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I polimeri
Lo studio e le ricerche sui materiali di origine naturale portano a comprendere il rapporto tra la loro struttura particellare e le propriet chimico-fisiche; su questa base
possibile progettare e realizzare (in laboratorio prima e a livello industriale poi) materiali nuovi.
Per esempio, gli scienziati hanno scoperto che le propriet della gomma naturale
che si ricava dal lattice di alcune piante derivano da una struttura chimica macromolecolare costituita da lunghe catene alchiliche (figura 1).
In generale si chiamano polimeri le macromolecole formate da un elevato numero
di molecole pi semplici legate tra loro, chiamate monomeri.
Le macromolecole che formano la gomma naturale sono chimicamente uguali ma
di diversa lunghezza, dato che sono costituite da un numero diverso di monomeri, in
media circa 15 000. La formula che segue rappresenta in forma condensata la struttura di una macromolecola della gomma in cui evidenziato il monomero:
H
C
H 2C
CH3
CH2
CH2
CH3
CH2
CH2
CH3
C
C
CH2
Dalla presenza di doppi legami nella macromolecola si capisce che la gomma naturale un polimero insaturo; i chimici sono riusciti a realizzare artificialmente la stessa
struttura facendo reagire tra loro le molecole del 2-metil-1,3-butadiene, un diene chiamato anche isoprene:
CH3
H
Figura 1 Incidendo il tronco delle piante della famiglia delle euforbiacee si ottiene un liquido lattiginoso che una sospensione di grassi
e resine in acqua. Da questo liquido,
riscaldato e sottoposto ad altri trattamenti, si ottiene la gomma naturale.
C9C
CH2
CH2
La reazione che avviene tra le molecole insature di isoprene corrisponde ad una serie
successiva di reazioni di addizione e viene perci chiamata reazione di poliaddizione.
Polimero
politene (PE)
polipropilene (PP)
polivinilcloruro (PVC)
polistirene (PS)
Monomero/i
Usi
fogli e pellicole, recipienti a perdere,
giocattoli, stoviglie
CH2CH2
CH2 "
CHCH
2 CH2
2"
CH
CH
2
CH3 22 "
"
CHCH
CH
CH
2
2
CH3 9
CH"
CHCH
CH
2 CH2
3 9"
CH
CH33 9
9 CH
CH "
" CH
CH22
CH2CH
"
CH
" CHCl
2CHCl
2CHCl
CH
CH22 "
" CHCl
CHCl
CH "CH
CH"
2 CH2
CH
CH "
" CH
CH22
"
CH
COOCH
CH2CH
"9CH
9
COOCH
CH
3 3 3
2CH
COOCH
2
COOCH
CH
" CH
CH 9
9 COOCH33
CH22 "
CF2 "
CFCF
"
CF
2 3
3
CF
" CF
politetrafluoroetilene (PTFE)
CF
CF
2
23
CF2
2 " CF
3
OCNOCN
9 R 9 NCO
HO
R 9 OH
R 9 NCO
9
HO
R 9 OH
OCN
9
R
9
NCO
HO
9
R
9 OH
OCN
9
R
9
NCO
HO
9
R
poliuretano (PU)
OCN R NCOHO R OH 9 OH
polietilentereftalato (PET) HOOC
9 9
COOH
HO
(CH
HOOC
COOH
9
HO
92)(CH
)2 9 OH
2 92OH
HOOC
COOH
HOOC 9
9
COOH
HO
HO 9
9 (CH
(CH22))22 9
9 OH
OH
polivinilacetato (PVA)
policarbonato (PC)
CH3 CH3
CH
CH33
HO 9
COCl
HO 9 9 C 9 C 9 9 OH
9 OH
COCl
2
2
HO 9
9
9
HO
9
9C
C9
9
9 OH
OH
COCl
COCl22
CH3 CH3
CH
CH33
poliaramidi (kevlar)
NH2 NH2
NH
NH22
+
NH2 NH2
NH
NH22
COClCOCl
COCl
COCl
+
+
+
COClCOCl
COCl
COCl
Nella tabella 1 abbiamo riportato il nome di alcuni dei pi noti polimeri, la sigla con
cui sono indicati e i principali campi di impiego dei polimeri stessi; inoltre abbiamo
riportato la formula del monomero o dei monomeri necessari per la preparazione.
Le materie plastiche che contengono il gruppo funzionale ammidico sono chiamate in generale poliammidi e la pi famosa senza dubbio il nylon 6,6, che fu preparato
per la prima volta nel 1928 negli Stati Uniti. Il nome di questo materiale sintetico che
ha svariati impieghi deriva dai reagenti che si usano per prepararla: 1,6-diamminoesano e acido 1,6-esandioico (o acido adipico).
O
NH2 9 (CH2)6 9 NH2
1,6-diamminoesano
(esametilendiammina)
HO 9 C 9 (CH2)4 9 C 9 OH
acido 1,6-esandioico
(acido adipico)
Lenorme diffusione delle materie plastiche sintetiche ha creato anche alcuni gravi
problemi, primo fra tutti quello del loro smaltimento. Infatti molti polimeri sintetici
non sono biodegradabili, cio, una volta abbandonati nel terreno, non vengono trasformati dai microrganismi in sostanze compatibili con i cicli naturali e inoltre talvolta contengono metalli pesanti molto tossici.