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Vidi Severino che radunava i porcai e alcuni dei loro animali, con allegria.

Mi disse che
andavano lungo le falde del monte, e a valle, a cercare i tartufi. Io non conoscevo ancora quel frutto
prelibato del sottobosco che cresceva in quella penisola, e sembrava tipico delle terre benedettine, vuoi a
Norcia - nero - vuoi in quelle terre - pi bianco e profumato. Severino mi spieg cosa fosse,
e quanto fosse gustoso, preparato nei modi pi vari. E mi disse che era
difficilissimo da trovare, perch si nascondeva sotto la terra, pi segreto di un fungo, e gli unici animali
capaci di scovarlo seguendo il loro olfatto erano i porci. Salvo che, come lo trovavano, volevano
divorarselo, e bisognava subito allontanarli e intervenire a dissotterrarlo. Seppi pi avanti che molti
gentiluomini non sdegnavano darsi a quella caccia, seguendo i porci come fossero segugi nobilissimi, e
seguiti a loro volta dai servi con le zappe. Ricordo anzi che pi avanti negli anni un signore dei miei
paesi sapendo che conoscevo l'Italia, mi chiese come mai aveva visto laggi dei signori andare a
pascolare i maiali, e io risi comprendendo cheinvece andavano in cerca di tartufi. Ma come
io dissi a colui che questi signori ambivano a ritrovare iltartufo sotto la terra per poi mangiarselo,
quello cap che io dicessi che cercavano "der Teufel", ovvero il diavolo, e si segn devotamente
guardandomi sbalordito. Poi l'equivoco si sciolse e ne ridemmo entrambi. Tale la magia delle umane
favelle, che per umano accordo significano spesso, con suoni eguali, cose diverse.
Umberto Eco - Il nome della rosa

A quei tempi il Giappone era, in effetti, dallaltra parte del mondo. Era unisola fatta di isole, e per
duecento anni era vissuta completamente separata dal resto dellumanit, rifiutando qualsiasi contatto
con il continente e vietando laccesso a qualsiasi straniero. La costa cinese distava quasi duecento
miglia ma un decreto imperiale aveva provveduto a renderla ancora pi lontana, proibendo in tutta lisola
la costruzione di barche con pi di un albero. Secondo una logica a suo modo illuminata, la legge non
vietava peraltro di espatriare: ma condannava a morte quelli che tentavano di tornare. I mercanti cinesi,
olandesi e inglesi avevano cercato ripetutamente di rompere quellassurdo isolamento, ma avevano
ottenuto soltanto di metter su una fragile e pericolosa rete di contrabbando. Ci avevano guadagnato pochi
soldi, molti guai e alcuneleggende, buone da vendere nei porti, la sera. Dove loro avevano
fallito, ebbero successo, grazie alla forza delle armi, gli americani. Nel luglio del 1853 il commodoro
Matthew C. Perry entr nella baia di Yokohama con una moderna flotta di navi avapore, e consegn ai
giapponesi un ultimatum in cui si auspicava lapertura dellisola agli stranieri.
Alessandro Baricco Seta

Agli inizi di settembre i bachicoltori di Lavilledieu si riunirono per stabilire cosa fare. Il
governo aveva mandato a Nmes un giovane biologo incaricato di studiare la malattia
che rendeva inutilizzabili le uova prodotte in Francia. Si chiamava Louis Pasteur: lavorava con dei
microscopi capaci di vedere linvisibile: dicevano che avesse gi ottenuto risultati
straordinari. DalGiappone arrivavano notizie di unimminente guerra civile, fomentata dalle forze che si
opponevano allingresso deglistranieri nel Paese. Il consolato francese, da poco installato a Yokohama,
mandava dispacci che sconsigliavano per il momento di intraprendere rapporti commerciali con lisola,
invitando ad aspettare tempi migliori. Inclini alla prudenza e sensibili ai costi enormi che ogni spedizione
clandestina in Giappone comportava, molti dei notabili de Lavilledieu avanzarono lipotesi di sospendere
i viaggi di Herv Joncour e di affidarsi per quellanno alle partite di uova, blandamente affidabili, che
arrivavano dai grandi importatori del Medio Oriente. Baldabiou stette ad ascoltare tutti, senza dire una
parola. Quando alla fine tocc a lui parlare quel che fece fu posare il suo bastone di canna sul tavolo e
alzare lo sguardo sulluomo che sedeva di fronte a lui. E aspettare.
Alessandro Baricco - Seta

Da qualche anno Armida nonna. Nella persuasione di farle piacere una volta alla settimana i due
nipotini le vengono mandati a casa, dove restano tutto il pomeriggio. Armida ancora giovane: non ha pi
di cinquant'anni. Li porta molto bene, fuma tabacco forte, beve liquori secchi, guarda gli uomini ed
sempre contenta.
Poich anche vedova, pensa che potr - ma con calma - trovarsi un secondo marito, tuttavia questo
pensiero non lapreoccupa, sa come passare le giornate: a letto oppure facendo un solitario che
le riesce in media una volta su quattro.

Il grosso difetto di Armida - che tutti le hanno sempre rimproverato - questo: non ha immaginazione. Lei
vive senza sapere quello che vorr fare tra un mese o l'indomani, o tra un'ora. La sua vita
un susseguirsi di momenti che lei vive come seognuno fosse il primo o l'ultimo. Lei, cos elegante entra
dal tabaccaio e compra un pacchetto di sigarette, ne prende due, lascia il resto sul tavolo: non sa se
dopo avr ancora voglia di fumare. Anche da ragazza non aveva immaginazione. Consegnava il
tema d'italiano con poche righe. ''Descrivi una bella gita in campagna''. Lei scriveva.''Siamo partiti alle
otto, arrivati alle nove e tornati a casa la sera alle sette. Grazie a Dio, tutto andato bene''. Non era
possibile farle accennare al paesaggio, ai compagni di scampagnata, al cielo, ai fiori, ai contadini che
accolgono festosamente i gitanti tagliando pane e salame: proprio niente.
Ennio Flaiano: Le ombre bianche

Il festival di Sanremo
Se potessimo entrare nel soggiorno di molte famiglie italiane durante le serate dellultima settimana di
febbraio, di certo ne ricaveremmo un impressione poco lusinghiera: vedremmo infatti questi italiani
consumare una frugale cena e poi incollarsi davanti alla TV per vedere quello che ci sembrerebbe solo
un lungo programma sul cattivo gusto.
il Festival della Canzone Italiana, il celebre Festival di Sanremo, cio la trasmissione televisiva pi
seguita dellanno.
Perch il popolo di Verdi, di Rossini, di Caruso e di Pavarotti, rimane imbambolato per 4 o 5 serate
davanti ad uno spettacolo di scarso interesse e melodie scontate, il tutto farcito da tante banalit e
battute di dubbio gusto scambiate fra i tanti personaggi che si muovono sul palco?
Lo slogan recita: Perch Sanremo Sanremo!, ma questa spiegazione non ci soddisfa affatto.
Da mezzo secolo lItalia, forse unico paese in Europa e nel mondo, pu vantare un programma che le fa
da specchio in tutte quelle che sono le sue mode, il suo sfarzo, la sua arte, ma anche e soprattutto nelle
sue brutture , ipocrisie econtraddizioni .
Nato la sera del 29 gennaio del 1951 nel salone del vecchio Casin, quando la televisione ancora non
cera e il biglietto per assistervi costava 500 lire, Sanremo con il suo festival canoro rappresentava
proprio quello che gli Italiani desideravano. Erano anni difficili, la disoccupazione dilagava, le tensioni e
gli scontri sociali segnavano spesso la cronaca con eventi tragici, ma dentro il Casin si cantava della
mamma, della luna, della patria e soprattutto dei fiori, grande simbolo della cittligure .
Nei primi anni settanta il palcoscenico del Festival fu trasferito nello storico teatro Ariston, che da allora
ogni anno si riempie di fiori e di note, ma anche di provocanti scollature e tacchi vertiginosi.
Ma pensiamo un po anche alla musica, che dovrebbe essere la vera regina della manifestazione. Il
Festival stato iltrampolino di lancio per molte carriere, anche internazionali, come quelle di Zucchero,
Eros Ramazzotti o Laura Pausini.

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