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Novembre 1955..............................................................................................................5
Dicembre 1944.............................................................................................................23
Ottobre 1946................................................................................................................31
Settembre 1948............................................................................................................43
Gennaio 1949................................................................................................................55
Settembre 1949............................................................................................................75
Agosto 1950..................................................................................................................94
Agosto 1952................................................................................................................122
Luglio 1954.................................................................................................................136
Novembre 1955..........................................................................................................146
Settembre 1956..........................................................................................................164
23 ottobre 1956...........................................................................................................183
Novembre 1955
Era innegabile: a venticinque anni non era mai uscito dal paese e non
era mai arrivato a pi di tre giorni a piedi, un giorno e mezzo su carro a
cavalli o un pomeriggio abbondante di treno dal posto in cui era nato.
D'altra parte, rifletteva Gyuri, quanti potevano dire di aver viaggiato nudi
in lungo e in largo per l'Ungheria?
Viaggiavano sempre nudi. Non ricordava come e perch avessero
iniziato, ma era diventata una regola inviolabile per la squadra del
Locomotive durante le trasferte. Viaggiavano sempre nel loro vagone di
lusso (costruito appositamente dalle ferrovie ungheresi per facilitare le
Waffen-SS nelle loro razzie di opere d'arte in tutta Europa e noto agli
esperti di cose ferroviarie come una vettura senza rivali su rotaie) e
viaggiavano sempre nudi.
Rka, Gyurkovics, Demeter, Bnhegyi e Pataki giocavano a carte sul
tavolo da pranzo di mogano, un ex pezzo di antiquariato (almeno secondo
Bnhegyi, che aveva lavorato nella ditta di traslochi del padre), deprezzato
da anni di sgocciolamenti, graffi involontari e non, bruciature di sigaretta.
Non essendo un oggetto facile da intascare approfittando di un momento di
confusione, il tavolo era stato orgogliosamente conservato dalla squadra
del Locomotive nonostante fosse un simbolo di lusso collettivo (anche se
in stato di progressivo deterioramento).
Chi era la spia? Chi faceva l'informatore?
Rka cambiava continuamente posizione, come a disagio, un po' perch
gli stavano spillando soldi come lattice da un albero della gomma e un po'
perch aveva il sistema cardiocircolatorio in subbuglio.
La pallacanestro, per Rka, era essenzialmente un modo per
disseminare cromosomi in giro per il paese. La pallacanestro, come
qualsiasi attivit che lo portasse fuori dalle mura domestiche, fungeva da
ponte fra s e i membri dell'altro sesso. Superate le ventiquattrore di
astinenza sessuale Rka diventava estremamente agitato e si lanciava, per
esempio, in frenetiche corse sul posto, accompagnate da ululati. Persino in
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Sul fatto che fosse diventato un albergo non c'era dubbio. Le ragazze
dovevano essere state indirizzate a occupazioni pi dignitose. Gyuri
ricordava che il segretario del Partito aveva fatto un gran parlare allo
stabilimento di Ganz quando avevano assunto quattro lucciole. Porgendo il
benvenuto alle nuove dipendenti, Lakatos si era lanciato in un'accesa
denuncia dell'odioso sistema capitalista, che sfruttava quelle sventurate in
locali di ipocrita depravazione borghese, che aveva perpetuato il droit de
seigneur e aveva mandato al macello i giovani proletari in guerre di
conquista di nuovi mercati e buttato le giovani proletarie sul marciapiede.
Era stata, soprattutto per Lakatos, una splendida orazione. Doveva averla
letta da qualche parte; probabilmente ripeteva a pappagallo qualche brano
del manuale del segretario del Partito, alla voce accoglienza in fabbrica di
ex puttane. Le ragazze avevano ascoltato gli strali di Lakatos intimidite,
con la tuta da operaie. La diatriba era terminata con Lakatos che, dopo
essersi asciugato dalla fronte il sudore della retorica, si chiudeva nel suo
ufficio mentre le ragazze venivano accompagnate a imparare il nuovo
mestiere.
Nel giro di quindici giorni avevano ripreso a esercitare quello vecchio
tra gli enormi rotoli di filo di rame prodotti nello stabilimento. L'essenza
del comunismo era quella, decise Gyuri: mettere i bastoni fra le ruote alla
gente.
Rka gett le carte sul tavolo, schifato, mentre Pataki si riempiva ancora
una volta le tasche: Per citare il grande prevosto di Kalocsa dopo che un
treno gli aveva portato via tutte e due le gambe, "Almeno l'uccello me lo
lasci?".
Parliamo di quel tuo disco di jazz, replic Pataki mescolando
pazientemente le carte.
Rka, figlio di un eminente vescovo luterano, era l'esperto della squadra
in materia di Chiesa e odi di Orazio. Tutte le volte che il padre di Rka si
imbatteva in uno dei tre figli, lo salutava con un verso di Orazio, cui questi
doveva rispondere con il successivo, pena una tirata d'orecchie. Il vescovo
era severo ma non fino in fondo, e chi riusciva a coglierlo in fallo su
Orazio riceveva in premio una fetta di torta al cioccolato. Rka sosteneva
di non aver assaggiato torta al cioccolato fino all'et di sedici anni.
difesa solo se inevitabile, con Gyurkovics sapevi che ogni volta che apriva
bocca la verit andava in esilio.
Gyurkovics c'era stato, l fuori. Nel '47, prima che i confini si
chiudessero peggio delle chiappe d un pidocchio, era stato a Vienna. Era
pi o meno lo stesso periodo in cui Gyuri era andato da Pataki a proporgli
di scappare. Con fogli di giornale al posto delle mutande, passava la
maggior parte del suo tempo a preoccuparsi di quando avrebbe messo di
nuovo qualcosa sotto i denti. Stava salendo a casa Pataki nella speranza di
trovare tutti a tavola, quando lo aveva incontrato per le scale. Aveva degli
occhiali da sole dell'esercito americano, di provenienza evidentemente
clandestina; ce ne saranno state in circolazione al massimo dodici paia in
tutta l'Ungheria. Pataki stava meglio di lui: non si fasciava il sedere nella
carta di giornale e aveva una madre e un padre non disoccupato a
procurargli da mangiare. Gyuri, per, era convinto che non fosse quello il
fattore cruciale. Andiamo via, andiamocene da questo paese, lo aveva
esortato. Pataki si era trastullato brevemente con l'idea. No, aveva
risposto. Andiamo a remare. Era finita cos. Gyuri era sicuro che se
avesse detto di s sarebbero andati subito a piedi alla stazione. Invece aveva
detto di no, ed erano andati alla rimessa delle barche.
Comunque, Gyurkovics aveva reciso il cordone ombelicale con la
madre patria, ma incredibilmente era tornato sei mesi dopo, quando di
ragioni per tornare ce n'erano ancora meno. A Vienna aveva uno zio che
aveva fatto i soldi con le calzature e visto da Budapest sembrava
ricchissimo. L'invidia li aveva rosi per sere e sere, ma poi Gyurkovics era
riapparso con l'aria triste e un vestito modesto. Girava voce che solo
l'insania o l'omicidio avessero potuto spingerlo a tornare, ma il fratello
aveva rivelato che cos'era successo. Gyurkovics aveva demolito l'impero
delle calzature. Nel biglietto lasciato prima di suicidarsi, lo zio aveva
scritto: Hai doti straordinarie: chi riesce a distruggere nel giro di poche
settimane un'azienda costruita con quarantanni di fatica, amore, levatacce
e impareggiabile cura della clientela ha un talento fuori del comune. Spero
solo che un giorno questi tuoi poteri saranno usati per il bene
dell'umanit.
In attesa di salvare il genere umano, Gyurkovics passava il tempo con la
pallacanestro e parlava male dell'Occidente. Probabilmente aveva lasciato
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a Vienna altri motivi d'imbarazzo che non voleva correre il rischio di veder
tornare a galla, e in ogni caso non valeva la pena di attraversare il tratto di
confine vicino a Mak. Chi aveva voglia di andare in Iugoslavia o in
Romania? Stella rossa di qua e di l. La Iugoslavia: un branco di serbi dal
coltello facile, e la Romania poi...
Gyuri si era offeso quando non l'avevano convocato per la tourne in
Romania. Era vero che andare in Romania non era proprio andare
all'estero, ma comunque non era Ungheria e il fatto che le sue ascendenze
borghesi lo avessero defraudato di un viaggio a cui prendevano parte
criptofascisti decadenti del calibro di Rka e Pataki gli faceva andare il
sangue alla testa. Volevano vincere e quindi non potevano lasciare a casa
Pataki, ma non volevano che a passargli la palla fosse qualcuno troppo
nemico oggettivo di classe. In virt di qualche incomprensibile
procedura ministeriale il livello inimicizia oggettiva di classe di Rka
era stato ritenuto pi accettabile del suo.
A ogni buon conto, la Romania non aveva una buona reputazione.
Qualche anno prima Jzsi, che abitava al primo piano, al ritorno dalle
vacanze estive in Transilvania da certi parenti, aveva detto scandalizzato:
Si scopano le anatre, davvero, non scherzo, li ho visti con i miei occhi.
Non essere ridicolo, aveva obiettato Pataki, saranno state oche! Jzsi
sembrava sinceramente scioccato ma, se si pensa che tutti i pi grandi
generali ungheresi, uomini di forte tempra che hanno fatto la storia
dell'Ungheria, vengono dalla Transilvania, plausibile che alzarsi la
mattina e scoprire il vicino con le brache calate intento a far strillare un
pennuto sia un'esperienza formativa.
Gyuri aveva chiesto notizie della Romania anche a Istvn, che era stato
l'ultimo soldato ad abbandonare Kolozsvr, l'ultimo, ma il pi veloce.
Istvn era scoppiato a ridere e non la finiva pi. Elek, che prima della
guerra aveva preso l'Orient Express per recarsi a Bucarest per motivi di
lavoro, sentito che Gyuri stava facendo di tutto per partecipare alla tourne
in Romania, aveva commentato: Mio figlio un imbecille. Questa la
cosa che mi fa pi male.
Gyuri aveva subito l'aria soddisfatta dei compagni che si preparavano
alla partenza. Rka aveva imparato una frase in rumeno che ripeteva in
continuazione e che a suo dire significava mettimi l'occhiello sul pisello.
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Pataki aveva messo nella valigia una scorta di carta igienica e una vetusta
guida alle delizie gastronomiche rumene.
Vennero, videro, persero, ma almeno tornarono. Gyuri era andato ad
accoglierli alla stazione Keleti. Il primo a scendere era stato Rka. Era
sempre stato esile di costituzione, ma adesso aveva perso parecchi chili:
sembrava uno scheletro coperto di pelle biancastra, del tutto fuori luogo,
essendo agosto. Mettiamola cos, aveva riassunto Rka, se dovessi
scegliere fra due settimane nella sala d'attesa della stazione Keleti senza
niente da mangiare e una notte nell'albergo migliore di Bucarest, non ci
penserei su due volte.
Avevano perso tutte e due le partite, principalmente perch Pataki era
fuori combattimento. Lui, che non era mai stato malato un giorno in vita
sua (al massimo si era inventato dei malanni per sottrarsi a obblighi di
vario genere), che aveva visto un medico solo alle visite obbligatorie per
gli sportivi, a Bucarest era rimasto tutto il tempo in ginocchio a dar di
stomaco, vilmente tradito dai propri sfinteri, prosternato dinanzi ai numi
del vomito, abbracciato ai diversi sanitari della suite a implorare
l'intercessione divina. Gli altri, vittime di brutali sconquassi digestivi,
erano comunque riusciti a entrare in campo, ma si sentivano le gambe
pesanti come piombo e il fatto di entrare in possesso di palla era per loro
motivo di enorme amarezza, poich questo implicava dover correre o
comunque agire. Il Locomotive avrebbe felicemente dato forfait a met
partita, se non fosse stato per i ferventi appelli all'onore nazionale e per le
temibili minacce antelucane di Hepp. Nonostante la sconfitta fosse
irrimediabilmente segnata fin dal primo minuto (o forse proprio per questo)
i giocatori del Locomotive erano stati fischiati e presi di mira dal pubblico,
tanto che Szabolcs si era ritrovato una freccetta infilzata in un orecchio.
Quando Demeter, capitano in vece dell'indisposto Pataki, aveva invitato
il capitano dell'altra squadra a scambiarsi la maglia, come tradizione nelle
partite internazionali, il rumeno si era messo a mercanteggiare e alla fine
Demeter si era ritrovato con tre maglie indesiderate, mentre i rumeni se ne
andavano congratulandosi fra loro per aver fregato gli ungheresi.
Non credevo di uscirne vivo, aveva detto Rka baciando il
marciapiede.
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marroni del club con i buonicalorie). Gyuri, per esempio, aveva visitato
il suo posto di lavoro diverse volte e nel corso della sua carriera nelle
ferrovie aveva imparato l'alfabeto Morse. Nell'esercito lo pseudo
dilettantismo raggiungeva livelli inusitati, per cui
Il massimo che si chiedeva agli atleti era di indossare la divisa una volta
ogni tanto. Se poi le prestazioni erano particolarmente elevate, i gradi e gli
stipendi si sprecavano. Pusks, il genio del calcio, non soltanto aveva
un'automobile, ma anche un autista.
Nello spogliatoio il Locomotive fu raggiunto dagli avversari sconfitti.
L'atmosfera che regnava non era esattamente improntata alla benevolenza e
alla fratellanza sportiva: la speranza di procurarsi un po' di plinka
distillata in casa, come spesso accadeva nelle trasferte in provincia, and
delusa. La condotta e il modo di fare dei ragazzi degli ossicini era
palesemente ostile; c'era da aspettarsi che quei bifolchi non avrebbero
permesso alla loro rozza insoddisfazione di varcare la soglia dello
spogliatoio, ma non poterono proprio restare lontani dalle attrazioni di
Budapest: in parole povere, quel fine settimana a Mak non c'era altro da
fare, se non tormentare il Locomotive.
Gli Spolpatori scelsero Demeter come bersaglio privilegiato delle loro
attenzioni. Era alto e aristocratico, come si conviene a chi discende da una
famiglia di aristocratici alti. Che fosse per i settecento anni di pubbliche
apparizioni o per natura, Demeter emanava signorilit in ogni occasione:
dava l'impressione di essere uno che, se lo avessero estratto da sotto le
macerie dopo un bombardamento, non avrebbe avuto un capello fuori
posto. Se tu fossi stato in smoking e Demeter senza un vestito, saresti
comunque stato tu a sentirti nudo.
Demeter era anche una persona eccessivamente ragionevole, e quindi
non rispose alle provocazioni poco fantasiose degli Spolpatori. Se al suo
posto ci fosse stato Pataki o Katona o chiunque altro del Locomotive, il
pavimento sarebbe gi stato cosparso di residui dentari. Perch proprio le
amichevoli andavano sempre a finire molto poco amichevolmente?, si
chiese Gyuri guardandosi intorno nello spogliatoio alla ricerca di qualche
corpo contundente a portata di mano, tipo un pezzo di tubatura di ferro.
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Dicembre 1944
Il soldato tedesco arrancava dietro gli altri, tenendo stretta nella mano
sinistra una buona porzione dell'intestino, che fuoriusciva da un'uniforme
per altro impeccabile. A Gyuri non parve particolarmente sofferente, quasi
il poco teutonico disordine delle budella in fuga gli risultasse assai pi
fastidioso del dolore fisico.
Naturalmente protestare o aspettarsi comprensione o attenzione di sorta
sarebbe stato uno spreco di tempo: comprensione e attenzione
scarseggiavano, come tutto il resto. A piedi o motorizzati, i tedeschi
continuavano a fingere che la guerra non fosse finita e andavano verso il
fiume diretti al castello sull'altra sponda, dove correva voce intendessero
asserragliarsi e combattere fino all'ultimo con i russi che si stavano
rapidamente avvicinando. Gyuri aveva visto arrivare in forza i tedeschi
mesi prima, quando senza tante cerimonie avevano fatto piazza pulita del
governo ungherese. Erano giunti in massa a bordo di grosse motociclette e
altri mezzi di trasporto veloci, pavoneggiandosi nei loro bellissimi giacconi
di pelle.
Adesso i tedeschi non avevano pi la stessa aria gagliarda, poco allettati
dalla prospettiva di essere passati al tritacarne dai russi. Avrebbe potuto
essere un bello spettacolo, se non fosse stato per il fatto che la tritatura
sarebbe avvenuta a Budapest. Dalla direzione del parco municipale Gyuri
sentiva in lontananza il rombo sordo dell'artiglieria, il rumore dei passi
possenti dell'Armata Rossa.
Da quando il comando supremo ungherese, avendo perso un esercito,
cercava di procurarsene un altro con cui trastullarsi, l'addestramento
militare era stato intensificato anche per i quattordicenni come Gyuri. I
suoi istruttori si erano limitati a farli correre come matti con la maschera
antigas e strisciare avanti e indietro su mucchi di letame freschissimo. Per
i russi saranno guai seri se cercheranno di difendersi con la cacca di
mucca, aveva fatto notare uno dei commilitoni di Gyuri.
Gli avevano anche mostrato il tanto acclamato Panzerfaust, il missile
anticarro portatile, l'ultima arma segreta prodotta dagli scienziati tedeschi,
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piace e a chi no. Elek, che era stato pluridecorato nella prima guerra, non
ne parlava mai, ma d'altra parte non parlava mai di nulla con Gyuri.
Occuparsi dei figli per lui era naturale quanto prodursi in giochi di
destrezza con degli ananas. Una volta Gyuri gli aveva chiesto di parlargli
delle decorazioni, ottenendo per tutta risposta la seguente informazione:
In guerra un soldato finisce o decorato o morto, bench alcuni riescano a
fare tutte e due le cose. L'arrivo imminente dei russi, per, aveva indotto
Elek a fargli un'altra paterna raccomandazione di argomento militare:
Ascolta, se arriveremo al punto in cui ci sar qualcuno tanto stupido da
dirti di combattere, sparisci e nasconditi da qualche parte finch non tutto
finito.
In Damjanich utca Gyuri vide una limousine con le insegne militari
parcheggiata davanti al numero 10. Mentre si chiedeva se ci avesse a che
fare con la sua famiglia scorse Klmn, uno dei migliori amici di Istvn,
che adesso ricopriva un incarico di una certa importanza al comando
supremo, con addosso un'uniforme degna di un ballo in maschera. Preso
alla sprovvista nel vedere Gyuri, Klmn pass visibilmente in rassegna
una serie di opzioni prima di scegliere la pi spiccia: Istvn tornato.
ferito gravemente.
In casa Gyuri intravide Istvn steso sul tavolo della sala da pranzo, con
un aspetto degno di una bistecca da settanta chili. Elek gli stava accanto
con uno dei suoi vecchi amici dell'esercito, Krdy, un dottore, che stava
tirando fuori da una borsa nera alcuni strumenti. Gyuri sapeva, pur sapendo
di non doverlo sapere, che Krdy aveva fatto i soldi con la fica, mandando
in cielo angioletti (cio praticando aborti) e ricostruendo imeni allo scopo
di restituire la verginit di un tempo alle ragazze delle migliori famiglie di
Budapest. Un attimo prima che Elek gli chiudesse la porta in faccia, Istvn,
che doveva aver notato Gyuri l impalato, grid: Mi dispiace, ma stavolta
non ti ho portato niente.
Quando Klmn torn insieme a un altro ufficiale, Gyuri era ancora
fuori dalla sala da pranzo. Non abbiamo trovato anestetico, annunci
sbottonandosi la divisa, ci vorr un sacco di tempo. Ha pi metallo in
corpo di un registratore di cassa. Nelle pause dell'intervento, Gyuri
apprese da Klmn che quella mattina era venuto a sapere che l'unit di
Istvn era stata mitragliata da alcuni aerei russi a bassa quota nei pressi di
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Ottobre 1946
Quando andarono ad arrestarlo, Pataki stava elucubrando assiso sul
cesso.
Se ne stava l, comodamente appollaiato a sfogliare la prima edizione
delle poesie di Tompa, uno splendido volume del 1849 con il titolo a
caratteri dorati, ritrovato nella casa di un ebreo dopo un bombardamento.
Tompa era il genere di poeta che piaceva a Pataki, pesante e minore,
motivo per cui ne studiava la metrica. La sua mediocrit era piuttosto
rassicurante. Tompa era stato al fianco di Petfi negli anni della
rivoluzione del 1848, l'evento clou del secolo, nel bel mezzo del calderone
della storia, si era visto offrire tutte le grandi occasioni della vita e se le era
lasciate sfuggire. Il massimo che era riuscito a fare era scrivere sfilze di
versi da biglietto di auguri, da canzonetta.
Tompa era proprio quello che ci voleva come predecessore letterario:
solido, affidabile, privo d'ispirazione, spianava la strada, riscaldava
l'ambiente con qualche strofa promettente per poi passare il testimone ai
successori per la volata finale verso la gloria. Era un alabardiere
battistrada, una specie di suggeritore, non come quel bastardo di Petfi che
si era appropriato della lingua e aveva confiscato quasi tutto quello su cui
valeva la pena di poetare creando la letteratura ungherese nelle pause per il
pranzo fra un'impresa rivoluzionaria e l'altra. Secondo alcune fonti
autorevoli, era stato lui a dichiarare aperta la rivoluzione del 1848, aveva
siglato tutte le migliori forme poetiche, gi che c'era aveva mandato al
macero interi testi scolastici e antologie e aveva combattuto nell'esercito
rivoluzionario ungherese che aveva sconfitto gli Asburgo, l'esercito che
sembrava aver vinto la iella quando in quattro e quattr'otto era stato
sbaragliato.
A quel punto Petfi aveva avuto la faccia tosta di morire, elegantissimo,
con la camicia bianca, solo e appiedato contro la cavalleria cosacca. Aveva
ventisei anni. Gli ungheresi nascevano con i suoi versi prestampati nella
testa.
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Non era mai riuscito a comporre nulla che gli sembrasse degno di far
leggere agli altri. Era frustrante vedere qualcosa che era come una
bellissima ragazza e ritrovarsi con qualcosa che era come uno scarabocchio
su un muro.
Cos, mentre si consolava con la poesia meccanica di Tompa, Pataki
ebbe la sorpresa di sentire bussare con forza alla porta del gabinetto (che
non era stata progettata per resistere a colpi cos pesanti) e udire una voce
sconosciuta e maschile che lo chiamava per nome. Rimase sorpreso, ma
non quanto lo sarebbe rimasto se avesse saputo che fuori ad aspettarlo c'era
l'AVO.
Per essere una polizia segreta, quelli dell'AVO non tenevano poi tanto
segrete le loro attivit: dopotutto una buona met del lavoro della polizia
segreta consiste nel far s che la gente sia al corrente della sua esistenza e si
passi parola. La madre di Pataki per fortuna rimase ancora pi sorpresa di
lui e, non riuscendo a spiccicare parola, non fece scene quando lo
portarono via. Per fortuna ancora maggiore il padre di Pataki era al lavoro.
Se doveva tirarsene fuori con la sua parlantina era meglio che non ci
fossero interferenze. II problema era che non sapeva quale fosse il
problema. I due dell'AVO stettero bene attenti a non dirgli perch dovesse
essere interrogato: volevano sfruttare al massimo la loro posizione di
superiorit. Pataki lo cap subito. Finch non avesse scoperto di cosa si
trattava, sarebbe stato difficile decidere a che menzogna ricorrere: si
prepar due o tre scuse generiche, tanto per avere una storia decente a
portata di mano.
Per le scale incontrarono la signora Vajda, che si rammaricava con la
signora Csorg per la demolizione della chiesa che da pi di cent'anni era
in fondo a Damjanich utca. Tutto ci non pu durare ancora per molto,
diceva.
L'automobile dell'AVO era lunga e nera e Pataki cerc di godersi il
breve viaggio. Essere arrestati aveva un che di lusinghiero, l'entourage
faceva sentire importanti, ma la detenzione stava diventando un'abitudine:
era l'ora di darci un taglio. C'era stato l'episodio della raccolta dei cadaveri
e quella volta se l'erano cavata grazie alla finestra. Poi lui e Jzsi avevano
accompagnato Gyuri nella casa di campagna di sua madre a Erdvros. Il
primo giorno in campagna erano usciti da un bosco finendo dritti in un
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Settembre 1948
L'addestramento delle formiche era stato un caso tipico. Gyuri sapeva
che avrebbe dovuto studiare molto di pi. A differenza degli esami
precedenti, i cui certificati di importanza non l'avevano mai del tutto
convinto, questo era talmente importante che faceva spavento, che toglieva
il fiato, e avrebbe dovuto veramente studiare molto di pi. Avrebbe voluto
farlo e l'intenzione c'era, splendidamente formulata, un'intenzione con tutti
i crismi, ma all'atto pratico si era fermato alle prove generali, senza mai
esordire sul palcoscenico vero e proprio.
Se ne and per conto suo in una zona tranquilla dell'isola Margherita
con la barca a remi piena di libri, senza lasciar detto a nessuno dove
andava. Lui e la matematica, soli. Faccia a faccia. Sdraiato nella calura di
un'estate inoltrata, Gyuri apr i libri per mettersi a nudo di fronte ai calcoli,
per crogiolarsi al sole delle equazioni, ma se l'abbronzatura si intensificava,
per un motivo o per l'altro l'erudizione rimaneva invariata. Si sent tradito.
Si era tuffato nella fredda algebra come da una rupe, ma invece di
precipitare fra le formule era rimasto a mezz'aria, sospeso nel vuoto come
se un'oscura forza antigravitazionale lo respingesse dalla matematica.
Assaporando il sole non razionato cedette a un attacco di pastorizia
formichesca. Prima di allora i suoi unici contatti con le formiche erano
consistiti nello schiacciarle, involontariamente o spietatamente in caso di
invasione dei suoi beni commestibili e non. Si piazz a mo' di spartitraffico
all'incrocio di alcune colonne di formiche e pass tre ore buone a mettere a
punto con olimpica calma una serie di ostacoli e prove da superare con
l'ausilio di rametti, foglie e frammenti del panino che si era portato per
pranzo. Si trastull con l'idea di diventare un grande entomologo, uno
zoologo di fama mondiale. A quanto gli risultava, la biologia era un campo
non contaminato da Marx, bench alcuni suoi seguaci, come Lysenko,
avessero cercato di rimediare al silenzio di Marx sui phyla.
Il fascino delle formiche perdurava, in quanto non c'erano altre
distrazioni. La matematica aveva questo di buono, se non altro: faceva
sembrare piacevole e meraviglioso tutto il resto, si trattasse di formiche,
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monopolio e che la concessione delle licenze era in mano a uno dei suoi ex
commilitoni. Ciononostante, forse incoraggiato dalla conoscenza
approfondita del settore, Elek era fermamente convinto che dai cavalli gli
sarebbe venuto, se non un reddito regolare, almeno il capitale per avviare
qualche impresa futura non meglio precisata, ma economicamente
risolutiva.
Le spedizioni di Elek all'ippodromo erano state per lo pi rovinose, ma
di tanto in tanto evidentemente vinceva, perch certe volte qualcosa in
tavola c'era. Aveva preso anche iniziative pi dirette. Un giorno Gyuri era
tornato a casa e aveva scoperto che i suoi libri erano scomparsi tutti:
rimaneva soltanto una chiazza pi chiara nella tappezzeria. Li ho dovuti
vendere, aveva spiegato Elek su sua richiesta, dobbiamo mangiare, sai.
Era vero, ma avrebbe anche potuto chiederglielo. La cosa pi seccante non
era tanto non avere pi i libri, quanto che, qualunque fosse il valore di
mercato della sua biblioteca, Elek si era senz'altro lasciato infinocchiare
ricavandone solo la decima parte. Il suo senso degli affari, se mai era
esistito, doveva essersi perso per strada durante la guerra. L'esempio
migliore era il negozio di frutta e verdura che aveva gestito per un mese: la
famiglia ne era uscita semidistrutta: dovevano alzarsi prima dell'alba per
andare al mercato e non solo non ci avevano guadagnato nulla, ma ci
avevano perso. Cifre sbalorditive, pi che se avessero semplice
mente buttato la verdura dalla finestra. I fruttivendoli non gradivano la
concorrenza.
Ormai Elek si era lasciato alle spalle i progetti ambiziosi sul tipo dei
negozi di frutta e verdura: gli bastava la poltrona. Da quando era morta la
mamma, Elek sembrava avere meno bisogno di farsi vedere occupato. Di
tanto in tanto si assentava misteriosamente per ricomparire con pacchi di
provviste, ma affrontava la vita pi che altro da spettatore.
Alcuni avrebbero trovato ammirevole una simile assenza di rimpianti e
di desiderio di riscrivere il copione, ma Gyuri non riusciva ad approvarla.
Che effetto fa avere uno dei sederi pi seduti dell'universo? gli aveva
chiesto una volta alla fine di una giornata particolarmente desolata. Elek si
era stretto nelle spalle. Mio padre perse tutto, aveva detto come se fosse
una spiegazione lucida, e a mo' di conclusione aveva aggiunto: Imparerai
ad apprezzarmi quando non ci sar pi.
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Gyuri aveva frequentato poco suo nonno. Delle visite che gli aveva fatto
nella pi remota infanzia ricordava due cose: le belle torte che non gli
permettevano di toccare e un vecchio dalla testa dura e dall'aria pericolosa
che chiedeva continuamente chi fosse Gyuri. Stando a Elek, il nonno si era
fatto garante dei debiti di gioco di un amico che, non essendo in grado di
pagare, invece di fare l'unica cosa giusta e onorevole in questi casi, cio
spararsi in testa, era andato a Berlino e aveva aperto un ristorante
ungherese, lasciandolo l a pagare per lui. Ma se non altro Elek e il nonno
avevano avuto un patrimonio per le mani, mentre Gyuri aveva la
sensazione che a lui non sarebbero toccati patrimoni da perdere.
L'improvvisa indigenza di Elek in un certo senso costituiva un
vantaggio per Gyuri. Un padre dimissionario dalla vita significava che non
c'era attrito riguardo agli esami; Elek non si era mai preoccupato troppo del
rendimento scolastico del figlio, tanto che Gyuri a volte si chiedeva se
sapesse che scuola faceva. In un raro e fuggevole Recesso di diligenza, un
giorno Gyuri gli aveva chiesto di 'interrogarlo sui verbi latini. Li sai o non
li sai? gli aveva domandato Elek e, quando Gyuri aveva risposto che
pensava di s, aveva ribattuto: E allora che bisogno c' che ti interroghi?.
Per fortuna, pens Gyuri quella sera mentre iniziava a prepararsi per
uscire facendosi la barba, gli mancava un solo esame per avere il diploma
di ammissione all'Universit. Mentre si ghigliottinava le setole sent il
signor Galntai, il vicino della porta accanto, che si lamentava
ripetutamente della nazionalizzazione delle fabbriche, avvenuta alcuni
mesi prima, che non aveva smesso di preoccuparlo. il colmo, non pu
durare ancora per molto.
Gyuri non aveva dubbi sul fatto che invece sarebbe durato, almeno
abbastanza perch lo chiamassero nell'esercito. Era il suo unico incentivo a
studiare, e non era una carota da poco. Niente diploma, niente Universit.
Niente Universit uguale esercito, uguale anni di fame, di attese impalato
sotto la pioggia, di trincee da scavare, senza vedere nessuno che conosci,
nessuno che ti stia simpatico, anni di prigione, saluti militari e brande
schifose. La gente optava per il suicidio prima del reclutamento perch era
meglio morire comodamente a casa propria che tagliarsi le vene in una
caserma lercia.
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Era un bene che la matematica fosse l'unico peso che ancora minacciava
di trascinarlo in quell'abisso: in fondo le possibilit di bocciatura erano
state molte. Letteratura ungherese era uno di quei casi in cui era
praticamente resuscitato da morto. Per fortuna all'orale c'era Botond, anche
se insieme a un paio di altri insegnanti cui Gyuri andava poco (o
probabilmente per niente) a genio. Il testo da preparare era il Toldi di
Arany. O non l'aveva mai posseduto o non lo trovava pi, fatto sta che la
sera prima, quando si era deciso a leggere un po', il suo improvviso
desiderio di leggere Arany era rimasto frustrato per cui Gyuri si era
diligentemente presentato all'esame a farsi appioppare un'insufficienza.
Botond era seduto con i piedi sulla cattedra. Sulle facce degli altri
insegnanti si leggeva chiaramente che lo trovavano poco decoroso, ma
Botond era il capo del dipartimento di ungherese e, soprattutto, era
imbattibile in fatto di letteratura ungherese. Aveva letto tutto due volte e,
quanto alla poesia, sapeva recitare a memoria praticamente tutto quanto
fosse stato pubblicato. Con un po' di fortuna, se prendeva il via, entrava in
uno stato di trance tipo Hidassy e declamava versi in maniera impeccabile
per venti minuti, dando alla classe una tregua quanto mai necessaria. Come
ben si addiceva a una persona molto presa dall'arte, Botond aveva capelli
lunghi e ribelli, tanto inesorabilmente ribelli che studenti e colleghi
sospettavano che tutte le mattine se li pettinasse deliberatamente in modo
da sembrare una stella di mare.
Bene, Fischer, aveva esordito gioviale Botond fissando il soffitto,
picchiettandosi leggermente un canino con la stanghetta degli occhiali e
probabilmente scorrendo qualche testo succoso nel retro della sua bottega
mentale mentre assolveva all'uggioso compito di esaminare gli studenti.
sempre un piacere vederti, ma temo che dovrai raccontarci un po' del Toldi
prima che ti lasciamo andare.
Per la verit, non posso, aveva confessato Gyuri. Mi dispiace, ma
non lo so.
Ah, ah, sempre modesto, sempre modesto. Un brano qualsiasi, su,
spara.
Non lo so, davvero. Non voglio farle sprecare il suo tempo, aveva
insistito Gyuri.
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Panico da esame, eh? Va bene, recita una delle tue poesie preferite.
Era una pretesa ragionevole, ma Gyuri era stato colto di sorpresa. Aveva
frugato fra le sue conoscenze letterarie, ma il cassetto era vuoto. No,
professore, temo di non ricordare nulla.
Ah, ah, Fischer, con il tuo senso dell'umorismo un giorno o l'altro
finirai nei guai. Pi della sufficienza non posso darti. Avanti il prossimo,
prego. Botond era estremamente paterno con tutti (tranne coloro che
manifestavano un sincero odio per la poesia). Era uno dei pochi insegnanti
che godevano della simpatia dei ragazzi, di un affetto alimentato da episodi
di vita vissuta tramandati di anno in anno che lo volevano compagno di
sbornia di tutti gli autori pi importanti di lingua ungherese dall'inizio del
secolo in poi. Aveva fatto la fame a Parigi insieme con Ady (Bandi e io
litigavamo per chi dovesse sbucciare la patata per la cena) e con altri otto
ungheresi sporchi e meno ricordati dai posteri aveva diviso a turno l'unico
letto di una soffitta senza riscaldamento; si era ubriacato con tutti i
protagonisti della scena letteraria, aveva dato un pugno a Picasso in una
discussione sulla prosodia e, nonostante la prestigiosa carica che ricopriva,
era sempre disponibile per un bicchiere con qualsiasi personalit letteraria,
importante o no, sopravvissuta a due guerre mondiali e alla massiccia
emigrazione. La critica letteraria assumeva un aspetto molto pi avvincente
se sapevi che il tuo insegnante aveva portato via da un bar l'autore
trascinandolo per i piedi.
No, Botond non era il tipo dalla bocciatura facile, tanto pi che doveva
ancora a Elek una cifra a quattro zeri.
Una volta nel corridoio, con la lucidit che viene sempre dopo, a Gyuri
era venuto in mente che una poesia avrebbe potuto rimediarla, una del
vecchio amico di Botond, Ady, sulla gioia di vedere la Gare de l'Est di
Parigi; infatti, secondo uno dei temi pi suggestivi di Ady, la prospettiva
pi nobile per un ungherese era quella di andarsene dall'Ungheria. Buon
poeta, ma in cimbali. Durante la guerra Istvn era stato a rmindszent, il
paese natale di Ady, e si era sorpreso di non trovare nemmeno una targa in
suo ricordo, quando l'Ungheria era piena di scritte commemorative tipo
Petfi pass di qui e Petfi pass non lontano da qui. Quando Istvn
aveva fatto notare l'omissione a un abitante del luogo, si era sentito
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Gyuri. Come poteva pensare che valesse la pena di esaminare quel foglio
ridicolmente bianco?
Stava per giungere alla conclusione che leggere e rileggere le domande
nella speranza di capirci qualcosa era un'inutile perdita di tempo e che
tanto valeva togliersi la soddisfazione di fare lo spavaldo e uscire,
riuscendo magari a far credere a qualche povero disperato di aver risposto
brillantemente a tutto, invece di contorcersi come un verme sull'amo.
La ragazza del Collegio del Popolo continuava a guardare il suo foglio
e, come se non bastasse, non cercava nemmeno di nascondersi. Per Gyuri
farsi annullare il compito per aver copiato non avrebbe fatto una gran
differenza, ma per lei forse s.
Non posso aiutarti, le fece capire scandendo le parole senza emettere
suono. Non guardare o ci... tutti e due, concluse passandosi
eloquentemente un dito sulla gola. La ragazza avvamp e abbass lo
sguardo sui propri fogli. Ammessa cos la sconfitta sul fronte della
matematica, Gyuri deliber di concedersi una dose di saccheggio oculare
sul petto della sua vicina di sinistra, ma rimase contrariato nello scoprire
che una piega della camicetta negava l'accesso al suo sguardo, impedendo
ulteriori violazioni visive.
Avendo deciso che ne aveva abbastanza di starsene l seduto come un
sacco di patate, stava rimettendo il cappuccio alla penna in vista della
partenza quando il sorvegliante distolse per un attimo i fanali di
supervisione e dal banco alla sua destra gli giunse un foglietto ripiegato.
Gyuri lo apr e vi trov, in una grafia ordinata, una soluzione che non gli
risult del tutto chiara, ma tanto impeccabile che non pot dubitare della
sua correttezza. Copi la risposta e a passi lenti usc dall'aula conscio di
aver superato l'ostacolo con un balzo anche se, con il senno di poi, non
poteva non ammettere che addestramento di formiche e diversivi vari
avevano fatto sudare sangue alla sua fortuna.
A conti fatti, si formarono capannelli di studenti che discutevano di
matematica. Parecchi avevano l'aria abbattuta e la faccia distrutta, quasi
fossero l per un provino per la parte della Disperazione. Per la prima volta
in vita sua Gyuri fu tentato di andare in chiesa a rendere grazie.
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Gennaio 1949
Passarono l'ultima ora a raccontare barzellette sui cammelli.
Il nuovo ufficiale della Legione Straniera arriva al forte nel cuore del
deserto del Sahara, cominci Ladnyi. Ascolta attentamente il sergente
che gli fa fare un giro introduttivo e alla fine dice: "Molto interessante,
sergente, ma c' una questione alquanto delicata che vorrei affrontare.
Staremo qui per anni. Insomma, come si fa quando si accumulano troppi
umori?". "Be' signore", risponde il sergente indicando un cammello legato
nel cortile, " proprio per quando a un ufficiale manca la compagnia di una
signora che abbiamo Daisy, la cammella del reggimento." L'ufficiale
rimane un po' scioccato, ma non dice niente. Passano i mesi e, dopo un
anno nel Sahara, non ce la fa pi, si precipita nel cortile gridando e si butta
sulla cammella. Mentre l che stantuffa, arriva il sergente e, con un
educato colpetto di tosse, dice: "Non sono affari miei, signore, ma gli altri
ufficiali preferiscono usare Daisy per andare al bordello del paese,
signore".
Per essere un gesuita, Ladnyi conosceva un numero sorprendente di
barzellette sui cammelli. Gyuri e Neumann non riuscivano a intervenire
quasi mai. Ladnyi aveva monopolizzato la sezione dei cammelli, ma il
viaggio era lungo e Gyuri non avrebbe certo saputo abbastanza barzellette
sui cammelli per coprire anche solo una parte del tragitto fino ad Hls.
Inizialmente Ladnyi era stato un po' vago sulle ragioni di quella
spedizione nel paesello dove era nato e cresciuto. Potrei aver bisogno di
una guardia del corpo, gli aveva detto. Gyuri sarebbe stato comunque
contento di fargli un favore, ma era lusingato di constatare che lo si
considerasse grosso e pericoloso (anche se si era portato Neumann nel caso
gli servisse una guardia del corpo vera e propria. Giocatore di pallanuoto
grande e grosso, Neumann aveva sempre l'ultimo pugno, su qualsiasi
argomento. Una volta che due pompieri corpulenti e ubriachi gli avevano
annunciato allegramente che volevano spaccargli la faccia, Gyuri lo aveva
visto prenderli per il collo e sbatterli contro un muro sull'altro lato di
Rkczi ut, facendogli scricchiolare tutte le ossa. Peccato che il lancio dei
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tutto, faceva a pugni e sberle con la canottiera a rete che portava sotto. Il
pezzo migliore era la cravatta: come cinta faceva un figurone.
L'odio che serpeggi nella sala al suo ingresso fu tanto forte e palpabile
che Gyuri si stup che Farag riuscisse a farsi avanti, e si rese conto che
quella sera avrebbe assistito a qualcosa di speciale.
Fu odio a prima vista anche per Gyuri: pens che quell'uomo doveva
aver condotto i suoi compaesani ben oltre le colonne d'Ercole dell'umana
rabbia per meritarlo. Era lo zero assoluto della turpitudine umana. Era uno
spettacolo da non perdere, ma probabilmente era meglio che fosse relegato
ad Hls. Noi non ce la passiamo bene, osserv Neumann squadrandolo
dalla testa ai piedi, ma penso che il resto del paese dovrebbe ringraziare
Hls perch se lo tengono qui. Durante il viaggio Gyuri aveva stuzzicato
Ladnyi, sostenendo che la Chiesa si doveva adattare e adottare verso
Farag un atteggiamento comprensivo, rinunciando ai propri possedimenti
terreni. Sorridendo calmo, troppo in gamba per farsi cogliere in flagrante
delitto di emozioni antigesuitiche, Ladnyi aveva replicato: Non so se sia
giusto o meno che abbiamo delle propriet, e non so cosa dovremmo farne,
ma so che non giusto darle in mano a dei banditi. Se vero che nostro
Signore ci ha raccomandato di porgere l'altra guancia, va anche tenuto
presente che non ha mai conosciuto Farag.
Cos lo scarafaggio nero venuto a farsi schiacciare dal potere del
popolo? tuon Farag mancando la sedia su cui avrebbe voluto sedersi e
sparendo alla vista. Sistematosi sulla sedia con l'aiuto dei suoi secondi,
continu poi il discorsetto di benvenuto. Come primo segretario del
Partito comunista ungherese... cio... cio... del Partito popolare ungherese
della comunit di Hls-Mezmegyer-Murony, e in qualit di sindaco,
nonch di presidente della azienda agricola collettiva "Ebbri di successo",
per citare il compagno Stalin nella relazione tenuta al Comitato centrale in
occasione del diciottesimo congresso del PCUS(B)... A questo punto
Farag perse il filo ideologico, si ferm e, non trovando altro da dire,
impugn la pistola per sottolineare il concetto e si spar in una gamba. Per
lo sconforto generale, si trattava di quella di legno.
Quindi, riprese, quindi scientificamente, a ritmi bolscevichi,
manger tanto da seppellirti. Fece schioccare le dita e il proprietario della
csrda si avvicin al tavolo, dove eresse un'enorme bilancia. L'hanno
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Che razza di alternativa era? Che lingua vorresti che parlasse il tuo plotone
di esecuzione? In quelle circostanze era chiaro che un cardinale brillante
non sarebbe servito a niente. Non sempre serve essere in gamba e
lungimiranti. Che differenza fa per il maiale condotto al mattatoio essere
intelligente?
Anzi, la stupidit pu essere di grande aiuto. Non che avesse
avvantaggiato Mindszenty, che pure ne era ben fornito. Quando si precipita
in un burrone, la qualit della testa che ci si va a spappolare non conta
molto.
Quando Gyuri discuteva la posizione della Chiesa, Ladnyi diventava
serio, ma non si preoccupava. D'altra parte era difficile che qualcosa lo
preoccupasse. Finire sul rogo per lui sarebbe stata ordinaria
amministrazione, anche se altri ecclesiastici si sarebbero mostrati pi restii.
Era difficile, per esempio, immaginare padre Jenik che si preparava al
martirio, per quanto a Gyuri fosse simpatico. La sua filosofia era di
prendere il meglio che offre la vita: perch Dio avrebbe creato gli alberghi
di prima categoria se non voleva che li usassimo? Quando i russi avevano
preso Budapest, Jenik aveva portato il gruppo scout in campagna. Per fare
cento chilometri c'erano voluti due giorni su un treno talmente lento che,
quando uno dei pi piccoli era caduto dalla porta aperta della carrozza, uno
dei pi grandi aveva avuto tutto il tempo di scendere, raccoglierlo e
ributtarlo su. Jenik li aveva portati in un paese dove aveva alcuni lontani
parenti, e aveva incominciato a narrare con dovizia di particolari e di
iperboli gli orrori e le degenerazioni della guerra, commiserando il triste
destino dei ragazzi che avevano davanti. Non mentiva, ma non faceva
neppure nulla per evitare di essere frainteso. Lo stesso padre Jenik che sul
treno aveva riso tutto il tempo, e che Gyuri sospettava essere la fonte di
tutte le barzellette sui cammelli di Ladnyi, aveva assunto un'aria cupa e
addolorata. Dopo un bel po' che dissertava sulle atrocit della guerra, Gyuri
si era reso conto che parlava di loro. Mentre evocava i supplizi della fame e
le privazioni aveva la mano poggiata sulla spalla di Papp. Papp sembrava
un burattino fatto di ferri da calza tenuti insieme con la colla tanto era
smunto e macilento, nonostante che suo padre fosse macellaio e in casa sua
mangiassero pi carne di tutti i carnivori dello zoo di Budapest. Ai
contadini erano venuti i lucciconi e, a parte Hls, era stata la volta in cui
Gyuri aveva mangiato di pi in assoluto. Quella sera era arrivato a pensare
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che non avrebbe mai pi avuto bisogno di mangiare in tutta la sua vita e
aveva girato a vuoto nel buio sperando ardentemente che il movimento lo
aiutasse a digerire, a scacciare la nausea e a macinare l'incudine che aveva
nello stomaco.
Per altri versi, per, padre Jenik era il classico prete dai modi paterni,
sempre intento a tirarti su la manica per tastarti il polso spirituale e a far
rispettare una per una le regole del club: frequenza alla messa, confessione,
osservanza delle festivit religiose. Ladnyi non parlava mai di religione, a
meno che non fosse qualcun altro a tirare fuori l'argomento o il discorso
sorgesse spontaneamente. Niente lusinghe n ricatti spettacolari per
riempire di chiappe le panche, niente appelli, con Ladnyi. Sembrava che
non gli importasse se ti facevi vedere o meno, ed era questo che era
pernicioso. Gyuri aveva smesso di andare in chiesa come aveva smesso di
credere a Babbo Natale: arrivati a un certo punto, non era pi possibile
prenderli seriamente. Era proprio questa la cosa preoccupante di Ladnyi:
lui era tanto in gamba che aveva sempre una vista panoramica di quello che
facevano tutti. Neppure Pataki cercava di cambiare le carte in tavola con
lui, perch ti leggeva nel diario prima ancora che ci scrivessi. Gyuri,
quando puliva la vasca da bagno o faceva la spesa, non poteva fare a meno
di pensare che anche le azioni pi insignificanti facessero parte di un piano
pi generale, che pulire la vasca da bagno e fare la spesa facessero parte
delle macchinazioni di Ladnyi (solo che lui non se ne rendeva conto) e
che un giorno si sarebbe svegliato tutto vestito di nero con un collare
bianco.
Che fosse per l'Ordine a cui apparteneva o per ldanyiet, Ladnyi
agiva sempre in sordina. L'estate prima, per eccesso di zelo, Gyuri aveva
offerto a Katalin Takcs di andarle a ritirare un vestito nuovo dalla sarta.
Le sue compagne di spogliatoio avevano sparso la voce che non aveva peli
sulla micia, per cui era andato dalla sarta che vestiva la ragazza che lui
avrebbe voluto spogliare per controllare la voce che girava sul suo conto.
Il favore fu doppio, dato che la sarta viveva nel quartiere di Angyalfld,
oltre Vci ut. Si diceva che quando gli americani l'avevano bombardato a
tappeto per sbaglio alla fine del '44, cercando in realt le fabbriche
sull'isola di Csepel, nessuno ci aveva fatto caso, perch nessuno aveva
notato la differenza. C'era anche chi diceva che sia le Waffen-SS sia
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chiaro che lo trattavano come uno appena sceso dalla luna. Ladnyi parve
leggermente risentito di essere stato sorpreso a fare del bene, ma
accompagn Gyuri al tram e gli confid di malavoglia che faceva il giro di
Angyalfld tutti i giorni prima della messa del mattino. Era la pura follia
della sua fede a permettergli di uscirne incolume, pens Gyuri. Sollevato
per essere scampato ad Angyalfld, ancora intatto nel corpo e nello spirito,
Gyuri era alla stazione Nyugati in attesa di cambiare tram e consegnare il
vestito quando un gruppo di cinque ragazzi della sua et gli si avvicin.
Uno estrasse senza preamboli un paio di forbici e gli tagli rapidamente la
cravatta. Era l'ultima cravatta di seta di Elek, l'ultima cravatta in generale,
la sola rimasta in casa Fischer. Il tagliatore gli porse i brandelli e sentenzi:
Ceruleo.
A quel punto a Gyuri venne in mente che era di moda a Budapest,
soprattutto fra gruppi di cinque armati di forbici, andare in giro ad
amputare cravatte alla gente per poi dirgli: Ceruleo. Non era una gran
cravatta, la fantasia non era di suo gusto e c'era una macchia indelebile di
minestra, ma l'impulso di mollare un pugno in faccia allo sforbiciatore era
stato di un'intensit quasi incontrollabile, tanto pi che quello si aspettava
che Gyuri la prendesse in ridere. Gyuri pens quanto gli sarebbe piaciuto
spaccargli la faccia, poi per pens quanto poco gli sarebbe piaciuto
ricevere in cambio almeno lo stesso trattamento moltiplicato per cinque: si
accontent di un'occhiata sprezzante. I cinque salirono sul tram successivo
facendo commenti sullo scarso senso dell'umorismo di certa gente.
Quando, su suggerimento di Farag, passarono al gelato al cioccolato,
Gyuri cap che era fatta.
Ladnyi e Farag si erano riscaldati con un paio di litri di minestra di
fagioli prima di passare al piatto forte pollo fritto - in quantit
meticolosamente pesate sulla bilancia. Hls sempre andata famosa per
il pollo fritto, borbottava Farag, e ora, grazie al socialismo, il pollo
fritto ancora pi fritto. Allung la mano verso un piatto di sottili tubetti
verdi. I peperoncini sono facoltativi, annunci infilandosene due in
bocca.
Arrivato a tre chili di pollo, Farag incominci a sudare, sebbene fosse
difficile stabilire se fosse per lo sforzo gastronomico o per gli effetti
calorifici dei peperoncini. Incominciava anche ad avere un'aria stranita,
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Come dice l'adagio, boccheggi, in una taverna non c' posto per
due suonatori di cornamusa. Noi, la classe lavoratrice... noi, strumento del
proletariato internazionale... difenderemo le conquiste del popolo... A
quel punto Farag si incepp, cadde dalla sedia e, come se la propaganda
gli fosse andata di traverso, svuot lo stomaco sul pavimento. A Gyuri
parve un perfetto caso da estrema unzione.
Ladnyi per non si mostr preoccupato. Padre Orso ha dei documenti
da farle firmare, credo, dichiar. Il prete del villaggio si chin e gli porse
una penna; Farag era lungo per terra, come incerto se fare o meno due
flessioni. Con aria torva tracci uno scarabocchio sul foglio e, supino, fu
trascinato via dalle mani inesperte della cellula del Partito, braccia e gambe
penzoloni.
Nel corso del loro colloquio post-minzione, l'anziano contadino aveva
detto a Gyuri: Prenda l'individuo pi fetente che riesce a immaginare, ci
sar sempre qualcuno di solito parecchio imbecille, ma non sempre - che
dir che no, che stato frainteso, che gli hanno fatto dire cose che non ha
detto. Anche gli assassini, quando finiscono sul giornale, hanno una moglie
o una mamma che li difende sostenendo che a conoscerli davvero sono
bravissime persone. Chieda in giro se qualcuno ha qualcosa di buono da
dire su Farag, chieda a tutti quelli che lo conoscono da una vita se
ricordano qualcosa a suo favore, una piccola cortesia, un ringraziamento,
un piacere: vedr che resteranno tutti muti come angurie nell'erba alta.
Persino sua madre, se Farag fosse sul patibolo, direbbe "Attenti a
stringerglielo bene quel cappio" oppure " permesso dare la mancia al
boia?".
Pulendosi la bocca con un tovagliolo ricamato, Ladnyi si alz in piedi
scattante come se fosse reduce da uno spuntino veloce fra due
appuntamenti importanti. Bene, adesso dobbiamo andare. Che Dio vi
benedica. Ci fu un'altra ora di baciamano e caricamento di doni sul carro,
ma Ladnyi insistette decisamente per partire, visto che sarebbero ancora
riusciti a prendere il treno per arrivare a Budapest la mattina dopo.
Alla luce della luna Ladnyi sembrava incredibilmente magro. Durante
il viaggio sul carro Gyuri aveva lo stomaco in subbuglio per gli scossoni e
si sorprese che Ladnyi non avesse la minima inclinazione alla nausea.
Gyuri era convinto che ci sarebbero voluti dei mesi prima che gli tornasse
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tremila anni di solito buon segno. Questo non male. Ad alcuni di noi
giovani hanno detto di studiare il cinese.
I superiori ritengono che sia un mercato in espansione. Ogni anno
ciascun gesuita riceve una lettera con i suoi ordini. Ho la sensazione che
vogliano spedirci via tutti quanti. Secondo me un errore, ma l che entra
in gioco il voto dell'obbedienza.
Gyuri non metteva piede in chiesa da quando aveva quattordici anni e
sua madre lo aveva trascinato alla messa di Pasqua. Successivamente aveva
tentato di mettersi in contatto con Dio in diverse occasioni, quando aveva
temuto di morire, ma sempre sul posto, non in luogo sacro. Era certamente
il vantaggio pi grosso di un'educazione religiosa: ti dava un numero da
chiamare in caso di necessit, il che era pur sempre una consolazione,
anche se non rispondeva nessuno. Gyuri aveva sentito gli svariati
argomenti addotti dai sostenitori di Dio per dimostrarne l'esistenza: lo
prova la progettazione (direi che come universo ben fatto), la
perfezione del creato (per essere uno scherzo ha richiesto un sacco di
lavoro) oppure la versione di Pascal, cento franchi su Dio in un senso e
nell'altro. Ma, tutto considerato, l'argomentazione migliore per arruolarsi
nell'esercito di Ges era che la punta di diamante, Ladnyi, ci credeva.
Quando arrivarono a Budapest, Ladnyi ringrazi Gyuri e Neumann
dell'aiuto. Fu l'ultima volta che Gyuri vide Ladnyi. In quel momento non
ne aveva il pi vago sentore, ma a distanza di anni, ripensandoci, gli venne
il dubbio che Ladnyi lo sapesse. Non ti scordare quello che ho detto a
proposito dei grandi libri. E ogni tanto leggi la Bibbia. Ha ottenuto buone
recensioni, sai. Il tono di Ladnyi in quella raccomandazione d'addio non
era quello di un piazzista, n di un amico che ti consiglia che cosa leggere,
ma piuttosto quello di un visitatore che porge a un detenuto una pagnotta
con una lima dentro.
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Settembre 1949
Proprio mentre il tram percorreva l'ultimo tratto del ponte Margherita,
con la coda dell'occhio Gyuri registr la presenza della ragazza seduta sul
bordo del parapetto. Un attimo dopo non c'era pi. N lui n gli altri che
sul tram avevano assistito al tentativo di suicidio potevano fare nulla.
Prima che il tram si fosse fermato e loro fossero arrivati fino al ponte, il
destino della fanciulla sarebbe stato deciso, per un verso o per l'altro.
Sembrava un po' spietato dire "To', eccone un altro" e stringersi nelle
spalle, ma tornando indietro non avrebbero dato alcun contributo, a parte
fare da spettatori. La gente gi sugli argini avrebbe fatto da buon
samaritano per quanto possibile. E poi Gyuri era in ritardo.
Solo a lui poteva capitare di imbattersi in un suicidio quando era gi in
ritardo per il lavoro. D'altra parte, se non altro sarebbe stata una scusa
onorevole per la sua mancanza di puntualit. Gli era rimasta impressa
un'immagine nitida della ragazza: strano come un ritratto dettagliato
potesse fissarsi velocemente nella memoria. Sembrava una ragazza di
campagna venuta nella metropoli popolosa a prendere l'uscita da cui non
c' uscita, una ragazza non abbastanza carina da tuffarcisi dietro.
D'altronde, fosse stata abbastanza carina da avere orde di uomini che le si
tuffavano dietro, non avrebbe avuto bisogno di buttarsi dal ponte.
E poi il suicidio, sport nazionale, vizio ungherese per eccellenza, andava
rispettato. Gyuri non era aggiornato sull'andamento del suicidio sotto il
regime socialista magari era stato abolito - ma la popolarit di questo
genere di fai-da-te non poteva essere attribuita interamente alla Rkosi &
Co. Da secoli ungheresi di qualit e in quantit, se non riuscivano a entrare
in uno degli eserciti ungheresi usi a farsi sbaragliare, si facevano saltare le
cervella o restituivano altrimenti la libert alla propria anima. Bastavano un
momento di inerzia, un po' di musica malinconica e subito un ungherese
cercava di staccare la spina. E non solo i nobili: le domestiche ungheresi a
Vienna erano tristemente famose per la loro passione di candeggiarsi le
budella.
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Non ti d fastidio?
Fastidio? S. No. Forse ti sorprender, ma da giovane la mia massima
aspirazione non era esattamente quella di finire in una poltrona con un
pullover grigio pieno di buchi. Confesso che immaginavo piuttosto
qualcosa come un lusso sfrenato, ma mi d un certo gusto deludere la gente
non dando segni di disperazione da suicidio.
Avrebbe dovuto candidarsi a segretario del Partito con la parlantina e la
voglia di far niente che si ritrovava, pens Gyuri. Subito dopo la guerra
avrebbero preso chiunque, ma ora non pi. Ora i comunisti che avevano li
impiccavano.
Sulyok, il caposquadra, stava tenendo ai colleghi di Gyuri una delle sue
conferenze quando lui finalmente si present. Nel vedere ci gio non poco
di essere arrivato in ritardo. Il motivo principale per cui Gyuri ostentava
tanta nonchalance riguardo alla propria mancanza di puntualit era che a
lui e a Pataki il lavoro in fabbrica era stato procurato direttamente da
Gombs, il vicedirettore dello stabilimento, e tutti lo sapevano. Vincitore
di medaglie olimpiche, sollevatore di pesi le cui imprese erano state
ricompensate con una piacevole sinecura presso lo stabilimento di Ganz,
Gombs ci teneva molto a formare una squadra di pallacanestro nella
fabbrica e a trascinarla fino in serie A. Cos Pataki e Gyuri, quest'ultimo in
qualit di servipalle personale di Pataki, erano stati invitati a entrare nella
squadra e a passare un po' del loro tempo nella fabbrica. Gyuri andava
d'accordo con Gombs e lo trovava simpatico, non solo perch gli aveva
fornito il lavoro e il destro per sottrarsi all'esercito, ma anche perch era un
tipo affabile, e Gyuri ammirava la sua munifica perversione. Ammirava
soprattutto il fatto che, mentre altri si sarebbero tagliati le vene oppressi
dalla vergogna del loro vizietto, Gombs era di una franchezza e
impenitenza straordinarie riguardo al suo penchant per le ragazzine sulla
soglia della pubert. Il suo ufficio era ampio, appartato e con tanto di
doccia. L le ragazze che Gombs selezionava con cura meticolosa durante
i suoi viaggi in provincia e portava a Budapest per un corso intensivo
ricevevano le sue lezioni private. Gyuri si aspettava da un istante all'altro
di veder entrare a passo di marcia nell'ufficio di Gombs un genitore
infuriato o la polizia, ma per il momento sembrava che la cosa non avesse
turbato nessuno ed era sempre possibile, come aveva osservato Pataki, che
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ben pagato, il che significava che dopo aver mangiato ti restava qualche
spicciolo in tasca.
Il lavoro per cui veniva pagato Gyuri si riduceva a stare a sentire le
avventure antiche e recenti di Tams, che parlava ininterrottamente mentre
sollevava e abbassava i motori elettrici. Tams aveva moltissime
avventure, soprattutto perch pareva che non dormisse molto. Era senza
fissa dimora e considerava uno spreco di denaro affittare una stanza, per
cui dormiva le tre o quattro ore di cui aveva bisogno raggomitolato per
terra in qualche angolo della fabbrica molto rumoroso (anzich
insopportabilmente rumoroso) e alla mattina saltava su fresco come una
rosa e pieno di entusiasmo. La maggior parte delle sere, per, non gli
occorreva dormire nello stabilimento per via di qualche intrigo amoroso o
altra baldoria transnotturna.
Tams aveva una visione tutta sua di Budapest, basata sulle donne con
cui era stato a letto e sulle kocsma in cui andava a bere; era questa la
topografia che illustrava a Gyuri durante le ore di lavoro. Ecco un tipico
monologo alla Tams: Cos sono stato al "Cieco accecato dal bere":
hanno una birra ceca tostissima. Be', non c'ero pi andato da quando ho
smesso di fottere la cameriera della moglie dell'ambasciatore francese, ed
proprio di fronte a dove scopavo la moglie del violinista zigano che
suonava al "Portacenere strapieno"; sarebbe quello che ho dovuto
accoltellare, non quello che mi voleva pagare perch mi tenessi sua moglie.
Quella che vedevo dietro "Il vino si pu fare anche con l'uva". Gran bel
locale, sai, ci ho passato una serata meravigliosa con una bulgara. Io non
parlavo bulgaro e lei non parlava ungherese, ma che bisogno c' di parlare,
non trovi? Abitava praticamente sopra il "Perch il pavimento mi preme
contro il naso?". Ci sono rimasto accampato per giorni.
Allora, ero al "Cieco accecato dal bere" e mi stavano dando un po' di
plinka sottobanco - dicono che i tedeschi la volevano per i loro missili - e
ho visto un tappetto in compagnia di una bella donna. Erano seduti vicino a
un gruppo di scaricatori di porto. Insomma, questo tizio si rivolge agli
scaricatori che stanno dicendo cazzo di qui e cazzo di l e in tono molto
professorale gli fa: "Vi dispiacerebbe moderare il linguaggio davanti a mia
moglie?". Tanto di cappello, ma prendersela perch la gente parla male in
un posto come "Il cieco accecato dal bere" un po' come entrare dal
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cadde l'occhio sul telefono nero. L'idea di sollevare la cornetta e fare una
telefonata all'estero, in un posto qualsiasi, un posto qualsiasi in Occidente,
gli si insinu subdolamente in testa. Si trastull al pensiero di farlo
davvero, di fare una telefonata soltanto per sentirsi dire Pronto o
Buongiorno all'altro capo del filo, solo per sentire il rumore dell'estero, il
crepitio della libert, la lingua ineffabile di oltreconfine.
L'eccitazione davanti a quella prospettiva gli corse lungo la spina
dorsale come il martelletto su uno xilofono.
Si trastull con quell'idea ancora per qualche minuto pur sapendo che,
per una serie di motivi, primo fra tutti la mancanza di fegato, non ci
avrebbe provato. Ma assapor fino in fondo la sola opportunit di farlo.
Immagin di sollevare la cornetta e di chiedere con la voce da Gombs la
comunicazione con New York, Parigi, Londra, Berlino o magari con
Cleveland, Ohio. Furono cinque minuti fra i pi piacevoli che gli fossero
capitati da molto tempo a quella parte.
Poi ricominci a preoccuparsi di essere mandato a spasso. Dov'era
Gombs? Era in giro a fare il talent scout? Sarebbe finito sotto le armi
prima che Gombs ripassasse in ufficio? Tornando in officina si imbatt in
Pataki che bighellonava in un corridoio palleggiando a terra e contro i
muri, gli occhiali da sole sul naso. Probabilmente aveva esaurito il filo di
rame da rimirare. Gyuri gli espose i suoi problemi, mentre Pataki faceva
rimbalzare furiosamente il pallone intorno a un ritratto di Rkosi. Ti ho
sempre visto bene in uniforme, disse Pataki con l'assoluta mancanza di
comprensione che solo i migliori amici riescono ad avere. No, non ridere.
Non credo tu abbia rivali a scavare trincee. Solo per la tua attitudine allo
scavo di trincee meriteresti di diventare generale. Siccome ho sentito dire
che il servizio militare stato portato a tre anni, dovresti avere tutto il
tempo. Quindi entr negli uffici per impressionare le ragazze
impressionabili con la sua abilit nel dribbling.
Pur essendo gi abbastanza preoccupato per conto suo, Gyuri non riusc
a trattenere un moto di apprensione per Pataki, la cui negligenza non
accennava a diminuire. Era sempre stato lui a farli finire nei guai, guai
lampanti, inequivocabili, come quando al campo scout avevano bevuto il
vino della messa fino all'ultima goccia, dietro suggerimento di Pataki.
Inutile sperare di farla franca. Padre Jenik era giustamente andato su tutte
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le furie ma, dal momento che mancavano solo tre giorni alla fine del
campeggio, i giorni di autentica e meritata punizione erano stati solo tre.
Questa volta il campeggio poteva durare molto di pi...
Tams fece ritorno con due lame nuove in mano. Te l'avevo detto che
ti stava sfottendo. un buon diavolo, il vecchio Lakatos. Non mi ha voluto
lasciare andare via senza questa stecca di sigarette. Non volevo accettare,
ma ha insistito tanto. Ne diede due pacchetti a Gyuri.
Arriv l'ora di pranzo. C'era un bel sole robusto, cos uscirono quasi
tutti in cortile a mangiare quel che erano riusciti a procurarsi. Zsigmond e
Prtos, i due preti, erano seduti vicini con il loro pane e formaggio e
conversavano in latino per lustrare l'unica arma cattolica rimasta loro.
Nessuno ci faceva pi caso: gli operai si erano abituati a quegli strani
compagni di lavoro piovuti dal cielo. Preti, ragionieri, diplomatici,
cartografi, nobili, tutti imbranati dal primo all'ultimo. Era in corso una
grande campagna di trasmissione dei metodi di lavoro. Impossibile
sfuggire ai manifesti, ai film, alle esortazioni scritte e a voce. Gyuri aveva
visto un cinegiornale in cui un vecchio operaio stagionato, con il suo bravo
berretto da vero proletario, fingendo di non vedere le nefandezze perpetrate
da un giovane imberbe al tornio accanto al suo, leggeva l'editoriale di
Popolo libero sull'indispensabilit di trasmettere i metodi di lavoro. Poi,
sopraffatto dalla vergogna per la propria negligenza, si precipitava a
iniziare il ragazzo alle delizie della tornitura avanzata.
In soldoni il messaggio del Partito era: sar meglio che vi insegniate le
cose l'un l'altro, perch noi non abbiamo n il tempo n il denaro per farlo.
Se nella fabbrica tutti quanti avrebbero preferito morire piuttosto che
seguire le insistenti raccomandazioni del Partito, se non altro per non
sprecare tempo prezioso ai fini del proprio salario, avevano per dato
aiuto, consigli e incoraggiamenti ai nuovi venuti, che si erano ritrovati
catapultati in mezzo allo stabilimento senza saper fare il loro lavoro e
spesso senza sapere neppure in che cosa consistesse. Erano tacitamente
riconosciuti come esiliati nazionali.
Gyuri fu accolto molto cordialmente da Csokonai, seduto a
scribacchiare affannosamente su un mucchio disordinato di fogli che
teneva sulle ginocchia. Csokonai era un ex professore universitario, esperto
di diritto internazionale, un uomo per bene, sebbene noioso se non lo si
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ricordasse Gyuri, Szcs, che stava di guardia fuori dell'ufficio di Elek, non
ne aveva mai beneficiato.
Szcs era perennemente di buon umore, ma il suo giubilo saliva di un
paio di gradi non appena vedeva un giovane Fischer. Come stai, Gyuri?
Non ti sei ancora sistemato? Non pensi a sposarti? Gyuri si rendeva conto
di avere l'et in cui tutti sono enormemente curiosi di sapere che cosa uno
faccia del suo apparato riproduttivo, quindi era preparato a domande di
questo genere da chi era pi grande di lui; aveva tanta voglia di sposarsi
quanto di farsi castrare, ma rispondeva di buon grado negando
allegramente di avere storie importanti. Uno che aveva attraversato mezza
Budapest per portare del cibo aveva diritto di chiedere quello che voleva.
Gyuri scorse un pacchetto aperto di ciccioli d'oca e cominci a predisporre
lo stomaco ad accoglierli.
Guardando in direzione del dito che teneva puntato su Gyuri come se
fosse la canna di un fucile, Szcs sentenzi: Te ne accorgerai, quando
troverai quella giusta te ne accorgerai. Gyuri annu in segno di
approvazione come si fa con chiunque possegga dei ciccioli d'oca. Con
mia moglie me ne sono accorto la prima volta che l'ho vista, aggiunse
ridendo sotto i baffi. Gyuri rimase sorpreso, perch aveva visto la signora
Szcs una volta sola e la sua prima e ultima impressione era stata di
incondizionata bruttezza; aveva sempre pensato che Szcs l'avesse sposata
per piet, oppure che la loro unione fosse un'ulteriore sintomo della
sfortuna cronica di Szcs e non un'affinit elettiva. La vita di Szcs era
costituita da una serie ininterrotta di calamit: rimasto orfano, aveva fatto
naufragio lavorando come mozzo, aveva perso un occhio per un'infezione,
le dita dei piedi per assideramento in un campo di prigionia russo ed
entrambi i figli nella grande epidemia di dissenteria del 1919. Non restava
che prenderla in ridere, nel suo passato c'erano certamente anche altri
disastri ma, cosa inconsueta per un ungherese con la possibilit di attingere
a materiale tanto promettente, Szcs era molto parco nel rivelare i
particolari della sua vita.
Il segretario del Partito fa a Kovcs , si mise a raccontare Szcs
cambiando argomento. "Compagno Kovcs, perch non sei venuto
all'ultima riunione del Partito?". "L'ultima riunione del Partito?" ribatte
Kovcs. "Se avessi saputo che era l'ultima, avrei portato tutta la famiglia."
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Agosto 1950
Stabilirono i loro quartieri estivi fuori Tatabnya.
I contadini nei campi, avendone gi viste di tutti i colori, o forse in virt
di un innato realismo, non manifestarono grande sorpresa nel vedere una
mezza dozzina di figuri nudi e abbronzati a passeggio fra i loro girasoli.
Giocatori di pallacanestro, borbottavano.
In testa c'era Pataki con gli occhiali da sole, le scarpe da basket e una
cartina ben piegata sottobraccio. Nonostante le abbondanti fatiche del ritiro
cui il Locomotive era stato invitato dalla Nazionale per una serie di
partitelle di allenamento, avevano energia da vendere e, su istigazione di
Pataki, uscirono a fare una ricognizione pomeridiana al fine di verificare se
la campagna circostante fosse noiosa come sembrava. Per il momento
effettivamente lo era.
I campi pi vicini erano pianeggianti e scontati, ma Pataki li condusse
verso una macchia di verde in lontananza, un bosco ceduo in un punto un
po' ondulato, con una grande chiazza pelata alla sommit. La vista che si
godeva da quel poggio confermava le ipotesi pi sconfortanti: totale
assenza di qualsiasi vago barlume di attrazione o motivo di interesse in
tutta la regione. Ecco a voi, signori, la campagna. Luogo ideale per chi
ama le capriole nell'erba e dimora di delizie bucoliche celebrate nel corso
dei millenni da illustri poeti che, a mio parere, o erano stati corrotti da
ricchi contadini desiderosi di migliorare la propria reputazione o erano
semplicemente affetti da arteriosclerosi galoppante, concluse Pataki.
Sulla cima del colle c'era una pietra rettangolare alta pi di un metro.
Pataki, dopo aver consultato la cartina, la present come oggetto di
significativo valore trigonometrico. Se non fosse stata segnata sulla carta,
probabilmente l'avrebbero ignorata, ma non capita spesso di avere
l'opportunit di distruggere una pietra miliare. Era straordinariamente
pesante e recalcitrante ma, facendo leva su un buon numero di rami
robusti, alla fine riuscirono a rovesciarla e la osservarono compiaciuti
rotolare con vigore lungo il pendio per un buon tratto. Soddisfatti del
pomeriggio di sabotaggio ai danni dello Stato, ritornarono al campo.
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dissoluto. Dopo due settimane di ritiro Rnai aveva perso tutti i soldi che
aveva, pi una serie di oggetti di valore fra cui un notevole tagliaunghie
tedesco e un'assai meno entusiasmante boccetta di acqua di rose bulgara. Il
compito dei giudici di gara era per diventato pi difficile dal momento
che, dopo le prime sconfitte, Rnai aveva insistito per correre al buio,
quando c'era meno gente in giro. Era sempre questione di un soffio, con
Rnai incollato alle calcagna di Pataki come fosse la sua ombra, ma quelle
sconfitte per un capezzolo erano uno spaventoso baratro per Rnai, un
abisso sempre pi invalicabile.
Una sera Gyuri e Pataki entrarono nella mensa del campo e videro
Rnai sepolto sotto un cumulo di bottiglie di birra ceca che gridava, come
rivolgendosi all'umanit intera: Non giusto. Non ne vale la pena, non c'
niente da fare. A Rnai non era mai venuto in mente che ci fossero
persone a cui proprio non interessava mettere la mano sul fuoco. Quel
pensiero confort Gyuri, e forse anche Rnai, ma non gli imped di
continuare a perdere con Pataki.
La predestinazione non godeva dell'approvazione di Hepp. Il suo intento
era mortificare e umiliare la Nazionale di Hrmati e aveva una valigiata di
strategie per metterlo in atto. Forse siete troppo giovani per capirlo,
disse alla squadra, ma nella vita la vera tragedia, la cosa pi sconvolgente
che dovrete affrontare nel corso della vostra esistenza che nulla pu
sostituire il duro lavoro e... concluse estraendo fasci e fasci di documenti,
e il ricorso a una corretta pianificazione.
Di fronte a quella minaccia di turni di allenamento staliniani, la squadra
fu presa dal panico: quel mese contavano di prendere il sole e approfittare
ampiamente della cucina abbondante riservata agli atleti e alle atlete che
rappresentavano la nazione ungherese. Pataki prese Hepp da una parte:
Senta, abbiamo ricevuto il messaggio: vuole che battiamo la Nazionale?.
S, ammise Hepp. Va bene, allora facciamo un patto, propose Pataki.
Premesso che ci alleneremo come si deve, a nome di tutta la squadra e
mio personale, lasciando perdere gli allenamenti extra e gli appelli al senso
del dovere, l'ultima partita, quando tutti i pezzi grossi vengono a vedere, le
garantiamo, le garantisco che vinceremo noi. Mi creda, per, a esagerare la
squadra si logora. Si ricordi quanto disse il giocatore di pallanuoto al
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bordello, dopo aver pagato per otto ragazze ed essersene fatte solo cinque:
" ridicolo. Stamattina c'ero riuscito con tutte e otto".
Con grande sorpresa di tutti, Hepp accett il patto. Pataki sapeva essere
persuasivo, naturalmente. A parte la facilit con cui mentiva, sapeva su
quale tasto battere a seconda della persona: era un accordatore di caratteri
nato. Bastava pensare al modo in cui si era tratto d'impaccio quella volta
del filo di rame a Ganz, quando aveva dichiarato di averlo preso in prestito
per conto di un tenente colonnello dell'AVO, il quale gli aveva chiesto di
procurargliene un tot con la massima discrezione per certi progetti segreti.
Stanno facendo degli esperimenti elettrici. C' da presumere che quelli
del servizio di sicurezza avessero subodorato che si trattava di un'ignobile
stronzata, ma chi era disposto a correre il rischio, per quanto minimo, di
contrariare un tenente colonnello per un po' di miserabile filo metallico?
Pataki se l'era cavata con una severa ingiunzione di seguire i canali
prestabiliti, in futuro.
Gyuri sospettava che Hepp avesse altre ragioni per accettare, a parte le
lusinghe di Pataki, ma comunque Pataki era riuscito a dargli una calmata e
ad assicurare al resto della squadra un livello ridotto di attivit (a eccezione
di Gyuri, che non poteva permettersi di perdere nemmeno un'ora).
Gyuri fu estromesso dall'anticamera del sonno da una sequenza di tonfi
rumorosi che i suoi sensi lentamente localizzarono come provenienti dal
letto sopra il suo. Allung il collo e si rese conto che, o Pataki era
diventato tutto a un tratto un ventriloquo eccezionale con il sedere grosso e
bianco, oppure si era portato in camera compagnia femminile. Era uno
scandalo: in una dittatura comunista, sull'orlo della Terza Guerra
Mondiale, nel cuore della notte, Pataki aveva il coraggio di divertirsi e di
turbargli il sonno.
Dio cazzo!, fu tutto quello che gli venne in mente nella rabbia del
dormiveglia, non avendo ancora ripreso pieno possesso delle sue facolt
immaginative.
Non il caso di fare complimenti, ribatt Pataki senza perdere un
colpo. Non fare minimamente caso a noi. Fai finta che non ci siamo.
Continua pure a dormire.
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Gyuri aspettava con ansia la fine del ritiro, perch pensava sempre pi
spesso a Zsuzsa e anche perch Pataki invece sperava che non finisse mai.
Pataki temeva la fine del ritiro perch aveva promesso a Hepp che il
Locomotive avrebbe vinto la partita contro la Nazionale. Pataki non lo
dava a vedere, ma la sua tracotanza si sgonfiava progressivamente
all'avvicinarsi del giorno fatidico.
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Tutte le volte che giocavano contro di loro, Pataki si rendeva conto che
la Nazionale era la Nazionale perch aveva i giocatori migliori, presi
dall'esercito e dal Politecnico. Con la fronte corrugata, meditava su come
vincerli. Agli altri la tregua negoziata da Pataki con Hepp andava benone
perch, se era vero che perdere avrebbe implicato una punizione per tutti
quanti, sarebbe stato Pataki l'oggetto delle ritorsioni specifiche da parte di
Hepp, che si diceva se le legasse al dito per trent'anni.
Ma preoccuparsi non era il suo forte e, dopo un paio di introspezioni che
non sfociarono in soluzione alcuna, Pataki decise di rimandare tutto al
momento opportuno.
L'unico elemento a favore del Locomotive era che la Nazionale non
aveva molto da perdere. Era vero che ci sarebbero stati in giro i pezzi da
novanta del mondo dello sport, ma era anche vero che nessuno avrebbe
fatto caso al risultato. Nel mondo esterno non contava. Perch quei pezzi
di merda non hanno nemmeno un infortunato? si lamentava Pataki
cambiandosi, avendo chiaramente sperato in qualche disgrazia, visto che
niente altro avrebbe potuto procurargli la vittoria.
Nella prima met della partita le cose andarono bene. A met gara il
punteggio era 32 a 26 per il Locomotive. Avevano giocato bene, con uno
dei palloni di cuoio preferiti del Locomotive, Vladimir. Un giocatore della
Nazionale aveva osservato all'arbitro: Non potremmo cambiare palla, per
favore? Pataki con questa non ci lascia giocare. Effettivamente Gyuri non
l'aveva mai visto cos scatenato: era come se giocasse da solo, sempre a
correre come un matto dietro la palla, sempre dando il massimo. La sua
implacabile accelerazione si rivel fruttuosa, perch prendeva la palla dove
gli altri non ce l'avrebbero fatta, ma Gyuri si accorse che questo aveva un
prezzo. Quando l'arbitro fischi la fine del primo tempo, Pataki aveva l'aria
esausta.
Angyal! Pataki chiam il braccio destro di Gyuri nel reparto tiri
mancini del Locomotive. Angyal, che era rimasto tutto il tempo in
panchina, gli corse incontro. Il suo talento era neutralizzare gli avversari
che dimostravano eccessiva facilit a far canestro mediante una serie di
tecniche mai raccomandate dagli allenatori, ma di efficacia straordinaria,
fra cui lo strizzamento dei testicoli di rovescio o la gomitata in faccia in
elevazione. Angyal era infortunato: si era storto una caviglia dopo aver
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diceva. Quella sera Gyuri not inoltre che aveva il naso un po' grosso, ma
non pot non invidiarle la totale mancanza di contatto con il 1950, l'ottuso
isolamento sottovuoto in cui viveva.
Prendi una tazza di t, insistette Zsuzsa. Era contenta di vederlo e non
diede retta alle sue farneticazioni, n cap che cosa lo sconvolgesse tanto
sul piano maschile o su quello etico. Gyuri enumer i privilegi e le
forniture speciali di cui godevano gli AVO.
Non vero, Elemr proprio oggi diceva che lavora tantissimo, e che
per aiutare la madre deve arrotondare lo stipendio traducendo articoli della
"Pravda". Gyuri si rese conto che era come cercare di demolire una casa a
bicchierate d'acqua e fu colto da un senso, forte e familiare, di futilit. Si
sent in gabbia. Guard bene che cosa c'era nel piatto e gli pass l'appetito.
Anche quello, pens, sarebbe stato un altro notevole fallimento da
aggiungere alla sua collezione. Immaginava gi il titolo della sua
autobiografia, Donne con cui sono quasi andato a letto. N dire, n fare, n
baciare. Il 1950 fu un'annata buona, andai quasi a letto con quattro donne:
un glorioso aumento di produzione, nel pieno rispetto dei princpi del
marxismo-leninismo, in confronto al 1949, in cui ero quasi andato a letto
con due.
La relazione gli era spirata fra le mani, ma avrebbe dovuto puntellare la
salma come fanno i soldati in trincea con i compagni caduti, per far credere
al nemico di essere ancora in tanti a resistere. La complicazione era che il
venerd successivo ci sarebbe stata la festa annuale del Locomotive,
suprema occasione mondana, e Gyuri avrebbe preferito affrontare il
plotone di esecuzione piuttosto che andarci da solo, e sfortunatamente
Zsuzsa era l'unica rappresentante del gentil sesso che gli rivolgesse la
parola. Se non ci fosse andata lei, non ci sarebbe andata nessuna.
Elemr fu rimosso dalla conversazione, ma questo svuot
pericolosamente di contenuto i loro discorsi e, con la mente rivolta alla
festa del Locomotive, Gyuri si conged. Intanto rifletteva a fondo
sull'assurdit di vivere in un paese occupato per pi di met da donne (la
demografia era dalla sua parte, dopo l'annientamento della Seconda Armata
ungherese nel 1944) e non essere in grado di gestire transazioni romantiche
di nessun genere. In piedi sul tram, fra passeggeri stipati come sigarette in
un pacchetto, come cento gemelli in un oblungo utero tranviario, con la
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Be', pens Gyuri, eccomi sotto il culo della rana. Sotto il culo di una
rana in fondo a una miniera di carbone, ho toccato davvero il fondo
dell'esistenza. Peggio di cos non poteva andare. La vita gli avrebbe mai
riservato qualcuna di quelle cose che venivano definite piacevoli o degne
di essere vissute? Aveva vent'anni. Sarebbe uscito in tempo per afferrare
qualcosa che valesse la pena di afferrare? Senza grande soddisfazione
esamin i libri mastri dei suoi anni. Quando il venerabile poeta Arany
aveva compiuto ottant'anni, stando a quel che diceva Pataki, gli avevano
chiesto come vedeva i momenti pi alti della sua celebrata esistenza di
poeta leggendario, rivoluzionario, profeta, eroe e vanto nazionale.
Qualche trombata in pi non avrebbe guastato, era stata la risposta. Che
non era entrata nelle biografie. La prospettiva di tenere l'uccello in un
bacino di carenaggio per una decade era solo marginalmente meno
allarmante di quella di ritrovarsi con le ossa rotte o di dover affrontare una
morte sgradevole, o anche non sgradevole.
Filetto si stanc delle sue elucubrazioni sulla cucina penitenziaria e i
meriti di sua sorella e si sdrai per dormire. Non pu durare a lungo,
diceva il muro dietro di lui. Sotto, il vizio ungherese di avere sempre
l'ultima parola aveva fatto aggiungere a qualcuno: gi durato
abbastanza. Ci sarebbero stati altri processi di Norimberga? si chiese
Gyuri. E lui li avrebbe visti? Che cosa avrebbero detto quelli dell'AVO a
propria discolpa? Abbiamo solo obbedito agli ideali.
Era difficile mantenere il senso del tempo, ma a Gyuri parve che fosse
passato un giorno senza cambiamenti o incursioni nella cella, a parte lo
strano scompiglio allo spioncino quando le guardie andavano a scrutarli.
Nessun segno di cibo, a parte il fatto che l'appetito di Gyuri se l'era data a
gambe. colpa mia se non ci danno da mangiare, si scus Filetto. Non
possono sopportare la vista di uno zingaro grasso.
Quando era ormai sicuro, spiritualmente pronto ad affrontare con
serenit una condanna a dieci anni di carcere, fu rilasciato.
A giudicare dalla luce, era il mattino dopo. Nessuno gli aveva dato
spiegazioni o roba del genere. Lo chiamarono, gli restituirono una parte dei
suoi effetti personali (le stringhe ma non gli spiccioli). Gyuri si guard
bene dal chiedere notizie degli oggetti mancanti o il motivo della propria
manomissione. Uscendo fu cos contento di vedere Budapest, Budapest
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effervescente di attivit, che quasi quasi gli venne voglia di farsi arrestare
pi spesso.
Si stava abituando all'idea del proprio rilascio quando vide avvicinarsi
Elemr, il braccio violento e accalappiacani del proletariato. Fumava una
sigaretta per far passare il tempo e, chiaramente, lo stava aspettando.
Quando vuoi, fu tutto quel che disse prima di allontanarsi. Lo choc fu
tale che Gyuri non ebbe il tempo di ammazzarlo prima che sparisse. La sua
rabbia crebbe, di dimensioni e di intensit, al punto che gli parve che gli
stesse per scoppiare la testa. Fremente di collera, torn a casa in tram. Se
qualcuno lo avesse anche solo involontariamente urtato, sarebbe stata una
strage, istantanea, furibonda e devastante.
A casa trov il biglietto che aveva lasciato per Elek sul tavolo della
cucina, che aveva tutta l'aria di non essere stato letto. Dov'era finito il
vecchio satiro? si chiese strappandolo. Entr proprio in quel momento,
annus l'aria e pronunci un commento che voleva essere brioso sulle
condizioni maleodoranti in cui versava Gyuri dopo la sauna fredda
dell'AVO: Il comunismo non ti esime dal lavarti, sai. Gyuri non disse
mai niente a nessuno.
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Agosto 1952
Era stato solo un mese, ma anche se non avesse mai concluso nient'altro
in vita sua, quel mese sarebbe stato abbastanza.
Il campo era a Bhnye, ma il sergente-maggiore che fa stato scelto
appositamente per raddrizzare la schiena gli studenti universitari nelle
quattro settimane in cui gli erano affidati, trasformandoli in energici
ufficiali, era venuto ad accoglierli alla stazione di Pcs. Il sergentemaggiore non era per nulla turbato dalla secolare tradizione che voleva i
sergenti-maggiori sadici, aggressivi e grandi urlatori. Si impegn fin dal
primo momento a dimostrare di essere molto peggio di quanto avessero
immaginato.
La sua mossa iniziale fu: Presto combatteremo la Terza Guerra
Mondiale. Da buon soldato non era esattamente innamorato della pace,
che privava i militari del rispetto e delle risorse che essi ritenevano di
meritare pienamente. Il massimo che riusciva a digerire era una pace che
fosse meramente preparatoria a un conflitto mondiale.
Siete degli stronzi, degli abominevoli stronzi... che mio dovere
tramutare magicamente in stronzi di una vaga utilit. Volete sapere qual
la mia filosofia? La mia filosofia consiste nel rendervi la vita talmente
impossibile che la guerra vi sembrer un piacevole diversivo, un
temporaneo sollievo, e morirete in modo da non disonorare le nobili
tradizioni dell'esercito ungherese. (Praticamente l'unica cosa che siano
mai riusciti a fare gli eserciti ungheresi, pens Gyuri.)
Prevedo che alcuni di voi si suicideranno. Sappiate che se almeno uno
di voi stronzi non cercher di tagliarsi le vene lo riterr un fallimento
personale. E se non ci riuscite al primo colpo, siamo disposti a darvi una
mano: il tentato suicidio punibile con la morte. A onor del vero va detto
che, se non altro, il sergente-maggiore aveva l'aria di uno che se ne intende
di vita militare: era grande e grosso, sicuro di s, rozzo, uno che si
contenti di avere al proprio fianco. Un bastardo, s, ma competente. Un
ufficiale scarso va bene finch stai in caserma, gli aveva detto Tams a
Ganz. Anche se ci mette due ore a trovare il verso giusto di una mappa
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maschere antigas, osserv Gyuri pensando che erano fatte per respirarci
dentro, era che respirarci dentro era praticamente impossibile, soprattutto
se si faceva qualcosa di leggermente pi impegnativo che stare fermi.
La sofferenza maggiore veniva dagli infiniti esercizi fisici. Anche per
Gyuri, atleta dilettante professionista, era arduo. Sugli studenti abituati a
una vita pi sedentaria produssero gli effetti voluti da Dohnyi: dolori
acuti, choc, incredulit per la quantit di supplizi che il corpo riusciva ad
assorbire in ventiquattrore. Il sonno borghese, sentenzi Dohnyi
prima di spedirli insieme con il sergente a sciropparsi una notte intera di
manovre. Il secondo giorno quasi tutti avevano assunto un'aria atterrita,
come se li stessero prendendo costantemente a pugni nello stomaco. Nei
momenti di sforzo particolarmente atroce, per esempio correndo con una
barella carica di ipotetici soldati feriti, Gyuri ripensava a un quadro che
aveva visto poco tempo prima, dove un soldato se ne stava sdraiato
comodamente in un prato a leggere pensoso, circondato da commilitoni
rilassati al limite del coma. Il quadro si intitolava: Soldato che legge,
circondato da commilitoni. Dohnyi avrebbe sparato a chiunque si fosse
fatto beccare sdraiato a pensare o a leggere.
Bench Dohnyi facesse del suo meglio per rendere le cose pi
raccapriccianti possibili, il clima, estivo in piena regola, caldo e
corroborante, lo trad. Talvolta l'afa era fastidiosa, ma d'estate la
disperazione non mai da suicidio. Le torture di Dohnyi, che in un
inverno freddo e fangoso sarebbero riuscite insopportabili e devastanti, in
fin dei conti risultarono digeribili. L'assenza di cedimenti lo lasci
visibilmente frustrato. In piedi vicino a Bencze, l'architetto, che era crollato
in mezzo a un prato sotto uno zaino carico di munizioni e, incapace di
rialzarsi, annaspava nell'erba come se stesse flebilmente tentando di
attraversare il prato a nuoto, Dohnyi aveva gridato pieno di
comprensione: Non ne puoi pi? Vuoi riposarti? Diserta, cos posso farti
fucilare. Continuava a consigliare inutilmente la diserzione e concludeva
sempre con la battuta: Vi faccio fucilare. Perch far perdere tempo agli
imperialisti?
Gli imperialisti erano un altro classico del repertorio di Dohnyi, un
uomo la cui conoscenza del mondo si basava sui pochi mesi in cui era stato
fuori dall'Ungheria a uccidere gente. Gli imperialisti sono alle porte. La
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compiacente assoldato da Istvn gliene aveva tolto uno sano dal ginocchio
destro e Pataki aveva ottenuto l'esonero dall'esercito. Prima ancora che il
ginocchio fosse guarito del tutto, era stato ammesso all'Accademia di arte
drammatica e cinematografica a studiare fotografia e quindi di nuovo
esentato dal servizio militare.
L'esistenza di Bea si era palesata a poco a poco, pi per le assenze di
Pataki che per la di lei presenza. Ma alla fine Pataki era stato sorpreso,
dopo aver detto a tutti che andava a prendere dei reagenti per lo sviluppo,
in coppia con Bea su una panchina con vista sul Danubio.
Gyuri e Rka li avevano scoperti mentre finivano di fare il giro
dell'isola Margherita di corsa.
La robustezza del suo saluto, la coreografia dei suoi movimenti, la
dolcezza melliflua della voce che dotava di vita propria ogni sillaba, lo
slancio del portamento avrebbero tradito l'aspirante attrice che era in Bea
anche senza che mostrasse la sua tessera da studentessa. Trovare Bea e
Pataki insieme su quella panchina era stato alquanto sorprendente, perch
la posizione ufficiale di Pataki in materia era che sedersi sulle panchine dei
giardini pubblici fosse roba da sempliciotti o da falliti.
Vi dispiace se ci sediamo anche noi? disse Gyuri accomodandosi
sull'erba vicino alla panchina. Lui e Rka si incollarono a Bea e Pataki,
supponendo che la cosa avrebbe intralciato, imbarazzato o infastidito
l'amico, il quale al contrario si mostr pi affabile che mai, come se non ci
fosse niente di pi naturale e di pi piacevole che starsene tutti e quattro a
guardare il Danubio. Stai mettendo qualcosa da parte per farmi un regalo,
vero? chiese Gyuri approfittando del fatto che Pataki era con le spalle al
muro per ricordargli la mancata comparsa di un regalo per il suo
compleanno, passato ormai da dieci giorni. Pataki ebbe un fremito, troppo
breve per essere notato da chi non fosse un consumato osservatore
patakiano, quindi lasci Gyuri di stucco porgendogli un volume incartato
con cura (doveva averlo incartato qualcun altro). Lo abbiamo appena
comprato, disse Pataki. Senza dubbio si riferiva al suo regalo di
compleanno, ma la riluttanza con cui glielo porse fu presto spiegata.
Il regalo era un libro, Scrittori ungheresi su Mtys Rkosi, un volume
pubblicato nel mese di marzo per celebrare il sessantesimo compleanno di
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di cazzo, non serve dire altro, se lo metto nero su bianco subito lo saprete,
il compagno Rkosi una testa di cazzo.
Oh, sei ingiusto, lo rimprover gentilmente Bea. Rkosi un buon
diavolo, perch c' lui che mi sono iscritta al Partito. Fu come buttare
benzina sul fuoco. Piegati in due sull'erba, Gyuri e Rka risero tanto da
sentirsi male, con grande stupore di Bea che non intendeva farli ridere,
dato che parlava sul serio.
Pataki riusc a salvare la situazione svignandosela prima che qualcuno si
offendesse. Noi andiamo al cinema. Sar meglio che ci muoviamo. Lui e
Bea si avviarono tranquillamente verso la fermata dell'autobus. Tuttavia,
prima di congedarsi Bea tenne a chiarire che la sua ammirazione per
Rkosi era sincera. Ha fatto un gran bene a questo paese. Rka rimase
seriamente scioccato: sebbene non facesse discriminazioni di sorta
nell'aiutare le donne a raggiungere l'orgasmo, alla sua generosit si
accompagnavano granitici princpi morali che gli impedivano qualsiasi tipo
di rapporto con il Partito. A Gyuri Bea parve piuttosto una che non aveva
riflettuto molto su Rkosi & Co., una che non aveva riflettuto molto su
nulla. Per lei il Partito voleva dire occasioni mondane, incontri, canzoni,
discorsi, copioni.
Che cosa crede di fare? continuava a chiedere Rka con toni retorici.
Non ti sembra l'ora che il Partito gli mostri la sua faccia migliore?
ribatt Gyuri sfogliando l'omaggio a Rkoi e chiedendosi se avrebbe
trovato qualcuno tanto stupidi da accettare un baratto. C'era un solo
tesserato in buona fede nel Locomotive, Peter, un ragazzo di campagna che
veniva da Kecskemt ed era ottusamente favorevole al nuovo ordine, come
poteva esserlo solo chi era stato salvato da una regione in cui l'evento pi
sensazionale era la pigra emissione di ossigeno da parte della vegetazione
locale. Peter non faceva altro che frequentare corsi e sprizzava ottimismo
ed entusiasmo socialista per la vita da tutti i pori. Sarebbe stato l'ideale per
una di quelle foto di giovani ungheresi che osservano con un misto di
trasporto e di orgoglio gli ultimi progressi compiuti dal potere popolare.
Inoltre Peter non si separava mai da libri come Stalin: una breve biografia
(mai abbastanza breve, commentavano gli altri) e nei momenti liberi li
studiava lentamente, sottolineando i brani che gli sembravano ricchi di
particolare significato. Che Peter fosse disposto a barattare qualche genere
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Finalmente poco prima di Natale nello scantinato era entrato uno che lo
aveva slegato e gli aveva detto: Togliti dalle balle! Abbiamo bisogno di
questa cella. Per sua fortuna fuori stava passando uno dei cinque taxi di
Budapest (Lavoro soprattutto in questa zona, gli aveva spiegato
l'autista), perch il tragitto dallo scantinato alla strada gli aveva gi
mandato i muscoli in bancarotta.
Gspr, che non era mai stato un tipo particolarmente estroverso, era
diventato ancora pi schiavo della poltrona di Elek, schiacciato dalla
sofferenza fisica, dalla vergogna della prigionia e in pi dall'umiliazione
ulteriore di essere stato giudicato troppo insulso per essere inserito in un
complotto.
Agli amici Pataki aveva presentato la relazione con Bea con una
sbruffonata: Il Partito mi ha fottuto e io mi fotto il Partito, ma adesso, in
coda insieme a lui per tre deca di formaggio Anik, Gyuri si rese conto che
era la fine. Da una parte, avrebbe voluto avere con s il proprio diario per
scriverci denigrazioni, prese in giro e punzecchiamenti che sarebbero
bastati per mesi. Sorprendere Pataki con la borsa della spesa in mano
significava avere scoperto una vena di comicit praticamente illimitata,
dall'epigramma al poema epico. Passavo per Thkly ut e... D'altra
parte, per, Gyuri era addolorato. Pataki era una figura eroica nella
battaglia dei sessi: invincibile, indomito, immune ai colpi che mandavano
gli altri al tappeto. Ed ecco che il pi grande dei grandi era caduto, con una
borsa della spesa in mano. Pataki era diventato mortale.
Lungo le pareti del negozio erano allineati enormi barattoli di cetriolini
che spadroneggiavano di fronte a piccoli barattoli di conserva di
albicocche. Tutte le superfici libere della bottega erano occupate da
barattoli riempiti fino all'orlo. Era l'unica cosa che si trovasse in tutta
l'Ungheria, in tutti i negozi come quello: cetrioli sottaceto e conserva di
albicocche. Se a uno i cetrioli sottaceto e la conserva di albicocche
piacevano molto, l'Ungheria era il paese giusto. Una tale abbondanza di
cetrioli sottaceto e conserva di albicocche era gi qualcosa, pens Gyuri,
visti gli esordi dell'Ungheria nella seconda met del XX secolo.
Era quello il genere di stagnazione organica, di stasi in bella vista, di
obbedienza sottovetro che avrebbero voluto dai cittadini, immagazzinati
nelle loro case come prodotti che non richiedono cure, impassibili di fronte
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alla lentezza della rete di distribuzione, docili su uno scaffale finch non
c' bisogno di loro.
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Luglio 1954
Infuriato per l'ingiustizia di un regime che voleva fare di lui un
ragioniere, Gyuri and alla sua lezione di inglese.
Makkai abitava in una traversa di lli ut e, cosa inusuale per essere
uno che Gyuri frequentava regolarmente, solo al secondo piano. Non aveva
una casa spaziosa, ma in qualit di diplomatico d'anteguerra e attuale
borghese impenitente, Makkai ospitava in maniera permanente, legale e
forzata un figlio della terra, che lavorava sodo per la pace internazionale e
studiava alla scuola del Partito.
Makkai di solito dava la stura alle lamentazioni non appena apriva la
porta a Gyuri, inveendo contro il pensionante mentre lo faceva
accomodare.
Non mi importa che sia comunista. Non mi importa che mi lasci i
discorsi di Rkosi sparsi dappertutto. Non mi importa che sia un balordo
imbecille - dopo tutto sempre meglio non giudicare il prossimo - quello
che mi urta che puzza. imperdonabile, imperdonabile. In tempo di
guerra ci era capitato per casa un ufficiale delle SS, massacratore,
torturatore di bambini e reo di chiss cos'altro. Lo sopportavo, mentre
questo no. E non credere che esageri. Non si tratta di quella sporcizia da
"stamattina non ho avuto tempo di lavarmi", assolutamente no. il sentore
inconfondibile di chi non ha nemmeno un ricordo d'infanzia del sapone, un
odore che si taglia con il coltello.
Ho provato a fare qualche allusione, tipo elogi quotidiani dell'acqua
corrente, asciugamani puliti in punti strategici della sua stanza, resoconti
dettagliati di quanto mi costato acquistare e installare una nuova doccia.
Mi sono perfino inventato falsi articoli di giornale secondo cui lavarsi
regolarmente pu allungare di vent'anni l'aspettativa di vita, oppure
secondo cui il compagno Rkosi ha sottolineato quanto importante che i
bravi comunisti si lavino le ascelle, con lo slogan "Pulito sinonimo di
sovietico". Niente. Gli ho persino regalato due lussuose saponette il primo
maggio.
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la prima cosa che gli venne in mente fu se l'intero sistema sarebbe crollato
prima che lui sostenesse l'esame di marxismo-leninismo che doveva dare la
settimana successiva. Poteva contare sulla caduta del comunismo o doveva
proprio mettersi a studiare Marx?
La seconda fu come meglio mancare di rispetto nei dieci minuti di
silenzio decretati per il giorno seguente.
Quando in seguito vide al cinema il filmato sulla citt di Budapest che
rendeva omaggio alla memoria di Stalin interrompendo ogni attivit, gli
operai con la faccia scura immobili sul ciglio della strada, i ferrovieri con
la faccia ancora pi scura che facevano fischiare le locomotive, folle di
persone vestite di nero che si accalcavano verso l'enorme statua di Stalin in
piazza Hsk, quando vide tutto ci, Gyuri rimpianse di non essere riuscito
a invitare una troupe di cameraman a casa sua perch immortalasse l'unica
parte di lui che stava sull'attenti, infilata e sfilata ritmicamente dentro e
fuori una sua ex ormai sposata, ma sempre disponibile a tuffi nel passato.
Gyuri guard il cinegiornale diverse volte perch in un'inquadratura
della folla intorno alla statua di Stalin si vedeva, microscopica, la finestra
della sua camera da letto e questo gli permetteva, con un po'
d'immaginazione, di rivivere le gioie del suo lutto, che le telecamere
avevano soltanto sfiorato.
Ma la morte di Stalin, sebbene l'avesse fatto quasi impazzire di gioia,
non aveva cambiato molto le cose. Rkosi aveva abbassato un po' la cresta
e Nagy era diventato primo ministro. Gyuri aveva sentito dire che certi
detenuti erano stati liberati, ma dal punto di vista monumentale Stalin
resisteva. La statua di bronzo alta otto metri, eretta sulle rovine di una
chiesa demolita al termine della guerra, era la prima cosa che si vedeva
dalla finestra della camera da letto di Gyuri, che lo considerava un affronto
fallico del destino nei suoi confronti. Nagy naturalmente era diverso da
Rkosi. Aveva i baffi, Rkosi invece no. Inoltre Nagy aveva ancora
qualche capello. Ma la statua di Stalin era ancora l a sodomizzare il
panorama di Budapest, spogliando delle ultime tracce di dignit una
capitale che doveva ancora riprendersi dalla sbornia del dopoguerra.
Quella sera Makkai gli apr prima ancora che avesse suonato il
campanello. Tre a due per i tedeschi, dichiar. Devono averla
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Si era cimentato con il suo inglese una sola volta, in occasione di una
visita dell'allenatore della squadra di basket dell'Universit di Manchester.
Gyuri aveva avuto l'incarico di fare da tramite fra l'ospite e i padroni di
casa. Aveva scoperto con orrore di non capire neanche una parola, neanche
una sillaba di quel che diceva costui, tanto che aveva preso da parte il
rappresentante del Ministero per accertarsi che l'uomo parlasse
effettivamente inglese. Credo, si era sentito rispondere. scozzese.
Gyuri aveva finito per doversi inventare domande e risposte lunghe pi o
meno quanto le frasi pronunciate dallo scozzese. Erano rimasti tutti
soddisfatti.
Ecco, gli disse Makkai porgendogli il caff, tanto caffeinato che si
sentiva a cinque passi di distanza, scuro e profumato d'estero. Brasile,
pens Gyuri assaggiandolo: caff, spiagge, fascisti ungheresi in quantit. A
parte questi ultimi, come destinazione il Brasile non sarebbe stato male.
Pataki, che non aveva mai dato troppo peso al tempo e al suo scorrere,
non era ancora arrivato. Anche sovietizzato al punto da portare dodici
orologi al polso, non sarebbe comunque riuscito ad arrivare puntuale. La
sua mancanza di sincronismo con il resto del mondo si era aggravata da
quando Bea lo aveva piantato. Pataki non lo aveva mai ammesso, non
riconosceva che Bea lo aveva scaricato, mollato da grande altezza, ma
l'inizio della sua relazione con uno degli attori pi affermati, pi influenti e
pi pagati d'Ungheria era coinciso con tre giorni in cui Pataki non si era
alzato da letto, incapace di trovare il coraggio di lavarsi i denti o di
affrontare un tte--tte con Elek. Dai, lo aveva esortato Gyuri quando
era a contatto con il letto ormai da quarantotto ore, tirati su e andiamo a
remare. Pataki si era voltato dall'altra parte per impedire a Gyuri di
intaccargli l'umor nero.
Francamente, non vedo motivo per rimanere lucidi. Non ne vale la
pena, aveva replicato. Comportati da uomo, aveva insistito Gyuri,
pensa alle facciate che ho preso io.
S, ma tu ci sei abituato era stata la risposta.
Neppure Hepp era riuscito a persuadere Pataki a mettersi in posizione
verticale. Il terzo giorno per si alz e Gyuri lo vide saltellare per la strada
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nome, ma la data di nascita era sbagliata e uno dei nomi era scritto male.
Con grafia ornata e inchiostro blu qualcuno aveva annotato soltanto
Niente da segnalare. Era il commento pi offensivo che avesse mai
ricevuto, che batteva di gran lunga le osservazioni caustiche degli
insegnanti. Lo stato di polizia non lo considerava un elemento da
sorvegliare, non lo riteneva abbastanza interessante da meritare ulteriore
attenzione.
Dove l'hai preso? domand Gyuri sentendosi decisamente a disagio
con un simile documento del Ministero degli Interni per le mani.
Me l'ha dato gnes, la cantante della polizia segreta. Se si sa a chi
chiedere e come chiedere, si ottiene tutto. Gyuri sapeva, sia pur avendo
solo una conoscenza approssimativa delle ragazze che si avvicendavano a
ritmi sostenuti nella camera da letto di Pataki, che aveva avuto una
relazione con una dattilografa dell'AVO, la quale per giunta cantava nel
coro femminile dell'AVO, che allietava l'ambasciatore sovietico nelle
grandi occasioni. Era la ragazza pi rossa che avesse mai avuto e
frequentava un corso serale di sceneggiatura all'Accademia di arte
drammatica e cinematografica per vivacizzare le confessioni, secondo
quel che diceva Pataki.
Non avevano molto da dire sul mio conto, dichiar Gyuri.
Ammettiamolo: non si entra nell'AVO se si ha voglia di lavorare.
Dovresti vedere il mio, comunque, disse Palala tirando fuori una cartella
spessa come un'enciclopedia. Non avrei mai immaginato che avessero
tante collaboratrici, compresa quella caldissima spazzacamino che ho
brevemente frequentato nel '49. Non ho ancora finito di leggerlo, disse
poi sfogliando il plico. Ma di sicuro ce una spia nel Locomotive. Si
infil una mano in tasca e ne estrasse una tessera. In ogni caso, grazie ad
gnes, sono preparato. Mostr un tesserino di riconoscimento dell'AVO,
con su la sua foto e il suo nome.
La sorpresa di Gyuri aveva appena iniziato il lungo viaggio verso la
superficie quando, dal tram che sferragliava in Muzeum Krut, videro e
sentirono una gran folla che si agitava dalle parti di Brdy Sndor utca.
Non sar mica il compleanno della mamma di Lenin? domand Pataki,
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Novembre 1955
L'uomo russava, russava cos forte, cos fragorosamente che sarebbe
stato troppo anche per uno sorretto da una dose infinita di tolleranza. Gyuri
e gli altri passeggeri, dotati soltanto di una normale indulgenza, sentirono
la propria sopportazione schiacciarsi come un afide sotto una mazza.
Aveva l'aria di un meccanico, un che di umile e di civile. Le penne nel
taschino della camicia testimoniavano un'istruzione e una cultura
rudimentali e l'abilit con cui si soffiava il naso con la mano destra e con
un solo gesto riusciva a proiettare il muco fuori dal finestrino aperto
testimoniava lunghi periodi di cantiere. Era salito sul treno a Budapest e
aveva sistemato le sue misere cose sulla reticella, si era seduto in uno dei
posti vicino alla porta, aveva appoggiato la testa al vetro e si era
addormentato, all'istante, senza preamboli.
Nel giro di pochi secondi aveva cominciato a russare. Come se venisse
da una grande distanza, dapprima leggero, quel suono era cresciuto
costantemente fino a diventare un frastuono portentoso che eruttava dalla
bocca spalancata dell'uomo. Gli altri si erano guardati, prima con una sorta
di tacito divertimento, poi con stupore e infine con aperta irritazione. La
cosa strana della gente che si comportava male, che lasciava traboccare
sugli altri la propria villania, osserv Gyuri fra s, era che di solito
rimanevano pi imbarazzate le vittime che i colpevoli.
Il volume della russata era fenomenale. Un leggero raspare intermittente
sarebbe stato sopportabile, ma i polmoni del meccanico tempestavano i
timpani dei compagni di viaggio senza piet. Inoltre, a dire il vero, era
quanto mai sgradevole essere messi a parte del lavorio interno di un
meccanico corpulento, assistere in prima fila allo spettacolo delle sue
vicissitudini respiratorie. C'erano sporadici momenti di calma che
producevano un ottimistico senso di sollievo, di speranza che l'assedio
uditivo fosse stato levato, ma quegli intervalli di silenzio servivano solo ad
affilare le armi per un nuovo assalto pi serrato e agguerrito.
Gyuri, dalla parte opposta dello scompartimento, non aveva modo di
impedire all'uomo di russare, ma quelli che erano seduti pi vicino
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Non solo doveva toccarmi una dittatura, pens furioso, ma per giunta
una dittatura abborracciata, di terza categoria, una dittatura noiosa. Potevo
starmene a Budapest e andare a vedere il Boris Godunov, pens. Lo aveva
visto solo quattro volte. Un altro trionfo, per certi versi non molto
sbandierato, del nuovo ordine era che si poteva sempre andare a vedere il
Boris Godunov quando si voleva. Dopo tutto, la scelta fra le opere liriche
russe non era molto vasta. Rka era invischiato con una cantante, aveva
maturato una passione insaziabile per l'opera e aveva invitato Gyuri a
vedere la sua fidanzata in azione. Era divertente vedere i poliziotti e i
metalmeccanici stipati nelle prime file dell'auditorium, che ne avessero
voglia o no. (A Ganz i tornitori tiravano a sorte per assegnare i biglietti che
distribuiva loro il segretario del Partito, perch molti preferivano fare un
turno di lavoro in pi piuttosto che sorbirsi la musica.) Gyuri aveva fatto
atto di presenza al Boris Godunov il mese prima, cos aveva deciso di
andare a Szeged per indagare sulla festa di cui Slyom-Nagy si era fatto
promotore.
Nello scompartimento accanto una bellissima ragazza parlava
animatamente con un'amica con il piglio di chi sa di essere bella. Chi ha
bella presenza, una buona dose di fascino, se la cava sempre: il
salvagente che tiene a galla. Sadicamente la ragazza si passava la lingua
sulle labbra e dondolava energicamente la gamba sinistra incrociata sulla
destra, a un ritmo e in un modo tale che anche a uno senza la mente
monomaniaca di Gyuri avrebbe ricordato il movimento sulla monorotaia.
Perch, si rammaric Gyuri, le belle ragazze non si siedono mai nel mio
scompartimento? Perch mi ritrovo sempre con qualche balordo che russa?
Ma tornando al suo posto ammise a se stesso - perch ormai si conosceva che se la bella si fosse seduta nel suo scompartimento non sarebbe stato
capace di predisporre nessuno degli indispensabili rampini da
conversazione, oppure non avrebbe avuto il coraggio di usarli.
Dopo aver cercato invano di far smettere di dormire cos
rumorosamente il tanghero il passeggero, disperato, abbandon la tattica di
lanciare educati promemoria al sistema nervoso del russatore. Gli sistem
opportunamente la mano nel vano della porta scorrevole, quindi la sbatt
con tutte le sue forze nella speranza di ghigliottinargli le dita. L'uomo si
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Lui dice che non vuole, ma lo far diventare famoso. Erano rimasti solo
un paio di bicchieri. E ricorda, regola numero quattro: non si parla mai
abbastanza al proprio cameraman. Gti si affacci di nuovo alla finestra:
Jnos, hai finito?. E a Pataki: Farai molta strada. Sai ascoltare. E al
presidente dell'azienda agricola collettiva: Ottimo. Prendiamo l'intera
partita.
Con un braccio paternamente posato sulla spalla di Pataki, Gti si avvi
verso i campi per le riprese chiave. Dov' il nostro zio Feri? url.
Zio Feri molto malato, spieg il presidente, che aveva convocato
una serie di vecchi contadini incartapecoriti fra cui fargli scegliere un
sostituto. Vedi, disse Gti a Pataki in un tentativo abortito di bisbiglio,
la gente si intromette sempre. Credono tutti di saperne pi di te. Credono
di poter fare il regista. Su, dov' il vecchio minchione? Che fa, si
vergogna?
Il presidente, il sindaco e il segretario del Partito spiegarono tutti, a
turno e in tono estremamente mortificato, che il vecchio Feri era davvero
molto malato. Non potevano accontentarsi di un'altra macchietta, scelta
con cura e sufficientemente decrepita? Per tutta risposta Gti scoppi a
ridere e pretese di essere accompagnato nell'umile dimora di Feri, dove il
prete gli stava timidamente somministrando l'estrema unzione.
Smettila o ti facciamo sbattere dentro, disse Gti. Scherzava, ma
Pataki ebbe l'impressione che il prete si fosse cacato addosso. Come va,
zio Feri? chiese poi al vecchio dandogli un'energica pacca, che non sort
alcuna reazione per il semplice motivo che Feri era troppo occupato a
morire. Secondo me sta benone, sentenzi Gti, ma il cameraman e
Pataki dovettero portarlo fuori di peso, perch ormai l'intera struttura fisica
del vecchio era allo stremo. Anche se zio Feri avesse voluto dare istruzioni
alle proprie gambe, queste non gli avrebbero prestato il bench minimo
ascolto.
Gti procedette imperterrito fino a un punto che gli parve adatto mentre
Pataki, il cameraman e il presidente trasportavano zio Feri, che per essere
un contadino era leggero, ma era pur sempre un peso non indifferente.
Ecco fatto, disse Gti in mezzo a un tripudio di pannocchie di granturco.
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La polacca non era una compagnia irresistibile, ma che cosa avrebbe fatto
altrimenti fino alla sera?
Torn sui suoi passi fino alle barricate di volumi dietro cui leggeva
asserragliata Jadwiga, pensando che se non altro Slyom-Nagy e la vita
universitaria potessero offrire materiale da conversazione sufficiente per un
caff. Jadwiga accett l'invito e per qualche minuto si dedic a riporre gli
accessori da studio con una meticolosit che fu per Gyuri motivo di forte
invidia. I segnalibri finirono nei libri, le matite in un astuccio, i libri nelle
rispettive pile, gli appunti insieme agli altri appunti e tutti gli utensili
accademici andarono a formare un mucchio ordinato. Jadwiga prendeva sul
serio le pause per il caff.
Al caff si separarono. Jadwiga tenne occupato un tavolo e Gyuri and a
fare la coda. Quando fece ritorno con le tazze, la seconda sedia era sparita.
Mi dispiace, disse Jadwiga come se si fosse svegliata in quel preciso
momento, non me ne sono accorta. Il caff era pieno di gente e Gyuri
dovette girare un bel po' per riuscire a rubare una sedia. Una matricola
pallida e inerme che faceva la guardia a un gruppo di sedie fu costretta a
cedergliene una, perch Gyuri, a causa della levataccia, aveva l'aria
abbastanza pericolosa e violenta da scoraggiare eventuali proteste.
Cos Slyom-Nagy un tuo grande amico? si inform Gyuri.
No, rispose Jadwiga con un sorriso malizioso, non ho molti grandi
amici.
Studiava letteratura ungherese. Misurava la conversazione
mantenendosi al livello della cortesia, ma niente di pi. Gyuri dovette
ricorrere a un'insistenza da Inquisizione per farsi un'idea dell'ambiente da
cui veniva. Parlava spaventosamente bene l'ungherese, con un lievissimo
accento che pareva quasi mantenuto deliberatamente per darsi un tocco di
fascino esotico, giusto per ricordare che ungherese non era. Siccome era
vero e siccome un complimento non fa mai abbottonare nessuna, Gyuri
disse:
Parli ungherese meglio di molti ungheresi. E credo anche che tu sia
l'unica non ungherese ad aver imparato l'ungherese in questo secolo.
Perch l'hai scelto?
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Settembre 1956
Passando per Petfi Sndor utca, Gyuri vide il cartello alla finestra del
laboratorio fotografico: Cercasi tecnico di laboratorio. Questo, pi della
telefonata, lo convinse che Pataki era partito.
Il telefono era suonato e Gyuri aveva contato il silenzio rotto dai
disturbi statici. Erano passati quarantadue secondi prima che la cornetta
all'altro capo del filo venisse riagganciata, ma non poteva che essere il
segnale di quarantacinque secondi concordato con Pataki. Pataki se n'era
andato, era arrivato in paradiso e chiamava da un telefono celestiale. Gyuri
rimase con un sorriso stampato sulla faccia, un sorriso tanto grande che il
giorno dopo gli facevano male le guance, un sorriso che annull la lieve
traccia di malinconia che aveva provato alla partenza di Pataki. Una
malinconia appena accennata, perch non voleva prendere in
considerazione l'eventualit di non rivederlo mai pi.
Pataki se n'era andato. Per le autorit non era solo un cazzo di cavallo
nel culo, ma un cazzo di cavallo colossale. A Gyuri faceva talmente
piacere che cercava di non pensarci troppo tutto in una volta e di razionarsi
il gongolamento: non pi di un paio d'ore al giorno. Ma fu come se quel
cartello avesse fatto crollare il marciapiede sotto i piedi alla sua
soddisfazione. Erano passati solo quindici giorni e la nostalgia di Pataki era
gi intollerabile. Non c'era nessuno in tutto il paese che potesse chiamarlo
testa di cazzo con la stessa autorevolezza, l'autorevolezza di chi ti conosce
da una vita.
Quando giunse a casa, si rallegr che Elek non presidiasse la sua
poltrona e che con lui fosse in libera uscita anche la sua curiosit. Si
rallegr inoltre che Jadwiga avesse acconsentito a venire a Budapest
risparmiandogli il viaggio fino a Szeged. Anche agli altri toccava faticare
tanto per un po' di felicit? Bella roba trovare un amore di prima classe, ma
con lei che abita dall'altra parte del paese. Guard fuori e controll la
strada, anche se era troppo presto perch stesse gi arrivando. Aveva
insistito perch non andasse a prenderla alla stazione; con un disprezzo
tutto polacco per gli orologi, non sapeva che treno avrebbe preso. Ma
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sicuro che avrebbe vinto l'Esercito e non riusciva a capacitarsi che Bokros
fosse tanto stupido; ma non sapeva, a differenza di Bokros, che nella stessa
data era stato fissato un incontro internazionale, cos che l'Esercito avrebbe
dovuto fare a meno dei suoi giocatori migliori. In quel periodo Gyuri era al
verde, ma aveva messo gli occhi su una cintura di pelle che era
precedentemente appartenuta a Sndor
e quindi, con un'iperbole
eccessivamente colorita, in cambio della cintura aveva scommesso che, in
caso di vittoria dei Siderurgici, Bokros avrebbe potuto cacargli in mano. I
Siderurgici vinsero, ma, misteri della vita!, Vilmos manifest un
improvviso sprazzo di senso dell'umorismo.
Naturalmente nessuno voleva perdersi lo spettacolo. Vilmos si mise in
posizione e Gyuri si accucci cortesemente alle sue spalle, pronto a
raccogliere la palla fecale. Non farla cadere per terra!, fu l'esortazione
generale. Gyuri attese dignitosamente di tenere fede alla parola data ma
Bokros, trovandosi tutto a un tratto al centro dell'approvazione per aver
messo in piedi uno spettacolo tanto divertente, si scompisciava dalle risa e
non riusciva a convincere i suoi ufficiali giudiziari muscolari a sfrattare gli
occupanti delle sue budella.
Datemi un giornale, disse sperando che la lettura di qualche brano del
discorso del primo ministro Hegedus sui rapporti magiaro-sovietici lo
aiutasse a rilassare gli sfinteri, ma la folla alla fine si dovette disperdere
delusa.
Gyuri si era perso il preambolo della discussione, ma la scommessa fra
Pataki e Bokros la settimana successiva era sorta da un feroce scambio di
insulti. Era successo sull'isola Margherita dopo un allenamento. Gyuri
entr in scena mentre Pataki, che in quegli ultimi tempi si era fatto molto
suscettibile, diceva a Bokros che valeva meno di una merda. Pataki era
furioso e aveva l'aria furiosa, il che era strano perch generalmente non
faceva volantinaggio sui propri sentimenti; Bokros, da cui ci si sarebbe
aspettati che fosse abituato a sentirsi dare della merda e peggio, era
indignato.
Chi ti credi di essere? esclam. Ti credi tanto importante? Ti credi
tanto duro? Bokros era sul punto di scoppiare nel pronunciare quella
parola. Quando si tratta di cose serie non fai tanto il furbo.
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23 ottobre 1956
Andando al Ministero dello Sport (era cos che tutti chiamavano il
Comitato Nazionale per l'Educazione Fisica e lo Sport, cui piaceva fingere
di non essere un Ministero perch ci avrebbe screditato quell'atmosfera di
dilettantismo che cercavano di coltivare) Gyuri vide salire sul tram un
controllore. Era senza biglietto. Era sempre senza biglietto. Era sempre
stato senza biglietto. Non aveva pagato un centesimo per i trasporti
pubblici dagli ultimi anni della guerra. Per di pi, in tutto quel tempo non
aveva mai nemmeno contemplato l'ipotesi di pagare, neppure per un
attimo. Questo prima di tutto perch non se la sentiva proprio di cedere allo
Stato una parte, per quanto esigua, del proprio denaro, e in secondo luogo
perch di solito i tram erano talmente pieni che solo una percentuale
irrisoria del suo corpo vi trovava posto. Il pi delle volte era costretto a
viaggiare fuori, appeso per una mano, con un piede soltanto sul predellino,
in compagnia di vari concittadini nella sua stessa posizione, e non gli
pareva che quella sistemazione giustificasse alcun genere di pagamento.
Una volta tanto che era seduto, si stava chiedendo a che punto gli
convenisse scendere quando all'altro capo del tram un operaio con tanto di
tuta blu di colpo si mise ad abbaiare al controllore: Quando lo Stato
comincer a pagarmi con soldi validi, allora avr un biglietto valido,
capito?. La violenza di quello scatto d'ira fu stupefacente, molto maggiore
di quanto ci si sarebbe aspettati anche nelle circostanze pi estreme di
fronte alla richiesta di un biglietto. Fece scendere il silenzio sull'intero tram
e attir l'attenzione generale di chi gi pregustava una bella sceneggiata da
pubblici trasporti. Normalmente la gente che non voleva o non poteva
pagare scendeva al volo all'avvicinarsi delle autorit, come faceva Gyuri, e
il tram prendeva l'aspetto di un albero che perdeva via via le foglie.
Evidentemente il controllore era incappato in una rabbia che covava da
un pezzo. La sua richiesta aveva spalancato la porta a un accumulo di
rancore e la pura ferocia della replica, con l'aperta minaccia di lesioni
corporali imminenti quanto spietate proclamata a gran voce, lo convinsero
a soprassedere. Gyuri aveva assistito a un solo caso di rifiuto
incondizionato prima di allora: un uomo anziano, che tratteneva a stento
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due enormi cani lupo con la bava alla bocca, invitato a mostrare il biglietto,
aveva dichiarato sorridendo: Sinceramente non ho voglia di pagare. E
non lo aveva fatto.
Sentendosi la dignit in pericolo, il controllore scese all'Asteria. Gyuri
guard fuori e not gruppetti di studenti qua e l con dei cartelli in mano.
Erano stati tranquilli per un po', intimoriti da alcuni dei migliori esempi
della brutalit disponibile sul pianeta Terra, ma poi gli ungheresi avevano
ricominciato con lo sport nazionale: mugugnare. Avevano ricominciato
tutti, a quanto pareva. Ci si erano messi persino all'Unione degli Scrittori,
tempio indiscusso della malnutrizione morale, rinnegando di colpo tutto
ci che avevano scritto negli ultimi anni. Sollevata la testa da sotto il culo
di Rkosi, l'Unione sbatteva gli occhi alla luce del giorno.
Mentre andava all'udienza disciplinare Gyuri aveva saputo da Laci, il
fratello minore di Pataki, che gli studenti del Politecnico stavano
organizzando una manifestazione. Una vera manifestazione, sai, decisa da
noi. Non era chiaro se fosse autorizzata o meno. Alcuni capi dicevano di
s, altri di no. Agli studenti non sembrava importare.
La manifestazione non avrebbe cambiato niente di niente. Gyuri non lo
aveva detto a Laci perch era troppo entusiasta all'idea, ma era stato tentato
di citargli il dottor Hepp: Signori, una cacca d'orso si pu capovolgere, si
pu portare a fare un giro sul Balaton, si pu mettere in una bella scatola
legata con un nastro azzurro, la si pu denigrare o si pu comporre un'ode
in suo onore, ma rimarr sempre una cacca d'orso.
Che differenza avrebbe fatto allora se anche avessero cambiato il leader
del Partito come avevano fatto in Polonia? O se il nuovo leader avesse
svillaneggiato il vecchio leader? O se si fossero trovati con un Gero invece
di un Rkosi? O con un Nagy invece di un Gero? Erano tutti stronzi
provenienti dallo stesso nastro trasportatore. Era come protestare per il
cambio di una lampadina. E se il nuovo leader avesse dato la colpa di tutto
al vecchio? Era il gioco della cavallina politica, le sedie musicali al
Comitato Centrale. Perch prendersela tanto?
Il suo umore quella mattina non era dei migliori per via della
convocazione disciplinare, ma l'incidente dell'AVO lo rallegr.
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perquisito a tappeto: del Piano non c'era traccia. Essendo appena assunto,
curioso e leggermente inebriato all'idea delle proprie responsabilit, Gyuri
aveva deciso di telefonare al Ministero per chiedere chiarimenti.
Aveva parlato con tre persone diverse prima di rendersi conto che anche
solo capire la procedura sarebbe stata una fatica improba e decisamente al
di l delle sue mansioni. Si era divertito a contare: aveva spiegato ventidue
volte che chiamava dalla Manifattura Piumini e desiderava avere i dati
corretti e aggiornati del Piano. Per ultima gli avevano passato una voce
dalla cui ostilit e reticenza aveva dedotto di essere finalmente arrivato alla
persona giusta nell'ufficio giusto.
Vuole che glielo dica per telefono? aveva ripetuto pi volte la voce
irata. E chi mi assicura che lei non una spia americana? Mettiamola
cos, aveva detto Gyuri rimuginando su quel dilemma epistemologico,
una spia americana le direbbe di andare a fare in culo?
Vergognandosi di aver provato a fare sul serio il proprio lavoro, Gyuri
era uscito dalla fabbrica. Passando davanti alla guardiola all'ingresso gli
era caduto l'occhio sull'indefesso paladino del potere del proletariato che
vivisezionava sul tavolo alcuni mozziconi per ricavarne un Frankenstein di
sigaretta. Gyuri aveva notato che stava facendo a pezzi una pagina di un
documento intitolato La Manifattura Piumini ungherese: Dati Riveduti e
Corretti del Piano Quinquennale, 1955.
Nel dubbio, meglio andare a casa e mettersi a letto, aveva pensato.
Aveva passato una notte insonne a preoccuparsi all'idea della Commissione
disciplinare e a prepararsi una linea di difesa, convinto che quella sarebbe
stata l'occasione in cui tutti gli arretrati di sfortuna gli si sarebbero
rovesciati addosso. Aveva deciso di andare a casa e infilarsi fra le lenzuola.
Trov Elek che cercava di convincere dei fondi di caff usati a
concedere un bis e a produrre ancora un po' di brodaglia nera. appena
passata Jadwiga, disse. venuta a Budapest per la manifestazione.
Gyuri fece un'immediata inversione a U e usc.
Dall'altra parte del fiume vide la folla intorno alla statua di Bem e si
accinse ad attraversare il ponte Margherita. Bem era il generale polacco
che non sapeva bene in quale rivoluzione si trovava e con grande zelo nel
1848 aveva guidato l'esercito di indipendenza ungherese contro gli
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Asburgo; lo aveva guidato con lusinghieri successi finch non erano entrati
in guerra i russi e l'esercito di indipendenza aveva dimostrato di essere un
vero esercito ungherese facendosi sbaragliare. Ma almeno la sconfitta era
stata attribuita alla schiacciante superiorit numerica dei russi, anche se
versioni apocrife della vicenda volevano che, nel sentire che un esercito
dieci volte pi grande del suo stava per attaccarli, Bem avesse
commentato: Bene, temevo che la facessero franca.
Gli studenti avevano deciso di riunirsi intorno a Bem perch uno degli
scopi della manifestazione era esprimere approvazione per i cambiamenti
politici avvenuti in Polonia (di cui Jadwiga aveva parlato con grande
entusiasmo), che erano del tipo che volevano anche per l'Ungheria: un
comunismo affabile, spensierato, estraneo ai furori ideologici. Non
sembravano i soli a desiderarlo.
Non solo piazza Bem era un mare di teste, ma l'argine tutto intorno era
un enorme ammasso di umanit. Trenta o quarantamila persone, e ai
margini della folla se ne aggiungevano altre. Era il rigurgito di un sistema
indigeribile, con tutti gli ingredienti dell'incontrollabilit.
Gyuri! Si volt e vide Laci con due amici che reggevano una grande
bandiera ungherese. Fu la prima volta in cui Gyuri ricord poi di essersi
sentito vecchio, di aver provato invidia per quelli pi giovani di lui, che
non avevano ancora esaurito l'entusiasmo e riuscivano a credere che
portando in giro una bandiera si potessero cambiare le cose.
C' Jadwiga da qualche parte, disse Laci guardando la folla alle
proprie spalle. venuta con degli amici di Szeged. Gyuri scrut nella
calca. Poteva volerci tutto il resto della giornata a trovarla, se i loro destini
non erano sincronizzati.
Complimenti. Non avrei mai creduto di vedere niente di simile,
osserv Gyuri, sorpreso dalle dimensioni della protesta. Hai visto i sedici
punti? gli chiese Laci aprendo un volantino e porgendoglielo. Abbiamo
cominciato a stenderlo ieri all'Universit e non riuscivamo pi a fermarci.
La prima rivendicazione che lesse riguardava un cambiamento ai vertici
del Partito dei lavoratori. Era il genere di cosa che, solo per averla pensata,
nel 1950 ti saresti ritrovato per dieci anni in una cella buia con i reni gonfi
e l'acqua gelata fino alle ginocchia. Ora, un po' perch Stalin annusava le
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violette dalla parte delle radici e un po' perch zio Nikita trattava come
spazzatura tutti i suoi predecessori, quel genere di cosa era concepibile,
purch la dicessi in compagnia di una folla molto, ma molto numerosa. Il
movimento comunista, secondo la miglior tradizione dei capitalisti falliti,
era abilissimo nel cambiare nome e indirizzo e continuare l'attivit dietro
una nuova facciata.
Le rivendicazioni si facevano pi rivendicative. Imre Nagy dentro, le
truppe sovietiche fuori. Libere elezioni e libera stampa. Perch gi che ci
siamo non chiedere anche la vita eterna e un conto in banca milionario
obbligatorio per tutti gli ungheresi? pens Gyuri. C'era anche la richiesta di
aprire tutti i dossier segreti sui cittadini.
Gran bell'elenco, disse, gran bella folla.
Le autorit erano contrarie finch non abbiamo cominciato, disse
Laci, ma ora arrivata un sacco di gente del Partito che non era stata
invitata. Immagino che preferiscano fingere di appoggiare la cosa.
L per l l'idea che Jadwiga manifestasse contro il Partito lo aveva
lasciato interdetto. A parte i rischi di carattere pi specificatamente fisico,
tipo essere picchiati o morire, era il rischio dell'espulsione dal paese che lo
rodeva. Per Gyuri, che faceva parte della massa priva di passaporto, la
Polonia era irraggiungibile quanto il Polo Sud. Ma era chiaro che la folla
era troppo numerosa perch ci fossero problemi. Era talmente enorme che
non si poteva n spararci in mezzo n pensare di disperderla. Senza dubbio
in un secondo tempo capi e oratori sarebbero stati invitati in qualche cella
sotterranea per una chiacchierata e qualche lesione strutturale. Ma per la
strada l'assembramento era schiacciante: come un parente sgradito che
viene in visita, non si poteva fare altro che assecondarlo con aria giuliva
finch non decideva di tornarsene a casa. Sarebbe andato tutto bene, purch
Jadwiga riuscisse a trattenersi dall'arringare la folla o recitare versi
incendiari. Ora andiamo al parlamento, annunci Laci, e ci rimarremo
finch non faranno di nuovo primo ministro Imre Nagy. Gyuri li guard
avviarsi sul ponte. Laci aveva solo quattro o cinque anni meno di lui, ma il
suo idealismo faceva s che Gyuri si sentisse suo nonno. Strano come in
due fratelli ci potessero essere tante differenze e somiglianze. Pataki aveva
sempre messo la propria intelligenza al servizio dell'uccello e si era sempre
sforzato di tirare scemi gli altri. Laci invece era studioso e schivo; tutte le
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volte che era andato a casa loro, Gyuri lo aveva trovato con un libro in
mano, spesso un libro di testo mortalmente noioso. Non si notava, ma era
sempre presente. Non era stata una sorpresa che avesse vinto una borsa di
studio per andare all'universit, successo non indifferente per chi non era
figlio di un membro del Comitato Centrale. La sua insubordinazione era
semplicemente pi nascosta, pi insidiosa, quatta quatta in attesa del
momento opportuno. Laci non ne aveva parlato, ma Gyuri era sicuro che al
Politecnico pi che farsi trascinare era un trascinatore.
Scrutando fra la folla, cerc tracce di Jadwiga. Lo rincuor non vederla
incitare i manifestanti con il megafono. Per le strade non c'erano pi solo
studenti, la manifestazione stava crescendo a vista d'occhio: soldati,
anziani, nullit, giocatori di pallanuoto, casalinghe, impiegati, tutti quelli
che vedevano la manifestazione e i cartelli e si rendevano conto che non
era una messinscena organizzata dai comunisti, che non era un Primo
maggio fuori stagione, mollavano tutto e si univano al corteo con l'aria di
dire: Perch non ci abbiamo pensato prima?.
C'erano decine di persone che tentavano di abbattere la statua di Stalin,
folletti radunati intorno ai suoi stivali. Molte altre davano consigli su come
procedere. Tentativi e consigli si protraevano ormai da tempo. La statua,
con i suoi otto metri di altezza, era stata fatta oggetto di attacchi con
mazze, seghetti da metallo, catene fissate a camion e, com' ovvio, di
copiosi quanto sanguinosi insulti, ma rimaneva altamente indifferente
all'agitazione attorno ai suoi piedi.
Gyuri era molto contento di esserci. Se non fosse uscito a cercare
Jadwiga probabilmente si sarebbe perso tutto: c'era da scommettere che
Radio Budapest non avrebbe trasmesso la notizia che quella sera si sarebbe
svolta una performance unica e irripetibile di idoloclastia.
Era indiscutibilmente un momento storico, una di quelle cose che
volenti o nolenti i nipoti si sentono raccontare. Gyuri non aveva mai
provato prima di allora una soddisfazione altrettanto intensa; piacere s, ma
nulla aveva mai spinto il suo animo a buttare la testa all'indietro e ridere di
cuore. Non gli sarebbe dispiaciuto, per, se quel momento storico si fosse
dato una bella mossa, perch faceva troppo freddo per star fuori, anche per
una di quelle sensazioni che capitano una sola volta nella vita, ed essendo
stato in giro tutto il giorno era stanco. Inoltre non poteva fare a meno di
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era al colmo della felicit, ma si stava facendo tardi e i pi, soddisfatti della
bella giornata trascorsa manifestando, cominciavano a tornare a casa.
Gyuri aveva visto quasi tutti quelli che aveva conosciuto in vita sua nella
piazza del Parlamento, tranne Jadwiga. Stava andando a casa a vedere se
era l quando si era imbattuto in Stalin sul punto di andare al tappeto. Con
un po' di oculata combustione, Stalin incespic nella volont popolare e
croll con un fragore sonoro che annient l'ovazione dei cacciatori di
souvenir che facevano ressa per avventarsi con mazze e martelli sulla
carcassa abbattuta. A Gyuri sarebbe piaciuto molto tenersi un pezzo di
Stalin a mo' di talismano, a imperitura memoria del fatto che il male non
sempre trionfa, ma decise di tornare alla Radio a cercare Jadwiga se non
l'avesse trovata a casa. E siccome non c'era, prese il tram per piazza
Klvin.
Il dedalo di strade intorno alla Radio in Sndor Brdy utca era pieno
zeppo di gente. Sembrava una replica della protesta per la Coppa del
Mondo, solo che questa volta il numero delle comparse era quadruplicato.
Gyuri sent dire che nel tardo pomeriggio una delegazione di studenti era
riuscita a entrare nella sede della Radio per chiedere cortesemente che i
punti venissero letti al resto del paese. Altre delegazioni, altri amici della
democrazia, altre cortesie si erano aggiunti man mano nel corso della
serata finch alle undici la cortesia era stata messa da parte e l'idealismo
studentesco aveva ceduto il passo alla bellicosit proletaria. Gyuri sperava
che Jadwiga non fosse nei paraggi (bench avesse la sensazione che la
propria presenza causasse la di lei assenza) perch era sicurissimo che
sarebbe stato alla Radio che il Partito avrebbe detto basta. Finch si trattava
della statua di Stalin, potevano lasciare che la gente si sfogasse, perch
tutto sommato Stalin era morto e fuori moda, e cos si risparmiavano il
fastidio di rimuoverla loro stessi, ma la Radio era potere reale, presente e
palpabile, poteva diffondere il senso di inquietudine alle parti pi
intorpidite della capitale e del resto del paese...
Gyuri scorse Laci e la sua banda vicino all'ingresso principale. Riusc a
raggiungerli, suscitando non poco rancore fra la gente che dovette
spintonare e calpestare per questo. Hai mica visto Jadwiga? chiese. S,
rispose Laci, era qui un momento fa. E aggiunse tutto fiero: Stanno per
dare lettura dei punti.
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Verso le sei balen nella mente degli assedianti il sospetto che dentro
non ci fosse nessuno a impedire loro di entrare. Lo fecero e trovarono
alcuni AVO ormai parecchio irrigiditi ma, con grande imbarazzo,
dovettero constatare anche che gran parte della guarnigione era scappata
dalla porta di servizio, o almeno cos sembrava. Scoprirono alcuni
annunciatori vergognosamente nascosti sotto le scrivanie o negli armadietti
delle scope. Un ragazzo esaltato che poteva avere al massimo quindici anni
li chiam fratelli e li esort a impugnare le armi per la rivoluzione. Si
capiva che era una rivoluzione perch quell'invito non suon ridicolo.
Rivoluzione. Era la prima volta che Gyuri sentiva pronunciare quella
parola riferita a quanto stava accadendo. E perch no? In modo tutt'altro
che sorprendente gli speaker si dissero entusiasticamente disposti a fare
quanto richiesto. stupefacente quanto rispetto ti mostri la gente quanto tu
sei armato e loro no, pens Gyuri.
Gli studi erano vuoti e recavano tracce di una fuga precipitosa, ma da
una radio proveniva della musica come se fosse un mercoled mattina
qualunque. Stavano trasmettendo da qualche altra parte. E ora che cosa
facciamo? disse uno dei vincitori mettendo il dito sulla piaga. Gyuri pass
il fucile a un altro giovane esaltato ma disarmato e se ne and a casa.
Davanti alla stazione Keleti vide passare sferragliando un convoglio di
autoblindo e carri armati inequivocabilmente sovietici. Be', era stato bello
finch era durato.
A casa trov Elek che faceva la sua modesta colazione in cucina.
Non dirmi che non l'hai incontrata, disse stupefatto. Senza aspettare
ulteriori spiegazioni, Gyuri usc di nuovo di corsa e perlustr
insistentemente le strade circostanti. Era ridicolo. Decise di tenere fede alla
propria filosofia e starsene a letto (la partenza di Pataki gli aveva messo a
disposizione una nuova macchina da sonno in sostituzione di quella
bruciata in un impeto di ardore spartano) finch Jadwiga non fosse
ricomparsa.
Imre Nagy ha parlato alla radio, disse Elek. Hai sentito?
No, me lo sono perso.
di nuovo primo ministro. Ha chiesto a tutti di calmarsi.
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Gyuri aveva pensato che i disordini fossero ormai finiti, che il flirt con
la libert fosse un'avventura di una notte e basta, ma era chiaro che la gente
stava ancora facendo quello che le pareva. E i russi a che gioco giocavano?
In centro, pi vicino all'Universit, vide dei carri armati russi
parcheggiati minacciosamente qua e l, che si sforzavano di apparire
aggressivi e nello stesso tempo di non dare nell'occhio, ma non assistette a
nessuno scontro.
All'Universit incontr subito Laci con una fascia tricolore al braccio e
una pistola in bella mostra nella fondina. Era chiaro che si trovava
nell'orbita di Laci tanto quanto era fuori da quella di Jadwiga. Nell'atrio
principale dell'Universit l'accessorio pi di moda sembrava essere un'arma
da fuoco: o una chitarra Davai o, come minimo, una rivoltella. Gyuri si
aspettava che Laci gli dicesse che Jadwiga lo aveva cercato fino a un
attimo prima, invece non l'aveva vista affatto.
Laci era scosso: Stamattina ci hanno attaccato. Sono passati degli
AVO in macchina, hanno aperto il fuoco e ucciso uno dei nostri. Avevo
una mitragliatrice, li avevo sotto tiro... Gyuri, non ce l'ho fatta a premere il
grilletto.
Era successo. Lo choc di essere un idealista. C' gente che non sa
raccontare le barzellette o non arriva a toccarsi la punta dei piedi. Laci non
riusciva a premere il grilletto. Era buffo, a quell'ora suo fratello sarebbe
andato in giro con i caricatori di ricambio. Mentre Gyuri lo confortava,
furono raggiunti da un altro studente. Ehi, Gyuri, ti piace la rivoluzione?
Vuoi vedere la nostra collezione di AVO?
Nell'aula di chimica c'erano dodici dipendenti AVO, dall'aria
prevedibilmente afflitta, che erano stati prelevati dalle ronde degli studenti.
Uno studente li torturava descrivendo loro ci che li aspettava in base ai
princpi del diritto internazionale e naturale, spiegando come sarebbero
stati inquisiti formalmente, correttamente e legalmente da un organo
regolarmente eletto e quindi processati se avevano commesso azioni
illegali. Osservando quelle figure dalle spalle curve, circondate da piatti
con avanzi di spinaci cotti (difficili da mandare gi persino per degli
studenti affamati), Gyuri pens che avevano avuto fortuna a essere stati
catturati dagli studenti e a non dover camminare su tavole inesistenti.
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nei libri di storia il 23 ottobre? Come il giorno in cui gli ungheresi furono
d'accordo.
A ogni modo, secondo me le guardie di Recsk erano
fondamentalmente normalissime, anche se non troppo intelligenti. Gli
avevano detto che eravamo la feccia dell'umanit, i pi malvagi,
degenerati, odiosi, pidocchiosi parassiti mangiabambini mai visti sulla
faccia della terra: insomma, il tipo di gente che si trova di solito nei campi
di concentramento. A che serviva cercare di spiegargli che eravamo finiti
l dentro per aver votato nel modo sbagliato?
L'altra cosa che, sai, uno che finisce dentro per sbaglio per molto
tempo, non per un anno o due, ma tre o anche di pi, tende ad andare da un
estremo all'altro. Per esperienza ti posso dire che si diventa o
eccessivamente indulgenti, o eccessivamente vendicativi. Credo che
dovremmo ricordarci di Recsk. La gente dovrebbe sapere che cosa
successo laggi. Ma credo anche che dovremmo dimenticare e andare
avanti a occuparci di altre cose. Quando se ne saranno andati i carri
armati.
Si sent un rombo che si allontanava. Avendo pienamente chiarito la
propria opinione e fatto il vuoto intorno a s, il carro armato se ne and.
Quando vide riemergere la gente dalla tavola calda, Gyuri cap che poteva
rialzarsi senza correre rischi. Si sentiva addosso i vestiti zuppi di sudore e
un puzzo di paura da far storcere il naso. Piacere di averla conosciuta,
disse stringendo la mano a Mikls, spero che la rivoluzione le piacer.
Compr qualcosa da mangiare. Erano le sette passate e, dato che aveva
appuntamento con Jadwiga alle otto e che era disastrosamente a corto di
fortuna, non vedeva l'ora di tornare a casa. Andando verso la stazione
Keleti vide con un certo disagio che la rivoluzione stava prendendo forza.
C'erano soldati russi morti lungo i marciapiedi e appoggiati ai muri come
vagabondi ubriachi. Sebbene non avesse nulla in contrario ai soldati russi
morti, da quello spettacolo dedusse che si stava avvicinando alla zona degli
scontri, anzich allontanarsi come desiderava. Le mani gli tremavano
ancora per il tempo passato a fare da bersaglio. Il suo stomaco avrebbe
ruminato il terrore per settimane intere. Assurdamente, nel bel mezzo della
sparatoria aveva provato l'impulso di gridare a quelli del carro armato:
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un uomo che si mise a bussare sulla fiancata del carro come se fosse una
normalissima porta. Buss con molta perseveranza finch, trascorso
qualche minuto, la torretta si apr e ne sbuc una testa cinta da un casco di
cuoio. Che cosa aveva bussato a fare? Per chiedere da accendere?
Sperando che ci fossero meno probabilit che i russi aprissero il fuoco nel
bel mezzo della conversazione, Gyuri part al galoppo. Passando di corsa,
malgrado il suo scarso russo si rese conto che l'uomo stava arringando i
militari. Che cosa ci fate qui? chiedeva in tono perentorio.
Siamo qui per proteggervi dai teppisti e dai reazionari, protest
l'ufficiale.
Dove sono i teppisti? Dove sono i reazionari? Era un dialogo
interessante, ma Gyuri aveva gi avuto la sua dose di attualit per quel
giorno. Salendo le scale, trov Jadwiga che scendeva.
Sei in ritardo, gli disse severa.
Il tempo vola quando fai la rivoluzione.
Di sopra Elek li accolse con la notizia che Imre Nagy aveva formato un
nuovo governo. Sono contento per lui, comment Gyuri, ma se non ti
dispiace, abbiamo alcuni aspetti urgenti dei rapporti magiaro-polacchi da
prendere in esame.
Perch non procedere in modo confortevole? pens Gyuri rallegrandosi
di aver ricevuto un letto a tutti gli effetti come regalo di addio da Pataki.
Sfinito dalla storia, dalla preoccupazione, dalla paura e dai doveri
coniugali, stava per abbandonarsi al sonno quando Jadwiga disse, a
proposito di nulla in particolare:
Stiamo vincendo. La prossima sar la Polonia.
Gli piaceva la sua follia. Contava davvero quello che succedeva fuori
dalla camera da letto in cui avevano stabilito una zona demalvagizzata?
Chiss, magari faranno qualcosa anche i cechi, continu Jadwiga
raccontandogli come era arrivata a Budapest e la sua giornata di
rivoluzione. Il sabato precedente gli studenti dell'Universit di Szeged
avevano indetto un'assemblea, com'era diventato di moda fare, per
discutere della diffusa iniquit delle cose. stata la prima volta in vita
mia che ho visto qualcosa di sia pur vagamente democratico. Strano che
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abbia dovuto aspettare ventidue anni per sentire qualcuno dire quello che
pensa in pubblico; la cosa aveva un che di quasi indecente. Cos abbiamo
votato di uscire dal sindacato studentesco comunista e di fondarne uno
nostro. Sono stata io a proporlo. Ho pensato a quello che hai detto tu sul
fatto di lottare fino in fondo. stato quello a spingermi.
Per quanto Gyuri sforzasse la sua memoria, non riusc a ricordare di
aver fatto alcuna dichiarazione del genere.
Quindi gli studenti di Szeged avevano deciso di mandare una
delegazione a invitare la giovent universitaria di Budapest a fare la stessa
cosa. Jadwiga era arrivata a Budapest luned notte, ma aveva preferito non
andare a guastare il sonno di Gyuri con un saluto alle quattro del mattino.
Poi aveva fatto un giro turistico del crollo del potere del Partito. Mentre
Gyuri si riparava dietro Stalin, lei era al cinema Corvin, in uno dei posti
migliori di prima fila da cui assistere ai combattimenti. Gyuri le raccont i
suoi vari incontri con i carri armati sovietici. Hai avuto paura? gli chiese.
No, ment, scegliendo un tono di fredda indifferenza verso la letalit
dei mezzi blindati sovietici, ma non di disprezzo, perch non voleva
strafare.
Neanch'io ho avuto paura, disse lei. Non era la prima volta che Gyuri
notava che Jadwiga era molto pi coraggiosa di lui. Di animo fermo quanto
il seno, bella e forte, Venere e Marte insieme. Il suo era un coraggio
autopropulso, indipendente, distaccato, uno di quelli che funzionano anche
quando si soli, al buio, nella camera a gas. Che cosa ci fa con me? Gyuri
poteva riuscire a rimediare un po' di spavalderia davanti a un pubblico o
con il sostegno di qualcuno, ma quel genere di coraggio solitario che esiste
anche se non c' nessuno a testimoniare o a prendere appunti era fuori della
sua portata, lo sapeva.
Si diventava coraggiosi facendo cose coraggiose, cos come si diventa
forzuti facendo flessioni? Il coraggio era ossa o muscoli? Coraggiosi si
nasce o si diventa?
Si alzarono per amalgamare in una frittata gli ingredienti comprati da
Gyuri. Dopo mangiato Jadwiga usc dalla cucina e torn subito con un
fucile mitragliatore, una classica chitarra Davai, che pos sul tavolo.
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Hai niente per pulirlo? chiese. Gyuri si accorse che Elek lo guardava
molto divertito.
L'unica cosa pi improbabile di una rivoluzione, pens Gyuri arrivando
all'Ambasciata britannica con una cartella piena di documenti dell'AVO
che dimostravano che un diplomatico britannico aveva fatto la spia per
conto dell'AVO, sarebbe stata arrivare all'Ambasciata britannica con una
cartella piena di documenti che dimostravano che un diplomatico
britannico aveva fatto la spia per l'AVO.
Suon il campanello. Dopo una pausa di dignitosa durata la porta si apr
e Gyuri vide con piacere che era Nigel. Buon giorno, gli disse
sfoggiando la sua pronuncia pi ornata. Come va, Nigel? Sai se
l'ambasciatore libero?
Per la precisione, ministro plenipotenziario, ma questo non deve
scoraggiarti. Gyuri non aveva idea di che cosa intendesse dire Nigel, ma
non voleva rovinare la sua fama di stella nascente nel firmamento della
lingua inglese parlata. Lui e Nigel si erano conosciuti tre giorni prima, al
culmine dei combattimenti. La regola era dare addosso a qualunque cosa
sbucasse da Ndor utca. Avevano una mitragliatrice pesante sempre pronta
a sparare; se n'era impossessato un minatore di Tatabnya, arcigno e
scorbutico, che non lasciava avvicinare nessuno. Ero artigliere
nell'esercito, chiaro? So come si usa quest'aggeggio. Non voglio che
nessuno ci metta le mani, non voglio cazzate.
Non abbassava mai la guardia e pisciava sul posto, pur di non mollare o
perdere di vista per un attimo la mitragliatrice. Quando era comparsa
l'automobile, l'arma si era immediatamente inceppata, ma era stato meglio
cos perch almeno avevano avuto il tempo di riconoscere l'Union Jack
legato malamente sul cofano. L'auto aveva arrancato fino a fermarsi
rispettosamente davanti alla loro postazione e, mentre il minatore
imprecava e malediceva la qualit dei prodotti dell'industria manifatturiera
sovietica e scaraventava cartucce a destra, a sinistra e al centro, Nigel era
sceso e aveva detto allegramente: Buon pomeriggio. C' per caso
qualcuno che parla inglese e che sa la strada per la Legazione britannica?
Gyuri si era meritato quella conversazione.
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diritto alla libera associazione era stato pesante, ma era un po' come non
leggere un libro per cinque anni e poi iniziarne cinque
contemporaneamente per recuperare. Orge di idee da un capo all'altro del
paese.
Si stavano formando organizzazioni di ogni tipo: i vecchi partiti politici
che riprendevano il discorso da dove lo avevano lasciato nel 1947 e
associazioni di ogni tipo per i prigionieri politici, gli studenti, gli impiegati,
gli economisti, i pallanuotisti rivoluzionari. La vecchia barzelletta dei due
ungheresi su un'isola deserta che si dividono in tre partiti politici era
sempre pi vera. Probabilmente esisteva gi anche un'associazione di
combattenti per la libert con una gamba sola a cui poteva iscriversi Jank.
Gyuri gironzol nel cortile del Corvin. I combattenti erano giovani, per
la maggior parte ancora adolescenti (di nuovo Gyuri si sent un po'
obsoleto); generalmente erano di classe operaia e, be', per lo pi non molto
intelligenti. Ma quale persona intelligente avrebbe passato il proprio tempo
libero a sfidare carri armati sovietici? No, la gente colta e intelligente se ne
stava quasi tutta a casa a comporre pamphlet e lasciava che i poveri e gli
stupidi morissero al suo posto, uscendo a sventolare bandiere al momento
opportuno.
Il Corvin si trovava in uno di quei quartieri dove una bella rissa veniva
sempre apprezzata, che fosse uno scontro con i tifosi di una squadra di
calcio rivale o con l'Armata Rossa. Gyuri si aspettava di incontrare Tams;
il Corvin sembrava fatto apposta per lui e non c'era dubbio che, se Tams
era vivo, dovevano esserci dei russi che stavano morendo. Ma i posti
brulicanti di vita oltre al Corvin erano moltissimi. Pure al Corvin c'erano
facce che gli erano familiari: aveva visto Filetto che discuteva con due
ragazze vezzosamente armate di fucili mitragliatori. L'aveva salutato, ma
sospettava che non lo avesse riconosciuto, poich il suo ruolo di compagno
di cella per Gyuri era stato pi importante di quello di comparsa sul
palcoscenico di Filetto interpretato da Gyuri.
Si aspettava anche di incontrare da un momento all'altro Pataki.
Schiene, profili, tagli di capelli, figure in lontananza imitavano Pataki o
emanavano un che di patakiano. Pensava che magari Pataki fosse sulla
strada del ritorno in Ungheria perch non voleva perdersi tutto. Dal
parlamento usc uno che gli assomigliava talmente, che si muoveva in
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modo cos simile a lui, che Gyuri stava gi preparandosi gioia e saluti e
solo l'assenza del bench minimo segno di riconoscimento nelle iridi
dell'impostore lo trad all'ultimo momento...
Alla fine, in fondo a lli ut, vicino ad alcune macerie pittoresche,
Gyuri trov Jadwiga che si faceva fotografare da due fotografi occidentali,
che apparentemente avevano un debole per le belle ragazze armate. Gyuri
si indispett. Jadwiga stava facendo soltanto uno dei suoi sorrisi di cortesia,
il suo biglietto da visita con tutti i denti in mostra, ma loro non potevano
saperlo.
Si avvicin per guardare pi in cagnesco i fotografi, ma quelli avevano
gi finito e stavano andando a scattare la loro prossima istantanea. Viktor,
il disertore sovietico, e un altro polacco che a Gyuri sembrava si chiamasse
Witold erano appoggiati allo scheletro di un carro armato, da dove avevano
osservato la scena delle fotografie.
Jadwiga indossava la sua giacca sovietica imbottita, la buccia di un
soldato sovietico morto, pens cupamente Gyuri. Anche lui aveva preso
armi agli internazionalisti morti, ma le armi erano in un certo senso
infedeli, non appartenevano a nessuno, si facevano portare e basta. La
giacca blu di Jadwiga, che costituiva circa un terzo del suo modesto
guardaroba, era finita a brandelli il 26 mentre strisciavano a terra al Corvin
sotto il fuoco dei sovietici. Pi di tutto il resto era stato spaventoso il
rumore dei carri armati. Razionalmente non era pi pericoloso degli spari
della fanteria, ma suonava pi pericoloso. Quando Jank aveva risposto al
fuoco con il cannone anticarro, Gyuri aveva creduto di morire dalla paura.
Mentre avanzava strisciando sull'asfalto, usando muscoli della cui
esistenza non aveva mai avuto il bench minimo sentore, pi appiattito che
se si fosse trovato sotto le zampe di un elefante, meditava sul fatto che
sarebbe bastata una delle centinaia di pallottole che attraversavano
sibilando il Corvin per disarcionarlo dal continuum spaziotemporale e si
chiedeva perch non scappavano tutti, Jadwiga era angustiata soltanto dal
fatto che la sua giacca la stava tradendo sul campo di battaglia e cadeva a
pezzi mentre lei sparava. Da una delle spedizioni a fare shopping nei
momenti di calma presso sovietici fuori servizio, per rifornirsi di armi e
munizioni, era tornata con quella robusta giacca.
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Allora come sta il nostro ottimista? gli aveva detto. Quella mattina
Jadwiga naturalmente si era schierata con Elek, sostenendo che ormai
l'Armata Rossa ne aveva abbastanza e che Gyuri non voleva affrontare la
libert di fare quello che voleva senza poter ricorrere alla comoda scusa di
uno stolido regime dittatoriale che gli impediva di mietere successi.
Oggi Budapest, la settimana prossima Varsavia, vero, Witold? Witold
annu, poi Jadwiga aggiunse in russo: Mosca, siamo realistici, fra un
mese. Viktor aveva approvato con un sorriso.
Per questo devono smetterla qui, comment Gyuri. Non pu durare
ancora a lungo.
Sei cos abietto, protest Jadwiga. Spero che i nostri figli non
prendano da te. Quando gli racconter com'era stupido loro padre, si
metteranno a ridere.
Dopo averle strappato la promessa di rincasare presto, Gyuri si avvi
verso Damjanich utca. Passando davanti a una libreria che aveva vomitato
il proprio contenuto per la strada, gli venne in mente che a casa erano a
corto di carta e, per fare un esperimento scientifico, raccolse alcuni volumi
che non erano bruciati o erano stati solo parzialmente rosicchiati dalle
fiamme.
A casa, seduto comodamente sul gabinetto, li esamin. Rvai, l'ideologo
del Partito, fu una delusione. Era un volume imponente, Sapevamo che uso
fare della libert (684 pp.), ma la carta era troppo lucida per superare a
pieni voti l'esame di nettaculo. Mray, il giornalista che aveva
impavidamente inventato e quindi denunciato le atrocit commesse dagli
americani in Corea nel suo Testimonianza (213 pp. con illustrazioni)
sembrava pi promettente. Gyuri non aveva idea di che cosa fosse
veramente successo in Corea, ma era pronto a giocarsi la pelle che le
uniche cose che non fossero menzogne belle e buone nel libro erano il
nome dell'autore e le virgole. Ciononostante Mray presentava una
maggior capacit di assorbimento. Passando a Discorsi e articoli scelti di
Rkosi (559 pp.), l'inadeguatezza rispetto alla funzione da svolgere restava
palpabile. La salvietta pi efficace per il suo fondoschiena risult essere La
svolta (359 pp.), sempre di Rkosi, un'edizione molto vecchia, del 1946, su
carta ruvida che andava quasi bene.
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sarebbe stato facile farlo fuori. Stando vicini a lui magari un po' di
protezione sarebbe caduta anche su di loro. Gyuri not che si era messo il
pullover con il davanti dietro.
Avete sentito di Malter? chiese Kurucz. Gyuri scosse la testa. Il
colonnello Malter era stato nominato ministro della Difesa alcuni giorni
prima sulla base delle sue attivit alla caserma Kilin. Ieri sera andato a
cena con il Comando Supremo sovietico e non tornato. Un'altra buona
notizia, pens Gyuri assordato dalla voce che gli gridava stai per morire
all'orecchio.
Be, la leadership militare non mai stata il nostro forte, osserv
Kurucz. Era una scemenza, ma Gyuri non poteva fare a meno di pensare
che le cose sarebbero andate diversamente se Pataki non se ne fosse
andato. Con Pataki non sarebbe successo. Pataki non si sarebbe fatto
raggirare da un branco di generali sovietici grassi. Non li avrebbe lasciati
cacare per tutto il paese. Non sapeva come, ma Pataki sarebbe stato pi
furbo di loro, o per lo meno non avrebbe perso la partita prima ancora di
cominciare.
Se solo ci fosse Pataki... disse, cercando di pensare a che cosa fare.
Se avessi letto di pi non diresti cose del genere, tagli corto Jadwiga.
Gyuri non cap che cosa intendesse, ma Jadwiga andava spesso soggetta ad
attacchi di misticismo slavo.
Il Corvin pareva al centro dell'attacco: era il prezzo della celebrit,
sanguinario tributo al suo esercito adolescente. Erano in azione le forze
aeree, l'artiglieria e nuovi carri armati pi grossi. Avanzarono lentamente
lungo il Korut, ma cercare di avvicinarsi di pi sarebbe stato suicida. Erano
dietro un mucchio di sacchi di sabbia rimasti dalla battaglia precedente
quando uno dei carri armati, a centinaia di metri di distanza, apr il fuoco.
Met del palazzo alle loro spalle spar. Gyuri ci mise un po' a
convincersi che era ancora vivo e che tutte le varie parti del suo corpo
erano al loro posto e ancora funzionanti. Jadwiga era vicino a lui, coperta
di polvere e di macerie. Quando vide la ferita, due pensieri fecero a gara
dentro di lui: uno, che le ferite allo stomaco erano sempre mortali, e l'altro
che il suo equilibrio mentale non l'avrebbe retto. Tenendola fra le braccia
come se potesse servire a qualcosa, cerc di non farsi leggere in faccia
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l'orrore, la consapevolezza che stava per vedere l'ultima cosa che voleva
vedere, la morte della persona che amava.
Lei cap subito. Non mi dimenticherai, disse.
Nigel ingannava il tempo che mancava all'inizio della Terza Guerra
Mondiale lustrando tutte le scarpe su cui riusciva a mettere le mani nella
legazione.
Squillava il telefono. Una volta Nigel aveva risposto: Pronto, legazione
britannica.
Siamo in trappola. Stiamo per morire, aveva detto una voce. Era una
voce piena, profonda, calma, che parlava un ottimo inglese, con quel tanto
di accento ungherese che bastava a conferirle un gradevole tocco di colore;
si poteva pensare che appartenesse a un professore di letteratura inglese.
Nigel non sapeva che cosa dire. Era chiaro che ci sarebbero volute parole
di commiserazione, ma nel suo galateo pi immediato non c'era nulla di
adatto a una situazione del genere. Per fortuna la voce aveva continuato a
parlare senza dargli la possibilit di intervenire. Il nostro palazzo
completamente circondato dai russi. Combatteremo fino all'ultimo
proiettile, ma moriremo. Noi non siamo importanti, ma dovete aiutare il
nostro paese. L'Ungheria deve essere libera... Era caduta la linea.
Tutti davano una mano e tutti facevano tutto all'ambasciata, ma Nigel
non voleva pi rispondere al telefono. La Legazione era diventata il rifugio
di una strana mescolanza di cittadini britannici, studenti volenterosi,
avventurieri, giornalisti, vacanzieri e due uomini d'affari la cui inesorabile
devozione alla vendita delle loro lamette da barba alla faccia della storia
era senza dubbio degna di nota. Nessuno ne parlava, ma si dava
tacitamente per scontato che stesse per scoppiare la guerra e che si
sarebbero trovati tutti dietro le linee nemiche; comunque fosse andata, non
sarebbe stato piacevole. A tutti era stata presentata copia della loro stessa
morte.
Nigel aveva optato per la lucidatura delle scarpe perch cos aveva
qualcosa da fare e perch, come diceva scherzando, Vogliamo essere
impeccabili quando i russi ci cattureranno. Il direttore del mio vecchio
college non me lo perdonerebbe mai se andassi incontro alla fine con le
scarpe impolverate. Il giornalista della BBC vagava per l'ambasciata
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Kurucz sembrava sapere il fatto suo, pur essendo bene avviato verso la
morte. Questo perlomeno consent a Gyuri di non pensare; non aveva
nemmeno paura, perch quel che era successo aveva soffocato il suo
terrore, anche se a caro prezzo. Si avviarono lentamente a piedi verso il
confine, controllando diffidenti tutti quelli che incontravano, la maggior
parte dei quali li evitava con altrettanta alacrit e circospezione. Il piano
era arrivare pi o meno a un chilometro dal confine, aspettare che calasse
la notte e quindi rimettersi in cammino.
C'era una sottile coltre di neve. Perch faceva tanto freddo? Gyuri
pensava che non gliene sarebbe importato nulla delle circostanze, ma il
freddo era forte e chiaro. Non aveva per niente fame. Non c' nulla come la
morte per far passare l'appetito; non riusciva nemmeno a immaginare di
aver voglia di mangiare. Avrebbe barattato volentieri un po' di freddo per
un po' di fame. Ma non si poteva lamentare. Kurucz, che di materiale su
cui lavorare ne aveva parecchio pi di lui, non aveva aperto bocca.
Le mine le hanno tolte, vero? domand Gyuri, come se gli fosse
venuto in mente solo allora che, in segno di amicizia verso l'Austria, era
stata annunciata la rimozione di quasi tutti i campi minati e delle
fortificazioni.
S, i campi minati non dovrebbero esserci pi, rispose Kurucz,
aggiungendo poi: Ma mi dici quando mai hanno fatto una cosa per bene
in questo paese?.
Al crepuscolo Kurucz disse che erano arrivati in vista dell'Austria. Neve
e alberi di qua e di l. L'Austria sembrava straordinariamente uguale
all'Ungheria. Aspettando nel bosco a Gyuri venne tanto freddo che perse i
contatti con alcune delle sue estremit. Camminando in circolo per evitare
l'assideramento totale, Gyuri inciamp in tre cadaveri lievemente coperti di
neve: erano due donne e un bambino. Le sue emozioni, scopr, erano
diventate insensibili come le sue dita.
La luna era quasi piena, cosa poco incoraggiante. Ma si vedeva la luce
dei fuochi intorno a cui, probabilmente a causa del freddo, si raccoglievano
le ombre di sentinelle di nazionalit ignota. Fari che li tenevano lontani.
Gyuri e Kurucz si muovevano senza fretta, con molta attenzione, e
nonostante ci continuavano a inciampare e a incespicare lungo quel
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