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FERRARA
PIACENZA
Nella provincia si registrano
infiltrazioni nellimprenditoria
di soggetti e imprese legati alla
ndrangheta
PIACENZA
RAVENNA
PARMA
PARMA
REGGIO
EMILIA
REGGIO EMILIA
BOLOGNA
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RAVENNA
RIMINI
I camorristi sono responsabili di
estorsioni nei confronti di commercianti
e imprenditori della zona. Domina il
clan Stolder (casalesi), mentre i Vrenna
di Crotone e i Pompeo di Isola Capo
Rizzuto sono le famiglie che controllano
in tutta la provincia il gioco dazzardo,
lusura, le estorsioni e il narcotraffico
FORL
CESENA
MODENA
BOLOGNA
FORL-CESENA
Sono presenti i calabresi Forastefano di Cassano
allo Jonio (Cosenza), e gruppi legati ai casalesi che
tentano infiltrazioni nella zona di Rimini, con progetti
di espansione verso Marche e Toscana
MODENA
Domina la ndrangheta,
con i cutresi, che riesce
ad accaparrarsi lavori edili.
Sono presenti pure affiliati
dei clan Grande Aracri, Nicosia,
Dragone e Arena. Linsediamento
di queste cosche calabresi risale
agli inizi degli anni 80
ed hanno interessi economici
nelledilizia, nella gestione
di locali notturni, nel traffico
di droga e nelle estorsioni
EMILIA
NOSTRA
FERRARA
RIMINI
COSA
NOSTRA
CAMORRA
NDRANGHETA
prenditori, ma che nasce anche da una cultura dellonest che non riesce ad accettare il contagio criminale. C chi non vuole vedere, per interesse o calcolo. Ma tanti non riescono ad aprire gli occhi, con casi clamorosi di prefetti che ignorano la realt e persino di magistrati che respingono nelle sentenze lipotesi di un radicamento mafioso in questa terra. Una miopia che regala ai boss lhabitat perfetto
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Attualit
RAFFELE CANTILE E FRANCESCO PICCOLO IN UFFICIO.
NELLE ALTRE DUE IMMAGINI: DUE LORO CANTIERI. A
SINISTRA: LARRESTO DI MICHELE ZAGARIA. IN BASSO:
MATTEO RICHETTI; GAETANO MACCAFERRI
IL PROCURATORE
CAPO : CAMORRA
A BOLOGNA,
COSA NOSTRA
E NDRANGHETA
A PARMA, REGGIO
E PIACENZA
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dire del primario di Imola che con la complicit di infermieri ha certificato il falso
facendo evitare la cella ad un boss catanese che doveva scontare lergastolo al carcere duro. E poi geometri e ragionieri, uno
di questi iscritto al Pd bolognese, al servizio delle cosche per occultare gli investi-
Lallarme prematuro
Foto: Oliverio - Imagoeconomica, G. Quilici - Imagoeconomica
ci non esistesse.
Dalle organizzazioni territoriali non
sono mai arrivati input tali da far
scattare lallarme, spiega il numero
uno degli industriali emiliano-romagnoli.
Se ci fosse stato qualcosa di eclatante
lo avremmo affrontato. Ma nessuna
segnalazione ci arrivata e non penso
che si possa parlare di qualcosa
che si incancrenita.
Per Maccaferri, dunque, il problema
non si pone. Tutto fila liscio
nelleconomia della regione e le mafie,
a parer suo, non creano alcun fastidio
agli industriali associati. Per le
inchieste della Direzione distrettuale
antimafia in varie province dimostrano
proprio il contrario, come mai?
Non penso ci siano problemi di questo
genere, o almeno a noi nessuno lo ha
segnalato. Quando ci saranno, se ci
saranno, li affronteremo. Per il momento
allordine del giorno dellorganismo
regionale non c alcun punto
su questo tema.
L. A.
ma dosandola con cura: attentati e intimidazioni si registrano quasi ogni giorno nei
cantieri o negli uffici delle imprese ma restano nelle cronache cittadine. Tanto che
il presidente di Confindustria Emilia Romagna, Gaetano Maccaferri (vedi box accanto) di mafia in questa regione non ha
mai sentito parlare. di altro avviso, invece, Matteo Richetti, presidente del parlamento regionale (box a sinistra), il quale sostiene che la politica non pu avere
latteggiamento di chi attende lesplosione di un fenomeno e alza la guardia per respingerlo solo con i comunicati stampa.
Serve la capacit di contrastarlo.
quasi paradossale notare come la denuncia pi importante sia venuta da due
imprenditori campani trapiantati nel Modenese: hanno fatto arrestare il nucleo locale dei casalesi, incluso il padre del grande capo Zagaria. Peccato che gli emiliani
sembrino non aver gradito. Quella di Raffaele Cantile e Francesco Piccolo una
delle tante storie di collusione e contraddizioni che lEspresso ha trovato lungo
la via Emilia. Partendo da Nonantola, il
centro a dieci chilometri da Modena dove
vive una comunit che si trasferita da
Casapesenna: un paesino casertano che si
imposto nellatlante mafioso come feudo di Michele Zagaria, il superlatitante
catturato lo scorso 7 dicembre. I suoi uomini a Nonantola imponevano il pizzo e
prendevano il controllo delle aziende. Ma
solo i due costruttori campani hanno
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Attualit
PI DIFFICILE
INDAGARE
IN EMILIA CHE
A PALERMO.
COMPLICATO
DISTINGUERE
BUONI E CATTIVI
PERCH QUI SI
INTRECCIANO
ROBERTO ALFONSO.
SOPRA, DA SINISTRA:
UN HOTEL, UNA VILLA
E UN BAR SEQUESTRATI
DALLA MAGISTRATURA
AI CLAN
tutte le province. E nuove inchieste toccano anche la politica. Fonti qualificate confermano a lEspresso che in campo
lipotesi investigativa che segnala una significativa e importante presenza di Cosa
nostra in primarie attivit economiche
della regione. Indagini che potrebbero
riservare sorprese clamorose. Da mesi gli
inquirenti sono anche impegnati ad accertare la natura dei rapporti fra Calisto Tanzi, lex patron di Parmalat, limprenditore campano Catone Castrese, arrestato
dai pm di Salermo a giugno per bancarotta, e alcuni soggetti legati alla camorra: il
sospetto che stessero organizzando un
grande riciclaggio.
Da quando il procuratore Alfonso ha
iniziato a dare impulso alle attivit antimafia sul territorio, adottando una strategia che privilegia laggressione ai patrimoni illeciti, molti risultati stanno arrivando.
Seppur tra mille difficolt. Perch sono
tantissime - ed anche fisiologico che lo
sia - le domande di sequestro di beni bocciate dai giudici. Vengono respinte pure
molte richieste di arresto per persone accusate di aver aiutato la mafia. Nella maggioranza dei casi il ricorso alla Cassazione ha poi dato ragione alla procura. I tribunali locali spesso sono apparsi quasi
immaturi nel valutare le prove raccolte
dalle forze dellordine. Se in Sicilia, Calabria o Campania un primario falsifica un
certificato per tirar fuori dal carcere boss,
il medico finisce sotto processo anche con