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Come ogni produttore, anche lo stato che decida di esserlo ha bisogno non solo di beni
intermedi e lavoro, ma anche di beni strumentali che, nel linguaggio di queste Lezioni, sono chiamati
macchine. Allora una parte della spesa pubblica sar identificabile come investimento.
sul reddito personale (indicata in Italia con lacronimo IRPEF, che viene da Imposta sul
Reddito delle Persone Fisiche). Il meccanismo dellIVA tale chessa finisce per
gravare indirettamente su una quota soltanto del reddito: la quota destinata al consumo.
Limposta personale non fa invece eccezioni, colpendo anche il reddito destinato al
risparmio. Per lanalisi approfondita di entrambe le imposte (come di altre meno
importanti) lo studente interessato rinviato ai corsi di Economia Pubblica e Scienza
delle Finanze.
Limposta sul reddito personale normalmente progressiva, nel senso che il
reddito suddiviso in scaglioni (fette) su ognuno dei quali grava unaliquota diversa:
tanto maggiore quanto pi alto lo scaglione. Il Quadro VI.1 mostra gli scaglioni e le
corrispondenti aliquote in vigore in Italia nel 2013.
Scaglioni di
reddito (in euro)
aliquote fiscali
115.000
15.001 28.000
28.00155.000
55.00175.000
23%
27%
38%
41%
75.001
43%
Quadro VI.1
In astratto, limposta personale pu anche essere proporzionale (anzich
progressiva) cio una stessa aliquota pu gravare sullintero reddito. Le ragioni sociali
per preferire la progressivit sono evidenti: limposta progressiva colpisce
(comparativamente) di meno i redditi pi bassi.
Per completare il modello IS-LM aggiungendo lo stato agli agenti gi modellati
(imprese e famiglie) assumeremo lipotesi che limposta personale sia lunica forma di
prelievo possibile. Assumeremo, altres, lipotesi di proporzionalit, ovvero di unicit
dellaliquota fiscale. Tale ipotesi irrealistica unicamente motivata dalla
semplificazione che produce dellanalisi che dovremo svolgere. La sua rimozione non
cambierebbe la qualit delle conclusioni. Complicherebbe solo il percorso per
raggiungerle.
Esercizi
1.
Con riferimento al Quadro VI.1, calcolare lIRPEF che devono pagare, per lanno dimposta 2013,
cinque italiani dei quali il primo percepisce un reddito di 15.000 euro, il secondo di 28.000, il terzo
di 55.000, il quarto di 75.000, il quinto di 200.000 mila.
2.
Per ciascuno degli italiani di cui allesercizio precedente, calcolare laliquota media (mediamente
gravante su ogni euro di reddito) dividendo limposta da pagare per il reddito percepito.
I
Y = I +C
C = c Y
S =Y C
Quadro VI.2
Richiede altres di modificare le tre equazioni preesistenti onde:
ridefinire il consumo come funzione lineare del reddito disponibile (anzich
del reddito tout court);
ridefinire il risparmio come differenza fra il reddito disponibile (anzich il
reddito) e il consumo;
includere la spesa pubblica nella definizione della domanda finale (in
aggiunta allinvestimento delle imprese e al consumo delle famiglie).
La somma dellinvestimento e della spesa pubblica chiamata domanda
autonoma perch trattasi della parte della domanda finale che non dipende dal reddito
disponibile. Da questultimo invece indotta (dipende) la parte residua costituita dal
consumo delle famiglie. Si osservi che il reddito disponibile quello che resta nelle
mani delle famiglie dopo il pagamento delle imposte.
Y = I +G +C
T = t Y
Yd = Y T
S = Yd C
C = c Yd
Quadro VI.3
Le accennate modifiche fanno prendere al modello la nuova forma rappresentata
nel Quadro VI.3. Vi compaiono cinque equazioni di cui sono protagoniste altrettante
variabili endogene che sono: Y, T, Yd , C ed S.
Sostituendo:
lequazione del gettito in quella del reddito disponibile,
lequazione del reddito disponibile, cos ottenuta, in quella del consumo,
lequazione del consumo, cos ottenuta, in quella del reddito,
questultima prende la forma:
Y = I + G + c (1 t ) Y ,
da cui laltra:
(VI.1)
Y=
1
(I + G) ,
1 c (1 t )
Y=
1
1
I +
G
1 c (1 t )
1 c (1 t )
per enfatizzare che linvestimento e la spesa pubblica generano reddito con lo stesso
moltiplicatore.
Si osservi che questultimo pi piccolo del moltiplicatore 1 (1 c ) con cui
linvestimento produce reddito in assenza dello stato. Ci in quanto il suo denominatore
pi grande. Infatti, il numero c (1 t ) pi piccolo del numero c essendo 1 t < 1 . Si
osservi, altres, che il nuovo moltiplicatore tanto pi grande quanto maggiore la
propensione al consumo e tanto pi piccolo quanto maggiore laliquota fiscale.
Sostituendo la nuova equazione del reddito (VI.1) in quella del gettito, si ottiene:
(VI.3)
T=
1 c (1 t )
( I + G) .
E sostituendo le nuove equazioni (VI.1) del reddito e (VI.2) del gettito fiscale in quella
del reddito disponibile, si ottiene:
(VI.4)
Yd =
1 t
( I + G) .
1 c (1 t )
Infine, sostituendo la nuova equazione del reddito disponibile (VI.4) in quella del
consumo, si ottiene:
C=
(VI.5)
c (1 t )
1 c (1 t )
( I + G) .
Dalle (VI.3), (VI.4) e (VI.5) si evince che anche il gettito, il reddito disponibile e
il consumo sono generati dalla domanda autonoma moltiplicata, di volta in volta, per un
diverso moltiplicatore. Il moltiplicatore per antonomasia, cui la letteratura economica
riserva tale appellativo in esclusiva, tuttavia solo quello che compare nellequazione
(VI.1), ovvero con cui la spesa autonoma genera il reddito.
Tornando al Quadro VI.3, si sostituisca ora lequazione del reddito in quella del
reddito disponibile e questultima in quella del risparmio. In tal modo, si ottiene:
S = I + G T .
(VI.6)
Da Y = Da + C
Da Da
c (1 t ) Da
T = t Y
t Da
c (1 t ) t Da
Yd = Y T
(1 t ) Da
c (1 t ) (1 t ) Da
C = c Yd
c (1 t ) Da
c (1 t ) c (1 t ) Da
S = Yd C
(1 c ) (1 t ) Da
c (1 t ) (1 c ) (1 t ) Da
c (1 t ) Da c (1 t ) ( t Da ) c (1 t ) (1 t ) Da c (1 t ) c (1 t ) Da c (1 t ) (1 c ) (1 t ) Da
Da
1- c (1- t )
totale
Da
1- c (1- t )
(1- t ) Da
1- c (1- t )
c (1- t ) Da
1- c (1- t )
t
1
Da
1 c (1 t )
Quadro VI.4
Nella colonna intestata al reddito facile riconoscere una serie geometrica la cui
ragione vale c (1 t ) < 1 mentre il termine iniziale (primo addendo) uguale alla
2
uscite dello stato) chiamato risparmio pubblico. La nuova forma stabilisce che il risparmio totale, cio la
somma del risparmio privato e del risparmio pubblico, non pu essere diverso dallinvestimento delle
imprese. Normalmente T G 0 , cio il risparmio pubblico negativo o al pi nullo, cosicch il
risparmio totale inferiore a quello privato.
domanda autonoma. Pertanto, la somma della serie (al piede della colonna) il prodotto
del primo termine per il complemento allunit della ragione, e quindi proprio il
reddito identificato dallequazione (VI.1).
A ben vedere, anche le successive tre colonne ospitano serie geometriche di
ragione c (1 t ) , cosicch il gettito, il reddito disponibile e il consumo possono essere
ottenuti moltiplicando tale ragione per il corrispondente termine iniziale. Cos facendo,
si ottengono proprio le forme (VI.3)-(VI.5).
Lultima colonna, intestata al risparmio, contiene anchessa una serie geometrica
di ragione c (1 t ) . Moltiplicando il reciproco del complemento allunit di
questultima per il termine iniziale, si ottiene la seguente somma della serie:
(1 c ) (1 t )
Da
1 c (1 t )
(1 t ) c (1 t )
=
Da
1 c (1 t )
S=
1 t c + c t
Da
1 c (1 t )
1 c (1 t )
t
=
Da
1 c (1 t ) 1 c (1 t )
t Da
.
= Da
1 c (1 t )
I +G
T
Nel secondo termine della differenza che segue lultimo segno di uguaglianza
riconoscibile lespressione (VI.3) del gettito fiscale, mentre il primo la somma
dellinvestimento e della spesa pubblica. Perci il processo moltiplicativo, rappresentato
nel Quadro VI.4, offre una spiegazione economica anche allequazione (VI.6) del
risparmio.
fasi
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
...
Da
Y = D a +C
400,00
400,00
240,00
144,00
86,40
51,84
31,10
18,66
11,20
6,72
4,03
...
totale parziale dopo 10 fasi
993,95
1.000,00
totale generale
T = t Y Y
100,00
60,00
36,00
21,60
12,96
7,78
4,67
2,80
1,68
1,01
...
248,49
250,00
Quadro VI.5
= Y - T C = c Y d S = Y d - C
300,00
240,00
60,00
180,00
144,00
36,00
108,00
86,40
21,60
64,80
51,84
12,96
38,88
31,10
7,78
23,33
18,66
4,67
14,00
11,20
2,80
8,40
6,72
1,68
5,04
4,03
1,01
3,02
2,42
0,60
...
...
...
745,47
596,37
149,09
750,00
600,00
150,00
Ricostruire il Quadro VI.5 mantenendo ferma la domanda finale ma assumendo che la propensione
al consumo e laliquota fiscale valgano entrambe 0,5.
4.
t ( I + G)
1 c (1 t )
=G,
da cui:
t I + t G = G c G + c t G ,
e quindi:
t I + (1 c ) G = (1 c ) G ,
da cui, infine:
(VI.7)
t=
(1 c ) G .
I + (1 c ) G
Y=
Sviluppandola, si ottiene:
I +G
(1 c ) G
1 c 1
I + (1 c ) G
Y=
I +G
cI
1
I + (1 c ) G
I +G
I + (1 c ) G c I
I + (1 c ) G
( I + G ) [ ]
(1 c ) ( I + G )
I + (1 c ) G
=
=
1 c
e quindi infine:
Y=
(VI.8)
1
I +G.
1 c
t=
Y=
1
1
100 +
300
1 0,8 (1 0,375 )
1 0,8 (1 0,375 )
1
1
100 +
300
1 0,5
1 0,5
= 2 100 + 2 300
=
= 800 .
Allo stesso risultato si perviene sostituendoli nellequazione (VI.8). Infatti:
1
100 + 300
1 0,8
= 5 100 + 300
Y=
= 800 .
Il Teorema di Haavelmo ha una conseguenza economica di grande importanza.
Infatti, la reinterpretazione (VI.8) della (VI.2) consente di concludere che lavvento di
uno stato col bilancio in pareggio fa aumentare il reddito nazionale in misura uguale alla
spesa pubblica. Tale conclusione vale a prescindere dalla dimensione della spesa stessa.
Perci una spesa pubblica maggiore, finanziata da un gettito fiscale ugualmente
maggiore, espande il reddito nazionale e quindi la produzione finale che, come si
ricorder dalla Lezione 2, inevitabilmente uguale ad esso. Dalla medesima lezione si
ricorderanno, altres, le ragioni per cui, dalla produzione finale, leffetto espansivo si
trasmette alla produzione intermedia (direttamente o indirettamente necessaria per
realizzare quella finale) e perci alloccupazione che deve sostenerle entrambe. Per
tali ragioni, il Teorema di Haavelmo stato interpretato come sostenitore della
presenza dello stato.
E molto importante notare che le implicazioni del Teorema di Haavelmo,
sintetizzabili con lo slogan pi stato pi reddito, vale solo a parit di investimento,
ovvero se le imprese non modificano la dimensione di questultimo nel momento stesso
in cui la spesa pubblica fa la sua comparsa. Vedremo tra breve che cos non pu essere
perch il reddito generato dalla spesa pubblica produce effetti sul tasso di interesse dal
quale linvestimento dipende.
Esercizi
5.
Calcolare laliquota di equilibrio e il reddito nazionale (generato dal moltiplicatore) in ciascuno dei
casi contemplati nelle prime tre colonne della tabella acclusa e indicare i risultati nelle ultime due.
I
100,00
200,00
100,00
500,00
G
200,00
100,00
500,00
100,00
c
0,50
0,50
0,80
0,80
t
0,50
0,20
0,50
0,04
Y
400,00
500,00
499,87
600,00
I (r)
+G ,
1 c
che definisce la nuova curva IS in presenza dello stato (sotto il vincolo che il bilancio di
questultimo sia in pareggio). Dalla Lezione 5 si ricorder che, in assenza dello stato,
lequazione della curva IS invece la seguente:
I (r)
(VI.10)
Y=
.
1 c
Confrontando la (VI.9) con la (VI.10) si evince che (in modalit marshalliana) la nuova
curva IS risulta da una traslazione verso est della precedente, e che lampiezza della
traslazione stessa costante ed uguale alla spesa pubblica. In altre parole, ad ogni tasso
dinteresse in ordinata, la nuova IS fa corrispondere in ascissa un reddito di G euro pi
grande. Tutto ci rappresentato nel Quadro VI.6.
Y=
(VI.9)
r
Y=
I (r )
1 c
G
Y=
I (r )
1 c
+G
Quadro VI.6
E importante rendersi conto che la traslazione parallela della IS segue un
corollario del Teorema di Havelmo.
Wd =
patrimonio
disponibile
S + M t f + M s Ltf + n
P ,
titoli
moneta
per la frequenza degli speculatori pessimisti, cio per lincidenza percentuale di costoro
sul numero totale degli investitori (speculatori e cassettisti). Il prodotto decrescente
rispetto al tasso dinteresse perch tali sono entrambi i fattori. A tal proposito, non si
LM invariata
r
Y=
I (r)
1 c
Q
P
G
Y<G
Y=
I ( r)
+G
1 c
Y
Quadro VI.7
La spiegazione economica che il reddito nazionale generato dalla spesa
pubblica (in base al moltiplicatore di Haavelmo uguale allunit) aumenta la domanda
transattiva di moneta e riduce quindi lofferta speculativa. Allora il tasso dinteresse
deve aumentare per ricondurre la domanda alla minore offerta. Ma laumento del tasso
dinteresse contrae linvestimento delle imprese e perci anche il reddito da esso
generato [in base al moltiplicatore di Haavelmo 1 (1 c ) ].
VI.2. Le politiche fiscali
Si riconsideri il punto Q del Quadro VI.7, riprodotto nel Quadro VI.8, cui
corrispondono i valori di equilibrio del reddito Y* e del tasso dinteresse r*.
Supponiamo che la produzione totale corrispondente a Y* (somma di una produzione
finale identica e di una produzione intermedia) sia insufficiente a garantire la piena
occupazione. Poich la teoria del moltiplicatore spiega che ogni reddito figlio
dellinvestimento che lo genera, stiamo assumendo che un clima di sfiducia induca le
imprese ad investire troppo poco. Allora lo stato pu surrogare la carenza di
investimenti con un aumento della spesa pubblica finalizzato a contrastare cadute di
r
IS
r*
Y=
LM
Y*
I (r )
1 c
+G
Quadro VI.8
Laumento della spesa a fini congiunturali, cio per invertire una congiuntura
economica negativa, pu essere realizzato sotto la condizione che il bilancio resti in
pareggio, oppure no. Esamineremo separatamente i due casi.
t=
(1 c ) ( G + G ) ,
I + (1 c ) ( G + G )
produce una traslazione verso est della curva IS la cui ampiezza proprio uguale a G .
Ferma restando la curva LM, produce perci la migrazione dellequilibrio dal punto Q al
punto R situato a nord-est. Il reddito aumenta meno di G perch frenato dal
simultaneo aumento del tasso dinteresse.
r
Y=
I (r )
1 c
LM invariata
+G
R
r
Q
G
Y < G
Y=
I (r )
1 c
+ G + G
Quadro VI.9
Esercizi
6.
Un aumento della spesa pubblica di 100 euro finanziato adeguando l'aliquota fiscale, pu produrre
un aumento del reddito di 110 euro? Pu produrne uno di 100 euro? Pu produrne uno di 90 euro?.
Una seconda conseguenza dellirredimibilit che, per abbattere il debito, lo stato non pu
attendere la scadenza dei titoli che lo formano. Lunico modo di rimborsare questi ultimi pagandone il
valore nominale ai loro portatori.
Y=
(VI.13)
I (r) + G
1 c (1 t )
(VI.14)
I (r) + G
1 c (1 t )
1 c (1 t )
Y=
I +G
1 c (1 t )
G
1 c (1 t )
Y=
I +G
G
+
1 c (1 t ) 1 c (1 t )
Quadro VI.10
Dal confronto emerge che la nuova curva IS risulta da una traslazione
orizzontale della precedente, di ampiezza costante ed uguale al prodotto dellaumento di
spesa per il moltiplicatore. Poich questultimo superiore allunit, la traslazione
supera laumento di spesa ed quindi pi ampia di quella rappresentata nel Quadro
VI.9.
Esercizi
7.
In presenza di unidentica propensione al consumo delle famiglie, due stati applicano la stessa
aliquota di equilibrio t = 0, 25 (25% in termini percentuali). Successivamente, entrambi
aumentano la spesa pubblica di 100 euro. Uno dei due adegua laliquota al nuovo valore di
equilibrio, mentre laltro la mantiene invariata (a 0,25). Di quanto trasla la curva IS delluno e di
quanto quello dellaltro?
I (r)
1 c
+ G + G .
Veniamo ora agli effetti di un aumento in deficit della spesa sulla curva LM.
Fino a questo momento, la LM stata la curva che, per ogni dato reddito (cui
corrisponde una domanda transattiva di moneta e perci unofferta speculativa) indica il
tasso dinteresse in grado di garantire lequilibrio del mercato della moneta speculativa,
e perci anche dei titoli in forza della Legge di Walras. Pi esattamente, il tasso
dinteresse indicato dalla curva LM quello che genera una domanda speculativa di
moneta uguale allofferta corrispondente al reddito dato.
Nel nuovo contesto, lo stato partecipa al mercato dei titoli. Infatti, contribuisce
allofferta insieme con le imprese nonostante che la sua motivazione sia di finanziare
laumento in deficit della spesa, mentre la motivazione delle imprese di finanziare
linvestimento e ladeguamento della moneta transattiva. Preliminarmente, dobbiamo
allora verificare se vale ancora la Legge di Walras, cio se resta vera lequivalenza fra
lequilibrio del mercato dei titoli (cui ora partecipa lo stato) e lequilibrio del mercato
della moneta speculativa.
Nel caso la verifica abbia esito positivo, procederemo analizzando gli eventuali
effetti dellaumento in deficit della spesa sul grafico della domanda speculativa di
moneta, dai quali soltanto potrebbero derivare effetti sulla curva LM.
III.2.2.3.1. La tenuta della Legge di Walras
Poich anche lo stato (non solo le imprese) deve emettere titoli in misura pari al
deficit G T da finanziare, lofferta complessiva di titoli (domanda di credito) prende
la forma al primo membro della seguente condizione di equilibrio:
moneta posseduta
moneta desidrata
S
i
i
f
f
I + Lt M t + G T = I + G T + M t + M s ( Lt + Ls ) ,
delle imprese
(VI.15)
dello stato
offerta di titoli
domanda di titoli
La domanda di titoli, esercitata dalle sole famiglie, non pu che restare la differenza fra
la moneta da esse posseduta e quella desiderata. Tuttavia il risparmio, che concorre alla
moneta posseduta, prende ora la forma (VI.6). E una fortuna perch, in tal modo,
I + G T compare non solo al primo ma anche al secondo membro. Diventa cos
possibile eliderlo da entrambi gli addendi e ricondurre la condizione di equilibrio
(VI.15) alle note forme:
(VI.16)
Lt + Ls = M ,
oppure:
(VI.17)
Ls = M s ,
dove:
(VI.18)
Lt = Ltf + Lit ,
mentre:
(VI.19)
M = M ti + M t f + M
e:
(VI.20)
M s = M Lt .
Possiamo concludere che laumento in deficit della spesa non altera le due
formulazioni equivalenti (VI.16) e (VI.17) della Legge di Walras.
III.2.2.3.2. Come e perch la LM deve cambiare
L s dopo l'aumento
L s prima dell'aumento
in deficit della spesa
M s = M Y
Y > Y
M s = M Y
Quadro VI.11
Allo scopo, si torni allequazione (VI.6) la quale spiega che il deficit
G T = G si traduce in un identico aumento del risparmio e perci del patrimonio
disponibile di cui il risparmio fa parte. Per ogni tasso dinteresse, aumenter allora la
quota di tale patrimonio destinata alla moneta speculativa (ferma restando la frequenza
degli speculatori pessimisti che non ha ragione di cambiare).
Tutto ci spiega perch il nuovo grafico di Ls risulta dalla traslazione verso
nord del precedente. Resta da spiegare perch la traslazione non parallela bens
sbilenca, ovvero perch gli aumenti di Ls siano minori in corrispondenza di tassi
dinteresse maggiori. La spiegazione molto semplice: quando il tasso dinteresse
maggiore, la frequenza degli speculatori pessimisti minore e perci minore sar anche
la quota del maggior patrimonio G T = G investita in moneta speculativa. Il caso
limite si ha per r = 1 , quando non ci sono speculatori pessimisti e perci il maggior
patrimonio interamente investito in titoli.
La traslazione sbilenca (di ampiezza via via minore) del grafico di Ls porta con
s quella (di ampiezza via via maggiore) della curva LM. Lo prova il medesimo Quadro
VI.12 dove al reddito Y > Y il nuovo grafico di Ls fa corrispondere un incremento del
tasso dinteresse r > r . La traslazione sbilenca della curva LM mostrata nel
Quadro VI.12.
LM prima
dell'aumento in deficit
della spesa
LM dopo l'aumento
Y'
Y"
Quadro VI.12
Per concludere, occorre unavvertenza importante. Il maggior risparmio
T G = G , indotto dal deficit, piccolo rispetto al patrimonio disponibile cui va ad
aggiungersi. Allora piccola sar anche la parte di esso che va ad aumentare la domanda
speculativa di moneta. Perci la traslazione del grafico di Ls non sar cos importante
come rappresentato, per ragioni di visibilit, nel Quadro VI.11. Al contrario, sar
trascurabile, cio tale da lasciare la curva LM approssimativamente invariata.
Nel seguito ignoreremo la traslazione rappresentata con enfasi nel Quadro
VI.12, assumendo che laumento in deficit della spesa, come gi laumento in pareggio,
non alteri la curva LM. Lanalisi svolta stata comunque utile perch ci ha reso
consapevoli che linvarianza della curva LM una (accettabile) approssimazione.
R'
r
Q
G
1 c (1 t )
G
Y <
1 c (1 t )
Quadro VI.13
Esercizi
8.
Di quale ampiezza la traslazione verso est della curva IS generata da un aumento in deficit della
spesa pubblica di 100 euro nell'ipotesi che la propensione al consumo valga 2 3 e l'aliquota fiscale
1 4 ? Pu l'aumento del reddito generato da tale aumento della spesa superare i 200 euro?
I + Lit M ti = S + M t f + M s Ltf Ls .
domanda
offerta
Nella (VI.21) non v traccia dei titoli emessi dal governo (al primo membro) n del
maggior risparmio delle famiglie indotto dalla spesa in
deficit (al secondo membro). Perci stiamo ipotizzando che
il governo abbia i conti in ordine, ovvero il bilancio dello
stato sia mantenuto pareggio.
Per aumentare lofferta di moneta, cio pompare
nel sistema economico moneta di nuovo conio nella misura
di M euro, lautorit monetaria pu domandare
(acquistare) titoli dello stato, o anche delle imprese, per lo
stesso importo. Le OMO altro non sono che acquisti di tal genere.
Le OMO si risolvono nella comparsa di M quale ulteriore addendo al secondo
membro della condizione di equilibrio (VI.21) che diventa pertanto:
(VI.22)
delle famiglie
stato
dello
f
f
I + L M = S + M t + M s Lt Ls + M .
i
t
i
t
offerta di titoli
domanda di titoli
Lt + Ls = M + M ,
Ls =
M+
M Lt ,
nuova offerta
speculativa
equilibrio il mercato della moneta speculativa (e quindi dei titoli) dopo unOMO da
M euro, ovvero per convincere gli speculatori ad accettare in portafoglio moneta per
gli ulteriori M euro pompati dalloperazione (dopo che gi ne stavano accettando per
M Y ' euro). Si osservi che r rappresenta lampiezza della traslazione verso sud
che lOMO imprime alla curva LM in corrispondenza del reddito Y in ascissa.
Ls = Ls ( r )
M s = ( M + M ) Y
M s = M Y
Y > Y
M s = ( M + M ) Y
M s = M Y
Quadro VI.14
Il medesimo quadro mostra la diminuzione r che il tasso dinteresse deve
subire quando la stessa OMO (da M euro) realizzata in presenza di un reddito
Y > Y .
r
LM prima dell'OMO
LM dopo l'OMO
r > r
Y'
Y"
Quadro VI.15
Si noter che r > r . Pertanto, la traslazione verso sud che lOMO imprime
alla curva LM sbilenca, come nel Quadro VI.15, perch pi ampia in corrispondenza
del reddito maggiore. Il fenomeno si spiega con la convessit della curva
prezzo-rendimento del titolo irredimibile studiata nella Lezione 2 della Parte II: quando
il tasso dinteresse pi alto, laumento del prezzo, e perci del patrimonio disponibile
che deve accogliere M , deve essere generato da riduzioni del tasso dinteresse pi
grandi7.
LM dopo l'OMO
r < 0
Y > 0
Quadro VI.16
VI.4. Politiche espansive versus restrittive
Abbiamo fin qui analizzato politiche, fiscali e monetarie, di tipo espansivo,
ovvero tese ad espandere il reddito e perci loccupazione. Si detto che tali politiche,
dette Keynesiane per le ragioni spiegate nella Lezione 1 e sopra ripetute, sono
finalizzate ad evitare la caduta del reddito quando le imprese non investono abbastanza.
Le stesse politiche, se cambiate di segno, possono essere usate in fasi cicliche
opposte, quando a rischio lo sforamento generalizzato della capacit normale delle
imprese e/o la domanda di lavoro delle stesse imprese rischia di sforare il limite del
pieno impiego. Nella Lezione 1 si spiegato che, in tali condizioni, i prezzi cominciano
ad aumentare, cio prende le ali linflazione definita come laumento generalizzato dei
prezzi e dei salari. Ne soffre, soprattutto, la competitivit internazionale delle merci
prodotte dal paese, anche se in queste Lezioni introduttive, non v lo spazio per
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In realt, il fenomeno si spiega anche con la distribuzione non uniforme dei tassi normali degli
speculatori nellintervallo da zero allunit.