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Analisi matematica

Calcolo combinatorio
n!
Disposizioni semplici Dn,k=n(n-1)(n-2).....(n-k+1)=
 n  k ! (0 k n) diff. Per un elemento o per l’ordine
con ripetizione Drn,k=nk kN0 diff. Per due el. Dist. Che occupano lo stesso posto

Permutazioni semplici Pn=Dn,n=n !


( ,  ,...) n!
elementi ripetuti Pn 
 !  !...

 n  n(n  1)    (n  k  1) Dn ,k
Combinazioni semplici Cn,k      diff. Per un elemento
k  k! Pk
 n  k  1  n  k  1 n  k  2     n  1 n
con ripetizione C ' n ,k    
k  k!

n n!  n n n 
   
0 1     
 k  k! n  k !   k  n  k 

 n   n   n  1 n  n n  k
Stifel         ricorrenza     
 k   k  1  k  1  k  1  k  k  1

Limiti
Per il calcolo dei limiti ( x tende ad un numero finito o all'infinito ), si utilizzano le formule seguenti quando sono noti i
limiti finiti l e m. Noti: lim f(x)=l e lim g(x) = m
 f  x  l
lim  f  x  g  x  l  m lim    m  0
 g  x  m
ln f  x 
Per log a f  x usare : log a f  x  pe
ln a
Nei casi esclusi dalle regole precedenti o per limiti infiniti si possono applicare le seguenti relazioni formali.

Somma:
l    ;      ;  

Prodotto:
l       l  0;         
Vale la regola dei segni.

Quoziente:
l 
  l  0 ;  
0 0
l 0
 0;  0
   
l     l  
Esponenziale:      0
l  1  ; 0  l  1 
        
l 0 l
    m       m  0
 
m  0

   
      ; m  0

   
   0

0
   0

0
     
 

Logaritmo:
ln  0    ; ln     
ln f  x  
Per log a f  x usare : log a f  x  
ln a 

Limiti notevoli
x x 1
 1    
1) lim 1    e; 2) lim 1    e ; 3) lim 1  x  x  e;
x   x  x   x  x  0
ex ln x
6) lim   ; 7) lim  0; 8) lim
x   x  x   x x  0
ex  1 e f
 x  1
9) lim  1; 10) lim  1; 1
x  0 x f  x  0 f  x

sen x sen ax
13) lim  1; 14) li m  1 
x  0 x x  0 ax
1  1 
18) lim x sen  0 
 poichè x sen  x 
; 19) li
x  0 x  x  x 
Forme indeterminate
0 
1,2) e si applica la formula di De L'Hopital
0 
f  x f ' x
lim  lim
g  x g ' x
 numeratore di grado n
Per le funzioni razionali fratte con 
 den om inatore di grado d
 per n  d

ax n  ...  a
lim   per n  d
x   bx d  ...  b
0
 per n  d

3) 0  Si riconduce al caso
0  f ( x)
o  f  x  g x 
1
oppure f  x  g x
0 
g  x
4,5,6) 00 ; 0 ; 1 Si trasforma usando
lim g  x  ln f  x  l  forma ind. 0    ;  lim f  x g  x 
 lim e g x

7)  Si riporta ad uno dei precedenti casi:

 g  x
 1
g  x  f  x  0
lim  l  f  x  g  x    forma ind .  se l  1 op
f  x  1  0

 f  x 
Se ci sono radicali si può razionalizzare: si moltiplica e si divide per lo stesso fattore, che elimina la differenza (o somma) fra
radicali; ad es. se la funzione è del tipo  , si moltiplica e si divide per 

Derivate
y=c y' = 0 y = logx = lnx y' 
1
x
y = xn y' = nxn-1 y = ax y' = ax loga
y = senx y' = cosx y = ex y' = ex
1
y' 
y = cosx y' = -senx y = arc senx 1 x 2
1 1
y = tgx y'   1  tg 2 x y = arc cosx
y'  
2
cos x 1 x 2
1 1
y = ctgx y'    (1  ctg 2 x) y = arc tgx y' 
2
sen x 1 x2
y x 1 1
y'  y = arc cotgx y'  
2 x 1 x2
y   f  x  f '  x 
g x

y '   f  x   g  x   g '  x  log f  x   g  x 


y n
x 1 
y' 

n
n x n 1  f  x 
y = logax 1 1
y'  loga e 
x x ln a

Funzione potenza
x
Dc  0 Dx n  nx n 1 Dx  1 D x  sgn x 
x
1 1 1 1
Dn x  D  2 D x 
n
n x n 1 x x 2 x
Funzioni goniometriche D sin x  cos x D cos x   sin x
1 1
Dtgx   1  tg 2 x Dctgx    (1  ctg 2 x )
2
cos x 2
sen x

1 1 1
Funzione logaritmica D log a x  log e  D ln x 
x a x ln a x

Funzione esponenziale Da x  a x ln a De x  e x

Inverse delle funzioni goniometriche


1 1 1
D arcsen x  D arccos x   D arctg x 
1 x2 1 x2 1 x2
1
D arctg x  
1 x 2

Regole di derivazione
Dkf ( x)  kf ' ( x) D[ f ( x )  g ( x )]  f ' ( x )  g ' ( x )
D[ f ( x)  g ( x)]  f ' ( x) g ( x)  g ' ( x) f ( x)

f  x f '  x  g x  g'  x  f  x
D  Df [ g ( x)]  f '[ g ( x)]g ' ( x)
g x  g x 2
   f '  x  1
D f  x     f  x   g  x   g '  x  log f  x   g  x 
g x
 D ln x 
 f  x  x
D f  x    n f  x    f '  x
n n 1

f '  x
Da f  x   a f  x   ln a  f '  x  De f  x   e f  x   f '  x  D ln f  x  
f  x

Studio di funzione

Affinché una funzione y = f(x) sia continua nel punto x = c devono verificarsi contemporaneamente le seguenti
condizioni:
1) esistenza del valore della funzione per x = c;
2) esistenza del limite finito l della funzione per x  c (cioè lim f ( x)  lim f ( x)  l );
x c  x c
3) coincidenza tra l e f(c).
Quando anche una sola delle tre condizioni non è verificata si dice che la funzione è discontinua e che x = c è un punto
di discontinuità per la funzione (o anche punto singolare).

Punti di discontinuità di prima specie


Si dice che per x=c la funzione y = f(x) ha un punto di discontinuità di prima specie, quando esistono e sono finiti e
diversi tra loro i limiti dalla destra e dalla sinistra della funzione, a prescindere dall’eventuale valore della f(x) per
x=c lim f ( x)  lim f ( x)
x c  x c
Punti di discontinuità di seconda specie
Si dice che per x=c la funzione y = f(x) ha un punto di discontinuità di seconda specie, quando non esiste, o non esiste
finito, uno almeno dei due limiti dalla destra o dalla sinistra di c.

Punti di discontinuità di terza specie


Si dice che per x=c la funzione y = f(x) ha un punto di discontinuità di terza specie o eliminabile, quando esiste
finito, il limite per x  c di f(x), ma f(c) o non esiste o è Per
diversa dal valore
ricercare tuttidel limite.
i flessi anche quelli a tg. Obliqua
f ' ' ( x)  0 (condizione necessaria non sufficiente)
Grafico probabile di una funzione
f ' ( x1 )f ' ' ( x1 ) f ' ' ' ( x1 ) f IV ( x1 )
a) determinare il dominio individuando dove f è continua
b) determinare le eventuali intersezioni del suo grafico con gli assi coordinati ordine dispari ordine pari
c) studiare il segno della funzione individuando l’insiemedi0 positività = 0 e negatività
0 fl. obliq.
d) calcolare i limiti della funzione per x   e in corrispondenza
0 =ai0suoi punti  0 ne min.
=0di discontinuità, deducendo
ne max.gli ne flessi.
eventuali asintoti orizzontali e verticali la curva volge la concavità verso
e) tracciare, tenendo conto degli elementi acquisiti, il grafico probabile della funzione.l’alto > 0
la curva volge la concavità verso il
basso < 0
Flessi a tg. orizzontale
Ricerco la 1a derivata  0
f ' ( x1 )f ' ' ( x1 ) f ' ' ' ( x1 ) f iV
( x1 ) f V ( x1 )
ordine pari ord. dispari
=0 >0 min
<0 max
=0 =0 >0 fl. asc.
<0 fl. disc.
=0 =0 =0 >0 min
<0 max
=0 =0 =0 =0 >0 fl. asc.
<0 fl. disc.
f'(xi) > 0  funz.crescente f''(xi) > 0  concavità verso l'alto
f'(xi) < 0  funz decrescente f''(xi) < 0  concavità verso il basso

per trovare i flessi si pone f''(x) = 0 , si studia il segno di f''(x) nell'intorno dei valori trovati, se f''(x) cambia segno tra
destra e sinistra del punto considerato si ha un flesso altrimenti no.

Se si ha un max o un min a tg orizzontale  f'(x0) = 0

Condizione necessaria, non sufficiente, affinchè vi sia un flesso in x0 è che f''(x0)=0


Per trovare i flessi perciò si deve porre f''(x)=0
Si studia quindi il segno della f''(x) nell'intorno dei valori trovati
Se f''(x) cambia di segno a destra e a sinistra del punto considerato si ha un flesso altrimenti no.

Se f'(x0) > 0  funzione crescente in x0 Se f''(x0) > 0  concavità verso l'alto


Se f'(x0) < 0  funzione decrescente in x0 Se f''(x0) < 0  concavità verso il basso

Massimi e minimi: se si ha un massimo o minimo relativo a tangente orizzontale  f'(x0) = 0

Massimo relativo + - Segno f'(x) Minimo relativo Segno f'(x)


- +
x0 x0

Tabella delle primitive

1 1
x
n
dx  x n 1  c ,  n  1  1 x dx  arctg x  c
n 1 2

1 1 x
 dx  x  c  xdx  2 x c 
2
dx  arcsen c
a2  x2 a
2
 x dx 
3
x2  c
a
1 1 x
dx  arctg  c,  a  0 
2
x 2
a a
1
 x
dx  2 x  c

x
dx  x2  a  c
x a2

1 1
 x2
dx    c
x 
x
dx   a  x 2  c.  a  0 
1 ax 2

 dx  ln x  c 1 1 ax
x
a 2
 x2
dx 
2a
ln
ax
c
 sen xdx   cos x  c
1 1 xa
 sen axdx  
1
cos ax  c x 2
a 2
dx 
2a
ln
xa
c
a
1
 cos xdx  sen x  c  cos axdx 
1
sen ax  c  x a2 2
dx  ln x  x2  a2  c
a
1 1 x
 dx  tgx  c  sen x dx  ln tg 2  c  ln cos ecx  ctgx  c
cos 2 x
1 1 x 
 dx  ctgx  c  cos x dx  ln tg  2  4   c  ln sec x  tgx  c
sen 2 x
1
 tgxdx   ln cos x  c  sen
2
 x  sen x cos x   c
xdx 
2
 cot g xdx  ln sen x  c 1
 cos xdx  2  x  sen x cos x   c
2

 e dx  e  c
x x
1 1 2 x 2 
a dx  ax c  a 2  x 2 dx   a arcsen  x a  x   c
x 2

ln a 2 a 
1
 1 x 2
dx  arcsen x  c

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