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atteggiamento che all'esterno viene giustificato come un imperativo etico, non limitato alla sola
professione, ma esteso alla totalit della vita quotidiana. Per, in realt, essi pagano in prima
persona il prezzo della loro scelta.
Non si pu sognare soltanto al futuro, attendendo un mutamento totale che sembra allontanarsi a
ogni passo che facciamo, e che intanto lascia tutti gli alibi, i compromessi, l'impotenza dell'attesa.
A volte domandano: qual la tua utilit, l'utilit del tuo teatro?
Rispondere significherebbe accettare la ragione per cui solo chi produce ha diritto di esistere, e chi
non produce non ha pi funzione, va isolato, eliminato perch socialmente defunto, alla lettera:
morto.
Chi fa questa domanda - "Qual la vostra utilit" - deve stare attento a se stesso, al suo
atteggiamento che lo porta a negare il valore degli alberi che non danno frutti. Un albero che non
d frutto - proverbialmente inutile - diventa essenziale nelle citt senza ossigeno.
La produzione non produce soltanto merci, ma anche relazioni tra gli uomini. Questo vale
anche per il teatro: non produce soltanto spettacoli, prodotti culturali.
Chi giudica dal punto di vista estetico, alla "merce" teatrale che guarda.
Per comprendere il valore sociale del teatro non bisogna guardare soltanto alle merci, agli
spettacoli prodotti, ma anche alle relazioni che gli uomini stabiliscono producendo spettacoli.
Tratto da: Gaetano Oliva, Il Laboratorio Teatrale, Milano, LED, 1999