La psicoanalisi una disciplina scientifica che nacque ad opera di Freud. I suoi inizi non sono databili con esattezza, in quanto compresi in un periodo di diversi anni. Nel 1895 l'evoluzione della disciplina era gi ben avviata: ha dato luogo a diverse teorie che ne sono derivate dai suoi dati di osservazione, che cercano di ordinare e spiegare questi dati. La teoria psicoanalitica un corpo di ipotesi concernenti lo sviluppo e il funzionamento mentale dell'uomo: e parte della psicologia generale e comprende diversi contributi della psicologia. La teoria psicoanalitica si occupa del funzionamento mentale normale che patologico: la pratica della psicoanalisi consiste nel trattamento di persone mentalmente ammalate o disturbate; tuttavia le teorie psicoanalitiche hanno a che fare sia con il normale che con l'anormale, anche se sono derivate principalmente dallo studio e dal trattamento dell'anormale. Le varie ipotesi della teoria psicoanalitica sono reciprocamente correlate,come in ogni disciplina scientifica che si rispetti,e siamo inclini a considerarle come leggi stabilite nella mente(Leggi del funzionameto della mente). Due di queste ipotesi fondamentali sono: 1.il principio del determinismo psichico o casualit e 2. La proposizione che la coscienza un attributo eccezionale piuttosto che regolare dei processi psichici ,cio che i processi mentali inconsci sono frequenti e significativi nel funzionamento mentale sia normale che anormale. Cominciamo col principio del determinismo psichico: esso implica che nella, come nella natura fisica, nulla avvenga per caso o in modo slegato; ogni evento psichico determinato dagli eventi e lo hanno preceduto. Eventi che ci appaiono apparentemente casuali e non collegati,sono tali solo in apparenza: in realt i fenomeni mentali non possono mancare di connessione causale con ci che li ha preceduti, n pi n meno di quanto accade ai fenomeni fisici,e una discontinuit in questo senso non esiste nella vita mentale. Dovremmo sempre chiederci,in relazione a qualsiasi fenomeno:che cosa lo ha causato? Perch avvenuto in tal modo? Un esempio di tale approccio ai fenomeni psichici il dimenticare o smarrire qualcosa: l'opinione comune su un fatto simile che si tratti di un fatto accidentale accaduto per caso; l'investigazione accurata di tali eventi negli ultimi sessantanni da parte degli psicoanalisti ha mostrato che essi non sono in alcun modo cos accidentali come la gente pensava: invece possibile dimostrare che ciascuno di tali eventi stato causato da un desiderio o da un intento della persona interessata in conformit con il principio del funzionamento mentale. Freud scopr che quei fenomeni comuni del sonno chiamati sogni seguono lo stesso principio del determinismo psichico: ciascun sogno, o meglio ciascuna immagine in ciascun sogno, la conseguenza di altri eventi psichici e ciascuno sta in una di un rapporto coerente e significativo col resto della vita psichica del soggetto sognatore. Gli psicologi di formazione scientifica di settant'anni fa consideravano i sogni come dovuti all'attivit casuale o incoordinata di varie parti del cervello durante il sonno. Rispetto ai fenomeni della psicopatologia,ci si aspetterebbe di applicare ad essi lo stesso principio: gl anche se il paziente non consapevole della loro psicoanalisti hanno confermato tale aspettativa per cui ogni sintomo nevrotico di qualunque natura esso sia, causato da altri processi mentali, a dispetto del fatto che il paziente spesso consideri il sintomo come estraneo al suo intero essere e non connesso con il resto della sua vita mentale. Tuttavia le connessione sono l e sono dimostrabili,anche se il paziente non consapevole della loro presenza. Parlando del principio del determinismo psichico, abbiamo introdotto anche il secondo tema fondamentale, cio il tema dell'esistenza e del significato di processi mentali di cui l' inconsapevole o inconscio. La relazione tra queste due ipotesi molto forte e consiste nel fatto che e che le belle apparenze discontinuit nella nostra tanto di ci che passa nella nostra mente sia inconscio,a spiegare le apparenti discontinuit nella nostra vita mentale: quando un pensiero, un sentimento, una dimenticanza, un sogno, un sintomo patologico sembra non essere in rapporto con l'attivit mentale in corso si deve al fatto che la sua connessione causale con qualche processo mentale inconscio: se la causa inconscia pu essere scoperta allora tutte le apparenti discontinuit scompaiono e la catena causale diventa chiara. La questione riguarda il fatto che noi non possediamo alcun metodo che ci permetta di osservare direttamente i processi mentali inconsci: tutti i metodi di cui disponiamo per lo studio di tali fenomeni sono diretti e ci permettono di dedurre l'esistenza di tali fenomeni e di determinarne la natura e il significato nella vita mentale dell'individuo che l'oggetto di studio. Il metodo pi efficace ed attendibile la tecnica che Freud and elaborando in un periodo di diversi anni, che egli chiam psicoanalisi poich egli era in grado di discernere ed individuare processi psichici che sarebbero stati altrimenti rimasti occultati o insospettati. Fu durante gli stessi anni in cui sviluppava la tecnica della psicoanalisi che poi si rese consapevole,con l'aiuto della nuova tecnica, dell'importanza che i processi mentali inconsci hanno nella vita mentale di ciascun individuo sia malato sano di mente. Questi i passi che portarono allo sviluppo della tecnica di Freud: Freud cominci la sua carriera medica come neuro-anatomo; posto di fronte alle difficolt della vita, si dette alla pratica medica come neurologo e si trov pertanto a trattare pazient che oggi chiameremmo nevroti o psicotici. La pratica del neurologo fatta di pazienti psichiatrici e al tempo in cui Freud operava non esisteva alcuna forma di trattamento psichiatrico razionalmente cio ezilogicamente orientata: ve ne erano poche nell'intero campo della medicina cio la batteriologia,la chirurgia asettica ,la fisiologia e la patologia,delle quali le ultime due avevano da poco cominciato a rendere possibili alcuni miglioramenti sostanziali nel trattamento di pazienti. Il medico anche ben preparato di quegli anni non era effettivamente in grado di guarire la gente malata e sembrava piuttosto un bersaglio molto adatto al disprezzo dei suoi critici;fu solo durante la seconda met del 19 secolo che la medicina insegnata nelle accademie mostr di essere superiore nei suoi risultati alla neuropatia,omeopatia o alle usanze superstiziose. Freud utilizz i metodi di trattamento pi scientifici a sua disposizione:per i sintomi isterici impegn trattamenti elettrici raccomandati dal grande neurologo Erb,l cui lavoro nel campo dell'elettrofisiologia clinica valido in gran parte anche oggi;tuttavia le raccomandazioni di Erb per il trattamento dell'isteria non erano molto fondate e come Freud ci dice,dovette concludere che il trattamento di Erb dell'isteria non aveva alcun valore e che i risultati vantati erano semplicemente non veri. Nel 1885 Freud era andato a Parigi dove aveva studiato alla clinica di Charcot, esperto dell'ipnosi sia come metodo per produrre sintomi isterici che per il loro trattamento,sia della sindrome isterica grande e petite da lui delineate. Freud prov quindi ad eliminare i sintomi dei suoi pazienti mediante la suggestione ipnotica che il riuscendogli in odo variabile; fu in quel periodo che il suo amico Breuer gli rifer l'esperienza con una paziente isterica che divenne d'importanza cruciale nello sviluppo della psicoanalisi. Breuer era un medico praticante di considerevole talento e con una eccellente preparazione in fisiologia; collabor alla scoperta di un riflesso respiratorio noto come riflesso di Hering e Breuer,e introdusse l'uso della morfina nell'edema polmonare acuto. Breuer disse a Freud che parecchi anni prima aveva trattato una donna isterica con lipnosi e aveva trovato che i suoi sintomi scomparivano quando lei riusciva,nel suo stato ipnotico,a ricordare l'esperienza e l'emozione concomitante che avevano portato al sintomo in questione: i tuoi sintomi potevano essere eliminati parlandone sotto ipnosi. Freud applic subito questo metodo di trattamento ai propri pazienti isterici con buoni risultati. i risultati di questo lavoro vennero pubblicati in collaborazione con Breueral nel1895 in articoli e infine in una monografia Studi sullisteria. Andando avanti di Freud trov che: 1.Lipnosi non si poteva indurre sempre con la stessa facilit e 2.Che i buoni risultati tendevano ad essere transitori e che almeno alcune tra le sue pazienti sviluppavano verso di lui,nel corso del trattamento ipnotico,un legame di natura sessuale. La ricerca di un ipnotista francese,Bernheim gli venne in soccorso: egli aveva dimostrato ad un gruppo di cui Freud era membro, che l'amnesia di un soggetto verso le proprie esperienze ipnotiche, poteva essere eliminata senza ipnotizzare di nuovo il paziente, pressandolo a ricordare ci che egli insisteva di non poter ricordare: per la precisione era sufficientemente forte e insistente, il paziente ricordava ci che aveva dimenticato,senza essere stato nuovamente ipnotizzato. Freud allora si fece carico di rimuovere anche un'amnesia isterica senza ipnosi e si apprest a mettere ci in atto:da questa base iniziale egli elabor la tecnica psicoanalitica,l'essenza della quale che il paziente si impegna a riferire all'analista,senza eccezione,qualsiasi pensiero gli venga alla mente,trattenendosi dallesercitare su di essi alcuna censura o dallimprimere loro una direzione cosciente. Lo sviluppo e l'applicazione della tecnica psicoanalitica resero possibile a Freud di fare scoperte che hanno rivoluzionato la teoria e la pratica della psichiatria, in particolare della psicoterapia, nonch di recare contributi della pi fondamentale importanza alla scienza della psicologia umana in generale. La ragione del grande valore attribuito al fatto che il paziente debba abbandonare il controllo cosciente dei suoi pensieri che ci che il paziente pensa e dice in quelle circostanze determinato da da motivazioni e pensieri inconsci. Cos Freud,ascoltando le libere associazioni del paziente,(libere solo dal controllo cosciente),poteva farsi un quadro per deduzione di ci che passava inconsciamente nella mente del suo paziente; egli si trov pertanto nella posizione unica di poter studiare i processi mentali inconsci dei pazienti e scopr che non solo i sintomi isterici ma anche molti altri aspetti normali e patologici del comportamento e del pensiero erano il risultato di ci che inconsciamente passava nella mente dell'individuo che li esibiva. Nel corso dello studio dei fenomeni mentali inconsci, Freud si accorse che essi potevano essere divisi in due gruppi: 1)Il primo comprendeva pensieri, memorie, ecc. che potevano facilmente essere resi consci che mediante uno sforzo dell'attenzione: F chiam preconsci questi elementi psichici che hanno pronto accesso alla coscienza; qualunque pensiero a cui capiti di essere conscio ad un dato momento preconscio sia prima che dopo quel particolare momento. 2)Il gruppo di fenomeni inconsci si comprendeva quegli elementi psichici che potevano essere resi consci solo mediante l'impiego di un considerevole sforzi:essi erano sbarrati fuori dalla coscienza da una forza considerevole che doveva essere superata prima che essi potessero diventare consci(questo ci che troviamo ad esempio in un caso di amnesia). Fu a questo secondo gruppo di fenomeni che Freud riserv il termine inconsci nel senso pi stretto:egli pot dimostrare che il loro essere inconsci non impediva in alcun modo che essi esercitassero la pi significativa influenza sul funzionamento mentale. Inoltre pot dimostrare che i processi mentali inconsci potevano essere paragonabili a quelli coscienti per la loro precisione e complessit. Ricordiamo che non abbiamo fino ad ora alcun metodo di osservare le attivit mentali inconsce direttamente: noi possiamo solo osservare i loro effetti cos come sono espressi nei pensieri e sentimenti di un soggetto, e che egli ci riferisce, oppure nelle sue azioni che possono essere o riferite o osservate. Tali dati sono derivati delle attivit mentali inconsce,e da essi possiamo trarre inferenze relative alle attivit stesse. Vi sono altre sorgenti di dati che corroborano la nostra proposizione fondamentale, cio che i processi mentali inconsci hanno la capacit di produrre effetti sui nostri pensieri e sulle nostre azioni. Un esempio fornito dalla suggestione ipnotica: un soggetto viene ipnotizzato e mentre in trance gli viene detto qualcosa che dovr fare dopo che sar stato svegliato dal trance; prima che sia svegliato gli viene anche detto che egli non conserver alcuna memoria di ci che avvenuto durante il trance,dopo di che gli viene chiesto di svegliarsi. Il soggetto non conscio nel momento in cui compie l'azione prima ordinatagli dallipnotista del perch la compia,n pu diventare conscio della sua reale motivazione per mezzo di un qualunque semplice atto di memoria o di introspezione. Ci mostra con chiarezza che un processo mentale veramente inconscio pu avere un effetto dinamico o motivante sul pensiero e sul comportamento;altre prove di questo fatto possono essere derivate dall'osservazione clinica o anche generale: si pensi ad esempio ai sogni. Enoto da molte fonti come giornali e diari di bordo che gli uomini che soffrono la fame sognano frequentemente del cibo e di trovarsi a mangiare: facilmente riconoscibile che la fame a promuovere sogni di questo genere e i soggetti sono del tutto consapevoli consciamente della loro fame quando si svegliano; ma durante il sonno mentre sognano di mangiare,essinon sono consci della fame ma solo di un sogno di saziet cosicch si pu dire che nel tempo in cui il sogno veniva sognato,qualcosa passava inconsciamente per la mente di coloro che sognavano, i qualcosa che dava luogo alle immagini del sogno che venivano consciamente sperimentate. Altri sogni di convenienza simili come sognare di bere ed accorgersi di aver sete,oppure di urinare o defecare e svegliarsi col bisogno impellente,dimostrano che durante il sonno l'attivit inconscia della mente pu produrre un risultato conscio: in questi casi,che una sensazione corporea inconscia dei relativi desideri connessi,danno luogo a un sogno conscio della soddisfazione o del sollievo desiderati. Tuttavia,na tale dimostrazione pu essere ottenuta senza alcuna speciale tecnica di osservazione. per mezzo della tecnica psicoanalitica Freud pot dimostrare che al di l di ogni sogno, vi sono pensieri e desideri inconsci attivi e pot stabilire come regola generale che i sogni sono causati da un'attivit mentale inconscia per il sognatore,che rimarrebbe tale senza l'uso della tecnica psicoanalitica. Fino alle ricerche di Freud nell'ultima decade del 19 secolo,i sogni erano stati negletti come oggetto di serio studio scientifico per il fatto che prima di Freud non vi era alcuna tecnica adeguata per studiarli; fu la scoperta del metodo psicoanalitico che permise a Freud di scoprire pi dati relativi ai sogni di quanti non avessero potuto apprenderne i suoi predecessori. Freud ha richiamato l'attenzione su un altro gruppo di fenomeni anch'essi fino ad allora trascurati che parimenti dimostrano come le attivit mentali inconsce possano interessare il nostro comportamento cosciente: si tratta di caratteristiche normali della vita mentale,che avvengono nella vita di veglia: i lapsus di lingua, penna, memoria e simili;azioni correlate per cui non esiste in inglese un termine generale molto esatto. In tedesco sono detti Fehlleistungenazioni errate(in italiano atti mancati,atti sintomatici,paraprassie). Come nel caso dei sogni,alcuni lapsus sono abbastanza chiari e semplici,tanto da consentirci di indovinare con un elevato grado di accuratezza e convinzione quale sia il loro significato inconscio. Come nel caso dei sogni Freud pot dimostrare applicando la tecnica psicoanalitica che l'attivit mentale inconscia prende parte alla produzione di tutti i lapsus(sia quelli pi intuitivi che quelli meno intuitivi). Un'altra prova in favore della proposizione che i processi mentali inconsci di un individuo sono importanti nella sua vita mentale costituita dal fatto che le motivazioni del comportamento di un individuo possono essere ovvie per un osservatore ma ignote all'interessato. Finora si parlato di esempi tratti dalla vita mentale normale per dimostrare l'esistenza di processi mentali inconsci; in realt l'importanza dell'attivit mentale inconscia fu dimostrata da Freud in primo luogo e soprattutto nel caso dei sintomi di pazienti con malattie mentali le ricerche di Freud hanno messo alla luce come i sintomi abbiano un significato che non noto al paziente(uno dei capisaldi della psicoanalisi generalmente accettato): se ad esempio un paziente presenta cecit isterica noi supponiamo che ci sia qualcosa che egli inconsciamente non desidera vedere o a cui la sua coscienza gli impedisce di guardare. Evero che difficile individuare correttamente il significato inconscio di un sintomo e che le determinanti inconsce anche di un singolo sintomo possono essere numerose e complesse cosicch,anche se possibile arguire correttamente il significato,ci che si arguito rappresenta solo una parte o una piccola parte dell'intera verit. Anche se ora possiamo retrospettivamente contattare la possibilit di accertare,anche senza l'aiuto della tecnica psicoanalitica il potere dell'attivit mentale inconscia di influenzare pensieri comportamento coscienti sia di persone sane che malate, dobbiamo ricordare che fu luso di quella tecnica a rendere originariamente possibile la scoperta, ci che fu essenziale per lo studio approfondito dei fenomeni mentali inconsci; lo studio convinse Freud che la maggior parte del funzionamento mentale si svolge al di fuori della coscienza e che la coscienza una qualit o un attributo insolito piuttosto che consueto del funzionamento mentale;ci era in stridente contrasto con l'opinione che prevaleva prima del tempo di Freud che coscienza e funzionamento mentale fossero sinonimi. Oggi si pensa che non lo siano e che sebbene la coscienza rappresenti una caratteristica importante delle operazioni mentali essa non sia affatto una caratteristica necessaria:essa non ha bisogno di esserlo e spesso non in connessione neppure con le operazioni mentali che sono decisive nel determinare il comportamento dell'individuo o con quelle massimamente complesse e precise nella loro natura. Tali operazioni(anche quelle complesse e decisive)possono essere del tutto inconsce.
Capitolo secondo:Le pulsioni istintuali.
Le due ipotesi sono fondamentali per qualunque esposizione della teoria psicoanalitica:formano la base su cui poggia tutta la costruzione; sono cio le guide che dirigono e determinano il nostro orientamento nella formulazione tutte le tutte le ipotesi che riguardano le varie parti o elementi dell'apparato psichico e il loro modo di funzionare. prendiamo in esame le forze istintive che si ritiene forniscano energia alla mente e la spingano all'attivit: le teorie psicologiche che Freud ha sviluppato sono state orientate per quanto possibile in senso fisiologico e sappiamo come attorno al 1890 si dedic al tentativo ambizioso di formulare una psicologia neurologica,progetto che fu costretto ad abbandonare perch i fatti non consentivano una soddisfacente correlazione tra le due discipline, ma certo che Freud condivide l'opinione oggi largamente sostenuta dalla maggior parte di psichiatri e psicologi non medici che un giorno i processi psichici potranno venir definiti in termini di funzionamento cerebrale. Anche se fino ad ora non sembra possibile farlo in maniera soddisfacene,sono stati compiuti in questa direzione tentativi interessanti: al momento i legami teoretici o formali tra psicoanalisi ed altre branche della biologia sono scarsi:i due principi riguardano le funzioni psichiche correlate con le percezioni sensoriali e le forze istintive,cio le pulsioni(vale a dire gli istinti,tipici del mondo anilale). Occorre operare una distinzione terminologica e concettuale tra istinti e pulsioni: un istinto la capacit o necessit innata di reagire ad un determinato insieme di stimoli in maniera stereotipata o costante,che costituisce di solito un comportamento pi complesso di ci che chiamiamo semplice riflesso(ex.riflesso patellare). Come un semplice riflesso,tuttavia un istinto in un animale dotato di sistema nervoso centrale composto presumibilmente da uno stimolo, da uneccitazione centrale di qualche tipo, e da una risposta motoria la quale segue un corso predeterminato. Daltra parte,ci che nell'uomo chiamiamo pulsione,non include la risposta motoria,ma solo lo stato di eccitazione centrale in risposta alla stimolazione: l'attivit motoria che segue questo stato di eccitazione viene mediata da una parte altalmente differenziata della psiche conosciuta come Io essa consente la possibilit che la risposta allo stato di eccitazione che costituisce la pulsione o la tensione istintuale,venga modificata dall'esperienza e dalla riflessione anzich essere predeterminata come nel caso dei tipi caratteristici degli animali inferiori(Hartmann 1948). La differenza tra la vita istintiva dell'uomo e le manifestazioni simili degli animali inferiori non va troppo portata avanti:negli esseri umani adulti per esempio esiste una connessione intima tra la pulsione sessuale e il tipo di risposte innata che chiamiamo orgasmo; inoltre nel caso di qualsiasi bisogno istintuale o pulsione nell'uomo,la risposta motoria predeterminata in modo ampio e generale da fattori genetici. Rimane vero il fatto che la misura in cui la risposta viene in tal modo determinata, risulta nell'uomo minore di quanto non appaia esserlo negli altri animali, mentre la misura in cui i fattori dell'ambiente dell'esperienza possono modificare la risposta risulta nell'uomo assai maggiore: per questo motivo preferiamo parlare nell'uomo di pulsioni anzich di istinti. Una pulsione un costituente psichico geneticamente determinato che quando opera produce uno stato di eccitazione psichica o come spesso si dice di tensione:tale eccitazione o tensione spinge l'individuo all'attivit,la quale anchessa geneticamente determinata,ma pu venir modificata dallesperienza individuale:tale attivit tesa verso qualcosa che possiamo definire sia:1)la cessazione dell'eccitazione o dell'attenzione,sia 2)gratificazione, dove il primo termine pi di tipo oggettivo mentre il secondo pi soggettivo. Lattributo che le pulsioni possiedono di spingere l'individuo all'attivit cop Freud per la sua analogia con il concetto di energia fisica che viene definita come la capacit di compiere un lavoro; in conseguenza Freud postula l'esistenza di un'energia psichica che costituisce parte integrante delle pulsioni o deriva in qualche maniera da esse. Questa energia psichica non va intesa come uguale a quella fisica:si tratta di una semplice analogia ed il concetto di energia psichica cos come quello di energia fisica solo un'ipotesi per semplificare la comprensione dei fatti della vita psichica che siamo in grado di osservare. Freud parl del quantum di energia psichica con cui venivano investiti un oggetto o una persona particolari: per questo concerto us la parola tedesca Besetzung, stata tradotta in inglese con la parola catexis e in italiano con il termine carica psichica, dove per quest'ultima si intende la quantit di energia psichica che diretta verso o legata con la rappresentazione mentale della persona o cosa, come a dire che la carica psichica si riferisce ad un fenomeno puramente mentale. Si tratta pur sempre di un concetto psicologico,e non fisico:lenergia non pu fluire attraverso lo spazio e caricare direttamente oggetti o attaccarsi ad essi; ci che viene caricato rappresentato dai ricordi, pensieri, fantasie dell'oggetto che comprendono ci che noi definiamo come le sue rappresentazioni mentali o psichiche. Tanto maggiore la carica psichica, tanto pi importante in senso psicologico loggetto,e viceversa. Il concetto di energia psichica tra i concetti che hanno dato origine ad un vasto dibattito tra gli psicoanalisti ed a non poca confusione: gran parte della difficolt sembra originarsi dalla parola energia; in fisica esistono diversi tipi di energia:ex.quella cinetica, potenziale, di irraggiamento. In termine energia psichica suona come una delle varie forme di energia fisica, cinetica, potenziale, da irraggiamento, psichica e cos via: non cos!Energia psichica un termine riferito ad un concetto psicologico, non ad uno fisico,ed esso pu essere definito solo in tali termini: non pu assolutamente al momento attuale essere definito in termini fisici. Evero che la psicologia,entro certi limiti, un aspetto dell'attivit del sistema nervoso centrale:essa una branca della biologia animale e quindi della fisica e della chimica,ma le nostre conoscenze circa i legami tra le due sono scarse,in quanto non sappiamo ad esempio quali attivit cerebrale e quali processi fisici corrispondano ad un desiderio, esperienza, bisogno di gratificazione ecc; fino a quando ci si verificher non saremo in grado di iniziare a correlare l'energia fisica con il suo corrispettivo psichico,dunque dobbiamo rassegnarci alle limitazioni dell'attuale stato di conoscenza evitando di stabilire equazioni prive di senso tra lo psichico ed il fisico. Passiamo alla questione della classificazione e della natura delle pulsioni: le ipotesi di Freud sulla loro classificazione andarono modificandosi e sviluppandosi nel corso del trentennio compreso tra il 1890 ed il 1920 circa(Bibring 1941), in questi ultimi 10 anni sono state apportate alcune aggiunte significative delle sue idee per opera di vari studiosi. Nella sua prima formulazione Freud propose di dividere le pulsioni in due tipi diversi: 1) Sessuali; 2)Di autoconservazione. Presto abbandon l'idea di una pulsione autoconservativa,considerandola come un'ipotesi insoddisfacente e per molti anni tutte le manifestazioni istintuali vennero considerate come parte o derivazioni della pulsione sessuale; tuttavia lo studio di vari fenomeni psichici,in particolare quelli del sadismo e del masochismo,portarono Freud a rivedere ancora una volta le sue teorie e in Aldil del principio di piacere(1920)formul la teoria delle pulsioni che viene oggi generalmente accettata dagli analisti,anche se non tutti sono d'accordo nell'accettare integralmente la forma nella quale Freud la present originariamente. Nella sua ultima formulazione Freud ha proposto di considerare gli aspetti istintuali della nostra vita psichica, postulando l'esistenza di due pulsioni: 1)sessuale; 2)aggressiva; Come i nomi suggeriscono,questo dualismo correlato con ci che vogliamo intendere quando parliamo di sesso e di aggressivit ma in effetti non possibile una definizione concisa delle due pulsioni: potremmo dire che l'una quella che d origine alla componente erotica delle attivit mentali mentre l'altra d origine alla componente puramente distruttiva. Un linguaggio cos cauto reso necessario dal fatto che la teoria formulata da Freud afferma che in tutte le manifestazioni istintuali che siamo in grado di osservare,sia normali e patologiche,operano e partecipano tutte e due le pulsioni;per usare la terminologia di Freud,le due pulsioni sono di regola fuse insieme sebbene non necessariamente in egual misura. Cosicch anche latto pi duro di intenzionale crudelt,che in superficie sembra soddisfare soltanto qualche aspetto della pulsione aggressiva,ha per colui che lo compie un qualche inconscio significato sessuale e gli fornisce una certa quantit di gratificazione sessuale inconscia; allo stesso modo non c' atto d'amore per quanto tenero che non fornisca simultaneamente un mezzo inconscio di scarico alla pulsione aggressiva. Le pulsioni di cui ammettiamo l'esistenza non sono osservabili come tali in forma pura,ma soltanto mescolate l'una con l'altra: sono astrazioni tratte dai dati dell'esperienza sono ipotesi, concetti operativi, che si pensa ci permettano di comprendere meglio e di spiegare nella maniera pi semplice e sistematica i dati che osserviamo. Non dobbiamo mai aspettarci o sperare di trovare un esempio clinico in cui la pulsione aggressiva appaia isolata da quella sessuale o viceversa: le pulsione aggressiva non sinonimo di ci che ordinariamente intendiamo come aggressivit,pi di quanto la pulsione sessuale non sia sinonimo del desiderio di avere un rapporto sessuale. Nella nostra teoria attuale distinguiamo due pulsioni: 1)La pulsione sessuale o erotica; 2)La pulsione aggressiva o distruttiva; Attendendoci a questa distinzione assumiamo anche che vi sono due tipi di energia psichica: 1)Quella associata alla pulsione sessuale detta libido; 2)Quella associata alla pulsione aggressiva detta destrudo. Si riferisce ad essa semplicemente indicandola come energia aggressiva,bench talvolta la si chiami aggressivit; quest'ultimo termine non esatto perch l'energia aggressiva e la pulsione aggressiva non hanno lo stesso significato del comportamento definito con il termine aggressivit,e luso della stessa parola per queste due cose pu portare a confusione. Eimportante ricordare che la distinzione tra le pulsioni sessuali e quelle aggressive della teoria attuale basata su dati psicologici: nella sua formulazione originaria Freud tent di mettere in relazione la teoria psicologica delle pulsioni con i concetti biologici fondamentali e propose che le pulsioni venissero chiamate rispettivamente pulsioni di vita e di morteesse corrisponderebbero approssimativamente ai processi anabolici catabolici ed avrebbero un significato pi ampio di quello puramente psicologico; sarebbero cio caratteristiche istintuali di tutta la materia vivente, dello stesso protoplasma. Siano o meno corrette queste speculazioni biologiche di Freud, certo che portarono a molti malintesi: la distinzione adoperata per le pulsioni,trova il suo fondamento su un terreno clinico e dunque si regge o cade solo su questo terreno;che Freud aveva ragione o torto nelle sue idee sulle pulsioni di vita e di morte,non ha a che fare con questo. Di fatto vi sono alcuni analisti che accettano il concetto di una pulsione di morte e da altri,forse la maggioranza,che non l'accettano: ma gli uni quanto gli altri sono persuasi del valore che ha,su di un piano clinico,il considerare le manifestazioni istintuali come composti di una mescolanza di pulsioni sessuali ed aggressive. All'inizio Freud defin una pulsione come una stimolazione della mente proveniente dal corpo(Freud,1905),e poich a quell'epoca si occupava solo delle pulsioni sessuali, una tale definizione sembrava adattarsi molto bene i fatti: non solo gli eccitamenti e le gratificazioni sessuali sono chiaramente legate alla stimolazione di varie parti corpo e a modificazioni fisiche, ma anche gli ormoni liberati da varie ghiandole endocrine hanno un profondo effetto sull'intera vita e comportamento sessuali. Nel caso della pulsione aggressiva,levidenza di una base somatica non affatto chiara: in un primo tempo si pens che la muscolatura scheletrica avesse con la pulsione aggressiva la stessa relazione che hanno le parti del corpo sessualmente eccitabili con la pulsione sessuale; ma poich fino a questo momento non stata apportata nessuna prova n fisiologica,n chimica,n psicologica che appoggi validamente tale ipotesi, essa stata abbandonata quasi completamente. Sembra essere tacitamente ritenuto che il substrato somatico della pulsione aggressiva fornito dalla forma e dalla funzione del sistema nervoso alcuni analisti preferirebbero non spingersi cos lontano e lasciare da parte la questione della base somatica della pulsione aggressiva come domanda che per ora rimane forzatamente senza risposta. Sarebbe forse pi utile considerare gli aspetti delle pulsioni che sono in stretta relazione con i fatti osservabili: un modo pu essere quello di esaminare un aspetto delle pulsioni che si dimostrato particolarmente significativo sia per la teoria che per la pratica,e cio il loro sviluppo genetico. Cominciamo dalla pulsione sessuale o erotica: la teoria psicoanalitica ritiene che gi nel bambino siano operanti, influenzandone il comportamento ed esigendo gratificazione,quelle forze istintuali che produrranno pi tardi i desideri sessuali dell'adulto con tutto il loro seguito di dolore e di felicit; le prove disponibili derivano da almeno tre fonti: 1)Losservazione diretta dei bambini: notevole come vi siano prove dell'esistenza di desideri e comportamenti sessuali nei bambini piccoli, se ci si mette ad osservarli e si parla con loro con animo imparziale ed obiettivo. Ma proprio a causa del bisogno che ciascuno ha di dimenticare e di negare i desideri ed i conflitti sessuali della propria infanzia,che prima delle ricerche di Freud quasi nessuno fu in grado di riconoscere la ovvia presenza dei desideri sessuali nei bambini che aveva modo di osservare. Le altre fonti di prova su questo punto provengono dalle analisi dei bambini e gli adulti: nelle prime si pu vedere direttamente, nelle seconde si pu dedurre attraverso una ricostruzione, il grande significato dei desideri sessuali infantili e la loro natura. bene chiarire un altro punto: l'analogia tra i desideri sessuali del bambino dai 3 ai 5 anni,e quelli dell'adulto, cos imponente,quando si conoscano i fatti, che non vi pu essere la minima esitazione nel chiamare quelli del bambino con lo stesso nome di quelli dell'adulto; come fare ad identificare i derivati o le manifestazioni della pulsione sessuale in un'et ancora pi precoce? Secondo Freud (1905) possiamo fare riferimento alle seguenti osservazioni: 1) Nel corso dello sviluppo normale vi sono alcune caratteristiche del comportamento piacevole della prima infanzia che pi tardi divengono subordinate alleccitamento e alla gratificazioni genitale e contribuiscono a determinarli; ci vero per il baciare,guardare, carezzare, mostrarsi ecc. 2)In alcuni casi di sviluppo sessuale anormale (perversioni sessuali),l'uno o l'altro di questi interessi od azioni infantili diventano la fonte o le fonti principali della gratificazione sessuale nell'et adulta; si tratta comunemente di gratificazioni anali,orali o visive; 3)I dati desunti dall'applicazione terapeutica del metodo psicoanalitico a pazienti nevrotici indicano che questi desideri perversi sono attivi anche nella psiche di questi pazienti;ma, anzich essere consci ed eccitanti come avviene negli individui sessualmente perversi,essi sono inconsci ed originano angoscia e senso di colpa. Possiamo ora descrivere schematicamente quanto si conosce della sequenza tipica delle manifestazioni della pulsione sessuale dalla prima infanzia in poi,sequenz che Freud ha descritto fino al 1915 nei Tre saggi sulla sessualit. Ebene dire che gli stadi non sono cos distinti l'uno dall'altro:in realt uno stadio si mescola con il seguente e due si sovrappongono cos che il passaggio dall'uno all'altro molto graduale. 0-1 e anni. Circa per tutto il primo anno e mezzo di vita:bocca,labbra e lingua costituiscono gli organi sessuali principali del neonato: i suoi desideri e le sue gratificazioni sono principalmente orali. La prova di ci soprattutto ricostruttiva,cio basata sull'analisi dei bambini pi grandi e di adulti,ma anche possibile osservare in maniera diretta limportanza che per i bambini di quell'et ed anche un po' pi grandi,hanno le azioni del succhiare,di fare smorfie con la bocca e del mordere,quali fonti di piacere. 1 e -2 e anni. Nellaltro anno e mezzo di et che segue,la localizzazione pi importante delle tensioni e delle gratificazioni sessuali,viene ad essere l'altro termine del canale alimentare cio lanoqueste sensazioni di piacere-dispiacere sono associate sia con l'espulsione che con la ritenzione delle feci equesti processi corporali e le feci stesse costituiscono gli oggetti del pi intenso interesse del bambino. 2 e -3 anni. Verso la fine del terzo anno la parte principale dell'interesse sessuale comincia ad essere assunta dai genitali e normalmente viene mantenuto anche in seguito. Tale fase dello sviluppo sessuale viene chiamata normalmente fallica per due ragioni: 1)Il pene costituisce l'oggetto principale di interesse per i bambini di tutti i sessi; 2)Si ritiene che l'organo di eccitamento sessuale di piacere per la bambina in questo periodo si il clitoride, il quale embriologicamente costituisce l'organo femminile analogo al pene. Ci pu rimanere vero per tutto il corso della vita,sebbene di norma la vagina sostituisca il clitoride sotto questo rispetto. Vi sonodunque tre stadinello sviluppo psicosessuale del bambino: 1)Orale,2)anale,3)fallico;l'ultimo di questi durante la pubert si immette nello stadio della organizzazione sessuale adulta. Lo stadio adulto noto come quello genitale e la dizione fase genitaledovr essere riservata a questo stadio; la distinzione tra fase fallica e fase genitale sostanziale e non solo nominale, poich la capacit di giungere all'orgasmo viene acquisita solo alla pubert. Un tale uso corretto del termine non sempre osservato nella letteratura psicoanalitica e la parola genitale viene spesso usata invece del termine corretto fallico. Le fasi orale e anale vengono comunemente chiamate pregenitali anzich prefalliche. Oltre alle tre principali modalit della sessualit del bambino che danno il loro nome alle fasi principali discusse, vi sono altre manifestazioni della pulsione sessuale da menzionare e una di queste rappresentata dal desiderio di guardare,di solito molto accentuato durante la fase fallica,nonch la sua contropart,cio il desiderio di esibirsi vale a dire che il bambino desidera vedere i genitali degli altri quanto desidera mostrare i propri,e la sua curiosit ed esibizionismo comprendono anche altre parti del corpo ed altre funzioni corporali. Un'altra componente della sessualit presente nel bambino quella collegata all'uretra e alla minzione,indicata con il termine erotismo uretrale. Anche le sensazioni cutanee contribuiscono alla sessualit dell'infanzia cos come un diritto ed odorato; vi sono considerevoli variazioni individuali da un bambino all'altro,e se le variazioni dell'importanza relativa delle diverse modalit sessuali siano dovute a differenze costituzionali fra un bambino e laltro, o se siano dovute all'influenza dell'ambiente con le sue frustrazioni e seduzioni, una questione ancora da risolvere. Gli analisti sono propensi a sostenere con Freud che in alcuni casi i fattori costituzionali siano i pi importanti,in altri quelli ambientali mentre nella maggior parte dei casi ciascuna di fattori contribuisce per la parte al risultato finale(Freud 1905). La sequenza di fasi descritta, che di norma si verifica durante l'infanzia nelle manifestazioni della pulsione sessuale, comporta modificazioni nel grado di interesse e di importanza attribuito,nella vita psichica del bambino,ai diversi oggetti e alle diverse modalit della pulsione sessuale; questi cambiamenti si producono gradualmente e i vecchi oggetti e modi di gratificazioni,vengono abbandonati solo gradatamente anche quando i nuovi abbiano gi da qualche tempo assunto il ruolo principale. Possiamo dire che la carica libidica di un oggetto in una fase precedente diminuisce quando viene raggiunta la fase successiva e tale carica,bench diminuita,persiste ancora per qualche tempo dopo che si stabilita la nuova fase,e dopo che gli oggetti ad essa pertinenti sono diventati gli oggetti principali della carica libidica. La teoria dell'energia psichica ci fornisce,di ci che avviene nel corso di tali cambiamenti,una spiegazione che al tempo stesso semplice e in accordo con i fatti cos per come li conosciamoqui si ritiene che la libido che ha fornito di cariche psichiche loggetto o il modo di gratificazione della fase precedente,si distacchi gradualmente da questi e carichi invece un oggetto o un modo di gratificazioni della fase successiva.Cos la libido,che aveva prima caricato di energia psichica la mammella, o meglio la rappresentazione psichica della mammella in seguito carica le feci e poi il pene. Secondo le nostre teorie la libido fluisce da oggetto ad oggetto e da un modo di gratificazione all'altro,durante il corso dello sviluppo psicosessuale,e tale flusso procede lungo un corso determinato geneticamente nelle sue linee generali ma che pu variare considerevolmente da persona a persona. Possiamo ritenere che nessuna carica libidica veramente forte bvenga mai completamente abbandonata:la maggior parte della libido pu infatti fluire verso altri oggetti,ma di norma almeno una parte rimane fissata all'oggetto originario. Questo fenomeno,cio il persistere della carica libidica di un oggetto della prima o seconda infanzia nel corso ulteriore della vita detto fissazione della libido: la parola fissazione pu riferirsi anche ad un tipo particolare di gratificazione e in tal senso si parla di persone fissate a gratificazioni di tipo orale o anale. L'uso della parola fissazione implica di solito l'esistenza di fatti psicopatologici poich la persistenza di cariche primitive venne riconosciute e descritta da Freud e dai suoi seguaci dapprima nei pazienti nevrotici; dobbiamo per ritenere che sia una caratteristica generale dello sviluppo psichico e solo quando si produce in misura eccessiva probabilmente pu dar luogo ad un'evenienza patologica e forse altri fattori sconosciuti determinano se una fissazione si assocer o meno ad una malattia mentale. Una fissazione,sia ad un oggetto che ad un modo di gratificazione, di solito inconscia;si potrebbe supporre che una fissazione intensa,vale a dire il persistere di una forte carica psichica,dovrebbe essere conscia e che una fissazione debole sarebbe inconscia. Possiamo affermare che non esiste alcuna relazione tra l'intensit della carica psichica persistente e la sua accessibilit alla coscienza:ad esempio quando cresciamo ed usciamo dall'infanzia,ci dimenticano regolarmente degli interessi infantili a dispetto della notevolissima intensit delle loro cariche psichiche, sebbene sarebbe pi accurato dire che ai ricordi di questi interessi viene energicamente sbarrata la via alla coscienza(lo stesso si pu verificare per fissazioni successive). Oltre al normale fluire della libido nel corso dello sviluppo psicosessuale,si pu verificare anche un riflusso che va sotto il nome di regressione; quando usiamo questo termine in rapporto ad una pulsione si parla di regressione istintuale,ad indicare il ritorno ad un precedente oggetto o modo di gratificazione;la regressione istintuale risulta strettamente collegata alla fissazione,poich quando si produce una regressione essa abitualemente ad un oggetto o un modo di gratificazione cui l'individuo era gi fissatose un nuovo piacere si rivela insoddisfacente e viene abbandonato l'individuo tende a ritornare ad un piacere gi sperimentato e verificato(esempio della risposta che il bambino ha alla nascita di un fratellino,riprendendo a succhiare il dito,poich l'oggetto precedente di soddisfazione libidica a cui regredito il bambino stato il pollice,mentre il presidente modo di gratificazione stato il succhiare). La regressione si manifesta in circostanze sfavorevoli ma questa eventualit non si verifica sempre: i bambini cos come gli adulti possono indulgere in un comportamento regressivo per piacere come nel caso di giochi o scherzi a carattere anale. NB: La regressione non deve essere identificata con la psicopatologia:si tratta di un fenomeno normale nella vita psichica in alcune circostanze, dannoso o patologico in altre(Kris 1952,Freud 1965). bene ricordare una caratteristica molto importante della sessualit infantile che riguarda le relazioni del bambino con gli oggetti deo propri desideri sessuali: l'autoerotismo. Essod al bambino una certa indipendenza dallambiente per quel che riguarda l'ottenimento di gratificazioni ma lascia anche la via aperta a quello che pu essere un fatale ritirarsi dal mondo della realt esterna per rivolgersi ad un interesse eccessivo o anche esclusivo verso s stesso,come avvienein gravi condizioni patologiche quali la schizofrenia. Passando a considerare la pulsione aggressiva,bisogna premettere che non stato scritto molto a riguardo,e ci dovuto al fatto che solo nel 1920 Freud consider la pulsione aggressiva come componente istintuale indipendente della vita psichica,paragonabile alla componente sessuale;le manifestazioni della pulsione aggressiva presentano le stesse capacit di fissazione e regressione e lo stesso passaggio dal livello orale,anale e fallico che valgono per la pulsione sessuale. Dunque gli impulsi aggressivi possono scaricarsi nel bambino attraverso un'attivit orale quale quella del mordere; pi tardi diventano sbocchi per la pulsione aggressiva il defecare o il trattenere le feci, mentre per il bambino appena pi grande il pene e la sua attivit sono usate o concepite in fantasia come arma e mezzo di distruzione. Le relazioni tra la pulsione aggressiva e le varie parti del corpo non sono cos strette come nel caso della pulsione sessuale:il bambino di 5 anni non mostra in realt tanto come arma il pene,piuttosto user mani,piedi,parole; anche vero per che le armi che il bambino usa nel gioco delle sue fantasie quali lance,frecce,cannoni,si rivelano attraverso lanalisi come rappresentazioni del pene nel suo pensiero inconscio.La pulsione sessuale molto positivamente correlata con le zone erogene corporee di quanto non lo sia quella aggressiva sia nei confronti della stessa parte del corpo,che di qualunque altra parte similare. ancora piena di dubbi la questione dei rapporti tra pulsione aggressiva e piacere:la gratificazione della pulsione sessuale non significa solo scarica indifferente della tensione,ma una scarica dotata di una tonalit piacevole e la constatazione che col piacere possano interferire colpa,vergogna,disgusto,non modifica la nostra concezione sulla relazione originaria tra sessualit e piacere. Ma la gratificazione della pulsione aggressiva o meglio la scarica della tensione aggressiva,produce anchessa piacere. Freud riteneva che ci non avvenisse(1920),mentre altri autori pi recenti ritengono di si(Hartmann 1949 e la maggior parte degli autori). NB: nella letteratura che ha preceduto la formulazione del concetto di pulsione aggressiva,libidico era sinonimo di istintuale ma questo sappiamo quanto sia errato,e ancora oggi spesso il termine libidico viene usato per includere tanto l'energia sessuale quanto quella aggressiva.
Capitolo terzo: Lapparato psichico
Abbiamo visto che le due ipotesi fondamentali erano le seguenti: 1)La legge della causalit psichica e 2)L'affermazione che l'attivit psichica sia principalmente inconscia. Queste due ipotesi continuano ad essere di natura essenzialmente descrittiva. Per quel che riguarda le pulsioni ci siamo trovati di fronte a concetti fondamentalmente dinamici: abbiamo considerato: 1.l'energia psichica che spinge l'organismo all'attivit fino a quando non viene raggiunta la gratificazione; 2.il modello geneticamente determinato di passaggio da una fase di organizzazione istintuale a un'altra,man mano che il processo di maturazione del lattante si svolge; 3. Le variazioni individuali che possono aversi entro gli ampi limiti di questo modello; 4. Il fluire della libido dell'energia aggressiva da oggetto ad oggetto durante il corso dello sviluppo; 5. Lo stabilirsi di punti di fissazione e il fenomeno detto regressione istintuale,del rifluire dell'energia psichica fino a quei punti di fissazione. tipico dalla della teoria psicoanalitica darci un'immagine in movimento dinamica della mente,piuttosto che una rappresentazione statica e senza vita della stessa:cerca di mostrarci e spiegarci non solo la crescita ed il funzionamento della psiche,ma anche le operazioni delle varie parti che la compongono,le loro interazioni e reciproci conflitti. Anche la divisione che fa della mentein varie parti fatta su di una base dinamica e funzionale,vale a dire gli elementi che Freud ha definito gli elementi dell'apparato psichico. Il primo tentativo pubblicato che Freud fece di costruire un modello dell'apparato psichico fu quello che comparse nell'ultimo capitolo de L'interpretazione dei sogni(1900)Egli lo descrisse come uno strumento ottico complesso qualcosa come un microscopio o un telescopio, fatto di molti elementi ottici disposti in sequenza; dunque l'apparato psichico doveva essere immaginato come costituito da molte componenti psichiche disposte in sequenza e allungato dal sistema percettivo ad un estremo fino al sistema motorio all'altro estremo con in mezzo i vari sistemi della memoria e delle associazioni; in questo consisterebbero le divisioni funzionali. Anche in questo primo schema della mente si vede che le divisioni erano funzionali: 1.Una parte dell'apparato reagiva stimoli sensoriali; 2.Un'altra strettamente connessa con la prima produceva quando attivata il fenomeno della coscienza; 3.Altre parti ancora immagazzinano le tracce mnemonica e le riproducevano e cos via. Da un sistema a quello contiguo fluiva una qualche sorta di eccitazione psichica,che forniva a sua volta energia a ciascun sistema, cos come un impulso nervoso si trasmette da un elemento ad un altro dell'arco riflesso. Freud poi propose di distinguere tra sistemi psichici che nei suoi primi schemi,interponeva tra sistemi della memoria e delle associazioni; gi nella sua prima trattazione di questi tre sistemi,d'essi si delineavano come di fondamentale importanza e significativamente innovatori; Egli elabor le proprie idee relative a questi tre sistemi in una monografia posteriore (Freud 1915) i cui punti principali sono i seguenti: 1.I contenuti e le operazioni della mente possono essere divisi a seconda che siano consci o no; 2. Devono essere distinti tra sistemi: il sistema Ucs(da inconscio),Pcs(da preconscio),Cs(conscio). *Tali abbreviazioni dovevano essere usate come nomi per evitare confusioni delicate abituali delle parole dalle quali le abbreviazioni derivavano. Di primo acchito pu sembrare che questa seconda teoria di Freud sull'apparato psichico sia molto lontana dalla dinamicit e funzionalitegli sembra fare una divisione tra le parti della mente su basi puramente statiche e qualitative ( conscia oppure no?); si tratta per di apparenza perch anche questa seconda teoria funzionale. Freud cominci col far notare che il puro attributo della coscienza una base inadeguata per poter differenziare tra loro i vari processi e contenuti psichici: la ragione di ci che vi sono due classi di contenuti e processi psichici che non sono consci,le quali possono venire distinte l'una dall'altra mediante criteri dinamici e funzionali. Il primo di questi gruppi non differisce da tutto ci che in un dato momento risulta conscio:i suoi elementi possono essere resi coscienti con uno sforzo dell'attenzione; inversamente,ci che conscio in un dato momento cessa di esserlo quando l'attenzione viene ritirata. Il secondo gruppo di processie e contenuti mentali che non sono consci differisce comunque dal primo per il fatto che essi non possono diventare coscienti mediante semplice sforzo dell'attenzione: il loro accesso alla coscienza risulta,per il momento,sbarrato ad opera di una forza che agisce all'interno della mente stessa. Un esempio di questo secondo gruppo potrebbe essere l'ordine dato sotto ipnosi al quale il soggetto deve obbedire dopo il risveglio dal sonno ipnotico ma di cui gli stato comandato di non serbare alcun ricordo conscio A tutto ci che era accaduto durante il sonno ipnotico stato impedito l'accesso alla coscienza o meglio,al ricordo degli eventi svoltisi durante il sonno ipnotico sbarrato l'accesso alla coscienza da quella parte della psiche del soggetto che obbedisce al comando di dimenticarsene. su questa base funzionale che Freud distingue tra i due sistemi e chiam rispettivamente:Ucs(inconscio) e Pcs(preconscio),dove Ucs consiste in quei processi e contenuti psichici che erano attivamente respinti dalla coscienza,e Pcs,in l'quelli che potevano diventare consci con uno sforzo dell'attenzione; il sistema Cs designava ci che nella mente conscio. A causa della loro vicinanza funzionale i sistemi Cs e Pcs sono stati raggruppati assieme come sistemi Cs-Pcs, in contrasto con il sistema Ucs. E intuitiva la stretta relazione tra Cs e Pcs: un pensiero che appartiene in questo momento al sistema Cs diventa parte del sistema Pcs pochi momenti dopo,quando l'attenzione stata distolta ed esso non pi conscio; inversamente,ad ogni momento diventano consci e conseguentemente parte del sistema Cs pensieri desideri ecc che appartenevano sino allora il sistema Pcs. Poich i processi coscienti erano gi conosciuti studiati dagli psicologi molto tempo prima che se ne occupasse Freud naturale che le sue scoperte e i suoi pi importanti contributi riguardassero il sistema Ucs:per parecchi anni dal suo sviluppo la psicoanalisi stata chiamata una psicologia del profondo, cio una psicologia dellUcs.Essa si occupava principalmente di quei contenuti e processi mentali che vengono spinti fuori dalla coscienza per opera di qualche forza psichica; nel corso di questo periodo del suo sviluppo,la psicoanalisi faceva ampiamente ricorso alle teorie concernenti l'apparato psichico sopra citate Freud man mano che approfondiva la sua conoscenza del sistema inconscio, si rese conto che tali processi non erano cos uniformi come si era aspettato,e risult che vi erano anche altri criteri,diversi da quello di essere attivamente messi al bando dalla coscienza,che potevano essere applicati ai contenuti e processi mentali per ottenere raggruppamenti pi utili ed omogenei dei contenuti e processi mentali di. Freud (1923)propose allora una nuova ipotesi riguardanti i sistemi mentali,teoria che va sotto il nome di ipotesi strutturale,per distinguerla da quella precedente chiamate ipotesi o teoria topografica(1915). L'ipotesi strutturale assomiglia a quelle precedenti poich cerca di raggruppare insieme i processi e contenuti mentali che sono funzionalmente collegati tra loro e cerca di distinguere i vari gruppi sulla base di differenze funzionali; ciascuna delle strutture mentali che Freud ha proposto nella nuova teoria, costituita da un gruppo di contenuti e processi mentali che sono funzionalmente collegati l'uno all'altro. Freud ha distinto tra gruppi o strutture funzionalmente collegate,chiamandoli rispettivamente:Es,Io e Super-Io. Possiamo dire che:l'Es comprende i rappresentanti psichici delle pulsioni,lIo costituito dal complesso delle funzioni collegate alle relazioni tra l'individuo proprio ambiente e il Super-Io comprende i nostri precetti morali e le nostre aspirazioni ideali. *Si ritiene in questa sede che le pulsioni sono presenti fin dalla nascita,ma evidente che non cos per quel che riguarda gli interessi e le possibilit di controllo nei confronti dell'ambiente e neppure per quel che riguarda alcun senso morale o aspirazioni: ovvio pertanto che nessuna di queste ultime cio n Io n Super-Io si sviluppi prima che sia trascorso qualche tempo dalla nascita. Freud espresse questo concetto assumendo che alla nascita,lEs comprendesse l'intero apparato psichico e che lIo ed il Super-Io, fossero originariamente parti dellEs,le quali,nel corso della crescita,si differenziassero al punto da poter essere considerate come entit funzionale separate. *In seguito si pensato che fosse pi opportuno assumere che la struttura psichica del neonato sia ancora indifferenziata e che si sviluppino da essa lEs,lIo ed il Super-Io,anzich sostenere che lEs costituisca il precursore/padre delle altre due entit(Hartmann,Kris,Lowenstein,1946). Questa differenziazione avviene dapprima nei confronti delle funzioni dellIo noto che il bambino manifesta interesse per l'ambiente e pu esercitare su di esso un certo controllo fin da prima che si sviluppi in lui un qualche senso morale;Freud fu portato dai suoi studi ad affermare che:1.la differenziazione del super io non ha luogo fino all'et di cinque o sei anni e non si stabilisce saldamente che molti anni dopo forse non prima di 10 o 11 anni. 2. D'altra parte la differenziazione dell'io comincia entro i primi 6-8 mesi di vita e pu considerarsi stabilita gi ai due o tre anni bench anche dopo quest'epoca si producano nell'io un notevole sviluppo e molti cambiamenti. *Alcuni analisti in particolare Melanie Klein e i suoi seguaci,hanno avanzato l'ipotesi che il Super-Io comincia a funzionare come un sistema psichico indipendente prima della fine del primo anno di vita; quest'opinione tuttavia,non attualmente accettata dalla maggior parte dei psicoanalisti. bene ricordare che gli aspetti dello sviluppo di un'istanza nella vita reale avvengono tutti nello stesso tempo,e ciascuno di essi influenza 'altro,venendone a sua volta influenzato.
L'Io L'abbiamo gi visto come il gruppo di funzioni psichiche che chiamiamo Io sia costituito da quelle funzioni accomunate dal fatto di riguardare soprattutto i rapporti dell'individuo col proprio ambiente; nel caso di un adulto,una formulazione del genere include un insieme molto vasto di fenomeni come il desiderio di gratificazione,abitudini, pressioni sociali,curiosit intellettuale,interesse tecnico artistico e altri fenomeni. Nell'et infantile,e in particolare nella prima infanzia,non esiste ancora una tale quantit di motivi per interessarsi all'ambiente,n la natura di tali interessi ancora cos varia sottile;l'atteggiamento del bambino molto semplice ed eminentemente pratico,cio soggettivamente per il bambino l'ambiente importante in origine solo come una possibile fonte di gratificazione o di scarica per i desideri,bisogni e le tensioni psichiche che sorgono dalle pulsioni e che costituiscono lEs. L'aspetto negativo dellambiente riguarda il fatto che essoe ha la sua importanza anche come possibile fonte di dolore e di sconforto,nel qual caso il bambino cerca di evitarlo: dunque l'interesse originario del bambino per il proprio ambiente quello di una possibile fonte di gratificazione. Le parti della psiche che hanno a che fare con la utilizzazione dell'ambiente si sviluppano gradualmente in ci che chiamiamo Io: se ne deduce che l'Io quella parte della psiche che si occupa dell'ambiente col proposito di raggiungere un massimo di gratificazione discarica per l'Es;dunque lIo l'esecutore delle pulsioni. Una cordiale collaborazione tra Io ed Es non ci che si verifica abitualmente: si osservano di solito gravi conflitti tra le due istanze, che costituiscono la vera essenza della nevrosi;tuttavia il conflitto non la sola relazione possibile tra lIo e lEs,in quanto bisogna ricordare che la relazione originaria piuttosto quella di cooperazione. Non si sa a quale stadio dello sviluppo psichico cominciano a sorgere conflitti tra io ed Es e ad assumere un significato importante per il funzionamento psichico,ma sembra verosimile che ci possa avvenire solo dopo che una sostanziale differenziazione ed organizzazione dell'Io abbia avuto luogo. Dunque:quali sono nei primi mesi di vita le attivit dell'Io nei confronti del proprio ambiente? Un gruppo di funzioni dell'Io costituito dall'acquisizione del controllo sulla muscolatura scheletrica,ci che indicato come controllo motorio;ugualmente importanti sono le varie modalit di percezione sensoriale che danno informazioni essenziali sull'ambiente circostante; poi necessaria l'acquisizione di una sorta di biblioteca di ricordi,nella speranza di influenzare in modo efficace il proprio ambiente,poich saremo tanto pi capaci di utilizzare il presente,quanto meglio conosciamo ci che avvenuto nel passato,e quanti pi passati abbiamo vissuto. Dunque i primissimi ricordi sarebbero quelli della gratificazione istintuale. In aggiunta a tali funzioni,nel bambino molto piccolo ci dev'essere qualche processo psichico corrispondente a ci che viene definito e affetto nel corso ulteriore della vita;in che cosa consistano questi affetti primitivi o predecessori degli aspetti,costituisce al momento attuale una questione interessante ma ancora priva di risposta. In un momento o nell'altro della prima infanzia deve intervenire la pi squisitamente umana delle attivit dellIo,cio la prima esitazione tra l'impulso e l'azione,la prima dilazione nella scarica istintuale,ci che in seguito si svilupper come pensiero(Rapaport,1951). Tutte queste funzioni dell'Io(controllo motorio,percezione,memoria ,affetti,pensiero)cominciano in maniera primitiva e preliminare e si sviluppano solo molto gradualmente mano a mano che il bambino cresce;tale gradualit di sviluppo una caratteristica generale delle funzioni dell'Io,ed i fattori responsabili del progressivo sviluppo delle funzioni dell'io possono dividersi in due gruppi: 1)Lo sviluppo,geneticamente determinato,del sistema nervoso centrale,cio la maturazione,cos come lhanno definita Hartmann e Kris(1945); 2)L'esperienza o,meglio i fattori dell'esperienza. Per quel che riguarda la maturazione,immaginiamo un neonato che non possa raggiungere l'effettivo controllo delle proprie estremit fino a quando i tratti cortico-spinali(piramidali)del suo sistema nervoso non siano rivestiti delle loro guaine mielinica; oppure pensando alla capacit di visione binoculare essa dipende dall'esistenza di questi meccanismi nervosi per i movimenti coniugati degli occhi per la fusione delle immagini maculari. Da qui che questi fattori di maturazione esercitano una profonda influenza sulla rapidit e sulla successione dello sviluppo delle funzioni dell'Io,e quanto pi possiamo apprendere su di essi dagli psicologi dell'et evolutiva e da altri studiosi,meglio . L'interesse di Freud era indirizzato in particolare all'influenza che esercitano sullo sviluppo dell'Io i fattori dell'esperienza(anche se egli era ben consapevole dell'importanza fondamentale dei fattori genetici e della complessit delle interazioni tra patrimonio genetico ambiente, cos caratteristica dello sviluppo psichico). Uno degli aspetti dell'esperienza che Freud(1911)ha considerato di fondamentale importanza nei primissimi stadi di formazione dell'Io, quella della relazione del bambino col proprio corpo;egli ha fatto notare che il nostro proprio corpo occupa un posto del tutto speciale nella nostra vita psichica per tutta la durata della vita e che esso comincia ad occupare questo posto cos particolare molto presto nel corso dell'infanzia. Freud pensa che vi sia pi di una ragione per questo: una qualunque parte del proprio corpo risulta differente da qualsiasi altro oggetto dell'ambiente del neonato in quanto essa d origine a due sensazioni essa :1)sentita;2)sente,il che non si verifica per nessun altro oggetto. Inoltre,le parti del proprio corpo forniscono al neonato un mezzo di gratificazione facile,sempre a disposizione(Hoffer,1950):pensiamo al bambino che gi all'et di 3-6 settimane capace di mettere in bocca il pollice un e di gratificare cos il proprio desiderio di saperne qualcosa desideri farlo. Possiamo immaginare che un'importanza altrettanto grande sia attribuita alle varie funzioni dell'io(controllo motorio,memoria,cenestesi),che rendono possibile la gratificazione del succhiarsi il dito,nonch agli oggetti della stessa pulsione (pollice,dita). Bisogna poi ricordare che gli stessi organi(orali)della suzione,sono di grande importanza psichica per lo stesso motivo,cio poich intimamente collegati con l'esperienza di piacere prodotta dal succhiare;cos,tutte e due le parti del corpo,quella succhiata e quella che succhia,posseggono o giungono possedere una grande importanza psichica e i loro rappresentanti psichici vengono ad occupare un posto importante tra quei contenuti psichici che appartengono al capitolo dell'Io. Inoltre alcune parti del corpo possono acquisire grande importanza psichica in quanto sono spesso fonte di sensazioni dolorose o spiacevoli e anche in virt del fatto che queste sensazioni spiacevoli spesso non si possono sfuggire;ad ogni modo,l'effetto cumulativo di questi fattori,e forse di altri pi oscuri per noi, che il proprio corpo dapprima nelle sue varie parti e poi anche nel suo insieme occupa nell'io del neonato un posto particolarmente importante Le rappresentazioni psichiche del corpo,cio i ricordi e le idee ad esso collegate,con le rispettive cariche di energia pulsionale,costituiscono probabilmente le parti pi importanti di sviluppo nel suo primissimo stadio. Freud (1923) ha espresso questo fatto dicendo che lIo in primo luogo un Io corporeo. Un altro processo che dipende dall'esperienza e che ha un'importanza essenziale nello sviluppo dell'Io, l'identificazione con gli oggetti(di solito persone)dell'ambiente circostante; con il termine identificazione si intende l'atto o il processo per cui si diventa simili a qualcosa o a qualcuno in uno solo o in diversi aspetti del pensiero o del comportamento. Freud ha rilevato che la tendenza a diventare come un oggetto del proprio ambiente una parte molto importante del rapporto con gli oggetti in generale,e che assai presto nel corso della vita essa mostra di avere un suo significato particolare:gi verso la met del primo anno di vita,si pu osservare nel comportamento del bambino la prova di questa tendenza:ad esempio egli impara sorridere imitando l'adulto che gli sorride,impara a parlare imitando ci che gli viene detto, e gli adulti fanno dei giochi con i bambini di quell'et come il nascondino il battimani per far s che questo processo si verifichi. Un altro esempio di identificazione l'acquisizione del linguaggio da parte del bambino: l'acquisizione del linguaggio motorio da parte del bambino dipende in misura considerevole dalla tendenza psicologica ad imitare un oggetto dell'ambiente,o meglio ad identificarsi con esso. Sebbene sia vero che un bambino non possa imparare a parlare fino a quando il suo sistema nervoso centrale non sia maturato a sufficienza, e che l'acquisizione del linguaggio non un semplice processo imitativo, altres vero che i bambini di solito parlano per imitazione (almeno all'inizio): essi ripetono dei suoni che gli adulti emettono ed imparano a dirli ad imitazione di un adulto,olto spesso come parte di un gioco; poi istruttivo osservare che ogni bambino parla con lo stesso accento che hanno gli adulti del suo ambiente e che intonazione,pronuncia e modi di dire vengono copiati esattamente, sempre che l'udito del bambino sia sano. Non vi sono dubbi per cui sul fatto che l'identificazione abbia una parte molto importante nell'acquisizione di questa particolare funzione dell'Io,definita come il linguaggio motorio. La stessa cosa vera per quel che riguarda gli atteggiamenti fisici,gli interessi e gli hobbies atletici ed intellettuali,la tendenza ad un'espressione sfrenata delle pulsioni istintuali come ad esempio gli scoppi di ira o la tendenza opposta,cio un controllo di tale espressione,nonch molti altri aspetti del funzionamento dell'Io, il tutto a rappresentare una parte molto importante dell'effetto dell'esperienza sulla formazione dell'Io. La tendenza ad identificarsi con una cosa o persona dell'ambiente, fortemente investita di cariche energetiche,non affatto limitata all'infanzia:si pensi ad ex. all'adolescenza, in cui ci si veste e si parla come un idolo del mondo dello spettacolo Tali identificazioni nell'adolescenza possono essere transitorie e di significato passeggero ,ma in nessun modo sono sempre tali. Questa tendenza persiste durante tutto il corso della vita ma almeno dopo l'infanzia rimane in gran parte inconscia nelle sue manifestazioni; vale a dire che l'adulto,non si rende conto di star diventando simile ad un'altra persona in qualche aspetto del proprio pensiero o comportamento Questo perch nella vita infantile,il desiderio di essere come l'altro, pi facilmente accessibili alla coscienza. Ci di cui si parlato finora, la tendenza ad identificarsi con persone o cose del proprio ambiente,fortemente investite di energia libidica; questa tendenza normale anche se sembra essere preminente e relativamente pi importante nei primi tempi della vita. Esiste anche la tendenza ad identificarsi con gli oggetti che sono fortemente investiti di energia aggressiva,e ci sembra essere particolarmente vero se l'oggetto o la persona in questione potente, un tipo di identificazione detta identificazione con l'aggressore(Anna Freud,1936). In tali casi,lindividuo ottiene la soddisfazione di partecipare egli stesso,almeno in fantasia,alla gloria e al potere che attribuisce al suo antagonista. Tuttavia tutto quanto sappiamo ci fa ritenere che l'identificazione sia solo secondariamente collegata con fantasie di sostituire un oggetto ammirato allo scopo di approfittarne assumendo i diritti e le propriet della persona ammirata:non vi sono dubbi che in molti casi in cui esiste,questo motivo possa essere molto forte,ma sembra che la tendenza ad identificarsi con un oggetto sia semplicemente una conseguenza della sua carica libidica: tale tendenza si pu gi osservare in unepoca dell'infanzia anteriore a quella in cui sipotrebbe presumere nel bambino come operante una motivazione come l'invidia o una qualunque fantasia di sostituirsi ad una persona invidiata. Se l'identificazione possa essere poi anche la conseguenza diretta di una forte carica di energia aggressiva, una questione che attende tuttora risposta. Freud (1916) ha fatto notare un altro fattore che gioca unimportante parte nel processo dell'identificazione,definito come la perdita dell'oggetto,termine che pu riferirsi ad uno qualunque tra numerosi eventi:morte reale dell'oggetto,fantasia che tale oggetto sia morto ,separazione da esso molto prolungato,permanente fantasia di una simile separazione. Freud ha scoperto che in tali casi,vi una forte tendenza ad identificarsi con la persona perduta:pensiamo al figlio che dopo la morte del padre,diventa una riproduzione perfetta di lui e manda avanti il lavoro che il padre era solito fare nella sua stessa maniera ,come se egli fosse il padre e diventa veramente simile a lui. Come suggerito dall'esempio,la perdita per morte o separazione di una persona investita fortemente di cariche energetiche,pu avere un effetto cruciale sullo sviluppo dell'Io,poich rimane in tali casi un permanente bisogno di imitare ci che stato perduto o di diventarne l'immagine. I casi di questo genere che sono stati studiati nella pratica psicoanalitica,riguardano la depressione,condizione clinica nella cui psicopatologia ha regolarmente una parte di grande importanza l'identificazione inconscia con un oggetto perduto:lidentificazione ha la sua parte in pi di un aspetto dello sviluppo dellIocostituisce in primo luogo una parte fondamentale della relazione con un oggetto fortemente investito di cariche energetiche soprattutto nei primi tempi della vita. Si poi affrontata la tendenza ad identificarsi con un oggetto ammirato sebbene odiato,ci che Anna Freud ha definito identificazione con l'aggressore; infine vi il fatto che la perdita dell'oggetto altamente investito di cariche energetiche conduce a un'identificazione di entit pi o meno notevole con l'oggetto perduto; a prescindere dal modo in cui l'identificazione abbia luogo,il risultato consiste sempre nel fatto che lIo,per mezzo di essa,si arricchisce sia in meglio che in peggio. Un altro argomento pur sempre collegato alla questione della differenziazione dellIo dallEs, consiste nelle modalit di funzionamento dell'apparato psichico definite come processo primario e processo secondario (Freud,1911). Il processo primario: cos chiamato perch Freud lo consider come il modo in cui l'apparato psichico funzionava; noi riteniamo che l'Es funzioni in conformit col processo primario durante tutto il corso della vita,e che anche lIo funzioni in tal modo durante i primi anni della vita,quando la sua organizzazione ancora immatura e per natura ancora molto simile all'Es da cui sorto cos di recente nel suo funzionamento funzionamento. Il processo secondario si sviluppa gradualmente e progressivamente durante i primi anni di vita,ed caratteristico delle operazioni dell'Io relativamente maturo. I termini processo primario e secondario sono usati nella letteratura psicoanalitica in riferimento a due fenomeni tra loro collegati ma distinti:il termine processo primario si pu riferire sia a un certo tipo di pensiero caratteristico del bambino,il cui Io ancora immaturo,sia al modo in cui noi crediamo che l'energia pulsionale(sia libidica che aggressiva), venga deviata e scaricata nell'est o nellIo immaturo. Allo stesso modo il termine processo secondario si pu riferire a un tipo di pensiero tipico dellIo maturo,oppure a quei processi di fissaggio e di mobilitazione dell'energia psichica che riteniamo si producano nellIo maturo. La caratteristica fondamentale del processo primario, riguarda il fatto che le cariche di energia psichica pulsionale associate con i processi primari sono estremamente mobili;riteniamo che questa mobilit delle cariche psichiche,renda ragione di due caratteristiche sorprendenti del processo primario: 1)La tendenza alla gratificazione immediata(scarica della carica psichica)che caratteristica dellEs e dellIo immaturo; 2)La facilit con cui la carica psichica pu essere spostata dal suo primitivo oggetto o via discarica,nel caso che questi siano bloccati o inaccessibili,e venire scaricata per un'altra via,simile o diversa dalla precedente. La prima delle due,cio la tendenza all'immediata gratificazione o scarica della carica psichica, quella che domina durante la prima e la seconda infanzia,quando le funzioni dell'io sono ancor immature; essa poi molto pi comune nella vita successiva di quanto non si creda e l'indagine dei processi mentali inconsci col metodo della psicoanalisi,ha mostrato che la tendenza alla scarica immediata della carica psichica caratteristica dell'Es durante tutto il corso della vita. La seconda caratteristica,cio la facilit con la quale un mezzo di scarica della carica psichica pu essere sostituito da un altro,pu essere meglio illustrata attraverso un esempio: si pensi al bambino che si succhia il pollice quando non riesce ad avere la mammella o il biberon:la carica di energia pulsionale associata all'impulso o desiderio di succhiare, originariamente diretta verso la rappresentazione psichica della mammella o del biberonTuttavia la carica mobile e se la scarica non pu essere effettuata succhiando la mammella o la bottiglia, perch sono inaccessibili la carica psichica devia verso il pollice(che invece accessibile)e il bambino succhia al loro posto il pollice,e cos viene effettuata la scarica. Un altro caso quello del bambino che gioca modellando la creta;il giocare con le feci non pi una forma accessibile di scarica della carica psichica poich stata proibita,cos il bambino,per la mobilit della carica connessa con la rappresentazione psichica delle proprie feci,pu ottenere la stessa gratificazione deviando la carica sulla creta e raggiungendo la scarica mediante il gioco con la creta invece che con le feci. Nel processo secondario l'accento posto sulla capacit o possibilit di ritardare la scarica di energia:il punto quello di riuscire a rimandare la scarica fino a quando le circostanze ambientali non risultino le pi favorevoli possibili,ove la capacit di rimandare la scarica un aspetto essenziale del processo secondario. Un altro aspetto essenziale che le cariche sono attaccate pi saldamente ad un particolare oggetto o modalit di scarica della carica psichica,di quanto non fosse il caso del processo primario; anche qui le differenze tra i processi primario e secondario sono quantitative piuttosto che qualitative,cos come il passaggio dall'uno all'altro graduale sia dal punto di vista temporale,cio nel tracciare la crescita e lo sviluppo di un particolare individuo,sia dal punto di vista descrittivo,cio nel cercare di tracciare una linea di separazione tra processo primario e secondario, nello studiare il funzionamento mentale di un soggetto. Nessuno pu affermare:Qui finisce il processo primario e qui comincia quello secondario La trasformazione del processo primario in secondario un procedimento graduale che fa parte della differenziazione e della crescita di quei processi psichici che formano ci che noi chiamiamo lIo. Processo primario e secondario designano anche diversi tipi di pensiero;si ritiene che il processo del pensiero primario compaia pi precocemente nella vita del pensiero del processo secondario e,che quest'ultimo,si sviluppi gradualmente come parte o aspetto dello sviluppo dellIo. Provando a definire e a descrivere questi due modalit di pensiero,ci accorgiamo che il secondario pi facile da descrivere,poich pi familiare:esso rappresenta il modo di pensare ordinario,cosciente per come lo conosciamo attraverso l'introspezione,di natura fondamentalmente verbale,nonch delle leggi consuete della sintassi edella logica;rappresenta il modo di pensare che attribuiamo all'Io relativamente maturo,ed essendo a tutti familiare,non richiede alcuna ulteriore descrizione particolare. Il pensiero del processo primario la modalit di pensiero tipica di quegli anni dell'infanzia durante i quali lIo ancora immaturo,ed esso costituisce normalmente il tipo dominante di pensiero per lIo immaturo e persiste in qualche misura anche nella vita adulta,in maniera normale. Nel pensiero che caratterizza il processo primario,vi l'assenza di qualunque forma di condizionale o di altre congiunzioni qualificative; gli opposti possono apparire luno al posto dell'altro,e idee tra loro contraddittori,possono coesistere;sembra piuttosto difficile dimostrare che questo tipo di pensiero non sia completamente patologico. Qui la rappresentazione per allusione o per analogia frequente,e al posto dell'intero pu essere usata una parte dell'oggetto,di un ricordo,di un'idea o viceversa;in pi molti pensieri diversi possono essere rappresentati da un singolo pensiero o immagine. Nel pensiero del processo primario la rappresentazione verbale non usata in maniera esclusiva come invece avviene in quello secondario; possono aversi impressioni visive o altre impressioni sensorie;inoltre il senso del tempo non esiste nel pensiero del processo primario:non vi un prima e un dopo, un adesso e un allora,un inizio,un successivo e una fine Passato,presente e futuro sono una cosa sola. Il pensiero del processo primario si pu osservare in molti casi di malattie mentali gravi,fino a contribuire in maniera preponderante ai sintomi che questi malati manifestano: e ci che si osserva nel caso di delri associati a malattie tossiche od organiche del cervello,in gravi malattie ad eziologia indeterminata come schizofrenia e psicosi maniaco-depressiva. Tuttavia il pensiero del processo primario non di per s patologico:l anormalit in questi casi consiste nella relativa assenza o nella scomparsa del pensiero del processo secondario piuttosto che nella presenza del pensiero del processo primariocio il predominio o l'esclusivo operare del processo primario che costituisce unanormalit quando si verifica nel corso della vita adulta. Devono passare diversi anni prima che un bambino sviluppi un senso del tempo,prima che vi sia per lui un qualcosa di comprensibile fuori dal qui ed ora,cos che questa caratteristica del pensiero del processo primario non che un tratto familiare dei primi anni di vita(???); lo stesso si pu dire della tendenza a rappresentare idee in maniera non verbale. Inoltre,quanto pi la maniera di discorrere colloquiale e informale, tanto pi semplice ne la sintassi e tanto pi ambigue potrebbero risultare le stesse parole usate se venissero tolte dal loro contesto; una rappresentazione mediante l'opposto,che sembra a prima vista tra le pi sconcertanti del pensiero del processo primario, cos abbastanza comune nelluso di tutti giorni che se non vi poniamo un'attenzione particolare,solo a stento ci rendiamo conto di quanto essa sia frequente. Lo stesso vale per la rappresentazione di una parte per il tutto eviceversa,o la rappresentazione per analogia o per allusione:sono modi di pensare usati in poesia e presenti con altrettanta frequenza in altre produzioni mentali meno serie come i giochi di parole e il gergo; cos come vi anche la rappresentazione di idee in maniera non verbale:si pensi ai quadri,che parimenti raccontano una storia,alle vignette umoristiche,alle caricature alle illustrazioni pubblicitarie ecc. Il tutto a dimostrare che le caratteristiche del pensiero del processo primario non sono cos aliene dal pensiero conscio della vita adulta:esse persistono durante tutto il corso della vita e continuano ad avere una parte considerevole,bench subordinata.In pi normalmente l'Io conserva una certa capacit di ritornare temporaneamentea modalit immature caratteristiche dell'infanzia: ci evidente nei giochi,nei frizzi e lazzi di ogni tipo degli adulti,pi o meno conditi di spirito e ci si verifica anche durante il sonno, nell'attivit onirica,cos come nei sogni ad occhi aperti dello stato di vegliain tutti questi casi si nota un aumento temporaneo dell'importanza del pensiero di tipo primario rispetto a quello del processo secondario. Vi sono un paio di termini comunemente usati in letteratura per designare alcuni degli aspetti del pensiero di tipo primario:il primo lo spostamento,il secondo la condensazione. Usato in senso psicoanalitico tecnico,lo spostamento designa la rappresentazione di una parte per il tutto o viceversa o,in generale,la sostituzione di un'idea o immagine con un'altra che associativamente connessa;Freud riteneva che queste sostituzioni fossero dovute o dipendessero da uno spostamento della carica di energia psichica dall'uno all'altro pensiero idea;da qui la scelta della parola spostamento,dove ci che viene spostato, la carica psichica. Questo termine illustra la stretta relazione che esiste tra il pensiero del processo primario e le modalit caratteristiche di regolazione dell'energia pulsionale che vengono anche chiamate processo primario:in tal caso,la pronta tendenza allo spostamento,che anche caratteristica del pensiero del processo primario, correlata con quella mobilit delle cariche psichiche descritte come essenziale caratteristica del processo primario. Il termine condensazione viene riferito alla rappresentazione di diverse idee o immagini mediante una singola parola o immagine,o anche mediante una parte di essa: la scelta del termine si riferisce agli spostamenti di energia da cui si ritiene dipenda il processo in questione. Freud ritenne che quando numerose rappresentazioni mentali venivano rappresentate da una sola,in quest'ultima erano concentrate (condensate)le cariche psichiche delle altre. Altra caratteristica del pensiero del processo primario,di solito considerata come separata,poich tutta particolare, la rappresentazione simbolica:nello studio dei sogni e dei sintomi nevrotici Freud (1900) trov che alcuni elementi nei sogni o nei sintomi,avevano un significato relativamente costante da paziente a paziente,che era diverso dal loro significato originariamente accettato e sconosciuto al paziente stesso; era come vi fosse un linguaggio segreto che la gente usa inconsciamente senza essere in grado di comprenderlo consciamente. Freud ha chiamato simboli il vocabolario di questo linguaggio e molti degli oggetti e delle idee rappresentati simbolicamente,sono cose proibite cio sessuali,sporche. La lista di quanto pu essere rappresentato simbolicamente non troppo lunga:comprende il corpo le sue parti,gli organi sessuali,le natiche,lano,il tratto urinario e alimentare,le mammelle,i pi stretti membri della famiglia come madre,padre,sorelle e fratelli,certe funzioni d'esperienze corporali come rapporto sessuale ,minzione,defecazione,mangiare,piangere,rabbia,eccitamento sessuale ,nascita,morte e poco altro. Sono tutte cose di interesse per il bambino piccolo,durante cio iquel periodo in cui il suo io ancora immaturo ed il processo primario gioca ancora la parte pi importante del suo modo di pensare. Passiamo adesso a considerare un altro aspetto della teoria dell'energia pulsionale che riguarda la differenziazione dell'Io dall'Es e il suo successivo sviluppo,vale a dire la neutralizzazione dell'energia pulsionale(Freud 1923,Hartmann,Kris,Lowenstein,1949). Come risultato della neutralizzazione,l'energia pulsionale(che altrimenti avrebbe premuto imperiosamente al fine di scaricarsi al pi presto possibile cos come tutte le cariche energetiche dell'Es),diviene utilizzabile dallIo e a sua disposizione per portare avanti i suoi diversi compiti e desideri,in accordo col processo secondario. Possiamo cos collegare l'energia pulsionale non neutralizzata con il processo primario,e l'energia pulsionale neutralizzata con il processo secondario,bench non si conosca con certezza la precisa relazione esistente tra la neutralizzazione e lo stabilirsi e l'operare del processo secondario. Quanto sappiamo che: 1)La neutralizzazione una trasformazione progressiva e non improvvisa; 2)L'energia che essa rende disponibile per le funzioni dell'Io, essenziale per lIo stessoSenza di essa l'Io non capace di funzionare adeguatamente(Hartmann,1953). Nell'affermare che la neutralizzazione progressiva,si intende il fatto che una trasformazione che si produce a poco a poco nel corso di un lungo periodo di tempo,e che segue parallelamente la crescita dell'Io,a cui contribuisce in misura cos importante. L'energia neutralizzata quindi quelll'energia che ha subito un apprezzabile modificazione del proprio carattere originario,sessuale o aggressivo.Inoltre,questo concetto di denaturazione dell'energia pulsionale,venne introdotto per la prima volta da Freud quando l'unica funzione istintuale riconosciute era quella sessuale(Freud 1905); di conseguenza nel discutere tale processo egli vi si riferir con il termine di desessualizzazione. Pi recentemente stata introdotta la parola disaggressivizzazione(Hartmann,Kris,Lowenstein,1949), sebbene sia pi semplice parlare di neutralizzazione,sia dell'energia sessuale che di quella aggressiva. Il termine neutralizzazione implica che un'attivit dell'individuo,che originariamente forniva soddisfazione alla pulsione attraverso la scarica della carica energetica,cessa di fare ci ed entra al servizio dell'Io,senza avere col bisogno di soddisfazione o discarica della carica energetica alcun rapporto che somigli alla propria forma istintuale originaria. Pensiamo ai primi tentativi di parlare che il bambino fa e che gli consentono la scarica di diverse cariche di energia pulsionale: espressione di emozioni,identificazione con un adulto,impegnare un adulto e guadagnarne l'attenzione. Tuttavia nel corso del tempo,l'uso del linguaggio diviene in gran parte indipendente da una tale gratificazione e diventa disponibile per la comunicazione del pensiero anche in assenza di gratificazioni dirette del genere di quelle che lo accompagnavano allinizio:ci che era originariamente energia pulsionale, stato neutralizzato e si trova adesso al servizio dellIo. Ricordiamo che la relazione tra un'attivit come il parlare e la soddisfazione della pulsione un fatto normale in un primo periodo della vita e che,senza il contributo dell'energia pulsionale,l'acquisizione del linguaggio sarebbe impedita(ammesso che possa iniziare in qualche modo).A tal proposito,si pensi al mutismo dei bambini psicotici che,ritirati in se stessi,non hanno con gli adulti alcun rapporto gratificante e il cui linguaggio ritorna o si sviluppa solo quando nel corso del trattamento cominciano ad avere di nuovo tale tipo di rapporto. D'altro canto se lenergia pulsionale coinvolta non viene neutralizzata in maniera sufficiente,o se nel corso ulteriore della vita la neutralizzazione viene annullata ed il parlare o l'energia neutra disponibile per questo scopo viene re-istintualizzata,i conflitti nevrotici possono interferire con quanto era stato fino ad allora una funzione dell'Io pienamente disponibile per l'individuo,indipendentemente da ogni conflitto interiore. Esempi delle conseguenze di una tale istintualizzazione sono le balbuzie infantili(neutralizzazione inadeguata) e lafonia isterica (re- istintualizzazione);la re-istintualizzazione(deneutralizzazione) costituisce un aspetto del fenomeno della regressione. Il concetto che l'energia neutralizzata sia a disposizione dell'Io per l'esecuzione di molte delle sue funzioni, in accordo col fatto che queste operazioni dell'Io sono autonome,nel senso che,almeno dopo trascorsa la prima infanzia,esse non vengono disturbate dal fluire delle pulsioni o dei conflitti intrapsichici che vengono sollevati dalle pulsioni (Hartmann,Kris,Lowenstein,1949). La loro autonomia relativa e non assoluta e in alcune situazioni patologiche,l'energia a loro disposizione pu venire re- istintualizzata,cosicch le funzioni stesse vengono colpite se non poste alla merc dei desideri che si originano dalle pulsioni o dai conflitti che si instaurano su questi desideri.
Abbiamo parlato delle funzioni psichiche di base,che sono raggruppate insieme sotto il nome di Io,esempi delle quali sono:controllo motorio,percezione sensoriale,memoria,affetti,pensiero; abbiamo sottolineato come i fattori che influenzano lo sviluppo dell'individuo,rientrino in due categorie principali che sono quella maturativa e quella ambientale o(legata allesperienza). Rispetto a questa seconda categoria,abbiamo sottolineato l'importanza che ha per lo sviluppo dell'Io,uno degli oggetti dell'ambiente infantile, cio il proprio corpo. Abbiamo poi esaminato linfluenza esercitata da altre persone appartenenti all'ambiente del bambino,sulla crescita e sullo sviluppo del suo Io attraverso il processo dell'identificazione;siamo passati alle modalit di funzionamento delle varie parti dell'apparato psichico,ed abbiamo discusso i processi primario e secondario ed il pensiero del processo primario e di quello secondario; infine abbiamo esaminato la neutralizzazione dell'energia psichica derivante dalle pulsioni. A partire da adesso ci concentreremo: 1)Sulla capacit dell'Io di acquisire la conoscenza del proprio e il dominio di esso; 2)Sui modi complessi ed importanti con i quali lIo raggiunge un certo grado di controllo e di dominio sull'Es,cio sui desideri e sugli impulsi che si originano dalle pulsioni Il primo si occupa della lotta tra lIo contro il mondo esterno(nella sua parte di intermediario tra Es ed ambiente);il secondo riguarda l'Io sempre nella parte di lottare contro l'Es o con il mondo interno. Partiamo con il dominio dell'ambiente da parte dellIo:a tal proposito,sono fondamentali almeno tre delle funzioni dellIo esaminate in precedenza: 1)Le percezioni sensoriali che informano l'Io su ci che lo circonda; 2)La capacit di ricordare,paragonare e pensare secondo il processo secondario,che permette un livello di conoscenza dell'ambiente pi elevato di quello dato dalle percezioni sensoriali da sole; 3)Il controllo motorio e la destrezza dei movimenti che permettono al soggetto di modificare in maniera attiva il proprio ambiente fisico. Queste funzioni sono tra loro correlate:ad esempio la destrezza dei movimenti pu essere essenziale per ottenere impressioni sensoriali come nel caso dell'acquisizione della visione stereoscopica,o in quella dell'uso delle mani nella palpazione;tuttavia bisogna distinguere una particolare funzione dell'Io che ha un posto molto importante nell'ambito delle relazioni tra Io e ambiente,che l'esame di realt (Freud 1911,1923). Con esame di realt si intende la capacit che ha l'Io di distinguere tra gli stimoli o le percezioni che gli provengono dal mondo esterno,da una parte,e quelle che gli provengono dai desideri e dagli impulsi dell'Es dall'altra Se l'Io in grado di espletare questo compito con successo,si dice che l'individuo ha un senso della realt buono ed adeguato;se invece lIo non in grado di espletare bene tale compito,si dice che il suo senso della realt povero e difettoso. Riteniamo che il senso della realt si sviluppi gradualmente,come altre funzioni dellIo,nel corso di un periodo di tempo considerevole,mentre il bambino cresce e matura;assumiamo inoltre che per parecchie delle prime settimane di vita,il neonato non sia affatto in grado di distinguere gli stimoli che provengono dal proprio corpo e le pulsioni istintuali,dagli stimoli che provengono dall'ambiente circostante.Il bambino sviluppa la capacit di fare questa distinzione progressivamente,in parte in conseguenza della maturazione del suo sistema nervoso e dei suoi organi sensoriali e in parte in conseguenza dei fattori dell'esperienza. Freud(1911)pos l'attenzione sul fatto che un fattore di questo secondo tipo costituito dalla frustrazione,e ritenne che essa fosse di grande importanza per lo sviluppo dell'esame di realt durante i primi mesi di vita;egli fece rilevare che il lattante sperimenta molte volte il fatto che certi stimoli,come quelli che provengono dalle mammelle e dal latte(fonti di gratificazione importanti)talvolta sono assenti Egli consider queste esperienze di frustrazione,che si ripetono molte volte e in vari modi durante la prima infanzia,come fattore della massima importanza nello sviluppo di un senso della realt:attraverso esse.il bambino impara che alcune cose del mondo esterno vanno e vengono, che possono essere presenti o assenti,e che non sono qui (per quanto fortemente egli possa desiderare che lo siano). Ci costituisce uno dei punti di partenza per riconoscere che queste cose non fanno parte del S,ma sono poste,invece fuori dal S. Vi sono alcuni stimoli che il bambino non pu far andare via.non importa quanto sia intenso il suo desiderio che non siano qui,tali stimoli provengono dall'interno del corpo,e sono a loro volta il punto di partenza per riconoscere che un tal genere di cose (ad esempio il mal di pancia)non sono fuori del S,bens il S. La capacit di dire se qualcosa S o non S, una parte della funzione generale dell'esame di realt,a cui ci si riferisce con il nome di capacit di stabilire dei saldi confini dell'Io,anche se sarebbe pi esatto parlare di confini del S;sotto l'influenza di determinate esperienze,lIo del bambino che cresce,si sviluppa gradualmente la capacit di compiere l'esame di realt:si sa che nell'infanzia questa capacit solo parziale e varia nella sua efficacia da momento a momento(sappiamo come il bambino tende a considerare reali un gioco,una fantasia,e dobbiamo riconoscere che anche nella vita adulta normale la visione della realt costantemente influenzata dai nostri desideri,paure,speranze,ricordi). Per la grande maggioranza di noi,la visione del mondo circostante influenzata pi o meno dalla nostra vita psichica interiore: ovviamente questo pu comportare la deficienza o inattendibilit delle capacit del nostro Io di compiere un esame di realt,che si pu riflettere nel prevalere di pregiudizi,financo nella credenza nella superstizione e nei riti magici religiosi in genere:l'adulto raggiunge una buona capacit di fare un esame di realt almeno nelle situazioni comuni e quotidiane, una capacit che viene persa o ridotta solo in seguito ad una grave malattia mentalepazienti che soffrono di una tale forma morbosa, presentano nella loro capacit di esaminare la realt,un disturbo pi serio di quanto non sia solito vedere nelle persone normali/nevrotici;si ricordi il malato di mente che convinto che i suoi deliri e le sue allucinazioni siano delle cose reali,mentre in effetti hanno origine unicamente nei timori e nei desideri all'interno del malato stesso. Un disturbo dell'esame di realt,costituisce un aspetto cos costante di molte malattie mentali,da esserne diventato un criterio diagnostico:le gravi conseguenze di un siffatto disturbo,servono a sottolinearci l'importanza che ha per lIo,nel suo ruolo normale cultore dell'Es,la capacit di procedere all'esame di realtun integro senso della realt rende lIo capace di agire efficacemente sull'ambiente nell'interesse dell'Es,e costituisce una valida risorsa quando alleato con l'Es e cerca di studiare l'ambiente per vedere se e come sia possibile ottenere delle gratificazioni. Passiamo ora a considerare l'Io come intermediario tra Es e ambiente: lIo dilaziona,controlla o si oppone in qualche modo alla scarica delle energie dell'Es,anzich inoltrare o facilitare la loro scarica.La capacit che ha l'Io di controllare la scarica delle energie dellEs,costituisce qualcosa di necessario o importante ai fini di una buona utilizzazione dell'ambienteinfatti se riusciamo ad aspettare,spesso siamo in grado di evitare qualche spiacevole conseguenza della gratificazione o di aumentare il piacere che pu essere ottenuto.Abbiamo poi visto come un qualche ritardo nella scarica dell'energia pulsionale,costituisca una parte essenziale dello sviluppo del processo secondario e del pensiero del processo secondario;si pu da qui comprendere,come il processo dello sviluppo dell'Io,dia luogo a un certo ritardo nella carica delle energie dell'Es e ad una certa quantit di controllo dell'Es da parte dell'Io. Anna Freud (1954)ha espresso questo aspetto dei rapporti tra Es ed Io,paragonandolo alla relazione che c' tra l'individuo e il servizio pubblico in uno Stato moderno:in una societ complessa,il cittadino deve delegare molti compiti servizi pubblici se vuole che siano espletati in modo efficiente,e ci nel proprio interesse.La creazione di un servizio pubblico costituisce per il singolo un vantaggio e gli fornisce molti benefici di cui lui contento,ma nello stesso tempo il cittadino scopre che ci sono anche certi svantaggi(ad esempio il servizio pubblico lento)ed egli sembra avere delle idee proprie su che cosa sia meglio per lui,che non sempre coincidono con quanto in quel momento egli vorrebbe;in maniera analoga l'Io pu imporre una dilazione alle pulsioni dell'Es,pu oporre le pretese dell'ambiente contro di esse,e pu anche riuscire ad impossessarsi tramite la neutralizzazione di qualche parte dell'energia delle pulsioni per uso proprio. Ci si dovrebbe dunque aspettare che la relazione tra lIo ed ambiente, non raggiunga mai tanta forza da costringere l'Io ad una grave e prolungata opposizione alle richieste istintuali dellEs;abbiamo detto che la relazione dell'Io con la realt in origine al servizio dell'Es, quindi dovremo aspettarci che nel caso di un conflitto davvero grave tra i desideri dell'Es e la realt ambientale,lIo si trovi alleato con lEs. Ci che si osserva per piuttosto diverso:apprendiamo che lIo,in certe circostanze pu dirigersi esso stesso contro l'Es,e pu anche opporsi direttamente alla scarica delle sue energie pulsionali;questa opposizione dellIo nei confronti dell'Es,non risulta chiaramente discernibile,fino a quando non si raggiunto un certo grado di sviluppo e di organizzazione delle funzioni dell'Io,ma i suoi inizi avvengono non pi tardi dell'ultima parte del primo anno di vita. Un esempio di quest'opposizione quello dell'Io che respinge il desiderio di uccidere un proprio fratello:i bambini molto piccoli spesso cercano di mettere in pratica tale desiderio attaccando il fratellino;ma col passare del tempo e sotto la pressione della disapprovazione dell'ambiente,lIo pu opporvisi e respingere questo desiderio dell'Es con tanta intensit che alla fine esso sembra cessare di esistere Almeno per quel che riguarda il comportamento esteriore,lIo ha prevalso e il desiderio di uccidere stato abbandonato. Vediamo che,anche se l'Io originariamente l'esecutore dell'Es,e che continua ad esserlo per molti riguardi,nel corso della vita,esso comincia ad esercitare un crescente controllo sull'Es piuttosto presto e gradualmente viene a trovarsi in opposizione con alcune esigenze dell'Es,e persino in aperto contrasto con esseda obbediente e valido servitore dell'Es sotto ogni riguardo,ne diventa in parte l'oppositore ed anche il padrone. Quest'osservazione d luogo ad almeno due quesiti: 1)Come possiamo renderci ragione del fatto che l'I,che parte dell'Es e che cominci come semplice servitore delle pulsioni,diventi entro certi limiti il loro padrone? 2) Quali particolari mezzi usa l'Io per tenere in scacco gli impulsi dell'Es quando riesce a farlo? La risposta al primo quesito risiede in parte nella natura delle relazioni tra bambino e ambiente,e in parte in certe caratteristiche psicologiche della mente umana,dove le varie caratteristiche hanno in comune il fatto di essere tutte collegate con il funzionamento dell'io. Considerando l'ambiente:sappiamo come l'ambiente che circonda il bambino abbia per luiu un significato biologico o meglio,lo hanno alcune parti del suo ambiente:senza queste parti,che sono in principio la madre e poi entrambi i genitori,il bambino non potrebbe sopravviverenon ci sorprende quindi il constatare come la dipendenza fisica prolungata del bambino umano dai propri genitori,si associ parallelamente ad una sua dipendenza psicologica da essi.Il bambino infatti dipende per la maggior parte delle fonti del suo piacere dai suoi genitori,e possiamo capire come sia in dipendenza di questi molteplici fattori che la madre pu diventare un oggetto di tale importanza nell'ambiente del bambino che,in caso di conflitto tra una richiesta della madre e un desiderio diretto dellEs del bambino,lIo si allei con la prima contro il secondo(per esempio quando la madre proibisce l'espressione di un impulso distruttivo come strappare le pagine di un libro,lIo del bambino prender spesso le parti della madre contro il proprio Es). Ricordiamo ancora che la formazione dell'Io ed il funzionamento dell'Io,utilizzano un'energia che proviene interamente o in gran parte dall'Es:dobbiamo quindi concludere che l'Es costituisce una riserva infinita di energia psichica,e che il semplice fatto che lIo esista e funzioni,implica una riduzione della quantit di energia pulsionale nell'Esparte di essa stata usata per formare l'Io e per farlo funzionare.Il punto importante di questo discorso che lo sviluppo dell'Io determina inevitabilmente un certo grado di indebolimento dell'Es;da questo punto di vista si pu dire che lIo cresce come un parassita a spese dell'Es,e ci pu ben contribuire in qualche misura al fatto che l'Io abbastanza forte da diventare in parte il padrone dell'Es,anzich rimanere per sempre completamente il suo servitore. Ci sono diversi progetti che hanno importanza nella formazione e nel funzionamento dell'Io,e che contribuiscono in modo notevole al processo di riduzione dell'energia psichica dell'Es e di aumento di quella dellIo;uno di questi processi la neutralizzazione dell'energia pulsionale,ove questo processo di denaturazione,d luogo a una riduzione delle energie libidica ed aggressiva dell'Es,e ad un aumento dell'energia a disposizione dellIo. Un altro processo che sappiamo essere importante nello sviluppo dell'Io,soprattutto per la capacit di deviare energia psichica dall'Es verso lIo, l'identificazionel'individuo diventa simile ad un oggetto (persona o cosa)del mondo esterno,quindi psicologicamente importante per l'individuo,cio fortemente carico di energia pulsionale. Il diventare simile,produce una modificazione dell'Io ed una delle conseguenze di tale cambiamento che le cariche psichiche, precedentemente legata ad un oggetto esterno,si attaccano invece totalmente o in parte alla copia di quest'oggetto nellIo.Il fatto che, parte delle energie dell'Es siano ora legate ad una parte dell'Io, contribuisce all'arricchimento delle energie a disposizione dellIo a spese dell'Es,e al rafforzamento dellIo di fronte allEs. Un altro processo mediante cui le richieste dell'Es sono indebolite, quindi rese pi suscettibili di controllo da parte dell'Io, il processo della gratificazione in fantasia:una fantasia,sia essa un sogno ad occhi aperti o un sogno effettuato durante il sonno) nella quale vengano rappresentati come realizzati idesideri dell'Es,d luogo ad una gratificazione parziale degli impulsi dell'Es che vi erano impegnati, e ad una parziale scarica della loro energiaCos,ad esempio,un individuo che mentre dorme ha sete,pu sognare di soddisfare la propria sete e sentirsi soddisfatto dal sogno cos che egli continua a dormire. Risulta evidente che la parte giocata dalla fantasia nella nostra vita psichica, molto grande e non ci proponiamo di trattarla in questa sede;intendiamo solo notare che uno degli effetti della fantasia,pu consistere nel portare alla quasi completa soddisfazione di un impulso dell'Es,tanto da rendere relativamente facile per l'io bloccarlo o controllarlo da quel momento in poi,e che quindi la fantasia pu avere una parte importante nel rendere possibile all'Io il dominio di una parte dell'Es.Possiamo aggiungere che tali fantasie si verificano molto spesso nella vita mentale normale. L'ultima tra le caratteristiche psicologiche che contribuiscono a rendere l'Io capace di diventare il padrone dell'Es, una caratteristica decisiva nell'intera situazione,ed quella che effettivamente responsabile della capacit dell'io di opporsi e di dominare,in certa misura e in alcune circostanze,gli impulsi dell'Es: una tendenza umana quella di sviluppare angoscia in determinate circostanze,che per poter essere illustrata,richiede un'adeguata introduzione:lattuale tecnica psicoanalitica dell'angoscia non pu essere compressa se prima non si espone ci che Freud nel 1911 chiam il principio del piacere. Nella sua formulazione pi semplice ,il principio di piacere,stabilisce che la nostra mente tende ad operare in modo tale da ottenere il piacere di evitare il suo opposto.La parola tedesca che Freud us per esprime l'opposto del piacere Unlust,che stato spesso tradotto con il termine dolore cosicch,il principio di piacere talvolta viene chiamato anche principio del piacere-dolore.Tuttavia,dolore diversamente da Unlust,denota la sensazione fisica del dolore oltre che l'opposto di piacere,e per evitare ambiguit di questi termini, stato suggerito dai traduttori di usare al posto di dolorela parola dispiacere.Freud aggiunse al concetto di principio di piacere,l'idea che nei primissimi tempi della vita,la tendenza a raggiungere il piacere sia imperiosa ed immediata,e che l'individuo acquisti solo gradualmente,man mano che cresce,la capacit di posporre il raggiungimento del piacere. Il concetto di principio di piacere presenta diverse analogie con il processo primario:secondo il principio di piacere c' una tendenza ad ottenere il piacere e ad evitare il dispiacere,che nei primi tempi della vita non ammette indugi.Secondo il processo primario,le cariche di energia pulsionale devono essere scaricate non appena possibile e si ritiene che questo processo domini il funzionamento mentale nelle epoche iniziali della vita.Circa il principio di piacere,Freud afferm che con il crescere dell'et,si aveva un graduale aumento della capacit individuale di posporre il conseguimento del piacere e l'allontanamento del dispiacere,mentre,per quel che riguarda il processo primario ,egli formul l'ipotesi che lo sviluppo del processo secondario e l'aumento relativo della sua importanza,consentisse al'individuo via via che cresceva,di posporre la scarica delle cariche psichiche. Nelle sue linee essenziali,il primitivo concetto freudiano di principio di piacere corrisponde al suo successivo concetto di processo primario; l'unica differenza(a parte quella terminologica) che il principio di piacere formulato in termini soggettivi,mentre il processo primario in termini oggettivici significa che le parole piacere e dispiaceresi riferiscono a fenomeni soggettivi(in tal caso gli affetti),mentre le frasi scarica delle cariche psichicheo scarica di energia funzionale,si riferiscono ai fenomeni oggettivi della distribuzione e della scarica di energia(in questo caso entro l'ambito dellEs). Notiamo come secondo le nostre teorie un affetto o un'emozione un fenomeno dell'Io,indipendentemente da quanto possa dipendere dalla sua genesi da processi che si svolgono nell'interno dellEs. Freud era consapevole della grande similarit che intercorreva tra formulazione del principio di piacere e formulazione di quell'aspetto del funzionamento dell'Es che aveva denominato processo primario ,e infatti cer di unificare i due concetti,ma con scarsi risultati:questo tentativo venne fatto sulla base di un assunto molto semplice cio cheun aumento nella quantit delle cariche psichiche mobili,non scaricate,all'interno dell'apparato psichico,corrisponda o dia luogo ad un sentimento di dispiacere,mentre la scarica di queste cariche psichiche,con una corrispondente diminuzione della loro quantit residua,porti invece ad una sensazione di piacere. F Freud(1911)ritenne originariamente che un aumento della tensione psichica causasse dispiacere,mentre una diminuzione di tale tensione fosse causa di piacere;se questo assunto fosse corretto,il principio di piacere e il processo primario verrebbero ad essere due modi diversi di formulare la stessa ipotesi. Il principio di piacere affermache il bambino molto piccolo tende a raggiungere il piacere attraverso una gratificazione che non pu essere rimandata in alcun modo;il processo primario dice chenel bambino molto piccolo,via una tendenza a scaricare la carica psichica,cio l'energia delle pulsioni che non pu essere rimandata in alcun modo.Ma,secondo lo assunto originario di Freud,il piacere della gratificazione tutt'uno con la scarica della carica psichica,o ne forse un aspetto;se l'assunto rispondesse a verit,le due formulazioni direbbero la stessa cosa con parole diverse e il principio di piacere e il processo primario sarebbero solo due formulazioni alternative della stessa ipotesi. Freud(1924)concluse che,sebbene nella grande maggioranza dei casi il piacere si accompagnasse con una scarica di energia psichica mobile,mentre il dispiacere sarebbe la conseguenza dell'accumulo di tale energia,vi erano importanti casi in cui le cose non sembravano sta in questo modo: egli asser che vi sono perfino casi in cui vero il contrario e come esempio,fece notare che almeno fino ad un certo punto,un aumento della tensione sessuale viene sperimentato come piacevole. La decisione finale di Freud fu che i rapporti tra i fenomeni di accumulo e di diminuzione dell'energia mobile pulsionale da una parte,e gli effetti di piacere e di dispiacere dall'altra,non fossero n semplici n facilmente definibiliegli avanz una proposta,cio che velocit e ritmo di incremento o di scarica della carica psichica, potessero costituire un fattore determinante,e lasci la questione pressappoco cos.Successivamente non sono mancati tentativi di elaborare un'ipotesi soddisfacente sulle relazioni tra il piacere e l accumulo e la scarica di energia pulsionale,ma al momento attuale, nessuna di queste ipotesi ha ricevuto un riconoscimento tale da giustificare un'esposizione in questa sede (Jacobson,1953). La conseguenza di tutto ci che ancora non siamo in grado di formulare in modo soddisfacente il principio di piacere nei termini dei concetti che seguirono,riferiti principalmente all'energia;siamo quindi costretti a mantenere ancora la prima versione,formulata nei termini dell'esperienza soggettiva di piacere e dispiacerela mente o lindividuo nella sua vita mentale,cerca di ottenere il piacere e di evitare il dispiacere(Freud). Le ragioni dell'introduzione del principio di piacere sono state quelle di preparazione all'argomento dell'angoscia:la prima teoria formulata da Freud sull'angoscia,sosteneva che questa risultasse da un ingorgo della libido e da una sua inadeguata scarica;se lnormale accumulo della libido entro la psiche fosse il risultato di ostacoli i quali dall'esterno ne impedissero la scarica,(Freud 1895),o se esso fosse dovuto invece ed ostacoli interni(quali conflitti inconsci o inibizioni relative alla gratificazione sessuale),era pocoimportante dal punto di vista di questa teoria dell'angoscia. In entrambi i casi,il risultato consiste in un accumulo di libido non scaricata,che poteva essere trasformata in angoscia.La teoria non spiegava in alcun modo come avvenisse la trasformazione,e non indicava nemmeno quali fattori determinassero il momento esatto nel quale essa si sarebbe compiuta. Va notato che,secondo questa teoria,il termine angoscia denotava un tipo patologico di paura che,fenomenologicamente,era in relazione con la normale paura di un pericolo esterno,ma che aveva un'origine nettamente diversa.La paura di un pericolo esterno era,con tutta probabilit,una reazione appresa,cio una reazione basata sull'esperienza,mentre l'angoscia era libido trasformatacio manifestazione patologica dell'energia propria della pulsione.Questo era lo stato della teoria psicoanalitica dell'ansia fino al 1926,quando fu pubblicata una monografia di Freud sotto il titolo di Il problema dell'angoscia(nella traduzione americana)e col titoloInibizione, sintomo e angosciain quelle in inglese ed italiana. In quest'opera,Freud rilevava che l'angoscia il problema centrale della nevrosi e proponeva una nuova teoria dell'angoscia basata sull'ipotesi strutturale.Prima di affrontare quest'ultima opportuno notare la stretta relazione tra l'argomento di Inibizione,sintomo e angoscia(che costituisce la seconda teoria di Freud sull'angoscia)e l'argomento di due lavori precedenti Al di l del principio di piacere e LIo e lEsquesti due lavori,contengono i concetti fondamentali che distinguono la teoria psicoanalitica moderna da ci che essa era precedentemente,cio la teoria duale delle pulsioni e lipotesi strutturale. Tra i maggiori contributi di queste nuove teorie,vi anche l'aver aperto la strada ad importanti progressi nell'applicazione clinica della psicoanalisi come lo sviluppo;un esempio notevole di ci stato lo sviluppo,negli ultimi 25 anni,dell'analisi dellIo e dell'intero campo della psicologia psicoanalitica dell'Io. Freud scrisse diversi lavori,in cui mostrava come le nuove teorie potessero essere utilmente applicate ai problemi clinici(Freud 1924,1926):Inibizione,sintomo e angoscia l'opera pi importante di una tale fruttuosa applicazione,in cui Freud avanz una teoria dell'angoscia clinicamente applicabile,basata sulle possibilit di introspezione fornite dall'ipotesi strutturale. Nel tentativo di comprendere questa nuova teoria bisogna avere in mente che Freud riteneva che l'angoscia avesse una base biologica, ereditariacredeva che l'organismo umano fosse congenitamente dotato della capacit di reagire,con quelle manifestazioni psicologiche tipiche e fisiche che noi chiamiamo angoscia.Egli fece notare che nell'uomo,come negli animali inferiori,questa capacit ha un suo preciso significato di sopravvivenza,almeno quando esso nel suo statonaturale;infatti,se un essere umano privo della protezione dei propri genitori potesse non essere spaventato da niente,egli sarebbe ben presto distrutto. Dunque Freud cerca di spiegare nella sua teoria dell'angoscia n lorigine,n la natura dell'angoscia,bens la sua importanza e il posto che essa occupa nella vita mentale dell'uomo.Le formulazioni proposte in Ibizioni,sintomo e angoscia,includevano in parte le sue precedenti formulazioni,in parte andavano molto al di l di esse. In aggiunta,una parte rilevante della sua precedente teoria veniva completamente abbandonata:l'idea che la libido non scaricata si trasformasse in ansia.Egli prese questa determinazione sulla base di materiale clinico e dimostr la validit della sua nuova posizione con un dettagliato esame di due casi di fobie infantile. Nella sua nuova teoria,Freud propose di collegare la comparsa dell'angoscia a ci che egli chiam situazioni traumatiche e situazioni di pericolo:egli defin le prime come situazioni in cui la psiche viene sopraffatta da un afflusso di stimoli troppo grande sia per essere dominato che per essere scaricato,e riteneva che quando ci si verifica,l'angoscia si sviluppi automaticamente. Poich il dominare gli stimoli afferenti e la loro efficiente scarica costituiscono parte del funzionamento dell'Io,ci sarebbe da aspettarsi che le situazioni traumatiche si producano pi spesso durante i primi mesi ed anni di vita,quando lIo,cio, ancora relativamente debole poco sviluppato. In verit Freud riteneva che il prototipo delle situazioni traumatiche sia l'esperienza della nascita,quale viene provata dal bambino che viene alla lucein quel momento,il bambino,viene assoggettato ad un dilagante afflusso di stimoli provenienti dall'esterno e dalle proprie viscere,e risponde con ci che Freud considerava come le manifestazioni dellansia. Il grande interesse di Freud verso la nascita come situazione traumatica,accompagnata da angoscia,consisteva nel fatto che la nascita poteva essere vista come il prototipo di successive situazioni traumatiche psicologicamente pi significative,e,come tali,inserite nelle sue nuove idee. Otto Rank(1924)tent di applicare clinicamente quest'idea di Freud e propose come nozione che tutte le nevrosi risalissero al trauma della nascita,e si potessero curare ricostruendo ci che quel trauma doveva essere stato e rendendone conoscio il paziente.Le teorie di Rank suscitarono tumulto tra gli psicoanalisti,ed ormai sono state messe completamente da parte. Nel suo lavoro,Freud,studia con particolare attenzione le situazioni traumatiche che intervengono durante la prima infanzia,subito dopo la nascita.Come esempio di queste situazioni scelse il seguente:nella prima parte della vita,un bambino dipende dalla madre per la gratificazione della maggior parte dei suoi bisogni corporei,e per il raggiungimento della gratificazione che,in quella parte di vita, primariamente connessa con l'appagamento dei bisogni corporei.Il bambino,prima di un certo stadio della vita,non in grado di raggiungere da se questi piaceri,cio queste gratificazioni istintuali,ed ha bisogno della madre per essere in grado di farlo.Se,quando la madre assente,il bambino prova un bisogno istintuale,che pu essere gratificato solo attraverso la madre,si sviluppa una situazione che traumatica per il bambino(nel senso che Freud ha dato al terminetraumatico). LIo del neonato non abbastanza sviluppato da poter posporre la gratificazione mantenendo in sospeso i propri desideri pulsionali,e allora la psiche del neonato, sopraffatta da un afflusso di stimoli; poich egli non pu n scaricare adeguatamente,n dominare questi stimoli si sviluppa angoscia. E opportuno notare come l'inondazione di stimoli che d luogo questo tipo primitivo e automatico di angoscia,sia di origine interna:essa sorge cio,dall'operazione delle pulsioni,o meglio,dall'Es,perci l'angoscia di tipo automatico di cui si parlato stata chiamata a volteangoscia dell'Estale termine,al giorno d'oggi,viene comunque usato di rado,perch induceva il concetto errato che l'Es fosse la sede di questo tipo di angoscia. In realt,lidea di Freud,contenuta nell'ipotesi strutturale,era che l'Io fosse la sede di tutte le emozioni. Sperimentare una qualsiasi emozione una funzione dell'Io secondo Freud,e questo deve essere vero anche circa l'angoscia;ci che facilitava l'errata concezione che lEsfosse la sede dell'angoscia automaticamente indotta,era che lIo esistesse appena come struttura differenziata,e meno ancora come entit integrata in un periodo della vita cos precoce. Abbiamo gi detto che bambini molto piccoli,hanno solo i rudimenti di Io,ed anche quel poco che si cominciato a differenziare dal resto dell'Es, difficilmente distinguibile e,qualunque Io possa essersi differenziato in questi bambini, la sede dell'angoscia che si sviluppa. Freud riteneva anche che la tendenza o la capacit dell'apparato mentale a reagire ad un afflusso eccessivo di stimoli sviluppando angoscia,persistesse per tutta la vitacio,una situazione traumatica, si pu produrre a qualsiasi et.Tali situazioni si producono molto pi spesso nei primi tempi della vita,poich l'Io non si ancora sviluppato e quanto pi l'Io sviluppato,tanto pi esso diviene capace di padroneggiare o di scaricare gli stimoli che gli arrivano,sia di origine interna che esterna;e solo quando tali gli stimoli non possono essere adeguatamente padroneggiati o scaricati,la situazione diventa traumatica e si sviluppa angoscia. Se corretto l'assunto di Freud,e cio che la nascita costituisca un prototipo delle situazioni traumatiche successive,allora l'esperienza della nascita si pu considerare come l'esempio di una situazione traumatica infantile,causata da stimoli che provengono principalmente dall'esterno:in altri casi gli stimoli nocivi provengono principalmente dalle pulsioni,cio la loro genesi interna(come ad esempio nel caso del bambino in cui la madre non era l pronta a fornire la gratificazione che il suo Es reclamava,e che solo lei poteva dare). Per quel che sappiamo,le situazioni traumatiche originatesi come conseguenze delle richieste dell'Es,sono le pi comuni ed importanti durante i primi tempi della vita.Freud riteneva che queste situazioni sorgessero che pi tardi nel corso della vita,in quei casi che egli classific comenevrosi d'angoscia attuali,e che l'angoscia di cui soffrono quei pazienti sia provocata dal soverchiante afflusso di stimoli che sorgono dall'energia di una pulsione sessuale che non ha avuto, per avverse circostanze esterne,possibilit alcuna di scaricarsi adeguatamente. Questo particolare punto di vista di Freud,ha oggi un'importanza pratica limitata poich,al giorno d'oggi,la diagnosi di nevrosiattuale non viene effettuata quasi mai.Invece,unaltra applicazione della stessa idea di base ha assunto unimportanza clinica maggiorevale a dire l'assunto che le cosiddette nevrosi traumatica dell'et adulta, come ad esempio la nevrosi di guerra,e ci che si usava chiamare lo shock da bombardamento,siano il risultato di un afflusso soverchiante di stimoli esterni,che ha dato automaticamente origine all'angoscia. Lo stesso Freud avanz questa possibilit e molti autori successivi hanno mostrato di ritenere che fosse stato o,almeno che Freud laritenesse tale.In realt Freud nel 1926,espresse l'opinione che una nevrosi traumatica probabilmente non si potesse originare in maniera cos semplice,senza ci che egli chiamava la partecipazione degli strati pi profondi della personalit. Il concetto di Freud sulle situazioni traumatiche e sullo sviluppo automatico di angoscia nelle situazioni traumatiche,costituisce ci che possiamo chiamare la prima parte della sua nuova teoria dell'angoscia: la parte pi vicina alla sua teoria precedente,bench ne differisca circa il modo nel quale l'angoscia si produce.Secondo le precedenti opinioni di Freud,l'angoscia si originava da una trasformazione della libido,mentre secondo le sue vedute successive, essa si sviluppava come risultato di un afflusso soverchiante di stimoli che potevano provenire o meno dalle pulsioni(stimoli int ed ext?). La prima parte della nuova teoria di Freud in sintesi: 1)L'angoscia si sviluppa automaticamente ogni volta che la psiche viene sopraffatta da un afflusso di stimoli troppo grande per essere padroneggiato o scaricato; 2)Questi stimoli possono essere di origine esterna o interna,ma il pi di frequente provengono dall'Es,cio dalle pulsioni; 3)Quando si produce automaticamente angoscia,secondo questo modello la situazione viene definita come traumatica; 4)Il prototipo di queste situazioni traumatiche la nascita; 5)L'angoscia automatica caratteristica dell'infanzia perch in quest'epoca della vita,lIo debole ed immaturo;essa si osserva anche nell'et adulta,nei casi della nevrosi di angoscia attuale. Seconda parte della nuova teoria: nel corso della crescita,il bambino,impara da anticipare l'avvento di una situazione traumatica ed a reagire ad essa con angoscia prima che diventi traumaticaFreud ha indicato questo tipo di angoscia come angoscia-segnale o d'allarme,che determinata da una situazione di pericolo o dall'anticipazione del pericolo e la sua produzione una funzione dell'Io,e serve a mobilitare le forze al servizio dell'Io onde poter fronteggiare o evitare la situazione traumatica incombente. Per illustrare il significato delle parolesituazione di pericolo,Freud torn allesempio del bambino lasciato solo dalla madre:se il bambino,quando ancora solo,venisse assalito da qualche bisogno per la cui gratificazione la presenza della madre necessaria,la situazione diventerebbe traumatica e si svilupperebbe angoscia automaticamente. Freud argu che il bambino,quando ha raggiunto un certo grado di sviluppo,si rende conto che esiste una certa relazione tra l'allontanarsi della madre e l'insorgere di quello spiacevolissimo stato di angoscia automaticamente indotta,che a volte si manifesta dopo che la madre andata;lIo si rende conto che se la madre presente,l'angoscia non si sviluppa,mentre essa pu svilupparsi se la madre si allontanata. Come risultato di ci,lIo giunge a considerare la separazione dalla madre una situazione di pericolo,il pericolo consistendo nella comparsa di un periodo richiesta di gratificazione da parte dell'Es mentre la madre lomtana,con il conseguente sviluppo di una situazione traumatica. Come si comporta il bambino in una tale situazione di pericolo? Il bambino cerca,mediante varie espressioni di disagio,di trattenere la madre presso di lui se vuol partire,o di richiamarla se lo ha gi lasciato. Freud era pi interessato da ci che avveniva a livello intrapsichico nel neonato,che dalle varie attivit dellIo intese a modificare l'ambiente esterno(per importanti che queste possano essere). Egli sugger che in una situazione di pericolo,lIo reagisca con angoscia,che esso stesso produce attivamente e che egli propose di chiamare-angoscia segnale,poich essa prodotta dall'Io come un segnale di pericolo. Come pu lIo produrre attivamente angoscia,sia come segnale che per qualunque altro proposito? Ricordiamo che lIo sostanzialmente un gruppo di funzioni collegate tra di loro:noi riteniamo che,in una situazione di pericolo,alcune di queste funzioni come le percezioni sensoriali,la memoria e il processo di pensiero, l'si occupino di riconoscere il pericolo,mentre altre parti o funzioni dell'Io,reagiscano al pericolo con ci che percepito come angoscia. In realt la percezione del pericolo che d origine con tutta probabilit ad una fantasia della situazione traumatica,e sembra essere questa la causa dell'angoscia-segnale;corretta o meno che sia questa supposizione di matrice clinica,si pu dire che alcune funzioni dellIo hanno il compito di riconoscere il pericolo e altre di reagire ad adesso con l'angoscia. Riprendiamo l'esposizione fatta da Freud di ci che accade quando l'Io riconosce una situazione di pericolo e reagisce producendo angoscia- segnale:a questo punto entra nel quadro il principio di piacere: l'angoscia di allarme spiacevole e tanto pi spiacevole quanto pi intensa;noi assumiamo che l'intensit dell'ansia sia in qualche modo proporzionale alla valutazione che fa lIo della gravit del pericolo,o della sua imminenza,o di entrambe.Ci aspettiamo che in ogni situazione di pericolo considerevole,l'angoscia e il dispiacere siano anchessi di intensit considerevole;il dispiacere allora mette in azione ci Freud aveva denominato come l'onnipotente principio di piacere. dunque questa l'operazione che d allIo la forza necessaria per controllare lemergenza improvvisa o l'azione continuata di qualsiasi impulso dell'Es che possa dare origine alla situazione di pericolo. Freud deline una serie di situazioni di pericolo tipiche,che ci si pu attendere in sequenza nella vita infantile:cronologicamente,la prima di queste situazioni, la separazione da una persona che per il bambino ha importanza come fonte gratificazioneci viene indicato in letteratura come 1)perdita dell'oggettoo come perdita dell'oggetto amato,sebbene nell'et in cui ci viene per la prima volta percepito come un pericolo,il bambino sia ancora troppo piccolo per potergli attribuire un'emozione cos complessa come quella dell'amore. La successiva situazione di pericolo tipica per il bambino la perdita damore da parte di una persona del proprio ambiente,dalla quale egli deve dipendere per la gratificazione:cio,anche se la persona presente,il bambino pu temere di perdere il suo amore,dove ci indica la 2)perdita dell'amore dell'oggetto. La successiva situazione di pericolo tipica si presenta diversamente nei due sessi: nel caso del bambino,il pericolo consiste nella perdita del pene,ci che in letteratura indicato col termine di 3)castrazione; nel caso della bambina,il pericolo consiste in qualche analoga lesione genitale. Lultima situazione tipica di pericolo quella della colpa o della disapprovazionee punizione da parte del Super-Io. Riteniamo che il primo di questi pericoli sia caratteristico dei primissimi stadi di sviluppo probabilmente fino a un 1anno e 1/I 2,quando ad esso si aggiunge anche il secondo; il terzo invece non diventa preminente fino all'et di 2 anni e o 3,e che l'ultimo acquisti importanza assoluta solo dopo i 5/6 anni,quando si formato il Super-Io. Tutti questi vari tipi di pericolo persistono,almeno in una certa misura, per tutta la vita inconsciamente(in misura eccessiva nei nevrotici),e l'importanza relativa di ciascuna pericolo varia da persona a persona. Eovviamente molto importante,nel lavoro clinico,rendersi conto di quale sia per un certo paziente il pericolo principale che egli inconsciamente teme.Freud dichiar che l'angoscia il problema centrale della malattia mentale e la sua affermazione oggi accettata dalla maggior parte di noi,sebbene possiamo ricordare che non sempre stato cos. Prima della pubblicazione di Inibizione,sintomo e angoscia,nel pensiero psicoanalitico sulle nevrosi,l'accento era posto sia dal punto di vista teorico che clinico,sulle vicissitudini della libido e,in particolare, sulle fissazioni libidiche;in quell'epoca l'angoscia era concepita come libido,che aveva subito una trasformazione in conseguenza di una carica inadeguata;era naturale che la libido fosse al centro delle discussioni teoriche e che la preoccupazione principale dei clinici fosse i quella di eliminare le fissazioni,e in genere di assicurare alla libido una scarica adeguata. Dunque oggi si tende a guardare questi problemi(sia nella teoria che nella pratica clinica),tanto dal punto di vista dell'Io che da quello dellEs,invece che soltanto dalla parte dellEs. Dal momento che oggi viene data molta importanza allangoscia della malattia mentale, facile perdere di vista il compito dell'angoscia nel mettere lIo in grado di controllare o di inibire i desideri o gli impulsi istintuali che gli sembrano pericolosi, essenziale nello sviluppo normale dellindividuo. Questa funzione dell'angoscia non ha niente di patologico in s stessa,ma al contrario una parte indispensabile della vita mentale e della crescita:senza di essa,ad esempio,non sarebbe possibile una forma di educazione;lindividuo sarebbe alla merc di ogni impulso che sorgesse nel proprio Es,e dovrebbe cercare di soddisfarli a turno,o tutti insieme,a meno che questo tentativo non determini l'insorgere di una situazione traumatica,nella quale l'individuo sia sopraffatto dall'angoscia. Un altro punto da considerare a proposito dell'angoscia-segnale, che essa ha o dovrebbe avere un'intensit minore dell'angoscia che accompagna una situazione traumatica l'cio questo segnale d'allarme che lIo impara a dare nel corso del suo sviluppo, meno intensamente spiacevole dell'angoscia che potrebbe svilupparsi se il segnale non venisse dato ed insorgesse una situazione traumatica: l'angoscia segnale unangoscia attenuata. Ricapitoliamo la seconda parte della nuova teoria dell'angoscia per: 1)Nel corso dello sviluppo,lIo acquista lacapacit di produrre angoscia quando sorge una situazione di pericolo(minaccia di una situazione traumatica)e pi tardi per anticipare il pericolo. 2) Attraverso l'operazione del principio di piacere,langoscia-segnale rende l'Io capace di controllare o inibire gli impulsi dell'Es in una situazione di pericolo; 3)C' una caratteristica gamma di situazioni di pericolo nei primi anni di vita,che persiste come tale inconsciamente,in grado maggior o minore,per tutta la vita; 4)L'angoscia segnale una forma di angoscia attenuata;essa ha una parte molto importante nello sviluppo normale,ed la forma di angoscia caratteristica delle l'psiconevrosi. Possiamo notare come,sebbene lIo inizi la sua attivit come una parte dell'Es,a servizio del resto,man mano che passa il tempo,esso diviene entro certi limiti il padrone dellEs;ma ci chiediamo adesso:come riesce lIo a tenere in scacco gli impulsi dellEs ,quando riaesce a farlo?. Da quanto abbiamo detto sull'angoscia,ci accorgiamo che quando l'Io si oppone all'emergenza di un impulso dall'Es,lo fa perch giudica che l'affiorare di quellimpulso determinarebbe una situazione di pericololIo allora produce angoscia come un segnale di pericolo,ottenendo in questo modo l'aiuto del principio di piacere,e pu offrire unefficace opposizione allaffiorare degli impulsi pericolosi,ove,in psicoanalisi,chiamiamo questa opposizione difesa o operazione difensiva dellIo. Dunque:Quali sono le difese che lIo ha da offrire contro lEs?. La risposta a questa domanda semplice,anche se generica: lIo pu usare tutto ci che trova a portata di mano,purch serva allo scopo; qualunque atteggiamento dell'Io,qualunque percezione,uno spostamento dell'attenzione,il favorire un impulso dellEs che sia pi sicuro di quello e che possa competere con esso,un energico tentativo di neutralizzare l'energia della pulsione pericolosa,la formazione di identificazione,la produzione di fantasia:ognuna di queste cose pu essere usata da sola o combinata in qualsiasi modo con le altre in modo difensivo;cio,lIo in grado di usare,ed usa per scopi difensivi, tutti processi di normale formazione e funzionamento dell'Io. In aggiunta a queste operazioni difensive dell'Io,nel corso delle quali esso fa uso di processi che ci sono familiari,esistono particolari processi dell'Io che si occupano delle difese nei confronti dellEs.
Anna Freud (1936), ha dato ad essi il nome di meccanismi di difesa; qualsiasi lista volessimo fornire di essi,sarebbe necessariamente incomplete e aperta alla critica,perch vi sono ancora,tra gli analisti,differenze di opinione su ci che pu e ci che non pu essere chiamato meccanismo di difesa,rispetto agli altri mezzi che sono a disposizione dell'Io per il dominio degli impulsi dell'Es. Dunque proveremo a definire quei meccanismi di difesa che sono generalmente riconosciuti come tali e che sono generalmente ritenuti di considerevole importanza nel funzionamento mentale. Il meccanismo che venne riconosciuto per primo,e che stato pi estesamente discusso in psicoanalisi la rimozione(Freud 1915): essa consiste in un'attivit dell'Io che sbarra la via della coscienza all'impulso indesiderato proveniente dall'Es,o a qualsiasi suo derivato, siano essi ricordi,emozioni,desideri o fantasie di realizzazione dei desideri:tutto ci come se non esistesse,per quel che riguarda la vita cosciente dell'individuo. Un ricordo rimosso un ricordo dimenticato,dal punto di vista soggettivo dell'individuo in cui la rimozione ha avuto luogo;bisogna notare che non siamo affatto sicuri che esistano delle dimenticanze di tipo diverso da quello della rimozione l'atto della rimozione. Essa instaura un'opposizione permanente,o comunque di lunga durata, tra l'Io e lEs,nel luogo della rimozione:noi riteniamo che: 1)Da una parte,il materiale rimosso,continui ad essere caricato di una certa carica psichica di energia pulsionale che preme costantemente per essere soddisfatta; 2)E che dall'altra,lIo mantenga la rimozione mediante l'impiego costante di una certa porzione dell'energia psichica a sua disposizione; quest'energia viene chiamata controcarica,perch ha la funzione di opporsi alla carica di energia pulsionale di cui caricato il materiale rimosso. L'equilibrio tra carica e controcarica non mai statico e fisico:questo perch non altro che il risultato di un continuo bilanciamento tra le due forze che si oppongono,e pu modificarsi in ogni momento. Fino a quando la controcarica impiegata dallIo rimane pi forte della carica del materiale rimosso,quest'ultimo rimane rimosso;ma se la controcarica si indebolisce,il materiale rimosso tender a emergere nella coscienza e nelle azionila rimozione comincia quindi a fallire,e la stessa cosa accadr se viene aumentata l'intensit della carica pulsionale senza che vi sia un corrispondente aumento nella controcarica. La controcarica instaurata dallIo,pu essere diminuita in vari modi:ad esempio ci accade in condizioni febbrili e tossiche,la pi comune delle quali l'intossicazione etilica:una persona,quando ubriaca,pu mostrare nel modo di comportarsi e nel linguaggio che adopera tendenze libidiche ed aggressive,di cui essa stessa non sa nulla fin quando si mantiene sobria,e ci pu ugualmente accadere in altri stati tossici;una simile riduzione della controcarica,sembra avvenire anche durante,il sonno con il risultato che possono apparire alla coscienza,in un sogno,desideri e ricordi rimossi,in un modo che sarebbe impossibile nello stato di veglia del sognatore. Abbiamo buona ragione di credere che durante la pubert,ad esempio, vi sia un aumento della quantit di energia a disposizione dell'Es,in modo che in questo periodo della vita,le rimozioni,che per diversi anni erano state andando abbastanza solide,possano cedere sia del tutto che in parte;inoltre,riteniamo che la mancanza di gratificazione tenda ad aumentare la forza degli impulsi dell'Es. Un altro fattore che probabilmente indebolisce le rimozioni, aumentando la forza degli impulsi dell'Es quello della seduzione o della tentazione. Si noti anche che,quando la rimozione indebolita ed ormai vicina a cedere,o anche se in una certa misura cede,ci non significa necessariamente che su quei particolari impulsi sia finita la battaglia tra Io ed Es(e che quindi da allora in poi gli impulsi abbiano libero accesso alla coscienza,cos come l'aiuto dell'Io nel raggiungere la gratificazione);certo possibile anche queste evenienza,ma se ne verifica di frequente unaltra:vale a dire che,non appena l'impulso dell'Es comincia a erompere verso la coscienzae la gratificazione,l'Io reagisce a quest'irruzione come ad un nuovo pericolo e produce una volta di pi il segnale dell'angoscia,mobilitando quindi forze fresche per una rinnovata difesa contro l'impulso indesiderato e pericoloso. Se il tentativo dellIo ha successo,viene ristabilita una difesa adeguata che a sua volta,per essere mantenuta,richiede da parte dellIo un nuovo dispendio di energia di controcarica. Riguardo alla possibilit di variazioni nell'equilibrio tra Io ed Es esistente nella rimozione,dobbiamo aggiungere che possibile(Freud 1926)che esista qualcosa,come la rimozione completamente riuscita di un desiderio,che dia luogo all'effettiva scomparsa del desiderio e all'abolizione della sua carica energetica o,quanto meno,la completa deviazione della sua carica verso altri contenuti mentali. Tuttavia,non conosciamo alcun esempio di una rimozione cos idealmente completa:infatti,nel nostro lavoro clinico,abbiamo a che fare con i casi dove la rimozione stata molto inefficiente,con il risultato che si sono sviluppati sintomi psiconevrotici;ad ogni modo,i soli casi di cui abbiamo positiva conoscenza,sono quelli dove il materiale rimosso continua ad essere caricato con energia pulsionale,che deve essere controbilanciata da una controcarica. Bisogna chiarire ancora altri due punti circa il meccanismo di rimozione: 1)L'intero processo si compie inconsciamente:non inconscio solo il materiale rimosso,ma anche le attivit dell'Io che costituiscono la rimozione;vale a dire,che non si pi consapevoli di rimuovere qualcosa,di quanto non si sia consapevoli di dimenticare qualcosa,e la sola cosa di cui siamo in grado di renderci conto il risultato finale. Tuttavia,vi un'attivit cosciente che qualcosa di analogo alla rimozione,e quest'attivit in letteratura, denominata repressioneconsiste nella decisione che prendiamo di dimenticarci di qualcosa di non pensarci pi; molto probabile che vi siano stati intermedi tra repressione e rimozione,e pu anche darsi che tra i due meccanismi nuovi che alcuna linea di demarcazione netta. Tuttavia,quando usiamo il termine rimozione,intendiamo dire che in quel caso,lo sbarramento al di fuori della coscienza e l'instaurazione di una durevole controcarica si sono prodotti inconsciamente. 2)Quando qualcosa rimosso,non sufficiente dire che gli viene energicamente impedito l'accesso alla coscienza; importante rendersi conto che il rimosso diventato funzionalmente separato dall'Io come un tutto,ed diventato invece una parte dell'Es. Bisogna comprendere a tale proposito,che i ricordi,le fantasie e le emozioni che sono intimamente collegate con l'impulso dellEs in questione,comprendono molti elementi che prima che s'instaurasse la rimozione,erano parti dell'Io;infatti prima che avvenisse la rimozione, le funzioni dell'Io erano al servizio di questo particolare impulso dell'Es, cos come erano al servizio di altri,in modo che l'impulso dell'Es e le operazioni dell'Io,formassero un insieme armonioso e non due parti in conflitto. Quando si instaurata la rimozione, stato l'insieme ad esser rimosso,con il risultato che qualcosa stato effettivamente sottratto all'organizzazione dell'Io e aggiunto all'Es:da qui la nocivit di un qualche grado di rimozione per l'integrit dell'Io. Ci rendiamo conto del fatto ogni rimozione riduce l'estensione dell'Io,e che quindi lo rende meno efficiente di quanto non fosse prima: possiamo aggiungere,come modo aggiuntivo mediante cui la rimozione riduce l'efficienza la forzadell'Io,che ciascuna rimozione richiede dallIo un'ulteriore dispendio della sua limitata riserva di energia,per mantenere in funzione la controcarica necessaria. Il secondo meccanismo di difesa la formazione reattiva: un meccanismo tramite cui uno dei due termini di una coppia di atteggiamenti ambivalenti(come lodio)viene reso inconscio e mantenuto tale attraverso la supervalutazione dell'altro che,in questo caso, l'amore;cos l'odio appare sostituito dall'amore,la crudelt dalla gentilezza ecc,ma l'atteggiamento mancante persiste inconsciamente. Tuttavia anche possibile che avvenga il contrario,cio che appaia l'odio come formazione reattiva contro l'amore o la caparbiet contro l'accondiscendenza ecc:ci che decisivo nel determinare la precisa natura della formazione reattiva in ciascun caso particolare, la risposta alla domanda:Che cosa lIo teme come un pericolo e a cui, perci,reagisce con il segnale dell'angoscia?. Se,ad esempio lIo teme limpulso a odiare o,pi precisamente teme gli impulsi associati all'odio,allora l'operazione del meccanismo di difesa della formazione reattiva arrester questi impulsi li terr in scacco,sopravvalutando e rinforzando l'atteggiamento dell'amore. L'esempio pi tipico nel caso di trattamenti psichiatrici o analitici che la cosciente irritazione del paziente verso il proprio terapeuta,sia principalmente motivata dall'inconscio bisogno che ha il suo Io di difendersi contro l'affiorare di sentimenti e fantasie di amore per il terapeuta. Una conseguenza di ci che sappiamo sul modo di operare di questo meccanismo, che ogniqualvolta notiamo un atteggiamento di questo genere,che sia non realistico o eccessivo,ci chiediamo se esso non sia cos accentuato come difesa contro il suo opposto. Riteniamo che la formazione reattiva si instauri inconsciamente, sebbene anche in tal caso interessante riconoscere ci che di analogo alla formazione reattiva esiste nella nostra vita mentale cosciente;ci che avviene inconsciamente nella formazione reattiva almeno simile a ci che avviene consapevolmente nella mente dell'adulatore,dellipocrita o anche in certe circostanze dell'ospite corteseOgnuna di queste figure dice a se stesso:Finger che costui mi piaccia,bench i veri e profondi sentimenti che provo verso di lui sono diversi se non opposti. Ci dobbiamo ben guardare da non scambiare la somiglianza con l'identit:quando uno di questi processi avviene consapevolmente, questo significa che un adattamento solo temporaneo;la vera formazione reattiva invece altera permanentemente sia lIo che l'Es dell'individuo nel quale si produce(esattamente allo stesso modo della rimozione). La nostra esperienza clinica ci dice che i meccanismi di difesa vengono di rado usati uno alla volta o anche in coppia:al contrario molti vengono usati contemporaneamente,bench in ciascun dato caso uno o due siano generalmente i meccanismi pi importanti o primari. Si giunge all'inattesa conclusione che il processo di identificazione,pu essere una parte della formazione reattiva o forse il necessario preludio di essa,e ci si domanda se i meccanismi di difesa non possano essere di due tipi: 1)Quelli che sono elementari o non ulteriormente riducibili e; 2)Quelli che sono riducibili a ci che potremmo chiamare meccanismi elementari; un problema che attende ancora una risposta definitiva. Nel suo lavoro LIo e i meccanismi di difesa(A.Freud 1936),riport l'ipotesi di alcuni autori,secondo cui la rimozione costituisca il meccanismo fondamentale di difesa e che tutti gli altri meccanismi:o rinforzino una rimozione,o vengano messi in opera quando la rimozione fallisce il suo scopo. Sempre A.Freud fece rilevare l'interesse di studiare e classificare i meccanismi di difesa da un punto di vista genetico dello sviluppo, cominciando dai meccanismi di difesa pi primitivi o anche dai precursori dei meccanismi di difesa propriamente detti,e salendo gradualmente fino a quelli pi maturi e molto sviluppati. Ritornando all'asserzione secondo cui la rimozione sia il meccanismo di difesa principale e che tutti gli altri siano al massimo suoi ausiliari, noi non siamo esattamente d'accordo con ci:la difficolt proviene dall'incapacit di caratterizzare o descrivere la rimozione in termini diversi da quelli del suo risultato. Normalmente il risultato che qualcosa viene dimenticato;che gli viene ci impedito l'accesso alla coscienza;d'altro canto vero di qualunque altro meccanismo di difesa,che a qualcosa venga impedito l'accesso alla coscienza Se poi sia vero anche degli altri meccanismi di difesa che i dettagli del processo di sbarrare fuori della coscienza e,analogalmente i dettagli del risultato finale,siano sufficientemente simili ai corrispondenti dettagli del meccanismo che abbiamo convenuto di indicare col termine di rimozione,non possiamo,a tuttora dire con sicurezza. Altro meccanismo di difesa lisolamento:la parole isolamento stata usata in letteratura per designare due meccanismi di difesa che non sono affatto simili,sebbene entrambi caratteristici di pazienti che presentano un particolare tipo di sintomo nevrotico,detto ossessivo. Nel suo significato pi comune,la parola indica un meccanismo che Freud aveva designato originariamente con il termineisolamento dell'affetto,ma che potrebbe essere chiamato pi propriamente rimozione dell'affettoorimozione dellemozione. In questi casi una fantasia inconscia legata a un desiderio o ad un ricordo molto importante del passato,pu avere libero accesso alla coscienza,mentre non diventa cosciente l'emozione di solito penosa, che dovrebbe essere legata questa a tale fantasia. 1)Per di pi,pazienti di questo genere,si comportano in modo da tenersi lontani dal provare troppa emozione,di qualsiasi tipo;certo, questo processo di rimozione dell'emozione inizia con limpedire l'accesso alla coscienza delle emozioni penose e paurose,cio opera nell'interesse del principio di piacere e,in molti casi non va oltre questo;meno in alcuni soggetti,in cui va tanto avanti che alla fine l'individuo non ha quasi pi alcuna consapevolezza di una qualsiasi emozione. 2)L'altro significato dell'isolamento un meccanismo pi raro,che Freud discusse nel capitolo di Inibizione,sintomo e angoscia(1926 )dedicato alla psicopatologia delle ossessioni. E un processo inconscio mediante cui un particolare pensiero viene letteralmente isolato dei pensieri che lo hanno preceduto e da quelli che lo seguono,mediante un breve periodo di vuoto mentaleprivando cos il pensiero,isolato di qualsiasi connessione associativa nella mente,l'Io si sforza di ridurre al minimo le possibilit di un suo rientro nella coscienza:il pensiero viene trattato come intoccabile. Entrambi i tipi di isolamento,si riscontrano tipicamente in associazione con i sintomi ossessivi. Un altro meccanismo di difesa correlato con questi sintomi l'annullamento:esso consiste in un'azione che ha il proposito di contraddire o annullare il danno che l'individuo in questione inconsciamente immagina che possa venire causato dai propri desideri, siano questi sessuali o aggressivi:ne lesempio il bambino piccolo i cui desideri ostili verso un fratellino o un genitore provocano angoscia:egli allora pu prima colpire l'oggetto della sua ira,per poi baciarlo:con la seconda azione,egli annulla la prima. Non difficile trovare comportamenti simili tra bambini pi grandi anche,e anche adulti:vi sono molti casi di comportamento ritualistico sia neibambini che negli adulti,che contengono elementi che possono spiegarsi su questa base,come consciamente o inconsciamente intesi ad annullare l'effetto di qualche impulso dell'Es che lIo considera pericoloso. Pi spesso,il significato del meccanismo dell'annullamento non facile da scoprire,perch esso stato distorto e mascherato,prima che gli venisse consentito di divenire cosciente;possiamo per affermare che l'intera idea dell'annullamento unidea magica,che trae presumibilmente origine da quei primi anni della vita infantile,ove le idee magiche dominano in misura cos estesa la nostra vita mentale. Un altro meccanismo di difesa la negazione:Anna Freud(1936),usa questo termine per riferirsi al diniego di una parte spiacevole o indesiderato della realt esterna,sia mediante una fantasia con la quale si esaudisce il desiderio,sia mediante il comportamento. Il termine negazione sembra essere stato usato da altri Autori anche per indicare un atteggiamento simile verso i dati dell'esperienza interiore,cio verso la realt interna:ma tale uso della parola negazione non desiderabile,perch lo rende molto simile al concetto di repressione,ed il significato originale di negazione si riferisce piuttosto al rifiuto di certe impressioni sensoriali del mondo esterno. Se non viene loro negato l'accesso alla coscienza,viene almeno prestata loro la minore attenzione possibile,e le spiacevoli conseguenze penose della loro presenza vengono almeno parzialmente annullate. Un'altra confusione che si verifica sovente riguarda l'uso della parola negazione, dovuta al fatto che nella natura stessa della difesa che qualcosa venga negato,proprio come molto spesso nella natura stessa della difesa che qualcosa sia sbarrato fuori dalla coscienza. In ogni operazione difensiva lEs dice s,e lIo dice no,ma,inferire da questo che il meccanismo specifico descritto da Anna Freud come negazione mediante fantasia sia implicito nelle operazioni di ogni meccanismo di difesa,sembra difficilmente giustificabile. Si pu aggiungere,che il meccanismo di difesa della negazione si trova o in stretta relazione con certi aspetti del gioco e dei sogni ad occhi aperti,o che ha una parte significativa in queste due attivit,durante tutto il corso della vita;l'intero concetto di attivit ricreative come mezzi di evasione dagli impegni e dalle frustrazioni della vita quotidiana, molto vicino all'operazione della negazione come meccanismo di difesa. Altro meccanismo la proiezione:essa consiste nel fatto che l'individuo attribuisce un proprio desiderio o impulso a qualche altra persona o a qualche oggetto impersonale del mondo esterno.Essa sembra giocare una parte importante nelle psicosi paranoidi,ma agisce anche nella mente di individui che non sono malati mentali:l'esperienza analitica ha mostrato che molte persone attribuiscono agli altri propri desideri e impulsi per loro inaccettabili,e che essi cercano inconsciamente di eliminare da s,mediante il meccanismo della proiezioneEcome cio,se queste persone dicessero inconsciamente:Non sono io che ho un desiderio cos cattivo e pericoloso, lui che lo ha. L'analisi di questi individui ci ha mostrato che i crimini e i vizi che noi attribuiamo ai nostri nemici in tempo di guerra e i pregiudizi che abbiamo contro il diverso e e lo straniero,cos come molte delle nostre credenze superstiziose e religiose,sono spesso interamente o in parte il risultato di una proiezione inconscia dei nostri desideri ed impulsi. Si pu comprendere che se un individuo usa la proiezione come meccanismo di difesa in eccessiva misura nell'et adulta,la sua percezione della realt esterna risulter gravemente distorta o,la capacit del suo Io di fare l'esame di realt,verr considerevolmente indebolita. Solo un io che abbandoni facilmente la propria capacit di un corretto esame di realt,si permetter di usare questo meccanismo di difesa su vasta scala. *Queste considerazioni si applicano anche all'uso della negazione come meccanismo di difesa nell'et adulta. La proiezione un meccanismo di difesa che di norma recita la sua parte pi grande nei primi tempi della vita infantile:il bambino molto piccolo con grande naturalezza attribuisce ad altri i sentimenti e le reazioni che egli stesso prova,anche quando non impegnato in una lotta difensiva contro i propri sentimenti o i propri desideri;e tale tendenza a ripudiare gli impulsi dei comportamenti indesiderati attribuendoli ad altri,si vede molto chiaramente nei primi anni di et. Pensiamo al bambino che viene rimproverato e che affermi di non essere stato lui e che accusi qualcun altro(spesso un bambino immaginario):gli adulti sono portati a ritenere questa affermazione come una bugia cosciente del bambino,ma gli psicologi dell'infanzia ci assicurano che il bambino molto piccolo accetta realmente la propria proiezione come verit e si aspetta che i genitori facciano lo stesso. Circa il meccanismo della proiezione, stata avanzata l'ipotesi(Starcke1920,van Ophuijsen 1920,Arlow 1949),che il modello del meccanismo psicologico di separare alcuni dei propri pensieri o desideri dalla propria vita mentale,e di proiettarli nel mondo esterno, costituisca l'esperienza fisica della defecazione:psicanaliticamente ,sappiamo che il bambino piccolo considera le feci come una parte del proprio corpo e sembra che,quando viene usata la proiezione come meccanismo di difesa,il soggetto inconsciamente cerchi di liberarsi dei suoi indesiderabili contenuti mentali,come se essi fossero contenuti intestinali. Un altro meccanismo di difesa quello che consiste nel rivolgere un impulso istintuale contro se stessi,cio il rivolgimento contro il S. P Prendiamo ad esempio il bambino che prova rabbia verso un altro ma,che non sapendo esprimerla nei confronti del suo oggetto originario,possa invece picchiare,colpire e ferire se stesso:questo meccanismo,nonostante la sua apparente stranezza,agisce nella vita psichica normale in misura molto maggiore di quanto non venga di solito riconosciuto,ed esso frequentemente accompagnato da una identificazione inconscia con l'oggetto dell'impulso,contro l'emergenza del quale l'individuo si sta difendendo( come se il bambino dicesse:Io sono lui,e questo il modo in cui io lo picchier). Ritornando all'identificazione,abbiamo visto come sia uno dei fattori pi importanti nello sviluppo dell'Io,che viene spesso usato con propositi difensivi,ma al momento attuale non vi accordo unanime se classificarla come meccanismo di difesa in senso stretto o se non sia pi corretto parlare di una tendenza generale dellIo,che frequentemente utilizzata in maniera difensiva. A tale proposito possiamo ribadire che lIo pu usare ed usa come difesa qualunque cosa gli capiti a disposizione che lo aiuti ad attenuare o evitare il pericolo derivante dalle richieste di una pulsione che gli appaia non desiderata. Quando l'identificazione viene usata dall'Io in modo difensivo,essa spesso inconsciamente modellata secondo l'esperienza fisica del mangiare o dellinghiottire:cio la persona che usa questo meccanismo,inconsciamente immagina di star mangiando la persona con la quale si identifica,o di venir mangiato da lei;una tale fantasia l'opposto di quello associato al meccanismo della proiezione,dove il modello inconscio sembra essere l'atto della defecazione. Anche i termini proiezione e incorporazione si trovano in letteratura per designare la fantasia inconscia di unione con un altro mediante l'ingestione:alcuni autori hanno cercato di distinguere questi diversi termini ma,nell'uso generale,essi sono sinonimi del termine identificazione. Un altro meccanismo che occupa un posto importante tra le operazioni difensive dell'Io la regressione:esso probabilmente un meccanismo di significato pi vasto che non il meccanismo di difesa in quanto tale. Possiamo assumere che la tendenza alla regressione sia una caratteristica fondamentale della nostra vita istintiva,e che la sua importanza come difesa,di fronte a gravi conflitti sui desideri della fase fallica dello sviluppo istintuale,ad esempio questi desideri possono essere in parte o totalmente abbandonati,e l'individuo pu ritornare o regredire agli obiettivi e ai desideri delle fasi precedenti (anali e orali)evitando cos l'angoscia che sarebbe stata provocata dal persistere di desideri fallici. In qualche caso,una tale regressione istintuale(che pi spesso parziale che non completa),basta a comporre il conflitto tra l'Io e lEs in favore del primo,e ne risulta un equilibrio intrapsichico relativamente stabile,basato sul fatto che i desideri pulsionali prefallici, sono stati pi o meno completamente messi a sostituire i desideri fallici. In altri casi invece,la regressione non riesce a raggiungere il suo proposto difensivi e,al posto di un equilibrio relativamente stabile,ne risulta un conflitto rinnovato,questa volta un livello prefallico:questi casi in cui ha avuto luogo un grado considerevole di regressione istintuale,senza che si sia ottenuto insieme la risoluzione del conflitto intrapsichico in favore dell'Io,si osservano di solito clinicamente tra quelli pi gravi di malattia mentale. Una regressione di questa sorta nella vita istintiva,sembra essere accompagnata,in molti casi,da un certo grado di regressione anche nel funzionamento dell'Io onel suo stesso sviluppo;quando una tale regressione del funzionamento dell'Io costituisce un aspetto preminente della vita mentale di un individuo,persistente anche nell'et adulta,essa quasi sempre da considerarsi come patologica. Concludiamo che i meccanismi di difesa della:rimozione,formazione reattiva,isolamento dell'affetto,isolamento propriamente detto, annullamento,negazione,proiezione,rivolgimento contro il s, identificazione o introiezione e regressione,agiscano tutti in grado maggiore o minore nello sviluppo e nel funzionamento psichico normale cos come in vari stati psicopatologici. Ad essi alleato,ma con una propria fisionomia, il meccanismo mentale che Freud (1905) denomin sublimazione:cos come era in origine concepita,essa era la controparte normale dei meccanismi di difesa,poich allora questi meccanismi si ritenevano associati soprattutto con le disfunzioni psichiche.Oggi diremmo piuttosto che il termine sublimazione esprima un certo aspetto del funzionamento normale dellIo. Abbiamo gi visto come lIo normalmente funzioni in maniera tale da ottenere il massimo grado di soddisfazione delle pulsioni,compatibile con le limitazioni imposte dall'ambiente:ne un esempio il bambino che da piccolo desidera giocare con le feci ma che data l'inaccettabilit sociale di questo desiderio,da grande maturi desideri affini quali la scultura o attivit artistico-manuali che vadano in questa direzione. L'indagine psicoanalitica mostra che ciascuna di queste attivit sostitutive fornisce un certo grado di soddisfazione allimpulso infantile originario di giocare con le feci;tuttavia in ciascun caso,l'attivit originariamente desiderata, stata modificata nella direzione dell'accettabilit e dell'approvazione sociale. Inoltre,l'impulso originario come tale divenuto inconscio nella mente dell'individuo,che si impegnato nel modellare o nello scolpire;infine, nella maggior parte di queste attivit sostitutive,il processo secondario ha una parte pi grande di quella che aveva nel primitivo desiderio o attivit infantili. Ci che chiamiamo sublimazione una tale attivit sostitutiva,che nello stesso tempo si conforma alle richieste dell'ambiente e fornisce una certa misura di gratificazioni inconscia ad un derivato pulsionale infantile che,nella sua forma originaria,era stato ripudiato;potremmo ugualmente dire che tutte queste cose sono manifestazioni,a differenti livelli di et,del funzionamento normale dell'Io che tende quanto pi completamente ed efficacemente possibile,ad armonizzare e a soddisfare le richieste dell'Es e dell'ambiente.
Capitolo quinto:Lapparato psichico(conclusione).
Freud stato il primo a darci un quadro della grande importanza(per la nostra vita e sviluppo psichico),delle nostre relazioni con gli altri;la prima di queste quella tra bambino e genitori che,al suo inizio e nella maggior parte dei casi, limitata quasi esclusivamente al rapporto con la madre o con il sostituto materno. Freud ha sottolineato come le persone alle quali il bambino legato durante i primi anni occupano,nella sua vita mentale un posto che unico;ci vero sia che l'attaccamento del bambino a queste persone avvenga con vincolo d'amore,di odio,o contemporaneamente di entrambi. Limportanza di questi precoci attaccamenti, dovuta in parte al fatto che queste prime relazioni influenzano tutto il corso dello sviluppo del bambino,e in parte al fatto che i rapporti successivi non possono mai raggiungere lo stesso grado di intensit proprio per il fatto che avvengono dopo;in parte dovuta al fatto che nei suoi primi anni il bambino relativamente incapace di provvedere a se stesso,e ci per un periodo di tempo molto lungo. A causa di questo protratto bisogno di assistenzal,il bambino,per un periodo di tempo pi lungo di tutti gli altri mammiferi,dipende dal suo ambiente per quanto riguarda protezione,soddisfazione di bisogni e sopravvivenza;cio,i fattori biologici giocano un ruolo molto importante nel determinare sia il significato che il carattere delle nostre relazioni interpersonali,poich producono ci che si potrebbe chiamare prolungata fetalizzazione post-partum:questa una caratteristica del nostro sviluppo in quanto esseri umani. In letteratura il termine oggettoviene usato per designare persone o cose dell'ambiente esterno le quali siano psicologicamente significative per la vita psichica individuale,siano esse animate o meno: cos il termine relazioni oggettuali,si riferisce all'atteggiamento ed al comportamento dell'individuo nei confronti di questi oggetti. Si ritiene in questa sede,che il bambino nei primi tempi della propria esistenza,non sia consapevole degli oggetti in quanto tali,e che solo gradualmente esso impari a distinguere se stesso dall'oggetto nel corso dei primi mesi di vita. Inoltre,tra gli oggetti pi importanti nell'infanzia vi sono le varie parti del proprioo corpo:tutte queste parti sono estremamente importanti come fonti di gratificazione,e riteniamo che sia questa la ragione per cui essi sono fortemente caricati di libido. Con maggiore esattezza,possiamo affermare che le rappresentazioni psichiche di queste parti del corpo del bambino sono molto cariche di energia psichica,dato che non pensiamo pi(come si faceva un tempo) che la libido sia come un ormone che possa venir trasportato in una parte del corpo e li fissato;Freud nel 1914 chiam narcisismo questa condizione in cui la libido risulta diretta verso noi stessu,prendendo spunto dalla leggenda greca del giovane narciso che si innamor di se stesso. La posizione occupata attualmente dal concetto di narcisismo nella teoria della psicoanalisi,non pu dirsi ancora ben definita poich Freud ha sviluppato questo concetto prima di aver formulato la teoria dei due istinti:ne risultato che solo la pulsione sessuale ha trovato posto nel concetto di narcisismo. Dovremmo ritenere ad esempio,che costituisca parte del narcisismo anche l'energia diretta verso se stessi e la deriva pulsione aggressiva? E quale parte dell'apparato psichico caricata con energia pulsionale di natura narcisistica? LIo in se stesso,o speciali parti dell'Io,o magari altre parti dell'apparato psichico,che finora non sono state ancora ben definite? Tutte queste domande attendono ancora una risposta definitiva. A dispetto del fatto che il concetto di narcisismo non stato messo a punto,esso rimane per la teoria psicoanalitica un'ipotesi molto utile e necessaria:questo termine,in generale,viene usato per indicare almeno tre cose differenti che nell'adulto sono collegate: 1)Un ipercarica psichica del S; 2)Unipocarica psichica degli oggetti dell'ambiente; 3)Una relazione patologicamente immatura con questi oggetti. Quando invece il termine viene usato per un bambino,esso indica ci che si considera essere uno stadio normale o caratteristico dei primi periodi dello sviluppo;inoltre Freud riteneva che la porzione maggiore della libido rimanesse,durante tutto il corso della vita,narcisistica,cio rivolta verso se stessi;ci viene indicato come narcisismo normale o sano. Freud riteneva inoltre che quelleforze libidiche che forniscono la carica alle rappresentazioni psichiche degli oggetti del mondo esterno, mantenessero con il corpo principale della libido narcisistica,relazioni dello stesso tipo di quelle che mantengono gli pseudopodi dellameba con il proprio corpo cellularecome a dire che la libido oggettuale deriva da quella narcisistica e pu ad essa ritornare se per qualche ragione,l'oggetto viene successivamente abbandonato. Ritornando allo sviluppo delle relazioni oggettuali:l'atteggiamento del bambino verso i primi oggetti di cui consapevole, centrato esclusivamente su se stesso:il bambino all'inizio si interessa solo alle gratificazioni che l'oggetto gli fornisce,vale a dire all'aspetto soddisfacente dell'oggetto;presumibilmente,all'inizio,l'oggetto viene caricato di energia psichica solo quando il neonato comincia a fare esperienza di bisogni che possono essere soddisfatti dall'oggetto o mediante questo;altrimenti l'oggetto per lui,dal punto di vista psichico, non esiste. Qui si ritiene che solo gradualmente si sviluppi con un oggetto una relazione continuativa,cio una carica psichica oggettuale che persista anche in assenza di un bisogno immediato che l'oggetto possa soddisfare;si pu esprimere questo stesso concetto affermando che solo gradualmente il neonato sviluppa verso gli oggetti del proprio ambiente un interesse che persiste anche quando egli non sta cercando in questi oggetti alcuna fonte di gratificazione. All'inizio la madre interessa il neonato solo quando questo affamato o ha bisogno di lei per qualche motivo,ma successivamente nel corso dell'infanzia e della prima fanciullezza la madre psicologicamente importante in maniera continuativa e non pi solo episodicamente. Non si conoscono bene quali siano le vie lungo cui si sviluppa una relazione oggettuale stabile,n gli stadi attraverso cui essa passa nei primissimi stadi; opportuno ricordare che i primi oggetti sono ci che in questa sede noi chiamiamo oggetti parziali. Questo significa che passa un tempo relativamente lungo prima che la madre esista per il suo bambino come un singolo oggetto;prima della madre il suo seno,le mani,il volto ecc,sono tutti oggetti separati nella vita mentale del bambino e pu anche accadere che diversi aspetti di ci che fisicamente uno stesso oggetto siano per il bambino oggetti distinti e non collegati tra loro. In questa sede si ritiene che una relazione oggettuale stabile si sviluppi verso la fine del primo anno di vita,ed una caratteristica molto importante delle prime relazioni oggettuali lambivalenzaa seconda delle circostanze,sentimenti di amore ed odio possono alternarsi tra loro. Possiamo rimanere in dubbio se vadano considerati ostili le fantasie o i desideri di distruggere loggetto,che si presume esistano verso la fine del primo anno;tuttavia,se fossero messi in atto,essi porterebbero alla distruzione delloggetto,e gi un piccolo desiderio atavico del piccolo di divorare la mammella,Ad ex,porta con s tanto amore quanto odio. Non vi sono dubbi sul fatto che gi dai 2 anni il bambino cominci a provare verso lo stesso oggetto sia sentimenti di rabbia che di piacere. Questa ambivalenza iniziale persiste durante tutto il corso della vita,ma gi nella seconda infanzia perde di intensit rispetto allarco di tempo tra i 2-5 anni,e decresce ulteriormente tra ladolescenza e let adulta,sebbene poi questa diminuizione sia pi apparente che non effettivai sentimenti coscienti verso loggetto riflettono solo una met dellambivalenza,mentre laltra met viene mantenuta inconscia nonostante agisca potentemente sulla vita mentale del soggetto. *Tale ambivalenza persistente di solito associata a sintomi e conflitti nevrotici. Un'altra caratteristica delle prime relazioni oggettuali il fenomeno dell'identificazione con l'oggetto:bench vi siano molti motivi per determinare una identificazione,qualsiasi relazione oggettuale porta con s una tendenza di identificarsi cio diventare come l'oggetto e la tendenza alla identificazione che tanto pi pronunciata quanto pi primitivo lo stadio di sviluppo dellIo:quindi sono le relazioni oggettuali a giocare il ruolo pi importante nello sviluppo dell'Io,in particolare nei primi tempi della vita perch una buona parte dell'Io non altro che un precipitato di queste relazioni oggettuali. Inoltre,in questi ultimi anni hanno fatto notare come relazioni inadeguate o insoddisfacenti con gli oggetti,cio con l'ambiente esterno durante i primissimi periodi della vita possano impedire l'adeguato sviluppo ulteriore di quelle funzioni dellIo quali l'esame di realt e il dominio delle pulsioni(Spitz 1945);in questo modo a questo stadio molto precoce si possono far risalire serie difficolt psicologiche che si manifestano sia nelle epoche successive dell'infanzia sia nellet adulta(Hartmann,1953). La tendenza ad identificarsi con oggetti fortemente investiti di energia psichica persiste inconsciamente in tutti noi durante il corso della vita bench non occupi nelle relazioni oggettuali dell'adulto quella posizione preminente che assume in maniera cos caratteristica nella prima infanzia. Questo inconscio persistere della tendenza ad identificarsi con gli oggetti,costituisce solo un esempio di un attributo comune a molte altre modalit del funzionamento psichico che tutte sopravvivono senza che noi ne siamo consapevoli;tuttavia,quando l'identificazione continua ancora a giocare un ruolo dominante nelle relazioni oggettuali in et adulta,tale fatto va considerato la prova di uno scadente sviluppo dellIo tanto grave da doversi considerare patologico e i primi esempi di questo difettoso sviluppo sono stati riferiti da Helene Deutsch(1934),che ha definito personalitcome se gli individui la cui personalit cambia in funzione delle relazioni oggettuali in maniera simile a quella del camaleonte. Poi la Deutsch osserv che le prime oggettuali di questi pazienti,cio i loro rapporti con i genitori,erano stati anormali;altri casi simili dove lIo ho avuto un arresto odifetto nel proprio sviluppo sono stati riferiti anche da Anna Freud (1954). I primi stadi delle relazioni oggettuali vengono indicati come relazioni oggettuali pregenitali o,talvolta,come relazioni oggettuali orali o anali,anche se il termine esatto sarebbe prefallico. In generale,in letteratura,le relazioni oggettuali del bambino vengono indicate a seconda della zona erogena che in quell'epoca ha il ruolo principale della sua vita libidica. Quando si arriva a parlare di relazioni oggettuali,luso della terminologia libidica non ha pi solo un valore storico ma serve anche a ricordare che sono le pulsioni e forse principalmente quella sessuale, che determinano la ricerca degli oggetti,dato che solo attraverso gli oggetti possono essere raggiunte la scarica o la gratificazione. L'importanza della relazione oggettuale determinata principalmente dall'esistenza delle richieste istintuali,e la relazione tra pulsione e oggetto importante per tutta la vita. Quando il bambino si trova nella fascia di etche va dai due anni e mezzo ai tre anni e mezzo,esso entra in un periodo che il pi intenso e decisivo dell'intera vita per quanto riguarda le relazioni oggettuali. Infatti,dal punto di vista delle pulsioni,in quellepoca la vita psichica del bambino passa dal livello anale a quello fallico:cioi pi intensi desideri o impulsi che dora in poi prover il bambino verso gli oggetti della propria vita istintuale,saranno di tipo fallico. I desideri prefallici inoltre,persistono anche nel corso dello stesso periodo fallico,ma non dominano pi. Lo stadio fallico diverso da quelli precedenti sia dal punto di vista dell'Io che da quello delle pulsioni:per quel che riguarda l'Io,le differenze sono dovute al progressivo sviluppo delle sue funzioni,sviluppo che caratterizza tutti gli anni dell'infanzia,e in particolare i primi,mentre le modificazioni che si producono nella vita istintuale dell'Es,sono dovute principalmente a tendenze biologiche congenite- Il bambino di tre o quattro anni pi dotato di esperienze e pi sviluppato ed integrato,quindi da molti punti di vista diverso dallIo del bambino di un anno o due anni;queste differenze si manifestano nellaspetto del funzionamento dell'Io,cio nelle caratteristiche delle relazioni oggettuali del bambino che sono in rapporto con lIo. Da quest'et in poi il bambino(se si sviluppato normalmente)non ha pi relazioni con gli oggetti parziali e,d'ora in poi,le relazioni oggettuali del bambino avranno ormai raggiunto un considerevole grado di stabilit o permanenza.Le cariche dirette verso l'oggetto persistono, anche se manca temporaneamente il bisogno di questo,ed esse persistono malgrado le prolungate assenze dell'oggetto stesso. Inoltre,almeno quando gi in corso la fase fallica,il bambino capace di distinguere chiaramente tra s e gli altri oggetti e di considerare che gli oggetti sono degli individui come egli stesso ,con sentimenti e pensieri simili ai suoi,equest'ultimo processo viene spinto in misura tale da risultare fuori della realt perch ad un certo punto il bambino considera animali e giochi come oggetti identici agli uomini ed i suoi pensieri ed impulsi possono essere proiettati su altre persone in maniera del tutto erronea. E qui centrale il fatto che all'epoca dello stadio fallico,lo sviluppo dell'Io ha raggiunto nel bambino un livello tale da rendere possibili delle relazioni oggettuali paragonabili a quelle delle epoche successive dell'infanzia e dell'et adulta(anche se non proprio identiche ad esse sotto ogni riguardo). La consapevolezza di s,e la capacit di percepure gli oggetti che vengono raggiunte verso i 4-5 anni,sono tali che il bambino pu provare sentimenti di amore o odio verso un certo oggetto,di gelosia,paura o rabbia verso un rivale:questi sentimenti hanno gi assunto tutte le caratteristiche essenziali che avranno successivamente,e per tutto il corso della vita. Le relazioni oggettuali pi importanti che si instaurano durante la fase fallica,sono quelle che vanno sotto il nome di complesso edipico,e tutto il periodo che va dai 2anni e ai 6 anni detto fase edipica o periodo edipico,cos come fase fallica o periodo fallico. Le relazioni oggettuali che costituiscono il complesso edipico sono della massima importanza per lo sviluppo psichico,sia normale che patologico. Freud(1924)ritenne che gli eventi di questa fase della vita fossero fondamentali,e anche se adesso sappiamo che per quel particolare individuo possono avere importanza determinante degli eventi che sono accaduti in epoca ancora precedente,in modo che gli eventi del periodo edipico nella vita di questi soggetti risultino avere un'importanza minore rispetto a quelli del periodo prefallico e preedipico,ancora oggi sembra molto probabile che per la maggior parte delle persone,gli eventi del periodo edipico abbiano un significato decisivo. Freud scopr che nella vita psichica inconscia dei pazienti nevrotici era presente qualche fantasia di incesto con il genitori di sesso opposto, accompagnata da violenti sentimenti di gelosia e di ira nei confronti del genitore dello stesso sesso;per l'analogia tra tali fantasie e la leggenda greca di Edipo,che senza saperlo uccise il padre e spos la madre,Freud chiam questa costellazione col nome di complesso di Edipo(1900). Nel corso dei primi 10 o 15 anni di questo secolo,ci si rese conto che il complesso di Edipo non era soltanto una caratteristica della vita psichica inconscia dei nevrotici,ma era presente anche nelle persone completamente normali e,questi desideri durante la fanciullezza,e iconflitti ai quali essi danno origine,costituiscono un'esperienza comune a tutto il genere umano. Evero,come hanno sottolineato alcuni antropologi,che in culture diverse esistono differenze anche nella vita mentale e nei conflitti dell'infanzia;ma tutto quanto sappiamo al momento attuale parla in favore dell'esistenza di impulsi incestuosi e parricidi,e di conflitti sorti su di essi in tutte le culture di cui abbiamo notizie(Roheim 1950). Inoltre,la nostra comprensione di che cosa effettivamente siano i desideri edipici,si accresciuta nei primi vent'anni del secolo fino a consentire di includere tra essi anche quali erano stati chiamati all'inizio desideri edipici negativi o invertiti,cio le fantasie di commettere incesto col genitore dello stesso sesso,e i desideri omicidi rivolti contro il genitore di sesso opposto. A sua volta,questa costellazione di fantasie ed emozioni fu ritenuta allinizio un fatto eccezionale,ma col tempo essa stata riconosciuta come una situazione di carattere generale. Dunque il complesso edipico risulta in un atteggiamento ambivalente verso entrambi i genitori:da una parte,il desiderio di eliminare il padre,odiato gelosamente,e di prendere il suo posto nel rapporto sessuale con la madre; dall'altra,i desideridi elimnare la madre,gelosamente odiata,e di prendere il suo posto con il padre. Ci che occorre sottolineare circa il complesso edipico l'importanza dell'intensit e della violenza dei sentimenti che vi sono impegnati: un vero proprio problema damore,e per molte persone costituisce la questione pi importante di tutta una vita,e raggiunge la massima intensit che l'individuo sia in grado di provare in qualsiasi successiva esperienza. Intensit della tempesta di passioni.odio e amore,tenerezza e gelosia,rabbi e paura che infuria dentro il bambino: di questo che si parla quando si cerca di descrivere il complesso Edipico. All'inizio del periodo edipico,la pi forte relazione oggettuale del bambino piccolo(sia maschio che femmina), quella con la madre;con ci intendiamo dire che la rappresentazione psichica della madre, caricata di energia psichica pi di quanto non sia qualsiasi altro oggetto,eccezione fatta per gli oggetti che costituiscono il bambino stesso e principalmente il proprio corpo;cos,il primo stadio della fase edipica lo stesso per ambedue i sessi,e consiste in un'espansione o estensione della gi esistente relazione con la madre,per includervi la gratificazione dei bisogni genitali che stanno svegliandosi nel bambino. Nello stesso tempo,si sviluppa in lui un desiderio intenso di ricevere da lei in modo esclusivo amore e ammirazione,che presumibilmente connesso col desiderio di diventare grandi. A questa et,il bambino non ancora in grado di comprendere chiaramente cosa sia quello che fa il pap;tuttavia in base alle reazioni fisiche che prova egli stesso,indipendentemente da qualsiasi occasione possa aver avuto di osservare i propri genitori,egli portato a collegare questi desideri alle sensazioni eccitanti provate ai propri genitali e,nel caso del maschio,alla sensazione ed al fenomeno dellerezione. Come Freud scopr nel corso del suo lavoro con i nevrotici,il bambino pu sviluppare qualsiasi tipo delle pi varie fantasie sulle attivit sessuali dei genitori,che egli intenderebbe ripetere con la mamma;queste congetture o fantasie del bambino,sono in genere collegate ad esperienze piacevoli provate dal bambino con gli adulti e alle proprie attivit autoerotiche. Non vi dubbio che man mano che passano i mesi e gli anni,le fantasie sessuali del bambino crescono assieme alla sua esperienza e conoscenza;bisogna anche aggiungere che il desiderio di dare alla madre dei bambini,come ha fatto il padre, uno dei desideri pi importanti e che le teorie sessuali elaborate in questo periodo sono prevalentemente incentrate sul problema del come questo possa succedere,e del come vengono fuori i bambini quando ormai sono stati fatti. Oltre alle smanie sessuali per la madre e al desiderio di costituire l'oggetto esclusivo del suo amore,ci sono i desideri di annientare o far scomparire tutti i rivali,che di solito sono il padre ed i fratelli. La rivalit fraterna ha pi di un'origine,ma quella principale il bisogno di avere il possesso esclusivo del genitore. Queste gelosie ed impulsi omicidi,producono nel bambino gravi conflitti per due motivi: 1)Per la paura della vendetta,particolarmente da parte del genitore che al bambino di quell'et sembra davvero onnipotente; 2)E poi per il fatto che questi sentimenti contrattano con sentimenti di amore ed ammirazione,cos come con intensi desideri di appartenere e dipendere dal genitore e dal fratello maggiore,cos come anche con la paura che i genitori lo disapprovino per i suoi impulsi distruttivi verso il fratello pi piccolo:cio il bambino teme sia la vendetta sia la perdita dell'amore come conseguenza dei propri sentimenti di gelosia. D'ora in poi ci concentreremo sull'evoluzione del complesso edipico e per la femmina e per il maschio:cominciamo da quest'ultimo. L'esperienza fatta nell'analisi di molti adulti e bambini,confermata dagli studi antropologici,dai miti religiosi popolari,dalle creazioni artistiche e da molte altre fonti,ci ha mostrato come la vendetta che il bambino teme,quale conseguenza dei desideri edipici che prova verso la madre,consiste nella perdita del pene;questo ci che viene indicato in letteratura con il termine di castrazione. La dimostrazione del perch debba proprio sia questa la paura che il maschio prova,indipendentemente dall'ambiente individuale o culturale in cui trascorse l'infanzia, stata esposta in maniera diversa da vari autori,ma per il nostro scopo sufficiente sapere che le cose effettivamente si svolgono in questo modo. Losservazione,compiuta dal bambino,che esiste davvero nella realt della gente che non possiede maledire effettivamente il pene(le donne),lo convince che la possibilit di venir castrato sia un evento che pu avverarsi realmente,e questa paura lo fa precipitare in un intenso conflitto per quel che riguarda i propri desideri edipici. Questo conflitto pu anche portarlo a ripudiare i propri desideri edipici,vale a dire essi vengono in parte abbandonati e in parte rimossi ,cio respinti nei recessi inaccessibili della mente inconscia del bambino. La situazione complicata dal fatto che il bambino anche spinto da una rabbia gelosa contro la mamma,perch ella respingere il suo desiderio di ottenere il possesso delle sue carezze e del suo corpo; questo fatto rinforza o d origine al desiderio di liberarsi di lei,dunque di ucciderle,e di essere amato dal padre al suo posto. Dato che anche questo conduce alla paura della castrazione,perch il bambino ha appreso che essere donna vuol dire essere senza pene,pu succedere che debbano essere rimossi. Notiamo cos che tutte e due leforme di desiderio del periodo edipico, sia quelle maschili che femminili,danno origine all'angoscia di castrazione,e dato che il bambino non affatto maturo,n fisicamente sessualmente,egli pu risolvere i conflitti suscitati dai propri desideri solo mettendoli completamente da parte o cercando di tenerli in scacco con vari meccanismi di difesa e con altre operazioni difensive dellIo. Nel caso delle femmine la situazione si complica:il desiderio di fare la parte dell'uomo con la madre,non si trasformi in paura di castrazione poich ella non possiede un pene;tale paura compare come risultato della constatazione che lei non dotata di alcun pene,fatto che porta con s intensi sentimenti di vergogna ed inferiorit,di gelosia(invidia del pene),di rabbia nei confronti della madre la quale ha permesso che lei nascesse senza un pene. Nella rabbia e nella disperazione che prova,la bambina si rivolge al padre come principale oggetto di amore e spera di prendere con lui il posto della madre;quand'anche questi desideri vengono frustrati,cos come deve avvenire nelcorso normale degli eventi,la bambina pu tornare di nuovo all'attaccamento che aveva in precedenza per la madre,e pu rimanere nel comportamento psicosessuale che avr durante tutto il corso della vita,legata al desiderio di possedere il pene e di essere un uomo. Tuttavia la bambina,respinta dal padre nel desiderio di costituire il suo solo oggetto sessuale, forzata a rinunzciare ai propri desideri edipici ed a rimuoverli.Gli equivalenti nella bambina dell'angoscia di castrazione,che unadeterminante cos potente del destino dei desideri edipici nel maschio,sono prima la mortificazione e la gelosia, indicati come invidia del pene,e poi la paura di una lesione genitale,che conseguirebbe al suo desiderio di venir penetrata e fecondata dal padre. Non bisogna mai dimenticare come la vita mentale di ciascun bambino di tale fase sia unica ed irripetibile,influenzata sia dalle esperienze dei primi due anni di vita precedenti il periodo edipico,sia dagli eventi del periodo edipico stesso. In aggiunta a questi fattori ambientali,riteniamo in questa sede che i bambini possano essere diversi tra loro anche nelle loro capacit e predisposizioni costituzionali:Freud(1937),ricord le variazioni nella dotazione istintuale che possono aversri,ad ex,nella tendenza alla bisessualit,cio nella predisposizione alla femminilit nel maschio ed alla mascolinit nella femmina. Egli ritenne(cos come molti analisti)che una certa dose di bisessualit nella sfera psichica sia normalmente presente in ogni essere umano:questo un corollario del fatto che il complesso edipico sia costituito normalmente da fantasie di unione sessuale con entrambi i genitori. Echiaro che le variazioni nellintensit relativa delle componenti mascoline e femminili della pulsione sessuale,possano influenzare lintensit relativa dei vari desideri edipici;a seconda della misura in cui la tendenza cpstituzionale sia stata favorita o impedita dal complesso dei fattori ambientali,sar diverso il risultato in ciascun caso particolare. Inoltre,attualmente,non vi alcun modo per valutare in modo soddisfacente quale sia jn un caso determinato,limportanza relativa dei fattori costituzionali ed ambientali. Un altro aspetto molto importante della fase edipica la masturbazione genitale,che costituisce ordinarimanete lattivit sessuale del bambino durante questo periodo della sua vitala masturbazione e le fantasie che la accompagnano,sostituiscono in larga parte lespressione diretta degli impulsi sessuali aggressivi che il bambino prova nei confronti dei propri genitori;se il sostituire ad azioni reali verso persone reali tali stimolazioni autoerotiche e fantasie,risulti alla lunga per il bambino una cosa pi benefica o pi nociva, una questione che dipende molto dal tipo di valori adottati ma,ad ogni modo, fatto ozioso. In effetti,la sostituzione inevitabile,poich nel bambino essa resa necessaria dalla sua immaturit biologica. Con la fine della fase edipica,normalmente viene abbandonata o in gran parte diminuita,la masturbazione genitale,che non riappare pi fino alla pubert:le primitive fantasie edipiche risultano ormai rimosse,sebbene ne persistano a livello conscio delle versioni pi o meno mascherate,come le abituali fantasticherie diurne;esse continuano ad esercitare uninfluenza notevole su quasi tutti gli aspetti della vita psichica,sulle forme e sugli oggetti della sessualit adulta,sullattivit creativa,artistica e professionale,e su altre attivit sublimate,sulla formazione del carattere,cos come su qualsiasi sintomo nevrotico che possa prodursi nellindividuo. Ma questo non lunico modo in cui il complesso edipico influenza la vita futura dellindividuo:esso produce anche una conseguenza specifica,meglio nota come formazione del Super-Io,la terza delle funzioni mentali che Freud ha postulato nella sua ipotesi strutturale dellapparato psichico. Il Super-Io corrisponde a ci che pi genericamente viene designato come coscienza,e comprende tutte le funzioni morali della personalit: 1)Lapprovazione/disapprovazione delle azioni e dei desideri in base allonest; 2)Lauto-osservazione critica; 3)Lautopunzione; 4)Lesigenza di riparare il malfatto/pentirsene; 5)Lautostima o amore di se stesso come ricompensa per i pensieri e le azioni virtuose o desiderabili. *Sappiamo come molto spesso le funzioni del Super-Io siano in buona parte inconsce:Freud nel 1913 aveva affermato che si,la psicoanalisi avesse mostrato che gli esseri umani sono meno morali di quanto essi stessi credevano di esser,dimostrando che in ogni individuo esistono desideri inconsci che egli coscientemente nega e ripudia,ma daltro canto,ha dimostrato che esistono in ognuno di noi dell esigenze e proibizioni morali molto pi numerose,e con una intensit maggiore di quanto noi stessi non ci accorgessimo coscientemente. Sulle origini del Super-Io:oggi siamo tutti d'accordo nel ritenere che i suoi primissimi inizi,cio i suoi precursori ,iano gi presenti nella fase prefallica o preedipica;le esigenze morali e le proibizioni dei genitori e degli educatori in generale,cominciano molto prestoadi influenzare la vita psichica del bambino,e la loro influenza si manifesta gi alla fine del primo anno di vita. Dobbiamo ricordare che le esigenze morali di questo periodo iniziale sono semplici,se valutiamo dal punto di vista dei canoni che seguiamo nellet adulta:le pi importanti sono quelle che hanno a che fare con l'apprendimento della pulizia personale,e Ferenczi indic questi precursori del Super-Io con il termine di moralit sfinterica. Tuttavia,durante la fase preeedipica,il bambino considera le esigenze morali che gli vengono poste come parte dell'ambiente che lo circonda;alla presenza dei genitori,il bambino che intenzione di compiacerli si asterr dalle trasgressioni,ma se invece solo oppure arrabbiato con uno dei genitori,egli non vorr compiacerli,e si assoggetter solo alla paura della trasgressione. Gi durante il corso della fase edipica,le cose cominciano a cambiare a questo riguardo e,ad un certo momento tra i 5 ed i6 anni,la moralit comincia ad essere una faccenda interiore:riteniamo che a questo punto il bambino cominci per la prima volta a sentire che i canoni morali e l'esigenza che il male debba essere punito,provengono dall'interno dalla sua interiorit e non da un'altra persona. Questo processo di interiorizzazione,fino all'et di 9-10 anni,non raggiunge un livello di stabilit tale da renderlo permanente,ed esso ancora soggetto ad aggiunte e modificazioni durante l'adolescenza,e durante il corso della vita adulta. Cosa ha portato a questa interiorizzazione del bambino? Man mano che egli sta abbandonando e rimuovendo/ripudiando i desideri incestuosi ed omicidi che costituiscono il suo complesso edipico,le relazioni con gli oggetti di questi desideri si trasformano in identificazione con gli stessi:invece di amare ed odiare i genitori che ritiene si opporrebbero a questi desideri e li punirebbero,il bambino diventa come loro nel ripudiare egli stesso i propri desideri;dunque,il nucleo originario delle proibizioni del Super-Io,risulta costituito dall'esigenza che lindividuo ripudi i desideri incestuosi ed ostili che costituiscono il suo complesso edipico. Questa esigenza persiste per tutta la vita inconsciamente e costituisce l'essenza stessa del Super-Io;vediamo quindi che il Super-Io ha un rapporto particolarmente intimo con il complesso edipico,e che si formato come conseguenza delle identificazioni del bambino con gli aspetti morali eproibitori dei propri genitori. Queste identificazioni si producono nella mente del bambino durante il processo di dissoluzione/tramonto del complesso edipico:possiamo quindi dire che il Super-Io consista originariamente nelle immagini internanalizzate degli aspetti morali dei genitori durante la fase fallica o edipica. Si tenga a mente che il compito principale dellIo,nel periodo in cui si compiono le identificazioni in questione, la lotta difensiva contro le spinte edipiche:in sostanza,la paura che motiva questa lotta costituita dallangoscia di castrazione(nel maschio),e dal suo analogo nella femmina,e sappiamo come nella vita psichicaa del bambino di quella et sia proprio tale lotta il centro della scena;tutto il resto conseguenza di tali lotte,ed ad esso subordinato. Dal punto di vista dellIo,lo stabilirsi delleidentificazione che formano il Super-io,costituisce un aiuto importante negli sforzi difensivi contro gli impulsi dellEs,che si sta sforzando di padroneggiare;questo significa che le proibizioni dei genitori si sono installate in maniera permanente nella mente del bambino,da dove possono tener sempre d'occhio leEs. Ecome se,identificandosi in questo modo coi genitori,il bambino potesse assicurarsi che essi sono sempre presenti e che ogni volta che l'impulso dell'Es minaccer di vincerlo,i genitori saranno a portata di mano per rinforzare l'esigenza di respingerlo;notiamo che le identificazioni del Super-Io,costituiscono per lIo un vantaggio dal punto di vista delle sue possibilit difensive. Inoltre,si potrebbe anche dire che per l'Io,a questo riguardo,esse costituiscano un appoggio essenziale. Tuttavia,dal punto di vista della indipendenza dellIo e della sua libert di godere delle soddisfazioni istintuali,le identificazioni del Super-Io costituiscono un forte svantaggio. Infatti,dal momento della formazione del Super-Io,lIo perde gran parte della propria libert di azione,e rimane per sempre soggetto alla dominazione del Super-Io. LIo non ha acquistato solo un alleato nel Supr-Io,ma ha trovato un padrone;per questa ragione,d'ora in poi,le esigenze del Super-Io si aggiungono a quelle dellEs e a quelle dell'ambiente esterno cui lIo deve provvedere e tra le quali deve cercare di fungere da mediatore. LIo capace di partecipare al potere dei genitori attraverso l identificazione,ma a costo di rimanere soggetto ad essi in maniera pemrnanete. Sulla formazione di queste identificazioni,Freud(1923)ha fatto altre due osservazioni: 1)Il bambino fa esperienza delle proibizioni dei genitori sotto forma di comandi verbali o di sgridate:ne consegue che il Super-Io mantiene una stretta relazione con i ricordi uditivi,ed i in particolare con i ricordi della parola pronunciata. Una certa percezione intuitiva di questo fatto responsabile di quella metafora del linguaggio che si riferisce come la voce dellacoscienza. Negli stati di regressione psicologica come durante il sonno (Isakower,1954),ed in certi tipi di gravi malattie mentali(Freud,1923),il funzionamento del Super-Io,viene percepito sotto forma di parole pronunciate che il soggetto sente come se provenissero da una fonte al di fuori di egli stesso,proprio come facevano i comandi dei genitori quand'era piccolo. Non bisogna credere che il Super-Io sia in relazione esclusivamente con percezioni e ricordi di tipo uditivo,pich hanno relazione con esso anche altri altri tipi di percezione sensoriale(come quelli visivi e tattili). 2) Freud(1923)ha fatto osservare che le immagini dei genitori che sono introiettate per costituire il Super-Io,sono in gran parte quelle del Super-Io dei genitori,cioaccade di solito che i genitori,nel tirar su i propri figli,tendano a disciplinarli allo stesso modo in cui in effetti sono stati trattati dai propri genitori durante linfanzia. Una tale caratteristica,come Freud nel1923 ha fatto notare,ha una conseguenza di ordine sociale molto importante,cio la perpetuazione del codice morale di una societ;essa in parte responsabile della tendenza conservatrice e della resistenza al cambiamento che presentano le strutture sociali. Consideriamo alcuni aspetti della formazione del Super-Io che riguardano lEs:come ha notato Freud nel 1923,le identificazioni del Super-Io sono la conseguenza dell'abbandono delle relazioni oggettuali incestuose del complesso edipico,e tali identificazioni sono in parte la conseguenza di una perdita oggettuale. Quando le cariche psichiche istintuali vengono ritirate dai loro oggetti originari,la loro costante ricerca di un altro oggetto porta alla formazione di un'identificazione con l'oggetto originale all'interno dellIo stesso,al quale le cariche psichiche vengono attaccate:cos,quelle che erano cariche istintuali diventano cariche narcisistiche. Nel caso che ci interessa,le identificazione che si sono formate allinterno dellIo,comprendono quella parte dellIo stesso detta Super- Io;cos,dal punto di vista dellEs,il Super-Io il sostituto e lerede della relazioni oggettuali edipiche. Per questo,Freud lo ha descritto come fornito di profonde radici nellEs;notiamo inoltre che la formazione del Super-io risulta dalla trasformazione di molte altre cariche psichiche dirette verso se stessi,dunque narcisistiche:di solito si tratta proprio delle cariche psichiche pi apertamente sessuali e pi direttamente e violentemente ostili che vengono abbandonate,mentre i sentimenti di tenerezza continuano ad essere attaccati ai loro oggetti originari. Va chiarito che gli impulsi direttamente incestuosi ed omicidi che il bambino aveva verso i genitori,non vengono abbandonati tutti,ma una porzione di essi viene rimossa o repressa in qualche altra maniera; questa porzione(cos come ogni altro desiderio rimosso),seguita a vivere nell'Es,ancora diretta verso gli oggetti originari e le impedito di esprimersi apertamente nell'agire o nel pensiero cosciente o nelle fantasie,unicamente dalla costante opposizione delle controcariche psichiche che lIo ha diretto contro questi desideri. Ma questi desideri edipici rimossi,con le loro cariche psichiche,non contribuiscono alla formazione del Super-Io(Freud,1923);pu sorprendere il fatto che in un determinato individuo,la severit del suo Super-Io non corrisponda necessariamente alla severit con cui i genitori si sono opposti ai sui desideri istintuali quando era bambino- Lesplicita minaccia della castrazione nei confronti di un ragazzino,che stia attraversando la fase edipica,tender a produrre un Super-Io troppo severo e,quindi,determineranno nel corso ulteriore della vita, una proibizione troppo severa della sessualit ed aggressivit. Tuttavia appare che altri fattori,oltre alla severit dei genitori,giochino un ruolo preminente nel determinare la severit del Super-Io,ed il fattore principale costituito dall'intensit delle componenti aggressive dei desideri edipci del bambino:potremmo dire che il fattore principale che determina la severit del Super-Io,non sia costituito dal grado di severit dei genitori nei confronti del bambino,quanto piuttosto,dall'intensit degli impulsi ostili che il bambino prova verso i genitori nel corso della fase edipica. Quando gli oggetti eipici vengono abbandonati e sostituiti dall'identificazioni del Super-Io,lE pulsionale che aveva fino ad allora caricato quegli oggetti,si viene a trovare a disposizione,almeno in parte,di quella porzione dell'Io che si appena formata e che prende il nome di Super-Io. Vediamo che l'energia aggressiva che giunta ad essere a disposizione del Super-Io,deriva dall'energia aggressiva invertita dagli oggetti edipici ed a quella proporzionale,se non proprio uguale in quantit:vale a dire che quanto maggiore la quantit di energia aggressiva contenuta nelle cariche psichiche degli oggetti edipici,tanto maggiore sar la quantit di questa energia in seguito disponibile per il Super-Io. Da questo punto poi,una tale energia aggressiva pu essere rivolta contro lIo tutte le volte che se ne presenti l'occasione per rafforzare la sua obbedienza alle proibizioni del Super-Io,o per punire lIo delle trasgressioni compitue;cio la severit del Super-Io determinata dalla quantit di energia aggressiva che ha a sua disposizione,e ci comporta a sua volta,con le cariche psichiche aggressive appartenenti agli impulsi edipici che prova il ragazzo nei confronti dei genitori,un rapporto pi stretto di quanto non lo sia quello tra severit del Super- Io e la severit delle proibizioni dei genitori durante il corso della fase edipica. Il bambino,le cui fantasie edipiche siano state particolarmente violente e distruttive,tender ad avere un senso di colpa pi forte rispetto ad un altro che abbia avuto fantasie meno intensamente distruttive: possiamo concludere il discorso circa la formazione del Super-Io dal punto di vista dell'Es affermando che gli impulsi dell'Es,associati agli oggetti di quel periodo(cio genitori)sembrano al bambino tali da esporlo al pericolo di subire una lesione corporale(sia per il maschio che oer la femmina). In tutti i casi,esiste un conflitto tra le esigenze delle cariche psichiche oggettuali da una parte,e le esigenze delle cariche narcisistiche o psichiche del S dallaltra;bisogna rilevare che il contratto viene deciso in favore delle cariche narcisistiche,vale a dire che le pericolose cariche oggettuali vengono rimosse,abbandonate o controllate o ripudiate in modi diversi,mentre quelle narcisistiche vengono mantenute essenzialmente intatte. Quindi normalmente,la componente narcisistica della vita istintuale infantile pi forte di quanto non lo sia la parte che riguarda le relazioni oggettuali;dobbiamo tenere presente in questa sede anche quelle che sono le modificazioni e le sovrapposizioni che si verificano verso la fine della fanciullezza,nell'adolescenza e in certa misura anche nell'et adulta. Ciascuna di questi aggiunte ed alterazioni il frutto dell'identificazione con un oggetto che fa parte dell'ambiente che circonda il bambino o l'adulto o,pi esattamente con l'aspetto morale di questo oggetto: queste forme identificative sono particolarmente comuni durante la pubert e plasmano il Super-Io dell'individuo per formarlo in modo il pi possibile conforme ai canoni morali e agli ideali dei gruppi sociali di cui membro. La riflessione sulle differenze che si sono trovate tra i codici morali dei vari gruppi sociali,ci fa rendere conto di come sia vero che una gran parte del Super-Io adulto sia il risultato di queste ultime identificazioni(modifiche nel Super-Io possono prodursi anche durante la vita adulta,come ad esempio nel caso di una conversione religiosa); ma il nucleo originario del Super-Io,formatosi durante la fase edipica,rimane sempre la parte pi salda ed efficiente. Come risultato di ci,le proibizioni contro l'incesto e l'uccisione dei genitori,sono le parti pi interiorizzate,quindi le meno facili da trasgredire,della moralit della maggior parte degli individui;le altre proibzioni del Super-Io vengono trasgredite pi facilmente quando si presenti l'occasione favorevole o quando la tentazione forte. Vediamo il ruolo che gioca il Super-Io una volta formatosi nel funzionamento dell'apparato psichico:in generale,possiamo dire che dopo il termine della fase edipica il Super-Io che inizia a rafforzare le attivit difensive dell'io contro gli impulsi dellEs:cos come il bambino nel periodo edipico temeva la castrazione e rimuoveva o ripudiava i desideri edipici per evitare il pericolo,cos il bambino del periodo postedipico,o ladulto,adulti inconsciamente temono le immagini dei genitori introiettati,quindi il proprio Super-Io e frenano gli impulsi dell'Es per evitare il pericolo di dispiacere al Super-Io. La disapprovazione del Super-Io si colloca come ultima della serie di situazioni di pericolo a cui lIo reagisce con ansia,serie che Freud ha esposto nel 1926. In ordine cronologico,le varie situazioni di pericolo consistono: 1)Nella perdita dell'oggetto; 2)La perdita dell'amore da parte delloggetto; 3)La paura della castrazione o simile lesione genitale; 4)La disapprovazione da parte del Super-Io. Queste varie situazioni di pericolo,non scompaiono in successione man mano che emerge quella successiva:ciascuna gioca a turno la parte principale quale sorgente di ansia e quale occasione per l'Io di mettere in opera le sue misure difensive contro qualsiasi impulso dell'Es che produca una situazione di pericolo o minacci di farlo. La disapprovazione del Super-Io porta diverse conseguenze alcune delle quali coscienti,mentre altre sono inconsce;come Freud nel 1933 ha fatto notare,la causa pi comune di quella sensazione penosa ed apparentemente indesiderata,definita come sentimento d'inferiorit, costituita dalla disapprovazione del Super-Io;questi sentimenti di inferiorit si possono considerare la stessa cosa dei sentimenti di colpa,e questo punto ha un'importanza clinica considerevole perch ci dice che un paziente che abbia notevoli sentimenti di inferiorit o di abbassamento dell'autostima,probabilmente sta inconsciamente accusandosi di qualche malefatta,indipendentemente dalla ragione che consapevolmente in grado di fornire qualche presunta causa di forti sentimenti di inferiorit. Allo stesso modo in cui la disapprovazione dellIo da parte del Super- Io d origine a sentimenti di colpe di inferiorit,anche i sentimenti di gioia o di felicit e di soddisfazione di s possono essere il risultato dell'approvazione dell'Io da parte del Super-Io per qualche atteggiamento o comportamento tenuto dallIo,che il Super-Io approvi particolarmente. Un tale ardore virtuoso,come il suo opposto(il senso di colpa), un fenomeno consueto e questi due opposti sentimenti o condizioni psichiche sono paragonabili alle condizioni psichiche del bambino piccolo quando viene amato e lodato oppure sgridato e punito dai genitori per qualche motivo. Cio,i sentimenti coscienti che risultano dall'atteggiamento di approvazione o disapprovazione del Super-Io nella vita ulteriore, vengono facilmente compresi quando ci si rende conto che il Super-Io costituito dalle immagini introiettate dei genitori e che per tutta la vita,i rapporti tra Io e Super-Io rimangono sempre molto simili ai rapporti che ci sono fra il bambino piccolo ed i suoi genitori. Vi sono due aspetti delle operazioni del Super-Io che si svolgono durante la vita adulta in maniera inconsapevole e che mostrano la loro connessione con i processi psichici propri dei primi periodi dell'infanzia,durante i quali ha origine il Super-Io: 1)La legge del taglione(Lex talionis); 2)La mancanza di discriminazione tra desiderio ed atto. Legge del taglione:significa che la punizione per una malefatta o delitto,consiste nel far soffrire a chi l'ha compiuto,la stessa ingiuria che ha inflitto;si tratta del classico mottoOcchio per occhio,dente per dente. Eun concetto di giustizia primitivo in due sensi: 1)Nel primo senso perch un concetto di giustizia caratteristico delle strutture sociali vecchio o primitive dal punto di vista storico; 2)Nel secondo senso,perch la legge del taglione fondamentalmente il concetto che della giustizia il bambino piccolo;la cosa interessante l'intensit con cui questo concetto persiste inconsciamente anche nella vita adulta e determina il funzionamento del Super-Io. Nel corso dell'analisi,si trovain molti casi che le sanzioni e punizioni inconsce imposte dal Super-Io,si adeguano alla legge del taglione, anche se lindividuo ha gi superato da molto tempo quest'atteggiamento infantile,almeno per quel che concerne la vita psichica cosciente. Anche per ci che riguarda la mancanza di discriminazione tra desideri ed azioni, cosa ben nota all'indagine psicanalitica che il Super-Io minaccia di punizione i primi quasi con la severit dei secondi;evidentemente,non proibito dal Super-Io solo fare quella certa cosa,ma vengono proibiti o puniti secondo il caso anche il desiderio di farla o l'impulso stesso. Riteniamo che questo atteggiamento del Super-Io sia la conseguenza del fatto che un bambino di quattro o cinque anni distingue molto meno chiaramente tra le proprie fantasie ed azioni di quanto non faccia poi successivamente nel corso della vita;egli dominato in buona parte dalla convinzione che volere potere,e questo atteggiamento magico viene poi perpetuato dalle operazioni inconsce del Super-Io per tutta la vita. Un altro aspetto del lavoro inconscio del Super-Io, quello di poter provocare un'inconsapevole bisogno di espiazione o autopunizione:un tale bisogno di essere punito,in se stesso inconscio,di solito scoperto solamente solo per mezzo della psicanalisi. Un esempio dato dallintraprendere la carriera criminale:Freud nel 1915 aveva fatto notare che la carriera criminale di un individuo pu iniziare proprio per il bisogni inconscio di essere punito;cio l'inconscio bisogno di venir punito che proviene da certi desideri edipici rimossi, pu manifestarsi nell'azione di commettere un delitto per il quale la punizione certa. Persone di questo tipo sono spesso designate come criminali per senso di colpa;tuttavia,l'inconscio bisogno di essere punito,non si manifesta sempre unicamente nel commettere azioni criminose che devono essere punite da qualche autorit legale,ma possono prodursi inconsciamente anche forme diverse di sofferenza o di autolesionismo,come ad esempio i fallimenti della professione,le cosiddettenevrosi di destino,vari tipi di lesioni fisiche accidentali e simili. Un Super-Io che insista troppo nellautopunizione o nellautolesionismo,pu diventare esso stesso un pericolo dal punto di vista dellIo,e quindi non sorprender apprendere che lIo pu mettere in opera,contro il Super-Io,meccanismi difensivi di altro genere,analoghi a quelli che usa di solito nei confronti dellEs. Le difese da parte dell'Io nei confronti del Super-Io,sono una componente costante e di rilievo nel funzionamento mentale normale:esse possono anche rivestire un ruolo importante in molti casi di malattia mentale,coscch essi sono spesso di considerevole importanza pratica nel lavoro clinico(Freud 1923,Fenichel 1939). Tra il Super-Io e la psicologia di gruppo,esiste unimportante relazione che Freud nel 1921 ha rilevato in un lavoro dedicato a questo argomento:certi gruppi si tengono assieme in virt del fatto che ciascuno dei membri del gruppo ha introiettato o si identificato con il capo del gruppo. La conseguenza di tale identificazione che l'immagine del capo diventa una parte del Super-Io di ciascuno dei membri del gruppo;cio i diversi membri del gruppo hanno in comune certi elementi del Super-Io. Quindi,la volont del capo,i suoi precetti ed ordini,diventano legge morale dei suoi gregari,ed un meccanismo simile in gioco nel caso di gruppi o sette religiose,poich anche in questo caso i vari membri del gruppo hanno una moralit comune,cio hanno in comune alcuni elementi del Super-Io che sono derivati da identificazioni con lo stesso dio o capo spirituale;il dio qui gioca lo stesso ruolo del capo o delleroe dei vari gruppi non religiosi,equesto fatto non ci sorprende, data la relazione che esiste coscientemente tra dei ed errori nella mente della gente,e questo vale anche per popoli altamente civilizzati i romani dell'epoca imperiale che deificavano i loro imperatori. Per concludere,gli elementi essenziali del Super-Io: 1)Esso si forma come conseguenza delle introiezione delle proibizioni e delle esortazioni dei genitori durante la fase edipica; 2)Durante il corso della vita,la sua essenza inconscia consiste sempre nel proibire i desideri sessuali ed aggressivi del complessivo edipico,nonostante si producano nel Super-Io molte alterazioni ed aggiunte,nel corso della tarda fanciullezza,dell'adolescenza e anche durante let adulta.
Capitolo sesto:Paraprassie e motti di spirito. Analizzeremo qui quei fenomeni della vita psichica noti com:sviste, lapsus,errori,sbagli,omissioni e i difetti di memoria che Freud nel 1904 haraggruppato insieme come la psicopatologia della vita quotidiana. In ordine analizzeremo: 1)Psicopatologia della vita quotidiana(sviste,lapsus ecc); 2)I motti di spirito; 3)I sogni; 4)Le psiconevrosi. Questi sono gli argomenti classicidella teoria psicoanalitica,e sono stati oggetto di studio per molti anni prima da parte di Freud,e poi da parte di molti altri psicoanalisti;inoltre,l'argomento delle psiconevrosi di importanza pratica grandissima perch queste malattie mentali costituiscono l'oggetto principale della teoria psicoanalitica. Cominciamo dalla psicopatologia della vita quotidiana:essa comprende i lapsus del parlare,dello scrivere,della memoria e molti di quei contrattempi della vita di tutti giorni che attribuiamo al caso e che chiamiamo incidenti. Anche prima delle sistematiche ricerche condotte da Freud su questi fenomeni,nella mentalit popolare c'era la vaga consapevolezza che avessero un qualche loro significato,e che quindi non fossero solo legate al caso;basti pensare al vecchio adagio che recita Una svista nel discorso svela lo stato d'animo. Anche prima di Freud,se una persona dimenticava il nome di una certa persona o la chiamava in modo errato,l soggetto in questione tendeva a leggere ci come una mancanza di rispetto,un segno di disinteresse intenzionale;andando pi indietro nel tempo,se un suddito dimenticava un precetto fondamentale che andava cos contro le volont del padrone,difficilmente poteva avvalersi del fatto che si era trattato di una svista accidentale. Dunque l'autorit in questione,attribuiva alle sue azioni un'intenzione, anche se lui ne era del tutto inconsapevole;tuttavia fenomeni di questo tipo erano attribuiti al caso o,dai superstiziosi,all'influenza del diavolo o gli spiriti maligni; stato Freud che per la prima volta,ha sostenuto con argomenti scientifici seri e validi,come lapsus e fenomeni ad essi collegati siano il risultato di un'azione significativa ed intenzionale dell'individuo in questione,bench l'intenzione resti in effetti sconosciuta alla stessa persona che la compie. Di queste sviste o paraprassie(come talvolta vengono chiamate),la pi semplice da comprendere la dimenticanza:errori di questo tipo sono perlopi la conseguenza diretta della rimozione,e la si pu osservare nella sua forma pi semplice ed evidente quando,durante il corso di un trattamento psicoanalitico,succede che un paziente dimentichi da un momento all'altro qualcosa che pure considera importante,e che egli coscientemente desidera ricordare(in questi casi pu essere manifesto anche il motivo della dimenticanza). Bench i dettagli particolari della motivazione possano variare da caso a caso, fondamentalmente sempre la stessa,cio quella di prevenire la possibilit che si produca l'ansia o un senso di colpa; dunque,la capacit della mente umana di dimenticare o di rimuovere tanto grande ed insospettata e,in certi casi,le controcariche psichiche di rimozione dellIo possono essere dirette o contro il Super- Io,o contro lEs.
Perch ci si dovrebbe dimenticare di qualcosa che non c' ragionedi dimenticare? La risposta che nella grande maggioranza dei casi,questa ragione inconscia:di solito pu venire scoperta solo con la tecnica psicoanalitica,cio con la piena collaborazione della persona che ha dimenticatose possiamo ottenere questa collaborazione,se la persona capace di dire liberamente,senza effettuare n scelte n direzioni coscienti,tutto sui pensieri che gli vengono alla mente a proposito del lapsus che ha commesso,allora saremo in grado di ricostruire i sui proposti ele sue motivazioni. Altrimenti dipender solo dal caso se verremo a conoscenza di quella quantit di fatti che sia sufficiente a consentirci di fare deduzioni,pi o meno attendibili,sul significato del lapsus,e cio sui motivi inconsci che l'hanno prodotto;dunque pu accadere che una rimozione sia istituita per impedire l'ingresso nella coscienza di fantasie distruttive che costituivano una parte dell'Es,e che avrebbero potuto,se fossero diventate coscienti,fargli provare un senso di colpa. Notiamo come i disturbi o i lapsus della memoria,spesso siano la conseguenza del lavoro di un meccanismo di difesa,cio la rimozione: poich sono inconsci sia il motivo che il meccanismo della rimozione,il soggetto non in grado di rendersi conto della causa del proprio lapsus di memoria,e tende ad attribuirlo alla sfortuna,alla fatica o ad altre scuse. Altri lapsus possono essere la conseguenza di qualche meccanismo psichico diverso,ma la causa di tutti i lapsus sempre inconsapevole: ad esempio,un lapsus nel parlare o nello scrivere,spesso la conseguenza di un insuccesso nel tentativo di rimuovere completamente qualche pensiero o desiderio inconscio:in questi casi la persona che parla o scrive esprime proprio le cose che inconsciamente avrebbe voluto dire o scrivere,nonostante il proprio tentativo di tenerle nascoste. Talora,il significato nascosto viene espresso apertamente nel lapsus ,cio diviene chiaramente comprensibile all'ascoltatore o al lettore;in altre occasioni invece,il risultato del lapsus non chiaramente comprensibile,e il suo significato nascosto pu essere scoperto solo attraverso le associazioni della persona che ha commesso il lapsus. Bisogna aggiungere che se il significato di una svista risulta chiaro,il pensiero o desiderio inconscio che esso rivela,non rimosso con molta intensit:esso risulta solo momentaneamente inconscio nella mente del soggetto che sta parlando,e potrebbe essere ammesso alla coscienza del soggetto al prezzo di una certa sensazione di paura o colpa. Ma le cose non stanno esattamente in questo modo:pu capitare ad esempio che durante la prima seduta,senza volere,un paziente chiami mamma sua moglie e che,posto di fronte al proprio errore,pu succedere che egli non riesca a fornire alcuna spiegazione,e che solamente dopo molti mesi di analisi il paziente sia in grado di accettare coscientemente il fatto che le sue fantasie la moglie rappresenti la mamma con cui molti anni prima(all'et del complesso edipico)egli voleva sposarsi. In questo caso,la svista rivela chiaramente un contenuto dellEs contro cui lIo ha mantenuto per molti anni una controcarica molto intensa;va aggiunto che,indipendentemente da quanto un lapsus possa sembrare chiaro,linterpretazione del significato inconscio che ne d chi ascolta o legge,non mai pi di una congettura,fino a quando non confortata dalle associazioni dellautore del lapsus e,in generale,il significato di qualsiasi svista,pu essere stabilito con sicurezza solo attraverso le associazione che il soggetto stesso vi fa. Questa dipendenza dalle associazioni del soggetto risulta evidente nel caso dei lapsus nello scrivere o nel parlare che non appaiono immediatamente comprensibili,dove un processo mentale inconscio, interferisce con ci che il soggetto vuole dire o scrivere,in maniera tale da produrre unmissione,unaggiunta,o una distorsione di una sillabe o parole,con un risultato apparentemente privo di senso. Tra le persone che senza esserne del tutto all'oscuro non sono informate completamente circa la spiegazione che ha dato Freud di questi fenomeni,molto spesso i lapsus di questo tipo sono considerati eccezioni alla tesi di Freud che tutti i lapsus abbiano un significato; queste persone chechiamanolapsus freudianiquelli comprensibili e lapsus non freudiani,quali incomprensibili,ma l'uso di una tecnica adatta di ricerca(cio del metodo psicoanalitico),rivela sempre la natura ed il significato dei processi psichici inconsci che sono dietro una qualsiasi svista,sia pure di quelle apparentemente incomprensibili. La comparsa di lapsus nel parlare o nello scrivere, spesso attribuita alla fatica ed alla disattenzione,alla fretta,alleccitazione o simili;ci si pu domandare se Freud abbia ritenuto che questi fattori interferenti giochino effettivamente un qualche ruolo nella produzione delle sviste,e si potrebbe rispondere a ci,affermandi che egli ha assegnato loro una parte puramente accessoria o coadiuvante. Freud,cio, ha ritenuto che questi fattori possano in certe circostanze, facilitare l'interferenza dei processi inconsci con l'intenzione cosciente di dire o scrivere una frase particolare,con il risultato che pu prodursi una svista,che magari non si sarebbe verificata se il soggetto non fosse stato stanco,disattento o frettoloso;egli riteneva tuttavia che il ruolo principale nella produzione di svista,venisse svolto dai processi psichici inconsci del soggetto stesso,e per illustrare questo punto ha usato la seguente analogia:Se un uomo stato aggredito e derubato in una strada solitaria,non possiamo dire che stato rapinato dal buio e dalla solitudine,ma dobbiamo dire che stato rapinato da un rapinatore che stato favorito da questi due fattori;in quest'analogia il rapinatore corrisponde processi psichici inconsci che sono i responsabili della svista,il buio e la solitudine corrispondono ai fattori accessori come fatica e disattenzione. Dunque,possiamo affermare in termini pi tecnici che i processi psichici inconsci in questione costituiscono,in tutti i casi,la condizione necessaria per il riprodursi della svista e che,in qualche caso possono bastare essi stessi da soli,mentre in altri casi possono essere di per s insufficienti ed avere bisogno dell'aiuto di fattori generali per poter interferire con l'intenzione cosciente del soggetto in misura tale da produrre un lapsus. Occupiamoci adesso della parte che giocano le operazioni dei processi primari nella formazione dei lapsus:una delle caratteristiche dei processi ideativi di tipo primario consiste nella tendenza alla condensazione,ed questa la caratteristica che consideriamo responsabile della combinazione tra due termini o pi termini. In altri lapsus si troveranno anche altre caratteristiche dei processi ideativi di tipo primario come lo spostamento,la rappresentazione dell'intero mediante una sua parte o viceversa,rappresentazioni per analogia,rappresentazione attraverso l'opposto e simbolismo(nel senso psicoanalitico del termine);ciascuna di queste caratteristiche pu determinare la formazione di una lista. Va aggiunto che la partecipazione o l'azione dei processi ideativi di tipo primario,non limitata ai soli errori di pronunzia o di scrittura,ma essa avviene con la stessa frequenza e con la stessa importanza anche in tutte le altre paraprassie,nonostante sia molto pi facilmente riconoscibile nei lapsus di quel tipo. Consideriamo adesso quella classe di paraprassie indicate come contrattempi fortuiti,che possono capitare a noi come ad altri,come risultato di unanegligenza;va chiarito che gli incidente trattati in questa sede,sono quelli che il soggetto ha provocato con le proprie azioni,nonostante evidentemente non avesse coscientemente l'intenzione di farlo;un incidente che risulti al di fuori del controllo del soggetto non di nostro interesse. Spesso risulta facile stabilire se il soggetto sia responsabile o meno dell'incidente in questione,ma non in tutti i casi ugualmente semplice arrivarci;una domanda sorge spontanea:si sostiene qui si sostiene la tesi che qualsiasi incidente che potrebbe essere stato determinato o facilitato da un intento inconscio del soggetto, stato effettivamente causato da questo? Non c' forse alcun posto per imperfezioni umane? Forse vogliamo affermare qui che nessun abbia mai un incidente,a meno che non lo voglia inconsciamente? La risposta a questa domanda ,in linea di principio,inequivocabile: tutte le volte che l'incidente prevedibile sia causato da unimperfezione umana nell'esecuzione di qualche azione,noi riteniamo che esso sia stato inconsciamente progettato dallo stesso soggetto che esegue una tale azione. Evero che fatica,noia ed altri fattori possono aumentare la frequenza di questi incidenti,ma siamo nella stessa posizione di quella che abbiamo sostenuto nei confronti delle sviste che si commettono nel discorrere e nello scrivere. La condizione necessaria per un incidente di tal genere,che ne costituisce spesso anche la condizione sufficiente, lintenzione inconscia di provocarlo;fatica,noia ecc sono fattori accessori e coadiuvanti. Ci si potrebbe domandare come si fa ad esser certi del fatto che gli incidenti,che possono essere soggetti al controllo dell'individuo,siano stati sempre inconsciamente prodotti dal soggetto stesso;la risposta deriva dai numerosi incidenti del genere che sono stati accessibili allo studio diretto:anche qui come nel caso di altre paraprassie,per studio diretto si intende lapplicazione della tecnica psicoanalitica. Quando possibile ottenere la collaborazione del soggetto,le sue associazioni condurranno sempre alla comprensione dei suoi motivi inconsci per determinare quellincidente che di primo acchito sembrava fortuito;non di rado,accade che nel corso dell'analisi di un tale incidente,il soggetto ricordi di aver saputo per un momento che l'incidentestava per capitare subito dopo lazione che lha prodotto;questa parziale consapevolezza dell'intenzione,di solito viene rimossa,quindi dimenticata gi durante l'incidente stesso o subito dopo,e ritorna alla memoria cosciente solo se lincidente viene analizzato. L'incidente era dovuto alla rimozione inadeguata o incompleta di un impulso ostile dell'Es,cio l'impulso dell'Es sfuggito in parte alla rimozione;in altri casi la paraprassia pu essere stata il risultato di una difesa contro certi impulsi dell'Es o di una proibizione del Super-Io diretta contro di essi o anche di entrambe le cose. L'attivit inconscia del Super-Io,ha spesso una parte importante nel produrre paraprassie di questo tipo:infatti molti incidenti sono inconsciamente progettati per risultare in unautolesione o in una perdita;nella motivazione di casi di questo genere,ha una gran parte un inconscio bisogno di funzione di sacrificio o di riparazione per qualche precedente azione o desiderio,e tutti questi motivi appartengono al Super-Io. In alcuni incidenti delittuosi,si verifica la combinazione di delitto e punizione;in altri casi non vi dubbio che tanto il delitto quanto la punizione siano entrambi contenuti entro una singola azione. Non pensabile tentare di elencare ed illustrare i vari tipi di paraprassie che possono distinguersi luno dallaltro,perch la causa ed i meccanismi sottostanti a ciascuno di essi,in ultima analisi sono gli stessi per tutti,o almeno sono molto simili tra loro. Einteressante notare come non sia facile stabilire una linea di demarcazione tra le paraprassie e i cosiddetti eventi psichici normali: ad esempio,una svista nel discorrere molto diversa da una metafora perch quest'ultima stata costruita e prevista coscientemente e deliberatamente;ma vi sono delle metafore o altre figure del discorso, che a volte compaiono nella conversazione senza essere state prima consciamente previste,e che vengono fuori spontaneamente. Notiamo cos che,sebbene i lapsus del parlare e le metafore scelte deliberatamente siano facilmente distinguibili,vi sono anche casi intermedi:quindi come separare la metafora sgradita dal lapsus? Dobbiamo poi classificare tra le paraprassie,lazione di un individuo che mentre sta facendo ad esempio la sua passeggiata abituale,prende una strada sbagliata e si ritrova ad andare lontano dalla destinazione che consciamente aveva in programma. Capita talvolta che uno,senza prepararsi coscientemente a farlo,modifichi la consueta passeggiata prendendo la strada meno abituale per raggiungere la stessa destinazione:le dobbiamo chiamare paraprassie?Oppure uno pu accorgersi di aver cambiato la strada preferita senza pensarci in modo che adesso,quello che era una volta il suo consueto cammino,diventi un percorso insolito? Dove tracciamo la linea di demarcazione tra paraprassico e normale? Non possibile tracciare una distinzione netta perch le differenze sono di grado e non di qualit:le motivazioni inconsce le pulsioni che si generano dall'Es e dalle regioni inconsce del Super-Io, contribuiscono a produrre e a modellare gli eventi psichici normali non meno di quanto facciano nel produrre le paraprassie. Ci possono essere casi in cui l'Io capace di mediare tra le varie influenze inconsce,in modo da controllarle e da poterle combinare armonicamente l'una all'altra e con i fattori provenienti dall'esterno, con il risultato che quanto affiora alla coscienza sembra essere un tutt'unitario integrato invece di quello che (cio un composto di molte tendenze diverse che provengono da differenti origini). Nel caso delle parafrasi,lIo non ho avuto eguale successo nell'integrare completamente le varie forze psichiche che sono inconsciamente attive nel momento in cui la paraprassia si produce,e ne risulta che una o diverse di queste forze ottengano,ciascuna in maniera indipendente,un certo grado di espressione motoria. Quanto pi vicine al successo sono le attivit integrative dellIo,tanto pi vicino al normalesar risultato psichico;al contrario meno successo hanno avuto le attivit integrative,tanto pi paraprassico ne sar il risultato. Per cercare di riassumere ci che sappiamo sulle paraprassie della vita quotidiana,possiamo dire che sono causate da un certo grado di insuccesso che ha avuto lIo nel suo lavoro tendente ad integrare in un tutto unico le varie forze che agiscono sulla mente in un determinato momento;le forze psichiche inconsce che resistono pi o meno all'integrazione,e che riescono ad avere un certo grado di influenza,diretta ed indipendente,sul pensiero o sul comportamento mediante una paraprassia,provengono a volte dall'Es,a volte dallIo,a volte dal Super-Io,e talvolta da due o tre di queste formazioni contemporaneamente. Solo occasionalmente,si pu essere in grado di prospettare sulla specifica natura di queste forze un'ipotesi fondata su prove esterne; nella maggior parte dei casi necessaria la cooperazione attiva del soggetto nell'applicazione del metodo psicoanalitico,per riuscire a scoprire quali siano state le forze inconsce che hanno operato. Anche nei casi in cui sia stato possibile costruire un'ipotesi convincente, solo tramite l'applicazione del metodo psicoanalitico che si pu giungere ad essere pienamente sicuri della correttezza e della completezza dell'ipotesi che si era prospettata. Trattando dell'umorismo:come le paraprassie,anche la battuta di spirito un fenomeno consueto nella vita quotidiana su cui Freud ha fermato la sua attenzione piuttosto presto nel corso delle sue indagini psicoanalitiche(1905);egli riuscito a dimostrare sia la natura che l'importanza dei processi psichici inconsci che prendono parte alla costituzione dell'umorismo ed alla soddisfazione che se ne ricava, prospettando una teoria che spieghi la provenienza dell'energia psichica che viene scaricata nella risata,quando la battuta buona. Freud ha dimostrato che in ogni arguzia,i processi ideativi di tipo primario giocano una parte essenziale,elo ha fatto con una tecnica molto ingegnosa:egli ha formulato nuovamente la battuta trascrivendola nel linguaggio dei processi secondari,senza modificarne il contenuto,ed ha notato che in conseguenza di ci l'umorismo scompare completamente. Quanto resta dopo la nuova formulazione,pu essere interessante,saggio,amaro,cinico,ma non pi spiritoso:prendiamo a titolo di esempio la battuta politica che recitaun liberale un uomo con tutti e due i piedi saldamente piantati in aria;a prima vista pu non sembrare che in questa frase siano stati usati processi ideativi di tipo primario,ma se trascriviamo rigorosamente il suo contenuto nel linguaggio dei processi secondari,ne deriva cheun liberale cerca di essere preciso e pratico,ma in realt non n l'uno n l'altro,che un'osservazione critica ma che non ha pi niente di spiritoso. Possiamo notare che nella forma originaria della battuta,il suo significato serio espresso in una modalit caratteristica dei processi primari,enon di quelli secondari:come a dire che la forma originaria porta esplicitamente al lettore,attraverso i processi ideativi di tipo secondario,solo l'immagine del concetto di uomo etichettato comeun liberaleche sta saldamente in piedi,in mezzo allaria libera. E mediante un'analogia che il lettore comprende il significato,cio che un uomo con i piedi saldamente siginifica un uomo saldo e deciso,e che un uomo sospeso in aria significa un uomo incapace e deciso. In pi,la forma originale della battuta manca delle parole di spiegazione e di connessione che invece appaiono nella trascrizione:la rappresentazione per analogia e la tendenza all'estrema semplificazione della sintassi,con omissioni di parole di congiunzione e di spiegazione,sono caratteristiche dei processi di ideativi di tipo primario. Altre battute di spirito,usano varie altre caratteristiche dei processi ideativi di tipo primario,come spostamento,condensazione,la rappresentazione dell'intero mediante una sua parte e viceversa, equivalenza degli opposti,il simbolismo. Inoltre,dato che l'umorismo fondamentalmente un fenomeno verbale,si vedono particolarmente spesso nell'analisi,delle battute di spirito,tutti i modi in cui possono essere usate le parole nei processi ideativi di tipo primario:ad esempio,parti di parole diverse possono essere usata assieme per formare una nuova parola che acquista cos il significato di entrambe le parole iniziali;possiamo considerare questo fatto come un'applicazione alle parole del processo di condensazione. Inoltre,parte di una parola pu essere usata per rappresentare la parola intera,o il significato di una parola pu essere spostato su di unaltra che di solito significa qualcosa di completamente diverso dalla prima,ma che somiglia ad essa nel suono o nella forma;tutte queste caratteristiche dei processi primari sono comprese in ci che viene definito come giochi di parole,il pi conosciuto dei quali il bisticcio di parole,che viene considerato come la pi bassa forma di arguzia e che,malgrado questa svalutazione del loro valore,essi sono presenti in molte battute davvero eccellenti. Va ricordato che dal punto di vista dello sviluppo,il processo primario costituisce la modalit di pensiero caratteristica dell'infanzia e che viene sostituita dalle modalit ideative di tipo secondario solo gradualmente;si pu dire che un'attivit come l'umorismo implica per tutti i soggetti,autore ed uditore,una restaurazione parziale etemporanea del processo primario,quale modalit dominante del pensiero o meglio,una regressione parziale e temporanea dellIo. Nel caso dell'arguzia, lIo stesso quello che inizia la regressione,o almeno la incoraggia;Kris(1952),ha chiamato tali processiregressione al servizio dellIoe regressioni controllate,per differenziarle dai vari tipi di regressioni patologiche che possono prodursi a detrimento dell'efficienza funzionale dellIo fino alla sua totale integrit. Per riassumere,possiamo dire che l'autore di un motto di spirito formula un'idea secondo le modalit dei processi primari,mediante parziale regressione:l'immagine o il concetto che ne risulta,viene espresso poi nel linguaggio dei processi secondari,cio con le parole. Da parte loro,l'ascoltatore o il lettore afferrano la battuta tramite una temporanea regressione al livello dei processi ideativi primari; queste regressioni avvengono sempre in maniera completamente automatica,e senza attirare l'attenzione n dell'autore n dellascoltatore. Ritornando allesempio del liberale:mediante una parziale regressione ai processi ideativi di tipo primario,questo concetto stato espresso con lidea di un uomo che sta per aria con i piedi saldamente piantati in essa,dove questa idea,espressa in parole,ha costituito la battuta. Viceversa,lascoltatore comprende il significato che l'autore intende esprimere mediante processo primario,in conseguenza di una propria parziale regressione;dunque,le caratteristiche formali dell'umorismo costituiscono come Freud ha dimostrato,una condizione necessaria per la battuta di spirito,perch tutte le volte che esse vengono eliminate,scompare con loro anche la qualit dello spirito. Tuttavia come sempre Freud ha dimostrato,queste caratteristiche formali sono raramente sufficienti a produrre da sole l'impressione di un umorismo considerevole,nonostante vi siano anche delle eccezioni:per esempio complicati e molteplici bisticci di parole possono essere giudicati spiritosi da molti semplicemente per la loro eccellenza tecnico-formale queste,e tali eccezioni tuttavia hanno un'importanza del tutto secondaria. In linea di massima,le caratteristiche formali sono una condizione necessaria perch si produca una arguzia,ma non ne sono,in se stesse,la condizione sufficiente; altrettanto importante il contenuto della battuta e,come Freud ha fatto notare,questo contenuto consiste in pensieri ostili o sessuali,pi o meno validamente contrastati dallIo, nel momento in cui larguzia viene prodotta o ascoltata. La tecnica della battuta serve a provocare la liberazione o la scarica di tendenze inconsce che altrimenti non avrebbero avuto il permesso di esprimersi o che non avrebbero potuto esprimersi in maniera cos completa. Quando uno stesso contenuto viene espresso in maniera spiritosa,la riprovazione del Super-Io potrebbe essere pi facilmente evitata,e leccitazione sessuale pu essere accomoagnata pi facilmente da un senso di piacere che non di disagio. Dunque,la tecnica dellarguzia permette una certa quantit di appagamento sessuale,che in altre circostanze sarebbe stato impensabile. Eil piacere prodotto da tali impulsi altrimenti proibiti,la cosa che contribuisce in misura maggiore alla soddisfazione che si prova per una;per potersi definire una buona battuta,essa dev'essere qualcosa di pi che ben costruita,deve avere un punto. Vale a dire che il piacere che deriva dalla parte tecincia della battuta, solo di rado ha la stessa intensit di quello che risulta dalla fuga di un qualche impulso proibito dalla pressione delle difese dellIo. Tuttavia,nonostante le differenze quantitative,dobbiamo riconoscere che il piacere dell'arguzia proviene da due fonti: la prima,la condizione necessaria per la battuta umoristica, costituita dalla sostituzione regressiva dei processi primaria ai processi ideativi di tipo secondario;abbiamo buone ragioni per ritenere che il piacere prodotto da questa regressione sia un caso particolare di quello che proviene dal ritornare al comportamento infantile e dello sfuggire alle limitazioni che vengono imposte alla vita adulta. La seconda fonte di piacere, la conseguenza della liberazione o della fuga di impulsi che altrimenti sarebbero stati proibiti;delle due, quest'ultima la fonte di piacere pi intenso,mentre la prima quella essenziale che concorre alleffetto definito umoristico. Fredu ha cercato di spiegare la risata ed il piacere che accompagnano larguzia,come scarica di energia psichica,dandone la seguente formulazione:La sostituzione di un processo primario ad un secondario,porta gi di per s ad un certo risparmio di energia psichica che diviene cos disponibile per essere scaricata immediatamente in forma di risata. Tuttavia,una quantit di energia psichica maggiore,viene resa disponibile dalla temporanea eliminazione delle difese dellIo,con il risultato che quegli impulsi proibiti vengono momentaneamente liberati. Freud pensava che fosse proprio l'energia che lIo ordinariamente impiega come controcarica psichica contro gli impulsi,quella che viene liberata improvvisamente e temporaneamente nel motto di spirito,e che diviene perci disponibile per essere scaricata nella risata. Concludendo possiamo affermare che l'analogia tra umorismo e paraprassie evidente:in entrambe, si ha il momentaneo affiorare di tendenze altrimenti inconsce ed in entrambe sono i processi ideativi di tipo primario che giocano un ruolo importante. Tuttavia,nel caso delle paraprassie,l'emergere di una tendenza altrimenti inconscia dovuta alla temporanea incapacit che lIo ha in quel momento sia di controllarle che di integrarle in maniera normale con le altre tendenze psichiche che in quello stesso momento sono attive nella mente di un soggetto. Potremmo dire che una paraprassia si produce nonostante l'Io;nel caso del motto di spirito invece lIoche produce con una regressione ai processi primari del pensiero ed incoraggia l'abrogazione delle proprie attivit difensive,cosa che permette l'affiorare di impulsi inconsci:dunque lIo produce o consente la battuta umoristica. Un'altra differenza consiste nel fatto che la tendenza inconscia che affiora temporaneamente in una paraprassia,pu provenire dallEs,dallIo o dal Super-Io,mentre nell'arguzia proviene sempre e solo dall'Es.
Capitolo settimo:i sogni. Lo studio dei sogni occupa in psicoanalisi un posto particolare; L'interpretazione dei sogni(1900), stato per la psicologia un contributo rivoluzionario e fondamentale,quanto lo era stato L'origine della specie di Darwin per la biologia. Nel 1931 Freud scriveva nella prefazione alla terza edizione della traduzione de L'interpretazione dei sogni fatta da Brill:Esso contiene, anche secondo il mio giudizio attuale,la pi pallida di tutte le scoperte che ho avuto la fortuna di fare. Inoltre,il suo successo nel comprendere il significato dei sogni gli fu di grande aiuto durante i primi anni di questo secolo,in un'epoca in cui il suo lavoro professionale eraportato avanti in condizioni completo isolamento da tutti i suoi colleghi medici;proprio in quel momento difficile,egli lottava per comprendere e cercare di curare le nevrosi di cui soffrivano i suoi pazienti. Come sappiamo dalle sue lettere(Freud 1954 spesso),egli era scoraggiato ma,per quanto avvilito,fu in grado di trarre forza e coraggio dalle scoperte che aveva fatto sui sogni. Egli si rese conto di essere su di un terreno ben solido,e questa consapevolezza gli dette la fiducia che gli era necessaria per andare avanti(Freud 1933);certamente egli aveva ragione nellattribuire tanto valore al proprio lavoro sui sogni:in nessun altro fenomeno della vita psichica normale viene rivelata con tanta chiarezza e resa accessibile con tanta facilit allo studio,una quantit cos grande di processi psichici inconsci,tanto che si pu dire davvero che i sogni siano la strada maestra per linconscio,sebbene anche questa considerazione non esaurisce tutte le ragioni dellimportanza e del valore di questo studio per lo psicoanalista; il fatto che esso non porta semplicemente ad una migliore comprensione dei processi e dei contenuti psichici in genere,ma conduce in particolare a quei contenuti psichici che sono stati rimossi o che sono stati in qualche altra maniera esclusi dalla coscienza e scaricati ad opera delle attivit difensive dellIo. Poich proprio la parte dellEs che era stata eliminata dalla coscienza, quella implicata nei processi patogenetici che danno origine alla nevrosi,e forse alla psicosi,si comprende come questa caratteristica dei sogni costituisca ancora unaltra ragione molto importante della speciale posizione che occupa nella psicoanalisi lo studio dei sogni. La teoria psicoanalitica dei sogni,la si pu formulare cos:lesperienza soggettiva che appare alla coscienza durante il sonno,e che dopo il risveglio viene riferita come sogno,costituisce il risultato finale dellattivit psichica inconscia che ha luogo mentre lindividuo dorme;questa attivit minaccia di interferire com il sonno stesso,ed il soggetto che dorme invece di svegliarsi,sogna. Lesperienza cosciente fatta durante il sogno,che il soggetto pu o meno ricordare dopo essersi svegliata,viene detta sogno manifesto,ed i suoi vari elementi sono detti contenuto onirico manifesto. I pensieri e desideri inconsci,che cercano di svegliare il soggetto che dorme,sono detti contenuto onirico latente,e le operazioni psichiche inconsce tramite cui il contenuto onirico latente viene trasformato nel sogno manifesto,sono dette lavoro onirico. In senso stretto,la parolasogno(nella terminologia psicoanalitica),dovrebbe essere usata solo per indicare lintero fenomeno di cui il contenuto onirico latente,il lavoro onirico ed il sogno manifesto costituiscono le diverse parti componenti;cio,in letteratura,il termine sogno viene spesso usato per designare il sogno manifesto(Il paziente ha avuto il seguente sogno). Un altro termine che appare spesso in letteratura quello disignificato di un sogno/quel sogno significail significato di un sogno,pu voler dire solo il contenuto onirico latente. Esamineremo la parte che darebbe inizio al processo del sognare:il contenuto onirico latente. Esso divisibile in tre grandi categorie: 1)La prima comprende le impressioni sensoriali della notte,le quali stimolano gli organi di senso del soggetto che dorme,ed alle volte qualcuna di esse prende parte nel processo di inizio di un sogno,in cui viene a costituire parte del contenuto latente di quel sogno:si pensi al suono della sveglis,alle sensazioni di sete e fame,ai bisogni impellenti,ai dolori di qualche ferita,al caldo o al freddo ecc;tutto pu costutuire parte del contenuto latente. A tal proposito, necessario ricordare due cose: a)La maggior parte degli stimoli sensoriali notturni,non disturbano il sonno e,al contrario,la maggior parte degli impulsi provenienti dal nostro apparato sensoriale,non ha effetti riconoscibili sulla mente mentre stiamo dormendo. Questo vale anche per quelle sensazioni che durante la veglia consideriamo intense. b)Il secondo fatto che unimpressione sensoriale,nel corso del sonno,pu avere leffetto di svegliare direttamentela persona che sta dormendo,senza provocare alcun sogno. 2)La seconda categoria del contenuto onirico latente,comprende pensieri ed idee connesse alle attivit e preoccupazioni della vita,che la persona che sogna conduce normalmente da sveglio,e che rimangono inconsciamente attive nella sua mente durante il sogno;a causa della loro continua attivit,esse giungono a svegliare il soggetto che stava dormendo,cos come fanno durante il sonno gli stimoli sensoriali che lo colpiscono.Se colui che sta dormendo si mette a sognare,invece di svegliarsi,questi pensieri e idee,agiscono come parte del contenuto onirico latente. Gli esempi a tal proposito sono tanti,e comprendono lintera gamma di interessi e ricordi di norma accessibili allIo,assieme a qualsiasi sentimento di speranza o paura,orgoglio o umiliazione,interesse o ripugnanza che possa accompagnarli,cio qualsiasi cosa possa essere di interesse attuale nella vita della persona dormiente. 3)La terza categoria comprende uno o diversi impulsi dellEs che,almeno nella loro originaria forma infantile,per opera delle difese dellIo,sono esclusi dalla coscienza o dalle gratificazioni dirette durante la veglia: la parte dellEs che Freud nel suo lavoro sullipotesi strutturale dellapparato psichico(1923),ha definito il rimosso,bench egli fosse favorevole allidea,ormai accettata dalla quasi totalit degli analisti,che non sia la rimozionelunica difesa che lIo impiega nei confronti degli impulsi dellEs,che risultano inammissibili alla coscienza. Inoltre,il termine originale il rimossonel linguaggio corrente,continua a designare questa parte dellEs:in tal senso,si pu dire che la 3categoria del contenuto onirico latente,in ogni sogno,consiste in uno o pi impulsi provenienti dalla parte rimossa dellEs,e dato che le difese dellIo contro lEs pi importanti,sono quelle istituite durante la fase preedipica ed edipica,ne consegue che gli impulsi dellEs che provengono da quei primi anni di vita,costituiscono il contenuto principale del rimosso. In accordo con ci,la parte del contenuto onirico latente che deriva dal rimosso, in genere infantile,cio consiste in un desiderio che caratteristico della prima infanzia e ne proviene. La terza categoria del contenuto onirico latente, in contrasto con le altre due,che comprendono,rispettivamente,sensazioni ed argomenti attuali.Durante linfanzia,ovviamente,lattuale e linfantile possono coincidere;tuttavia,per quel che riguarda i sogni infantili e della vita adulta,il contenuto latente ha sempre due fonti,una nel presente e laltra nel passato. Qui vogliamo indagare: 1)Qual limportanza relativa delle tre parti del contenuto latente; 2)Se tutte e tre sono costantemente rappresentate nel contenuto latente di qualsiasi sogno. Riguardo alla prima,Freud nel 1933,ha dichiarato che la parte essenziale del contenuto latente quella che proviene dal rimosso:egli riteneva fosse questa la parte che fornisse la maggior quantit di energia psichica necessaria per sognare,e che senza la sua partecipazione,non potesse prodursi alcun sogno. Uno stimolo sensoriale notturno,deve ottenere laiuto dei desideri provenienti dal rimosso,per dare origine ad un sogno,e ci vale anche per i fatti della vita diurna,per quanto urgente possa essere la loro richiesta di attenzione da parte del soggetto dormiente. Riguardo alla seconda domanda,in base alla risposta alla prima,consegue che i desideri o gli impulsi provenienti dal rimosso,costituiscono parte essenziale del contenuto latente di qualsiasi sogno:risulta che qualcosa di ci che riguardava la vita diurna attuale del soggetto,vada sempre a costituire parte di ogni contenuto onirico latente;le sensazioni notturne,invece,non si possono dimostrare nel contenuto latente di tutti i sogni,anche se esse giocano un ruolo importante in alcuni sogni. Passiamo a considerare i rapporti esistenti tra il contenuto onirico latente ed il sogno manifesto,cio gli elementi ed i contenuti del sogno manifesto:a seconda dei sogni,questo rapporto pu essere semplice o complesso,ma vi un elemento che resta costante,cio il fatto che il contenuto latente sia sempre inconscio,mentre quello manifesto cosciente. La relazione pi semplice possibile tra i due,sarebbe che il contenuto latente divenisse cosciente: possibile che questo si verifichi alle volte,nel caso di stimolazioni sensoriali durante il sonno,sebbene di solito si considerino queste come esperienze limite,di transizione tra la percezione ordinaria che si ha durante la veglia ed un tipico sogno,anzich classificarla come un vero sogno. Per la nostra trattazione, utile considerare quei fenomeni classificabili come veri e propri sogni:tra questi figurano i sogni della prima infanzia,dove troviamo la relazione pi semplice tra contenuto latente e manifesto:da un lato,qui non abbiamo la necessit di distinguere tra i temi infantili e quelli attuali(poich essi si identificano); dallaltro,a quellet,non c ancora da fare nessuna distinzione tra il rimosso ed il resto dellEs,poich lIo del bambino piccolo non si ancora sviluppato fino al punto di avere eretto difese permanenti contro alcuno degli impulsi provenienti dallEs. Si prenda come esempio,il sogno di un bimbo di 3 anni,la cui madre abbia appena partorito:la mattina dopo il rientro della madre dallospedale,il bambino riferisce di aver sognato(contenuto manifesto)di vedere il nuovo arrivato andar via. Quale sia il contenuto latente di questo sogno, di solito una faccenda appurabile solo attraverso le libere associazioni del soggetto sognante;tuttavia,nel presente caso,si pu considerare il comportamento e latteggiamento di ostilit e rifiuto manifestati dal bimbo nei riguardi del nuovo nato,come gli equivalenti delle associazioni al contenuto manifesto del sogno:arriviamo alla conclusione che il contenuto latente del sogno,fosse costituito da un impulso ostile nei confronti del neonato,e dal desiderio di distruggerlo o di disfarsene. Ci chiediamo quale sia,in questo sogno,la relazione tra conenuto manifesto e contenuto latente:possiamo affermare che il contenuto manifesto differisca da quello latente: 1)In primo luogo perch luno cosciente e laltro no; 2)In secundis perch il contenuto manifesto, costituito da unimmagine visiva,mentre quello latente qualcosa come un desiderio o un impulso; 3)Infine,perch il c.manifesto una fantasia che rappresenta come gi appagato il desiderio o limpulso latente,cio una fantasia consistente soprattutto nella gratificazione dellimpulso,o desiderio latente. Dunque,nellesempio scelto,la relazione tra contenuto onirico manifesto e quello latente,consiste nel fatto che il sogno manifesto,costituisca la fantasia cosciente che il desiderio latente sia o possa essere gratificato,espressa sotto forma di immagini o di esperienze visive. Di conseguenza,in questo sogno,il lavoro onirico consistito nella produzioneo scelta di una fantasia nella quale venga realizzato un desiderio,e nella sua rappresentazione visiva. Questa la relazione che si ottiene,tra il contenuto onirico latente ed il sogno manifesto in qualunque sogno della prima infanzia,ed lo schema di base di tale relazione,che viene seguita amche nei sogni dellinfanzia e della vita adulta,anche se in tali sogni,che sono pi complessi,questo schema viene poi elaborato e complicato per la presenza di altri fattori. Notiamo per prima,cheil processo del sognare in sostanza,un processo per cui un impulso dellEs viene gratificato nella fantasia:cos si pu meglio comprendere come accada che un sogno renda possibile,al soggetto dormiente,di seguitare a dormire o di essere svegliato da unattivit mentale inconscia e disturbante. Questo si verifica poich il desiderio o limpulso disturbante dellEs,che costituisce di norma una parte del contenuto latente del sogno,venga gratificato in fantasia,e in tal modo perde una parte del suo carattere di urgenza,e quindi anche un podel potere di svegliare il soggetto. Al contrario,ci accorgiamo che se il sogno manifesto costituisce regolarmente la realizzazione di un desiderio,ci dovuto alla natura del contenuto latente,che liniziatore del sogno,e la sua fonte principale di E psichica. Lelemento dellEs che gioca tale ruolo nel contenuto latente,preme per ottenere una gratificazione,poich questa la vera natura delle pulsioni istintuali di cui esso costituisce un derivato. Nel sogno si verifica che il soggetto ottiene,tramite la fantasia,una gratificazione parziale,in quanto la completa gratificazione attraverso unazione appropriata, resa impossibile dallo stato di sonno stesso:poich la motilit bloccata,la fantasia usata come un sostituto. Per esprimere la stessa idea in termini di E psichica,possiamo dire che la carica psichica attaccata ad un elemento dellEs nel contenuto latente,sprona lapparato psichico a portare avanti il lavoro onirico,ed orriene una scarica parziale tramite limmagine fantastica della realizzazione di un desiderio,che costituisce il sogno manifesto. A questo punto,bisogna tener conto del fatto che il c.manifesto della maggior parte dei sogni dellinfanzia e della vita adulta,non affatto riconoscibile come la realizzazione di un desiderio:vi sono alcuni sogni con un contenuto manifesto di immagini tristi e paurose,e questo aspetto stato citato ripetutamente negli ultimi 50 anni,come argomento contrario allaffermazione di Freud secondo cui ogni sogno manifesto costituisce la realizzazione fantastica di un desiderio. Come spiegare questa apparente discrepanza? La risposta consiste nel fatto che nei sogni della prima infanzia,il contenuto onirico latente d origine,tramite il lavoro onirico,ad un sogno manifesto,il quale altro non che la fantasia della soddisfazione dellimpulso o desiderio che ne costituisce il c.latente. Tale fantasia vissuta dal sogg che sogna,sotto forma di impressioni sensoriali;alle volte,anche in un sogno in unet successiva possibile trovare una relazione cos evidente tra il c.onirico latente ed il sogno manifesto. Tali sogno somigliano molto a quelli molto semplici della prima infanzia:tuttavia,spesso accade che il c.manifesto di un sogno della vita adulta,costituisca la versione travestita e trasformata di una particolare fantasia di realizzazione di un desiderio,vissuta in prevalenza come una serie di mmagini visive. Travestimento e deformazione sono di solito cos marcati,che laspetto di realizzazione di un desiderio irriconoscibile;in effetti,il sogno manifesto,talvolta altro non che una commistione di frammenti in apparenza tra loro slegati,che sembrano non avere alcun senso nel rappresentare la realizzazione di un desiderio. Altre volte,il travestimento agiscono in misura tale che il sogno manifesto viene vissuto come sgradito,invece di mantenere quel carattere di piacevolezza che ci si aspetterebbe dalla fantasia di realizzazione di un desiderio. Dunque il lavoro onirico che crea i travestimenti che costituiscono gli aspetti cos evidenti dei sogni manifesti della tarda infanzia e dellet adulta; di nostro interesse in questa sede,sapere quali processi psichici sono impiegati nel lavoro onirico,ed in che modo ciascuno di essi contribuisce a travestire il contenuto latente in modo da non renderlo pi riconoscibile nel segno manifesto. Freud ha dimostrato che sono 2 i fattori principali da considerare in rapporto al lavoro onirico,e che un altro invece sussidiario: 1)Il 1fattore,che costituisce la vera essenza del lavoro onirico,altro non che la traduzione nel linguaggio dei processi primari delle parti del contenuto latente che non erano ancora state espresse in tale linguaggio,seguito dalla condensazione di tutti gli elementi del contenuto latente in una fantasia in cui viene realizzato un desiderio. 2)Il 2fattore principale,consiste nelle operazioni difensive dellIo,che esercitano una profonda influenza sul processo di traduzione e formazione di quella fantasia,influenza che Freud paragon a quella di un censore di notizie dotato di ampi poteri per eliminare gli elementi sospetti. 3)Il 3fattore sussidiario,costituisce ci che Freud ha definitoelaborazione secondaria. Considerando separatamente questi fattori. Il lavoro onirico,consiste nella traduzione,in processi ideativi di tipo rpimario,di quella parte del contenuto onirico latente che in origine era espressa con processi ideativi di tipo secondario:ci comprende i temi e gli interessi quotidiani. Inoltre,cos come Fredu ha fatto notare,questa traduzione avviene in un determinato modo,ed esiste una predilezione per la possibilit di esprimere il risultato di questa traduzione,in forma di immagine plastica,visiva,ove tale predilezione per immagini di questo tipo,corrisponderebbe al fatto che il c.onirico manifesto,consiste soprattutto di tali immagini. Una tendenza alla rappresentazione plastica,viene esercitata coscientemente in alcune attivit della vita normale allo stato di veglia(ex nella composizione di vignette,rebus ecc). Altra considerazione che influenza il processo di traduzione nel lavoro onirico, la natura degli elementi onirici latenti,che sono espressi gi nel linguaggio dei processi primari,cio:ricordi,immagini,fantasie associate al desiderio o allimpulso che proviene dal rimosso;vale a dire che il lavoro onirico,tende a tradurre i contenuti della vita quotidiana in termini o immagini che stiano nella relazione pi stretta possibile col materiale associato al rimosso. Nello stesso tempo,il lavoro onirico sceglie tra le varie fantasie di gratificazione associate allimpulso rimosso,quella che possa essere messa pi facilmente in arapporto con i contenuti della veglia trasposti nel sogno:a dire che il lavoro onirico,nel corso della sua opera di traduzione nel lingiaggio dei processi primari,di quelle parti del c.latente che ne hanno bisogno,compie la maggior approssimazione tra i vari elementi onirici latenti,e nello stesso tempo crea o sceglie una fantasia che anchessa parte del contenuto latente,che rappresenta la gratificazione dellimpulso proveniente dal rimosso,e tutto questo viene fatto con riguardo alla possibilit di ottenere rappresentazioni visive/plastiche. Inoltre,tale processo di approssimazione,rende possibile che una singola immagine rappresenti simultaneamente diversi elementi onirici latenti:questo conduce ad un alto grado di ci che Freud ha chiamato condensazione,e questo implica che almeno nella maggior parte dei casi,il sogno manifesto costituisca una versione altamente condensata dei pensieri,sensazioni e desideri che compongono il c.onirico latente. Dunque,questa parte di lavoro onirico, responsabile del travestimento e della deformazione che caratterizzano molti dei sogni manifesti? E,qualora cos fosse,quanto importante il ruolo che svolge in questa direzione? Si intuisce come lespressione nel linguaggio dei processi primari,di cose riguardanti la vita da svegli,provochi una deformazione nel significato e nel contenuto; naturale chiedersi perch,questa operazione psichica,renda incomprensibile il risultato finale al soggetto stesso che sogna,e facendo unanalogia con alcune attivit creative(vedi vignette)notiamo che il soggetto in grado di comprendere il significato del proprio fatturato,nonostante esso sia espresso attraverso il linguaggio primario;in pi,lo stesso significato pu essere compreso da terzi. Unaltra situazione in cui il prodotto,sebbene espresso attraverso il linguaggio dei processi primari,risulta comprensibile la battuta umoristica;allora perch il sogno manifesto,dovrebbe essere incomprensibile?Solo perch contiene idee espresse tramite i processi primari? Parte della risposta a tale domanda, che i motti di spirito,vignette ecc sono composte nellintento di essere comprensibili:se sono buone,devono comunicare un significato ad un uditorio potenziale; il sogno manifesto,invece,non soggetto a questa restrizione,poich semplicemente il risultato finale di un processo avente per obiettivo la gratificazione fantastica di un desiderio o,in altre parole,la scarica di una quantit di E psichica associata al contenuto onirico latente,sufficiente ad evitare che questo contenuto svegli la persona che dorme. Quindi,non sosprenda il fatto che il sogno manifesto non risulta subito comprensibile anche a chi lo ha fatto. Il 2fattore,che consiste nelle operazioni difensive dellIo,che esercitano una profonda influenza sul processo di traduzione e formazione di quella fantasia, il fattore che gioca il ruolo pi importante nel travestire il c.onirico latente,ai fini di rendere quanto pi incomprensibile il sogno manifesto;la prima descrizione che Freud ha dato di questo fattore,ha preceduto di molto la formulazione della sua ipotesi strutturale sul funzionamento dellapparato psichico,di cui fan parte i terminiIo e difese;per queste ragioni,invent un termineper il fattore in questione,scegliendo quello dicensura onirica. Per comprendere l'operazione delle difese dell'Io nel processo di formazione del sogno manifesto,dobbiamo osservare che esso non influenza in misura sul uguale le diverse parti del contenuto onirico latente:la parte del contenuto latente costituita dalle sensazioni notturne,di solito non soggetta alle operazioni difensive dellIo,a meno che non si consideri come difesa il fatto che lIo cerca di negare tutte le sensazioni di quel tipo,a causa del proprio desiderio di dormire. Non siamo per sicuri che questo atteggiamento dell'individuo dormiente verso le sensazioni notturne,costituisca proprio una difesa dell'Io nel significato che di solito diamo a questo termine. In grande contrasto con quel che avviene per le sensazioni notturne, quella parte del contenuto latente che consiste in desideri o impulsi provenienti dal rimosso,viene avversata dalle difese dell'Io;sappiamo che quest'opposizione duratura e permanente,e che la sua presenza la ragione per cui si parla di rimosso. Efacile allora comprendere come mai le difese dell'Io tendono ad ostacolare la comparsa di questa porzione del contenuto onirico latente nel sogno manifesto cosciente,perch queste difese sono in stato di permanente opposizione alla sua comparsa nella coscienza anche durante lo stato di veglia. L'opposizione delle difese dell'Io a questa parte del contenuto latente, nel sogno costituisce la principale responsabile del fatto che il contenuto manifesto risulti cos spesso incomprensibile come tale ed irriconoscibile come immagine della realizzazione fantastica di un desiderio. La parte residua del contenuto onirico latente(vale a dire tutto ci che riguarda i fatti della veglia)occupa,rispetto alle difese dell'Io,una posizione intermedia tra quella che hanno le due parti illustrate. Molti contenuti della veglia non destano obiezioni da parte dell'Io, eccetto quali potenziali disturbatori del sonno:alcuni sono considerati dallIo come piacevolie desiderabili,mentre altri argomenti diurni sono risultano per lIo spiacevoli,poich fonte di ansia o colpa. durante il Quindi,durante il sonno,i meccanismi di difesa dell'Io cercano di tener lontane dalla coscienza queste fonti di disagio;ricordiamo che il dispiacere o la prospettiva di dispiacere,che chiama in azione le difese dell'Io e,nel caso degli elementi onirici latenti illustrati,riteniamo in questa sede che la forza dell'opposizione inconscia fatta dallIo sia proporzionale all'intensit dell'ansia o della colpa,cio del dispiacere che adf esse associato. Notiamo cos,che le difese dell'Io ostacolano fortemente l'ingresso nella coscienza di quella parte del contenuto onirico latente derivante dal rimosso,ed ostacolano a seconda dei casi certi fatti della veglia che costituiscono anch'essi parte del contenuto latente. Per definizione,tuttavia,i pensieri,le pulsioni e le sensazioni definite come contenuto latente del sogno,in effetti riescono a forzare l'ingresso nella coscienza,dove esse appaiono come sogno manifesto,e lIo non pu prevenire una tale evenienza,ma pu influenzarla con il lavoro onirico,fino a deformare e rendere incomprensibile il sogno manifesto. Quindi l'incomprensibilit della maggior parte dei sogni manifesti non dovuta solo al fatto che essi vengono espressi nel linguaggio dei processi primari,ma sono soprattutto le difese dell'Io a renderli tali. Freud(1933)ha definito il sogno manifesto una formazione di compromesso,intendendo con ci che i suoi vari elementi potrebbero essere intesi come compromessi tra forze contrastanti:quelle del contenuto onirico latente da una parte,e quelle delle difese dell'Io dall'altra. Evidentemente lequilibrio tra la forza delle difese e la forza degli elementi latenti del sogno ci che determina quanto strettamente o quanto alla lontana il sogno latente sia in relazione con quello manifesto,cio la quantit di travestimento imposto agli elementi latenti del sogno nel corso del lavoro onirico. Bisogna poi tener presente che ogni immagine del sogno manifesto costituisce una possibilit separata,che pu apparire in un certo sogno nelle circostanze che risultano pi adatte:dunque,nel sogno manifesto, appariranno vari elementi in base all'equilibrio delle forze tra le difese e gli elementi del contenuto onirico latente. Al riguardo della variet di formazioni di compromesso che sono possibili tra difesa e contenuto latente,possiamo citarne alcuni: 1)Epossibile,ad esempio,che cose che stanno assieme nel contenuto latente,appaiono completamente separate nel contenuto manifesto; 2)Un altro fenomeno di compromesso frequente che una parte o anche tutto il sogno manifesto risultino molto vaghi;come ha fatto notare Freud,questo fatto indica che l'opposizione delle difese al corrispondente elemento/elementi del sogno latente, molto intensa:le difese certamente non sono stata abbastanza valide da impedire la comparsa alla coscienza di questa parte del sogno manifesto,ma hanno avuto una forza almeno sufficiente a far s che divenisse cosciente a met,o comunque in maniera molto vaga; 3)AEfetti o emozioni che appartengono al contenuto onirico latente, sono anch'essi assoggettati ad una quantit di vicissitudini per opera del lavoro onirico; 4)Un'altra possibilit che l'emozione possa comparire ma con un'intensit molto ridotta o alterata; 5)Un affetto appartenente al contenuto onirico latente pu essere rappresentato nel sogno manifesto dal suo opposto; Tutte queste modificazioni,rappresentano un compromesso,nel senso che Freud ha dato alla parola,cio tra l'Io ed il contenuto latente,ed introducono un cospicuo elemento di contraffazione nel sogno manifesto. Bisogna poi considerare,rispetto ai sogni,un aspetto particolare che quello dellansia:alcuni critici di Freud hanno cercato di rifiutare la sua affermazione secondo cui ogni sogno manifesto costituisca la relazione di un desiderio,perch affermerebbero lesistenza di un'intera classe di sogni,in cui un aspetto preminente del contenuto manifesto, costituito dallansia. In letteratura,questi sogni sono indicati come sogni dansia; nella letteratura non analitica,i pi severi tra questi vengono indicati come incubi,e lostudio psicoanalitico pi approfondito di questi, stato quello di Jones(1931):possiamo dire in generale che i sogni d'ansia segnalano un insuccesso nelle operazioni difensive dellIo, accaduto cio che un elemento del contenuto onirico latente,nonostante gli sforzi delle difesa dell'Io, riuscito a forzare la via fino a giungere alla coscienza(cio al contenuto onirico manifesto),e lo ha fatto in una forma troppo diretta o riconoscibile perch lIo la possa tollerare; quindi lIo reagisce con ansia. Come ha fatto notare Jones,non possiamo comprendere perch le fantasie edipiche compaiono nel contenuto manifesto dell'incubo classico con un travestimento relativamente modesto,e perch la gratificazione sessuale ed il terrore compaiono insieme nella parte cosciente o manifesta di questi sogni. Un'altra categoria di sogni in stretta relazione con quelli d'ansia,sono i sogni di punizione:in essi come in altri,lIo anticipa la colpa,cio la condanna del Super-Io quando la parte del contenuto latente che deriva dal rimosso riesce a trovare nel sogno manifesto un'espressione troppo diretta;di conseguenza,le difese dell'Io contrastano l'affiorare di questa parte del contenuto latente,cosa che non differisce da quanto avviene nella maggior parte degli altri sogni. Tuttavia,nei sogni di punizione ne risulta che il sogno manifesto,invece di esprimere una fantasia pi o meno travestita di realizzazione di un desiderio rimosso,esprime una fantasia pi o meno mascherata della punizione per i desideri questione:un compromesso straordinario tra Io,Es e Super-Io. Nei sogni,un desiderio o un impulso inconscio proveniente dal rimosso compare alla coscienza,anche se travestito,come immagine di realizzazione fantastica di un desiderio che costituisce un sogno manifesto:questo ci che non pu fare per definizione un impulso appartenente rimosso. Infatti,dal momento che abbiamo definito come rimosso tutto quanto comprende quegli impulsi dell'Es(con le annesse fantasie, ricordi eccetera)che le difese dell'Io escludini dal diretto accesso alla coscienza,come pu allora questo rimosso apparire alla coscienza durante il sonno? La risposta a questa domanda,si trova nella psicologia del sogno (Freud 1916):durante tutto il sonno(forse perch la vita della motilit si trova impedita),la forza delle difese dell'Io diminuita in maniera considerevole. Daltra parte Freud era convinto che le cariche psichiche pulsionali a disposizione del rimosso(cio la forza con cui esse premono per diventare coscienti)non si riducessero durante il sonno in maniera particolare;quindi in questo modo il sonno tende a produrre un relativo indebolimento delle difese nei confronti del rimosso,con il risultato che esso ha maggiori possibilit di divenire cosciente durante il sonno di quante non ne abbia durante la veglia. Bisogna rendersi conto del fatto che questa differenza tra sonno e stato di veglia di quantit piuttosto che di qualit: infatti vero che durante il sonno un elemento del rimosso ha pi possibilit di diventare cosciente di quante non ne abbia durante la veglia,ma in molti sogni le difese dell'io determinano forzatamente un travestimento una deformazione cos notevoli che l'accesso alla coscienza del rimosso non in tali casi molto diretto. Inversamente,in certe circostanze,alcuni elementi del rimosso ottengono un accesso facile e diretto alla coscienza,addirittura durante la veglia:in effetti un impulso edipico proveniente dal rimosso pu arrivare persino a controllare momentaneamente il nostro comportamento,ed ottenere cos una sua espressione diretta anche durante lo stato di veglia,e poich fenomeni di questo tipo non sono rari,non possiamo contrapporre il sonno alla veglia da questo punto di vista. Tuttavia resta il fatto che nella maggior parte dei casi,il rimosso compare pi direttamente nel sogno manifesto di quanto non sia capace di fare solitamente nel pensiero cosciente o nel comportamento da svegli. C' un altro processo meno importante che contribuisce alla forma definitiva del sogno manifesto,e pu renderlo ancora meno comprensibile.questo processo pu essere considerato come la fase finale del lavoro onirico,anche se Freud(1933)preferiva tenere le due cose separate;egli ha chiamato questo processo finaleelaborazione secondaria,intendendo con ci il tentativo chelIo fa di formare il contenuto onirico manifesto secondo una parvenza di logica e coerenza;lIo cerca di costruire un sogno manifesto che abbia un senso,nella stessa maniera in cui cerca di dare un sensoa qualunque espressione possa entrare nella sua zona di controllo. Passiamo a considerare una caratteristica del sogno manifesto,che ne costituisce laspetto pi caratteristico:ci riferiamo al fatto che un sogno manifesto,quasi sempre consiste principalmente di impressioni visive e plastiche,e potremmo dire che consiste esclusivamente di queste,nonostante possano essere percepite come parte del sogno manifesto anche sensazioni di altro tipo(vale a dire esperienze sensoriali che vengono percepite consciamente dal soggetto che sogna come parte del contenuto manifesto). Quanto alla frequenza,nel sogno manifesto le sensazioni uditive seguono quelle visive di ed occasionalmente pu comparire nel sogno manifesto,anche qualsiasi altra modalit di sensazione:non raro neanche il caso che nei sogni manifesti,fatti dopo la prima infanzia, compaiono anche pensieri o frammenti di pensiero e che nondimeno, quando questi pensieri compaiono in un sogno manifesto,quasi sempre vi occupano una posizione subordinata a quella che in esso hanno le impressioni sensoriali e inoltre le impressioni sensoriali. Sappiamo come le impressioni sensoriali di un sogno manifesto,ci si impongono come descritto veramente stiamo dormendo:infatti in quel momento esse sono altrettanto reali di quelle che si provano da svegli;a questo proposito questi elementi del sogno manifesto sono paragonabili alle allucinazioni che si osservano come sintomi patologici inmolti casi di grave malattia mentale. Freud(1916)ha definito i sogni come psicosi transitori,nonostante i sogni in se stessi non siano fenomeni patologici;quindi si pone il problema di comprendere perch il risultato finale del lavoro onirico (quindi il sogno manifesto)sia una allucinazione,sia pure normale durante il sonno. Nella prima formulazione della psicologia del sogno Freud(1900)ha spiegato questa caratteristica del sogno manifesto nei termini di quella che viene definita teoria topografica dell'apparato psichico: secondo questa teoria,il corso normale della scarica dell'energia psichica si dirigeva dal termine percettivo di questo apparato al suo termine motorio,dove l'energia psichica implicata veniva scaricata nell'azione;questa formulazione era basata sul modello dell'arco riflesso,dove il percorso dell'impulso nervoso si svolge dall'organo di senso,attraverso i neuroni centrali,verso l'esterno,lungo le vie motorie. Freud ha supposto che siccome durante il sonno lo scarico motorio bloccato per necessit,la via presa dall'energia psichica del sogno attraverso l'apparato psichico dovesse essere invertita,con il risultato che nel processo di scarica psichica dell'energia venisse attivato il termine percettivo dell'apparato,e di conseguenza comparisse nella coscienza un'immagine sensoriale proprio come avviene quando il sistema percettivo viene attivato dallo stimolo esterno:questa la ragione per cui,secondo l'originaria formulazione di Freud, un'immagine sensoriale del sogno manifesto sembra reale al soggetto che sta sognando. Nei termini della teoria psicoanalitica attuale sull'apparato psichico (cio l'ipotesi strutturale),possiamo affermare che il sogno manifesto consista essenzialmente in un'allucinazione cos:durante il sonno, molte delle funzioni dell'Io sono pi o meno sospese(si pensi alla diminuzione delle difese dellIo durante il sonno ed alla quasi completa abolizione dell'attivit motoria volontaria). E importante notare che durante il sonno si verifica anche una notevole diminuzione della funzione dellIo di compiere l'esame di realt,cio della sua capacit di distinguere tra stimoli di origine esterna e stimoli di origine interna;in aggiunta a ci,nel sonno si produce anche una profonda regressione del funzionamento dell'Io ad un livello dei primi periodi ella vita:cio il pensiero si effettua secondo le modalit dei processi primari piuttosto che di quelli secondari ed anche soprattutto di natura pre-verbaleci,poich consiste soprattutto di immagini sensoriali(principalmente visive). Forse anche la perdita delle capacit di fare l'esame di realt solo una conseguenza della intensit della regressione dell'Io che si produce durante il sonno;ad ogni modo durante il sonno si verifica la tendenzaa pensare in maniera pre-verbale,e lincapacit da parte dellIo di riconoscere che queste immagini provengono da stimoli interni anzich esterni:noi crediamo che il sogno manifesto risulti in un'allucinazione visiva proprio perch la risultante di questi fattori. Un fatto osservabile e che depone a favore della spiegazione basata sull'ipotesi strutturale in opposizione alla semplice spiegazione basata sull'ipotesi topografica, il fatto che nel corso di molti sogni non del tutto persa la capacit di fare lesame di realt:il soggetto che sogna,si rende conto anche mentre sogna,che quanto sta vivendo non reale o che si tratta solo di un sogno;questa parziale conservazione del funzionamento dellesame di realt difficile da conciliare con la spiegazione basata sull'ipotesi topografica,mentre compatibile con quella basata sull'ipotesi strutturale. Riassumendo:abbiamo visto che le tre parti del sogno sono: 1)il contenuto latente,2)il lavoro onirico,3)il contenuto manifesto e, cercando di indicare il modo in cui opera il lavoro onirico e quali siano i fattori che lo influenzano,abbiamo visto che quando si cerca di studiare un sogno di un certo individuo,ci si pone di fronte ad un contenuto manifesto e poi si affronta il compito di accertare quale potrebbe essere il contenuto latente;quando il lavoro ha successo ed in grado di scoprire il contenuto latente di un sogno,affermiamo di aver interpretato lo stesso e di averne scoperto il significato. Il compito di interpretazione dei sogni limitato alla terapia psicoanalitica poich richiede di solito l'approccio del metodo delle libere associazioni.
Capitolo ottavo:psicopatologia.
Cos come le teorie delle pulsioni e dellapparato psichico,negli ultimi 60 anni anche le teorie psicoanalitiche che si occupano dei disturbi psichici,si sono modificate e sviluppate. Quando Freud comincia curare ammalati mentali,la psichiatria era ai suoi albori:il termine diagnosticodemenza precoceera stato appena itrodotto in letteratura;letichetta pi in voga per gran parte delle condizioni oggi definite come psiconevrosi era quella dineurastenia. Charcot aveva da poco dimostrato che i sintomi isterici sono eliminabili o inducibili tramite lipnosi,e la causa primaria di malattia mentale era ritenuta lacostituzione neuropatica,aiutata dallinnaturale sforzo e tensione derivanti dsl ritmo frenetico delle citt industrializzate. La prima condizione a cui Freud aveva rivolto la sua attenzione,fu listeria(Breuer e Freud,1895):seguendo un suggerimento di Breuer,egli aveva trattato diversi casi di isteria con una forma modificata di terapia ipnotica,cio il metodo catartico. Sulla base delle esperienze fatte in comune,egli aveva concluso che i sintomi isterici fossero determinati dal ricordo inconscio di eventi che erano stati accompagnati da forti emozioni,che,per una ragione o per unaltra,non si erano potute esprimere/scaricare adeguatamente nel momento in cui levento si era verificato. Fin quando le emozioni non potevano esprimersi in maniera normale,restava il sintomo isterico:dunque,la teoria iniziale di Freud sullisteria,consisteva nel ritenere che i sintomi fossero il risultato di traumi psichici,accaduti(presumibilmente),ad individui congenitamente o ereditariamente nevropatici. Come poi Freud stesso not(1906),questa era una teoria eziologica su basi psicologiche:come risultato delle sue prime esperienze con un altro gruppo di malati di mente che aveva diagnosticato come nevrastenici,egli aveva elaborato,sulleziologia di queste condizioni morbose,una teoria del tutto diversa,secondo cui esse erano la conseguenza di pratiche sessuali non igieniche(1895). Queste pratiche sono divisibili in due tipi,ciascuno dei quali,secondo Freud produceva una sindrome(un insieme di sintomi diversi): 1)Il primo gruppo di queste anormalit sessuali patogene comprendeva leccessiva masturbazione o la polluzione notturna:questo produceva sintomi come la fatica,svogliatezza,flatulenza,cefalea,dispepsia; da qui che Freud propose che il termine nevrastenia fosse limitato a questo gruppo di pazienti; 2)Il secondo gruppo di noxae sessuali,era costituito da qualsiasi tipo di attivit sessuale che producesse uno stato di eccitazione o stimolazione sessuale,che non fosse poi seguito da esito o scarica adeguati,come il coitu interruptus o il fare lamore senza trarne appagamento. Queste pratiche causerebbero uno stato di angoscia,tipicamente in forme di attacchi di ansia,e Freud propose che la diagnosi per questi pazienti fosse quella di nevrosi di ansia. Nel 1906,Freud afferm che considerava i sintomi della nevrastenia e della nevrosi dansia,come la conseguenza delleffetto somatico dei disturbi nel metabolismo sessuale,e che riteneva tali condizioni come disturbi biochimici;per sottolinearne lo speciale carattere,Freud propose di raggruppare assieme le nevrastenie e le nevrosi ansiose sotto il nome di nevrosi attuali,in opposizione allisteria edalle ossessioni che propose di chiamare psiconevrosi. Le classificazioni che Freud aveva proposto,erano basate soprattutto sull'eziologia,non solo sulla sintomatologia:Freud(1899)sottoline come un caso clinico potesse essere diagnosticato come nevrastenia solo quando i sintomi tipici erano accompagnati da una storia di eccessiva masturbazione o emissione di sperma,in quanto senza una tale storia,essi dovevano essere imputati a cause di natura diversa(paralisi progressiva come la meningo-encefalite luetica),o listeria. Ancora oggi,la classificazione psichiatrica corrente dei disturbi mentali(che non sono conseguenza di malattie del SNC),viene fatta sulla base della loro sintomatologia:si tratta di classificazioni descrittive e nelle discipline mediche,tali classificazioni hanno unimportanza modesta,in quanto il trattamento pi appropriato dipende dalla conoscenza della causa dei sintomi piuttosto che dalla loro natura. Dunque,bisogna considerare il fatto che fin dai primi inizi del proprio lavoro con gli ammalati mentali,Freud ha cercato di andare oltre una classificazione descrittiva,cercando di stabilire delle categorie di disturbi psichici che si somigliassero tra loro,nellavere una causa comune o,quantomeno,un meccanismo psichico di base comune. Inoltre,il particolare interesse per leziologia e per la psicopatologia dei fenomeni osservati piuttosto che per la sintomatologia descrittiva, continua a caratterizzare la teoria psicoanalitica dei disturbi mentali fino ad oggi;dal 1900 in poi il maggior interesse clinico di Freud si rivolse ai disturbi psichici che aveva denominato psiconevrosi,mentre gli altri,le nevrosi attuali,cessano di essere loggetto del suo studio. Tuttavia,nel lavoro sull'ansia(Freud 1926)egli ribad la propria convinzione che la classificazione delle nevrosi d'ansia fosse ancora valida(non menziona la nevrastenia)e che tale forma morbosa fosse causata da un'eccitazione sessuale non seguita da un'adeguata gratificazione;non mantenne lidea che la nevrosi d'ansia consistesse in un disturbo biochimico ed endocrino,ed attribu invece la comparsa dell'ansia che costituisce il sintomo principale di questa nevrosi e le fornisce anche il nome,ad un meccanismo puramente psicologico. Egli ritenne che le energie pulsionali che avrebbero dovuto scaricarsi nellorgasmo sessuale,e invece non avevano potuto scaricarsi,creassero uno stato di tensione psichica che poteva diventare cos forte da non per poter essere controllato dallIo,con il risultato che si si sviluppava l'ansia. Edifficile definire quale sia oggi l'opinione degli psicoanalisti a proposito della nevrastenia e sulle nevrosi d'ansia come Freud le ha descritte:essi sono illustrate nel libro di Fenichel(1946),che tratta della psicoanalisi clinica,ma in letteratura i periodici ricordano solo molto raramente queste classificazioni,e dopo la descrizione originale di Freud,non sono stati riportati altri casi di quel tipo;cio,la categoria delle nevrosi attuali,ha cessato di costituire una parte significativa della nosografia psicoanalitica. Cosa diversa,per quel che riguarda lepsiconevrosi:le prime teorie di Freud su questi disturbi sono state sottoposte ad espansione e revisione massiccia,che continuata per un periodo di almeno 30 anni: ogni cambiamento nella formulazione teoretica, stato sempre il risultato dell'acquisizione di nuovi dati sulla psicopatologia scaturiti dal trattamento psicoanalitico dei pazienti,metodo di trattamento che per sua propria natura costituisce anche nello stesso tempo il metodo migliore mai inventato per osservare il funzionamento della mente. Mutamenti e sviluppi,si sono susseguiti massivamente e rapidamente nei primi anni:il primo stato il riconoscimento dell'importanza che ha il conflitto psichico nella produzione di sintomi psiconevrotici,e la conclusione che aveva tratto Freud del lavoro con Breuer,era stata che i sintomi isterici e quelli ossessivi,fossero determinati da un evento dimenticato del passato,la cui concomitante emozioni non era mai stata adeguatamente scaricata. Poi aggiunse ad osservazioni e riflessioni,che affinch un qualsiasi evento o vissuto psichico acquisisse un potere patogeno,esso doveva essere stato per lIo dell'individuo,cos ripugnante che lIo si era sforzato di eliminarlo o di difendersi contro di esso(Freud 1894-96). Nonostante la terminologia(Io,difendersi,difese),fosse la stessa di quella utilizzata da Freud anche 30 anni dopo nel formulare lipotesi strutturale,essa ha in questa prima enunciazione un significato diverso:Io stava per S cosciente,cio i canoni morali ed etici del S cosciente;difesa stava per ripudiocosciente. Freud ritenne che questa formulazione,fosse idonea per i casi di isteria,ossessione,molte fobie,ed aveva proposto di raggruppare assime tali casi sotto il nome dineuropsicosi di difesa. *Si noti lo sforzo continuo di Fredu nel cercare di stabilire un sistema di classificazione basato sulleziologia.a quel tempo Freud riteneva che certe fobie ed ossessioni(sgorafobia,mania del dubbio),fossero sintomi della nevrosi dansia,dovute quindi a inadeguata scarica delleccitazione sessuale,con conseguente disturbo del metabolismo sessuale somatico,piuttosto che derivare da meccanismi meramente psicologici,come una difesa contro unexp ripugnante. La seconda aggiunta apportata alle prime formulazioni di Freud in tema di psicopatologia delle psiconevrosi,fu un risultato della sua esperienza,la quale gli aveva dimostrato che la ricerca dell'evento patogeno dimenticato conduceva ad un evento dell'infanzia del paziente,e che questo evento riguardava la sua vita sessuale(Freud 1896-98). Egli propose quindi l'ipotesi che queste malattie mentali fossero la conseguenza psichica di una seduzione sessuale subita nellinfanzia ad opera di un adulto,e in seguito ritenne che quando il paziente aveva avuto ruolo attivo nellesperienza sessuale patogeno/traumatica dell'infanzia,la sua successiva sintomatologia psiconevrotica sarebbe stata di tipo ossessivo;se invece il suo ruolo in quest'esperienza traumatica statafosse stato passivo,i successi sintomi sarebbero stati isterici:ed proprio questa teoria che postula l'esistenza di un particolare evento dell'infanzia,traumatico dal punto di vista psichico, quale causa costante dei sintomi nevrotici manifestati nel corso ulteriore della vita,che viene prediletta dai commediografi,cinematografi ecc. Freud non ha mai abbandonato l'idea che le radici di tutte le psiconevrosi che si manifestano nel corso della vita risiedano in un disturbo presentatosi durante l'infanzia nella vita sessuale del soggetto,e questo concetto rimane anche attualmente la pietra miliare della teoria psicoanalitica di tutte queste condizioni morbose;tuttavia Freud fu presto costretto a riconoscere che in molti casi,le storie che i sui pazienti gli raccontavano sull'essere stati sedotti sessualemente nell'infanzia,non erano veri ricordi,ma solo fantasie,anche se gli stessi pazienti erano convinti che fossero vere. Dunque Freud riconobbe che,lungi dall'essere limitati allinfanzia, eventi traumatici eccezionali quali le seduzioni,gli interessi e le attivit sessuali,costituiscono una parte normale della vita psichica umana fin dalla prima infanzia(Freud 1905);in una parola,egli formul la teoria della sessualit infantile. In conseguenza di queste scoperte,limportanza delle esperienze traumatiche puramente accidentali nelleziologia della psiconevrosi,fu relativamente diminuita mentre si accrebbe l'importanza della costituzione sessuale dell'eredit del paziente quale fattore eziologico;Freud ha anche stabilito che sia i fattori costituzionali,che quelli dell'esperienza,contribuissero all'eziologia delle psiconevrosi e che in qualche caso siano predominanti gli uni mentre in altri casi gli altri(Freud,1906):queste rimasta la sua idea durante tutta la sua vita,e questa anche l'opinione oggi generalmente accettata da tutti gli psicoanalisti. Bisogna aggiungere che,bench le osservazioni psicoanalitiche fatte dal 1906 in poi abbiano apportato molti dati utili,la particolare natura di queste osservazioni ha impedito che essi abbiano aggiunto qualcosa di sostanziale alla nostra conoscenza dei fattori costituzionali;recenti studi sullo sviluppo del bambino(Fries,1953),sono stati volti a chiarire la natura di questi fattori costituzionali,ma finora difficilmente sono andati oltre una fase esplorativa. La scoperta che la sessualit infantile costituisca un fenomeno normale,ha portato anche ad altri concetti nuovi ed interessanti:da una parte ha portato ad un accorciamento della distanza tra il normale e lo psiconevrotico, dall'altra ha dato origine ad una teoria sull'origine delle perversioni sessuali,e sui loro rapporti con le normalit e le psiconevrosi. La teoria che ha formulato Freud afferma che,nel corso dello sviluppo dell'individuo normale,alcune delle componenti della sessualit infantile che vengono rimosse,mentre le componenti che restano all'epoca della pubert vengono integrate nella sessualit adulta;in quanto tali,esse rivestono un ruolo riconoscibile nell'eccitamento e nella gratificazione sessuale,ma secondario al ruolo degli organi genitalie(ne sono esempi il baciare,il guardare,l'accarezzare, l'annusare). Nello sviluppo di quegli individui che diventeranno poi psiconevrotici,il processo di rimozione andato troppo lontano:la rimozione eccessiva hacreato una situazione instabile in modo che poi,nel corso della vita ,come risultato dell'intervento di un qualunque fattore precipitante,la rimozione venuta meno,ed alcuni impulsi sessuali infantili indesiderati sono almeno in parte sfuggiti ed essa,dando origine a sintomi psiconevrotici. Nello sviluppo di quegli individui che diventeranno pervertiti sessuali ,esiste nell'et adulta una normale persistenza di alcune componenti della sessualit infantile(come ad esempio l'esibizionismo o lerotismo anale);di conseguenza,la vita sessuale adulta del pervertito,risulta dominata da quella particolare componente della sessualit infantile ,in luogo dei normali desideri genitali(Freud 1905-06). Dunque la rimozione caratteristica tanto dello sviluppo psichico normale,che di quello anormale;inoltre,il concetto di impulso che sfugga alla rimozione per creare un sintomo psiconevrotico, molto simile al concetto di impulso proveniente dal rimosso che durante il sonno sfugge alle difese dellIo in misura sufficiente a produrre un sogno manifesto. Freud si rendeva conto dell'esistenza,suggerendo la tesi che il sintomo di tipico nevrotico,come il sogno manifesto,costituisse un comportamento trauno o pi impulsi rimossi e quelle forze della personalit dell'individuo che si oppongono all'ingresso di questi impulsi nel pensiero cosciente enel comportamento;l'unica differenza che il desiderio latente istintuale di un sogno pu essere o meno sessuale,mentre gli impulsi rimossi che hanno prodotto sintomi nevrotici sono sempre di natura sessuale. Freud stato anche in grado di indicare che i sintomi psiconevrotici,come gli elementi di un sogno manifesto,hanno un loro significato(cio un contenuto latente o inconscio);questi sintomi costituiscono le espressioni travestite e deformate delle inconsce fantasie sessuali,eq uesto ha portato alla conclusione che la vita sessuale del paziente psiconevrotico,venisse espressa del tutto o in parte nei suoi sintomi. Le idee di Freud nel campo dei disturbi psichici all'epoca(1906),contenevano gi in embrione(se non del tutto sviluppati)tutti gli elementi pi importanti delle nostre formulazioni attuali;Freud aveva iniziato i suoi studi partendo dai concetti largamente correnti nel pensiero psichiatrico della sua epoca,secondo cui i disturbi psichici erano malattie della mente che non avevano niente di comune con il funzionamento psichico normale,erano classificati su base descrittive e sintomatica,e determinati da cause che non erano conosciute o riferite a fattori cos generali8come la tensione della vita moderna,lo sforzo,la fatica mentale,costituzione neuropatica). Dal 1906,egli riusc a comprendere i processi psicologici sottesi a molti disturbi mentali,in una misura tale da consentire di classificarli in base alla loro psicologia o alla loro psicopatologia,invece che in base alla loro sintomatologia;inoltre egli scopr che non c' uno spazio vuoto tra normale e psiconevrosi dico,ma che le differenze psicologiche tra queste due condizioni sono di quantit e non di qualit;infine egli diede inizio alla comprensione psicologica dei disturbi del carattere come viene mostrato dai suoi studi sulle perversioni sessuali,e realizz che questi disordini psichici fossero collegati con la normalit invece di essere da essa distinti in maniera netta e qualitativa. Gli studi proseguiti da Freud dopo il 1906,e quelli successivi di altri autori,sono serviti a completare e a rivedere le sue teorie dell'epoca intorno alla psicopatologia di disturbi psichici,riguardo ad importanti dettagli,ma essi non hanno apportato modificazioni significative del principio o dell'orientamento fondamentale;gli analisti oggi dirigono la loro attenzione verso le cause psicologiche di un sintomo anzich verso i sintomi in s,e pensano queste cause in termini di conflitto psichico tra le forze istintuali e quelle anti-istintuali e,ancora oggi, considerano i fenomeni del funzionamento mentale e del comportamento come fenomeni che si estendono dal normale al patologico lungo un continuum. Oggi sappiamo che almeno alcuni di quelli che Freud chiamava conflitti e sintomi psiconevrosi,sono presenti anche in tutti gli individui normali:la normalit,psichica pu essere definita solo arbitrariamente,ed in termini relativi e quantitativi,ed ancora oggi gli analisti guardano alla prima ed alla seconda infanzia per cercare gli eventi e le esperienze direttamente responsabili dei disturbi psichici che si osservano nella vita successiva(o che almeno cooperano al loeo svilupparsi). Nei termini della moderna teoria psicoanalitica,ci che si indica clinicamente come disturbo mentale,pu essere compreso ed enunciato nel modo migliore,se viene inteso come la prova del cattivo funzionamento dell'apparato psichico in misura variabile e con modalit differenti; chiaro che vi sono molte possibilit di disturbo nel corso dei primi anni dell'infanzia,poich le varie parti o le varie funzioni dell'apparato psichico si trovano ancora in pieno sviluppo:ad esempio,se il bambino viene privato dell'appoggio o della stimolazione fisica normale da parte del caregiver durante il primo anno di vita, molte delle funzioni del suo Io non si svilupperanno bene,quindi la sua capacit di stabilire rapporti,e di trattare col proprio ambiente esterno, pu essere alterata fino a farlo diventare un debole di mente(Spitz, 1945). Poi,anche dopo il primo anno di vita,lo sviluppo delle necessarie funzioni dell'Io pu essere impedito da un difetto nella possibilit di sviluppare le identificazioni necessarie,a causa sia di eccessive frustrazioni che di eccessive indulgenze,con il risultato che lIo diventa capace di eseguire il suo compito di mediatore tra l'Es e l'ambiente, con tutto ci che questo disturbo implica,da una parte nel modo di controllare e neutralizzare le pulsioni,dall'altra nel modo di approfittare appieno di tutte le possibilit di ottenimento del piacere che l'ambiente pu offrire. Guardando alle stesse difficolt dal punto di vista delle pulsioni, possiamo comprendere come esse debbano essere controllate in misura conveniente,ma non eccessiva;un troppo scarso controllo delle pulsioni produrr un individuo inadattato o incapace di essere un membro della societ;daltro canto,un'eccessiva repressione delle pulsioni porter a risultati altrettanto indesiderabili. Se la pulsione sessuale stata repressa troppo fortemente e se ci si verificato troppo presto,si produrr un individuo dove gravemente ridotta la capacit di godere:se stata la pulsione aggressiva quella indebitamente controllata,allora l'individuo sar incapace di farsi valere in quella che si considera la normale competizione con i propri simili;inoltre poich l'aggressivit che non pu essere manifestata nei confronti degli altri spesso si rivolge contro se stessi,l'individuo pu diventare in varia misura,autodistruttivo. anche possibile che i normali processi di formazione del Super-Io abbia uno sviluppo difettoso:pu cio verificarsi in maniera patologica ,quella complessa rivoluzione psicologica che pone termine al periodo edipico,e in conseguenza di ci,il Super-Io pu risultare troppo duro o inadeguatamente accomodante,o un miscuglio di queste due cose;in realt ognuna di queste possibilit pu accadere. Ad esempio:se le pulsioni sono troppo poco controllate,ci significa che vi sono corrispondenti deficienze nella funzione dell'Io e del Super-Io;nei casi in cui il controllo del pulsioni sia troppo rigido,si ha probabilmente,anche un Io troppo impaurito e un Super-Io troppo severo. Molti interessi dell'Io,quindi molte delle attivit che lIo sceglie per scaricare lenergia pulsionale e come fonte di piacere,vengono scelte in base a processi di identificazione;c' anche un altro fattore che pu essere di importanza anche maggiore di quanto non lo sia quest'ultima nella scelta di una particolare attivit di questo tipo,e in questi casi la scelta determinata principalmente da conflitti istintuali. Bisogna distinguere tra le situazioni favorevoli per quel che riguarda lo sviluppo dell'individuo,vale a dire quelle che portano alla risoluzione di un conflitti istintuale(come pu essere la sublimazione),ma bisogna considerare che un conflitto individuale possa essere risolto o messo a tacere anche mediante un restringimento o inibizione dell'attivit dell'Io,piuttosto che attraverso il suo arricchimento,come la sublimazione permette. Un esempio di ci pu essere l'incapacit mostrata da un ragazzo brillante in tutti gli altri campi,nell'imparare l'aritmetica perch far questo avrebbe voluto dire per lui entrare in competizione con un fratello maggiore particolarmente dotato in quel campo;l'inibizione che si autoimposta nei confronti della propria attivit intellettiva,ha protetto il soggetto da alcuni dei sentimenti dolorosi che gli provengono dalla propria gelosa rivalit nei confronti del fratello,e queste restrizioni degli interessi delle attivit dell'Io possono avere nella vita di un individuo conseguenze modeste oppure deleterie. Inoltre,molte severe restrizioni dell'Io spesso servono a soddisfare le richieste di punizione o di sofferenza del Super-Io,e non tutte le restrizioni dellIo che provengono dal conflitto istintuale mettono il bambino in contrasto col proprio ambiente;ad esempio il comportamento esemplare di un bambino pu costituire il tentativo che egli si autoimposto per procurarsi l'affetto dei genitori piuttosto che continuare a sopportare il dispiacere provocato dall'essere in violento contrasto con loro:dunque ci si chiede se questo sia bene o male per il bambino e quanto differisca dal buon comportamento che definito normale. Domande simili si pongono anche rispetto alle regressione ed alle fissazioni che possono prodursi nella sfera dell'Io,dell'Es o in entrambe:per esempio in un certo individuo,la risoluzione del complesso edipico pu compiersi solo a spese di una parziale regressione della sua vita istintuale a livello anale,con il risultato che questo soggetto rimanga poi per tutto il resto della vita con un interesse troppo intenso per i propri processi e prodott anali. Queste regressione istintuali di solito scendono fino ad un punto di fissazione che esisteva in precedenza,e qui riteniamo che la fissazione sia una cosa che facilita la regressione;d'altro canto pu verificarsi anche una parziale regressione come risultato del conflitto edipico nella relazione tra lIo e gli oggetti,in modo che gli oggetti del proprio ambiente diventino per lindividuo importanti solo in quanto gratificanti i suoi desideri;ne risulta quindi,che nessun oggetto possiede una propria carica psichica permanente o di lunga durata. Tali restrizioni dell'Io,cos come le fissazioni e le regressioni dellIo e dell'Es,producono dei dati di carattere che saremo portati a chiamare normaliquando non interferiscono con la capacit dell'individuo di provare piacere e con la sua abilit di evitare gravi conflitti con il proprio ambiente,mentre saremo portati a chiamarli anormali quando essi interferiscono con il piacere in misura notevole e portano l'individuo a gravi conflitti con il proprio ambiente. Non c' alcuna linea di divisione netta tra normale ed anormale neanche in questo caso;la distinzione pragmatica e la scelta fatta in maniera arbitraria:riteniamo in questa sede ad esempio,che la formazione del Super-Io costituisca la normale conseguenza di gravi conflitti istintuali,che esistevano durante la fase edipica,e ci certamente giusto per caratterizzare un aspetto della formazione del Super-Io nell'imposizione permanente di certe inibizioni(sia a carico dell'Io che dell'Es),allo scopo di metter fine alla situazione di pericolo che deriva dai conflitti edipici. Ribadiamo che la distinzione tra il normale patologico,nelle modalit di sviluppo di funzionamento dell'apparato psichico,viene effettuata soprattutto in base alla misura in cui diminuita la capacit dell'individuo di provar piacere,e la sua abilit nell'adattarsi al proprio ambiente. Per quel che riguarda la terminologia,quando una modalit di funzionamento psichico viene considerata anormale,nel linguaggio clinico essa viene etichettata come disordine del carattere o nevrosi di carattere:quest'etichetta indica un tipo di funzionamento dell'apparato psichico considerato alquanto svantaggioso per l'individuo,tanto da essere definito patologico,ma che costituisce all'interno della psiche un equilibrio relativamente stabile,il quale si sviluppato(come deve fare qualsiasi equilibrio intrapsichico),per l'interazione tra le varie forze psichiche e quelle che agiscono dall'esterno durante il corso dello sviluppo. I diversi tipi di disordini del carattere o delle nevrosi di carattere, variano quanto alla capacit che ciascuno di essi ha di venire influenzato dal trattamento;possiamo dire in generale che quanto pi giovane il paziente,e quanto maggior disagio soffre a causa di questo particolare tratto del carattere o della propria particolare struttura caratteriale,tanto pi facile che la terapia risulti efficace. Fino ad ora non si dispone per questi casi,di criteri prognostici generali molto precisi edattendibili. Tratteremo adesso di quel tipo di disturbi del funzionamento dell'apparato psichico con cui Freud prese familiarit in seguito ai primi studi sull'isteria e sulle altre neuropsicosi di difesa. Nei disturbi di questo tipo,si produce una successione di eventi: 1)Prima si verifica un conflitto tra lIo e lEs nel corso della prima infanzia e,soprattutto durante la fase edipica e preeedipica,questo conflitto viene risolto dall'Io nel senso che lIo in grado di mettere in opera dei mezzi stabili ed efficaci atti a bloccare i derivati pulsionali pericolosi in questione. Il metodo che usa l'Io piuttosto complesso,poich implica difese ed alterazioni dell'Io(come fissazioni,restrizioni,sublimazione e regressione):qualunque sia il metodo usato,esso opera per un periodo di tempo pi o meno lungo con pieno successo sino a quando non arriva qualche ulteriore evento a distruggere l'equilibrio che si restaurato e a rendere l'apparato dell'Io incapace di controllare efficacemente ed ulteriormente le pulsioni. Non importa il fatto che le circostanze precipitanti agiscano rinforzando e rinvigorendo le pulsioni o indebolendo l'Io: essenziale che lIo venga relativamente indebolito in misura sufficiente da diminuire la sua capacit di controllare le pulsioni,e quando ci si verifica,le pulsioni o per essere pi esatti,i loro derivati,minacciano di irrompere nella coscienza e di essere tradotti direttamente nel comportamento manifesto(nonostante gli sforzi dellIo per contenerli); si produce quindi tra lIo e lEs un violento conflitto dove l'Io in vantaggio relativo,e ne risulta una formazione di compromesso chiamatosintomo psiconevroticoo sintomo nevrotico(nonostante non abbia niente a che vedere col concetto che Freud aveva sulle nevrosi attuali,poich corrisponde proprio a ci che egli ha chiamato psiconevrosi). In questo tipo di disfunzione psichica,via un cedimento delle difese dellIo,col risultato che lIo non riesce pi a controllare adeguatamente gli impulsi dell'Es,che invece in precedenza erano stati efficacemente dominati dallo stesso:ne risulta una formazione di compromesso che esprime inconsciamente sia il derivato della pulsione che la reazione di difesa e paura o di colpa che lIo mette in opera nei confronti del pericolo rappresentato da una parziale irruzione delle pulsioni:una tale formazione di compromesso viene chiamata sintomo nevrotico o psiconevrosi e come Freud ha fatto notare,ha una stretta analogia con il sogno manifesto e con tutti i vari elementu onirici. In generale,la disfunzione dell'apparato psichico che ha dato luogo ad un determinato sintomo,ha determinato una scarica dell'energia pulsionali connessa con il desiderio,ma una scarica che stata travestita e deformata dalle operazioni difensive dell'Io,e che ha dato origine a un senso di dispiacere invece che di piacere. Va detto poi che i sintomi psiconevrotici sono spesso iperdeterminati ,cio provengono da pi conflitti inconsci tra lIo e lEs. Nello stesso tempo l'Io fa del suo meglio per mantenere attive le sempre presenti difese contro questi desideri edipici angoscianti:essi rimangono rimossi almeno nella loro forma infantile originaria,ed hanno accesso alla coscienza solo in una forma mascherata ed irriconoscibile al paziente. Riguardo alla formazione dei sintomi psiconevrotici,Freud ha coniato due termini che sono il vantaggio primario e il vantaggio secondario della malattia o della formazione sintomatica:Freud,affermando che l'individuo ottiene sempre in qualche maniera un certo guadagno o vantaggio dalla formazione di un sintomo,riteneva che il vantaggio primario di questo processo consistesse nel fatto che vi era almeno una parziale scarica istintuale,cio una gratificazione parziale di uno o pi desideri di origine istintuale,senza langoscia o il senso di colpa che avevano in precedenza impedito al paziente di conseguire la gratificazione anche parziale che accompagna i sintomi psiconevrotici. Affermare questo sembra strano,considerando che l'ansia accompagna spesso i sintomi nevrotici e pu diventarne una parte cospicua,ma il paradosso pi apparente che reale:Freud pensava che le la relativa debolezza dell'Io minacciasse l'irruzione alla coscienza dellintero contenuto inconscio infantile dell'impulso dellEs; se avvenisse una cosa del genere,sarebbe accompagnata dal penoso senso di colpa e dal terrore infantile che era gi stato provocato dall'impulso in questione all'epoca. Permettendo invece l'affiorare solo parziale e travestito del derivato pulsionale,attraverso la formazione di compromesso detta sintomo psiconevrotico,l'io capace di evitare una parte o tutto il disagio che si sarebbe altrimenti sviluppato;qui notiamo come un sintomo psiconevrotico sia simile a quella formazione di compromesso denominata sogno manifesto,poich anche l l'Io incapace di evitare l'affiorare alla coscienza di un impulso proveniente dal rimosso,ma consentendo all'impulso la gratificazione immaginaria o una scarica distorta e dissimulata,lIo pu evitare il dispiacere di sperimentare l'angoscia o di essere svegliato. Perci visto dalla parte dell'Es,un sintomo psiconevrotico consiste in una gratificazione sostitutiva di desideri sino ad allora rimossi,mentre visto dalla parte dellIo consiste in unirruzione nella coscienza di desideri pericolosi e non accetti,la cui gratificazione pu essere prevenuto solo in parte,la qual cosa risulta almeno preferibile o meno spiacevole della comparsa nella coscienza di quegli stessi desideri nella loro forma originaria. Il vantaggio secondario da considerarsi solo come un caso particolare tra tutti gli incessanti sforzi dell'Io per utilizzare tutte le possibilit disponibili di ottenere delle gratificazioni piacevoli:una volta che si formato un sintomo,lIo pu scoprire che esso porta con s alcuni vantaggi;tuttavia ci sono molti casi in cui una tale possibilit non sussiste,e in cui la nevrosi giunge ad avere un certo valore per l'individuo solo dopo che si sviluppata. Dal punto di vista della teoria dei sintomi psiconevrotici,il vantaggio secondario non ha la stessa importanza del vantaggio primario:dal punto di vista del trattamento di questi sintomi invece,esso pu avere una grande importanza poich una forte quantit di vantaggio secondario pu portare al fatto che il paziente inconsciamente preferisca tenersi la propria nevrosi anzich perderla,dato che il sintomo che ha manifestano,ha acquistato un valore per lui. Ritornando alla formazione di sintomi psiconevrotici,bisogna menzionare anche il caso in cui una delle difese dell'Io possa consistere nella regressione contemporanea delle funzioni dellIo e delle pulsioni;dal punto di vista teorico,la regressione solo una delle molte modalit difensive che lIo pu impiegare,ma dal punto di vista delle sue conseguenze pratiche essa costituisce una faccenda seria. Quanto maggiore il grado della regressione,tanto pi grave sar la sintomatologia che ne risulta,e tanto pi limitate le possibilit di un trattamento efficace e tanto pi grande la possibilit che il paziente abbia bisogno di lunghe cure in ospedale. Inoltre le disfunzioni psichiche che noi definiamo sintomi psiconevrotici,non sono quelle che vengono sentite dellIo del soggetto come estranee a s stesso o come spiacevoli o come entrambe le cose assieme,e pu succedere che il sintomo venga percepito dallIo del soggetto sofferente come qualcosa di estraneo enello stesso tempo di spiacevole. Vi sono delle formazioni di compromesso che provengono da un insuccesso nel tentativo di stabilire o mantenere efficiente un metodo stabile di controllo delle pulsioni,dove quest'insuccesso dipende da un indebolimento relativo dell'Io,le quali non risultano affatto per l'Io n estranee n spiacevoli,ed i pi evidenti e gravi sono molti casi di perversione sessuale e di tossicomania. Vanno fatte due osservazione a questo proposito: 1)La prima che questi disturbi sono intermedi tra i disturbi di carattere e i sintomi psiconevrosi,ed essi non possono essere differenziati l'uno dall'altro in maniera netta; 2)La seconda che le gratificazioni istintuali che costituiscono le perversioni alle tossicomanie vengono usate dall'Io in maniera al fine di tenere in scacco altri derivati delle pulsioni,la cui emergenza e gratificazione appaiono allIo come troppo pericolose per poter essere permesse. Queste formazioni di compromesso dal punto di vista dell'Io sono esempi di come pu essere usato un derivato della pulsione allo scopo di aiutare il controllo di un altro e,in questo sensoeessi sono molto simile al meccanismo di difesa della formazione reattiva;dunque, questo rappresenta una modificazione notevole rispetto all'affermazione originaria di Freud secondo cui la perversione sessuale costituisce l'inverso della nevrosi(Freud 1905). Eimportante ricordare che non bisogna fare una distinzione netta o indiscutibile tra ci che considerato normale e ci che considerato patologico nel campo del funzionamento psichico,e che quanto noi chiamiamo normale e quanto chiamiamo patologico,deve essere inteso come la conseguenza di talune differenze del funzionamento dell'apparato psichico tra individui ed individui,le quali non sono tanto differenze di qualit,ma soprattutto di quantit. Capitolo nono:Conflitto psichico e normale funzionamento mentale.
Prenderemo qui in esame aspetti dello sviluppo della personalit che, sebbene intimamente correlati al conflitt psichico,possono essere classificati come normali piuttosto che anormali. Abbiamo gi visto come in questo campo la differenza tra ci che si definisce normale e ci che si definisce patologico si risolve in una differenza di grado e non di qualit,quindi impossibile distinguere nettamente tra la conseguenza di un conflitto psichico al limite della anormalit e un'altra che sia al limite della normalit;d'altro canto ci sono molteplici conseguenze del conflitto psichico la cui normalit indiscutibile,ed possibile osservare questi fenomeni normali nel corso dell'analisi di pazienti nevrotici,ed in questa situazione che si presenta l'opportunit di scoprire le origini complesse ed il significato inconscio di fenomeni normali,circostanza che non si sarebbe mai verificata se l'individuo non fosse sottoposto all'analisi. Esulla base di questa esperienza analitica che si tenter di illustrare il rapporto tra i conflitti psichici e gli aspetti normali dello sviluppo della personalitquali:itratti del caratter, la scelta della professione,del partner ecc;si cercher inoltre di trattare altri aspetti della vita mentale normale i cui legami con il conflitto psichico sono dimostrabili ma sui quali i dati desunti dalla psicoanalisi individuale risultano meno soddisfacenti quali:fiabe,miti,leggende,la religione,la morale ecc. L'interesse della psicoanalisi sui tratti del carattere,fu un primo tempo diretto ad evidenziare i loro rapporti con i desideri istintuali dell'infanzia:Freud(1908),sugger l'esistenza di una relazione tra le vicende dellerotismo anale nellinfanzia,la metodicit,la parsimonia e l'ostinazione nella vita adulta,nonch tra i desideri a carattere fallico dell'infanzia e l'ambizione;successivamente altri psicoanalisti seguirono in questo campo la direzione indicata da Freud e si svilupp una nomenclatura relativa ai tipi di carattere che derivava dalla connessione osservabile tra i tratti del carattere ed una particolare fase dello sviluppo libidico. Gli analisti parlano di caratteri/tratti del carattere orali,anali o fallici,e l'esperienza clinica risultante dal rapporto con numerosi pazienti forn un supporto concreto all'originaria supposizione freudiana secondo cui i tratti carattere deriverebbero sovente da desideri anali e da conflitti della prima infanzia. Il termine anale stato applicato anche agli individui disordinati sporchi e trascurati per lo stesso motivo;fiducia in se stessi,ottimismo e generosit(cos come il loro contrario)sono state descritte sulla base di analoghe considerazioni come tratti di carattere orale,mentre l'ambizione e bisogno di approvazione e di consenso,sono stati etichettati come fallici. Questa classificazione poggia sulla teoria delle pulsioni,in particolare della pulsione libidica:essa riflette il rilievo posto sull'aspetto pulsionale della vita psichica che caratterizz la prima fase dello sviluppo della psicologia psicoanalitica;solo gradualmente si svilupp una maggiore conoscenza della complessit della via che conduce dai desideri istintuali dell'infanzia e dai conflitti a cui essi danno origine, alla vita mentale e al comportamento degli adulti. Ribadiamo limportanza del meccanismo dellidentificazione nella formazione del Super-Io durante il periodo edipico,sebbene poi non tutte le identificazioni del periodo edipico,sono collegate alla formazione del Super-Io;alcune si producono come espressione,in superficie mascherata,dei desideri sessuali e competitivi del bambino(rispetto al genitore). Quello che potrebbe sembrare somiglianza fisica tra padre e figlio,in realt identit di comportamento,essendo soprattutto il risultato di tratti psicologici determinati,cio di identificazioni inconsce prodottesi durante linfanzia,spesso come espressione del desiderio infantile di essere il genitore con cui il bambino si identificato secondo varie modalit. Lammirazione e linvidia dei bambini,non sono rivolte solo verso i loro genitori(sebbene siano i principali oggetti);sentimenti simili vengono provati verso i fratelli,e si tratta di sentimenti che possono avere parte considerevole nella vita istintuale del bambino e rispetto alle formazioni di comprome sso che ne conseguono. Passando a considerare la relazione tra vita istintuale dellinfanzia e la successiva scelta di un partner sessuale,le connessioni tra i due eventi sono cos configurate e profonde,che la difficolt consiste proprio nel tentativo di spiegarne la complessit. Nella vita di ciascuno,i primi oggetti sessuali sono edizioni successivedi quelli infantili,sia per gli individui normali/lievemente nevrotici,che per i soggetti gravemente nevrotici. Esorprendente osservare la durata e lintensit degli effetti esercitati dai desideri infantili sulla vita mentale:essi possono determinare la scelta della professione,il corso della vita sessuale,passatemi,abitudini,caratteristiche ecc;spesso si pu osservare come questi effetti non siano consegnuenze dirette dei desideri e conflitti istintuali,ma fantasie che da essi si generano. Fra le conseguenze delle fantasie istintuali infantili,sono da annoverare i sogni ad occhi aperti e le storie di ogni tipo come fiabe,miti,leggende e produzioni letterarie ad ogni livello di elaborazione e merito. Fiabe e storie sono di solito le prime ad interessare i bambini:la loro popolarit suggerisce lipotesi che esse si riferiscano a temi che esercitano unattrattiva quasi universale sui bambini;esse hanno a che vedere,infatti,con i temi della vita istintuale dellinfanzia,specie coi temi edipici,e in ogni favola o quasi,vi la figura delleroe che trionfa sul male,sposare una giovame,e vivere felici e contenti. Inoltre,il problema della colpa suscitata dai desideri edipici,interviene sempre nelle fiabe,ed alcune storie sono incentrate sui temi del parricidio e della castrazione,ben mascherati,fino a rendere la storia eccitante per i pi piccoli. Il gruppo di personaggi sempre lo stesso:eroe/eroina e rispettiva famiglia:lerore ed i suoi amici sono buoni,i rivali sempre cattivi,e il lieto fine una costante nelle fiabe,cio la vittoria delleroe e la contemporanea morte/distruzione del rivale,il matrimonio con la principessa/principe(unione sessuale). Di solito,i genitori malevoli del protagonista che si incontrano in alcune fiabe(vedi Cenerentola),sono di solito parenti acquisiti,quindi il senso di colpa viene espiato attraverso questo tipo di scamotage. Passando ai miti e leggende:essi traggono origine dalla stessa fonte delle fiabe,sebbene lo scopo sia diverso: 1)Sono destinati agli adulti,dunque sono psicologicamente pi complessi; 2)Sono pi realistici,cio riflettono la visione adulta della complessit dellambiente e della relativa impotenza delluomo rispetto al mondo; 3)Tentano di spiegare lorigine del mondo umano,la sua natura,le sue modalit di funzionamento; 4)Sono tentativi di fornire una visione cosmologica,quindi costituiscono i precursori delle teorie scientifiche,sebbene derivino,come le fiabe,dalla vita istintuale dellinfanzia,dalle sue ossessioni,paure,conflitti. Si pensi al fatto che nei miti greci,temi quali lincesto,la gelosia,la lotta e lintrigo sono una costante,sebbene lassassinio sia li impossibile in quanto gli dei sono immortali,e Zeus il pi forte ed a lui che spetta sempre lultima parola:il mito omerico esclude il parricidio. In altri miti invece,il parricidio presente:il dio padre viene ucciso,castrato e spesso mangiato dai figli,anche con laiuto della madre,ed i figli assumono su di s il suo potere,per essere a loro volta distrutti dalla propria prole. Passando ai miti Giudeo-Cristiani,ritroviamo la stessa relazione con la vota istintuale dellinfanzia,dove i temi della ribellione e del parricidio,insorgono dalla rivalit,dallodio e dallinvidia che i figli nutrono per il padre durante il periodo edipico,ma latteggiamento del bambino in questa fase ambivalente. Pensando a Mos nellatto di servire fedelmente Dio,punendo chi adora altri dei,si pu notare come Mos si sia completamente identificato con il suo Dio,e sottomesso allo stesso,ma questo atteggiamento non un universale di tutti i miti religiosi;anche nella storia di Mos vi un accenno di ribellione verso Dio,una disobbedienza non grave di cui Mos viene punito con la condanna a non entrare mai nella terra promessa di Canaan. Mos rappresentato come un servitore di Dio,devoto e pieno di amore,e la sua ribellione si ritiene abbia come oggetto solo un padre di lieve entit,il Faraone. Anche nella storia di Ges,gli elementi di una relazione ambivalente tra padre e figlio sono rappresentati in maniera complessa e dissimulata:laccento viene posto anche qui sullamore del figlio per il padre, e sulla sua sottomissione;Ges e Dio sono in effetti un unico essere,tanto forte lidentificazione tra i due,e leroe non si ribella mai;i temi del parricidio e dellincesto appaiono solo marginalmente,e non sono attribuiti direttamente alleroe,ma agli antagonisti. Lincesto viene trattato attraverso il tema del peccato originale commesso da Adamo ed Eva che si unirono sessualmente nel giardino dellEden,nonostante la proibizione di Dio. La religione fa del mondo intero,una nuova versione della famiglia del bambino,famiglia dove il credente il figlio di Dio,ed i sacerdoti sono i genitori,come Freud ha notato(1933),la religione assolve una triplice funzione per i credenti: Offre loro:a)una cosmologia,b)un codice morale,ed c)un sistema di ricompense e punizioni; la relazione tra un credente e Dio porta limpronta delle sue origini,poich essa sotto molti aspetti simile al rapporto figlio- genitore,ed in essa si pu notare la stessa ambivalenza e commistione di elementi sensuali,nonostante il tentativo di dissimularli. Chi sar obbediente come Ges,ricever lamore di Dio e verrda lui accolto,come Ges,a vivere eternamente in Paradiso;questa credenza religiosa(dogma),presenta una forte somiglianza con le fantasie che la pratica psicoanalitica ha individuato come ricorrenti tra i bambini maschi nel periodo edipicoil bambino in questa fase,immagina spesso di essere una bambina,il che implica per lui la castrazione,ai fini della conquista del perdono e dellamore paterno e della condivisione del potere con il padre. La fede adulta,promette il divino amore paterno a tutti coloro che assomigliano a Ges,il figlio sottomesso e mutilato di Dio. Le religioni si identificano per il fatto di riflettere in forme diverse,il fatto di derivare dai conflitti della prima infanzia relativi allincesto ed al parricidio,allamore e allodio,alla gelosia,ai desideri omo ed etero,alle paure di castrazione,allinvidia del pene,al rimorso e allautopunizione:in ogni religione i fedeli rappresentano incosciamente i genitori,con tutte le ambivalenze di cui sono portatori; la storia di ciascun gruppo sociale a determinare le credenze e pratiche religiose. La psicoanalisi ha osservato come,al di l della storia di un certo gruppo,la religione di ogni gruppo ha a che vedere coi conflitti inconsci che si originano dai desideri e dalle paure istintuali della prima infanzia. Per quel che riguarda la moralit,possiamo dire che ogni religione ha il suo codice morale,cio un sistema di ricompense o punizioni;in ogni religione vi sono dei precetti,degli imperativi,esortazioni e proibizioni collegati al Super-Io individuale. Nella maggior parte delle attuali societ organizzate,la morale rappresentata come auspicabile conseguenza della fede religiosa:alla fede religiosa, cio attribuito il potere di rendere la gente moralmente corretta,ed questa unopinione comune in molte civilt civilizzate. Nonostante il consenso di questa convinzione,i dati raccolti dallapplicazione del metodo psicoanalitico,indicano la fallacia di ci:in realt,la morale soggettiva/la formazione del Super-Io individuale,si sviluppa per prima,a rappresentare il precursore delleducazione religiosa;il senso morale di ognuno,si configurerebbe attraverso i conflitti della vita istintuale della prima infanzia,soprattutto nel periodo edipico,ed esprime la natura di quei conflitti a prescindere dagli eventi successivi. Esso mantiene la sua configurazione,sebbene inconsciamente,per tutta la vita:dunque,il proprio codice morale non del tutto conosciuto nelle sue componenti essenziali. I dati della psicoanalisi,danno conferma del fatto che nessun credo,catechismo,comandamento possono rendere una persona morale,poich la morale una questione individuale: una conseguenza della formazione del Super-Io,derivante dalle passioni e paure della vita istintuale infantile,ed la particolare esperienza di ogni individuo che ha unimportanza primaria. Ecorretto dire che il codice morale di ogni religione generato daii desideri e comflitti infantili dei credenti(come i miti e le leggende). Inoltre,ogni religione rappresenta un tentativo di attenuare langoscia dei suoi adepti e,nello stesso tempo,di consentire loro un certo grado di gratificazione istintuale;il suo codice morale realizza questo scopo fornendo risposte alla domanda Cosa devo fare perch gli Dei/genitori mi amino e proteggano invece di odiarmi e punirmi per le mie azioni e desideri sessuali ed omicidi?. Le risposte vengono fornite ad ogni bambino dagli adulti come soluzione dei suoi conflitti istintuali gi pronta,soluzione gi testata a suo tempo dai genitori,che quindi la ripropongono al figlio. Eimportante che il codice morale costituisca una soluzione soddisfacenteper tutti i membri di una societ o quasi:se non lo ,esso viene modificato fino a che non lo diventi;se non ci si riesce,lo si abbandona e lo si sostituisce con un altro sistema di credenze e pratiche. Affinch lindividuo si conformi ad un qualunque codice morali offertogli dalla societ,egli deve trovarvi una soluzione operativa dei suoi conflitti inconsci(originati dai desideri istintuali dellinfanzia). Tuttavia,in tempi recenti,la religione come istituzione sociale, stata soppiantata dalla scienza e dalla tecnologia:tuttavia,se vero che la religione ha profonde radici nella vita mentale,sembra impossibile che essa possa scomparire senza essere sostituita a doveresembra che un ruolo sostitutivo importante sia giocato qui dalla politica,e dai vari credo in questo ambito(ci evidente in alcuni Paesi estremisti come la Cina),con il risultato che nella societ senza religione,le tendenze inconsce hanno dato luogo ad una sorta di credo della politica e dei vari leaders. Tuttavia,ci non del tutto nuovo perch fin dal passatp,vi era una certa tendenza da parte dei popoli a deificare il capo/governatore(si pensi ai Faraoni in Egitto);lesperienza clinica ha sottolineato come chiunque venga considerato come pi anziano e in una posizione di saggezza superiore,pu inconsciamente rappresentare un genitore. Stante ci,qualunque burocrazia dovrebbe essere sia imposta dallalto che sostenuta dal basso,dove latteggiamento del popolo verso il suo governatore,affonda le sue radici nei desideri e conflitti edipici. Quanto pi unorganizzazione religiosa o un sistema politico si avvicinano ai criteri di forza,saggezza,bont,tanto pi costituiscono una riproduzione adulta della vita mentale dellinfanzia,dimenticato a livello conscio da molti adulti,ma in realt ancora attivo,che spinge a perpetuare linfanzia. Per quel che riguarda la politica e la religione, forte la tendenza a riprodurre la situazione infantile della famiglia nelle istituzioni adulte. Passiamo a considerare il tema della magia e della superstizione:oggi,in unepoca scientifica,il terminemagiadesigna un trucco o un fatto straordinario che finge di contraddire il senso comune di ognuno,cio la conoscenza pragmatica del mondo,e si pensa che solo i bambini possano rimanere meravigliati da un qualche gioco di prestigio;eppure,in gruppi sociali fondati su un credo scientifico,anche gli adulti attibuiscono poteri speciali ad alcune persone(si pensi agli oroscopi,al rivolgersi a presunti guaritori,e alla creduloneria in genere). Esolo recentemente che la scienza ha in buona parte soppiantato la superstizione,e questo compito era gi stato perseguito dai filosofi Greci di maggior rilievo,i quali contrapposero una visione razionale del mondo ad unaltra magica(sec.V a.C). Ancora oggi,tuttavia,il pensiero magico persiste:magia e superstizione sono definite come le conseguenze del credere che pensiero e parole di qualcuno,possano influenzare e controllare le altre persone e gli oggetti e,come la psicoanalisi ha scoperto,tutti i bambini attraversano una fase in cui credono che ci corrisponda a verit(lonnipotenza del pensiero). In parte questo fenomeno, sostenuto dalla funzione del linguaggio che il bambino raggiunge,e che gli consente in varia misura,di controllare lamabiente;in pi,i desideri dei bambini sono molto forti e generano fantasie che il bambino sente come reali:se i fatti del mondo reale contrastano con i suoi sogni,il bambino capace molto pi di un adulto di ignorare la realt spiacevole,e di far corrispondere la sua volont alla realt. Esolo gradualmente che il bambino impara a distinguere tra fantasia interna e realt esterna,quindi a compiere lesame di realt,ed anche quando tale capacit sia stata raggiunta,la tendenza a pensare in termini magici persiste ancora in varia misura. C unaltra caratteristica del pensiero infantile che riveste una parte importante nella magia e nella superstizione:tutti gli oggetti dellambiente,vengono dal bambino inizialmente considerati come dotati di pensieri,sentimenti e desideri,e tutta la natura animata,e tracce di questa credenza persistono anche in aree della vita adulta non magiche(credo religiosi animistici). Ripetiamo,le pratiche e le credenze religiose dipendono dallonnipotenza del pensiero,specie delle fantasie di desiderio e dalla concezione animistica della natura:esse sono spesso collegate agli aspetti dei desideri istintuali dellinfanzia,sebbene la relazione sia di natura inconscia. La magia assume spesso un ruolo rilevante nella religione;circa la superstizione, stato osservato come spesso la religione di un individuo rappresenti per un altro la sua suoerstizione;i bambini dai 6 anni in su sono attratti da ogni magia o superstizione(ad ex lo si pu osservare nel gioco che consiste nellevitare gli interstizi di un marciapiede),ed a questo proposito si pu supporre che per lo stesso rituale magico,il significato vari da bambino a bambino,sebbene esistano prove a favore di un significato comune. Per spiegare la superstizione,bisogna ritenere che i desideri ostili in questione suscitino senso di colpa,cosicch il pensiero inconscioDovrei essere punito per avere simili desideri cattivi,fa nascere la superstizione consciaSe pesto una fessura-che ha il significato inconscio e simbolico di gratificare i desideri cattivi- qualcosa di male mi accadr:per evitare la punizione/sfortuna,il bambino ricorre alla magia(evitamento degli interstizi),costringendo il fato a dargli la buona sorte. Lidea inconscia,non contiene nulla di magico di per s:Sono buono,mamma,cos so che tu non mi punisci unidea realistica,che riflette lesperienza e le aspettative del bambino;nella superstizione conscia e nel rituale magico,il genitore diventato il fato onnipotente ed onniscente,il cui favore potr essere conquistato con un comportamento che non ha alcun valore pratico e reale,poich il suo valore deriva dal pensiero inconscio del bambino;il rito magico dipende dai pensieri concernenti le paure e i desideri dellinfanzia,piuttosto che da unesperienza riferita al mondo reale. Unaltra superstizione diffusa quella concernente il numero 13:si tratta di una superstizione cristiana,e nella sua forma originaria consisteva nella convinzione che essere in 13 commensali a tavola portasse sfortuna,poich allUltima Cena erano presenti 13 persone(i 12 Apostoli e Ges). Unaltra superstizione cristiana quella che considera il venerd come giorno sfortunato:questo perch Ges venne crocifisso il Venerd. Ecomprensibile allora che un cristiano,per la colpa inconscia suscitata dall crocifissione,rispetti queste date e numeri. Non bisogna perdere di vista il fatto che,razionalmente parlando,il ragionamento conscio di qualsiasi superstizione erroneo. Piuttosto,sembrerebbe che poich durante lultima cena gli apostoli mangiarono e bevvero simbolicamente la carne ed il sangue di Ges,la questione sia sempre quella legata al desiderio istintuale ed infantile di uccidere e divorare il padre;da qui che,essere in 13 a tavola per un cristiano,simbolizzerebbe un desiderio parricida infantile ed inconscio,intriso di colpa e di paura;evitando lazione che simboleggia la gratificazione del suo desiderio cattivo,egli pu evitare anche la punizione/sfortuna corrispondente. In generale,sulle superstizione,qualunque sia il motivo per cui il soggetto si senta colpevole a livello inconscio,questo stato danimo pu dar luogo, a livello conscio,ad una sensazione irrazionale o inesplicabile di sfortuna che incombe,unaspettativa verificabile magicamente. Gli psicoanalisti che hanno avuto modo di analizzare pazienti consciamente preoccupati di contare o di altri rituali numerici,hanno osservato come queste attivit siano il risultato di una preoccupazione inconscia relativa alla masturbazione ed alle fantasie associate. Presagi e predizioni sullavvenire,rivestono una parte rilevante nella credenza superstiziosa:mago,astrologo,indovino sono personaggi associati alla mentalit popolare,e quasi ogni fenomeno naturale pu essere usato per fare predizioni(stelle,voli di uccelli,eclissi,vegetazione ecc),dove la superstizione consiste qui nel credere che chiunque o qualunque cosa abbia permesso il movimento e la vita di queste entit,al fine di comunicare ad ognuno che cosa si pu fare o meno;questa credenza deriva ancora una volta dallatteggiamento dei bambini verso i loro genitori. Il superstizioso che crede ai presagi e agli indovini,sembra essere inconsciamente ancora un bambino,che adotta un atteggiamento di obbedienza sottomessa ai propri genitori,desideroso di comprendere il loro volere e di obbedirvi per meritarne lamore ed aiuto. Coloro che credono nella religione,astrologia ecc,manifestano un atteggiamento amoroso ed obbediente verso i rappresentanti adulti dei genitori della vita infantile: Dio,sacerdoti,maghi,indovini;dallesperienza clinica si sa quanto latteggiamento di un bambino verso i genitori ambivalente. Passiamo a considerare aspetti della vita adulta dove u desideri ostili sono pi evidenti:qui gli atteggiamenti ed il comportamento conscio derivano soprattutto dai desideri antagonistici e di ribellione dellinfanzia ancora presenti nella vita aduta,sebbene in modo inconscio. Ci riferiamo al fenomeno generale che va sotto il nome diconflitto generazionale;con il metodo psicoanalitico emerso che la prima occasione di grave conflitto tra generazioni,non si presenta in adolescenza ma nei primi anni dellinfanzia,di solito nella fase edipica;i conflitti sono una seconda o terza visione delloriginale,dove i contenuti sono pressocch identuci;la cosa importante consiste nel fatto che una pate cos grande di ci che costituisce una ripetizione del passato,resta nelladulto a livello inconscio. Il comportamento adulto appare ad un osservatore esterno,come irrazionale,non collegato ai dati concreti delle situazioni,e ci pu corrispondere a verit:lo si pu comprendere nei termini del retaggio inconscio dellinfanzia,che costituisce parte importante per entrambe le generazioni. Nella generazione pi giovane,vi sono numerose prove del fatto che le ragioni consce addotte per criticare la generazione pi anziana non giustifica la severit manifestata dalla generazione giovane:deve esserci qualcosaltro per poter spiegare la passione dellattacco. Ancora una volta,sarebbero i desideri di gelosia e la volont omicida,che consentirebbero di riconoscere nel conflitto generazionale un fenomeno ricorrente ed universale. La generazione anziana motivata pur sempre da desideri inconsci derivanti dalla vita infantile,quale quello di identificazione con gli avi ritenuti ancora tanto onnipotenti,e che minacciano di distruzione o castrazione chiunque si ribelli alla loro autorit. Possiamo notare come n nei conflitti politici fra le generazioni nuove adulte ed i loro genitori,n nei conflitti familiari,irrazionalit e passione apparentemente inesplicabili possono attribuirsi ad una parte sola;entrambe le parti sono costituite da esseri umani,dominati da desideri del passato di cui essi sono solo parzialmente consapevoli,cio da desideri istintuali inconsci originatisi nellinfanzia. Passiamo adesso al tema della rivoluzione:ci che ha colpito di pi gli osservatori degli eventi politici in questera della rivoluzione, stata la frequenza con cui i rivoluzionari,raggiunto il potere politico,sono diventati come coloro contro cui si erano precedentemente battuti:lavversario della tirannia di ieri,divieneil tiranno di oggi. Sembrerebbe che alcuni rivoluzionari,siano mossi da un inconscio desiderio di divenire proprio come i governanti tanto detestati a livello conscio,e di occuparne la posizione,di esercitarne le prerogative:lorigine di tale desiderio,sembrerebbe affondare le radici nei desideri che hanno origine nei conflitti istintuali dellinfanzia:si pensi ai bambini che invidiano ed ammirano lautorevolezza dei propri genitori e desiderano sbarazzarsene per poterli rimpiazzare;con il passare del tempo questi desideri ribelli diventano inconsci,per poter evitare langoscia ed il senso di colpa,e nella vita adulta essi diventano una componente inconscia della motivazione alla ribellione contro lautorit ed alla rivoluzione violenta. Il rivoluzionario,mosso a livello conscio dalla preoccupazione per il bene comune e dagli ideali democratici, mosso inconsciamente dallammirazione ed invidia per i tiranni a cui si oppone,e dal desiderio di impadronirsi del potere che,in quel momento essi esercitano;quando vi riesce,egli tende a diventare come i suoi precedenti governanti,sebbene non abbia alcun desiderio conscio di farlo,ma anzi vi si oppone. La psicoanalisi aggiunge che sono i desideri isitintuali inconsci del singolo ad avere una parte rilevante,forse quella principale,nellindurre lindividuo a tradire i propri ideali riformisti consci,quando ha raggiunto il potere che cercava da rivoluzionario;gli esseri umani tendono ed essere conservatori nel loro orientamento politico,e ad essere irrazionali nel loro comportamento politico;dunque sia il conservatorismo che lirrazionalit che caratterizzano la politica,derivano dalla stessa origine inconscia,cio sono un retaggio dei conflitti istintuali infantili. Vi unaltra sfera dellattivit umana in cui i fattori psicologici sono molto importanti:il campo dellarte. Qual il ruolo della vita mentale inconscia nella psicologia dellarte? Quale parte hanno i processi mentali inconsci,in primo luogo nel processo di creazione o realizzazione artistica e nel processo di apprezzamento dellarte? Per rispondere a ci,bisognerebbe applicare il metodo psicoanalitico sia allartista che al pubblico;tuttavia,un analista spesso nella condizione di cogliere di sfuggita connessioni tra la vita mentale inconscia dei pazienti e le loro esperienze artistiche consce;meno spesso hanno la possibilit di indagare sistematicamente la relazione tra i due aspetti,e ancora meno spesso gli capita di poter analizzare un artista e quando questo si verifica,letica professionale gli impedisce di comunicare i propri reperti clinici. La maggior parte degli autori ha trattato degli artisti che non erano mai stati analizzati,basando le proprie conclusioni relative ai fattori inconsci,sui dati biografici disponibili e su altre prove di ordine storico(si pensi a Freud sui saggi su Leonardo da Vinci,1910);nonostante le difficolt,vi sono alcune generalizzazioni emerse nel corso degli anni,che sembrano essere valide e significative. Esaminiamo la letteratura:il rapporto tra fantasia e produzione letteraria era noto gi prima della nascita della psicoanalisi;questultima poi indag la vita della fantasia,poich sembra essrevi un collegamento tra fantasia e sintomi nevrotici;poi gli psicoanalisti si concentrarono sulle fantasie notturne(i sogni)e su quelle diurne(i sogni ad occhi aperti),dove questi ultimi hanno un forte legame con la produzione letteraria. Poich tanto la nevrosi quanto le composizioni letterarie creative erano collegate ai sogni ad occhi apertti,Freud(1908)cerc di usare questa connessione per far luce su certi aspetti della produzione letteraria creativa;grazie al suo lavoro,venne chiarito il fatto che gli stessi desideri e conflitti istintuali inconsci che rivestono un ruolo cos rilevante nella produzione di sogni e fantasticherie diurne,sono ugualmente responsabili della produzione letteraria,a dire che uno scrittore modellerebbe i suoi sogni ad occhi aperti e fantasie,in una forma che spera risulti interessante per gli altri. Lautore utilizza degli accorgimenti per adattare una sua fantasticheria ad un pubblico che egli desidera raggiungere,ed il nucleo della sua produzione letteraria,sono dati dal suo sogno ad occhi aperti che in generale,concerne i desideri non realizzati. Vi sono anche sogni ad occhi aperti spiacevoli e terrificanti ma,nella maggior parte dei sogni ad occhi aperti,i desideri consci sono consciamente gratificati;a questo proposito,il contributo della psicoanalisi consiste nellaver scoperto che anche i desideri inconsci,costituiscono unimportante fonte di sogni ad occhi aperti. Aggiungiamo che molti desideri istintuali infantili,restano insoddisfatti e spingono lindividuo a cercare di gratificarli(sebbene lindividuo non sia consapevole della loro esistenza ed ignori loggetto del desiderio):il sogno ad occhi aperti un modo per conseguire un certo grado di gratificazione. Ancora,i desideri consci della vita quotidiana,variano con il variare quotidiano delle situazioni,bisogni,impressioni,interessi;i desideri istintuali dellinfanzia persistono immutati nel corso della vita,pur sempre inconsciamente;ne risulta che mentre i nostri sogni ad occhi aperti mutano continuamente,come i desideri consci fanno,essi rimangono gli stessi poich riflettono le diverse sfaccettature dei desideri e conflitti inconsci. Dunque,come applicare la conoscenza dei sogni ad occhi aperti dei pazienti,alla psicologia delle produzioni letterarie artistiche? Possiamo dire che anche i sogni ad occhi aperti degli artisti,devono essere motivati almeno in parte,dai desideri istintuali infantili,ancora attivi nella loro mente(sebbene non ne sono consapevoli)e,poich i loro sogni ad occhi aperti costituiscono il materiale grezzo di ci che scrivono,dovrebbe essere possibile,dedurre qualcosa sul contenuto dei desideri infantili esaminando gli scritti dellautore. Colpisce il fatto che,in generale,i temi fondamentali della letteratura artistica adulta,siano gli stessi dei miti e delle fiabe,e quindi derivano anche essi dai desideri e conflitti istintuali dellinfanzia:per quanto un autore si sforzi di dissimulare tutto ci,egli,in quanto essere umano,non pu fare a meno di esprimerli in qualche modo. Per le altre forme darte non verbali,si fa pi complicato analizzarne i contenuti,dunque ci che si possono fare sono soprattutto ipotesi e speculazioni circale determinanti inconsce dei suoi sogni ad occhi aperti. Per un fatto soprattutto numerico,diviene pi semplice analizzare i moventi inconsci del pubblico che non dellartista,sebbene la reazione di un paziente ad una produzione artistica non in genere il nucleo principale delle sue associazioni;tuttavia,la sua reazione ad un prodotto dellarte perviene alla mente del paziente cos spesso da giustificare certe conclusioni,e affinch un lavoro letterario sia interessante,deve risvegliare e gratificare desideri edipici inconsci del pubblico. Limportanza dei temi della sessualit infantile in letteratura venne riconosciuta presto dagli psicoanalisti(Rank,1912),per essere poi confermata(Beres,1951,Wangh,1968). Concludendo possiamo dire che i tratti del carattere,gli hobbies,la scelta della professione,del partner,le fiabe,i miti,le leggende,la religione,la morale,la politica,la magia,la superstizione,i conflitti tra generazionimla rivoluzione,larte sono tutte cose che costituiscono un amio campione del funzionamento mentale normale;in tutti questi ambini,un ruolo importante svolto dai processi mentali inconsci che si originano dai desideri istintuali dellinfanzia,dalle paure,dal rimorso,dalle tendenze autopunitive a cui essi danno origine e dai conflitti psichici che emergono dal conflitto tra desiderio e paura. I desideri persistono poi a livello inconscio per tutta la vita,ed i conflitti a cui essi danno origine sono agiti in modo ripetuto varie volte in ogni area della vita mentale,normale o patologica,fino a quando la vita stessa termina.