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Provo a scrivere in italiano, vorrete scusare neologismi ed errori grammaticali.

Rispondo raccontando le mie impressioni.


Un profondo sentimento di una carenza, di vuoto, si impadronito di me alla fine dell
incontro di gioved. Forse anche depressione.
Ma non solo per le cifre, il video, le cronache della violenza, purtroppo ben note e
sempre devastanti quando sono aggiornate e proiettate sullo schermo della indifferenza
di chi non sa o non vuole vedere.
un sentimento che deriv dalla percezione che la spiritualit, che la nostra reale
dimensione di esseri umani, con la sua carica trasformatrice, era poco presente nelle
relazioni che ho ascoltato. La dimensione spirituale di quello che era oggetto della
nostra attenzione, dove era? Senza la dimensione spirituale credo che non c benessere.
Mi chiedevo alla fine tornando a casa: si pronunciata almeno una volta la parola
anima, amore, riverenza, pace, piet, carit, compassione, redenzione? Non vorrei
essere mal interpretato: non faccio riferimento solo alla nostra tradizione religiosa, ma
anche alla spiritualit pura e semplice ed ai suoi valori universali e cosmici.
Mentre ascoltavo, mi chiedevo: ma le cause interne di tutto ci? Qui stiamo vedendo
una catena di effetti dolorosi e terribili, la cui lista si estende con il passare dei giorni e
non conosce frontiere. Ma le cause profonde di questo malessere dobbiamo
collettivamente cercarle nelle carenze dello spirito e dellanima, come implicitamente
ribadito dalla presenza di tanti professionisti psicologi e psicologhe impegnati sul
terreno della risposta. Ma appunto, solo tacitamente. Qualcosa manc, nonostante si
disse che gli interventi di fronte alla violenza erano purtroppo a posteriori e che
dovrebbero essere invece anche preventivi ed educativi.
A questo cercher di riferirmi; non parler qui di donne e di deboli in forma esplicita,
ma mi riferir a tutti noi come attori sul palco della vita.
Paolo di Tarso disse profticamente: Non faccio il bene che voglio ma il male che non
voglio. Egli percep intuitivamente nella sua illuminazione che noi, come esseri umani
disposti al bene per natura, carichiamo con forze antagoniste nellanima, con avversari
ostinati e a volte dominanti. Siamo dibattuti tra forze cieche e slanci dellanima che ci
elevano. Vediamoli un poco questi antagonisti alla luce della sapienza che si
sviluppata da quando Paolo afferm che siamo almeno duplici.
Questi avversari hanno varie facce e sono alimentati dalle nostre carenze dellanima,
quando per esempio passiamo con uno sguardo materialista sul mondo come l
obbiettivo di una macchina fotografica. molto comune considerare laspetto esterno,
la apparenza della persona che si avvicina a noi, come veste, agisce e parla. Ma, la
persona che ho davanti, si reduce a questo solo? Questa domanda, se ascoltata
internamente, d un poco di salutare vergogna. Chi questo sconosciuto? Non l per
causa propria ma per rivelare qualcosa di superiore, di Divino, sebbene magari non lo
sappia n lo manifesti apertamente.
Il sentimento di vuoto e di indifferenza di fronte alla Natura, ivi compresa la natura
umana, alimenta nellanima un primo antagonismo per poter operare bene. Ci crea la
illusione nel pensare, ci fa credere a ci che vediamo superficialmente.

Una altra fonte che pu alimentare il nostro antagonista legata al ritmo del giorno e
della notte.
Se la persona pigra, indolente, improduttiva, questa fonte si alimenta e si suscitano
sentimenti di paura e certa paralisi della volont, una resistenza profonda a ci che cerca
di essere attivo e diligente, che riflesso sullanima e crea una rialimentazione, una
catena. Ma lantagonismo si attenua se la persona diligente, laboriosa e feconda di
idee e creativit.
La allegria del cuore, la contentezza interna, la serenit dellanima aiutano potentemente
a sconfiggere un altro temibile antagonismo, quello che sorge impetuoso quando siamo
scontenti e amareggiati. Questo cruccio profondo dellanima porta insoddisfazione e
impossibilit di sentirse in armonia con gli altri. Lantagonismo si mostra nella sfera
sentimentale.
La riverenza davanti al fluire dellanno, la piet al cospetto dei processi naturali, ai cicli
ed ai ritmi, tutto ci aumenta la nostra disposizione al bene e al rispetto amoroso degli
altri. La meraviglia, il sentimento di riverenza e consonanza davanti ai fenomeni del
mondo. Possiamo per esempio contemplare una meravigliosa alba, dove il sole sembra
nascere dalloro della aurora e poi percorrere brillante il cielo; sorgono i pensieri su
come i raggi solari e il calore sostengono la vita. O possiamo contemplare quello che
sucede dopo il tramonto, quando poco a poco appare il cielo notturno e ci
abbandoniamo alla bellezza del firmamento stellato. Quando osserviamo la Natura con
questi sentimenti, arriveremo a una rappresentazione ed a uno stato di profonda
beatitudine. Questa magnificenza, questa immensit misteriosa comincia ad avere senso
quando si riflette nella nostra anima colpita da tanta bellezza.
un tema difficile solo al parlarne, distratti come siamo, e con tanti problemi da
risolvere, ma cos. Ma se attraversiamo lanno con lo spirito inerte e spento, con
impiet, ecco che un altro antagonista interno si rafforza, ispirandoci odio e contrariet
verso ogni esperienza spirituale, incitandoci a un materialismo aggressivo. Questo
antagonista crea enormi ostacoli per lo sviluppo della nostra individualit.
Nel nostro intorno sociale abbondano persone melanconiche e oscure che soffrono, che
mostrano un odio agresivo quando si annuncia una esperienza religiosa o spirituale,
persone che proiettano la loro impotenza su coloro che li circondano e li ritengono
responsabili della loro pesantezza ed inerzia. Non voglio continuare su questo
argomento che marcia diretto a tutte le patologie della violenza.
Ci deve abbattere questo racconto? No, al contrario, prendendo coscienza di questa
dinamica che possiamo proporci lintervento educativo allaltezza delle circostanze,
intervento che ritengo debba essere di amplia applicazione e senza limiti generazionali.
Perche no, anche nei Centri anti violenza possiamo sviluppare gruppi di studio e di
mutuo appoggio, meditazione, processi educativi e di crescita spirituale. Lo so che
suona strano, lo pongo solo alla attenzione.
I sentimenti di impotenza, depressione, alienazione, indifferenza, aggressivit devono
essere riconosciuti nella sua origine e valentemente combattuti. Sempre possibile
uscire a contemplare la Natura con gli occhi bene aperti e riverenti, sempre possibile
non cedere al mal umore, essere attivi nonostante sentimenti opposti di inerzia. Nella

educazione, non sto pensando solo ai processi curriculari, dobbiamo insegnare ai piccoli
a interessarsi positivamente della Natura, considerarla con riverenza, cosa che credo ga
si stia facendo: cos si sveglieranno nelle loro anime le disposizioni che aiuteranno nella
loro crescita. Se i piccoli ed i giovani non ricevono un insegnamento pervaso di
spiritualit, ma al contrario un insegnamento astratto, non troveranno poi un punto di
appoggio interno per dominare i loro umori mutevoli, i capricci e la inerzia della
volont. Vedremo allora lintelletto freddo, denso e privo di sentimenti elevati. Vedremo
il temperamento che perde il controllo delle emozioni e leccesso di appetiti
materialistici.
Chi sar alla fine pi forte, il drago o lagnello? Sar pi forte quello che alimenteremo.
F.G.
Portici, 22-11-2014

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