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di Paolo Pataria
Pu uno dei pi grandi cementifici siciliani operare, per ben sei anni, con unautorizzazione
rilasciata da un dirigente regionale che non aveva titoli per firmare latto? Stando a quello
che si legge in un documento del Comitato cittadino Isola pulita, sembrerebbe di s. Di
pi: sembra che Bruxelles, nei giorni scorsi, abbia acceso i riflettori sul cementificio di
Isola delle Femmine partendo proprio dai fatti raccontati nel documento dal quale ha
preso spunto leuroparlamentare del Movimento 5 Stelle, Ignazio Corrao, che su questa
storia sta conducendo una battaglia politica. Le carte sono state peraltro inviate a Regione,
carabinieri e magistratura.
Nella relazione del Comitato cittadino Isola pulita c scritto che il decreto del
responsabile del Servizio dellassessorato regionale al Territorio e Ambiente che ha
rilasciato lAutorizzazione integrale ambientale (Aia) alla cementeria di Isola delle Femmine
sarebbe nullo. Il riferimento al Drs 683 del 18 luglio 2008. Questo perch Drs sigla
che sta per Dirigente responsabile del servizio ha emanato unautorizzazione da
soggetto che non ne aveva titolo.
Nel mirino finisce lingegner Vincenzo Sansone, firmatario del provvedimento, che a
quella data non era di fatto il dirigente responsabile del servizio Via-Vas. Il riferimento al
servizio dellassessorato regionale al Territorio e Ambiente che rilascia la Valutazione di
impatto ambientale (Via) e la Valutazione ambientale strategica (Vas). E qui c il primo
passaggio strano di questa vicenda: il decreto del dirigente generale che nomina
Sansone dirigente del servizio Via Vas risale al 17 dicembre 2008. Quindi quando lo
stesso Sansone ha rilasciato lautorizzazione allItalcementi e cio cinque mesi prima
non era dirigente del servizio Via-Vas. La nomina di Sansone, stando alle date, sarebbe
addirittura a sanatoria del periodo pregresso, e quindi retroattiva. In pratica, stando a
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Cinque AVVISI di garanzia per reato ambientale e falso ideologico. Linchiesta della
procura di Barcellona Pozzo di Gotto sulla discarica di Mazzarr SantAndre si allarga e
coinvolge altre cinque persone: due funzionari dellassessorato regionale al Territorio e un
funzionario dellArpa, agenzia regionale per lambiente, per i quali viene ipotizzato il reato
di falso ideologico commesso da pubblico ufficiale. I nuovi indagati sono
Gianfranco
Cannone, anche lui ex presidente del Cda della stessa societ. Per loro la procura
ipotizza il reato ambientale.
I cinque si aggiungono ai primi tre nomi iscritti nel registro degli indagati subito dopo
la RICHIESTA di sequestro della discarica, firmata lo scorso 3 novembre: gli ex
amministratori di TirrenoAmbiente Antonio Crisafulli, GIUSEPPE Antonioli (gi
con divieto di dimora in Sicilia a seguito di unindagine per corruzione di un dirigente
regionale) e Pino Innocenti.
Si attende adesso la verifica dei livelli di inquinamento disposta dalla procura di Barcellona
per il PROSSIMO 16 dicembre: lesperto incaricato per i rilievi lingegnere Francesco
Melidoro, lo stesso che nel rapporto del 17 settembre aveva rilevato: Le acque
sotterranee della discarica presentano notevoli indici di inquinamento, sulle pareti della
discarica esistono situazioni di criticit correlate con fuoriuscita di percolato tali da
generare locali profonde incisioni e le CONDIZIONI precarie di equilibrio del corpo della
discarica potrebbero portare fenomeni gravitativi o franosi di rilevante pericolo per
lambiente e per lincolumit delle persone, i quali potrebbero manifestarsi in un breve
medio periodo di tempo, in occasione soprattutto di intense precipitazioni atmosferiche.
http://www.loraquotidiano.it/2014/12/10/mazzarra-altri-cinque-indagati-perla-discarica-sotto-sequestro_16383/