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DIRITTO COMMERCIALE

In cosa consiste lo studio del diritto commerciale?


Consiste nello studio della figura dellimprenditore sia individuale che colletivo. E lo
studio dei contratti posti in essere dallimprenditore: ex. contratti bancari,
compravendita, contratti dappalto che un contratto dimpresa per definizione; si
studiano i titoli di credito.
E lo studio della morte dellimprenditore (in senso figurato) e dunque del suo
fallimento, la c.d. crisi dellimpresa.
E fondamentale iniziare la nostra argomentazione ponendo il problema della c.d.
autonomia del diritto commerciale rispetto al diritto privato.
Prima dellentrata in vigore del codice civile del 1942 il diritto commerciale era
disciplinato dalle norme contenute in un codice autonomo, il c.d. Codice di Commercio
del 1882. Con lintroduzione del codice di commercio il legislatore oper una
inversione del sistema delle fonti, facendo prevalere gli usi di commercio sulla legge
scritta. Tale codice fondava il proprio presupposto sulla fattispece di negozi giuridici
denominati atti commerciali attraverso i quali qualificare un soggetto come
commerciante.
Come dicevamo nel 1942 entra in vigore il Codice Civile che opera una vera e propria
unificazione dei due codici fino ad allora coesistenti (codice civile 1865 e codice di
commercio 1882). Con questa unificazione essenzialmente il legislatore mira ad una
c.d. commercializzazione del diritto privato, applicando al diritto civile una serie di
disposizioni e di principi che invece si rinvenivano nel codice di commercio (ex: vizi
del contratto: errore riconoscibile da parte dellaltro contraente; art. 1341 esiste
perch era una norma esclusivamente riferita al codice di commercio; interessi
corrispettivi art. 1224)
Ma cosa cambia veramente:
o Codice di Commercio

Commerciante (atti di commercio ripetuti)


evidente spazio autonomo rispetto al diritto civile
si applicava tutta una serie di norme e si
richiamavano norme particolari perch cerano
dei contratti che intanto erano disciplinati dal
codice di commercio perch uno dei contraenti
era un commerciante (la commissione,
lassicurazione)

o Codice Civile (1942)

Imprenditore (Attivit)

Chi l Imprenditore?
Art.2082: colui che esercita professionalmente unattivita economica organizzata al
fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi.
Esegesi della norma art. 2082
o Attivit

una serie di negozi giuridici finalizzati al perseguimento di


uno scopo per limpresa.
Deve cio produrre ricchezza (fenomeno dinamico) orientata
sul mercato.
Contraddistingue
il
valore
economico
aggiuntivo
dellesercizio dimpresa. Ecco perch la definizione
dImprenditore esula il profilo del godimento in quanto
questultimo attribuito e rimesso al III libro del codice civile
ecio allesercizio della propriet e non allesercizio
dellimpresa.

o Organizzata

o Professionalmente

implica la concorrenza di lavoro, di patrimoni, dicapitali


umano ed economico, di mezzi; implica cio una serie
di fattori che vengono organizzati dallimprenditore.
Questo elemento tanto importante che lo ritroviamo
in unaltra norma cardine ossia lart. 2555
[coordinazione tra elemento soggettivo (impresa) ed
elemento oggettivo (azienda)], ma anche in un tipico
contratto dimpresa: il contratto dappalto.
E un elemento che caratterizza lattivit dimpresa e
qndi la fattispecie dimprenditore.
svolgere unattivit economica con delle caratte
ristiche operative che sono connesse al
momento organizzativo.

Il Rischio
Connaturato alla figura dellattivit organizzata professionalmente lelemento del
rischio imprenditoriale.
Caratterizza lo stesso Imprenditore il quale se incorre in una situazione di insolvenza
rischia, appunto, il fallimento.

Scopo di lucro
La definizione dellImprenditore data dallart. 2082 ci porta ad analizzare un altro
fenomeno; il fenomeno dell utile.

Verificare se questo requisito del lucro soggettivo va a caratterizzare la figura


dellImprenditore.
Varie tesi:
1. E necessario conseguire un utile proprio nellesercizio dellattivit dimpresa.
Ma ci pu bastare per esaurire il nostro problema?
2. Si arrivati allora a prendere in considerazione il principio delleconomicit

Compensazione dei costi e


dei fattori di produzione con
il raggiungimento dellutile.
La soluzione arriva dalla legge sul
pareggio di bilancio del 1956 che
definiva imprese quelle che avessero
ripianato i costi dellattivit attraverso
gli utili conseguiti. (il tribunale di Roma
ha dichiarato il fallimento di un ente
ecclesiastico laddove questultimo
esercitava
unattivit
organizzata
rivolta al mercato con il conseguimento
di un utile e di conseguenza il ripiano
dei costi effettuati)

Cosa contraddistingue lImprenditore dal prestatore dopra?


o Lorganizzazione dellattivit
Chi svolge unattivit con la propria persona non da luogo ad alcuna unattivit
imprenditoriale.
Lelemento di discernimento dato dal fatto che il prestatore dopera svolge
unattivit attraverso il lavoro proprio senza lelemento dellorganizzazione
definito dallarticolo 2082.

Il professionista intelletuale possibile qualificarlo come imprenditore?


Art. 2238 : La disposizione si riferisce a quel prestatore che svolge la sua opera in
forma di organizzazione di impresa (es.: medico titolare di casa di cura). In tal caso,
prevalendo il carattere dell'organizzazione del lavoro altrui e del capitale sulla
prestazione di lavoro intellettuale, egli acquista la qualit di imprenditore [v. 2082],
con conseguente applicabilit della relativa disciplina.
o Non sono imprenditori coloro i quali sono iscritti allalbo in virt di un
principio ideologico/liberale (architetti, avvocati).
Il farmacista costituisce uneccezione perch se pur iscritto allalbo la sua
attivit si concretizza nello scambio di beni.
Il c.d. farmacista galenico costituisce uneccezione delleccezione perch
effettua unattivit intellettuale (autoproduzione).
o Non sono imprenditori coloro i quali non pongono in essere unattivit
commerciale cos grande da rischiare il fallimento.
o I professionisti intellettuali che svolgono la propria attivit senza lscrizione
allalbo ma essendo sottoposti al rischio del fallimento possono qualificarsi
come imprenditori

Come si svolge lattivit dimpresa


Innanzitutto vi lobbligo delliscrizione nel registro dellimpresa che grava
sullimprenditore (commerciale). Questo per non un elemento qualificante!
Principio delleffettivit
Esercizio effettivo dellattivit dimpresa
Libert dimpresa
(limpresa non pu essere imposta)
Autonomia negoziale
(non assolutamente svincolata da limiti e criteri valutativi art.41 C.)
(legge 280/2011 Statuto dellimpresa, completa in sostanza lart. 41 C.)

quando unattivit puo essere qualificata come attivit dimpresa?


Quando limprenditore pone in essere una serie di atti di organizzazione
finalizzati allo sviluppo e allesercizio della stessa attivit dimpresa.
Il Principio delleffettivit non si manifesta solo nel momento in cui l impresa prende
vita ma anche al momento della sua cessazione.
o Ma quando unimpresa pu dirsi fallita?
Anche qui si riprende il principio su delleffettivit: cio il principio in base al
quale anche la cessazione dellimpresa costituisce una valutazione in fatto per
cui diventano elementi fondamentali gli atti disgregativi dellazienda (porre in
essere comportamenti ed atti indonei a manifestare la cessazione dellazienda
che incidono sullorganizzazione della stessa). ex: recedere dal contratto di
locazione; quando licenzio il personale ecc.
Art.10 della Legge Fallimentare
(materia concorsuale)
o Tale legge sembrerebbe remare contro il principio delleffettivit (1 comma)
Perch lart 10 prevedendo la cancellazione dellazienda dal registro delle
imprese nellambito della cessazione della stessa, sembra che il principio
delleffettivit vada sostituito dal principio della pubblicit; la cancellazione dal
registro delle imprese sembrerebbe essere lelemento determinante per la
decorrenza dellanno ai fini della diciarazione di fallimento.
Ma il 2 comma riprende il princio delleffettivit.

Lattivit dimpresa puo essere soggetta al fenomeno della successione?


Lattivit in se deve essere esercitata personalmente altrimenti non pu subire
il fenomeno della successione come pu accadere invece per i beni che
appartengono allazienda.
Lattivit non pu essere trasferita. ex: se un imprenditore ha tre figli, questi
non possono esercitare lattivit dimpresa per il solo fatto che limprenditore
(padre) muore, ma devono porre in essere unattivit di organizzazione
secondo il principio di effettivit per potersi qualificare come imprenditori.

LImpresa Illecita
La nozione di impresa illecita e di societ illecita una creazione dottrinale
commercialistica ormai risalente, che non trova alcun riferimento testuale nelle
norme, essendo sorta prima ancora delladozione del codice civile del 1942. La
dottrina ha elaborato le proprie teorie sulla base della norma relativa
allimprenditore, per ricavarne una possibile e arbitraria definizione giuridica, ma
non vi accordo n sulla effettiva esistenza n sugli elementi essenziali che
costituiscono limpresa illecita, e questi contrasti si sono riflessi anche sulla
giurisprudenza.
Il primo punto da prendere in considerazione se, per la qualifica giuridica di
imprenditore, e, di riflesso, per quella dellimpresa, sia necessaria unattivit lecita. E
chiaro che, se si ritenesse quale elemento essenziale lo svolgimento di unattivit
lecita, non sarebbe possibile arrivare a teorizzare lesistenza della c.d. impresa
illecita.
Prima dellentrata in vigore del codice civile, quando si parlava ancora di commercio
e non di impresa, alcuni autori negavano lammissibilit di una siffatta teorizzazione:
per Ghidini, una societ che esercita il contrabbando nulla o inesistente, per
mancanza delloggetto, che, anche per Vivante deve essere necessariamente lecito.
Altri autori invece ammettevano la configurabilit di un commercio a scopo illecito.
Tuttavia, nonostante la riforma legislativa, la divisione in dottrina e giurisprudenza
rimasta: allinizio prevaleva lorientamento che negava la configurabilit di
unimpresa illecita, per il fatto che un illecito non potrebbe mai essere oggetto di
protezione giuridica, mentre in un secondo momento ha iniziato a farsi strada
lopinione contraria, fino a consolidarsi nella dottrina e nella giurisprudenza odierne,
per cui pacifica lesistenza, nel nostro ordinamento, dellimpresa illecita (non senza
autorevoli opinioni contrarie).
Limpresa illecita quellimpresa organizzata per produrre o scambiare benio servizi
contrari a norme imperative, allordine pubblico o al buon costume, oppure quella
che, pur avendo oggetto lecito, ha tuttavia un fine illecito (per esempio stata
costituita per il solo scopo di riciclare denaro) o utilizza mezzi illeciti
per il raggiungimento dello scopo.

Bisogna distinguere lipotesi in cui:


o Lobbligo per alcune attivit dimpresa di un determinato atto di
autorizzazione di un soggetto pubblico (ex: attivit bancaria; la banca di fatto
sanzionabile penalmente perch appunto non ha una specifica autorizzazione)
Illecita lattivit come tale

la sanzione pu consistere nella


disapplicazione
della
disciplina
dellimpresa di chi autore e partecipe
dellillecito. Non vengono applicate
norme di favore ma solo quelle a danno
dellimprenditore, si applicano cio tutte
quelle misure a tutela delleconomia,
dellinteresse pubblico.
ex: se si esercita unattivit bancaria di
fatto, limprenditore non pu cedere
lazienda perch finirebbe per cedere un
complesso di beni finalizzati per
unattivit illecita. (Impresa illegale)

o illecite sono le modalit di svolgimento

valutare di volta in volta,


attesa la leceit dellattivit,
se latto singolo debba o no
essere colpito dalla sanzione
di nullit.

1. NOTA: la finalit illecita dellimpresa qualora sia complessiva, che pone in


essere limprenditore, non puo incidere sulla validit dei singoli contratti; a
meno che il singolo contratto non abbia determinato un fine illecito.

Tutto cio per tutelare leconomia, la


certezza dei traffici. Il principio
delleconomia non pu sopportare che un
soggetto per sottrarsi alle proprie
obbligazioni dimostri e renda evidente di
aver posto in essere unattivit illecita.

Le distinzioni normative nellambito della categoria imprenditori.


Presupposto:
Tutte le norme richiamate costituiscono lo Statuto dellimprenditore. Una norma
generale che costituisce lo Statuto dellImprenditore la legge n 180 del 2011, non a
caso definita Statuto dellimpresa (il legislatore poco chiaro).
Anche il codice civile per contiene una serie di norme che appundo definiscono
quello che in termini tecnici viene definito Statuto dellImprenditore.
o Che cos lo Statuto dellImprenditore?
E tutta quella serie di norme che si applicano a tutti gli imprenditori. (ex: la
responsabilit dellimprenditore art. 2088 c.c.; la direzione e gerarchia
dellimpresa art.2086; art.2084 e 2085)
Ma il Codice Civile individua diverse categorie di imprenditori, sia in termini di
valutazione quantitativa sia in termini di valutazione qualitativa.
Imprenditore
medio/grande

Piccolo
Imprenditore

Imprenditore
commerciale

Imprenditore
agricolo

NOTA: Il Rischio riguarda tutti gli imprenditori; solo che gli effetti del rischio, in modo
particolare per quel che riguarda la situazione di insolvenza, in realt si possono
richiamare solo per alcune tipologie di imprenditori. (ex: limprenditore agricolo e il
piccolo imprenditore non sono soggetti al fallimento)
Il rischio si una connotazione caratteristica dellimpresa, ma muta la relazione da
parte dellordinamento nei confronti delle singole categorie imprenditoriali.

Limprenditore
agricolo
viene
esonerato
dalla
disciplina
del
fallimento (ci accade solo nel nostro
ordinamento) perch si dice che
esercitando
la
propria
attivit
prevalentemente sul fondo subisce
tutti gli eventi naturali che possono
riguardare il fondo stesso, incidendo
sulla
sua
attivit
e
quindi
sullinadenpienza
della
sua
obbligazione assunta nellesercizio
dellimpresa.
Il rischio dellimpresa connesso ad ogni esercizio della stessa ma la valutazione del
rischio in seguito ad insolvenza diversificato per categoria dimpresa.

Il Piccolo imprenditore art. 2083


Ci che connota lImprenditore caratterizza anche il piccolo imprenditore perch
anche questultimo svolge unattivit organizzata che per ha determinate
caratteristiche:
La prevalenza del lavoro proprio e della sua famiglia!
Dunque ci che differenzia in primis il piccolo imprenditore dallimprenditore
medio/grande inannzitutto lelemento del minore capitale investito rispetto al
lavoro (bene dellazienda) posto in essere.
Per il piccolo imprenditore abbiamo una serie di discipline fondamentali. Ex: non
tenuto ai libri obbligatori, anche se questo caratteristica sta perdendo valore.
Il principio che si sta facendo strada nel Diritto Commerciale quello di un minimo di
pubblicit per tutta una serie di atti.
elemento della
Trasparenza

elemento della
Pubblicit

Questi elementi nellimpostazione del codice del 42 non erano analizzati ne presi in
considerazione perch si orientava sclusivamente a disciplinare la figura
dellimprenditore commerciale perch riteneva che i fenomeni rilevanti dal punto di
vista economico fossero relativi a questa categoria dimprenditore.
Il principio che oggi si va attualizzando innanzitutto un principio di pubblicit (ex:
limprenditore agricolo che era esonerato da tutte le forme di pubblicit, oggi
soggetto alla pubblicit nel registro delle imprese se pur ai fini del c.d. cenzimento
informativo o pubblicit notizia).
Quindi anche il piccolo imprenditore tenuto a rispettare un regime pubblicitario
come lo anche ad es. limprenditore artigiano, la cui identificazione avviene
attraverso liscrizione allapposito Albo delle imprese artigiane; liscrizione in questo
apposito albo d il diritto ad avvalersi del privilegio sui propri crediti.
Quindi il principio di pubblicit un principio che finisce per riguardare tutte le
attivit imprenditoriali perch un principio generale dellordinamento che
riscontriamo anche nei profili di una regolare tenuta della contabilit.
Cio si collega allaltro principio, quello della trasparenza degli atti posti in essere
dallimprenditore ai fini della riconoscibilit della qualit e della quantit del reddito
prodotto.
La prevalenza della trasparenza e dellevidenza del reddito prodotto
dallimprenditore diventa rilevante qualora un soggetto voglia esimersi dalla
dichiarazione di fallimento. (Dimostrato anche dalla lettera dellart.1 L. n 267
del 1942 sul Fallimento)

Differenza tra imprenditore agricolo e imprenditore commerciale


Si tratta dimpresa sia nelluno che nellaltro caso.
o Imprenditore commerciale
Ai sensi del Codice Civile, imprenditore commerciale (art. 2195 C.C.) chi esercita:

attivit industriali dirette alla produzione di beni e servizi (ad esempio una
fabbrica automobilistica, un'emittente televisiva privata);
attivit intermedie nella circolazione dei beni (cio le attivit commerciali
comunemente intese):
o commercio all'ingrosso;
o commercio al dettaglio;
o commercio ambulante;
o pubblici esercizi commerciali (bar, ristoranti, ecc.);
attivit di servizi:
o attivit di trasporto per terra, per acqua o per aria (non attivit di
navigazione)
o attivit bancaria o assicurativa;
o altre attivit ausiliarie delle precedenti (ad esempio agenzie di
mediazione, di pubblicit, ecc.).

Alcune di queste attivit sono regolate oltre che dal codice civile anche dalle leggi
speciali.
Rientrare in questo quadro giuridico produce una conseguenza molto importante:
l'imprenditore commerciale assoggettato al fallimento.
o Imprenditore agricolo
Nel codice del 42 la figura dellimprenditore agricolo era costruita su chi coltivava un
fondo (cio svolgeva unattivit organizzata su di un fondo) e da questultimo traeva
una serie di beni e cio il risultato dellattivit posta in essere sul fondo stesso.
Questa nozione si fondava esclusivamente sul fondo percui cera un legame
fortissimo tra il soggetto che esercitava lattivit e il fondo stesso ( infatti si diceva
che limprenditore agricolo non pu fallire perch soggetto ad eventuali conseguenze
degli eventi naturali sul fondo).
Lo sviluppo delle tecnologie usate in agricoltura ha fatto si che il legame tra fondo e
imprenditore fosse in realt attenuato, perch risultano ora prevalenti anche gli
strumenti, i capitali, i macchinari; subisce in questo modo unassimilazione alle
caratteristiche dellimpresa commerciale.
Art.2135 con la disciplina del 2001
manifesta come lattivit agricola si
sia modificata, perch non vi pi
lessenziialit del fondo.

Altre tipologie dimpresa:


Impresa Familiare (art.230 bis c.c)
E unimpresa come tutte le altre ma il legislatore ne prevede la disciplina ai fini della
tutela dei suoi partecipanti.
Disciplinato dall'art. 230 bis del codice civile. Esso regola i rapporti che nascono in
seno ad una impresa ogni qualvolta il capo famiglia (proprio per questo detta anche
impresa unica), ossia l'imprenditore, presti la sua opera in maniera continuativa
nella famiglia o nella stessa impresa. Gli altri soggetti che vi partecipano hanno due
tipi di diritti: diritti patrimoniali (gli utili) e diritti partecipativi (diritti a concorrere).
Il titolare resta sempre il capo famiglia.
Da cio si evidenzia un principio fondamentale che quello della parit del lavoro.
Impresa Holding
La holding una societ finanziaria che, sulla base di rapporti di partecipazione
azionaria, esercita la funzione di direzione e definizione delle scelte strategiche delle
imprese partecipate assumendo il ruolo di capogruppo. Si distingue tra holding pura
e mista.
La holding pura si limita a svolgere, nei confronti delle societ del gruppo, un'azione
di coordinazione e di controllo delle attivit strategiche e operative da esse svolte.
Holding mista si ha invece quando la holding, oltre a detenere il controllo delle altre
societ, svolge direttamente anche attivit operative. Tradizionalmente, l'attivit
delle holding consiste dunque nel detenere pacchetti azionari, con lo scopo di
esercitare il controllo su un certo numero di imprese e nel fissare le linee guida e le
modalit operative cui le societ controllate debbono attenersi affinch sia garantita
la coerenza tra le attivit da esse svolte e i fini generali del gruppo.

La Capacit dagire
Mentre per la disciplina contrattuale il contratto posto in essere dal minore pu
essere ritenuto, sia pure con determinate precisazioni, vincolante per lo stesso;
questo non pu avvenire nellambito dellimpresa, perch per poter iniziare
unattivit dimpresa indispensabile la capacit dagire.
Quando noi parliamo di capacit dellesercizio dellimpresa intendiamo in realt far
riferimento ad una diversa figura, che quella della Incompatibilit.
La libert dimpresa quindi preclusa.
Ci non significa che gli atti posti in
essere dal soggetto incompatibile
allesercizio dellattivit dimpresa
(ex: avvocati) non sono vincolanti per
lo stesso. Sono fatti salvi i loro atti
giuridici ma la conseguenza sar
quella di incorrere in sanzioni
amministrative e penali; pu essere
dichiarato anche fallito con delle
aggravanti
(ex:
bancarotta
fraudolenta). Ci vale anche per i c.d.
interdetti a esercitare lattivit
dimpresa (ex: il fallimento del gia
fallito).
Lincompatibilit e linterdizione nulla hanno a che fare con la capacit di esercitare
limpresa perch questultima esclusivamente collegata alla capacit dagire cio ad
un fenomeno giuridico diverso.
o Quali sono i principi che possiamo richiamare in materia?
Innanzitutto limpresa esaminta dal legislatore quella commerciale.
o Perch?
Perch si ritiene che proprio limprenditore commerciale essendo
sottoponibile al fallimento e avendo una serie di conseguenze collegate
allesercizio della propria impresa, debbano essere previste una serie di
specifiche regole in materia dellesercizio dellattivit dimpresa.
Diverso invece il discorso per limprenditore agricolo, per il quale si ritiene
che valgano le regole generali della capacit dagire.
o Le norme prese in considerazione sono dotate di una specialit in quanto
riguardano limprenditore commerciale esprimendo un principio derogatorio
rispetto alle disposizioni del diritto comune.

Riscontriamo di conseguenza una certa ambiguit tra diritto comune e la materia del
diritto economico.
Innanzitutto abbiamo studiato in diritto privato come esistano due categorie di atti:
atti di ordinaria amministrazione e atti di straordinaria amministrazione.
Mentre in diritto comune la distinizione facilmente rinvenibile, in quanto incide sul
contenuto dellatto stesso, per quanto riguarda il diritto commerciale questa
distinzione non assolutamente ben ravvisabile, in virt del forte rischio di
qualunque atto posto in essere durante lattivit dimpresa (ex: tant che la vecchia
distinzione tra i due tipi di atti riguardante la disciplina delle societ nellambito del
codice di commercio non pi riproposta nel codice civile de 42).
o Casi in cui lattivit imprenditoriale viene svolta da persone che non hanno la
capacit dagire.
Divieto assoluto di iniziare ex novo unattivit dimpresa per un minore, un
interdetto ed un inabilitato.
REGOLA CARDINE
o Cosa accade invece per il minore emancipato?
E consentita la continuazione dellesercizio di unattivit dimpresa
preesistente quando questa sia utile per lincapace purch autorizzata dal
tribunale.
Qual la ratio di questa norma?
Se vi unimpresa e per la morte dellimprenditore questo compendio aziendale pu
essere continuato perch ha degli elementi di utilit nella continuazione,
lordinamento giuridico (quello corporativo che era attento alla conservazione
dellimpresa) non pu non consentire che lattivit venisse cessata; in presenza di un
minore emancipato stabiliva che questultimo potesse continuare lesercizio
dellimpresa purch fosse autorizzato dal tribunale.
Utilit del minore

Evitare la despersione
dei beni aziendali e
quindi favorire la continuazione
dellesercizio dimpresa

Autorizzazione generale (riguarda tutti gli atti)


Non constringe il rappresentante dellincapace
di andare ogni volta in tribunale per chiedere di
essere autorizzato a compiere gli atti di
straordinaria amministrazione.

Quando il minore acquista per successione ereditaria o per donazione una


preesistente azienda commerciale il rappresentante legale pu essere autorizzato a
continuazre lesercizio dellimpresa, sia pure con una serie di cautele (art. 320-371
norme di salvaguardia di tipo processuale).
Attenzione del codice a
conservare
lattivit
pruduttiva e quindi ad
evitare
che
vengano
dispersi i beni dellazienda
in sede di continuazione.
o Problema in caso di Fallimento che colpisce il titolare dellimpresa che non il
rappresentate ma il minorecome si risolve la questione? Chi viene dichiarato
fallito?
Per lordinamento, in virt di una impostazione soggettiva, dichiara fallito il
minore.
o Come possibile che il minore possa sopportare tutte le conseguenze che
derivano dalla dichiarazione di fallimento?
Lordinamento risponde: vero che fallisce il minore (il che significa che il suo
patrimonio attratto dalle regole dellinsolvenza e quindi sottoposto a
procedura concorsuale), ma gli effetti personali negativi e gli effetti penali
cadono sul rappresentante cio sul soggetto che oggettivamente ha gestito di
fatto limpresa.

Imprenditore collettivo
Societ
Impresa esercitata da pi soggetti. Ci troviamo di fronte a quello che viene definito
Imprenditore collettivo ovvero la Societ.
Quando noi parliamo di atto costitutivo o contratto costitutivo di societ dobbiamo
avere chiaro che concorrono diversi fenomeni.
o Fenomeno contrattuale o negoziale

disciplina la fase costitutiva e alcuni


aspetti della fase organizzativa vera
propria (ex. patto parasociale)
Costituisce in molti casi la fonte del rapporto stesso per cui nasce la Societ.
Diciamo in molti casi perch la Societ pu nascere anche in seguito ad un
provvedimento normativo e quindi di fonte legale.

La Societ, nel momento in cui si costituisce, un fenomeno che si manifesta nel


mondo economico e gran parte della disciplina ad essa riferita trova la propria
giustificazione nella circostanza che le societ sono state create per produrre
ricchezza.
Lelemento contrattuale crea unorganizzazione (la Societ).
Questa organizzazione viene disciplinata per la gran parte dalle norme previste dal
legislatore che prevedono una disciplina inderogabile da parte dei singoli soci.
o Perch lordinamento giuridico ha tanto interesse a disciplinare
unorganizzazione come quella della Societ?
Perch se non vi una disciplina ad hoc non si pone in essere unattivit
dimpresa societaria, non vi la possibilit di realizzare lo sviluppo
delleconomia allinterno di quello che il pi ampio quadro del capitalismo.
Il diritto commerciale studia levoluzione normativa delle forme della Societ.
Definizione del contratto di Societ art. 2247
1. Elemento Contrattuale

due o pi persone elemento oggettivo che


caratterizza appunto il contratto di societ.
NOTA: la recente normativa ci dice che ci troviamo di fronte ad una Societ anche
quando questa viene costituita attraverso atto unilaterale (ex. Societ per azioni).
Questo non vuol dire che muta la fonte negoziole della Societ posto che anche per
latto unilaterale ex art. 1324 si applicano le stesse norme previste per i contratti
plurilaterale a contenuto patrimoniale.
Vi sempre il principio per cui il socio unentit diversa dalla societ; in tutte le
societ questo un elemento imprescindibile. (ex. estrema nelle societ con
personali giuridica).

Dunque ci sono Societ che possono essere costituite anche con atto unilaterale (ex.
socet per azioni, societ a responsabilit limitata); ci sono Societ che invece
normativamente prevista per la loro costituzione un numero minimo di soci:
almeno 2 per le Societ di persone; 9 per le Societ cooperative.
Il Principio che pu essere ricavato dalla disciplina e dal contratto stesso di societ,
riguarda la circostanza che la pluralit delle parti comporti lindipendenza di ogni
singola vicenda contrattuale rispetto alla vicenda del contratto in quanto tale.
Se nulla la mia partecipazione non nullo il contratto a meno che la mia
partecipazione non sia stata ritenuta fondamentale.
Ex. se si costituisce una Societ tra 5 soci ed uno di questi risulta essere incapace
naturale, l annullabilit che pu colpire la singola partecipazione non riguarda il
contratto di societ.

Il principio della netta separazione


tra Societ e socio. Ma perch?
Perch interesse dellordinamento
preservare lente come avviene per le
societ per azioni.
2. Elemento Contrattuale

esercizio in comune, un elemento di elevata


organizzazione perch crea le strutture per
esercitare appunto in comune lesercizio
dellattivit. Presuppone il Contratto associativo.

In contrasto con il contratto a prestazioni


corrispettive.

Il fine comune che


connota la causa.

Nella Societ non pu


esistere un collegamento di
corrispettivit
tra
il
conferimento e lutilit. Il
socio non fa il conferimento
perch a questa prestazione
corrisponde
lattribuzione
degli ultili.
Lesercizio in comune nientaltro che il riferimento alle regole di funzionamento
proprie di quel determinato tipo sociale. E pi intenso nelle Societ di persone o di
capitali, ma evaniscente nelle grandi societ.

LA SOCIETA PER AZIONI


La nascita della societ per azioni e, pi in generale, delle societ di capitali, della
quali la societ per azioni il prototipo, si fa risalire alle compagnie coloniali dei
secoli XVII e XVIII. Le esplorazioni e gli insediamenti coloniali necessitavano di
ingenti finanziamenti e comportavano altres alti rischi per l'investimento effettuato.
Per attrarre i finanziatori, i sovrani presero a concedere la separazione patrimoniale
tra la societ ed i soci, cos che questi ultimi non esponessero il loro intero
patrimonio al rischio, ma solo il denaro investito nella compagnia. Da notare come sia
essenziale sin dall'origine il momento del finanziamento dell'attivit.
Il Codice di commercio napoleonico del 1807 introdusse un tipo generalizzato di
societ anonima, a cui i privati potevano ricorrere per ottenere, mediante il rispetto
di determinate procedure, il beneficio dell'autonomia patrimoniale perfetta. La
denominazione di societ anonima (socit anonyme) la si deve al fatto che le azioni
non erano nominative e quindi tutelavano meglio la richiesta di anonimato del
mercato al fine degli investimenti. La costituzione di una societ anonima, tuttavia,
rimaneva sottoposta ad autorizzazione governativa, che veniva concessa solo per
imprese che richiedessero di raccogliere capitali anche fra i non imprenditori. Di fatto
le societ anonime nella prima met dell'Ottocento erano ancora poche.
Le societ per azioni aumentarono considerevolmente di numero e divennero una
forma diffusa di impresa solo a partire dalla met dell'Ottocento. La prima nazione in
cui fu permesso di costituire una societ a responsabilit limitata senza particolari
autorizzazioni fu la Gran Bretagna con il Joint Stock Companies Act del 1856. In
Francia l'obbligo di autorizzazione governativa fu abolito nel 1867 e fu da tale data
che il numero di societ anonime esplose. L'esempio francese fu seguito rapidamente
anche negli altri paesi. Vi era la necessit di individuare qual il meccanismo per cui
si assume la responsabilit limitata: il riconoscimento deve essere connesso alla
presistenza di elementi giuridici che consente di attribuire a determinati soggetti i
benefici della responsabilit limitata. Si passati dunque da una situazioni in cui la
limitazione della resposabilit passava necessariamente da un atto di concessione del
sovrano ad una situazione in cui la preesistenza di elementi determinati
normativamente fa si che quella societ acquisti la personalit giuridica (sistema
normativo).
Personalit giuridica (funzione polimorfica)
La persona giuridica un soggetto completamente diverso e distinto da quella dei
soci.
Mentre nelle Societ di Persona abbiamo pi volte detto che la societ ha una
soggettivit distinta e marcata rispetto i singoli soci, ma non ha personalit
giuridica.
Le Societ di Capitali sono trattate, con il riconoscimento della personalit
giuridica, come soggetti di diritto formalmente distinte dalle persone dei soci
(piena e perfetta autonomia patrimoniale).

o Questo concetto ci indica che ci sono regole di funzionamento della persona


giuridica completamente vincolate rispetto alle regole di normale
funzionamento del rapporto intersoggettivo.
Nelle Societ di Persona non esiste un diritto assembleare ma si parla di
decisione. Manca un organo che riunisce i soci, tant che i soci dovevano
esprimersi allunanimit ex. modifiche del contratto di societ.
Nelle Persone giuridiche lAssemblea rappresenta lorgano nel quale i
soci decidono riguardo le materie riservate allassemblea. Per cui la
decisione allesterno viene intesa come volont dellAssemblea
(deliberazione) non come decisione dei singoli soci. Momento
deliberativo dellorgano.
Questa volont si traduce in un atto.
Il Verbale
o Comporta la previsione di Altri Organi
Assemblea
Amministratori
organo deliberativo organo gestorio

Colleggio Sindacale
organo di controllo

Sono caratteristiche che rinveniamo solo nelle persone giuridiche e quindi solo nella
tipologia delle Societ per Azione
o Perdita assoluta della figura soggettiva del socio. (differenza abbissale rispetto alla
disciplina delle societ di persone)
Si riscontra dunque una disciplina organizzativa finalizzata a creare un adeguato
modulo organizzativo (ex. come deve funzionare lassemblea).
o Funzione della Societ Azionaria (contrapposizione tra teoria istituzionalistica e
contrattualistica)
Linteresse del socio cede il passo allinteresse della Societ

Il capitale sociale rimane lelemento imprescindibile

I vari modelli di SPA:


La riforma del diritto societario
Le Spa ordinarie (cosiddette societ chiuse), che non ricorrono al mercato del
capitale di rischio;
Le societ che, invece, fanno ricorso al mercato del capitale di rischio (cosiddette
societ aperte), le quali, a loro volta, si dividono in:
a) societ con azioni quotate nei mercati regolamentati;
b)societ con azioni diffuse tra il pubblico in misura rilevante.
Mentre alle Spa chiuse si applica la disciplina ordinaria del Codice Civile riformato,
alle societ che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio si rivolgono sia la
disciplina normale del Codice Civile sia quella di settore rappresentata in primo
luogo dal D. Lgs. n. 58/1998. In sostanza, le norme contenute nella riforma si
applicano alle societ emittenti azioni quotate in mercati regolamentati solo nel caso
in cui la disciplina speciale che regola tale soci et (in primis, il D.Lgs. n. 58/1998)
non preveda disposizioni difformi. Bisogna, inoltre, sottolineare che nella riforma, al
fine di consentire nuove opportunit di reperimento di capitali attraverso una
pluralit di modelli di promozione del finanziamento anche partecipativo, si data
ampia libert di scelta ai mezzi di finanziamento dellimpresa, superando le due
tradizionali contrapposte categorie di capitale di credito e di rischio (azioni e
obbligazioni) e consentendo, pertanto, anche lintroduzione di strumenti finanziari
ibridi.

Azioni cartolari e Azioni non cartolari


Le Azioni vengono rappresentate da documenti cartacei (cosidetto titolo cartolare). Il
numero delle azioni veniva annotato sul registro della Societ. Per cui quando si
trasferisce unazione, si deve far annotare il doppio trasferimento da un pubblico
ufficiale sul libro del socio e sul libro della Societ. Quindi io non posso opporre il mio
titolo di azionista alla Societ fin quando fin quando esso non viene annotato sul
registro dellemittente. Ci dava luogo ad un problema procedimentale.
Per molte Societ cera la necessit di procedere rapidamente al trasferimento dei
titoli come le Societ quotate, per cui si deciso di utilizzare il sistema non cartolare
in cui i titoli azionari non sono pi rappresentati dalla carta ma da registri informatici
tenuti dalle Societ abilitate ad operare sul mercato regolamentare cio sottoposte
alla vigilanza della Consob e quindi ad un potere amministrativo di controllo forte.
Questo obbligatorio per le Societ che hanno titoli quotati; le Societ che si
rivolgono al mercato del capitale di rischio che per non hanno titoli quotati possono
decidere nellambito della loro autonomia statutaria di procedere allemissione di
titoli non cartolari ( una facolt non un obbligo).

Aumento del Capitale Sociale (Diritto di Opzione)


Pegno, usufrutto e sequestro si estendono alle Azioni di nuova emissione
disciplinate per rendere intangibile la posizione partecipativa di ogni socio
Il diritto di opzione connesso allazione
E un vantaggio accessorio dellazione, un vantaggio che consiste nel diritto
dellazionista a sottoscrivere le azioni della Societ.
Il diritto di opzione
E il diritto a mantenere inalterata la propria posizione che spetta per non al socio
ma spetta al titolare del pegno, dellusufrutto e del sequestro i cui diritti si estendono
sulle azioni di nuova emissione. Ex. se io ho dato le mie azioni in pegno alla banca e
c un aumento di capitale della societ e mi vengono offerte le azioni, io che le
sottoscrivo acquisto queste nuove azioni ma queste sono soggette a pegno.

Circolazione delle azioni


Come abbiamo gi visto, le azioni si caratterizzano rispetto alle quote, per la
facilit con cui possono essere trasferite da una persona a un'altra, abbiamo
circolazione delle azioni proprio nel caso in cui si voglia trasferire il diritto
contenuto dell'azione.
Secondo l'opinione dominante le azioni sono dei titoli di credito, e quindi ne
seguono le regole di circolazione; ricordiamo che i titoli di credito si caratterizzano
anche per il fenomeno dellincorporazione, nel senso che il diritto o i diritti relativi
a un determinato credito si incorporano del documento cartaceo che li
rappresenta.
In un video pubblicato su dirittoprivatoinrete.it, paragono il diritto di credito a
una fetta di prosciutto che infilata in un panino, dove il panino e il documento
cartaceo, mentre il diritto di credito il prosciutto.
Da questo si capisce che per trasferire il diritto (in questo caso il diritto di
propriet sull'azione) sar comunque necessario trasferire il possesso del
documento.
Ovviamente stiamo parlando dei casi in cui l'azione rappresentata da un titolo
azionario, e non dei casi in cui si scelta la strada di non emettere titoli azionari.
Qui possiamo avere due ulteriori possibilit;

a) la societ ha deciso di non emettere titoli: il trasferimento si avr con liscrizione


del nome del nuovo socio sul libro dei soci, non bisogna consegnare nulla, perch i
titoli non sono stati emessi, e il trasferimento avr effetto proprio dal momento
delliscrizione;
b) azioni dematerializzate: il trasferimento avviene con la scritturazione sui conti
destinati a registrare i movimenti degli strumenti finanziari; in questo caso, se le
azioni sono nominative, la scritturazione sul conto equivale alla girata, salve per
le particolari regole previste da leggi speciali.
Avendo chiarito che stiamo parlando del trasferimento dei titoli azionari,
dobbiamo distinguere le azioni al portatore, dalle azioni nominative.
Nelle azioni al portatore non indicato il titolare del diritto, e quindi il
trasferimento avverr molto semplicemente consegnando il titolo al nuovo
azionista; baster quindi la semplice consegna.
Pi complicata la procedura per trasferire le azioni nominative, perch su queste
azioni indicato anche il nome del proprietario del titolo, cio dell'azionista.
Si capisce allora come non baster la semplice consegna per trasferire il titolo, ma
sar anche necessario che il nome del nuovo azionista, che ha acquistato l'azione,
risulti anche sul titolo che stato trasferito.
Abbiamo quindi due modi per trasferire le azioni nominative, il primo, pi usato,
consiste nella girata, che dovr essere autenticata da un notaio o da un agente di
cambio.
Ricordiamo che con la girata il vecchio azionista indica sul titolo il nome del nuovo
azionista, e firma questa dichiarazione. Sar proprio la firma di chi trasferisce il
titolo che dovr essere autenticata dal notaio oppure da un agente di cambio.
L'altro sistema quello del transfer, che un po' pi complicato di quello che
abbiamo visto con la girata: oltre alla consegna del titolo, sar anche necessario
riportare il nome dell'acquirente sia sull'azione, sia sul libro dei soci.
Il transfert avviene attraverso la sostituzione del nome del vecchio azionista con
quello del nuovo e viene effettuata direttamente dalla societ che ha emesso il
titolo, su richiesta dell'acquirente oppure di chi ha alienato il titolo. La societ
verifica che siano state osservate le formalit che la legge prevede, e poi svolge
l'operazione che detta transfert.
Come si visto attraverso la doppia intestazione, vi una nuova indicazione del
nome del nuovo socio sul libro dei soci e sull'azione, ed quindi rispettata la regola
di cui all'art. 2021 c.c. secondo cui il possessore di un titolo nominativo
legittimato all'esercizio del diritto in esso menzionato, quando vi sia l'intestazione
del suo nome sul titolo e sul registro della societ emittente.

Il nome del nuovo azionista non per riportato sul registro della societ (cio sul
libro dei soci) con la e allora come far questa persona a esercitare i diritti che
derivano dall'azione?
Di certo non potr esercitare i diritti sociali, ad es. non potr votare, ma in quanto
proprietario potr rivendere l'azione girandola ad altra persona; ma se vuole
esercitare tutti i diritti sociali, baster che si rechi presso la societ chiedendo
l'annotazione del suo nome sui libri sociali; la societ, dopo aver verificato che ci
sia una serie continue di girate provveder ad eseguire l'annotazione.
Bisogna notare, per, che l'art. 2355 c.c. comma 3 non dispone che alla
presentazione dell'azione da parte del socio - giratario ( colui cio che indicato
come ultimo nella serie di girate), la societ annoti il suo nome nel libro dei soci,
ma dispone che tale socio " ha diritto ad ottenere l'annotazione" , e gi da questo
momento pu esercitare i diritti sociali; tuttavia il citato articolo, per non cadere in
contraddizione con la regola dell'art. 2021 c.c. dispone che la societ "obbligata"
ad aggiornare il libro dei soci.
Come si vede l'iscrizione del nome del nuovo socio nel libro dei soci non una
regola assoluta per l'esercizio dei diritti sociali, potendo avvenire anche in un
secondo momento, oppure non avvenire affatto nel caso in cui la societ non
adempia a tale obbligo che pure la legge gli impone.
Il trasferimento delle azioni di regola avviene quando queste sono state
completamene liberate. Se per le azioni non sono state ancora del tutto liberate,
l'alienante risponde in solido con l'acquirente per i versamenti residui.
Il trasferimento delle azioni, libero.
Abbiamo visto, per, che la legge pu imporre dei limiti alla circolazione delle
azioni, come nel caso delle azioni con prestazioni accessorie. Oltre questi limiti
legali, la societ pu stabilire altri limiti alla circolazione attraverso delle clausole,
ma solo nel caso di azioni nominative ed in quello di mancata emissione dei titoli
azionari, lo statuto pu sottoporre a particolari condizioni il loro trasferimento e
pu, per un periodo non superiore a cinque anni dalla costituzione della societ,
vietarne il trasferimento.
Vediamo allora le clausole pi frequenti.
a) clausole di gradimento; come si vede si tratta di un gradimento motivato, cio
la societ indica le condizioni alle quali vuole il trasferimento del titolo, ma
possiamo chiederci se siano possibili le clausole di mero gradimento, cio di
clausole che subordinano il trasferimento dellazione allapprovazione della
societ, senza per specificare a quali condizioni dovr essere ammesso, gradito, il
nuovo socio. In passato la questione era dubbia, ma ora stato esplicitamente
ammessa dalla legge la validit di dette clausole, ma queste sono inefficaci se non
prevedono, a carico della societ o degli altri soci, un obbligo di acquisto oppure il
diritto di recesso dell'alienante.
b) clausole di prelazione: anche queste possono essere previste dallo statuto; in tal
caso gli altri soci devono essere preferiti a parit di condizioni, nell'acquisto delle
azioni.

Acquisto delle proprie azioni


Abbiamo visto prima lipotesi in cui la societ acquisti beni da soci o amministratori,
un'operazione indubbiamente pericolosa perch potrebbe accadere che tali beni siano
sopravvalutati, ma sicuramente pi pericolosa l'operazione dell'acquisto delle azioni di
propriet dei soci da parte della societ, tanto che la legge, salvo le solite eccezioni, vieta
che la societ possa acquistarle.
A questo punto necessaria una precisazione terminologica, che significa dire che la
societ acquista le proprie azioni? E come fa la societ a acquistare qualcosa gi suo?
Come minimo il contratto sarebbe nullo per mancanza di causa, e allora bisogna
intendersi: qui la societ non acquista azioni di sua propriet, ma compra azioni che sono
di propriet dei soci, (e quindi non proprie della societ).
La particolarit delloperazione sta nel fatto che la societ acquista azioni che lei stessa ha
emesso, e che di conseguenza, diventano proprie, cio di propriet della societ, ma che
prima erano di propriet dei soci.
La disciplina del codice, rivolta a regolare sia i casi in cui la societ pu comprare azioni
dai suoi soci ( e quindi il termine proprio usato per indicare le azioni che lei stessa ha
emesso) sia il regime delle azioni che questa ha acquistato dai soci, le sue azioni, quindi
proprie, in questo caso nel vero senso della parola.
Ci precisato, chiediamoci allora, come mai esiste questo divieto, perch la societ non
pu acquistare le azioni dai suoi soci?
La societ per azioni, essendo persona giuridica, potrebbe in teoria acquistare senza
limitazioni le azioni dai soci; in realt tali operazioni potrebbero danneggiare i creditori
sociali, poich la societ non fa altro che rimborsare i conferimenti effettuati dai soci, e in
ci sta la ragione del divieto.
Si potrebbe poi giungere al caso limite in cui la societ acquisti tutte le azioni dai soci
finendo, in pratica, per rimborsare l'intero capitale sociale. Si creerebbe, quindi, questa
situazione:
1. la societ impiega tutto l'attivo a sua disposizione per acquistare azioni per un valore
equivalente al capitale sociale;
2.i soci ricevono in tal modo il rimborso dell'intero conferimento lasciando la societ senza
alcun attivo ed abbandonando la societ;
3. il capitale sociale sarebbe garantito da azioni che appartengono alla stessa societ e, nel
caso in cui il patrimonio non sia superiore al capitale, i creditori non avrebbero nulla su cui
soddisfarsi, visto che le azioni sono garantite dalla societ che non ha pi alcun attivo.
Per questo motivo vietato l'acquisto delle azioni, azioni anche se fatto per tramite di
societ fiduciaria o per interposta persona.

Ci posto, dobbiamo porci una domanda: se vero che l'acquisto delle azioni dei soci
finir con intaccare il patrimonio sociale, sarebbe possibile per la societ acquistarle
quando il patrimonio sociale non corre alcun rischio?
S, possibile, se non vi sono rischi per integrit del capitale sociale.
Per fare questo sar necessario che i soldi per l'acquisto delle azioni la societ non li
prenda da quella parte di patrimonio che rappresentato dal capitale sociale, ma da altre
fonti, cio i soldi per l'acquisto devono provenire dal patrimonio societ, ma sempre che il
capitale sociale (o meglio la parte di patrimonio societ che rappresentato dal capitale
sociale) non ne sia intaccato;
e allora adesso possiamo rispondere alla nostra domanda, a quali condizioni la societ
potr acquistare le azioni dai suoi soci?
a) In primo luogo i soldi per acquistare le proprie azioni devono essere presi dagli utili
della societ o dalle riserve della societ che risultano dall'ultimo bilancio regolarmente
approvato;
b) inoltre le azioni che la societ acquista devono essere state interamente liberate dai soci,
in altre parole la societ non pu acquistarle, quando il socio che la vende non abbia
ancora effettuato tutti i conferimenti.
A questo punto si potrebbe pensare che bastino queste condizioni affinch la societ possa
acquistare le azioni dai soci, ma il codice ne pone delle altre, perch l'acquisto, che
effettuato dagli amministratori,
c) deve essere autorizzato dall'assemblea, che fissa le modalit dell'acquisto stesso, e in
particolare il numero massimo delle azioni da acquistare, e il tempo, non superiore a 18
mesi, nel quale l'autorizzazione accordata, e ancora il corrispettivo minimo e massimo da
pagare per queste azioni.
d) se si tratta di una societ che fa ricorso al capitale di rischio, queste azioni non possono
eccedere la quinta parte del capitale sociale, tenendo, nel calcolo, anche il valore delle
azioni possedute da societ controllate.
Se non si seguono queste regole, le azioni acquistate in maniera irregolare devono essere
vendute entro un anno dal loro acquisto.
Ma chiediamoci ancora, che cosa accade se la societ, che ha acquistato le azioni in
maniera irregolare, non le vende entro un anno dall acquisto?
La conseguenza sar che le azioni dovranno essere annullate, e sar anche necessario
ridurre il capitale sociale in maniera corrispondente al valore delle azioni annullate; la
riduzione del capitale sociale di competenza dell'assemblea straordinaria, e se
l'assemblea non adempie, gli amministratori o i sindaci dovranno rivolgersi al tribunale
che provveder alla riduzione del capitale sociale.
Abbiamo visto, quindi, i casi in cui possibile acquistare le azioni dai soci, e abbiamo
anche visto che se non si seguono le regole che rendono possibile l'acquisto, queste
dovranno essere vendute o comunque, nei casi pi gravi, annullate.

In alcune ipotesi, per possibile acquistare le azioni che la societ ha emesso, senza
seguire le regole che abbiamo visto prima.
Ci accade, per esempio quando l'acquisto sia per cos dire, accidentale, per effetto di
successione universale, fusione o scissione, oppure in occasione di esecuzione forzata per
il soddisfacimento di un credito della societ (nei confronti di un'azionista della stessa
societ) e sempre che si tratti di azioni completamente liberate, e ancora negli altri casi
previsti dall'articolo 2357 bis.
Qui, per, sar necessario rispettare il limite del quinto del capitale sociale, cio non si
possono acquistare tali azioni per oltre un quinto del capitale, ma il termine per la vendita
delle azioni che abbiano superato il limite, nei due casi che abbiamo visto, e anche nel caso
in cui la societ acquisti azioni a titolo gratuito, sar di tre anni. Se non si rispetta il limite
di legge, bisogner annullare le azioni in eccesso e ridurre il capitale sociale in misura
corrispondente.
Risolti, si spera, tutti questi problemi, se ne pone subito un altro:
saranno gli amministratori a poter disporre delle azioni della societ, o un altro soggetto?
Ci risponde il primo comma dell'art. 2357 ter che pone questa fondamentale regola: "Gli
amministratori non possono disporre delle azioni della societ che la stessa societ ha
acquistato se non previa autorizzazione dell'assemblea, la quale deve stabilire le relative
modalit".
chiaro che lasciare ai soli amministratori la scelta, ad es. sulla vendita delle azioni,
significherebbe, in pratica, metterli sullo stesso piano dei soci, ed quindi necessario che
tali operazioni di disposizione siano autorizzate dall'assemblea.
Ma un altro problema pu sorgere in merito alle azioni della societ, e sta nell'uso del
diritto di voto e degli utili che devono essere attribuiti a tali titoli. A chi spetter il diritto di
voto per le azioni della societ? Agli amministratori?
Anche qui, non si pu lasciare agli amministratori il diritto di voto, ma nemmeno
attribuirlo ai soci, che non sono tecnicamente proprietari delle azioni, poich appartenenti
alla societ, distinto soggetto giuridico; e allora il legislatore, tra lasciare il voto agli
amministratori o attribuirlo agli altri soci, ha deciso, salomonicamente, di sospenderlo.
Ma questa soluzione non risolve tutti i problemi; se il diritto di voto sospeso, sospesa
anche la distribuzione degli utili? E se si convoca l'assemblea, bisogna conteggiare tali
azioni, cosa non scontata, visto che non possono votare?
A queste domande risponde il comma 2 dell'art. 2357 ter, che detta una serie di regole non
sempre omogenee con la scelta di sospendere il diritto di voto; Vediamole:
a) in merito agli utili e al diritto di opzione: finch le azioni restano in propriet della
societ, il diritto agli utili e il diritto di opzione sono attribuiti proporzionalmente alle altre
azioni;
b) in merito al calcolo delle maggioranze in assemblea: le azioni proprie sono computate ai
fini del calcolo delle maggioranze e delle quote richieste per la costituzione e per le
deliberazioni dell'assemblea. Nelle societ che fanno ricorso al mercato del capitale di

rischio il computo delle azioni proprie disciplinato dall'articolo 2368, terzo comma.
L'art. 2357 ter, si chiude, con un ulteriore norma di "sicurezza" disponendo che: "una
riserva indisponibile pari all'importo delle azioni proprie iscritto all'attivo del bilancio deve
essere costituita e mantenuta finch le azioni non siano trasferite o annullate".

Il diritto di opzione
previsto dallart. 2441, rubricato, infatti, diritto di opzione. Quando si parla di
questargomento quasi mai si ricorda cos lopzione, e da dove nasce codesto diritto, con
linevitabile conclusione di non capire largomento; bene, ma cos lopzione?
Opzione (art. 1331 c.c.): nasce da un precedente accordo che ha ad oggetto un futuro
contratto. Le parti convengono che una formuli la proposta contrattuale, mentre l'altra
libera di accettarla o meno in un termine stabilito. La proposta formulata si considera
irrevocabile a norma dell'art. 1329 c.c.
Guardano la disciplina dellopzione prevista in tema di S.p.A. scopriamo delle
differenze rispetto a quella dellart. 1331; lopzione prevista dallart. 2441 non nasce
da un contratto, ma direttamente dalla legge che la impone alla societ quando
emette nuove azioni, quindi ai soci riconosciuto tale diritto, e quindi sono liberi di
acquistare le nuove azioni emesse dalla societ, o meno, ma la societ obbligata a
offrigliele.
Potremmo quindi definire lopzione in materia di S.p.A. il diritto riconosciuto ai soci
di acquistare le azioni di nuova emissione, grazie allesercizio di tale diritto. Le azioni
sono offerte ai soci in proporzione a quella che gi possedevano, e ci per conservare
allinterno della societ gli stessi rapporti di forze che esistevano prima dellaumento
del capitale sociale.

Bilancio
La societ per azioni obbligata a redigere il bilancio di esercizio. Si tratta di un
documento contabile dal quale i soci e i terzi, creditori in primo luogo, possono conoscere
la situazione patrimoniale e finanziaria della societ;
Il bilancio deve essere redatto secondo le regole previste dal codice civile (artt. 2423- 2435
bis) ma possibile redigerlo anche secondo altre regole, cio seguendo i principi contabili
internazionali riconosciuti dallUnione Europea; per la precisione secondo lart. 1 del d.
lgs. 38\2005 per principi contabili internazionali si intendono i principi contabili
internazionali e le relative interpretazioni adottati secondo la procedura di cui
all'articolo 6 del regolamento (CE) n. 1606/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio,
del 19 luglio 2002.
Non tutte le societ sono per tenute a redigere il bilancio secondo i detti principi, ma solo
quelle indicate dallart. 2 del citato decreto legislativo, le altre dovranno redigere il

bilancio secondo le regole previste dal codice civile, ma potranno anche scegliere di
redigere il bilancio secondo i principi contabili internazionali, sempre che la legge non
escluda tale possibilit.
Ricordiamo tra le societ che devono redigere il bilancio secondo i principi contabili
internazionali, le societ emittenti strumenti finanziari ammessi alla negoziazione in
mercati regolamentati di qualsiasi Stato membro dell'Unione europea, le societ aventi
strumenti finanziari diffusi tra il pubblico in maniera rilevante, banche e assicurazioni.
Questo modo alternativo di redigere il bilancio utile per armonizzare i criteri di
valutazione a livello europeo. In questa sede ci occuperemo del bilancio cos come
regolato dal codice civile nei suoi aspetti giuridici del bilancio e suoi principi.
Il bilancio, secondo il codice civile, composto di almeno tre elementi, e ,infatti, lart.
2423 al primo comma dispone che:
Gli amministratori devono redigere il bilancio di esercizio, costituito dallo stato
patrimoniale, dal conto economico e dalla nota integrativa.
Il bilancio di esercizio si redige ogni anno, che appunto equivale a un esercizio, in genere
dal 1 gennaio al 31 dicembre, ma nulla vieta che lanno sia calcolato in maniera diversa.
Lo stato patrimoniale indica la situazione patrimoniale della societ nel suo aspetto statico
cio analizza il patrimonio sociale, lo fotografa nelle attivit e passivit.
Il conto economico registra, sempre nellesercizio considerato, i costi e i ricavi sopportati o
conseguiti dalla societ, quindi verifica, come si dice, laspetto dinamico della vita
economica della societ, laspetto dinamico del bilancio.
Aspetto statico e dinamico, possono sembrare parole senza senso, volendo, e di molto,
semplificare, possiamo dire che lo stato patrimoniale risponde a una domanda dei soci del
tipo: quanto abbiamo? Il conto economico, invece, alla domanda: com andata
questanno? Ci potrebbe essere anche una risposta del tipo, questanno andata male, ma
il patrimonio solido.
La nota integrativa, redatta dagli amministratori, serve a illustrare e specificare le voci
dello stato patrimoniale e del conto economico.
Sempre lart. 2423 indica i principi che devono seguire gli amministratori nella redazione
del bilancio; vediamo cosa dice il secondo comma del 2423:
Il bilancio deve essere redatto con chiarezza e deve rappresentare in modo veritiero e
corretto la situazione patrimoniale e finanziaria della societ e il risultato economico
dell'esercizio
Isoliamo, quindi, i principi fondamentali di redazione del bilancio:
Chiarezza;
Correttezza;

Rappresentazione veritiera.
Ora semplice osservare che se gli amministratori seguono le regole previste dal codice
per la redazione del bilancio, logico ritenere che il documento sar chiaro, corretto e
veritiero. Qui interviene ancor il codice civile, che con una regola rara a trovarsi, stabilisce
che (art. 2423 comma 3):
Se le informazioni richieste da specifiche disposizioni di legge non sono sufficienti a dare
una rappresentazione veritiera e corretta, si devono fornire le informazioni complementari
necessarie allo scopo
Si tratta di una disposizione davvero interessante, e come se dicesse agli amministratori
che potrebbe non bastare seguire le regole legali per redigere correttamente il bilancio, ma
anche necessario un ulteriore sforzo; in altre parole come se il bisogno di verit e
correttezza integri la specifica disposizione di legge attraverso un criterio fornito dalla
logica e dallesperienza.
Ma ancora pi interessante la disposizione del quarto comma dellart. 2423:
Se, in casi eccezionali, l'applicazione di una disposizione degli articoli seguenti
incompatibile con la rappresentazione veritiera e corretta, la disposizione non deve essere
applicata. La nota integrativa deve motivare la deroga e deve indicarne l'influenza sulla
rappresentazione della situazione patrimoniale, finanziaria e del risultato economico. Gli
eventuali utili derivanti dalla deroga devono essere iscritti in una riserva non distribuibile
se non in misura corrispondente al valore recuperato
Si tratta di una disposizione che permette al principio di prevalere sulla norma specifica,
insomma la norma generale (correttezza e verit), prevale, nella sua applicazione alla
norma specifica, non sempre per, ma solo in casi eccezionali. Insomma una
disapplicazione da parte degli amministratori della norma speciale perch non permette
di fornire una rappresentazione veritiera e corretta.
Il bilancio deve poi essere redatto in maniera chiara, e qui dovrebbe bastare seguire la
struttura indicata nel codice civile, ulteriormente precisata nella nota integrativa.
Accanto a questi principi generali se ne aggiungono altri, indicati dallart. 2423 bis,
secondo i quali il bilancio deve essere redatto secondo i seguenti principi, che spesso non
sono altro che la specificazione dei tre principi fondamentali gi visti in precedenza.
1) la valutazione delle voci deve essere fatta secondo prudenza e nella prospettiva della
continuazione dell'attivit, nonch tenendo conto della funzione economica dell'elemento
dell'attivo o del passivo considerato;
2) si possono indicare esclusivamente gli utili realizzati alla data di chiusura dell'esercizio;
3) si deve tener conto dei proventi e degli oneri di competenza dell'esercizio,
indipendentemente dalla data dell'incasso o del pagamento;
4) si deve tener conto dei rischi e delle perdite di competenza dell'esercizio, anche se
conosciuti dopo la chiusura di questo;

5) gli elementi eterogenei ricompresi nelle singole voci devono essere valutati
separatamente;
6) i criteri di valutazione non possono essere modificati da un esercizio all'altro e le
deroghe sono consentite solo in casi eccezionali; in tal caso La nota integrativa deve
motivare la deroga e indicarne l'influenza sulla rappresentazione della situazione
patrimoniale e finanziaria e del risultato economico.
Possiamo quindi, dalla lettura dellart. 2423 bis individuare questi altri principi:
Quello della prudenza, (n.1) nella prospettiva della continuazione dellattivit; si vuole
evitare che si indichino utili non effettivamente conseguiti;
vi poi il principio della competenza ( n. 3 e 4); in altre parole nella redazione del bilancio
devono essere indicate le entrate e uscite relative allesercizio considerato,
indipendentemente dal momento in cui vi sia stato lincasso o il pagamento; il bilancio
quindi di competenza e non di cassa.
Altro principio quello della continuit (n.6), e come specificazione del principio di
chiarezza c il n. 5.
I principi di redazione del bilancio possono quindi essere cos riassunti:

Chiarezza;
Correttezza;
Rappresentazione veritiera;
Prudenza;
Competenza;
Continuit.
Stato patrimoniale conto economico e nota integrativa

I titoli di credito in generale

definizione

sono mezzi attraverso i quali si trasferiscono i crediti come beni mobili senza
seguire le regole della cessione del credito

Con i titoli di credito si rende veloce e sicura la circolazione della ricchezza permettendo il
trasferimento del credito relativo ad una somma di denaro (o ad altri beni) senza incorrere
nei rischi e nelle lentezze che si avrebbero usando il contratto di cessione del credito.
Vediamo, quindi, attraverso l'analisi dei titoli di credito come si giunti a tale risultato:
contenuto del titolo

promessa unilaterale di pagamento o ordine


di pagamento di una somma di denaro

incorporazione
legittimazione
caratteristiche del titolo di credito

letteralit
autonomia

al portatore
modo di circolazione secondo il tipo di
titolo

all'ordine
nominativi

Nel caso di smarrimento o sottrazione di titoli di credito all'ordine o nominativi


necessario seguire una procedura di ammortamento, per cercare di recuperare il credito
rappresentato nel titolo.
Incorporazione
Abbiamo detto che i titoli di credito circolano come i beni mobili;
a questo risultato si giunti attraverso un artifizio, quello di considerare contenuto nel
titolo il diritto di credito.
si parla, allora, di incorporazione del diritto nel titolo
Documento e diritto quasi si identificano, divengono unica cosa, tanto che la distruzione o
lo smarrimento del documento portano alla perdita del diritto in esso contenuto, a meno di
non dover usare la difficile ed insicura procedura di ammortamento.
Legittimazione
I titoli di credito circolano come i beni mobili.
Per il trasferimento dei beni mobili , di regola, necessario il semplice consenso seguito
dalla consegna del bene.Anche i titoli di credito sono trasferiti nella stessa maniera, cio
con la consegna del bene.
Baster, quindi, il possesso del titolo per essere legittimato ai diritti in esso contenuti, per
divenire "portatore legittimo".
In verit non i tutti casi basta il possesso del titolo per essere considerato portatore

legittimo. Nei titoli nominativi anche necessario riportare il nome del legittimato sul
titolo e sui registri dell'emittente, ma, in ogni caso sempre necessario il possesso del
titolo a cui potranno aggiungersi, di volta in volta, nuovi elementi, come l'intestazione del
possessore, l'ordine di pagamento etc.
Letteralit
Se titolo e diritto sono la stessa cosa, anche vero che il titolo deve possedere in s tutte le
caratteristiche che permettono di riconoscere esattamente il contenuto di quel diritto, la
prestazione dovuta dal debitore.
si parla di letteralit nel senso che il debitore deve adempiere in conformit a quanto
indicato nel titolo non essendogli consentito di riferirsi ad altri rapporti non menzionati nel
titolo n al creditore di pretendere qualcosa di diverso rispetto a ci che dal risulta dal
titolo
Autonomia
Tratto fondamentale dei titoli di credito la rapidit e sicurezza della circolazione dei
crediti incorporati. Ci vuole anche dire che il terzo possessore legittimo del titolo, nel
momento in cui andr a riscuotere la somma dovuta, non si potr vedere opposte dal
debitore le eccezioni relative ai rapporti con gli altri creditori.
Se, ad esempio, il debitore ha emesso una cambiale per pagare una partita di merce a
favore del venditore e quest'ultimo ha trasferito il titolo ad un terzo, il debitore non potr
evitare di pagargli la cambiale asserendo di non aver ricevuto ancora la merce.
si parla di autonomia per indicare l'indipendenza del diritto del portatore legittimo rispetto
a quelli degli altri creditori che gli hanno trasferito il titolo
Questa una conseguenza della "mobilizzazione" del credito, ma non l'unica, perch
l'autonomia del diritto del possessore pu spingersi sino al punto che, se anche il titolo
fosse stato sottratto, il possessore potrebbe sempre esercitare il suo diritto a patto di aver
ricevuto il possesso del titolo in buona fede, senza sapere,cio, della sottrazione del titolo.
questa un'applicazione della regola prevista per i beni mobili secondo cui:" il possesso in
buona fede vale titolo" espressamente richiamata dall'art. 1994 c.c. in tema di titoli di
credito.

Al portatore

secondo l'art.2003 codice civile:


Il trasferimento del titolo al portatore si opera con la consegna del titolo. Il possessore del
titolo al portatore legittimato all'esercizio del diritto in esso menzionato in base alla
presentazione del titolo.
il modo pi semplice per trasferire il titolo perch basta la semplice consegna per
trasferire anche il diritto di credito in esso contenuto. Nei titoli al portatore l'identificazione
con i beni mobili trova la sua piena realizzazione, tanto che il deterioramento, la
distruzione o sottrazione del titolo comporta quasi la perdita del diritto,come avviene nel
caso dei beni mobili. Vediamo,nel dettaglio, le tre ipotesi:
titolo deteriorato
art. 2005 c.c.
titolo smarrito o
sottratto
art.2006 c.c.
distruzione del
titolo
art.2007 c.c.

possibile ottenerne la sostituzione dallo emittente ma solo quando sia


sicuramente identificabile ma non pi idoneo alla circolazione
non ammesso l'ammortamento dei titoli al portatore smarriti o sottratti;
si pu solo ottenere la prestazione dall'emittente dopo che si fornita la
prova della sottrazione e decorso il termine di prescrizione del titolo
si pu chiedere all'emittente il rilascio di un
duplicato o di un titolo equivalente solo dopo averne provata la
distruzione

All'ordine
nel titolo all'ordine, oltre la consegna del titolo, necessaria la girata scritta sul titolo.
Questa si concretizza in un ordine che il vecchio possessore del titolo (girante) rivolge al
debitore di pagare al nuovo creditore (giratario) al quale ha trasferito il possesso
Il titolo all'ordine circola,dunque, grazie anche alla alla girata.
Ovviamente il giratario che ha ricevuto il titolo, pu a sua volta girarlo ad un altro soggetto
e quest'ultimo pu compiere la stessa operazione. Il debitore dovr pagare all'ultimo
giratario che, per, risulti tale da una serie continua di girate.
La situazione pu aversi in questi termini:
il girante scrive sul titolo questa dichiarazione:"e per me pagate a Mevio" segue la firma
del girante;
oppure c' solo la firma del girante, mentre il giratario provveder ad aggiungere il suo
nome al momento della riscossione del credito.
Della girata parleremo diffusamente quando tratteremo della cambiale.

Nominativi

Secondo l'art. 2021 c.c.


il possessore di un titolo nominativo legittimato all'esercizio del diritto in esso
menzionato per effetto dell'intestazione a suo favore contenuta nel titolo e nel registro
dell'emittente
Il titolo nominativo quello che conosce diversi modi di circolazione; vediamoli:
doppia intestazione
art. 2021 c.c.
emissione di un nuovo
titolo
art. 2022 c.c.
girata
art. 2024 c.c.

sul titolo bisogna indicare sul titolo e sui registri


dell'emittente il nome del nuovo legittimato
si rilascia un nuovo titolo intestato al nuovo titolare. Del
rilascio deve essere fatta annotazione nel registro;
questa operazione detta transfer
il titolo pu essere trasferito anche mediante
girata autenticata da un notaio o da un agente di cambio: il
nome dell'ultimo giratario dovr poi essere annotato nei
registri dell'emittente

Cambiale
definizione

un titolo di credito all'ordine ed astratto che attribuisce al possessore


legittimo il diritto di farsi pagare dall'autore del titolo o da colui che ha
ricevuto l'ordine dall'autore del titolo una somma determinata alla
scadenza e nel luogo indicati

La cambiale prevista e regolata nel r.d. del 14 dicembre 1933 n. 1669, comunemente
detta"legge cambiaria".
Vediamone le caratteristiche fondamentali:
titolo astratto
titolo formale
titolo all'ordine
titolo esecutivo

nella cambiale non risulta il rapporto tra autore del titolo


(emittente) e primo prenditore della cambiale,non risulta "il
perch" dell'emissione
la cambiale per valere come tale deve rispondere a
determinati requisiti previsti dalla legge
normalmente circola secondo le regole previste per i titoli
all'ordine
se regolarmente bollato sin dall'origine pu far iniziare un
processo esecutivo

Vediamo, ora, quali sono i tipi di cambiale e i motivi che spingono le parti ad obbligarsi.
Cominciamo dal primo tipo di cambiale, il "pagher"

vaglia
cambiario o
cambiale
propria o
pagher
rapporto di
valuta

l'autore del titolo (emittente) si obbliga a pagare incondizionatamente al


possessore del titolo una somma di denaro ad un determinata scadenza
quello che intercorre tra emittente e primo prenditore della cambiale che
giustifica l'emissione della cambiale (es. mutuo)

Pi complessa , invece, la struttura del secondo tipo, la tratta:


vi sono tre soggetti: autore del titolo (traente) ordina ad un altra persona
cambiale tratta (trattario) di pagare in maniera incondizionata una somma di denaro in
favore di un altro soggetto (primo prenditore o beneficiario)
rapporto di
quello che intercorre tra traente (emittente) e primo prenditore della
valuta
cambiale che giustifica l'emissione della cambiale (es. mutuo)
quello che intercorre tra traente e trattario che permette al traente di
rapporto di
ordinare al trattario il pagamento della somma al prenditore (es. il trattario
provvista
debitore del traente)
La legge cambiaria si occupa principalmente della cambiale tratta le cui regole sono
applicabili al vaglia cambiario se non espressamente derogate dalle poche norme ad esso
dedicate.

Cambiale in bianco

definizione

si ha cambiale in bianco quando al momento dell'emissione del titolo sono


presenti almeno la firma dell'emittente o del traente e la denominazione di
cambiale , mentre possono mancare gli altri elementi essenziali che
verranno aggiunti quando verr presentato il titolo per il pagamento

Parlando del contenuto della cambiale abbiamo visto quali sono gli elementi indispensabili
per essere considerata tale. Tuttavia tali elementi devono sussistere quando il titolo
presentato per il pagamento. Di conseguenza possibile emettere una cambiale priva di
alcuni requisiti essenziali,la cambiale in bianco.
La cambiale in bianco di solito emessa perch necessario stabilire successivamente gli
altri elementi del titolo.
Il negozio tra emittente e prenditore relativo al riempimento della cambiale prende il nome
di "convenzione di riempimento", vediamone le caratteristiche:
il riempimento deve avvenire nel termine di tre anni dal giorno di
convenzione di
emissione della cambiale
riempimento
la decadenza non opponibile al portatore di buona fede, al quale il titolo

sia pervenuto gi completo


non possibile riempire il titolo in difformit degli accordi, ma questi
non possono essere opposti al portatore che abbia acquistato la cambiale
in buona fede e senza colpa grave

Girata
(propria-impropria)

definizione

un ordine che il girante rivolge al debitore di pagare la somma


indicata al nuovo creditore (giratario) a cui ha trasferito il possesso

Essendo la cambiale un titolo all'ordine circola mediante girata, a meno che il traente
abbia inserito nella cambiale le parole "non all'ordine" o un'espressione equivalente. In tal
caso il titolo trasferibile solo nella forma e con gli effetti di una cessione ordinaria del
credito;
La funzione della girata duplice, vediamola:
con la girata si trasferisce il diritto di credito contenuto nel titolo
trasferimento
il girante diviene obbligato cambiario di regresso
garanzia
Quando la girata produce i suddetti effetti si dice "propria" che, a sua volta, pu essere
distinta in:

girata piena

la girata espressa con la formula" e per me pagate a ...", segue la


firma del girante
sul titolo c' solo la firma del girante;

girata in bianco
Secondo l'art. 20 l.c. :"Il detentore della cambiale considerato portatore legittimo se
giustifica il suo diritto con una serie continua di girate" escluso il caso della girata in
bianco.
Consideriamo, ora, il contenuto e la forma della girata:

la girata deve essere incondizionata. Qualsiasi condizione alla quale sia


subordinata si ha per non scritta

contenuto

la girata parziale nulla


la girata al portatore vale come girata in bianco

deve essere scritta sulla cambiale o su un foglio ad essa attaccato


(allungamento)
deve essere sottoscritta dal girante
forma
pu essere apposta sulla faccia anteriore o a tergo del titolo, ma se in
bianco deve essere scritta a tergo o sull'allungamento

Anche in questo caso vale il principio dell'autonomia, ulteriormente puntualizzato nell'art.


21 l.c.
Se la girata non produce tutti gli effetti suoi tipici, si dice " impropria" e contiene le
seguenti clausole:
per procura
per incasso o
espressione
equivalente

in tal caso il giratario non acquista la propriet del titolo, ma incassa la


cambiale in nome e per conto del girante. Non pu girarla.

il giratario diviene creditore pignoratizio sulla cambiale; non pu girarla


valuta in garanzia (salvo che per procura) ma pu esercitare tutti i diritti relativi al titolo ed
valuta in pegno a lui non possono essere opposte eccezioni fondate sui rapporti degli
obbligati con il girante

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