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1. Introduzione
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[Lo spirito di una lingua si manifesta chiaramente soprattutto nelle parole intraducibili]
(VON EBNER-ESCHENBACH 1880: 22).
2
Papiro demotico di Bologna 3173 (P.TestiBotti 2, ll. 9-11) con esposizione di sogni, 164-152 a.C.
3
[Un uomo canta: Apollonio parla greco, Petearpisis parla egiziano, e colui che sa
questo sacerdote: BOTTI 1941: 12-15].
4
[Un uomo affermava: Apollonio un nome greco, Petearenfoi un nome egiziano; chi
diceva questo era un sacerdote: BRESCIANI/BEDINI/PAOLINI/SILVANO 1978: 95-9].
5
Il bilinguismo greco-demotico un tema ben studiato: si ricordano qui solo, fra i contributi
pi recenti, THOMPSON 2009: passim e part. 399-417; MAIRS 2010c; TORALLAS TOVAR
2010; si rimanda anche a BERNINI/REGGIANI 2011 per ulteriori spunti interpretativi e
bibliografici pi specifici. Sulla diglossia nellEgitto faraonico cf. JANSEN-WINKELN 1995.
6
Segnacolo confinario fra schiere contrapposte Sol. 31, 8-9 G.-P.2; cf. LORAUX 1984.
7
Per una panoramica generale e recente sulla traduzione nellAntichit cf. ASTORI 2007 e le fonti ivi citate.
Sul tema del multilinguismo nel Mediterraneo antico si rimanda, exempli gratia, ad ASTORI
2010 e nuovamente a BERNINI/REGGIANI 2011, nonch alla letteratura richiamata in entrambi.
9
Cf. ROTOLO 1972: 400-2; ROCHETTE 1993: 313.
10
Sullorigine della scrittura cuneiforme cf. GLASSNER 2000. Originale e traduzioni dei brani citati
si possono consultare in PETTINATO 1994 e VANSTIPHOUT 2003.
11
Ricordiamo, dopo KRAMER 1943, 1968: VAN DIJK 1970; BLOCK 1984: 334-7; JACOBSEN
1992; VANSITPHOUT 1994; KLEIN 1997, 2000; MITTERMAYER 2009.
124
Nelle sue stanze devi anche cantargli questo canto sacro, questo incantesimo: /
lincantesimo di Nudimmud! / Un giorno non vi saranno serpenti, n scorpioni,
/ non vi saranno iene, n leoni, / non vi saranno n cani selvatici n lupi, / e cos
non vi saranno paure n timori, / perch luomo non avr nemici. / Quel giorno
le terre di ubar e di Hamazi, / cos come la bilingue Sumer grande montagna
del potere della regalit / insieme ad Akkad la montagna che possiede tutto
ci che le adatto / e anche la terra di Martu, che poggia su pascoli verdi, / s,
lintero mondo dei popoli ben governati, / sar capace di parlare a Enlil in una
sola lingua! / Perch quel giorno, per le discussioni fra signori e prncipi e re, /
Enki [], Signore dellabbondanza, Signore delle salde decisioni, / Signore
della sapienza e della conoscenza sulla Terra, / esperto degli di, eletto per la
saggezza, Signore di Eridug, / cambier le lingue nelle loro bocche, tante quante
un giorno vi colloc, / e la parlata dellumanit sar davvero solo una!
125
diplomazia internazionale, che conferma latteggiamento egiziano di fondo, notevolmente etnocentrico/egocentrico, nei confronti del cosmo linguistico15: la lingua
egiziana era la lingua degli uomini tout court, e i popoli confinanti, alloglotti, un
insieme caotico che, nei rari momenti di contatto, doveva essere ordinato e
sottomesso al kosmos egiziano16. Per ripercorrere le parole di Sergio Donadoni,
[o]gni volta il riconoscere che oltre lEgitto ci sia altra realt non della pi
antica cultura politica egiziana. Gli imperi universali non soffrono a causa di
queste che noi sentiamo come limitazioni: essi le vedono come un caos nebuloso
e disorganizzato, che solo cornice negativa alla realt del cosmos politicamente
unito e concluso (DONADONI 1986a: 82).
Nei Testi delle Piramidi gli stranieri compaiono in modo estremamente vago e
occasionale: [a] leggere questi testi si direbbe che il pi antico Egitto confini
direttamente con lAldil, ignaro e sdegnoso dei suoi vicini terreni17.
Se lEgitto non conosce un mito della differenziazione linguistica come quello di
Babele o del parallelo sumerico che abbiamo intravisto supra, e la poliglottia del
15
126
mondo sarebbe stata, per gli Egizi, decisa ab origine dalla divinit creatrice18, va
tuttavia rimarcato che i verbi usati per alludere a questa attivit glottopoietica sono
pnc capovolgere e stn sviare (DONADONI 1986c: 194-5; cf. SAUNERON 1960,
passim e part. 40-1), che possono ben suscitare limpressione che, in fondo, anche
per gli antichi Egizi le lingue degli altri non fossero nulla pi che deviazioni da
un percorso originario e assoluto, quello, beninteso, dellegiziano stesso: e il parallelo con il quadro dipinto dallIncantesimo di Nudimmud palese. Non a caso rovesciare
la lingua locuzione utilizzata per descrivere lacculturazione dei non-egiziani, in
particolare i prigionieri stranieri: una stele di Ramses III (c. 1180 a.C.) riporta, in
sguito a un trionfo su popolazioni libiche, a proposito dei soldati catturati:
Riportati in Egitto, furon posti in fortezza Udirono, al servizio del re, la lingua
degli Egiziani [lett. degli uomini tout court, rmt], e il re fece che essi
dimenticassero la loro propria lingua; egli rovesci le loro lingue19.
Ritorna, fra le altre cose, il ruolo necessario di uniformatore quasi cosmico che
ricopriva il faraone (vd. supra, n.): lideale politico quello dellassimilazione
(DONADONI 1986c, 201).20
Cos SAUNERON 1960: 40; DONADONI 1986c: 194. Thot (che poi un parziale parallelo del
sumerico Enki) in diversi testi religiosi viene appellato come colui che ha distinto / separato le
lingue dei vari Paesi / dei Paesi stranieri: ma le medesime testimonianze sono interpretate da
%ERN 1948 come prova di un parallelo egiziano del mito biblico di Babele, e da SAUNERON
1960 come evidenza di un plurilinguismo originario, insito nellordine del mondo. Cf. ultimamente
BORGHOUTS 2000: 12 (che parla, come gi SAUNERON 1960: 31-2, di una tendenza probabilmente
diffusasi a partire dal Nuovo Regno, quando pi intensi sono i contatti con popoli stranieri
considerati as equals).
19
Ramesside Inscriptions III, 91.6; DONADONI 1986c: 200; cf. BRESCIANI 1990: 259;
BORGHOUTS 2000: 11-12
20
Sulluniformit linguistica si veda anche il testo sapienziale di Ani (c. 1400 a.C.), in cui si dice
(23.5-6): One teaches Nubians the speech of the Egyptian people (md.t rmt n(y) Km.t); the
Syrians and any foreign country likewise (tr. BORGHOUTS 2000, 11).
127
FISCHER 1964: 28 ss.; cf. BELL 1976: passim; DONADONI 1986c: 195-6; BRESCIANI 1990: 240-1;
REGGIANI 2013a: [8]. Per la resa della parola come stranieri (e non interpreti, come tradizionalmente accettato a partire da GARDINER 1915) cf. GOEDICKE 1960 e 1966. In generale v.
SCHENKEL 1975, che significativamente avverte che Dolmetscher una Konventionelle
bersetzung e ricorda come sia attestato almeno un caso in cui questo termine allude a un
egiziano parlante una lingua straniera. Il Thesaurus Linguae Aegyptiae (http://aaew.bbaw.de/tla)
traduce correntemente con Fremdsprachiger; Dolmetscher. Cf. anche SCHENKEL 1977.
22
Si tratta di an unusual combination of uvulars and pharyngeals whose meaning comes
close to the Greek verb barbarzein; the term 3cc babbler is chiefly used to refer to a
dragoman. The word also served to indicate Egyptians who were able to speak or translate
from a foreign language (BORGHOUTS 2000: 10-11). Per un excursus sulletimologia del
termine cf. anche BELL 1976: lxxxiv-lxxxv.
23
h# 3st era il nome dato alle terre straniere, cf. HELCK 1977: 311. Vd. anche REGGIANI
2013b: [6], con bibliografia.
128
Non forse un caso che, nella ben nota storia di Wenamon, che si reca da Tebe
in Libano per scambiare 500 rotoli di papiro con legname di cedro, nel momento in
cui lo sfortunato protagonista fa naufragio a Cipro, cerca (e trova) tra i locali che lo
vogliono uccidere uno che capisce la sua lingua: sono preferenzialmente gli stranieri che
devono imparare legiziano, non viceversa25.
2.2. I traduttori/interpreti nellEgitto greco-romano: hermneis
Per questo appare ancor pi eclatante liniziativa presa dal faraone Psammetico I
(664-610 a.C.) che, fra le ricompense concesse ai mercenari greci che avevano reso possibile la riunificazione dellEgitto sotto il suo potere (cf. PERNIGOTTI 1999: 21ss.),
dopo averli sistemati in stanziamenti stabili sul territorio egiziano, decise di inviare presso
di loro alcuni bambini egiziani in modo che questi potessero imparare la lingua greca
e, in sguito, divenire gli interpreti fra i due popoli. Nelle parole di Erodoto (2.154,1-2):
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S(3@+ E /012T 1@1
'+26.
24
BRESCIANI 1990: 242 (e cf. pp. ss. sulleducazione egiziana impartita ai prigionieri stranieri). Si
veda anche KURZ 1985 a proposito dei principi di Elefantina che, probabilmente in parte di etnia
nubiana, ricoprivano orgogliosamente il ruolo di comandanti degli interpreti. Siamo allepoca
delle Dinastie V e VI (c. 2465-2150 a.C.), e sono i primi riferimenti a interpreti in Egitto.
25
Cf. DONADONI 1986c: 203-4; per Wenamon, cf. MAIRS 2012: 461; testo tradotto e
commentato in LICHTHEIM 1984: 224-30.
26
[Agli Ioni e ai Cari che lo avevano aiutato, Psammetico diede lotti di terra sui quali potersi
stabilire; i lotti erano separati dal Nilo, ed egli chiam queste propriet Accampamenti. In
129
aggiunta, diede loro tutte le altre ricompense che aveva promesso. Inoltre, invi presso di loro
dei bambini egiziani affinch venisse insegnata loro la lingua greca, ed da questi Egiziani che
impararono cos il greco che discendono gli attuali interpreti in Egitto].
27
Su queste tematiche si rimanda a REGGIANI 2013a: passim e part. [2-6], e, da una diversa
prospettiva, REGGIANI 2013b: passim e part. [8-10].
28
Sui traduttori/interpreti in et classica si vedano ROTOLO 1972; WIOTTE-FRANZ 2001: 1ss.
130
possediamo siano in gran parte greci29, nulla impedisce di pensare che potessero essere,
etnicamente, egiziani: assumere un nome greco era, per gli Egiziani del tempo, un
uso assai comune30. Ma se vero che nei nomi racchiusa lessenza del significato
(con buona pace del Whats in a name? shakespeariano31) e che ogni civilt ha i
propri specifici paradigmi culturali nellintendere latto traduttivo (BETTINI 2012:
vii ss.), e 3cc rimanda al ruolo dellinterprete come insider barbarico nel tessuto
socio-culturale egiziano ( un po come se i Greci avessero chiamato i propri
interpreti barbaroi, o tuttal pi barbarizontes), a cosa rimanda hermneus?
Consideriamo le notizie offerte dai papiri greci, che racchiudono la testimonianza
pi diretta e immediata della quotidianit dellEgitto greco-romano32. Delle poche
attestazioni tolemaiche, quasi tutte concentrate nel ricco archivio documentale di
Zenone, lamministratore e segretario del ministro delle finanze di Tolemeo II33,
non emerge pressoch nulla di veramente significativo, se non un criptico quanto
succulento accenno al delicato ruolo che poteva ricoprire un interprete (in P.Ryl.
IV 563, 7 [250 a.C.] lhermneus Apollonios chiamato in causa perch era in
grado di danneggiare un petente insistente e rompiscatole, si suppone attraverso
la traduzione distorta delle sue petizioni: He might easily have used his position to
do an ill turn to a native petitioner 34 ) e un paio di riferimenti al popolo dei
Trogoditi (sia in un papiro zenoniano che in una fonte di un secolo dopo), unetnia
etiope stanziata in Egitto.
29
Prosopografia completa in HARRAUER 1987: 82, con nomi greci mischiati ad egiziani:
Anoubion, Apollonios, Artemidoros, Haruotes, Glaukias, Kronion, Mysthes, Loulous, ]tos,
cui aggiungiamo lo Iakob di SB XXII 15599, 7.
30
Sui nomi si vedano e.g. CLARYSSE 1992 e QUAEGEBEUR 1992, con ulteriore bibliografia. Di
diversa opinione circa letnia degli hermneis nei papiri PEREMANS 1983: 11.
31
Romeo and Juliet II ii, 1-2.
32
Per un generale inquadramento su cosa studia e come organizzata la disciplina
papirologica si rimanda a TURNER 2002 e BAGNALL 2003. A pi riprese gli studiosi si sono
cimentati con il tema dei traduttori/interpreti nei papiri dellEgitto greco-romano: dopo
CALDERINI 1953, TAUBENSCHLAG 1959b, PEREMANS 1983, ROCHETTE 1994 e 1995, ora merito
di un pi globale progetto di ricerca condotto dalle Dr. Rachel Mairs e Maya Muratov
laver riproposto la questione dellesatta semantica originaria dellhermneia nei papiri, nel
senso pi generale di mediazione (si veda al proposito MAIRS 2012). Colgo loccasione
per ringraziare Rachel Mairs del cortese scambio epistolare ricco di spunti su questo tema.
33
In generale su Zenone si rimanda a CLARYSSE/VANDORPE 1995, che forniscono una sintetica
panoramica sul tema e ogni ulteriore rimando bibliografico necessario.
34
Ad loc. Per uninteressante excursus sulle potenzialit dannose dei traduttori/interpreti, come
erano percepite e considerate nellAntichit classica, cf. MAIRS 2011.
131
scrivono gli editori di P.Col. IV 63 [257 a.C.] (ad 7; cf. PEREMANS 1983: 15). Non
sorprende, poi, labbondanza di occorrenze in et romana rispetto allet tolemaica,
dal momento che proprio sotto il dominio di Roma il demotico (la lingua e la
scrittura praticate dagli Egiziani in quei momenti) aveva cessato di avere una sia
pur relativa autonomia amministrativa-giudiziaria35, e si facevano dunque indispensabili in tutti i casi le traduzioni in greco (cf. TAUBENSCHLAG 1959b: 168-9). Si
spiegano cos le 14 occorrenze della formula , S(@9+ (per mezzo
dellinterprete) usata in documenti ufficiali (prevalentemente verbali di processi,
ma anche un contratto, una petizione e un verbale di udienza ufficiale) fra II e IV
sec. d.C36. Anche nel fatto che, nei villaggi, vi fossero interpreters appointed by
the state (TAUBENSCHLAG 1959b : 167) non cosa che susciti particolare sopresa:
[l]a coexistence de deux cultures exigeait videmment la prsence
dinterprtes officiels pour servir dintermdiaires entre les personnes de
langue diffrente. Les autorits, qui ne connaissaient pas la langue de leurs
sujets ou de leurs subordonns, se faisaient assister par des interprtes [].
Celui-ci semble indiquer quil sagit dun fonctionnaire, attach officiellement
ladministration de la 9, du village37.
35
Cf. e.g. MEYER 1920: 76 ss.; PESTMAN 1985; MAIRS/MARTIN 2009: 55-6; YIFTACH-FIRANKO
2009: 541-3 (anche sulla scomparsa del demotico dai documenti legali det romana).
36
Cf. HARRAUER 1987: 81; ROCHETTE 1993: 318; MAIRS 2012: 460. I papiri sono: SB XVIII
13156, 7 [inizi II sec. D.C.]; P.Berl.Leihg. I 16A, 15 [Theadelphia, 161 d.C.]; PSI XIII 1326, 4
[181-3 d.C.]; P.Oxy. II 237, vii, 37-8 [Ossirinco, 186 d.C.]; Stud.Pal. XXII 101, 11 [II sec. D.C.];
SB XIV 11391, 6 [II-III sec. D.C.]; Chr.Mitt. 93, 36 [Antinoupolis, c. 250 d.C.]; P.Sakaon 32, 23
e 33 [Theadelphia, 254-268 d.C.]; BGU VII 1567b, 15 [III sec. D.C.]; P.Oxy. XLII 3074, 7
[Ossirinco, III sec. D.C.]; P.Ant. II 87, 12 [Antinoupolis, tardo III sec. D.C.; more probably,
court attendant: ad loc.]; P.Vind.Tand. 8, 2, 3 e 4 [III-IV sec. d.C.]; SB XVI 12692, 57, 59 e
60 [339 d.C.]. Pi difficile cogliere il senso della presenza della formula in SB XVI 13071, 18 e
20, un contratto di vendita dei primi decenni del III sec. D.C. (cf. BASTIANINI 1984: 77), ma non
sembrano esserci particolari ragioni per non pensare a un vero interprete.
37
PEREMANS 1983: 12 e 16; il caso di Cleopatra VII, che parlava nove lingue (Plut. Ant. 27; cf.
ROCHETTE 1993: 315; WIOTTE-FRANZ 2001: 58 e 245 n. 5.), era uneccezione. Si veda, ad
esempio, lhermneus dello stratego in P.Prag.Varcl. II 1v, v, 308 [Theadelphia, 246 d.C.], o
132
In et romana, poi, quando altre figure si affiancano ai veri e propri interpreti per
tradurre i documenti legali (ad esempio i nomikoi, giureconsulti38), lazione
comunque sempre espressa dal verbo hermneu!.
Sono stati per il curioso riferimento a un hermneus dellolio in un papiro di III
sec. D.C. da Ossirinco (P.Oxy. XII 1517, 6) e una serie di altrettanto curiose
menzioni a uno standard di misurazione dellhermneus (probabilmente da lui
custodito [HARRAUER 1987: 82] e/o controllato [P.Berl.Leihg. II 39 V, ad
108]) di certi villaggi dellArsinoite romana39 a far dubitare che gli hermneis dei
papiri svolgessero esclusivamente il cmpito di traduttori/interpreti40. Cos, ad es.,
gi WILCKEN 1920: 387 (recepito con riserve da G. Vitelli negli Addenda et
corrigenda di PSI VI, ad PSI IV 332, 6 [p. xi]), proponeva che in certi casi
andassero intesi come mediatori commerciali, e cos spiegava il pagamento di
PSI IV 332, 6, a un hermneus E> N +
(,' (per laglio), ed anche la menzione
dei Trogoditi, con i quali si sarebbe appurto commerciato laglio41, e leditore di
quello (ufficiale?) del villaggio in P.Berl.Leihg. I 16A, 15 [Theadelphia, 161 d.C.]. Il
carattere ufficiale di questi interpreti sembra confermato dallesistenza di una tassa hermn(e)ia,
che verosimilmente doveva essere limposta finalizzata a finanziare il pagamento degli hermneis,
cos come, ad esempio, la desmophylakia finanziava i carcerieri (desmophylakes: cf. REGGIANI
2013c). Nei papiri sono attestati sovrintendenti (epitretai) di questa tassa: telos hermnias in
P.Oxy. XXVII 2472, 3 [Ossirinco, 119 d.C.] (ma per gli editori una tax on the grain trade, ad
loc.), semplicemente hermnia in P.Fay. 23, 12 [Harit, II sec. D.C.]. In SB VI 9355 (= P.Lund VI
5), i nrr. 1 e 2 [187-191 d.C.] sono due ricevute per il pagamento, appunto, di questa tassa.
38
Sui nomikoi cf. TAUBENSCHLAG 1959a: 161-4; un accenno al nomikos come interpreter
of legal acts a p. 163.
39
P.Wisc. II 52, 11 [Karanis, 32 d.C.]; P.Mich. V 321, 20 [Tebtynis, 42 d.C.]; P.Mich. IX 567,
15-16 [Karanis, 78 d.C.]; BGU XI.2 2123, 17-18 [Arsinoite, forse Karanis?, 85 d.C.]; PSI VIII
879, 12 [Karanis, 98/9 d.C.]; P.Mich. III 185, 14 [122 d.C.]; BGU III 985, 9-10 [Arsinoite, 123
d.C.]; P.Athen. 21, 10-11 [Karanis, 131 d.C.]; SB XIV 11718, 11 [Tebtynis, 141 d.C.]: [q]uanto
allS(@2, agevole supporre che in qualit di mediatore istituisse i contatti fra le parti interessate a
un negozio, propiziasse le relazioni nelle fasi preliminari e contribuisse alla definizione del
contratto. Essendo per impiegata la sua misura per il versamento dei canoni fissati [il documento
un contratto daffitto], si deve ritenere che egli intervenisse pure nellapplicazione delle clausole
pattuite, in veste di controllore e garante dellaffare concluso attraverso la sua mediazione (GALLAZZI
1978: 211); BGU I 227, 12-13 [Arsinoite, 150/1 d.C.]; BGU XIII 2341, 6-7 [Karanis, II sec. D.C.].
40
MAIRS 2010: 186 ss. Cf. CALDERINI 1953: 345-6; CRAWFORD 1973: 352-3; PEREMANS 1983:
13-17; BAGNALL 1993: 233-4.
41
Merkwrdig klingt die Notiz in 6: S(@; Q 8,1C' E> N
(,' ((9&). Wozu
brauchte man einen Dolmetscher? Nun wird in Z. 14 ein :(=1,2 bezahlt (fr 17 Tage). Sollten
133
3. Conclusioni
Le pi recenti acquisizioni confermano questo significato pi ampio, per gli
hermneis dei papiri, cos come i loro corrispettivi nei documenti romani, gli
interpretes42: anzi, paradossalmente, pace WIOTTE-FRANZ 2001: 117-8, the onus
is, in general, on us to prove that someone designated as hermeneus was an
interpreter rather than a broker or mediator in a more general sense (MAIRS
2010: 186). Ancora: Hermeneus, at any period, might be used in a primarily
linguistic or a primarily commercial sense or both (ibid.: 190). Limpressione
pertanto che hermneus nasca con un valore pi ampio, per specializzarsi solo
secondariamente nei due filoni della traduzione linguistica e dello scambio
commerciale, che sono peraltro necessariamente contigui dal momento che per
commerciare con gli altri quasi sempre necessario comunicare con loro, come
die Leute aus Philadelphia den Knoblauch von Trogodyten geholt haben? Ins Trogodytenland
knnen sie freilich nicht gefahren sein, wenn die Reise auch ein paar Wochen gedauert hat. Da
hilft uns, wie mir scheint, Theb. Bank. IX [= UPZ II 227], wo fr Theben ein S(@@4 Q
:(=1,*Q bezeugt wird (II. Jahrh. vor Chr.). So wird die Fahrt den Nil aufwrts in die
Thebais gegangen sein, wo Trogodyten mit ihren einheimischen Produkten, zu denen auch der
Knoblauch hiernach gehrt haben mte, Handel getrieben zu haben scheinen. Darum fhrte
jener Dolmetscher (Z. 6) sie zum Knoblauch und vermittelte das Geschft mit den
Trogodyten; cf. anche PREISIGKE 1925: 599-600, s.v.; PRAUX 1939: 45; WILCKEN 1941: 1534; TAUBENSCHLAG 1959b: 167; BRAUNERT 1964: 46 n. 108; PEREMANS 1983: 15; HARRAUER
1987: 81-2; ROCHETTE 1993: 315-6; ID. 1995; ARMONI 2003: 214-6. Va sottolineato che la locuzione S(@4 Q :(=1,*Q non dovrebbe far riferimento a un hermneus di etnia trogodita
(cf. gi Rochette 1995, 66): si confronti con la S(@7' Q U=' Q traduzione delle
(lettere) romane [= dal latino] di P.Oxy. I 35, 5; IX 1201, 13; XII 1466, 3; XXXIV 2710, 2.
42
MAIRS 2012a: 458-9; MAIRS 2012b: 26-7. Sugli interpretes a met fra traduzione e
mediazione commerciale cf. ora anche BETTINI 2012: 88-121, che dopo aver verificato [c]he
linterpres fosse un mediatore in generale, e non solo linguistico (p. 92), trova le ragioni del
significato traduttologico nel fatto che favorire linterazione linguistica fra alloglotti favorisce
di conseguenza anche linterazione commerciale, gli scambi con i popoli altri (pp. 97-8, e
ancora 100ss. e 112ss. sulla traduzione come scambio linguistico). Per un caso analogo a
quello degli hermeneis, si veda ARMONI 2003, che discute il significato del termine metabolos.
134
Assai istruttivo anche il caso narrato da Erodoto (IV 24) a proposito delle transazioni
commerciali fra gli Sciti e gli uomini calvi, che avvengono per il tramite di sette hermneis
(tanti quante le lingue in gioco): cf. BETTINI 2012: 122-3. ancora BETTINI 2012: 144ss., a
occuparsi di quelle eccentriche forme di commercio che, viceversa, si svolgevano al di l della
mediazione linguistica (il cosiddetto commercio silenzioso).
44
Ci rispecchiato dalla constatazione che [l]a traduzione intesa come trasferimento di un
significato da una lingua ad unaltra, ossia traduzione letterale, parola per parola, unidea
illusoria e ingenua []. La traduzione letterale, infatti, inganna, non consente quella fedelt
alloriginale che pure sembra promettere: il fatto che una traduzione sia semplicemente
letterale non significa per ci stesso che sia anche pi fedele a ci che detto. Una traduzione
fedele solo se le parole parlano il linguaggio della cosa in causa (MORRA 2008: [2], che cita
HEIDEGGER 1968: 300). Su metagraph! cf. anche PASSONI DELLACQUA 2010: 337-8.
45
Con questa gamma di significati appare nei papiri documentari: P.Babatha 11, 29 [Babatha,
124 d.C.]; P.Babatha 16, 33 e 36 [ivi, 127 d.C.]; P.Babatha 27, 15 [ivi, 132 d.C.]; P.Harr. I 67, ii,
11 [c. 150 d.C.]; SB V 7630, 8 [Herakleopolis, 169-177 d.C.]; P.Select. 14, 1 [Arsinoite, II sec.
D.C.]; SB XX 14952, 2 [II-III sec. D.C.]; PSI V 450, 34 [Ossirinco, II-III sec. D.C.]; P.Oxy. I 35,
5 (+ BL I 311) [ivi, 223 d.C.]; P.Oxy. XII 1466, 3 [ivi, 245 d.C.]; SB X 1010 (= Ch.L.A. XI
486), 13 e 26 [ivi, 249 d.C.]; P.Oxf. 7, 12 [256/7 d.C.]; P.Oxy. IX 1201, 12 [Ossirinco, 258 d.C.];
P.Oxy. XXXIV 2710, 2 [ivi, 261 d.C.]; SB XXVI 16717, 9 [Hermoupolis, c. 265 d.C.]; P.Oxy.
IX 1205, 1 [Ossirinco, 291 d.C.]; P.Oxy. XX 2276, 7 [ivi, III-IV sec. D.C.] (in questo caso, non
un documento ufficiale ma una lettera privata); P.Sakaon 34, 15 [Theadelphia, 321 d.C.]; P.Kell.
I 53, 11 [Kellis, IV sec. D.C.] (voce S(@7' in una lista di spese: una traduzione retribuita, come
intendono gli editori, o il pagamento per la tassa che finanziava gli hermneis pubblici? v. supra).
135
46
136
Deipn. XVI 2; cf. BETTINI 2012, 138. Su queste caratteristiche di Hermes si vedano BETTINI
2000: 5-51 e REGGIANI 2011: 264ss.
48
[Gli uomini per molti secoli vissero senza citt n leggi, parlando una sola lingua, sotto il
regno di Giove, ma dopo che Mercurio ebbe interpretato/tradotto i linguaggi degli uomini, da
cui linterprete detto hermneuts (Mercurio infatti chiamato Herms dai Greci; lui stesso
distribu i popoli), inizi ad esservi discordia fra i mortali, cosa che non piacque a Giove].
137
traduzione. Ora, il dominio di Hermes sulla parola efficace discende dal suo
essere il mediatore della volont divina presso gli uomini secondo precise modalit
distributive che si ritrovano, ad esempio, oltre che nellInno omerico a Hermes, in
alcune favole esopiche49 e nello stesso Igino, dove il quasi casuale accenno al fatto
che Mercurio nationes distribuit deve invece essere la chiave interpretativa
dellintera vicenda. Hermes , primariamente, un dio distributore, e per questo
mediatore: dallintera analisi di BETTINI 2012 sembra emergere, sebbene mai
esplicitamente sottolineato, il ricorrere della tematica dello scambio come sfondo
costante di tutte queste attivit mercuriali. Cos lhermneus colui che promuove
lo scambio e il passaggio: delle merci, delle lingue lattivit di interpretariato
celava qualcosa di ancor pi generale, qualcosa che si lascia ricondurre alla sfera di
competenze di Hermes, il dio mediatore per eccellenza. E lultimo passo di
questa catena proprio lhermneus come mediatore umano fra la sfera terrena e
quella divina: in questa accezione gi attestato nelle fonti letterarie, e non c
dunque bisogno di pensare alla necessit di pregare divinit de diffrentes groupes
linguistiques50 per spiegare la presenza di hermneis degli di Sobek (Souchos) e
Amon (Ammone) in un papiro di II sec. D.C.51.
Fin dalle lontane origini vicino-orientali, che abbiamo seguito dallepica
sumerica in avanti, il legame degli interpreti con le transazioni commerciali, in
parallelo alle spedizioni militari, chiaro e forte: eppure gli hermeneis dei papiri, e
forse gi quelli di Psammetico, non sono pi gli 3cc dei Faraoni. Allidea arcaica di
una lingua dominante, per favorire la quale sono gli alloglotti a doversi fare
interpreti, annullando, o meglio rovesciando la propria identit linguistica, si
sostituisce quella pi moderna, potremmo dire della mediazione, quella che
Paul Ricoeur chiamava lhospitalit langagire:
49
H.Merc. part. 127-9 (Hermes ripartisce porzioni di carne sacrificale mediante sorteggio);
Aesop. 111 (Hermes ripartisce la menzogna [pseudos] agli uomini per ordine di Zeus), 112
(Hermes gira per la Terra guidando un carro pieno di inganni distribuendoli di luogo in luogo
[kata ch!ran]) e 120 (Hermes ripartisce lintelletto [nous] agli uomini per volere di Zeus)
Chambry3. Cf. GROTTANELLI 2001: 165-9, e anche REGGIANI 2011: 221-90 passim.
50
Cos PEREMANS 1983: 14-15, sulla scorta di CALDERINI 1953: 346.
51
SB V 8749 (= P.Lund III 9), 7 [Tebtynis o Akoris, c. 123 d.C.]. Qui propriamente
menzionata la S([]7'[+] | [W2D* '>] X=+, ovvero [d]as Amt eines S(@@2 (ad
loc.). Va notato che hermn(e)ia termine tecnico di oracoli cristiani, in rapporto per lo pi
col testo evangelico di Giovanni, per i quali si rimanda a VAN HAELST 1976: 158, con elenco
delle attestazioni. Per questo tipo di hermn(e)ia si veda ROCA-PUIG 1966: 229-31. Sulla
traduzione della parola divina cf. BETTINI 2012: xvii, e in particolare il suo capitolo
conclusivo dedicato alla traduzione biblica dei Settanta.
138
Larazzo complessivo del linguaggio, la sua ricchezza, le sue capacit trasformative rendono possibile questa relazione bidirezionale53: un cmpito difficile, che si
esplicita nel valore di hermneia come interpretazione pi ancora che traduzione, e
nella percezione che tale interpretazione non possa mai essere precisa, puntuale,
letterale: questo il senso della formula 'N J ,*'
(secondo quanto
possibile) che in tanti documenti papiracei accompagna linizio di una traduzione:
'N J ,*'
also appears in a number of Roman period translations from Latin
into Greek. The recurrence of the term over such a long time period, and its
ubiquity in translations of legal documents, suggests that this is a piece of legalese,
not the modest words of a not-very-good translator with poor written Greek. It is
a formula, in the same way as the rest of the introduction to a translation, not a
statement of personal linguistic competence or confidence. The possible advantages
to introducing a translation with such a caveat are evident: the translator is
52
RICOEUR 2004: 32; cf. MORRA 2008: [2-5]; sul tema della traduzione come mediazione e
forma di superamento delle barriere linguistiche, in una tensione verso la ricomposizione della
frattura originaria, la frammentazione delle lingue umane, si vedano ora ASTORI 2013a e 2013b
(ai quali devo la citazione di Ricoeur). Non forse un caso se le origini di questo cambiamento nel
significato dell interprete vanno cercate in Psammetico I, che sarebbe stato anche linventore e il
diffusore della scrittura demotica, strumento di unificazione e identificazione nazionale contro
le invasioni straniere, ma anche espressione grafica di una apertura mediterranea (DONADONI
1986d: 227). Daltra parte, lo stesso Psammetico avrebbe realizzato il famoso esperimento
finalizzato a individuare la lingua primigenia dellumanit, che non sarebbe stato legiziano
(Hdt. II 2; cf. THOMAS 2007): alla perdita di centralit corrisponde appunto un nuovo tipo
dinterprete/traduttore, che al contempo apre allo straniero e salvaguarda lidentit culturale. Non
possiamo non notare, poi, come questa continua e forse inconscia tensione verso il monolinguismo
originario (superabile di fatto solo in via miracolistica, come ben illustrano lepisodio di xenoglossia
in At. 2, 1-13 e la storia della traduzione della Bibbia dei Settanta: cf. PASSONI DELLACQUA
2010 e BETTINI 2012: 189-251) possa essere allorigine della tendenza, recentemente messa in
evidenza (per esempio da MAIRS 2010: 461), a rendere invisibile il traduttore/interprete: pi
la mediazione scompare, pi aumenta di livello la percezione di monolinguismo o, al limite,
xenoglossia (pensiamo agli alloglotti dei poemi omerici, che comunicano fra loro senza
problemi si suppone in perfetto greco ionico: cf. ROTOLO 1972: 397-8; DE LUNA 2003: 21 ss.
mentre in realt evidente che potrebbero averlo fatto solo con luso di interpreti).
53
RICCA 2011: 99, e cf. passim per unoriginale interpretazione dei nessi antropologici e simbolici
fra linguaggio e ospitalit, un tema quanto mai vicino a quello trattato in queste pagine.
139
absolved of responsibility for any mistakes, and all concerned are assured that the
contents of the translation have been transmitted in good faith.
The use of 'N J ,*'
shows that there was at least some awareness that
translation was not an exact science, the simple rendering of information in one language
into another, but had the potential to introduce errors or differences in emphasism54.
MAIRS 2013: [5]; cf. MAIRS 2012: 459-60, e prima PEREMANS 1983: 13; ROCHETTE 1993: 319-20.
bens vero che la formula 'N J ,*'
ricorre anche in riferimento a traduzioni dal
latino al greco, ma che essa affondi le proprie radici nella tradizione egiziana provato dalla sua
assenza in analoghe formule in documenti dallArabia romana, traduzioni dal latino e
dallaramaico (P.Yadin 5, 11, 16, 27; P.Hever 61): [t]he long history of the 'N J ,*'
clause in pre-Roman Egypt appears to be the reason for its retention; in Arabia, where it did not
have such a local tradition, it was not introduced (MAIRS 2010: 460 n. 8).
56
Cf. ASSMANN 2001: 465-6 e TORALLAS TOVAR 2010: 22-3. Cf. anche THISSEN 1993 (da un
diverso punto di vista) per alcuni spunti su cosa potesse precludere una traduzione/traslitterazione greca al senso originale del testo; mentre la pur suggestiva idea di KIDD 2011
a proposito dellegiziano come lingua preferenziale dellinterpretazione dei sogni stata confutata
da PRADA 2013. Va notato che il senso di superiorit linguistica non era certo estraneo al greco
(cf. MOMIGLIANO 1980: 167 ss. e 190 ss.): secondo Plutarco (Them. 6), Temistocle avrebbe
messo a morte linterprete di una delegazione inviata dal Gran re [persiano] in quanto colpevole
di aver osato usare la lingua greca per esprimere gli ordini dei barbari (ROTOLO 1972: 405-6;
BETTINI 2012: 3 n. 2). Sullimportanza del dato grafico nel processo traduttivo cf. PASSONI
DELLACQUA 2010: 325-6: [t]he change in language, which struck the ear, was combined with
the different graphic effect, which gave the treates visual impact upon seeing the written
document: the tongues of the &)(&'(, the stammerers, rendered using different alphabetic
writings, needed to be carried over, trans-lated from this point of view, as well. Sullimportanza del dato fon(et)ico, BETTINI 2012: 15-18 (a proposito della teoria etimologica romana).
57
Un esempio per tutti, pCairo CG [Catalogue Gnral] 25095 (un Libro dei Morti del regno di
Amenhotep II conservato al Cairo), l. 461: c3.w t3.(Du) Dh# wtj pw, LInterprete delle Due Terre,
egli Thot (fonte: Thesaurus Linguae Aegyptiae, http://aaew.bbaw.de/tla).
55
140
probabilmente era colui che, come la sua greca controparte, avendo creato i
linguaggi frammentando il monolinguismo primigenio, faceva da mediatore fra
gli uomini e gli di, fra la lingua degli uomini e quella degli di.
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145
146
219
a cura di
Davide Astori
Indice
DAVIDE ASTORI
Produrre quasi lo stesso effetto
(Quasi unintroduzione)
LAURA AIRAGHI
La traduzione ai tempi di Internet
17
ELISA ALBERANI
Le prime traduzioni italiane delle poesie di Fernando Pessoa
e le successive ri-traduzioni
25
DAVIDE ASTORI
Tradurre il Messale in una lingua pianificata
41
FRANCESCA BERTONAZZI
Qualit positive delltman in Bhagavadgt 2,24:
su alcune difficolt di resa nelle lingue moderne
51
GABRIELE BURZACCHINI
Tradurre i lirici greci: alcuni esempi
59
DINO GIGLIOLI
Linterprete di Lingua dei Segni nella realt italiana
91
GUIDO MICHELINI
La voce poetica di Agn agrakalyt
101
MASSIMILIANO NUTI
Fra Linguistica e Storia: parlare e tradurre a Cartagine
111
223
NICOLA REGGIANI
Rovesciare la lingua: interpreti e traduttori nellEgitto antico
123
CLIZIA RIVA
Un caso di autotraduzione intratestuale:
il My life with men and other animals di Pacheco e Cassi
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GIULIA SARULLO
Translating a translation:
the Odusia by Livius Andronicus and its English versions
157
167
DONATELLA VIGNOLA
Un pictura Della traduzione intersemiotica
per la didattica delle lingue classiche
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STEFANIA VOCE
Un esempio di traduzione latina: Petrarca Afr. V, 107-110
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TERESINA ZEMELLA
Traduttore Visibile e Autore Invisibile
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215
Indice
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224