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Lo stato limite , secondo le normative tecniche, lo stato raggiunto il quale, la struttura

o una sua parte, non pi in grado di assolvere la sua funzione o non soddisfa pi le
condizioni per le quali stata concepita.
Gli stati limite si suddividono in due categorie: in Stati Limite Ultimi (SLU), generalmente
causati da eventi eccezionali di notevole intensit (terremoti, esplosioni, incendi, effetti
del tempo) e associati al valore estremo della capacit portante, e Stati Limite di
Esercizio (SLE) o Stati Limite di Servizio (SLS), generati da eventi con una maggiore
probabilit di manifestazione nellarco della vita della struttura e associati alle esigenze
di impiego ordinario della costruzione o alla sua durata. I principali Stati Limite Ultimi,
sono: perdita di equilibrio della struttura o di una sua parte; spostamenti o deformazioni
eccessive; raggiungimento della massima capacit di resistenza di parti di strutture,
collegamenti, fondazioni, della struttura nel suo insieme; raggiungimento di meccanismi
di collasso nei terreni; rottura di membrature e collegamenti per fatica o per altri effetti
dipendenti dal tempo; instabilit di parti della struttura o del suo insieme;
I principali Stati Limite di Esercizio sono: danneggiamenti locali (ad es. eccessiva
fessurazione del calcestruzzo) che possano ridurre la durabilit della struttura, la sua
efficienza o il suo aspetto; spostamenti e deformazioni che possano
compromettere/limitare lefficienza e laspetto della costruzione o di elementi non
strutturali, impianti, macchinari; vibrazioni che possano compromettere luso della
costruzione; danni per fatica che possano compromettere la durabilit; corrosione e/o
eccessivo degrado dei materiali in funzione dellambiente di esposizione. Quindi gli SLU
definiscono situazioni estreme, corrispondenti al valore estremo della capacit portante.
Gli SLS/SLE sono relazionati alle condizioni di impiego normale della struttura. Il
superamento di uno Stato Limite Ultimo ha carattere irreversibile e prende il nome di
collasso. Il superamento di uno Stato Limite di Esercizio, invece, pu avere carattere
reversibile o irreversibile. Perci la sicurezza e le prestazioni di unopera o di una parte di
essa devono essere valutate in relazione al raggiungimento degli stati limite, che si
possono verificare durante la vita nominale.
Le varie tipologie strutturali devono infatti garantire:
- sicurezza nei confronti di stati limite ultimi (SLU): capacit di evitare crolli, perdite di
equilibrio e dissesti gravi, totali o parziali, che possano compromettere lincolumit delle
persone ovvero comportare la perdita di beni, ovvero provocare gravi danni ambientali o
sociali, ovvero mettere fuori servizio lopera;
- sicurezza nei confronti di stati limite di esercizio (SLE): tutti i requisiti atti a garantire le
prestazioni previste per le condizioni di esercizio; - robustezza nei confronti di azioni
eccezionali: capacit di evitare danni sproporzionati rispetto allentit delle cause
innescanti quali incendio, esplosioni, urti;
- robustezza nei confronti di azioni eccezionali: capacit di evitare danni sproporzionati
rispetto allentit delle cause innescanti quali incendio, esplosioni, urti.
Il processo logico di una verifica strutturale pu sintetizzarsi in:
Azioni (Sollecitazione, Spostamento, Deformazione, ecc.) Resistenze

Il fine principale della progettazione delle strutture garantire che lopera assolva alle
funzione per cui stata concepita, mantenendo un prefissato livello di sicurezza. Per
sicurezza si intende la capacit di una struttura di resistere alle azioni ad essa applicate.
Pi in generale viene definita una condizione limite (STATO LIMITE) che determini il
malfunzionamento della struttura o di una sua parte.

La valutazione della sicurezza pu essere effettuata attraverso metodi probabilistici,


classificati in ordine decrescente per rigore scientifico dal IV livello al I livello. A questi
ultimi appartiene il metodo semiprobabilistico agli stati limite, o metodo dei
coefficienti parziali di sicurezza.
La misura della sicurezza strutturale non pu essere di tipo deterministico, ma deve
avvenire in termini probabilistici, perch una diretta funzione di sollecitazioni e
resistenze, entrambe grandezze aleatorie, o stocastiche, caratterizzate da un proprio
livello di incertezza e a cui si pu associare una densit di probabilit.
La probabilit che la sollecitazione sia maggiore o uguale alla resistenza per lo stato
limite considerato, chiamata probabilit di rottura (failure).
Pf = P(S>R)
L'obiettivo della valutazione della sicurezza diventa quello di mantenere tale probabilit
minore od uguale ad un valore prestabilito Pf*, chiamato rischio di rovina della struttura,
che rappresenta il valore accettabile per la probabilit di collasso.
Pf = P(S>R) Pf*

Il metodo semiprobabilistico agli stati limite consiste quindi nel verificare che le
grandezze che influiscono in senso positivo sulla sicurezza, valutate in modo da avere
una piccolissima probabilit di non essere superate, siano pi grandi delle grandezze che
influiscono in senso negativo sulla sicurezza, valutate in modo da avere una piccolissima
probabilit di essere superate. Si considera un valore della resistenza che ha una piccola
probabilit di non essere superato (5%) e un valore della sollecitazione con una grande
probabilit di non essere superato (95%) e si verifica che:
Sk < Rk (metodo dei valori estremi) dove Rk e Sk sono i valori caratteristici della
resistenza e della sollecitazione.
Per coprire errori di valutazione di carattere grossolano, la verifica non effettuata sui
valori caratteristici, ma sui valori di calcolo, adeguati allo stato limite considerato. La
resistenza di calcolo Rd determinata dividendo la resistenza caratteristica Rk per un
coefficiente m (>1):
Rd = Rk / m
La sollecitazione di calcolo Sd determinata amplificando i carichi caratteristici con
opportuni coefficienti moltiplicativi F dipendenti dal tipo di carico:
Sd = Sd F
I coefficienti sono coefficienti parziali di sicurezza e hanno la funzione di mettere in
conto tutte le aleatoriet ed incertezze non riprese dai valori caratteristici e sono

calibrati dalle normative in relazione al tipo di rischio ed al tipo di materiale utilizzato. m


tiene conto delle incertezze nel modellare la struttura, F delle incertezze nel modellare
le azioni e i loro effetti.
La verifica di sicurezza consiste infine nel soddisfacimento della seguente
disuguaglianza:
Sd < Rd
Nel metodo semiprobabilistico possibile partire dalla curva teorica di Gauss, o
distribuzione gaussiana , la cui costruzione richiede un numero notevolmente inferiore di
valori, poich non si devono misurare delle aree (come nel metodo probabilistico), ma

delle ordinate (i valori caratteristici).


Per tracciare la curva di Gauss basta determinare due parametri: il valore medio e la
varianza.
Il primo rappresenta il valore atteso (o speranza matematica) di x nel processo in esame.
Esso quindi il valore pi probabile nellesperimento in atto. La varianza misura la
dispersione di x intorno al valor medio. Noti il valor medio e la varianza possibile
determinare altri valori legati alla statistica del processo, i frattili superiori ed inferiori
xk di ordine P.

I frattili inferiori del 5% e superiori del 5% o inferiori del 95% prendono il nome
rispettivamente di valori caratteristici delle resistenze Rk (frattili inferiori delle
resistenze ) e delle azioni Sk (frattili superiori o inferiori delle azioni).
AZIONI:

RESISTENZE:

A sinistra la curva di distribuzione delle AZIONI, a destra la curva di distribuzione delle


RESISTENZE:

SCOPI DELLA PROGETTAZIONE STRUTTURALE


Il fine ultimo della progettazione di una struttura quello di garantire che essa assolva
alla funzione per cui stata concepita (funzionalit: sia scongiurato il malfunzionamento
del sistema) mantenendo un prefissato livello di sicurezza (sicurezza: beni e persone
siano adeguatamente protette dalle conseguenze del malfunzionamento) e di affidabilit
nellarco della sua vita nominale. Proprio laffidabilit sintetizza la missione della
struttura: il mantenimento in sicurezza della funzionalit nellarco di vita per essa
prevista.
RISCHIO ACCETTATO
I termini sicurezza, funzionalit e vita nominale, che definiscono laffidabilit della
struttura, sottendono laccettazione di un rischio. Il livello di rischio accettabile dipende
dallimportanza della struttura e dalle conseguenze che la societ pu accettare in
relazione ad un evento negativo che la coinvolge (crollo). Non possibile definire il
livello di rischio accettato senza tenere in debito conto le condizioni economiche e di
sviluppo del Paese. concettualmente errato garantire una bassissima probabilit di
collasso delle costruzioni (con conseguenti spropositati incrementi di costo) in un paese
in cui c un elevato rischio legato agli incidenti stradali o a particolari epidemie. Il
rischio accettabile deve essere scelto in modo tale da trovare un accordo tra il costo di
costruzione e i costi legati a eventuali crisi della costruzione e a costi di manutenzione.
GRADO DI AFFIDABILIT
Una struttura ritenuta affidabile se la probabilit che non soddisfi le prestazioni
previste, non eccede durante la vita nominale i limiti imposti dalla Norma. Il grado di
affidabilit di una costruzione legata al livello di rischio che la societ pu accettare in
relazione ad un evento negativo connesso allesercizio
(rifacimento, demolizione, crollo).
UNI EN 1990 EUROCODICE: CRITERI GENERALI DI PROGETTAZIONE
STRUTTURALE
Una struttura deve essere progettata, costruita e soggetta a manutenzione, in modo tale
che durante la sua vita nominale, con adeguati livelli di affidabilit ed in modo
economicamente conveniente, essa possa:
- sopportare le azioni che insorgono durante la fase di esecuzione e di esercizio;
- rimanere in servizio sotto tutte le azioni attese;
- avere adeguata resistenza strutturale, funzionalit in esercizio e durabilit;
- avere adeguata resistenza al fuoco per il periodo di tempo richiesto;
- non essere danneggiata da eventi eccezionali in modo sproporzionato rispetto alla
causa.

AFFIDABILIT STRUTTURALE
La sicurezza e la funzionalit, due requisiti riguardanti laffidabilit di una struttura,
dipendono dal soddisfacimento delle esigenze di sicurezza nei confronti del collasso e
della funzionalit in esercizio. Tale operazione realizzata attraverso le verifiche agli
stati limite, grossolanamente suddivise in due grandi categorie: verifiche agli Stati
Limite Ultimi, da condurre nei confronti del collasso (SLU); verifiche agli Stati Limite di
Esercizio, riguardanti viceversa la funzionalit in servizio (SLE).
Robustezza, efficienza, durabilit e resistenza sono le quattro componenti del concetto di
affidabilit strutturale.
La robustezza la capacit che possiede una struttura di far fronte ad eventi
eccezionali o a conseguenze di errori umani senza danni ad essi sproporzionati. Per
ottenere tale risultato occorre:
evitare, eliminare o ridurre i rischi; scegliere una forma strutturale che possiede una
bassa vulnerabilit ai rischi considerati (carichi orizzontali, continuit, regolarit in pianta
ed in elevazione, percorsi alternativi del carico); individuare una forma strutturale tale da
sopravvivere in maniera adeguata alla rimozione accidentale di un elemento o di una
parte limitata di struttura (esame dellimportanza di ogni elemento, individuazione di
elementi chiave); evitare che la struttura collassi senza preavviso (eliminare le
possibilit di collassi fragili);
curare i collegamenti tra i vari elementi.
La durabilit di una struttura la sua capacit a rimanere in servizio per un periodo di
tempo almeno pari alla sua vita utile, con un appropriato livello di manutenzione. I fattori
da tenere in conto per assicurare unadeguata durabilit sono, tra laltro: leffettivo (e il
futuro) uso della struttura; i criteri di progettazione; le influenze ambientali; la
composizione, le propriet e le prestazioni dei materiali; la scelta del sistema strutturale;
la forma degli elementi e i particolari costruttivi; la qualit del lavoro in cantiere e i
controlli;
le particolari misure di protezione; la manutenzione durante la vita utile.
La durabilit, definita come conservazione delle caratteristiche fisiche e meccaniche dei
materiali e delle strutture, deve essere garantita attraverso una opportuna scelta dei
materiali e un opportuno dimensionamento delle strutture, comprese le eventuali misure
di protezione e manutenzione.
- I prodotti ed i componenti utilizzati per le opere strutturali devono essere chiaramente
identificati in termini di caratteristiche meccanico-fisico-chimiche indispensabili alla
valutazione della sicurezza e dotati di idonea qualificazione.
- I materiali ed i prodotti, per poter essere utilizzati nelle opere devono essere sottoposti
a procedure e prove sperimentali di accettazione.
- Le azioni da prendere in conto devono essere assunte in accordo con quanto stabilito
dalle norme. In mancanza di specifiche indicazioni, si dovr far ricorso ad opportune
indagini, eventualmente anche sperimentali, o a normative di comprovata validit.
E necessario avere un margine di sicurezza tra la situazione di esercizio e quella limite,
in quanto sia la resistenza dei materiali che le azioni sulla struttura sono grandezze

suscettibili di variazioni aleatorie.


VITA NOMINALE
Ogni volta che una variabile di progetto (azione, resistenza) dipende dal tempo, la sua
modellazione probabilistica influenzata da un periodo di riferimento, funzione della vita
nominale di progetto della struttura e della classe duso delledificio. La vita nominale di
unopera strutturale, Vn, definita come quel periodo di tempo in cui una struttura o
una sua parte pu essere utilizzata per lo scopo al quale destinata, purch soggetta
alla manutenzione ordinaria.
Deve essere esplicitamente indicata nei documenti progettuali.

Il valore convenzionalmente assunto per la vita nominale dipende dal tipo e importanza
dellopera, nonch dai livelli di rischio cui la stessa pu sopportare.
Tipi di costruzione di nuova realizzazione
Vita Nominale - Vn (anni)
1
Costr. provvisorie, provvisionali, di presidio
5
2
Costr. ordinarie
50
3
Costr. di durabilit straordinaria
100
RIFERIMENTI NORMATIVI
DM 14 gennaio 2008: Testo Unico di Norme Tecniche per le costruzioni.
Le Norme tecniche definiscono i principi per il progetto, lesecuzione e il collaudo delle
costruzioni nei riguardi delle prestazioni loro richieste. Esse sono classificabili secondo
due tipi di approccio:
- cogente, in cui le regole contenute devono obbligatoriamente essere rispettate fin nei
dettagli;
- prestazionale, che privilegia gli obiettivi da conseguire, a prescindere dai metodi
utilizzati dal progettista.
La normativa italiana stata fino a poco tempo fa improntata secondo il primo tipo di
approccio: attualmente il tentativo compiuto con lemanazione delle nuove norme
tecniche stato quello di adottare soluzioni coerenti con il sistema di normative gi
definito a livello europeo (Eurocodice 8, EC8).
Circa le indicazioni applicative per lottenimento delle prescritte prestazioni, per quanto
non espressamente specificato, ci si pu riferire a normative di comprovata validit e ad
altri documenti tecnici elencati nel Cap. 12. In particolare quelle fornite dagli Eurocodici
con le relative Appendici Nazionali costituiscono indicazioni di comprovata validit e
forniscono il sistematico supporto applicativo. C una diversa impostazione tra vecchie
(dallimpostazione cogente e prestazionale) e nuove normative (dallimpostazione
prestazionale).
- PRINCIPI FONDAMENTALI
Le opere e gli elementi strutturali devono essere progettate, eseguite, collaudate e
soggette a manutenzione in modo da consentirne la prevista utilizzazione, in forma
economicamente sostenibile e con il livello di sicurezza previsto dalle norme. La
sicurezza e le prestazioni di unopera o di una parte di essa devono essere valutate in
relazione al raggiungimento degli stati limite che si possono verificare durante la vita
nominale. Stato limite la condizione superata la quale lopera non soddisfa pi le
esigenze per le quali stata progettata.
Le Normative tecniche hanno inquadrato il problema delle verifiche strutturali cercando
di definire tutte le possibili malfunzioni cui una determinata struttura pu essere
soggetta nel corso della sua vita, e definendo per ciascuna di queste uno stato limite.

- STATI LIMITE
Nella definizione di stati limite si distinguono:
a) Stati Limite Ultimi, associati al valore estremo della capacit portante;
b) Stati Limite di Esercizio, associati alle esigenze di impiego ordinario della costruzione
o alla sua durata
- VERIFICHE AGLI STATI LIMITE
Le opere strutturali devono essere verificate:
a)per gli Stati Limite Ultimi che possono verificarsi, in conseguenza alle diverse
combinazioni delle azioni;
b)per gli Stati Limite Di Esercizio definiti in relazione alle prestazioni attese.
IL PROBLEMA DELLA SICUREZZA
Azione (F) ogni causa o insieme di cause applicate alla struttura, alle quali consegua
un effetto E (pu essere sia una caratteristica della sollecitazione, che una tensione, o
anche una deformazione, unapertura di fessure...). Resistenza (R) indica la capacit
(caratteristica della sollecitazione, tensione, deformazione) della struttura di far fronte
ad una determinata sollecitazione; funzione di alcune propriet del materiale
costituente la struttura.
Resistenze e azioni, comportamento ed eventi, per loro natura, non possono essere
trattati come grandezze deterministiche ma come variabili aleatorie (sono invece fattori
deterministici altri parametri come la geometria degli elementi, i moduli elastici e i
coefficienti termici dei materiali). Il calcolo delle probabilit una disciplina nata
proprio allo scopo di rendere matematicamente quantificabile lo stato di conoscenza
limitato di un determinato fenomeno.
La valutazione della sicurezza pu essere effettuata attraverso metodi probabilistici,
classificati in ordine decrescente per rigore scientifico dal IV livello al I livello. A questi
ultimi appartiene il metodo semiprobabilistico agli stati limite o metodo dei coefficienti
parziali di sicurezza, adottato dalla normativa italiana.
QUADRO NORMATIVO
Le moderne normative europee (Eurocodici) prevedono tre livelli di misura della
sicurezza strutturale.
- Metodo di livello 3, o metodo probabilistico esatto, che richiede la valutazione della
probabilit di rovina partendo dalle informazioni probabilistiche sulla sollecitazione S e
sulla resistenza R;
- Metodo di livello 2, o metodo dei primi due momenti, in cui nella valutazione della
probabilit di rovina ci si limita alla messa in conto del valor medio e della dispersione
della variabile esito Z, o margine di sicurezza, definita come differenza tra la resistenza R
e la sollecitazione S considerate come variabili aleatorie indipendenti e normali;
- Metodo di livello 1, o metodo semiprobabilistico, che consiste nelluso combinato di
valori probabilistici e coefficienti di sicurezza deterministici.
CLASSI DUSO
In presenza di azioni sismiche, con riferimento alle conseguenze di una interruzione di
operativit o di un eventuale collasso, le costruzioni sono suddivise in classi duso cos
definite:
Classe I: Costruzioni con presenza solo occasionale di persone, edifici agricoli.
Classe II: Costruzioni il cui uso preveda normali affollamenti, senza contenuti pericolosi
per lambiente e senza funzioni pubbliche e sociali essenziali. Industrie con attivit non
pericolose per lambiente. Ponti, opere infrastrutturali, reti viarie non ricadenti in Classe
duso III o in Classe duso IV, reti ferroviarie la cui interruzione non provochi situazioni di
emergenza. Dighe il cui collasso non provochi conseguenze rilevanti.
Classe III: Costruzioni il cui uso preveda affollamenti significativi. Industrie con attivit
pericolose
per lambiente. Reti viarie extraurbane non ricadenti in Classe duso IV. Ponti e reti
ferroviarie la cui interruzione provochi situazioni di emergenza. Dighe rilevanti per le
conseguenze di un loro eventuale collasso.
Classe IV: Costruzioni con funzioni pubbliche o strategiche importanti, anche con
riferimento alla gestione della protezione civile in caso di calamit. Industrie con attivit

particolarmente pericolose per lambiente. Reti viarie di tipo A o B, di cui al D.M. 5


novembre 2001, n. 6792, Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle
strade, e di tipo C quando appartenenti ad itinerari di collegamento tra capoluoghi di
provincia non altres serviti da strade di tipo A o B. Ponti e reti ferroviarie di importanza
critica per il mantenimento delle vie di comunicazione, particolarmente dopo un evento
sismico. Dighe connesse al funzionamento di acquedotti e a impianti di produzione di
energia elettrica.
AZIONI SULLE COSTRUZIONI
Definiamo i carichi, nominali e/o caratteristici, relativi a costruzioni per uso civile o
industriale.
- pesi propri dei materiali strutturali G1
- carichi permanenti non strutturali G2
- carichi variabili Q
- azione sismica E
- azione del vento P
- azione della neve qs
- azione della temperatura
- azione eccezionale A
Classificazione delle azioni secondo la variazione della loro intensit nel tempo:
a) permanenti (G): azioni che agiscono durante la vita nominale della costruzione la cui
variazione di intensit nel tempo cos piccola e lenta da poterle considerare con
sufficiente approssimazione costanti nel tempo: - peso proprio di tutti gli elementi
strutturali; peso proprio del terreno, quando pertinente; forze indotte dal terreno (esclusi
gli effetti di carichi variabili applicati al terreno); forze risultanti dalla pressione
dellacqua (quando si configurino costanti nel tempo) (G1); - peso proprio di tutti gli
elementi non strutturali (G2); - spostamenti e deformazioni imposti, previsti dal progetto
e realizzati allatto della costruzione; - pretensione e precompressione (P); - ritiro e
viscosit; - spostamenti differenziali;
b) variabili (Q ): azioni sulla struttura o sullelemento strutturale con valori istantanei che
possono risultare sensibilmente diversi fra loro nel tempo: - di lunga durata: agiscono
con unintensit significativa, anche non continuativamente, per un tempo non
trascurabile rispetto alla vita nominale della struttura; - di breve durata: azioni che
agiscono per un periodo di tempo breve rispetto alla vita nominale della struttura;
c) eccezionali (A ): azioni che si verificano solo eccezionalmente nel corso della vita
nominale della struttura; - incendi; - esplosioni;
-urti ed impatti;
d) sismiche (E): azioni derivanti dai terremoti.
VALORI
Individuata una azione variabile nel tempo Q(t), ed a un periodo di riferimento TR legato
alla vita utile di progetto dellopera in esame, sono calcolabili i seguenti valori di
riferimento dellazione:
Qk , valore caratteristico dellazione; il valore frattile della popolazione dei massimi
caratterizzato da una definita probabilit (95%) di non essere superato in TR.
1Qk , valore frequente dellazione ottenuto dal valore caratteristico (o nominale),
attraverso un fattore positivo 1 1. Esso scelto in modo da essere superato per una
frazione 1 significativa del tempo di riferimento (usualmente il 10%). Questo determina
la dipendenza di 1 dalla natura del carico, in quanto di breve o di lunga durata.
2Qk , valore quasi-permanente dellazione; ottenuto dal valore caratteristico (o
nominale), attraverso un fattore positivo 2 1, che riduce il valore caratteristico ad un
valore tale da essere superato per una frazione 2 =50% nel periodo di tempo di
riferimento
0Qk, valore raro (o di combinazione) dellazione: corrispondente ad un valore di
durata breve ma ancora significativo nei riguardi della possibile concomitanza con altre

azioni variabili. 0 1 determinato imponendo che il contemporaneo verificarsi di tutte


le azioni abbia la stessa

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