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SANTA ILDEGARDA DI

BINGEN
(1098-1179)

La Chiesa ringrazia per tutte le


manifestazioni del genio femminile
apparse nel corso della storia, in mezzo a
tutti i popoli e a tutte le nazioni; ringrazia
per tutti i carismi che lo Spirito Santo
elargisce alle donne nella storia del
popolo di Dio, per tutte le vittorie che
essa deve alla loro fede speranza e carit;
ringrazia per tutti i frutti di santit
femminile" (Giovanni Paolo 11, Mulieris
Dignitatem). Tra queste donne singolari da ringraziare c' senza dubbio
Santa Ildegarda di Bingen, vissuta nella Germania del XII secolo. Una
figura di donna e di santa dalla personalit straordinaria. Tre anni fa si
celebrato il nono centenario della sua nascita. Una celebrazione che ha suscitato molta curiosit, che ha portato a nuovi studi su questa santa
chiamata anche la "profetessa del Reno". Ildegarda nacque nei pressi di
Alzey (a circa 30 km da Magonza) da Matilde e Idelberto di Bermersheim.
Era di famiglia nobile. Due particolarit si notarono subito nella bambina
Ildegarda: era di intelligenza pronta ed acuta ma anche di salute fragile. La
sua vita fu segnata da visioni celesti che cominciarono all'et di 5 anni
come lei stessa raccont: "Nel mio quinto anno di vita vidi una luce cos
grande che la mia anima ne fu scossa per, per la mia tenera et, non potei
parlarne...". All'et di otto anni fu affidata alla maestra Jutta, una giovane
donna di famiglia nobile appena ritiratasi nel monastero benedettino di
Disibodenberg. Il secondo maestro fu il monaco Volmar, assistente spirituale della clausura ed in seguito suo primo segretario. Giunta all'
adolescenza Ildegarda decise liberamente di entrare nell'ordine, e ponendo
cos la sua vita al totale servizio di Dio. Per trent'anni non si verific niente
di straordinario, mentre Jutta scopriva, piena di meraviglia che la sua
allieva Ildegarda era diventata a sua volta maestra. E cos quando ella mor
le monache la elessero loro badessa. Seguirono cinque anni di ordinaria
amministrazione poi a 42 anni la svolta decisiva. Sent la voce di Dio che le
diceva: "Manifesta le meraviglie che apprendi... Oh tu fragile creatura ...
parla e scrivi ci che vedi e senti...". Un particolare: pi lei resisteva alla
Voce, pi aumentavano le sofferenze. Finalmente, dietro consiglio di Volmar, cominci a scrivere. E anche le forze ritornarono. Il primo frutto fu

l'opera "Scivias" (Conosci le vie). In 35 visioni c' tutta la storia della


salvezza. un invito pressante a "conoscere le vie, a prestare attenzione, a
guardare, scrutare, discernere le vie divine, i percorsi, rettilinei o contorti, le
circostanze belle o brutte nelle quali Dio ci viene incontro. Tutte le vie
portano ad un'unica meta, pertanto in ogni circostanza si pu desiderare Dio
e conoscerlo". La sua fama intanto cresceva sempre di pi, fino ad arrivare
alle orecchie del papa Eugenio III che nel 1147 aveva convocato un sinodo
generale della Chiesa a Treviri. Il papa invi una delegazione ad incontrare
e interrogare Ildegarda. Il test fu superato brillantemente e gli "esaminatori"
ritornarono contenti. Al sinodo intervenne anche Bernardo (San) il famoso
abate di Chiaravalle, che chiese al papa di non permettere che una luce cos
luminosa fosse coperta dal silenzio. Eugenio la incoraggi a scrivere. Uno
dei frutti della sua fama (e santit) fu il grande numero di ragazze nobili che
bussavano alla porta del suo monastero. Anche per questo, non senza
difficolt, riusc a fondarne un altro vicino a Bingen. Possiamo dire che
Ildegarda era una monaca atipica. Non era tutta casa (monastero) e chiesa;
non era una donna segregata dal mondo tutta incentrata su Dio. Viveva
profondamente delle vicende del suo tempo. La sua fama infatti arriv fino
a... Federico Barbarossa (s l'imperatore che ebbe molto da fare anche in
Italia). Ildegarda ebbe buoni rapporti con lui fin dal 1154. Questo per non
le imped in seguito di prendere posizione decisa contro di lui a favore del
papa legittimo Alessandro III e contro quelli illegittimi "eletti" da lui.
Ildegarda gli scrisse contro parole di fuoco: "Colui che dice: la ribellione
Io la distruggo... Guai, guai alle male azioni dei sacrileghi che mi disprezzano". L'imperatore non rispose, non si vendic, ma interruppe il
legame. (Alla "distruzione" del Barbarossa contribu anche la sconfitta che
sub a Legnano nel 1176 per opera di una coalizione di citt del nord Italia).
Ildegarda intraprese anche quattro grandi viaggi di predicazione pur
essendo non pi giovane e malaticcia. Predic, tra le citt tedesche, anche a
Treviri e a Colonia. Questo era possibile perch godeva di una grandissima
autorit spirituale che le permetteva di parlare con decisione e talvolta con
durezza e senza paura. E rimasta famosa (infatti fu tramandata) la predica di
Treviri nella Pentecoste 1160: "Io povera creatura, a cui mancano salute,
vigore, forza e istruzione, ho udito nella luce misteriosa del vero volto le seguenti parole per il clero di Treviri: I doctores e i magistri non vogliono pi
dar fiato alla tromba della giustizia, perci scomparsa in loro l'aurora delle
buone opere...". Anche a Colonia fu molto dura con il clero: "Per la vostra
disgustosa ricchezza ed avidit, nonch per altre vanit non istruite i vostri
fedeli". Fu altrettanto decisa contro gli eretici detti Catari. La sua fama era
grande, l'attivit incessante e le malattie tante. Tuttavia Ildegarda aveva l'in-

telligenza e la santit) di fare anche della auto ironia: "Perch non


insuperbisca Dio mi ha costretta a letto".
Messaggio antropologico ed... ecologico
Varie furono le sue opere. Ho gi detto della prima "Scivias". La seconda fu
il "Libro dei meriti della vita" in cui tratta del grande tema dell'armonia tra
legge di Dio e volont dell'uomo. Nell'opera "Libro delle opere divine"
riprende l'immagine dell'uomo posto in una struttura complessa di rapporti
fra microcosmo e macrocosmo. Scrisse anche opere nel campo medicoscientifico che hanno recentemente destato interesse tra gli studiosi. E
interessante notare come le sue visioni sono originali, contenenti straordinarie figurazioni intellettuali e immaginifiche, sviluppate sulla base
dell'immaginario collettivo del Medio Evo: vi sono presenti elementi
naturalistici e astrologici ereditati dall'antichit precristiana. Dio parlava ad
Ildegarda, come gi ai profeti dell'Antico Testamento, dall'interno della sua
cultura. All'uomo d'oggi Ildegarda dice di non fare di se stesso un idolo,
sacrificando ad esso tutto. La sua grande battaglia fu contro l'autonomia
umana idolatrata, contro l'uomo centrato su di s e pieno di s, contro
l'uomo che parla con empiet proclamando: "Non voglio ubbidire n a Dio
n a qualsiasi uomo". E qui c' anche un messaggio ecologico per l'uomo
moderno. E di bruciante attualit. Tante volte ci si lamenta dell'inquinamento delle acque e dell'aria delle nostre grandi citt. La qualit della
vita sembra sempre pi in pericolo, dovuto ad uno sviluppo selvaggio (non
sostenibile) sprezzante dell'ambiente. Una volta rovinato esso si ritorce
contro l'uomo stesso (pensiamo all'effetto serra e simili). Per Ildegarda
quest'uomo senza rispetto n per Dio n per l'ambiente che causa il lamento
terribile di tutta la creazione: "E udii - ha scritto la santa - come gli elementi
si volsero a quell'uomo con un urlo selvaggio. E gridavano: Non riusciamo
pi a correre e a portare a termine la nostra corsa come disposto dal
Maestro. Perch gli uomini con le loro cattive azioni ci rivoltano sottosopra
come in una macina. Puzziamo gi come peste e ci struggiamo per fame di
giustizia". E un invito pressante al rispetto della natura. A tutti raccomanda
di rispettarla e ascoltarla, perch Dio stesso che ci parla attraverso di essa.
Anche la natura infatti pu essere una delle vie per conoscere il suo Amore
e arrivare a Lui. Questo il messaggio di Ildegarda. Accogliamolo.

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