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M4nG0
Email: <m4ng0@lilik.ing.unifi.it>
1
1.1
Concetti chiave
Indici
PIL: prodotto interno lordo, si compone dellinsieme di beni e servizi, destinati al consumo o allinvestimento, che il sistema economico produce in
` detto lordo perche contiene la quota di prodotto
un anno al suo interno. E
destinata a sostituire i beni capitali logori (ammortamenti).
Prodotto interno netto: PIL ammortamenti.
PIL reale: quando `e calcolato a valori costanti, cio`e valutando la produzione
ai prezzi di un determinato anno base ( destagionalizzazione, deflazione).
PNL: prodotto nazionale lordo, `e il valore della produzione di beni e servizi
finali prodotti dai fattori nazionali della produzione.
Indici dei prezzi: servono per convertire i valori nominali in valori reali.
IPC: indice dei prezzi al consumo, misura il costo dacquisto di un determinato (e immutato!) paniere di beni rappresentativi di un consumatore medio
( costo della vita, influenza delle importazioni).
Deflatore del PIL: rapporto tra PIL nominale e PIL reale, misura la crescita generale dei prezzi.
IPI: indice dei prezzi allingrosso, misura i prezzi che le aziende pagano sui
mercati allingrosso.
In formule:
Qi1 = quantit`a di beni nellanno base;
Qi2 = quantit`a di beni nellanno corrente;
Pi1 = prezzi dei beni Qi1 ;
Pi2 = prezzi dei beni Qi2 ;
per gli indici di prezzo il paniere `e fisso:
P
IP = P
Pi2 Qi1
100
Pi1 Qi1
1
1.2
Esse determinano il livello di produzione ed il livello dei prezzi. La domanda aggregata esprime la relazione tra spesa di beni e servizi ed il livello
generale dei prezzi. Questa spesa pu`o essere suddivisa nelle seguenti componenti: spesa delle famiglie (C), spesa per investimenti delle imprese (I),
spese di pubblica amministrazione (G) e spesa estera netta (X). Lofferta
aggregata `e la relazione tra quantit`
a di produzione delle imprese ed il livello
dei prezzi, dipende dal livello di tecnologia del sistema economico e dal costo
dei fattori produttivi (capitale, forza lavoro, risorse naturali). La curva di
domanda pu`o essere spostata per mezzo della politica monetaria e fiscale.
Infatti un aumento della domanda aggregata pu`o derivare da un aumento
dellofferta monetaria, da un calo delle tasse e da un aumento della spesa
pubblica. La curva dellofferta pu`o essere spostata per mezzo della politica
fiscale: laumento dellofferta pu`o dipendere dal progresso tecnologico, da
un aumento di disponibilit`a di fattori economici o da un calo dei loro costi.
Lofferta aggregata non `e lineare: ad un basso livello di produzione i prezzi
non subiscono molte variazioni.
1.3
Contabilit`
a nazionale
Spesa per i consumi (C) delle famiglie: `e la parte del reddito che le famiglie
usano per acquistare prodotti. La parte di reddito non spesa dalle famiglie `e
il risparmio (S) che, grazie al mercato dei capitali, viene prestato alle imprese
per finanziare lacquisto di mezzi di produzione (I). Si pu`o cos` esprimere il
reddito (Y ):
Y =C +I e Y =C +S
DOMANDA = C + I = C + S = ALLOCAZIONE DEL REDDITO
Spesa per investimenti (I): la spesa per investimenti lorda `e data dalla
somma della spesa per rimuovere o potenziare la capacit`a produttiva esistente (investimento netto) con la spesa per mantenere intatta la capacit`a
produttiva del paese (ammortamento).
2
Spesa pubblica (G): beni e servizi offerti alla collettivit`a dalla pubblica
amministrazione e da enti senza fine di lucro (sindacati ecc. . . ). ( Difesa
nazionale, istruzione, salute . . . ).
Y = C + I + G (DOMANDA)
Il settore pubblico inoltre raccoglie le imposte (TA) ed effettua trasferimenti
(TR). Le imposte possono essere dirette se pagate dalle famiglie, indirette se
gravano sui beni prodotti. I trasferimenti sono pagamenti (pensioni, sussidi
e interessi su titoli obbligazionari pubblici) che non corrispondono a nessuna
attivit`a svolta.
(ALLOCAZIONE DEL REDDITO) C + S = Y + TR TA (DOMANDA)
Spesa per il commercio con lestero (X): dobbiamo aggiungere alla
domanda globale dei beni prodotti nel paese le esportazioni (XE) e togliere
le importazioni (XI).
X = XE XI
(ESPORTAZIONI NETTE)
(DOMANDA) Y = C + I + G + X
Combinando le equazioni:
(ALLOC. DEL REDDITO) C+S = C+I+G+X+TRTA (DOMANDA)
S I = (G + TR TA) + X
Risorse ed impieghi: le risorse sono costituite dai beni e servizi prodotti
nel paese considerato, cio`e il PIL pi`
u i beni e servizi importati dallestero.
Quindi se sommiamo al PIL le importazioni XI otteniamo i consumi privati
e pubblici pi`
u gli investimenti lordi pi`
u le esportazioni. Se le risorse interne
non sono sufficienti a soddisfare la domanda interna del bene aumenteranno
le importazioni. Le esportazioni nette avranno allora valore negativo.
Il settore privato
2.1
una funzione lineare crescente del reddito disponibile (Yd ), che `e la parte
spendibile del reddito Y . Di regola allaumentare del livello del reddito,
il consumo viene a crescere meno che proporzionalmente rispetto al reddito.
Comunque si approssima con:
C = c Yd
Ma a livelli di reddito molto bassi il consumo eccede il reddito disponibile;
quindi esiste una quota di consumo autonomo (C):
C = C + c Yd
dove c `e detta propensione marginale al consumo (PMC). Poiche la variazione del consumo `e minore della variazione del reddito disponibile si ha
0 < PMC < 1. La propensione media al consumo `e il rapporto tra il livello del consumo ed il livello del reddito: poiche il consumo cresce meno
che proporzionalmente rispetto al reddito, allora la propensione marginale al
consumo `e inferiore a quella media. In realt`a quindi c `e variabile.
Funzione del risparmio:
S = Yd C = Yd (C c Yd )
S = (1 c)Yd C
quindi anche il risparmio `e una funzione lineare crescente del reddito disponibile e si ha 1c = s, chiamata propensione marginale al risparmio (PMR).
Si ha quindi lidentit`a PMC + PMR = 1.
Funzione degli investimenti: qui la domanda dei beni di investimento
viene assunta costante, I = I. In realt`a per determinare I `e importante
la politica monetaria, ed I `e funzione del tasso dinteresse e delle aspettative sulla sua futura remunerazione. Si pu`o allora esprimere la domanda
aggregata D come:
D = C + I = C + I + c Y d = A + c Yd
Determinazione del livello di equilibrio del reddito: il reddito `e al
suo livello di equilibrio quando la domanda aggregata eguaglia il livello della
produzione, che a sua volta `e uguale al reddito. Graficamente, se abbiamo
un grafico D/Y , lequilibrio `e dato dall incontro fra la retta D e la bisettrice. Se Y > D aumenteranno le scorte e rallenter`a quindi la produzione, se
Y < D si esauriscono le scorte e aumenter`a la produzione. Per determinare
algebricamente il valore della produzione e del reddito di equilibrio ci sono
due metodi:
1. Reddito = domanda aggregata.
Y = C + I = C + cY + I
Y =
A
1c
In equilibrio si ha luguaglianza tra risparmio ed investimento, caratteristica essenziale del livello di equilibrio del reddito.
4
2. Risparmio = investimento.
S=I
(1 c)Y C = I
Y =
A
1c
2.2
Il moltiplicatore
1
I
1c
ove il fattore 1/(1 c) `e chiamato moltiplicatore. Maggiore `e la propensione
marginale al consumo (c 1), maggiore `e il moltiplicatore. C`e per`o un
ostacolo: se per colmare lincremento della spesa indotta fosse possibile effettuare investimenti all estero o acquistare direttamente dallestero, leffetto
moltiplicatore sul reddito sarebbe bloccato. Tutte le componenti esogene
della domanda aggregata innescano un processo moltiplicatore: non solo I,
ma anche C, G e X.
Y =
Il settore pubblico
3.1
G=G
TR = TR
TA = tY
}|
3.2
Y0 =
A
1 c(1 t)
C + I + cTR + G
1 c(1 t)
1 =
2) variazione nel livello di imposizione t: modificando laliquota dellimposta sul reddito t di hanno due componenti di variazione della domanda.
a) variazione di spesa dovuta alla variazione delle imposte; questa
parte `e uguale alla PMC (c) moltiplicata per la variazione del
reddito disponibile causata dalla variazione delle imposte: cY0 t.
b) variazione di spesa indotta dalla variazione di reddito, sulla base
della nuova aliquota fiscale.
Il livello di equilibrio sar`a:
Y = cY0 t + c(1 t0 )Y
Y =
cY0 t
1 c(1 t0 )
c
1 c(1 t0 )
3) variazione nei trasferimenti (TR): ipotizzando una variazione sui pagamenti per trasferimenti pari a TR, la variazione del reddito sar`a:
Y =
cTR
1 c(1 t)
3.3
c
1 c(1 t)
Questo moltiplicatore descrive gli effetti di una variazione nella spesa pubblica accompagnata da una stessa variazione delle imposte sul livello del reddito
di equilibrio. Un uguale incremento nella spesa pubblica e nella imposizione
fa salire il reddito in una misura esattamente uguale allaumento della spesa
pubblica (moltiplicatore pari a 1). Leffetto delle maggiori imposte compensano esattamente laumento del reddito e mantengono invariato il livello del
consumo.
C = C + c(Y + TR TA) D = C + G + I = Y
7
C + I + G + cTR cTA
1c
Si ha per ipotesi G = TA da cui:
Y =
G cTA
G(1 c)
=
= G
1c
1c
Quindi il moltiplicatore del bilancio in pareggio `e:
Y =
4 = 1
3.4
Lavanzo di bilancio (AB) `e leccesso delle entrate della pubblica amministrazione sulle sue spese. Le entrate sono costituite dalle imposte (TA), le uscite
da G + TR. Quindi:
AB = TA G TR
Quando lamministrazione pubblica spende pi`
u di quanto incassa, il bilancio
`e in disavanzo (DB = AB). Avendo supposto TA = tY otteniamo:
AB = tY G TR
cio`e il disavanzo di bilancio dipende non solo dalle scelte di politica fiscale
(variazione di t,G e TR), ma dipende anche da ogni variabile che influenza il
livello del reddito.
3.5
La bilancia commerciale `e la differenza tra le esportazioni (esogene, dipendenti dal reddito dei paesi esteri) e le importazioni (endogene, dipendenti dal reddito interno). La bilancia commerciale X `e indicata come X = X xY , ove
X rappresenta le esportazioni autonome nette, e x `e la propensione marginale
ad importare.
D = C + I + G + X = Y Y = C + I + G + X xY + cTR + c(1 t)Y
Y0 =
C + I + G + X + cTR
1 c(1 t) + x
Lo schema IS-LM
4.1
A bi
1 c(1 t) = 1 (A bi)
B
IS
A
Y
Figura 1: La curva IS
4.2
4.3
kY
L2 (Y2 )
L1 (Y1 )
M
Figura 2: La domanda di moneta.
4.4
La curva LM
4.5
i=
k
M
Y
h
h
curva slitta a sinistra e per un dato livello di reddito, per ripristinare lequilibrio monetario, `e necessario un aumento del tasso dinteresse. Guardando
la fig. 4.5a si vede che in A si ha un eccesso di offerta di moneta, cio`e bisogna ridurre il tasso dinteresse; in B si ha un eccesso di domanda di moneta,
quindi bisogna aumentare il tasso dinteresse.
i
LM
A
a)
b)
LM
i0
E0
IS
Y0
4.6
A bi
kY
M
= 1 (A bi) LM: i =
1 c(1 t)
h
h
Da cui:
Y = 1 A
Definendo come:
=
1 bM
1 bkY
+
h
h
1
1 + 1hbk
otteniamo infine:
bM
h
che ci permette di calcolare il reddito di equilibrio Y0 e, per sostituzione i0 . Il
reddito di equilibrio dipende dunque da A (spesa autonoma) e dalla quantit`a
di moneta M in circolazione. Il tasso dinteresse dequilibrio dagli strumenti
di politica fiscale (1 , A) e da M .
Y = A +
12
La politica monetaria influisce sul sistema economico agendo sul tasso dinteresse, sulla domanda aggregata (soprattutto investimenti) e spostando la
curva LM. La politica fiscale influenza direttamente la domanda aggregata (influenza la composizione del prodotto), attraverso la spesa pubblica, la
tassazione ed i trasferimenti. Si assume sempre il livello dei prezzi costante,
quindi quando cambia lofferta nominale cambia anche lofferta reale.
5.1
La politica monetaria
Curva LM orizzontale
Curva LM verticale
In questo caso la domanda di moneta dipende solo dal reddito ed `e indipendente dai tassi dinteresse. Ogni spostamento della curva LM ha dunque un
effetto massimo sul livello del reddito, che risulta indipendente dalla inclinazione della curva IS. Poiche M = kY hi e LM `e verticale quando h = 0,
allora M = kY , ed una variazione dellofferta di moneta M produce una
variazione del livello del reddito di equilibrio pari a M /k.
5.2
La politica fiscale
A bi
= 1 (A bi)
1 c(1 t)
Curva LM orizzontale
Curva LM verticale
In questo caso lo slittamento a destra della IS (es. aumento della spesa pubblica) fa alzare il tasso dinteresse, ma non modifica il reddito dequilibrio.
Laumento del reddito risulta cos` completamente azzerato. Linvestimento
si riduce nella stessa misura dellaumento della spesa pubblica. La politica
fiscale non esercita dunque alcun effetto sul reddito, ma solo sul tasso dinteresse. Le politiche espansionistiche aumentano sempre la produzione, quella
fiscale riduce il livello di investimento, quella monetaria lo aumenta.
6.1
La bilancia dei pagamenti riporta tutti i dati relativi agli scambi commerciali
o alle operazioni finanziarie di un paese con il resto del mondo. Si divide in:
a) bilancia delle partite correnti : comprende le transazioni commerciali internazionali, le transazioni per servizi internazionali ed i trasferimenti
internazionali. Sono considerate entrate le voci corrispondenti alle vendite di beni e servizi al resto del mondo, e uscite quelle corrispondenti
a beni e servizi vendute dai paesi stranieri al paese considerato.
14
b) bilancia delle partite in conto capitale: comprende tutte le transazioni finanziarie come investimenti diretti e acquisti di titoli azionari od
obbligazionari esteri.
La bilancia dei pagamenti `e la somma delle partite correnti e delle partite in
conto capitale.
6.2
Il tasso dei cambi di una valuta `e il suo prezzo espresso in unaltra valuta.
Le valute straniere che si trovano sul mercato nazionale (provenienti dalle
esportazioni, dalle spese degli stranieri in territorio nazionale ecc. . . ) costituiscono lofferta di moneta di tutti coloro che vogliono disporre di moneta
nazionale, e la domanda degli operatori che necessitano di valuta estera. La
domanda e lofferta di moneta estera e nazionale si incontrano sul mercato
delle valute o dei cambi. I fattori che possono far variare la domanda sono:
modifiche dei tassi dinteresse
il livello dei prezzi
la produttivit`a
Se salgono i tassi dinteresse USA rispetto a quelli europei aumenta la domanda di dollari e sale il tasso di cambio, stesso effetto avrebbe la riduzione
del livello dei prezzi USA, mentre una diminuzione della produttivit`a USA
fa diminuire la domanda di prodotti americani ed il dollaro di deprezza.
6.2.1
Vantaggi e svantaggi
6.3
6.4
Verso i paesi con elevati tassi dinteresse si generano dei flussi di capitali
in entrata. Assumiamo lipotesi di perfetta mobilit`a dei capitali. Sia i il
tasso dinteresse disponibile nei mercati esteri, i quello nazionale. Si pu`o
disegnare lafflusso dei capitali CF (fig.4). Quando i > i si ha un afflusso
di capitali e quindi un miglioramento nel conto capitale. Il contrario se
i < i . CF0 esprime la perfetta mobilit`a dei capitali che si ha quando i = i :
detenere investimenti finanziari nazionali o stranieri `e del tutto equivalente
per linvestitore. Unendo gli effetti delle partite correnti e di quelle in conto
capitale `e possibile esprimere la bilancia dei pagamenti (BP ) come somma
dellavanzo o disavanzo commerciale (X) e di quello in conto capitale (CF ):
BP = X(Y, Y , r) + CF (i i )
i
CF1
i0
i
CF0
i1
+X
7.1
7.2
P0
D
Y0
7.2.1
7.3
Lofferta aggregata
(prezzo) che le imprese ricevono dalla vendita, e dai costi che devono sostenere per lutilizzo dei fattori produttivi quali le risorse umane, naturali e di
capitali, nonche dallo stato della tecnologia. Fra questi fattori solo le risorse
umane possono modificare lofferta nel breve periodo.
7.3.1
O
P0
O
a)
b)
I modelli precedenti sono due fasi diverse del medesimo processo di aggiustamento. Il caso keynesiano rappresenta il comportamento di breve periodo
dellofferta, il caso classico `e valido una volta che abbiano avuto luogo tutti
19
gli aggiustamenti. La domanda di lavoro da parte delle imprese (Nd ) dipende dal ricavo marginale generato dallimpiego del lavoro (ricavo del prodotto
marginale del lavoro MRPL). La curva di offerta del lavoro (NS ) `e crescente,
poich`e incrementi della quantit`a di lavoro impiegato rendono necessari salari
pi`
u elevati (fig. 7). La condizione di equilibrio N0 del mercato del lavoro determina un livello fisso Y0 di prodotto (di pieno impiego). I salari nominali
(negoziati dai sindacati) sono sfasati rispetto alle variazioni di breve periodo
del livello dei prezzi: quando i lavoratori non si rendono ancora conto che sta
crescendo solo il salario monetario e non quello reale, laumento del livello
dei prezzi provoca un aumento della produzione fisica. Quindi la curva di
offerta di breve periodo `e positivamente inclinata, mentre nel lungo periodo
la curva diventa verticale.
w=
w0
W
P
N0
7.3.3
Vi sar`a sempre un certo ammontare di disoccupazione frizionale, che si riferisce alle persone in cerca di un nuovo lavoro, a chi ha perso il posto per contrazioni industriali, ai lavoratori stagionali o ai dimessi. La curva NS esclude
i disoccupati frizionali, poich`e al livello di occupazione N0 , a cui corrisponde
il livello di produzione Y0 , `e associato un tasso naturale di disoccupazione.
La disoccupazione effettiva, se `e superiore a questo tasso, fa operare leconomia ad un livello di produzione inferiore a quello di pieno impiego, se `e
inferiore si sta operando sopra alla normale capacit`a, esponendosi a spinte
inflazionistiche.
7.3.4
Ponendo sullo stesso grafico domanda ed offerta aggregata si determinano il prodotto reale, le unit`a di lavoro impiegate, il tasso dinteresse, la
composizione del prodotto ed il livello dei prezzi.
20
7.3.5
d
Figura 8: La curva di Phillips.
7.4
Lo sviluppo economico
7.5
22
risorsa umana, necessaria soprattutto quando altamente qualificata. Leconomia digitale ha un modello economico basato su leggi diverse sotto certi
aspetti da quelle tradizionali.
Il livello dei prezzi: il luogo dincontro fra domanda ed offerta diventa
la rete; lacquirente ha accesso, con una spesa contenuta, ad unampia
gamma di offerenti. Diminuisce cos` lasimmetria informativa fra domanda ed offerta. Attraverso il commercio elettronico pu`o verificarsi
un fenomeno di crescita non accompagnato da spinte inflazionistiche:
la forte pressione concorrenziale tiene infatti a freno tali spinte. Inoltre
la crescita pu`o avvenire senza lintervento della politica statale volta
allo sviluppo della domanda, che spesso causa un aumento del livello
dei prezzi.
Elasticit`a della domanda rispetto al prezzo: in mercati efficienti i consumatori sono maggiormente sensibili a piccoli cambiamenti di prezzo,
sempre che esistano prodotti sostituti. Quando lofferta `e invece differenziata, la sensibilit`a della domanda nel mercato elettronico pu`o
risultare inferiore! Se un prodotto `e percepito come unico e differente
dagli altri, i bassi costi di ricerca e la facilit`a di individuarlo possono
indurre una maggiore fedelt`a. Inoltre la difficolt`a nel reperire tutte le
informazioni desiderate possono portare lacquirente a fidarsi di segnali
come la marca di un prodotto.
Dispersione dei prezzi: si ha quando sul mercato vengono praticati
nello stesso tempo e per prodotti analoghi, prezzi differenti. Il commercio elettronico dovrebbe indurre una minore dispersione, tuttavia
in realt`a vi `e una significativa dispersione fra i prezzi di prodotti analoghi. Questo perche le imprese tendono sempre a differenziare lofferta
complessiva legata ad un certo prodotto o servizio. Inoltre bisogna
considerare le politiche commerciali attraverso cui le imprese tentano
di fidelizzare i propri clienti.
23
La curva IS . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
La domanda di moneta. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
a) la curva LM, b) incontro fra IS e LM. . . . . . . . . . .
Afflusso dei capitali. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
La curva di domanda aggregata. . . . . . . . . . . . . . . .
a) curva di offerta keynesiana, b) curva di offerta classica. .
Equilibrio nel mercato del lavoro. . . . . . . . . . . . . . .
La curva di Phillips. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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20
21
Indice
1 Concetti chiave
1.1 Indici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.2 La domanda e lofferta aggregate . . . . . . . . . . . . . . . .
1.3 Contabilit`a nazionale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1
1
2
2
2 Il settore privato
2.1 Funzione consumo e funzione investimenti . . . . . . . . . . .
2.2 Il moltiplicatore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
3
3
5
3 Il settore pubblico
3.1 Domanda aggregata con settore pubblico
3.2 Moltiplicatori del settore pubblico . . . .
3.3 Moltiplicatore del bilancio in pareggio . .
3.4 Avanzo e disavanzo pubblico . . . . . . .
3.5 Esportazioni nette e prodotto aggregato
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5
6
6
7
8
8
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9
9
10
10
11
11
12
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4 Lo schema IS-LM
4.1 Lequilibrio del mercato dei beni (IS) . . . . . . . . . .
4.2 Gli spostamenti della curva IS . . . . . . . . . . . . . .
4.3 Equilibrio dei mercati monetari (LM) . . . . . . . . . .
4.4 La curva LM . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
4.5 Gli spostamenti della curva LM . . . . . . . . . . . . .
4.6 Equilibrio simultaneo nei mercati dei beni e monetario
5 La politica fiscale e la politica monetaria
5.1 La politica monetaria . . . . . . . . . . .
5.1.1 Curva LM orizzontale . . . . . . .
5.1.2 Curva LM verticale . . . . . . . .
5.2 La politica fiscale . . . . . . . . . . . . .
5.2.1 Curva LM orizzontale . . . . . . .
5.2.2 Curva LM verticale . . . . . . . .
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13
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7.3
Lofferta aggregata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
7.3.1 Le curve di offerta keynesiana e classica . . . . . . . . .
7.3.2 La curva di offerta neoclassica inclinata positivamente .
7.3.3 Disoccupazione frizionale e tasso naturale di disoccupazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
7.3.4 Lofferta e la domanda aggregata ed il livello dei prezzi
7.3.5 Relazioni tra variabili: crescita, livello dei prezzi, inflazione e disoccupazione . . . . . . . . . . . . . . . . .
7.4 Lo sviluppo economico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
7.5 Introduzione alla New Economy . . . . . . . . . . . . . . . .
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