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aprile 2010

C E
“i greci raccontano che Teseo ricevette in dono da Arianna un filo. Con

TR A C quel filo Teseo si orientò nel labirinto, trovò il Minotauro e lo uccise.


Delle tracce che Teseo lasciò vagando per il labirinto il mito non parla”

volantino d’informazione di Sinistra Ecologia e Libertà - sezione di Montemesola


Carlo Ginzburg

http://traccemontemesola.blogspot.
com/
c o m u n i ta ’
Una Nuova Da sempre il Mezzogiorno d’Italia è stato mantenuto dalle classi dirigenti nazionali in una
Visione insostenibile situazione di soggezione nei confronti del resto del Paese; l’inferiorità economica
del mezzogiorno, che si traduce anche in una inferiorità sociale e culturale, si è sempre fondata
della Puglia su fenomeni clientelari che hanno fatto presa nelle aree geografiche più sottosviluppate, e che
di Daniele Fornaro hanno determinato quel circolo vizioso da cui le regioni meridionali non sono ancora riuscite a
liberarsi definitivamente.
Gli eventi storici che hanno portato a questo stato di cose sono da ricercarsi nella storia politica
del meridione, in quella che viene generalmente chiamata la questione meridionale e alla
cui soluzione si sono impegnati, tra l’altro con scarsi risultati, tutti i governi italiani dall’Unità
d’Italia in poi.
Ed è così che abbiamo assistito, tra l’altro, all’affermarsi della grande industria, con il dichiarato
intento di risolvere il problema semplicemente aumentando il reddito medio pro-capite della
popolazione, e senza interrogarsi in alcun modo sulle conseguenze che tali decisioni avrebbero
assunto nel tempo. Anche tali politiche sono state fallimentari !
Il tempo che si è perso lo dobbiamo recuperare con un progetto di ampio respiro, che tenga
assolutamente conto delle naturali vocazioni del mezzogiorno d’Italia.
Dobbiamo ripartire dall’agricoltura, dalla pesca e dagli antichi mestieri, dobbiamo favorire la
ricettività ed il turismo; da questo punto di vista la Puglia negli ultimi cinque anni ha dimostrato
di poter rappresentare per l’intero mezzogiorno d’Italia un nuovo modello di sviluppo.
Far ripartire l’economia meridionale significa soprattutto evitare che intere generazioni fuggano
via verso le regioni settentrionali, e per fare questo dobbiamo offrire ai ragazzi delle opportunità
non solo di guadagno ma anche di crescita individuale e collettiva. Sotto questo profilo la
Regione guidata da Vendola ha saputo coltivare la creatività in seno alle nuove generazioni,
finanziando delle idee e dei progetti innovativi sul solco della tradizione, che hanno avuto il
merito di riaccendere la fiamma della gioventù nel popolo delle Puglie.
Io credo fortemente che i giovani tra emigrare in altri luoghi e sopravvivere nei luoghi in cui
sono cresciuti sceglieranno questa ultima opzione, purché venga in ogni caso loro garantita la
possibilità di esprimersi liberamente e, dunque, di veder loro riconosciuto lo status di futuro della
terra in cui vivono.
Non dobbiamo assolutamente perdere questo treno...in mancanza ci vedremo costretti, ancora
una volta, a salutare i nostri cari lungo la tratta del Crotone-Milano!

c o m u n i ta ’
Le ragioni Cosa vuol dire votare Sinistra Ecologia e Libertà a Montemesola e nella regione Puglia?
Significa dare corpo e continuità ad un progetto che punta sulle persone, sui sogni che da essi
di un voto scaturiscono e sulla terra che li ospita.
di Massimo Miricola Per noi votare Sinistra Ecologia e Libertà a Montemesola e in Puglia significa mettere al primo
posto la difesa dell’ambiente come punto centrale di una riflessione finalmente politica (nel
senso etimologico della parola). Significa pensare al territorio ed agli oggetti della storia con la
passione ed il coinvolgimento di un popolo che ama la propria terra, il proprio paesaggio, i propri
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beni artistici e culturali e vorrebbe che raggiungessero il giusto riconoscimento che spetta
loro. Significa pensare al territorio come il cuore del problema attorno a cui si dispiegano quelle
emergenze della nostra società che da essa dipendono: il sociale, scuola per prima; la legalità; la
difesa dei lavoratori. È solo nel giusto rapporto fra questi elementi che si fonda la coscienza del
vivere insieme, il fondamento della nostra società: perché è la scuola che preserva la conoscenza
di quel fondamento, perché è il lavoro che lo giustifica, perché è l’egualitarismo, l’essere uguali
di fronte alla legge, che ci rende orgogliosi di esso.
Il territorio non è pertanto un aspetto secondario dell’azione di un’amministrazione ma
diviene punto cardine, attorno a cui si imbastisce un discorso più ampio. Solo così si può
credere in uno sviluppo che sia davvero sostenibile, coinvolgendo quei settori che sono il
nostro “oro”: l’agricoltura, il turismo, i nuovi saperi. Di contro ad un modello industrialista
ormai fallito e obsoleto che tanti danni ha contribuito a fare alla nostra terra, o peggio ancora a
quell’immobilismo atavico che attanaglia le nostre amministrazioni, siamo convinti di avere in
noi stessi le potenzialità adatte a fare bene.
A noi non piacciono i mestieranti delle coperte corte, quelle vecchie visioni d’economia malata,
per cui se «non puoi comprarti una Ferrari allora chiudi la Scuola Materna». Questo non
è sviluppo. Tanto meno sostenibile. Parlare del futuro pensando al passato vuol dire avere la
volontà, neanche troppo celata, di far rimanere le cose così come sono, garantendosi i propri
vecchi privilegi.
Sinistra Ecologia e Libertà si oppone a tutto ciò e comincia a parlare della gente, della sua
storia, della sua terra ed anche delle...pietre.

s o c i e ta ’
Per quale È avvilente osservare tutte le mattine quel nostro giovane compaesano (senza il pretesto,
per alcuni, nemmeno di poterlo connotare come straniero) uscire da un retrobottega dopo aver
società val la trascorso la notte su una branda di fortuna posta tra i cartoni accatastati e il salmastro delle pareti.
pena vivere? È deplorevole sapere che quel retrobottega utilizzato durante il giorno per attività ricreative da
la Sezione parte di un’associazione di Montemesola, possa fungere da rifugio fugace e miserevolmente
concesso da privati per ospitare durante le notti il nostro concittadino.
Non è forse vero che una società attenta ai bisogni primari delle persone che “fanno fatica” è
una società attenta ai bisogni dell’uomo? La Costituzione italiana, infatti, lo contempla con
un articolo:
“È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli d’ordine economico e sociale che limitano la
libertà e l’eguaglianza degli individui e impediscono il completo sviluppo della persona umana”.
Oppure più religiosamente:
“…ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto
a me” (Matteo 25, 40).
Come è possibile, da parte dei pubblici organi competenti, che nella Costituzione e nella
religiosità si riconoscono, non garantire un umile posto letto, uno solo, ad una persona che
per di più presenta delle difficoltà economiche e sociali e invece promettono di costruire 200
posti letto in questo territorio per un bisogno che il Piano Regionale di Salute 2008-2010 non
lo considera rilevante.
Crediamo che il primo dovere di un’amministrazione sia quello di monitorare le diverse realtà
sociali ed intervenire attraverso un serio progetto come nel caso del nostro concittadino. Di fronte
a tale disinteresse e incuria, non si riesce a trovare alcuna giustificazione nel non aver almeno
affrontato il problema, cercando di farlo risolvere ad altri.
Come è possibile rispondere ad una simile contraddizione?
Lui, però, il nostro concittadino, una risposta se l’è data: “A’ddavenì baffone”.

Territorio
A caccia nel parco
di Franco Zerruso (Legambiente TA) espressa dalla Terza Sezione della Corte tabellato – ovverosia non essendoci
di Cassazione, con una sentenza che cartelli che informino puntualmente
L’indicibile e l’imponderabile si sono farà giurisprudenza, è lapidaria: ad un di essere entrati, appunto, in un’area
manifestati: andare a caccia nel Parco della cacciatore trovato ad espletare la propria protetta – non è identificabile da parte
Terra delle Gravine, seppur eticamente mortifera attività tra le gravine dell’arco dei cacciatori. Abbiamo, quindi, un Parco
inaccettabile ed espressamente vietato jonico non potrà applicarsi la patente di ridotto ad un ectoplasma, un organismo
dalla legge istitutiva del Parco stesso, bracconiere (e le conseguenti sanzioni), in senza confini certi, la cui forma è
è adesso possibile. L’interpretazione quanto il perimetro del Parco, non essendo rappresentata in carte giacenti in qualche
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polveroso ufficio della Regione, ma che dare, sommessamente, un consiglio: sono i seguaci di una nuova religione che
sul territorio non è identificabile. Questa se ritenete che questa situazione non si va affermando: il cristianesimo.
situazione, che sarebbe paradossale se possa attendere i tempi del Tribunale del Amenabar racconta il cambio di un’epoca
non fosse tragica, nasce almeno da due riesame (a cui la specifica situazione sarà ad Alessandria, il passaggio dal periodo
motivi: il primo è topografico, legato allo sottoposta) e della posa delle famigerate pagano a quello cristiano, e la città, che con
sviluppo planimetrico del Parco, così tabelle, stampate qualche migliaio di la sua famosissima biblioteca si era sempre
come è uscito – ormai più di quattro anni copie della cartografia del Parco e fatene distinta per la sua apertura di pensiero,
fa - dall’aula del Consiglio Regionale. Più dono ai cacciatori. Se potete, stampatele diviene il campo di battaglia per una
che rappresentare un ambito continuo, il in carta riciclata, il servizio sarà perfetto. guerra di religione fra gli ebrei, i pagani e
disegno del Parco somiglia ad uno straccio i parabolani, fanatici cristiani. I cristiani, su
sfilacciato e dai contorni frastagliati, visioni ordine dell’imperatore d’oriente occupano
lunghi centinaia di chilometri. Lo hanno tutti i luoghi pagani, bruciano i libri della
ridotto così le innumerevoli trattative Ipazia biblioteca – feccia pagana - e al comando
per isolare questa o quell’area, inserire Redazione Cinema del fanatico vescovo Cirillo (divenuto Santo)
o togliere questa o quella masseria; che rivolgendosi ai suoi pronuncia contro
ancor più lacero sarà ridotto dalle i giudei l’anatema: “Piangete per loro, gli
previste, prossime, riduzioni dell’area assassini di Cristo, perché saranno maledetti
protetta. Tabellare questo groviglio di ed esiliati in eterno”, compiono uno dei
lunghissime linee è un impegno, seppur primi pogrom della storia costringendo
non differibile, enorme, che necessita gli ebrei all’esilio. Amenabar descrive i
di risorse economiche ingenti, che parabolani proprio come i talebani della
meglio potrebbero essere impegnate in nostra epoca: fanatici, ignoranti, violenti,
progetti di tutela, senza contare l’impatto persecutori delle donne.
anche visivo sul paesaggio di queste file Ma ad Alessandria c’è una donna superiore
infinite di cartelli. Il secondo motivo è a tutti per intelligenza, capace di intuire
da ricercare nella lotta, continua – ora per prima l’orbita ellittica della Terra
palese, ora sotterranea – svolta da molte anticipando di 1200 anni Keplero, una
Amministrazioni Comunali all’affermarsi donna che disegna sulla sabbia le orbite che
di una politica di tutela rigida, ma osserva nel cielo, che è capace di attirare
indispensabile, dell’habitat rupestre, con intorno a se tutti gli uomini più importanti
il suo patrimonio di storia e natura che della città indipendentemente dalla
ogni giorno si affievolisce. Una politica religione. Dice Socrate Scolastico, infatti:
miope, che più che a far diffondere «Per la magnifica libertà di parola e di azione
nei cittadini – anche cacciatori – una Agorà, film del regista spagnolo Alejandro che le veniva dalla sua cultura, accedeva in
maggiore sensibilità verso la valenza Amenabar, autore di The Others e modo assennato anche al cospetto dei capi
eccezionale del Parco, ha badato ad del Premio Oscar Mare Dentro, è stato della città e non era motivo di vergogna per
accontentare a fini elettoralistici le piccole presentato all’ultimo festival di Cannes ed lei lo stare in mezzo agli uomini: infatti, a
lobby delle doppiette e dei capannoni è già uscito nelle sale di diversi stati del causa della sua straordinaria saggezza, tutti
o quelle più grandi ed agguerrite dei mondo, tranne in Italia, dove arriverà forse la rispettavano profondamente e provavano
cavatori e dei palazzinari. Si agita lo alla fine di Aprile. Di questi tempi non è verso di lei un timore reverenziale». E la sua
stendardo dello sviluppo e si disconosce affatto semplice in Italia parlare di libertà: scuola diviene l’ultima oasi del vivere
il vero motore del nostro possibile infatti Agorà parla della ricerca continua insieme, della tolleranza religiosa, della
progresso: un’agricoltura di qualità, della libertà, della verità, della conoscenza, ricerca della verità.
che coniughi le produzioni tipiche con della possibilità del dialogo e del vivere Ma la religione, o meglio l’uso della
le risorse ambientali del territorio; una comune indipendentemente dalle religione per fini di potere non può tollerare
crescita del turismo eco-compatibile, che proprie convinzioni politiche e religiose una donna che non crede in nulla ma solo
dispieghi all’interno del Parco i propri ma solo affidandosi alla razionalità. Di nella filosofia, nella razionalità, una donna
benefìci di ritorno economico e di nascita contro a chi, in ogni epoca, pretende di che parla di libertà, una donna che non si
di nuove professionalità. A quattro anni avere certezze solide magari fondando sposa con un uomo perché dice di esserlo
dall’istituzione del Parco siamo ritornati le proprie convinzioni su tesi e testi già con la verità.
indietro al punto di partenza: ora quei trascendenti, Agorà è l’elogio della vittoria Nel Marzo del 415 un gruppo di monaci
pochi e temerari turisti che si incantano dell’intelligenza umana sull’oscurantismo sorprese Ipazia mentre tornava a casa:
tra le nostre rupi e nei villaggi rupestri di chi vorrebbe ridurla in schiavitù. Ipazia fu scarnificata con conchiglie
non dovranno temere solo la mancanza E’ la storia di Ipazia (370 – 415 d.C.), affilate, fatta a pezzi membro a membro e
di ospitalità diffusa e l’assenza di sentieri matematica, astronoma e filosofa di bruciata.
segnati, ma dovranno anche guardarsi le Alessandria d’Egitto. Figlia di Teone, rettore Nel Settecento lo storico britannico Edward
spalle dalle doppiette in libertà (non vi dell’università di Alessandria e famoso Gibbon in Declino e caduta dell’impero
sembri un’esagerazione: lo scorso anno matematico egli stesso, Ipazia e suo padre romano definì la sua morte una «macchia
la caccia ha purtroppo prodotto – tra gli sono passati alla storia scientifica per i loro indelebile» sul cristianesimo.
umani – un morto o un ferito per ogni commenti ai classici greci, persi in occidente
Nel famosissimo affresco La scuola di Atene di
giorno di attività venatoria). Ai Sindaci per oltre un millennio. Una donna che Raffaello l’unica donna rappresentata è proprio
ed alla Provincia, Ente Provvisorio di come molte donne fa paura ai talebani di Ipazia, che è anche l’unico soggetto che volge lo
Gestione del Parco, ci permettiamo di ogni epoca. E i talebani dell’epoca di Ipazia sguardo allo spettatore.
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Solo attraverso la conoscenza del nostro territorio, che non viene se non dopo un attestato d’amore per esso,
si può sperare di comprendere meglio le varie strutture che lo governano. Questa è la nostra convinzione.
territorio Questo spazio vuole essere un piccolo contributo.

La masseria: dalla storia del paesaggio agrario alla storia dell’uomo


di Vincenzo Antonio Greco (perieghesis.it) - seconda parte -
barbaresche, e le masserie a castello, edificate talvolta riuscì, come accadde per Monteiasi
invece nel corso dell’Ottocento sull’onda del per mano della signora del luogo, donna
revival romantico del Medio Evo. L’esigenza Geronima delli Monti; talaltra invece
della difesa era in realtà sempre sentita e fallì, dopo un iniziale successo, come per
se ne avverte ovunque la manifestazione Civitella da parte dei Carignano-Suffianò e
formale, ad iniziare dalla stessa scelta del successivamente dei Pappadà.
sito (si pensi alla collocazione della masseria Ancora nell’Ottocento l’eco lontana di terre
La masseria resta, tuttavia, soprattutto dell’Amastuola, in agro di Crispiano). un tempo abitate stabilmente non si era
una struttura architettonica, per cui non La rete delle masserie si inserisce nel più ampio spento, e, sulla scia di una congiuntura socio-
fa meraviglia il fatto che gran parte della tema della storia insediativa del territorio. economica e demografica favorevole, sempre
letteratura attualmente disponibile sul tema Mentre nei borghi incastellati dell’Italia intorno a masserie (Statte, Crispiano e [Villa]
si limiti soprattutto alla forma degli edifici, centrale l’organizzazione del paesaggio Castelli) presero corpo una serie di nuovi
tradendo, lo ribadiamo1, la ben più complessa agrario era fondamentalmente riconducibile centri abitati.
nozione che filologicamente le compete. a grandezze invarianti, quali la distanza dal Se però il legame con le preesistenze medievali
Anche la forma ha una storia, ed un divenire centro abitato, dando così vita al classico è quasi immediato, grazie alla almeno
suoi propri, parallele alla evoluzione delle modello dei cerchi concentrici, con colture parziale sopravvivenza di resti materiali, in
funzioni. Le masserie sono nate per lo via via più estensive man mano che ci si taluni casi le radici affondano molto più in
più come semplici appoggi per le greggi allontanava dal centro abitato; nel Tarantino, là nella storia del territorio, ora fra i resti di
transumanti o come tuguri per uomini o invece, come in gran parte della Puglia, villae rusticae romane, ora di fattorie (oikoi)
magazzini per sementi ed arnesi, spesso esso risultava condizionato in maniera più magnogreche, ora ancora, di persistenti
ricavati in semplici grotte e recinti di pietra determinante dalle caratteristiche più spinte tracce di insediamenti neolitici o dell’Età del
a secco, sono poi divenute le complesse (a tratti estreme) del clima, onde la necessità Bronzo: si pensi ad esempio alle masserie
masserie di campo e di pecore del pieno di piegarsi alle vocazioni intrinseche del San Pietro Marrese, sul Mar Piccolo, o la
Settecento, per essere chiamate poi a suolo, inseguendole laddove si esprimessero, Masseria Casabianca a Lizzano, autentiche
celebrare e suggellare il successo sociale ed anche molto lontano dal centro abitato; enciclopedie storiche en plein air!
economico dell’emergente galantomia nelle questo leit-motiv ha certamente costituito Il potere catalizzante di certi luoghi va
monumentali residenze ottocentesche. un elemento di rigidità, stemperato tuttavia tuttavia ben oltre il tema strettamente
Questo comune filo rosso che sembra da un complesso melange, permeato dalla abitativo-produttivo, coinvolgendo
accomunare la storia di gran parte delle necessità di garantire l’autosufficienza talvolta anche la sfera del sacro e, più in
masserie ha assunto le più svariate forme alimentare, da un lato, e dalle variabili scelte generale, l’immaginario religioso di un
architettoniche. La diversa disponibilità di di strategia economica perseguite dalla vastissimo pubblico. Si pensi ai santuari
materia prima in loco (dalle chiancarelle proprietà, dall’altra. Esempio della prima della Mutata a Grottaglie e di Pasano a
della Murgia al tufo del Salento ed agli istanza fu l’ampia diffusione del vigneto Sava, ambedue adiacenti ad importanti

responsabile: Massiimo Miricola • progetto grafico: Mara Beccafarri


imbrici del Tarantino litoraneo), i vincoli all’interno del vasto comprensorio paludoso masserie, espressioni frequentatissime di
climatici e le culture edilizie espresse dalle ad Ovest della città nel corso del Medio Evo, una diuturna devozione popolare.
maestranze impiegate, hanno interagito con risultato della seconda è invece la geografia Su un versante diametralmente opposto, il
moventi puramente funzionali (la necessità storica del sistema delle masserie. sistema delle masserie ha invece contribuito
di sorreggere il peso della neve sulla Murgia In tale relazione stringente, le masserie alla polarizzazione insediativa che è un
e di raccogliere la sempre scarsa pioggia apportarono contributi ambivalenti. Da un tratto distintivo del paesaggio pugliese:
lungo la costa), onde ne è derivata quella lato, rappresentano una prova della inerzia fagocitando i microfondi contadini ha infatti
straordinaria varietà formale riscontrabile sia di fondo del paesaggio agrario, indicata dato origine a vasti latifondi, autentici deserti
nei singoli addendi edilizi (trulli, capanne, a suo tempo da Emilio Sereni come una di grano, popolati da pecore e pastori, ed a
case, torri, coperture a pignon o a lamia) delle caratteristiche della storia del suolo grossi aggregati urbani, abitati dall’esercito
che nel loro assemblaggio. Su queste basi italiano. Molte di esse rappresentano infatti bracciantile del popolo di formiche.
si regge l’ormai codificata distinzione in la continuità, sorgendo su preesistenze ben Pur con tale ambivalenza, l’embricatura della
masserie a corte aperta, a corte chiusa, con individuabili (anche solo toponomastiche), in continuità risalta particolarmente, e con
corpi di fabbrica accentrati, con un corpo particolare le strutture medievali: si pensi ad evidenze paesaggistiche ed architettoniche
unico a sviluppo longitudinale o angolare esempio alle masserie di Pasano ed Agliano rilevanti, nelle masserie sorte all’interno
o con elementi disaggregati, fino ai villaggi (Sava), sorte su casali omonimi, e quella di di villaggi rupestri (valga come esempio
masseriali di Vallenza e di Levrano. San Pietro sul Mar Piccolo, adiacente alla la masseria Lama di Rose a Crispiano), ove
Impropria ci pare invece l’indicazione di importante abbazia romanica. si assiste ad una vera e propria emersione
masserie fortificate, in quanto pone, ad Intorno ad alcune masserie si cercò verticale delle strutture: dall’architettura in
esempio, sullo stesso piano strutture (come di ricostruire (già nel corso del primo negativo delle grotte alla sfida verso il cielo
le masserie a torre) nate con la precipua Cinquecento) la tela insediativa, con la lanciata dagli edifici in muratura.
funzione di difendere uomini e raccolti in creazione di nuovi casali, ospitando anche Fine seconda parte.
tempi (il Cinque-Seicento) e luoghi (le aree i tanti immigrati dall’altra sponda del Mare
litoranee, in particolare) esposti alle scorrerie Jonio, Albania in primo luogo. L’esperimento 1Confrontare il precedente numero di Tracce.

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