XVII settimana del Tempo Ordinario - Anno B
Dove potremo comprare il pane per tanta gente
(Gv 6,1-15)
"C'era molta erba in quel luogo", ma c'erano soltanto cinque pani e due pesci e tanta, tanta gente da sfamare, circa cinquemila persone. Potrebbe sembrare a prima vista che i conti siano sballati e che le quantità non siano state ben proporzionate. In questo contesto di evidente squilibrio intervengono i segni e i prodigi divini. I calcoli dell'amore e della provvidenza di Dio non coincidono affatto con i nostri.
I conti che fa l'apostolo Filippo, la sua idea di "comprare", non corrispondono a quelli di Gesù. "Tu apri la tua mano e sazi la fame di ogni vivente", diceva il salmista rivolgendosi a Dio. La mano aperta è segno della generosità del Signore; è il segno visibile del perenne miracolo che Egli compie a favore delle sue creature nutrendole e dando loro incessantemente il necessario. Una piccola focaccia può dare all'uomo fedele energia sufficiente per camminare nel deserto per quaranta giorni e quaranta notti. È la risposta alla preghiera che lo stesso Cristo ci ha insegnato: "Dacci oggi il nostro pane quotidiano".
Purtroppo intervengono poi gli umani egoismi e la bramosie a creare squilibri di ogni genere, a generare sacche di povertà e peccaminosi sprechi. Capita così che ciò che ci viene dato da Dio come cibo di condivisione, di pace e di comunione diventa causa di dissidi, di penose divisioni e perfino di guerre. I cinque pani e due pesci sfameranno circa cinquemila persone. Potremmo aggiungere che piccolissime ostie e poche gocce di vino consacrati sui nostri altari saranno cibo e bevanda per una schiera innumerevole di fedeli e di martiri, di eroi e di santi di ogni epoca e di ogni parte del mondo. È abbastanza evidente infatti l'allusione alla santa Eucaristia, a quel pane moltiplicato all'infinito, cibo di vita eterna. È doveroso per noi che godiamo della gratuità dei doni divini, ricordare che il pane va spezzato e condiviso e non solo come accade nelle comunioni sacramentali, ma anche nelle nostre più ampie celebrazioni caritative.
XVII settimana del Tempo Ordinario - Anno B
Dove potremo comprare il pane per tanta gente
(Gv 6,1-15)
"C'era molta erba in quel luogo", ma c'erano soltanto cinque pani e due pesci e tanta, tanta gente da sfamare, circa cinquemila persone. Potrebbe sembrare a prima vista che i conti siano sballati e che le quantità non siano state ben proporzionate. In questo contesto di evidente squilibrio intervengono i segni e i prodigi divini. I calcoli dell'amore e della provvidenza di Dio non coincidono affatto con i nostri.
I conti che fa l'apostolo Filippo, la sua idea di "comprare", non corrispondono a quelli di Gesù. "Tu apri la tua mano e sazi la fame di ogni vivente", diceva il salmista rivolgendosi a Dio. La mano aperta è segno della generosità del Signore; è il segno visibile del perenne miracolo che Egli compie a favore delle sue creature nutrendole e dando loro incessantemente il necessario. Una piccola focaccia può dare all'uomo fedele energia sufficiente per camminare nel deserto per quaranta giorni e quaranta notti. È la risposta alla preghiera che lo stesso Cristo ci ha insegnato: "Dacci oggi il nostro pane quotidiano".
Purtroppo intervengono poi gli umani egoismi e la bramosie a creare squilibri di ogni genere, a generare sacche di povertà e peccaminosi sprechi. Capita così che ciò che ci viene dato da Dio come cibo di condivisione, di pace e di comunione diventa causa di dissidi, di penose divisioni e perfino di guerre. I cinque pani e due pesci sfameranno circa cinquemila persone. Potremmo aggiungere che piccolissime ostie e poche gocce di vino consacrati sui nostri altari saranno cibo e bevanda per una schiera innumerevole di fedeli e di martiri, di eroi e di santi di ogni epoca e di ogni parte del mondo. È abbastanza evidente infatti l'allusione alla santa Eucaristia, a quel pane moltiplicato all'infinito, cibo di vita eterna. È doveroso per noi che godiamo della gratuità dei doni divini, ricordare che il pane va spezzato e condiviso e non solo come accade nelle comunioni sacramentali, ma anche nelle nostre più ampie celebrazioni caritative.
XVII settimana del Tempo Ordinario - Anno B
Dove potremo comprare il pane per tanta gente
(Gv 6,1-15)
"C'era molta erba in quel luogo", ma c'erano soltanto cinque pani e due pesci e tanta, tanta gente da sfamare, circa cinquemila persone. Potrebbe sembrare a prima vista che i conti siano sballati e che le quantità non siano state ben proporzionate. In questo contesto di evidente squilibrio intervengono i segni e i prodigi divini. I calcoli dell'amore e della provvidenza di Dio non coincidono affatto con i nostri.
I conti che fa l'apostolo Filippo, la sua idea di "comprare", non corrispondono a quelli di Gesù. "Tu apri la tua mano e sazi la fame di ogni vivente", diceva il salmista rivolgendosi a Dio. La mano aperta è segno della generosità del Signore; è il segno visibile del perenne miracolo che Egli compie a favore delle sue creature nutrendole e dando loro incessantemente il necessario. Una piccola focaccia può dare all'uomo fedele energia sufficiente per camminare nel deserto per quaranta giorni e quaranta notti. È la risposta alla preghiera che lo stesso Cristo ci ha insegnato: "Dacci oggi il nostro pane quotidiano".
Purtroppo intervengono poi gli umani egoismi e la bramosie a creare squilibri di ogni genere, a generare sacche di povertà e peccaminosi sprechi. Capita così che ciò che ci viene dato da Dio come cibo di condivisione, di pace e di comunione diventa causa di dissidi, di penose divisioni e perfino di guerre. I cinque pani e due pesci sfameranno circa cinquemila persone. Potremmo aggiungere che piccolissime ostie e poche gocce di vino consacrati sui nostri altari saranno cibo e bevanda per una schiera innumerevole di fedeli e di martiri, di eroi e di santi di ogni epoca e di ogni parte del mondo. È abbastanza evidente infatti l'allusione alla santa Eucaristia, a quel pane moltiplicato all'infinito, cibo di vita eterna. È doveroso per noi che godiamo della gratuità dei doni divini, ricordare che il pane va spezzato e condiviso e non solo come accade nelle comunioni sacramentali, ma anche nelle nostre più ampie celebrazioni caritative.
XVII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO - LITURGIA DELLE ORE I SETTIMANA
DOVE POTREMO COMPARE IL PANE PER TANTA GENTE
"C'era molta erba in quel luogo", ma c'erano soltanto cinque pani e due pesci e tanta, tanta gente da sfamare, circa cinquemila persone. Potrebbe sembrare a prima vista che i conti siano sballati e che le quantit non siano state ben proporzionate. In questo contesto di evidente squilibrio intervengono i segni e i prodigi divini. I calcoli dell'amore e della provvidenza di Dio non coincidono affatto con i nostri. I conti che fa l'apostolo Filippo, la sua idea di "comprare", non corrispondono a quelli di Ges. "Tu apri la tua mano e sazi la fame di ogni vivente", diceva il salmista rivolgendosi a Dio. La mano aperta segno della generosit del Signore; il segno visibile del perenne miracolo che Egli compie a favore delle sue creature nutrendole e dando loro incessantemente il necessario. Una piccola focaccia pu dare all'uomo fedele energia sufficiente per camminare nel deserto per quaranta giorni e quaranta notti. la risposta alla preghiera che lo stesso Cristo ci ha insegnato: "Dacci oggi il nostro pane quotidiano". Purtroppo intervengono poi gli umani egoismi e la bramosie a creare squilibri di ogni genere, a generare sacche di povert e peccaminosi sprechi. Capita cos che ci che ci viene dato da Dio come cibo di condivisione, di pace e di comunione diventa causa di dissidi, di penose divisioni e perfino di guerre. I cinque pani e due pesci sfameranno circa cinquemila persone. Potremmo aggiungere che piccolissime ostie e poche gocce di vino consacrati sui nostri altari saranno cibo e bevanda per una schiera innumerevole di fedeli e di martiri, di eroi e di santi di ogni epoca e di ogni parte del mondo. abbastanza evidente infatti l'allusione alla santa Eucaristia, a quel pane moltiplicato all'infinito, cibo di vita eterna. doveroso per noi che godiamo della gratuit dei doni divini, ricordare che il pane va spezzato e condiviso e non solo come accade nelle comunioni sacramentali, ma anche nelle nostre pi ampie celebrazioni caritative.
RACCOGLIETE I PEZZI AVANZATI
Non possiamo pi tollerare che per il ripiegamento aggressivo dei popoli occidentali sui propri privilegi alimentari, i due terzi dell'umanit siano sottoalimentati. OGGI, il Vangelo fa la sua proposta, Ges lancia il suo slogan contro la FAME nel mondo: RACCOGLIETE I PEZZI AVANZATI. Entriamo nel vivo del messaggio di questa parola. Si tratta dell'episodio della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Si scopre che c' un ragazzo che ha con s cinque pani d'orzo e due pesci, Ges se li fa portare, li benedice, fa sedere la gente poi fa distribuire i pani e i pesci e tutti mangiarono quanto vollero. Ges fa raccogliere i pezzi avanzati, perch nulla vada perduto. Gli apostoli ne raccolsero ben 12 ceste, 12 come dodici sono le trib di Israele, potremmo dire: pane ce n' per tutta l'umanit". Noi viviamo in una societ dove lo spreco di casa. Viviamo in una societ dell'usa e getta, se non addirittura del compra e getta. Usiamo le cose si e no un paio di volte e poi cambiamo idea, gusti... una inevitabile legge del mercato. Ges non disse quel giorno: "Distruggete i pezzi avanzati perch il prezzo del pane e del pesce non diminuisca sul mercato". Una ricerca condotta dal ministero dell'agricoltura americano ha dato dei risultati impressionanti. Su centosessantuno miliardi di chilogrammi di alimentari prodotti, quarantatr miliardi, cio circa un quarto, finiscono nella spazzatura. Di questo cibo buttato via, si potrebbero facilmente recuperare, volendo, circa due miliardi di chilogrammi, una quantit sufficiente a sfamare per un anno quattro milioni di persone. Sotto l'effetto di una pubblicit martellante, consumare, non risparmiare, oggi la parola d'ordine in economia. Certo, non basta risparmiare. Anche Paperon de Paperoni era un grande risparmiatore, ma non certo questo l'ideale a cui il Vangelo ci spinge. Il risparmio deve consentire agli individui e alle societ dei paesi ricchi di essere pi generosi nell'aiutare i paesi poveri, altrimenti avarizia e non risparmio. Il Vangelo dinanzi alla grandezza di questo segno compiuto con poche cose messe nelle mani di Ges un invito alla sobriet come stile di vita. Ma cos' la sobriet? E' uno stile di vita che sa distinguere tra i bisogni reali e quelli imposti, che si organizza a livello collettivo per garantire a tutti il soddisfacimento dei bisogni umani con il minor dispendio di energia, che d alle esigenze del corpo il giusto peso senza dimenticare le esigenze spirituali, affettive, intellettuali, sociali della persona umana. La sobriet poggia su vari imperativi, molti dei quali iniziano con la lettera "R": RIDURRE = badare all'essenziale
RIPARARE = non gettare gli oggetti al primo danno
RIUTILIZZARE = destinare ad altri ci che non ci serve pi RICICLARE = recuperare tutto ci che pu essere rigenerato. Anche Ges propone uno stile di sobriet e anche il suo imperativo inizia con la "R"; RACCOGLIETE I PEZZI AVANZATI. Oggi il 20% della popolazione mondiale che vive nel cosiddetto Nord del Mondo si appropria dell'86% della ricchezza mondiale. Pi specificamente consuma il 45% della carne e del pesce disponibile, il 58% dell'energia totale, l'84% della carta disponibile. Il risultato che il 50% della popolazione mondiale vive con meno di due dollari al giorno. Ci significa che tre miliardi di persone vivono in case che non sono degne di questo nome, senza acqua potabile, senza corrente elettrica, senza un lavoro stabile, senza possibilit di mandare i propri figli a scuola, senza soldi per potersi curare e, non di rado, senza mangiare a sufficienza. Ges propone, prima di raccogliere i pezzi avanzati, anche una'altra cosa: di mettere nelle sue mani i 5 pani e i due pesci, tutto ci che aveva quel ragazzo. Sicuramente gli apostoli avranno guardato quei 5 pani e i due pesci e avranno iniziato a fare un po' di conti... Ma i conti non potevano quadrare, non era questione di matematica, non era un problema di economia finanziaria, non era solo un problema da capi di Stato. La soluzione in realt si presenta molto semplice; richiede un atto di fiducia: gli apostoli sono invitati da Ges a mettere nelle sue mani quello che hanno, quello che sono e Ges benedice quel poco, e inizia a distribuire quei pochi pani e quei pochi pesci. Tutti mangiarono a saziet e ne avanzarono 12 ceste piene. Il primo passo da fare allora fidarci di Ges, mettere nelle sue mani il poco che abbiamo, che siamo: il nostro tempo, i nostri doni fisici, intellettuali, spirituali e lui fa il miracolo di moltiplicare il nostro poco per sfamare l'umanit.
UN PANE CHE MI HA FATTO PENSARE A TE, SIGNORE
Un pezzo di pane mangiato in fretta: chiss perch, ma mi ha fatto pensare a te, Signore. Tu che del pane hai fatto il segno e lo strumento della tua presenza vera in mezzo a noi! Forse perch come prete ti incontro spesso nel Pane di vita, ma forse perch quel pane era l'unico compagno di strada. Un pane per camminare, un pane per resistere, un pane per sostenere il silenzio e per farmi pregare. Un pane che non si pu buttare, questo lo sanno tutti! Va condiviso e mangiato! Il pane mi ha portato a te, Signore, a te che sei compagno silenzioso del cammino. A te che a volte sei ingombrante, sembri avere delle pretese da me e mi fai protestare. A te che accetti di essere mangiato in quel tuo offrirti ogni giorno. Perdona la mia fretta, Signore, la mia avidit, come la mia superficialit. Insegnami il tuo stile. Del pane donami la bont, l'umilt, la disponibilit a lasciarmi spezzare in infinita pazienza, con speranza certa che lamore rimane per sempre e dona al mondo nuova bellezza. Amen. ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------