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Una singolare moneta papale coniata nella zecca di Ferrara

di Elio Concetti

da Panorama Numismatico nr.241/giugno 2009

Una mezza piastra di Clemente XI porta al diritto il busto del Papa con la tiara ed al
rovescio lo stemma del Cardinal Legato Giuglio Piazza. moneta di grande rarit

Mezzo scudo dellanno XVII di Clemente XI Gianfrancesco Albani, battuto a Ferrara nel
1717. Rarissimo esemplare, non reperibile sul mercato numismatico.
Si tratta del mezzo scudo dellanno XVII del pontificato di Clemente XI Gianfrancesco Albani
(1700 - 1721), battuto a Ferrara nel 1717. un esemplare rarissimo, attualmente non reperibile
sul mercato numismatico. Tale moneta, nei primi decenni del secolo scorso era presente in
alcune prestigiose collezioni private come quella di Vittorio Emanuele III, di Guerrini e Ruchat.
Non risulta presente in raccolte formatesi recentemente. Lesemplare di una singolarit che
lascia perplessi, sia per leffige insolita di papa Albani visto negli ultimi anni della sua esistenza,
sia per una stranezza che lo distingue dalle altre monete pontificie dello stesso tipo e della
medesima epoca. Nel diritto vi il busto di Clemente rivolto a destra, con piviale e triregno,
mentre il campo del rovescio occupato dallo stemma del cardinale Giulio Piazza in quel tempo
Legato pontificio per la provincia o Legazione di Ferrara. Al riguardo c da chiedersi per quale
fondato motivo leminentissimo Giulio Piazza fece apporre il proprio stemma sul rovescio del
mezzo scudo ferrarese. Fino ad oggi le ricerche svolte in tal senso hanno dato esito negativo.
pur vero che il cardinale Piazza, nella sua funzione, rappresentava il pontefice, quindi era il vicepapa, inoltre era anche il governatore della provincia con ampi poteri discrezionali. Tuttavia
conviene ricordare in proposito che nello Stato Pontificio il diritto di apporre lo stemma sulle
monete riservato al papa, ma in periodo di Sede Vacante tale prerogativa, vigente in forza di
legge, posta in essere dal cardinale Camerlengo che nella circostanza, assume la massima
autorit nella Chiesa e nello Stato Ecclesiastico e la esercita fino allelezione del nuovo papa.
Lo stemma del cardinale Camerlengo, riportato sulle monete e medaglie ufficiali prodotte nel
suddetto periodo, sormontato dalle due chiavi decussate e dal padiglione che rappresenta un
tipo di tenda da campo che, in antico, era riservata ai regnanti e ai papi.
Vuole essere un simbolo scelto per indicare la custodia e il riparo dellemblema papale costituito
dalle due chiavi. Nel diritto del mezzo scudo vi , come detto sopra, il busto di Clemente XI
rivolto a destra, il cui volto ripreso con una realt che induce ad analizzare le sembianze alla
luce del suo tempo, con il viso di uomo anziano, privo di quei forti tratti che in passato, avevano
caratterizzato la sua figura vigorosa. Nel giro si legge: CLEMENS. XI. P.MAX. AN, XVII. Nel
rovescio si nota lo stemma del cardinale Piazza riportato su uno scudo accartocciato e spartito in
due settori. In quello di sinistra si osserva una mezza aquila bicipite con lala aperta e la testa
coronata. Nel settore di destra vi sono tre stelle poste in senso verticale. Lo stemma
sormontato da una piccola croce e da un cappello ecclesiastico con cordoni e fiocchi intrecciati.

Un piccolo stemma della citt di Ferrara situato nella parte inferiore del campo assieme alla
data 1717.
Nel margine della moneta vi la seguente scritta: IVLIVS.S. R. E. CARD. PIAZZA FERR. LEG.
A pagina 578 del volume X del Corpus Nummorum Italicorum (C.N.I.) sono illustrati due
esemplari del mezzo scudo in argomento: in argento, del diametro di mm 36 e il peso di grammi
15,98 e 16,03. Dopo aver illustrato la moneta e indicato le sue principali caratteristiche, si ritiene
opportuno fornire alcune notizie riguardanti il cardinale Giulio Piazza. Questi nacque a Forl il 13
marzo 1663 in una antica e nobile famiglia. Da giovane fu inviato a Roma e affidato ad un suo
zio paterno, Camillo Piazza, prelato della curia romana. Consegu la laurea in diritto civile e
canonico e a Roma inizia la carriera ecclesiastica nel Tribunale Supremo della Segnatura
apostolica e il 22 novembre 1688 venne nominato referendario il cui compito era quello di
studiare cause, questioni e situazioni e di riferire al corpo giudicante.
Dal 1696 svolse le funzioni di internunzio a Bruxelles. Il 22 dicembre 1697 si trovava a Roma per
essere consacrato vescovo dal cardinale Gaspare Carpegna e ci gli permise di assumere in
qualit di titolare la nunziatura svizzera nel 1698. Con lo stesso incarico nel 1702 era a Colonia,
mentre nel mese di luglio1706 si trovava nella nunziatura di Varsavia. Nel medesimo anno venne
nominato vescovo di Nazareth, fu una investitura solo nominale cio in patribus infidelium poich
in quella citt palestinese non esisteva una giurisdizione vescovile cattolica. Il 15 dicembre 1709
era nunzio a Vienna. Nel 1710 gli venne affidata la diocesi di Faenza con il titolo di arcivescovo.
Anche qui dette prova delle sue ottime qualit espresse anche nellorganizzare lattivit pastorale
secondo la sua mentalit, ma pur sempre conforme alle norme ecclesiastiche. Pose in atto una
cura particolare per il seminario diocesano consigliando direttive conformi alle disposizioni
emesse in proposito dal concilio di Trento le quali prevedevano che i giovani candidati al
sacerdozio dovevano essere educati nella Fede e nella cultura assistiti e guidati da insegnanti
illustri e idonei. Nel 1712 venne nominato cardinale e, come tale, partecipa al conclave del 1721
che elesse Innocenzo XIII (1721 - 1724) ed a quello del 1724 nel quale venne eletto papa
Benedetto XIII (1724 - 1730). Il suo predecessore nella cattedra di Faenza, fece eseguire
importanti lavori di restauro nel palazzo vescovile e Giulio Piazza volle aggiungervi una sala del
trono.
da ritenere che egli, nato in una famiglia aristocratica, fosse cosciente dei valori morali della
nobilt espressi nel suo tempo e tenuti in gran considerazione dalla societ. In citt era stimato e
benvoluto. Il 28 maggio 1714 venne nominato Legato a Ferrara pur restando arcivescovo di
Faenza. Nellassumere la carica di Legato avr tenuto conto che la sua autorit era quella di un
sovrano e che si trovava nella condizione di esserlo di fatto.
Da qui allapposizione del proprio stemma sul rovescio del mezzo scudo il passo deve essere
stato breve. Il ritratto del cardinale Piazza riportato in questo articolo, presenta il porporato a
mezzo busto, con la mozzetta (piccola mantellina di seta con cappuccio) in uso anche nel 700.
Mostra la fronte spaziosa, lo sguardo attento, il naso aquilino e le labbra serrate. Laspetto, nel
suo complesso, quello di una persona fine, appartenente ad una classe sociale distinta. La sua
condizione di nobile, la sua elevata cultura, gli ambienti esclusivi in cui visse ed oper, gli uffici
svolti in diplomazia furono qualit che facilitarono la sua opera in ogni compito che gli veniva
assegnato. Le sue doti lo resero importante, quindi sensibile ai fasti e alle attribuzioni del suo
stato.
Mor a Faenza il 23 aprile 1726. Il cardinale non aveva certo previsto che per merito del suo
stemma su un mezzo scudo sarebbe stato ricordato nella storia della numismatica italiana.

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