo queft' efl^-tto il Battefimo 1 che
la bafe- di tutti gli altri Sagramenti, per riceverfi' la Fede in Lui, bafe
fondamento , e foltanza di tutte le altre Virt , per fondarfi tutte in Lei
fenza la quale niuna f ne riceve ; ed il Battefimo fi, dice bafe , perch :
La Prta , che il BattefiBaptifmtis efl quzfi bajs totus Catholiae difciplinx
mo comunemente da' Santi Padri chiamafi 'Janna omni^im Sacramentorum .
La Corona, che vi fopra , ombreggia il Regno de' Cieli, al quale non
poflbile entrare f non per quefta Porta felice di s eccellente Sagramento.
Alla
baptizantes eos in "^ornine

V.

19. Grandiffimi fono

Tatris,

Filli

Ce

ICONOLOGIA

zoa

Alla Scritturi Sagra

Il

Batteflnio

fi

rapprefenta in forma di

delle quali ricchezze parl

Salomone Pro

Uomo

ric-

z.^t ditem

di'
camente
,
me ricevendofi la Carit L'acqua, che butta col Boccale per fegno , he mondale Anime dalle macchie allegorizzando cosi Ezecchiele f.31.
mmdabmini ab omnibus ingide 2J. Ei effimiiXm piper vos aqtam mmdam
namtntls veflris (rc. Sta fopra la bafe perch fondamento della Fede che

veftito

ligentef

8:

&

ivi

fcrive

/?

mtem

&

fperandarum fubflantia rerum argumentum non


battezzata ha fondato i piedi si!l
Et ermt tib compedes ejus in proteElionem foniti*-

Fides

apparentium . Hxb. 11, i.


quella bafe del Battefimo

Ed un'Anima

torqites lHiis in flolam gUrix ^ EccK 6. 30. La_j


Porta denota eh' Egli tale agli altri Sagramenti e Virt con Crilto
che fi riceve nel Battefinio ove tutti fi fanno fuoi figliuoli per ricevere
la falute : Ego fum ojlium t fi quis introierit per me fdiiabtur. Jo: io. 9. La
Corona del Regno de' Cieli che non pu averfi altrimenti fenza quello 1
n per altra ftrada : nifi quis renatus fuerit denu non potefl videre B^gmet-
Dei Jo: j. 3. Il Ramo dell' Ifsopo per fine, erba che monda, favellandone
allegoricamente Davidde Pfal. 50. 9. ^Jpergei me Hyfopo ,
mundabor *
tavabis me
fttper nivem dealbabor

dinis

bafes virtuts

&

&

BEA-

BEATITUDINI
INSEGNATECI

DA
Di

CRISTO SIGNOR NOSTRO.


mpa,

Cefare

PRIMA BEATITUDINE.
E*

la

Povert

tii

SeiUi paujteres fpirim.

fari una
SI curva
e

Spirito

S.

Matt.

al

J.

Fanciulla d Abito corto > ftracciato con la faccia alquanto


che riguarda il Cielo , con quefto motto s l{^gmm Calorum

paupertate venale: parole di S, AgoiHno


Si fa Fanciulla , come di SeDTo pi dedito alla

religione e pi alieno
che non quello degli Uomini , ed anco pi inclinato a dar fede alla dottrina della Virt infegnataci da Noftro Signore, e
poco creduta da quelli , che fdandofi nella Capienza mondana non vogliono ammettere per Virt quelle che non derivano in qualche modo almeno dalle quattro morali ( intefe e conofciute ancora da' Filofofi. ) E' propriet femminile picgarfi ancora alle cofe, che vengono dette da altri e_?
^^^
C e 2
dall'

altezza dell'

animo

ICONOLOGIA

104
che

portano

fcco

umilt

-,

compaflione

fcnza

molto

apparato

iillogifmi
la poca pretenfione nelle cofe del
femprc ha moftrato dignit e fupremnenza agli altri , e perci i Romani non volevano che i loro Cittadini veftif'
fero di lungo , fino a tantocch queit'ab'to per l'et non potefTe far teltimono
della virilit dell'animo, ede'penfieri atti a reggere la Repubblica . E per
con 1' abito corto li viene a moftrare * che i Poveri di fpirito tengono
poco conto degli onori e delle grandezze mondane, le quali ben fpefl"^
att-averfandoll al pender, come le velli lunghe fogliono intricarfi fra le
gambe , I'dho cagione che difficilmente fi pu camminare dietro a Grillo *

Si

fa

Mondo

abito corto

in

perch

la velie

per moftrare

lunga

>

elfindoci necelTario eiTcre fpeditiflimi dalle cofe del Mondo , per feguire
]a via del Ciclo . Si dice anche volgarmente , che {mt honores onera ; non

che pefo fi fente dalle velli, che arrivano fino a terra, a Chi le porta .
veftimento tracciato, e la faccia curvata i raoftrano l' umilt, che
propriamente il definito per la Povert di fpirito , ed grado pi baifo
di quello , che dimandano umanit e cortesia i Morali
Rimira il Cielo per moftrare , che il premio di quella Virt non d
afpett fra gli Uomini, ma folo da Dio Creator Noftro, che ha le vie fue
( come dice il Profeta ) differenti dalle vie degli Uomini ; ed il gefto col
motto fottoicritto di S. Agoftino fignifica quello lleflb ,. ( a )
altro

Il

BEATI-

( j )

La Povert

faccia pallida

Celle ali agli omeri

mata

di Spirito

magra
,

'

Ma

immaginata dal P. Ricci

allegra

volto verfo

il

[aita

e gagliarda

Cielo

daddoiie le

la feguentc

Donna

di

Cd

vcfiimemo Squarciato .
una Corona ingemfi moflra
altra un piccolo pane . Sta
.

una mano un mazzetto di fiori , e nell'


to\. piedi fopra una Pietra quadrata , fiotto i quali far un
Cerno di devizia pieno di
pcje f, denari
S dipinge di volto pallida e magra , per non effer altro la -Povert che mancamento delle cofe temporali , quali fi abbandonano volentieri per
]' amor di Dio , dandofi alla Penitenza
aftiienze e digiuni , dalle quali cofe
,
deriva la pallidezza , e magrezza del corpo . Sta allegra, perch mollra di elTerc
tutta affidata alla Divina Provvidenza , e polTedendo la Divina Grazia pol^ede
ogni letizia , Oi;ni pace , ogni tranquillit interiore
Le ali denotano la lacilit
con che fi ergono i Poveri di fpirito alle celefti confi derazioni , non avendo occiipamcnti temporali , n impedimento alcuno . Tiene il volto verfo il Cielo , la
fegno che i difpregiatori del Mondo fono col corpo folo in Terra , ma col peofiero nelle Eterne Beatitudini . Se le mollra altres la Corona del Regno di )\o,
del qiMJe fi fanno Padroni , in merito del difprezzo delle cofe terrene . Il mazzetto di tiori denota , che quel poco che hanno, lo pofieiJgono e godono in pace , ombreggiata per i Fiori ; ed un pane fia pur duro ed iniipido , io mangiano con gu.
Sta fopra uni Pfttra t uadrata , fimbolo della Giuiiizia , colla quale vivoiio,
fto
piLdi fignifica il difprezzo de' Beni temporali.
IJ 'Corno di dovizia forto i
.

Tiene in

TOMO

RJ MOi
BEATITUDINE SECONDA
E'

la

%oi

Manfuetudine

ient miteSi qtiOHam t^fi pofdebunt terram.

Importa'

df ejjere

manfueto^ ed untino

e ad

e negli okJ ferwzj consentire

altri

nd henei

,
che tenga fra le braccia ^ in atto di accarezzare un picciolo
Agnello col motto cavato dal Salmo : Manfueti hxredimanfueto
e
tabmt terram
Per la medefima ragione detta di (opra * quefta Figura fi far Fanciul-

FAnciuIIa

la ancor*

ella

fgnifica purit t femplicit e manfuetudine i non f^lamente nelle profane lettere Egizie ; ma ancora nelle Sagre della Religionoj.
Criiliana , e gli Auguri gentili adoperavano I' Agnello nei loro Sacrifi-

zi

Agnello

Ancora Saaj
piacevolezza del puro e manfueto animo
, fngolar teftimonio dei fscreti Celelti , per manifeltare fotto
velame la manfuetudine di CrLto Signor Noitro diXe lui eifer

folo per

Giovan
fcmplice

Battilla

unAgnel'

ICONOLOGIA

io<?

un Agnello
di Dio

Ed

il

che plac a noi

con

il

proprio Sangue

facrifcato

1'

ira

motto dichiara , che il premio di quefta Virt far di erenon quefta, che vivendo abbiamo con travagli e faquella di Promiffione > dove far perpetua quiete . (
)

ditare la Terra,
ftidj ,

ma

ATI-

) Immagin

P. Ricci Ja Manfnetudine Donna coronata , la quale fio ftcgaove tkn fifji gli occ&i . Tiene le Manette ad anMue le mani
Vicino le fta un Agnello , ed uno Scettro. Coronata , perch ne' Grandi del Mondo
deve ritrovarfi principalmente, ed in quelli, che amminiftrano la Giuftizia; op-

'ttt

(7

il

in terra e profirata

pure la Corona fimboleggia la fublimit di Lei , effendo Virt fommairente Eroi.


Sta proftrata a terra per la fua umilt , dalla quale deriva la Manfuetudi,ne j che non pu albergare ne' petti de' Superbi . Le Manette alludono alla pazienza . L' Agnello il vero Geroglifico della manfuetudine , come fi rileva non fole da tutti gli antichi monumenti degli Egizj , ma dalla ftefa Sagra Scrittura
Lo Scettro , in fegno che Grandi del Mondo debbono poffc-

ca

dere s gloriofa Virt

TOMO

PR

M 0,

X?^

BEATITUDINE TER^A.
E'
ficati qui tugeni%

il

Pianto

qmnam

ipjt

Importa, piangere i peccati proprj, e


con le noflre

>

confi>l:Aumm ,

quelli' del

tor mferie

proffimoy

con le ftiani giunte e largamente pfanga . II motto'


,
dice cos: Trisfeas ImIus Utitiamgcneratfempiternam ed tolto da S. Agoft,

FAnculIa. inginocchioni

come qui. fi piglia i il difpiacere che per la Carit fi pu' pigliar


Il pianto
da ciafcuno j s delle fje come dell' altrui colpe e danni ancora . Ed eflendo
lo flato di una Fanciulla, quafi meno colpevole , che pofifa efTere , non dubbio r che facilmente far conofciuto, per fegno di quel che farebbe neceflario a
dire a chi con parole voleOTe efprimere il concetto di quella Beatitudine , nella
quale col motto fi maniFeila che il premio di quefta forte di pianto j far una perpetua allegrezza nelP- altra vita .
Lo itare inginocchioni e con le maHt ginte moftra che quefto pianto
e quello dolore vuol elTere mofifo da cagione pia e religiofar acciocch fi pof
fa dire atto di vera Virt; , non come il pianto di Eraclito , il quale nacque_j*
dall' ambizione , e dal defiderio di parere il pi fpiente > e- il pi meritevole
,.

li

tutti gli altri.

BEATI-

ICONOLOGIA

tot

BEATITUDINE
E*
ieat

Cio

la

fame

qui

>

Q^M A R T A

e la fete della Giuftizia

efiiriunt ,

&

fitimt

'JujiitUm

che fono molto defiderofi del 'vvere ihtitofo

di ammitiiflrare

Ginflzia

a cafamo

emp Jtano puniti

facendo

ed cfaltati

del

opera

buoni

ben operare
,

che 'gli

Donzella, che tenja un pajo di Bilancie , e ugualmente pcfanvi fia un Diavolo in atto di volerle prendere > ed Elfa con una
Spada 5 che tiene nell' altra mano lo fcacci . Il motto far : Efttrientes implei/it botiis , parole di Maria Vergine nella fua Canzone .
La Giuftizia una coflante e perpetua volont di rendere a ciafcuno
quello che gli fi deve . Per appartiene a quella Beatitudine tanto la lete
della Giuflizia legale , che bene evidentiflimo , e che abbraccia tutti
gli altri beni, quanto il defiderio di vedere efcguito quello, che s' alpetta da' legittimi Tribunali ; e cos 1' infegna Nollro Signore , per Virt degna della Beatitudine eterna
Le Bilancie notano per f fleflc metaforicamente la Giuftizia , perch
come effe aggiuftano le cofe gravi e materiali, cosi Eifa che Virt , ag-

Rifar
i3 do
j

TOMO PRIMO,
tu

beni dell' animo ,


Nella Donzella fi notano le
aggiufta

pone regola

alle

qualit di quella

azioni dell*

Giullizia

209
Uomo

della quale

deve aver fame e fete .


E fi fa giovane per moftrare > che non fi deve molto tardare ma_3
metterla in efecuzione ove t e come bifogna
per il vizio che ci Itiraola continuamente pcu
II Diavolo fi figura

fi

della Giuftizia

farci torcere dalla via

gliente fpada dello Zelo di

efprime il motto
1'
vivande di quefta vita
<,

Dio

mondezza

Beati

UNa
in

za

Donna
mano

ma

facilmente

premio

il

effer faziati di cibi

BEATI!
E'

NE

fi

fcaccia

colla ta-

fecondoccli ci
che fono molto migliori delle
di

Q^U

quelli

N T

A.

cio~vere il cuore libero


dalle palfiont
e dalle difordinate affezioni

di cuore

mundo corde , quoniam

pfi

Deim mdebunt

che fparga lagrime d pianto

Topra un cuore

che ti^a

La mondezza del cuore fu prefa da Crifto Noftro Signore per P innoceijfa quale mondezza dell' anima , e fi dice elfer nel cuore , qtiando eifo

non occupato da mali penfieri, ovvero da

d.

eifetti

contrari alla Virt


fi

_>

mollra.

ICONOLOGIA

Ilo
fi

non
quali fono

moftra

me

che

poflTa

intendere della

mondezza

efteriore

colle

lagri-

vera medicina delle ulcere dell* anima > come fi ha


1
per molti luoghi della Sagra Scrittura . Il premio della mondezza del
cuore far vedere Dio nvifibile agli occhi corporali, li quali quando fono ben purgati vedono folo gli accidenti fenfibilii ove quelli delU mente
it abbalTano come nel motto fi accenna .
le

la

BEATITUDINE SESTA.
E'

la

Mifericordia

Beati Mifcricordes

Cio quelli

che hanno tompaffone alle

e potendo

DOnna

te

[allevano

miferie

dei projjmi,

che fpezzando un pane , ne porge una parte per uno a due o


,
che le rtanno d' intorno i con il motto di S. Girolamo
ImpoJJbile ed hominem mifericordem iram non placare Di'vinam
La Mifericordia Virt , per la quale fentiamo dolore delle raiferic-^
altrui , e fovveniamo > fecondo il poffibile, alle loro necelTit .
Si dice raifericordiofo Iddio perch diflimula i peccati degli Uomini
per la penitenza . Si dice mifricordiofo 1' Uomo che facilmente fi piega
a dolerli
tre

Puttini

Tu MO

*
Jt r
yii
ed quaf la medefima cofa colla piet .
Non fi efercitrc nou verfo Perfone bifogndfe * afflitte, e difperate per
qualche gran difgrazia , o per gli errori commefli per propria colpa , de*
quali fi fenta dolore e pentimento
Tajle fu Noftro Signore col Ladrone
che er*
che era infedele > e gli diede il Cielo ; colla Donna Samaritana
immerfa nelle laCvie e la fece calla ; con quella che era Adultera , e_-
gli refe 1' onore ; con Maddalena che era Peccatrice , e la fece Santa ; eoa
S. Pietro , al quale rimeCfe il peccato di averlo negato ed ancora gli diede le Chiavi del Cielo, giuftificandolo ; oltre a molti altri efempj, che fi
leggono nella Storia del Santo Vangelo , ove non par che fi dipinga Noftro
Signore , f non per vero Fonte di mifericordia ; ad immitazione del quale
dobbiamo noi compatire i mali altrui , e fopportare volentieri le proprie
tribolazioni , quando vengono o per colpa propria , o per fuo volere .
Sono quattordici le opere , ed effetti di quella Virt , aCfcgnate diftintamente da' Teologi , delle quali la principale di fovvenire alla Vita altrui, col mangiare e col bere ; e per fi fa la Donna , che tiene in-
mano il Pane, e ne fa parte a* Fanciulli , per feliefli impotenti a procurarfelo per altra via, e fecondocch dice il motto, con quefto mezzo facili^fimaniente fi placa Pira di Dio, (a")
\
a

dolerfi

delle

miferie altrui

-,

or.'j3t

P. Ricci di figurare la Mifericordia Donna i l>ell' afpetto , la


Donna pure di afpetto vago , Tttne gii occh "aerfo il Cielo,
iljido-vc fcende un ragpo . Moftra
con una mano il cuore aperto . /Ipprejjo le fta una
Vittima , che bruga tu d' un Aitaretto , il etti fumo vola in alto . L' incontrarfi coli' altra Donna , fpiega la piet, e compafllone che dobbiamo avere del
noftro Proflnio . Tiene gli occhj verfo il Cielo , donde fcende un raggio , tt

fl

) Piacque

qrtale s'

incontra

al

con altra

fegno che dono celefte , ed il raggio allude alla Dottrina di Crifto , che pift
grata fi rende a Dio la Mifericordia , che moftriamo altrui , che il Sacrificio fteffo.
L' Altare ove brugiauna Vittima , denota che gran Sacrificio fa al Signore Chi ufa
Mifericodia altrui ; oppure perch pi piace a Dio quefla Virt, che ogn' altro Sa*
crificio .
Il Fumo , che forge in alto , per fegno che quefto bene torto vola
al colpetto

di

Dio

ICONOLOGIA

tJ%

BEATITUDINE SETTIMA,
E*
^eati factjici

*>'.

A^^

1'

eflfer

quonkm

.\

Pacifico

Filli

D VOMbmw^

DOnna

tenga alcune Spade Elmi Scudi * ed altre


tiene un ramo d' Olivo , col motto
Bellum .
Confregit 1 ^rciint Scuium , Gladiumi
Grado di Beatitudine affai grande di Coloro che non pure fi dilettano di vivere nella pace e nella quiete [ il che pare appetito univerfalc
di tutti gli Uomini, e fin* onde viene commendata la Guerra f per felleCTa
biafimevole ] , ma per mezzo delle tribolazioni fanno riftorarla , quando
ila perduta , e per f , e per gli altri non folo nel Corpo xogl* inimici efleriori , ma nell' Anima che maggiormente importa , colle potenze dell*
Inferno
E fi fa la pace coli' Armi fotto a* piedi , per moftrare che deve effere acquirtata e mantenuta per propria virt , per eCfere tanto pi meri

Armi

che fotto

rotte

a* piedi

Con una mano

&

e commendabile .
L'Oliva fi da in fegno di pace, per unita teftimonianza degli Antichi,
e moderni Cosi leggiamo , eh' Enea etTendo per ifmontare nelle Terre di
Evandro in Italia * per aflcurare il figliuolo del Re , che foipettofo gli

tevole
*'

'

veniva

TOMO PRIMO,

au

Veniva incontro fi fece fuori con un ramo di Olivo in mano * ed il Giovane fubito fi quiet : oltre ad infiniti/fimi efempj j per i quali tutti badi
quefto . 11 premio d Coftoro V eCferc del numero de* figliuoli di Dio $
eietti ali* eterna Beatitudine

...
BEATITUDINE OTTAVA.
i

Beati qui perfecutionem patiuHtur propter juflhiantt^

qwniam

UNano Donna
innanzi

che guardi

a'

piedi

to prefo dall' Apgoftolo


Scuti

Ed

in una

ipforum

il

ognuni Calorum

efl

crudo ftrazio di tre Figlluolini , che le ftanmodo crudelmente ammazzati , col mot-

in vario

Sodi pafjiomm

eflis , fc

mano tenga una Croce

eritis

&

confolations

per effer Iddio nobillflmo lbpra_3

tutte le cofe: per pi nobile ipecie di giuftizia, fralle altre fari quella.^
che s' occupa in rendere a Lui i dovuti onori di lodi e di fagrifizj" quan
do bene foCfe con pericolo manifefto e con certa ruina di felleCfo e della propria Vita ; e ci fi raoftra per la Donna che tiene la Croce in mapo ) colla quale fi notano le perfecuzioni per zelo della Religione che
la

pi nobil parte della Giuflizia

come

fi

detto

Si dipin-

ICONOLOGIA

ai4
dipingono

Si

penfieri dannofi

nna Donna > e gli altri Fanciulli , come pi alieni di*


per i quali polTa apparire il merito per proprio errort>

l'

de* ftrazj fopportact

BEATITUDINE
a guifa d'
r>A A.CV. P.

QUuantunque

f.

una

Vdm<i Dhdati

Emblema
di

^'

'

.Abruzzo Minore Ofservante

Beatitudine e la felicit per oggetto , per cATeperfetto coli' aggregazione di ogni bene fecondo

fia la

^re uno lo flato

Boezio nel terzo delle Corfplazioni Troverbio terzo t ed uno P oggetto eflenziulmente Divino i nel quale tutti g' intelletti capaci e ragionevoli fi beatificano e appagano come tengono communeniente i Sagri Teologi ; nondimeno il Signor Noflro Ges Crifio nel quinto di S. Matteo
dille
le Beatitudini eflere otto , cio : Povert di
fpirito , Manfuetudine
-,

fame e fete di Giuftizia , Mondezza di cuore , Mifericordia t


Perfecuzione ; le quali propriamente non fono Beatitudini per
oggetto ) ma piuttoHo modi e mezzi per pervenirvi , imperocch il Signore ivi parla per figura di metafora ponendo una cofa per un' altra cio
il
mezzo , per il termine ultimo Attingibile > e per venire a formar detta
Figura la faremo .
Donna giovane veftita di veilimento corto . Colla faccia curva vcrfi
il Cielo . Con un Agnellino accanto trafitto
e trapalato da banda a banda
da un' acuta fpada . Con gli occhi lagriraevoli e piangenti . Col volto efienuato e macilento . Terr con una mano un ramo di Olivo , e un cuore
umano, che girti fuoco e fiamme, con il quale raccolgale dette lagrime.
Vi faranno due Fanciullini ai piedi ai quali moftri coli' altra mano di
porgere ad ambidue un pane partito in due parti , acci fi veda che ciaIcuno abbia avere la parte fua . Vi faranno ancora molti altri Fanciullini
Per ultimo
avanti gettati in terra offefi , vilipefi uccifi , e maltrattati
fopra il capo vi faranno due Palme intrecciate una di Lauro e 1* altra
di Olivo , annodate infieme e unite in croce da una telTuta di tre varie
cofe, come Gigli, Mirti , e Rofe , con tre motti di quella forte: alla PalMellizia

Pace

di Lauro . Sola perfcveranta coronatur . A quella di Olivo . Cut Talma


ad B^gna perrjenerunt SanBi
Alla Corona . 7>(pn coronabitur nifi qui certave^
Ovvero altrimente , fecondo gli Antichi, a quella di Lauro fy^termtas t
rit

ma

a quella di

Olivo

lntp.ijj:bilitas

alla

Corona

Seicritas

Donna, per rapprefentare feflb devoto e pietofo, come apAmbrogio nel Refponforio del picciolo OfEzio della Vergine

Si dipinge

prova S.
con quelle parole Orate pr devoto Famineo fcxii . Per darci ad inrendere
che Chi vuole ad effa Beatitudine difponerfi e preparare , gli fa bifogno
elTere divoto verfo le Sagrofante e ipirituali cofe ; il che fegno manie Fede .
fello di vera Religione
'o'
.

Si dipin-

TOMO PRIMO.

215

Giovane, per denotare che dalla tenerezza de' noftri anni


dobbiamo dar opera all' acquiilo d detta Beatitudine , perch lccorae li
primi fiori fono quelli , che nella Primavera odorano , dilettano , e piacciono agli Uomini j cosi le noftre prime vie fono quelle che pi dilettano a Dio ; il motivo fi prende da Gio: Battifta che di tre anni , e
mezzo nel deferto fi diede alle Divine cofe,come accenna Ambrogio nel
fuo Inno fotto quelle parole . anitra deferti teneris fab anms &.
Si dipinge
Donzella , per la purit interiore ed eileriore , cio di
mente e di corpo , non effendo corrotta e macchiata , n da opere_? ,
n da cogitazioni , per fignificarci che Chi vuoi entrare alla Beata_j
Vita 5 gli fa bifogno politezza e limpidezza da ogni mortai difetto come
vuol Gio. a ZI. dell' Apocal. fecondo quelle parole . "^on intrabit in exm
aliqiiod xoinqriinatum il che anco conferma Ifaia a 36. con quelP altro detSi dipinge

^0

per eam pollutus


con il vefliniento corto vile e lacerato , per dimoftrare
la Povert di fpirito, poicch cosi fi dice Beati pMperes fpiritu . E ci per
dinotare che Chi vuole confeguir la Beatitudine gii fa bifogno fpogliarfi di
tutt' i fuperflui comodi terreni , e lafciarfi volontariamente lacerare da_j
ogni parte da' bifogni ne' propri beni di fortuna ; e dice notabilmente povero di fpirito , e non foo di cofe > per dimoftrarci , e darci fperanza ,
che anco i ricchi a' quali pare che venga dal Signor difficoltato tale acqui.fto, poflfono , f vogliono > confeguirla , eflendo in f regolati e parchi, e_>
nei poveri magnanimi e liberali , facendo poco conto delle loro cofe ; e
per li poveri ancora , che fenza fpargimento di ricchezze in altri bifognofi , poflfono acquilbrlo colla potenza della buona volont
De' ricchi diceva Maria
Efurientes imple<vt bons , (^ divtes dimift inanes .
Si dipinge colla faccia curva , per denotarci 1' umilt , la quale febbene s' inchina verfo la terra , s' erge ed efalta verfo il Cielo . Ci fignifica , che Chi vuole beatificarfi , debba fottoponerfi in terra ai proprj Superiori , e in Cielo riferire 1' ubbidienza a Dio , che cos fi adempie quello
di Pietro nella Canonica i a. 5. Kimiliamini [t potenti manu Dei , ut exal'
tet <vos in tempore 'vijttationis .
Si dipinge coli' Agnellino trafitto dalla fpada , per denotarci 1' innocente e paziente Manfuetudine , che per fi dice Beati mites , elfendocch
Chi vuole eflfere beato , deve far poco conto dei danni ricevuti nei beni
di fortuna , onore , e fama del Mondo ; che quefto accennava David nel
Salmo 7,6. Beati mites t quoniam ipfi bxreditabimt terram .
Si rapprefenta con gli occhi lagrimanti e piangenti , per denotare la
triftezza e meftizia fpirituale , perch fi dice nel Vangelo
Beati qui lugent , quoniam ipfi confolabnntur . Per dirci che quelli fi beatificheranno , che
piangendo il tempo male fpefo , i doni di Dio naturali e gratuiti , i frutti
delle Virt morali lafciati , ia mal pallata vita e peccati commefli, mediante per il perfetto dolore detto contritivo , parte neceffaria di penitenza,
fecondo vuole la comune Cattolica Scuola . Tnitcnti efl pncterita, malcij
piangere ,
plangenda itemm non committcre
to

tranftbit

Si rapprefenta

&

Si dipin-

ICONOLOGIA

xid

con gli ocelli lagriraanti e piangenti perch ci


per compafllone di Noftro Signore paziente compatendo al dolore pafllone , e attroce morte di Lui i che cosi e' infogna Geremia al 6.
parlando dell' Unigenito Dio con tali parole . Lnlum unigeniti fxc itb planr
6lum amarum
Si rapprefenta con il volto eftenuato e macilente per denotare il bilbgno e neceflit fpirituale negataci talvolta da'perverfi Uojtimt jitHitiam
Per darci
mini, onde per fi dice: Beati qui ef.munt >
ad intendere che Chi vuol eflere beato , deve Tempre cercare quello che
utile e neceflfario alla falute , ed anco aver fete cio animo pronto di
rendere a cafcuno quello che tenuto .
Si rapprefenta col Cuore umano che getta fuoco e fiamma , e chcj
raccoglie le proprie lagrime , per denotarci il cuor mondo ; che per Beati mundo corde. Per dirci che Chi vuole in Cielo beatificato vedere Iddio,
deve avere il cuore mondo e lontano da ogni maligna paffione e perverfo affetto mondano ; che di quello dilfe il Profeta : Lavammi ,
mundipinge ancora

Si

debba

farfi

&

&

di eflote

Getta fuoco e fiamma , perch ficcome il fuoco purga e monda 1' oro
cos la Divina Grazia il contrito cuore ; e come 1* acqua pulifce il vaio ,
cosi le lagrime 1' anima dalle colpe mortali ; onde il Salmo dice ^fperges
me Domine hyfsopo-,
mundabor lavabis me,
fnper niniem &c, E coruj
Cor mmdum crea in me. Deus .
I' antecedente .
Vi fi rapprefentano i due Fanciullini a piedi . a' quali vien divifo un pane t per denotare la Mifericordia , perch Beati Mifericordes <&c. Elfendocch quello far beato j che con piet fovverr alle neceflit di Perfone_>
niiferabili colle fue foftanze >
come infegna Ifaja a 1 8. frange tfmenti
panem tuum
Si dipinge con rami dell' Olivo , per fignificare la pace tranquillit e ferenit del cuore ; onde per dice . Beati Tacifici &c. Per dirti che
per elfere beato , fi devono avere le tre paci e tranquillit fpirituali > cio
fuperna con Dio , interna colla Confcienza , ed eflerna con il Proflmo ;
che quello fecondo nel libro 3. della Sapienza ci viene infegnato : Tax %
C^ eleciis Dei .
Si dipinge con molti Fanciullini offefi , vilipefi , uccifi , e maltrattati
per denotare le perfecuzioni ingiulle dei tiranni e perverfi noilri inimici j e per fi dice
Beati qui perjcauionem patiimtur propter juflitiam , &c.
Ci ne fignifca , che Chi vuole elfere beato debba renderfi per atto di
pazienza , impotente e debole alla vendetta ; ancorch vendicar fi poteffe 1
pronto a rimettere ogni lefione ed ofFcfa , penfando che la perfecuzione ferve a' buoni per efecuzione di Virt ; che per dilfe il Signoro
Iddio in quella contenzione fra i fuoi Appoltoli ; "Hift e^iamini ficut parvi*-

&

&

>

li,

imi

Le

due Palme
Gigli

ta

di

le

tre Virt
Giglio ,

il

I{egnum Calorum'^
incrociate, giunte
Mirti , e
Rote fopra

intrabitis in

ed annodate da una Corona telfucapo per imprela , fignificano


Teologiche, Fede , Speranza, e Carit. La Fede per
Speranza per il Mirto , e h Rofa per la Carit ; fcnil

za le

TOMO PRIMO,

ztf

BELLEZZA FEMMINILE.
*

DOnna

-m't,.%.

Dello Stejfo.

con una Ghirlanda di Gigli e Ligufr in teda , In uni


Neil* altra uno Specchio , porgendolo in fuori t
.
fenza fpecchiarfi dentro . Seder fopra un Drago molto feroce .
Ignuda

-,

mano avr un Dardo

I Gigli fono P antico Geroglifico della Bellezza , come racconta Pierio


Valeriano, forf perch il Giglio tra gli altri Fiori, ha quelle tre nobili qualit j che riconobbe una Gentildonna Fiorentina nella Statua fatta da Scultore poco prattico, perch eflendo Ella dimandata quel che giudicafle di
tale Statua , Ella con grandlfTima accortezza dille , fcoprendo le Bellezze d
una Donna compita ^ e la goffezza tacitamente di quell' opera , che erJUa
bianca , morbida , e foda , per cffere quelle qualit del Marmo ftelfo necef-

fariflime

in una

Donna

bella

>

come racconta Giorgio Vaiari

qualit ha particolarmente tra gli Fiori

il

e quelle tre

Giglio

II Dardo facendo la piaga i nel principio quafi infenlbile , la quale_


poi crefee appoco appoco e penetrando molto dentro difficile a poterli
cavare ; e ci dimollra j che cominciando alcuno ad amare la Bellezza delle
Donne , non fubito prova la ferita mortale , ma appoco appoco crefcendo la
piaga 9 fente alla fine che per allentar d' Arco non fana
E e z
Lo Spe-

ICO N

ila

GIA

dimoftra etTere la Bellezza femminile medefimamentc uno


Specchio , nel quale vedendo ciafcuno feltefla in miglior perfezione per
1' amor della fpecie ,s' incita ad amarli in quella cofa,
ove fi veduto pi

Lo Specchio

perfetto
Il

e poi a defideraril

e truirfi

Drago moflra che non

da fidarfi

ove

Bellezza

perch vi ve-

leno di paflone j e di geiofia . {)


E' ignuda , perch non vuol elfer coperta di lifcio , come anche fi pu
dir che fia frale e caduca ; e perci vi fi pongono i Liguftri nella Ghir^
landa conforme al detto di Virgilio nell' Egloga feconda

Vmr

nlmium ne crede colori ;


cadmt j Vaccbix nigra leguntur
Ed Ovvdio de ^rte amandi.
Forma bonnm fragile ejl , quantamque accedit ad annos
formose ,

,ylba Ligujlra

Fit minor

&

[patio

"^ec femper Fiala

Et

riget

carpitur illa

B^fa

relifla

>

nec femper Lilia florent

amilTa [pina

Ino

FATTO

( (7 ) Dobbiamo cio effer guardinghi nel contemplare la Bellezza Femminile,otti'


mamente paragonata al Drago nella iia ferocit , giacche non vi cofa che pi po-

ad avvelenare 1' animo noftrOj che ima Bellezza riguardata oltre il fuo vero
che la contemplazione del fommo Bello . Allorch 1' idea di una Belt puramente terrena penetri al cuore, fi trasforma in paflone , che il veleno ed il diftruttore dell' intema quiete dell' Uomo, il quale ondeggiando fempre tra '1 timore
la fperanza , e 1' infeparabile gelosia , fi rende poi intelicifllmo . Viene efprefra a_.
maraviglia dal Petrarca la ferocit della hciu^za nella Canz. i. Stanz. 2.
r dico che dai d, che 'l primo a]] alto
tente fia

fine

Mi

diede

Amor

Ed

anni eran pajfat

tnolt'

Si eh' Io cangiava

il

giovenie afpetto

intorno al mio cor penfier gelati

Fatto O'vean quafi adamantino fmato ,


Ch" allentar non lafciava il duro affetto :
Lagrima ancor non 9ni bagnava il petto,

iW? rompea

Mi

Lajjo

La

il

Jonno

il

fine

Che fentendo

ti

'l

crudel

Infin' aliar perccjfa di

Non

tra

in altrui

che fon ? che fui

"Vita

me non

quel eh' in

parea un miracolo

d loda la fera
,

di

fuo

eh'

lo ragiono

ftrale

efferm pajfato oltre la gonna

Prefe in fua fcorta una pcfsente Donna ;


vale
Ver cui poco giammai mi valfe ,
dimandar perdono ;
Ingegno ,
foi-za ,
Et duo mi trasformar in quel eh' Io fono.
Facendomi d' Vom vi'oo un Lauro verde

Che per fredda

fiagion foglia non perde

PR

IMO,

giummai'

za le quali Virt; TielTupo potr'


ora intorno a tal materia ( <i )

faeatifqari

iij
,

e quefio bafti pec

BELLEZZA.
D Cefare Bjpa

DOnfta

dello fplendore

una Palla

meno

fi

poffa conofcere
,

non

fi

non
, perch
con mortai lingua, e che

afcofa fcalle nuvole

Bellezza colla te(la

della quale pi diffcilmente

nelle cofe create

le

fralle

la

ed un CompaCTo

Si dipinge la

cofa

nuvole , ed il refto ila poto


circonda . Porga una mano fuori
colla quale terr un Giglio ,
fporgendo coli' altra mano

che abbia afcofa la teda


per lo fplendore , che

vifibile ,

poffa parlare

umano , quanto la Bellezza , la quametaforicamente parlando j che uno fpiendor t


E e

coli' intelletto

altro

Ricci viene immaginata la Beatitudine celefte Donni


, -vcftta di bianco
Ha un facto rotto a' piedi . E" ac~
foflo ad una menfa , sulla quae v' gr^n tcforo d gicje , e molte aivanie da mvngsre.
Tiene in una mano un belffmo e candidifftmo fiore feeto infra tanti , e gialli, e perfi
e di vari altri colori , the jmaltano un bel campo d' apprejfo a Lei . Vee cremtjtni ,
dita di bianco , come colore al fommo accetto a Dio ; o perch di bianco devono veftir quelli che fon fatti degni di effer condotti agli eterni beni , per fegno
del candore della vita da Loro condotta. U Sacco rotto fotto a' piedi indica il
corpo gi feparato dall' Anima , perch la Beatitudine non fi gode f non dopo
morte . La menfa, ove il Teforo, Geroglifico de' celefti beni , e della bellezza

ili

Dal

beUjfimo

P- F- Vincenzio

e "vagh^mio afpetto

Anima , ed i Cibi , dei Piaceri delle Anime elette , ne' quali fi pafcono tutte
potenze di quelle . Il Kore eletto tra tanti , dimoflra la tortuna deli' Anima
prefcelta a godere 1' eterna Beatitudine .
Pigura parimenti il P. Ricci J a Beatitudine celefte Donna Giovane di bellijfma
afpetto . Nella Vefte , che e fetnplice molto , tiene dipinti certi occhi . Ha in una mano un Ramo d Melo , ed in un' altra un mazzo di fpghe . Ha un "velo in faccia , che la
ricuopre . Tiene i piedi alla rima di un rapidifsimo Torrente, quale sbocca in molte jlrade , oi/e due Giovanetti riempiono certi vafi , e bevono dolcemente . Giovane, perch fempre fi rinnova , e dura la Gloria beata . Gli occhi nella Vefte dinotano che fi
Icorge con gli occhi dell' intelletto , che la moftra alla volont , la quale gode
e friiifce
E' di beli' afpetto , perch bellifsima ' la Gloria di Dio . Il Veftimento fchietto e fempiicc
perch quefta Beatitudine fondata fulla verit dell' oggetto beatificante ,che' Iddio femplicifllmo . Ha in mano il Ramo di Melo, per la
dolcezza grande , e contenti incomparabili che godonfi ria' Beati in Cielo . Il
mazzo di Spighe ombreggia la beata meffe della Gloria . Il velo che le copre la
faccia , per effere la Gloria nafcofta a tutti di quefta Vita , n i Beati che la
godono fi veggono da noi , f non per fede . Il rapidiiTmo Torrente figtiifica la
gran fomma de' Beni e contenti che nella Beatitiidine celefte fi godono . Ha
molte ftrade il Torrente , per le molte e varie ftanze che fi fanno da' Beati: /
domo Patris mei manfwnes multa funt "^o. 14. v. 2. Que' Giovanetti che empiono
Vafi , fignificano che tutti i Beati bevono delle acque felici della Gloria ; ed i Vafi pieni , perch ciafcheduno ne riceve , conforme alla fua Grazia
, ed i fuoi Meriti ,
ed ognuno gode del fuo bene , fenz' invidia dell' altro

dell'
le

ICONOLOGIA

iiS

doret che deriva dalla luce della faccia di Dio , come definTcono i Pia
tonici; elTendo la prima Bellezza una cofa con efTo la quale poi comunicandofi in qualche modo I* idea , per benignit di Lui j alle fae Creature >
intendano in qualche parte la Bellezza ; ma come quelli,
nello Specchio j fubito fi fcordano come dilTe San_
Giacomo nella Pillola Canonica cosi noi guardando la Bellezza nelle co{e
mortali , non molto pofliamo alzarli a vedere quella pura e femplice chiarezza , dalla quale tutte le chiarezze hanno origine t come diffc Dante nel
jj. del Paradifo

che
,
che guardano

cagione

efife

feilefT

ah

che non muore, e ci che pu morire-r


l^on f non fplendor di quella idea
Che partorifce amando il nofro Sire
Si dipinger dunque nella fuddetta maniera > fignificandofi per la mano
che fi itende col Giglio la Bellezza dei delineamenti > e de' colori del Corpo femminile 5 nella quale pare, che fia riporta gran parte di quella piccola mifura di Bellezza , che participata e goduta in terra come abbia-

mo

gi detto di fopra

mano

la Palla col CompafTo , per dimoilrare che_>


ogni Bellezza confifte in mifure e proporzioni , le quali s' aggiuthno col
tempo e col luogo . Il luogo determina la Bellezza nella difpofzione-
delle Provincie , delle Citt , de' Tempi > delle Piazze , dell' Uomo , e di
tutte le cofe foggette all' occhio , come colori ben diftinti , e con proporzionata quantit e mifura j e con altre cofe fimili
Col tempo fi determi'nano le armonie , i fuoni , le voci, le orazioni, gli abbattimenti, ed altre
cofe , le quali con mifura aggiuftandofi , dilettano , e fono meritamente-^
chiamate belle
E come il Giglio per 1' acutezza dell* odore muove il fenfo , e della i
fpiriti , cos medeiiimamente la Bellezza muove , e della gli animi ad amare e deUderare di godere ( per dar perfezione a feilelTo ) la cofa , che fi
onofce per la molta Bellezza , degna di conflderazione e di prezzo ; fopra
di che un nobile e gentiliffimo fpirito fece il prefente Sonetto ,
' luce la Belt , che dal primiero

Neil* altra

terr

Splendor nafcendo in mille rai

fi

parte

fede fa , mentre gli vibra e parte ,


1/ quel che in Cielo fplende eterno Vero

Varia color foi-ente , or bianco , or nero ,


E luce in una men , che in altra parte

l^ dotta mano
Speri

^tegli

di

che

'l

nofiro

Mj^-fi

Tempi ^ Lui

Saper

s'

Z>.i

adopri

fcintilla Jbl

di ci

/'

ogni penfiero

altro

Volo

fieri, ove

il

potenza

e la

moflronite al

eh' Egli

"^ote fitroi le

carte

ritrarla in

vince ogni opra

profondo
il

Mondo

immaginando

Stelle ,

carta

il

ereffe-,

zelo

efprejje

Cielo

BELLEZ-

TOMO PRIMO,
gli

cibare vari Uccelli di rapina, differenti dalla

lafcia

vane

dipinge

fi

perch non dee invecchiarfi mai

la

fiia

fpece

memoria de'

ricevuti, che cos dice Seneca nel libro primo de' Benefizi .
Si rapprefenta di fingolar bellezza , elfendocch il Benefizio

225r
Gio'

B,enefiz>

pi.

di ogni

altra cofa infinitamente piace e diletta ad ognuno .


Si dimoftra con Vifo allegro e ridente , perciocch tale fi ha da rao^
ftrare Chi fa Beneficio altrui , onde fopra di ci Agoftino de Definitone ,

bencjola alilo i trbuens , captanfque gaudium tribuenanche poffiamo dire , che fimile dimoftrazione deve
E' ben vero che il Benefizio non ,
fare Chi riceve detto Benefizio
n pu effere Benefizio , quando fi benefica gente turpe ed infame , e_
fopra di ci potreflmo dire aflfai , ma taceremo per non fare arrofllre
Chiunque fa benefizio a quelli , i quali fono indegni di vivere al mondo
e ci riportiamo a quello che dice Focilide Poeta Greco , che in nollra_o
cosi dice

do ,

id.

BensfcMm

quo agit

ejl

Come

lingua cosi rifuona

mdim

T^oli in

benefickm
muri femnes .
Fadl ignudo , perciocch il Benefizio ha da efTcre non folo libero e
fciolto da ogni inganno , ma lontano da quelli , che fotto finzione di effere liberali , e di far benefizi altrui , moltrano pi fegno di vanagIoria_j
Corifene

e intereCTe

tam natura
re

che

di

liberales

multa, quie

ejl

'vrum

ac

fi

in

animo puro e fincero Videre etiam lceat plerofqnc non


quan qHadam gloria induos , ut benefici vidcantur face.

'vdentur

mags

proficifci

ab oflentatione

qmm

a <-jolmtate,

dice

Cicerone primo de' offici


Polfiamo ancora dire , che Chi riceve il Benefizio non Io deve nafcondere , ma farlo vedere ad ognuno , perciocch quello fegno di gratitudine , elfendocch quando non fi pu ricambiare con 1' opere il ricevuto
Beneficio , confeffandolo almeno con parole , fare che a tutti fia palefe la
liberalit del Benefattore

Drappo turchino

(Iellato, ci fignfica il Cielo, dal quale fi riBenefici e tutte le grazie , che perci fi rapprefenta il raggio che fi rifplendere s nobil foggetto . Scrive S. Giacomo Apposolo al
cap. I. Omne donnm defurfum efl , defcendens a Tatrc Ittminum . Perfio nella
prima Satira moflra quello colore eflere d' Uomini , che a cofe di grand*
importanza afpirano . Colui dunque che contempla le cofe celeli , ed afpira a cofe grandi , meritamente di tal colore deve eCfer veftito . Il Petrarca nel Sonetto 83. dice .
li

ceve

tutt'

Volo con

Tiene

tutto

l'

alt

de' penfter

al

Cielo

braccio deliro alto, e con la palma della mano le tre Grazie


acci s' intenda le tre maniere dei benefizi , cio di quelli che li danno
di quelli che li rendono , e di quelli che li danno e rendono infieme .
Si dimollra che una ftia colle fpalle verfo noi , e due ci guardino
il

perciocch

fi

confider

effere pi liberali affai


trui

^i

eH

q:*ie

,
,

utenda

che nel ricambiare il


che quando fiamo noi
accipimusi

bene ^fattoci , abbiamo da


primi a far benefizio al-

major menfirra reddimits

quid

beneficia

protiQ"

ICONOLOGIA

*24

xAn non imitari agros feriiles % qui Multa plus adjedice Cicerone i . de Off.
Scanno con le braccia intrecciate a guifa di Chi balla, per dimoftrarc
che I' ordine dei Benefizi , il quale paflTa da una mano in un' altra , ritorna

provocati facete debemus

rmt

qiiar afceperunt ?

ultimamente ad utile di Colui che lo fece prima


Lo ftare con il braccio finillro in atto di abbracciare altrui , ne dinota
la prontezza e la buona difpofizione di Chi ha per oggetto di efercitare si
nobil Virt di beneficare altrui
Le Ali che fono nella giuntura del braccio e della mano , dimoltr^no
che Chi fa il Benefizio , con ogni prontezza deve eflfer veloce e prello
alle operazioni , acciocch fia molto pi grata la grazia a Chi riceve il
Benefizio . Celeres grafia dulciores , fi autem tardaverit ^ omnis gratta vana^ neqjte dicettit gratia dice Luciano ; e Publio Mimo . Bis dat qui cito dat
Porge la Catena di oro con dimoftrazione di farne dono, per lignificare che il Benefizio lega ed incatena tutti quelli , i quali fono da lui
benefiziati

Beneficium dignis uhi das

Dice Publio
nella guifa che abbiamo detto
Omncs

obligas

Mimo

di quello Geroglifico, ci riL' Aquila ,


portiamo a quello che narra Pierio Valeriano lib. 19., il quale dice, che
volendo gli gizJ lignificare un Uomo benigno , benefico , e liberale, dipingevano un' Aquila , che da ogni altro Uccello lafcia pigliare il cibo della propria preda ,

FATTO STORICO SAGRO.


GRato

Tobia il Giovane ai moltifTimi benefici , che dall' Angelo del Signore aveva ricevuti , credendolo ancora Uomo, tornato che fu alla
Paterna Cafa ,tra' primi fuoi penfieri fu quello della ricompenla che a Lui
era dovuta . Unitoli perci col Padre , apparte chiam 1' incognito Benefattore , e lo preg a voler ricevere in dono la met del iuo Patrimonio
L' Angelo del Signore allora svel il fuo Elfere , e Loro dille che grati
elfer doyeffero al loro vero Benefattore Sommo Iddio ,
che rimeritate le
loro buone opere aveva , e che in quelle leguendo il loro cammino , fi
rendeffero Tempre pi .degni de' fuoi Benefici ; In quello da' Loro occhi
difparve , reftando Efll ad adorare la infinita Munificenza di Dio . Job.
.

cap.

12.

FATTO STORICO PROFANO.

Ve va

Pcrillo fupplicato Aleflandro

il

Magno

voler fovvenire una_j

povera fua Figliuola con qualche Ibmnia , che fervir a Lei potelfe per dote
Il Gcnerofo Macedone
ordin che affegnati gli fotVero
cinquanta Talenti ; il che da Pcrillo fentito , ibggiunfe che tanto non ri.

chiede-

TOMO PRIMO,

xzj

FATTO STORICO SAGRO.


DAlIe

Reali fue- Logge volgendo David lo fguardo a quella parte , dove bella Donna in limpido Lavacro le vaghe membra tergeva , su
Quella ferm 1' occhio ; defider lapere chi Ella li folTe ; ed avvifato effere Betfabea Moglie di Uria , volle mirarla pi d' apprelTo ; quindi a f
fattala chiamare, reft cos a feftefifo rapito dalia contemplazione delle di
Lei bellezze , che del fuo dovere fcordato non fi arrofs con Effa giacere . Non termin col difonore di Uria 1* abbacinamento di David
Pi
oltre fi eftefe in Lui la colpa ; giacch non effendogli riufcito di flir
ritornare Urla a i foliti amplefll della Moglie , onde far creder frutto de'
medemi il Figlio concepito , non dubit di torfi dagli occhi 1* innocente
col farlo efporre in faccia agi' inevitabili colpi del ferro nemico
che come aveva penfato > il privarono miferamente di vita Offefe Iddio il non
retto operare di David , e lo pun ; e f un fubito finceriffimo incelante
fpargimento di lagrime non lo aveffe fatto ritornare nella priflina Grazia
per 1' umana bellezza David fi farebbe per fempre perduto . 2. de' B^
.

cap.

II.

cap.

12.^

FATTO STORICO PROFANO.


fentimento- di
PErdalla
Natura di

Autori fu Cleopatra Regina di Egitto dotata


forprendente bellezza . Ella col fuo vago Sembiante
vinse i pi forti Guerrieri , adefc i pi Saggi del Mondo . Scrive Dione ) e con EDfo Lui Plutarco che con tre rare qualit fuper facilmente
ogni altra bellezza di quel Secolo ; poich colla grazia , e bella maniera fi.
amicava ognuno ; col favellare che fu oltre modo foave , recava ftupore;
e colla gravit fi moftrava veramente degna di onore . Quella bellezza_j
Cefire per Lei ritard
peraltro rec a non pochi rimarcabile nocumento
Per Lei Ottavia Sorella di Ottaviano
il corfo delle fue prime Vittorie ;
fu dal Marito M. Antonio abbandonata ; Per Lei il medefimo 1* ertrema_a
fua rovina incontr, giacch vedendola fuggire dal fuo fianco, mentre_>
colle fue Armate alle mani era co* Nemici , per feguirla abbandon il tutto , ed il tutto perdette , n avendo fufficientc coraggio per vederfi tanto
di propria mano fi uccife . Tlutarco
al difotto alla primiera fua gloria ,
tutti gli

rapport, dall' Ujlolfi Off.

St.

Itb.

2.

cap. 5.

FATTOFAVOLOSO.
Adone

accoppiadall' inceftuofo
il quale nacque
,
e Mirra fua Figliuola , che Venere di Lui firamente invaghitafi abbandonava le delizie del Cielo per godere di EOfo in

FUmento

d tanta bellezza
di

Cniro

terra. Incfplicabile

Cigniale

fi

fi

Venere, allorch

l'affanno di

fu

vidde uccifo

il

fuo Diletto

Proferpina

zanne di un
moffe a piet delle

dalle

ftefla fi

fue

ICONOLOGIA

221
fue lagrime

s*

indufTe

a renderglielo

a condizione cKc

non Io dovette

l' ebbe in fm
pens di non voler foddisfare a quanto aveva promelTo. Dal che ne
che vi voile tutta l'autorit di
forti difcordia tale tra quefte due Dee ,
Ordin dunque Egli , che Adone fofTe libero quattro
Giove per fedirla
Mefi dell' Anno , che quattro ne pafTafle con Venere e gli altri quattro
con Proferpina. QvuL Metam, lib. io.

f ritenere che

con

fei

Meli

dell'

Anno

ma quando Venere

balla

F
Di Cefare

^a.

UN

Giovane di fingofar beliczaa con vifo allegro e ridente . Sari


nudo ma per ad armacollo abbia un drappo di color turchino tut-

quale cuopra le parti pi fcgrete . S vedr dal Cielo un raggio j


quale far rifplendere detta Figura . Terr il braccio deliro alto e
colla palma della mano le tre Grazie i nella guifa che fi fogliono rapprefentare . Cio una Ila colle fpalle verlb noi > e due si guardano i tenendo
le mani intrecciate in guifa di chi balla . Star col braccio finillro in atto
di abbracciare altrui e che nella giuntura del braccio , e della mano vi
to

ftellatoj

il

il

tano un pajo di ali , tenendo con detta mano una Catena di Oro , con di*
mollrazione di farne dono . E per terra dalla parte delira vi far un' Aquila ) la quale avendo fatto preda di una Lepre > quale tenga fotto gli artigli

>

TOMO PRIMO,
ma

li?

che ioli dieci talenti gli badavano . AI chtf la feguente rifpoila diede Alcflandro
Se a Te ? che devi ricevere", baftano
dieci , non badano a me che devo dare != Volendo cosi moflrare , che
il beneficio ,
che dalla di Lui mano ufcir doveva piucch dalla neceffit
dell' onefto amico dalla grandezza del fuo animo
e dal potere delle fue
forze doveva prender miilira . Fidgof. lib. 4.
chiedeva

FATTO FAVOLOSO.
Nota

l.a
Favola del Beneficio che ricev Giove dalla Capra Amaiche col fuo latte il nutr , e dalle Ninfe , che V educarono
berlocche Giove volendo infegnare qual gratitudine a' benefici fi debba ,
colloc la Capra Amaltea co' fuoi due Capretti in Cielo , dando uno de'
corni di quella alle Ninfe ,
le
quali avevano avuta cura della di Lui
Infanzia , colla virt di produrre tutto ci , che Effe defideravano ; lj
per quefta ragione veniva chiamato il Corno dell' Abbondanza
Ovvid,

E*

tea

Mctartt.

lib.

p.

BENE-

ICONOLOGIA

425

BENEVOLENZA, O AFFEZIONE,
L

DOnna

Celare

I^a ,

Sari alata * e veffita di colon rerde . Terrik con


bella grazia una G;illnaccia ed a' piedi per terra vi far un Ramarro * o Ragano , che dir vogliamo , che nell' uno e_>
neir altro nome fi dice colla tefta alta t e che liia in atto di Cdire per
una delle gambe di detta Figura .
La Benevolenza o Affezione fimJle afTai ali* Amicizia , ma per
non Amiczia ; perciocch la Benevolenza f>er certa inclinazione che fi
genera in noi quafi in un momento , fa che ci affezioniamo in un tratto pi

ambe

<fl

virile

le matii

con

un Uomo che all' altro di due , quali vediamo combattere in uno Steccalenza averli prima conolciuti . Il che non_
, ovvero vederli giocare
avviene nell' Amicizia , la quale non pu > n deve eiTere afcofa .
Si rapprefenta di et virile perciocch la Benevolenza non deve efTere

to

come quella de' Giovani


De Benevoentta atttem

ma

quam

con

flabllit e

coftanza

qupine h.heat erga

Mas

prtmum

illud

efl

n$

a quo pmnr.mt drrigemury fed Bettevoleniam non


amorls , fed Riabilitate potius C^ fonjatardore
qmdata
adolefce/imorum more
degli
OfGcj
tia iiidUemHS , Cicerone primo

tfficQ ^

Ut ptiirmum tribmm:ts

Si fa

TOMO PRrMO,
Si fa alata effendocch la

fuetudine nafce

Benevolenza

un

in

illantc

2117

e fenz' altra con-

ed ha

il fuo principio in noi


verde perciocch la Benevolenza per fua natura d
fegno d' allegrezza e perci fi dimorira con Vifo allegro e ridente > tutto all' oppofto dell'Odio, e dell'Invidia, ambi fuoi contrari. Tiene con_
ambe le mani , con bella grazia la Gallinaccia , e per terra il Ragano nella guifa eh' abbiamo detto , per effere I' uno e i* altro Animale , fimbola
della Benevolenza , per loro occulto inilinto dalla Natura . Della Gallinaccia ne fa fede Pierio Valeriano nel lib. 14. de* Geroglifici , dicendo chc_^
per la Gallinaccia s' intende un Uomo benevolo ed amorevole ; perci li
trovato che niun altro Uccello ha verfo 1' Uomo maggior Benevolenza
ed in quefto a Lui ci rimettiamo , come Uomo di molta intelligenza .
Il Ragano, fi saper pubblica voce e fama , che quefto Animale benevolo all' Uomo , ed - manifefto che Io difende dalle infldie de' Serpi
se avviene che dorma alla Campagna .
La dimoftrazione di afcenderc per la gamba per falire, ed approfimar/
alla pi nobil parte della Figura , per mollrare quello che dice il Filofofo nel 9. dell' Etica , che la Benevolenza di lungo tra due ? diviene-
finalmente una vera e perfetta Amicizia

Si velie di color

BENE.

CO N

228

L Q

GI

BENEVOLENZA, ED UNIONE MATRLMONIALE.


Jtl Signor

Ciovanm Zarattm

Cajkltini ,

DOnna

che tenga in tfta una corona di Vite intrecciata con un ramo


Olivo in mano ; verfo il feno un' Alcione Augello Marittimo . Ogni
uno sa quanto la Vite arai 1' Olmo , e 1* Olmo la Vite . Ovvidio .
2>lmus amat Fites , Fith non deferii Vlmos
Per tale amorofa Benevolenza ed unione , 1* Olmo fi chiama Marito
della Vite t e Vedova fi chiama la Vite j quando non appoggiata all' Old'

mo

Catullo negli efametri imperiali


^t yidna in nudo Vitis qttie nafctur arvo

T^umquam
Pi abbalTo poi dice

[e

e.xtallit

eadem efl ^Imo contunda Marito .


Marziale nel 4. libro nelle Nozze di Pudcnzio , e Clautila
moftrare 1* Unione e la Benevolenza di quelli Spofi
diife ,
<yt fi

forte

>

volendo

-,

fatti

T^ec melius ttneris JHngmitur Fitibiis Z>lnii


Talfoj quando dille.
il

penfieri pens

mano ancora

Gli alberi: veder puoi con q-t.mto affetto 9


E con qi.nui iter-iti abbr-iccament

La

IMO,

P R

r O Ad
La

f^ke s\iv-viticchia

.ili

fuo Miirto

229

al
Pioppo o al
fi potrebbe anche intendere
Alberi tutti amici alla Vite , come dice Coluraella lib. 16,
Vitem maxime Topulus alit , deinde 'Vlmus , deiiide Fraxims .
E di quelli Alberi volle intendere Orazio nel 4. lib. Ode 5. chiamati
Vedovi fenza la Vite
Et Vtem Vidt^as duct ad arbores 1
E nelle lodi della Vita rullica con ElTii li marita .

Cio aM'OImo, febbene

Fraflino

^duka^

'uitiiim

Tropagine

<Altas )naritat Topulos

Da

-,

quelli Poeti Latini leggiadramente prefe

maflimamente da Catullo

per efortare le

Bembo

il

Dame

ad amare

il

fuo concetto,

Ciafcma Vite
e '/ Giaa^n non f * adorna,
Tel frutto fuo ^ nel' ombre fon gradite
Ma quando all' Olmo , al Tioppo alta s' appoggia
Crefce feconda per Sole, e per pioggia

Ejfa giace

Ove

Telti piii

alcuni

Ma

moderni leggono
Olmo amico alta
.

s' appoggia
fiamo voluti fervire noi) lafciando gli altri , per
elfere pi frequente in bocca de' Poeti , e per non confondere con pi.
diverfi rami la Corona , che pi gentile comparir femplicemente la Vite
avviticchiata coli' Olmo fuo Marito , per fimbolo della Benevolenza, ed
Unione Matrimoniale .
L* Alcione che tiene in mano un Augello poco pi grande di un PaP
fero, quali tutto di color ceruleo, f non che ha mifticate alcune penne
porporine , e bianche , ha il collo fottile , e lungo . Va fvolazzando e flridendo intorno al Lido del Mare , con voce lamentevole , ove anche fa il
fuo Nido , e vi cova fette giorni , i quali per efifere felici , chiamanl Haicionii dies , perch in tal tempo il Mare Ila tutto tranquillo , come dice_>
Plinio lib. IO. cap. 32. , ed liidoro lib. 12., ed il Sannazaro cosi cant

nell*

di queft'

quando

Olmo

Egloga quinta
Contere

all'

Dicitur

&
,

Halcyonis nidum mihi pellere ventos

& favas

pelagi mulcere

Forfitan Ine nofros fedabit peSoris

A
ceo

quello ebbe mira


fuperflua

in

ci

vero

Turbato

1'
,

Ungaro

nella

procelTas

tsflits

prima Scena del quarto Atto d'Aldel Rota

ma graziola limile alla decima Egloga


'l Mar d' ^mor , ma forft un giorno
,

Ter me faranno gli .Alcioni il nido


Cio , fpero un giorno di avere in amore tranquillo
Rota pi chiaramente .
Soave udir gli ^ugei , che per la riva
.

Cantan piangendo \_ e fi fon anco amia J


Lor fidi amori , e mentre al tempo t'kP:
Tendon fui nido, in flebil voce . e viva,
^cchetan l' nda e fanno f Liti aprici.

flato

e Bernardi|ia(%

Ghia"

ICONOLOGIA

2^0

Chiamafi anco Alcione la Moglie di Ceice Re di Tracia t la quale am


cordialifSmamente il fuo Marito, onde 1' Ungaro volendo moftrare in Alceo
una Benevolenza ed Unione grande con Eurilla, fa che gli dica .

fu tra noi

fummo

Mentre
S

fvifcerato

Che

fanciulli

affetto

Leda or chiare

tra fi?li di

E tra Ceice e
^0 so f fojfe

la fida %Alcione

tale

Sempre Ella flava meco


Sicch rado

V un
Am

o non

dall' altro

tanto quelV Alcione

Stelle^

mai

difgiunto

ed

<

ci

con Lei

io

vide

il

Sole

fuo Marito che avendo in fogno veduto


eh' Egli in un torbulento naufragio era morto ficcorae avvenne , buttofll
"dal dolore in Mare ; onde i Poeti fingono , che foflfe trasformata in talc_5
Augello del fuo nom? > e che f ne volafle fopra il morto Cadavere del
Marito , che era portato dalle onde marine ; e per fanno che quefto Ucil

cello fi rada tuttavia lamentando nel Lido del Mare


Bernardino Rota nell' Egloga XIII.
Deh perch non fon io , come Colei
Che vide in fonno e poi trov lo Spofa
Sommerfo in Mare , e per favor de' Dei
Or piange eccello il fuo flato dogliofo .
E nel? Ottava feguente .

^anto

invidio

t'

o ben Coppia felice

Comun fu fempre

come

tra

gli altri

un nido

wn Lttto
a cui cantando

Spoft ed eccelli

cui

lice

onda chetar , quando pi batte il Lido


Ed il Petrarca anch' Egli cant della Benevolenza
felici Conforti nel fecondo Trionfo d' Amore

ed Unne

di qucfti

^e'

due

che fece .Amor compagni eterni

pi foavi remi,
alcione e Ceice , in riva al Mare ,
Con molto giudizio Ovvidio nel lib decimo delle Metamorfofi ha trasformato detta Moglie amante del fuo Marito in Alcione , perch veramente quello Uccello di fua natura porta al fuo Marito tanta Benevolenza che non per ifpazo di tempo , ma fempre cerca di (tare unita coi
Marito 5 non per lafcivia , ma per amica Benevolenza , che tener devcj
la Moglie verfo il Marito , n mai altri riceve anzi le per vecchiezza
gli diventa fiacco , e tardo a feguitarla nel volare , Ella lo piglia fopra d

Far

lor

nidi a

lo abbandona , mai lo lafcia folo , ma pollofclo fugl


governa e fta feco unita per fino alla morte , ficcome riferifcc Plutarco : De folertia ^nimalium . In cotal guifa parlando dell*
ad fellandum tardum redAlcione . 'Z)bi autem fenelus Marem imbecillum ,
didit ipfa eim fiifcipiens geflat > atque untrit * numquam dejlitucns $ numquaitLs

lo nutrifce

omeri

mai

Io porta

Io

&

JoluHt

TOMO PRIMO,
[ohm

relirifieits

H^v

fed in humeros fublatum ufqueqjiaque portai

atqu fovet

e>-

que ad mortem ufque adef.


Ponganfi ad immitare i Conforti 1* amabile natura dell'Alcione e fliano
tra di loro uniti con, amore e benevolenza , tcnghino in due corpi un
animo ed un volere , V uno fi trasformi nell' altro , gioifca > e refti lieto e contento della compagnia datagli da Dio : tal' effetto e unione
si elprime in quel noilro Sonetto acrollico fatto nelle nozze del Signor Gio:
,

Battifta

Garzoni

e della fua nobiliflima Spofa

capo_^de* verfi per ordine

fi

pone

il

cui pregiato

nome

nel

In q'tal parte del Cielo t in qual idea


Scolp l^atura s leggiadra forma *

,AnimA di "jrtute efempio % e normut


Beata al par d' ogni (aprema Dea .
lla col fho Jplendor rallegra > e bea
Lo Spofo fuo diletto e in f 'l trasforma

a feguir Jol la fua beli' orma


amando Lei nova celefle ^(rea .
G^B^OT^ invitto e faggio a Lei fmile
Le fu prefcrtto dalf Empireo Coro ;
Onde ben lieta va co 'l cor giocondo ,
2^0?* per Voi gi f^ode eterno aprile >
Indi verr per Voi l* et dell' Oro
E ^y4B^ prole ad abbellire il Mondo .
E* certo che niuna maggior felicit pu effere tra due Conforti che_>
V Unione e Benevolenza : degrio di effere impreflb nella mente di ogni
Perfona legata in nodo Matrimoniale il precetto di Focilide Poeta Greco,
tAma tuam Coniugemt quid, enim fuavius ,
pne/lantius t
cum Maritum diligit "Dxor ufque ad feneSiam
Et Maritm fnam ^xorem t neque inter eos incidit contentio ?
Cio ama la tua Moglie ; che cofa pu effere pi foave e pi conve-
nevole , che quando la Moglie ama il Marito per fino alla vecchiezza, e
il Marito la {lia Moglie n tra loro e* interviene riffa
e contefa alcuna
Qiiindi , che li Romani antichi hanno lafciato molte memorie di quelli
che fono viffuti in Matrimonio unitamente con Benevolenza fenza contraito de' quali noi ne porremo ^er efempio quattro Stampate dallo Sme
zio , due verfo il Marito , e due altre verfo la Moglie ,
afiringe

&

^am

L.
D.

M,

lunia primigenio

^m

vix. ann. xxxV*

lunla

Tallas. fedi

Coniugi Karjffmo

Et
Se

pientiffimo

benemerm

Cum

ICONOLOGIA

2>#

Cum qm

vixit annis

XV. Menf.
Ditlciter

li.

^erela

fine

T. Flavio. ^VG. lib. Chryfogono


Lesb'uno . .Auditor Tahularior
I{ation. Hereditati

Flavia
Vxt

am.

C.eJ. 2S(.

coniux.

7>{ice.

cum quo

xlv. fine ulta ofenj

Lufix Glaphyrx
Vixit KAnnis
Ti. Claudius

Cuniugi

xxxiix.

faujlus

optime

& bene

De

f meritiC . cum qua


Vixit .Ann. xiix. menfe

Diebus

xxiiij. fine

^erela fecit

-,

i .

vlla

et fibi

DIS MAN.

S.

:>

CALPVRNIiE
T. L.

M.
M.

HOME^

CALPVRNIVS
P A

L.

CON. SV; SANCTISS.


CVM. QVA. V. A. X'XV.
SINE OFFEN. F. ET SIBI.
modo

?
;

fecondo nel Hb. 8. fcrivendo a Gemamifit uxorem , fingularis exempli


Vixit cum hac triginta novem antiis fine jurgio , fine offenfu i
etamfi olim fiffet
nelP ifcrizione di Lucio Silvio Paterno fi legge . Sine ulla animi Uftra^
Ed in quella di Giulio Marciano. Sine ulla animi Ixftone. Avvanza tutti Cajo Billieno Marito di Geminia Cauma
^ti vixerimt wu annis continuis
LII. fine lite molefla . Un' altra infcrizione porre vogliamo , trovata poco
tempo fa nella prima vigna fuori di Porta Latina a man diritta, nella__
quale dice al Lettore , che sa di edere invidiato > per tre cagioni una
perch finch vifle flette lempre fano . La feconda , perch ebbe comodamente da vivere . La terza perch ebbe una Moglie a Luiamorevolillima .
Simile

nio

di dire ufa Plinio

Grave vulnus Macrinus

nofier

accepit

Q. LOLLIO.

L.

CONDITO

SCIO TE INVIDEK*^. Qy\ LEGIS

TITVLVM MEVM DVM VIXI


VALVI ET HABVI BENE QVET
VIVEREM ET CONIVGEM
.

HABVI.

MIHI-.

AxMANTISSLMAM.

Ora

TOMO PRIMO.
Ora
offefa

z3}

da' Gentili flato fatto conto di vivere fenza querela , fenza


e lefione alcuna tra Moglie e Marito , ma con reciproco e fcamf

bievole amore, tanto pi da' Crifliani fi deve proccurare di vivere nel Sagro Matrimonio in Santa Pace , con unione e Benevolenza acci meriti-

no poi

vita in fempiterna gloria

d eCfere uniti nell' altra

FATTO STORICO SAGRO.

LA

Benevolenza

di Affuero verfo Efter fua Conforte fu invero ammiforprendente . Per Eifa ammans I' animo fuo feroce coner i Giudei , e revoc il terribile Decreto che ad iiHgazione di Aman
fuo Confidente aveva promulgato per 1' ellerminio di quelH infelici Per
Elfa pi volte fi dichiar che fpogliato fi farebbe della met del fuo Regno, per farne Lei Signora. Per Eifa accett in fua grazia, ed onor
delle maggiori Dignit quel Mardoccheo , che dal perfido Aman era delHnato alla morte , col fare appendere allo fteiTo Patibolo per Mardocchee
pollo in ordine, lo llelfo Aman . Efier cap. 2. 3. 4. 5. 6. 7.

rabile

FATTO STORICO PROFANO.


MArco

Plancio , o Marco Plautio, valorofo Romano , portatofi per ordine del Senato con 60. Navi a Taranto per traghettar di lin Afia,
perde Orellilla fua dilettillima Conforte , che per tutto lo aveva voluto
feguire . Tale fli il dolore che per la morte di Lei prov Marco Plancio , che mentre celebravafene all' ufo de' Romani il Funerale , Egli afcefo nella Pira , dove arder doveva 1' amato Corpo , gettandofi fopra di effo , dopo averlo yli vukv. <ibbi:-<i,iil,to , -^-on-z-vd rio otn un Pugnale , alla j
Il che con foranio rammarico dagli Amiprefenza di tutti fi die la morte
.

veduto, nella flenfa guifa che vellito era, fu gettato nel Rogo, ed
fiemc colla Moglie traile Fiamme confunto . Fai. MajJ. lib. 4. cap. 6.
ci

in-

FATTO FAVOLOSO.
Lcefte Figliuola di Pelia, e Moglie di Ameto Re d Tefifa^lia . Efjr\. fendo quello Principe caduto gravemente infermo, Alcede che tene
ramenre lo amava confult 1' Oracolo , il quale rifpofe , che Ameto noiv-j

al mondo , qualora fi offriife ChicchclTia a morire per Lui


perlocch Alceite_5
fi trov che
a ci fare fi rifolveife
altro
per
Ninno
volontariamente, f lleffa offr , per confervare la vita al Marito , e in tal
guifa fin i fuoi giorni. Enrip. ISlat. Con, Mtol. lib. 7. cap. i.

farebbe mancato

BENI-

ICONOLOGIA

1J4

BENIGNIT*
L

DOnni
mi

Celare I^i^a

veftta. di azzurro^ ftellato,

le

Mammelle

d oro

,,

Con ambedue

dalle quali n' efca copia di latte,

mani fi preche diverfi Anile

banda vi far un Altare col fuoco accclo .


molto differente dall'Affabilit, Clemenza, ed Umanit ; e principalmente fi efercita verfo i Sudditi , ed compaflione avuta con ragione , interpretando la Legge lenza rigore , ed quali quella
che i Greci dimandano ( ttikhx ) cio piacevole interpetrazione dellru

mali Io bevino

..

Alla

La Benignit non

Legge
pili

di

finiltra

Si verte di azzurro

flellato, a fimilitudine

di

ed abbellito
dice ancora

noi

mente

Stelle illultrato
:

Cos benigno

fi

del Cielo

tanto pi

1'

Uomo

fi

il

quale quanto

dice ellcr benigno verfo

che con fereno volto cortefemondano , e che

grazie altrui , fenza intereue o riconofcimento


^feguifc.e pietofa giulHzia .
fa

Preme

dalle

Mammelle

del quale

bevono molti Animali

per,
fpargere amorevolmente-
quello ch^ fi ha dalla natura , alludendofi al dotto di S. Paolo , che congiuntamente dice : Charitas bm7,n.t el . Si moll'a per ancora queil' atto
ce efei'citando la Benignit verfo i faditi , come fi detto , Ella deve

ch

eff>;tto

di Benignit

il

latte

>

e di Carit

in.'Ieme

Cifert.

pR

i^y

effere ^ntepofta al rigore della Giuftizia


effendo fecondo Papiniano Jure_
C'onfultoj la Benignit compagna d efifa Giufiizia come ben dice rictrone
,

De

finibus

fermando

Che per da

afdue deve efler lodata ed abbri^cciata


25j che ^ non laudai benignhiitem , is profe&

tutte

Flut..,. util. cap.

adamantnum , aut fere excuffum


L' Altare col fuoco denota , che la Benignit fi deve ufare , o per cagione di Religione , la quale principalmente fi efercita co' Sacrifizi , o al>
meno non fenza e fifa talmentecch venga in pericolo d edere riturdata
o impedita la Guftizia i per imitare Dio lleifo , il quale ugualmente
giulto e benigno
cor habet

\y

S I

"^

C^V^LE\E

li

CESARE RIPA
PER

V IMMAGINE DELLA

Figurata da Lui nella Perfona

dell'

Illma

BENIGNIT'
,

ed Ecciiia Sgnofa

MARCHESANA SALVIATI

SONETTO.
T
.

^lide e predio acqufl Greco "Pittore


Gi ritraendo con maeflra mano

Giudice Ideo jcni lafciiio ardore.

Or Tu, Cesar

gentil

d' Italia onore

^nimo efprimi generofo umano

Di faggia Etrujca

Lume
3\(

s'

accende

Donna

al cui

'fo''^"(i'n

.Arno '" j^" ^^ore

invan con Zeuji a gareggiar f accingi ;


Che Tu lo Spirto , Ei la corporea Salma

la Belt

Tu

la

Virt, dipingi

gloria maggior guadagni e palma ,


Che bel tanto pi grande in carte (Irin^J
Pjianta iiieppiit che 'l Corpo j nobil /' kAlma

^nzi

Lo

Spaparato Accademico liloniato

BENI-

ICONOLOGIA

^^6

BENIGNIT'.
Figurata nella Terfona di detta Signora

DOnna. Giovane

bella e rdente coi vaga acconciatura di biondi Gacoronata di Corona di oro col Sole in capo , veftita di abito
leggiadro in color di oro , con Clamide fregiata di color purpureo , ove_>
ttelli

vedano tre Lune di arc^ento , le quali fieno crelcenil , e rivolte a man


delira. Stia alquanto ckJna, colle braccia aperte, e colla defcra mano^enga
un ramo di Pino, moftrandou ai fn-a- levata su. d'una ricca Seggia ; ed
accanto vi fia un Elefante
fi

altro, per quanto fi pu raccorre dalla Dottrina di Ariche un affetto naturale di Perfona naturalmente magnanima
in mortrare feq;ni di iHiiiare ^li onori dati dalle Perfne inferiori , talch
Virt propria delle Perfone grandi , in quanto fono magnanime ; e magnanimo non vuol dir altro , che Uomo di fplendore , e ornamento di perfetta
VirtLl , talch quanto difficile di e (fere magnanimo , per aver bifogno d
Quattro fono gli affetti
tutti gli abiti buoni , tanto nobile edere benigno
del Magnanimo ( che affetti fi devono chiamare quelle cole , che non hanno
elezijnj ) Beneficenza , Magnificenza , Clemenza , e Benignit , a' quali
perciocch il Magnanimo non iiHma , ne difprezfi riducono tutti gli altri ,
n fpera
in quanto non difprezza e Benon
teme
2a comi quello che
,

La Benignit non

ftotilet. 4. Etici}.

nefico

PRIMO.

r^7

quanto non ilHma , Magnifico ; in quanto non teme , Clemente ; in


;
quanto non ilpera , Benigno ; perch la Benignit ha per oggetto immediataper fi pu dire , che la Benignit fia il pia
mente 1' onore , e 1' onorare
degno affetto, che potTa nafcere in Principe generoio , il che conforme
in

nefico

Dottrina dello fteflfo Aritotile nel 2. della Rettorica al cap. 2o. dicenche la grandezza nell' Uomio non altro , che una certa piacevole e
nobile gravit
Laonde fcopretidoll quella Virt llngolarmente nella Illuitrirfima Signora Maddalena Strozzi, maritata nell' IllurtriiTirao, ed Eccellentifiimo Signor Marchefe Salvpti,_mi parfo che fi veda quella Figura con
oltre agli altri
particolare menzione di quella Signora , nella quale ,
fplendori che le danno la Patria felice , la Cafa Illullriflima , i Genitori d
fomma Virt , rifplende tanto l' illeffa Benignit , mentre accetta gli onori
delle Perfone inferiori con lieto volto, e colla Benignit fua, che opcra_3
meglio che gli altri colP alterezza: e ben fi pu dire di Lei quel che fcrialla

do

Te Claudiano

in Confitlam

Manlii

Teragit tranquilla Totefias,

^lod

violenta

necjjtit

Imperio/a. quies

mandataqae fortm mge(

Le tre Lune , che fono Intorno al fregio della Clamide , rapprefentano


Infegna dell* Illullriflima Cafa Strozzi , nella quale fi contiene con molta
ragione il fimbolo della" Benignit , perciocch , come il lume della Luna
non altro che P illeffo lume del Sole , cosi la Benignit non ha altra luce , che quella dell' illeira Magnanimit , Sole delle Virt , come abbiamo
mollrato ; e per la forma del Sole fi fcuopre in celta della Figura , cio
n luogo pi fuperiore e pi Hobile fede dell' intelletto , onde fi cavano
le Virt intellettive , e gli organi fenfitivi , ne* quali fi fondano le morali.
II mimer ternario delle Lune , fignifica la perfezione di quella emineate Virt , perch il ternario fempre fignifica perfezione , come infegni
Ariilotile nel primo del Cielo cap. i., ed primo numero impare, e principio d' imparit ^ della quale dicevano i Gentili foddisfarfi Dio , (<j) come
di cofa perfetta , onde Virgilio nell' Egloga 8. dice .
T'iumero Dtus impare gctudet .
1'

Ed

, nel quale H conviene il due


concorda anco Plat, che dice nel Timeo , da quello numero triplicato avere origine la perfezione dell' Anima,
e l' illelTa Luna fi dimanda da' Poeti Triforme , come fi vede in Aufonio
nel Libretto intitolato Grifo , nel quale dell' iftefTo numero ternario difcorre ; n devo lafciare di dire , che dette Lune 'fono rivolte a man delira ,

eCfere

Pittagorici

potenza

diiTero

infinita

il

tre triplicato

co' quali

cio

(a'!) Per quella ragione ne'


Sacrifizi era ufato il numero ternario , e fi ha_
da Porfirio in ib. de Sacrfic. elTer llato colhime degli Antichi , allorch'i render
dovevano graffe a Dio per i ricevuti benefica, di oi'rir per ben tre volte Fiorf,
Erbe , Rami di Albero , ed Animali a' Demonj , perch Qiiefti erano reputati
di Lui fupremi Nunzj , e Miniliri ; ed a Loro in tal gu^fa grazie rendevano pej
g' impetrati j e fuppliche porgevano pel confeguimeuto di nuovi favori
'

ICONOLOGIA

2^8

Luna fla in fuo crefcimenCafa Strozzi fc-guitando gli


fplendori della Mignanimiti , fi va continuaiiunte avvanzando ni.'lla gloria,
e negli fplendori della fama coli' illcila Benignit , ed la Luna detta_,
Lucina , per efifere ella tenuta dagli Antichi apportatrice della Luce ai nafcenti Fanciulli
perch porge loro ajuto ad ufcire del ventre della Madre , e per elfere ella benigna e Pianeta umido
affretta talora
il
fuo
cio vcrfo I' Oriente ;
to , feguitando il Sole

che

il

cosi

fv.^gno

che

la

Illuitriflima

1'

-,

influito
cili

parto

il

partorire

al

fjccorrendo

come

Mont'mm

^.
Ter

le

dilfe

Donne

Orazio

iib.

Ode

3.

nemori>mqne Virgo

cuflos

rendendole pi fa-

22,

laborantes utero piiellas


'vocat.i

audis,

ademfquc lethot
triformis

Di'vci

E benigna

nei lor dolori

pu dire

Luna

perch rifplendendo nell' ofcurit della


otte , aflicura e inanimifcc col fuo lume i poveri Viandanti , ed i Pallori
alla guardia delle loro niandre , e perci itata chiamata dagli Antichi
fcorta e duce , e gli Egizj con il Geroglifico del Sole , e della Luna_j
s' immaginavano che quelli due Pianeti folfero Elementi delle cofe, come
quelli che colla virt propria generalfero e confervafTero e perpetuaffero tutte

le

fi

cofe inferiori

la

a quello la vita noflra elfere retta dal go

oltre

umor

dell' uno , e dal calor dell' altro .


gioconda e ridente , di afpetto gioviale , leggiadro , e modello , perch non cofa pi grata j ed araata_j
della Benignit , onde di.fe Terenzio negli Adelfi

verno loro, per

elfere follentata dall'

detta Figura di faccia lieta

Si fa

reperi

{[eipfa.

Facilitate nihil e^e homini

E per
nignit
Il

fi

fgnificare lo
fa

veltita e

piedi

drizzarli in

flato

clementia

, che neceifario ali' ufo di effa Beoro ed aprir le braccia, fjno fegni propr]

fignorile

coronata
,

tnelis neqtie

di

chinarli

nei Principi della Jor Benignit

lontani dall' alterezza dell'

animo

e dal

rigore

Tiene colla delira mano il ramo di Pino , elfendo detto arbore fmbolo
perche il Pino ancorch fa alto , e faccia ombra grandifli;
ma , non nuoce a veruna Pianta che vi fia fotto, ma ciafcuna vi germoglia
lietamente , perch Ella benigna a tutte , come riferifcc Teofraito Filodella Benignit

fofo

Iib.

3. cap.

15.

de Tlantis

Vnus quoque benigna omnibus propterea effe pHtattr , q'iod radice fimplci
alia pleraqie,
Myrtus, <jr Law:ts ,
altaque fit : Seritur enim Jttb eam
q'.ticqMm prohbet radix qwminis hxc libere augejcere vale int : ex q'io intelligi
potef radiccm plus infcfare qtam nec umbram : qtipp cii.a Tints umbranL

&

&

amplifjzmam reddat , o^ reliqua qmqnc vitentia raiicib:is ai portionem focietatemqte ion mgat
Ove da notare , che il Pin ) ar'jore nobiliilimo , di
radice alta e fcmplice , raccoglie benignamente fotto la f'ua ombra le minori Piante , ficcome fanno altri arbori di alta radice , che non negano ricevere in compagnia loro altre Piante, il che ci ferve per figura, chcj
.

una

TOMO PRIMO.

23^

cio di iHrpe e origine rublinie

riceve
1'
benigniti
altri
ogni
minor
con
di
conprotezione
della
fiia
ombra
{tto
dizione , li amette nell' amiczia e compagnia fua, il che non fanno gli
animi nati vilmente ; ancorch per fortuna fublimat fieno che per P ordinario relhno rozzi % e come doppi e iemplc ufaao verfo altri puttofto

una Perfona nobile di

alta radice

malignit ) che Benignit .


L' Elefante animale nobile , e pi. d' ogn* altro grande , Io ponghiamo
in quefto luogo per fimbolo della Benignit dei Principi e Signori grandi ; della fua benigna natura ne viene a far teftimonianza ArifL lib. 9.
cap. 46".

nel!' iltoria

degli animali

Ekphas omnmm feramm

mti(Jm'AS

d*

E Bartolomiireo Anglico
42. dice che gli Elefanti fono di natura benigni perch non hanno fiele ,,
Sunt autem Ekphantes naturditer benigni qmd careant felle . Ma noi diremo eh' egli fia benigno non d1o perch fia privo di fiele ( attefocchi
il Cammello ancora privo di fiele e nondimeno non arriva a quella gentile Benignit , che ha 1' Elefante ) ma perch la natura lo ha dotato di
Pliun certo lume d' intelletto prudente e fentimento quali che Umano
nio lib, 8. cap. I. tAnimdmm maximum Elephas ^ proximamque h:fmanis fenqualche Perfona 1
ftbus &c^ Quello Animale Te mai nelli deferti incontra
che abbia finarrita la itrada , per non ifpaventarla col fuo appetto , fi ritira in
bel modo alquanto lontano da quella e per darle animo , f le mollra tutto cortefe , e manfueto e le precede avanti nel cammino , tantocch appoco appoco lo rimette per la itrada . Si Ekphantes hominem errantem fibi
obvinm vidermc in [olitudine , primo , ne impetit terreant > aliqHctntdum de nlity

della profferita delle cofe lib.

placidi!Jm:ts

S. cap.

f fubtrah:mt ,
ojendmt , dice

&
il

tunc grad,im

figitnt

& petulatim

medefimo Bartolommco Anglico

ipfum prcccedentes
nel luogo citato

mam

et

e Plinio

nel fuddetto lib cap. 4. Elephas^ bomine obvio forte folitudine, &" fimpliciter
oberrame, clemens, placidufque etam demonfirare "jiam tradititr . Atto veramente benigno e ammirabile in un Animale > che abbia forza di nuocere e non
voglia > ma piuttotto d giovare . Della nobile e benigna condizione di
queito Animale fi. poflbno riputar partecipi quei Signori i quali molli
dalla loro innata benigna natura, rimettono i fudditi o fervtori nella vita
del felice contento, foccorrendoli nei loro eftremi biibgni . Ulne fibi fnem
proporne honeJHs Trinceps , ut fubditos felices efficiat . Il fine dell* onefl:o Principe di far felici i Sudditi , diCfe Antipatro t di piagli oneft benigni Principi e Signori, accorgendoli di elTere maggiori , temuti , e riveriti, porgono
anima a' minori di parlare e chiedere udienze e foccorfo , ficcome hanno
fatto gli ottimi Principi ed Imperadori , che hanno lafciato buon nome di
f . Aleifandro, Severo di nome e benigno di natura, a Chi non s' arrifchiava di chiedere niente , Io chiamava dicendo , perch non chiedi niente ? Vuoi forf che io ti relli debitore ? chiedi , acci non ti lamenti di me .
Conofceva Alelfandro che il Principe obbligato dar benigna udienza e_>
foccorfj a Peribne minori e private, e perci fi offeriva benignamente a
loro , dimandando i bifognl , per non rimanere a loro debitore ; eppure era
Gentile Imperadore i confondanfl quei Signori afpri di natura , die negano
udieu-

ICONOLOGIA

X40

e fc pur la danno , alle prime parole infaftiditi difcacciano d*


f con ingiuria le pcrfone , e le fpaventano con la loro brufca ciera . Prendino efcmpio da Tito Figlio di V^efpafiano Iniperadore che fempre beni-

1'

iidicnra

gno

fi

lizia

del

moftr

al

Popolo, onde per tal benigniti fu chiamato Amore e delicenzi alcuno da f fenza dargli buona_s
mai

Genere Umano

fperanza , anzi avvifato dai famigliari , come eh' Egli prometteife pi di


quello che potcfle mantenere , foleva dire , che bifognava avvertire chc_
niuno fi parcilfe mefto e difgullato dal parlare del Principe . 2\(o oportere-,
aiti qncmq'.tam

a fermor.g Triricipis triflem di/cedere. Soggiunge Svetonio, che


in ogni occafione con tanta piacevolezza e benignit, che
folea far preparare le fede pubbliche dei Gladiatori , non a gullo fuo , ma
ad arbitrio degli Spettatori , e mai neg niente a niuno che gli dimandalT^am ncque nega'vit q:ticqnam petentife , anzi lo elfortava dimandare di pi
tratt

il

Popolo

&

qiu

adhortatHs efl . Stando una fera a_s


quel
giorno non aveva ufata la folita
in mente, che
Senignir con niuno , di che pentendofi , mand fuori quella memorabii

bus

cena,

ut

venne

gli

vellent peterent

ultra

in

dtem perdidinas , Amici abbiamo perduta la giornata , riput


etfere debito fuo efercitare ogni giorno 1' officio della_>
,
Non fu men benigno quel buono Imperadore , dico Marco AuBenignit
relio , di cui Erodiano fcrive ,
che a qualfivoglia che gli andava avan-

voce

etnici

come Principe
.

porgeva benignamente la mano, e non comportava, che dalla fua__,


Guardia folfe impedito P ingrelfo a niuno QuelH fono Principi amati in
vita , e dopo morti bramati , che fi fano fchiave le genti colla benigniE' certo per quattro giorni che in quella vita uno Cgnorcggia , deve
t
procurar di lafciar memoria benigna di f , perch la fua Signora tolto il
Detto degno di
perde , e la fua Benignit come Virt eternamente dura
generofo Principe fu quello di Filippo Re di Macedonia Padre del GranMalo dia bcnignus , qitdm brevi tempore Dominiis appellati .
de AlelTandro
Voglio piuttollo eifere chiamato lungo tempo benigno , che breve tempo Signore ; onde io confiderando il cortefe animo di quelli invitti e benigni Principi , e la nobil natura dell' Elefante , animai maggiore di ogn*
altro, congiunta con tanta Benignit, concluder, che quanto pi una Pere bi-nigna ; ma__s
fona nobile e grande , tanto pi deve elfcr cortefe
quello che pi importa fi conferma colla benigna natura di Dio , di cui
proprio 1* elfer benigno , elTendocch non ci Chi pi di Lui eferciti la
SicBenignit , per il bene che ogni giorno fa a tutte le fue creature
ch un Signore e un Principe , per quanto comporta la mortai condizione , in col niuna pu pi accollarfi alla natura Divina , che colla Benignit.
E' fenza duobio , che Iddio ama pi un Signor benigno , che fupcrbo e altero , anzi 1' odia , ficcome il moral Filofjfo Plutarco chiaramente dimoilra
nel difcorfo che h al Principe ignorante , dicendo , che come Iddio ha-_
collocato nei Cielo il Sole e la Luna, fegni del fuo fplcndore, cosi
1' immagine
ed il lume del Principe nella Repubblica , che porca la mente , e la ragione giulta e retta , e non il fulmine e '1 tridente , come_
fogllon farli dipingere alcuni , per parere tremendi e fublimi pi che non
fono
ti

Ai

P R

M 0.

%'A\

fono. Dirpiacciono a Dio qiiefti che fanno emulazione con tuoni, fulmini , e raggi , e fi compiace di quelli che immitano la fua Virt , fi rendono fimili a Lui nell' onefti , umanit , e Benignit , e quefii pi
GiulHzia , Verit , Maninnalza , facendoli partecipi delia fua Equit ,
Virt
rifplendono
come il Sole
fuetudine , e Benignit, mediante le quali
apprelfo
Iddio
PadrcJ
qanto
e la Luna, non tanto apprelfo gli Uomini,
di ogni Benignit

FATTO STORICO SAGRO.

LAmi

povera Moabite Vedovella Ruth giunta coli' amata Suocera Noin Betlemme in tempo delle Melfi, di buon mattino fi port ad
un Campo a raccorre le fpiche , che fuggite erano dalla falce de' Mietitori, chiedane prima graziofaraente la permiffionc a quello, che fovrintenEra il Campo di Booz Uomo ricco e in fommo predeva agli Operaj
Venuto
gi , e conlanguineo di Elimelecco Marito defonto di Noemi
anch' Egli da Betlemme al Campo , e veduta Ruth , domand chi folTe
e benigno, come Egli era, a f la chiam, e non fo!o le^ permefTe che
fece[fe raccolta delle avanzate Spiche nel fuo Campo , ma anzi le diXe
che in altro Campo non fi portafle , e che di pi veniife a mangiare , e
Oltre di che diede
bere di quello , che Egli a fuoi Lavoranti compartiva
Booz ordine agli Opera] che f Ruth fi fucelTe Loro del pari a mietere
non la impedifero , anzi laicialfero a bella porta cadere parte de' Loro Manipoli , con allontanarfi dapoi , n a Lei volgeffero gli fguardi , acciocch
pote'Je fenza roffore , o timor di elTer riprela, raccoglierli. Tornata lieta
e per fuo configlio , mentre
a Noemi la Nuora , le raccont I' avvenuto
Booz una notte profondamente dormiva , a Lui fi apprefs, e avvoltafi nel
Mantello che i piedi gli copriva , vicino a Lui fi coric D jfiatofi a qualche ora Booz , e accortofi avere a' fuoi piedi una Donna , le domand
chi Ella foXe ; rifpofe tolto Ruth , cosi iilruita dalla Suocera
Ruth Io
fono tua Parente. Booz lungi dallo sdegnarfi , le foggiunfe che comprendeva ciocch dire volefe , ma che elfendovi altro fuo pi Congiunto, ad
Elfo apparteneva Io fpofarla ; nientedimeno a feconda di ci che quello o
accettalfe , o negafife , avrebbe rifoluto ; ed avvertitala che ripufaXc ancora fino ad ora pi propria , Ruth di aitai buon grado 1' ubbid
Al primo partir della notte , la pudica Vedovella dall' onelto fuo Benefattore..
Booz di buon mattino portatofi alla Citt, chiamato al cofpetto
dipartifii
de' Seniori del Popolo il Parente di Ruth, l'interrog f fpofata l'avrebbe . Neg quello ; ed Egli accett la ceffione , benignamente e di buon
animo condefcendendo a Ipofare Ruth ^nth
.

FATTO

ICONOLOGIA

14Z
.

FATTO STORICO PROFANO.

FU

pi volte avvertito Filippo Re di Macedonia che un certo Nicnore


qualunque luogo Egli fi folle i occafione non ommettcva di dire di
Lui il peggio die fl poteva . Collantemente Filippo fempre neg di punirlo
dicendo, di c.fer perfuafo che Nicnore non folle mal' Uomo ^ Anzi e'Jend^gl nota la di Lui povert, lo mand a regalare di qualche fomma di
denaro. Djpo ci gli itefli Accufatori riferirono al benigno Re, che_
Nicnore non pia di Lui mal parlava , ma che in vece fonimi elogi ne
in

faceva. Volto, allora ad elfi Filippo, diife : Conofcete che ita in noitra mano del Popolo o 1' applaufo od il biafimo . Fitlgof. lb^ 5.

FATTO FAVOLOSO.
API

S' impadron delP Egitto , e governollo con


Popoli lo riguardavano come Dio , e lo adoravano, fbtto la figura di un Bue ; imperciocch credevano , che nel tempo che gli T>s:i furono difcacciati dal Cielo Egli fi folfe falvato fjtto le fembianze di quella . Lo noraavana altres Ofiri , e Serapi
Fav. 37.

Figliuolo

Niobe

di

tanta dolcezza

che

BIASIMO VIZIOSO.
Di

Cefare

^p*

VEccho

magro, pallido, con bocca aperta, e chinato verfo la Terra,


quale Ei va percuotendo con un ballone , che ha in mano . Cos
fingevano gli Antichi Monio Dio della Riprenfione e del Biafimo . II
la

veltimento far pieno di lingue, di orecchie, e di occhi.


Si dipinge Vecchio v perch propriet de' Vecchi di biafimare fempre le cofe di altri ; o perch fi conofca la loro prudenza imparata coli'
efperienza di molti Anni , o per lodare 1' et paifata , o per porre freno
alla

licenza giovanile

ancora Vecchio , effendo la Vecchiezza fimile al Verno , chc_j


foglia i tempi di ogni occafione di piacere e di gufto
* fecco e pallido, perch tal diviene ipelTo , Chi biafima per l'Invidia , che quafi Tempre muove il biafimo
Sta con la bocca aperta , e fi verte come abbiamo detto , colle lingue,
orecchi , ed occhi , perch il Biafimo fempre pronto di udire e vedere
per ifcemar la lode di qualCvoglia Perlbna .
Mira la terra, perch il fine di chi biafima, non pu eCfer f non vile , appogjiandofi maflimc all' arido legno della maldicenza .
Si fa

BIBLIO-

TOMO

PR

IMO,

a4J

BIBLIOTECA,
Drf/* jihate Cefare Orlandi,-

regalmente veftta i e affifa in maeftofo ricco Trono . Porti


una Corona nella maggior parte di Oro , in parte di Ferro
di Piombo, e di Terra, ornata di Gemme di varj colori, e circondata d
Lauro. Nella deftra mano abbia lo Scettro, a cui fia avvolto un Ramo di
Oliva , e con quello additi gran numero di Liba nelle fue fcanzie difpolti
Nella fniitra abbia una Face accefa
Per Biblioteca s' intende o un numero di Libri , che inlleme fi tengono , o lo Itelfo Edifizio , o Galleria , o Gabinetto delHnato per riporvi

MAtrona

in Tefta

Libri

Si dipnge Matrona regalmente veflita , e aflifa in maeftofo e ricco


Trono, per denotare T antica e propria fua forgente , deiivata dal nobiSecondo 1' opinione di non
linlmo penfiero di Uomini prefcelti al comando
.

particolarmente d' Ifidoro nel 6. Libro delle fue Rtimologe


origine delle Biblioteche fi riferifce agli Ebrei ; ed oflervano ( dke_^
r eruditismo Chambers , fecondo la traduzione dall' Inglefe ) che la
cura che Eglino avevano di confervare i Lor Libri Sagri , e la memoria di quello, che rifguardava le azioni de' Loro Antenati, divent
un Eferapio alle altre Nazioni , particolarmente agli Egizj . Ofmaunh 2
das

pochi

n
..

ICONOLOGIA

244
Re

Egitto dicefi ne abbia prefo il pri^no lume , e la prima noM


tizia Egli fu che , fecondo Diodoro , aveva una Bibio'.cca eretta nel
M fuo Palazzo con queih Ifcrizione falla Porta ^xt'/^s xrpov TJyches
das

f.ttron

cio Medicin.r anms

fempre particolar cura de* Sovrani il ragunare de* migliori Libri, li Magno Alelfandro , -bench traile amii ncefsantemente occupato ave.fe lo fpirito non reput minor fua Gloria e traile Regie fue
Magnificenze cont non meno di qualunque altra cola 1' aver ragunato di
pi rari e prczzabiii Libri un gran numero, ed e'.Terf applicato con fomIn

fatti

iVata

Tiranno di AtL-ne
una pubblica Libreria,.,
aTai pregiata e rara
Secondo Piino Stor. K[nt. lib. 35'. cap. 2. il primo che
i.titLii Liorera in Rom.a fu Aiinio Pollone ; e fecondo IQdoro lib. 6. EtimoL
il prim> vv::ramente che vi
tralporta.ie gran fomma di Libri fu Paolo Emilio , dop:> la Vittoria da Lui riportata di Perfeo . Giulio Cefare , Domiziano Gordiano, e quali tutti g' Imperadori, e Re, anche di barbare Nazioni , dimoltrarono in ogni tempo , e bene a fufncienza , eiTere penfiero
nobile, magnifico, e regio il nigun'are Libri , a comodo non folo proprio,
che a benefizio di Chi brama innalzare ed iitruire Io fpirto nelle pi belnio
fu

ftiidio alia

il

coltivazione d^lle belle Scienze

primo che

queita

in

Citt

faceiTe

Pifiitrato

eriggere

le

e plaufibili cognizioni

Sino a' nollri giorni ha confervata ,


tua Maeltii una tale lodevoliffima cura,

anzi dir
la

quale

meglio
non.

folo

accrefciuta la
fi

ellende tLj

comparir la Gloria de' Sovrani , ma g' iltelfi Privati fopra


f iteiTi foUeva , e dimolira qual nobile fpirito in f racchiudano , e di
quanto li additi degni una tanto commendabil fjllecitudine
Innegabil cofa ella fi , che tali Uomini chiamar fi debbano Io fplendore delle Citt , non che 1' amore della Itella Letteraria Repubblica . Un
tal buon gulto , un s ragguardevole penfare , nientemeno che nelle pii
colte Dominanti , ha regnato fempre n quell' Augulta Citt di Perugia ,
e tuttora lignoreggia .
Degna di tutta 1' ammirazione fi e per la rarit , e per il preio
e per il numero , e per le pi nobili Edizioni , la valla Pubblica Biblioteca Pudiana .
Tutta 1* attenzione efigge la non tanto vafla , ma affai pregevoIc_j
Pubblica Biblioteca Domenicini , cos denominata , per eiTere itata eretta da Antonio Domenicini Beneficiato Taliano della Cattedrale di qucll'
Auguila Citt, col pefo di fempre pi accrefcerla avendo a quel!* ciotfar

'pii

bella

to

lafciati parlicolari allegnamenti , e da Elfo regalata ai Beneficiati , e_>


Cappellani di detta Cattedrale . Il maggior merito di queita ne* Libri
trattanti Materie Teologiche
ed corredata di antichiflimi , e rariiDmi
manufcritti , di ragione dei ReverendilTinio Capitolo .
Oitre quede due Pubbliche , magnifiche fono quelle de* PP. di S. Domenico , de i^P. della Compagnia di Ges , de' \o.Taci di S. Pietro de_>
PP. Olivetani di Montcmorcino , de PP. Agoltiniani , de' PP. di S. Ber;

nardo, ec,

AI cer-

A^

PR

IMO.

^4^
^

molto C la Biblioteca de' PP. MM. CC'


al prefente di rariiTiini Libri ed in buon numero accrefciuta dalla libera"
lit del M. R. P. Maeilro Giuleppe Maria Modedini della medefima Religione infigae Teologo , che ne ha fatto a quello fuo Convento . in cui ha
la Figliolanza un generofo dono
Maellola , vafla , ricca , e nobile la Librera de' PP. MM. OO. di
eretta con particolare iludio , diligenza , ed imS. Francefco del Monte
pegno dal Pveverendiffima Padte Carlo Maria di Perugia , della raedeGma
Religione Proccurator Generale , il quale da immatura morte rapito , non
ha potuto appieno dar compimento alla formata nobililUma Idea . Nientedi-

Al certo

ragguardevole

,-

meno

viene ancora

al

prefente da quelli faggi e dotti ReligioiI profeguito

con tutto il calore il lotlvolilmo penliero, e. niente alla detta Biblioteca mancher di grande , di raro, di pregevole e di bello .
La lontuofa particolare Libreria de' Signori Conti Oraziani x f chia-

ma

meritata lode , s rifpetto a' pi rari antichiffimi Volumi


Edizioni le pi magnifiche come rifpetto 1' eifere ornati nella maggior parte di fuperbiiEmi .Rami ufciti dalie mani de', maggiori Valentuomini Quella nobililfima Famiglia, per ogni ragione ragguardevoliinma, ha non
futta la pi

delle

folo in ogni qualunque

tempo

dati alla Patria,


;

Uomini

in

arme

chiariflimi

da non pochi Sovrani reputati degni delle. pi alte Cariche , ma amantiHImi ancora , e fegaaci della Letteratura . Fu generofo e nobil penllero
del Signor Conte Tullio Padre de' Signori Gio: Battiiia, Felice, Francefco 5 e Sforza viventi , Cavalieri del pi alto e diltinto merito il raccogliere 5 a coito di fomma fpefa, P anzidetta Biblioteca . Quella tanto pi fi
rende pregevole , in quantocch venne dallo llelTo Signor Tullio corredata,
di un nobiliflmo Mufeo fornito delle pi rare antichit, s in materia di
Medaglie , che d' Idoli , Statue , ed altri pi ricercati monumenti de' remoti Secoli . _
Sar da qualcuno per avventura fuppoHa in quello mio dire qualche.^''
parte di efagerazione , proveniente , fi dir , -da particolare obbligazione
da me contratta con quelli Signori , e chi sa che non fia tacciato il prefente mio difcorfo per un riempimento di Fogli . Intorno all' obbligo che_>
feco Loro mi corre, lo confeifo, Io protetto . Intorno all' efagerazione mi
oppongo affatto . Il merito di Efsi noto al Mondo ,. e f ho da riconofcere fuperfluit nel mio dire , la ravvifo iolamente In quefto
cio , che
i Loro pregi hanno per f flefs luflro ballante , e d' uopo non hanno di
effer polli in villa , e forie ancora offufcat dalla rozzezza di mie parole .
Ma f nel Cuore dell' Uomo aver deve principal luogo la Gratitudine , Chi
pi di me tenuto a chiara mollrarla al Mondo, che tanto debbo a quella,
nobil Famglia > Che tanti favori , tante finezze ho ricevuto dalla generoiit e bel cuore del Signor Ettore Graziani > Che tanto ricevo dalla ikfprefsibile compitezza dei funnominati di Lui Signori Zi , ed
particola*
re dal Signor Conte Felice, che dal punto in cui ebbi la forte d conoicerlo
non ha cefsato , e non celfa mai di ricolmarmi di gentilezze ? Mi fa perdonato perci dal benevolo Lettore c^ueila digrefsione 5 originata da <jue* veti fae

-,

ICONOLOGIA

1^,6

fentimenti d gratitudine , che mi hanno coftretto a deviarmi alqnanto


dalla propella materia , la quale non abbandonando ^ noter alcune particolari Biblioteche che per -ornamento fi contano e per decoro di quert*
Augufta Citt .
Meritano , oltre molte altre tutta la conCderazione le bene accurate , e
piene di rarit, ancorch non numerofe fcelte di Libri, che il mirano
ri

-,

Cafe de' Signori Conte Francefco Baglioni , Conti Vincioli , Conte


Vincenzio Anfidei , Canonico Perotti , Paolo Giovio , Abate Giufeppe_>
Morandi , Dottor Vincenzio Cavallucci , Pafcoli , Dottor Vincenzio Marcarelli , e Dottor Profpero Marietti , e queft* ultima fpezialmente ricchifsima
de' migliori e pi rari Libri , in materie di Medicina
Colla quali certa Speranza che abbia in profeguimento ad annoverarli
traile pi meritevoli , conto la Raccolta , che al prefente con fomma lode 5 fenza rifparmio di fpela , e con infinita accuratezza ne viene formanmando il Nobile Signor Conte Sperello Aureli Cavaliere delle pi belle_>
prerogative dotato, e di un ottimo gufto e difcernimento fornito. La fua
principal cura fi , che quella arricchita ila de' migliori moderni Autori
non tralafciando per i pi venerati Antichi , e che il pi raro , il pi
In genere di Manuutile , ed anche il pi dilettevole in eGTa fi rinvenga
fcritti cofe affai di vaglia , ed in qualche copia ivi alcerto fi ritrovano .
Ed quella pregevole Raccolta deilinata dal detto Cavaliere per decoro
della fua amenifsima Villa , denominata Calici del Piano , ed a comodo non
meno proprio , che de' fuoi Amici , a' quali fi mollra fempre mai granelle

ziofifsimo

Ma tempo

alla ipiegazione dell' Immagine


Corona nella maggior parte di Oro , in parte d
e di Terra, per denotare nell'Oro, che come quello

di venire

Porta in Teila una

Ferro, d Piombo

metallo pi di tutti gli altri preziofb ed apprezzabile , cosi aver fi deve la mira nel ragunar Libri , che quelli fiano di ottimi Autori , de' pi
rari , e del merito pi dillinto . Meco fteiTo in parte rido , in parte mi
fento allretto ad efperimentare un non focch di sdegno , allorch rifletto
alla fciocchezza di taluni , che ambizioQ di farfi conderare Uomini di Ipirito, e addetti al fapere, non riguardando anche a qualunque fpefa , tutto
nella Fabrica di un fuperbo e riccD Edifizio , per
il Loro itudio pongono
riporvi poi, o de' Libercoli di neJun conto , o le fcipitezze di rancidi e
llravolti penfler , od in fomma un numerofo ammalso di Carte a caro
prezzo ottenute da un ignorante Libraio , ed ulcite a ricevere le rifa
del Mondo illuminato da un' incolta e vile Stamperia . E qual diligente attenzione non fi ula perch pulitamente coperti fiano codeili Liori , e con
Lettere e Fiorami di oro abbelliti ?
Graziolamentc fi prende giuoco di cofloro L. Settario Figlio d Q. Settano nel luo Libretto De tota Grxciilor'.tm hijiis o^tatis Litteratura , fingendo di cosi ragionare con un certo Saimorio
.

2N^o ego propterea veto te

^ws
I^m

conq'irere libros

membrana, tegh , doBecq'ie l'ohmina chartiC


age , i-r hoc etiam tot dcmum fraudibus adde
.

Cf

ibi

TOMO PRlMOi
at

^tile

&

Cmmdumqite pr'tus r e cui phtcU defint


aurata ut minio ntcnt bine inde rubello
Chartamm limbi nultufque ex ordine peccet
,.

Et
.

M7

Scrptomm pateat longijfimm ardo .


hoc maltis i fei enim dek^m habendus

ibi

ferie in tota menfura. jt

omnibus uria .
iSlec minimum intererit , quo tempore prodierint j quo
Impreffore t Vnum renues mutare trecentis y
Tagina fi '^uncam referat tibi prima vel ^Idum t

Eimiia

fit

Dicet idem

quamquam
,

, e^ tineis erofa papyrus


melius fortajfa Cuminius ; Eflo

&

,
;

^4t iunc venantur prifca Exemplaria doli


Et potiora Typis- ducunt Chirographa^ quorum

Vix longo exprimitur tormento syltaba verax ,


TS{iim tecum nugor ? Tslum non hac ferius ajo

^ot

modo Callipharus video


tantum hoc

Cotiveries pneflut

queis

r ut

magna

Librorur/i

BardococuUis

e^ mana ambitione ferantnr l


Mi fanna poi collera coloro che contenti di palefare la Loro ambizione ed albagia , nell' avere in Cafa una nobile Biblioteca j n Efsi mai
vi applicano , n permettere vogliona che altri approfittare f ne pofsano . Sarebbe delitto lo fmovere uri Libro , e non fi. fi poco allorch fi
Impanarli pulchr

a{ di fuori, ed Oifervare i ben lavorati Taflelli


Multos B^dlus habet , conquiftofque libellos t
^id turni Si totos dormire jubentHr in annos

concede di mirarli

Vuhere

confperfi

l-

prxbent

con'ui'va blatts

amem

prxter titidos nil adtigit umqitam


Lo fteffb ..
In un' efatta Biialioteca efler vi debbono de* Libri di varie materie ei
anzi accordo che vi debbano eflere di qualunque ibrta; inflllo per che_>
tutta la diligenza fla da. porfi nella (celta r mentre un iaconllderato raguIpfe

namento di Stampe altro non che un ridicola occupamento di fto , e


non gi merita il nome di vera Biblioteca . L* ottimo quello che Ia_
ed allora qualche col di mediocre r e di cattivo ancora
deve formare
che vi fa , non le reca pregiudizio r anzicch produce lo fleflb effetto che
al Diamante il color nero contrappofto , il quale pi chiaro il fa comparire e rifplendente . Per flgnifcare ci io immagino che in qualche parte
della Corona di Oro della mia Figura vi fa milto- il Ferro il Piombo i
-,

la

Terra

Per

che fbbene in f non ab-*

biano alcun buono ftile , rozzamente eltefi fano , prolifl % ed ofcuri , nientedimeno a ben fbpra fermarvifl, vi fi fcopre una robiiflezza di ragioni
{rprendente ed una nafcofta miniera di belliflime cognizioni
Per il Piombo' quei Volumi che nel fuo Frontelpizio molto promettono, e in feguito poi nulla attendono; come fono molti degl' infelici parti del puerile ingegno e depravato guflo dello icorfo Secolo j
ed anche
il

Ferro intendo additare quei Libri

certi

ICO N

148
certi Libricciuoll,

che

0,L

tempi fi mirano girare attorno che fono il


amore dcgl* Ignoranti I' occupazione di

a' nollri

trattenimento degli Oziofi , 1*


Donnicciuole , e per loppi il laccio d' innocenti. Colombe . Li rapprefento fotto il Piombo per la ragione , che Cccome il Piombo nuovamente-?
lavorato lucido , in apparenza bello , e diletta , ma poi , e quafi fubito ) divien livido e ofcuro , cos Libri fimili mollrano un non Tocche di
buono 9 ma allora quando ibpra vi fi fermi 1' occhio , fi fcopre alcerto da una ben purgata niente tutto il cattivo e diiprezzabile che in feu

contengono .
Nella Terra o Fango vengono ombreggiati i peffimi Libri de* quali
purtroppo f ne trova un' infinit
Le Gemme di varj colori , che nella detta Corona fi vedono , fpiegano
che diverfe utilit da' Libri fi ritraggono , e che cofa non ci e Icritta ^
per cattiva che fia , che all' accurato Leggitore non pofTa recare giovamento Tsltilins ejl Libcr tam malits , quod non aliqua parte profit . Plin. G"un.
.

nella Pift.

Marco

Lauro poi che

circonda denota , che dalla lettura , e dallo lludio


Ex litterarum findiis me profpric di nome
mortaUtatem acquiti. Ale. Embl. 133.
La Perpetuit del nome fimboleggiata nel Lauro , per efler Pianta
fcmpre verdeggiante , e come fi dice , ficura da' Fulmini ; 1' Onore e la__j
Gloria , per etfere Hata in ogni tempo in fomma reputazione ; talch con
Il

de' Libri

fi

non folo

ella

la

acquiila onore

fi

Capitani .
Nella delira

coronavano

Poeti

ma

g* iiteffi

Imperadori e trion-

fanti

va

perche

plicazione

1'

mano

tiene lo Scettro in cui

Oliva fimbolo di Pace

niente

Libri

coli'

felicit

la

appagare

1'

avvolto un

e per gli

e pi caro e pi necefTario di

dedicata alla di Lei inventrice Minerva

perch indica

tal

come Dea

ftudj

tempo

Ramo

di Oli-

apperch

letteraria
;

Arti ; e_j
dei
Lettura
qual felicit incontra \o fpirito nella
Eilb
fapere
ingenito defiderio che in
rifiede di
.
,

delle

belle

Omnes homines natura fcire defiderant Ariit. Metaph.


L* accefa Face che ha nella finillra mano Ipiega ed il lume di Cognizioni , che alla mente {i prefenta dalle memorie de' Scritti e dagli ammaeitramenti de* dotti Autori ; e dimollra il diflpamento della pi orrida
Ignoranza che nel Mondo neceifariamente regnarebb^ le le Lettere non
ci foifero . Exempla omnia jacereat in tenebris ,
lumen accedenift Litteramm
ret . Cicer. pr Arch. Poet,
.

FATTO STORICO SAGRO.

AD

Aggeo

Figlio di Sa*
, Zorobabel
Jofedech coraggiofimente infrapr^fc-ro il
proicguimento della reedificazione del Tempio di Geriifilem
Tatanai Governatore di tutte le Provincie fino all' Eufrate Starbuzanai , ed i Lor
ConCglieri ad Bili fi portarono > e fecero domanda > Chi avciie Loro dato

efortazione di

lathiel, e

Giofu

Finjlio

Zaccaria Profeti

di

configlio

TOMO PRIMO,

T49

fabbricare quella Cafa ,


e d' ilhurare quel mitri . Rffpofero
Eglino al tutto, e g' inforniarono-pure dell' Editto del Re Ciro in
virt del quale avevano tale facolt. >i tutto quello i Principi ne avvifarono il Re Bario , il quale non volendo fa;r xofa contraria ?gJi Editti
configlio di

de' fuoi Predece (Tori


riccrcafse

ordin

che nella

mentovato Editto

il

di

Regia-'-Biblioteca

ma emendo

Ciro;

flato

tii

Babilonia

fi

di l trafportati

Ecmolti Libri , fi ritrov in Ecbatanis , o Ebaftara , Citt della Media


co il Volume , che per ifpecial Provvidenza di Dio diede Lor nelle mani . Diceva cosi . 2\(e/ primo ^nno del J{e Ciro , Ciro ^e decret che fi fabricajfe la Cafa di Dio in Gerufalemme , deve i Giudei poffano facrificare , eoe
fondamenti da foflenere l' altezz.z di fettanta cubiti , con altrettanta larghezza
.

Fi faranno tre ordini di pietre non lavorate, e tre altri di legni nio'ji . Si font'
le fpefe dal "Palazzo del B^ . Cos pure
e di ar Vaf di oro
gento del Tempio di Dio, che T^abuccodonofor tolfe al Tempio di Gerufalemme
minijlreranno

port

luogo

Babilonia

in

Con

ordine

coli'

fi

rendano

e ripongano nel

rifcontro rifpofe

tal

che iegue

il

Foi dunque

Re Dario
,

Tafanai

Tempio in Gerufalemme al fm
a Tafanai e faoi AlTeirori
e

Starbuzanai

Conjtglieri

Fiume Eufrate , allontanatali pure da' Giudei j e lafciate che fi


alzi quel Tempio dal Duce Loro , e da quei Seniori t
e che ripongano pure la Cafa di Dio nel primiero fao luogo
^nzi oltracci da
Me a Foi fi comanda quello , che dovrete fare , ptr dare pur Foi concorfo all'
Opera ; ed , che del denaro de' Tributi , che entra nella Caffa della Corona
e fi corrifponde da codefle Trovincie di L dall' Eufrate , fontrninifiriate Lor
con amorofa attenzione le fpefe , che poffono ad. EJf occorrere , acciocch l' Opra,
^farfachei

che

rifiedete di

l,

dal

non
ro

abbandoni

fi

il Lof bifognano ancora Fitelli , %Agnelli , o Capretti per


Olio , gufla il
del Cielo > oppure Tormento , Sale , Fino ,

Olocaufo al Dio

Sacerdoti

rito de'

giorno

n fopra,

che efiflono in Gerufalemme , tutto fi dia Loro di giorno in


taleefecuzione abbia a fentire q'ierela , o ricorfo . Offra

di

no Elfi pure oblazioni al^kDo del Cielo


e de' fioi Figli ; e fappiate d' aver Io

preghino per la vita del P^


inoltre fatta altro Decreto . Che fiu)
e lo

arbitrer di fare altrimenti dal prefente mio comando , fi fvella dalla


la trave, in cui fi trafigga, con indi pubblicarfi i fuoi Beni; e H-Dio
Cafa
fua
che ha fatto ivi , nel fuo Tempio , abitare il fuo nome , dijjpi tutti quei

taluno fi

I{egni

che

Decreto

della
,

Topoli
Cafa
q.'ial

di

che fiano per

Dio

voglio fi

ifiender la

mano ad imbarazzar

FATTO STORICO
,_-'-.._.

It.Re

PROFANO.
'

Tolomeo

Edifizio

l'

fa in Gerufalemme . Io Dario ho flablito /' efpofi


adempifca efattamente . Lib. i . Esdr. cap. 5. e 6,
fi

Fladelfo congreg

"

C^f

Citt. di^Alefland'ri fectant

nella

Prima , pf?
mila libri , e fece una Biblioteca , per due cofe notabili
e tutta la Scrittura Sagra_a
che quivi fu ripofto il Teflamento Vecchio
dei fettantadue Interpreti: Secondo, per il. numero grande de' J-ibri con
gregali
.

li'

'

ICONOLOGIA

a^o

gregati in efTa. Aulo Gellio , ed Araiano Marcellino rnCcme con Seneca


accrefcono ancora di pi il numero dei Libri dal Re Tolomeo ragunati i
dicendo che arrivarono al numero di iettecento mila. Il che non fembrer cofa incredbile e ftrana a chi confider le forame ricchezze dei
^

Re

di Egitto,,

fchi

Edifizj

le

Eumene Re

nio che
Ifiior.

lib.

Loro in Piramidi, Obeligrandezze inellimabili . Scrive il faraofo Wi-


di Pergamo ne fece un' altra a competenza di quefta .
fpefe memorabili fatte da

Navi, ed

6,

Etimol.

altre

cap.

Tom. G^rzon. Tiaz. &.

.Aulo

3.

B
Dk

DOnna

bella veftita di oro

occhi rivolti verfo


figll-uolini,
ed accanto vi
gli

Fiume

^miano Marcellino^

Tlini

A*\

Cefan B^pa.

con Ghirlanda di ruta in capo Stari eoa


Cielo
In braccio tenga un- Pellicano con
un verde arbofcello alla riva di un_
fia

il

Bonti
ce

Cellio

Di/c. 126,

nell'

integro

Uomo

giulto

compofizione di part buone


e paziiinte

come- fedele

vera-

Bella

Bella fi dipinge , perciocch la Bont fi conofce dalla bellezza ( .t )


"^(Tcndocch la mente acquifta cognizione del fejifi
Il Veftito dell' 'oro frgnifca Bont-, per efler l'oro fupremamente buono fra tutti i metalli, Orazio domanda urea la imedocrit , dalla quale_j
.

deriva

la

Bont

V Albero

iltefla

in tutte le

alla riva del

Fiume

cofe
l

conforme alle parole d David nel fu


fegue la Legge d Dio effer fimile ad

I. Salmo, che dice: l'Uomo <:he


un albero piantato alla riva di un rufcello chiaro bllo e corrente e pei?
non effer altro la Bont , della quale parliamo , che il cnfcrmarfi coIla__a
volont di Dio
per fi dipinge in tal modo , ed il Pellicano medefimamente, il quale Uccello , che, fecondo che raccontano molti Autori,
;

per fovvenire i proprj iglliioH polli in neceffit , fvena f ftelTo col rollro,
e del proprio fangue li nodrifce , come dice dffufamente Perio Valerano
al fuo luogo . E de' pi moderni nella noitra lingua , il Rufcelli nell' imprefa del Cardinal d' Augufta non moflra che I' illeflfa Bont .
Sta con gli occhi rivolti al Cielo, per elfer intenta alla cotempluzor
re Divina, e per ifcacciar penfier cattivi, che di continuo inno guerra Per. quefto ancor fi pone la Ghirlanda di ruta, avendo detta erba propriet di e (Ter fuggita dai iprit maligni, e ne abbiamo autentici teitimonj . Ha ancora propriet di fmnuire 1' amor venereo ; il che ci manfefta , che la vera Bont lafci da banda tutti gP interetl e 1' amor proprio , il quale folo fconcerta e guafa li armona di queft' organo , che fuoBa con 1' armonia di tutte le Virt.
.

FATTO STORICO SAGRO.


QUanto

grande fi foffe la bont della Vita di Ezechia Re di Giuda , e


^Figlio dell' empio Acaz, quanto in Lui 1' ardore dello Zelo Divino , quanta la piet , chiaro fi fcorge dalle figre Pagine . Lungo qui farebbe il rapportare le pietofe d Lui azioni , gli eroici fuo andamenti'
e per dare una giula idea del d Lui effere , baller il notare 1' encomio
dello fielfo Sagro Tello . Tojl Eum non fiit ftmilis Ei de cunSlis B^gibus 'Juda; [ed ncque in bis mi ante Enm fuermt 4. de Re cap. iS. n. 5.
2
I i
.

FATTO

Gio: Battifta dalla Porca nella fua Pifonoma dell'Uomo lib.


ajlprovato da tutti i Fifonomifti che la convenvol di'
fpofizione delle parti del corpo dimoflri ancora una convenvol difpofizione d
coftumij La Bellezza na mifurata difpofizione de' membri del corpo, ed
Le Parti di dentro hanno; l,a medefigura e immagine di quella dell' Anima
fima compofizione che le Parti di fuori , e quelli che hanno una fimile azione , dimoftrano di fuori una fimil forma Perciocch la natura ha fabbricato il
La Bellezza detta dono di Dio , e quelcorpo contorme agli effetti.' dell' animo
dire che pofledono gran parte del fuo favore.
li che la poffiedono, fi pu
Apulejo attribuifce tanto alla Bellezza , che non eleggeva i Figliuoli per indovinare , fenon di corpo intiero e belliflmo , acci la Divina Maeft non fi loffe sdegnata di abitar con loro, come in un ornatilfimo Palagio .
V.

a ) Riferifce

4. cap.

II. effere afloma

fCONOLOCrA

'%

FATTO STORICO PROFANO.


Tito Figlio di Vefpallano ali* Impero di
Principe Ci moftr , che fu chiamato 1' amore e

Giunto

Roma
la

tanto

delizia del

buoa_
Genere

In tutte le lue azioni fu giullo fcmpre , clemente, liberale , e piacevole . Giorno non lafciava trafcorrere che di fua bint non dalTe chia"TO fegnale e quel giorno perduto Egli diceva , in cui non ave'Te qualcu'.o beneficato. Avendo fcoperto che due Senatori Romani congiurato ave-

'Umano.

vano contro di f per


Menfa invitatili , Loro

tnicidarlo

non folo

non

li

pun

ma

anzi

f^co a

lauto cortefifllmo trattamento , ballandogli che


conofceflero che in fuo arbitrio era itato y ed era 1' ucciderli , e donar
ioro la vita Domiziano fuo minor Fratello da Lui all' ecceiTb amato
non corrifpofe punto al fuo generolb cuore ma anzi tent pi volte con-

tro la fua vita


lo uccidere

fece

pervenne ci a notizia
di sbandirlo da

Roma

di
,

Tito

il

quale in vece o di farin fegreto chiamato-

a f pi fiate

Io. con preghiere e con lagrime, gli chiefe in grazia di avere verfo di
Eflb lo itelfo buon animo , che Egli aveva verfo di Lui . Svetonio . -rfgeIoh

Star

^g.

nella

Vita di

Tito

FATTOFAVOLOSO.
AMeto

Figliuolo di Fereo

Re

di TeCfaglia

fii

uno dei

Principi

Gre-

bont di vita il pi fornito , generofo ed affabile . Apollo dalie delizie del Cielo ridotto a guardare gli Armenti, da Ameto trov ricovero . Ameto avendo voluto ammogliarli con Alcelle Figlia di Pelio *
lion pot ottenerla , che a condizione di dover dare a Pelio un Carro condotto da un Lione , e da un Cinghiale . Apollo grato ad Ameto g' inftgn il modo di unire fitto un fai giogo due Beitie cos feroci Ottenne
ancora quello Dio dalle Parche, che quando Ameto foife aJl' ellremo di fua vita, ritrovando Perfona tanto generofa , che fi contcntaiTe di morire in fua
vece, poteflfe isfiiggire la morte; ond' che eflendo poi oppreJo da una
mortale malatta, e non trovandoli, chi morire per lui voleiTe , Aice'ile generolamente fi offrfe ; ma tale fii il rammarico di Ameto , che refane pietola Prolerpina , volle reilituirgli la Conforte, e contraltandogliela
Plutone, Ercole difcefe all' Inferno , e ne traile Alcelte . Apollo infiniti
altri favori fece ad Ameto in tempo del fuo efiglio
Giammai Principe.
alcuno fopport tante traverse , quante Ameto ne fofFri ; ma gli Dei Io
protcfero fempre , a cagione fpeziaimcnte del fuo buon cuor^ > e della_j
bont del fuo operare . Otvid. Metani, lib. z.
ci di

BOTA-

TOMO
to

PR

IMO,

NI

a 55

Dell* oibate Ce/are Orlandi

^^^^^-^<&^i^'^^^^m/^^m>^.
con Fontane < Vafche Sedili ec. S
con abito , in cui fiano ricamate vaStari affici in un Sedile avanti una Tavola di Pietra
rie erbe e piante
fopra la quale faranno diverfe forti di erbe , ed Ella fi vedr in atto di fcee fepararle . Si vedri^ ancora fopra la
gliere attentamente le dette erbe,
cui
figurati il Sole, la Luna, e gli al-*
Cartello,
in
fiano
un
Tavola
-detta
del
detto
Giardino
fi
vedanole Stufe e Cafjtti , do*
In
parte
Pianeti
'tri
Abbia apprelTo un Cane
ve fi ibgliono afciuttare e riporre 1' erbe
Traile fcienze pii utili che il Mondo arrichifcono , fenza dubbio da
^nnoverarfi la Botanica , che la Scienza delle erbe e delle piante, o
quella parte di Fifiologa , Medicina e Agricoltura , che tratta delle.?,
Piante , delle loro diverfe fpezie , forme , virt , ed ufi
erba ; e quefta da (ioros di /Sca
Il nome viene dal Greco (oroLun ,
degli
Animali
parte
maggiJr
fi pafce d erbe .
pafcere , perch la
Apollo
reputato
il
fu
primo Botanico . Leggai'
Gentili
,
antichi
Dagli
Metamorfofi
delle
.
primo
Ovvidio nel
lniintum medicina meim efl ; opiferque per orbem

vago Giardino ben dfpofto


INdipinga
una graziofa Giovane

DicQr

i,

&

herlforum efiJjeSa potenti^ nghis

_
.
Seccoido

ICONOLOGIA

254

Secondo Scafilo lb. 5. rerum Thcjfalic. , e Plinio Hijl. nat. Uh. 7, cdp. 57.
e Nata! Conte Mythol. lib. 4. cap. 12. il Centauro Chirone fu il primo
che offervafTe la natura e virt delle erbe . Da lui 1' apprefe Efculapio A fentimento di dottiflmi Scrittori , come riferifce Tommafo Garzoni
nella fua Piazza Univerfale Difc. 23. il primo che con diligenza fcrivefTe
delle erbe fu Orfeo , al quale fucceffe Mufeo Scrittore celeberrimo . Furono qucfti feguiti da Mitridate Re di Ponto , i di cui libri , che dottamente trattavano della natura delle erbe , vennero trafportati in lingua Latina da Pomponio Leneo , Liberto di Pompeo il Grande . Non mancarono poi per I' avvenire Scrittori degniffimi , che con fomma accuratezza
come Ippocrate , Plie con Loro fomma lode dottamente ne trattarono
nio Serapione , Tcofrafto , Diofcoride , Avicenna , Galeno > ed altri affai
Ma dopo quelli parve che mancafife di fue forze si bella Scienza dagl'Ignoranti trafcurata, ed ommeffa . Nel Secolo XVL P antica Botanica, in tal gifa vergognofamente perduta , fu con molta induitria rillorata e ravvivata ;
principalmente da Leoniceno Brafavola Cardo Fuchfio , Mattiolo dottiP
limo Commentatore di Diofcoride Dalecampi ec Pi appreffo da Morifon , Malpighi , Hermanno , Ray, Magnolo , ec. ed ultimamente dal Cavalier Gio: Battifta Morand Milanefe , dal Tournefort , Linneo ec.
S dipinge la Botanica in un Giardino ben difpollo, con Fontane,
Vafche ec. per dmoftrare che 1' accurato Botanico deve fcegliere un luogo
,

-,

a propofito, e porre

diligente ftudio per la coltivazione dell'


il pi
procurare che di tutte le varie fpezie vi fiano
non perdonando a fatiche , ed a fpefe per radunarle , e farle trafportare da'
luoghi ancor pi remoti
Si figura Giovane e graziofa
Graziofa per indicare , che Ella
Scienza utile infieme e dilettevole ; giacch la variet dell' erbe, delle_>
piante, e de' fiori non pii fare che non diletti 1' animo, riflettendo alle
loro varie virt e propriet, e quanto Ca giovevole all' umano confer"vamento la cognizione di quefte . L' e^rime a mamviglia S. Ambrogio
'Vefcovo di Milano Examcronis iib. 5. cap. 8. e 13. dicendo: ^d dejcrh

erbe

tutto

e delle piante

ham

piirpitrafcentes violas

aitres

nunc

"jariis

nmc

candida Lilia
luteis joribus

rutti ante s

I^pfas

in quibns nefcias

depifia riira nitnc

utrum fpecies ampli-

Et fpecies
odora delefiet . Z'ndc (& Divine Domimis ait
agri mecttm ejl := Dell' utilit cos il S. Dottore : Eam antiq'iorem ejfe Mt&" fuecis . E perci ieguita a dire.
'dcinam 1 qrice Herbis medicare cotifuevit
"jirgultwrum , ac foliorum reme'^id enumerem fittcos Herbarnm falnbres ?
Herbis curanttir interna .
ulcera
aperta
chttdtntMr
;
dia ? E pofcia erbis certe
us florum

aut

'vis

-,

^M

'

per dimoltrarc che l'Uomo che vuole attendere alla Medi'rina , fino dalla fua prima Giovinezza , deve applicarli a quefta , e che la
.prima e pi neceflaria cofa che deve apprendere -la perfetta cognizione
tutte affatto, almeno della mrggior parte di quel'^ell' erbe; fenon di
le, -]je pii;i fQjio in ufo.
i.i.iO
L' 'bito in cui fi vedono ricamate le varie piante,- erbe, e fiori,
ra^prcfcnta .-oltre la fpicgazione dell* elTcre delia Botanica , che molti
^'^
Medici

Giovane

"

r
Medici
letto
ri,

fi

lufingano

leggere

MO
efiTcr

e rileggere

P R

M 0,

e perfetti in qneita

periti

2^?
materia per" aver

Voltimi d approvatilTmii e autentici Scritto-

e per aver efattamente offervato ed oCTervare le

pi accreditate Stampe

Naturale le Erbe
Un flmil penfare non punto giallo
ed anzi erroneo
In convalidazione del mio detto ftimo bene il t'apportare parola per parola ciocch ne fcrve il Mattiolo nel Dilcorfo fopra il
Proemio di Diolcoride . ,, E' veramente necelTario a Chi vuol' ellere_>
* buon Semplieiftx di vedere le Piante vive colP occhio non Iblamente in
) uw tempo dell' anno folo ma in varj e diverii ; perciocch altrimenti
fono le Piante, quando cominciando a nafcere , {puntano di terra:; d' al9*
tra, quando le
crefcono , e quando producono il gambo; ed' altra
5, afpetto , quantla fono cariche di fiori e
d feme . E qui porta molte Piante che variano . Il che malagevolmente fi pu confiderare nellef flampate , per non moftrare effe di tutte
le predette , fenon 1' eiSgiel
5, di un tempo folo , ed anco perch le cole
artificiofe , e dipinte non.,?
, dimollrano mai cos perfettamente i lineamenti
delle cofe , come fauna
, le vive , naturali , e
vere , E cos parimente mi pare che per leggere
ST le Storie delle Piante fcritte da
qualflvoglia bon' Autore jion f ne_
Ts poffa confguire quella vera cognizione ,
che fi richiede per non ritron
il varfi nelle defcrizioni
delle Storie delle foglie e de' fufli di ciafcuna
n Pianta fenon una defcrizione fola de' lineamenti e fembianze loro , la
quale quantunque fia vera , non per d ella notizia del molto variare
55 delle
foglie , e de' frutti
che fanno le Piante , fecondo varj tempi dell*
55 anno, il qual variare
altrimenti imparar non puoHi , che con lungo efer5, cizio dell' occhio nelle vve , mentre che fono in terra , ec.
Quindi su tal rifleffo la mia Immagine fta a federe attentamente_>
offervando , e fcegliendo le varie erbe che le ftanno avanti , ad oggetto
di fignificare per l' atto del ledere , che fa duopo pofatezza , e ferma non
precipitofa oflTervazione della Figura , qualit , natura delle Piante , e che
i Giovani Medici debbano ardentemente fludiare di giungere alla vera cognizione di quelle col mirarle e rimirarle , non una volta o due , ma molte e molte , mentre il conofcimento delle cofe fenlbili fi acquifta e fi conferma col replicato vedere , e maturamente offervare . Buon farebbe che
tutti quelli , i quali feguono la Profeffione di Galeno per Sagrofanto veneraffero quello Precetto ,
Pur troppo dall'* inofservanza di quella ne addiviene che il Medico ordinando alla cieca Medicamenti compofti , fenza fapere, o conofcere nei
femplci che vi entrano , n la natura di quelli , invece di follevare l' Infermo , rende a quefto pi gravofa l' infermit , o lo Ipedifce per le Polle a trovare i fuoi Avi . Infinitamente in ci viene ammirato da me nonfolo , ma da ogni qualunque buon conofcitore del giufto , il fempre lodevole Signor Dottore Annibale Mariotti di quella Citt ; il quale nel pi
frelco de' fuoi anni Pubblico Lettore e Profeifore di Medicina in quefl:a_ji
celeberrima Auguita Univerfit , non lafcia fludio , onde con ogni fondamenta apprendere e altrui fenfatameate partecipare cognizione cotanta
rappreientant

al

necefl-

ICONOLOGIA

2?5

Quefto mio amico Giovane , oltre tutto il Tipere nell'tibbracciati Facolt , mirabilmente in f accoppia ogni pi raffinato guflo in materia di Poesia , e Letteraria Erudizione ; ed alla fua Patria di
un'
afpettativa Tommamente grande .
La Tavola di Pietra indica che lo Studio della Cognizione delle Piante deve eflere Ihbile , ed inceffante
Il Cartello fu cui fono dipinti il
Sole , la Luna , e gli altri Pianeti
diraoltra che per feminarc , piantare e raccorre le erbe , radici
fiori >
ec. cofa lodevole 1' ofTervare alcuni tempi determinati, e alcuni afpetti
de' Pianeti del Cielo ed alcuni Climi dell' aria; giacch fcntenza approvata da migliori OlTervatori , e Scrittori che in certi prefcritti tempi
ed in iftagioni appropriate le Piante fi trovano del tutto piene delle_
virt Loro , che non confervano la ftefla fempre , ed in ogni qualunque
luogo
La Luna in particolare come Pianeta a noi pi di tutti gli altri
Heceffaria

e d velociflimo movimento > ha moltiflma e diverfa potenza_j


cos nel crefcere , che nello fcemare
j
Per quefla ragione gli .antichi Gentili attribuivano tanta forza alla^
Luna , che da Loro veniva adorata fotto il nome di Ecate , che limarono
eh' Ella foflTe la Dea della Maga , ftantecch le Virt che tutto giorno
fcoprivano nelle erbe , erano ad Efl cagione di tanta forprefa , che venivano reputati effetti di una foprannaturale potenza e quindi ne nacque_
che fognarono tante folle di Ecate , e tanta fede predarono agi' incanti ,
ed a Sortilegi Anche tra gli antichi Scrittori di quella Scienza fi; annoverano di cos fciocchi e mal fenfati tra quali Panfilo , che fece Ja Sto-

proffimo

iu delle Piante

Erbe , come ci racconta Galeno nel 6. libro delle facolt de' Semche infegnarono , che nel raccorre 1' erbe e le radici fo.Te bene e
neceflrio il fervidi di fuperftiziofe parole incanti profumi ec. Si fa molto a ragione beffe di colloro il prelodato Galeno nel fudJetto luogo ,
e_>
particolarmente di Panfilo , dicendo eh' Egli molto tempo perdeva in narrare favole da Vecchie Donniccivole fuperlHzioni , e incantamenti di parole
Penfare infipido, di nefs'Un giovamento? e foprammodo deteftabile I
Si pongono in parte di quello Giardino le Stufe e Cafotti per dimollrare che vi vuole particolare arte per feccare , e conlervare le Erbe .
I Botanici s per le Piante Efotiche , e che provengono dai Climi pi caldi
come ancora per le Piante nollrali, ma poco differenti dell'aria troppo
fredda , hanno alcune Stufe che chiamano Hypocan/la j e Hibernacula ove
per via d'.induftria le eonfervano ^vive j e vegete a meraviglia per tutto 1' anno ,
Tra tutte le Beftie , alle quali naturale la cognizione delle propriet delle erbe f, mi piacciato di affegnare alla mia .Immagine il Cane^jprima perch ocularmente vediamo che quella Fiera per naturale iltinto,
allorchi^ fi fente ansrultiato o da dolori di ventre ? o da altro malore j ricorre fubitamente a luoghi erbofi, e tanto fiuta, finocch ritrova ,. e^u.Secondariamente_i
pafce di quell' erba , che gli arreca conforto, e fanic
perch animale addetto alla /alfa Dea Ecate , che come fopra fi ac- ---3
ccnnato
ria

dell'

plici

rO
innato era confiderata
prima foCc ftata a

Sola feros

Ad

KIM

i^f

com-e la Prellde dell* erbe . ila ^ daceva che


domafe i Cani ; onde Tibullo nel primo dell'
Hecates perdommjfe Canes .
fagrifcati i Cani era

perch a Lei erano

Canivora
La ragione per cui le

chiamata Lea Canieida.t

un tal facrifcio fi . Credevano che il


Fantafmi , x:he erano .mandati da Ecate f
e che ali* abbaiare di lui, quelli fubitam ente fiiggiffero , e refldffero vatii
gP incanti. Le s' immolavano ne' Trebbi , 7i Tnms dedicati ancor efli
ad Ecate , che perci oltre jl nome di Lama e di Diana quello ancora
aveva di Tri via , per indicar cosi l.e tre potenze di eiTa, cio nel Cielo
dov' era detta Luna ; neUe Selve fotto nome di Diana.; e nell' Infern^^f^vs Proferpina i od Beate fi denominava

latrato del

Cane

foflTe

lera

infello

fatto

ai

FATTO STORICO SAGRO.

Ralle altre Scienze che in fomnio grado pofTed il fapientfllmo Salomone , fanno particolar memoria le Sagre Pagine della Botanica'
nella quale Egli fu perfet-ta.mente verfato , rilevandofi dalle lleffe Sagre-
parole di Lui affermanti , ; dijpiaa'vu fuper lignis a Cedro i qux efl intha^
egredtur de parete . 3. de* Re eap. 4. v. jj,
fiQ t tfque ad kyfsopum ,

qm

FATTO STORICO PROFANO.


Mitridate Re

di

Ponto

fu pi

che chiunque Innanzi

Oifervatore della propriet delle erbe

e dell'

Lu

efatta

diligentifima

cura della vita.

Fu invenzione di Lui il bere ogni giorno il veleno , avendo prefi prima


rimedi da Lui compolli , e lo refe col lungo ufo a f niente nocivo . Elfo fu
dell' antitodo , uno de' quali oggi ancora
jl primo che ritrov i generi
ritiene il fuo nome . Tlinio lib. 25". cap, i.

MEdea

A T T O F A V p L O

O.

^ta Re di -Coleo , e d' Idia Figlia dell' Oceano , fu cosi


cognizione delle virt dell' er$e 5 che con effe operava cofe meravigliofe ) ed era creduta Maga . Si fpos Ella con Giafone Con quel Giafone, a cui Pelia fuo Zio aveva uccifo barbaramente il
Padre Efone , e la Madre Alcimeda , ed ufurpatofi il Regno , e che voleva ancor Elfo far trucidare , f fottratto da fedel mano non foffe flato dal
fuo fiirore , e fegretamente altrove allevato. Crefciuto pofcia in et, venne a ridomandare i fuoi Stati a Pelia , il quale non os negarglieli , ma
1' impegn in s pericolofe
imprefe , che fcampato non ne farebbe , fe_
.

Figlia di

efperta nella

Medea

di Lui invaghitafi non gli aveffe preflato tutto 1' aiuto . Medea divenuta fua Spola , tornando con Lui a Pelia , medit le pi alte venk
dette

ICONOLOGIA

258

dette, e 1' efegui


Mediante molte efperienze fatte coli* erbe , le propriet, virt, e cognizione delle quali, come fi dilTc , Ella ottimamente
polfedeva , fi acquilt tanta lode appreflo quei Popoli , e apprcflb il medefimo Pelia , che era riguardata come Dea ; ed il Tiranno comand alle fue
Figlie che in tutto e per tutto ubbidiffero a qualunque ordine mai da Medea foiTe lor dato
Prevenuta di ci 1' aftuta Donna , fotto manto di affetto comunic a quelle il penfiero di volere far ritornare nella pi florida et il troppo vecchio Lor Padre ; e fatto ad Effe vedere 1' e{pcrimentor
in un vecchio Montone , che deliramente fece mirare ravvivato in un tenero Agnello, le perfuafe in modo , che le induffe a fare tutto ci che
JEffa loro aveffe ordinato
Medea dunque raccolle varie erbe , e preparata una gran recipiente Caldaja , quefta riempiuta di acqua , e foprappolta ad
ardente brace , in effa gett le molte erbe , che aveva raccolte
quindi
lor dille, che co' Pugnali alla mano fi portaffero dal vecchio Genitore, che
nelle piume in braccio al fonno pelava , e fenza piet lo^ trafiggeffero. Abbacinate dalla credenza le Figlie crudeli, perch troppo amerofe , efeguirono il barbaro configio Invano chiefe loro merce , invano alz le pieNon fu afcoltato , non fi ebbe di Lui
tofe firida al Cielo il mifero Pelia
compaflione , e cede la vita a' colpi parricidi . Fatto quello, le ingannate Figlie fi trasferirono a Medea , la quale Loro foggiunfe , che non era
ancor tempo di gettare il trafitto Corpo nelle bollenti acque , ma era ne*
ceffario che prima Effe con lampadi accefe faliffero il Real tetto , mentre
E ffa intanto doveva fare alcuni fcongiuri a Diana Le fiaccole accefe ne*
tetti Reali erano fegno da Lei concertato cogli Argonauti > che doveffero
venire ad affaltare la Reggia , e impadronirfi del Regno ; come in effet.

to fegu

'iatal

Conte Mitol,

lib,

6,

cap. 7. de

Medea,

BRUT-

TOMO PRIMO,
BRUTTEZZA UMANA
i)f//*

C-l^:

DOnna

^bate

i^P

Orlandi.

Cefare

Ir.ven

di faccia afpra

con ciglia rale

ruftca

e fpiacevole

occhi limi e

itorti

di color"

nafo

pfoiCmo

fchiacciato

al verde;
bocca affai

Abbi-^ i capelli rabuffati . Le fi veda intorno al


capo folta nebbia Si dipinga zoppa , gobba , e in tutto malformata Tenga in una mano un mazzo di Spighe di Gioglio . Le ftia appreffo un_s

pi-ccpla ufcita in fuori

Porco.

Come

"*"*'".

Bellezza dfel Corpo Umano una perfezione efteriore j che_>


una convenevole proporzione delle parti e delle membra , tra
di loro j e di tutte iniieme , con una debita dilpofizione e chiarezza de*
colori : cosi la Bruttezza dovraffi definire un mancamento di efterior perfezione canliitente in una fproporzionata architettura e fimetra dellc^
parti e delle membra , indebitamente difpolie , e Colorate
Per comune fentenza de' Filofoi tutti , ed in particolare de' Fifonomifli , la dilpofizione de' membri del Corpo modello
fd immagine di
quella dell' Anima
Dicefi la Bellezza dono di Dio ; la Bruttezza difetto
dell' Umana Natura , effetto di fproporzione , ed oggetto abborrito 'dalla_j
villa ; ed Ariitotele itini affai infelice quell' Uomo, che forti un Corpo deforme j e Proclo Licio diffe ogni cofa brutta cattiva.
la

confilie in

Con-

ICONOLOGIA

z6o

Confidcrata dunque come male , la Bruttezza, a fpiegarc i di Lei cattivi


effetti, che per loppi ( non dico fempre ) l'accompagnano, la figurj di
faccia alpra , ruiticu , e ipiacevole ; perch ficcome , giuita il fentitncnto di
Monfig. Ingegneri nella fua Fifonomia naturale 5 le cofe fimili nafcono da
altre cofe fimili a loro cos la faccia deforme d fegno nunifcllo di contumacia 1 e di maligniti negli umori , e che la temperatura del Corpo lia
Onde gli appetiti , e collumi di Uopeccante , inuguale , ed imperfetta
mini cosi fatti , perioppi fono viziofi , fregolati e corrotti
Del colore della faccia profflino al verde , cosi parla il medeCmo Moniignoi"
Ingegneri rtella fopracitata fua Fifjnoaiia
La faccia, di colore profal
iniquit
verde
f
Vonto
pie^htvi
aW
id alla 'vendetta , perch
,
lignifica
fimo
ella jegno di pndojninio di collera 'verde , la quale una f.iper fluita del fan'
glie che fi genera di porzioni i^nee ,
e terrejri adufle , fimili al Verderame ,
E perch
ed amara , e maligna , e ripugnante al ttutrimento delle membra
qefia corrompe la foavit, e la dolcezza del fang:ie > e della pituita , ela di'
fivia l' Vomo da ogni penfiero benigno e clemente , e la difpone all' odio , alla^
.

malignit

Le

crudelt

alla

ciglia rafe

ed alla 'vendetta

fecondo Cicerone pr

de provine, conf.

J{pfcio

&

fjno

indi-

Ts^onne ipfum
caput,
malizia, ed aftuzia
fupercilia abrafa olen
malitiam , Cir clamitare calliditatem videntur ?
Gio: Battilb Porta nella Ffonoma dell' Uomo lib. 3. cap. 24. difcorrendo degli occhj limi , cio torti , ovver de' Guerci , dice E' comune opfnione de* Filofofi , che i Guerci per loppi, fieno di mente per'verfa , e fieno mo-

zio di

natura

firi di

per

ejfere

tivi 'vizj

il

fchifata
II

dal quale

befiiali

fi

gli

occhj

il

perch man-

grandiffimot

^omo

delle nobiliffme part dell'

Cotali

fono da ejfere (borriti

-Ziomini

e la

e perci denotar cat-

come per la maggior parLoro converfazione da tutti

Uomo

nafo fchiacciato denota

Per fentimeHto
Tf.

una

cer'vello

formano

E Monfignor Ingegneri

te periverfi

mancamento

perciocch ma/ico la natura nella lor formazione

c nel cerz<cllo

dell'

'Z)omo lib.

di

Polemone

2.

cap^

mpetuofo

Adamanzio

e dato alla libidine

Porta
12. la bocca piccola ufcita in fuori fegno d*
di

>

di Gio: Battilta

infidic, e di malignit.

La nebbia intorno
infelicit

Capo

al

morte a Marcello

ditfe

fempre appreffo gli Antichi fimbolo d*


Volendo Virgilio pronoAicare immatura

fu

e di peflnio augurio
Eneid.

Ed

il

trifii

Petrarca nell* accennare

Fra

tanti

6.

lib.

Sci nox atra caput

1'

altrove

amici lumi

Vna nitbe lontana mi


La qual temo eh' in

circumvolat umbra

acerba morte dell* amata fua Laura

difpiacquct

pianto fi rifol-va

Ma

le

parti f.tpreme

Erano avvic

i''

una nebbia

of cura

ragio-

T
A

P R

A4 0.

%6\

ragione pertanto li appropria alla Bruttezza? giacch i deformi di


corpo non folo fono per f Iteffi infelici a motivo di eiler privi de' pi
bei doni della natura Umana , ma ancora perch dagli Antichi era prefo
per peflimo augurio 1' incontrarli in un Brutto , come per ottimo 1' incon*
trarfi in un Bello. Pittagora afSife avanti la Porta della fua Scuola uii._
Cartello > in cui comandava che neCfuno che foffe mal fatto , e di faccia
deforme avefse avuto I' ardire di porre il piede in quel luogo
mentre
teneva per certo non effer la compoftura dei corpo diflimile dall' ingegno
e che i corpi male organizzati denotavano parimente un animo malcom:

pollo

Bruto ne' Filippi


mentre ftva

fi

prediCfe infelice efito alla battaglia per

efserfi

un deforme Etiope .
Tra princ'pali difetti fi attribuifce alla Hoitra Immagine 1' cfser zoppa , e gobba , e perch influifcono moltiflimo , fecondo i Finofomifti , a*
mali coftumi dell' animo e perch fono difetti che pi danno nell' ocIl graziofiflmo Lorenzo Lipchio > e rendono la Perfona pi moftruofa
pi nel Ilio Poema intitolato Malmantile racquiftato, cosi fcherz nel Cant. 3.
St. 66,
ineontrajto

in

ordinanza cogli Eferciti

in

Cofa quella che

va

pel fuo diritto

animo dritto .
Tiene in una mano un mazzo di Spighe di Gioglio per efsere il
Gioglio apprefso gli Egizi Simbolo de' cattivi collumi e per dimoflrare
una certa talquale analogia , che tra la differenza che pais tra '1 Formento e 'I Gioglio, e tra la Bellezza e la Bruttezza. Il Formento ap-*
porta utilit, il Gioglio danno , ed incomodo ; la Bellezza cagione di
la Bellezza indizio di
feliciti a chi la polliede la Bruttezza infelicit
Bruttezza
di
malvagit
bont , la
Si pone apprefso la Bruttezza il Porco , per efsere quello animale_
I
Sacerdoti Egiziani avevano tanto in odio
fozzo , fchifo , e nocevole
ogni forte di Porci , che nelle Loro Lettere, per fignificare una Perfona inimica de* buoni coitumi , difprezzabile , e dannofi , figuravano il Porco .
Innegabil cofa ella fi che ilibrtire dall' avara natura un corpo deforme , e ftorpio chiamar fi deve uno de' maggiori infortuni che ad Uomo
Innegabil cofa fi che 1' efpericnza per loppi verificate
pofsa accadere
le tfiche ragioni de' Finolbmilti , che vogliono le deformit
ci moftra
corrifpondenti
alle male difpofizioni dell' animo . Nientedimeno
del corpo
non cos francamente puote 1' Uomo boriofo di quei doni , nei quali non
ha Egli parte alcuna , difpregiare Chi ottenne dalla ilefsa natura in tal
guifa fcarfi i favori
Giacch non Tempre i Belli di corpo furono , e^a
fono efempi di Virt ; non fempre i Brutti fono , o furono modelli , e
Che non

in corpo (lorto

torto fi farebbe al Supremo Facitore , e tropL' idea del retto e


taccerebbe quafi d' ingiultizia
del giulto , cos chiara al Bello , che al Brutto : e f a quello la collituzione dei corpo pare che appanni in qualche parte 1' idea del retto,
e la fofpinga al luo contrario j non per quella ne fjccede che ofFulcatain
tal guifa relU l' idea del bene che fi abbia l'Uomo quafi necefsariamente a

fchiavi

del vizio

po temerariamente

Troppo
fi

deter-

ICONOLOGIA

tz

determinare al male . Parlando Seneca Epfl. 66. de* pregi dell' animo , co'
Inique
quali ornato era il vecchio , e deforme Clarano , cosi fi efprjme
talem animum male collocavts aiit fon aff volnit hoc
enm f natura geffitt
ac beatffimum jt qualibet
ipfnm nobis ofiendere , pojfe ingenium fortfjmum
Totefl ex cafa vir Maynus exire potejl &ex
cute latere , e poco pi fotto
ileformi bnmilque corpufcido formofiis animus , ac magnus .
.

&

-,

FATTO STORICO SAGRO.


Signore a Mos, comand che non fofse afsonto a! Sacerche fofse cieco , o zoppo , o di grande , o di pico di ftorto nalo i o gobbo > o guercio j o con macchia nell' occhio .

PArlando
colo

Im?.

il

Uomo

dozio

cap.

2 1.

FATTO STORICO PROFANO.


famofo Duca degli Achei fu di perfora piccolo, e di tanche andando un giorno a cuccia ( conifj
vuole 1' Aitolfi ) e per avventura trafportato pi oltre che non avrebbe
voluto 1 li ridufse a cafa di un fuo Angolare amico, che aveva di frefco
condotta moglie, (o come racconta Stefano Guazzo ) invitato a cena da
im Gentiluomo , foietto fi port alla di Lui cafa , qualche ora avanti della Tavola
La Moglie del Gentiluomo dalla dilparutezza reputandolo un
$ervo ) che fofse llato mandato avanti dal Signore convitato , ed avendo occupata la fua Famiglia in altri fervigi , comand al Signore chc_-
fendefse certe legna ; il che Egli fenza contradizione fi acconci a fare .
Or fopravvenendo a quello atto il Gentiluomo , gli domand pieno di
maraviglia che cofa facefte
alche Egli con Jieto volto rifpofe , che portava la pena della fua deformit, ^flolf Off, Star, cxp. 31. Stefun. Guaz-

Flloppomene

to fproporzionato ufpetto

zo nella Civil Converf. Uh.

3.

FATTO FAVOLOSO.
Vulcano

Dio

del

Fuoco, Figliuolo

di

Giove,

e di

Giunone efsendo

eftremamente brutto, e cortrafatto , fi:bitocch fu rato , Giove gli


die un calcio, e lo f capitombolare dal Cielo in Lcnro Ifola del Mare
Egeo, onde fi ruppe una Gamba, e accrebbe la di Lui bruttezza coli*
efser dipoi anche zoppo
T.vtj, Strab. irodot. O'i'iid,
Virg. Cmer. T^atal
.

font,

Mitol.

III.

2.

cap. 4.

BUFFO-

M P R I M O,
BUFFONERIA.
T

Dell* cibate Cefare

Orlandi.

Onna mal fatta, gobba , cori occhi grandi e


mezzo e groffo bocca grande , e in atto
,

zj

in fuori

nafb largo nel

fmoderatamenVelia un abito di varie pezze


di ridere

te . Pingue , e con Ventre affai grande .


e colori
Abbia al Collo un ricco monile di Gemme . In una mano ten^ga P arco con la frezza .Neil' altra una mafchera, colla quale moftri dico-prirf la faccia
Le iHa accanto un Elefante che con
Probofcide vada fcavando Sorci
Il trattenere , con attegg^Iamenti , e con parole da far ridere le Perfbne
un arte anch' Efla da molti abbracciata , reputata anche da non pochi
unacofa buona
e degna di applaufo . Da non pochi dico , perch , 5'^/torum infinitiis efl numems ; Da' Saggi per altro riguardata come una cofa_*
degna folo di tutto il biafimo e d tutta 1' abominazione .
Si dipinge Donna mal fatta , gobba , con occhj grandi e in fuori con
nafo largo nel mezzo e groffo e bocca grande , per pi. ragioni ; e prima
perch la bruttezza non folo indizio d' animo non retto , ma perch ancora
naturalmente muove al rifb , ed al difprezzo
N credo di aver errato ia
chiamare i Buffoni di animo non retto , giacch f. riflettere feriamente
Yorraili al Loro vivere j al loro efercizo converr confeflare che folamen~
.

te

rCONOLOGfA

254
un

te

animo

Spinto mal

ed uno

rcg)lato

fegue

fenza

ribrezzo

un

principio lontano tanto da ogni buon dovere e da* prinu giulH dettami della Iteffa natura , che e' impone quod tbi non <vs alteri ni: feceris QiiaP

diveil Buffone , per


' quello di rilevare negli
altri i difetti, porli con modo particolare in villa , e fare ad altrui fpefe ridere la Brigata Penfure maligno , operare indegno d' Uomo d' onore I 01
tre dicch Tono i Buffoni , gente sfacciatiflima e temeraria, non temendo co*
loro frizzi offendere , e pregiudicare il Loro Proflmo ; e perci la mia
Figura con occhi grandi , e che efcono in fuori , con nafo largo e grofil

particolare

nire

nella

Itudio,

cui

pi

ieriamente
Maeftro

fua Profcffione valente

applichi

fo, e fpalle curve

Porta

fcntimento di Gio.

per effer quefti a

B^ttilla

della_

fegni di temerit , e sfacciataggine.


Si figura in atto di ridere, per dare ad intendere lo fcherno con cui il
Buffone gode , o vuol far godere gli Alianti, del male, o dell'altrui imperfezione. Cicerone nelle Phiolededijlnobis ridere q:icm polsemus . Tremi per,
tremi Gente di flmil fatta , perch Ipfc deluda illujbres . Prov. cap. 5. v. 34.
Il ridere Imoderatamcnte indica pazzia , fecondo il detto ne* Proverbi ;
,

lb.

j.

cap. 24. e

lib.

2.

7.

I{ifns abbundat in ore Stultorum^^ Eccl. cap. 21. v. 25, Fatims in rilti exaltat
-jocem [uam , Fir Autem Sapiens vx tacite ridebit . Ed in fatti non fi dovranno dir pazzi coloro , che tutto il loro brio ponendo nel bufflineggiare, fi-

danno ad intendere di elTer creduti Uomini di talento , e di fpirito , quandocch in effetto altro non fono , che viliflmi Mimi > tenuti fempre per la
feccia del Mondo Se pazzia il difguflarfi fenza cagione gli Amici , i
Conofcenti , non fi potr negare che itoltiflmi non fieno i Buffoni , mentre non dubitano , fenza motivo, renderfiodiofi a quali tutto il Genere Umano ; e di gran lunga s' ingannano nel penfare di render cari a quelle.^
Perfone , ed in particolare a Potenti , che alle Loro fciocchezzc, alle fpalle
del derifo , ridono s , ma non per quello amano il Derif^re ; che anzi internamente corretti fono ad averli in abborrimento , fui folo penfiero , che
altrettanto ad Eifi faranno , quanto fanno a quelli , che hanno refi il Soggetto delle loro fghignazzate . Gli atteggiamenti poi , i mordaci frizzi , le
ridicole procedure dilettano , vero, qualche volta , follevano gli animi ; ma
quegli animi lleffi reitano ben perfuafi della vilt di Chi li efcguifce
Bene a propofito Marziale nell' Epigramma 71. dei lib. 7. cosi avverte uno fciocco t non men che fuperbo Buffone .

^od

te dirpiimt

Totentiores

Ter cowji'via , porticus , thc^tra


Et tecum quoties ita incidiflt ,
Cellari juvat , " juvat lavari :
"yiolito

nimi'im

tbi

piacere

non amaris .
La Pinguedine , ed il gonfio Ventre dimoltra che quaii generalmente
principal fine de* Buffoni fi la golofit , e V immoderata brama d' ingralTarfi alle altrui menfc . Vita per altro , fjbbene in apparenza amena_j
e gioconda , a ben ponderarla in fellelfa odio^ incolkntc 1 infcliciilim .
Delefias

Thilom^j'e

Belli-

TOMO PRIMO.
Bellamente t*Iabto nel!' Atto primo
dire

rafiti

Pomni

fi

in Capt'ueis

poflbn tal ibrta di Buffoni, a

t^f

induce un Parafito

cosi

parlare di f

die Padegli

della fua fpecie.

^iji Mures

femper edimus alienum cbum,


Vbi res prolatte jint , cum rus homines eunt
Simul prolaL-e res funt nofris dentibns

^af

t:tm caletur

coclex in occulto latent

'

Suo fthi [liceo viviint , ros fi non cadit


Item Tara/iti rebus prolatis latent
In occulto

miferi

'vit-int

Pinguedine

Succo [no

Scioperatezza di quelli , che {penfierati


la vita loro pofando in braccio ad un vergognofiffimo Ozio, de* vizj tutti
principale forgente , ad altro non penfano che a dimoftrare Io Iregolato iprito Loro , in renderfi e per feilefli ridicoli, ed in ridicolo ingiultamentc-
Indica ancora

la

porre anche gli altri


Velie un Abito

la

varie pezze, e colori, per eflere quefto


varj modi , per varie itrade

di

un partico-

con varj
,
variamente con varie Perfone ftudia far comparire il fuo valore
Oltre di che dimolira la vilt di tali Perfone , che
nell' infame raeltiero
per loppi vivono alle fpefe or di quelto , or di quello , folamente per
offendere or quello, or quelto
Il Ricco monile di Gemme indica che fimili Perfone fpefTo incontrano
appreifo i Grandi particolari fortune
Cofa invero lagrimevole a penfare
Mancher il bifognevole ,onde foltentarfi , ad uii._
e di famrao obbrobrio
Saggio ,j ad un Letterato , mentre tal feccia del Mondo ricolma di donativi e di applaufi , in faccia lo deride , ne teme renderlo il fuo trallullo .
Con fommo giudizi
E* flato fempre quetlo il detellabile abufo delle Corti
nel Bertoldo , Beril celebre Letterato Signor Dottor Girolamo Baruffaldi
toldino , e Cacafenno , in ottava rima ultimamente da i pi chiari Lumi
diilintivo

lare

gelH

del Buffone, che in

di

Europa
l.\xl

ridotti,

nel

Canto

ly.

primo

del

Cacafenno

Stanza ii. cosi

parlando.

q'iefli de^ Buffoni il primo ^


fii gi
Che premio di fne baje in corte aveffe

Si legge d' altri,, che dal bafso limo

alzati

acquifar Feudi a forza d'

efse

Laddove alctn f di virtude opimo


V* and, l' Invdia , e V odio altrui /' opprejfe
( Offervate la belliffima confeguenza ,- che ne tira
)
Ter gran contrafscgno d' uom di vaglia ,

L'

ejj'er

in odio

fempre

alla

Canaglia

Tiene con una mano Y arco colla frezza , per fignifcare quanto pungenti fiano i mordaci fali de' Mimi , e che la delicatezza , e '1 naturale.^
amore di noi , che Rgenito dalla natura abbiamo , fente trafggerfi agli
amari motteggi , e derifioni di Gente vile, e fcioperata , Dimoflra ancora la
frezza che i Buffoni fempre offendono .

La Ma-

ICONOLOGIA

i66
La Mafchera, che

coli' altra mano tiene in atto d coprirfi con queila


fecondo Gio: Bonifaccio nell' arte de' Cenni Parte i.
5, cap,
7. Scirrilit, e Btiff merla , perch gli Uomini mafcherat li fanno
ji lecito d Lr ridere la Brigata con cofe anche indecenti

Oh pur troppo non fo.te vero ; non fi trovafTe pur troppo Gente che
efcguiife, o che cfeguir faceffe , o godelfe dell' efecuzione ditali mal regolate Spiritolag^ini , che da me chiamate vengono Infamia, e dirtintivo
carattere di un Uomo fciocco , e poco morigerato .
Ne qui mi mi taccino di troppo auftero e rigido o d' inimico della
gioialit
Si accerti Chi cos la diicorre , che a pari di qualunque, a me

la faccia

denota

1'

allegrezza piace

Cerco

le

facezie

fon grate

Amo

graziofi

lepidi

Uomini

quanto mai alcun altro , di follevarmi e divertirmi


So anch' Io *
die letandiim eli., ma in Deo , ma non a fpefe , ma non con difcapito, ma.
non con difpiacere del Proflimo . So anch' Io il trito commendabil proverbio z=s In Ferbis qnare leporcs ;= Ma so ancora che il termine Lepos diver,

lifica del

Oh

tutto dalla parola Scurrilhas

quanti

fno e'Jere faceti

numero

fcambiano per il fecondo I Quanti pene fono .odiabili , difgufiofiffimi I Fra quello

primo- fgnifcato

il
,

e graziofi

condanno quelle anime venali, quegl' ingordi viliUimi Uomini,


che firafcinare fi lafciano a s vergognof vita, dalla fame, dalla necelEt , dall' obbrobriofo fine di piacere in cosi vii parte ad altri ; ripongo
quei Ricchi quei Nobili , che o a tal frte di Gente pafcolo , e braccio
danno , o per f fielfi non fi arroflilcono di effer' come Buffoni ammirati
Gli Egiziani , fecondo il Vaieriano , per fignificarc un Uomo , che in grado
e in dignit coftituito , fegua cofe vili rapprefentavano un Elefante , che
andaffe inveiligando e cacciando topi . Opera indegna tanto d' Animale
di tanta grandezza ! Lo figuro perci Io accanto alla mia Immagine , per
dare a divedere alle Perfone dalla forte favorite, come loro disdica il far
le

plaulb a* BufFoH , e maggiormente allorch in f fteOTe coltivare vogliono .


ed efeguire un s vergognofo penfiero
Se penfafiero qua! disdoro recano al Loro Carattere , le rifietteffero
che fia quel farfi lecito di opprimere g* Inferiori o di nafcita , o di averi
figura apprelfo il Mondo colle loro Buffonere ; f
fapere voleflero quanto a Do diipiaccia , giacch ^bhominatio Domini efl
emnis illufor . Trov. cap. 5. e. 32. e quanto la cariti del Proflimo ofifennon farebbono ad abbandonare s malnato pialia , mi afsicuro che rellii

col porli in una trilla

cere

Non

in

ver foffrire,

timamente

1'

animo ben nato

e povero infelicit

e tacere alle villane prepotenti


efprelTe Giovenale Sar. 3^
l^il habet infelix paupertas duras

^am

^noil ridicidos

homims

maggiore , che doprocedure di Cofioro Ot-

in

f.uit

FATTO

'

PR

M 0,

rj

FATTO STORICO SAGRO.


Paolo Appoftolo agli Efefi , infieme cogli altri vizj , che
di dovere a tutta poffa fuggire
conta la Buffoneria , cos
dicendo : Formcatio autem ^ d^ omnis immtmditla , aitt avariti.! nec nominetur in vobis, Jcut decet SanBos, aut turpitudo aut fiultiloqtiium , aut [curriltasa
qua ad rem non fertinet . Pillola quinta di S. Paolo agli Efefi ver. 3. 4.

Scrivendo

S.

Loro avvifa

FATTO STORICO PROFANO.


T'Ornando M.

Antonio in Trionfo dalla Pugna Farfalica, a Lui fi fece


un Buffone chiamato Citeri . Vedutolo Antonio tanto di
Effo fi compiacque, che non isdegn farlo afcendere nel fuo proprio Cocchio ; porgendo la Fortuna tal favore ad un Buffone , che doveva di ragione compartirfi a qualche Virtuoio . Tlinio rapport, dal Carz, Tiaz, ,
incontro

Di/c.

119.

FATTO FAVOLOSO.
OTtennero

tanta grazia Bertoldo

e Marcolfa Coniugi

rozzi e

face-

Re

de Longobardi , che l richiefe alla fua Corte , e fpeffo con loro s' interteneva , e volle che da' fuoi
Gentiluomini foffero fommamente onorati . Morto Bertoldo , fece con fomma diligenza ricercare del fuo Figliuolo Bertoldino , quale febbene fcimunitifsimo , nientedimeno lo tenne al fommo caro ; anzicch morto anche_>
quello , che ritornato f ne era alle fue Capanne ,
ordin a' fuoi Baroni ) che andaOfero nuovamente in traccia del di Lui Figliuolo che chiamavafi Cacafenno , pi del Padre rozzo , balordo , e fcempiato ; e nientemeno degli altri due lo accarezz , lo fece rifpettare , e lo riemp di benefizi, e regali , che avr forf negato a Parfone meritevoli, e che non
tifsimi

Villani

avevano rifparmiato

appreffo Alboino

il

proprio fangue in di

LuL

fervigio

Bertold. Birtoldin,

Caca/, del Crac,

BUGIA*

ICONOLOGIA

a58

u
Ji

A.
Cefare J{lp*

^r^uruCL^i

DOnna

groVane brutta ra artficofmente "vedita di color cangrante


di mafchere di pia forti , e di molte lingue
Sar
cio con una gamba 'di legno > tenendo nella fnillra mano un fa-

dipinto tutto

zoppa

fcetto di paglia accefa .


Sant' Agoftino defcrive la Buga

dicendo * che fali flgnifcazione

voce di Coloro , che con mala intenzione negano t ovver affermano una cofa falfa E per fi rapprefenta in una Donna gibvne , ma bnitta , efsendo rizio fervile e fuggito fbmmamente nelle converfazioni de*
Nobili , in modocch venuto in ufo oggid t che atteibndofi la fua nonel parlare , fi Hima per cofa certa , che
bilt come per giuramento
il ragionamento Ca vero .
Vellefi artificiofamente perch coli' arte fua ella s' induflria di dare ad intendere le cofe che non fono
La Verte di cangiante dipinta di varie forti di mafchere e di lingue
diinollra V incoftanza del Bugiardo i il quale dilungandofi dal vero nel fadella

vella-

TOMO
vellire
il

di diverfa apparenza di

proverbio che dice

Mendacem

RI M<,

efsere a tutte- le
opportet

effe

2<?9

cofe

memorem

d qui nuto

( )

non lignifica, fenonch ficcome 1


II fafcetto della paglia accefa altro
detto fuoco prefto s' appiccia 3 e prefto s' ammorza cos la Bugia prefta
nafce , e prefto muore
L' eflfer zoppa ( ^ ) d notizia di quel che H dice trivialmente , che
la Bugia ha le gambe corte . ( e )
.

BUGIA.

( i? ) Accade fp effe fiate che fi fcopra V Uomo bugiardo dalla variet de' propri difcorfi . Pvacconta Cajo , per figvira , qualche fatto la mattina , e gli viene
predata tutta la fede , Nel giorno poi pone ia campo il med^fitno racconto , rna.
in tutto, o in gran parte dal primo diverfo . Si forma immediatamente Ideafavorevole del parlare di Caio ^ e Cajo non pisi reputato un Uomo veridico

, ma.
quella credenza , che non
f rammentato fi foffe della prima fua , fempre per condanQuindi , per mio avvifo , ha avuta la fiia origine il trita

bens un biafimevole Bugiarda


gli farebbe ceffata
nabile , Invenzione

,
.

poco

ne pi a

lui

fi

prefta

Proverbio Mendacem oppcrtet effe memorem


{Fy II Zoppicare, fecondo tutti i Pifonomifli, fegno di aver T anima non retto, ingiufto, ed ineguale . S. Paolo nella Pillola 12. rj, agli Ebrei dice: Greffus reBcs fiicite pedii>us iiejirh , ut non caudkam qui erret ; e nel Salmo 17. 46.

abbiamo : Fil alieni mentiti funt mih


Fili alieni jiveterat funt , ? claudicaveruxt
Bene a propofito perci fi appropria un tal gefto al bugiardo .
a femtis fuh
:

[ci

Cio,

mente non

un Uomo bugiardo non pu


fi<a

arrivato

tanto correre colie fue buge

e fcoperto per quello che

che final-

Fignra la Buga il P. Ricci "Dn Fanciullo con faccia -velata e nafcojla . Ha 'jiclno
una Bestia fonndable colle Corna in capo . Tifne in mano la patera
, ed
colla
faretra
folla quale Jta una banderola da Fa?iculli , e neW altra mano V arco
alla cinta piena d firalt . Da canto vi far una Tavola ella Lc^ge . E' velato par
due ragioni : Prima perch la Bugia fi nafconde fotto certe parole colorite , ed
apparenti . Secondariamente per la vergogna ed obbrobrio che patifce un Bugiardo , che ' filmato molto vituperofo appreffo gif Uomini , La Pica per effere
davanti bianca , e dieti-o nera, i (fecondo Pierio Valeriana ) il Geroglifica della Bugia . LaBeflia formidabile, perch in tale d trasforma il Bugiardo. La Stater nelle mani dei Bugiardo denota eh' il fuo proprio voler contrapefare il
falfo colla verit . La Banderafa fignifica che il Bugiardo pazza , mentre fi
parte dai vero , e nel parlare repugna alla mente propria , di cui oggetto la
verit . L'Arcategli Strali fono le parole dei Mertitore, colle quali terifce piuc"ch non ferifcouo le Saette ifteffe , La Tavola della Legge gli (la in difparte per
jion ravvifarla , dando quella fondata fulla Verit, tanto da Loro polla in oblo >
Ha io fteffo P. altra Figura delia Buga Vomo con una Vipera in capo . E' tirata
con una fune , ed Egli fa forza flaMrf . Dalla Bocca gli ufcird una Fiamma ardente ,
A'or fotto ti Mantello una fpada nafcofta , con che feflejfa , ed altri ferifca . Rivolga'
r con un piede una Ruota da Cretajo . La Vipera denota gif acuti morfi , che altrui d la lingua del Mentitore
E' tirato , e fa forza flabilirfi , per far compreadere che IT Bugiarda ripugna alla propria cofciewzarj-ehe ha mira al vero . La_
fiamma che gli efce di bocca la lingua del Bugiardo, che cagiona fncendj , c-jftragi traile Genti . Ferifce f fteffo ed altri , perch le Bugie fanno fomma vergogna a chi le proferiTce , e perch fono fempre indirizzate a danno di qualchediuia . La Btuota da Cretajo h fimbolo della Buga j imperciocch la Ruota.

vna Pica

voiseii

ICONOLOGIA

270

BUGIA.
Jcllo

Stcjfo

DOnna

involta e ricoperta nell' abito fuo, quanto fla pofTbile . Il


VelHniento da una parte lari bianco, e dall'altra nero. Terr io
Capo una Gazza , e in mano una Seppia pefce .
La parte del Veftimento del color bianco moftra , che gli Uomini bugiardi primieramente dicono qualche ^C^erit per nafcondervi fotto la bugia, imitando il Diavolo, il quale, come dice San Giovanni Grifoltomo
ut mendacum Jmm rara <ve~
fiiper Matth. Concejfum efl hiterdum vera elicere
commendent
ritate
.
L' altra parte di dietro del Vcdiraento nero , fi fa in quella fentenzx
di Trifone Grammatico Greco, la quale diceva, che le bugie hanno la_j
coda nera , e per quella medefima ragione a quella Immagine fi pone in
capo la Gazza , che di color vario , e la Seppia , la quale , fecondocch
.racconta Pierio Valeriano nel lib. 28. quando fi lente preia , manda fuori dalla coda un certo umore nero, nel quale fi nalconde , Itimando con
Cosi il Bugiardo ofcura f ftelfo con
tale inganno fuggire dal Pelcatore
la finzione delle buse , e non viene mai a luce di buona fama
-,

FATTO STORICO SAGRO.


empio Caino lordato fi era le mani nell' innocente fangue
Abele, 1' interrog il Signore. Dove Abel tuo FraForf fon' io cultode del mio
Io non lo so
tello ? Il Bugiardo rilpoic
Fratello? Aggiunfe col mentire delitto a delitto , e fi proccacci la Di-

ALlorch

1'

del Fratello

vina maledizione

Cenef.

cap. 4.

FATTO STORICO l'ROFANO.


UNaLuimenzogna
Antigono,

falv ad Eumene Cardiano la vita . Combatteva contro


il quale aveva fatto fpargere nell' Ffercito dell' inimico
lettere , nelle quali prometteva gran premi a chi uccidcfse il Capitano
Giunto ci a notizia di Eumene, chiam a parlamento il fuofcfercito

rendendo grazie di non cfserfi trovato Uomo, che tentato avcfse contro la
fna vita , e difse che le Lettere erano itate da Lui fcritle , per fare una
prova della fedelt de' fuoi Popoli . Ci iijtefo e creduto dall' Eltircito

Pcrfp

'l'I

^^^

^^

volgendofi dal Crettijo , ta clie una malia piccola vada f ian piano crefcendo , fii*ch fi riduca il Vaio all' ultima per.ei ione e grandezza; cos talora un femclice
fofpetto l'u qualche perl'ona rago irato da un Bugiardo , viene a divulgarfi , appoco
appoco crefcendo va aumentandofi in modo j che H rapprelenta poi per mtra verit , con fomnio detrimento del Calunniato

rO

MO

PR

_^

271

^erfni now vi fu, che vero non Io credefse^ n alle Lettere fii pi data
credenza ; ed Eumene fi liber dal timore . Menzogna fu. quelk s, ma_J
folo in tal cafo menzogna non appieno condannabile , e maffime in un Gentile

Fulgof,

lib,

1.

A T T O FAVO

a.

celebre Pallore, ft prefnte al furto del Beftiame f^tto ad A-pc>f*-;


lo da Mercurio , il quale diede a Batto la pi bella Vacca delle rba patto , eh.' Ei non dovefie palefrlo . Egli, non folo promife
tfftte
di tacere, ma d pi moftrando a Mercurio una Pietra, difse che prim?_j^
avrebbe quella parlato, che Efso , Mercurio non fidandof troppo di Lu

BAtto
'

poco dopa fbtto un'' altra forma , e cangianBue


un
, ed una Vacca, s' Ei gli additava dov' era
do k voce, gli offerfe
manca della.
Batto
fedotto^ dal doppio premio
cercava.
che
il Beftame
punire
il buDio
per
il
de'
furti"
Allora
tutto
il
t
r
fcoprl
e
parola
data
finfe

partirfene r

ma

ritorn-

,-

quale
giardo mancatore, la trafmut nella Pietra di paragone *
fcere f llan veri e legittimi i metalli ,. che le fi faa toccare
Meum^ lb^ 2

ir

fa'

cono-

Ovoide

o.

Cefare Bjpa ,

Glavanetto- moro,

veftita d*' azurro ftelato di ora,. Sopra if capof avri


Nella delira mano un Velo nero , e colla finiltra terr
uno Scudo d color di oro , in mezza del quale vi fia dipinta, una. targa
.
con motto che dice .

un Gufo

'

AUDENDUM

F A T T

S T

OR

C O

A G R O.

Ralle tante e tante terribilirime piaghe,- colle quali Iddio , per mez-za de' fuoi Serv Mos ed Aronne , dimolir T infinita fua Potnza
all' Egitto
ed a Faraone , acci quelli fi rifolveffe a lafciar partire il fuo
diletto Popolo- , una delle pi feroci fi fu un denfiffima Bufo Difife 1' AItifTimo a Mos v Stendila tua mana collaf Verga verfa del Cielo , acciocche cadano fulP Egitta tenebre si folte , si denfa caligine , che palpare ix
poffa , Ubbid Mos r e tanto- a-w-enne , e durarn le tenebre- per trc--giorni , nel qual tempa niuna pot vedere n tampoca il iho Fratello
n ardi muoverfi dal luogo dov' era
Poco o nulla ( faviamente riflette il dotta P.. Camillo ETurantc ) fervivano tra quella fbrta d' ingombro le faci ; poich effendo^ quelle tenebre
prodotte da denfa e palpabil caligine in mezza a quelle le faci non potevano {tendere i loro^ raggi , ma rnconcentrati , e ripercofli le rendevano al
pi qual Pruna infocata , ma da lungi ravviiarnon fi potevano , per la fteP
,^

.-

fa denfit d caligine interpolla ,

Sola.-

ICONOLOGIA

27*

Solamente in GelTen
cbiara rifplendeya

e ovunque

Luce.

la

/o</.

avevano

caf.

la

loro

abitazione gli Ebrei

io.

FATTO STORICO PROFANO.


ANnibale

Cartaginefe acerrimo

fue vittoriofc genti palato

il

ncnco de' Romani , aveva gii colIc_>


Fiume Anieto o Aniene , ed inviato fi

era alle mura di Roma ; quando f gli fece fuor di ogni fuo penfier
Fiacco Conible incontro , che con grandiflimo ardimento di Lui e de*
fuoi, lo tir a battaglia. Gi in ogni lato / combatteva afpramence , c_>
fi copriva di fangue il terreno
Il Romano mirava Roma , come
amato
albergo del fuo fangue ; ed il Cartaginefe 1' aveva innanzi gli occhi , come premio e guiderdone della Vittoria Moftrava ognuno 1' ellrcmo di fui
polla ferendo, incalzando , uccidertdo ; quando di repente fi ofcur fuor di modo
il Cielo 5 e di mezzo a' terribili tuoni e Ipaventofi baleni fcefe con ifpelfa pioggia tanta gragnuola che il Cartaginefe cosi j come il Romano fu coltrctto tutto molle di acqua e di fangue , fpiccarfi dalla fiera battaglia
Ciafcueii il
giorno feguente fi raddoppi lo
np Jl ritralfe a' fuoi alloggiamenti
ftupore ; giacch fuonando le Trombe , chiamanti 1' uno e 1' altro hfercito alla Zuffa
mentre era un bellifllmo fereno , allorch fi venne alle mari 1 il Cielo pi minacciofo e pi ofcuro che prima , e grandine e pioggia in tale copia vers che non permife in alcun modo che gli Eferciti
Al quale maravigliofo lucfi potetfero offendile
e li coltrinfe a ritirarfi
felfo ponendo mente Annibale , fi lafci intendere non effer quello il tempp della rovina di Roma, e fi traljTe in ficuro . Tlutar. nella. Vita, di ,An.

-,

fiibdef T Livio

'":

ERa
la

lib,

'[

FATTO FAVOLOSO.

fecondo

26,

Gentili

1'

rebo

quale venivano punite le

la

pi orrida parte dell* Inferno

Anime

dei pi fcelerati

Io dicevano Figlio del Caos e della Notte , cangiato in


pitato nell' Inferno , per avere foccorfo i Giganti nei loro

combattimento

Invidentia

US

nel-

Altri lo crederono Marito della Notte , e che da


ave.fe molti Figliuoli
Cosi Cicerone : .Amor , Dolus , Metus , Labor >

Dei

in disfivore degli

Lei

Alcuni
Uomini
Fiume e preci-

Fatam

Tertitucia

ti^tos ferirne

SmeSlus

Tarc-e

Mors

Cicer, nel 3,

lib.

A, cA>
v(y

Tenebrie

Mi/erta

^terela

Sommai H^os omnes trebo


della Nat, degU Dei.

Hefperidcs

sjy

-,

-^
-^r

Grati*
y

&

tra7^o(ie

cA> ^4^ ^4^


4^

My

si*'

CACCIA

TOMO
A

P 1*^0'

Dell' .Abate Cefari

I
Orlandi

*7^
i

vaga Profpettv s in parte della quale fi mirino Monti i


in altra parte una vafta Pia, ed una folta Selva ,
Giovane di vita agile e_>
dipinga
una
robufta
11
nura ,
Velia
fnella di volto alquanto ofcuro , ed abbronzato
abito di color verde fliccinto > e corto . Porti ad arAbbia
macollo un Archibufo , e lo Zaino da munizioni
in tella la Corona reale . Sollenga colla deftra mano un

Rupi

lungo battone

a cui fiano appefe


_

varie pelli di Qiiadru-

Daini _ Cervi , Lepri ec. e varj VoTordi, Fringuelli, Lodole,


, FagiaiJ,
lniltro pugno un Albore, o Sparviere,
ed un laccio pendente . Abbia a piedi varj Strumenti da Caccia , comi;_>
farebbono Corni , Spiedoni , Archetti , Panioni , varie Reti , Lacciuoli ec.
Le fi mirino attorno de' Cani
E* la Caccia 1' arte , e 1' atto di perfeguitare le Beflie , e gli Animali
Salvatici, che paflano fottoil nome di cacciagione , per farne preda. Con-

come Leoni , Orli , Cinghiali


latili uccifi, come Starne, Qiiaglie
ec. ed anche varj Pefci .Tenga nel
pedi

Mm

fiderata

fOf^MOLOGTA

^74

fiderata nel fenfo fuo generale la

c^^i^ , q il meftier della Caccia , incerca o V infeguimeato cosi del Salvatico coperto di pelo , come degli Animali pennuti ; ma nella lua pi -propria , e riitrctta fignificazione , applicali folamente alle Bellie o Fiere de Boichi
e de^li Uccelli
chiude

la

falvatici

Fu Tempre mai confiderata la Caccia e Pefcagione cv^c un diritto devoluto , o trasferito all' Uomo dallo fteOfo Altiffimo Creatore , dcfumcndofi
da quclP arbitraria illimitata autOx'it , che Egli 11' Uomo concedette fopri
tutti gli altri Viventi dell Terra. Nel Geneii cap. i. ver. 28. parlando
ad Adamo , ed Eva , dopo averli benedetti Loro dTe Dominamini Tifcibus
Maris ,
Terram .

Folatilibus

E dopo

il

manu

cum

'veflrte

e^

Diluvio a

terror <vefler ac tremar


lucres Ccelit

Cali

Junt

No

^nimantbm

ammalia Terrx
Terram

moventur fuper

Da

qnx

mo'-jentitr

nella ftefla Gcnefi cap.

fttper cnnEa

ftt

miverfis qu

traditi

wiiverfs

quello emanate fono le

&

9.

Juper

Et

ver, 2

fuper omnes Vo-

Omnes

Tifces

Maris

Umane Leggi

jquafi

univerfalmente ftabilite fopra la Caccia , le quali dilpongono che ficcomc-


diritto o la ragion naturale delle cofe , le quali non hanno Padrone appartiene al primo PoflefTore , cos le Beftie falvatichc , gli Uccelli , ed
Pefci Cano in propriet di chiunque giugae il primo a farne acquifto
Fin dal principio del Mondo, per teltimonianza delle Sagre Pagine , Caino , Lamech , Ncmbroth , Ifmael , ed Efau attefero a cacciare le Fiere , e
denominati vengono robufti Cacciatori . I Tcbani ne facevano efcrcizio particolare , e ne formarono i primi delle regole per ben cacciare , che poi
paCfarono a' Frigi > e quindi alle altre Nazioni e la Caccia divenne un*
il

Arte

Fingo
ia

la

mia Immagine una robufta Giovane, di vita

d volto alquanto ocuro

efercizio

agile e Clelper dimoftrare che un talc_


Fiere ne* Bofchi con armi da_j

ed abbronzato

particolarmente d' infeguire

le

e da punta , proprio della Giovent , e richiede agilit di vita unita a robuftezza di forze , e di compleflorte atta a relilterc alle fatiche c_j
a* travagli , che necelTariamente accompagnano limil divertimento . yenxndi

fuoco

fiudium , ac voluptas multo labore afficit , & incomodo , giu.*lamente diCfc Livio.
3. Decad. lib. i. Chi ali* efercizio della Caccia vuol darfi , conviene fi
adatti a difaftrof ed alpcftri cammini , fcordi le dilicatezze di una vita.j

comoda , ed all' ufo rufticale fi efponga all' intemperie de' tempi;


che ne procede che vediamo i Cacciatori quali tutti cw carni groflb-

agiata e
4al

Une

e da' cocenti raggi

del Sole aborurtolate

Certo non elTcre ne* Giovani riprenCbile l'ufo della Caccia, mentre per quefla fi rendono di corpo pi fani , pi robulti, pi pazienti alle
fatiche , e fi tolgono da una vita molle , ed oziofa , che a quelli per loppi la forte cagione di perdimento di forze , e di fanit ; onde Orazio d
primo libro de' fuoi carmi cant :
Manet p ^ove frigido
yen-ttor tenerti

Conjugis

immerntri

Vcftc

TOMO PRIMO.

27^

Verte abito d color verde uiccinto e ofto, pef driloftrare primieramente nel verde , che il colore delle frotdi de* Bofch i e dell* erbe.
clie quefte deve trafdofrere il Cacciatore ed a quefto
delle Campagne ,
effetto fi pone 1' Immagine in mez20 a vaga Profpettiva , iti parte della_
Rupi , e Bofchi , e in altra parte valle Campagne.
quale fi mirino Monti
EfTendo poi il verde fimbolo dello fperafe , fi da al Cacciatofe per darc_
a divedere che Quelli vive in continua fperanza di far preda , ed a cagied agita fenza ripone di quella non cura pericoli , abbandona le agiatezze
fo la propria mente nello Audio de* mezzi onde giungere a' bramati acquiti .
L' effere I' Abito iuccinto e coj-to , fignificativo della fpeditczza, che
nel Cacciatore .
richiede
fi
La Corona Reale, che porta in teda fighifica eflere la Caccia un efercizio nobile e Regio ed anzi al prefente un diritto Reale > che principalmente riconofce la fua origine dalle Nazioni Settentrionali de* Barbari,
allorch inondarono I* Impero Romano , le quali avendo ( dice Efraima
Chambers fecondo la Traduzione dall* Inglefe ) apportato feco u)f nclinazio^
-,

-,

zene pia forte ver/o

qiieflo divertimento ; ed il Topolo trovandoji in pojfeffo di


mezzi di fufftflere co^ prodotti delle Terre e de' Fondi di foloro 5 che Eglino avean vinti , e fottomejji , i Loro Ducit e Capitani cominctaron
ad appropriarli il diritto della Caccia , e laddove Egli era prima un diritto na-

nitri

e pi facili

turale

ne fecero un diritto regio

di Caccia
lo

diriva

tra

Cos Egli continua fino al d f oggi : // diritto


.
T^oi appartenendo folamente al i^e , ed a quelli 1 n* quali il P^

Giulio Polluce nel quinto Libro dell' Onomaftlcon eforta Comodo Imperadore alla Caccia ; come a Studio Eroico 1 utile al corpo , dilette vi e_i^
ali* animo , induttivo all' audacia , e difpoltivo alla gagliardezza militare f
cofe tutte che pi, che ad ogni altro , convengano a Perfona , che abbia il
comand. Senofonte Cyropedia lib. 1. riconofce la Caccia delle Fiere comt
Tirocinio della Vita militare , e perci profeSata dagli Eroi , e da' Priftcipi ; e fecondo lo fleffo Senofonte nel primo libro della Tedia , i Re d'

ebbero in fsmmo pregio , come vera meditazione delle cofe deliaimperciocch la Caccia ha in f un certocch di Battaglia . In_j
fatti dall' ufo di cacciare le Fiere forti ncll' Uomo il penfiero di combattere contro 1' Uomo , e dalle medefime Fiere apprefe i llratagemmi , ch_*
con tanto utile fi mettono in opera nelle Guerre.

Perfia

Guerra

I'
;

Oltredicch

come dopo

le Battaglie

fo le fpoglie de' vinti nemici

fi

riportano da' Vincitori con trion-

cosi la conquiftata

ed uccifa Fiera fi por,


proprie Cafe dall' allegro Cacciatore , e fi appende la di Lei pelle , o qualche parte di elTa , in contraffegno quafi d' infigne Vittoria . Paragona l' Arofto Canto if, Stanz. 50. la Cafa del fiera
Caligorante alla Cafa de* Cacciatori .
ta

come

in Trionfo alle

alpini Fllle, e nf Caflelli


Suol Caecator, che gran perigli ha fcorft,

iljtal nelle

Sdle- Torte attaccar

orride

zampe

rfute pelli

gro/J capi d'

Mm

Orj

Per

ICONOLOGIA

47^
Per quefta ragione
fono appefe

,eui

le

Figura della Caccia foftiene

la

varie pelli di Quadrupedi

ed

il

lungo baftone

varj Volatili

Ha

nel finiilro pugno 1


Aftorc , o Sparviere, per indicare che la Cacnon fi reltringe a i foli Qiiadrupedi , ma fi eftendc agli Animali che
vagano per i* aria i ed ancora a' Pefci nelle aque Della Pefcagionc par.leremo in particolare altrove
Cosi 1' Ariolto nel fuo Furiofo Cam. 7.
cia

Stanz. 32.

Or per le ombro f valli, e Ulti colli


Vanno cacciando le paitrofe Lepri ;
Or con fagaci Cani i Fagian folli
Con flrepito ufcir fan da Stoppie, e Vepri
Or a' Tordi lacciuoli , r ve/chi molti
Tcndon tra gli odoriferi ffinepri ;
Or con ami invefcati , ed or con reti
Turbano ai Tefci i grati lor fecreti .
L' invenzione di far preda de' volatili fi attribuifce , fecondo Tommafo Garzoni nella Piazza Univcrfalc Dijcorfo 59. ad UlilTe , che fu il
primo, che dopo la caduta di Troja port in Grecia Uccelli armati, ed
ammaeitratiad infcguire, ed a predare gli altri Uccelli ; e dicefi che penfaffe a quello , per dare una fpccie di foUievo con Cmile divertimento a Coloro , che erano addolorati per la morte de' Parenti
Tiene nella finiitra un Laccio , per eifer quello , giufta la teftimonianza
di Pierio Valeriano , Geroglifico del Cacciatore , e perci dice che con_
ragione a Diana fono appropriati i lacci , e le reti, come principali armi
de' Cacciatori , per elTer quella Dea Capo , e Macftra della Caccia
Nel
.

Salmo 80.

1;.

3.

fcritto

Liberavit

me

de laqueo

Venantiur/i

Varj fono i Strumenti, che fi adoprano per le varie forti di Cacce t


e perci porta ad armacollo 1' Archibufo , e lo Zaino da munizioni ( per
elfere qucil' arme , dapoi che fi ritrovato 1' ufo della Polvere artihciale per armi da fuoco , il pi elfenziale , e comune per la Caccia ) ed a*
piedi

Le

Spiedoni

gli archetti

Lacciuoli

le

reti

le

panie

ec.

perch la Caccia , fecondocch fi prattica tra noi , fi efeguifce principalmente co' Cani , de' quali ve ne fono varie fpezie, accomodati alle diverfe Cacciagioni, come Cani da corfo , Levrieri , da ferma , da cerca , Terrieri , o da Pianura ce. e per aver quefta Beilia
un naturale iilinto , a differenza ancora degli altri animali,
Ferrarefe Poeta ne]
Bell' infeguirc le Fiere . Defcrive a meraviglia
il
furiofo Cam. 39. 1' ardente brama, che ha il Levriero di cacciare.
fi

mirano attorno de' Cani

....

Lcvrier che la fugace fera

Correre intorno, ed aggirarli 7uira,

J^c pu

Che

'l

Cani andare in fchera

cogli altri

Cacciator lo

Si tormenta
'Schiattifce

tien

s' affligge

irtiarnQ

flrugge

ft

e fi dijpera

t fi dibatte

d' ira

t tira

Fatto

TOMO PRIMO,

Z77

FATTO STORICO SAGRO.


Figlio d' Ifac era cosi dato alla Caccia , che per effa non risparmiava travagli . Un giorno da quefta torn affannato in modo e lallo j
che fentendofi divorare dalla fame , e incontrandofi nel Fratello Giacob
che cotta aveva una mineftra di Lenti > a Lui richiefe la vivanda , ed in
vece gli cede il fo diritto di Primogenito A motivo di quello fuo genio per la Caccia era dal Padre amato, il quale
effendo
gi per
vecchiezza , e flufsione degli occhi j e mancanza di villa , ridotto a_
letto, e concependo la morte quafi a f vicina , pens dover pronunciare
tra i due Gemelli Figli la paterna benedizione ,
ed in particolare di dichiarare Efau per erede delle Divine promeffe , e per il Primogenito
della Difcendenza da Dio eletta . Chiam Egli pertanto Efau , e gli co-

ESau

mand che

prefc le ufate armi fi portaflfe al bofco a cacciare , e gli apvivanda di cacciagione , fecondo 11 fuo guflo , a Lui noto
NonL_
tard di efeguire il comando Efau, ma Rebecca Madre avendo intefo il
diicorfo del Marito Ifacco , lo rifer a Giacobbe , e ordinandogli che fi
veftilTe degli abiti di Efau fuo Fratello , e coprilfe le mani ed il collo
colle irfute pelli de' Capretti, apprettata la vivanda, fecondo il guflo del
Patriarca , a Lui la confegn , acciocch al Padre la portaOTe
Ottenne 1'
intento ; Giacobbe fu benedetto per Efau , che tornando dalla Caccia , e
trovandoli prevenuto , e ingannato , pianfc la fua difgrazia , e concep foramo odio contro Giacobbe Genef. cap. 25. v, 27. 28. cap. 27.
preilafle

FATTO STORICO PROFANO.


Mitridate Re

Ponto fu tanto vago

di

del meftler

Campagna

della

Caccia,

che

fenza mai pofar fotto


alcun tetto . Bench in tal racconto vi poffa eOfere dell' aggiunto , nientedimeno fi rileva eflfere flato quello Re un memorabile Cacciatore . Tonim
Garz. Tiaz, ^nv. Dlfc, 59.
flato fette

dicci! elTere

anni

alla

FATTO FAVOLOSO.
avere Eneo
PErSacrifici
Diana

Re

Calidone , e Marito di Altea obliato ne' fuoi


Dea sdegnata , per vendicarli , mand un fiero
Cinghiale a deraflare le Campagne di Calidonia
Fu perci ordin?.ta-j
una memorabile Caccia , ed i Principi Greci quali tutti li unirono per
abbattere la ferocilGma Bellia. Era Meleagro Figlio di
Eneo Capo della-;.
Caccia Atalanta Figlia di Jafio Re di Arcadia , e di Climene , prima di
tutti fer il Cinghiale ; Meleagro 1' uceife
11
che fatto , Meleagro don
la Telia della Fiera ad Atalanta . I Fratelli di Altea offef che s nobii
Trofeo doveffc ufcire dalla lor Patria , fi fecero contro la valorofa Donzella , e fuoi feguaci ; perlocch sdegnato il Donatore rivolfc le armi con,

di

quella

tro g'

ICONOLOGIA

178
tro
la

gro

ingiulH Zi, e li f cader morti a terra. Saputofi ci da Altea,


quale confervava il tizzo fatale , in cui confifteva la vita di Mclcag'

morti Fratelli, tutta crucciofa lo gitt in mezzo alle


immantinente ardere g' inteflini , a mifracchc
e quello confunto , mori . O'jv'ti. Metam, ti. 8.

per vendicare

fiamme

Meleagro

quello ardeva

>

feniifli

CALAMITA'.
/)

Cefare

^pi.

DOnna

meda t veftita d nero , e maP in arnefe > moftrandofi debole


regga lopra una Canna , tenendo in mano un mazzo di Spighc_j
di grano rotte e fracafTate , come quelle , che vengono abbattute dalla
tempefla
Il
veftimento nero fignifca malinconia, che compagna perpetua delia-Calamit
S' appoggia alla Canna , perch non fi trova maggior Calamit , che
quella di Colui , che ila in pericolo di rovinare il quale fi conduce niolfe volte a defiderare la morte per rimedio ; e la Canna per eflfere vacua
e poco denfa , facilmente fi Ipezza alfopravvenimento del pefo , come facilmente mancano le fperanze di quefto mondo , perch ogni fone di vento , ancorch debole > baltante a mandare in ruina e la fabbrica , ed i fondamenti
rielle nolire fperanze, e per quelfo fi domanda Calamit da i calami delle Canne .
Il mazzo del grano acconcio ,
come detto abbiamo , fignifica la perdizione e ruina delle biade , che il principio della nofira Calamit
fi

CALAMITA',
Bdlo

DOnna

afcutta

elemofina

Stejfo,

tutta piena di

con pochiflmi panni , che le


e con alcuni cagnuoli , che le fiiano
Terr le mani in atto di dimandare

lepra

cuoprono le parti vergognofe


lambendo le piaghe delle gambe .

MISERIA.

Calamit

DOnna

e Mjeria

federe fopra un fafcio di canne rotte e Ipcz*


mezzo ad un canneto .
Si dipinge niella, perciocch la miferia rende 1' Uomo mefto , ed an
corch la Fortuna f gli niollri alquanto benigna , nondimeno non fi rallegra mai, come dimoftra Seneca in T ielle .
niella

ignrda

zate in molti pezzi in

Troprium hoc mijcros

j'tqHtur

^Jdeat felix Fortuna

l^amq'um
Tame/i

reb:is

affli ffos

lcet

credere

vitium

Uth

gaudere pigct
Si fa

TOMO PRIMO,
terra ed Ella tnfierac con ciTc
la

miferia abbondanza di tribulazionc

Le canne

179

che le fue fperanze fono andate a.


perch dice S. AgoiHno nel lib. de fin,

Si fa a federe ( a ) per moftrare

fracaTate furono fcmpre porte

Calamit da che Romani pigliarono poi


Biandando calami le Canne .
la

anticamente per fignificare_>


di Calamit diil nome

FATTO STORICO SAGRO.

IE
j no

Calamit che veDTarono l' Ifraelitco Popolo baftantementc dimoflraro


quanto foggetto fa 1' Uomo ad eiTe ,
e quanto altres fia folle *
allorch in mezzo all' iiteflfe fi confonde , fi perde , fi difpera
Tirannegiatij opprelfi g' Ifraeliti dal feroce Re Faraone , mand loro Iddio Mos >
che per mezzo di foprannaturali prodigi , e fevera punizione del Tiranno e fuoi Sudditi , li tolfe dalla raiferabilillima fchiavit Inoltrati nel deferto , per giungere ali* acquifto della promeflfa Terra , la fcabrofi via ,
r amarezza delle acque 1' inopia de' cibi > la lianchezza di un forfo di
acqua onde refocillarfi , li affalsc in modo , che non fi arrogarono di fofpirare la fervit di Egitto . Col fubito ajuto di una Colonna di fuoco , che
per il viaggio fu loro fcorta , colla dolcezza data alle acque amare a
col far cadere dal Cielo abbondanti faporiti cibi j col far fortrc da una_
Pietra , al folo tocco della Verga di Mos , acqua perrcnne , moftr Loro
1* Altiflimo , quanto
ingrati folcro alia di Lui bont col difpcrare , e_>
.

mandar

voci di doglianze

fuori

t e miferie

>

indivife

compagne

e di mormorazione
dell'

nel

umana condizione

tempo
.

Efodo

di calami.

FATTO STORICO PROFANO.


afsuefarfi Diogene Cinico a fopportare
con indifferenza le mondacalamit, di mezzo Verno fi accollava alle fredde ftatue di Marne
.
mo , e di bronzo a dimandar loro limofina , dicendo che ci faceva per
avvezzarfi a foffrire di cfferne poi dalle porte de* Ricchi fenza pane ri*
gettato . Trovatofi Egli un giorno ad un pabblico convito , in mezzo al
favellare ne riport cos fiere percoCfe di bafiofie che in pi luoghi della
Perfona grondava fangae . Con tutto quello Ei non fi turb punto , e dimollr (credo per fai vare 1' apparenza , e dare fpicco al fuo filofofico
penfare ) che ad Elfo nulla caleva il gravilEmo oltraggio . ^Jlolf. Off",

I^Er

Stor.

lib.

1.

cap.

27.

FATTO

^ <z ) L' ateo di l'edere , oltre moki altri diveril lignificati chff ha , conta ancora quello di calamita e miferia . Nel Vangelo j dove feritto del cieco nata,
e mendico
foan. cap. $. a. 8. cosi abbiamo . Nenne Me efl qui fetkl>at ,
men^
ikak.it Ed in San Luca ca-p. i. v. 79. fi legge Bummare ih , qui tenel>rts,(y
iti umbra
monis fenerit di Giobbe legniamo : Scdeimi in jlerqulUnio . Virgilio ij
queila fciitimcnto dilTe : Eueid. 6.
'
.... Ssdet , aiirnHm(pit [tiini

ICONOLOGIA

28o

FATTO FAVOLOSO.
NOn

prov la Frigia calamit maggiore i che per la rabbiof ferocit


Egide una delle Gorgoni , Mollro nato dalla Terra , che vomitaQuefa le bruci le fova fuoco e fiamme con un fummo nero e denfo
relte , e le campagne , a tale che gli abitatori furono cortretti ad abbandonare il Paefe
Pallade uccife quella Gorgone , e ricoperfe il fuo Scudo
colla di Lei pelle
per il che quello Scudo fu poi denominato Egide di
Palladc
Omero . Vrgil. iSlatal. Cont. Mtol, lib. 4. cap. 5. de TalUde ,
di

CALUNNIA.
Di

DOnna

BJpa

Ce/are

che moftri eflere sdegnata


Nella finiftra mano tenga un torcio
e con la delira prenda per i capelli un Giovanetto nudo, e
,
mani giunte al Ciclo > e da una parte vi far
il quale alzi le
.

accefo
lo llringa

un

Bafiiifco

Dipingell con

e dallo sdegno

un vilb iracondo

perch

cagionata

dall' iracondia

Il
Torcio accefo dimollra che la Calunnia inftrumento attiffimo
ad accendere il fuoco delle difcordie , e delle rovine di tutti i Regni ,
Il tirarli dietro il Giovine 1 che ha le mani giunte ,
ci fa conofcere >
che il calunniare non altro, che lacerare la fama degl* innocenti.
Le fi dipinge accanto il Bafiiifco , perciocch , come n;nra Pierio Valeriano nel lib. 14. , i Sacerdoti Egizii ponevano quello animale per la Calunnia; perch ficcome il Bafiiifco fenza , mordere da lontano, perniziofo
ali' Uomo collo fguardo , cos il Calunniatore, parlando di nafcofto all'orecchie de' Principi, ed altri, induce traudolentemente 1' acculato, che riceva danni , difagi , tormenti , e ben Ipedb la morte , fenza onde poterli
aiutare , non iapendo il torto , perch gli vien fatto in afsenza , come fi
vede avvenire in molte Corti , ed Erodoto fopra la Calunnia nel lib. 7. cosi
Caliimnmor initriam fact accufato , non prefsntem accnlans ( <J )
dice
.

FATTO

y^a") La. Calunnia dipinta da ApeJle , defcritta da Luciano , e rapportata da Vincenzio Cartari immaginata nella feguente maniera
Sta fedendo a guifa di Giudice uno cue ha le orecchia lunghe fimili a quelle dell' Afino . Due Donne una
per lato moftrano di parlare fecretamente a Codili
E' 1' una di quefle 1'
Ignoranza , 1' altra la Sofpizione . Il Giudice porge la mano alla Calunnia , ci.e i
vicino a Lui in orma di Donna bella, ornata, ma che nell' afpetto modra di
efere piena d' ira, e di fdegno
Ha Collei nella finiftra mano una taccila accela j e colla deftra fi tira dietro per i capelli un Giovane nudo , quale amaramente l duole 5 alzando le mani giunte al Cielo
Va innanzi a Lei il Livore,
io; r Invidia ,
clie e un Uomo veccuio , magro , pallido , e langnente . Dietro
le vea.

TOMO PRIMO.
FATTO

iJi

STORICO SAGRO

e Moglie diGioa-
,
Vecchi ? che nel Popolo non bafifa figura facevano , fti da quelH tentata e con lufinghevol parole , e con minacce , ad
accudire alle impudiche lor voglie. Alz le flrida la caftifima Donna, alle
quali Gente accorfe . I perfidi Satrapi volfcro torto la mente alla Calunnia e portatili unitamente con molti del Popolo a Gioachim , al colpetto di Lui , e del Popolo , accufarono d'impudicizia Sufanna, dicendo che_
mentre Eglino foli nel Giardino pafTeggiavano , entr la Moglie di Gioachim , n di Loro avvedutali , licenzi le Serventi , che feco aveva , li
racchiufe ed a f introduffe un Giovane gi avanti ivi nafcolto , ed a Lui
copia fece di fue bellezze . Per la qual cofa richiefero che Sufanna data
foCTe alla morte . Si and tofto a dire effetto alla crudel dimanda , ed i
Vecchi i primi fijrono che afferrarono l' infelice Confid Effa per la fua
Giacch el^
innocenza in Dio ; n Egli lafci impunita la nera calunnia
fendo Daniel Giudice della Caufa , efaminati gli Accufatori , trovati vari e
mendaci, e fcoprendo il Popolo la perfidia, contro i due Vecchi infuriofi,
ed in pezzi li fece , e Sufanna riconofciuta innocente , rend grazie all' AltiHimo , ritornando lieta e contenta all'addolorato Conforte. Daniel, cap. 13.

SOrprefa

fola nel fiio Giardino Sufanna Figlia di Elcia

chini da due sfrenati

FATTO STORICO PROFANO.


ANguftia

si grande apport al cuore di Diolppo Ateniefe la Calunnia_j


contro Lui inventata , di aver involato in un pubblico convito un;i_3
tazza di oro ,
che non potendo fopportare che gli occhi di tutti in Lui
folo fodero rivolti, fi diede volontario alla morte , coli' immergerli ui..3

pugnale nel petto


lib.

2.

cap.

^pollodor. .Atenief. citato

dall' ^Jlolfi nella

fua

Off",

Stor.

I.

FATTO FAVOLOSO.
Vertale fu calunniata d' impudicizia , ma Verta fece un miracolo
fuo favore , per manifeftare la di Lei innocenza , e fu , che elfendovi un Vafcello vicino al Porto carico di Statue di quella Dea , chej

CLaudia
in

un millione

di

Uomini non avrebbe

fuo Cinto lo tir nel Porto

Ovvido

potuto

muovere

e Claudia col folo

CAPRIC-

Ic vengono dne Donne , le quali fembrano lufingarla , facendo teda della fua
bellezza , e fono in atto di vieppiii ornarla . E' l' una la Frode , T altra l' Inida . Dietro a quelle vi un' altra Donna , che la Penitenza , con certi pochi
panni intorno , tutti rotti e fquarciati , in atto lagrimevole ed affai dolente .
Sembra , che fi affligga oltremmodo > ed abbia fomrao roiTore , per vedere appreiTari la Verit.

ICONOLOGIA

t9^

CAPRICCIO.
S>i

Ce/are

^pa

veftto di var] color , In capo porter un Cappelletto Umile


veilimento , fopra il quale vi faranno penne diverfe . Nella dcftra mano terr un Mantice , e nella finiftra uno Sperone .
Capriccioll fi dimandano quelli , che con idee dall' ordinarie degli altri
Uomini diverfe , fanno prendere le proprie azioni, ma colla mobilit dall'
una all' altra pur del medefmo genere , e per modo d' analogia , fi dicono capricci le idee , che in pittura , o in mufica , o in altro modo fi
manifeltano lontane dal modo ordinario : 1' incollanza fi dimoftra nell* et

Giovanetto
al

fanciullefca

la

variet nella diverfit dei colori

Cappello colla diverfit delle penne , raoftra che principalmente nelfantasa fono porte quefte diverfit di azioni non ordinarie .
Lo Sperone , ed il Mantice moltrano il Capricciofo pronto all' adulare
altrui Virt , o al pungere i vizj
Il

la

1'

CARE-

TOMO PRIMO.
TI A
A R E

DOnna

macilente

Salice

magra

Bjpa,

e mal veftita
Nella deftra mano tenga un ramo d
una Pietra pomice , ed accanto avr una Vacca
.

nella fnftra

la

largamente in pi
l

magra , per dimoflrare I* effetto del mancamento


umana neceffarie , perch il danaro folito a fpenderf

Carefta

delle cofe alla Vita

Dipingefi

to

Cefare

%t$

trasferifce

felici

tempi

poco meno che tut,


dimodocch
facilmente i Poveri
,
per CarelUa di pane , e di danari

nelle fterili Stagioni

nel dominio di pochi

rimangono macilenti e malveltiti ,


La Pietra pomice , ed il Salice Pianta fono

iterili , e la fterilit prin


nafce alcune volte ancora per infaziafaile
quali fogliono ( fraudando la natura ) afflig-

cagione della Carella

ma

cupidgia di alcuni Mercanti

cpal

gere la povera Gente .


Dipingefi appreffo la Vacca magra per fegno di Cureflla, e quefto flgnificato lo moltr Giofcffo nelle Sagre Lettere j quando dichiar il fogno
di Faraone .

FATTO

ICONOLOGIA

a84

FATTO STORICO SAGRO.


L'Affedo

che Benadab Re di Siria pofe alla Citt di Samaria cagion


Carellia di Viveri tra gli Abitatori di ElTa , che cofe veramente
deplorabili su di ci fi leggono nel quarto de' Re . Una Tefta di ACno fu
venduta ottanta pezzi di argento battuto . Lo Sterco de' Colombi , (tental

de vafi

al prezzo di cinque
feudi per Mifura . Nulla tutto ci , rlfpetto
accidente che fegue . Paflando un giorno il Re d' Ifrael Joram per le
mura della Citt , gli fi prefcntarono due Donne una delle quali tali fuppliche a Lui porfc onde gli faceife ragione . Cotella Donna ( ditte
) proall'

pofe a me che per iSftenerfi in vita , in mancanza di tutt' altro , mangiar


doveffimo i nollri Figli ; In efecuzioae di ci , unitamente fatto abbiamo Palio del Figlio mio . La Fame pi ancora liiriora e' incalza , e nega_j
adefTo Cortei di uccidere il fuo , e fovvenire a' miei crudeli bifogni ; anzcch lo ha nafcollo , n vuole pi la promeflfa attendere . Udita cofa si
luttuofa il Re , fi ftracci daddoffo le veftimenta , ficch il cilicio gli fi
vide nelle carni , fi tolfe da quel luogo , e nuovo penfier prefe , per liberarfi da cos orrida Fame ficcome avvenne a' prieghi del Profeta Elifeo
ci

4. de*

i^e

cap. 6.

FATTO STORICO PROFANO.


SAgunto Citt

della Spagna fcdelifllma a' Romani, per il lungo afledio , che


pofero i Cartaginefi , talmente flrctto , che da neCfuna banda le poteva venir recato Toccorib di vettovaglie fu ridotta a tale Iciagura, che i
le

dopo eOTerfi pafciuti delle pi immonde e fozze cole , piuttot


rompere la fede data a' Romani , accefero un gran fuoco in mezPiazza della Citt e portivi prima dentro i pi ricchi e prezofi
vi gi^ttarono dopo le Mogli , e i Figli , e fi uccilero tutti
Entr

fuoi Difenfori
fl che

zo

alla

arnefi

dunque finalmente entro

il

come

e vidde la Citt

grime

Di

qui nacque

fi

il

occhi nel' orrido fpetnon pot trattenere le laSaguntina , allorquando fi

fiis gli

miferamente vuota ,
Proverbio della Fame
qualche crtremit di vivere . ^/lolf.

tacolo-

favella di

Nemico ,

Off.

StQr%

lb.

3.

cup.

9,

tattofavoloso.
Fu

tale la Carertla che prov l' Ifola d' Egina in cui regnava Eaco e
tanta dur , che parte per le continue pioggie onde reft 1' aere infetto
parte per i peflimi nutrimenti , co' quali avevano procurato ibrtentarfi que*
miieri Abitanti, forf una Pertilenza si feroce j he tutti morirono, fuori
li.

aco

e fuoi Figli

Owid^ Met,

Ub, y.

CARE^

TOMO PRIMO.

285

CAREZZE AMATORIE.
Di

UNamato
landa di
baciarli

Sjpa

e graziofa Glovanetta , veflita d' abito di color vago , ricavarj , e leggadrett ntrecciamenti , coronata d' una Ghiredera , e che con ambe le mani tenga con belliffima grazia due

bella

Colombi

Cefare

di

un mafchio

I'

altra

femmina

che

con lafcivia mortrino di

Emendo le Carezze amatorie figliuole della Giovent , e della Bellezza,


perci giovane , e bella rapprefentiamo il foggetta di quefta Figura
Il vertimento di color vago , ricamato di varj , e leggiadretfi ntrecciamenti , fignifica i fcherzi , e i varj e diverfi incitamenti 9 da' quali negli
Amanti nafce il defiderio della congiunzione amorofa
La Ghirlanda di edera vero lignificato amorofo ; perciocch dettala
Pianta , come dicono diverli Poeti abbraccia e ftringe ovunque ella accolla

onde fopra di ci co' feguenti verfi

Mentem amore
Meder hac

revincens
,

(& illac

ut

cos dice Catullo

tenux

arborera implicat errans

Tiene con ambe le mani due Colombi, come di fopra abbiamo detto,
perciocch gli Egizj per la figura di quelli Animali lignificavano le Carezze amatorie , elTendocch elle non vengono alla copula venerea tra di loro,
prima che infiemc non fienl baciate , e perch le Colombe tra loro ufano
allettamenti de' baci molti , gli Autori Greci hanno affermato eflere a_j
Venere dedicate , etTendocch pontaneamente l eccitano fra di loro all' atto
venereo Molto pi fopra di ci li potrebbe dire , ma per effere s delle
Colombe , com' anco dell* edera apprelTo tanti Autori di confiderazione ,
ed altri di bello ingegno , cofa nata e manifella , 1' uno per i baci , e_?
1' altro per gli abbracciamenti , il che tutto conviene alle Carezze amatorie , non folo non mi ellender pi oltre per autorit , n per dichiarazione 5 che convenga a detta Figura , ma anche per non trattenere 1' animo
del Lettore in cofe lafcive e pericolofe .
,
.

FATTO STORICO SAGRO.


BEnch

di tante forprendcnti doti arricchito dal Signore Salomone , bench da Lui replicate volte avvertito a non abufarli di fua bont, nientedimeno dalle lulnghevoli carezze delle fue numerofe Mogli , e Concubine trasportato , non dubit farli un Mollro d' ingratitudine verib l' infinito
Benefattore , e a tanto giunfe , che a Loro ifligazione s' induflfe ad adorare
Dei ftranieri , concitandoli contro la fuaPerfona, ed il fuo Regno , l'odio
del vero Dio. 2. de'
cap, 11,

FATTO

ICONOLOGIA

286

FATTO STORICO PROFANO.


LAma

di Argo forf dalla feccia del Volgo ad una incredibile (lima di


grazia, di belt, e di ogni accorta maniera, colla dctcllabile fama_j
di trarre qualfivoglia pi figgio Uomo all'adorazione di fuaPerfona, per
mezzo de' fuoi lufinghevoli vezzi , Cortei non contentandoli delle fut_>
MelTliggicre , givafene Ella ftefla sfoggiatamente veflita per le Accademie
e per le Scuole di Atene , diviando la Giovent dagli Studj , dillogliendoli

dal far bene

e li attirava pi Elfa Scapeftrati dietro , di quellocch Socra,


Platone ProfeCTori di fcienze e difcipline
Venuta poi in potere
di Demetrio Re, o diciam meglio, venuto Demetrio Re in poter fuo, gli
fece far pazzie per fuo amore
Avendo Quelli fomma urgenza di danaro
per foftenere la Guerra , gli Atenieli a Lui fecero un donativo di duecento
te

talenti

vafene

ma

folle

il

Amante

gli

don

tutti

immediatamente

Lamia

Sta-

mifera fua Conforte Eufonia , per bella che folfe , in abbandono.


Venae finalmente Lamia a morte , e Demetrio si al vivo da tal perdita
fu penetrato , che i Filofofi di Atene difputavaso , e dubitavano f pi
ovvero le ricchezze che nellc_
le lagrime folfero, che per Lei gett
Mondegneto
chat,
dall'
efequie {pefe
uAJolf. Off. Stor. lib. 2. cap. 4.
la

-,

FATTO FAVOLOSO.
QUelP

che fuperato aveva nell* Egitto il crudeliflmo Tiranno


Mauritania il fortiffimo Atleta Anteo ; nella Spagna_j
Gerione Mollro xii tre Corpi ; nella Tracia Diomede , che i fuoi Cavalli
nutriva di carne umana ; quell' Ercole che aveva vinto i Leoni , e ancor
Fanciullo foffocato i Serpenti ; che tolto aveva dal Mondo tanti Ladroni,
e Malfattori ; che coramoifo punto non fi era alle tenebre dell' Inferno
al furore delle fette Tette dell' Idra , al letifero veleno del Cerbero ; Quello llelfo Ercole non reliikndo a' lufinghevoli vezzi di Onfale Figlia del
Re de' Lidi , non fi vergogn di renderfi a Lei Servo , e concetlale la_j
fua armatura di pelle di Leone , veltito in abito femminile , traile Donne
ed al Fufo . 2{atal
di Lei imiile e abbietto, alla Conocchia fi addellr
Dqam
ec.
cap.
Oi'vid.
i.
in
Conte MiioL lib. 7,
Ercole

Bufiri

nella

CARI-

TOMO PRIMO,

CARIT.

DOnna

veftta d foflb, che in eima del capo abbia una fiamma d


fuoco ardente . Terr nel braccio finiftro un Fanciullo al quale dia
il latte , e due altri le ftaranno fcherzando a' piedi . Uno di efli terr alla
detta Figura abbracciata la delira mano .
Senza Carit un feguace di Grillo, come un' armonia difsonante_5
d' un Cembalo difcorde , ed una fproporzione ( come dice S. Paolo ) j per la Carit fi dice e (Ter cara unit perch con Dio e con gli Uomini
ci unfce in amore e in affezione j che accrefcendo poi i meriti, col
tempo ci fa degni del Paradifo .
La Vefte rolsa , fignfica Carit per la ragione toccata d ibpra_a :
per la Spofa nella Cantica amava quello colore nel fuo Diletto
La Fiamma di fuoco per la vivacit fua e' infogna , che la Carit non
mai rimane d or. :rare , fecondo il folito fuo amando ; ancora per la Carit volle che s' interpretaife il fuoco Criilo Noftro Signore in quelle
parole
Ignem veni mittere in tenam ,
qnid volo , nifi ut ardeat ?
I tre Fanciulli , dimollrano che febbene la Carit una fola virt , ha
nondimeno triplicata potenza , effendo fenz* efsa , e la Fede , e la Speranza di nefsun momento , Il che molto bene efpreffe il Signor Giovan-j
:

&

Bucndel

ICONOLOGIA

288

Buondelmonte nel Sonetto fatto da Lui


ne^ delle parole di San Paolo , e dice

pm

ogn* altro raro

d*

Dono
Cos

che in

tu

propofito

da

d lodarti dejtojo

Celefie

mano

e foirano

"^on bai tuo albergo , ma in benigno e umano


Tu paziente fei , non opri in vano ,
7v( del ben far fei tumido ,
faflofo .
Ogni cofa fojfrifci , e credi , e /peri ,
T^on penft al mal , di verit fei pieno
In ricchezze
Carit

Deh

in

onor

non poni

che mai ven meno

col tuo fuoco i bajft

Scaccia

ad immitazio-

mai, n ambizofo

cor pAperbo

dolce

e preziefo

vien

io lo flile alto

avefs'

Come fon

Tu

noi

in quello

cosi

di

te fol

mi

affetto

miei penjer
rfcalda

il

petto

CARIT'.
Dello Stejjb

DOonna

veftita di abito rofso .


Che nella delira mano tenga un cuoardente j e con la linillra abbracci un Fanciullo
La Carit abito della volont infiiib da Dio , che e' inclina ad amar
Lu , come nollro ultimo fine j ed il proflimo come noi Itcfli 1 cosi la_j

re

deferi

vono

Teologi

Sacri

dipinge co '1 cuore ardente in mano e col Fanciullo In braccio


per notare , che la Cariti un puro affetto e ardente nell' animo vcrfo
le creature . Il cuore fi dice ardere quando ama , perch movcndofi gli
al cuore
fpiriti di qualche oggetto degno , fanno reitriiigere il fangue
arde
calidit
di
per
fimilituquale
per
elfo
alterandofi
dice
che
la
fi
il
,

fi

dine . Per i due Difcepoli di Crifto Signor Noltro dicevano , che ardeva loro il cuore > mentre Egli parlava e fi poi communemente ufurpata queila translazione da' Poeti nell' amor lafcivo
.

Il

Fanciullo

dipinge a conformit del


mhi fecjis
,

fi

tninimis meis fecifiis

\
jnoftra
a.

velHmento
che fino

detto di Criilo

^wd mi

ex

ro'fo
all'

per

la

effufione

fimiglianza che ha
di elfo

fi

iknde

la

col

colore del fangue

vera Carit

>

fecondo

teitimonio di San Paolo

Cariti

TOMO

Carit

RIMO

i5^

UNa

Carit viddi al Signor ludoro Ruberti Auditor del Cardinal SalGentiluomo di molta bont e di varia erudizione ornato i e_
per afsai caro al fuo Signore .
Era quella Carit rapprefentata da un arbore d' Olivo > al quale cominciava feccar alcuni rami, e dal tronco di eflb ufciva un liquore , che davii
vlati

nudrimento ad alcune erbe, ed alboretti , parte de' qtali ufcivano dalle radell' arbor grande , e parte di efli pi di lontano . Credo vogIia_j
fignificare che la Carit , e colui, che la vuole ufare deve toglier dei
fuo nudrimento a f , per compartirlo ad altri , e prima ai pi proflimi

dici

e poi ai pi lontani
Qiiell' erbette credo fignifichino alcuni ajut , che da a maritar Zittelle
fecondo intendo , e gli alboretti certo fono alcuni Giovani , che a fua_j
fpefe tiene qui in Roma a lludio , tra quali fono Lodovico e Marcantonio Ruberti , uno Nipote del Signor Gio; Matteo Ruberti , che fu Segretario di Paolo IV, e poi di Pio V, , 1' altro Nipote del Signor Francefco Ruberti . che fu Segretario di Siilo V. mentre erano Cardinali , i
.

poco comodi , fono dal detto Signor Ifidoro , in tutto nodriperch fopra P arbore vi un motto , che dice Morims rcj'mjcit
par che anco voglia dire, che mentre Egli invecchia, e va alla fine, nodrendo quei Giovani , in efli rinafca . ( ^ )
CARNOo
quali reftati

ti

Il

I.

( rt ) Cos immagina il P. Ricci la Carit : Dckm di beUifm-o afpctto ;


Terpara ; fregiatu di pngiatijfime gemm! ; ccrcnata di ero ; co' piedi fcpra un fondamento ,
Tiene in una mano un ramo di Melo granato , e l' altra la tenga pogfabrca
giata fui capo i un piccolo Fanciullo
A' piedi le far un Cornucopia pieno i ricchezze , denari , gicje , ed altre ccfe
Avr vicino uno Scudo , deve dipinta una 7eja ,
Le fcorra "vicino un Fiume , che vada a ibcccare in una
fopra la quale il Pellicano

"vejna di

non la fmo)-% , ma pi V accenda . Veftita di ricchifllmo manto


di regia Porpora , fregiata di preziofe gemme , e coronata di oro , per effere Regina e principalilfima Virtx'i tra tutte . Tiene il fondamento , o fabrica fotto i

Fiamma grande

la Carit edifica , ed principio di ogni edificio pertetto . Om, perche


breggia il Melo granato la Carit , perch' ficcome quello apre e fquarcia la propria corteccia , per racchiudere i granelli , cosi quella permette ancora il proprio
danno , per follevare altrui . La mano che tiene fopra il capo del piccolo Fanciullo fignifica che proprio di quarta Virti proteggere , e tar beneficj . li Cornucopia , e i denar; a' piedi , perch la Carit non sa tenere in pregio le cofe t
Mondo , per la fomma unione che ha con Dio . Lo Scudo indica che ribatte i
La Teda , che
colpi delle tentazioni e degli affanni , facendoli parer dolci
fegno di omicidio ^ e di altri mali coperta dal Pellicano , per dimoflrare che la
Carit aliena da tutte lcfcelleraggrni.il Pellicano, finibolo della Carit, perche Eglifi ferifce il petto, per avvivare i proprj parti Il Piume che rapidamen-

piedi

te corre alla

bolazioni del

Dio

fiamma , e non la fmorza , denota che tutte le acque delle triMondo non poflbno ammorzare il fuoco della Carit e amor di

'

ICONOLOGIA

ipo

CARNOVALE,
lieH*

UOmo

*Ab(Ue Ctfare Orlandi,

Avr

alla

certa

e pngue

Mafcbei-a al volto . Sar coroV?porrer una mezza Luna


iiv.1
un abito bizzarro , e teatrale . In una delle parti di detto abito fi
vedranno dipince carte d Mufica , e varj itromenti muCcali > cio Violini , Violoni, Oboe, Traverfieri , Mandole, Chitarre, ec. Nell'altra parte faranno dipinti varj piatti di vivande fumanti di carni, e molti Volidi baffa rtatiira
di

riLito

tili uccifi

edera

qui e

nito di galloni

ed

fparii,

conipolti

in c^iia

fafchi

di

la

biccliieri,

ce.

L'abito

varie penne di Uccelli

tutto

Colla

fari guer-

llniitra

mano

tenoa un ramo di foLiue di Fico . Colla delira una borfa verfante danari
Gli ilia apprefTo un Cavallo fenza freno .
E' il Carnovale quella Stagione di allegrezza e di divertimento , che
nelP Italia , pi che negli altri Pacfi , viene folennemente oJervata
La parola Cirno-vale Italiana, e fecondo il Traduttore di Efraimo Chambcrs .
M. d't Can^e Li driva da CARN-A-VAL , perch allora la Carne cu lulLt^
.

pentola,

pe>-

^inii

t.<:U

compcnjare la Stagione,
ojjer'V.t

cl)e

dee lijll^:re, di alincnza e di disvino;

che nel Latino corrotto

CAIvNlSPlClUM

come

ancora

lo

f:i

cbianato

denominano

CARXELEVAMKN,
Spagnoli CARNHS

gli

TOLLENDAS
Certa

TOMO PRIMO,

291-

Certa cofa fi che il nollro Carnovale un rimafugli'-) delle fuperiUziofe cerimonie del Gentileimo ; e particolarmente trae la fua origine dalSolennit
le ilrepitofe folennit che in onore di Bacco fi celebravano
che da' Latini venivano denominate Bacciznalia, e ne erano Miniltre lo
Donne perci chiamate Baccanti . Quelle fcapigliate j e coronate di edera
C di pampani col tirfo in mano , andavano come impazzate fallando iii__
compagnia di Uomini in abito di Ninfe e di Eroi , portando confezioni
e da bere , battendo con certe sferze Chiunque ave itero incontrato , e coir
isfrenata licenza fcorrevano tutto il Paefe . In Roma Cmili Felle fi folennizzavano nel Mefe di Novembre
Perch poi furono introdotte e permelTe
ancora di notte , fi chiamarono l^yBileia
Si avvanz per tanto la fmodcrata
licenza , che fu necefTario il proibirle per tutta 1' Italia , con Decreto del
Senato
Ma da alcuni Imperadori , come di Elogabalo riferifce Lampridio
furono non folo rimeffe > ma con anzi maggiore sfrenatezza e diibnelt, pubblicamente efeguite
Fingo la mia Immagine Uomo di bafla fl:atura , perch la Stagione del
Carnovale affai breve , durando per 1' ordinario un Mele , e poco pi 1
ed alle voire anche meno, cominciando propriamente dopo il giorno folenne
alla ricordanza dell' apparizione della Stella a' Re Magi , o come vogliam
dire, dopo I' Epifima ; e tra Noi dandofi il vero principio alle mafchere
e a' tripudi il giorno 1 7. Gennajo , e durando fino a tutto il giorno antecedente a quello delle Ceneri Non folo per quella ragione figuro il Carnovale di baffa ftatura* ma ancora perch elfcndo vera Immagine de' mondani piaceri , intendo moilrare quanto quelli fieno fugaci , e quanto male
.

in

elfi 1'

Uomo

fi

affidi

per indicare che in tal tempo moltiillmo fignoreggia.


,
Crapula , i Seguaci della quale , ilante lo fmoderato nutrimento , per Toppi fi vedono di pingue corporatura
Sembra che ne' Carnevalefchi giorni
ad altro penfar non fi debba , che a riempiere il ventre , e che tutto ponendo in non cale , non pi neceffario fia il riflettere , che a Noi accordato il vitto per vivere , non il vivere pel confumo del vitto . Se ne'
Ricchi intollerabile 1' ufo , detellabile al certo in quelli , cui non_j
fu troppo prodiga la Fortuna . In vece di aver quefti confiderazione -alla
tenuit delle loro foilanze , alla dovuta economa della Famiglia, altro non
iftudiano che fare un lieto facrificio , di quel tanto Lor rella, alla corrente
folennit . Si mangi , fi gozzovigli , e vada pur la Cafa a ruina
L' allegro
tempo non permette che fi volga il penfiero a foddisfare a' Creditori , e
pur che la Gola fi foddisfaccia, non fi bada a gcivarfi di nuovi debiti, per
Nota colloro Giovenale
fare acquifto de' pi rari , ed apprezzati bocconi
Si dipinge pingue

la

Satira

-""^

11.

Mnltos porro vides


.

qnod

ereditar introtirn Julct

Et qmbus

in jolo

Egregins aenat

Et

cito

cafurus

/.epe eltifus ad ipfum


cxpeBare macelli

iii'vcndi

meli-ifq'ie

jam

caufa palato

efl

miferrimas iorum

perlucente ruina

Oo

Me-

rCOl/OLOGlA

z^a

dementa per omnia

Intcrex gujlus

"I^untquam animo prettis


<Attendas

in

magis ilU

quartini

ob/lantius

jiivant

qua

interim fi
pluris ermmtttf
:

La Mafchera al volto efpreffiva propriamente


tal tempo permeffo alle Perfone il traveftirfi

del Carnovale

mentre

e coprirfi la faccii_j
in guifa da non elfer riconofciuti . Se vogliamo ricercare l' invenzione delle Mafcherc , dobbiamo i^ primo penfiero attribuirne al ribelle Lucifero ,
giacch Elfo , coperta la propria forma fotto il volto di maliziofo Serpente
indulTe la prima Donna all' orrido delitto
Di tal Maellro g' infegnamenti
fi feguono , non fi ha roffore immitarlo
Che lagrimevoi cofa , a mio lenti
mento , il mirare che 1' Uomo dotato di ragione fi lafci llrafcinare da_j
un peffimo introdotto colUime a farfi gloria di elTere annoverato tra Pazzi !
Confiifo ogni ordine , per le Mafchere nel Carnovale non vi pi diilinr
zione di Perfone . Quella fuperba Dama che in altri tempi crederebbe to,

gliere
di fua

qualche pregio

compagnia

inferiore

in

una Servente

tal

chiarezza de' fuoi natali

alla

ma

quafi quafi di

tempo non

arrofla

fi

f degnaffe

un men che grave fguardo


di rapprcfentar

talora

non dica
,

la

figura

la

fua
d

mentre quella , qual PrincipefiTa , le palla accanto e tutta faflofa le addita o almeno additar le dovrebbe al penfiero , quanto fia l' orgoglio vano e ridicolo . Nulla per quefto farebbe rifpetto agi' inconvenienti , ed a* mali effetti, che dalle Mafchere derivano. I comodi per tradimenti all' onor de' Conforti , per feduzoni d'innocenti Colombe, per difviaraenti degli ftudiofi Giovanetti fono per loppi g' indifpenfabili frutti
d' albore cosi maligno .
Si corona di edera , in ricordanza che riconofce la fua fbrgente dallc_5Fefte in onore di Bacco, a cui era dedicata quella Pianta .
La Luna, per eCfer fimbolo della Pazzia, ognuno pu conofcere f fia_
propriamente data al Carnovale . Che la Luna denoti fioltezza , lo tclHfica
l-icrio ne' fuoi Geroglifici , oltrecch fi rileva dalle lleiTe Sagre Pagine ,
nelle quali il Pazzo paragonato- alla Luna r Stidtttt ut Luna maatur . Chi
pi Pazzo di chi afnante di si fciopcrato tempo >
Vefte abito bizzarro e teatrale , in una parte di cui fi mirano dipinte
carte ed illromenti muficali , nell' altra vari piatti di vivande , ec. per
denotare che in queila Stagione la Bizzaria trionfa , i Teatri fi aprono
banchetti piucch in qualunque altro tempo in_rf
balli fi permettono , i
ufo fono , e richiefti
I Galloni di vaghe penne di Uccelli fignificana la leggerezza del pen;

umano .
La Borfa verfante denari, che

fare

occafione di
fi fcialacqua

Le

filnilli

allegrezze

tiene nella delira

denaro non

mano, efprime che ia

adopra

ma

fi

getta

ma.

foglie di Fico fono

glifico della dilettazione

Lo

il

sfrenato Cavallo

come

il Valeriano llb.
J3. il Geroche col fcnfo fi piglia
mira appreffo , indica lo fmoderato im-

ceftifica

e del piacere

che gli fi
;geto della Giovent che maggiormente
,

fa di

fc detcfiabilc naollra in foaaiglie-

TOMO

PR r

M O.

295

Tutto fi crede permeCfo ; ed il iafciare la briglia allcj


proprie voglie onde libere vagar poflno- per le fpaziofe vie de' moUf
piaceri 1 nel Carnovale fi reputa {bla vivacit e indifpenfabile oDfervanza
Son giorni quelli di giocondit fi grida , devefi
de* Camavalefchi Statuti
tripudiare . E' gi preilo la lugubre Quarefima riferbiamo in si propria
Stagione le morali confideraziont, e dovuti pianti alle noftrc colpe. Pur
troppo fcioperato chi cosi penfa \ Lafciato libero il campo alle dominanti
pallioni , come tanto- facilmente ridurle per la ftrada del retto .^ Tutta ci
il celebre Antonio Zampicri a pennello efprinie in un fua g^raziofi^flkno- inorai Sonetto

migHevoIi giorni

f^leca desto r come Deflrer feroce *


Che armato ha, il fen d* nfaticabl lem 9

Indomito , fuperbo r il pie 'veloce


$^ e li volgendo f a fuo piacer
"Penfa f

giova a

mcr

che

il

mi

mem

reggo appena ,

alzar di vocev
minacciar di verga,
Che morfo di ragion pi noi raffrena >
?^t

l'

afpr ai fianchi ognor JUmolo atroce^.

Et mi trafporta
S perir feco t e chiamo nvan foccorfo ^
Io che fan fenza forze , e fenza fcorta ,

Cos precptof

Id ohi

qiial fento allor crudo

Che mi fgrida : ecco dove


empio Defiri'- ^ fi y

rimorfo

alfin ne porta,
j' u^-yvc-x^za.

al morjo- f,

Carro

ICONOLOGIA
CARRO DELL LUNA,

294

'A

Come

iefcrhto dal Boccaccio rei


della Genealogia degli Dei .

!ib.

4.

UNa Donna
da due

verginale afpetto , fopra di un Carro di due ruote , tiCavalli , un bianco , e 1' altro nero ; per niollrare che
la Luna fa i fuoi corfi di giorno , e di notte . E* anco tirato il iuo Carro i come dice il fopradetto Boccaccio nel 5. libro , da* Cervi eifendocch il cammino, che fi; la Luna, vien fornito pi velocemente di tutti gli
altri Pianeti , come quella che ha 1' orbe minore ; e Claudiano, e Fello Pompeo dicono , che guidato da' Muli , per efler la Liiaa iterile , e
fredda di fua natura, come parimente il Mulo; ed Aufonio Gallo fa
di

rato

guidare il detto Carro da' Giovenchi


Credei! che folfero dati qiiefti animali alla Luna, per la fomiglianza , che fra di loro delle corna; che
perci fi mettono due piccioli cornetti in capo della Luna , come anco
per cffer quelli animali facrificati a quella Dea .
Prudenzio velie la Luna di un bianco, e fottil velo dicendo:
Di bel lucido 'vela a noi l'eflta ,
.

piando
'

/.:

fucciuta /piega

le

quadrelli

Vergine figlia di Latona

po-

TOMO PRIMO.
S potr, anche veftire di Vefte bianca

rofsa

295
fofca dalla cinta

i_j

ed il reftante del vellimento far, negro , moftrando , che la Luna


non ha lume da se j ma da altri lo riceve ; ed da avvertire , che per
bellezza di quella Figura fieno efli colori polli con grazia , i quali moftrano , che la Luna fpeffo fi muta di colore , e da elTa molti indovinano le
mutazioni de' teaipi ; onde Apuleio racconta , che la rolFezza nella Luna
si

fignifica venti , il color fofco pioggia , e il lucido e chiaro aere fereno j


e Plinio nel libro 18. cap. 31. dice il medefimo .
Fu dagl' Antichi dipinta , che portaCfe agi' omeri una faretra piena_j
di Itrali j e con la delira mano una facella accefa
e con la finiltra un
arco . ( tf )
Moilra la Facella ardente come apportatrice della luce alli nafcenti
-,

Fanciulli

dre

perciocch porge

loro ajuto

ad ufcire dal ventre

della

Ma-

( )

Moilra ancora il Lume ^ che fa alli Pallori , 1 quali amano affai la Luperciocch da lei ricevono comodit grande, eifendocch la nottc_?
guardano i iuoi armenti dalle infidie delle fiere
Oltrecci s' intende ancor per il Lume 1' umidit fua , che prella favore alle Piante , che germinano fopra la terra > ed alle radici di fotto
dona aJuto ( e )
La dipinfero gli Antichi , come abbiamo detto , coli' arco , e colla j
faretra 5 perch intendevano la Luna etfere arciera de' fuoi raggi, li quali
fono alle volte nocivi ai mortali , e per dimofirare ancora le punture
che fentono le Donne nel partorire, eifendo quella Dea fopri il parto
na,

-,

delle

CARRO

Donne.

')
Nel rovefcio di uiia Medaglia fatta co.aiarejia Corinti in onore di SetriGeta fi vede Diana colia faretra piena di ftrali agli omeri ; ha iieli' una e
nell'altra mano ima face ; appreffo un Cervo; intorno le lettere C. L. I. COR.
Colonia Laus 'Julia Corinthui
cio
Nel rovelcio ancora di altra Medaglia ^ battuta parimente da Corinti in onore
dello fteffo Geta , fi mira Diana colla faretra alie fpalle ; nella mano delira ha
Le Parole intorno fono :
un diirdo ; nella finiftra un arco ; appreffo un Cervo

i^

inio

'

L con.

Lau% Julia Cornthui.


Diana, fecondo Macrobio , detta da Ja-na aggiunta la lettera D/'^^WT fignifica
Luna; ficch Diana e Lima la fteiTa cofa . Si dice Luaa a lucemio , o percii
riceva lo fplendore da altra luce , che il Sole ; e perci forf ha le due faci.
Firmico Materno M. 2. Alathef. che ogni foftanza del corpo Umal' ~) Scrive
(,
no appartenga al potere della Luna.; per la qual ragione chiamata Guida de'
nafcenti .
(
) Macrobio lib. i. in fo??ip.lo Sclplonh , dice della Luna che // motau;vi^
confornm iy author , (y conitrx , aitont notinuV.a corpora fu Lawims epa 'acce fju pa" hnlc decrefcatte minanrnr . La qual Sentenza da Clemente
tiiniiir
aii^mc'iita ,
Poatefice Romano lil>. H. reco^nit. ad Jacob. Fr. Dom. viene confermata ne' fe"vkkifir
guenti terriiini
Similiter autem fy L'i?iiC curpis , atq; h/sc , qua imperitis
hiordimra permutato , increments fruguvi , r pectidum , o'mnlmnqtie ammajitiufn cotimcda eft Au^rnsutis eni'm ejm , detwrienttfque } rai'ra quadam FrovhkfUite .ari; , omnz^
quod pg/iitur , aiitur , " crejcit
L.

Colonia

(;

ICONOLOGIA

i.$<S

<:arro di mercurio.
Di

Cefare

l^p*.

UN

Giovine ignu^lo <:on un fol panno ad armacollo . Avr i capelli di


oroi fra efli vi faranno penne parimente di oro congiunte inficme
ovvero un Cappelletto con due alette i cio una per banda. In mano porter il Caduceo , ed alli piedi i Talari , che <osl l trova dipinto da*
Pittori, e defcritto ih molti libri da' Poeti, ed in particolare nelle trasformazioni di Apuleio
Sar detta Immagine /pra di un Curro , e vi faranno molti fafl , per
accennare il coftume degli Antichi , che quando pafTavano vicino alle Statue di Mercurio , ciafcuno gettava un faifo a' piedi di Mercurio ; e ci
riferifce Fornuto nel libro della natura degli Dei
Sar quelto Carro tirato dz due Cicogne, uccelli confegrati a Mercurio ) perch qucll' uccello , che chiamato Ibide , una fpezie di Cicogna ( <i ) j la quale nafce in Egitto > come fcrive Arillotele nel libro della
natura

Di -due forti f ne trovano


( tf ) L' Ibide conviene in molte cofe colia Cicogna
ppreflb gli Egizj
Candida e nera La Candida , fecondo Phnio , St. Nat. '.b. io.
c<if. jo, fparfa in tutto l'Egitto. La nera , per fcntimento di Arinotele , Stor.
.

TOMO PRIMO,
natura degli animali

regn

2P7

dovecch Mercurio ( fecondo che narrano

dando a

Stori-

gli

quei Popoli le leggi


ed infegn loro le lettere
nel terzo libro della natura degli Dei, e volle
che la prima lettera dell' Alfabeto fotfe I' Ibi, fccome dice Plutarco nei
libro de iftst ci Ojride , e Ovvid. nel fecondo libro delle trasformazioni fcrive , che Mercurio fuggendo infieme con gli altri Dei 1' impeto di
Tifeo Gigante fi converfe in una Cicogna .
Potrebbefi in luogo ancora delle Cicogne dipingere due Galli, per la.
convenienza , che ha Mercurio , Dio della facondia e del parlare , colia
vigilanza , la quale fi dinota con il Gallo
Con il Caduceo^ ( ^ ) fi dice che Mercurio , ( fecondo Gentili ) fufcitafle i morti , come 1' eloquenza fufcita le memorie degli Uomini
I Talari (e) e le penne, mollrano la velocit delle parole, le quali
in un tratto fparifcono ; per Om. chiama quafi le parole , veloci, alate
e che han le penne , e chi vuol vedere pi difffamente quefte , e fimili altre ragioni delle penne di Mercurio ,
e degli altri fuoi portenti , potr leggere ( oltrecch molti ne fcrivono nella lngua Latina ) il Boccacci )

come

cio

Ieri ve

Marco Tullio

che nella nollra non manca con diligenza

CARRO

27. annida fol-amente

tnttc il reftante
il Pelufio , aborrendo
capo a fimiglianza del Corvo acquatico , il roftro
e roiTeogiante , ' un Volatile rapacifllmo , e perci non.
,
fi da a Mercurio , come
Nume de' Ladri .
Caduceo che fi da a Mercurio una Verga , intorno alla quale fono a~II
([ ^ )
viticchiati due Serpenti in modo , che la parte pi alta del Corpo loro viene a
formare un arco
In cima a quefta Verga vi lono due alette
Si dice da' Poeti che Mercurio ricevette una Verga da Apollo in contraccambio della Lira , c'ne
Elio a Lui aveva donata , e che abbattendofi un d Mercurio in due Serpenti
fui Monte Citerone
che combattevano infieme , gitt loro in mezzo la fua_.
Verena , per fepararli
I due Serpenti fi avviticchiarono ad eflfa col corpo
nella
guifa che fopra fi detta , e perci d' allora in poi Mercurio la volle portare in quella foggia, come fimbolo di Pace, e vi aggiunfe le alette, per ffTere
Egli il Dio dell' Eloquenza , che fi efercita colle parole , le quali per la loro
preflezza fi dice , che volino , onde Virgilio nioat irrevocahik verbum
Secondo
Natal Conte, nel dare Apollo a Mercurio la Verga, gli difTe aver quella la propriet di porre pace tra tutti quelli , in mezzo a' quali foffe gettata k medefima; Mercurio ne volle far la prova tra i due Serpi combattenti , e ne riconobbe ottimo effetto ; onde da qyefto ne venne che lofTe dapoi infignita con i due
Serpi avviticchiati alia Verga
( e ) I Talari fono borzacchini , o calzari con due ali ,

ie^r

Anm.

ib.

9.

Egitto . Ha
aguzzo j uncinato
male a propofito
dell'

e.

1' ibi

il

ICONOLOGIA

ip^

CARRO

DI
Dello Stello

VENERE
,

fi dipinge Giovane
ignuda e bella con una Ghirlanda di
Rcie e di Mortella , e in una mano tiene una Conca marina .
Fu Venere rappreientata nuda , per 1' appetito degli lafcivi abbracciamenti ovvero perch Chi va dietro fempre alli lafcivi piaceri rimane-
rpeflo fpogliato e privo di ogni bene ; perciocch le ricchezze fono
dalle lafcive I>onne divorate , e fi debilita il corpo e macchia ' anima
di tal bruttura, che niente rella pi di bello .
Il Mirto, e le Rofe fono confegrate a quella Dea, per la conformit,
che hanno gli odori con Venere , e per 1' incitamento e vigore , chc_>
porge il Mirto alla lutTuria , che per Futurio Poeta Comico mentre finge Digone meretrice cosi dice .

VEnefe

me porti del Mirto , acci eh* io pojfa


Con pi vigor di Venere oprar l' armi .
La Conca marina , che tiene in mano moilra che Venere fla nata
dal mure, come dilTulamente fi racconta da molti .
Il fu a carro , fecondo Apuleio, tirato dalle Colombe, le quali (come fi fcrive ) ono oltremmodo lafcive , n tempo alcuno deli' anno
quale non ilHano inlieme nei lor gulti amoroli,
ijifil

E Ora-

ro

pR

AI

0^

Ed Orazio, Ovvidio, e Stazio dicono, che Venere tirata dai Cigni


per dimoftrare , che i giifti degli Amanti fono jQmili al canto del Cigno,
il quale tanto pili dolce, quanto quello animale pi vicino al morire
e cos tanto pi gode l'innamorato, quanto pi pena in pmore
Per fare alquanto differente quefta Figura , il Giraldi fcrivc che
nere fi rapprefcnta , come ho detto fopra , in un Carro tirato da due Cigni, e due Colombe, nuda, col capo cinto di Mortella, e con una Fiamma al petto , nella delira mano tiene una palla- , ovvero un globo in forma
del Mondo , e colla finiltra tre Pomi di oro , e dietro le fono ie tre
Grazie , colle braccia avviticchiate .
II
Globo moftra effere Venere dominatrice , e confervatrice dell*
Unverfo
I tre Bambini ( a ) fono in memoria del Giudizio di Paride , a Iode_
.

Ve

della fua fingolar bellezza

Le Grazie fono

damigelle di Venere, che allettano, e corrompono


facilmente gli animi non bene Itabiliti , nella Virt
le

CJARRO

^^

im

Cj
i

^ Nelle nozze di Teti , e Peleo gitt la Difcordfa alia Meiva dei^Ii Dei
di oro , fu cui era fcritto Detur
Pulchrioki , o come vuole^ Naal

omo

Conte PuLCRioR AcciPiAT . Pu cadone ci d sran riffa


ti:aile Dee ,
ed h_,
ilpezie tra Gumone , Palkde
e Venere. Giove" decret che teVminr rovefTs
,
la Guerra tra queie tre
, Paride Figlio
d Priamo, e di Ecuba, eie fette fpo^
ghe paftorah abitava nel Monte Ida . Paride nulla apprezsando
le grandi ofter^
te

Lui fatte

da Giunone

di quefta guadagnolTi

Pallade

la protezione

1'

giudic a favore di Venere

odio delle altre due

Dee

perloccn

ICONOLOGIA
CARRO DEL SOLE,

300

cJAM.

dovr rapprefenfare con figura di Giovanetto ardito , ignudo


con chioma dorata , fparfa dai raggi , con il braccio deftro dilleche rapprefentino le trc_>
fo , e colla mano aperta terr tre Figurine ,
1'
e
le
faette
arco
Nella
finiftra
mano
avr
Grazie

e fotto i piedi uii_j


Serpente uccifo colli ftrali
Sole
ILornato

fi

Giovane

Si fi

E per
fempre

la

in

folo

Gio-vani fono

Giovanezza

Febo

e di

finiltra

buono

mano
in

quali Tibullo cos dice

etern^itncnte

&c.

vollero fignificare

vigore del fuo calore

SoiHene colla
di bello

Poeti, fra

autorit dei

coli'

Cht Bacco

di cofe

le tre

quello

la virt

nuove

Grazie

Mondo

del

e belle

Sole

produttore

per dimoitrare

che ciocch

tutto apparifce per la fua

luce

>

e da quello in gran. parte prodotto.


Con il Serpente morto , e colle frezze C dipinge , per accennare Ia_j
favola di Pitone uccifo da Apollo ; finto folo per dimollrarc i giovevoli
eff-jtti , che nella terra opera la fjrza del Sole
afciugando le fupcrfluit
degli umori 3 e rifoi rendo le corruzioni
Star

P R

M D^

501

fopra di un Carro r
da Oyvidio nel fecondo libro delle MetamorfoQ cos fi dipinge
D ricche gemme qnel bel Carro adomo .
Star detta Figura

con

bella, dfpofizione

Ed ha d* oro il pmone , e l' ajfe


Le curvature delle ruote intorno

Da

falda

fafcia

d'

or

I ragn fon che fa. pi


D' argento , e gemme

E tutto
CV in

infteme

chiaro

il

qnale-

d' oro 3

cerchiate foro

;'

giorno

un fotti lavoro
gran lume porge ,
in

il

del da Terra il Carro non fi fcorg .


Quefto Carro , come racconta il Boccaccio nel 4. libro della Geneolo-gi. degli Dv;i , ha quattro ruote , perch nel fuo corfo di un anno cagiona quattro mutazioni dei tempi j ed tirato da quattro Cavalli , delli quali
primo dai Poeti chiamato Piroo , il fecondo Eoo v il terzo
il
Etone ed il quarto Flegone ) e con quelli hanno moflrato la qualit
ed il cammino del giorno ;- perciocch Piroo, che il primo, fi dipinge
roffo , cCTendocch nel princfpio della mattina , oliando i vapori che fi levano dalla terra, il Sole nel levarfi rolTo ; Eoo, che il fecondo, fi
dimoftra bianco , perch efiTendofi fparfo il Sole , ed avendo fcacciati vapori', fplendenre e chiaro; Il terzo Etone, e' fi rapprefcnta roffo
infiammato , tirando al giallo , perch il Sole ( fermato nel terzo Cielo )
moil'ra; pi rifplendcnte fellefso ; L' ultimo Flegone , e fi figura di color giallo , ma che porga nero , per dimoftrare la declinazione di etfo'
verfo' la. terra, al tempo- che tramontando fa. ofcurare eifa terra ^

CARRO^

ICONOLOGIA
R R o
DI MARTI.

30^

FU

li

rapprefentato Marte dall' antichit i per Uomo feroce , e terrpjle


afpetto , e Stazio nel 7. libro della Tetraidc ,
P arma di cotutta piena di fpaventevoli nioiiri , coli' elmo in tetta e coli' ucPico per cimiero - Colla deltra mano porta un' alla , e con il

nell'

razza
cello

braccio

llniltro

fanguigno

con ardita
Spada al fianco

uno Scudo di fplendore-


fopra di un Carro tirato da due Lu-

attitudine

tiene

colla

rapaci

pi

mollra terrbile e fpaventevole nell' afpettoj per dar terrore e_


{paventar i nimici
I mollri , che fono nell' armatura , nioftrano effere
appretTo di Marte
il furore , 1' empiet , ed altre Cmili paffioni
Gli fi pone il Pico (a) per cimiero, per cDfere uccello dedicato a_3
Si

Marte
v

...

proprio di Marte il Pico , perch come quello


Uccello, percuotendo col torte becco il duro rovere , Io cava , cos colle fpeflo-
battere i Soldati tanto banono le mura delle Citt, che fi ianuo flrada per forza j da potervi entrar dentro ; ovvero ptrcli qucfto augello era molto offervato negli aupur; , alli quali negli antici tempi i Soldati poiievauo tanta mente ,
(_

")

Secondo

il

Cartari

clic

TOMO PRIMO.
Marte per

confida

jo^
contro gli

altri
rollro , nel qual folo
I* acutezza del
animali
L' Afta lignifica Imperio perch tutti quelli , che attendono alle armi

TOgliono elTere fuperiori , e dominare altrui


Lo Scudo denota la pugna > e la Spada la crudelt
Si fa che ftia fopra il Carro , perch anticamente i combattenti ufrano le carrette , e d ci fa menzione il Boccaccio lib. 9. della Genea
logia

degli

Dei

per effere queft animali dedicati a Marte e_>


i Lupi
per modrare 1' infaziabile ingordigia di quelli , che feguono gli eferciti
che mai non fono fazj > fimili ai Lupi ( ^ ) E Omero fa tirare il Carro di Marte da due Cavalli > come animali atti per combattere ed a fu
immitazione Virgilio diCTc .
Gli

fi

danno

-,

Bello atmantur

eq:

hllim

buse armenta minantur

CARRO

die non fi, accingevano a guerreggiare , f prima (gualche a;iigurfo non avevano
prefo
( ^ ) St aggiunge ancora il Lupa a Marte, perche- quefta l>sfl:ia- di v1.t_
acutiilma , e vede di notte j cosi dimoflra ciie gli acc-orti Capitani de.yona vg?dere affai, acci non. s'incontrino aslh occulte infidie da' neinid.
.

ICONOLOGIA
CARRO DI GIOVE.

504

lutila

Stejfo

XmI<

dipinge Giove allegro e benigno di et di quaranf anni


e nelle
SI daglie
antiche d' Antonino Pio
e di Gordiano
ma
fa nudo
y

li

e per coprire le parti virili


armacollo un panno azzurro contefto di varj fiori

dargli alquanta pi grazia

>

le

Meper

metteremo ad

Nella deftra mano tiene un'Alta e nella finira un Fulmine > fando
in piedi fopra un Carro tirato da due Aquile .
Nudo fi dipinge, perciocch, come racconta AlcrTandro Afrodifco, an-

immagini degli Dei , e de' Re , furono fatte nude , per mopo'Tanza loro ad ognuno era manifefta .
I vari fiori fopra il panno fignificano 1' allegrezza , e benignit d quePianeta , e di efli fiori Virg. nell' Egloga 4. cos dice .

ticamente
ftrare che
llo

le

la

Ipfa

tib

blandos fundent cunabuU fiores

Gli Antichi folevano dare l'Afta per fcgno di maggioranza, e perci


nell'

immagine^ di Giove

lignifica j^ucll' ilkllb

rO
II

colia

\o tenefife colla deftra


II

0_

PRIMO.

>o?

Fulmine denota caftlgo, ma per cffer quefto Pianeta benigno j Io tien


finiftra mano , per non cCfere rigorofo j il che moftrarebbe j quando
Carro

dedicate a

mano

tirato da

Giove

ma

in atto di lanciarlo

due Aquile , non folo per mofirare , ome fono


anche per dinotare gli alti e nobili fuoi penCeri ,

, e perci dal giovare_


che Ei fu chiamato Giove .
Gli fi danno anche le Aquile 9 pel buono augurio ch'*ebbe , mentre_
andava a far guerra contro Saturno fuo Padre , della quale rimafe vittoriofo . Come anche perch interpetrandofi Giove per 1' aria pi pura
d' onde nafcono i Fulmini , folo fi dimoftra coli' Aquila che tra tutti gli
Uccelli s' inalza a grande altezza lontana da terra 4

e la liberalit

e finalmente eCfere giovevole altrui

dicell

aq

CARRO.

ICONOLOGIA

505

CARRO
Como

VEcchio

brutto

mente brutto

fporco

SATURNO.

DI
fi

dipinge dal BotcAceio

e lento

>

col capo involto in

e nel fembiante vedrafll mefto

un panno pari-

e di malinconica com-

con abito (tracciato . Nella delira mano tiene una Falce , e col,
Anidra un picciol Fanciullo , quale moftri con bocca aperta voler divorare.
Stari querta Figura in piedi fopra di un Carro tirato da due Bovi negri , ovvero da due gran Serpenti e fopra del Carro vi fla un Tritone-
olla Buccina alla bocca, mollrando di Tuonarla, ma che fi veda che l'".
code di elio Tritone fian fepolte nei piano di Carro , come f foifero
plefTione
la

fitte

in terra

fecondo la menzione che ne fa il Boccaccio lib. 8. della__s


Genealoga degli Dei, mello , per mollrar la malinconica compleflione di
quello Pianeta , e perch Saturno appreiTo gli Antichi fignificava il tempo,
lo facevano vecchio , alla qual et conviene la malincona
Il capo involto , e P afpetto tardo , dimollrano il finiitro alpetto della
Dipingefi

Stella di

Saturno , e
fi dipinge

Sporco

la
,

fua tardanza .
proprio di Saturno

perch

il

concedere

coftumi

lifoneft

Si

TO

.P R I

M 0.

507

il tempo miete , e tagliala


, perch
tutte le cofe jcome anj;he potremo dire , che ,per la -Falce s' intenda la_a
coltivazione de' Campi , eh' Egli nfegn agi' Italiani 1 che prima era

Si rapprefenta colla Falce in

incognita

mano

EflTo divora , dimoftra che il tempo diftrugge que' medelmi giorni, de' quali Padre e Genitore.
(<?)
Si danno i neri Bovi al fuo 'Carro , perch tali a Lui fi facrificavanoi
come racconta Feito Pompeo.
Si pu anche dire, che avendo EfTo infegnato l'Agricoltura per arare
Il

Fanciullo che

non l poteffe , fennon con ifcommodit , far fenza_


i Campi ,
Animali, e per i Bovi fi pongono, come indizio di Agricoltura .
II Tritone fopra il Carro colle code fepolte fignilca , che la Storia__i
cominci ne' tempi di Saturno , e che da Lui indietro tutte le cofe erano

e coltivare
quelli

incerte
in terra

,
,

ed olcure , il che fignificano le code del Tritone fitte e nafcofte


perch innanzi al tempo non v' era materia d Storia .
2

aq

CARRO

(ff) Oppure fi rlferifce a ci raccontano le Pavole , che Saturno vivendo in_


continuo timore di effer da' Figli difcacciato dal Regno , appena erano quelli
nati j che f gli divorava . JS dalla vorace di Lui gola fcamparono pi chcj
quattro , cio Giove , Giunone , Fiutone , e Nenmo , i quali fignificano i quattro
Elementi Fuoco , Aria , Terra , ed Acqua , che danno fenipre , u fono dal tein-
p divorati , come le altre cofe da Effo prodotte .

rCONOLQGIA

308

CARRO

DI

MINERVA.

D Celare I{ipa^

CfA..

DA

Paufanja e defcrtti Minerva nell* Attica Copn un Carro in formaci


i lati uguali, tirato da due Civette , e annata
con una velie ftto P armatura, lunga fino ai piedi Nel petto
all' antica ,
ha {colpita fa teda, dt Medul . In capo porta una celata che per cimiero
ha una Sfinge e da ciafcun de* Iati un Griffo . In mano tiene un' alla
nella cui ultima parte vi avvolto un Drago , ed ai piedi di detta Figura
uno feudo d crirtallo fbpra del quale ha appoggiata la finiftra mano
di triangolo da. tutti tre

Il

Carro

Minerva
mare , e

in

forma triangolare

fecondo gli antichi ) che a_j


armi , dell' arte di telTcre , rica-

fignifica (

attribuilce l* invenzione dell'


Architettura
Dipingefi armata i perch I' animo del lapiente Ila preparato contro
colpi di fortuna .
Lx lancia fignifica l' acutezza dell* ingegno .
Lo feudo il mondo, il quale colla fapienza fi regge .
Il Drago avvolto alla
lancia , denota la vigilanza , che nelle difclpliadoprar
bifbgna
nc
, oppure che te Vergini fi debiwno
ben guardare , come riferiice lopra di d 1* Alciato nei fuoi Eoiblenii
fi

l'

La Cor.

r
La Gorgona

fpiente rende ai rnalvaggi


I GrifS

PR

dipinta nella corazza

e la Sange

M 0.

dimoftra

lo Spaventa

>

che

I'

509
Uomo

fopra

ambiguit rifolve
Le Civette , che tirano

il

dell*

Carro

elmo dinotano

non folo

'vi fi

che

la

Capienza

ogni

mettono come uccelli

ma

perch gli occhi di quella Dea fono di uii_


medefimo colore di quelli della Civetta , la quale vede beniffimo la notte , intendendofi che 1* Uomo faggio vede e conofce le cofe quantunque

confecrati a

Minerva

fieno difScili ed occulte

CARRO

PLUTONE,

DI

Dello Steffo

ignudo
UOmo
capo Tiene

fpaventofb in vifta
in

mano un

con una ghirlanda di eipreflTo in


una chiave , lando fo ed

picciolo fcettro

pra un Carro da tre ruote * e tirato da tre ferociflmi Cavalli > dei quali
[ fecondocch dice il Boccaccio lib. 8. della Geneologa degli Dei j uno
fi chiama
Amatheo il fecondo Alallro , ed il terzo Novio ; e per fair
meglio , che fu c3nofciuta quella Figura di Plutone i le metteremo ai
piedi Cerbero, nel modocch fi fuole dipingere .
Dipingefi nudo , per dimoftrare , che le anime de' morti , che vanno
Bel

Regno

di Plutone

cio nell' Inferno

fono prive di ogni bine

e di
ogni

ICONOLOGIA

^10
ogni comodo
propollto

onde

il

una fua Sanaone

Petrarca La

cosi

dice

a quello

Che

igntda

i* alma,

Conirien che

joU

arrhi a quel dibofo calle .


perciocch cosi conviene eflerc a quelli

che
t
Spaventofo fi dipinge f
commefli.
meritano
gli
errori
fecondocch
hanno da calH^gare li fcellerati ,
Gli fi da la ghirlanda di ciprefTo > per eflere quell' arbore confecrato
Plutone,
.a
come dice Plinio nel lib. i6. della Storia naturale, e gli Antichi , d detto arbore gli fecero ghirlande , per eflere pianta trijta e mcfa i eirendocch , come una volta tagliata pi non germoglia.
Il picciolo fcettro ,
che tiene in mano dimollra eh' egli Re dell*
ultima ) e pi bafla parte dell' Univerfo .
La chiave infegna di Plutone , perciocch il regno fuo di maniera
ferrato , che nefluno pu ritornar di l
onde Virgilio nel 6. dell* Enei:

de

cos

dice

Sci revocare p^radum , fuperasque evadere ad auras


Hoc opus , hc labor efl : panel , qms ^qtrns amavit
'^uppiter

La

carretta dimoltra

r.
giri

di quei

eflere Plutone dagli Antichi tenuto per

che defiderano di

Dio

arricchire

per

ricchezze
E' guidata da tre ruote , per dinotare la fatica , ed il pericolo di chi
vi va d' intorno , e 1' incertezza delle cofe future .
Dei tre Cavalli, come abbiamo detto, il primo fi chiama Amatheo
viene [ come dice il Boccaccio nel luogo citato ] interpretato ofcuro , affinch fi comprenda la pazza deliberazione di acquillare quel che poco fi
meftiero , colla quale giudicato ovvero fcacciato l'ingordo. Il fecondo
detto Alaflro , che fuona 1' illeflb , che fa nero , acciocch fi conofca il
delle

merore di quello che difcorre , e la triftezza e la paura circa i percoli,


che quafi fempre vi Hanno intorno . Il terzo vien detto Novip , il quale
vogliono che fignifichi tepido , acciocch per lui confideriarao * che per lo
temere de'pericoli, alle volte il ferventiflmo ardore di acquillare s' intepidifce.
Gli fi mette accanto il Can Cerbero con tre fauci , per ellere guardiano
di cui

dell'

Inferno

eflendo d' incredibile fierezza

Seneca Tragico nella

Commedia

di Ercole

e divoratore del tutto


, cos dice

furiolb

oltre di queflo appare

Del reo Dite U cafa ,


Do-ve il gran Stigio Carte
Con crudelt fmarrifce V ombre

V alme ;

Sta quelli dibattendo

Tre Jmfurati capi


Con fpa'ventevol fnonO

La

porta difendendo col gran I{egio


Fi gira jcrpi al collo
Orridi da <Vdere

con la lunga coda

yi giace fibilando un fiero Drago

CAR-

rOMOPRIMO.

511

CARRI DEI QIJATTRO ELEMENTI


CARRO DI VULCANO,
Di

Vulcano

dagli Antichi era,

gerlo nudo
celefte

naglia

brutto

e con una

Cefare ^ipa

pofio per

fuoco , e fi coftumava dipincon un cappello di color


;
tenelTe un Martello > e colla liniera una Ta-

affumicato

mano

il

zoppo

Stsr queda Immagine fbpra di un' Ifbla appi della quale vi fia una
gran fiamma di Fuoco , ed in mezzo di elTa varie forte di armi
e detta
Ifola fia polla con bella grazia fopra di un Carro tirato da due Cani
Il Boccaccio nel libro della Geneologla degli Dei , dice 1 che il Fuoco
di due forti il primo I' Elemento del Fuoco , che non vediamo > e
quefto molte volte i Poeti chiamano Giove ;
e 1' altro il Fuoco
Elementare > del quale noi ci ferviamo in terra e per quello s' intende
la Figura di Vukano . Il primo s' accende nelP aere
per il velociffimo
circolar moto delle nubi, e genera tuoni: per il fecondo il Fuoco
che noi accendiamo di legna ed altre cofe che ^ abbruciano .
Brutto fi dipinge , perciocch cos nacque , e dal Padre , il quale di*
cefi eiTer Giove e la Madre Giunone fu da loro precipitato dal Cielo,
ficch and a cidere nell'' Ifola. di Lenno nel mare Egeo , che per fi dipinge accanto la fopraddetta Ifola s dalla qual caduta rell zoppo e fciancato
Ond' Egli vi^ne beffeggiato dagli Dei nel Convivio j che finge.
Orner nel fine della prima Iliade ove dice in fijo idioma .
Immenfiis a:uem ortas eji rfus beatis Diis
&r viderunt Vidcanum per do-mum mjniflrantem
Nou per altro ' fenon perch zoppicava , imperfezione ridicolofa. la
una perfona quando fi muove , e fa qualche efercizio , con tutto ci , da
quella iiletfa imperfezione , prefe vaga materia di lode Giovan Zaratino
Cartellini , mio amico , veramente gentiluomo d.' ingegno , e di bels-
-,

-,

lettere

in quello

fuo

Epigramma

Ad. Venereni de

Dindymo

Pallore claiuda^

Erras non ttms efl natus , Cythersa r CupidoStulta. ubi matr't , nilq; pJtri efi firmlis
;.

Is

nempe efl aecus , nitido fi Imnne falges:


Fdcanascpe pater cUudicat , ille voht
,.

IXiniymis
'i)tq:ie

e,i

ocds fimitis

tibi

totns

tuas confux claudicai ipfe

'^utus hc ejfo

Eft daidiis

tms
c(t

cMum

pttkmor

&

pede

']am defere
ifle

tua,

ore j

mttm

C^efo'

ICONOLOGIA

3ii

prima volta ftampato nell' Iconologia


in Madrigale dall'Accademico Avviticchiato , ma la trasformazione di Zoppo in Zoppa nori_
ritiene quella naturale vivezza e grazia , che in Roma nella prima forma
di Zoppo, al paragone di Cupido cieco figliuolo di Venere, e di Vulca-

Epigramma

Qi-ierto

di

Roma

del

id'oj.

fu

che

ufc

la

dopo molti anni tradotto

no Zoppo
La quale Imperfezione apprefTo Vulcano fignifica , che la fiamma_j
del fuoco tende all' in sii Inegualmente , ovvero per dir come dice Plutarco , Vulcano fu cognominato Zoppo, perch il fuoco fcnza legna non_j
cammina pi di quello che faccia un Zoppo lenza baftone ; le parole dell'
Autore nel difcorfo della faccia della Luna , fono quefle . Midciherum Vtd'
canum dicimt claudum ideo cognombutum fidjfe , quod ignis fine Ugno non magis
progreditur , qnam claudus fine fcipione
.

Nudo

e con

cappello turchino fi dipnge > per dimoftrare , che il


fuoco puro e finsero ; pi diftintamente efpone Eufebio nella preparazione Evangelica libro terzo cap. 3. la Figura di Vulcano coperto col
turbante azzurro per fimbolo della celefte revoluzione ,dove il fuoco fi ritrova integro , perocch quello che dA Cielo in terra dilcende , valendo

poco

il

ed avendo bifogno

Il Martello

ferro fatto con

Gli

danno

fi

e la
il

di materia

che

tanaglia,

fuoco

Cani

fi

dipinge zoppo

tiene

con ambe

le

mani,

fignifica

il

( d )

perciocch

credevafi anticaBiente

che

Cani

Tempio di Vulcano, che era in Mongibello , ed abbajaCfero


folamente agi' empi e cattivi , e li mordelfcro e facefTero fefta a quelli
guardaflero

il

che andavano divotamente a vifitarlo


Gli fi mette accanto la gran fiamma di fuoco , e le armi diverie , che
vi fono dentro , per fegno della vittoria di quelli , che anticamente recavano vincitori di qualche guerra , i quali folevano niccorre le armi degl'
.

inimici, e di quelle farne un

monte,

ed abbruciandole farne

facrifizio

a_j

Vulcano

CARRO

DELL* ARIA.
Dello Stejjb

FU

da Marziano Cappella Giunone per 1' aria , per una Madi una fedia nobilmente ornata, con un vel
bianco, che gli cuopre il capo, il quale circondato da una fafcia, ad ufo
di corona antica Reale , piena di gioie verdi , roife ed azzurre , il codipinta

trona

federe fopra

lor della faccia rifplendente .


La velte del color del vetro, e fpra a quefta un' altra di velo ofcuro. Ha intorno alle ginocchia una fafcia di diverfi colori.

Nella
( ) Cio fenduto dal tuoco fleflbile , e ridotto a fegno da poter ricevere quelXa rornia
, che per mezzo del Martello gli fi vuol dare
daU' Artefice .

TOMO
Nella

deftra

t'amburino

tiene
i

PR

un fulmine

'

M 0.

I
e

nella

5rj

fmlllra

aver un_i

ci

-^

Carro tirato da due belliflimi Pavoni , uccelli confecrati a quefta


ed Ovvidio nel primo de arte umand't , cosi dice .

li

Dea

mano

Laudatas

o/endit anis

pennas

'Simona,

/peSes > illa recondet epes .


cofe fopraddette fignificano le mutazioni dell*
le
altre
vari
colori
,
e
I
in efla , come pioggia? ferenit, iraappaiano
accidenti
che
per
gli
aria
peto de' venti tebbia , tempefta neve , rugiada , folgori , tuoni , e quello
Si taciciis

fignifica

tamburino

il

ri infiammati

baleni

>

che tiene in mano

comete

oltrecc

iride

vapoi

e nuvoli

CARRO

DELL

A C

<^

U A

Dello Steffo.

Da

E'Un

Fornuto nel primo libro della

natura degli

Dei

dipinto

Nettuno

Acqua
per
vecchio colla
1'

barba , ed i capelli del colore dell' acqua marina


Nella deflra mano tiene un_
del
medefimo colore
indoflb
panno
ed un
Tridente , e ila detta Figura fopra di una conca marina colle ruote tirata,
da due Balene ovvero da due Cavalli marini in mezzo il mare ovc-?
"s:i j;!!fi vedano diverfi pefci
Fu Nettuno uno dei tre fratlli al quale tocc per forte 1' Acqua e
.

perci
II

detto

fii
,

del

mare e

Antichi lo folevano dipingere or

gli

porta indofl
del

Dio

quieto , ed ora turbato


color della barba , delli capelli

tranquillo

>

lignifica (

come

come anche

riferifce

il

quello del panno

fuddctto Fornuto )

il

che

colore-

mare

Tridente dimoftra le tre nature dell' acqua perch quelle dei fonfiumi feno dolci le marine fono falic ed amare
e quelle del
laghi non fono amare, n anco grate al gufto .
Gli attribuito il Carro per dimoltrare il fuo movimento nella fii-
perficie il quale fi fa con una rivoluzione e rumore come proprio fanno le ruote di un Carro
E' tirato detto Carro da ferociffimi Cavalli per dimoftrare * Chej
Nettuno flato il ritrovatore di effi , come dicono i Poeti , percuotendo
la terra con il Tridente ne fece
uicire un Cavallo e come racconta^
Diodoro fu il primo , che il domaffe
Il

ti

'

CAR-

ICONOLOGIA
CARRO DELLA TERRA.

;i4

terzo
NEITerra
una

Geneologb degli Dei ,


Matrona con una acconciatura

libro della

di

Torre,

fello libro

che
dell'

perci da' Poeti fi


Eneide vien detto

Boccaccio defcrive la
capo di una troiia_
dice Turrita come da Virgilio nk
il

in

-i]

-'j

qmlii Berecytahia matsr


Invehitiir curru Thrygas turrita, per fJrBes .
E' veftita di una verte ricamata di varie foglie d' arbori , e di verdi
erbe e fiori . Colla dertra mano tiene uno Scettro t e colia fiuiltra una_3
chiave .
Sta a federe fopra di un Carro qtCMhrato da quattro ruote ,
e fopra
del medefimo Carro vi fono parecchie fedie vote ed tirato da due Leoni
La corona in fornu di Torr^ dimoftra dover effere intefa p-;r la terra , eflendo il circuito della terra a guifa di Diadema ornato di Ciu
Torri , Callelli > e Ville .
La ve Ite con i ricami , 1' erbe cifiofi dinota le Selve ed infinite
{peze delle cofe delle quali la faperficie della terra coperta.
Lo Scettro che tiene colla delira mano lignifica i Reami le rk^
chezze , e la potenza de* Signori della terra .
che !?__
Le chiavi , fecondocch racconta Ifidoro fono per moftrare
terra al tempo delP Inverno
fi
ferta e fi nafconde il feme fi )pra lei
fparib quale germogliando vien fuora poi al tempo della Primavera ed
lelix prole virttm

allora

fi

dice aprirfi la terra

il
Carro dinioftrano I* ufnza dell' agriperch i Leoni ( come dice Solino nel libro
delle cofe maravigliofe ) fono avvezzi f fanno il lor viaggio per la polacciocch i Catf*
vere, colla coda guailare le velligia dei loro piedi,
datori da quelle orme non poffino avere indizio del lor cammino .
Ilche fanno anche gli Agricoltori del terreno , i quali gettato chc->
hanno in terra i femi , Cubito cuoprono i folchi affinch gli uccelli noa
mangino le femenze
Le fedie, come dicemmo, altro non vogliono inferire, che dimoilrarc, non folamente le cafe ma anche le Citt , che fono llanze degli abitatori , le quali rimangono moke volte vacue per guerra , o per pelle ,
ovvero che nella fuperficie della terra molte fedie fiano vote , ta olti luoghi
o che eifa terra fempre tenga molte fedie vote per quelli
difabitati ,
che hanno a nafcere ,

che
coltura nel feminar
I

Leoni

guidano

la terra

CARRO

P R

CARRO DEL
Conte

da

dipinto
-

diverfl Toeti

Md. primo

lkro

iella

31S

LA NOTTE.

ed

in

oceacm

particolare dal

Geeeoio^ia degii

Dei

fopra di un Carro ^4 quattro ruote , per


moitrare le
deUa notte , Tibullo le da. due CaVaJli
iieri , igoifijcaodo eoa elfi V oicur ita deiia notte , d alcuni altri Io fnnno
tirare da due Gufi , cqjne uxceUi notturni . Virgilio le du due grand' a^
nere , diftefe in guifa che paja che voli 1 e che moltri con effe ingombrar la terra; ed Ovvidio le cinge il capo con una ghirlanda di pa-

'NA

;I>onaa

,'

come Matrona

quattro vigilie

pavero

iignificante

il

fonno

CARRO
X>i

UN

BACCO.

DI

Cefare B^pa,

nudo ma che ad armacollo porti una pelle di


Sar coronato di edera , tenendo colla delira mano
un Tirfo parimente circondato dalla medesima pianta . Star detta Immagine Ibpra di un Carro adorno di ognintorno di viti cqn uve bianche-
e far tirato detto Carro da Pantere e Tigri . ). Poeti dicono
e nere ,

Giovane

allegr.r

Lupo cerviero

che Bacco

fpflfe

il

ritrovatore del

viijio

ed

effer

Dio

di quello

dipinge > e fi rapprelenta colla ghirlanda di edera , perch


1' edera
dedicata a lui j ( 4 ) ed Tempre verde , per la quale fi viene a denotare il vigor del vino , pollo per Bacco , il quale mai s' invecchia ) anzi quanto pi di tempo
tant' ha maggior poffanza
Allegro fi dipinge , perch il vino rallegra il cuore degli Uomini,
ed anco bevendolo moderatamente da vigore e crefce le forze .
Dipingefi nudo , perch quelli , che txevono fupr di mifura divengono ebrj , e manifellano il tLittOj ( ^ ) ovvero perch il bere fuor dei termini , conduce molti in povert , e rellano ignudi ; o perch il bere_>
fuor dei termini genera calidezza .
II Tirfo
r
2

Giovane

li

-,

I
1

) L' Edera dedicata a Bacco , per avere in se quefta Pianta , fecondo Plutarco j certa Virt e forza occulta , la quale trae le umane menti tuori
di f j e quafi le empie di hirore , ficch , fenza ber vino , fembrano pofcia
gli Uomini iibbriachi . L' Edera dai Greci ,
chiamata Gillo , e Gifsare ; tirando le loro parole al noftro ufo di dire , lignifica efsere dato alla libidine , e
perci fcrive Euftachio , che hi data V Edera a Bacco per fegno di libidine ,
alla quale fono gli Uomini incitati affai dal vino .
(

(7

^ ^ E' comune

il

Proverbio. In fino

veritas

ICONOLOGIA

^i5

circondato
me lega tutto quello ,
ne g-nti .
Trfo

Il

no

11

Carro

fgnifca

fa

fpcifo

ag2irare

dall'
al

che

edera
s^

la volubilit
ii

cervello

degli
agli

che

dinota

appiglia

ebrj

cosi

perciocch

Uomini

queda Pianta * ficcoVino lega le uma-

il

come

li

troppo viaggirano lej

il

ruote dei carri

La
che

pelle

di

Lupo

qucit' animale

che

che porta ad armacollo dimoflnu


Bacco , come anco per dare ad inpigliato moderatamente crefce 1' ardire e la_j
cerviero

attribuito a

vino
che il Lupo cerviero ha la vifta acutiflima .
Le Tigri, che titano il Carro , dimoltrano la crildelt degli cbrj
perch il carico del vino non perdona ad alcuno
tendere

villa

il

dicendoli

CARRO

TOMO P R t M 0.
CARRO DI BACCO

2^7

Defcritto dall' Anguillara nella Traduzione delle Meta-


morfofi diOvvidio lib. 3., e (piegato

J)9lV Abate Cefan Orlandi *

ii

CV.l.

5* h d' oro e d' oflro (a) alteramente oraatoi

E con pompo fa e nobite Famiglia


Di Tampani, e noi/^ve incoronato, (b)
Vien [opra un Carro (e) belo mara'mglia
Da

quattro Tigri orrtbili tirato i (d)

Che 'l rttorfo leccati Lor nemico e duro


buon Fin foave , e puro .
Bagnato rf"
''^ve* gi dato apollo itrf ora al giorno
E /lava a rimirar vago > ed intento
^el nobl Carro riccamente adorna

(o)

Di

fino y e

ben contejo oro

ed argemof
Sopr

OOLOGIA

J CO

3x8

Sopra una ricca porpora, che intorno

t^fe<V4

Curro

Ed Ei col raggio
Mpko p b4lo e
piando Jt mojfe
Di "Pampan
Diftinto

ricco fldorn^i^ento

fuo

lucfdp

D'

gemme

di

fpejjl buchi

9
1

ogni ornato talmente.

effendo

oro e

heHo

frdrtdi ornato e

Che quello von logfa io.


Sopra il [ho Capo ugual

Da

rea^^a

)1

gran Carro eminente

il

che 7 percotea

fvi*

(jneUt^r'

fia pendente

piombo un gran

e piccioli forato

Tslon fenza ^ran mijlero

Crivello j

a Lai dicato

( f )

Ter voler gire al Seggio , cu' Egli affifo


Ter infiabili gradi ( g ) Ei fi fale ;
Vergine e bello j e graziofo ha il vifo 1

E la fronte benigna e liberale


Ha quaft fempre in bocca un dolce
E liefle una Lorica trionfale ( )

rfo

(h)

Di cap adorna di diverfe Fere ,


Di Tardi, di Leoni, e di T antere
Innanzi e dopo

Carro

il

onJ*

(k)

Ei fedea

Venia dverfa , ed ordinata gente


La pia dinota , e che ojfervato avea y
Da poi di' ebbe occupato l' Oriente
^el che di giorno in giorno Egli facea

Con pia [incera e ben difpofla mente :


T'ebe affai; (1) pochi illujri "Domini- e Donne,
Varj di lingue , e d' effgie , e di gonne . (m)
Innanzi al Carro tre vanno ad un paro
Varj d' afpetto e

d' abito

e d' onore

^icl di mezzo '/ pi degno ,


Ti bello e pi difpoflo , ed
L'

illujlre

Fa

fede

vifo

mgU

<2t"

>' effere

Da man

il

Vigore

nitido e chiaro

del robit/o ]ko

dimojlra

H pi preclaro

valore,

ueW

un "i^pw temprafQ
d^ra il Vigor fegite

njpctto

cireoffietta

(ri)

Zlowfofco, (&)
Che mofira Aver in li poca ragione .
La chioma ha rablu^jjfa , e l' occhio lojco ^

E
E

porta a vece d' arme un gran bafione


quanto flender punte il morto bofco

Fa

flar

difcoflo

l^on ufa di
Che non gli

tutte le

TerJone

ferir

con fromba

fa<iti

di

louun

Ig.

dardo

fgiurdG

^cflo

TOMO PRIMO,
^lefio

319

Furor pericolo/a affatto t

il

cafcun fugge di

converfat fsco

un tratte
E gira in crchio quel baflon da cieco 9
Ferifce fempre mai dappreffo > e ratto

"Per eh* Egli ia in cllerx in

Ma

non tardit

lontan tche

ha bieco >

occhio

feppure a ferir dfcoflo ardifce.


Trova fempre tra via Chi V impedifce

va fempre dietro a quefl' infam ,


Che 'l vifo ha magro , macilente, e brtftt^i
Il capo ha fecco picciolo , e malfano
Che fpeffo poco fumo empir fn(d tutto ;
mazzo nella de/ira manOf
Pi Serpi ha
E quando ha pen di fumo il capo afciuttOt
Con quei punge il Furor ? feco s' adira i

i' Ira

col fuo bafion fi ruota

quel

&a man manca


Segue

Fa

Timore

il

sbigottito

intento

ya muto

e gira

hgor, non molto appreso

al

e fa fempre in paura
e dimeffo ,

tmido

mira ,
e non

pon per

tutto

cura

di fefkffo

fi fida

Vuol talvolta parla?., n

s* ajjlcura ;

Se parla alfine col dir baffo ed umile


Mojra l' animo fuo mefchino e vile .
"^on ardifce

il

Furor guardar nel vifo

E gli par fempre aver quel legno addoff",


E teme eh' Ei noi coglia all' improvvifo
Da qualche umore irragionevol moffoy
Ter

fi fla

coli'

occhio

in fui'

Ter fuggir va prima che

il

awifo

fia percoffo

^{ crede il vi d' ogni fortezza ignudar


Che 'l Vigor fia bacante a fargli feudo ,
Vigor che tra lor nel mezzo pojo >
Che va s poderofo , e tanto altero
T'ion pu far che 'l timor non fia dfcoflo
7^

afficurargli

il

fuo

vii penfiero

>

Sen va il Vigore in modo ben dfpoflo ,


Che non ten conto del Furor s fiero :
Tur febben va con s ficuro petto t
Gli fia lontano anch' Ei per buon rifpetto

dapoi fui Carro ornato e bello


Bacco con vf amabile , e fcrcno .

Seg'ie

Indi
Il

rie

vien fui picciol ^finello


e non giammai fobrio Sileno
1

vecchio

Che

di

fummo

di

vm

colmo ha

il

(pJ

cervello, r

ICONOLOGIA

310

di cibo 1 e di l'ino

Ed

'ventre

il

Cos tremano a Lui le antiche

D'

ha pieno

membra,

intorno a Lui vari fanciulli avea

^el

tema

in

man

dell'

.Afmello

f
il

(q)
laccio

^ell* altro nella groppa il percotea,


Tofama Ei [opra due queflo e quel braccio

E
E
E

ebro un Taralitico raffembrA

con plaufo d' ognun fpejjo bevea i


fi godea quel fanciulle/co impaccio :
-l

Vecchio

e quei Fanciulli

e grati

allegri

Di Tampan , e di frondi erano ornati


a
Considerato
Bacco come Dio del Vino fi
(
)
dicare la potenza , che in f contiene queft umore ,

verte di 01*0 per in-

rendendofi

Padrone

dello fpirito di chi lo gulla foverchiamente , a fegno che Egli non fa pi


regolarli che a feconda d quello. L'oro apprelTo i Fenici, per teftimonianza

di Giorgio Codino de Or^. Conflan. era Simbolo delia Potenza , e per queila ragione quei Popoli fingevano che i loro Dei portaflero borfe di oro
L' Oftro , per il calore che nel fangue fi accende dal Vino in copia_j

bevuto > cagione per cui nel volto de' Bevitori apparifce il color rubicondo .
( ") Coronato di Pampani, e d' Uve, perch Egli fu creduto il ritrovatore del Vino , avendo infegnato come fi avevano da raccogliere le
Uve dalle Viti , e fpremerne il dolce fucco, veramente gratiflimo, come
altres utile a chi temperatamente ne fa ufo . Euripide in Bacch. , al Latino trafportato , chiamava il Vino follie vo di tutti i mali, autor del fonjio

antidoto

della triftezza

Serttele fatus

"Potnm racemi reperit morcalibus

^c

Di

protiditi mxroris

ille

'

nubila

Fugat repletis niineig liquoribus ,


Somnujque fit mali diebns finghlis
Oblii'o i nec pbarmaciim malo aptus
Bacco inventor del Vino cos Tibullo nel lib.
Mie docnit teneram palis adj ungere "jitem
Hic iiiridem dura cxdere falce cor/nm
//// j'.icundos primum matura fupores

i.

dell*

Elegie."

Expreffa. incultis 2lva dedit pedibus

quefta oppinione

contrario

Tertulliano

in

^polog. cap. ir. dicendo


e dell' ufo del Vi,
di quella, e dell',

non effere flato Bacco altrimenti Inventore della Vite


no, ma femplicemente buon Macllro della coltivazione
ufo di quelto

Da

Plutarco nel Dialogo, in cui fi ricerca f pi utile fia 1' acqua


o '1 Vino , fi dice la Vite primieramente trafportata dall' India nella_j
Grecia . Paufania per in Bxoticis aiferifce che la Vite aveffe la prima coltiva^ioae appretTo i Tebani , e quindi trasferita a^l' Indi
( e ) E'

PR

M 0.

jii

(
) E' dato il Carro i Bacco perch fu reputato il primo TrionfaEgli nel combattere molti Re , come Licurgo , Penteo , ed
Super
tore .
altri , e foggiog tutta 1' India , donde ritornandofene Vincitore fopra un
N avanti Lui fi legge che alcuno
Elefante gode farli vedere in Trionfo
aveOfe mai trionfato delle vinte guerre perilch come primo Trionfatore
a Lui fi deve il Carro Simbolo, fecondo Pierio Valeriano lib. 43. del
<;

Trionfo
Prefb poi ancora Bacco per il Vino , a Lui rettamente conceflb il
Carro, giacch il Vino trioiiFa de* fenfi dell' Uuomo e lo fa fchiavo della fua potenza .
La ragione che apporta il Boccaccio nella Geneologla , perch fia dato
il Carro a Bacco , fi , perch il troppo vino fa Ipeflb che non meno fi aggide' carri
ri il cervello agli Uomini , di quello che fi aggirano le ruote
( tf ) Per le Tigri , Animali ferociflimi, fi fpiega che il vino fpeffb
rende gli Uomini feroci , e terribili . Soggette al freno , per moftrare che
fierezza , la crudelt , e mille difetti che per il
la fobriet raffrena la
troppo bevere s' infinuano nell' animo ,
( e ) Lambifcono il morfb bagnato col Vino , per indicare che i gran
Bevitori difficilmente fi poflTono dillogliere da tal vizio
Fu dato a Coflui il Cribro <
( / ) Del Crivello cosi fcrive il Cartari
e pofto traile fue cofe fagre j perch , come dice Servio , credevano gli
Antichi che giovaOTero molto i Sagramenti di Bacco alla purgazione degli
animi e che per i fuoi fagri mifterj cos fodera quefli purgati , come fi
purga il grano col Cribro . Ed il Boccaccio riferifce che credettero alcuni che fofife fatta quella purgazione negli Uomini colla ubbriachezza ,
qual' il Sagramento di Bacco; perch paflata che fia poi quella, o con
il vomito o in altro modo ,
e ralTettatofi il cervello , pare che 1' animo
fi abbia fcordato ogni travaglio,
e che fpogliatofi tutti i nojofi penfieri
rimanga lieto e tranquillo , come dice Seneca ancora , ove fcrive della_j
Errore fenza fine grandiJiimo , indegno di tant*
tranquillit dell' animo
Uomo , e flravolto penfare degli antichi Gentili 1
1' Uomo vinto dal
Vino avendo il
( ^ ) Per inlhbili gradi , perch
cervello offfcato , agitato , e in confjfione , non ha forza di ben reggere
le membra , da che ne fegue che non fa {labile mantenerfi in piedi e_j
convien che traballi
(
) Si dipinge di volto verginale , o fia giovanile , graziofo ed allegro.
Di volto verginale e muliebre , per indicare la mollizie che il vino immodeIl Vino , e la Lafcivia hanno tra__
tatamente bevuto induce nell' animo
loro non poca coerenza . Viene quella a maraviglia fpiegata da Virgilio
.

/:;

in Opufculs ,
Ts^ec

nec Tu 'uni
,
namque modo Fina

Veners

-Uno

capiaris
,

amore ,

Fenufque noccnt

Vt Vems enervai iiires , jc copia Vini


Et tentai grejfm , debilitatqne pedes .
Multos caciis amor cogit fecreta fateti
S s

xArcamm

ICONOLOGIA

32.

^ArccLiv'.m

demens

Belbm fxpe park

^t

Lapithas bello perdis

Giovane graziofo ed allegro


che fi racchiude nel Vino , per
loga dalla

parola

P'is

quello corrobora le

de lo

rteffo

detegit

ebrietas

'yucche

gravi

prima per dimoftrare lo fpiritofo vigore


il che
f^imm fi crede aver la fua etimo-

e quindi per fignificare

membra

Cupido

ferus exitiMe

rende

l'

che

1'

ufo

rempenitx) di

et florida ancora ne' Vecchi

Ovvidio nel quarto delle Metamorfofi parlando

di

Bacco

Tibi enm iriconfumpta iaventits >


puer aternus , Tu formofijjmus
Vino forza di attrarre le amicizie , e perci graziofo
Vino, parant animos , faciuntq; colorbus aptos >
Cura fitgit , multo diluiturque maro .

on-

Tit

Ha

il

Quando per ingordamente

fi

tracanni

e bello

Fina parant .Afinos , faciuntqiie furoribus aptos .


E' propriet di quello Liquore il fugare dall' animo la trillezza ed in
fua vece infinuarvi penfieri giojali e brillanti . Cos nelle fagre PagiVinum bis qui
ne . Proverb. 31. v. 5. 7. Date fceram mxrentibus ,
r
Bibant
oblivifcantur
^egejlatis
doloris
animo
.
,
amaro Jknt
fuiS j
fai non re-

&

cordentur amplitts

Ha Bacco

la Lorica trionfale per


clTere flato un valorofiflimo
(
)
Capitano, per aver trionfato di molti Re, e foggiogata 1* India .
i Pardi e le
Pantere fimboleggiano diverfi effetti si
(
) I Leoni
La fedel Vino foverchiamente afsorbito , che moderatamente alfaporato
notiffimo altres quale divenga^
rocit di quelli Animali notiflima ;
un Uomo nell* ubbriachezza immerfo . Sembra che perda 1' efifer di ragionevole n 'da' Bruti pi fi difb'ngua. Nota Plinio nel lib. 8. Storia del
Mondo lib. 16. e con Lui Ariftotele nella Storia degli Animali Iib. 6.
che i Leoni per 1' amore diventano furiofi ; tali fi mirano bene ipelfo gli
I Pardi e le Pantere fono facri a Bacco , perch
Uomini per il Vino
f preflar fede fi deve a Oppiano lib, 4. de Venafy fi dilettano aifai del
Vino. Cos dal Greco
/

/d

Tanteras: etiam dona Bacchi capiunt


Filoftrato dice che

fono le Pantere polle con Bacco, perch fono animali calidiffimi , e che leggermente faltano, come facevano le Baccanti , e
fono gli Uomini fpeffb rifcaldati dal Vino pi di quello che fiano di Lor
jutura
Se fi deve riflettere poi al^ ufo moderato del Vino , fono quelli animali a Bacco ad detti , perch dimollrano che la moderazione dell' ufo del
Vino atta a raffrenare i pi efiferati animi
Cos Fornuto de J^autrAj
Deorum Tardales Dionyfro Jiibjungunt , atq; IIhth fequi induamt , frjc ob colors "jarietatem , t a ut etiam ipfe , e^ Bacche nebride induantur , ain q'sod afperrimi etiam m^res temperato Viin ujtt manftiefcant
alfai ; perch ne' Pleb-n veramente domina l' ubbriachez( / ) Plebe
iruio ben' Efli trovare il mezzO' onde_
za.,, e banche p overilTuni fiano,
trovar
.

TOMO

PR I

M 0.V

3^3

efperiraentano pur
Qualunque acquiflo facciano

lor voglia

trovar denaro per fazare tale ingorda

povere Mogli , la povera Famiglia !


in vece di rifonderli per il mantenimento della Caia
,
tutto fi getta alle Taverne .
( w ) Vari di lingue , d' effigie , e di gonne , per indicare i vari efChi di Loro fa buffoneggiare
fetti che produce il Vino negli Ubbriaconi
troppo

le

loro fatiche

colle

chi fieramente adirarfi , chi lufsureggiare ec. chi balbuzienti chi velociffimi nel difcerfo ec. GraziofiiTimi , a mio parere , fono quei verf che
abbiamo tradotti dal Greco e rapportati dal Minoe nel fuo Commento all'Al-

molti di quelli diverfi effetti .


is fex credats , Jpecies junt ebrctats
Ebrhis efl prmus fapiens
efi alter opimus :
Terms grande "jorat quartits [u crimina piorat
^lntus luxurat fextufcjtie per omnia, jnrat :
,.,
Sepmus accenda bis quartus fngula vendit
"^onus nil celai , quod habet fub corde rcjelat :
Somnia denns amat
'Dndenus turpia clantat :
Et cum fit plemis 'uomitum facit duodenus .
Fulgenzio Ijb. 2. Mythol. annovera quattro propriet dell' ebriezza
^atmr J'unt Ebrctats genera idefl prima 'vinolenta s Jecunda rerum obti<vio
ciato circa

-,

tertia libido

quarta nfania

e dia vigore t
( ) Allora fi dice che il Vino corrobori le membra
quando cio f ne faccia un ufo moderato , giacch diverfamente , non
ma anzi rende ftupida la mente , af&evolifcc
corrobora non invigorifce
il corpo ] ed cagione che per lui divenga tremolante e malfano .
-,

-,

chezza

guillara

ch

Furore , 1' Ira , e il Timore principali propriet dell' ubbriafono baltantemente defcritti j ed a pennello dimoftrati dall' AnIl

) Segue il Carro di Bacco il Vecchio Sileno fopra 1' Afino, perebbe in cuftodia Bacco eflendo
Sileno t come penfarono gli Antichi
/'

-,

fanciullo, e ne fa teftimonianza
cosi dicendo

fecondo

la

jixc audi

Optime

tra

gli

altri

Orfeo

traduzione dal Greco


Silene > Tater Dionyfi
,

in

hymno

in

Slemm^

&

alunne

Divisi
Grate vris pariter cunSlis, pnedulcit Horis
Non folo Cuflode , ma gli fu peranche Direttore e Maeflro 1 e per
quella ragione pollo tra gli Dei apprelTo Bacco , come ne dimollra Giuliano
in Cteff. ne' feguenti termini dal Greco al Latino condotti : Diis in orbem
fedentibus

Silene

Slenus Dionyfio

Ht editcatorem

&

'^uveni

infltutorem

par

In molte Medaglie antiche

cimSlis gratijjme

&

erat

vennfo Jovi
>

come

"Patri

proxmo

proximus

ajfedit

in quelle di Caracalla

di Elioga-

Gordiano Terzo , di Filippo Seniore > e Juniore , di Macrino 1


balo t
di Alelfandro Severo , di Valeriano ec. fi mira fcolpito Sileno , quafi in_j
tutte nella flefla maniera figurato ; tra quelle in una delle Medaglie battute ad onore di Gordiano Terzo , fi vede da una parte la Tefta laureata di
detto
S s 2
di

'

ICONOLOGIA
CAES.

314
detto

DIANUM
nella

IMP.

intorno

Imper.idore colle parole

Nel rovacio un Sileno col braccio


un Otre di pelle
finiftra fpalla portante
.

lettere parimente

e
di

M. ANT.
mano deftra

Becco

colle

GORalzata

fegucnti

AEL. MUNIC. COIL. AN.

cio o/EliiirrL
Citt
Coillu
della Nue
Municipio
Municipium
midia in ofTequio del fuddetto Gordiano fece coniare la detta Medaglia ,
ed il Sileno .che in efla fi mira fa fede che ivi era in venerazione . Non
all'

intorno

Coilliitamm ^ntonniannm

Citt, ma ancora appreffo ad altri Popoli era tenuto iii_


onore a cagione di elTerc ftato Maeftro di Bacco , come attefta
Tu, o fili, inqmt ille , in phlofophic'n
l>{on
1' anzidetto Giuliano in Ca,";"!.
eruditus ?
quoque difciplinis a nobis es infiitutus ,
forf piuttofto Io venerarono , per aver Egli piantate e coltivate le Viti ; mentre tutti quelli
che avevano apportato de^ benefci agli Uomini erano collocati nel numero
degli Dei . Perch appunto creduto inventore del Vino , fi dipingeva Sileno
coir Otre di Becco in ifpalla , eflTendocch in fimile Otre fi foleva riporre
il Vino, come ce
lo atteila '^onniis Donyf. 18. v. 11 5. dal Greco;
Sini/lra q'ndem recens direptam confueto pieno Vino
Humeral c'mgido clrcumplexum Vtrem tollens
La cagione per cui 1' Otre fia di pelle di Becco , e forf perch queft*
animale fi facrificiva a Bacco
e del motivo , per il quale fi faceva tal
Fornuto
facriiicio
rende conto
Cos dal Greco . Hircum ipfitnL*
I Contadini Ateniefi celebravano
immjlant , qiix mxium Vitibus animai efl
la Fella denominata AthcoA/x dall' Otre , come racconta Suda
Cosi parimente dal Greco. Peflum ^tbenienfes igebant ^J'colia , in quo utribus caprinii
injtlieb.vit
in honorem Bacchi , fallando con un fol piede fopra gli Otri . Lo
teititca Efichio
Vno pede fdtaaA(rwA/^ofT2s ':p' vs tto^s oiX^c'ftfoi
te , IX:1 che Virgilio 2. Georg.
2\(o aliam ob adpam Bacco Caper omnibus aris
folo in quefta

fommo

&
&

ereditar,

&

Trxmiaque

>

veteres

ineunt projcenia ludi

ngcntes

pagas

Thefidx pofuere

atque inter

&

compita circum
pocula Ixti

iin6los faliere per 'Dtres .


Sta Sileno fopra 1' AOno , perch fi dice che quelV Animale folTe il
primo Inventore della potatura delle Viti ; e perci gli Antichi crederono
di non dovere all' Afino meno che a Bacco , giacch il ritrovamento delle Viti avrebbe poco giovato , f
non fi folfe laputo il modo di mantenerle atte al frutto per mezzo della potatura . Si dice 1' Afino Autore di
quello ritrovainento perch avendo in Nauplia Luogo ne* Campi di Argo
Citt del Peloponefo e Porto degli Argivi rofi alle Viti i Sarmenti
che f.no i teneri ramufcelli di elTe , dimollr per i buoni effetti che ne
vennero , quanto utile folfe il togliere alla Vite , arbore per f lleflb
umidiirimo, gli efcrementi che fuole produrre. In memoria, e in benemerito di ci , gli Abitanti di Nauplia erelTero all' Afino una Statua , e
por teitimonianza di Natal Conte nella fua Mitologa lib. j. cap. 8. de
Sileno gli Antichi collocarono 1' Afino di Collui traile Stelle .
antiqui

Mollibus in pratts

e}As %/i/tn.m inter fider

collo calura fnijfe tradiderimt

(?)

TOMO PRIMO:

s^-l

Vecchio tra Fanciulli , che di Lui fi prendono fjjaffo , fpiega_j


che il Vino fenza moderazione tracannato fa giungere pretto 1' Uomo alla Vecchiezza ; e che le Perfone anche pi gravi > allorch fiano foggette
a tal difetto , perdono qualunque merito fi abbiano mai acquiftato , non_j
ianno confervare la dovuta gravit ne' loro gelH ed azioni , fi pongono
in derifione , e fi rendono il traftullo delle Perfone ancora del ininimo
( ^ ) II

conto

CARRO

UNacon

AURORA.

DELL*
Cefare

Fanciulla di 'quella bellezza

componendola

Bjpa,

che

Poeti
di oro

s'

ingegnano di efprlmere
di porpora

j di rugi ada
e fimili vaghezze ; e quello far quanto a' colori , e carnagione
Quanto all'Abito fi ha da confiderare , che Ella, come ha tre fiati

parole

di rofe

ed ha tre colori dilHnti , cos ha tre nomi , Alba , Vermiglia , e Rancia


ficch per quello le farei una Velie fino alla cintura candida e fottile; e
come tralparente dalla cintura fino alle ginocchia . Una Sopravvelta di Scarche imitaiTero quei riverberi nelle nuvo, con certi trinci e gruppi ,
quando vermiglia ; dalle ginocchia fino a' piedi di color di oro , per
rapprefentarla , quando rancia : avvertendo che quella Velie deve elTere
felfa ,
cominciando dalle cofcie per farle moflrare le gambe ignude , e_>
cosi la Velie , come la Sopravvelte fieno molfe dal vento , e facciano pieghe , e fvolazzi
Le braccia vogliono elfere nude ancor effe, di carnagione di rofe, e_>
Sparger coli' una delle mani diverfi fiori , perch al fuo apparire fi aprono
tutti , che per la notte erano ferrati
Avr agli omeri le ali di varj colori , dimoftrando con effe la velocit
latto
le

moto , perciocch fpinta da' raggi Solari torto fparifce


In capo porter una Ghirlanda di rofe , e colla finillra mano una Facella accefa , la quale fignifica quello fplendore mattutino , pel quale veggiarao , avanti che fi levi il Sole , il Cielo biancheggiare; ovvero le fi manda avanti un Amore , che porti una face , ed un' altro dopo , che con un*
altra fvegli Titone (^)
Sia polla a federe in una Sedia indorata , fopra di un Carro tirato dal
Cavallo Pegafo, per effer l'Aurora amica de' Poeti , e di tutti gli Studioff;
ovvero da due Cavalli . P uno de' quali^far di colore fplendente in bianco
del fuo

-."'

;:;..

_nn::ir}

-,

,
,

..:.

.i;;hi Ji)

;;,',.

1'

al-

) Secondo le Favole Titone era Piglio di Laomedonte , Pratello di Priadi Troja . Qiiefti dalla natura hi dotato di fomina bellezza , ondc_
r Aurora di Lui fieramente fi accefe , lo voile in Conforte; e fece in Cielo
trafportartolo ottennegli dalle Parche l'immortaiit . Dimenticatafi per di chiedere a (Tiielt unita alla grazia dell' effere immortale quella di una perpetua
giovent j Titone venne in tanu Veccliiezza che fi trov obbligato a ftarfene^
(

(7

mo Re

fempre in

Letto

ICONOLOGIA

325

.
Il bianco [ fecondo che racconta il BoccacGenealogia degli Dei ] denota che nafcendo 1* Aurora dal
Sole procede quella chiarezza del Cielo , che fi chiama Aurora , ed il
Cavallo rolfo il principio della mattina , che oliando i vapori , che fi levalo dalla terra, mediante la venuta del Sole 1' Aurora fi parte ; ficch
/dalla vennta del Sole , e la partenza dell' Aurora > il Cielo rolTeggia .

1'

cio

altro fplendente in roffo

4. della

lib.

CARRO DEL GIORNO NATURALE.


Del B^verendjjmo Danti Teruzino

UOmo
rato
e

un crcolo fopra di un Carro colla Face accefa in mano , tida quattro Cavalli , fignificanti le quattro fue parti dell' Orto ,
Occafo , e i due Crepufcoli , ovvero il mezzo giorno e mezza.^
che anch' efla corre avanti il Sole ,

dell'

notte

Vefco'vo d'^latr

>

in

CARRO DEL GIORNO ARTIFICIALE.


Del fopraddetto autore
fopra
UOmofopra
di

dato

dall'

un Carro
colla

tirato

il

lume

t per la ragione dctta_j


che apporta ed gui-

Aurora

CARRO

Dell'

da quattro Cavalli

mano j per

face in

Omo

E L L'

ifleffo

A N N O

Fefcovo

fbpra un Carro con quattro Cavalli biancJai

>

guidati dalle quat-

tro Stagioni

C^RRO
Di

DI

CERERE:

Cefare

BJpa.

DAI

Boccaccio nella Genealoga degli Dei lib. 8. fatta la defcrizione


Cerere per una Donna fopra di un Carro tirato da due ferociffimi
Praglii . In capo tiene una Ghirlanda di fpighe di Grano , come dice Ovdi

vidio ne' Falli

comx

Impofutque fu* [picea ferta

Ed

in

un

altro

luogo

3.

Elegiarnm

Flava Ceres tenues

Tiene

colla delira

fpicis

redimita capillos.

mano un mazzetto

di

Papavero e

colla finillra

una

Facella accefa

Le

fi

TOMO

P R I

M 0,

527

fopraddetti Animali

per dimoftrare'i torti folchi che_


>
Le fi danno i
terra,
cHe
la
per tale s' intende Cerere, ovmentre
arano
fanno i Buoi,
vero per dinotare lo fcacciato Serpe da Eurilico dall' Ifola Salamina , il
quale falvatoli nel Tempio di Cerere ivi f ne flette fempre , come fu
Minftro , e Servente ,
La Ghirlanda delle fpiglie del Grano flgnifica che Cerere fla la terra
piena e larga produttrice di Grano ; e pel Papavero la fertilit di eOfa {)
Per P ardente Facella , credo , che li debba intendere il tempo della
State , quando pi ardono i raggi del Sole , i quali fanno maturare le biade , ed anco quando s' abbruciano i llerpi e doppie de' Campi , onde i
contrari umori che fono d'intorno alla fuperficie della terra eHilano , ed.
ella per tale effetto diviene graCfa e rende abbondanza grandillima
.

CARRO DEL
Dello

UN

L'

OCEANO,

Stejfo .

Vecchio ignudo di venerando afpetto , e del color dell' acqua macolla barba e capelli lunghi pieni di alga , e chiocciolette ,
,

rina

ed altre cofe fomiglianti a quelle , che nafcono in Mare . Star fopra di


un Carro fatto a guifa di uno Scoglio pieno di tutte quelle cofe , che nafcono in fugli Scogli , e come narra il Boccaccio lib. 7. della Genealoga
degli Dei e tirato da due grandiflime Balene . Nelle mani avr un Vecchio marino
Vecchio , e di venerando afpetto fi dipinge , perciocch [^ fecondocch
dice il Boccaccio nel fopraddetto lib. ] 1' Oceano Padre degli D^i, C-jdi tutte le cofe ; ed Omero nell' Iliade , dove induce Giunone, dice, che
1' Oceano
la nazione di tutti gli Dei
H Car(pj
.

'
1

([ (2

ch

Papavero a Cerere non folo per effer Simbolo della fertilit , ma perfecondo quello che raccontano le Favole , Cerere per la perdita della fiia Fir
) Si da

il

caduta in eftrema angofcia , non poteva trovar ripolb , e la crucici


il folo giorno , ma nella notte ancora le toglieva il dolce follievo del dormire . Si appigli la Dea air efficace Virt , che in fje ha il Papavero di conciliare il fonno , e ne ritraffe fommo giovamento ; Perlocch qraefta
Pianta fu a Lei fempre cara , e fu tale rfileffo le fu da' fioi adoratori confacrata .
( i ) L' Oceano detto dagli Antichi Gentili Figlio del Cielo , e della Terra , e
Pa<ire degli Dei , de' Fiumi, e delle cofe tutte animate . Lo differo Figlio del Cielo e
della Terra , per la ragione , che nell' atto che 1' Amore del Sommo Sempiterno Fabro_([ da Loro- confufamente , e tropo male- comprefb
J dall' informe confiifa materia volle la mole dell' LTniverfo creata e diftinta , nacque il Cielo , e la Trra ;
dille Egli poi : fi faccia la Lucej quindi
fi
frapponga alle acque che ricoproa
la Terra, e fi alzano inverfo al Cielo, il Firmamento, cio un Cilo folido ed infleffibile , il quale divida le acqr.e , ciie gli vu riporre di fopra_. ,dalle altre' elle lafcer- tra '1 Firmamento , e la Terra . Il che tu prontamente efguito 3 e da cinededuffero-cherOceano dire fi dovefTe Figlio del Cielo della Terra ^
Qi eo>,, e gli altri Teologi^tiUti dei Gentiieimo- diU'ero 1' Oceano Padre: de' Dei: , e,
glia Proferpina

memoria a Lei non fimeflava

,.

deUe:

ICONOLOGIA

^18
Carro dimoftra

che 1' Oceano va intorno alla terfa t la rotonditi


moftrata per le ruote del Carro , e lo tirano le Balene , perch quelle cofe fcorrono tutto il Mare ; come 1' acqua del Mare circonII

de]Ia quale

da tutta ia terra
Tiene il Vecchio marino 5 per dimoftrare eh' effendo I' Oceano condotto dalle Balene pel gran Mare fofle ricco di molti Buoi marini , e di molte
fchiere di Ninfe, che l'uno, e l'altro dimollrano le molte propriet delle
acque , e i diverfi accidenti , che Tpeffo fi veggono di quelle

CARRO
Come

AMORE.

D'

dal Tetrarca

dtptto

Sottro Dtflrier vieppi che neve

Qt

Con arco

in

mano

-,

e con faette a' fianchi

Sopra gli omeri avea

Di

bianchi

Sopra un Carro di fuoco un Garzon crudo


Contro del qual non vai elmo

'

color mille

fai

e tiMo

l'

n feudo

due grand' ali


altro ignudo

CARRO DELLA CASTIT*.


Dello

UNaLeoncorniDonna,
Colla
bella

uno Scudo

ipro, ed

d'un Carro tirato da duc_>


di Palma , e colla fini una Colonna di Diamani dietro, e con arco , e_*

veftita di bianco, Topra

ftra

Steffo

delira

di criilallo

-,

in

mano tiene un ramo


mezzo del quale vi

un Cupido legato colle


ftrali rotti . Ancorch fopra quella materia fi potrebbe dire molte cofe
t
nondimeno per efler opera di un Uomo tanto famofo , fenz' altra noftraj
iichiara^ione avr luogo
a'

piedi

CARRO DELLA MORTE.


jyello

UNadueMorte
Bovi

colla

neri

Steffo

Falce fienara in mano . Sta fopra un Carro tirato da


fotto del quale fono diverfe Perlbne morte , come
Orazio
Re , Cardinali , ed altri Principi , e Signori

Papi , Imperadori ,
conforme a ci, cos dice.
delle cofe tutte
lit degli

Cosi

Pallida

perch fenza V umore niente nalce

Elementi

y^riftof. in

alle quali attribuirono

alts

alits

{cnut Ktermsm

natum

efi

nome

la

fi corrompe , e tutte le quaDeit , nafcono dall' umore .

di

Latina Traduzione
antequam Arm r
Ctcum (J Terra , Qceanufquc

Avibus fecondo

/intc non erat ^enrn htmcrtaum

vero

il

comrnifctrffet
,

omnia

Ccmmijiii

cmBiut/.qnc Dcorvnt icaiirum

TOMO PRIMO,
Talltda

mors

ccq:io

B^gumque Turrcs

pnlf.it

paHp&mm

pede

3^9

tabernas

Stazio in Tebaide .
Mille modis Uthi miferos' oicrrs una fatigat
Ferro , pefle fante > 'vinclis i ardore calore ?
Mille modis miferos mors capii ma, homines .
>

-,

'

'

CARRO DELLA FAMA


Dello Steffo

LA

Fama nella gufa , che abbiamo dipinta al fiio luogo j ma che fta
fopra di un Carro tiralo da due Elefanti . Avendola dichiarata altrove
qui non mi eftender a dirne altro

CARRO DEL TEMPO.


Dello

UN

le

Vecchio con due grandi


5

ali alle

ipale

appoggiato a due croccio-

un Orologio da polvere
da due velocitimi Cervi

tiene in cima

pra un Carro tirato

Steffo

del capo

e flar fo-

CARRO DELLA DIVINIT*.


Dello

L Padre,

Steffo,

Figliuolo, e fopra di Eifi lo Spirito Santo in un Carfo

ti-

rato da' quattro Evangelilti,

.^

CASTI-

SSD

ICONOLOGIA

CASTIGO.
4M Ctfm

9^pi

pel Caftigo nn Uomo in ateo feroce e fevero che tenga


con ambe le mani una Scure , o un* Accetta che dir vogliamo , in
maniera che moftri di voler con effa fevcriflniamente dare un fol colpo
ed accanto vi fia un Leone in atto di sbranare un' Orfa . *"
Non folamcnte appreflb de' Romani , ma anche appreflb alcuni Popoli
della Grecia , la Scure fii geroglifico di fverillimo Caftigo iccome fi
pu vedere nelle Medaglie del Popolo diTencdo, de-I quale tratta Polluce,
perch il Re di Tnedo aveva fatta quella Legge > che C^i foCfe llato
trovato in Adulterio , cosi mafchio , come femmina , fofle decapitato colla Scure 5 e non avendo Egli perdonato al proprio Figliuolo volle che*
ne foffe fatta memoria , come fi vede nelle Medaglie di Tenedo , che da
una banda vi la Scure , e dall' ultra due Tefte
Che il Leone nella guiHi fopraddetta fignifichi il Caftigo , ne ferviremo di quello , che cita Eliano , fcritto da Eudomio , cio , che un Leone,
un' Orfa , ed un Cane nutriti ed allevati da un certo Maeftro ad una medefima vita, vilfero lungo tempo infieme pacificamente , fenza offenderfi
punto 1* un r altro , come fofero (tati domelHci , ed animali d' una lleifa
Ipecie j ma 1' Orfa molfa da un certo impeto, sbranato il Cane, col quale
aveva

Dlpingereino

TOMO PRIMO.

511

fhnzi, ed il vitto, il Leone commoffo per k fcelkraaveva. CQcnune


le Leggi del rivere btca ad un raedefiaa Tetto, carfe
ratte
di
aver
tezza.
sbranatala paritaener te fece per lo Caae pagire k_
e
ali"Qrfa.5
addoOfa

meritata, pana

()

FATTO STORICO S^GRO.


ILdifuperbo
Davide,
,

1'

ambiziofo

il

crudde

cradftor

Fratricida Alfalonne Figlio

Padre, contro Lui folle v poderofa Armata, lo


ma finalmente giunto dall' ultrice_
collrinfe a fuggirfcne da Gerofolima
mano di Dio , mentre fi penfa aver fermata per le chiome la Fortuna , ed
cffer gi preffo ad occupare il Soglio Paterno , prcfa peffima piega i fuoi
affari, debellato il fuo Efercito , volendo Egli colla fuga porfiinfalvo, correndo fovra un Mulo , nel pafiTare fotto una denfa ramofa Quercia , intricandofi la fua lunga Chioma ad un ramo di quella , rimafe fofpefo , mentre la Beftia velociffimamente gli fi fottraife di fotto , feguendo il fuo corNel qual tempo incontrandofi a vederlo Joab Generale delle armi di
fo
Davide, con tre lance fpietatamcnte lo traffife 2. de' Bj cap, i8.
fi

ribell al

FATTO STORICO PROFANO.


Perillo
PErto appagare
quale tuttod

le crudeliftme

il

brame

di Falar Tiranno di

Agrigen-

andavafi immaginando nuovi fupplizj per tormentanto celebrato Toro di bronzo , e lo fabbric col

tar Uomini , invent il


fuo ingegno tale , che f Uom vivo vi era porto dentro , mandava fuori
voce a guifa di vero Toro . Ricev ben per di quella fua atroce invenzione il condegno calb'go ; mentre il Tiranno ne volle nella fteda fua Perfona la prova , col farlo dentro racchiudere , e fottoporre alla Macchna__s

ardentifTima fiamma

^flolf.

Off".

A T T O

Giove Re

Star. lib. 2.

cap. 2.

A V O

ed altri

O.

Dei

IfTicaie Re de'' Lapiti , die giunfe infa*


Menfa.. Iffione allora; ranco audace divenne',
che os di amar Giunone- , e di tentarla mra qiiefba Dea ne fece avvertito il'
Marito, che per far prova di Lui form unu-Nube, che fomigliava Gi

FAvorl

tanto

a farJo federe alla fua

de^

fbeflia

;;

T
Il

none

2
II

Il

M^^l.^^

( i7 } Il Gaftigo di Dio dal P. Ricci figurato : Vome con faccia fevera e sdegnata
che [emhra far atti i ukgno . Ha una fpatl/riit ttfimmano , ed una falce. Nell'altra un
fplendido Sole

Con

faccia fevera e sdegnofa, per

mander

La fpada

caftighi

ed

afflizioni,

che giuflamen-

Divina Giiiftizia;-
che adoprer contro i ribelli della fiia Saata Legge La Falce denota il gafligo, per
fentenza- di Pierio , e dagli Antichi fi ponea in mano, de' Cuflod delle Vergini fer
tc

il

S ignare

a' ttifti

1'

Iftroinento della

firn

guardarle da* Ladti ; e fccome la- Flte tronca le fpighe nel campo
cosi troncher Iddio il capo a' peceatori , diantfO' loro eteroa morte. IlSolerapprefenta^
Iddio
.,

ICONOLOGIA

S^z
none

quella

e la fece andare in luogo remoto

Non

ove Iflione la trov , ed us con


,
Giove impunito 1' empia delitto ; fulmin il temerariot
Inferno, dove le Euraenidi lo legarono ad una Ruota che

lafci

e lo precipit nell'

inceantemcnte girava

'{atd Conte Mitolog,

S
9i

DOnna

Cefate

lib.

6. cap^ id. de Ixione^

A*

B^a

Nella deftra mano terrJi una Sferza alzaed un Cupido cogli occhi bendati le ftia_j
fotto a* piedi
Sari velUta di lungo , come una Vergine Vertale , e cinta
nel mezzo d' una fafcia , come oggi in Roma ufano le Vedove , fopra la
^uale > vi Hi. fcritto il detto di S. Paolo : Caji^o Corpus msum
bella d* onefta faccia

in

ta

atto di batterli

T
Delb

DOnna

StJfo

che s'appoggia ad una Colonna, fprala quafe


una nuno tiene un ramo di Cin. In
un vafo pieno di anella . Avr ftto a* piedi un Ser-

veftita di bianco

vi far un Crivello pieno d' acqua

namomo

Neil' altra

pente morto. , e per terra vi faranno danari

e gioje

Vdleff

PR

AI

Donna

Veftel quella

l Al O.

?jj

pumi

di bianco per rapprefentare la

che mantiene quella Virt

s'

appoggia

alla

Colonna

Cinnamomo- odorifero

II

preziof dimoftra

animo

perch non

to ed apparente , ma durabile e vero .


II Crivello fbpra detta Colonna pel gran caf che
gine Veflale indizio o Umbolo di Caftit .

dell'

fiiccefTe

alla

che non cofa

fins

Ver-

della__,

Caftit pi preziofa e foave r e nafcendo quell' Albero nelle rapi , e nelle


fpine mollra che traile fpine della mortificazione d noi lleffi nafce la-_
Caftit

e particolarmente

Le Anella fono
II

Serpente

zo d* amore

la

verginale

indizio della Caftit Matrimoniale


la

concupifcen2a

che continuanveiite ci flmola per m^ez-

Le Monete

1'

che fi tiene fbtto a* piedi danno fgno , che


Avarizia conveniente oie^zo per confervar la Caftit.

fuggire-s

Caftit .

che abbia velato il vifo , veftfta di bianco , e


camminare , Colla defl^a mano tenga uno fcettro i e

DOnna',

due Tortore

nome

di virt

rende

1'

aff,;rma S.

detta dalla

Toramafo

in

caftigazione della

2.

ft,

df

atto

fniftra_j,

2. queft.

carne

151. artic. i. .
concupifcenza che

Uomo

fi

colla.

La Caftit, come

Le

ftia

in tutto puro e fenza alcuna macchia carnale


vilb velato, per e (ler proprio- del cafto- raffrenar gli occhi r
come narra S. Gregorio nei Morali , fi devono reprimere gli
.

il

perciocch ,
occhi come rattori alla colpa
deve efler pura e netta_
II vertimento bianco denota che la Caftit
da ogni macchia , come dice Tibullo nI 2. lib, Epift. r.
Cafla placent fuperis , pura curri vefle venite
Et manibm pnris jtmite- foctii aqiiam
Lo ftare in atto di camminare dimoftra , che non biTogna ftare ftr
ozio, caufa ed origine d^ ogni male ; e per ben ditTe Ovvidio de reme~
.

dio

amoris

Otta J tollas

Le Tortore fono

come

perere Cupidinis arcus

Pien'o

Valeriano nel lib. 22. degli


fuoi Geroglifici , il Simbolo della Caftit , perciocch la Tortora perduta che h:a compagnia , non fi congiunge mai pi .
Lo fcettro fignifica il dominio , che ha foprx di f ri cafto perciocch febbene la carne principalmente nemica dello fpirito nondimenoquando egli vuole non pu elTere mai abbattuto , n vinto da quella ; e
Continua pugna , rara motoria . nondimeno detto di
febbene fcritto
fbpra , quando I' Uomo ha faldo proponimento , incontrario non pu elTer
fuperato in alcun modo , e prima Ci deve mettere in efecuzione quei
verfo di Ovvidio nel terzo libro delle Metamorfofi , quando dice :

riferifce

,-

^nte

ait

moriar

qnam

fit

ti copia

nofl.n ,

Che

ICONOLOGIA

33A
Che
2e

mlferamentc

traboccare

vizio

nel

delie

carnali

concupifcen-

( d )

FATTO STORICO SAGRO.

DI

amore

rale impudico-

uifiamraata

fi

era

Mogiie

di

Putifar-del

Giovanetto Ebreo Giufeppe che pi e pi fiate tcci indurlo a_


compiacerla nelle fue sfrenate voglie , alle quali Egli coltantiflimo fempre
refiiiette
Accadde un giorno che entrando Giufeppe ( che tutto il libero
arbitrio aveva nelle doraeftiche cole di Putifar ) nella Camera dov
era
Ella afferratolo per un lembo del mantello fece forla sfacciata Donna
11 caftifGmo Giovane non vedendo altro
za per obbligarlo a feco giacere
icampo per toglierfi alla di Lei impurit le abbandon in mano il mantello , e fi apprefe a ibilecita fuga
Sdegnata la rea Femmina converfe-
r affetto in furore , ed accufandolo al Marito , come f Egli tentarla
.

-,

voluto

avetTe

lo

fua Virt Iddio lo

porre in ofcura carcere dalla quale in premio di


innalzandolo , per mezzo di Faraone , alle pi
,

tolie

dignit. Cene/, cap.

alte

59. cap. 41.

FATTO STORICO PROFANO.


DAmocIe

Giovanetto Ateniefe vedendo di non poter isfuggire la sfreRe Demetrio , fi gett in un bagno di acqua bollente
eleggendo piuttollo morire , die macchiare il bel candore x fi.ia purit .
Sabd. Uh.. 5.
natezza del

FATTO

Pomitr ili faccia affai Mia ,


:
Coronata
Con im
in mano , ed tma Sferza
alla cnta . AkW altra mano a'jt una Pianta di Cinnamomo .
Abbia apprefjo uncu
Torri formata
di Avorio , fulla quale fono molte Colombe Selvagge .
Bella col veftiinento candido e rifplendente , per effere Virt bellifllma , che contiene la candidezza e fplendor dell' oneftk
Coronata , in fegno della Vittoria che fi riporta in vincere gli appetiti della carne. Tiene il Giogo, perch doma il fenfo
a guifa d' indomiti Giovenchi . La sterza dnta il gaftigo del corpo , conche
fi mantiene la vera pudicizia . Il Cinnamomo, per effer Pianta
che fi ritrova nelle Rupi, e ne' Monti tra fpine e triboli, e fi coglie con gran diffitoit , Cgni6ca che la Callitk fi conferva colla mortificazione e aftinenia La Torre di Avorio rapprefenta l' incQrriittibilitk di quella Virt , ed Simbolo della Fortezza .
Le Colombe Selvagge fono appropriate alla Caftit , per quello che ne abbiar
mo da Pierio Valeriane lib. ii. Le Colombe Selvaggie, dice E^il , a dffierenza delle domeftiche , che fono Animali liifTuriofiflmi , fono Geroglifico della Ca

Q a

")

Abbiamo dal

P. Ricci

figurata la Gallica

cn veftf/iemo candido e rifpkndente

Gmo

pereli ufano il coito molto di rado, e per fi dicono Palombi, perch


,
perdonano a' lombi , fecondocch pens Alberto
E foggiunge che quelli clic >
ufano in cibo di quefti uccelli diventano pi deboli ncll' ufo venereo
ftit

TOMO PRIMO,

555

FATTO FAVOLOSO.
Figlia di Coroneo di Focide ebbe tanto in pregio la la punti , che invaghitofi di Lei Nettunno , bench colle pi f^rti lufingh 1 'Colle maggiori promefife di tefori e di delizie procuraiTe trarla^
al fito volere , EiTa fi pofe ad una precipitofa fuga , e s caldamente preg
i Dei a difenderle 1' onore , che Minerva moCfa a piet > la trasform in-^*
0-vvid. Metam. ib. 7.
tj-na Cornacchia

Coronide

CASTIT' MATRIMONIALE.
Di

Cefare S^pa

UNA Donna mano

In capo avr una ghirlanda di futa . Net.


tenga un ramo d'Alloro, e nella finillra una Tortora.
La ruta ha propriet di raffrenare la libidine , per 1' acutezzar del fuo
odore il quale eiTendo comporto di parti fiottili , per la fua calidit rifolve la ventofit, e fpegne le fiamme d Venere come -dice il Mattiolo
nel 3. lib. de' Commenti fopra Diofcoride .
Tiene il ramo d' Alloro , perch quell' albero lia grandiflma fmiglianza colla Caltiti dovendo eiTer perpetua , come perpetuo il verde del
veftita di bianco

la

Lauro

deftra

e llridere

nel

fare refiitenza

fiamme

alle

di

ed i fuoi rami gettati ibpra


delle Metamorfofi fnge, che Dafne Donna

e refiitono
I.

foglie

le

Lauro
La Tortora
mai l' onore e

Amore
fioco

il

cafla

fi

come

,
.

ftridond

Per Ovvidio
trasforraaCfe

in

e'

infegna

col proprio

efempio

non contaminare giam-

fede del Matrimonio, converfando folamente fempre.-


con quella , che da principio fi ekife per compagna
Si pu ancora dipingere 1' Armellino , per la gran cura che ha di non
[" (Z
imbrattare la fua bianchezza , fimile a quella d una perfona calla
]
la

FATTO

tf

Figur

il

P. Ricci la Caflit Matrimoniale

Donna

di et 7atura con "vago ve^

Tenga in una ynane


ufanza de' Cigli
lo
ftia un Armellino , un Elefante , ed una-s
Cerva . Donna matura , in fegno che i Congiunti in Matrimonio non devono attendere a leggerezze
Il vdlimento pieno di Gigli , per elTer quefti Simbolo della Pudicizia e Callitk j e come il Giglio rra cefpugli , cos la Caditk fi mantiene traile afprezze della Penitenza . Lo Scettro denota il dominio che hanno i Maritati e libert 1' urt
coli' altro . La Tortora, perch " animale che non fi accomuna mai con altro che cl
fiio compagno
L' Armellino jper effer gelofiflmo della purit a fegno che prima fi
lafcia morir di fame che imbrattarfi nel fango
L' Elefante ( f fi tia da credere a_
Naturalilli ) non fi congiunge colla compagna f non di nafcoflo , e folamente in-a
due anni , nel quinquennio del Mafchio , e decennio della Pemmina , e perci Simbolo della moderazione che devono ufare i Congiunti , e della verecondia , ed onefr3,che devono confervare
I Cervi non fi accollano mai all' atto Venereo , f non h
fopra di cui vijano tanti fiori frinitali
Siettro , nelV altra una Tortora . Affedi le

ftmento

all'

ben

fatta la

purgazione

ICONOLOGIA

53^

FATTO STORICO SAGRO.


"3^^^"^^" Iddio il cafto coniugai vivere di Tobia il Giovane , e di Sari
JL lua Conforto
Era Sara Figlia di Baguel , e di Anna della Citt di
Rages nella Media . Il Demonio nominato Afmodeo congiur in modo a_j
fuoi danni, che appena fi accodava al Marito, che Egli quello uccideva.
Sette furono g' infelici che provarono s infaufta forte
Avendo Sara un
giorno non so qual contefa con una fmi Fante , fu da quella rimproverata
degli Omicidi, come da Lei provenienti. In tal modo le trafiifero il cuore le afpre parole , che fola ritiratafi a' piedi del Sommo Iddio , Signore,
dicea , Voi fapete che Io ad Uomo non mi appreffo per libidine , che fono,
e flati fempremmai furono caftiflimi i miei penficri ; perch dunque contro me difavventura si deplorabile ? Volle Iddio confolare 1' afflitta , ed in
premio di fua pura mente , fece che a Tobia Giovane altrettanto callo fi
uniile , e da Lui ebbe Figliuoli , con Lui vide lunga et , fino a vedere.
.

Figliuoli de'

Figliuoli

Tobia

FATTO STORICO PROFANO.


Odogona

o come vuole Valerio Maffimo , di Dario


Vedova di Oronte , ed elfendo ancora
Giovane , e di belliflmo afpetto , veniva da molti ricercata per le feconde
Nozze ; ma Elfa ad Oronte , bench defonto , rifoluto aveva di ferbarc perpetua fede , e viverfene fempre calla , e perci attender non volle mai a
parole di Matrimonio
E perch un giorno la fua Nutrice procur perfuaderla a fcordarfi il primo Amore , e ad altro appigliarfi , Ella piena di sdegno con un ferro 1' uccife . ^Jolf. Off". Stor. lib. i cip. i Battifla. Fulgoj. ec.

Re

Figlia di Artaferfe

di Pcrfia

effendo rimalta

FATTO FAVOLOSO.
PEnelope

e Moglie di UliflTe . Nella lontananza fua_3


fede coniugale , che per liberarfi dall' importunit de' fuoi Amanti , i quali volevano fedurla , diede parola di fpofar
colui , che avlTe piegato 1' arco di Uliife ; ma nelfuno pot venirne x^
capo , e follccitandola pure coloro , Ella promife di volere eleggerfi un_
dal

Marito

Figlia d' Icaro

Marito cos ferb

la

quando terminata avclTe una Tela Le fu accordato ; ed Elfa dinotte , quello che aveva fatto il giorno ; ed in fomma con tanti
artifizi I' intertenne , che finalmente tornato Uliile , ammirando la fedelt
della Conforte , e la sfrenatezza degli Am?nti , con Loro divenuto furiofo
tutti gli uccife . Omer. Odijf. Ovvid, Fuji, Epifl, i
sfaceva

la

CECI-

TOMO PRIMO.

53T

CECIT' DELLA MENTE.


Z>i Cefire I{ip4

/^

4^^^

DOnna

veftita di verde . Stia in un Praf*^ pJoao \ v*ij fiori, col cap


chino 1 e con una Talpa appreflb .
Cecit fi dice la privazione della luce degli occhi , e per fimilitudine,
ovvero per analoga, fi domanda ancora 1' offufcazione della mente; per
r una fi dimolra colla- Talpa per antico cofturae degli Egizi i come rac1' altra colla tefta china
verfo i caduchi fiori della-_s
conta Oro Apolline
1' anima
che
fono
delizie
mondane
allettano
le
che
>
terra ,
e la tengo,
no occupata fenza .profitto , perch quanto di bene il Mondo lufing!iiero
:

'

ci promette, tutto un poco di terra., non pur fotto falia fperanza da_j
breve piacere ricoperta , ma con grandiffimi pericoli di tutta la noftra vita 5 come ben dice Lucrezio lib. 2. De natura rerum
.

Oh

mifer.ts

homnum mentes

^ialbns in tenebris
Degitur hoc ii

"jitiS

& pe&ora

Caca

qaantijqae perkls

qaodcmnqw

'

e/Il

Ed Ov-

ta Orvidio

_-

'

-'

^-^

>^

6. delle Metamcrfofi .
fuperi qu^intum mortalia pecora Caca

..^1

Tnh

iib.

T^onis habent

(?)

FATTO STORICO SAGRO.


Fornito

Sanfone

dall'

Onnipotenza

di

Dio

di

una incomprcnfibile forza

era divenuto lo fterminio , e '1 terrore de' fuoi nemici Filidei . Dopo
molti egregi fatti fi lafci Egli forprendere in guifa tuie dall' amore di

Donna chiamata

lume non vedea che per

gli occhi fuoi.


Lei ricorfero , promettendole mille e cento argenti f ingannato avefle 1' Uomo robuii i e da
Lui intefo , onde procedefle forza prodigiofa cotanto
Accett la crudele
ed avara l' impegno , ed al primo acceflfo di Sanfone lo affali coli' ingrata
dimanda In udire Sanfone 1' audace curiofit , volle di Lei prenderfi giuoco , e le diede ad intendere , che f foffe Egli legato con fette funi di
nervo ancor frefco ed umido > perduta avrebbe allora la fua forza , e ri-

Dalila , che
Pervenuto ci a notizia de'

altro

Filiice

uibitirr.ente a

dotto

fi

farebbe

r avvifo

a'

alla

comune

fiacchezza

Satrapi de' Filifte

-,

Diede

la fcaltra

il

di

quali prontamente titrovarono

feguentc_>
le fettc_>

nervo peranche umido afcondendofi Effi con Gente armata in Camera a Lui vicina . Venne Sanfone fi coric , e addormentato che fu <
Dalila gli leg colle dette funi le mani indi lo fvegli , gridando : Sanfone 5 ecco i Filiftei fopra di Te . Deflatofi alla voce Sanfone , fece sforzo
tale colle mani per metterfi in libert , che refiarono le funi rotte
come
f ilate folfero un filo di ftoppa pofto fopra la fiamma
Quell' unico perfido tentativo doveva efler ballante ad aprir gli occhi della mente a Sanfone j onde pi non fidarfi dell'ingannatrice Donna, e anal da f totalmente rimuoverla
Ma che ? Egli era troppo perduto Tent 1'^ iniqua in varj
modi e con pianti, e con lufinghe , e con doglianze per la feconda , e terza voha di j;i fppre dn l.iii quefto fteCCo ; ed Egli la feconda e la terza
volta ancora f ne prefe giuoco ,. e li trov fempre , nello lleifo modo che
fopra, in iftato di elfer tradito, le il vero le avelfe fvelato . Pure, cecit
fovragrande ! alla quarta volta cede ali' importuna Ingannatrice , e feriamente comunicolle tutto il vero , dicendole che elTendo Egli Nazareo , e confiini

di

-,

'

fagrato a

Dio

fin

dall'

utero di fua

--^rr--

Madre

tutta la fua mirabil forza con-

fieva

( ff ) La Cecit de' PeccatoT cos s* immagina dal P. Ricci: Vu/io cicco vaiato da un altro cieco. Abbia fui tapi nn fatnma , et ne' piedi una Cjtcna . Cieco,
per la cecit della mente colla quale i Peccatori non ravvil'aiio il <lanno ciiiij

arreca Loro la colpa , il periglio a cui fono apprefTo , e lo sdegno del Sommo
Creatore . E' condotto da un altro Cieco , clie l' umana concupifcenza , d.i_,
cui viene tratto in mille errori . La fiamma fid capo V ira di Dio , e la pena elle al Peccator t'ovrafta La Catena da' Teologi prefa per Ceroglifico de'
peccati, il:indo legati in fieme , in guifa degli anelli di quella ; ed uno ra ftra'da all' altro j e iimboleggia ancora la dura ferviiVi nella quale l ritrova il
malvagio per le colpe
.

TOMO PRIMO,
Capo

nel

fifteva

e che qualora rad gli averter

gli farebbe del tutto

avvifati

Fiiiltei

Comprefo

quali a Lei

il

al

vero

dendo , fece all' infelice incauto pofare la


dormente profondamente Dopocch Ella ,

quella mancata

non manc renderne

Erta pertanto fene eorfero


dove s'ad-,
grembo,
tefta fui fuo
Rafojo
gli
un
appreftare
,
fattofi

folito f

capelli

dall' infedele

$39

deliramente le fette ciocche , in cui fi dividea la di Lui capigliatura;


Sanfone , i Filiitei fono
quindi da f rimoiToIo, lo dello al folito , gridando
forprefero , Io vinfero,
lo
quelli
agguato
ufciti dall'
fopra di Te . Ed in fatti
legarono , eftraendoglL
lo
robuflezza
,
ftrettamente
avendo
pi
la
folita
non
dal Capo ambi gli occhi, e rendendolo oggetto delle Loro beffe , e de*
pi atroci Itrapazzi . A tale lo conduffe la cecit della fua mente , che_*
gli colto la Vita , tuttocch per non invendicata . Ub. ^ Giudici capi 1 6,
rafe

FATTO STORICO PROFANO.

LA

Romana Imperadrice Agrippina

cosi ciecamente fi perdette nell' af


fuo Figlio Nerone, che per far giungere Elfo al Trono, non
dubit di avvelenare lo lleflb Claudio fua Marito . Le fii prefagito che fc

fetto del

Nerone
Vita

foiXe

Non

s'

afcefo
atterri

al
,

Trono , ad Erta per benemerito avrebbe tolta la_j


nca s' illumin , ma rifpofe , che pure che il fuo

averte regnato , in pace avrebbe fofferto che 1' averte uccifa . Di


pi datali a Lui in braccio da Madre no , ma da Amica , non fi arrofs
di commettere le pi enormi empiet
Finalmente il Prefagio verifcoifi ;
poich la flolta Donna fu fatta dal Figlio crudelmente trucidare . Sabe. lb.
4. Storia I{pmana ec.

Nerone

FATTO FAVOLOSO.
AFfacciatofi Narcifb ad un limpido Fonte

gli ^ejjet.r tanto alla

mente

forma di fua bellezza, che fieramente di feltertbinnaraoratofi, perde


1' intelletto 5
e tutto nel folle ardore ingolfato giunfe a fegno , che f ne
Cangiato fu pofcia in un Fiore , che porta il fuo .nome . Q-v-vid, Memor
la

tamorf.

lib.

3.

CELE^

ICONOLOGIA

540

4*,

Di Ce/are I{jpat

DOnna

che nella deflra mana tiene un Folgore Come narw Piero


Valeriano nel libro 43. de' fuoi Geroglifici
Accanto avr un Delfino e per 1' aria uno Sparviero, ancor' eifo pollo dal fopraddetto Pierio
ne! libro 22. per la Celerit . Cialcuno di quelli velocifllmo nel fuo
moto , dalla cognizione del quale in ella fi fa facilmente , che cofa fia-j
,

Celerit

CIIIA-

TOM
H

PRIMO,
R

54t
Z

A.

Cefare Bpit ^

Mf?^^^^^
Giovane ignuda
UNa che
tenga
mano

in

circondata d molto Iplendore da tutte le bande


il Sole .

quello , che fi pu ben vedere per mezzo della luce


fi dice
Chiarezza la quale dimandaremo quella fama , che P Uomo o
colla Nobilt, o colla Virt s'acquifta, come dimollra Pierio Valeriano nel
lib. 44. e S. Ambrogio chiama chiariffimi quelli , che fono flati al Mondo
Si dice ancora Chiarezza una delle_?
illultrati di Santit e di Dottrina
in
Cielo
ed
in ciafcuno di quelli fignificati
Beati
de'
,
quattro Doti
de' fuoi meriti ciafcuno fi dic
perch
fiorire
nel
Giovane
,
Si dipinge
del
Sole
fimilitudine
che
fa vifible il tutto ^
la
,
per
etfere chiaro

Chiaro

che

fa

la

-,

CHIESA

ICONOLOGIA

541

CHIESA CATTOLICA.
Ld

T. F. Vincenzio

M.

^icci

O.

DOnna

di venerando afpetto da Matrona fedente fbpra uno flabilffimo


Trono di lniffnia Pietra ove fiano molti Scalini per afcendervi Ha
in tefta Corona di oro tempellata di varie preziofe Gemme , come CalSmeraldi , Rubini , ec. Tiene un Vafo di oro
cedoni , Diamanti Brilli
Viin mano pieno di umor purpureo , ed un Anello grande ad un dito
cino al Trono vi una Porta
Appiedi del detto Trono ne' gradini certe
Da lato al
Caraffine , ed abbaffo certe onde marine fpumanti e procellofe
baffo fiano tre Fanciulle fcalze
fcapigliate e
mal velHte vicine ad un
.

precipizio

La Chiefa Santa non

Congregazione di tutti i Fedeli CriCrilb Signor Noltro , che


preziofo
col fuo
Sangue fono Itati redenti , e quella la Chiefa Militante
della quale al prefente parliamo , che contiene tutti i Rcligiofi e Secolari
eredenti , e battezzati colle acque del S, Battefimo , bench vi fia la Chiefi
trionfante , che il Paradifo , ov' la Congregazione di tutti gli Eletti
falvati , che godono perfetta quiete , ed eterna pace . La Chiefa dunque-
militante in terra il cui Capo Crillo i ed in fuo luogo fu Vicario e_>
Principe S, Pietro , Capo degli Apposoli ; ed in fuo luogo tutti i Sommi
fliani

uniti infleme

altro

fotto

l'

che

la

infigne Bandiera di

Romani,

e_>
i quali dellinano tanti altri Prelati, come Cardinali
Superiori nelle Religioni . Quella la vera Chiefa ftabilita fuUa Pietra (labile
e folida di Crillo Signor Jvollro , la quale bench avelie molte martellate di perfecuzioni , tuttavolta , ognor fi refuj
e r^nde forte e llabik , n punto paventa di Nemici, emendo mantenuta

Pontefici

Vefcovi

dalla

ed

altri

Divina mano

^nmx
&

in

GiulH dopo

uve fono

ynamDd

funt

Anime di tutti i Giulli "^Hliorion


Nave, che naviga il Mar di quella Vita;

ripolle le

E' qual

lunga navigazione nelle onde de' pentimenti e penitenze , gli ripara nel felice Porto delle beate ilanzc -del Paradifo ; ma i Trilli,
come indegni di col , fommerge ed abiifi nelle onde voraci dell' Inferno.
Nave , che fempre ebbe felice fine de' fuoi viaggi > a cui pi giova la_s
i

la

tempetla di venti
.tribul. lib.

dum

ultim.

di perfecuzioni,

Hoc proprium

opprimitur crefcit

che

Itctatiir

la

bonaccia

Ecclefia

cium contemnitur perficit

quia,

dum

ed

lllario

dice dc_>

ditm perfajitur floret ,


Ixdicnr 'vincit , & timc

avvenne fpccialmente

nelle perfecuImperadori che col volerla perfeguitare colle morti di tanti


Santi, pi fuccelfe in pace e quiete, in dominio e grandezza, e quanto pi
pretefero annichilirla , pi crebbe ; laonde i fciocchi e mifcri martirizzavano uno , ed il Signore di quello ne faceva feme di CrilUani , mentre irL_
quella morte fi battezzavano migliaia di Uomini
ficchc le fi pu dare il
titolo di gloriofi Nave , ridotta al felice Porto di eller Capo di tutte le_
altre Chicle
Oh felice Nave che le procelle e 1' onde fpumanti , ed or-

[uperat ciim jUperan l'idetHr

e quello

zioni di tanti

ride

TOMO PRIMO.
ride di travagli procaccbronle bonaccia

J45

impetuofe tempefte de' Tiranni le cagionarono felice aiigurla di giungere alle fponde Ihbili di eterna
pace , ed univerfal dominio ! La Chiela , dice S. Agoftino in Epif. 28.
quale crefce per tutte le Genti , fi conferva ne' Fnimenti del Signore ,
che forf intende degJi ejetti Criftiani ombreggiati nel fumo , idem Epifl.
i6S. Nelle Scritture abbiamo infognato Crilb , nelle Scritture abbiamo imparato la Chiefa ; quelle Scritture 1' abbiamo comunemente , percs il_>
quelle comunemente noi ritnghiamo e Crillo e la Cliiefa , dice loltello.
La Chiefa non confifte nelle Mura , ma nella moltitudine de' Pedeli.
Koii luogo di Difpute , ma di Dottrina , cos dice S. Gio: Griloiomo
in homL fenza fallo traditore qualunque Uomo fi fia 5 che vorni produrre vizi in quefta Santa Cafa j e il Tempio di Dio far fpecola di DenronJ,
dice S. Bernardo tu Serm.
La Chiefa non fi edifica coli' oro , ma piuttofta fi diftrugge ? dic!_>
Sulpizio Ser. Dial.

le

i.

dice Gregorio Papa in Homil. fup. Ezech. ha due vite,


una nella quale fi raccoglie la mercede, 1' altra ove fi gode de' ricevut"
qui di compunzione, e coli
doni, ed in ambe le vite offerifce Sagrificio
nel Cielo di lode. /E 16 flelTo dice 26. Maral., che la S. Chiefa confifie nell' unit de' Fedeli , come il corpo nell' unit de' membri .
La Chiefa, dice Leon Papa ex Ser. 1. in .A51. ^pofl. non diminuifce
nelle perfecuzioni , ma crefce, efiTendo Capo del Signore , qual fempre pi.
divien ricco di raccolta , e pochi granelli che cafcano , multiplicati in_>
gran maniera rinafcono .
Ben dunque moDTo da gran ragione, I' ho dipinta da Matrona belL-Uj.,
perch Madre di tutt' i Fedeli , ed per durare in perpetuo
Sta fedente fopra un Trono ftabilifllmo di Pietra , perch mai pi far moOQi,
n oltraggiata da' nemici , elTendo il fuo Soglio di Pietra Crifio Signore
Sta coronata , in fedell' Univerfo, al cui volere ogni Creatura ubbidifce
gno di dominio potentiffimo , e regio- , eh' tlla pofTiede , a' cui piedi fi
curvano le Corone , fi flettono i Scettri , fi proitrano g' Imperi , il umiliano le Monarchie , ed ogni dominio avanti di Lei depofita 1' Eccellenza,
e le grandezze , n ad altra la pi bene il titolo di Regia e Cefarea_j
Maell, folo che a Lei , ed a Lei s' appropri il fupremo encomio di
Le gemme che 1' adorSereniffimo , di Auguftilfiaio, e di Santiffimo
nano, e che la fregiano, fono ir Santi fuoi ; e ficcome le gemme fi tencogono in pregio , perch di raro fi trovano , e per le rare virt loro
si i Santi ,
che rari ed eletti furono fra gli altri Uomini , e le Virt
Loro si eroiche eh' ebbero pi del Celefte , che Terreno , fi raTerabrano
a tante gemme
Primo a Calcedoni gli Apposoli , Patriarchi , e Profeti
elfendo gemme di color pallido , che ferabrano la mortificazione di coitoro . Al rofso di Rubini i Santi Martiri bagnati di Sangue ne' loro martiAi brilli , e verdi fmeAi bianchi adamanti i Dottori e Confetfori
ri
Ed ecco come fregiano
raldi le Sante Verginelle piene di ficura fpeme
Capo di Santa Chiefa Il Vafo pieno di Umor purpureo , che il Sanil
gue eli

La

S.

Chiefa

544^
gue
Grido

ICONOLOGIA

cui merito fabbricata Santa Ciefa e con quefto Dvin Sangue ftabilito ed ingrandito il ^"^ 1 eforo. Vi l'Anello, che
Le CarafHnc
le lu polio Crifto nel fuo Spoi-i^''^io elTendo fua vera Spofa
piene di odori , che fono n^ii gradini, fcmbrano le Orazioni dei Santi
L'onde procellofe, che foro a' piedi , in fcgno che fono paQate tutte, e tutte
E per fine le tre Fanciulle
vinte Je rempefte dei Tiranni e Nemici fuoi
fembnno le altre falfe Chiefc fuora di Lei . Stanno fcapigliate,per non aver
avutcCapo buono. Stracciate nelle Velli , pcr-elfer fcnza vigori e meriti.
SoScalee, per fegno della miferia e povert che tengono d' ogni Virt
no vicine ad un precipizio , perch guidano chiunque le fiegue* a quello
di

-,

col

d' inferno

Avveriamo il tutto colla Scrittura' Sagra


Donna matura fedente fopra un Trono di

d:

Sun V'i&ixo Matth. \6.

:abo Ecclejiam

Cor.

I.

20.

meam

v.

Ghe

i8.

Tu

es

Tetrus

Pietra Grillo

4. Sta coronata di oro

V.

le fregia le tempia

come

fuo vero

Gapo

,
.

Si dipinge la Santa Chief

che cosi difle Grillo


h.vic Tetram dif.~
Tetra autem erat Chri/liu

pietra

&

[tiper

fteOfo

Gorona Grillo, che


ctm Caput j'.tper omncm Ec-

e quella
Dedit

Et ficut Fir ej caput Wilieris , fic Chriflm caput Eccle/.v .Eph^^f. i,


Eph. 5'. V. 23. Le varie gemme che ingemmano quella Gorona fUrono allegorizzate in quelle , che ornarono le S. Mura della Gelefte GeruEt fimdamenta mura Cwitatis omn lapide pretofo ornata : Apoc.
falemrae
21. V. 19. Il Vafo del Sangue di Grillo col quale fu acquillata la Santa_j
Ghiefa , e llabilita : Dedit regere Ecclefam Dei , qtam acqu'ifi'vit Sanguine [ho ;
20, Tiene 1' Anello dello fpofaiizio , che la fpos nella caAX, Apoft.
videte filiji Sion I\egern Salomouem in
mera regale della Croce : Egredimini ,
in die
diademate , qt eoronavit illnm Mater f.4a in die dejponfationis illiiis ,
Ed Ofa. 2. v 20. anche ne favell . Et defponfabo te
Lttiti cordis ejus
mihi in fide'. E S. Paolo Ephef. 5. v. 32. fcrive quello eccelfo Spofalizio ,
in
e Sagramento . Sttcramcntum hoc magnum ejl , ego a:ue dico in Cbriflo ,
Vi la Porta, perch ella fa entrare al Cielo e non altro : come difEcclejta
f il fuo Spofo di Lui, dicali di Lei, che fono 1' illelTa cofa Jo: 19. v. 9.
E'^o fum Ofliam , per me fi qttis intrcjerit fahabitnr , e di Lei parl ancoEcce dedi coram te 0(linm apertum , quod nemo potefi clanderc
Le Carafra
fine , che Hanno ne' gradi , fono le Interceffioni , e le Orazioni de' Santi ;
Habcites finguli cytharas , drpbalas ameas plenas odoramentorum qux fum oraperfccuziotiones San^onim: Apocal. j. v. 8. Le onde proccllofc delle
ni fono celiate , e convertite in bonaccia , anzi ridotta al fermo Lido
Fimdata eJl Domm DoJnini fuper firmar Tetr~nL
e f.'.lla ferma Pietra
E per fine vi fono le tre Fanciulle, che f.-mb;'.:no le altre falfe
Ecclefix
Chicle fuora di Lei, tanto odiate e detcllate da Davide Piai. 2 y. v. 5. Of/ic
Ecclejas Malignantium , e che rechino al precipizio
F.i illis qt in via Cai
abier.mt
in contr adizione correperice^ errore Balaam mercede effiifi ]nm >
Tunt
Jud. e. 7. Ghe cos ancora orava Davide Pfdm. 54. Tr.tciplt.it Domine ,
diiide li'.gtias corum , quoniam lidi iniqMtatern , d^ contradiaionem
clefiam

V. 22.

&

&

>

^'s:!.<:

-,

&

&

in abitate,

CIUM!-

TOMO PRIMOi

34?

CHIMICA;
DdV

dipnger una
SI ricco
di volto

^Abatz Cefare Orlandi,

vecchia Matrona

ma

con abito

vllofb

giovanile

pallido e afcixitto , in una Stanza, nella quale fi mirino


intorno vari Fornelli , Crogiuoli , Vafi divert di bronzo , di terra , di
,

all'

vetro. Lambicchi, e tutt' altro eh' iolito adoprarfi da' Chimici ; Verghe di oro e di argento, numerofi pezzi di altri metalli , varie erbe-?
Tenga
fiori. Animali morti, e tutto ci che pu fpettare alla Profe Alone
in una mano un' Elmo volto fottofopra , dal di cui cavo fi veda lorgere_>
viva fiamma Neil' altra una Canna da foffiare appreflata alla bocca , colla
quale fomenti la fiamma a' carboni fottopofti ad un Crogiuolo .
Dovendo difcorrere della Chimica, feguir di buon grado in quefta_j
parte-, ci che di eDfa abbiamo dal celebre Efraimo Charabers , nella tra.

duzione

Inglefe

dall'

Chimica

Arte d feparar le diverfe foftanze , delle quali i corpi


milH fono compoiti , per mezzo del fuoco
e di compor nuovi corpi net fuoco colla millura di differenti foftanze
I Critici fono divii quanto all'Etimologa del nome Chvmica
Comunemente dirivafi dal Greco x^fA,os Succo e d
Boerhaave , ed altri con pi di ragione lo dirivano dall' Egi;
;:tgf fondere
zio Chema , o Kema nero ; e fcrivono Cbemia , non Ckymia
Altri facendo

'

Cham

ICONOLOGIA

54tf
Ciiam r Inventore della Chimica dirivano il termine dal fiio nome ; appoggiando la loro Etimologa fulla fgnificazione d^lla voc^ Chat , che^
nell' Ebreo lignifica calore, caldo t nero', tutti quefti Cgnificat effeiKl relativi ali* operazione della Chimica .
La Chimica nota ancora lotto varj altri nomf j Ella bene {pefTo
chiamata /' ,Artc hermetica per una fuppofizione che fia liata inventata da.^
Ermete Trifmeglto Altri la chiamano /' ^rtt Egizia dalla Nazione apprefTo
a cui fu prima efercitata Altri /* ^ne Sagra , Divina ; "Poiefis , cio i' Arte
fattrice > come quella che fa 1* oro , ec. Altri la. cliiamano ^rte Jpargirca%
Paracelfo , /' ^rte hyffopca Altri pyrothechnia , ec.
L* oggetto principale della Chimica analizzare o difcomporre i corpi
naturali ; ridurli a' loro primi principi;, fcoprire le loro afcoie virt , c_
.

dimoftrare la loro interna conteftura ,, ?6d il centro come e' lo chiamano


in cui le naturali foltanze concorrono > In una parola j la Chimica l'Anatomia de' corpi per mezzo del fudp; definizione che Annem^n ci h
data dell' Arte .

Boerhaave definifce

Chimica pi fcientifTcamente

la

corpi fcnftbili contenuti ne' vajt

col

mezzo

di certi

tflrumenti

o capaci

di ejfervi

e principalmente

del fuoco

Vn* ^rte concai

contenuti

fono mutati cosi,


che le loro divcrfe^
,

Virt, fono ivi manifejlate colta mira alla Filofofia, alla Medicina ec.
Quella definizione pare prolifl , e troppa circollanziale pi limile ad una_j
defcrizione r che ad una definizione ; ma ancorch quell' Ajtre vi abbia_j
pollo ogni ftudioj aflicura. che non ha. potutO' formare una pi breve, la
quale efprima il vero e intero fcopo 1' oggetto ,. e gV illrunrenti della_Chimica , ficch da ogni altra Arte li diftingueOTe ; fui qual punto tutti gli
Scrittori di Chimica fono da difficolt imbarazzati e confuli
Imperocch la Chimica non pu giuftamente chiamarli /' ^rte di rifolvere i corpi, come la difinifcona Regio ^ Paracelfo ec. poich fa ci anche la Meccanica : n li emenda, la cofa con dire eh' ella /' ^rte di analizzare i corpi col fioco-; liccome ha fatto Elmonzio ,. n col Sale comt altri,
Qiielle definizioni includono folamente una parte in vece del tutto .
E con poca: propriet altres ella dienominata /' ^rte di feparare il puro
ella non men compone ,. che fepara , e mefcola_j
dall' impuro ; perocch
eziandio fpeflb. il puro coli' impuro
La. Chimica dunque appare che lia_j
Arte molto eftefa Il fuo oggetto , o la materia Chimica fono tutti corpi
fenlibili 5 capaci di efler contenuti ne' vali , e per- li. divede in. tre Regni

podefl e

..

..

Fofjle

'Vegetabile

animale

Le

operazioni della Chimica inchiudono' tutti i cambiamenti prodotti


ne" corpi per mezzo degli Agenti ,, o Iltrumenti natundi: ciocia decozione,

infujtone

/'

fiallizzazione

efalazione

Gli effetti o
agli' eflratti

,.

alle

G' Iftrumenti
aii

li.

la

calcinazione

ifrazione

la dijlllazione

la cri-

ec.

compiono

,.

le

produzioni della Chimica

tinture
,

fono

gli
//

agli

elifjr} ,

li

Agenti della Chimica


j^<oco

poGono> ridurre

ai"

magiflefj^

ec.

l'acqua,

V'

,.

co' quali le fue operazio-

aria, la terra

-<

mejirui

',

e g*
Illru-

TOMO PRIMO,
Iftrumentl propriamente cosi detti ione
pellica.nit

fornelli')

La Chimica

loti,

lambicchi,

le

3^7
cucurbite

te

ritorte

ec.

divifa in Metallurgia

>

alchimia

Farmacia Chimica

cj

Filofofia Chimica
Si dipinge Vecchia Matrona , per Indicare la fua antichit e nobilt ;
giacch ia Chimica un' Arte antichiJfima , e da alcuni Dotti fi crede_>
che foife pratticata fin nel Mondo antediluviano . Si riferifce l' invenzione
a Tubalcain mentovato dalla Scrittura per Inventore dell* Arte di lavorare
Tubalcain qui fuit Malleator c5" Fabcr in cima^
il Rame , ed il Ferro .
Ferri . Gen. cap. 4. i. 22. Quello certo , che alcunej
epera eJSris ,

&

delle pi fublimi e pi difficili cofe nella Chimica debbono efTere ftate note
a Lui ; traile quali fono fepararc e purificare il Rame ed il Ferro , il fare
1'

Ottone

tore della

prefo

il

il Bronzo , ec.
Comunemente per fi tiene che il vero InvenChimica fia flato Cham Figliuolo di No da cui iupponfi aver
.

nome

fatta dell' Arte appreffo Zofimo Pa1'


quale
vilfe
circa
Anno di Crilto 400. Ts^e' Sagri Scritti dice
nopolita
troviamo
Autore
1
quelV
parlarfi di certi Genj , che ebbero commercio con Femdice
altrettanto
Ermete
e' juoi libri [opra la natura ; e appena vi alcun
.
rnme
autore che non abbia qualche vejigio di quejla tradizione . Cotefli Cenj prefi ga-

La prima raenzisne che troviam


,

il

amore

manifeflarono ad Effe tutti i fegreti delitti


inopportune a faperfi per Effe , per loj
qual ragione furono fcucciati dal Cielo . Il Libro , nel quale erano contenuti i lor

gliardamente
natura

dall'

delle

e loro infegnarono

Donne

diverfe

cofe

CHEMA

fegreti, fu chiamato
Il Tello della Scrittura

nel Genefi cap. 6. v,

2.

CHIMIA .
e di qui il nome CHHMIA ,
,
che Zofimo ha in mira , quei paiTo di Mos

Videntes

Filii

Dei

filias

hominum quod

ejfent pulchr^it

acceperunt fib uxores ex omnibns quas elegerant

La
eli
digli

origine

antediluviana

Chimica

confermata da Tertulliano

come "jen riferito da Enoch .


,
Borrichio prende quelli palli per autentici ; ma aggiugne che Enoch fi
ingannato, perch gli Angioli, de' quali parla, non erano veri Angioli, ma
i Difcendenti di Seth , e di Tubalcain ,
che degenerando da' loro Padri fi
diedero a' rei piaceri colle Donne difcefe da Caino , e nel corfo de' loro
amori e turpi commerci , divolgarono i fegreti che Dio aveva lor confidati.
Sia come fi vuole , la Chimica, non v' ha dubbio , fu prima pratticata in
Egitto Secondo Mos , Tubalcain dovrebbe effere llato il primo Inventore.
Gli Autori profani la riferifcono a Vulcano ; ed alcuni pi recenti e migliori
Critici fi sforzano dimollrare , che Tubalcain e Vulcano furono tutt' uno ;
come in fatti ritrovafi una grande raffbmiglianza tra i loro nomi.
Dopo Tubalcain il primo Chimico, che ci fia conto, Mos; il di cui
fapere e perizia della Chimica incontraftabile , avendo Egli abbruciato e
polverizzato il Vitello di oro che avevano eretto g' Ifraeliti , ed avendolo
dato Loro da bere
Appena v' pi difficile operazione in tutta la Chimica
X x 2
Si vede
che far oro potabile .

ragione furono sbanditi


-

della

angioli che caderono, dice quello Padre, difioperfero l'oro, e l' argento
domini infieme colle ^rti di la<vorarli , di tinger la lana , ec. per la qual

ICONOLOGIA

54^

giovanile , e ricco, per dinotare, che rel>,


Chimica abbia la Tua origine antichiflma nientedimeno il fuo mx^*
gior lullro. ed il fuo vero E;fere 1' ha ricevuto ne* tempi non ranto da noi
Ebbe Ta
lontani , e prefcntemente nel fuo maggior vigore e profpettiva
Chimica il dcftino comune delle altre Arti nella declinazione dell' Imperio
Orientale, e giacque fepolta e fcordata fino al tempo di Rogoro Bacone,
che la f rivivere . Egli fu feguitato da Luilio , da Ripley da Bafilio
Valentino , da Paracelfo , da Van Helmont , da Glaubero , da Boyle , da
Lemsry, da Hjmbjr;^ ec. , da' quali l'Arte fiata portata al fuo prefentc
Si verte

bene

con abito viltofj

la

grado, d perfezione

primi Chimici fi rillrnfro a' MetaH In quefl ultimi tempi i confin


della Chimica fono ihti grandemente ampliati; ed in ECfa fi foo fatte entrare le Piante gli Animali, i Minerali, ec.
Non gran tempo che la Chimica fiata applicata alla preparazione-
delle Medicine. Bafilio Valentino, e Arnoldo di Villanova, pare che fiano
I

primi che ci tentarono . Paracelfo e Van Helmont la portarono a tal


che la Medicina, fi refa da Loro quaii totalmeute Chimica
II Volto pallido e afciutto , dimoilra la grave applicazione della mente
che neceiCirii in Chi vuol feguire tal ProfefTione ; indica ancora le gravi
cure, le fomrae diligenze, e le inevitabili fatiche del corpo, dalle quali
cole tutte ne proviene nell' Uomo 1' emaciazione , ed il perdiniento di un
prolperofo colorito
I varj Fornelli , Crogiuoli ec. dimofcrano ci che fa di bifogno per la
Profe Alone .
Tiene la Chimica in una mano un Elmo volto foiTopra , d-al cui cavo fi
vede fjrgere viva fiamma , perch 1' Elmo, fecondo ci che riferifce Pierio
Valeriane) li. 42. Geroglifico de' principi occulti , dicendo fecondo ii
Elmo che principalmente cmpre il Capo di TlutotKu
Traduttor Gefuita =.
:=: Onde io per
jtgnifica che i principi della Generazione delle col fono occulti
dimollrace che al Chimico non fono nafcolH detti principi, fo che la mia
Figura tenga 1' Elmo foXopra , in legno che li ha difcoperti
La viva fiamma indica , che il fuoco il principale Agente nella Chimica ; e per quella fleJa ragione le fi pone alla bacca, la Canna
flati

fogno

GHIRO'

TOMO

PR

M Oi

f49

CHIROMANZIA
Dell'

^baie

Cefare Orlandi

ZTngana

coronata di Lauro . Colfe S'erte , o Ha. Compafl > mifuri ItJ


mano di Perfona , che le iHa appreCfo . Coli' altra mano
prefenti de* doni ali* altare di Mercurio , fopra cui fi vedr il Simulacro
del detto Nume . Abbia apprefra una Talpa
E' la Chiromanza 1' Arte d' indovinare il deftno , il temperamento $
la difpofizione , e gli accidenti occorii ad una Perdona r dalle linee e_a
da' lineamenti della mano
La parola vien dal Greco JCeip , mano ; e fJtxpTHOi , divinazione .
linee della

Quanto fia fciocca vana e ridicola fimile arte r ognuno- che fia di
retto intendimento fornito pu facilmente comprenderlo ; ed Io' non fo baftantemen-te maravigliarmi nel penfare che fi trovi Gente > anclie fuori
della Plebe, che a fomiglievoli frivolezze dia orecchia e prefti credenza.

Vi

degli Autori che hanno- pretelb porla in qualche riputa-con molto Loro- applaufo , non avendo potuto apportare_j>
nelle loro- ragioni, che congetture frivoliflme , e indegne affatto- di fede.
Ossidi giunta a tale avvilimento aueft' Arte
che da foli vagabondi
iieiie efercitata r cio da- qiielii che vengono denominati Zingan
e che

zone

fono-

flati'

ma non

,-

fi-

ipac-

ICONOLOGIA
Cham

5?o
l

fpacciano Jilcefi da

Chus Figliuolo

di

Vanno

quefti errando per

Mondo,

e col dar \% buona ventura ed a queiti ed a


quelli vanno
procacciando a fpefe , particolarmente delle credule Donnicciuole , il foli jntamento al loro fcioperato vivere
il

Per

Perf )ne viene quella Profefsione cfercitatai


figuro Io 1' Immagine della Chiromanzia in una Zingana
Ha la, Corona di Lauro in telta , perch tal Pianta il Simbolo dell'indovinare, e fecondo il fentimento degli Antichi, che la denominarono fUvrtH
(puToV yaticinancem ^rborem era dedicata ad Apollo * come Dio degl* Inla

ragione che da

tali

ZaHms

dovini. Dall' Alciato nell' Emblema 211. .chiamata Tricfcia venturi


togliendolo da Claudianp nei 2. de rapttt Troferpinee dove dice ;

......

Venturi prajcia l.aurus

Gettato il Lauro nel fuoco fa grande ftrepito , e da quefto fuperftiziofi


II prefagivano o la buona o la
rea fortuna ; giacch fc romoreggiava di
fiioltOj credevano dovere avvenire felicit. Tibullo lib. 2. eleg. 6.
Laur'AS ubi bona figna dedit gaiidete , Coloni
Se al contrario fenza fare grande llrepito fi fofle abbruciato fi vevi
jper infauftifsimo fegno
Properzio lib, 2,
Et tacet extin5lo l^aurus adufla foco
G' Indovini erano chiamati ^x(^vr\<^X'yot Mangiatori di Lauro .
.

Co,si

Tibullo della Sibilla

Fera cano,

jtc

ufque facras InnoSia Lauras

^efcar ,
tetertfum jt mihi virgbiit^s .
L' interprete di Licofrone in ^lexandra dice che ftiau favolol tutto
ciocch del Lauro fi riferifce , fuorch il Lauro fcmpre verdeggi , e che
quelli che portano in Tefta la Corona di quefta Pianta indovinino, ic cofe
future

,.

Mifura le linee della mano di Perfona che le fta appreCfo, perch i


Chiromanti dai Monti della mano 5 da quelli dei diti , alTegnati ai fette-
Pianeti , dalle linee e particolarmente dalle quattro principali , cio vitale , naturale epatica , e menfate- , dal quadrangolo , triangolo , con 1' angolo fuo fupremo e finiltro , dalle linee Saturnina , lattea , Solare Mercuriale t dal cingolo di Venere , e da mille altre linee perfette ed imperfette , prefumono conofcere gli avvenimenti che fono fucceduti , che fucccdono , e che fono per fuccedere alla Perfona che vuoli; da Loro effero
gabbata .

ma

Spedo accade che dicono il vero intorno il paffato, e '1 prcfente ;


ci avviene o per mero accidente ,
perch i Furbi Mariuoli gi

prima fono andati indagando la qualit , lo llato , gli avvenimenti della-j


femplice Perfona , che hanno addocchiata
Su quello rifleflb faccio che coli' altra mano prefenti de' doni alla Statua di Mercurio ,
per edere quello Dio creduto T inventere degl' inganni , e perch al fendre degli Allronomi tutti , i dominati dal Pianeta
di Mercurio, fortifcono un Ingegno ferace e pronto, con una particolare
eloquenza , <;d ajtres \in animo inclinato ;U!c afluzie , ed agi' inganni
Le pon.

rO

PRIMO',

i,-t
Talpa, fpecie di Sorce che vive fotto- terr;i_j
e condannata dalla naCura ad una perpetua cecit-, come molti vogliono ,
e perci detta da'' noliri Contadini Topo cieco . Secondo per i pi accurati Naturaiiiti non altrimenti vere che quell' Animale' fia fenx' occhi
giacch- minuraatiente- oflervato, fi ' veduto che" non gli manfano tutte_
quelle- Ile ile- parti, delle quali fono' compolii gif occhi , ma non apparifcono- cos chrafaraente- ed' evidenti ,- come' negli altri Animali y. a' cagione della pelle un poco> grotta che gli ila d' intorno"
Le pongo , dico, appreJo- queft' animale , per eCfere-, fecondo ci, che
ne dice il" Valeriano lib.. 13-.. il Geroglifico dell' Indovinare
perciocch *
dice Egli, ii fono chiariti i Magi,- come' infegna Proclo, che per indovinare, il cuore- della Talpa ' ottimo , perch quegli Antichi Indovini inghiottiti' 1 cuori
delle- Talpe ,- fuDtO' divenivano- atti a'- predire' le cofe
avvenire
lo' per prendendo' occafione- da' ci che dal 'Volgo fi crede , cio che
la Talpa fia cieca , I*' approprio alla' Chiromanzia , per indicare la ceciti
della'- mente ,> tanto di chi; l'efrcita ,j quanto di chi" non le nega fede

Le pongo^

appreflb^ li

.-

,-

CHI-

ICONOLOGIA

i^

CHIRURGIA,
sil\ cibate Cefare Orlandi

Giovane

robuffa di vago afpetto ma virile e feroce


vaci e brillanti. Velia abito di color rolTo fuccinto e
cui fiano ricamati vari cortelli qua e l fparfi .
Abbia le
e moltri le mani pronte , agili , e svelte . In tetta porti

e di occhi vleggiero, iruj


braccia nude

una Corona di
fronde di Qyercia . Sia in atto di curare o fafciar le ferite ad un Infermo . Si mirino all' intorno della Stanza varie fcanze > nelle quali faranno
dilpolH Rafoi , Forici , Aghi i Stili Seghe , Lancette , Tanaglie , Gamaiitti , Trapuni , Rafpatori ec. ec. In
altre diverfi Vafi di Unguenti , e di
Acque diiillate > *-eroti , differenti Erbe ec. In prolpettiva fia uno Sche-

.
Abbia apprelTo P Ippopotamo .
Confille la Chirurgia nelle operazioni efegu-Ite colla mano per la cura
delle ferite e di altri mali , ed il terzo ramo della Medicina . Le cofe
principali che vengono fotto la di Lei confiderazione fono tumori, ulcere

letro

ferite

contufioni

La parola
operazione

slogamenti , e fratture di olfa .


formata (dal Greco Awp

Chirurgia

Mano

ed ip')OV Opiu

Ella pi ancora
di quella in oggi

fi

della

Medicina

dica un

ramo,

fi

deve dire antica

non ottante che_5

come accennammo, od una parte.

Ha

for-

TOMO PRIMO,
Ha

5?5

Medicina , come ben riflet


te Eframo Chambers , per la folidit del Tuo fondamento , per la certezza delle fue operazioni , e per la fenfbilit de' fuoi effetti ; di manieri
che coloro , i quali negano cffcre di alcuna utilit o neceffit la Medicina ) accordano per V ufo , ed il vantaggio della Chirurgia .
Se nulla di propofito rilevar fi deve dalle pi remote antichit , Apollo
fu il primo Botanico ^ Chirurgo , e Medico ; Pongo in ultimo Medico
perch dalle fteffe fue parole, che in bocca gli pone Ovvidio nel primo
delle Metamorfofi , dimollra che la fua Medicina confilleva nella cognizione
delle erbe , e del curar le ferite , lagnandoci di non poter fonare quelle
he dall' Amore di Dafne gli erano Hate fatte
forf aiwlom qualche, vantaggio fopra la

.......

"^ofira tamcn una fagtta.

qme 'vulnera pelore feclt'.


Invcntum Medkinct meum efl ; opiferque per orheip^
Dicort <if herbarum efl; fahje^a potentia nobis .
He miii qiiod nnltis amor efl medicabls herbis ;
Certtor in "jacuo

',

Domino , qax profimt omnibus aries


in fatti fu la Medicina de' primi fecoli
Figlio di Saturno e di Fillira pollo dai Poeti nel
"^ec profunt

La Chirurgia

Chirone
numero de*
Centauri fu il primo, fecondo gravifllmi Autori, e tra quelli Stafilo lib. 5,
rerum Thefsalicarum , e Plinio nella fua Stor. Nat. lib. 7. cap. 12. de Chirone che oflTervafTe la natura delle erbe , e che dalla pei'izia della Chirurgia

ne
mus

e dall' agilit della

adolevijjet

Ciiin

obfervajfe

nuum

Chiron

qui etiam

mano
in

nel

Sylvas

trattare
abiiffc

le

ferite

dicitar

folTe

virefque

ob peram pofiea Chinirgia:


Cbiron fuit nominatus .

detto ChiroHerbarum pri-

" ob levitatem mar

in tradiandis "julneribus

Si dice

che

da Lui apprendeffe

come Dio

quella facolt

Efculapio

il

quale

.fU

Medicina .
Si deve per avvertire che pi furono gli Efculapj
Cos nel 5. d<u
"^atitra
Deormn Cicerone
<ryfculapiornm primns
Jipollinis ,
quem ^rcades colmt , qui jpecillum ( quello un Illroraento adoprato da' Cerufici
per tentare e ricercare la profondit delle ferite , e propriamente e comu-'
nemente fi dice Tanta ) invenijfe prmusque vulnus obligaviffe dicitur . SecunduiIs fulmine percuffus dicitur humatus effe Cynopms
Tertiui
j'eamdi Mercuri Frater
^rfippi filiiis , e> ^rflnox qui prirnus ahi purgationem , dentijque evulflonem ,
adorato

della

ut ferunt

nvenit

cuJHS in

lircada non longe a Lufio flamine Sepulcritm

Lhchs oflenditur

La llelfa finzione degli antichi Gentili intorno la. Perfona dell' anzidetto Chirone , in f milleriofa , e denotante 1' effere della Chirurgia . S
diceva Figlio di Saturno , e di Fillira , per dimolrare che quella cogniziodal tempo figurato per Saturno , e dall' efperienza notata ia._a
giacch (p/Xn in Greco fignifica ^Arnica , e Tretpxs Experiemia ; coficch tolta alla parola Tretpxg la prima lettera :7 rella Vhilyras 1 cio ami-t
ca ejperienza . Si dava a collui per Figlia Ociroe , cos detta, perch na-

ne nata
Fillira

Y y

eque

ICONOLOGIA

554
eque

un veloci/Timo Fiume

alla riva di

delle MetamorfofI

Ecce

"jent

Filia

rtttilis

hnmeros proteB.t

Centauri: ej'um q:ioniam

Flimnis in rapidi ripis

Ocyrhoen .
vuol fignificare che
quali quanto pi prefto ,

Per quefta
corrotti

Cosi di Lei Ovvidio nel fecondo

fi

capillis

T^ympha

Chariclo

enixa 'vocavit

Chirurgia apre

la

la ftrada agli

umori

comodamente fcorrono , coilj


ed inlomma dimollra che il principal*

e pi

tanta pi facilit fi pu fanar la ferita ;


efsere della Chirurgia confille nel togliere e purgare

i cattivi umori .
Centauro , cio mezz' Uomo , e mezzo Cavallo , per dare
ad intendere che Eflb aveva eftefo il beneficio d queft' arte non folo in
utilit degli Uomini , ma ancora delle fteffe Beftie . Sono quell*; rifleflioni
tutte di Natal Conti
Secondo 1' Ariofio nel fijo Orlando Furiofo Canto 19. Stan. 21. Neil*
India fiata fempre con ifpeziale venerazione in ufo la Chirurgia
Parlando Egli della pietofa Angelica Regina del Catai 1 che amoroflflima fi
pofe a curare le ferite del Giovane Medoro , in tal guif lo dimoftra
E revocando alla memoria /' ^/irte

Si fingeva

Ch^ in India impar gi di Chirurgia 1


( che par che quello fludio in quella parte
Ts^obile e degno s e di gran laude fia ;

E fenza molto rivoltar di carte 1


Che H Tadre ai Figli ereditario il dia )
difpoje operar coi} fucco

Si
C/>'

Per

tralafcare

a pi matura vita

per

affatto le

dagli Storici Scrittori f ne crede

Re

lo

Favole

d'

erbe

riferbe

veniaaio a ci che della Chirurgia

Egitto 5 quafi comunemente , fi crede che ne fofTe il primo


Alelfandrino d' opinione che quest' arte ricono;
fca la fua origine da Mizrai a o Mefrai figliuolo di Cam , e nipote di
No . Dopo Apis , Efculapio , che fu un dottiffimo Filofofo Greco , fcriife
hn Trattato fpettante le ferite ed ulcere . Gii fuccedettero ne' fuflTeguent Secoli Pittagora , Empedocle , Parmenide , Democrito
Chironc , Peo-

Apis

Inventore

ne

di

ma Clemente

Eleombroto che medic


primo Chirurgo che in

il

Re Antioco &c.

Roma

fi deve
Arcagatp .
Venne quelli dalla Morea in Roma 1' Anno cinquecento trentacinque dopo
l'
edificazione della Citt
Sul principio fommamente onorarono i Romani quello Vulnerario ; ( cosi veniva denominato dalle ferite , eh' Egli curava .
)
Ed oltre 1' aggregarlo alla Loro Cittadinanza , gli fu dal Pubblico comperata
una Bottega nella Via Acilia . Riflettendo poi al di Lui feroce cuore nel tagliare i membri e parti del corpo , gli diedero il nome di Carnefice
Cefs
la venerazione che fi aveva di fua Perfona, e cadde anzi nel pi oilinato odio
di Loro ; talch totalmente f ne disfecero : e la Chirurgia venne in Roma in

Il

* Plinio

che parla

autorit

coli'

fi

di

portalTe

Caifio

preftar fede

Hemina

fu

fomma

PRIMO.

AI

5?5

fomma abominazione , che dur per molti e molti anni . Riferifce Tommafo
Garzoni , che Coftui per la fua crudelt fu di comun conienfo lapidato e
ftrafcinato per Roma < e di tutto ci ne fa telHraonio Plinio. Io non trovo per che quelt' Autore ci dia una tal notizia .
Pi che alcuno de* precedenti , Ippocrate fece fiorire la Chirurgia Fifcrivendo diverfi Volumi fu quefto
lolTeno poi la perfezion nell' Egitto
Tra i Greci , Gorgia , Sottrate , Herone , i due Apolionj , AmSoggetto
monio Alelfandrino ; ed in Roma Trifone il Padre , Evelpifto , e Meges t
.

fecero fiorire , ognun nel fuo tempo


Gli Autori pi moderni
i
quali
con fomma lor gloria , e comune
utile
hanno contribuito alla perfezione della Chirurgia fono Pareo, Fa-

la

-,

Acquapendente, Harveo, Wharton

brizio d'

Gliffon

Laurenzi, Diemer-

Dionis , Charriere , M. Wifeman ec.


Si dipinge robufta Giovane la Chirugla, perch chi 1' efercita deve effer
Giovane , o almeno vicino all' et giovanile , mentre per le operazioni
fue necefsario che abbia le membra robufte e bea ferme . 11 che rade
volte fuol vederli negli avanzati in et .
Di vago afpetto, perch il buono ed efperto Chirurgo deve e(fere_^
giojale nel fembiante , come ameno nelle parole , a cagione di follcvare ,
e render, quanto per Lui fi pu , meno afpra la pena al Paziente
Virile per e feroce, per dimoflrare che non deve moverfi ad inutile,
ed anzi dannosi piet . nell' udire le forti ed amare ftrida dell' offefo ;
ma efercitare la fua ProfefTione con inalterabil coraggio .
Ha gli occhi vivaci e brillanti , per denotare che al Chirurgo necefsaria una villa acuta e penetrante
L' abito di color roffo fignifica eflfer-quefta un' Arte addetta tutta al Sangue
Succinto e leggiero, per la ragione che chi 1' efercita deve effere fpedito , e fenza cofa che 1' imbarazzi nelle operazioni
Sono in detto abito ricamati varj coltelli , per indicare effere la Profeflione in f veramente crudele
AppreflTo gli Egiziani il coltello , per
telHmonianza di Pierio Valeriano lib. 42. , era Geroglifico della crudelt;
e con quello nome chiamarono Oco Re de' Perfi , perch crudeliflimo e
Sanguinario . E 1' illeflfo Autore rende la ragione , onde cosi denominato
OiTervarono che morto Artaferfe fuo Padre , ed
foffe 1' Uomo feroce
a.Tunto Egli all' Imperio , la prima cofa che ne' folenni conviti faceffe
Il Chirurgo
in fatti non pu non__
fu di_ prendere in mano il coltello
chiamarfi crudele , dovendo aver animo di mirare fenza ribrezzo ferite
ulcere , conrufioni , ed intriderfi nel fangue Umano
Ha le braccia nude , e moftra le mani agili e preflc , per ombreggiare la fpeditezza ibpraccennata ; e le mani veloci nell' operare fono il pi
bel requifito , che aver poiTa un Chirurgo . Non per diverfa ragione , come fopra fi dilfe , fu il Figliuolo di Saturno e di Fil l'ira chiamato Chirone , e adorato da' Gentili come Dio della Chirurgia . Efi enm maximum

broeck

VieuiTens

Barbette

peritiiC fere

niulnerbus

arg.imenttim
traSandis

in

Nat.

dignojcends Chirurgis

Com. Mythol.

lib.

fi

mmius haheant leviffimas


12. de Chirone

4. cap.

in

Si figu-

ICONOLOGIA

^f
Si figura colli

Corona

di

Oiicrcia-,

per elferc

quelP Albero Simbolo

Valcriano lib. 51. > della fierezza dell' animo.


L' atta di medicare e fiUciare le ferite all' Infermo , moftra il pri:>cipale officio della Chirurgia
I
varj Ih'oment , che nelle Scansie fi mirano difpofti , fpicgano che il
.Ciiirurgo deve c'Iere provveduta di tutto il bifogncvole per cfercitarc l.i
tellimonio

il

fua Profeffione .
di Acque dillillate le vario
I diverii Vafi di Unguenti, di Liquori,
c\\<-3
Erbe ec. indicano che non fi pu chiamare buon Chirurgo colui
iion fia principalmente uq buon perito Botanico , e non ignorante Chimico .
pccii al Chirurgo neceiTarii
In proipettiva l pone lo Scheletro
la perfetta cognizione
e perizia dell' Anatoma . Indegnamente fi. an-ogi
il Nome di Chirurgo colui , che non
perfetto Notomirhi .
L' Ippopotamo Animale acquatico, da chi detto Cavallo marino, da
chi Bove marino , da. chi Elefante Marino , da ehi Elefante Egiziano . Ma
perch appunta diverte, l^^na le opinioni , e variano non poco qisHe di*
,

,"

iTijderni da quelle

degli Antichi

perci iHmo non Tara diigradevole

al

cor-

la fuL difcorfo di quello Aninvale alquanto mi diffonda.


Eliano
ndici
^mmci'^ libro 11. capitolo 44. deferi ve->
Stor'ix
degli
I' Ipp.opotarao alto
cinque cubiti; colle orecchia, coda, e voce fomiglianci a quelle del Cavallo ; che intomo la bocca abWa eminenti dall'
una parte e daJl' altra tre grandillmi denti; che abbia le unghia come
i Bovi ; e
Ariltotele Hi/h.
che nel reltante del corpo fom..igli P Elefante
tAn lib. 2.. cap. 7. lafci fcritto che abbia crini da Cavallo ; P unghia
tefe Lettore

e.h-e

di

Bue;

il

niufo elevato

il

Tallone fefla

denti fporti in fuori

la.,

coda di Cinghiale
la voce di Ca'wallo ; la grandezza di Afino ; e le parLeone Afriti interne non diftmili a quelle de' Cavalli,, e degli Afini.
cano Defcrpt. ^friae lib. 9. Vuole die abbia la forma di Cavallo , e la_3
grandezza di Alino, che ila fenza peli, e lo fa, infello alle Barche ; BeiIonio rfe ^qucitil. lib. I. la delcrille con tefta di Bue; con orecchia di
Orfo brevi e rotonde ; con bocca pi grande ancora di quella del Leone ?
narici aperte ; labbra afli groffc , e denti di Cavalla r con occhi
e lingu*
grandiffimi ; eoa brevifllma collo , e quail niente ; con piedi cortillimi , 3
tale che appena giungono all' altezza da terri di quattro dita ; lo dice_>
pingue e corpulento come il Porco ; e che abbia le unghia fcle come
queiP animale . Fabio Colonna per- accurati ifimo Naturai ilb- in l, C^ferv,
fiqtat.
terrejr.. cap. ly.
dice di aver vediito il Cadavere dell' Ippopotamo confervato nel S,ale , e condotto ^ Italia da un. certo Niccol Zerenghi CJxirurgo di Narni QLielto , dice , non aveva alcuna fimilitudine col
Cavalla, ma piuttolto col Bue, riganio alla grandezza, e eolP Oria
riguarda Xq zampe . Aveva il ventre anzi piano che elevato ; il capO'
affai grande ,. a comparazione del rellance del corpo;
bocca larga molto r
mulo carnofo ; occhi ed orecchi" piccoli La corporatura tutta gralla , elyirga ; la. coda
oppj,uttoito
di CingJiiale ,
a guii
di Tartaruga o d*
Orlo ce.
;:

'

&

,.

Si ap-

P Ippopotamo
Eliano Hifi. ^n. lib.

P R I

M 0,

^^7

perch ^\ narra' di Lu , teii. cup. 43. che fentendofl oppreflb dalla


friftionio
troppa graiTezza , tanto li frega alla tagliatura di qualche canna , fnocch
ne faccia dal Ilio corpo fortire quella quantit di ingue , che giudica a
propofito ; la quale allorch gli fembra fufficiente , ravvolgendoli nel fango
con quello fi chiude e falda la ferita Dalla quale olTervazione , giudica Croilio in Uh. de rerum fignamris che nato ne ia apprelTo i Medie: I' ufo
di aprire la vena .
S appropria

Chirurgia

alla

FATTO STORICO SAGRO.


1' ubbidiente
Figlio Tobia , a tenore delle amorof cure de
vecchio cieco Padre , il dellinato viaggio colla dolce compagnia dell'
Arcaagiqlo Raffaele da Lui creduto altro Ifraelita . Gionfero la prima fera
alle fponde del Tigri, dove fermaronfi . Ma avendo voluto Tobia co' piedi
entrare in quelle acque , per lavarli dalla polvere e fango , un fiero fmiilirato Pefce f gli avvent per divorarlo
Alz Egli le grida al Compagna
chiamando ajuto , e dicendo : Signore , viene contro di me un fiero Pefce.
Il Compagno gli dilTe r B Tu afferralo per le alette del Capo , apprehende
brancham ejm , e tiralo pure con Te fuori dell'acqua. Ubbid Egli e Io
traffe in fecco
dove avanti a' Tuoi piedi comincio tollo a palpitare . Sop;Sventra codeflo Pefce , e cavagli il cuore , il
giunfe allora F Angiolo
JSele , ed il fegato , quali cofe confervarai ,
eifendo neceflarie ed utili a
moke cure . Efegul il tutto il docile ed ubbidiente Giovane , e fece pure arroftire le carni per cibarlne quella fera aspergendo di Tale il rimafinocch folTero giunti in Rages
fto , per 1' alimento degP altri giorni ,
Citt della Media . Dopo molto felice cammino fu di ritorno- alla Paterna cafa . Nel tem.po del qual cammino F Angiolo iitrui Tobia di ci che
doveffe fare in entrando in fua cafa . Subito giunto gli diflfe adorerai il
Signore tuo Dio ringraziandolo de* molti ricevuti benefzi ; indi ti acco"
Iterai ai vecchio Padre e riverentemente baciatolo gli ungerai fubitoglf
occhi col fiele del Pelce che Iiai ceco ) e vedrai ch.e gli li apriranno , gii
guariti perfettamente ; onde vedrit di nuovo il lume del Cielo e godr
anche pi in poter rimirarti Erano gi vicini , ed il Cane ( che feco Loro fu
fempre ) riconofciuta fa propria cafa * precorfe a fare le felle di fua efultanza
Alzatofi il cieco Padre, cominci a correre non curandoli d' im
toppare ne' piedi , dove non vedeva r Sol diede ta mano a un fuo Servo , col quale appoggio fegu a correre , finoccli lo ebbo. traile braccia
con tenerilllme lagrime d' entrambi , Ene lo baci^ Elfo e la Madre
trarono poi tutti inllerae in cala , adorarono il Signore , dandogli vive grazie . Etepo il che fi fedettero col caro ritornato Figliuolo;, il quaJe tantollo cav fuori il fiele del Pefce , e ne tinfe gli occhi all' amato Padre,
Sollenne Qyell per ben mezz.' ora il brugiore : quand' ecco cominci a
laccarli , e ad ufcire dagli occhi fteUl 1' albugine fatta fimile a pelle d
Qvo a 1^ qiuile il Giovane Figlio deliramente gli and llaccando , e leparando

INtraprefe

..

ICONOLOGIA

358
pupille

rancio dalle

ben

vis

tolto

fettamente

il

e fu lo

Toh.

che

ftefTo

chiaro della luce

villa

la

6. e

cap.

il

levargli le tenebre

e tutto
cap.

il

vifibile

poicch ravper-

racquiilaado

ii.

FATTO STORICO PROFANO.


CRitobulo

Chirurgo

che elTendo ftata tirata a Filippo


^
un occhio , Egli s\ deliramente gle
la cav , e in tal modo guarillo , che febbene da quell' occhio perdefle h
villa dal colpo elliiita , nientedimeno non rimafe punto deforme a vederli .

Re

Tlin.

Stor.

fu cos efperto

Macedonia una

di

2<{at.

lb. 7.

cap.

freccia in

37.

FATTO FAVOLOSO.
Mirando

con fomma attenzione Chirone Centauro le faette di Ercole 5


benignamente aveva dato ofpizio , una di quelle gli cadde in un
piede , ed afpramente ferillo . Egli apporta alla piaga 1* Erba Centaura
della quale fa menzione Virgilio |ib. 4. Georg.
a

cui

Cecropiumque ibyrnum
fi

di

quest' erba

4.

de

Centauris

<^ gra'veolena

cent aurea

Per il che poi fi chiamato 1' inventore dell' ufo


che da Lui prefe il nome
Mitol. lib. 7. cap.
Isl^atal Conte

guar perfettapiente
,

e rapporta

]'

autorit di uicbeo

>

di

raftJrato

CIELO

TOMO PRIMO,
C

Di

55ip

O.

i^/4.

Cefare

UN

Giovane d' afpetto nobiliflrao .Veftito d'Abito Imperiale di cjlor


turchino tutto Stellato col Manto detto paludamento, e collo Scettro
nella dsiftra mano , e nella finiftra tenga un vafo , nel quale fia una fiamma
di fuoco > ed in mezzo di effa un cuore j che non il confurai . Sulla poppa

dritta

Zona

vi

fia

figurato

il

Sole

Sulla finilira

la

Luna

Sia

cinto

colla

Zodiaco , nella quale fi fcorgano li Tuoi dodici fgni , Porti in


capo una ricca corona piena di varie gemme s e nelli piedi li coturni d'oro.
Il Cielo da Bartolomeo Anglico lib. 8. cap. 2. diftinto in fette parti.
Aereo , Etereo , Olimpo , Igneo 5 Firmamento , Aqueo , ed Empireo ;
ma a noi non accade ripetere ciocch egli ha detto , a cui rimetto il Lettore ; e parimente circa il numero de* Cieli , a Plutarco alPererio nella
Genefi , al Clavio fopra la sfera del Sacrobofco 5 alla Sintaffi dell' arte_>
mirabile , alla Margarita Filofo&ca, ed altri Autori ; a noi bafti dire, che
il Cielo tutto 1' ambito , e
circuito eh' dalla Terra , per fino al Cielo
Empireo , ove rifiedono le Anime beate
Efodio Poeta Greco nella Theogona lo fa figliuolo della Terra in quefto modo .
Tellis mero primum fqmdem germit parem /ibi
Ccd:'.m StelUs ornaium , ut ipfam totam obtegat ,
2)iq. ejfet beatis Din feda, tutu femper ,
Cio
Tridel

ICONOLOGIA

S<So

Trimkrammte gener
Il

del di

.Acci la copra tutta

Terra

la

Stelle ornato^

perche fia

delle

beate menti

Sempre ftcura Sede


cagione gli abbiamo fatto il Manto ftellato turchino per effer
colore celureo , cos detto dal Cielo , e quando vogliamo dire un Ciel chiaro e fereno , diciamo un Ciel turchino . Regale poi , e collo Scettro in
mano 5 per dinotare il dominio, che ha nelle cofe inferiori, ficcome vuole
Arifl. nel i. Lib. delle Meteore , tefto 2. anzi Apollodoro fa che il primo
che abbia ottenuto il dominio di tutto il Mondo fia flato Urano da noi chiamato Cielo . O' vpxpos TT-pZros rov TrcLpros J^uvx Ci\j<jri Ko^f*>i , ide/l
Cdum primum Orbis uni'verfi i mperio pr^fuit
Si dipinge giovane , per moltrare che lebbene ha avuto principio, nell'
ifteffo termine li ritrova , e per lunghezza di tempo non avr fine , per ef^

per

tal

fere incorruttibile, come dice Arift. lib. i. Cali tello 20. onde che gli
Egizi per dinotare la perpetuit del Cielo , che mai s' invecchia , dipingevano un Cuore in mezzo alle fiamme , ficcome abbiamo da Plutarco in._
Ifide , ed Ofiride con tali parole . Calum , quia ob perpetuitatem mmquam fcui focus ardtns fubje&is fu
e per gli abiefcat corde piSlo Jtgnificant ,
biamo porto nella finillra mano il fuddetto vafo con il cuore in mezzo della fiamma , e perch in tutto il corpo celefte non vediamo lumi pi belli
Ponghiamo nella pi nobil parte del fuo petto foche il Sole e la Luna
dritta
il
Sole
, come Principe de' Pianeti , dal quale riceve il
pra la poppa
Luna
polla
fopra la poppa finiilra , tanto pi che per quelle
la
fuD fplendore
della
Luna gli Egizi lignificavano il Cielo . Lo
Sole
del
,
e
die immagini
eflere principale cingolo Celelte (li
Zona
Zodiaco
del
colla
, per
cingiamo
ricca
corona
in
teda
di
varie
gemme , per moltrare che da
una
a pone
quaggi
in
modi
molti
e diverl prezioii doni di
producono
vari
,
l
lui
.

Natura

che porti i coturni d' Oro , metallo fopra tut incor,


per confermazione dell' incorruttibilit fua .

Si rapprefenta
nittibile

^61

INDICE
DELLE IMMAGINI PRINCIPALI
Contenute nel

Tomo

Trifjrio

>i
Altimetra

A
ABbondanza.

Pagina

i.

Abbdanza marittima. 5.
Abborri mento .
5.
Abufo
8.
Accademia.
15.
.

Amaritudine

8r.
82.

Ambizione

8j.

Amicizia
Amicizia

85".

falla

90.

Ammaeftramento

Amor

di

Amore

Amor
Amor

95.

Virt.

verfb

Dio

9(J*

0.

del Proflmo

Accidia
Accortezza .
Acquifto cattivo .
Acutezza dell' Ingegno.
Adolefcenza

zu

29.

Amor domato.
Amor di Fama
Amor della Patria

Adozione.
Adozione da medaglie
Aduazione

51.

Amore impudico.

3 7.

Ampiezza della Gloria


Anatoma.

23.
^6.

27.

.58.

Adulterio
Affabilit

Affanno

4Z.
45.

48.
50

Affettazione.

Affezione
Agricoltura
Studio di Agricoltura
Aiuto Divino.

Aiuto .
Alchimia .
Allegrezza

57.

Anima ragionevole

127,

e bea-

131,
135.
trattabi-

ed amorevole.

bile

61.

Appetito
Applaulb de' Saggi
Applaulc) Popolare
Apprenfiva

79.

119.
iz6.

ta.

Anima dannata.
Animo piacevole

Apoftasa

.74.
.

no.

59.

6g.

civile

10^.
106,
108.

Anno

Alterezza in perlbna nata

.povera

Amore

$ 8.

05.
.

di f fteffo

100.
lOI,

13^,
1^6,
138.
140.
141.
143.
145,

Archittetura Militare,

148.

Architettura.

149,

Ardire

^Sz
Ardire magnanimo e generofb .
154.
Ardire ultimo e neceflario

1$?.
1^8.
l5o.
I5i.
102.

Aritmetica

Ariftocrazia

Armi
Armonia
Arroganza
Arte.

16$.

Artificio

170.

13,

Affiduit

171.
171.

Aftinenza
Aftrologia

173.
176,

Aftronoma
Aftuzia ingannevole
Avarizia.

177'

179.
184.
i85.
188.

Audacia
Augurio buono .
Augurio cattivo
Augurio nella Medaglia di
Adriano .
i8p.
Aurora
190.
i$>i.
Autorit , o Poteft .
Azione Virtuofa.
193.
.

*p%
i-C

Battefimo

X-#

di Spirito

Manfuetudine

Pianto

./Fame

20p.
ZIO.
212.

^I^

Aizia

Beatitudine a guif di

blema

Em-

Bellezza
Bellezza Femminile
Beneficio

Benevolenza Affezione
Benevolenza e union Ma-

214.
217.
219.
222.
22^.

trimoniale .
228.
Benignit
254^
Benignit in perfona della
Marchefana Salviati
Z^.
Biafimo viziofo
242.
Biblioteca
245.

Bont

250.

Botanica
Bruttezza

Buffoneria

2?J.
259.
253.
258.
271.

Umana.
.

Buga
Bujo

^^Acca
19$.
zoo.

205.
205.
207.

Calunnia .
Capriccio .
Care Ili a .
Carezze amatorie.

208.

Carit

V^

Calamit
Calamit

ria

e fete della Gi-

ftizia

cuore.

Perfecuzione per la GIu-

Beatitudini

Povert

di

B
Allo

Mondezza

Mifericordia .
Efler pacifico

273.
278.

mife-

278.
280.
282.
285.
285.
287.

Carno-

Carnovale .
Carro della Lima'.
Carro di Mercurio
Carro di Venere .
Carro dd Sole .
Carro di Marte
Carro di Giove.
Carro di Saturno
Carro di Minerva
Carro di Plutone.
Carro d Vulcano
Carro dell' Aria .
Carro dell'Acqua.
Carro delia! Terra
Carro della Notte .
Carro di Bacco
Carro di Bacco defcritto
.

Anguillara

dall'

Aurora
del Giorno

Carro
Carro
rale

25) <5.

298.
300.
302.
304.
306.
308.
B^9'
311.
312.
313.
314.
315.
315.

317.
325.

dell'

natu-

Carro
Carro
Carro
Carro
Carro
Carro
Carro
Carro
Carro

dell'

di

Anno.

Cerere.

dell'

di

Oceano.

Amore

della Caftit
della

Morte

Fama
Tempo.

della

del

della Divinit

Caftigo
Caftit
Caftit Matrimoniale,

Cecit della

Mente

Celerit

Chiarezza
Chiefa Cattolica

Chimica
Chiromanza
Chirurgia
Cielo

325,
325.
327.
328.
328.
328.
329.
329.
3^9
330.
1^2.
33^*
$37S40.
341.
342*
34?.
349*
35.
3')9'

325.

Carro del Giorno


ciale

290.
2p4.

"

Artifi-

525.

INDI-

INDICE

3^4

DELLE COSE

PI'

NOTABILI.
V-

Acutezza

Archimede

che ha

Abito
-

dine

nomi avevano
2.

dell' Intelletto di

due

gli

cos Paterni

tanti

5?-

Adotche
,

Adottivi

l.
variet

IO.

Adottati che prefero nuovo


nome dagli Adottanti
Adottati che prelro quanti

Ghirlanda di

foni

/ibufi

I.

per-

Fiori

la

28.

e di allegro alpetto

fi

dipinga bella e grazi ofa .


Pagina

di

Adolefcenza perch bella

ABbondanza perch
Abbondanza

Ingegno

d'

e moltitu-

36.

Adozione perch tenga la


delira al collo del Giovane adottato .

<

Accademia

fiio

principi

>

e progreflb

18.

Accademia dove ebbe


gine

ori-

20.

.
^

Accademia da

chi pref

il

nome

zo.

fini

18.

per tuggire le infidie del


di tre nature.

Bene.

5940.

de' Virtuofi de-

nominate

in tre

modi

20.
51.

giz]
..

51.

^':>

Agonali Capitolini
da Domiziano

iftituiti

19.

z$.

315.

Acquifto del Sommo Bene


fi deve chiedere al Som-

mo

38.

Affettazione, fuoi pregiu-

Virt.
25.
Accortezza di Didne per

Acque

Ricci

Affettati di pi forti

col Vizio, e clla

Fratello.

Adunanze

Accademici devono aver la


mira all' Eternit.
Accortezza ha i fuoi con-

Adulazione fua Definizione


Adulazione quando propriamente cosi fi chiami
Adulazione figurata dal P.

61.

Agricoltura

approvata da

^Dio.
Aiuto come fi deve porgere
Alchimia , vantaggio da
Fifa riportato

60.

Alchi-

3^1
Alchimia , Autori che T approvano
.

Amore Impudico
73-

Alchimifta oggetto di ri(b.


71.
Aichimifta fempre povero
71.
Alcefte fi offre alla morte
per il Marito .
25J.
Alcione , la propriet
229.
=

Alcione Moglie
Ilio

amore verfb

rito

fenta

1*

Gloria.
Aleflandro
/

il

Ma250.

Aleflandro
.

Ceice

di

Magno

rappre-

ampiezza della
125.

Aman

127.

appelb ad un Trave.

Amanti

41.

102.

forti

Amaranto non perde mai


,

il

Ilio

colore

Ambiziolo mai

lenza

Amicizia in tre gradi


Amicizia come defcritta
dal P. Ricci.

Amicizia

rap-

prelntata dal P. Ricci

Amor

di Virt

85.
88.

89.

come

falfa

come

P4.

dall' Alciato .
Virt come dipinto dal P. Ricci
Amor verlb di Dio rapprelentato dal P. Ricci.

Donne

Amore domato
.

da

quali fiano

tre

dico .
ijo.
Ancile col fia
198.
Anima ragionevole come
Imaginata dal P. Ricci
152.
penitente come
gurata dal P. Ricci

fi-

132.
cofigurata dal P. Ricci
iSz.

Anima contemplativa
Anima Dannata come

figu-

134.

Api perch Simbolo degli


40.

Api Geroglifico
tificio

dell'

Ar170.

Apollo primo Botanico ,


Chirurgo, e Medico. 3UApoftata fempre inquieto
139Applaufo de' Saggi defide141.

97-

Arcagato primo Chirurgo


che fi portafTe in Roma
fbmmamente onorato ,

chiflima durata.

98.

104.

Ape

Applaufo Popolare di po-

di le fteflb pi radi-

cato nelle

punito dall'

97-

Amor di

Amor

Amore

Anania fua aftinenza


172.
Anatomia , lia antichit ,
ed Eccellenza.
128.
Anatoma, inelperto di efla
non pu efler buon Me-

rabile

fi-

gurato

121.
121.

Adulatori

li-

perbia

lngue

rata dal P. Ricci

194.

nel

noftro

me

due

di le ilefl di

ejfetti

cat-

Anima

Magno come

dipinto da Apelle

tivi

fiioi

co107.

pofcia

abborrito

144.

perch
554.
Aritmetica apre la Strada
a molte Scienze
159.

Arme

^66
Arme,

flio

abufb

iz.

Armellino ha fbmmo orrorore al fango


Aronte Figlio di Tarquinio sforza Lucrezia ,
Arroganza nafce dall' Igno-

7.

ranza.

16^.

Arroganza come
dai P. Ricci

figurata

i$.

Arte che cofa fia .


Arte ha bilogno di precetto

14.

66.

Arte , fo fine , e il- bene


che da EfTa deriva
i6y.
Arte perch fi dipinga
verde .
16 j.
Arte come defcritta da
.

Giulio Strozzi.
16^.
Arte per f fteffa nobile
1 70.
Afino inventore della potatura delie Viti .
3x4.
Afino, gli viene eretta una
Statua, da Chi, e dove
524.
Attinenza de' Cibi fa la
.

mente

atta alla

Aftronomia differente

dall'

Aftrologa

Aftuzia de' Chiromanti

i8.

va dagli Antichi.
Avarizia che generi

neli'

181.
Avaro.
Avarizia come figurata dal
185.
P. Ricci.
Avaro gode pm in guardare i denari , che in
adoperarli.
180,
adoAuguii Gentil) perch

20$.

loro Sacrifici

Auguri non devono

otte-

ner credito da' Criftiani.

i8<5.

Aurei] Conte Sperello lo-

dato per
gufto

Aurora

filo

il

buon
245,

amica

Poe-

de*

100. 525.

ti.

Aurora come figurata


Aurora ha tre nomi

Avvenimento

325.
3i5

a Scienziali-

ti.

172

Azaria, fua attinenza.

in

Accanti
tte

Loro Fe-

291.

Bacco come rapprelentato

550.

dipinga
Idropico .

col.

j6,

79.

tre

Ballo

gran pregio ap-

in

preso Greci.
Ballo, foi Inventori.
i

180.

31^.
521.

Bieco primo Trionfatore

fi

a guif d'
Avarizia confifte

dipinge-

Contem-

plazione .
1 72.
Aftrologa che foni nella
noftra lingua.
175.

Zingani.
Avarizia perch

fi

peravano r Agnello ne*


1 66.

e ragione

come

Avarizia

19?.
19^.

Ballo

3^7
Boragine

Ballo lnza loni di nefllin


pregio.
197.
Battefimo , doni che per
Elfo riceve r Anima .
zoi.
Batto trasformato in pietra
di

Paragone.

Beatitudine

Bellezza cola difficiliflma


a intenderli
Bellezza in che conlfta .
Bellezza non da fidarfi
di Lei
Bellezza ha correlazione
colla bont .

Bene Ibmmo

fi

Botanica

217.

220.

Bont

>

lia

origine

conofce
Bellezza.
fi

dalla

251

trasferiall'

Uo-

mo.

274.
efrcizio

proprio della Giovent


Caccia elrcizio nobile.

274-

275.
Caccia Ipecie di Battaglia 27^
Caccia de' Volatili di chi
fu invenzione .
275.
Cacciatori primi
274.
Cacco rubba i Bovi ad Ercole , ed uccilb.
27.
Cacciatori vivono lmpre
in Iperanza

Caduceo

23 ^
244.
245.
243.

Accia dritto
to da Dio

Caccia

Bibliomani Iplendore del

Biblioteca

251.

diffe-

Citt

primi In-

il biafimo
253.
Buga ha le gambe corte .
%6p.
Bugia come figurata dal
P. Ricci.
25^;

217.
218.

rifca dall'amicizia.
225.
Benignit compagna della

le

2^3,
loi

253.
Bruttezza infelicit
2^9.
BuiFoneria degna di tutto

cito .
,
224.
Beneficato non deve nafcondere il Beneficio .
223.

Bibliomani biafimati

utiliffi

ventori.

dere al Sommo Bene.


61.
Beneficio fi deve fare con
volto allegro
275.
Beneficio deve efTer fincero.
223.
Beneficio ritorna fempre
in utile di Chilo fa . 224.
Beneficio deve farfi folle-

Giuftizia

la

^^.

Scienza

Botanica,

deve chie-

Benevolenza in che

che

ma.

come

figurata dal P. Ricci

ftelTa

BugloHa.

271.

celefte

la

di

27^

Mercurio che

cola fia.
2p7.
Calunnia abita Ipeflb nelle
Corti
280*
I

Calunnia come dipinta da


Apelle
280.
fua
Camaleonte,
propriet.
39'

Cane

5J8

Cane perche Simbolo

de-

Adulatori

gli

Cane perch

40.
25d'.

figurato

Capricciofi chi

fieno.

Careftia perche

fi

brutta

282.

dipinga
I.

Careftia da chi provenga

Carezze amatorie mina

Salomone
Carit non rimane mai
operare
Carit appreflb

285.
285.

Sig. Ifido-

rofla

perch

Carnovale

la

Carnovale rimadigiio del


Gencilefmo
Carnovale quando cominci , e quando duri appresso noi.

ne

P. Ricci

me

334.

Matrimoniale co-

Caftit

rapprefentata dal P.
331).

magna-

2p0.

Cavalli di Plutone tre , come chiamati , e loro fi-

lio

atto

uimo

2$)I.

173.

gnificato

309.

Cecit della mente che co-

337.
Cecit de' Peccatori come
figurata dal P. Ricci.
338.
Celerit che cofa fia .
340.
Cerere rapprefenta abbondanza marittima
3.
Cerere come figurata
325,
fa fia

Carrette aticamente ufate


.

331.

come definita da
S. Tommafb.
333,
Caftit come figurata dal

177-

291.

da' Combattenti
Carro tirato dalle Aquile
Carro tirato da* Lupi
Carro tirato da* Bovi
Carro tirato dalle Civette
Carro tirato da* Cani
Carro tirato da* Pavoni
Carro tirato dalle Bale-

figu-

Catone

etimolo-

ga.

come

rato dal P. Ricci.

Ricci.

fi~

gnifichi aftuzia

31$*:

Carro del Sole come di l


501,'
pinto da Ovvidio
Carro in forma di Triangolo
308.
Carro da tre ruote .
309.
Carro adorno di Viti , ed
Uve.
315.

Caftit

di

ro Rubeiti
289.
Carit come figurata dal
P. Ricci
289.

Carnagione

da Pantere e

Caftigo di Dio

di

287.
il

tirato

3 14,!

161.

Leoni

tirato da'

Tigri.

aflegnato alla

Botanica
Capitano come
dalP. Ricci.

Carro
Carro

33304.
502.
306.
308.
311.

3^3'

J13. 3^7'

Cervo

fi

lafcia allcttare dal

lono del Flauto .


Chiarezza cola per
s'

38,

intenda

Chiela Santa cofa fia.

efla

341,
342.
Chiefa

3'^9

Chlefa Cattolica paragonata ad una Nave .


542.
Chiefa Cattolica ha due
vite.

-icia/jl

.545.

Chiefa Cattolica non di


minuifce per le perfcu-

fiano

fimboleggiate .
Chimica che cof fia.
varia

344.

34<^'

Chimica ,
Chimica ,

lue operazioni

345.

primi In-

fuoi

ventori

349.

Chirone perch Centauro. 354.


Chirurgia in checonfifta. 352.
Chirurgia pi antica della

Medicina.

352.

lioi

la

Careftia

Cicogna
Piet

Roma dal-

torie

68.

Cigni perch tirano

il

z'8').

giudizio

al

toporfi

al

i5.

Concordia lmboleggiata
dalle mani congiunte
Conolcer le fteffo niuna

^y,

cofa pi difficile.
oil
Conforti debbono immitar
'

re

r Alcione.

231,

della dovizia

verfe

opinioni
ad Elfo .

di-

intorno
2,

Cornucopia perch fgno

Abbondanza
Corona di Gramigna

zp6.

ch

Car-

298,

Ibt-

ro di Venere
zp^.
Cielo perch abbia azione
nelle col inferiori

il

delf

tirano

Venere

Componimenti devono

della

Cicogne tirano il Carro


Mercurio , perch

117.

4.

e deir Aiuto

di

3^,

per

Corno

fignifcato

uccidere

fa

Combattenti anticamente
ufavano le Carrette.
303.

Inventori. 354.

Cicerone folleva

'^-'117.

trui.

ridicola.

Chirurgia

det:^.-->;'2;

Colombi perch Geroglifico delle carezze ama-

vana e

arte

fi

Carro

547.

Chiromanza

J'',

la Patria

545.

Chimica intefa fbtto varj


nomi.
345.
Chimica , (uo oggetto principale

Codro

Colombe perch

Etimologia

lia

'-

-.

Cippo colle Corna.

545-

Po-

Claudio adott Nerone ad


iftanza di Agrippina .

fuor della. Chiefa

Chimica,

3^9.

Ciiiclo Simbolo della

verta.
Cinici perch cos
543,

Cattolica per chi

ti.

'

zioni

Chiele

Cielo corric figurato ;


359^.
Cielo diftinto in fette par-

no

ta

la

dio

74.

fi

a a

z.

per-

dava al Cittadiche avefle libera


Citt

dall'

alfe-

114.

Coro-

^70
Corona

di

Quercia perch

Detto di Adriano Spettante


la debolezza del corpo

dava a chi avefle faivata la vita ad un Cit-

fi

tadino .
II?.
Corone perch inventatte . i z5.
CQrone dat^ da' Romani >
io8.
dichiarate

Corone ufate da* Romani


Coftume degli Antichi nell*
.

allegrezza

08.

7^.

295.
dato

321.

Crudelt de* Ricchi in mirare le


veri

mi ferie

de'

58.

avverLpj,
Ballo.
divote , e pietol . 214.

Dotti affettati.

52.

E
vogliono un Re
EBrei
Ecate perch chia.

mata Canicida
Canivora

fiiaaftinen'

i7i.

za.

Eco

Dedalo ingegnofil^
simo fabbrica il

delle

Mifchere

292.

D'fcrizione del Tempio di

Gerufilem.

83.

>

257.

eloquentiflma punita

da Giunone , e perch
42.
Ecuba trasformata in Ca.

Lab:rinto
29.
Pelfino filo affetto verfb
r Uomo.
135.

i^o.

1 84.
gna .
Edera conlcrata a Bacco . 1 6,
Edera a chi convenga .
1 7.
Edera, fa propriet .
28?,
Elefanti non hanno fiele . 239.

Elefanti animali benigni

Elmo

Defcrizione della Cafadel

Sole.

Vite

ajuto del fofte-

zp.

D
inventore

la

ed

Erafiftrato

Petioiiio

1*

54.

del

ajuto

Donne che debbono


Donne

Po-

Daniele,

fenza

71.
dal

tire nel

IO.

Crudelt di Eroflo,

1*

7.
dell*

gno

Bacco,

fenza

Marito come

pallar vicino alla Statua


,

Diluvio Univerlale .
Diocleziano nemico
Alchimia
Donna vana notata
Guarini

Donna

Coftume degli Antichi nel


di Mercurio
Crivello perch

di Comodo Vero,
3^,
Didone fabbrica Cartagine.
25.

152.

volto fbfsopra

fignifichi

259.

che
34T.

Elmo

37 i

Elmo Geroglifico
cipj occulti.,

Fuoco

de' prin.i ^.

....

due

di

548.

Equinozio Jgnifiidato' j|p


il Cinocefalo.
Ercole il primo a tinger
la lana di Porpora .
.

311,

frti

21.

zyi,

dedicaGAlli perch
a Mercurio
297,

Eroftrato brucia il Tempio di Diana perch .


109,
Efculapj varj
3^3-

Gallinaccia benevola air Uomo 227.


Ganimede rapito da Giove . ^1,

rebo

loi Figli

Efrcizj

a regolare

atti

corpo non

fi

devono

195.

Uomo

diftinta

Euridice fimboleggia

T.

29.

140.

Ezio rinunzia
t

fi

alle digni-

fa Agricoltore

60.

1^1.
284.

Macedone

fiamma

2.89.

Fortuna di un BuiFone .
257.
Fortunato difficilmente pu
i'

1'

ami

aduli

Fuoco
pale
ciof

delle

Gioglio Simbolo de'


vi coftumi
Latini

219.
331,

.
.

catti-

25i,

bellifl-

cofe

4f <

princianifii(Sp.

6S0

fenfibili

Giovani

, propriet loro
efler ambiziofi .

79,

Giovani cola debbano avnelle

vertire

Felle

t^S,

Ballo

Giove come rapprelntato 504.


Gioventi nemica dell' applicazione .
9,
-

Giuda Maccabeo
raggio

92.

iftrumento

...

Donne

Gioab uccide Aflalonne

i*

bont
47.
Filomela in Ufignuolo.
125.
Fiiolbfia , fiio abuib.
13.
Fiume che sbocca in gran
fila

ie belle

Giovane per il calor del


Sangue intento a col

fiio

Saguntina

diftinguere chi

47,

co-

mo

Romano
FAbio
coraggio.
Filippo

12,

Giglio ha tre qualit

Giocondo

F
Fame

vo r arbitro de' Figli.


Giano accoglie Saturno

me

Ap-

petito

ti

Genitori che redono fchia-

il

tra-

fcurare.

Et deir

55.

>

fiio

co-

i$6t

Giudaj ufa con la Nuora


non conofcendola
i77
Giudizio d Salomone.
Giudizio di Paride .

a a

2^,

299,
Giudi-

572-

Giudizio di Salomone tra


due Donne

Giuliano Imperadore fa
Apoftasla , e morte .
140.

Giunone

Prefidente de'

Re-

gni

nome

18.

Venere

trio.

178,

oni

24,

Ingegno

fagacit della

Pernice
Infegua della Cafa Strozzi

24.

2J7.

Intelletto

ha due ftrade per

conleguire

il

fio fine

16,

Inventori della Chirurgia.

554.

Ippopotamo variamente defcritto

^'jtf.

priato alla Chirurgia.

punito da

Ifione

e perch

le

Carrette.

505.

351.

Poecoronavano di Quer-

Iftrioni
ti fi

557.

Giove,

Citaredi

19*

Iftromenti del

Chimico

347.

L
LAberinto
ficato

da chi edi29.

Lamia

I
trio

convenga
colla Cicogna
2p5.
lezabel gettata da una
inche

Meretrice
amata da Demee onori da E fio

ricevuti

Lafoivi

2 85,

Ipogliati

di

ogni

bene.

121.

Lauro dedicato ad Apollo

neftra, e divorata da*

Cani

Le-

e fagacit de*

91.

Inganno di Dida a Deme-

cia

Griibne ingannato da Martano riceve onta dal Popolo fi vendica


14?.
Guerra luo abufo .
12.
Guerrieri anticamente ula-

Bid

il

Ippopotamo perch appro-

David.
Gratitudine di Tobia verfo
il Tuo Condottiero
224.
Graziani Conti lodati
24^
Grazie ignude .
88.
Grazie perch Damigelle

vano

fotto

di amicizia*

Ingegno

Giuri {prudenza foabulb..


Giufppe accufa i Fratelli
al Padre.
30.
Giuftizia che cola fia
208.
Giulio Lipfio confutato
IQ2.
Gloria , ftrade di giungere
a Lei fono due .
142.
Gola, fue Figlie cinque.
43'
Gola Gigante uccilb da

di

Inganno oafoofto

5<^.

per pi ragioni

16,

Lauro

573
Lauro a chi convenga
Lauro , che prognoftici fi
prendevano da Eflb nel
.

bruciar le (e foglie.

Leggerezza
lar

Sfnge

di

1 7.

Luna

animo per

292.

cammino

lo

Leggi Sabee.
178.
Leoni, loro propriet.
514,
Leucotoe amata dal Soie,
viva , e trasformata
neir Albero
dell* Incenfb .
178.

fbtterrata

degli altri Pia-

veloce

Z94>

1 8.

Luna fopra

Donne

2<?f.

Luna perch cosi detta . 295.


Lupo confecrato a Marte
i5i. joj.

e perch.

Lupo

avidit

fila

Lutero

ratamente in battaglia

datogli da

principali

1 1 5.

MAdri

Dio

14.

ridotte a

siare

man-

proprj Fi-

_
Magnanimit

284.

ili.

o--

Ipite Trittolemo per impadronirfi del Pirodoro .


Lineo trasformato in Lupo
cerviero
Linee della mano quattro

179.

abufa del talento

fi

che erano morti ono-

Lineo vuole uccidere T

Parto delle

il

non fi fcolpiffe nome di


morto alcuno nel Sepolcro , f non f di quelli ,

pii

neti

28.

Libri di Nimia Pompilio .


Ligurgo perch ordin che

Paz-

della

za.

3^0.

Luna fimbolo

4.

quattro 'fono

fioi

af

255.

fetti
5

Mali

altrui

debbono com21

patrfi

J^o.

Lifimaco condannato alle


Fiere, e perch.
154.
Lifimaco uccide il Leone .
I ^4.
Lituo che co fa fia.
18^.
Lucrezia Romana ^ uccide per effere fiata violentata da Aronte Figlio
^\ Tarquinio.
14.
Luna perch fi dica benigna
258.

Mangiar cof troppo

deli-

cate fa fpeflb cadere

\\

172.

errore.

Mano

li

deftra fgno di be-

ne , come la finiflra di
male , e perch .
198.
Manfetudine , fiio premio 2o5,
Manlietudine come figura205.
ta dal P. Ricci
Marcantonio come punifce
tori

gii
.

Ateniefi

adula-

42.

Marcan-*

574
Meleagro morto per lo
sdegno della Madre .
i77i
Menecrate Medico , fua arroganza , graziciamente

Marcantonio riceve nel io


Carro Trionfale un Buffone

Marco

iS-j.

Craflb rlcchifllmo

e avariffimo fi fa uccidere da un Ilio Servo . i8j.


Marco Plancio fi uccide
per dolore della morte

Moglie

della

Rogo

ta nel

Cadavere
va .

ripref

dove

il

Z71.

nica.

di quella arde2,35.

Mercurio

grandi dignit per mezzo di Efter


253.
Marfia Satiro fcorticato
vivo, e trasformato in
un Fittme.
14.

Mercurio

Mardoccheo

Martano

fua

gliacca

innalzato

154,
187.

Menzogna di Caino.
270.
Menzogna come giov ad
Eumene Cardiano .
270.
Menzogna di Batto pu-

get-

fi

da Agesilao.

Menelao contro Troja

inventore delle
20.

Lettere.

degli

In-

ganni.

350.

Mercurio come rapprefentato

alle

145.

il

2p5.

Metello

afluzia vi-

Dio

fi

mezzo

getta in

fiamme per

falvare

Palladio

pp.

Marte come rapprefentato. 502.

Michol

Martin Lutero

vid , e perch ne vien


punita.
198.
Minerva come rapprefn-

^\

abuf del

del talento datogli da

Dio

14.

inconvenienti
Mafchere
che da Loro derivano. 292.
Mafchere , (uo inventore 292.
Matrimoniale Amore di

Medea

Minerva

fa

uccidere dalle

prie Figlie
.

Lui

la

llie

di ap-

Botanica
lodi.

Ragno

1^4.

M
258.

prendere

Medicina

tendQla in

pro-

T arro-

Mirto pertinente al Poeta


I^.
Melico amoro lo .
irto Pianta di Venere . 16. 17,
Mirto perch confecrato a
Venere
197

PeliaZio di

Medici loro obbligo

punifce

ganza di Aracne conver-

233.

Ipof Gialbne,

308.

tata.

Alcefte

Da-

riconviene

Mifericordia

255,
130.

Mediocrit ottima in tutte


le cofe,
147.

come

figura-

ali.

dal P. Ricci.

Mitridate amantiffimo delI

la

Caccia.

277.

Moglie

Moglie di

calluniacrice di

Mogli

Giufeppe 334-

di Mitridate

uc-

fi

cdono per aver udita la


morte del Marito
Memo Dio della Ripren-

come

fione

antichi

gli

Mondo

1*

altro

priet

grezza
dalla

i8^
,

pro-

fa

77-

Penteo

Madre

uccifo

e Zie

di Aflalonne

Ma-

i Aleflandro
di Fetonte

85.

di

Gionata

di

Amnone

94.
124.

di

Giuliano

Apo140.

di

Vitellio

Impe-

di Pelia.

258.

Mos primo Chimico .


Mos comandato da Dio
che non
cerdozio

me

afTuma

Uomo

Mufica> fe note.

547.

(pecchia in

fi

dell*

loi.
di f

ed trasforma-

fio nome. 539.


ucciderla Madre
Agrippina
J59,
Nettuno per 1' acqua come

fa

figurato.

51J,

Nibbio a aftiene dalle co-

Giove

telli

facrificate

z6,

fieriffima tra Fra-

g*

Nobili debitori,
Nobili affettati
Nobilt luo abufb

li.

^2.
ii.

Nocumenti proceduti
bellezza

di

dal-

Cleopa-

221.

tra.

Notte come dipinta da diverfi Poeti , ed in particolare


dal Boccac-

Sa-

cio

defor-

Notte

al

2.

to in fiore del

la

14^.

e frutta

un fonte Simbolo
amor d f fteflb.
Narcifb s' innamora

radore

Morte

Narcifb che

Nimicizia

ftata

Morte

78.

8^

di fiori

Nerone

alle-

no

ftefso

24.

Diagora per

di

Morte
Morte
gno
Morte
Morte
Morte
Morte

uno lpra

di

Morte

Offa

Cello

Morte

62.

pericoli

pofti

Moro

il

Acheloo da Erco'
le , e lo empiono
242.

Monti Olimpo
Pelio

raccolgono
NAjadiCorno
rotto ad

dipinto da-

fiioi

49.

37%

Putifar impudica

2<52.

gli

15 8.

Numeri

5if,
ftto

Marito

e Fi27a,

di quattro frti.

15^.

Oceano

37^

Oceano
rato

Pallidezza

figu-

detto Pa-

Odio

517.

Cavolo

trai

Viti.

Oliva dedicata a Minerva

Olmo

Oreftilla a che fcgno


ta dal

9.

mabili

155.

Giove.

75.

della Poten-

10(5,

Oftentatori del proprio

pere.
di

pelle di Becco
524.
Ozio cagione deli' Adul,

terio

45.

Ozio ha
Gola

per

Sorella

rendono indoap2.

Pazienza

Diogene Cinico ,
Pedante traditore punito
Pelia

la

258.
72.

Pellicano , fia propriet .


Pelope cotto dal Padre

vien
agli

pofto
Di^'

mangia

propria

Virt.

Penelope

Perillo

212.

una

la Frigia.

72.

Menl

fpalla

gli

17^,

fua aftuzia per


cafta

ad
^^6,

rire

cato

280.

Mondo

52.

daA kf^
114.

condannato a monello

eh* Egli

uccide
la
che devaftava

Pallade

Gorgone

alla

Cerere

Pericolo di qucflo
Perillo beneficato
Sandro

acqui-

7.

simboleggia la

Pellicano

UlifTe

Ace deve eflere


per

uccifb dalle proprie

confervarf

80.

279.

fatto rivivere.

4j.

ftata

Compa-

la

Augelli .
maravigliofa di
altri

pazzia
5z,

Otre di Sileno perch

95.

Figlie.

del

Tempo,

le Fiere coli'

Pavone sdegna
gnia di

Simbolo

non dominate a
fi

520.

Orologio

dato

527.

Pardo alletta
odore

tempo

75.

perch

7^.

ama-

Conlbrte

ilio

Oro dedicato
Oro Simbolo
za

fornito di Viti,

194.

Papavero

Pafloni

e le

cofa

Cerere.

che

fia

5x7.

dre degli Dei

perch

ti-

182.

Paludamento

come

Oceano

de.

effetto

more

flefTo

Toro

aveva fabbri551.

Peripatetici perch cosi detti 20*

Peri-

S77
perch

Peripatetici

cos

zo.

detti

Perfcuzione

di Pelia

Andromeda

Moftro marino

doro

impuro

88.

Peftiienza

Ilbla

di

coronato

in

neil'

Egina.

^84.

Roma

fu

di tre

Corone.

di Egitto

Piaghe

18.

Pianto , filo premio .


Pico perch lacro a Marte
Piet di Enea
Pietro Appoftolo , fiio coraggio .
Pinguedine che fignifichi .
Pino raccoglie ltto di le
le minori Piante , e. co.

279.
207.
502.
99.

me
no.

1^5.
25^5.

75.
In-

95.
e Scultura arti no-

biliflime

Pittura

un
Pizia

68,

e Scultura nate da

ifteflb

Padre

di que1

Pomi

granati

dedicati

84.

Giunone
Pomice pietra che

18.

indichi . 283,
Popolo fua incofideratezza 144.
Popolo facile a mutarfi.
144
Porpora Simbolo di Carit

66,

Poveri

non devono abu-

u.

farfi della loro Povert .


Poveri oziofi .
Poveri pi pazzi de' Ric-

tempo

di

1,

Carno-

vale.

291.

Povert nella quale fi riduf


se Di onifio Tirannodi
27.

Povert di

Spirito perch

.
205,
Povert di Spirito come figurata dal P. Ricci
204.
Premio dato da Giove a
Filemone , e Bauci per
la loro bont .
1 00.
.

ferno.
Pittura

Madre

in figura di Fanciulla

all'

ilo

Siracufa

a Satnr-

difcende

Piritoo

chi in

258.

Piombo dedicato

il

per avarizia
piccolo Poli-

e ne viene puni-

to dalla

57.

Perugia lodata die Biblioteche .


244.
di
Pefce Simbolo
amore

Petrarca

uccide

lop.

Perfo" libera
dal

Polinneftore

Giafne.

Polifemo privato dell* unica luce da UliiTe.


157,

Prefiinzione

168.

Damone modello

amicizia .
94.
Platonici do ve fi radunavano 24.
Poetica da che ha avuta
deli'

Gaflope

di

ed Andromeda punita .
Pretella premio de' Giova-

f 7.

netti Virtuofi

57

Priamo conlgna il Figlio


con molte ricchezze a

'

Origine

21.

Poliimeflore

b b

'

84.

Prodez-

578
Prodezze di Ercole.
Progne in Rondine.

z86.
iz5.

in

Guib,

Pudicizia di

lo

e per-

ch.

Damocle

189.
334.

Pudicizia di Coronide.

antichi

33^.

i8$>.

187.

Rofa e Pefce Simboli

condannabile .
Rofe e Mirto perch confua

Venere
p vena ,

Booz

Uomo

Uomo

227.

Betlem.
63.
Ricchezze poffono rendere r Uomo felice .
io.
Ricchezze impaccio nojolo

182.

Ricchi non fono affoluti


Padroni delle loro ricchezze .
Ricchi affettati
flarfi

IO.

53.

la

66.

Nu-

per averla configliatd a rimaritarfi.


556.
Roma lodata
112.
trice

per la fame
e per non cadere
potere de* nemici fi uccidono

284.

tutti.

Sai; Sacerdoti

Marte

di

perch cosi detti , e loro

198.

riti

Salomone

dilput

delle

Piante

257.

Samuele rinunzia

a*

Figli

Giudicatura, e loro
abufo.
183.
S anione fortiflmo , fua cela

cit di

mente

Ivio fine

infelice.

338.

Sara premiata per la fua

acqui-

facile a perderfi

Rodogona uccide

35$.

SAguntni

Giacob-

be a fingere l perfbna
di Efau, per ottenere
la benedizione dal Padre.
277.
Re Magi fi portano in

adt

241.

difficile

fpofta

mato da Dante izp.


Ragano benevolo

Roba

88.

zpp.

ricco.
Ruta lua propriet,
a

accapricciare for-

configlia

di

Amore

Rut

RAccapricciare

Rebecca

in Cie-

fecrate a

R
air

fuperfli-

ziofi

Romolo trafportato

Proferpina trastorma AfcaJafo

Romani

Caftit collo Spofalizio


di

Tobia.

Saturno

come

556,
rapprefn-

tato

Saturno perch meflo

305.
.

3 od.

Saturno

379
Saturno Inf^na asli
mini r Agricoltura
Saul fi uccide.
Scienze loro abufb

Scimmia per

Uo.

tite

49.

Stagioni

il

55.

16^.

no
524.
Socrate prende lezione del
ballo , eflendo Vecchio
196.
Sogni di Giulppe .
50.

Sole ritorna indietro per


orrore del delitto di
rapprefntato

no

Sudditi.

Sufanna

tata da'
fti

^00.

iz.

cafl;it

liia

Vecchj

calunniata

ten-

da quelia

in-

nocenza Icoperta;

28r.

T
TAlpa,
che

Sole s' invaghifce di Leucotoe


178.
Solone riprende 1' Afifettazione di Crelb
57.

ao,

Saturno .
307'
SufFeno Poeta biafimato
104.
Superbia , e Prepotenza veleno de' Nobili
ir,
Superbia per la Sfinge
Superbia di Sennacherib
punita .
154.
Superiori che tiranneggia-

Talpa

8.

come

di

Faraone
Giacobbe.

Atreo

174'
,

come prima chiamati

Genti a Dio
100.
Sileno direttore , Maeftro
e Condottiero di Bacco.
5x3.
Sileno perch Ibpra 1' Afi'

Sole

hanCor-

Storia cominci ne' tempi

Serapione Abate fi vende


pi volte per converti-

di

304.

modo

pi fiiblunari.

Sennacherib punito dal Signore , ed ucclb da' luoi

di

Re

perch nude.

Stoici perch cosi detti

161.

Sogno
Sogno

e de'

no dominio (opra

to colla Corona Civica


Scure Simbolo del Calti-

re le

157..

Stelle in certo

pi de'nemici>ed premia-

Figli

49.

hanno a

fi

Statue degli Dt

con Ibmmo
Padre da'col-

go

come

dipingere

libera

caraggio

in Pioppi

o.

la ridicolez-

za dell' Affettazione
Scipione Affricano Giovanetto

Sorelle di Fetonte conver-

non
fia
,

vero

cieca
filo

3$

cuore

creduto buono per


far indovinare
351,

Tamar ftuprata dal Fratello Amnone.


124.
Tamar fi profl;itui(ce al Suo-

b b

cero

58o
cero

fua aftuzia per

Tantalo figura

l-

morte.

berarfi dalla

177.

Ava-

dell'

rizia

181.

Tantalo per far prova della Potenza degli Dei uccide il proprio figlio Pelope , lo cuoce , e lo

pone
vanda

Menla per

amore
mani,
to

fi

no per

e ftima de'

e viene

da

Temerit di Fetonte .
Temerit di Core , Datan
ed Abiron come punita

49.

di

Tempio

150.

Gerufalemme

di

di

fcrizione

E f lo
,

fua de-

fcrizione

Tempo
Tempo

152.

quanto

Tenebre
Tereo violenta
ta , e le cava

8.

debba ap-

prezzarfi

9.

di Egitto

240^
252.

dottiero

fana

il

Ilio

Con224.

fiele

del Pefce

Padre dalla ce557.

Tolomeo

Figlio di Pirro

Tolomeo Filadelio raduna


gran numero di Libri
24p.
Tradimento

incendiato

da Erafiftrato .
152.
Tempio del Sole, fua De-""
,

memora-

fua audacia.

248.

riedificato

Tempio

bile

284.

fuo detto

cit

fua defcrizione

Tito

Tobia col
551.

Gerullemme

Minotauro 155.

Tito fua bont .


Tobia grato al

come

punita.

Tempio

91il

battuto

185.
Iffione

amico

Tefta di Afino venduta ottanta pezzi di argento


14.

d*

i'

Ro-

Roma

Temerit

liberare

Infer-

Tefeo uccide

i6.
all'

dell'

fcaccia-

Trono

dal

Piritoo

Labe-

accortezza di

Arianna
Tefeo difcende

ne viene puabula

125,
Ternario numero fignifica
perfezione
257.
Terra come figurata
314.
.

rinto per

173.

Tarquinio

converte in un Spar-

Tefeo liberato dal

vi-

nito

fi

viero

271.

contro

di

Aflalomie

Amnone

Tre , numero

124.

perch

fi

udiva ne' Sacrificj


257.
Trittolemo alunno di Cerere col Pirodoro che
verla fempre grano
4.
Tubalcain primo Fabbro.
28.
.

Cogna-

la lingua

Valore

581
Viiio produce allegrezza. 3ZZ.

v:

Vino
Vino

Alore di Eleazaro 1 1 7.
Vanit fpiegata per
per lo Specchio .
54.
Vantaggio che nafce dair applaufo
de'
14Z.
Saggi.
Ubbriacchezza fgnoreggia
3 Zi.

ne' Plebei.

da rapina vanno

Uccelli
fotto

nome generico

no.
76.

Venere invaghita di Adone


abbandona il Cielo
ZZI.
Venere come rapprefntata

Z98.

'

Verde che cik indichi.


Velllcaria pianta

>

llioi

104.
Ilio

o Cardi97'

Simbolo della ChieCattolica.

fa

Vke ,

139.

Alberi a Lei nemi-

zzp.

ci.

Vitellio ftrafcinato per Ro-

ma.
afluzra

per liberar-

favore
Vertale
Wincislao ,
amore per
in

ruina

di

Claudia.

fiio

perduto

un'

calcio, dal
Ifola di

1Z4.
gli

Cielo

un_.

nelF

Lenno

261,

Vulcano per il fuoco ,


5
Vulcano come rapprefentato

ir.

511.

Uomini

molli^ie

Ambri

Ebre;L>

cagione di
e del Re-

feroci.

Vino induce

Vulcano gettato con

z8i.

gna .
Vino rende

Volutmofit per la Sfinge


z8.
Uomo fin da Fanciullo dedito ad immicare L p ZI.
Uria elpofto alla morte
da Davide
ZZI,

miracolo

Fanciulla

z.

va-

nomi.

fila

fi^ne

fnipre biafimare

Dea

nali

fila

di

Vello d' oro acquiftato da


Giafbne
Venere coronata di Mirto

Velia

Morali

Virt
Vite

3^35Z?,

eri'etti

fa invecchiare

Uiifle prefb da Polifem

di

Aquile

Vecchj, loro propriet

r}

loi diveri

^zi.
^zi.

fi

ribella ai

Signore,
r uccide
Z ambri fi getta volontariamente nel fuoco
Zinganijloro peffimo meftiero

filo

ZdT,

Z7.

550-

INDI-

3S2

INDICE
DF

GESTI, MOTI, E POSITURE

DEL CORPO UMANO.

Bocca

carezzare

35.

o acuiu>

Agnello
205.
Abbracciare altrui.
222. 288.
Accomodare un guanciaie fotto la Teila
213.
Allattaxc,;
287.
Appoggiare la guancia alla
finiftra

mano

ulcita

in

259.

Bocca con fiamma arden-

A-Bbracciamentl
Abbracciare

piccola

fuori

22.

Appoggiarfi ad una Colonna .


552.
Aprire la bocca .
242.
Atto sdegno lo
280.
Atteggiamento ardito .
502.

te
259.
Braccia aperte.
5. 59. z^^.
Braccia in atto di mara.

viglia

e riparo

>

5.

Braccia verdi
Braccia nude .

Braccio

352.

deliro

222. 300.

Braccio
Braccio

66.

ftefo.

finiilro.

I.

finiilro alto

79'

c
CAIcagno.

140.

Caminare z6. 152.335.

Camminare

B
Canna

Attere

Bocca

ma.

143.

Bere.

con sferza, 551.


217

lrrata colia

delira

Bocca

palma a palM|7~^

Batterli

aperta

con_,

palio ineguale.

mano

alla

158.

bocca

6^.
87.

Capelli Iparfi.
Capelli rabulFati

127. 259.

CapeJli pieni di ghiaccio,

e neve

Capelli ornati.

171

Capelli di oro

242

Capp chino.

155.
255.
z^.
22. 5^7.

Capo

Capo

con

cinto

zx

nero

Capo
Capo
in

185,

Icopertxj

portarvi

una Stella

cima.

i8<^.

Capo circondato da* raggi. 193.


Capo di mortoienuto fotto

piedi.

193.

Capo circondato da nebbia.

Eftra al collo di uft

Chinarfi

2j5. 242.

Chioma
Chioma
Chioma

inanellata

119.

incolta.

154.

Iparf di raggi

Chiuderli

la

mano

bocca

301.

colla

deftra.

x5i.

89.

2^3.

fchera
di pi forti meffe

in tefta

Uva

84.-

gambe coperte
.

gobbo

Eflre in

2^9. 2^3,

atto sde-

gnolb

17 ti

flare in piedi

Sser

280,

Cieco che guida un altro


Cieco.
338.
Coprire il volto con Ma-

di

51.

Dito alle labbra.


Dito tenuto al cuore

Cieco che porta (pra le


Ipalle uno che non pu

Cofcie

Giovane

255?.

Capo avvolto in u panno {porco.


^06.
Capo coperta con un
Velo
312.

Corone

55

panno

i3<5.

Accia rivolta ad
tra Faccia .
"
Faccia riverente
volta verlb

aij''

^t

rig,

il Ciei^:

lo

98. 204.
Faccia curva
203.
Faccia allegra e robulla. 204.
Faccia velata. 217. 25'9. 131.
Faccia aipra e {piacevole. i59.
Faccia ri^'lendente
3 1 2.:
Faccia rugof e affumicata
Faccia imbelletrata
Faccia rubiconda
119,
Faccia allegra e rubiconda .
143.

Faccia

584
Faccia fiera, f^^
154.
Faccia curva , ma cogli
occhi verfb il Cielo .
214.
Faccia eftenuata e macilente

Rii't^'.'
Faccia ridente .
Faccia ofcura ed abbron-

zata.

Faccia Malcherata
Faccia feroce e

Guardatura torbida.
Guardatura riverente
Guardatura benigna.
Guidare.

214.
222,

.Mbellettarfi

J30.
^06.
jj2.

Inchinarfi

altra

545.

GAmbe
Uva.

coperte

di

74.

184.

9.

z6^.

Giacer per terra.

Gobba.

2')

appoggiata

Guanciale
Guardare

flrazio

bile

fcal-

180.

di

ignu182.

latte.

Mammelle premute

5>o.

colle

mani

de'

234.

Mani dcftre congiunte


6g,
Mani abbruftolite e fudicie 3 7.
Mani giunte. 183. 207. 280.
Mani pronte, agili; e fveite .35-'
.

terri-

502. 3J0.
fiera.

Mammelle
de piene

215

fcapi-

za.

22*

Figli.

Guardatura feroce e
Guardatura

gliata

alia

fbtto la tefta

lo

MAlveilita

84.
21.

235.

terr-o

una Colonna

mano

Evarfi dalla Sedia

155.
a

22. 557.

Donna con
211.
Donna.

352.*

90.

Incontrarfi i

finiftra

538,

terribi-

Guancia

98. 204.
222.

275.
290.

le.
502.
Faccia mefta. - i.
Faccia bella edonefta.
Faccia pallida e afciutta
Faccia vaga , virile > e feroce .
Fronte camola , iifcia , e
grande
Fronte torbida

Gettare

184.

-iH"

Mano

Mano
Mano
Mano

deftra

\^

aperta

^--^

66, 7^.

che adatta un Guan-

ciale fbtto

Mano

Ibpra

il

la Tefta

90.

proprio cor-

po grande.

Mano

finiftra

melle

Mano
Mano
Mano
gure

Occhi

poggiata Ibpra
di un Fanciullo

aperta

con

tre

il

289.

Fi-

Mafcherarfi..

Mettere un Guanciale

Occhi
Occhi
Occhi
Occhi

300.
308.
340.
541.
255.

Mano Ibpra uno feudo


Mano con un Fulmine.
Mano con Sole

vivaci

di

Corone

no

349-

Moftrare
to

ma-

il

Moftrare
Moftrare
.2':

dito indice al-

onc?i

cuore aperto
di donare.

il

16^.
211.
221.

-i

ni 5isj.yai

:j:ir.7io'^I

Pefare
Pefare
.

la Terra.' :42,

208.

Libri

ed

Armi

141,

Petto aperto .
48. 98.
Petto ignudo.
8(J,
Piangere
207.
Piangere fbpra un cuore . 209.
Piede fbpra un Orologio.
29,
Piede fbpra di una Palla .
^g.

Piede in atto. di precipitare da una Palla.


Piede in cima di una Rupe .
Piede in atto di. fltare .
Piede fbpra una Tefta di

-M^i

Morto
Afb corto
138.
Nafb fchiacciato 259.
Nafb largo nel mezzo > e
.

grofTo

brillan-

cnsT

84.

le linee della

,
-'

Metterf in Tefta pi fbiti

Milrare

zo6^

ti

2 13.

to la Tefta

iii_i

verlb il Cielo. 2.11. 250.


limi e ftorti
259.
grandi e in fuori. 2^3,

PErcuotere

fbt-

138.

fifTati

terra.

1S2.

84.

piccoli.

mam-

deftra abbracciata. 287.

Capo

bendati
OCchi
Occhi concavi e

179.
alle

38?

I.

253.

Piedi nudi

84.

79,
-

'5:7;

57,

^1
87,
140^

Piedi mofl con leggiadria 195.


Piedi fopra una Pietra quadra.
204.

e e

piedi

3S6
Piedi alla riva di un Fiu-

me

217.

T.r

Piedi fopra una Fabbrica. 289.


Piegarfi

proftrarfi

in_,

2 od.

terra

Poggiare in alto Monte. i5_j.


210.
Porgere il pane.
Porre un Guanciale fotte
la Tefta.
213.
Portare il Sole in Tefta
z^.
.

Portare in Tefta fiamma^


ardente.
287. 358.
Portare in Tefta una Mezzaluna .
2^0.
Portare a' pi^edi la Catena.
358.
Portare nella Poppa deftra
il Sole , e nella finiftra
la

Luna.

Portare fopra

359.
le Ipalle

Chi

non pu ftare in piedi. 89.


Premer le mammelle.
234.
.

Prendere per
ftrafcinare

capelli

un Giovane

e
.

Prefentar doni.

280.

349.

R
RAvvoIgerfi
.

'

una Rupe

Scacciare.
Scapigliata.

85.

Sedere.
22. 191.
Sedere con Maeft.
Sedere fopra un Drago
Sedere (opra un fafcio di
canne rotte
Sedere ifopra ricca Sedia

83.

208.
2^3.
160,

2ip.
278.

312.

Sedere fopra un Trono di


Pietra

dio?.

542.
545.

'

Soffiare fulla brace.

Sopraciglio.
Spaila finiftra ignuda,.

.-T ,'i jv.'.


Sparger fiori.
Spezzare un pane
210.
Sputare
5.
Squarciarf 1* Abito
138.
Stare in Prato verdeggiante

e fiorito

Stare fopra una Pietra

200.

Stare genufleffo.

ZO6.

Stare in atto di dimandar

Limofina.
nel pro-

prio Abito

270.

Reggerfi fopra ima

Scala.

alta
SMIre
Salita ad

Canna.

Ridere {moderatamente
Riempiere Vafi .

278.
253.
217.

278.

Stare vicino a uu precipizio .


342.
Stare fopra una Canna
2 7t.
Statura robufta

154.

Statura baffa e pingue


Stella portata in

Capo

Strafcinare

cima

290.
del

131.
280.
Stra-

3S7
Strafcinare la Catena.

338.

193,
gTefta clie ha 4in4 Stella

in

fuoco
Tenere il pane .
Tenere nella palma della
mano tre Grazie .
Tenere un cuore ardente.
Tener fotto i piedi Cu-

Tefta cinta
nero
i58.

342.
Tenere la Canna alla.
bocca.
34^.
Tenere la mano delira alla bocca.
171.
Tenere una fiamma ardente in bocca.
z6^.
Tefta voltata alla parto
.

Velo.

9ti

^Sj.
^lind

**
22. 337

Tefta china.

222.
288.
332.

oppofta
Tefta afcofa traile
vole .
Tefta coperta
con

Il

204.

Tenere in mano un Fulmine .


340.
Tenere in mano un Sole. 341.
Tenere in mano Vaio di
Oro con umor purpureo

cima.

Tefta fcoperta.

Enere coMa fimftra


una fiamma di

pido

Tefta circondata da' rag-

5.

Nu217.

V
cato

6g,

Volto imbellettato
90.
Volto rivolto ad altro
Volto .
94.
Volto rubicondo.
119.
Volto riverente verlb il
Cielo.
98. 204. 214.
Volto coperto con Velo. 131,
Volto verlb la terra.
203.
Volto allegro e rubicon-

do

un_.

Entra pingue ,
grande
2^3,
Verfr acqua den200.
tro un Bacino .
Vita agile e Ihella.
273.
Volto rivolto al Cielo.
176,
Volto rugofb e affiimi-

143,

Volto fiero.
154,
Volto allegro e robufto. 204.
Tefta avvolta in un Panno {porco
Volto velato. 217. 259. 131,
305.
Tefta circondata da nebbia 25$.
Volto alpro e Ijjiacevole.
Tefta di Morto tenut;Lj
259.
lotto i piedi
Volto
rifplendente
312.
193.
Volto
Cee 2
312.

588
Volto

e maci-

eftenuato

214.

lente

Volto allegro e ridente . zza.


Volto ofcuro , ed abbronzato

273.
290.

Volto mafcherato.
Violto
le

feroce

Volto pallido e magro. 545,


Volto vago t virile e feroce.
552,
Volto mefto .
3 od,
Ufcire improvvilb da una
folu Selva, '
14^

terribi-

302. 5J0.

ir

OJ l\

INDI-

INDICE

3^9

DEGLI ORDIGNI ED ALTRE COSE


,

ARTIFIZIALI

A
ABto
Abito

mani

Abito di
^8.

Guer6i.

riero.

110.

Abito lccinto
84.
lungo
95.
lungo e candido.
138.
Senatorio.
141.
ricamato
170. zS^.
rotto e ftracciaro
.

Abito
Abito
Abito
Abito
Abito

i8i. 203. 48. 79. 204. Z'S^.


191.

Abito ricco .
Abito di varie

pezze e

colori

253.

Abito bizzaro e teatrale


290.
Abito guernito di galloni
di penne di Uccelli .
290.
Abito di color roffo fuc.

cinto

leggiero
Abito Imperiale.

5:59.

5^9.
29. 282.

Abito i varj colori .


Abito con varie piante
$9.
6S. 289.
Abito purpureo.
Abito rozzo e cenriol 6^,8^1,
Abito ricamato di fiori , e
frondi, rofl, e gialli.
74.
Abito dipinto con molte
.

Abito
Abito
Abito
Abito
Abito
Abito

132.
guer-

fette colori

nito di oro

artificiofb

da

e piedi

e gioje

liccinto.

kS'^.

corto.
ricamato di oro.

214.
217*

reale.

245.
250.

di oro
artificiof

giante

6z,

can-

z6S

Abito parte bianco > e parte nero


270*:
Abito di azzuro {Iellato
di oro.
271.
Abito di color verde fuccinto, e corto.
273.
e
ftracciaAbito nero ,
278. 295",

to

Abito bianco

rofTo

folco.
zgi
Abito ricamato di foglie
di alberi.

Abito di fcarlatto .
Abito viftolb j giovanile
e ricco.

514.
3 2, T',

54^.
omeri. ^7. 84.
C 131. 135. 173.
Ali piegate artificiofamente . 9 o.
Ali fopra

Ali legate

gli

119.
Ali

390
Ali.
174.
Altare con Idoli
denari, e gioje.
Altare co fumo.
Altare con foco accefb.

Anello
Archibulb
Archipendolo,

Arco
Argano
Armi.
Armi rotte
.

183.

^II.

27J.
Sg.

149.
io5. idj.

Tr%

r\
U

Acile

212.

Carro

200.

Badile.

148.

Banderuola .
Baftone
Baftone con pelli di animali .
Benda di Rofe , e Spine .
Bilancia

Borfa aperta.
Borfa legata
Borili ferrata.

259.
242.

275.
119.
141. 208.
94.

179,
180.

Borfa verfante denari .


290.
BufTola da pigliare la pofizione del fto.
148.

345.

295.
Cappello di varj colori .
282.
Cappello di color celefte. jii.
Carrette

Bacino

lette

Caraffine

160.

fbffiare

Cappelletto con a-

191.

zpS.

Canna da

170.

29. 75.
174. 175.

Aftrolabio.

CAduceo

254.
42. 342.

no.

Arpa

2Z2.

ni

542.
303.

tirato

da due Leo^j. 5I4.

Carro di due ruote.


294,,
Carro tirato da Lupi.
j02.
Carro in forma di triangolo
308.
Carro tirato dalle Civette

308.
509,
311.

Carro da tre ruote .


Carro tirato da Cani.
Carro rirato da* Pavoni. 31$.
Carro tirato dalle Bale-^
ne
515. 327.
Carro adorno di Viti, ed

Uve
Carro

tirato

da Pantere e

Tigri.

Carta di numeri
Cartello
Catena di oro.

3if.
129.
61.

p^.
66. 182,

222.

Catena.
^7. 181. 358.
Catena di oro con diamante.
148.
Ceftello di

190.

fiori

Ceftoni di fpighe di grano

Chiavi

'pl
i^i. 509. 514.
132.

Chiavi.

Chiodi.
Chiodo.
Circolo

135.
.

58-

Clamide .
79. z^^..
1 64.
Colonna di marmo .
Colonna di dialpro ,
328.
Compaflb .
149. 174. i8j.
C ZI?' 3491 70.

Coppello di Api

Corda

21. 58.

Cornucopia
Cornucopia
fruttiferi

i.

59. 75. 98.

di Alberi

59.

e denari

in terra

Corona di Lauro
141.
Corona di oro.
160,
Corona di Stelle.
Corona di Mirto.
Corona Ibpra una Porta
Corona ingemmata.
Corona di Vite
Corona di oro , di ferro ,
e di piombo ec.
Corona reale
Corona di Torri.
Corona di Edera.
Corone con fette gioje.
.

Croce

Crogiuolo.

6<).

88:.

152.

219.

Denari gettati nel mare

8.

di varj colori,

204.
108.
108.

no.
no.

345.

X^Ado.
Drappo

,138.

332.
321,
132. 213.

Dardo

Cornucopia pieno di gioje

Corona Civica .
Corona Obfidionale
Corona d Gramigna
Corona di Quercia
Corona
Corona di palma gettata

359.'

Crivello pieno di acqua.

in-

29,^

Coturni.
Crivello di Bacco,

dodici legni

dei

celefti

ombrofb

Cortile

50.

Lmo

i5i

302.

345:.

349.
2.^6.

173.
19').

zoo.
204.
228.

FAce
Face

acefa

Ipenta.

314.
315.

Falce.
Falce fenara.
Faretra
Ferro da Schiavi.
Fiaccola accefa
Flauto .

idz.

Fornelli

243.
-i.j'^.

119. 243.
lod'.

59.
32.'S.
i

o5.

9.

i8r.

190.
^'.

59. 345.

Freno

Freno
Frezza
Fulmini

LAberinto

G
.

ip.

r.

45. 74. 75. 75. 97.

Ghirlanda di Ipighe digrano.

5.

C 3. 59-

Ghirlanda di edera, alloro , e mirto .


Ghirlanda di Oliva .
Ghirlanda i Alloro
^6.
Ghirlande tre.
Ghirlanda di Gigli , e Li.

guftri

Ghirlanda di
Ghirlanda di
Ghirlanda di
Ghirlanda di
Giardino ben
celefte

Ruta

29.
i75.
Lambicchi
69.
Lancia
152. I5l.
Libri.
15, zo. 191.

Laccio

GHlrlanda di fiori

Globo

i6i.

263.
6i.

edera.
Cipreflb

Papavero.
difpofto

Libri calpeftati

75174.

l^

<^?.
1

60.

p5.

219.
250.
285.
309.
315.
2^3.
1

74.

Lira doppia
Lituo .

i6.

Lucerna accefa.
Lucerna antica

98.
190.

Luna

235.

Anette.

Mantice

ricco

89."

nel dritto di

un co-

e nel rovelcio di

un altro
Manuella
27J.

20<?,

.
38. 282.
ricamato
Manto
di occhi e orechci 23.
di porpora.
<?$.

Manto
Manto
Manto

Stromenti Muficall

189.

di argento

lore

Iftromenti da Caccia

8.

Libro di Mufica .
Libro pieno di Stelle
Lieva .

Lima.
15.

90.
168.

311.
50. %63:

Martello

Mafchera

Mazzo

Verghe
Menfa con gioje

160.

di

vande da mangiare

vi-

217;
Milira

93u
Mifira di grano.

3-

Q.

gemme

Monile di
Morione.

l6o.

V^^Uadrante
cncii

fioD

,i:

-j

Quadrato Geome-

.^

trico

N.

Ave

81.

3-

Nido.

Note

Muficia.

'<-

>

174,'

R,

41. go,

.Ete.

Ronchetto.
Ruota da Cretajo.

Cchiali.

127.
29. io5.

Orologio

z6g.

C171.
Orto con

varj rufcelli

ijz.

SAcchetto pieno di Mo-


nete

Sacco rotto.

Saette di oro

PAUa
Palla.

98.
217.
66.

ftto in trra

Paludamento.

16-5.

195. 359.
16^.

Pennello

Piombo

75*

Porta.

542.

bo

e di piom7^.

61,
16^4

Scala .
Scarpello.
Scettri, e Corona.
Scettro

8j.
175. 191. 7.06,

C 314- 33' 3^9*


Scettro piccolo.
J09.
Scudo
i^^. 161,

Scudo
Scudo
xif'i

217.
41,

Saette

rotonda

Paio

1^0.

di

ta.

d d

oro

con

271.

Tefta

dipin-

289.

Scudo

594
' "-''5

Scudo di fplehdore laiiguigno


502.
Scudo di Criftallo . 508. 528.

Tibia

i5q. "530t
Scure.
Sedia.
15..
Seggio ricco.- 5lf!F-'^cT
Serto di frefch rfe
143.

Torcio accefo
Torre di Avorio

Sfera
Sferza

V
VAfiVafi

diverfi

C
')><

Squadra

i^i-*

Stater

Statua della Fontina .


Statua di Merc'urio .
Stromenti muficali
Stromenti di Caccia.

545.
259.

145.

l'ViO

te.

549195.
275.
'

TlOiCi

Velo nero.
Ver^a
Verghe di oro
metalli

.0

Vefti mento

010

6p.

Criftallo

Stufe e Cafotti
.1^

di

pieno di Vino
74.
Vafo di Creta Ipezzato
134.
Vaf di acqua con ferri. i5i.
Velo bianco , e fottile
46,.
Velo fottile , e trafparen-

149.

Stanza ofcura ed orrida


Stanza con FortieJli V

34')'

di Veti-o

Vafo

28 iV

Sperone

fcalini

.'v!-

29, 50. p5. 146.

334*
3^3341.

.
.'.

Tridente

175.

Specchio

90.

280.

Trono con molti

332. 334208. 301.

Spada

7^
.

ib sjio:

ri

di

i,^.

271.
101.
e di altri

6p. 545.
varj colo29. 282.

Veftimento ftracciato
295.

Alari

Tamburino

58.
2-

Tirfo

''349-

'b

Timone

Sefte

C 79'

48.
2^5.

2,04.

515Tanaglia.
181. 311.
Targa con motto . 271.
Tavola con Figure Aftro-

Veftimento di varie piante


59.Veftimento purpureo . 66. 289.
Veftimento rozzo e cen-

nomiche
Tavola di pietra.
Tavola della Le^ge
Tazza di Oro

Veftimento ricamato

>

Tele di Ragno

176.

253.
259.
749<5.

ciolb

ri

59,

frondi

rolli

gialli

Veftimento

89.

di fio-

74.
dipinto

moke mani ,

con

e piedi

131,
Vefti-

395
Vefti mento di
ri

guernito

fette
di;

colo-

oro

,_

i6x.

goje

Veflimento iliccinto
Veftimento corto
214.
Veftimento
ricamato di
oro
217.
Veftimento reale
245.
Veftimento artificiofo , e
.

cangiante

Veftimento parte bianco,


e parte nero
Veftimento di azzuro ftellato di oro .
271.
Veftimento di color verde
lccinto

e cQrto

Veftimento nero

dido

,.

artificiofo

Militare

61.

lungo
lungo

e can~

278.
Veftimento ricamato . 285. 170.
Veftimento bianco , rpifo

vanile

e ricco

95.
,

158.
141.
181.

Veftimento di varie pezze, e colori. cs-iZ(i\i\.


.^<^3*
Veftimento bizzaro , e te^isL
trale

290

Veftimento guernito di galloni di penne di Uc.

290.

fuccinto, e leggiero.

314.
525.

552.

Veftimento Imperiale.

3 $9.

295.

Veftimento di icarlatto
Veftimento viftolb , gio-

84.

Veftimento ricamato di fodi alberi

no.

Veftimento di color roflb

ciato

glie

38.

faccinto

Veftimento Senatorio .
Veftimento flxacciato

celli

e ftrac-

e fofco.

Veftimento
Veftimento
Veftimento
Veftimento
Veftimento

Appa.

5p, 89,

148.

a;;.J

d d

z.

INDI-

INDICE

5^5

DELLE PIANTE.

A
ABeti
Albero

E
<Jp.

fecco.

132.

Albero fradicato.
Alloro

17.

185.

[ 290. 315.

^93-

Arbofcello che fiorifce


Affenzio

58.

Sz.

Oragine
Buffo.

Ico

290.

75.

6p.

c
CAnape
Canne.

278.

Cavolo
Cedro

75.
1^. 18. ip.

3-

Cinnamomo
Cipreffo

17. 83. 285.

160. 335.

Amaranto.

JL^Dera

15.

352. 334.
19. 309.

(kS^ ^^F Sff %F?%

Iglio.

Gineftra

195. 217.
5.

Gioglio

259.

Grano

I.

uro.

17.

108.

C 214. 243.

Melo

597

M
MEloMelo

Platani

Pomi

granato

Miglio.
Mirto .

Moro

Pioppi

if.

18. 85.

117.
289.

Q.

I.

ij, j6, 88.

C 19?z^.

celf.

Mortella.

85.

V>^^

Jercia

Arcifo.

15.

ip.

R
50. IDI.

Of.
Ruta.

i^

granati

6g,
20.

45, 88. ^99^


z;o.

s
lAlice

Li va

I.

i^. 19. 6j.

212. 214. 2z8. 243.

Olmo

7^. ij.

28J.
Spighe.
J* 3<^
Spighe di grano rotte, e ftaccailte.
278.
'
Spino
25,

P
PAglia
Palma.
Palme
Panico
Papavero,
Pino.

2<J8.

76. 158. 328.


Intrecciate . 214.
I.

V^ Va,

I,

135,

325.
235.

INBI-

INDICE
DF

39^

PESCI.

Sb

66.

Onchislia

88.

Efce
Pefci

Pefce fmifuraco
Porpora

Z70.

3")?'

66,

Oroedine

22.

INDI-

399

IN DICE
DE' COLORI.

F
z^^i 304.

Zzurro.

Tanco

5.

87.

145.

6$. 74. 86.

217.

295.

C 325. 332.

VJlallo.

lAndido.
Cangiante
38.

90.

Celefte.

^9

Ofco.

^9.

190.

I
138.
i ^.

23.

143.

149.
C 2d8.
173. 311.

Ceruleo.
174.
Color di terra
79.
Color di cenere
7p.
Colore delle t'osi ie di Albero quando Hanno per

Ncarnato

190.

cadere

z6.

Eonato fcuuo.

133.

####
Maci-

400

Acilente

R
i8z. 182.

Ancio.

52^.
79. 177.287.
[ 28S. 295. J")!.
Roflb ^ verde.
184.

Roflb

T
22, 82. 127.

L 133'

^9')'

iWAi

Erreo.
Turchino

15. 235. 271.

2,

P
PAllido

Paonazzo
Porpora,
Purpureo

179. 181. 204,


C 242. 545.
,

,x i
79.

222. .559.

tti^""%B.

Erde.

Ro.

i.

2.

75. 85. 84.

i85. 200.

7^.'

58.

135. 155
225. 273.
c 337.
i5^. 259.

Verderame.
Vermiglio.
Vivace .

32"),

5 z.

75.

6^, 66. 289.


z^6.

ojj"^

INDI-

401

INDICE
DEGLI ANIMALI.

A
A

Gnello.
Alcione

/-\
jL

J.

Anatrella

Api

2o5, 214.
228.

3s

Aquila.
Armellino
Arpia
Afino.

>.

54.
40. 170.

173. 222. 304..


5.

21.

Aftore

SITISI.

163. 324.
94. 275.

313.
309.

Cerva.
Cervo .
Cicogna.

33')-

38.
66. zg.
2,99. .185.

Cigni .
Cinclo .
Cinocefalo

10(5.

I^

Civetta.

Colomba
Colomba
Colombe
Colombi

308.
132,
flvaggia.

Cornacchia

"T^ Abbuino
|-4 Balena.

^LJ

Cavallo marino.
Cerbero .

Barbagianni

188.
280.

Bafilifco

Bue.

2.

306. 528.

188.

15-

313. 3-L7.

354.
298.
285.

'

--**

T^1
1

JL-^Elfino

15

Drago. 219. 308 .3z6,

c
^Amaleonte
Cane.
f

\^
.-:

Cavallo

119.

Capra.
.

38. 145.

39. '87. 89.


253. 278. 511.
2.

41.

T^

164,

290. 294. 509.


c 515-

C 255. 7.63. 33^'

e e

Folica

402,

Olica

3^-

:>:>'

G
'^T^ Allinaccio

-j. Gallo

^^^

Mulo
Murena

297.
270.

Gazza
Giovenco

2p4.

34.

308.
271. 315.

I
Bid.

5 5.

294.
42.
188.

225.

Griffo

34.

Minotauro 25. 29. 1

Muftella

Gnefia Aquila.

Gufo

"Ergo

N
O
X

bibbio

25.

o
Rfa.

330.

Offifraga

31. 34.

295.

Ippopotamo

3$2.

L
LAmia
Leoncorno

41.

Antera .
Pappagallo

328.

Pardo
Pavone

3'5.
143.

90

315-

29. 79

lOI.

Leone. 23.^9.83.134.
154.

161.

Lumaca.
Lupo.
Lupo cerviero

314.

330.

119 222.

Lepre.

21.

161. 179. 302.


.

31

5'

153.

Pegafo
Pellicano
Pica

Pico.
Porco

190,
.

3^5.

6^. 100. 250. 28*9.

259.
302.
259.

Raga-

40;

TP>

Agano .
mr\^ Ragno

JL 11

225.
5p.

Rondine
Rondini

183.
iSo.

Tortora.

59.

152, ip'J. S33'

Trittolemo

s
Scimmia.

50.

177.

Sorci.

Vipera

2.9 s.

Volpe

41.
259.
177.

253.

Sorelle di Fetonte

Sparviere

Acca.
Vermi

48. 5i. 153.


27. 308.

Sfinge

4.

Scorpione
40.
Serpe.
42. 48. iip.
155. ip8. ^05. 337.
[
Serpente Pitone .
3 00.
Serpi

21.

515.

Toro.

89.

337. 549.

Tigre.

148.

Rofpi

Rofpo

TAIpa.
Tartaruga.

27_3,

49.
540.

^WSvi

e e

INDI-

INDICE

404

DELLE PERSONE NOMINATE


NEV FATTI.

A
ri

A
/\

^^^
Abiron

jL Acab
Acaz

55.

251.
221.

Agatocle
.

Aggeo
Agoilino Santo
Agrippina .
Alboino .

AlefTandro

Magno

Alfeo Aftrologo

154,
28.
25.

Arianna

Aron.

18?. 271. 279.

Aronte

14.

187.
I5<5.

Afnodeo

164.

AfTalonne

248.
109.

Afuero

277.
225.

Amaltea

Aman.
Ameto
Amnone.

40. 253.
^33- 252.

124.
172.

Anania .
Anchile

99-

Andromeda

57.

Annibale

-luVlI

Aracne
Archimede

189.
172.

33^'
8?.

155. 272.
.

124. 530.
40. Z33'

Aftolfo Re de* Longobardi . 45.


Atalanca .
277.

Atreo, e Tiefte

8.

17?.

Altea

Antigono .
Antioco Eupatore

14. 252.

Afcalafo
Asfanez .

339257.
^33- 252.
85 . 224.

Alcefle

242.

Apollo
185.
18?.

Adone
Agamennone
Agefilao

Api.

"jr\ Acco

r\

mJ

78.

Batto

Bauci.
Beelzebub

Benadab
Bertoldino
Bertoldo .
BetHibea

270.

B002

11(5.

Biifiri

271.
100.
188.
284.
257.
257.

221.
241.
285.

Cacaln-

40?

Datan
David.

'^^Acafenno

Diocleziano

^kk.^ Caino

270.

Calcante
Camillo .
Caffiope .

187.

Cigno

7.

71.

189.

Diogene

221.

Diomede

152.

Dionifio .
Dionifio Siraculano .
Dionifio Areopagita.

4.

49-

7j,
C 198. 221.
29.

17.

27.

Cefare.
Cherfitrone
Cicerone .

'^.

57-

Cacco

4.

47.

Dedalo
Demetrio
1 78. 285. 534.
Demetrio Sotero .
M^.
Diana
109. 152.
Dida.
178.
Didone
2?.

2<?7.

Cereo.
Cerere

185.

279.
285.

27.

94*
174.

Diofippo

Cinira

221.

Cippo.

^7-

Domiziano.

281.
252,

249.
257.
281.

Driadi

199.

Ciro
Citer

Claudia
Claudio
Cleopatra
Clizia

Codro
Conte
Core

di

Modena

Crefo

178.

T-^Co.

117.

1
I

4^

Coronide

331^6.

""^Anione.

JL^

Dalida

Damocle,
Daniel

Dario

P4-

558.
334.
172. 281.
249.

42,

Ecuba
Eaco

184.

Eia.

284.
280.
25.

Eleazaro

n5.

Egide Gorgon e.

185.

D
1

339221.

Ella

188.

Elimelecco.
Elifeo

241,
284.

Enea
Eneo

7.J7,

99*

Enrico VII.
Ercole .

rebo

27.

ErifittoEir

174.
52, 285.

272>
199.
liroftn:-

jtroftrato

lop. 152.

E fan

277.
41. 235.
2^0.

Efter.

Eumene
Eumene Cardiano

270.

Eumenidi
Eurinome

352.
178.
285.
154, 2?I.
^

Eufonia
Ezechia
Ezio

<5o.

F
Trn Abio
m-^

JL

C 18'J.

248.
51. 42. 100.
225. 252, 531-

Girolamo Santo.
Giuda
Giuda Maccabeo

109.

177.
,

ii5.

M5.

Giuliano Imperadore
Giulio Proculo .

140.

187.

Giunone
42.
Giufeppe.
3 50* 334Golia
55 77.
Gregorio il Grande.
i85.
Grifone .
I4v
.

15?-

5313. 271. 279.

Faraone.

Fetonte .
Figliuoli di Titano

A9

Macedone,

S5.

18?.
100.

Filemone
Filomena
Filoppomene

Giove

94.

Falari

Filippo

Gionata
Giofu.

47. 242.

.)

TrArba
1 Icaro

<J

Fiacco

Giafne

Gioab
Gioachim.
Giocondo Latini

55.

185.

Joel

J38.
XTL.

Jonadab
Joram

284.

Ifcco

277.

124.

279.
33^-

Ifracliti

Iffione

Giano

55.

252.

G
^"^ Animede
--. Gcrione
^.J Giacobbe

Jehu

Jezabei

12(5.

Filiftei

2f.
29.

31285.

\7

30. 277.
47. 199.
109. 257.

TT
1

Amech
Lamia

d'

Argo

rU,
1/8.

8T. ^'

Levita.

281.
45.

-2.
,'

Lineo

44.
4.

Lucrg-

Lucrezia
Lucrezio
Lutero

14.
15-

NAbucdonofor
Nerone

Alafar

Mamurio

172.
ipp.

Marcantonio

42.

Q ZZI.

257.
28.

Marco Craflb
Marco Plancio

183.

Marcolfa

Medea

41-

14^
257.
277.
154.
187.
100. 271.
2

Meleagro
Menecrate
Menelao
Mercurio
Metello

99ip8.

Michol

221.

Mifael.
Mitridate

172.

241.

334Mileto .
49.
185. z6z, 271. 279.

di

14^.
198.

Numa,

Cozla

18S.

Onan,

177.
285.

Onfale

Oreftilla

Origlile

146.

Oronte

33^'
ZZI.

Ottavia

Ottone Terzo

45.

P
-^Allade

JL

Pandione
Paolo Santo

di Putifar

Monima
.

49. 257. 277.

i5(^.

Norandino

Mirra

47.

55933953?242.
7.

47.
42. 164. 331z6, 29.
25.

Minerva
Minos
Minotauro

Mos

No.
Noemi

40. 233.

Maria d* Aragona.
Marzia
Martano

Mifbofeth

Netrunno
Nicnore

ZS3zj.

Mardoccheo

172.

Narcifb

Marcello

Moglie

14.

407

Pafife

.-

280.
iz5.
99. 257.
zg.

Pelope
Pelia

8.

109

257.
Pelio

40 8
Pelio

Penelope
Penteo
Pcrillo

Perico

y>

57.

P5

Proferpina

15?184.

157.
184.
184.
125.

Polinneftore

Priamo
Progne

178.
155.
i85.

Polidoro
Polifemo

336.

Sara

25.

Piritoo

Sanfnc

78.
2 24. 331.

Pigmalione
Pietro Appoftolo
Pietro

252.

95.

155- 189.
( 221,

Piitifar

Saturno
Saul

47. 60,

Scipione AfFricano
Scipione Africane
giore
Sela.

JL V. Rebecca.
Romani
Romolo

33^'

189.
189.
241.

Ruth.

.177-

154.
100.

2^
178.
5<5.

248.
281.

Starbuzanai

Sufanua

T
1

Amar

JL

7,77.

Rodogona

ico.
28.

164.

Mag-

Sennacherib .
Serapione Abate
Sicheo
Sole .
Solone

fi

Abface.

47' 49- 7730.

Sella

30.

R
Ti
i<

5^8.
336.

124.

no.

248.
125.

16.

95.

Tiefte

s
Vai.

V^

Salomone

( 257.

Samuel

Tobia

Tolomeo
198.
25. I$0.

28^
1S5.

155.
8.

Tito.
^^

13-

14.

Tafanai

Terreo
Tefo .

177.

Tarquinio
Tarquinio Collati-

2$1.
224. 235.^
i8j. 249.

Trittolemo
Tubalcain
Tulio

28.

U-

#### %%'
Vel(

40-9

Uria

ZZI,
27. z6z.

Vulcano

VEleslao.

iz5.

199. zzi.
Veronica. di Scio.
49.
z8i.
Vefta.
1Z4.
Wincislao

Venere

Vitellio
Uiiffe

145.
,

157. 535.

.'-Z4&

Zambri
Zorobabl

Fff

z5.

Z48

INDI-

410

INDICE
DELLE

ISCRIZIONI.

Di Spartiano.

na

5$.

Trovata nella Pieve della


Brufada Villa di Faenza
5^.
Dello Smezio
55.

^S.

Porta del Tempio Delfico.


IDI.
Dello Smezio per la Benevolenza tra Conforti .
231. 232.
Nella Biblioteca diOfmaundas Re di Egitto .
244

Sopra

la

INDI-

41

INDICE

Iv

DELLE MEDAGLIE
Giunone

Confrva-

rrice

18.

Mammea col Sole


Antonino Pio

Annona

S.

Giulia Augufta.
Settimio Geta con Diana.
Altra dello fteflb Geta con

Diana

coli'

Paolo Emilio Lepido colla Concordia


Adriano Imperadore adottato da Trojano .
Adriano colla Piet.
.

37.
57.

37.
7d.

Adriano

77.

leno

77.

Filippo

Allegrezza

Allegrezza
Crilpina Augufta
legrezza .

coli'

Gordiano Terzo con

leno

Al-

con

Si-

leno .
3Z5.
Aleflandro Severo con Sileno .
Caracalla con Sileno .
323.
Eliogabalo con Sileno.

Fauftiua coli' Allegrezza.


coli'

tri,

Filippo Juniore

<

77-

S-

323.
Seniore

con

Si-

3*3.

T7'

Fif

INDI-

INDICE

iiz

DEGLI AUTORI CITATI NELU


OPERA
Accademico

Arnoldo

avvitic-

chiato

JJI2.

Adamanzio.

p.

Adriano Turnebo.
54.
Agoilino Santo .
10.39.
' 80. 109.
131. 141. 201. 223.
.^

r r

Magno.

'Alberto

53. 34. 175.


z. 27. 68. 8g. 97.
C 188. 248.

Alciato.

di

Villanuova.

Afcanio Colonna
Aftolfi

r-^
-

34^.
114.

29. 42. 4$. 49.


57.'5o. 78. 117. 125. 183.
221. 252. 284. 331. 336.
.

Ateneo
Avicenna.
Aulo Gellio
Aufonio.

112.

2^4.
117. 189. 250.
237.

Aldovrando.

93. 124.
Aleflandro ab Alexandro . 114.
Ambrogio Santo .
201. 21.4.

254.
48. 250.
Aleflandrino .
35$.

Amiano Marcellino.

Ammonio

Anacreonte .
Angeloni
Angiolo Poliziano
An^uillara

Ariofto

123.

77- 252.
114.

34.

^6. 68. 82. 90.


145. 175. 27^.

124.

548.
355.

Barberini

122.

1^3. 517.
281. 3^0.

Apollodoro
Arato

BAcone
Barbette
Bargeo .
Baronio .
Bartolomeo Anglico

180.
25.

114,
.

Baruffaldi
Bafilio

Magno.

44.

Bafilio Valentino.

Beda

548.
IO.

Bellarmino
Ari fto fan

329.
21. 34. ^p. 66.
166. i6j.
147.

Ariftotele

74.
J74.

102.
[

237. 248.
295. 35(^. 3^0.

184.

177'

Bembo

239.
255.

Bernardo Santo
Beroaldi

Biondo
Bocardo

114.
114.

229.
22.

114.
.

70.

Boer-

Boerhaavc .
Boezio
Boyle.

"

41 j

70.

128.

( 345.

34<?.

317-

17?.
'83.^7?8.

Bonifaccio
Borrichio
Brafavola .
Brugueres

-^r 92.

- 347.
2 54-

150.--

Buondelmonte

-^.".r

T-\

^^Alderino.

Dante.
David .

Caffiano Bafl(y.
Caflo Heniina
Caftellini

<-'';i.'i55.

"

-'

311.

Cataldi

40. 84.
228. 285.

Catullo.
102 .
Cavallucci
Celio Rodigino .
Charriere

Chirone .
Cicerone

35512.

34.

281.
80. 129. J33. 218.
22. 63, 54. 21^.
( 2l5.

Democrito .
Demoftenc
Deuteronomio.
Diemerbroeck
Diodro Siculo .
Diogene Talete
Dione

254.
?02.

200.
Pie-

tro

114.

Cardo

ZU'

Damafceno
Damiano, S.

Daniel
'

Caffiodoro

or-''-:;

c
Cartari

"^Alecampio

JL-^

.oiSS.

'V

,.'
,

\k^

i7.

Grate
Grollio

52.
10(5.

144.
54.
3')')'

47. il r
ioi.
31. 3$.

Dionis

S55.

73114.

Dionifio Alicarnafleo
199.
Diofcoride .
18. 75. 254.

355.

Donnola

8^

3'>3'
.

4.

5.

j8.

119.

141.

14J.

144.

189.
248.

191.

^^3.
254.

224.
272.

2(50.

Claudiano .
Clavio
Columella
Coppetta .
Cornelio Agrippa
Coftanzo Fanefe
Gotta Gio: Battifta

loj.
i5i.

zz.

T~l

5^2.
84. 257.

150.
JLmmJ Egefderio

559229.
63,

Cclefiaftico

I-H

Eleombroto
Eliano

107.

73-

114.
?;.

Ermanno

80. 90.
pj, 202.
Ij5.

353'

21, 2(5 . 39. 99.


(

Empedocle

330.

3')

^r

3?5*
254.

Erodoto

414
Erodoto

252.

Efculapio

555249.
524.

Esdra

Efichio .
E (dio .

359-

Elbdo

4. 66.

71. 272. 279.

Efter.

4'2,v

Eucherio

Eudomio

40.

EveJpifto

Euripide

32

81. idi.

< 25 J. 320.
Eufebio .
Ezecchielle

127.
200. 202.

F
Colonna
355.
FAbio
Fabrizio di Acquapendente

355-

Fedro

73-

19470, 197.

Filiftone

81.

Firmico Materno

Folengo
Fornuto

29^

223. 231.

81.

322.

Francadori
Fuchfio
Fulgofio
Futiu-io

75. 80.

254- 2^5.

174. 195.
254. 277.

Garzoni.

Genefi

28. 30. 53.

7.

270. 274. 277.


Giacomo Appoftolo
Giacomo Strada.
178.

90.

M4109. 145. 173.


ii5.
242. 271.
(
297.

Giraldi

V*f

w ^w

45-

Girolamo Santo.
Giudici
Giuliano .
Giulio Polluce .
Giufppe Ebreo.

Giudi no

14.

19.

140.

210.

45. 339-

323.
117. 151.
18$.
102.

Giufto Lipfio.

Glauber

348.

Gliflbn

Godenzio Santo
Gorgia
Gregorio Papa
Gregorio Santo
Guarini

ic.

3S'i'

3A3'
.67-

Guazzo

iSo.

^4. loS.
120. 123.
252.

52..

%? >*

334.
223.

Giob.
149. 191, 224.
Gio: Damafceno .
22.
Gio; Evangelifta.
139. 155( 20Z.
IO. 270.
Gio; Grifbftomo
Giorgio Codino
320.
Giovenale .
12. 19. 53.
255. 291.
145.
(

71.

FerneJio .
Fefto .
Figliuccio

Focilide

Aleno

233.
330.
555.

Jeio-

I
Ero de

Accabei.

III.

Iginio

155. 173.
342.
58. 25o.
128. 254.

Ilario

Ingegneri
Ippocrate
Ifaia

6,

Ifidoro

22.

143. 215.
7$>. 250.

Ifidoro Santo

Landino
ro
Laurenzj

Maggi

Magnolo

254.

Mapighi
Manilio

.^54.

i55.

Mattiolo

14.

Meges

Criftofo'

8S'

Lemery
Leon Papa.
Leone AfFricano

355.
54S.
54335^-

"Merliano

3')S'

11^,
17 114.
5. II. 92. ^j ,94.
Metaflafio .
Minoe Claudio. 88, 17'J, 323.
Mondegneto
285,

Merda,

Morandi
Morifbn

Leoniceno
Leonida Maria Spada

2.54.

Licafrone
Linocerio

350.

Linneo
Lippi Lorenzo.

195.
Z54.
161.

Lipfio Giulio

114.

"T^ TAtal Conte,

114.

^
X^1

Lorenzo Valla
Luca Evangelifta
Luciano
Lucio Settano
Lucrezio
Lullio

7.

145.
70 280.
145.

337.
348.

( 145. 201,
54. 75. 254.

20.

44,

145.
114.
pp. 187.
^3. 92. 130.
( 228. 254.
Matteo Evangelifta

L
Lancifi

t<$.

( 48. Z9^^
6z, 121.

Marfi
Marullo
Marziale

90.

i^'Cf.

Macrobo.

Marco Evangelifta.

140.

Ifbcrate

LAerzio

415

254.
254.

N
72, rcj^.

152, 233, 2f7. %St^


280, 2 85, 324, 332.
( 355. 358.
Nicandro .
197^

Nonno

3M*

Numeri

18T.

Olao

4i(^

Paufania
Pererio

OLao Magno
Onmero
115.

Onorio
Oppiano
Orazio.

'

147.

^3'
J4. 67,
$7.. ipo.

297. 511.

1^^

45.

32i.
16.

17.

Idi.

95.

Si.

19. 20.

172.

173.

Oro Apolline
Orfi Gio: GiofefFo

Or/ini

Ovvidio.
.

^
"

2.

^.

8.

14.

271.
313.
33<5.

Perfio

732. 43.
114. 133. 1(58. 18 li
113.
( 22C. 223. 25o. 31 e.

Petrarca

i5.

73'

Pierio Valeriano

21.

38. 68.

Plinio

113.
.

333.

33';.

339.

3.)'2.

353.

Paracellb

Parco.
Parmenide,

248.
295.
3'i3'

6.

22. 67.

13$.

1^5.

""

y^,

114.
(54.

8f.

182. 2(57. 2(59.

348.
355.
353.

2t,C

id

3')S.
p-j.

i<^4.

230. 320. 3')9' 3<^o.


90.

Polidoro Virgilio

P
Panvino
Paolo Santo.

\7. 29. 66.

8.

244.
27'

Plutarco .
III. ii5.

Polemone

PAnciroIo

io5. I2U-.2.5?.

83.

257.

338.

115-

89. 3?f.
I?. i58.

254.

32(5.

14.

114.
17.

185. 187. ipo. 199.


225, 228. 252. 2^3.
278. 281. 284, 301.

322.

3U'
1

135.

155.

18.

124. 132.
227. 251.

Pittagora.

Platone
Plauto.

\6.

z66. l'

72.
izc.

125.

157.

Sj,

Crinito

Pindaro
Pio II.

6.

181.

149.

139.

178.

I$2.

[8.

Pico.

Pietro Vittorio.

17. 2.6, zj. 29. 31.42. 43.


50. 5^. 57. 60, 78. 85. 88.
lOI. no. I 12. Il8. 12(5.

134.
184.
222.

3'>9'

Pietro

16.

S55.

J[,

323.

114.

rH.

15^

179 181. 238. 274.

Orfeo.

Peone .

Pomponio Leto

114.
114.

Porfirio

237.

Porta Gio: Battifta.


90.
( i^i. 25o.
Proclo
Properzio .
i 7. 59Proverbj .
zi. 3=.
'

Pmdenzio
Publio

Mimo

147.

254.

159.

U4*
3^2
294.
224

Qiiinto

/"^
/
\
.X-^
^^fc

417
Seneca Tragico.

( 310.

\T

Uinto Curzio

44*. 85.

R
V

f-
JL

221.
Ricci

zu41.

4^

4>-

47. 49' '^y 77-85-^4.


124. 154; i8>. 197^
Z^il 257. 284. 285.

.{_c:

55'.

259.

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289.

Srgonio

334'

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548.
9.

Rofl Girolamo.

Rota.
Ruth.

73.

229. 230.
241.

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Saluftio.

Sanazzaro

Scaligero.

Seneca

33. $4.

IL,

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I<fl.

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Stazio

329.

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Strozzi

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Svetonio ,
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Teocrito
Teofilatto

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103. 240.

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87. io8.
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120. 197,
IO.

Teofrafto .
Terrenzio
Tertulliano

18.

104. 2?4.

39. 238.

547.
257. 300.
Tito Livio.
8, 178. 187,
( 272. 274.
Tobia .
43. 33<S. 358.
Tommafb Santo.
43' 79201.
163.
(
Tournefort
2?4.
Trifone
3^4.
Triverio
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Tibullo

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g^ Abellico
^^ Salomone.

137.
114,
54. 131, 232.

.
.

254.

Stafilo

( 33^'
89. 94.

( 338.

Ripley .
Rolli Paolo

Pompeo.

Sefto

40. 41.
pj. gS. 152. IJ4. i<5i^ i(f^.
183. 204. 205. 211. 217.
.

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Solino.
Socrate

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Regi.

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Senofonte
Serapion.

Smezio

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22. 170.
139. 142.
( Idi.
229.
70.
139. 252.

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Alenano Vefcovo
di Clemel ,
63. 9TValerio Maflmo
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( loy- 253.
348.

Van-Helmont
Varrone

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Wharton

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Virgilio.

137.
188.,

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279.
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17. 74. 134.

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Conte Felice Oraziani


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Conte
Gio:
Battifta
Oraziani
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Sig. Conte Ettore Oraziani.
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'
Sig. Conte S perdio Aurei j
Sig. Dottor D. Vincenzio Cavallucci Profeflbr di Mattematica
,

Sg.

'

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nella Univerfit
Il

Molto Reverendo P. Maeflro Giiifppe Maria Modeftini M. C.

Teologa nella Univerfit


Sig. Auditore Prancefco AleiTandri ProfefTore di Legge Civile.
Sig. Claudio Alfani
Sig. Abate Carlo fiattiftir'-I iaojo;
ProfefTore! di

Sig. Luigi

:
'

Anfidei

Conte Averardo

Sig.

Montelperello
Dott. Giufppe Pafqua ProfefT. di Medicina nella Univerfit
Trajano Vermiglioli.
Agoftino Vermiglioli.
vi-j.aiConte Francefco Baglioni ,

Sig.

Conte Antonio Righetti.

Sig.
Sig.

Sig.
Sig.

'

Sg.

Librera
Sig.

di

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'

'

Domenidni

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Canonico Niccola Goga
li
Canonico Francefco Menconi Profeflbf d Gius Canonico

nella Univerfit.

Sig.

Co: Filippo Vincioli

Profefl'. di

Legge Civile

Ggg

nell'

Univerfit

Sig.

42.0
Sig.

Conte Antonio

Sig.

Giacomo

della Staffa

'TP

Filippo Piazza.

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J.

Sig. Lucalberto Patrizj.

Sig.

Pandolfo

Sig.

Conte Lodovico Oddi.

Gius Civile.
Sig. Conte Lodovico degli Oddi Profeflbre di Gius Civile.
Anfite ProfefTore'l merito in

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'')

Sig. Federigo

Cavaceppi Profeflbre di Gius Civile


Sig. Canonico Gio: Maria Perotti Profeflbre Emeriro in Gius
Sig.
Sig.
Sig.
Sig.

Sig.

Canonico
Conte Don Gio:

Battifta Salvatoli,,, ,y.j^^

Dottor Francefco Mattei


Fabio Perotti,
Conte Vincenzio Anfidei
Dott. Giovanni Gerboni Profefl".
Antonmaria Garbi

-.^'i*-.".-

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di Filofbfia nella Univerfit

'

Sig.

Sig. Bartolo Alfani

'L^

Sig. Carlo Maflni

Sig.

Abate Carlo Ugolini.

Sig. Pietro Fiori

Sig.

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ctli(-ijcj<:

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"'.

Abate Giufeppe Morandi

Medicina nella Univerfit


Padre Maeftro Corrado Corradi Lettore di Morale de' M. C;
Sig. Dott. D. Vincenzio Marcarelli ProfelTore di Umane Lettere
Sig. Dott. Annibale Mariotti Prof, di

nella

Univerfit

Sig. Auditor

Francefco

nella Univerfit

Mariottini ProfefTore di Legge Civile


'jbrnA isiu^!

Sig. Francefco
Sig.
Sig.
Sig.

Sig.
Sig.

Sig.
Sig.

Rofa

Sig. Pafquale Cozzini

ib

Dottor Federigo Inglefi


Antonio Ricci.
Don Francefco Draghetti
Abate Giacomo Binarelli
Abate Giovanni Marzioli
Pier Francefco Egidj
Dottor Luca Pellicciari Profeffore
nella Univerfit.

..-

t^V r

di

Fifica

Sperimentale

Per copie cinque

Sig. Dottor Claudio Enrichi.

Sig.

4HSig. Capitano Giufqjpe

Belforti

Sig. Dottor Francefco Galindri Profeffore di

Medicina Prattica

nella Univerfit
Sig.
Sig.
Siff.

Pompeo Bruniunonti Profeflbr di


Abate Domenico Vecchj,
Dottor Domenico Ubatdi ..K-' e-

Chirurgia

Sig.

Giufeppe Bartoli ProfeflI in Filofbfa nella Univerfit


Francefco Appiani . \
icirr/"

Sig.

Don

Sig. Dott.

.1

Aleflandro Sebaftiani,

Sig. Dottor Gian-Francefeo Savelli Profeflbre di Filofofia nella

Univerfit.

Sig.

Anfelmi Profeflbre di Legge nella Univerfit


Vincenzio Monotti
Francefco Rofi Profeflbre di Chirurgia.
Criftiano Ricci.
Francefco Uppi

Sig.

Domenico

Sig. Dott. Gelialdo


Sig.

Sig.
Sig.

Padre

Paolinelli

Don Gio:

Battifta

Sig. Filippo Grillotti

Mei

Agoftino.

di S.

Sig.

Ubaldo Narboni

Sig.

Abate Giufeppe Galpare Rofl

Sig. Francefco Berardi

Sig.

Capitano Ferdinando Porrini

Sig. Giufeppe Canali


Sig.

Gio: Battifta Angelini

Sig. Dott. Pietro Gavelli Profeff. di


Sig.

Gius Canon, nella Univerfit.

Paolo Brizi.
Benedetto Bernardi ProfefTore di Medicina nella

Sig. Dottor

Univerfit
Sig. Francefco Zanetti Maeflro di Cappella nella Cattedrale
Sig.
Sig.
Sig.

Giovanni Chiatti
Don Giufeppe Monti.
Dottor Emiliano Parriani

Don Marcellino Travigi


Carlo
Mari otti.
Sig.
Sig. Gio: Maria Valli.
Sig. Don Gregorio Bo;iucci.

Sig. Priore

Sig.

412,

"
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Capra.
Sig. Abate FrWKef:o Gennari.
...:.... ^
ivfnf f fll-rf!
Sig. Eugenio de Marchis
Padre Giufeppe Mandolini della Congregazione dell* Oratrio^
Sig. Nicola Giulj.
Sig. Dottor Don Giufeppe Spiganti Profeflbrc di Filofbfa nel4
Sig. Scipione

'

Univerfit
Sig.

Dottor

Don Angiolo

Feirini

Profeflbre di

Univerfit

Filolbfia nella

irr^.-iw^.

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.i.,/

Padre Maeftro Ai^iolo Maria Rancati dell* Ordie de* Servi ',c
Sig. Benedetto Cavallucci
Sig. Dottor Don Aleflandfo Marzj Profeflbre di Lettere Vmi.-'
ne nella Univerfit
Sig. Auditor Giufeppe Pollio Profeflbre di Gius Civile nella
Univerfit

Padre Maeftro Maria Poggi dell* Ordine deV Servi.


Sig. Canonico Gio: Battifta Alfani
-/j. ii.axij.ci
Sig. Don Giufeppe Bagni.
)it) acti -.m;^
Padre Gio: Carlo da Perugia Cuftode della Pirovlncia Serafica
Sig Criftofaro Galpari
.

AMSTERDAM.

Sig. Pierintonio

Gravenna

A N C O N
Padre Stanislao di

S. Irens

A.

delle Scuole Pie

A R E Z Z O.
Abate Marco Bacini
Sig. Abate Giacomo Tenti
Sig.

'

ASCOLI.
Sig.

Abate Francefco Antonio Marcucci.

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ASSI-

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A
Sig*

Canonica Glor

Sg^

Don

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Abate Gaetano Bartoli

a.

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Pompei

Filippo de*

Palmerini

Battifta:

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A.

BORGO SAN SEPOLCRO .


Sig Gio:

Maria Graziani

A
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Sig.

Sig

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O.

Modefto Diala.
Abate Don Pietro Bocci

CARRA IN PIEMONTE.
Sig. Aleflo di

Canorio.

C A
Sig.

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Domenico Bartolom

S
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CASTIGLION DEL. LAGO.


Padre Emanuelle Agoiliniana

.-

CASTIGLION PtQRENTINO .
Sigv Canottlcoi Filippo Venanzx.-

'

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C E
Sis[.

Don Tommaf

Tavanti

CITTA^

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DELLA PIEVE

Monfignor Angiolo Venizza Vefcovo di Citt della Pieve.


Canonico Ferdinando Monaci Vicario Generale.
Sig. Arcidiacono Orazio Giappeffi
.
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5ig.

Sig. Pietro Taflbli

Capitano Gafpare Eleuterj


Sig. Canonico piodato Landi

Sig.

CITTA^ DI CASTELL.'^
Sig.

Canonico Giulio Paolucci.


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AD

CIVITAVECCHIA.
Sig.

Gaetano Cacciari

AfTentifta

Galere

delle

Navi

Poib

tificie.

CORTONA.
Padre Maeflxo Guidantoiiio Palei Ef^Provinciale Agoftiniano di
^ j\
Conona .
.

i,

Sig. Auditor Francefco Serafini

A N O.

JUOiT<fAD

Flaminio Marcellini
Sig. Carlo Campioni

Sig.

*^

FANO.
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Sig.

Giufppe Tamantl

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TER-

4v^

FERRARA.
Padre Priore Boeri Domenicano
Padre Maeftro Martini Domenicano

FERMO.
FIRENZE.

Sig. Carlo Bartoluzzi

Sig. Senatore Federighi.

Sig.

Marchel Girolamo Gaetano Ollandini

di Lerice

FOLIGNO.

"

Sig. Francefco Giufti

Sig. Francefco Geroldi.


Sig. Francefco Fofi Stampatore. Per copie due
Sig.

Don

Sig.

Marchefe Giufliniano Vitellefchi


Crilpoko Gregorj

Sig.

Feliciano Egidj

GUBBIO.
Padre Abate

Don

Paolino Simoncelli

Monaco

Ollvetano

JESI.
Sig. Cavaliere AlefTandro Ripanti

L U
Sig. Fratelli Agnelli e

G A N O.

Compagni Stampatori.

'

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Per

copie

cmqu4^

IvfACE-

MACERATA.
Sig. Antonio Riozzi di Macerata per Penna S. Giovanni.
Padre Gregorio Milefi di Macerata per 1' Oro.
Sig. Auditore f rancefco llarj
Sig. Pier Francefco Palmucci de' Pellicani Refidente di S. M. Catt.
Sig. Antonio Cortef . Per copie quattro .

MALTA.
Padre AnfeJmo Ef'Cuftode di Malta de' Padri Capuccini.

MANTOVA.

La Regia Accademia

del Dlfegno di Mantova'.

Sig. Giiifppe Ferrari Pazzoni

E L

Regio-Ducale Stamp. in Mantova

D O

L A.

'

Sig. Dottore Orazio Traverfari

Sig. Alberto de Nobili

M IL

ANO;

Sig. Giufppe Galleazzi Stampatore.


Sig. Dottore Pietrantonio

Per copie tre,

Pinnottino

Sig. Ferrante Bafclino.


Sig.

Ferdinando Giandonati.

MONZA.
NAPOLI.

Padre Glulppe Maria Cappuccino da Trifivio

Sig.

Don

Filippo Giunti.

Sig. Capitano

Sig.

Don

Don

Gio: Battifta Trapani

Savino Lattatili.

NOR-

N O R C
Sig. Abate Benedetto Cipriani.
Sig. Arciprete Don Crefcenzio Ridolfi

A,
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Padre Don Giovanni Giaunottni ALate nel Mhiftero i San


Benedetto di Norcia
*
Sig. Don Gio. Carlo Barattani
Padre Giufeppe Quarantotti della Congregazione dell' Oratorio
Sig. Antonio Gentili
Padre Enrico Orlandi Rettore delle Scuole Pie in Norcia .
Sig. Dottor Nicol Antonio Catani
.

O R

T E L L O.

Padre Girolamo Hofanna

dell'

Ordine

di

S.

Gio: di Dio

ORVIETO.
Paolo Febei
Marchel Luigi Gualtieri
Sig. Canonico Pantaleone Saracinelli.
Padre Abate Viglioni Roccjhettino
Sig. Arciprete

Sig.

A N

C A L E:

Francefco Calvigi.
Gio: Battifta Cherubini

Sig. Arciprete

Sig.

Don
Don Tommalb Mariotti
Don Fiorenzo Cherubini

Sig.

Canonico Francefco Cherubini

Sis:.

Sig.

PISA;
Sig.

Sig.

Michele Plazzini
Decano Giorgi

5ig. Filippo Tilli,

Hhh

KEO^

41

REGGIO.
Sig.

Beniamino Fo

Per copie quattro

RIPAMANZONE.
Sig.

Germanico Fedeli

ROMA.
Monfignor Luigi Gazzoli di Terni
Monfignor Aleflandro Litta
Chirurgo
mente XIII.
Sig. Stefano Guanaroni Direttore
Sig. Cavaliere Giufppe Fargna
Sig. Carlo la Bofllera

di

Noflxo Signore Papa

della

Regia Pofta

di

Cle-

Napoli

Navona.

Sig. Cavaliere Francefco


Sig. Giufppe Facci

Sig. Abate Giufppe Ravafi.


Sig.

Sig.

Sig.
Sig.
Sig.

Sig.

Canonico Don Gio; Battifta Rofletti.


Canonico Don Gaetano Gambirafi
Abate Giulio Sperandini
Giovanni Perucconi
Don Girolamo Bentivoglio nel Collegio dementino
Capitano Giufppe Maria Paolini Miniftro Generale
R. C. A. in Cafliglion del Lago Tranfimeno .
Galpare Kaifter.
Generofo Salomoni Per copte dodici .

della

'

Sig.
Sig.

Sig. Luigi

Giannetti

Per

copie oiio

Padre Lettor Giufeppantonio

Z E,

M. O.

SINI G A GL
Sig.

Conte Angiolo Antonelli.

A.
SINA-

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SINALONGA IN TOSCANA
SIg.

Don Domenico

Trapani.

F O L E T O.

-r"^ ^
Barone Francefco Ancajani
Sig. Marchefe Fabbrizio Loccattelli Martorelli Orfni
Padre Maeftro Verri Definitor perpetuo de' PP. MM. CC.

Sig.

Sig. Carlo Coftantini

Abate Giufppe Selli .


Sig. Don Carlo Caftelli Parroco di Balsano Diocefi di Spoleto;
Sig. Don Lorenzo Congiunti Parroco d' Eggi Diocefi di SpoSig.

leto

Padre Cefrio di

S.

Agoftino Scalzo

T E R
Sig.

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I.

Antonio Fanelli Vicegerente di Terni


Spada Romano Cofcritto Conte di CoUalbero
Ciamberlano delle MM. LL. II. RR. ed Apofloliche

Sig. Alelsandro

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Sig.

r V o LI.

Tmmafb Benci venga

TODI.

Abate Luigi Cori


Padre Priore Vercellefi Vicario Abaziale di Mafsa di Todi
Sig. Don Antonio Caneni
Molto Reverendo Padre Maeftro Michelangiolo Angelini Provinciale de' PP. MM. Conventuali
Sig.

TOLEN-

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X O L E

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Sig. Giufeppc Bezzi.

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O,

Michelangiolo Morano. Per copie qundie


Sig. Francefeo Bertolero Librare .

Si.

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VENEZIA.

Sua Eccellenza Sig. Cavaliere -Giuftiniano Ambafciadore


nezia a Roma
Sig. Abate Pietro Leonetti

VITERBO."
Si^, Filippo Prada

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DEL TOMO PRIMO,
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Errori
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Correzioni,

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46. un fuo monile
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una Crocetta appefa ad un fuo

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4p. Guerriero
I,

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Scudiero

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1. de'

62. fervono
pi. fl/l. IJ. ^. l8^

J4J.

cap. 6. 2^.

cubito

cubito

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impetu a qiiibm

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Colui
da Crifto
fi fanno ferylre^

j. Colei
60. di Crifto

111.

mofliI,

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184. Piramo

Priamo

^9. Bambini

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Quefti fono gli Errori pi efsenziali , gli altri che d poco rilievo faranno fcorf,
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