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Paolo Zoboli

Unidea del Surrealismo*


Lexistence est ailleurs.
BRETON

1. Breve cronaca del Surrealismo


Tracciamo innanzitutto alcune linee essenzialissime di cronaca del Surrealismo1. Allindomani della Prima guerra mondiale, un giovane poco pi che
ventenne di nome Andr Breton conosce a Parigi altri giovani pi o meno coetanei e anchessi disgustati dallorrore e dallassurdit del conflitto Philippe
Soupault e Louis Aragon, ai quali si unisce presto Paul luard , con i quali d
vita nel 1919 alla rivista Littrature (Letteratura). Sono gli anni dellincontro con il movimento pi eversivo e negatore che si ricordi: Dada, nato in
Svizzera nel 1916, allinizio del 1920 giunge nella capitale francese con il suo
fondatore, il rumeno Tristan Tzara2. Ma, dopo i primi mesi di collaborazione,
Breton e Tzara giungono alla rottura: DAD NON SIGNIFICA NULLA, aveva
proclamato questo, in tutte maiuscole, nel manifesto dad 1918; Ora si sa che la
poesia deve portare da qualche parte, ribatte quello, gi nel giugno del 1920,
in uno scritto sui Canti di Maldoror del misterioso Lautramont, che rester
sempre il suo principale punto di riferimento3. Meno di due anni pi tardi la
rottura consumata: e, dopo un periodo di gestazione di altri due anni, il movimento di Breton nasce ufficialmente con il Manifesto del Surrealismo, pubblicato nellottobre del 1924, pochi mesi dopo la chiusura di Littrature4.
Il Surrealismo si propone una rivoluzione totale, una rifondazione ab imis
delluomo basata sulla liberazione dellinconscio, che non pu riduttivamente
* Queste pagine sono state scritte per un breve intervento sul Surrealismo letterario nellambito della conferenza di presentazione Lesperienza surrealista nelle avanguardie di primo Novecento, tenuta presso lISIS Dalla
Chiesa di Sesto Calende (VA), il 12 aprile 2014, in occasione della Esposizione di stampe surrealiste organizzata,
in collaborazione con lISIS Keynes di Gazzada-Schianno (VA), dalla prof.ssa Anna Gamardella e dal prof.
Mauro Squarzanti, che hanno invece parlato del Surrealismo pittorico. Tale intervento, circoscritto nel breve
giro di mezzora e destinato a ragazzi delle classi quinte di entrambi gli Istituti, ha cercato per questo di fornire non pi che una sintetica idea del Surrealismo; ma, del movimento di Breton, si sforzato anche di proporre unidea ben determinata, tralasciandone i tormentati rapporti con la politica e inserendolo, piuttosto,
nella grande vicenda della poesia moderna dal Romanticismo tedesco al Simbolismo francese e oltre, allinsegna di quella vertiginosa ricerca au fond de lInconnu che Baudelaire invoca alla fine delle Fleurs du mal.
1 Alle voci della Bibliografia conclusiva si rinvia, in forma compendiosa, per mezzo delle abbreviazioni adottate nella stessa. Sulla storia del Surrealismo fondamentale ma naturalmente di parte la testimonianza dello stesso fondatore: Andr BRETON, Entretiens radiophoniques (1913-1952) [Conversazioni radiofoniche (19131952), 1952], trascritti in BRETON 1973, pp. [13]-222 (dora in poi: Entretiens); si veda poi NADEAU (con
unampia antologia di Documenti surrealisti [1924-1939], pp. [179]-423); e il profilo di Breton offerto da BINNI.
2 Su Dada si veda TZARA e in particolare lIntroduzione al volume di Giampiero Posani, ibi, pp. [VII]-XXXIX.
3 manifesto dad 1918, in TZARA, pp. [5]-14 (a p. 6); Les Chants de Maldoror par le comte de Lautramont, in
BRETON 2004, pp. 64-[68] (a p. 65): si veda in proposito LAUTRAMONT.
4 Manifesto del Surrealismo (1924), in BRETON 2003, pp. [9]-49 (dora in poi: Manifesto).

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identificarsi con un semplice movimento artistico: per Breton larte un mezzo, non un fine. E subito il nuovo movimento si dota di un suo organo, la rivista dal titolo emblematico La Rvolution surrealiste (La rivoluzione surrealista). Per qualche tempo Antonin Artaud, unitosi al gruppo, tenta di portare alle logiche conseguenze le premesse del Manifesto, ma Breton, dopo un
periodo di relativa assenza, riprende in mano il movimento, del quale diventa
una sorta di dittatore che giunge a espellere compagni di strada vecchi (perfino
Soupault) e nuovi (lo stesso Artaud). Da lui propiziata, la svolta inattesa verso
la politica avviene nellestate del 1925, con un avvicinamento non privo di equivoci e di contrasti ai redattori della rivista Clart, vicini a Trockij e critici
verso il Partito Comunista Francese (PCF), al quale peraltro Breton, luard e
Aragon qualche tempo dopo si iscrivono. Lintento quello di unire rivoluzione spirituale surrealista e rivoluzione materiale marxista: ma gi allora un
marxista ex surrealista come Pierre Naville afferma che esse sono inconciliabili5. Per Breton, comunque, quello dei comunisti solo un programma minimo e sia lui che gli altri che si sono iscritti al Partito rifiutano limpegno diretto, restando sempre ai margini dellattivit rivoluzionaria6. Intanto, come ricorder Breton nel 1952, quegli stessi anni (1926-1929) vedono una fioritura
di opere surrealiste che spesso considerata come la pi splendida: e cita, fra
gli altri, i suoi Nadja e Le Surralisme et la Peinture (Il Surrealismo e la pittura), di
Aragon Le Paysan de Paris (Il paesano di Parigi) e Trait du style (Trattato dello stile),
di luard Capitale de la douleur (Capitale del dolore) e LAmour la Posie (Lamore la
poesia)7.
Nel dicembre del 1929 lultimo numero della Rvolution surraliste accoglie il Second Manifeste du Surralisme, edito in volume lanno dopo;8 e, annunciata al termine del Manifesto, nel luglio del 1930 esce la rivista Le Surralisme au
service de la Rvolution (Il Surrealismo al servizio della rivoluzione). Quellanno si aggiungono alle file del Surrealismo Salvador Dal e Ren Char, che
sono a fianco di Breton quando, fra il 1931 e il 1932, si consuma lo scontro
con Aragon, che abbandona il Surrealismo per spostarsi completamente sulle
posizioni del PCF, dal quale invece, nel luglio del 1933, Breton ed luard vengono espulsi.
Con questi anni la parabola del Surrealismo, che non riuscito a conciliare
le due rivoluzioni, quella spirituale e quella materiale, sembra chiusa: da un
punto di vista prevalentemente politico scrive Lanfranco Binni nel 1971 quando afferma che ormai il Surrealismo una setta di artisti, una chiesuola poetica guidata da Breton, incarnazione in terra del surrealismo; dal punto di vista opposto, gi nel 1935 Carlo Bo, che proprio in quegli anni sta elaborando
la concezione teorica dellErmetismo, registra con delusione la svolta verso il
materialismo storico (il dichiarato primato della materia sul pensiero) del
5

La crisi Naville, in NADEAU, pp. [85]-89.


BINNI, pp. 107-110.
7 Entretiens, p. 138: per Nadja e Il Surrealismo e la pittura si vedano rispettivamente BRETON 1977 e BRETON
2010.
8 Secondo Manifesto del Surrealismo (1930), in BRETON 2003, pp. [57]-120 (dora in poi: Secondo Manifesto).
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UNIDEA DEL SURREALISMO

movimento sulla scia del quale lErmetismo, erede anchesso della grande avventura simbolista, per molti aspetti sta crescendo9. Non sar inutile ricordare
come nel 1944 lo stesso Bo, proprio intorno al termine della parabola vitale
del movimento di cui stato il teorico, ci consegni un importante Bilancio e
unimportante Antologia del surrealismo10.
Insomma, se la rivoluzione surrealista non poteva identificarsi con quella
marxista economica, politica, sociale perch si presentava come una rivoluzione essenzialmente spirituale, per lo stesso motivo, nelle intenzioni del suo
fondatore, il Surrealismo non poteva essere considerato semplicemente un
movimento artistico: e questo naturalmente, gi nel 1935, non poteva sfuggire
a Bo, di l a poco autore del manifesto dellErmetismo dal titolo emblematico
Letteratura come vita (1938). Peraltro nel 1957 un critico sodale come Maurice
Nadeau scriveva: In attesa di un supplemento di istruttoria, bisogna rassegnarsi a considerare il surrealismo una scuola letteraria, molto diversa da tutte
quelle che lhanno preceduto e la pi prestigiosa di quelle formatesi dopo il
romanticismo11.
2. Il Surrealismo nella storia della poesia moderna
Inseriamo dunque il Surrealismo nella grande vicenda della poesia moderna; e
facciamolo a partire da due opere fondamentali di due grandi studiosi svizzeri,
entrambi appartenenti alla cosiddetta scuola di Ginevra: Lanima romantica e il
sogno. Saggio sul romanticismo tedesco e la poesia francese (19371, 19392) di Albert Bguin e Da Baudelaire al surrealismo (19331, 19402) di Marcel Raymond12. Il quadro che i due studiosi tracciano unitario: dal Romanticismo tedesco di fine
Settecento fino appunto al Surrealismo. Aggiungiamo, a ideale prosecuzione,
un altro studio ormai classico: La struttura della lirica moderna. Dalla met del XIX
alla met del XX secolo del tedesco Hugo Friedrich (19561, 19662)13.
Dal Romanticismo tedesco, e in particolare dalle riflessioni teoriche di Novalis, nasce una nuova concezione della poesia che, attraverso una figura chiave come Grard de Nerval, giunge a Charles Baudelaire, vero punto di snodo,
con la sua opera poetica e la sua opera teorica, della poesia moderna. Dalla
straordinaria ricchezza della sua eredit si dipartono secondo Raymond, allinsegna della medesima ricerca dellIgnoto che costituisce il cuore di questa poesia (al fondo dellIgnoto per trovare del nuovo!, aveva invocato Baudelaire al
culmine dei Fiori del male), due linee diverse ma complementari: quella cerebrale degli artisti, che trova il suo massimo rappresentante in Stphane Mallarm, e quella viscerale dei veggenti, che trova il suo massimo rappresentante in Arthur Rimbaud. Mallarm e Rimbaud saranno, con Baudelaire, i ma9

BINNI, p. 117; BO 1935, p. 280.


BO 1944a e BO 1944b.
11 NADEAU, 177 (Molto tempo dopo..., con data in calce Novembre 1957).
12 BGUIN e RAYMOND.
13 FRIEDRICH.
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PAOLO ZOBOLI

estri del Simbolismo francese di fine secolo e poi di tanta parte della poesia
moderna. La prima linea quella di una poesia astratta e smaterializzata
trover il suo massimo esponente appunto nel grande allievo di Mallarm,
Paul Valry; la seconda quella di una poesia visionaria nutrir, con limportante presenza di Lautramont e dei suoi Canti di Maldoror (1869), appunto
lesperienza surrealista14. A queto proposito risulta assolutamente emblematico
lo scontro del 1929 tra Valry, che dichiara che la poesia deve essere una festa dellintelletto, e Breton, che ribatte che la poesia deve essere un crollo
dellintelletto15. Ma partiamo dalla famosa definizione del Manifesto del 1924:
SURREALISMO,

n. m. Automatismo psichico puro col quale ci si propone di esprimere, sia verbalmente, sia per iscritto, sia in qualsiasi altro modo, il funzionamento reale del
pensiero. Dettato del pensiero, in assenza di qualsiasi controllo esercitato dalla ragione,
al di fuori di ogni preoccupazione estetica o morale.
ENCICL. Filos. Il surrealismo si fonda sullidea di un grado di realt superiore connesso a certe forme dassociazione finora trascurate, sullonnipotenza del sogno, sul gioco
disinteressato del pensiero. Tende a liquidare definitivamente tutti gli altri meccanismi
psichici e a sostituirsi ad essi nella risoluzione dei principali problemi della vita16.

Si tratta, insomma, di lasciar parlare linconscio, attraverso una espressione


verbale non controllata dalla ragione (la scrittura automatica, come Breton
dir nel 1952: ma nel Manifesto si parla propriamente di scrittura meccanica17)
e attraverso il racconto dei sogni. Si pensa immediatamente a Freud: ma nel
Manifesto, in realt, Freud ha un ruolo tutto sommato modesto. Si deve alle alle
sue scoperte, scrive Breton, se di recente stata riportata alla luce una parte
del mondo intellettuale, a mio parere di gran lunga la pi importante, di cui si
ostentava di non tenere pi conto; e molto opportunamente Freud ha concentrato la propria critica sul sogno18. Quando poi ritorna ai primi esperimenti di scrittura automatica condotti nel 1919 e pubblicati in Les Champs magntiques (I campi magnetici, 1921, a quattro mani con Soupault), Breton scrive:
Permeato di Freud comero a quellepoca, e familiarizzato con i suoi metodi dindagine che avevo avuto occasione di praticare un poco su certi malati durante la guerra,
decisi di ottenere da me quello che si cerca di ottenere da loro, cio un monologo proferito il pi rapidamente possibile, sul quale lo spirito critico del soggetto non eserciti alcun giudizio, che non venga quindi intralciato da alcuna reticenza, e che sia quanto pi
esattamente possibile pensiero parlato19.

14 La fortuna di Lautramont inizia proprio con i surrealisti; ma scrive FRIEDRICH, p. 6: Lautramont [...]
esercita oggi [1956] una qualche influenza, ma altro non che una variante peggiorata di Rimbaud (che egli
non conosceva, come Rimbaud non conosceva lui).
15 FRIEDRICH, p. 150.
16 Manifesto, p. 30.
17 Entretiens, p. 62; Manifesto, p. 41.
18 Manifesto, p. 17.
19 Manifesto, pp. 27-28; singolare la sovrapposizione con una famosa formulazione teorica di Tzara: IL
PENSIERO SI FORMA IN BOCCA (dad. manifesto sullamore debole e lamore amaro [1920], IV, in TZARA, pp. [23]-33:
a p. 25). Per I campi magnetici si veda BRETON - SOUPAULT.

UNIDEA DEL SURREALISMO

Freud ha richiamato lattenzione sullinconscio, si concentrato sul sogno e


ha fornito il metodo delle libere associazioni: di Freud non c altro. Il razionalista Freud aveva teorizzato di un inconscio individuale sede delle pulsioni
(per lo pi di natura sessuale) rimosse e per questo responsabili dei sintomi
nevrotici: la psicoanalisi mirava a risalire dai sintomi superficali al rimosso e a
guarire cos la nevrosi. Altrimenti sembra esprimersi Brenton nel Manifesto:
Se le profondit del nostro spirito celano strane forze capaci di dare incremento a
quelle di superficie, o di lottare vittoriosamente contro di esse, abbiamo tutto linteresse
a captarle, a captarle per cominciare, per poi sottometterle, se sar il caso, al controllo
della nostra ragione20.

Ma a questo punto facciamo un passo indietro, agli anni di preparazione del


Surrealismo (1918-1924): i documenti di quel periodo, gli scritti critici di Breton (letterar, artistici, polemici), sono consegnati alla raccolta Les Pas perdus (I
passi perduti), pubblicata proprio alla vigilia del Manifesto, nella primavera del
192421. Fra essi si trova il resoconto della visita di Breton a Freud del 1921: resoconto brevissimo e, come riconoscer poi lo stesso Breton, spregiativo22.
Ma, soprattutto, fra essi si trova lo scritto Entre des mdiums (Entrata dei medium), che comparso su Littrature del dicembre 1922, poco dopo la rottura con Dada costituisce la prima formulazione del Surrealismo (e sar infatti
richiamato nel Manifesto di due anni dopo):
Si sa, fino a un certo punto, che cosa i miei amici ed io intendiamo per surrealismo.
Questa parola, che non di nostra invenzione e che avremmo benissimo potuto abbandonare al vocabolario critico pi vago, da noi usata in un significato preciso. Per mezzo di essa abbiamo convenuto di designare un certo automatismo psichico che corrisponde abbastanza bene allo stato di sogno, stato che oggi assai difficile da delimitare23.

Ecco allora che Breton ci parla, come far poi nel Manifesto, dellesperienza
di scrittura automatica dei Campi magnetici, alla quale si riferisce come allascolto e alla registrazione della voce [...] della nostra incoscienza, di un murmure che basta a se stesso. E aggiunge:
Mai pi in seguito, dove lo [il murmure] facemmo sgorgare con la preoccupazione
di captarlo per degli scopi precisi, ci port assai lontano. E tuttavia era stato tale che non
aspetto ancora rivelazioni se non da esso. Non ho mai smesso di essere convinto che
nulla di ci che si dice o si fa vale al di fuori dellobbedienza a questo dettato magico. C
l il segreto dellattrazione irresistibile che esercitano certi esseri il cui solo interesse
dessersi fatti un giorno leco di ci che si tentati di prendere per la coscienza universa-

20

Manifesto, p. 17.
BRETON 2004.
22 Entretiens, p. 82; Interview du professeur Freud [Intervista del professor Freud, 1922], in BRETON 2004, pp. 94[95].
23 Entre des mdiums [Entrata dei medium], in BRETON 2004, pp. 116-[124] (alle pp. 117-118: le due citazioni
seguenti a p. 118).
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le, o, se si preferisce, di aver raccolto, senza a rigore penetrarne il senso, alcune parole
che cadevano dalla bocca dombra24.

Il limite della scrittura automatica, rileva Breton nel 1922, lincursione [...]
di elementi coscienti e il prevalere di una volont umana, letteraria, ben determinata. Una seconda soluzione data allora dai racconti onirici (rcits de
rves): ma purtroppo anchessi hanno il loro punto debole nella necessit di
affidarsi alla inaffidabile memoria. Infine, la terza soluzione: lo spiritismo da
poco introdotto nel gruppo da Ren Crevel. E qui Breton chiarissimo: Per
quanto mi riguarda, mi rifiuto formalmente di ammettere che esista una qualsiasi comunicazione fra vivi e morti. Piuttosto, le sedute spiritiche servono a
favorire autoipnosi in Crevel e Robert Desnos, che parlano in stato di trance;
ma la chiusa ha un sapore irrimediabilmente ironico: luard, Morise ed io, a
dispetto di tutta la nostra buona volont, non ci siamo addormentati.
Nel testo Freud non neppure nominato; ma, soprattutto, ben altra realt
rispetto a quella teorizzata dal padre della psicoanalisi presenta linconscio di
Breton: voce, murmure che basta a se stesso, dettato magico, forse eco
della coscienza universale. Non ci addentriamo nella definizione di questa
coscienza universale, che forse risente della filosofia di Bergson ma certo ha
anche un sapore parapsicologico o addirittura occultistico: non si tratta certo,
comunque, dellinconscio individuale teorizzato da Freud, bens di una vera e
propria via di accesso a una realt altra, a un grado di realt superiore, appunto a una sur-realt25. vero che nelle conversazioni radiofoniche del 1952
Breton attribuir lo spregiativo resoconto della sua visita al medico viennese
a un deplorevole sacrificio allo spirito dada; ma, una o due pagine dopo, a
proposito del viaggio tentato con la scrittura automatica e con il sonno ipnotico emblematicamente scrive, riferendosi a ben altri modelli:
Via mistica senza dubbio, e della quale sar vano, fino a nuovo ordine, voler parlare
in termini di ragione. Si tratta della ripresa sistematica di una ricerca [qute] che il XIX secolo ha fatto passare al di l di tutte le altre preoccupazioni dette poetiche a partire da Novalis e da Hlderlin per la Germania, da Blake e da Coleridge per lInghilterra, da Nerval
e da Baudelaire per la Francia, e che doveva assumere un carattere davvero sommatorio
forse con Mallarm, a colpo sicuro con Lautramont e Rimbaud26.

Questi poeti, aggiunge poi, hanno avuto lambizione si detto dopo di


loro prometeica [...] di forzare le porte del mistero e di avanzare in terra ignota a dispetto di tutte le proibizioni. Rimbaud pi di ogni altro: un mistico
allo stato selvaggio, lo aveva definito non casualmente Paul Claudel nella sua
24

Entre des mdiums, pp. 118-119; le citazioni seguenti, ibi, pp. 119, 121 e [124].
BINNI, p. 74, riconduce tale concezione ai metapsicologi di fine Ottocento (Myers, Flournoy, Richet,
effettivamente ricordati da Breton nel passo degli Entretiens, p. 82, qui di sguito citato a proposito di Freud):
La concezione metapsicologica tende ad affermare il primato del subconscio sulla coscienza, facendone un
tentacolo di una realt spiritualista trascendentale contrapposta alla realt materiale, come in Myers, oppure
un tentacolo di una realt sotterranea, immanente alla realt materiale, in una sorta di panteismo ugualmente
spiritualista.
26 Entretiens, p. 84 (anche la citazione successiva); la citazione precedente, ibi, 82.
25

UNIDEA DEL SURREALISMO

prefazione alledizione delle opere del 1912. E non casualmente, recensendo


sulla Nouvelle Revue Franaise del 1 maggio 1924 proprio Les Pas perdus,
Marcel Arland definisce lo stesso Breton un mistico senza oggetto e un
profeta senza fede.
Ma che cos la mistica? lesperienza interiore testimoniata nelle diverse
civilt e nelle diverse religioni per mezzo della quale si attinge la realt misteriosa e radicalmente altra del divino (nelle diverse religioni variamente inteso)
in modo immediato, oltre le forme consuete della conoscenza razionale27. Gi
Novalis aveva scritto nei suoi Frammenti:
Il senso per la poesia ha molto in comune con il senso per il misticismo. il senso
per ci che peculiare, personale, ignoto, misterioso, per ci che da rivelare [...]. Rappresenta lirrappresentabile. Vede linvisibile, percepisce limpercepibile28.

Ma soprattutto a Rimbaud che qui appunto occorre rifarsi, e in particolare


alla lettera a Paul Demeny del 15 maggio 1871 (la cosiddetta Lettera del veggente):
Il romanticismo non mai stato giudicato bene. Chi avrebbe potuto giudicarlo? I critici!! I romantici, che mostrano cos bene come la canzone sia cos di rado lopera, cio il
pensiero cantato e capito da colui che canta?
Perch Io un altro. Se lottone si risveglia tromba, non affatto colpa sua. Questo
mi appare evidente: io assisto allo schiudersi del mio pensiero: lo guardo, lo ascolto: lancio un colpo darchetto: la sinfonia si muove nel profondo, oppure arriva dun balzo sulla scena. [...]
Il primo studio delluomo che vuole essere poeta la conoscenza di se stesso, intera:
egli cerca la sua anima, la scruta, la mette alla prova, la impara. Dal momento in cui la sa,
deve coltivarla [...].
Dico che bisogna essere veggente, farsi veggente.
Il Poeta si fa veggente mediante un lungo, immenso e ragionato sregolamento di tutti i sensi. Tutte le forme damore, di sofferenza, di follia; egli cerca se stesso, esaurisce in s tutti
i veleni, per conservarne solo le quintessenze. Ineffabile tortura in cui egli ha bisogno di
tutta la fede, di tutta la forza sovrumana, in cui egli diventa fra tutti il grande malato, il
grande criminale, il grande maledetto, e il supremo sapiente! Poich egli arriva allignoto! Avendo coltivato la sua anima, gi ricca, pi di chiunque altro! Egli arriva allignoto, e anche se, sgomento, finisse col perdere la comprensione delle sue visioni, le ha viste! Crepi pure nel suo balzo attraverso le cose inaudite e innominabili: verranno altri orribili lavoratori; essi cominceranno dagli orizzonti dove laltro si accasciato! [...]
Intanto chiediamo ai poeti del nuovo, idee e forme. [...] I secondi romantici sono molto veggenti: Th. Gautier, Leconte de Lisle, Th. de Banville. Ma poich indagare linvisibile
e ascoltare linaudito una cosa diversa dal riprendere lo spirito delle cose morte, Baudelaire il primo veggente, re dei poeti, un vero Dio. per vissuto in un ambiente troppo artista; e la forma in lui tanto vantata meschina: le invenzioni di ignoto reclamano forme nuove.
[...] Ecco. Cos io lavoro a rendermi veggente. 29

27 Si veda in proposito la monumentale antologia a cura di lemire Zolla, I mistici, e in particolare lampia
Introduzione dello stesso Zolla, pp. [5]-87.
28 Frammenti e studi 1799-1800, n. 671, in NOVALIS, II, p. 773.
29 RIMBAUD, pp. 135, 137, 143 e 145.

PAOLO ZOBOLI

Nel mistico allo stato selvaggio di Charleville si trovano gi i principali


nodi teorici del Surrealismo: la percezione di una realt altra che parla nellIo
(Io un altro), la ricerca dellIgnoto e la necessit di forme nuove per esprimere le invenzioni di ignoto. Il poeta, scrive Hugo Friedrich, pu cos
tentare la cieca fuga verso la profondit prepersonale come pure verso la
vuota trascendenza, lInconnu (lIgnoto) gi posto alla conclusione dei Fiori del
male di Baudelaire, un concetto semplicemente negativo, privo di ogni ogni
contenuto che non sia la radicale alterit rispetto a ci che luomo esperisce
nella realt30. Questa sostanza del Surrealismo ben chiara ai seguaci di Breton. Ad esempio, in un documento del gruppo surrealista risalente al 1925 al
breve periodo dominato da Artaud e anteriore alla svolta politica dellestate di
quellanno Raymond Queneau scrive:
La realt immediata della rivoluzione surrealista non tanto un cambiamento totale
dellordine fisico e apparente delle cose quanto la creazione di un movimento degli spiriti. Lidea di una rivoluzione surrealista qualunque mira alla sostanza profonda e alla sfera
del pensiero... Mira a creare prima di tutto un misticismo di tipo nuovo....31

Nel 1930 il Secondo manifesto del Surrealismo segna per la fine della Rvolution surraliste e della fase pi vitale del movimento. Con leccezione di Lautramont, nel suo furore distruttivo Breton sconfessa tutti i suoi padri spirituali, perfino Rimbaud:
Tengo a precisare che, secondo me, bisogna diffidare del culto degli uomini, per
quanto grandi possano apparire. A parte uno solo: Lautramont, non ne vedo alcuno
che non abbia lasciato qualche traccia equivoca sul suo cammino. Inutile discutere ancora su Rimbaud: Rimbaud si ingannato, Rimbaud ha voluto ingannarci. colpevole davanti a noi di aver permesso, di non aver reso completamente impossibili certe interpretazioni disonoranti del suo pensiero, tipo quella di Claudel,

ovvero quella del mistico allo stato selvaggio32. Ma, certo, le definizioni
del Surrealismo che precedono e seguono il passo citato hanno, ancora una
volta, un sapore fondamentalmente mistico:
Tutto porta a credere che esista un punto dello spirito da cui la vita e la morte, il reale
e limmaginario, il passato e il futuro, il comunicabile e lincomunicabile, lalto e il basso
cessano di esser percepiti come contraddittorii. Ora, sarebbe vano cercare, alla base
dellattivit surrealista, altro movente che non sia la speranza di determinare questo punto.
[]
Lidea di surrealismo tende semplicemente al recupero totale della nostra forza psichica con un mezzo che non altro se non la discesa vertiginosa in noi stessi, lilluminazione sistematica dei luoghi nascosti e loscuramento progressivo degli altri luoghi, la
deambulazione perpetua in piena zona interdetta.

30

FRIEDRICH, p. 64.
NADEAU, p. 200.
32 Secondo Manifesto, p. 67: le due citazioni seguenti, pp. [64] e 75.
31

UNIDEA DEL SURREALISMO

I poeti da Novalis fino appunto a Rimbaud, dir Breton ventanni dopo,


hanno cercato di forzare le porte del mistero e di avanzare in terra ignota a
dispetto di tutte le proibizioni33. Il ripudio di Rimbaud, del resto, naturalmente pretestuoso e occasionale (la polemica contro linterpretazione cristiana
di Claudel), cos come fondamentalmente pretestuoso e occasionale ci sembra
lavvicinamento al marxismo da parte di Breton, che pure ancora nel giugno
del 1935 chiuder il suo Discorso al Congresso degli scrittori con le parole famose:
Trasformare il mondo, ha detto Marx, cambiare la vita, ha detto Rimbaud: per
noi, queste due parole dordine fanno tuttuno34.

Nel 1963 uno studioso della mistica di ogni tempo come lemire Zolla porr esplicitamente e in termini assai diversi il rapporto tra misticismo e marxismo:
Per i marxisti il misticismo o anarchica incapacit di incanalare la rivolta nellunico
solco che la storia offre, pertanto collaborazione di contraggenio con la societ da modificare, oppure semplice appendice di unistituzione ecclesiastica; essi danno definizioni
false ma mirano giusto, poich il mistico potrebbe essere tollerato soltanto nel Regno
della Libert, dove anzi sarebbe labitante naturale, laddove chiaramente riesce fastidioso
nel tempo delledificazione della libert mediante esasperazione della servit35.

Il mistico sarebbe dunque, sostiene Zolla, labitante naturale del marxiano


Regno della Libert; e, quasi ad apertura del primo Manifesto, Breton aveva
infatti scritto, tuttavia riferendosi ancora una volta a una libert di ordine spirituale: La sola parola libert tutto ci che ancora mi esalta; e poi: [La libert] risponde senza dubbio alla mia sola aspirazione legittima; tra le tante disgrazie di cui siamo eredi, bisogna riconoscere che ci lasciata la massima libert
dello spirito36.
La vera vita assente, aveva scritto Rimbaud in Una stagione allinferno:
Lesistenza altrove, gli fa eco Breton con le ultime parole del Manifesto del
192437.
Sesto Calende, 12 aprile 2014

33 Ma loriginale francese ha tous les interdits e presenta dunque anche una significativa coincidenza lessicale con la zone interdite del 1930.
34 Discorso al Congresso degli scrittori, in BRETON 2003, pp. [165]-172 (a p. 172): per la seconda citazione, cfr.
RIMBAUD, p. 349: Ha forse dei segreti per cambiare la vita?; per quanto invece riguarda la prima, ricorda RAYMOND, pp. [277]-278, che si tratta della celebre frase delle Glosse a Feuerbach, in cui Marx afferma che ora
di trasformare un mondo che da troppo tempo e vanamente abbiamo tentato di spiegare.
35 I mistici, p. 8.
36 Manifesto, p. 12.
37 RIMBAUD, p. 347: La vraie vie est absente; Manifesto, p. 49: Lexistence est ailleurs.

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PAOLO ZOBOLI

BIBLIOGRAFIA
BGUIN = Albert BGUIN, Lanima romantica e il sogno. Saggio sul romanticismo tedesco e la poesia francese,
Il Saggiatore, Milano 2003 (La cultura, 571) [edd. originali: 19371, 19392].
BINNI = Lanfranco BINNI, Andr Breton, La Nuova Italia, Firenze 1974 [19711] (Il castoro, 53).
BO 1935 = Carlo BO, Nota sul Surrealismo, Circoli, V, 2, aprile 1935, pp. 217-223; ora in Circoli
(1931-1939), antologia a cura e con introduzione di Mario Boselli e Giovanni Sechi, Di Stefano,
Genova 1962, pp. 276-284, da cui si cita.
BO 1944a = Carlo BO, Bilancio del surrealismo, CEDAM, Padova 1944 (Guide di cultura contemporanea, 12).
BO 1944b = Carlo BO, Antologia del surrealismo, Edizioni di Uomo, Milano 1944.
BRETON 1973 = Andr BRETON, Entretiens (1913-1952) avec Andr Parinaud [...], Gallimard, Paris
1973 (Ides, 284; Littrature) [traduzione redazionale].
BRETON 1977 = Andr BRETON, Nadja, nota di Lino Gabellone, traduzione di Giordano Falzoni,
Einaudi, Torino 1977 (Nuovi Coralli, 188).
BRETON 2003 = Andr BRETON, Manifesti del Surrealismo, introduzione di Guido Neri, traduzione di
Liliana Magrini, Einaudi, Torino 2003 (Piccola Biblioteca Einaudi, n.s., 230; Saggistica letteraria
e linguistica).
BRETON 2004 = Andr BRETON, Les Pas perdus, Gallimard, Paris 2004 (Limmaginaire, 243) [traduzione redazionale].
BRETON 2010 = Andr BRETON, Il surrealismo e la pittura, traduzione di Ettore Capriolo, con uno
scritto di Angelo Sanna, Abscondita, Milano 2010 (Miniature, 84).
BRETON - SOUPAULT = Andr BRETON - Philippe SOUPAULT, I campi magnetici, a cura di Luigi
Fontanella, Newton Compton, Milano 1979 (Paperbacks poeti, 73).
FRIEDRICH = Hugo FRIEDRICH, La struttura della lirica moderna. Dalla met del XIX alla met del XX secolo, traduzione dal tedesco di Piero Bernardini Marzolla, Garzanti, Milano 1973 (I Garzanti,
302) [edd. originali: 19561, 19662].
I mistici = I mistici, a cura di lemire Zolla, Garzanti, Milano 1963.
LAUTRAMONT = Isidore Ducasse comte de LAUTRAMONT, I canti di Maldoror, Poesie, Lettere, introduzione, traduzione e note di Lanfranco Binni, Garzanti, Milano 1990 (I grandi libri Garzanti,
418).
NADEAU = Maurice NADEAU, Storia e antologia del surrealismo, traduzione di Marcello Militello,
Mondadori 1972 (Gli Oscar Studio, 3) [ed. originale: 1964; ma si tenga presente che il testo stato steso nel 1944].
NOVALIS = NOVALIS, Opera filosofica, edizione italiana a cura di Giampiero Moretti e Fabrizio Desideri, Einaudi, Torino 1993, 2 voll. (Nuova Universale Einaudi, 214).
RAYMOND = Marcel RAYMOND, Da Baudelaire al surrealismo, prefazione di Giovanni Macchia, traduzione di Carlo Muscetta, Einaudi, Torino 1968 (Piccola Biblioteca Einaudi, 99) [edd. originali:
19331, 19402].
RIMBAUD = Arthur RIMBAUD, Opere complete, a cura di Antoine Adam, introduzione, revisione e aggiornamento di Mario Richter, versione dei testi poetici di Gian Piero Bona, Einaudi-Gallimard,
Torino 1992 (Biblioteca della Pliade, 2).
TZARA = Tristan TZARA, Manifesti del dadaismo e Lampisterie, a cura di Giampiero Posani, traduzione di Ornella Volta, Einaudi, Torino 1975 (Piccola Biblioteca Einaudi; Serie Testi, 12).

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