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*Sesta Lezione*

16/3/99

Oggi dovremmo riprendere alcuni degli aspetti tralasciati la scorsa lezione per concludere questa
panoramica sul ciclo di vita individuale. Questi si riferiscono ai sistemi di "regolazione interna", dei
sistemi di mantenimento della coerenza interna che sono importanti per studiarci le variabili da un
punto di vista del soggetto che si autoorganizza, le variabili nel modo in cui si mantiene una
coerenza interna e quindi gli effetti che questa ha, poi, sul tipo di articolazione della trama
narrativa. Il tipo di coerenza interna determiner il tipo di risposta che l'organismo dar in una
situazione in cui viene a trovarsi in una esperienza discrepante; lorganismo sar' in grado di
riconoscerla, autoriferirsela, articolarla, svilupparla, ecc. Prima vediamo le variabili che presiedono
al tema "coerenza interna" e poi i fattori del ciclo di vita che possono destabilizzarla, con
particolare riguardo al tema dellaffettivit, che e' il principale elemento destabilizzante.
Abbiamo visto gli aspetti dello sviluppo nel corso del periodo maturativo, dello sviluppo maturativo
propriamente detto, abbiamo visto come si comincia a differenziare all'inizio di ogni ciclo di vita
individuale quella che chiamiamo la "trama narrativa", cioe' un assemblarsi di episodi o di eventi in
termini sequenziali, un assemblarsi di eventi che hanno un luogo proprio, tipico per quanto riguarda
la differenziazione emotiva; questo assemblarsi di grappoli, di sequenze di eventi tipici del
bambino che, a loro volta, si verificano con attivazioni emotive corrispondenti e servono, anzi, per
articolare quelle attivazioni emotive e iniziare a distinguerle, a differenziarle, a riferirle a situazioni
simili o distinte nel contesto. Linizio della trama narrativa andra', poi, sempre piu' articolandosi
secondo le fasi dello sviluppo che abbiamo visto precedentemente. Quanto piu emergeranno le
capacita' di pensiero concreto o quelle di pensiero pre-formale e poi formale (la stessa capacita' di
differenziazione emotiva e caratterizzata da una maggiore capacita di articolazione con la tonalita'
emotiva di base, con percezioni, sensazioni, attivita' motoria, memoria, immaginazione), tanto pi
si diventa in grado di leggere e di differenziare e distinguere i propri stati interni. Comunque,
tornando alle prime cose che dicevamo, una trama narrativa e' sempre un elemento molto concreto,
nel senso che si incentra sui temi che fanno parte di ogni organizzazione. Abbiamo gi accennato ad
alcuni di questi temi: i Fobici, per esempio, hanno i temi di protezione, pericolo, libert, vincolo.
Ognuna di queste trame ha degli ingredienti, in termini di temi narrativi, che sono caratteristici.
Dallinsieme del tipo di esperienza e dallinsieme del tipo di andamento di sviluppo, questi vanno
ad assumere un aspetto pi o meno articolato; lo vedremo in seguito piu dettagliatamente, ma lo
accenno fin da adesso.
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Forse le variabili principali sono due: quelle che chiamiamo le variabili di integrazione e di
concretezza/astrazione. Integrazione significa la capacit di poter avere una sequenzializzazione
unitaria integrata nel tempo, che sia una configurazione di eventi. La potremmo paragonare
allopposto, alla frammentazione, in cui i singoli eventi sono scollegati in una successione di scene
che non hanno nessun rapporto fra loro. Integrazione si riferisce alla capacit di avere una propria
sequenzializzazione con tutti gli aspetti di coerenza cronologica, causale, tematica, che si
mantengano stabili anche nella dimensione di distinzione esterno/interno, perch in ognuna di
queste sequenze di eventi vi sono personaggi che si muovono, personaggi altri reali ed anche s
stesso. Credo che ognuno ha un doppio scenario perch ci sono comportamenti e azioni evidenti e
ci sono altre intenzioni e stati danimo che si ricavano, quindi c sempre un interno che
accompagna lesterno.
Laltra dimensione lastrazione/concretezza. Questo concetto implica alcuni dettagli importanti:
quando parliamo, a livello di trama narrativa, di concretezza/astrazione, non ci riferiamo alla
corrispondente categoria di astrazione logica del pensiero paradigmatico; la sua espressione
paradigmatica lastrazione matematico-simbolica o lastrazione logica. In questo caso intendiamo
lastrazione narrativa, quella che si riferisce al pensiero narrativo. E riferita a una trama narrativa
che un complesso di sequenze di esperienza organizzate e strutturate fra loro avendo rapporti con
la memoria, limmaginazione, quindi che produce continuamente un riverbero, una specie di
sfondo sul quale si muovono le nostre operazioni coscienti ed esplicite. E insieme a tutto questo
sfondo, in cui vengono riverberati ricordi, anticipazioni, fantasie, ci sono quelli che si chiamano i
sogni ad occhi aperti che sono sempre presenti nello sfondo di tutti, li abbiamo costantemente
tutto il giorno anche se ce ne accorgiamo soltanto in quelle circostanze in cui siamo presi da una
attivit che ci coinvolge in maniera automatica, per cui non e necessaria gran parte della nostra
attenzione. Per questo possiamo seguire il flusso dei pensieri. Accanto a questo riverbero continuo
c anche una attivazione emozionale di fondo, anche se il pi delle volte si mantiene in termini
subliminali. Per, in questo tipo di fenomeno che chiamiamo trama narrativa, lastrazione da
intendersi diversamente, come immaginativa. La capacit, per esempio, di strutturare immagini
metaforiche a partire da esperienze banali di vita quotidiana che possono riassumere il senso di un
tema di vita portato avanti per trentanni. Questo e il tipo di astrazione di cui parliamo; quello per
cui, quando andiamo a vedere un film che ci colpisce particolarmente, che ci commuove (e l, nel
capirlo, c anche la capacita di aver costruito delle metafore che sono fotografie delle nostre
esperienze, di esperienze di altri significative), ci sono liberazioni personali, oltre al fatto che c
piaciuto. E questo il senso in cui intendiamo lastrazione narrativa. Lastrazione concettuale
cronologica si pu anche apprendere. Nellastrazione narrativa il limite proprio il fatto che non si
pu apprendere, una cosa che si pu soltanto ricavare dallesperienza vissuta.
E fondamentale che vi faccia un excursus dallinizio, visto che dobbiamo affrontare dei problemi
importanti come quello della consapevolezza. Partiamo dalla situazione di stabilit, non perch
questa non esista anche prima delladolescenza ma quanto perche uscendo dal tumulto della
riorganizzazione adolescenziale questa diventa piu chiara.
Per avere un criterio di andamento di stabilit (non perch questi aspetti che vi descrivo ora non
siano presenti prima), mi riferisco al tipo di dialettica che c fra lesperienza immediata di s e
limmagine cosciente che uno ha di s; questa inizia fin da quando c la differenziazione del senso
di s e del senso di avere un interno e un esterno, quindi il proprio interno lo vede solo lindividuo,
mentre lesterno lo vedono tutti. Inizia che io riferisco a me stesso e mi spiego le cose come le
vedono gli altri e come gli altri non possono capire, perch alcune cose le so soltanto io.
Questo andamento dialettico esiste fin da quando emerge un senso differenziato di s. In questa fase
lindividuo inizia a descriversi, in termini di coerenza, in maniera compiuta e, successivamente nel
periodo pubert/adolescenza, questo processo si completa e si puo iniziare a vederlo nel suo
sviluppo quasi ultimato, in senso di sviluppo strutturato.
Il tema principalmente questo: lesperienza immediata la caratteristica tipicamente umana
rispetto agli altri animali e non ci basta semplicemente viverla, dobbiamo in qualche modo
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riferircela e darcene un senso, un significato, non perch siamo animati da un senso di verit, ma
perch il nostro adattamento , prevalentemente, costruirci il nostro proprio significato. Questa e la
forma che ha preso la nostra intersoggettivit. Quindi, se adattiamo in termini pi specificamente
narrativi questo lavoro, dobbiamo continuamente riferirci il nostro modo di sentirci e spiegarcelo in
modo che ci sia consistente; come se ci si ponesse continuamente di fronte ad uno scambio di
personaggi che assumiamo. Noi siamo in ogni momento il S protagonista, che corrisponde al S
dellesperienza immediata, il S che sente e, poi, siamo il S narratore, il S che si narra quello
che ha sentito e perch lo ha sentito, e se lo ha sentito cos altre volte, o di pi o di meno, che
momento di vita sta attraversando. E un continuo processo dialettico di stare dentro di S e fuori di
S, di vivere la cosa dallinterno in presa diretta, e poi di viverla dallesterno, dal vedersi dal punto
di vista di fuori in cui cambiano gli accenti delle cose. Quando uno vive in presa diretta, come
protagonista, lenfasi che ha sempre sulle motivazioni, quelle che sente, perch sente, ecc.
Quando uno vive da narratore, dal di fuori, lenfasi la mette sempre sulle conseguenze perch gli
appaiono molto pi evidenti rispetto a quando si dentro, quindi non significa solo avere una
differente attitudine verso di s, essere dentro ed essere fuori, ma anche avere diversi punti di
vista su di s, che fanno vedere diversi aspetti di s che non possono essere visti allo stesso
momento. Questo lavoro un lavoro incessante; non lo facciamo in maniera ordinata nel senso di
essere 10 minuti protagonisti e 10 minuti narratori, lo facciamo quasi al tempo stesso, mentre
sentiamo, ci narriamo. Questo un lavoro inarrestabile che dura per tutto larco della vita. Stiamo,
insomma, continuamente a rifarci il trucco; costantemente. E un open-ended process, non c fine
e un continuo scorrere
Il narrarsi finalizzato al mantenimento della continuit di s, finalizzato a prevenire ogni
possibile discontinuit del senso di s. Quindi un narrare fortemente influenzato. E il continuo
integrare il senso della nostra medesimezza, laspetto della continuit della nostra identit (la
Identity), vuol dire doverla integrare con laccadere momento per momento che pu essere in
termini di ipse-identity, ma pu essere anche discrepante col senso di continuit che abbiamo. Voi
pensate alla storia di un protestante calvinista, tutto uomo di Dio, che un giorno sinfuria. Quello
un accadere che ha lipse e self-ipse ed fortemente discrepante con la continuit di vita che
porta avanti da sempre (seminari, studi teologici); eppure lui rimane lui! Non ha dubbi che sia stato
proprio lui ad arrabbiarsi! Non stato il fratello o unaltra persona. Quindi e costretto ad
elaborarselo, narrarselo, deve trovare motivazioni eccezionali, nellambiente o nel suo modo di
sentirsi, che gli ispirano quella eccezionalit, che gli consentano di spiegare quello che accaduto.
E stato lui e continuer sempre ad essere lui. Per, quello che volevo dire nellesempio inventato
del pastore, quando lui si mette a narrare dellarrabbiatura che si preso, non ha la possibilit di
dire di non essere stato lui, che potrebbe anche essere stato un altro, no parte con la certezza, al
99%, che di esser stato lui. E come risolvere post-hoc (con la teoria post-hoc) questo evento, fino
ad arrivare a negarlo.
Con questo introduciamo un argomento abbastanza spinoso sul tema della consapevolezza che,
dallottica razionalista classica, come se fosse una conoscenza oggettiva di noi, come se noi ci
vedessimo per quello che siamo, senza veli. Come se noi ci vedessimo indipendentemente da noi,
per chi siamo veramente. Naturalmente questa ipotesi fallace, stato un mito. Non abbiamo la
possibilit di vederci per quello che siamo indipendentemente da noi, da come vediamo la realt.
Solo che ogni volta che ci vediamo siamo sempre noi. Cos ogni volta che vediamo la realt ci
siamo sempre noi che la vediamo. Non sappiamo come si vedrebbe cancellandoci, se cancellassimo
noi stessi, non vedremmo pi niente! Quindi la consapevolezza non tutto questo, non un vedersi
per come si , oggettivamente e senza veli. La consapevolezza in termine tecnico e unattivit
autoreferenziale e ha, come finalit, il mantenimento dellidentit del sistema. Come tutte le attivit
di un sistema anche questa finalizzata al mantenimento e allo sviluppo di s. Quindi la
consapevolezza un modo in cui noi, in realt, nel narrarci ci mettiamo a posto le contraddizioni.
Smussiamo i tratti di noi che ci rendono inaccettabile il mantenimento della nostra continuit. Li
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attribuiamo ad altri oppure agli eventi, alle circostanze. Quello che voglio dire che, in questa
ottica, non c consapevolezza senza autoinganno. Autoinganno inteso nel senso di modalita di
manipolare lesperienza di s in corso, in modo che risulti consistente con la propria continuit. E
direi che lattivit basica di ogni capacit referenziale di secondo ordine legata al linguaggio. Non
c proprio la possibilit di concepire uno spazio in cui questo non avvenga. Per questo i
meccanismi di self-deception sono fortemente connessi ai meccanismi di consapevolezza di s. Ci
possono essere soltanto due varianti: i problemi per una consapevolezza di s che sia
essenzialmente troppo autoingannante, se eccessivamente strutturata in termini di autoinganno
oppure problemi che si possono presentare con una consapevolezza di s che sia troppo poco
autoingannante. Sono problemi entrambi abbastanza grossi. Nel primo caso abbiamo una
consapevolezza di s che eccessivamente autoingannante; significa che gran parte delle
attivazioni significative lindividuo non potr n riconoscerle n riferirsele. Vuol dire che, se si
oltrepassa una certa soglia nel livello di autoinganno, si ha quasi una specie di splitting, di
separazione, tra esperienza immediata di s e immagine cosciente di s. Si arriva ad uno splitting tra
pensare e sentire, il pensare di una persona non pi collegato con il suo sentire. Qui trovate i
massimi scompensi psicopatologici, con tutti i fatti derivanti da un meccanismo in cui le
correlazioni tra esperienze immediate di s e immagine cosciente di s sono bassissime.
Praticamente il soggetto incapace di riferirsi quello che sente, e daltra parte, ha una attivazione
centrale e che non pu, malgrado tutto, ignorare.
Intervengono anche altri problemi se invece c una capacit di autoinganno troppo bassa. Nel
senso che, anzitutto, lindividuo riconosce e si riferisce la maggior parte del suo sentire, non lo
filtra. La prima grossa operazione che noi facciamo, prima ancora di aggiustarci i dati, quella di
filtrare, che un processo essenziale . Il filtraggio si verifica esattamente come uno studioso che va
in biblioteca (perch la scienza di fatto va avanti cos), a cercare dati per una sua teoria che sta
portando avanti. E la prima cosa che fa filtrare tutti i dati possibili, prende solo quelli in accordo,
gli altri non gli interessano, lo squalificano come scuola, universit, come ricerca, prende solo
quelli in accordo. E gi una scrematura grossa che taglia tutte le possibili contraddizioni e
anomalie. Un individuo che, per esempio, ha poco autoinganno uno che filtra poco e uno che va
in biblioteca e prende tutti quanti gli articoli, pro e contro; leggersi quelli contro gli moltiplica le
contraddizioni, i problemi, i dubbi; quindi e uno che i dubbi se li va a risolvere tutti non li lascia
inascoltati, non li lascia morire. Costui, ad occhio e croce, e uno che funziona male. Volta per volta
ha una consapevolezza di dati e esperienze che non gli serve proprio a niente per di tema di vita o di
problema di vita che deve affrontare in quel momento.
Se considerate ad esempio un adolescente con un tasso di autoinganno abbastanza basso, che si
riferisce tutto, uno che a diciotto anni ha la complessit interna di un trentenne, questo a lui non
serve a molto. Il tipo di task, di problema che deve affrontare alla sua et, cio farsi un assetto di
vita, crearsi un inserimento tra i coetanei, affrontare il debutto sentimentale, tutto questo bagaglio
che ha acquisito gli nocivo. Gli fa perdere la spontaneit, gli crea delle problematiche che lo
rendono diverso da tutti gli altri adolescenti.
La persona normale quella che si autoinganna con discrezione. E quella che ha un buon
filtraggio di occasioni o di eventuali situazioni stimolo discrepanti, riesce a filtrarle fin dallinizio e
poi si va a vedere quelle che sono le contraddizioni centrali, che riguardano il suo modo centrale di
sentirsi, le altre le lascia in periferia e lascia che scorrano isolatamente. Questo il funzionamento
normale, e quello che si va a guardare le contraddizioni o attivazioni che riguardano i suoi temi
centrali, solo quelli e basta; ci gli consente di avere una buona articolazione dei suoi temi centrali
che, del resto, sono gli unici importanti per lui.
Quindi la consapevolezza, che come vedremo verr fuori altre volte, un tema importante che va
vista in unottica diversa rispetto al razionalismo classico. E cambiata molto la concezione, in
senso radicale, cambiata sulla nostra pelle, 25 anni fa cera limmagine tipica della
consapevolezza razionalistica. Era intesa come una dimensione di goal finale di vita, auspicabile
per ogni essere umano che diventasse tutta consapevolezza. Quindi era lideale della persona
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saggia, equilibrata; era espressione di una concezione univoca, il mondo visto in termini oggettivi
esterni; come se il mondo fosse unidimensionale: allestremo basso della dimensione cera
lignoranza, allestremo alto cera la conoscenza. Quindi avvicinandosi allestremo alto della
conoscenza tutta lignoranza era abolita, non cera pi ignoranza, esisteva uneterna saggezza. Oggi
di unidimensionale non c rimasto niente, il mondo multidimensionale e questo significa che ad
ogni livello di conoscenza corrisponde il suo livello di ignoranza. Pi aumenta il livello di
conoscenza, pi aumenta quello di ignoranza. Da questo punto di vista aveva ragione Socrate che
sosteneva: pi si sa, meno si sa. Lui sapeva di non sapere. Pi complessa la conoscenza cui si
arriva, pi complesso il livello di ignoranza corrispondente. Quindi non c questa possibilit di
arrivare alla saggezza ultima definitiva in cui lindividuo raggiunge lequilibrio. Ed cambiata
anche la visione della consapevolezza la quale non appare pi univoca che dove va porta il bene e
la calma. Come minimo, mi sembra, la consapevolezza ha molte sfaccettature e ha pi significati
contemporaneamente. Certamente essenziale: senza la consapevolezza non si possono risolvere,
nel senso di arrivare ad una integrazione, le contraddizioni di fondo che ostacolano il modo di
sentirsi dellindividuo. Accanto a questo effetto positivo, pero, ce ne sono altri negativi. La
consapevolezza, per esempio, in antitesi diretta con limmediatezza. E un primo elemento
importante: non appena si diventa consapevoli di una cosa che riguarda limmediatezza, ecco che
questa diventa pi difficile, non torna pi. E come un raggio laser, si bruciata una possibilit. Noi
non ci rendiamo conto di questo perch viviamo in una cultura occidentale che si basa sulla
consapevolezza per eccellenza. Siamo ipertrofici della consapevolezza, siamo giunti al punto in cui
nei bambini di 5 anni troviamo una consapevolezza che una volta cera a 30 anni. E cio e dovuto
proprio al fatto che la consapevolezza di noi toglie qualsiasi immediatezza. Studi antropologici
hanno rivelato degli aspetti che sono chiari; se li applichiamo a noi ce ne rendiamo conto. C uno
studio bellissimo di Carpenter gli anni 70 (Edmund Carpenter The tribal terror of self awareness
in P. Hockings, Ed. Principles of visual antropology, 1975). Carpenter tuttora uno dei pi grandi
antropologi degli ultimi 30 anni che ebbe la fortuna di trovare in Papua Nuova Guinea delle
popolazioni indigene di cacciatori-raccoglitori che non avevano mai avuto contatti con la civilta,
quindi ebbe unoccasione di filmare per la prima volta reazioni che prima non aveva mai visto. Per
esempio nessuno degli indigeni aveva avuto a che fare con specchi tranne quelli naturali, gli
specchi dacqua. Carpenter racconta come, il guardarsi allo specchio per la prima volta, ha inciso su
questi indigeni: stata una cosa sconvolgente. La reazione che hanno avuto stata di vergogna e
sono scappati. E , da quel momento, non sono pi stati gli stessi. Da quel giorno in poi si
comportarono diversamente, come se avessero acquisito la coscienza di chi erano, se guardati.
Iniziarono ad avere unattenzione per il corpo, per labbigliamento, che fino al giorno prima non
avevano mai avuto. Come fossero diventati improvvisamente consapevoli di come gli altri li
avrebbero visti. Prima lo potevano solo supporre. E Carpenter concludeva: noi non ci rendiamo
conto di questo: dopo la prima volta, nella vita, che ci siamo visti, non saremo pi gli stessi.
Questo un primo aspetto inquietante, perch porta emozioni conturbanti. Ma un altro aspetto pi
inquietante anche che lincremento stesso di consapevolezza associato allemergere di emozioni
anchesse conturbanti. Tipo noia, senso dellassurdo, senso dellinconsistenza della vita. Soprattutto
laspetto pi inquietante quello che ci riguarda di persona, lantinomia tra immediatezza e
consapevolezza. Laddove tende ad essere privilegiata la consapevolezza non c pi quasi nessun
rapporto di spontaneit, c un rapporto verso la realt come un passo staccato, da osservatore; la
realt, pi che viverla, viene sempre spiegata. Questa purtroppo la malattia professionale dei
terapeuti; il maggior problema che abbiamo oggi. I terapisti sono una categoria professionale a
rischio rispetto ad altre categorie come avvocati, ingegneri, etc. Il loro problema laumento
indiscriminato di consapevolezza la quale e anche particolare perch soprattutto vicaria, non
acquisita attraverso una esperienza di vita diretta, ma attraverso la ricostruzione delle vite di altri.
Quindi una consapevolezza, se volete, ancora pi dotata di una carica di ambiguit. Perch non si
basa su esperienze di vita vissute. Pensate ad un tipico terapista sessuale: in America ne ho
conosciuti tanti che hanno 50 pazienti alla settimana, 50 terapie sessuali. E questi arrivano ad una
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consapevolezza delle vicende di vita sessuali e affettive slegate dalla propria vita. La loro vita,
magari, la pi monotona possibile: dopo aver visto 50 pazienti vanno a casa e non fanno
nientaltro. Capite che una consapevolezza strana, ancora pi ambigua negli effetti, quella che
sarebbe la consapevolezza sessuale molto alta, ma non controbilanciata da esperienze vissute
corrispondenti.
Anche il leggere fa vivere la posizione di osservatore staccato dal mondo e ricostruisce il mondo
allinterno dellindividuo. Mentre si legge aumenta il senso allinterno della persona. Questo
impensabile come esperienza umana. ONeill parlando dei terapisti dice che la consapevolezza
riconduce a questo: riporta al fatto che essi stessi, nella vita privata, sono disastrati per fallimenti,
divorzi, ecc., ma hanno sempre un atteggiamento di spiegazione. Diventano persone poco
spontanee perch latteggiamento di consapevolezza che hanno delle vicende della vita li porta ad
essere un staccati di un passo, ad essere sempre quelli che spiegano. Un esempio lo da uno studio
fatto sui figli dei terapisti (oggi si studiano anche loro), che e di 10 anni fa. Unintervista fatta a
figli di terapisti e a figli di altri professionisti dove c un bambino, in particolare, di 7 anni figlio di
2 terapisti a cui viene chiesto: Tu, rispetto agli altri bambini, pensi di essere matto come loro o sei
meno matto? E lui risponde: Io penso di essere matto come tutti gli altri bambini, per, a
differenza loro, ne sono orgoglioso. Questo e proprio limmagine di casa che vi viene rimandata:
lui ha 5 anni, a casa si comporta come tutti i bambini di quelleta, fa una cosa che non deve fare ma
un padre avvocato gli direbbe piantala, niente televisione, in castigo, un terapista, invece: vieni
qua, che successo a scuola?, con chi hai parlato?, tua sorella ti ha fatto qualche dispetto?
Questo bambino era orgoglioso del fatto che era matto come gli altri, solo che gli altri si
vergognavano di essere matti. Quando creava un problema aspettava il padre che, dopo cena,
avrebbe parlato con lui per 2 ore e, a volte, interveniva pure la madre.
Il problema fondamentale dei terapeuti e il burn-out per cui vanno incontro ad una progressiva
spersonalizzazione. Diventano cos abili nel cogliere qualsiasi punto di vista, capovolgere tutti i
punti di vista possibili e immaginabili che, alla fine, arrivano a non sapere pi qual il loro. Sono
come dei giocolieri Tutti i possibili punti di vista, di ogni singolo problema che emerge, sono
convertibili in altri e, alla fine, il loro non ce lhanno pi. Purtroppo diventano personaggi
pericolosi non solo nella vita privata, ma anche nella vita professionale. Attualmente non sappiamo
quali sono i processi che portano unindividuo a spersonalizzarsi, non sappiamo quando uno
spersonalizzato, che cosa gli si pu fare per ripersonalizzarlo. E il problema che abbiamo oggi.
Unultima cosa da sottolineare, prima di chiudere questa parentesi sulla consapevolezza, riguarda le
precauzioni che sono necessarie nel fare la psicoterapia. Un terapeuta bravo uno che riesce a
produrre il massimo cambiamento possibile in un paziente con lincremento minimo di
consapevolezza. Mentre purtroppo, ahim, il pi delle volte si fa il contrario, si induce il massimo
possibile di consapevolezza per avere dei minimi cambiamenti.
Il fatto per cui la consapevolezza indistinguibile dai meccanismi di autoinganno (e necessario
doversi regolare e mantenere una immagine di s adeguata e continua nel tempo e quindi non ci pu
essere nessuna autoconsapevolezza e autoinganno), pone il tema della possibilit di autoinganno
come centrale e caratterizza tutta la nostra disciplina. E proprio per lesistenza dellautoinganno fra
esperienza immediata e immagine cosciente che esistono le possibilit di psicopatologia ed e
proprio per questo che esistono anche le possibilit di psicoterapia. Sia la psicopatologia che la
psicoterapia non ci sarebbero senza questa capacita inerente alla dialettica del Self.
Vale la pena di riprendere gli argomenti di fondo riguardo alla sequenzalizzazione.
E in questa dinamica del S protagonista e del S narratore, questo doversi continuamente riferire,
riconoscere, organizzare lesperienza immediata, che vediamo quali sono gli ingredienti che
caratterizzano la vita emotiva, perch l che ci sono difficolt che si possono incontrare. Quelle
sono le cose che la psicoterapia ha davanti. Dobbiamo iniziare a spiegarci anche i pazienti e la
dinamica di come fatta la vita emotiva, gli stati danimo, altrimenti non sappiamo come osservare.
I motivi di rilievo sono divisi in 3 categorie:
1) Un primo punto il succedersi delle tonalita emotive. E quello che chiamiamo nelle teorie
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della personalit, gli emotional traits. Comunicano delle idee, attitudini emotive stabili che
hanno una continuit nel senso di S. Tutti ci riconosciamo come tratti addirittura peculiari il
fatto che ci agitiamo in certe circostanze o che, in alcuni casi, abbiamo un senso di nostalgia o
di un tipo di familiarit; sono tratti ricorrenti che fanno parte della qualit specifica della trama
narrativa che abbiamo messo insieme fin dallinizio. Questa corrisponde ad una oscillazione
emotiva continua del S, come accadere nellintera giornata, dove c una oscillazione continua.
Alcune di queste oscillazioni possono venire in superficie, occasionalmente questi picchi
possono essere avvertiti. Le componenti di uno stato danimo, generalmente, non sono difficili
da riconoscere, perch ogni tonalit emotiva che si riferisce al soggetto, come familiare, ha due
punti che gli consentono il riconoscimento immediato: il primo una tonalit emotiva che si
accompagna alla disposizione corporea, che lindividuo, comunque, avverte dallinterno anche
se non agisce. Ad esempio lirrequietezza che d la paura, la voglia di andare via o la voglia di
capovolgere la situazione, il senso di ritiro o il senso di non esporsi che d la vergogna o
limbarazzo. Ognuna ha una disposizione corporea e ha di per s un contenuto che, in genere, si
specifica a livello immaginativo con scenari immaginativi che si succedono, a volte lentamente,
a volte vorticosamente, a volte in modo frammentario, ma delle quali possibile sempre
evincere un contenuto. Quando una persona ha paura, ha una disposizione corporea che gli
familiarissima: tesa, irrequieta, ecc. Successivamente, il secondo punto e la comparsa di
scenari di pericolo anche se il pericolo non chiaro, la persona ha degli scenari di qualcosa di
imminente che sta per accadere o che sta accadendo. Quindi, a questo livello, non dovrebbe
produrre grossi problemi di riconoscimento. C sempre da tenere presente, e va sottolineato
sempre con i pazienti, questa corrispondenza che c tra emozioni e immagini. Praticamente non
c emozione senza immagine e non c immagine senza emozione. E direi che
limmaginazione sempre quella che forma il contenuto delle emozioni. Bisogna stare attenti a
tenerle ben distinte perch, a volte, i pazienti non sono abituati a questo. A volte, anche quando
ci esercitiamo fra noi, spesso il terapista che si confonde e non fa caso a questa differenza in
un paziente che ha paura, e stiamo ricostruendo una scena in cui lui aveva paura, e gli si chiede:
in quel momento a cosa pensavi? Niente, non pensavo a niente. Spesso c questo rimanere
in sospeso ma quelli che passano sono scenari immaginativi che comunque vanno fatti mettere a
fuoco con pazienza, spesso sono scenari immaginativi sfocati, frammisti gli uni con gli altri,
alcuni si riferiscono ad episodi passati, altri ad immagini future improbabili. Fare attenzione
allo scenario immaginativo e fondamentale.

DISEGNO N .1

Emotional Traits

Arco di una giornata

2)

Il secondo livello, pi difficile, quello dellumore. Lumore e caratterizzato da una


oscillazione molto graduale e molto lunga, di 3 mesi. Questarco oscillatorio occupa 3 mesi in
cui raggiunge una posizione ottimale e poi riscende. E una oscillazione graduale nel tempo,
abbastanza diluita e non si accompagna a posizioni corporee cos evidenti nei tratti emotivi.
Ci nonostante, anche lumore riconoscibile se una persona si sforza di mettere a fuoco il
contenuto, poich anche lumore ha un contenuto. Negli stati di coscienza (quindi anche le
emozioni quando arrivano alla coscienza), la coscienza sempre rivolta a qualcosa come sua
propriet di connessione con lattenzione selettiva. Quindi ha sempre un contenuto sia per la
felicit, sia per linfelicit, sia per lottimismo che per il pessimismo. Contenuto che si
riferisce a vicende di lavoro, a vicende affettive, a cambiamenti del senso di S, a incontri
fatti con persone che non si vedono da 25 anni e che hanno innescato memorie, ma il
contenuto sempre rintracciabile. E, anzi, cominciando a rintracciare il contenuto possibile
individuare quando iniziata loscillazione. Questo aspetto possibile ricostruirlo.

disegno n. 2

UMORE

Arco di TRE mesi

3) Il vero problema di non riconoscimento riguarda quelli che chiamiamo gli emotional
episodes, gli episodi emotivi, conosciuti anche col termine STIRRING: una emozione
fortissima e improvvisa che produce il noto groppo alla gola. E un picco acutissimo che pu
durare frazioni di secondo per cui lindividuo si pu trovare per un attimo senza fiato, subissato
di stati danimo traboccanti, scenari di immagine. Termina con il riverbero che residua per un
periodo variabile di tempo; sono quindi molto difficili da ricostruire e sono spesso loccasione
di un vero e proprio scompenso, il grilletto che fa scattare un quadro clinico. Nella loro
espressione di vita, gli stirring sono effetto dellattivazione emotiva di una ricombinazione,
metaforica, che accaduta nella trama immaginativa.

DISEGNO N. 3

STIRRING

TRAMA NARRATIVA

Questa corrisponde a grappoli di sequenze nucleari di episodi e ce ne sono diversi tipi. Questi sono
collegati alla sottostante attivazione emotiva sia di Emotional Traits che di Umore. La trama
narrativa, sempre sullo sfondo. Quello che accade la ricombinazione; si ricombinano delle
particolarit percettive, ad esempio, vedendo una persona per strada. Si ricombinano tutta una serie
di immagini diverse. Unimmagine che rimette a fuoco aspetti di vita che la persona non aveva mai
visto prima e accompagna lemergere corrispondente di una emozione dovuta al picco. Nel
momento in cui si mette a fuoco un aspetto di vita particolare emerge in coscienza questa
immagine; lattivazione corrispondente questa. Ci sono molti esempi e nei pazienti si vede
nettamente. Sul momento, per la maggior parte delle persone, non riconoscibile, non come per i
tratti emotivi. Anche nella persona pi astratta e articolata, quando emerge una emozione
strappagola alle quattro del pomeriggio, ci deve pensare almeno fino alle 8 di sera per riuscire ad
ordinare quello che gli accaduto, che significa, vedere il contesto, vedere come fatta questa
ricombinazione, come partita. Io ebbi il famoso paziente dellascensore che era un esempio
tipico di stirring che innescava quel senso di discontinuit di cui abbiamo parlato nel quadro
clinico. Lesempio spiega proprio come funzionano gli stirring. Lui era un fobico che aveva una
situazione matrimoniale in crisi stagnante, una situazione con la moglie quasi di non rapporto,
senza che se lo fossero mai detto. Non si vedevano mai: lui faceva lingegnere in un grosso centro
di progettazione di studi areonautici, usciva la mattina alle 8 e tornava la sera alle 9. Quando
tornava a casa era tutto spento, la moglie stava a letto col figlio, per cui lui dormiva in unaltra
stanza. Quindi aveva queste serate dove viveva in penombra, mangiava la cena fredda che la moglie
gli aveva lasciato. Apparentemente tutto procedeva in questo modo, senza che lui sentisse
particolari insoddisfazioni se non per il lavoro che lo prendeva troppo. Levento accadde un mese
prima del primo attacco di panico. Si era attardato in laboratorio, stava al quinto piano con dei
colleghi, e si blocca lascensore per 30-40 secondi tanto che non cera stato neanche il tempo di
preoccuparsi, giusto il tempo di fare 2 o 3 battute fra di loro. Lui per noter che, da buon Fobico,
le porte di questo ascensore erano ermeticamente chiuse . comunque finisce l. La crisi
si verifica un mese dopo esatto, quando lui sta a casa sua in penombra a mangiare la cena fredda.
Improvvisamente gli viene in mente limmagine di ricombinazione della trama narrativa. Lui si
vede le porte dellascensore e si chiede: Che differenza c fra casa mia e lascensore? Nessuna.
Da tutti e 2 i posti non si esce fuori! E gli viene una grossa attivazione emotiva, un attacco di
panico e pensa che sta diventando pazzo. Questo evento ordinario di vita (quello dellascensore)
rimasto a riverberare per un mese dopodiche lui ha creato la tipica astrazione narrativa che casa
sua era come un ascensore, non si poteva uscire fuori. Lui stava in quella situazione di stallo
matrimoniale da 5-6 anni, ed era come se lascensore gliela avesse coagulata, gli avesse dato
limmagine. Queste sono le ricombinazioni della trama narrativa che spesso emergono una volta
esperite, quasi allimprovviso, in coscienza o per piccoli dettagli impercettibili, per cui lattivazione
va in maniera corrispondente. Per questo molto pi difficile riconoscerle.
Nei Fobici, fin dai primi attacchi di panico (e quello dato un esempio tipico), trovate una
situazione simile, un episodio emotivo, uno stirring particolarmente intenso che una persona vive e
non sa come riferirselo, proprio come modificazione corporea. Se la vivono o come un crollo
mentale o come un crollo fisico. Dipende dal tipo di situazione corporea che lindividuo ha. Se ha
un attacco di panico in cui privilegia laspetto neurovegetativo costrittivo, tipo tachicardia, l parte
la sensazione/convinzione che ha linfarto, lictus. Se invece lattacco di panico avviene senza
queste grosse sollecitazioni toraciche, si avra maggiormente la sensazione di sentirsi sguarnito
(come questo paziente che stava seduto a mangiare), quindi sara rivolto pi sul controllo delle
capacit mentali, come limpazzire. Le forme di perdita di controllo classico sono: la perdita del
controllo somatico (infarto/ictus) o la perdita del controllo mentale (timore di essere diventato
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pazzo).

DISEGNO N. 4

Trama Narrativa

Stirring

Stirring
Emotional Traits

Se non fossero situazioni che possono arrivarci impreviste sarebbe pi facile per tutti mantenere la
continuit.
GUIDANO risponde ad una domanda. Un Depresso, invece, ha i suoi temi. E il modo con cui
emergono le ricombinazioni che avvengono nella trama narrativa. Quella incessante, sempre in
lavorazione.
DOM: Quindi il modo con cui emergono non il modo con cui uno se le spiega
GUIDANO: In genere lo spiegare arriva subito dopo, lo stirring improvviso per questo ti d la
discontinuit, perch nellaccadere del momento il S protagonista prende il sopravvento sul S
narratore, si rimane a bocca aperta, non si capisce cosa accaduto.
DOM: quindi il fobico,il suo stato emotivoperch io ingegnere mi sto dando questa
spiegazione sembra quasi che dipenda da come me lo sto spiegando
GUIDANO: S, ma sai, i temi di significato sono temi validi per ciascuno di noi, ognuno, poi, se li
va a costruire. Per ognuno il fatto discrepante dellepisodio emotivo e dello stirring corrispondente
se lo deve spiegare con la sua continuit, non si puo prescindere da quella. Per un individuo, come
questo paziente, in cui il matrimonio e caratterizzato dal fatto che la moglie dava soprattutto
garanzie protettive, lunica spiegazione possibile sono queste due polarit qui: lincolumit fisica e
la protezione. Non c altra spiegazione possibile: o si controllano o se non si controllano deve
esserci qualche causa di vulnerabilit nella persona, vulnerabilit nel senso di malattia somatica o di
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malattia mentale, per i Fobici non ce differenza.


Ma quello accade in tutti con uno stirring di questo tipo, si ha un momento di crisi di identit. Se a
quel signore lo stirring gli produce una ricombinazione per cui la moglie invece di essere un angelo,
come lui lha sempre vista, una strega: molto facile il passaggio dal principe al ranocchio. In
quellattimo vive il passaggio: e se fosse una strega? Come conseguenza non sa piu chi , non sa se
mercoled, gioved. Pu anche indurre un attacco bulimico. Gli unici problemi della vita emotiva
sono gli episodi emotivi, i tratti emotivi si conoscono, lindividuo se li porta dietro da una vita,
riconoscendo quel tratto di paura che oggi ha, per esempio, nel parlare con il capoufficio. Si ha sin
da bambini quando si parlava con la maestra dasilo, con il bidello, insomma un tratto che non
crea problemi perch esiste una certa familiarit nel riconoscerlo e nel riferirselo, non trova mai
impreparati. Con gli stirring, invece, si deve proprio ricominciare daccapo a vedere cosa successo,
anche se la persona, normalmente ha una attenzione a s, non si prende per scontata. Lo stirring non
immediato come pu esserlo un tratto emotivo. Del resto tutte le cose della vita umana sono
croce e delizia. Gli stirring sono alla base della psicopatologia e della creativit.

Verita Storica e Verita Narrativa

Avevamo gi menzionato che, questo aspetto della dialettica tra il S Protagonista e il S Narratore,
va avanti per tutto il corso della vita. Non c mai un momento di stasi o di relativa stasi. Ho gi
detto che, questo tipo di dialettica, non libera nel suo fluire, influenzata dal fatto che il suo
scopo primario quello di mantenere la propria consistenza e la propria continuit nel tempo.
Quindi importante differenziare i concetti di Verit Storica e Verit Narrativa, perch a volte non
sono chiari.
In tutte le terapie razionaliste, in cui si ricostruisce il comportamento di un individuo rispetto a una
presunta realt esterna univoca per tutti, si vede sempre se i resoconti che il paziente d sono
oggettivamente corrispondenti a quello che successo, che ricorda un po lassessment indiziario,
poliziesco, storico. Storico per quanto possibile ricostruire la verit storica: se i documenti, gli
indizi, le testimonianze corrispondono a come sono andati oggettivamente i fatti. E su questo
bisognerebbe stare attenti perch a noi non interessa una verit storica, ammesso che si possa
trovare, ammesso che ci sia un modo in cui le cose possano essere andate oggettivamente, questo ci
permette di vedere se i resoconti del paziente sono inquinati. Quello che interessa, invece, e quello
che ci riferiamo in termini narrativi, ci interessa maggiormente la verit narrativa, questa non ha
rapporti con la verit storica, perch si riferisce ad altri problemi. Il paziente da questo punto di
vista (questa una analogia che stata troppo facilmente sfruttata) rispetto al suo narrarsi, ha pi o
meno lo stesso problema che ha un autore rispetto alla storia che scrive. Ha un problema che,
magari, arrivato a mezza storia e questa gli si blocca, gli si impalla, non riesce ad andare avanti, a
mantenere un ritmo: deve inventarsi qualche artifizio perch la storia ricominci a scorrere;
inventarsi che un personaggio scompare, che un altro cambia lavoro, che un altro cambia
continente, uno muore, altrimenti la storia non si svolge. Questo il concetto di verit narrativa,
cio trovare delle procedure che consentano alla storia di continuare a svolgere il suo corso quando,
anche circostanze ambientali, lhanno rallentata o inceppata. Questo ad uno storico non interessa,
come non interessa ad un poliziotto. Se la storia si impallata l andiamo a vedere le ragioni
oggettive per cui si impallata. Ma dal punto di vista del soggetto che la vive, e in questo il
soggetto narratore non distinto da un romanziere, il suo interesse non storico, ma e preoccupato
che la sua storia riprenda, ricominci a svolgersi nel suo insieme. La Verita Narrativa ha anche
molte altre applicazioni che permettono, ad esempio, di rispettare maggiormente il paziente e anche
di non incrementare la consapevolezza a livelli massimali dei quali, il paziente stesso, non sa che
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farsene. Lesempio pi tipico quello in cui vi arriva un paziente che ha una situazione di grosso
malessere, anche con sintomi, ma e dovuta dal fatto che sta in un processo di elaborazione di una
separazione affettiva. E quello che si chiama processo di una fase di lutto (vedi anche la 5a
lezione). Il lutto ha varie fasi. Dopo una prima fase, che la fase delle emozioni in libert,
incontrollabili, c la seconda fase che la fase in cui lindividuo deve rielaborarsi, da un altro
punto di vista, la storia che ha avuto con la persona che e venuta a mancare, o perch quella
persona morta o perch la persona se ne andata per la sua strada, quindi deve rielaborarsi
completamente la sua storia con una lettura che sia consistente con il suo sentirsi oggi, che
diverso dal modo in cui si sentiva nella storia. In genere e buona norma, se vogliamo seguire il
concetto della verit narrativa, che il terapista non persegua un livello di elaborazione che si
prefisso perch, secondo lui, quello il pi corrispondente a come sono andate effettivamente le
cose e a cui occorre arrivare per forza, ma che, invece, sia pronto ad abbandonare il tema non
appena vede che il livello di elaborazione che il paziente ha raggiunto comunque, per lui, funziona.
Anche se dal punto di vista del terapista il livello di elaborazione che il paziente ha raggiunto e
piuttosto superficiale, poco articolato, poiche si poteva raggiungere un livello di elaborazione pi
complesso e il paziente avrebbe potuto spiegarsi pi cose di quanto non si spieghi adesso, non
importa perche il criterio il paziente; se il paziente ricomincia a funzionare, riprende a svolgere la
sua storia, lui ha raggiunto la sola verit narrativa, quella che gli serviva affinch i personaggi
cominciassero a riprendere un senso. Non la verit narrativa dello psicoterapeuta ad essere utile al
paziente; sarebbe utile al terapista se lui fosse nelle condizioni del paziente.
La verit narrativa, il trucco narrativo, qualsiasi sia il tema, che possiamo trovarci
nellelaborazione di una discrepanza che ci consente comunque di risvolgere la storia di nuovo,
sempre caratterizzata da questo sforzo di ritrovare una corrispondenza, una consistenza, fra il S
Protagonista e il S Narratore. Quando noi siamo arrivati ad un tipo di elaborazione in cui siamo
consistenti nel modo con cui ci sentiamo e nel modo con cui ci pensiamo, non importa che
lelaborazione in s giusta; va trovata quella consistenza tra narratore e protagonista e la storia
riprende. Questo, a volte, pu essere frustrante per un terapista che vuol fare il lavoro seriamente,
arrivare ad elaborazioni in terza dimensione, supercomplesse; spesso bisogna riconoscerlo:
soltanto una esigenza propria che non ha nessuna contropartita, nessuna rilevanza per il paziente e
non semplice.
La verit narrativa si sposa, anchessa, con il tema che menzionavo prima, dellautoinganno.
Lautoinganno, per quanto volete, sempre un tentativo di trovare una coerenza, una consistenza
tra S narratore e S protagonista. Anche se questa consistenza e corrispondenza fra Narratore e
Protagonista, per un osservatore esterno e rispetto a colui che lo fa, pu sembrare completamente
inventata. Ed e su questo punto che si introduce la coerenza interna.

COERENZA INTERNA

Come dicevo prima, la coerenza interna che intendo allinterno di questo discorso, non ha niente a
che fare con la consistenza logica. Non un tipo di coerenza interna logica, quindi, come si
parlerebbe allinterno di una teoria scientifica. Mentre, invece, questo cio che trovate ancora in
letteratura. In tutti gli approcci razionalisti il Self-Concept una teoria come lo potrebbe essere una
teoria scientifica molto articolata , con un tipo di coerenza diversa: la coerenza di una teoria
scientifica una coerenza logico-deduttiva mentre, questo tipo di coerenza, e induttiva. E un altro
tipo di coerenza: la coerenza narrativa. E una coerenza in cui, nella ricerca di una consistenza fra
S Protagonista e S Narratore, si perseguono principalmente due obiettivi: il primo caratterizzato
dal mantenere il proprio senso di continuit congiunto ad un livello di autostima accettabile, che
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non scenda sotto un certo livello; il secondo obiettivo quello di controllare, gestire momento per
momento lattivazione emotiva, che tenda a stabilizzare lattivazione emotiva, mantenerla sempre
entro una soglia che, per intensit e per qualit, non sia destabilizzante. Quindi e importante che
siano sempre attivazioni emotive riconoscibili, come tratti familiari. E quelle non riconoscibili, non
familiari, e altrettanto importante che non siano eccessivamente intense e perturbanti. Quindi ci
pu essere una regolazione dellattivazione emotiva sia per intensit (in cui loscillazione non vada
oltre certi parametri di soglia) sia per qualit.
Il primo punto della continuit importante proprio in quanto si deve rimanere sempre allinterno
di una autostima accettabile. Questo rapporto tra esperienza immediata e immagine cosciente di S
produce una complicazione in pi perch voi vedete che lesperienza immediata primaria anche a
livello di spiegazione o di immagine cosciente. Limmagine cosciente lavora sempre sui dati
dellesperienza immediata, quindi lavora sempre un attimo dopo che uno ha gi sentito ed e per
questo che primaria in senso cronologico ed primaria anche nel senso che un fluire, come
dicevamo allinizio, che non dipende dalla nostra intenzionalit. Fluisce indipendentemente dal
fatto che noi lo vogliamo o meno. Invece la funzione primaria, nel ruolo regolativo, ce lha
limmagine cosciente di s perch non pu permettersi un tipo di riorganizzazione da cui ne risulti
un senso di s inaccettabile a livello di autostima; per cui dovr sempre riorganizzarsi tenendo
conto che lautostima non pu scendere sotto una certa soglia. E questo sempre secondo la
caratteristica per cui siamo dei primati parlanti che vivono in un mondo intersoggettivo. Per noi
lautostima quanto noi ci sentiamo idonei ad essere riconosciuti e leggittimati dagli altri come
persone. Se il nostro livello di autostima scende sotto una certa soglia, noi non ci sentiamo pi
facenti parte del consorzio umano, come se non avessimo pi un posto di appartenenza e di
riconoscimento, una esperienza che noi non possiamo assolutamente provare. Per cui sempre,
anche le grosse riorganizzazioni del senso di s, vanno ricondotte con questo bias, per cui occorre
mantenere un minimo di senso di idoneit affinch gli altri ci riconoscano e ci leggittimino come
persone.
Percio la consistenza fra S Narratore e S Protagonista e estremamente importante perche vi
permette di capire molte cose che sono dati di esperienza comune. Per esempio, se una immagine di
s ingannevole in termini di Self-Deception , fatta con buona coerenza, una persona pu averci
anche la possibilit di non riconoscere mai per tutta la vita che ingannevole, che non corrisponde
al suo sentirsi; se fatta con una buona coerenza e fatta in modo tale da poter prevenire di essere
consapevoli del suo non essere aderente completamente a Sicuramente, per esperienza lavorativa
o di vita vissuta, avrete incontrato individui che hanno passato tutta la loro vita avendo un
atteggiamento ingannevole agli occhi degli altri perche si proponevano come persone caritatevoli o
buone e questo senso corrispondeva effettivamente a quello che queste persone sentivano mentre,
invece, erano persone cattive, pettegole; per loro non se ne sono mai accorte. Gli altri se ne
accorgevano ma loro no; il tipo di coerenza con cui articolavano questa immagine cosciente,
ingannevole di s che non corrispondeva ai sentimenti che quotidianamente esibivano, hanno
potuto vivere anche 70 anni senza mai averne la percezione. Questo lo dico come livello particolare
di coerenza e articolazione con cui uno si costruisce sempre questa corrispondenza fra S
Protagonista e S Narratore. E chiaro che ci sono modalit di base distinte nel mantenere questa
continuit. Due di queste riguardano questa differenza che vedevamo precedentemente tra la
dimensione internalit/esternalit degli Inward e Outward. Negli Inward lattivazione interna e
primaria perch pi soggetta a tonalit emotive di base che non richiedono lintervento della
coscienza; in questultimi e quasi pi pregnante, se possiamo usare questi termini ma non sono
molto esatti, il S come Protagonista. Il S come Protagonista determina o plasma il S Narratore.
Mentre, invece, negli Outward il S Narratore, soprattutto il suo dover corrispondere al tipo di
contesto esterno che c, che invece produce e plasma il Se Protagonista e anche lesperienza del
vivere. Per esempio, negli Outward notate dei cambi del senso di s repentini, fulminei, che negli
Inward non potrebbero mai verificarsi. Quando parlo di cambiamenti non intendo quelli
momentanei ma quelli pi grossi che si vedono longitudinali; lesempio pi tipico accadde ad un
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nostro collega che rimase sconvolto. Lui aveva una coppia di genitori che erano stati sposati per 40
anni; 40 anni di matrimonio sempre vicini con il padre che pendeva sempre dalla bocca della
moglie, senza della quale era completamente insufficiente. La moglie muore in un paio di mesi di
una malattia fulminante. Loro, mi ricordo, tutti quanti (poi, insomma, il padre aveva 72 anni, la
madre ne aveva 70 quando morta) mentre la madre era in agonia, erano preoccupati per il padre:
E ora questo che fa? Come minimo non esce dalla prima fase di lutto! La moglie muore a
Novembre, 4 mesi dopo, a Marzo, dal punto di riferimento che dopo 40 anni non aveva pi, senza
la quale lui stesso non si era mai neanche riuscito a pensarsi, lo ritrovano che era gi felicemente
sposato a Bologna con una donna di 35 anni di meno con cui ancora sta. Queste situazioni, negli
Inward, sono difficili da vedere. Negli Outward si vede chiaramente che il Se Narratore che d
pi forma al Se Protagonista. Il Se Narratore ha il senso della sua continuit nel corrispondere, nel
sentir di poter corrispondere a canoni esterni. Cosicche questuomo di 72 anni, anche dopo 40
anni, ha potuto trovare una figura di corrispondenza. Il suo sentire da Protagonista si adattato sul
suo nuovo Narratore. Il collega lo diceva sconvolto: E poi, in tutto questo, quello che mi
sconvolge che non ho mai conosciuto mio padre, avessi almeno visto un uomo che lo faceva per
non pesare su di noi, per una situazione di compromesso dopo aver pensato a lungo, per non far
preoccupare i figli no! E proprio innamorato! Sembrava un bambino di 5 anni! Questa la
cosa sconvolgente!.
Negli Inward accade lopposto: c un senso di s, quello immediato, che proprio
imprenscindibile. Io mi ricordo un Fobico, tipico e chiarissimo come esempio dei concetti che sto
descrivendo, che ho visto una volta in cui venne a consultarmi per poi lasciarmi il figlio, e venne
fuori la sua storia personale. Era uno appartenente ad una famiglia di dentisti: nonno dentista, padre
dentista, tutti i fratelli dentisti, lavoravano in studi dentistici a Roma, Bologna, insomma un piccolo
impero odontoiatrico. Lui tranquillamente si fa tutte quanta la trafila: si fa 6 anni di Medicina,
Odontoiatria, si specializza e inizia a lavorare nello studio paterno. Il bello come lo raccontava.
Senza neanche un piano: lui partito da come si sentiva. Il fatto di lavorare come dentista, che ha
fatto per un mese in cui si reso conto che doveva stare tutto il giorno in piedi innanzi alla
poltrona, fermo a lavorare gli fece pernsare: Tutta questa immobilitNo, non se ne parla
proprio. E conseguentemente ha fatto una rottura con casa, si messo, 20 anni fa, a vendere
stracci, abbigliamento, fra Italia e Spagna, per viaggiare. Poi in 20 anni ha messo su una ditta
Import/Export con vari miliardi annui di fatturato. La cosa bella che per lui stato quel mese di
immobilit a fargli decidere di cambiare attivita senza dubbi, era impossibile pensare il contrario.
Come potete notare in questo caso, negli Inward, e proprio lopposto. Una persona ha investito 10
anni di studi, il padre, con cui successivamente ha rotto, non gli ha pi parlato a tal punto che,
ancora oggi, quando passa per Roma la famiglia non lo vuole vedere. Lui, quando stato immobile,
per un mese, nello studio dentistico si visto la vita in un tunnel: no! La sua vita viaggiare. Infatti
lho visto adesso che, dopo 20 anni di questo lavoro Import/Export in tutta Europa adesso la sua
ditta si e estesa anche in Sud America e in Asia. Quindi faceva praticamente 2 o 3 giri del mondo
ogni anno. Il problema e stato tutto sullimmobilita: il primo mese da dentista, stare intorno alla
poltrona dalle 9 di mattina alle 8 di sera. Ma il bello di questa storia e stato il tipo di
riflessione, non una esitazione, non un timore in termini economici: ..butto tutto a mare dopo 10
anni di studio, rompo i rapporti con gli altri, si sfidanza perch anche la fidanzata faceva parte del
giro: limmobilit, per lui il fatto dellimmobilit e stato determinante e cruciale nellindurre un
cambiamento a 360 gradi. Qui proprio limmobilit che d luogo al personaggio, crea il Narratore,
il Narratore che non diventa pi dentista ma inventa lImport/Export che gli consente di girare il
mondo. Invece nellaltro caso il Narratore, quando trova un contesto di corrispondenza, non si fa
neanche il lutto. Questo come viene plasmato il S Protagonista, lesperienza immediata. Notate,
fra laltro, che uno di 72 anni che perde la compagna di vita di 40 anni, dopo un rapporto cos in
genere non ne esce vivo. Se anche c un lutto gestibile gli si accorcia comunque la vita. No, lui
neanche il lutto si fatto. Anche gli Inward possono farlo, ma non in 3 mesi, in 2 anni.
3 mesi dopo, il padre del mio collega, era sposato! Lui di Bologna, finiti i funerali and a Bologna
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a trovare i suoi parenti. 15 giorni dopo incontra una nuova donna, dopo 3 mesi era gi sposato, la
prima volta che usciva.
DOM: Ma non che lui ha negato
GUIDANO: Per 40 anni?
DOM: S, ma una cosa massiccia come la perdita di una compagna, potrebbe essere untentativo,
come mettere un tappo
GUIDANO: S, ma difficile farlo! Metti anche che sia un meccanismo del genere, per capisci
che hai una plasticit in cui plasmare linterno che altri non hanno; altri questa capacit di
negazione se la sognano. Tutti quanti, se potessero, lo farebbero. Prima di tutto una delle cose pi
sconvolgenti che ci siano. Ognuno di noi, se avesse un bottone che spingendolo gli fa passare
questo tipo di dolore potendo avere unaltra storia, lo farebbe subito. E gi il farlo presuppone delle
capacit di gestione dell'interno, poter manipolare linterno, poter cambiare quello che sperimenti,
che non sono assolutamente comuni.
E cos, per quanto riguarda il secondo tema, cambia un po anche la gestione dellattivazione
emotiva, perch gli Inward possono soltanto filtrare dallesterno, hanno poche possibilit di
manipolare, attivamente, lattivazione interna. Possono solo lavorare, diciamo cos, sullinput.
Possono non percepire, disconnettere levento che gli ha prodotto la discrepanza con la discrepanza
che hanno provato, cio una disconnessione cognitiva tra stimolo e risposta. O, tuttal pi, possono
alterare le connessioni di quello che sentono con la percezione, con limmaginazione, quello che
sentono possono spiegarselo modificando, per esempio, i dati in memoria, attribuendolo a s stessi,
non possono lavorare affatto sul feeling, sulla qualit del feeling, possono lavorare sempre
limitando linput o disconnettendo esterno/interno oppure modificando le articolazioni che linterno
prende con lesterno ma, una volta attivato, linterno in s poco modificabile. Sono
prevalentemente questi che non hanno la capacita di riconoscere, nella vita ordinaria, le situazioni
stimolo a cui sono pi sensibili. I Depressi non riconoscono le situazioni di perdita, se le trovano
come attivazione interna e poi non se la sanno spiegare quindi, questa stessa incapacita, diventa
una ulteriore prova del loro essere fondamentalmente sbagliati; vanno a fare una disconnessione fra
levento che suscita una reazione emotiva e la reazione emotiva stessa. Se prendete i Fobici che
sembrano non riconoscere le sensazioni di costrizione a cui, peraltro, sono ipersensibili e queste
stesse reazioni se le trovano addosso, senza spiegazione punto e basta.
Gli Outward invece hanno maggiormente sviluppata la capacit di manipolazione dellinterno e,
specificatamente, rispetto a due possibilit per cui sono veramente in unaltra dimensione rispetto
agli Inward. Primo possono far non emergere in coscienza uno stato danimo perturbante che li
occupa, lo possono tenere ai bordi senza che questo emerga mai in coscienza. Possono fare anche di
pi: una volta che questo stato danimo perturbante, indipendentemente, ha aggirato le capacit di
esclusione esterna, ed emerso in coscienza, loro hanno anche la capacit di non sentirsi agenti
degli stati danimo che sono in coscienza. E come se li provassero il fratello, la sorella, come se
li provassero altre persone. Hanno questa grande capacit di poter essere non consapevoli di ci di
cui sono coscienti. Questa una caratteristica che hanno entrambi, Ossessivi e Dap. I Dap sono
quelli che hanno lattivit pi disinvolta nel non sentirsi agenti di emozioni che sono presenti in
coscienza. Se considerate, ad esmpio, quella paziente di cui vi parlavo tempo fa, quella che, pur
avendo in coscienza un disamore verso il marito, non avrebbe avuto voglia di parlarne per paura di
scoprire di non amare il marito, lei ce lha in coscienza. E proprio non sentirsi agente fino a che
non ne parla, se ne parliamo lo dobbiamo connettere, se non ne parliamo lo lasciamo staccato. Gli
Ossessivi, quelli pi normali, funzionano in attribuzione esterna. Le emozioni che loro sentono non
le provano loro spontaneamente, gliele fanno provare gli altri. Quindi come se venissero dagli
altri, non sono significative di loro. Ad esempio quello che vi raccontavo laltra volta di Tolstoj.
Lui era massimamente religioso e convertito, ma ebbe rapporti sessuali con tutte le donne dai 6 ai
90 anni. Quello che lui provava, lattivazione erotica, non era la sua, non gli apparteneva, gliela
facevano sentire le donne (le quali rappresentavano il diavolo, il male del mondo, etc). Era tutto in
attribuzione esterna. E anche lesempio di una capacit di plasmare la vita emotiva interna, che
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non ha eguali. E questo sia sullemergere (lindividuo pu prevenire), sia nel non sentirsi agente
di quello che emerge. Altro dato caratteristico che, il tipo di attivazione interna, pu diventare
correlato o dipendente dal tipo di punto di vista al quale si fa riferimento. Questo lo notate in tutti
quanti, un Outward, a seconda se guardi la cosa dagli occhi miei, o dagli occhi di mio padre, o dagli
occhi di un mio amico, la stessa cosa pu provocarmi sensi di colpa o essere in diritto, o darmi un
senso di euforia: la stessa! Lattivazione cambia a seconda del punto di vista dal quale la guardi.
Se voi gli fate cambiare il punto di vista, gli ricostruite una scena, vedete che lattivazione gli
cambia in relazione al punto di vista. Ricordo una paziente, bulimica, che aveva la madre come
punto di riferimento importante, su cui faceva la corsa, avevano dei conflitti enormi e un giorno,
durante una seduta lei mi racconta un episodio con la madre. La paziente era inizialmente triste, con
un atteggiamento sguarnito e quando io, commentando, le faccio notare che in effetti la madre
non aveva avuto un comportamento adeguato lei, immediatamente, reagisce cambiando espressione
facciale e risollevandosi completamente come se quanto era accaduto con la madre non avesse piu
importanza. Immediatamente si era sentita dentro come io avevo commentato. Quindi, come
vedete, per gli Outward linterno dipende molto dal punto di vista esterno con cui lindividuo lo
guarda; cambia lattivazione emotiva, la connotazione emotiva. In genere le capacit di maggiore
manipolazione, se ci fermiamo un attimo ai normali e ai nevrotici, laddove non abbiamo alterazioni
di integrazione nella capacit di sequenzializzazione e laddove la sequenzializzazione assume
sempre una forma cronologica, causale, dove si mantiene sempre una distinzione tra interno ed
esterno, riguardano non tanto il contenuto delle esperienze (queste sono difficilmente manipolabili
se non ci sono interferenze nella sequenzializzazione) ma, piu che altro, il modo di mettere le
esperienze in sequenza, perch la sequenza degli eventi che cambia, modifica il significato degli
eventi pi che il contenuto stesso. In fondo anche nella sequenzializzazione psicotica uguale,
tutta la sequenza che non ha pi una continuita. Ma se vedete una coppia che ha lo stesso tipo di
problema notate subito questo fatto: non c mai un disaccordo sul contenuto, sempre sulle
sequenze; sul contenuto sono sempre daccordo tutti e due. Se, ad esempio, il contenuto un
problema x: dal contenuto viene fuori che c stata una telefonata e poi il fatto x su questi
ingredienti sono daccordo sia la moglie che il marito. L'unica differenza e' che lui dice: "Prima il
fatto x e poi la telefonata" mentre lei dice: "no, prima la telefonata, poi il fatto x". In una trama
narrativa la sequenza e' quella che da' il significato dello specifico evento. L'ordine che ha nella
sequenza dar un significato allo specifico evento pi del semplice contenuto in se'.
Il fatto che noi lavoriamo nel modificare le sequenze degli eventi e' l'aspetto fondamentale che
rende conto dell'enorme plasticit che ha la memoria. Questo si e' visto in terapia per esempio negli
anni 70. E' facile indurre false memorie, uno dei temi pi discusso, oggi, negli Stati Uniti e
proprio quello della falsa memoria. Molti pazienti hanno citato in giudizio gli Psichiatri perch,
secondo loro, questi ultimi gli avevano indotto false memorie. Il fenomeno e' abbastanza
frequente, non solo le false memorie si possono indurre molto pi facilmente negli anni precoci
della vita dove c' una relativa scarsit di memoria, ma, come sostiene una studiosa della memoria
che ha fatto delle indagini sperimentali, scoprendo che e' sufficiente che un individuo si immagini
pi volte ripetutamente un diverso andamento di un evento effettivamente riconosciuto, se lo
immagini pi volte con caratteristiche di realt, di immedesimazione, perch la memoria cambi
rispetto a quella della registrazione originaria del cervello. Cambia l'ordine delle sequenze, cambia
l'ordine degli eventi, come se ci si costruisse una seconda percezione. Ed e' sufficiente, ad esempio,
che la persona immagini nitidamente questo riaggiustamento mentre, per esempio, ne parla con
foga con un amico. E' come se il parlarne con foga gli facesse rivivere completamente la cosa. E
cio che e' incredibile e' proprio questa plasticit di memoria che e' una scoperta nuova rispetto a
qualche anno fa. Allora si riteneva che la memoria fosse qualcosa di pi rigidamente determinata, il
fatto che l'engramma, come si diceva, modificava lo stato neuronale; la memoria e' una dei tanti
fenomeni in funzione che permettono all'individuo di mantenere la sua consistenza interna, ed e'
plastica e plasmabile proprio per questo. Certo, questo mi ricorda un vecchio articolo, interessante,
in cui si discuteva anche di questo tema della memoria, vedendo questo tipo di plasticit della
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memoria, lo studioso era Greenberg, che rifletteva sulla possibilita che noi, nel raccontarci la
nostra storia anche privatamente, quindi alterandola, abbiamo di cambiare i ricordi. Se non fossimo
tutti ancora nel clima degli storici sovietici (i quali erano tipici perche ogni volta che moriva un
leader a seconda del tipo di personaggio, si riscriveva la storia), alcune persone hanno questa
capacita' di cambire gli eventi fondamentali, di adattarli. Il signore di 72 anni che si sposa dopo
aver conosciuto una nuova donna, 4 mesi e dopo la morte della sua compagna di 40 anni di
matrimonio, era uno storico sovietico! Non c' dubbio. Le altre Organizzazioni hanno una minore
abilita di manipolazione, anche se questa capacita' rimane sempre fondamentalmente alta. La
capacita' degli altri, anche se non azzerano completamente, anche se non raggiungono i livelli degli
storici sovietici, lessere sempre alla ricerca di una verit narrativa, anche senza poter cambiare
cosi' radicalmente senso di s e delle cose questo, credo, sia un fatto fondamentale nel tema della
coerenza interna. La memoria e un fenomeno importante, ma occorre stare molto attenti
allinduzione di falsi ricordi, soprattutto quando parleremo del metodo psicoterapeutico.
Nella integrazione e nella astrazione vedremo in cosa consistono e da che cosa sono influenzate le
capacita' di astrazione e di integrazione che determinano i meccanismi con cui una persona pu
mantenere la propria coerenza interna, la quale e' anche la qualit delle organizzazioni del senso di
s che si avranno nel corso del ciclo di vita. La sequenzializzazione in primis si riferisce
essenzialmente alla capacita' che ognuno di noi ha di trasformare una mera successione di eventi in
una configurazione significativa. Per tutti un fatto evidente, anche se noi parliamo con noi stessi o
con altri di un periodo della nostra vita, mai ci riferiamo e mai esponiamo semplicemente una
banale successione di eventi. Portiamo sempre questa successione di eventi in una configurazione
dinsieme significativa. Questa, non solo attualmente molto sviluppata per dover tenere la
continuit di una storia nel senso diacronico, longitudinale, ma richiede anche un livello abbastanza
alto per mantenerla in senso sincronico. Con la vita differenziata che si ha, una persona vive
differenti sensi di S a seconda delle dimensioni di tempo che vive, a seconda se quella
lavorativa, quella privata, quella affettiva. Quindi si pongono costantemente problemi di dover tirar
fuori la configurazione d'insieme, con un sistema che plausibile con una infinit di esperienze, di
temi, di gestione di eventi che sono particolari e contingenti; il ricavare da ogni riferimento la
continuit di noi.

STATI DISSOCIATIVI

Dalla capacit di trasformare una successione in configurazione dipende sicuramente una delle
caratteristiche principali del primate uomo, per il suo funzionamento, che e la capacita', presente in
ogni momento, di indicarsi, un vero e proprio orientarsi in un orizzonte di eventi, di aspettative e
sentirsi parte di un corso specifico di azione. Il senso di orientamento in tutte le direzioni non solo
spaziale e temporale, ma anche in termini di significato, il sentirsi facente parte di un insieme di
eventi di cui si attivamente protagonisti, attivi costituenti , proprio, in questa capacit di
integrazione. Il venir meno a certe circostanze di questa capacit di integrazione viene sempre
sperimentata sotto forma di discontinuit del senso di S, che prende la forma degli "stati
dissociativi". Gli stati dissociativi, di cui parliamo adesso - sono diversi da quelli descritti nella
schizofrenia - si hanno quando c' una segmentalizzazione, una interruzione di coscienza o una
modifica della coscienza routinaria. In questa luce sono specificamente concepiti, equivalgono alle
modifiche degli stati di coscienza. Senza alcun riferimento al concetto di dissociazione, che
abbiamo appreso leggendo i libri di testo della psichiatria classica, riguardante la schizofrenia. La
dissociazione, c' da dire, si manifesta sia nei normali sia in tutte le altre condizioni e questo
significa che, di per s, la dissociazione un meccanismo normale, fisiologico. Si basa sulla
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capacita' dei sistemi autoorganizzanti come la mente, il cervello, di avere un "controllo


coalizionale" in cui il controllo decentralizzato. Non sono sistemi gerarchicamente piramidali, in
cui c' un assemblamento di sottosistemi (memoria, immaginazione, pensiero riflessivo, attivit
emotiva) e il controllo liberamente circola, si riverbera tra i vari sottosistemi finch, ad un certo
momento, un sottosistema prende la funzione momentanea di agente controllante rispetto agli altri.
Quindi, in certi momenti, possiamo essere presi dall'attivit immaginativa e va in secondo piano la
percezione, l'attenzione selettiva, il pensiero come se perdessimo anche i riferimenti spaziali e
temporali. In altre parole la dissociazione sembra un meccanismo fisiologico in cui a volte la mente
funziona quando ha un sovraccarico emotivo-informativo, come se allentasse le maglie per lasciarlo
fluire senza elaborarlo. Quindi questo il suo meccanismo pi frequente. L'altro meccanismo
consiste nella modifica della coscienza ordinaria, che la coscienza che ci accompagna durante la
veglia. E una coscienza molto particolare, anche se noi la consideriamo la coscienza normale. E',
per sua natura, molto dilatata, molto estesa, perch deve occuparsi di diverse dimensioni ed
esperienze. Una persona, mentre sta al lavoro, deve occuparsi del figlio che si e' rotto la testa
cadendo dal triciclo, la macchina che ha fuso il motore, deve passare da una direzione all'altra per
risolvere i problemi, deve essere molto estesa per poter garantire un adattamento. Per per essere
molto estesa anche molto superficiale, una pellicola. Ogniqualvolta la coscienza si restringe e si
inspessisce, quelli che si chiamano "Stati di coscienza non ordinari" sono quelli che corrispondono
ad uno stato dissociativo, anche se parliamo di stati dissociativi presenti nei normali, che sono
frequentissimi. Il fatto che una persona ascolti un brano di musica che la assorbe completamente
fino a fargli perdere la nozione del tempo, quello uno stato di coscienza non ordinario. Tutti gli
stati in cui c' un restringimento e un ispessimento di coscienza... A livello sessuale, per esempio,
questo uno di quegli aspetti in cui il sesso ha sempre una funzione sconvolgente, a livello sessuale
l'orgasmo, quello con la O maiuscola, uno stato di coscienza non ordinario. Vi faccio questi
esempi per dire che lo stato dissociativo normalmente uno dei meccanismi fisiologici del
funzionamento della mente. Certo che, poi, lo possiamo notare nelle condizioni di normalita e nelle
condizioni psicopatologiche quasi in una specie di continuum che va dai normali, ai nevrotici, agli
psicotici, i quali non sono ancora all'estremo ultimo del continuum dove poniamo gli stati di
Personalit Multipla. Il livello di dissociazione minima quello degli stati normali, che sono queste
forme di restringimento di coscienza o produzione di stati di coscienza non ordinari, senza contare
quelli che si possono produrre con esperienze mistiche o meditative o con uso di sostanze esogene.
Oppure ci sono altri stati tipici, che appartengono sempre alla normalit, ma che sono pi legati ad
uno stadio maturativo. Nella fanciullezza, per esempio, fino ai 10 anni sono pi frequenti, rispetto
alla popolazione adulta, i fenomeni di sonnambulismo che uno degli stati dissociativi piu tipici.
Anche le capacita di ipnotizzabilita sono molto pi frequenti nella fanciullezza, piuttosto che negli
adulti. E sono sempre frequenti nella fanciullezza, primi anni della pubert/adolescenza, i sensi di
possessione che possono essere sia in senso concreto (possessione demoniaca, gli spiriti, etc.) o
possessione pi in senso astratto (pensieri, idee). Comunque il sonnambulismo un fenomeno
assolutamente tipico del ciclo maturativo. Questi fenomeni, insieme all'ipnotizzabilita', hanno un
picco intorno agli 8/10 anni e poi, con la puberta', iniziano a decrescere. Altre esperienze tipiche
sono gli "Stati transitori di depersonalizzazione" che molto spesso sono frequenti e normali senza
avere un significato necessariamente patologico nelle fasi di riorganizzazione adolescenziale. Gli
adolescenti, li vedete ad occhio nudo, che sono imbambolati. Spesso, le loro, sono esperienze
transitorie, fugaci, vere e proprie depersonalizzazioni nel senso di non chiarezza tra la realta'
esterna e la realta' interna. Ci sono, inoltre, delle sensazioni di dissociazione anche queste normali,
che vengono definite post-traumatiche e sono quelle post-stress o situazioni di esperienza in cui
lindividuo ha avuto lesperienza di essere vicino alla morte. Questa puo' produrre, a distanza di
tempo variabile, le "out of body experiences", le esperienze del proprio corpo che si vede dal di
fuori. Ma insomma qui siamo ancora nel range di quegli aspetti di stati dissociativi che vengono
chiamati normali, stati di coscienza ordinari o legati ad uno stato maturativo tipo il sonnambulismo
della fanciullezza oppure, infine, dovuti a traumi. Oggi e' abbastanza frequente, c'e' un capitolo
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della psicologia post-traumatica che e' stato studiato e descritto da 20 anni in qua. Si e' visto che
persone che sono state oggetto di una rapina, di un assalto a mano armata, sviluppano,
successivamente, delle vere e proprie crisi di identita', aspetti confusionali con delle grosse
oscillazioni della immagine di Se', del senso di Se' che, poi, possono indurre delle depressioni
abbastanza forti. Sono esperienze di self-hood, dell'accadere, estremamente intense. Pensate a
quelle persone che hanno un senso di successo, di brillantezza, che si sentono quasi invincibili,
persone che si trovano tuttavia in balia di ragazzini di 12 anni che gli puntano un coltello alla gola e
stanno in questa posizione per un'ora sentendosi le persone piu' vulnerabili del mondo. Queste
persone hanno un capovolgimento radicale del senso di Se' in pochissimi secondi senza nessuna
prevedibilita'. Questo evento di per se da luogo a reazioni dissociative spesso al momento, seguite
poi da lunghe reazioni depressive post-traumatiche che possono dare l'avvio ad un grosso
cambiamento del senso di Se'. Sicuramente quelli piu' interessanti, tanto per chiarircele un attimo,
sono gli aspetti dissociativi che capitano nelle situazioni di tipo nevrotico o di tipo psicotico fino ad
arrivare alla personalita' multipla. Spostandoci in questo continuum, dalla normalita' fino alla
personalita' multipla, notiamo questo fenomeno curioso: finche' siamo sull'aspetto "normalita'" o
sull'aspetto "nevrosi" gli stati dissociativi sono sempre transitori, durano molto poco nel tempo,
tendono sempre ad una restitutio ad integrum spontanea. Anche i nevrotici, e questo lo vedete in
tutte le Organizzazioni, negli Ossessivi, nei Dap, nei Fobici, possono avere dei momenti acutissimi
di depersonalizzazione piu' o meno connessa a un senso di derealizzazione, sono molto frequenti. I
Fobici, ad esempio, spesso nell'attacco di panico, vi riferiscono proprio modifiche della realta'
esterna, con derealizzazione del tipo che i marciapiedi sono fatti di lava fusa in cui vi affondano i
piedi, i palazzi gli vengono incontro e gli chiudono la via e depersonalizzazioni di tipo che gli si
stacca la testa dal collo, gli si staccano le gambe, il busto sta avanti mentre le gambe sono rimaste
indietro. Questi fenomeni, pero', durano pochissimi secondi, direi che durano frazioni di secondo, e'
molto piu' forte lo spavento dell'averli provati che gli stessi fenomeni. Durano frazioni di secondo.
Anche nei Dap puo emergere un senso talmente pervasivo di incapacita' o di inadeguatezza da
raggiungere il vuoto interiore in cui c'e' una dispercezione di Se', una non collocazione nel tempo e
nello spazio. Spesso l'agire un atteggiamento alimentare, per esempio un attacco bulimico, e' l'unica
modalita' di interrompere il senso di vuoto che diventa incontrollabile e diventa un perdere il senso
di Se'. Sono fenomeni abbastanza transitori. Anche gli Ossessivi, quando raggiungono l'acme di un
problema di dubbio su cui stanno ruminando da varie ore, si sono addirittura incartati nella
ruminazione, possono raggiungere un senso talmente disperante da non poter arrivare neanche al
dubbio che sviluppano anche loro dei momenti di derealizzazione o di depersonalizzazione. I
Depressi possono avere dei crepuscoli di coscienza, che e' tipico di questa organizzazione,
specialmente nelle situazioni di perdita, di abbandono affettivo; insomma nelle situazioni critiche
possono avere dei veri e propri restringimenti del campo di coscienza, come fossero dei veri e
propri crepuscoli. Una persona vi puo' raccontare che sa che ha delle percezioni rudimentali di
avere attraversato tutta Roma in macchina e poi non sapervi dire neanche che strada ha fatto: uno
stato di crepuscolo. Qui il crepuscolo, ad esempio, dei depressi dura un pochino di piu' sicuramente
dello stato di depersonalizzazione e di derealizzazione delle altre organizzazioni, le quali hanno
sempre un esperienza della durata di un frammento di secondo; il crepuscolo in un depresso puo'
durare anche una o due ore. Comunque siamo sempre su un tempo abbastanza ridotto mentre cio
che dura di piu' in assoluto, e siamo al confine con le forme psicotiche della personalita' multipla, e'
la fuga psicogena che puo' durare varie ore. La paziente che scappa da casa e la ritrovano la
mattina, dopo 5 ore ai giardinetti disorientata ancora nel tempo e nello spazio, quella e' la forma piu'
lunga, temporalmente, che potete trovare nella dimensione di tipo nevrotico. Mentre, invece, nel
passaggio a situazioni psicotiche il fenomeno cambia; anche le situazioni piu' lievi di
discontinuita', ad esempio una pousse' delirante, anche quelle che recedono spontaneamente,
comunque impiegano sempre, come minimo, qualche settimana se non qualche mese per recedere,
quindi siamo in un lasso di tempo molto piu' prolungato. Per non parlare delle situazioni che si
cronicizzano o si stabilizzano. Vi trovate di fronte a situazioni in cui c'e' un tema delirante che si
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mantiene cronicamente per anni. Quella e una dissociazione piu' stabile nel tempo. Laddove
aumenta questa stabilita' aumenta sempre di piu' la negativita' della prognosi in senso
psicopatologico. Difatti la maggiore instabilita' ce l'hanno le personalita' multiple. La personalita'
multipla, per definizione, e' una personalita' che ha, come minimo due, a volte tre diversi sensi di
Se' ognuno isolato, non in comunicazione con l'altro, per cui quando e' in carica un senso di se,
questo esclude gli altri due, senza che ci sia la possibilita' di un collegamento fra loro. C'e' da fare
una premessa sulla personalita' multipla che, purtroppo in questi anni, e' stata una moda americana
che ha fatto confondere tutti a tal punto da non sapere esattamente cose. I casi accertati, di
personalita' multipla, sono molto pochi, negli ultimi 50 anni non arrivano a piu' di 15 sicuri. E'
questo che colpisce, perche' le diagnosi sono, invece, di qualche milione. In America c'e'
l'associazione delle Personalita Multiple, come c'e' l'associazione degli Alcolisti Anonimi. Bisogna
poi mettersi d'accordo su cio' che sintende per coscienza. In America quelli che chiamano multipli
sono quelli che hanno una reazione Dap bifasica in cui, per esempio, ce la ragazza che va dalla
madre arrabbiata, recriminativa e mentre parla con la madre questa ha una faccia dispiaciuta e,
improvvisamente, si sente in colpa, ingrata. Sono cambiamenti senza che ci sia un disturbo di
coscienza, la persona puo' anche riferire di non aver alcun restringimento. La personalita' multipla
da' molte indicazioni su quello che e' il tema che produce in un Dap un difetto di integrazione. Le
personalita' multiple accertate sono caratterizzate sempre dallessere stati bambini/bambine che
hanno avuto, prima dei 7 anni, in eta' prescolare, abusi fisici e sessuali (questultimo non sempre e
comunque in aggiunta)). Si verifica proprio un attacco indiscriminato al Self del bambino, un non
rispettare i suoi limiti di individualita che sembra determinante nel produrre un problema di
integrazione. Nella personalita' multipla e' la mancanza di rispetto, di annientamento del fisico,
sottoponendolo ad esperienze che fisicamente non puo' reggere, ad esempio un bambino che a tre
anni viene picchiato fino all'annientamento, fino ad essere ricoverato in ospedale pediatrico in
rianimazione, o un bambino che mentre viene picchiato in questo modo viene anche abusato
sessualmente, una esperienza che per lui fisicamente corrisponde ad un annientamento, un
annullamento, una impossibilita' di delimitare i suoi confini anzi, in questo senso, il fatto di reagire
ad un attacco indiscriminato di questo tipo del Self con una frammentazione e' l'unica modalita' di
sopravvivenza che ha il bambino. E' l'unico modo che lui ha di poter reggere, lasciandolo fluire, un
carico che emotivamente e sensorialmente, e sconquassante. Anche il fatto di aver dei sensi
staccati di Se' e' un modo per reggere meglio una cosa del genere. Una cosa del genere e' come se
non si riferisse al suo intero Se', ma ad una parte di Se' di cui lui e' cosciente a volte, a tratti, con
intermittenza, non in maniera continua.
Comunque ci da' delle indicazioni abbastanza specifiche perche', colui che ha un livello di
maggiore o minore concretezza, puo produrre ugualmente una incapacita' da parte del bambino di
definire i suoi confini, i suoi contorni, anche con una sorta di abuso emotivo e psicologico senza per
questo arrivare allannientamento fisico. Mi riferisco, alle classiche mamme che una volta venivano
dette schizofrenogene, queste mettono costantemente il figlio in una situazione di doppio
legame, dove non solo il figlio non riesce a capire quale la situazione in cui si trova ma,
conseguentemente, non riesce a capire neanche chi lui. Non riesce mai a definire dei contorni
interni, quindi inizia fin da qui lincapacit di trasformare una successione di eventi in una
configurazione di eventi. Unito a questo c il fatto che da qui proviene la situazione di
indecifrabilit del S, non mai chiaro chi si . A questo viene unita anche la ridefinizione costante
al bambino delle sue esperienze interne, travalicando continuamente i suoi confini, dandogli proprio
il senso che non sarebbe mai in grado di avere una rappresentazione compiuta di S. Questo
normalissimo nelle famiglie Dap dove , praticamente, una regola lanticipare al bambino quello
che deve provare e poi, se non ha trovato la cosa giusta, ridefinirgliela dopo. Il che significa
costruire limpossibilit di sentire da solo, di capire da solo quello che prova. Lesempio che vi
ripeto sempre della mamma che porta il bambino dalla nonna materna Vedrai, sarai contentissimo,
ti divertirai tantissimo. Poi arrivano dalla nonna e la madre si mette a parlare con lei lascia il
bambino da solo il quale dopo un po si annoia e inizia a piangere allora la madre gli dice: Ma no,
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non piangere, sei contentissimo, tu non lo sai perch sei piccolo e poiche sei piccolo pensi che ti
stai annoiando, ma invece sei contento, tutti i bambini quando vanno dalla nonna sono contenti.
Questo un altro aspetto che in genere va insieme a quelli doppio-leganti in cui, costantemente, il
bambino non ha alcuna possibilit di potersi ordinare da solo il suo interno, scoprirlo e ordinarlo.
DOM: questi quadri possono essere quelli che vengono chiamati le Personalit come se?
GUIDANO: S, certo. Questi, poi, sono tutti bambini evitanti, sono bambini che vediamo avere un
atteggiamento di attaccamento evitante, quindi limmagine che danno al genitore, che va tutto
bene, non corrisponde mai a quello che veramente sentono. Gli capita allinizio, quando va a
trovare la nonna, che piange e che la mamma lo riprende ridefinendogli che invece contento,
perch ha ancora 3-4 anni quando, poi, ne ha 5-6 va da nonna e si sente che dentro si annoia come
un pazzo, ma ha un sorriso enorme sul viso!
Sicuramente, comunque, questo fatto di non permettere una individuazione autonoma da parte dei
bambini, che ha la massima espressivita nella personalit multipla (anche se in questo caso siamo
in un ambito di violenza fisica con lassociazione o meno di un abuso emotivo o psicologico),
produce dei risultati, anche se non cos devastanti come la personalit multipla, caratterizzati da una
capacit troppo elastica, troppo vulnerabile di integrazione. Si producono, quindi, persone che
corrono il rischio di perdere la capacit di sequenzializzare in modo ordinato non appena abbiano
lattivazione improvvisa dellesperienza immediata. Appena aumenta il livello di turbolenza interna
come se stessero gi al massimo, come se al livello di attivazione normale gi stessero al massimo
della capacit di integrazione. Sono quelle persone che, anche a livello fisico, le vedete
continuamente perche hanno slittamenti che, poi, rientrano spontaneamente. Ogni volta che si
verifica un incremento di turbolenza oltre la soglia, in cui ce una lite in famiglia, un problema in
ufficio, nel momento in cui slitta qualche idea di riferimento pi strutturata, non appena la
turbolenza inizia ad allentarsi, a volte, hanno un recupero anche senza lintervento esterno, non dico
farmacologico, ma neanche psicoterapico.
Laltro punto importante , invece, lastrazione. Spesso i due aspetti non sono collegati. Anzi
sembra che siano due variabili abbastanza indipendenti. Per questo potete avere una capacit di
astrazione ridotta, come nel caso dei nevrotici, senza che sia incriminata la capacit di integrazione.
Viceversa, negli psicotici, soprattutto negli schizofrenici, potete avere il contrario, cioe una buona
astrazione, uneccellente produzione di metafore, ma una capacit di integrazione ridotta quasi a
zero anche se e unintegrazione come la intendiamo noi, come sequenzializzazione logica, causale,
cronologica, ecc.
La capacit di astrazione/concretezza, quella che noi definiamo come la capacit di astrazione
narrativa, si incentra su tre punti. Innanzi tutto sul livello di flessibilit e di generativit di una
trama narrativa. Una trama narrativa normale ha un livello di flessibilit abbastanza alto, il che
significa che ogni stato danimo emerso pu essere visto da punti di vista alternativi al punto di
vista di chi lha sentita al momento che emergeva. Quindi e possibile vederla da punti di vista
diversi, tutti personali, che mi distaccano dal momento stesso in cui li ho provati. Questa
flessibilit, quindi, la capacit di vedersi le cose interne da pi punti di vista propri, quella che
collegata alla generativit, pi vedo lo stesso stato danimo da pi punti di vista e pi devo trovare
un punto di vista super-ordinato che mi spieghi tutti gli altri come sfaccettature dei dettagli. Come
stimolasse la produzione, se volete, del senso razionalista di teorie o di immagini metaforiche che
siano sintetizzabili, ricombinabili. Di fatto, i parametri con cui si vede questa generativit della
trama narrativa e i termini che definiscono lastrazione narrativa, sono i seguenti: primo fra tutti il
livello di ricombinazioni allinterno della trama narrativa, che livello di ricombinazione hanno i vari
cluster di immagine e quindi il livello di produzione, di sviluppo, di immagini metaforiche di
riferimento. E secondo, conseguente al livello precedente, la capacit di ristrutturazione narrativa.
Riorganizzare, rileggere la propria storia sotto i vari punti di vista e da angolazioni diverse.
Il punto e proprio che, quando ci spostiamo verso la concretezza, la trama narrativa rigidamente
sviluppata sugli aspetti fenomenici delle esperienze. Questo e laspetto concreto. E come se la
cosa che fosse di maggiore rilievo proprio quello che visibile nel campo percettivo immediato.
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Voglio dire, il tipico Dap concreto il ragazzo, il giovanotto che vi dice che il suo unico timore
quello di guardare gli altri negli occhi, non arriva neanche a dirvi che il suo unico timore e il
giudizio, proprio negli occhi degli altri di per s, non ha la capacita di capire che dietro quegli
occhi c la testa che guarda. A Dicembre ho visto un paziente che aveva una cosiddetta
perversione sessuale (ha 22 anni), per cui si sentiva attratto dalle caviglie delle donne e si
masturbava pensando alle caviglie delle donne. Questo suo problema era iniziato proprio cos,
perch non poteva guardare in faccia le donne. Di loro guardava solo le caviglie, sar anche una
cosa logica per, quando parlammo in dettaglio e affrontammo questo passaggio, faccia, occhi e
con gli occhi quello che essi potevano pensare, stato come aprire una porta: rimase a bocca aperta,
perch non ci aveva mai pensato. Questo, dico, laspetto di concretezza. Limitarsi proprio agli
aspetti puramente fenomenici, presenti nel campo sensoriale. D fastidio latto di essere guardati,
ma il discorso di cosa ce dietro allo sguardo, come viene visto dallaltro non viene preso in
considerazione.
Cio che limita concretezza e astrazione sono due punti distinti. Primo, in generale, il livello di
stimolazione cognitiva, emotiva, culturale che il ragazzino ha. Linfanzia dei primati/mammiferi
importante per quanto riguarda la stimolazione. Il livello di stimolazione amplia di gran lunga le
capacita di astrazione di un individuo e deve essere un livello di stimolazione quanto pi
possibilmente intenso per qualit e per quantit. Questo a parit di situazione emotiva di
riferimento, voglio dire, la situazione di riferimento emotiva come avviamento ai rapporti di
attaccamento familiari, il livello di stimolazione che produce differenze. Rispetto a un bambino
evitante A3 o A4, colui che presenta una maggiore attivita di stimolazione, perch frequenta pi
coetanei, pi occupato in diverse dimensioni di esperienza (attivit sportive, scolastiche),
sicuramente pi astratto di quellaltro, che, pur avendo una stessa situazione emotiva, ha un
livello di stimolazione pi ridotto.
Sicuramente, laspetto pi importante che lastrazione coincide allintensit e alla qualit
dellattenzione emotiva perturbante che il bambino si trova a dover affrontare nelle varie fasi del
suo sviluppo. Da questo punto di vista un fatto che difficilmente quantificabile, che va
ricostruito nei singoli individui/bambini, considerando le singole storie, perch, oggi, sono
cambiate le concezioni dello sviluppo di una volta, come per Benjamin Spock, in cui il bambino
doveva essere sempre protetto, ovattato, questi erano gli sviluppi normali. Oggi, sempre nellottica
dei sistemi autoorganizzati, si considera uno sviluppo come ottimale quello di un bambino che in
ogni fase del suo sviluppo deve cimentarsi con problemi apprezzabili, da una parte, ma anche
problemi che siano alla sua portata, dallaltra. In ogni fase del suo sviluppo deve avere difficolta
apprezzabili, negli anni dellinfanzia, prescolare, fanciullezza, ma e fondamentale che siano
problemi alla sua portata. E questo il punto, devono essere alla sua portata perch, cio che cambia
la capacita del bambino di sostenere le difficolta, la qualit dellattaccamento dei genitori. Per
un bambino, che ha un attaccamento sicuro, diventano alla sua portata problemi che,
oggettivamente, non lo sono, perch con il supporto dei genitori riesce ad affrontarli e ad
assimilarli. Ma per un bambino, che ha un attaccamento fortemente distorto, non sono alla sua
portata neanche quei problemi banali che, gli altri bambini della sua et, possono maneggiare.
Il tema principale e comunque che la qualit, lintensit dellattivazione emotiva anche
perturbante, se oltrepassa un certo tipo di soglia cortocircuita tutte le capacit cognitivo-emotive del
momento e le impiega tutte nel controllo degli stress emotivi. Quindi come se il bambino non
utilizzasse le capacit cognitivo-emotive che ha per approfondire, per esplorare altri domini di
esperienza, per sviluppare, insomma, la capacit di costruire e riferirsi le cose. Tutte le energie, o le
possibilit che ha, devono essere costantemente integrate dal controllo, in ogni momento, della
situazione di stress. Per esempio, se un bambino ha un tema ossessivo, lunico modo che ha di
controllare, in ogni istante, gli stress emozionali che prova, a discapito delle sue capacit cognitive,
e quello di sviluppare filastrocche, fare giochi di parole con cui iniziare a ruminare producendo
uno spostamento dellattenzione dai contenuti emotivi di coscienza. Per gli ossessivi la ruminazione
serve sempre a dirottare lattenzione allesterno, in modo che stati critici interni possano fluire
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senza essere n riconosciuti n elaborati. Per cui capite quali sono le modalita con cui si limitano
fortemente le capacit cognitive di un bambino ossessivo che, a 8 anni, ha un buon livello
cognitivo-linguistico (come ce lhanno tutti gli Ossessivi). Questo livello deve essere impiegato non
per approfondire altri campi o per gli aspetti interpersonali, ma per escogitare attivit diversive
come modalit di condurre attivita religiose, di invocare preghiere rituali. Anche emotivamente, il
fatto che tutte le attivit cognitive vengano investite sul controllo meccanico di esclusione, senza
approfondire le distinzioni fra diverse categorie emotive come se la lettura emotiva non avanzi di
molto, le emozioni rimangono sempre ad un livello indifferenziato, capaci di dare attivazioni
globali, diffuse, poco specifiche, poco riconoscibili che, a loro volta, incrementano maggiormente il
controllo meccanico, momento per momento. Diventa una specie di circolo vizioso in cui, il fatto
che tutte le possibilit di progressione vengono cortocircuitate al controllo immediato, fa s che non
si estendano altri domini conoscitivi n altri domini emotivi. Il fatto che questi rimangono
indifferenziati significa che continueranno a produrre una qualit perturbante molto alta la quale
continuer a tenere bloccate le capacit cognitive per il controllo, in ogni istante, dellattivazione;
diventa una specie di feedback positivo che retroagisce amplificandoli. Di fatto questo lelemento
pi caratteristico che trovate come emblema nelle modificazioni di tutta la psicopatologia nevrotica.
La dimensione concretezza/astrazione e sempre profondamente interferita. Lintegrazione
rarissima e quando si verifica solo in questi piccoli frammenti momentanei di
depersonalizzazione, ma durano solo pochi istanti.
Questa distinzione che vi facevo, vi orienta, vi d delle indicazioni generali in termini di strategia
terapeutica. Si hanno vari tipi di problemi: psicotici, nevrotici, ma anche problemi normali,
esistenziali, che sono di un certo rilievo. Rimangono normali non perch la persona non abbia
livelli di sofferenza apprezzabili; i problemi esistenziali possono dare livelli di sofferenza che per
intensit possono essere identici a quelli di uno scompenso clinico. La differenza che non
vengono mai vissuti come un senso di estraneit, non vengono mai vissuti in termini di malattia. E
una sofferenza che la persona vive sempre con un livello soggettivo di essere protagonista, un suo
stato danimo, un suo modo di vivere la vita. Non che questo diminuisca lintensit, cambia la
qualit, in senso di autoriferimento. Con un problema, invece, di tipo psicotico bisogna proprio
ricominciare ricostruendo questa capacit di integrazione, diventa proprio un fatto basilare. La
conditio-sine-qua-non del trattamento ricostruire, almeno, le capacit basiche della
sequenzializzazione cronologica, logica, causale, tematica, e poi iniziare a portare avanti la
differenziazione fra interno ed esterno, altrimenti non possibile procedere in nessun modo. Questo
un problema che si trova soltanto con gli psicotici, non lo trovate mai con un nevrotico. Un
nevrotico, per quanto scassato possa essere, ha sempre una sua sequenzializzazione cronologica,
causale, tematica rigorosa, stabile. Anche se osservate un livello pi delirante di quello dello
psicotico, il nevrotico distingue tutti i giorni tranquillamente: luned ha avuto un infarto, marted ha
avuto la trombosi, mercoled ha avuto un ictus; ha anche le cause: luned si arrabbiato, marted ha
mangiato troppo pesante; ha una sequenza molto rigida, super concreta, una sequenza fatta con il
corpo, ma ce lha, cronologica, logica, causale, con i temi della medicina, il dottore, lospedale.
Mentre invece quello che non trovate mai negli psicotici, in cui ci possono essere produzione di
metafore immaginative anche in eccesso pi originali e stravaganti che, poi, non assumono mai una
configurazione dassieme, per lo meno agli occhi di un osservatore che ha una sequenzializzazione
di questo tipo. Viceversa, con i nevrotici, tutto il discorso terapeutico si fonda nelliniziare ad
articolare la dimensione concretezza/astrazione. Lesempio pi tipico che vi capita puo essere con
un Fobico in cui vi arriva che le costrizioni a cui supersensibile e vedrete che lui le percepisce, le
riconosce unicamente se sono costrizioni in termini fisici, dello spazio fisico. Tutte le costrizioni
legate a fattori pi interni, pi emotivi o pi psicologici come possono essere temi di responsabilit,
ruoli, posizioni legate a rapporti interpersonali, tutte queste costrizioni non le percepisce, non le
riconosce.
L'unico modo in cui si puo' lavorare con i disturbi esistenziali, che sono abbastanza frequenti,
peraltro, e' quello di lavorare su cio' che e' emerso dalla trama narrativa, di ricombinazione della
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trama narrativa. Aumentare le possibilita' di ricombinazione dall'interno in cui quella certa


produzione viene portata avanti ad un livello di ulteriore astrazione. Avviando cosi' una rilettura
della storia personale sua, il terapeuta raccoglie la vita attuale, la storia affettiva e, quindi, cerchera
di avviare una rilettura della storia e una ricombinazione di temi narrativi che facciano emergere
immagini metaforiche, che possano produrre cambiamenti nel proprio modo di sentirsi e
intravedere altri aspetti, soluzioni piu' generative, magari, allo stato di vita in cui la persona si trova
in un momento specifico. Vale sempre la regola di pollice per cui maggiore e il livello di
destabilizzazione (acuta) in cui una persona si trova e cerca aiuto, maggiore e la possibilita che,
con un lavoro anche minimo, potete ottenere dei grandi cambiamenti. L'aspetto piu' tipico e' avere
in terapia un paziente con una poussee delirante, con lui potete avere un cambiamento notevole in
una settimana/15 giorni. Questo lasso di tempo aumenta se ci spostiamo sul fronte nevrotico, qui e
possibile ottenere cambiamenti anche apprezzabili, ma, il balzo e' grosso. Con le situazioni
esistenziali dovete fare lavori enormi per ottenere cambiamenti minimi perche', in quel campo,
lavorate sullo zoccolo duro, su quello che e' proprio il modo di essere della persona, il quale non
e' che si puo' far cambiare molto.
Per cui, forse puo' sembrare semplice inizialmente, ma poi non lo e'. Piu' ci avviciniamo ad un
funzionamento normale, minore e la portata del cambiamento e anche i cambiamenti piccoli
richiedono sforzi consistenti. Rispetto a come puo' cambiare lo stato acuto di una poussee delirante
immaginate cosa significa modificare un individuo che ha il senso della avarizia? E' un lavoro che
non finisce piu'. Significa proprio fare una fatica enorme, ricostruirsi il significato del denaro
assunto dalla famiglia, col nonno, lo zio e, dopo questa fatica cosa avete ottenuto? che prima la
persona se spendeva un milione sveniva ora, ha un po' di batticuore, ma lo spende. Questo e' il
tipico cambio esistenziale.
DOM: Peraltro una persona in queste condizioni non richiede neanche di essere aiutato.
GUIDANO: A volte viene ricercato perche' puo' essere fonte di conflitto, per esempio, in un
rapporto. Se in un rapporto, dove non ci sono problemi economici, uno dei due partner/coniugi
vuole fare un viaggio e laltro si rifiuta sempre perche e avaro, il problema si presenta. Del resto
lui mica lo porta come un problema di soldi: lo porta che sta male se non fa il viaggio e sta male se
lo fa. Se non fa il viaggio sta male perche' vede la moglie/compagna dispiaciuta, arrabbiata ma, se
lo fa sta malissimo, sente proprio che sta sulle montagne russe, che sono una coppia di sconsiderati,
quindi diventa un problema perche' la persona si rende conto che c'e' una disconnessione che
proprio non va.
DOM: Non e' facile che, in queste situazioni, sia l'altra persona che vada in psicoterapia perche' in
difficolta' con il partner?
GUIDANO: Certo. Ma piu spesso e' l'insoddisfazione dell'altra persona che spinge il paziente
designato a dover cercare aiuto come strategia per non perdersi la relazione affettiva che ha in
corso; alla terza volta che questo problema, lo stesso, si presenta, insomma, iniziano anche a parlare
della possibilita' di continuare il rapporto o meno, lui va in terapia. Del resto, se non fosse per
l'aspetto affettivo nessuno di noi accetterebbe di cambiare di propria iniziativa, cerchiamo di
cambiare perche' costretti.
E il fatto che tutti gli esseri viventi sono sistemi che si autoorganizzano dipende dal fatto che gli
esseri viventi sono sistemi ultraconservatori. Quello che farebbero, se lasciati a loro stessi, e'
mantenersi. Pero' il mantenimento diventa disadattativo e quindi si deve cambiare perche' si e'
costretti, mai perche' uno ha il gusto delle novita', non lo fa mai nessuno. E, in questo, c'e' una
saggezza evolutiva.
GUIDANO risponde ad una domanda riguardante la poussee e luso della psicoterapia.
Molte poussee si possono anche incistare, non recedere e diventare croniche; un terzo recede, un
terzo si stabilizza e cronicizza. Credo che un intervento esterno possa avere un ruolo determinante
in questo terzo anche se, di per se', sarebbe un disturbo che termina. Piu' e' intenso il quadro
psicopatologico piu' e' facile produrre un cambiamento; piu' intensa e' la destabilizzazione e piu'
e' relativamente facile produrre un cambiamento. Se consideriamo fenomeni di per se' anche
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instabili come un attacco di panico (in molti fobici lattacco di panico puo rimanere isolato), questi
non portano obbligatoriamente ad una stabilizzazione dell'invalidita' con restringimento dello
spazio esplorativo, per cui lindividuo deve essere accompagnato. In molti casi c'e' una situazione
precaria di rapporto che da' luogo a grappoletti di attacchi di panico, per esempio, uno ogni due
anni, rimanendo isolati, non vengono elaborati. Anche in questo caso il fenomeno e' per sua stessa
natura instabile. Cionondimeno, si possono incontrare dei Fobici per cui, invece, il primo attacco di
panico e' semplicemente la goccia che fa traboccare il vaso, levento che cambia un equilibrio
perche', a questo, seguono 20 anni di invalidita'. Dopo il primo attacco seguono 20 anni in cui la
persona non puo' stare sola in casa, non puo' andare in giro da solo, niente treni, niente autobus,
niente aerei, niente macchina, in cui conduce proprio una vita da invalido che inizia dopo il primo
attacco. Credo che, poi, sia anche come uno riesce o meno ad assimilare la discontinuita' e, credo,
che in questo possa essere parte integrante il tipo di intervento dall'esterno, psicoterapeutico come
anche quello farmacologico.
GUIDANO risponde ad unaltra domanda.- No, questo stato un lavoro che hanno fatto molti anni
fa anche allestero Ballerini e Rossi Monti. E stato proprio da questo punto di vista addirittura
quello che si chiamava una volta il difetto schizofrenico; erano questi sintomi di tipo nevrotico,
pseudonevrotico, e rimanevano alla fine di un quadro francamente psicotico, una pousse delirante.
Loro hanno fatto uno studio su un campione di pazienti e hanno visto che i sintomi in uscita di
questi pseudonevrotici erano tutti sintomi, come ho detto prima, di un tipo di personalit che i
pazienti avevano prima della pousse delirante; erano invariabilmente quelli.
GUIDANO risponde ad unaltra domanda.- Prima, queste categorie, non erano conosciute. Ora noi
identifichiamo i Dap con i Fobici Sociali. Gli Ossessivi erano quelli che avevano una uscita con
un incremento di dubbi, ruminazioni. Quelli che avevano, invece, una preoccupazione riferita al
proprio corpo si presentavano maggiormente con un aspetto di tipo fobico. In questi tre gruppi,
per, le categorie esibite erano presenti anche prima della pousse delirante anzi, in alcuni casi,
precedentemente erano stati anche pi eclatanti. Cera un paziente, un giovanotto il quale, come
uscita sua personale, aveva le preoccupazioni di malattie, tipo fobie. Prima della pousse delirante
aveva avuto dei veri e propri attacchi di panico. Comunque, questo ve lo dico anche dal punto di
vista dellesperienza soggettiva del terapeuta, certi cambiamenti che ci possiamo aspettare in una
poussee delirante non si possono verificare da nessunaltra parte. Cio, pi elevato il livello di
destabilizzazione, maggiore e il lavoro che si puo fare. Ricordo lesperienza di una nostra collega
e del suo gruppo di lavoro. Lei ha avuto, ricoverata nellospedale dove era strutturata, una ragazza
che si presento con una pousse delirante come prima uscita sintomatica, questa fu riordinata
completamente in una settimana/8 giorni. Non perse neanche lesame di laurea, che aveva a Luglio.
Si fece questa uscita a Maggio, circa, e lei si laureata a Luglio, regolarmente. Otto giorni di
intervento psicoterapeutico in cui era stata ricoverata. Devo dire che il primario le permise di non
darle neurolettici e la collega la tratt per 8 giorni di seguito, lei dopo 8 giorni uscita con una
ricostruzione completa di quello che era successo. Una cosa del genere la si puo vedere solo con
una poussee delirante, in tutti gli altri casi no. Non esiste in una Anoressica dove si puo anche fare
un bel lavoro di demarcazione, sono 2-3 anni di fatica quotidiana continua. In questi interventi
sbloccanti, maggiore e la situazione di instabilit pi si hanno possibilit che lintervento possa
essere sbloccante. Maggiore e la situazione di instabilit, pi si fa un lavoro di ricostruzione anche
per indurre minimi cambiamenti.
Dunque, questi sono gli aspetti che regolano, la coerenza interna di ciascun individuo. I fattori che
possono innescare dei cambiamenti come le situazioni perturbative li conosciamo, uno e la
modificazione del tempo soggettivo che corrisponde ai periodi critici dellet adulta. Intendiamoci,
questi periodi critici dellet adulta non sono di per s causa di psicopatologia, sono dei periodi,
come si dice in gergo tecnico, di metastabilit, sono periodi in cui il soggetto pi vulnerabile,
risponde con maggiore amplificazione a determinati stimoli critici. Se pensiamo ad un individuo
che sta in piena midlife, lui risponde in maniera diversa ad una storia affettiva che finisce rispetto
ad uno che sta in epoca precedente. Semplicemente lessere in midlife, con un tipo di vita che si
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ristretta, gli fa attribuire un significato alla fine di quella storia che in epoca precedente non avrebbe
raggiunto. Quindi i periodi critici dellet adulta funzionano come facilitatori, aumentano il livello
di vulnerabilit, vengono chiamati periodi di metastabilit in cui, anche stimoli ordinari,
oscillazioni ordinarie, possono produrre risposte e cambiamenti amplificati che non erano sembrati
prevedibili neanche dallo stesso soggetto e neanche agli osservatori che conoscono bene quella
persona. Questo si chiama metastabilit.

AFFETTIVITA

Il fattore perturbante che pu essere intensificato o meno nei periodi critici dellet adulta,
sicuramente il settore dellaffettivit. Come diceva John Bowlby, sicuramente le esperienze emotive
pi intense e pi dirompenti per gli esseri umani sono le esperienze emotive che si suscitano nella
formazione, mantenimento e rottura dei legami affettivi. Varrebbe la pena, anche perch poi non
avremo altre occasioni di parlare di questi aspetti pi in generale, di parlare dellaffettivit, come si
presenta attualmente. Oggi laffettivit un argomento che ha acquistato, negli ultimi 25 anni,
unimportanza che sicuramente prima non aveva mai avuto; a questo ha sicuramente contribuito la
teoria dellattaccamento di Bowlby, tutte le ricerche che hanno stimolato questo ultimo quarto di
secolo. Tanto che, oggi, il vero problema arrivare ad una teoria dellaffettivit. Da molte parti, per
esempio, si dice che la Rivoluzione Cognitiva, che oggi chiamiamo la cosiddetta Rivoluzione
Cognitiva, stata una strana rivoluzione perch ha lasciato le cose come stavano in campo
affettivo e la vera rivoluzione dovrebbe essere quella di arrivare ad una rivoluzione affettiva che
abbia una teoria che ci spieghi il funzionamento dellaffettivit. Perche laffettivit e tanto
importante? Innanzi tutto che rapporto ha laffettivit con la conoscenza, come pu facilitare od
inibire la conoscenza, lattivit cognitiva, che rapporti ci sono tra cognizione ed affettivit.
Soprattutto la prima: che cos laffettivit? Oggi trovate molti studi, teorie su questo. Che cos il
famoso amore. Ci sono due scuole di pensiero importanti: la prima, che potremmo chiamare la
scuola della specificit del fenomeno Love/Amore, sostiene che lamore una categoria emotiva
specifica, una emozione specifica per cui e intesa come una tonalit emotiva di base specifica
oppure un sentimento specifico, comunque , come si dice in gergo emotivo, una Discrete
Emotion riconoscibile con una sua specificit. Maturana uno dei sostenitori di questa teoria direi,
forse, che lesponente pi rappresentativo della Teoria della specificit dellamore. Lui sostiene
che lamore quel sentimento che fa s che noi conosciamo laltro come persona e lo leggittimiamo
come tale. E uno dei temi controversi che io e Maturana abbiamo (ma siamo molto amici). Io,
invece, sono un sostenitore della Teoria aspecifica la quale sostiene semplicemente che lamore
definibile attraverso lo spazio emotivo epistemico umano, quello spazio definito fra i confini
attaccamento-separazione e, quindi, pu assumere tutte le forme possibili, non identificabile solo
con una qualit emotiva. Volevo fare alcune considerazioni di carattere generale. Io credo che alla
categoria che chiamiamo Amore appartengano tutte le emozioni che noi conosciamo; ci mettiamo
dentro paura, rabbia, colpa, vergogna, curiosit, quello che volete. Ognuno col suo pattern ben
specifico ma, insomma, quello spazio tra avvicinamento e allontanamento. Tutte le emozioni sono
dei modulatori. Il modo con cui costituisce lo stile affettivo di una persona, al suo personale stile di
avvicinarsi e allontanarsi, che comprende, in una data persona, le varie categorie emotive
sottostanti. Ci che volevo dire, che lamore come la conoscenza, non fa differenza. Posso
mettere le due categorie ben definite in inglese, in questo litaliano carente, per cui vediamo i due
livelli dellesperienza umana: il Cognizing , il Knowing, lEmotioning, laspetto analitico e
analogico. Vediamo come si verifica in senso epistemologico. Queste sono le attivit, il Cognizing,
lEmotion, del soggetto organizzante o dellorganismo organizzante che in questo momento in
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corrispondenza.

DISEGNO N.5

KNOWING
COGNIZING

ATTIVITA
INCESSANTI

REALTA
ATTIVITA DEL
SOGGETTO O

ESPERIENZA
ORGANIZZANTE

ORGANISMO
ORGANIZZANTE

AMORE

EMOTIONING

Al Cognizing fa riferimento come esperienza organizzata quello che per ognuno di noi il senso
della realt, di ci che reale nella realt. AllEmotioning fanno tutti riferimento a ci che per
noi la molla, il nostro modo di sentirci, un senso di appartenenza nei confronti di quello che per noi
reale nella realt; per sentirci il nostro modo di essere appartenenti a quella realt che noi
consideriamo reale.
Sono attivit incessanti come laspetto cognitivo. Incessantemente si trasforma in una realt
organizzata, come la si vuole: superstiziosa, logica, scientifica. Laspetto emotivo ci d sempre una
situazione di riferimento rispetto a noi, agli altri, al consorzio umano, rispetto a quanto
apparteniamo alle cose in cui crediamo di credere. Credo che il punto sia questo,
indipendentemente se si verifica su una persona o su una ideologia. Lho sempre detto, a Umberto
Maturana, che se lamore fosse effettivamente il sentimento che uno ha nel riconoscere laltro come
persona e leggittimarlo come tale, lesperienza dellamore sarebbe rarissima, capiterebbe una volta
ogni 10 miliardi di persone. Non ne parleremmo continuamente. Sarebbe come una esperienza
proprio Out of Body Experience. Fra tutte le persone che ho visto, in 25 anni che faccio questo
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lavoro, profondamente coinvolte, non ho mai visto nessuna che avesse un sentimento di
leggitimazione e riconoscimento dellaltro come persona anzi, il problema si sviluppava sempre l.
Mi sembra che sia un riferimento idealizzato. Mentre, invece, il paragone parallelo
Amore/Conoscenza, ha molti punti in comune. La Conoscenza, come primo punto in comune, pu
prendere tutte le forme possibili. Tanto che ogni epistemologo sostiene che in nessuna conoscenza
si potr mai dire che valida in s. Da che conosciamo, la conoscenza prende tutte le forme
possibili, le forme animistiche, superstiziose, logico-scientifiche, religiose, idiosincrasiche,
superstiziose e, comunque, ognuna di queste esperienze ha un suo valore nel fornirci la possibilit
di adattamento e di sentirci in sintonia con lambiente circostante.
GUIDANO risponde ad una domanda. No, ci sono delle differenze, ma non sono come la
conoscenza, adesso ci arriviamo. Io facevo vedere alcune caratteristiche che, secondo me,
sostengono questa teoria non specifica, allo stesso modo in cui non c una teoria specifica della
conoscenza. La conoscenza fa parte della capacit umana di mettere in sequenza le cose poi, la
forma che assume ininfluente o, per lo meno, solo influente per la cultura che ne determina la
validit a prescindere. E in questo uguale. Lamore sembra che prenda tutte le forme possibili e
immaginabili. Se uno lo vede a livello di rapporti padri/figli, rapporti di coppia, rapporti di
amicizia; le forme che pu prendere sono le pi svariate, esattamente come la conoscenza. Forme
che sono addirittura difficilmente prevedibili. Un altro aspetto simile alla conoscenza, per esempio,
ecome noi abbiamo questa spinta, questa specie di struggimento, struggling, per una conoscenza
assoluta, anche se abbiamo capacit di conoscenza ridotte, finite. Abbiamo questo contrasto che
pure avendo capacit di conoscenza finite abbiamo sempre una spinta per la conoscenza assoluta
ultima e definitiva. E questo capita anche con lamore. C sempre questa spinta verso un amore
assoluto, anche l avendo delle capacit di amore molto limitate, finite, legate alla persona. Tanto
che sembra esserci anche questo tipo di corrispondenza. Questo struggimento fa s che sia come una
cosa che capita nella conoscenza, una verit ultima e definitiva che serve unicamente come motore,
come tensione interna che consente di essere in fase di organizzazione tutta la vita, ma senza mai
arrivare ad una conoscenza ultima e definitiva, come diceva Popper, perche la verit solo un
ideale regolativo, serve unicamente per andare avanti sapendo che mai verr raggiunta. Cos anche
questo struggle dellassolutezza dellamore serve unicamente come una specie di open ended
process, per rimanere aperto, perch ci sia un motore che faccia andare avanti tutto il
marchingegno. Per addentrarci meglio nel settore che anche tu dicevi, bisogna fare prima un
raccordo evolutivo, come sempre facciamo, per capire un po i fenomeni. Intanto consideriamo
quali sono state le situazioni per cui noi ci troviamo, come primati umani, a dover trattare di un
argomento come questo dellamore, dellaffettivit e della sessualit, che non ha nessun precedente
nel resto del regno animale. Noi, da questo punto di vista, siamo gli unici animali strani in tutto il
pianeta. Assumendoci come padroni del pianeta, consideriamo tutti gli altri animali strani, ma un
paleontologo andrebbe a maggioranza. Gli unici animali, per dirlo alla Verdone, che lo fanno
strano, siamo noi. E si trovano altre caratteristiche. Laspetto pi importante negli umani come
per prima volta si verifica il cambiamento nella sessualit umana. Indipendentemente da cio che il
Papa pensi, c una distinzione completa tra sessualit e riproduzione: la prima grossa emergenza
evolutiva. Questo succede proprio insieme ad un altro cambio epocale che tipicamente umano, il
passaggio tra estro a mestruo. Fino alle scimpanz (la scimpanz femmina in calore due volte
lanno ogni 6 mesi per 20 giorni), i rapporti sessuali si devono concentrare in quei 20 giorni, ogni
anno sono 40 giorni. Le altre parti dellanno, quando non in calore, pu reagire anche
aggressivamente se un maschio si avvicina. I maschi non si avvicinano mai perche anche loro sono
attivati, da tutte le modificazioni che hanno i genitali femminili in quellepoca, e dallodore. Non si
avvicinerebbero mai, il sesso ancora totalmente vincolato alla riproduzione. Non parliamo, poi, di
quella che la monta dello scimpanz, dura 2 secondi! E fulminea! Il passaggio al mestruo un
passaggio importante perch rende la femmina umana recettiva alla sessualit tutti i giorni
dellanno. Il che non ha pi alcun riferimento con la riproduzione. Ma c anche un altro fatto
nuovo: noi siamo una specie in cui lovulazione nascosta. Altra anomalia grossa degli umani. C
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un paleontologo evolutivo che ha scritto un libro sullevoluzione della sessualit umana che
J.Diamond, che inizia il libro con limmagine di noi umani, che avrebbe un cane: ci vedrebbe come
matti, questi che si accoppiano quando non c nessuna probabilit di riproduzione, prima cosa che
non si capisce, ma, ancora pi tremendo, si accoppiano pure in gravidanza! Quando non c
possibilit alcuna di riproduzione! Unaltra mania: si accoppiano sempre in disparte! Tutti quanti
gli animali lo fanno davanti a tutti, non c problema di appartarsi. Infine questo fatto che non si sa
mai quando una femmina e recettiva o meno, perche lovulazione nascosta.
Quindi, cio che possiamo capire per quanto riguarda laffettivita e che, la complessit della
coscienza umana inizia ad apparire con il linguaggio tematico, quindi si ha una maggiore
complessit anche dei rapporti interni del gruppo e lincremento della complessit della coscienza
umana ha richiesto, anche in termini di pressioni evolutive selettive, il fatto che ci fosse una
maggiore capacit di supporto emotivo agli altri. Volevo farvi presente che la coscienza umana si
sviluppa, nella sua prima origine, con un senso prevalentemente negativo, con un senso di
separazione rispetto alle altre cose. Il fatto di poter avere una esperienza super-ordinata in termini
linguistici, una condizione nuova rispetto agli altri animali, come rompere con larmonia cosmica.
Siamo andati avanti per milioni di anni come parte indistinguibile del gruppo degli animali, noi
eravamo come le piante che crescono, ci muovevamo insieme a loro, eravamo parte del paesaggio.
Mano mano che inizia questa emergenza linguistica ci siamo trovati sempre pi distaccati dal resto
della natura, che ci ha permesso di soggiogarla, naturalmente. Fino a fare il passaggio da cacciatori
e raccoglitori ad agricoltori. Questo, pero, ci ha dato il senso di non essere pi parte del consorzio
naturale, il senso di essere separati, quindi con un aumento di necessita del supporto emotivo che
fosse maggiore in termini di qualit di spessore, rispetto alla semplice appartenenza al gruppo. E l
che inizia il fenomeno tipico in tutti gli esseri umani: lemergere di rapporti vissuti come rapporti
esclusivi e unici. Il tema che caratterizza maggiormente gli umani che da un lato emerge un senso
di identit personale con queste caratteristiche: avere un senso al tempo stesso esclusivo e unico per
la persona che lo esperisce. Insieme a questo sorgere di identit personale in termini di esclusivit e
unicit sorge, simultaneamente, anche la strutturazione di rapporti che hanno la caratteristica di
essere vissuti come rapporti esclusivi e unici. Per cui, queste, sono le caratteristiche che ha un
bambino con il genitore dove il rapporto vissuto sempre in termini prevalentemente esclusivi, c
un vis a vis fra i due che insostituibile e unico, nel senso che non intercambiabile, non pu
essere sostituito. Questa e anche la caratteristica che hanno tutti i rapporti affettivi dellet adulta.
Quelli che per definizione sono i pattern sentimentali che sono avvertiti come una relazione con
caratteristiche di esclusivit e di unicit. Questo lelemento che contraddistingue maggiormente
lemergenza del fenomeno affettivit degli umani. Aumenta lesigenza di un supporto emotivo, non
come semplice aumento quantitativo, per quello era sufficiente aumentare la vita di branco, ma
proprio come esigenza qualitativa, di averci, allinterno del branco, del gruppo, dei rapporti che allo
stesso tempo appartenevano al gruppo ma si differenziavano dal gruppo, come essere rapporti unici
ed esclusivi. Questa storia dellunicit e dellesclusivit credo che sia alla base del ciclo di vita; i
rapporti con i genitori sono sempre avvertiti in questo modo qua. Iniziano ad essere avvertiti come
diversi, ma neanche tanto secondo me, quando comincia il cambiamento dellimmagine del genitore
che viene pi relativizzata con ladolescenza. In questa fase compare un primo piccolo incremento,
un primo piccolo scossone che si d a questa esclusivit e unicit prima vissuta in termini di
assolutezza. E come se il senso di s, di ciascuno di noi, si differenziasse allinterno di una storia
di rapporti unici ed esclusivi come i rapporti con i genitori. E poi i patterns affettivi che noi
abbiamo, successivamente, quando inizia la vita sentimentale, hanno sempre questa caratteristica;
fosse anche la cotta del momento, che destinata a durare 15 giorni, in quel lasso di tempo la
persona sente, percepisce il partner come unico ed esclusivo; se non ci fossero queste caratteristiche
non si produrrebbe quel livello di qualit tipico del coinvolgimento emotivo.
Io credo che la differenza, se noi facciamo dellamore una teoria specifica, la identifichiamo con
una particolare qualit di emozione, finisce che lamore non pi unesperienza umana,
unesperienza per adepti che fanno un corso da qualche parte di ascesi, sul Monte Athos, ma gli
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altri sono tutti sub-umani


Se invece come la conoscenza che appartiene a tutti, c da fare una distinzione. La mamma
schizofrenogena, che ha un sentimento per cui non riconosce il figlio come persona
legittimandolo, ma costantemente lo de-individualizza, lo annienta, io non credo che non lo ami.
Tant che ha una sofferenza che effettiva, ci pu perdere la vita dietro al figlio. Anche se lo ha
annientato, il figlio da ventanni in un ospedale psichiatrico, lei vissuta 20 anni l, non andata
altrove. Non ha avuto una vita alternativa. Io credo che se noi torniamo a questa analogia tra amore
e conoscenza, anche l notiamo dei fatti che ci possono chiarire. Come diceva tutto il razionalismo
critico di Popper, non c conoscenza unicamente per osservazione dei fatti. La conoscenza
sempre frutto di una teoria; anche la teoria pu essere incorporata negli organi di senso, pu far
parte proprio del modo di elaborare i dati che appartiene alla corteccia, ma pur sempre una teoria
senza la quale non ci sarebbe osservazione, perch lindividuo non saprebbe cosa osservare. Penso
che si possa dire la stessa cosa per quanto riguarda lamore. Come avviene per la qualit della
conoscenza, la quale dipende dalla teoria con cui uno la osserva, credo che lamore dipende in
massima parte dallimmagine che noi abbiamo dellalterit, dellessere altro da noi. E laltro lo si
pu concepire come un continuum dove da un estremo, quello riduttivo, lAltro come oggetto,
laltro estremo lAltro come persona. Credo che la madre schizofrenogena sia una persona
molto legata al figlio, solo che per lei il figlio un oggetto, non ha mai potuto avere le
caratteristiche di riconoscerlo come persona perch, lei stessa, non si riconosce come persona.
Ci sono molte differenze nel considerare lAltro come un oggetto o lAltro come persona. Per
esempio, se lAltro considerato come un oggetto, innanzitutto visto come un personaggio
passivo, come non avesse un interno, come fosse unicamente rispondente alle azioni degli altri o a
quello che succede, agli eventi. Come fosse un evento-rispondente. Non c niente, da conoscere
dentro. Un oggetto completamente nel suo modo di accadere o nel suo modo fenomenico di
essere. Quindi non esiste alcuna necessit di articolare le propriet interne o il mondo interno. Un
oggetto, entro certi limiti, ammette cambiamenti. Alcuni atteggiamenti non sono compatibili con la
conservazione delloggetto in quanto oggetto, ma ammetteno cambiamenti delloggetto, che
incastonato, messo al collo, lucidato,. Uno degli aspetti pi tipici del considerare laltro come
oggetto , ad esempio, considerare laltro modificabile, e quindi il suo modo di essere attuale sia
unicamente transitorio, che non pu che evolvere verso altre direzioni. Ma, soprattutto, laltro come
oggetto un altro che anche intercambiabile e pu essere sostituito se non da un oggetto
altrettanto valido come lui, da due oggetti, per esempio, che ne aumentano il valore. Un altro fatto
importante e che, poiche laltro come oggetto non ha un interno da riconoscere o da articolare,
permette alla persona oggettificante, di conservare immodificato il suo interno. Considerare
laltro come oggetto consente un auto-mantenimento senza termine e senza dover mai modificare il
proprio modo di vedere o attendere le cose. Visto che poi un oggetto affettivo quindi non si puo
perdere facilmente, in tutte le relazioni affettive il problema il controllo della relazione perch non
si verifichi la perdita e, con un oggetto, viene da s che il miglior modo di garantirsi rispetto alla
perdita il possesso totale. Se la persona riesce a possederlo totalmente non ha problemi.
Possederlo totalmente come oggetto, sintende, lo si prende e lo si mette in tasca. Un essere umano,
pero, non e possibile metterlo in tasca, se io loggetto lo anniento, sino allannullamento piu
totale, fino al fatto che, senza di me, non ha alcuna vita possibile, come se me lo fossi messo in
tasca. La strategia verso laltro come oggetto lasciato a s porta, inevitabilmente, allannientamento
di carattere emotivo e psicologico, conservando tutto laspetto fisico anzi lustrandolo e via di
seguito. Il comportamento, latteggiamento cambia se un individuo vede laltro come persona, in
questo caso c, come primo punto fondamentale, il fatto che laltro non mai dato per scontato
laltro, per sua natura, unico e imprevedibile. Quindi lunica possibilit che la persona ha di
comprendere laltro di articolare il suo mondo interno, di ricostruire il suo mondo interno. Quella,
per, unoperazione che espone perch, per ricostruire il mondo interno dellaltro, si deve mettere
il proprio in questione. Io posso ricostruirlo nella misura in cui uso me stesso come
immedesimazione, ma stavolta capire il suo mondo interno significa che io devo simulare il suo
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mondo interno su di me, si dovr mettere in discussione me stesso, il mio assetto corrente, il mio
status, devo accettare questa logica, nel momento in cui laltro inaccessibile, laltro non
cambiabile, non ho sullaltro potere come persona, laltro inaccessibile perch un essere a s
stante, io posso arrivare soltanto a sintonizzarmi attraverso la comprensione del suo interno, che
richiede per la comprensione del mio, e richiede un continuo confronto con il mio. Il che significa
un grosso livello di messa in discussione, ecco perch molto pi difficile. La comprensione
dellaltro come personaggio significa che ad ogni disvelarsi dellaltro che io riconosco, io ho una
mia maggiore articolazione e ci mi fa in qualche modo interrompere lequilibrio raggiunto un
attimo prima. Detto in questa maniera sembra che laltro non sia mai visto in senso passivo, come
dicevo per laltro come oggetto. Laltro sempre visto come un centro protagonista, coordinatore di
realt, portatore di originalit, anche se non riconosciuta dagli altri, soprattutto come una persona
complessa. Per cui riuscire a capire un suo atteggiamento di fronte ad un evento comune, richiede
molta attenzione, molta osservazione.
Quanto ho appena detto pu apparire di facile comprensione, in realt difficile. Nel senso che, noi
di fatto, siamo tutti sempre attrezzati a trattare con gli altri come oggetti, viviamo, anche nel nostro
piccolo branco, in maniera tale che e normale che la maggior parte della gente con cui siamo in
contatto siano trattati, considerati alla stregua di oggetti. Ce ne accorgiamo quando succede
qualcosa di diverso dallordinario, noi ci stupiamo non di quello che la persona x ha fatto, ma del
fatto che avesse delle emozioni: Accidenti! Aveva un mondo cos complesso, chi lavrebbe detto!
Hai visto questo! Noi non ci riferivamo a lui come persona. I riferimenti erano tutti del tipo che
era loggetto pi importante, era un oggetto animato. Questo comune nella nostra esperienza,
ma comune anche con le persone significative. Anche nei confronti della propria moglie, del
proprio marito, del proprio figlio, noi oscilliamo tra il considerare lAltro come una persona o come
un oggetto. Quando e se ci sforziamo tanto, allora riusciamo a proiettarci sullAltro come persona,
altrimenti, se ci comportiamo automaticamente, ci viene automaticamente di comportarci con
questo individuo come fosse un oggetto. E quasi impossibile, nei confronti di una persona che si
ama, non volere un cambiamento, anche solo come fantasia, come colpo di scena, per, dico, ogni
volta che uno si auspica un cambiamento di una persona cui tiene, la sta considerando come un
oggetto, deve rispondere a lui, non deve rispondere a s. Quindi un fatto complicato solo che, da
come uno ha il riferimento dellalterit, cioe considerando gli altri come oggetti o come persone,
da questo dipende la qualit stessa del rapporto. Io credo che questo sia un punto importante che,
anche per farci rivedere alcuni aspetti della psicopatologia, abbiamo, da sempre considerato la
psicopatologia come incentrata sulla carenza daffetto. Sembra che il problema, in generale,
dellaffettivit sia la mancanza, una mancanza che non secondaria, difatti produce danni. I
Depressi, infatti, lo dimostrano. Per, dico, che oltre ai Depressi la carenza daffetto la possono
avere tutti. Un'altra grande variante la qualit dellaffetto. Se una persona ha avuto come padre
Adolf Hitler, in quella situazione non c carenza di affetto, il problema la qualit dellaffetto in
questione. E il discorso che facevo prima della mamma schizofrenogena dove non c carenza di
affetto. Questa donna ha perso la vita dietro al figlio, non importa se gli ha fatto del male, ma ha
perso la vita, si rovinata tutta la vita, lei stava con lui; la qualit dellaffetto in questione che
stato levento patogeno.
Ci resta ancora da affrontare, ma non possiamo comprimerlo in pochi minuti, il tema delle
separazioni affettive, lutti e simili, perch quello un discorso su cui non avremo pi occasione di
tornare. E anche un tema attualmente centrale, perch il livello di separazioni altissimo, quindi su
10 pazienti che vengono in questo studio, 5 hanno un problema connesso ad una separazione in
corso. Le cose che abbiamo detto sullaffettivit hanno soltanto un valore introduttivo. Volevo
sollevare dei temi di carattere generale che, altrimenti, non riusciremo pi a discutere allinterno del
corso; arriveremo soltanto a parlare di specifici stili affettivi.
E lobiettivo di molti quello di scrivere per lamore quello che e stato fatto per la conoscenza
negli anni 70: una storia naturale della conoscenza. Lobiettivo oggi ambizioso, controllare
quello che c con molte sfaccettature, discrepanti, come anche la conoscenza. Certo che la cosa
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pi pervasiva che gli umani hanno. Gli esseri umani credo che siano pervasi, oltre che dal tema
della conoscenza, anche da questo tema dellaffettivit, sia diretta sia indiretta, in senso ideologico,
una caratteristica che, pi degli altri, li contraddistingue. Insieme ad essere la parte pi pervasiva
degli umani anche la parte che per gli umani la pi sconosciuta. E c un bellissimo mito greco
della creazione, il tempo del Dio Kronos, ed un mito che narra di un giorno in cui, tanto per
cambiare, gli dei sono arrabbiati con gli uomini; allora si riuniscono tutti per escogitare la
punizione esemplare in quanto, stavolta, volevano lasciare agli uomini il segno della loro furia,
arrabbiati perche- e non ricordo il motivo, non ricordo cosa avessero fatto - si riuniscono e
seguendo un procedimento di tipo scientifico per primo individuiamo la cosa a cui gli uomini
tengono di pi, e quindi gliela levano. Sul primo punto, la cosa cui tengono maggiormente gli
uomini, hanno praticamente lunanimit: lamore. Ora gliela leviamo. Ma come gliela leviamo?
Allora inizia il primo Dio: Io lo metterei (lamore) sulla cima pi alta, se esiste una cima ancora
pi alta del monte Olimpo. Unaltro dice Ma no, questi qua sono curiosi, prima o poi, dagli e
dagli la vanno a cercare e la trovano. Il Dio del mare allora dice: Nascondiamola nel fondo degli
oceani. Laltro Dio: Ma no, quelli sono curiosi, dagli e dagli poi la trovano. E ognuno dice la sua
e non sanno che strategia usare per privare gli uomini dellamore, finch appare un Dio malizioso
che dice: Guardate, io ho la soluzione migliore: nascondiamolo nel fondo di ognuno di loro,
perch l non andranno mai a trovarlo; cercheranno sempre altrove.
Percio, questo, un tema in voga sin dai tempi dei Greci.

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