You are on page 1of 16

Kant: il criticismo

Kant un filosofo illuminista, nasce a Knigsberg; la madre


riveste per lui un ruolo molto importante che, a quanto
sostiene, gli insegna il primo germe di bene. il quarto di 11
figli, ma con i fratelli non ha un gran rapporto. Viene
mandato al collegium Friedericianum, dove si dimostra
subito critico nei confronti della religione, per quanto
riguarda le forme esteriori ed esagerate del culto: ha un
concetto intimistico della fede, le preghiere forzate sono, per
lui, inutili. Diventa bibliotecario, poi docente di logica e
metafisica alluniversit; i suoi interessi sono
prevalentemente scientifici: pubblica molte opere sulla Terra,
sul moto, sulla quiete e sulla teoria dei venti (scritti pre
critici). La sua prima opera importante, scritta nel 1781 la
Critica della Ragion Pura, dove fa il punto sulla
conoscenza (2 edizione). Il 1788 lanno della
pubblicazione della Critica della Ragion Pratica. Nel Critica
della Ragion Pratica si chiede cosa si pu conoscere, uno
scritto teoretico, nella Critica della Ragion Pratica si occupa
di come si debba agire nella pratica. Nel 1790 scrive Critica
del giudizio. 1793 1797: sono gli anni della censura
prussiana e del terrore francese: perci riceve un severo
ammonimento soprattutto per le sue opere a tema religioso,
dalle quali traspariva troppo lideale illuministico; scrive
inoltre il libro Per la pace perpetua, intesa come pace fra
gli stati e le nazioni. Muore malato nel 1804, di lui si parla
come di una persona calma, mite, riflessiva.
Lindirizzo filosofico di Kant si chiama criticismo, dal verbo
Krino: Analizzare, scomporre un problema in parti
elementari per studiarle meglio (Cartesio) e Giudicare, e
cio emanare sentenze.
Il suo principio sta nel criticare e verificare la legittimit delle
pretese avanzate dalla ragione umana nel campo delle

conoscenza: critica della ragione con la ragione stessa;


bisogna studiare la ragione per vedere qual il suo limite. Il
criticismo indica la dottrina di Kant nei capisaldi che
possono essere cos ricapitolati:
1. Impostazione critica del problema filosofico, e pertanto, la
condanna della metafisica come sfera di problemi che sono
al di l della ragione umana.
2. Determinazione del compito della filosofia come
riflessione sulla scienza, e in generale, sulle attivit umane,
allo scopo di determinare le condizioni che ne garantiscono
la validit.
Criticismo: analisi della ragione umana, e fondazione della
legittimit delle pretese che essa avanza nellambito
variegato dellesperienza umana. La domanda che segue
questi ragionamenti questa: cosa dobbiamo fare per dire
che la conoscenza scienza?
necessario che un concetto sia universalmente approvato;
il nome convenzionale, il concetto no. La ragione una
struttura a priori nata per unificare lesperienza. Il criticismo
detto anche filosofia del limite, ermeneutica della finitudine
o teoria dellinterpretazione.
Lo scopo della filosofia di Kant andare a individuare il
limite allinterno del quale la conoscenza valida. Mediatore
tra empirismo e razionalismo, Kant vuol dare alla sua
filosofia una visione finita dellesistenza, delimitata
allinterno di un ambito preciso, perci nega la potenza e
lonniscienza umana e studia il problema della conoscenza
come stato affrontato in passato.
Razionalismo (Cartesio): Per Cartesio si poteva giungere
alla conoscenza del mondo sensibile, attraverso lidea di Dio
per mezzo del cogito, dellautocoscienza. Secondo lui la
ragione umana aveva il potere di conoscere tutto, nel
campo della realt sensibile e nel campo metafisico.

Conoscenza = rappresentazione. Come si fa ad avere la


certezza di qualcosa? Cogito, ergo sum, autocoscienza,
sentire di sentire = avere delle idee. Punto debole: il
pensiero corrspode allessere?
Empirismo: (Hobbes, Locke e Hume) Conoscenza, = avere
sensazioni, percezioni, ma le idee che posso avere non
sono certe. La certezza c solo nel momento attuale della
percezione. Punto debole: scetticismo
Sintesi Kantiana: Kant opera una vera e propria rivoluzione
copernicana: come Copernico aveva invertito il rapporto tra
Terra e Sole, cos Kant inverte il rapporto tra oggetto e
soggetto della conoscenza. Anzich pensare che le nostre
strutture mentali umane si adattino alla natura, bisogna
pensare che la natura si modella sulle strutture umane. La
conoscenza parte dalloggetto, ma al centro del sistema
conoscitivo c un soggetto che organizza i dati
dellesperienza sensibile attraverso strutture a priori dunque
tutto inizia dallesperienza (empirismo), ma non tutto deriva
dallesperienza (razionalismo) la ragione modellata con
strutture a priori universali e necessarie. La conoscenza ha
laspetto passivo (sensibilit, esperienza) e quello attivo:
Unificazione degli elementi sensibili (razionalit).
La conoscenza fenomenica (posso conoscere solo quello
che mi appare), non noumenica.
Le nostre conoscenze senza la sensibilit sarebbero vuote:
la sensibilit ci d gli oggetti immediatamente con la
conoscenza intuitiva (immediata): lintelletto unifica i dati
dellesperienza in concetti: gi una facolt mediata, una
forma di conoscenza discorsiva. Per questo meccanismo
funziona solo se limito le mansioni dellintelletto ad unificare
lesperienza; se pretende di arrivare alla conoscenza di Dio
(di cui non si pu avere esperienza), non va pi bene. La
ragione la facolt umana che tende a proseguire il
processo di unificazione della realt, ma commette lerrore

di uscire dallesperienza. La ragione unifica i concetti in


teorie, il prodotto della ragione nelle idee.
Le forme a priori sono spazio e tempo: ognuno di noi ha
linevitabile attitudine a collocare ci che conosce in ambito
spazio temporale spazio e tempo universali e necessari.
La teoria di Kant la riproposizione della fisica astronomica
di Newton (scardinata dalle teoria della relativit di Einstein).
C continuit tra Kant e Newton anche se ci sono
comunque importanti differenze: Newton ritiene che lordine
del mondo sia causato da una forza divina intelligente che
ha deciso di creare il mondo, quindi la sua una
concezione teleologica o finalistica. La concezione di Kant
invece pi meccanicistica o deterministica, dato che,
secondo lui, a partire da un caos iniziale, grazie alle forze di
attrazione e repulsione si genera il mondo che funziona
secondo un principio di causa effetto. Newton
pessimista: il cosmo tender ad autodistruggersi, mentre
Kant molto pi ottimista, perch secondo lui la ragione
umana tende allordine: non detto che sia reale, ma
unimpostazione mentale. Kant si basa sulla geometria
euclidea tridimensionale, ma quando questa viene superata
le sue affermazioni non hanno pi senso: per renderle
nuovamente valide, per, basta eliminare lassolutezza delle
tre dimensioni.
Kant vuole far capire come avviene la conoscenza e le
condizioni secondo cui la conoscenza valida. La
condizione delle condizioni che la conoscenza dipende
dallesperienza (critica alla metafisica che puro pensiero).
Kant si mette ad esaminare le singole sfere conoscitive per
mettere in rilievo, se c ne sono, gli elementi a priori. Le
sfere conoscitive, ossia gli aspetti diversi nei quali si
presenta il nostro potere conoscitivo, sono di tre tipi:

sensibilit, intelligenza e ragione, che Kant rispettivamente


denomina estetica, analitica, dialettica.
Lestetica trascendentale
Il suo scopo di studiare le forme a priori della sensibilit:
alla base della sensibilit ci sono strutture uguali per tutti
allinterno delle quali collochiamo loggetto percepito, che
sono spazio e tempo. Lo spazio la forma del senso
esterno, il tempo la forma del senso interno, in cui
collochiamo il flusso delle nostre esperienze interne. Lo
spazio e il tempo sono le strutture grazie alle quali sono
possibili la matematica e la fisica. La matematica lavora
sulla pura forma dello spazio, estrae dalla realt; a questo si
collega la questione dei giudizi: conoscere vuol dire anche
giudicare.
I giudizi possono essere:
Analitici: il predicato gi contenuto nel soggetto
Sintetici: c stata una sintesi: il predicato non contenuto
nel soggetto
Si possono conciliare giudizi analitici e sintetici in giudizi che
si chiamano sintetici a priori universali e necessari che
ampliano la conoscenza: 7 + 5 = 12 uguale per tutti
(analitico), ma ci si pu arrivare in altri modi: il 12 non
insito n nel 7 n nel 5, nuovo (sintetico). La scienza
fatta da giudizi sintetici a priori.
Spazio e tempo hanno due caratteristiche che sono ideali e
reali : lidealit trascendentale. Ideali perch sono funzioni
logiche della mente, reali perch sono universali e necessari
dato che valgono per tutti.
Lanalitica trascendentale
quella dottrina che studia le forme a priori dellintelletto:
studia il modo in cui lintelletto unifica le sensazioni arrivate

dallesperienza, il cui prodotto un concetto. C bisogno di


strutture categoriche per classificare le singole sensazioni:
le categorie derivano da Aristotele, per il quale sono i sommi
generi dellessere: ci che si pu predicare dellessere. Le
categorie per Kant sono divise in quattro tipi: quantit (unit
pluralit, totalit), relazione (causa effetto, accidente),
qualit (forma, colore, odore) e modalit (inerenza e
sussistenza). Queste categorie devono essere universali e
necessarie e derivano tutte dallautocoscienza dellindividuo
che Kant chiama lio penso: il sentire di sentire o sintesi
originaria dellappercezione . Per Cartesio il cogito implicava
la res cogitans, la sostanza; per Kant resta una funzione
logica, unipotesi perch tutti coloro che hanno lio penso,
possiedono le categorie e le possiedono allo stesso modo:
deduzione trascendentale: dimostrazione della validit
delle categorie.
Dialettica trascendentale
La dialettica logica dellapparenza, un modo di ragionare
vizioso che produce parvenza e non conoscenza. La
dialettica studia il modo in cui la ragione unifica i concetti
dellintelletto: mentre lintelletto procede con i giudizi e con
le sentenze, la ragione procede con i sillogismi. Il problema
della dialettica e della ragione il fatto che non ha
direttamente a che fare con lesperienza: arriva a delle
conclusioni che escono dallambito fenomenico. La ragione
nel suo processo di unificazione dei concetti approda a tre
totalit incondizionate (tre assoluti): lidea di Anima, lidea di
Mondo, lidea di Dio. La ricerca dellincondizionato da parte
della ragione la prosecuzione inevitabile del nostro
processo conoscitivo verso ununit ultima che
continuamente sfugge alla nostra conoscenza. Lunit
suprema cui la ragione aspira pu solo essere pensata ma
non pu essere conosciuta.

Studio dellanima: psicologia razionale; Studio del mondo:


cosmologia razionale Studio di Dio: teologia razionale. La
ragione, nella sua ricerca dellincondizionato, cade in
contraddizione di aporie , di antinomie. Si rientra nella
metafisica che esula dellambito dellesperienza.
Psicologia razionale
Il concetto di anima, con il progredire della scienza
diventato sinonimo di mente: la psicologia razionale
pretende di giungere ad una conoscenza effettiva dellIo,
senza ricorrere allesperienza, cos, con il puro pensiero o
ragionamento, attribuisce allanima caratteristiche quali la
sostanzialit, la semplicit, limmutabilit, limmortalit.
Alla base di queste pretese c per Kant un errore logico
che chiama paralogismo. Ovvero un sillogismo errato nella
sua struttura, nella sua impostazione, perch il sillogismo
basato su due premesse: una premessa maggiore (a) e una
premessa minore (b); dalla sintesi delle due deve derivare
una conclusione. Il sillogismo funziona se le premesse sono
vere, se i due termini a e b sono uniti da un termine
intermedio c che comune ad entrambi, se il termine
intermedio non univoco, non ha sempre lo stesso
significato, ma equivoco, o si presta a pi interpretazioni,
quindi a e b non sono pi uniti, ma il sillogismo si scinde in
due e pi sillogismi, uno per ogni significato del termine,
quindi il sillogismo non dimostra pi nulla.
Esempio di sillogismo:
* Tutti gli uomini sono animali razionali
* Socrate un uomo
* Uomo
Conclusione: Socrate un animale razionale
Esempio di paralogismo:

* Socrate Ateniese
* Socrate brutto
* Ateniese
Conclusione errata: tutti gli Ateniesi sono brutti
Per lanima si viene a creare un paralogismo:
* Ci che pu essere pensato solo come soggetto esiste
come tutto ed sostanza tangibile
* Un essere pensante pu essere pensato solo come
soggetto
Conclusione errata: lessere pensante esiste come
sostanza, cio come anima
errore: si attribuisce sostanzialit dunque esistenza reale a
ci che solo formale.
Cosmologia razionale
Si occupa dellidea di mondo, ovvero la totalit dei fenomeni
esterni: la sua tesi questa: se dato un fenomeno
condizionato (qualunque cosa che esista nella realt di cui
noi possiamo fare esperienza), data anche la serie delle
sue condizioni come un oggetto conoscibile. Si scambia per
fenomeno ci che non pu essere un oggetto di esperienza,
ovvero il mondo esterno inteso come insieme di tutti i
fenomeni.
La totalit dellesperienza, non mai unesperienza, si
conosce la verit solo sotto aspetti particolari, possiamo
solo pensare ad unidea che comprende in s teoricamente
tutti i fenomeni possibili, ma assolutamente non possiamo
conoscerla. La cosmologia, dunque, cade nelle antinomie
della ragione, ovvero conflitti della ragione con se stessa,
contraddizioni insolubili, perch in esse, sia le tesi, sia le
antitesi, sono sorrette da ragionamenti rigorosi, ma non si
basano sullesperienza. Tesi e antitesi potrebbero essere

entrambe vere o entrambe false, ma non possibile


propendere per le une o per le altre perch manca il
controllo empirico.
Tesi: Il mondo ha un inizio nel tempo e un limite spaziale
Antitesi: Il mondo eterno e infinito
Tesi: Nel mondo ogni sostanza consta di parti semplici e
indivisibili
Antitesi: Il mondo composto da elementi divisibili allinfinito
Tesi: Oltre alla causalit naturale, nel mondo esiste una
causalit libera (possibilit di scegliere lazione da compiere,
il comportamento da tenere)
Antitesi: Esiste solo un principio di Causa effetto
Tesi: esiste un essere assolutamente necessario
Antitesi: Ogni realt solo contingente
Kant dice che le prime antinomie sono false sia nella tesi sia
nellantitesi, perch non si pi avere davanti loggetto
mondo e individuarne le caratteristiche. Le altre due
poterebbero essere vere, per il problema che le tesi
fanno riferimento al campo noumenico, mentre le antitesi si
riferiscono al mondo fenomenico. Il conflitto deriva
dallapplicare la categoria di totalit ai fenomeni che invece
si danno solo individualmente. La soluzione dire che il
mondo nella sua totalit non oggetto conoscibile.
Teologia razionale
Si occupa dellidea di Dio: un assoluto, una verit
incondizionata a cui la ragione tende e non pu non
tendere: unidea della ragione. Lobiettivo confutare
lidea che le prove dellesistenza di Dio abbiano una validit
scientifica. Dio lessere supremo, originario, lessere degli

esseri, e Kant esamina le prove che nella tradizione


filosofica sono state date, non valide scientificamente.
Kant dice: non si pu non pensare a Dio, per di Dio non si
pu dimostrare n lesistenza, n la non esistenza, ma
allora queste idee della ragione, cosa servono? Per loro ci
sono due usi:
1) Uso costitutivo: usare le idee per conoscere: prendo
unidea e la applico agli oggetti (uso illegittimo)
2) Uso regolativo: utilizzare le idee per regolare il nostro
rapporto con la realt, per dare sistematicit alle nostre
conoscenze, e per guidare il nostro comportamento, allora
io so che queste idee sono puramente pensate, ma faccio
come se esistessero per poter regolare il mio rapporto con
la realt. Possiamo rifletter sullesistenza ponendo a
fondamento di essa e dandole un senso. Se questo serve a
consolarmi, va bene, ma non devo crederci.
Quando parliamo di natura utilizziamo il nesso causale, e
per comodit di ragionamento possiamo ipotizzare
lesistenza di una causa prima. Le idee trascendentali ci
ricordano costantemente la nostra limitatezza, la debolezza
del nostro sapere, che si arresta inevitabilmente in un punto,
ma contemporaneamente queste idee ci spingono ad
andare oltre. Kant si accorge che non si vive di solo
fenomeno, ma c bisogno di noumeno. Quello che non vale
da un punto di vista scientifico, pu avere un senso
nellambito pratico. In questambito pratico si pu inserire
lidea di Anima, di Mondo e di Dio.
CRITICA DELLA RAGION PRATICA
Non ci si trova pi nellambito teoretico, ma in quello pratico.
La ragione, oltre ad avere un uso puro, dunque a valere in
campo conoscitivo, possiede per Kant un uso pratico, cio
funge da motivo determinante della volont: guida la volont

ed incita ad agire in un certo modo verso un fine positivo.


Ma questo non significa, per luomo soddisfare tutti i suoi
bisogni naturali: luomo possiede un fine pi elevato che il
semplice raggiungimento di una felicit naturale. Il fine della
ragion pratica il bene: il produrre una volont buona in
s. La Ragione deve dettare alluomo le regole di
comportamento. Per capire la morale kantiana, dobbiamo
capire il concetto di dovere: se la ragion Pura era legata al
mondo dellessere , la critica della ragion pratica legata a
quella categoria filosofica che si chiama dover essere . Le
azioni del Dover essere si dividono in:
Legali: Azioni conformi al dovere per un motivazione
estrinseca: rispettare la legge o per paura della pena o per
desiderio di un premio
Morali: Azioni conformi al dovere per una motivazione
intrinseca, ovvero per il dovere stesso e per nessun altra
ragione.
Le caratteristiche della legge morale sono cinque:
1. Razionalit: deve essere chiaramente comprensibile alla
ragione umana
2. Universalit: la legge morale deve valere non solo per il
soggetto che se la pone, ma per tutti gli esseri razionali- Si
universali quando la massima della nostra azione pu
essere estesa a tutti senza alcun danno. es. la massima
delle mie azioni vivere arricchendosi: razionale ma non
universale, perch chi si vuole arricchire a tutti i costi lo far
a discapito di qualcun altro.
3. Formalit: la legge morale deve prescindere da ogni
contenuto empirico, e basarsi esclusivamente sulla pura
forma della razionalit
4. Imperativit: un comando dovuto al fatto che lUomo
non spontaneamente morale, ma ha bisogno di un certo
controllo: la moralit sta a met tra la bestialit e la santit .

Luomo tentato di comportarsi come gli animali, ma tende


verso la santit. Ma nella moralit si realizza lautonomia:
dare leggi a se stessi. Non essere determinati da altri che
da s. Quanti tipi di imperativi esistono?
* Imperativi ipotetici: regole dellabilit, consigli della
prudenza, regole di comportamento sociale che si
sintetizzano nella formula: se vuoi x fai y. Questi imperativi
ipotetici indicano solo quali mezzi adoperare per
raggiungere un certo fine, ma non dicono se il fine sia bene
o male.
* Imperativi categorici: devo fare x perch devo, prima
ancora di sapere se ho i mezzi per raggiungere x debbo
attivare la mia volont per raggiungere questo fine.
Formulazione degli imperativi categorici
o Agisci: come se la massima della tua azione dovesse
essere elevata a legge universale di Natura. Qui si
sottolinea il fatto che la legge deve valere per tutti
incondizionatamente e che tutti devono mettere da parte i
propri vantaggi e svantaggi personali.
o Agisci in modo che la tua volont valga per tutti come
universalmente legislatrice.
o Agisci in modo da trattare lumanit nella propria e
nellaltrui persona sempre come fine e mai semplicemente
come mezzo. Questo presuppone il rispetto altrui: solo in
questo modo si pu realizzare il regno dei fini, lobiettivo
degli obiettivi delluomo, che realizzare una comunit di
esseri liberi e razionali, quindi autodeterminantisi, in cui
ciascuno sia al tempo stesso legislatore e suddito. Non
una comunit corretta, non uno stato. Il regno dei fini un
ideale utopico.
o Intenzionalit della legge morale. Significa che letica di
Kant guarda allintenzione con cui stata compiuta lazione,
piuttosto che il risultato. Dunque il valore di unazione sta

nel movente della volont: posso fallire, ma se ho agito per


il bene, lazione ha una morale. Quindi luomo ha dentro di
s una componente empirica e naturale, sottoposto alle
leggi di causa effetto e quindi non libero, anche se ha un
aspetto legato alla libert: anche luomo fenomeno, ma
pu valere anche come noumeno perch si d delle leggi
morali: luomo deve fondere dentro di s laspetto
fenomenico e noumenico.
Pensiero di Kant: Il cielo stellato sopra di me mi fa
ricordare la fragilit della mia natura, ma mi fa sentire anche
parte del tutto, mentre la legge morale che in me mi fa
ricordare che sono libero.
Il rispetto della legge morale produce nelluomo un duplice
sentimento, ovvero uno stato di piacere e dispiacere
contemporaneamente. Il dispiacere consiste nel fatto che
luomo si rende conto della propria fragilit, della sua
necessit fenomenica, cio di esse un semplice
meccanismo tra i meccanismi, essere la parte di un tutto, in
questo senso luomo perde il suo amor proprio, viene
mortificato il suo lato sensibile, perch non pu
abbandonarsi agli istinti. Il piacere, invece, consiste nel fatto
che luomo libero e pu scegliere di elevarsi dalla bruta
animalit e quindi agire disinteressatamente per il bene
comune. In questa legge morale, affinch sia realizzabile,
occorre ammettere tre postulati detti: postulati della ragion
pratica, sono condizioni che si ammettono come vere in
modo ipotetico:
1. Libert autonomia autodeterminazione
2. Immortalit dellanima
3. Esistenza di Dio
Non obbligatorio crederci. Le ultime due condizioni, Kant
le aveva espulse nella Critica della ragion pura, ma le

riprende in ambito pratico. Kant intende la libert come


autonomia: capacit di dare leggi naturali a se stessi, di
autodeterminarsi, quindi di decidere razionalmente il proprio
destino. La libert necessaria, perch, se io devo, in
qualche modo perch posso, non sono il balia di qualche
essere trascendentale che mi guida. La bont dellazione
sta nel fatto che posso scegliere anche quella opposta. La
libert la ratio essendi della ragione morale, cio, agendo
normalmente, luomo diventa libero, ma anche vero che
luomo agisce normalmente perch libero; quindi un
rapporto biunivoco, di simbiosi. Kant dice anche che la
legge morale la ratio cognoscendi della libert.
Limmortalit dellanima e lesistenza di Dio servono per
realizzare il fine che Kant chiama SOMMO BENE, perch
questo contiene due elementi al suo interno che sono la
virt e la felicit. La virt intesa come merito di essere
felici; noi siamo buoni e meritiamo la felicit, ma non detto
che lo sia veramente: non completo perch ha bisogno
anche della felicit. Questa la soddisfazione dei propri
bisogni, sempre in connessione con la legge morale.
Per realizzare la virt c bisogno dellimmortalit dellanima,
e per la felicit dellesistenza di Dio. La connessione tra virt
e immortalit data dal fatto che, dovendo luomo diventare
sempre migliore per tendere alla felicit, ha bisogno di
pensarsi come essere infinitamente perfettibile; cio che in
un tempo e spazio non definiti si continui il processo di
perfezionamento. Se cos non fosse non servirebbe a niente
agire bene perch non ne si avrebbe la motivazione. Questa
unipotesi che d la forza di agire bene; laltruismo pu
essere visto come una forma di egoismo mascherato,
perch lo si fa anche per un bene personale. Luomo
caratterizzato da uninsocievole socievolezza, in quanto,
quando ha soddisfato il bene comune, si occupa del proprio.
Lesistenza di Dio mi serve perch un Dio garante della

giusta distribuzione della felicit, quindi la moralit una


condizione necessaria ma non sufficiente (perch ha
bisogno della religione). La morale conduce alla religione.
Il concetto di moralit diviene molto importante dal punto di
vista politico: Per Kant importante mettersi sia dal punto di
vista dei legislatori che dei sudditi. Kant condivide il
presupposto jus naturalistico per cui lo Stato il frutto di un
accordo stipulato tra i suoi membri. Lo stato di natura
immorale, perch gli uomini perseguono i propri bisogni
personali, quindi avviene la creazione del patto. Per uscire
dallo stato di natura occorre il diritto: limitazione della libert
individuale alla condizione che questa si accordi con la
libert degli altri: la legge morale e quella giuridica devono
funzionare allo stesso modo, quindi Kant ipotizza una
costituzione repubblicana di Stato basato sulla divisione dei
poteri e sui tre principi fondamentali della ragione: libert,
uguaglianza davanti alla legge, indipendenza dellindividuo,
che nello Stato diventa partecipazione al potere politico
mediante meccanismi di rappresentanza.
Kant non un democratico giacobino, anche se daccordo
con gli ideali della rivoluzione, ma non ama nemmeno il
dispotismo illuminato tipico del 700 (Maria Teresa dAustria),
poich tutto dipende dalla bont o meno del sovrano, ma
pu anche capitare un sovrano non buono. Se il sovrano
non rispetta il diritto dellindividuo, il popolo pu fare
resistenza con la penna, ovvero, con lopinione pubblica che
faccia sentire il suo dissenso. Dov la moralit dello Stato?
Il politico deve essere anche morale, ovvero la legge va
fatta tenendo conto dellinteresse universale, e il politico
deve rinunciare a interessi egoistici. Egli deve agire mirando
alla pace, intesa come dovere universale. Kant nellopera
per la pace perpetua, parla della pace tra gli stati: se il
politico non agisce mirando alla pace, lunica pace ottenibile
sar quella eterna.

You might also like