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Diabete, Ipertrigliceridemia, Ipercolesterolemia...

una sola parola:


Un approfondimento dallequipe del centro medico
Potremmo definire la Sindrome metabolica come
lassociazione di una serie di alterazioni nel metabolismo,
ciascuna delle quali ad alto rischio cardiovascolare. La
diagnosi viene effettuata dal medico ed dovuta a fattori
genetici a cui si sommano: linattivit fisica, il sovrappeso o
lobesit, una dieta ad alto contenuto di carboidrati raffinati.
Individui che non cambiano il proprio stile di vita hanno
altissimi rischi di infarto, ictus, diabete e ad
oggi lapproccio di tipo integrato: farmaci
che il medico fornisce per gestire le diverse
patologie unite ad uno stile di vita sano con un
alimentazione equilibrata.
Mi piacerebbe parlarvi di un difficile caso
che ho affrontato e la cui soluzione non si
certo rilevata semplice: maschio di quasi 60
anni, alto un metro e sessanta cm e con un
peso di oltre 95 kg, quindi moderatamente
obeso, con diagnosi medica di: diabete, ipertrigliceridemia,
ipercolesterolemia e colesterolo HDL di 35 mg/dl; in poche
parole grave Sindrome metabolica, non pi sotto controllo
con farmaci. L anamnesi nutrizionale rivel che il soggetto
aveva un alimentazione irregolare: faceva quasi sempre

di Lavinio

Sindrome metabolica

quattro pasti al giorno, una colazione insufficiente, una


merenda che tendeva a privilegiare succhi di frutta,
mentre la cena era caratterizzata da un eccesso di pane
bianco; lattivit fisica era assente. La situazione si rivel
preoccupante ed insieme decidemmo di fare un piano
alimentare non drastico che potesse essere ben tollerato,
che previde inizialmente 1950 Kcal con una ripartizione

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assistemmo alla perdita di ben 13 Kg, con il passaggio da
obesit moderata a lieve; un risultato straordinario che port
il soggetto a non avere pi lipercolesterolemia.
La sfida successiva fu cercare di far perdere ulteriore peso,
modificammo quindi il piano nutrizionale a circa 1800
Kcal con ripartizione 57% carboidrati, 18% proteine e
25% Lipidi; introducemmo altra fibra per mezzo di: un
ulteriore giorno in cui mangiare legumi, riso
e pasta di tipo integrale. Nel corso dei tre
mesi successivi osservammo un ulteriore
riduzione di peso che raggiunse i 77 Kg;
adesso il soggetto era in sovrappeso e i livelli
di trigliceridi rientrarono ai livelli fisiologici.
A questo punto decidemmo di spingerci dove
non avremmo mai potuto immaginare fino ad
otto mesi prima, il raggiungimento del peso
reale di 73 Kg (determinato per mezzo di
impedenziometria); il soggetto ormai convinto dei propri
mezzi con passione si dedic allo scopo; modificammo di
nuovo il piano nutrizionale a circa 1700 Kcal con ripartizione
56% carboidrati, 17% proteine e 27% lipidi; introducemmo
ulteriori alimenti a base di fibra quali farro e orzo, e raggiunse
lobbiettivo in circa tre mesi. Da quel momento in poi ci
occupammo di reintrodurre quegli alimenti che erano stati
esclusi allinizio perch influenzavano fortemente i livelli di
colesterolo e trigliceridi, mentre per il diabete alcuni rimasero
esclusi e ad oggi prende ancora i farmaci per tale patologia,
sebbene in dosi minori rispetto allinizio del nostro percorso.
Dopo una cavalcata entusiasmante di circa una anno e mezzo,
compiuta insieme, oggi libero dalla sindrome metabolica ed
ha un aspettativa di vita sicuramente pi lunga rispetto a solo
un anno e mezzo fa; ci dimostra come lunione di intenti
paziente-professionista possa fare la differenza nella gestione
di situazioni estremamente complesse, restituendo un ottima
qualit di vita.
Dr. Carlo Valeriani

...Quasi 60 anni, alto un metro e sessanta


cm, con un peso di oltre 95 kg. Diagnosi
medica di Sindrome Metabolica non pi
sotto controllo con farmaci...
di: 56% carboidrati, 18% proteine e 26 % Lipidi, con lo
scopo di calmierare leccessivo consumo di carboidrati
raffinati, ma non determinare una sensazione di fame che
potesse spezzare il timido fuoco della consapevolezza del
soggetto. Eliminai transitoriamente una serie di alimenti
che avevano effetti negativi sulla glicemia,
sui trigliceridi e sul colesterolo (es: alcuni
formaggi stagionati, uva, fichi, pane
semplice) e venne consigliata anche un
attivit fisica di tipo aerobico.
Il paziente si dimostr consapevole e
collaborativo e si presentava al controllo ad
intervalli regolari di tre settimane nei primi
tre mesi e poi di quattro successivamente,
per valutare la perdita di peso; nei primi
5 mesi, con la semplice variazione nella
ripartizione dei macronutrienti, affinch il
metabolismo del soggetto non si abituasse,
e con laggiunta di maggiori quantit
di fibra attraverso legumi e verdura,

(ripr. riservata - http://elle-di.it)

Biologo Nutrizionista
regolarmente iscritto allalbo

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