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RONAGO '94 - N.

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anch'io,
come P. Ciuseppe,
con Maria.
missionario di Ces
Questa frase ci ha accompagnati durante il
mese di maggio, aiutandoci a riscoprire,
sull'esempio di Maria e di P. Giuseppe Ambro-
soli, che essere cristiani essere mandati, es-
sere missionari di una buona notizia accolta,
gustata, vissuta: il vangelo di un Dio che ci ama,
sempre e comunque!
Nelle nostre famiglie inizia questa esperienza,
matura questo compito, ci si apre a questa mis-
sione. Nelle famiglie, insieme, genitori e figli,
sono chiamati a scoprire sempre pi e meglio il
volto misterioso di Ges, quel volto che ci rivela
tutto l'amore di Dio per noi. Nelle famiglie, insie-
me, genitori e figli, sono chiamati a sentirsi mis-
sionari, portatori di quel Volto, attraverso il volto
stesso che la famiglia assume: un volto di unio-
ne, di fedelt, di gioioso e rispettoso amore, di
concreta solidariet, di partecipazione generosa
alla vita della comunit.
questo il messaggio che ho voluto arrivasse
in ogni casa, durante la visita alle famiglie, attra-
verso l'immagine del volto misterioso e incom-
pleto di Ges e della preghiera della missione,
che qui ripropongo: quel volto e quella preghie-
ra aiutino tutti a vivere meglio la nostra mis-
sione-testimonianza di cristiani.
DON SERGIO.
Signore,
ti sei Iidato di noi:
a noi hai dato il compito
di continuare il tuo gesto d'amore,
di realizzare quanto Tu hai insegnato
e iniziato.
Tu mandi noi
perche il mondo creda in Te
e si lasci salvare dal tuo amore.
Prendici per mano, Signore:
scuoti la nostra pigrizia,
vinci le nostre paure.
cambia il nostro cuore di pietra,
abbatti le nostre diIese
e le nostre chiusure,
rendici messaggeri trasparenti,
servitori Iedeli,
coraggiosi annunciatori
del tuo Regno.
Maria, Pellegrina della Fede,
sostieni il nostro cammino
di testimoni del Vangelo.
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RONAGO '94 - N. 3
Le giornate eucaristiche
EUCARISTIA
SORGENTE
DELLA CARIT
Da giovedi 2 a Domenica 5 giugno
Programma:
Giovedi 2
- ore 16.00 Esposizione dell'Eucaristia e
adorazione
Sono invitati in particolare i ragazzi
delle elementari e delle medie.
- ore 17.00 Turni di adorazione individuale
- ore 19.30 Confessioni
- ore 20.00 S. Messa e meditazione
guidata da don Angelo Epistolio,
direttore della Casa Anziani di Uggiate.
Venerdi 3
- ore16.00 Esposizione dell'Eucaristia e
adorazione
- ore 17.00 Turni di adorazione individuale
- ore 18.00 Recita della lode Vespertina
- ore 19.30 Confessioni
- ore 20.00 S. Messa e meditazione (d. An-
gelo)
Sabato 4
- ore 16.00 Esposizione dell'Eucaristia e
adorazione
Sono invitati in particolare le classi supe-
riori
e i giovani.
- ore 17.00 Turni di adorazione. Confessio-
ni.
- ore 18.00 Recita della lode vespertina
- ore 19.30 Confessioni
- ore 20.00 S. Messa e meditazione (d. An-
gelo)
DOMENICA 5
FESTA DEL CORPO E SANGUE DI CRI-
STO.
- ore 7.30 S. Messa
- ore 10.00 S. Messa
Segue, per tutti, l'adorazione eucaristia;
alle ore 12.00 recita dell'ora media
e riposizione.
- ore 20.00 Lode vespertina e processione
eucaristica
(Percorso: v. P.E. Fontana, v. Serafino, v.
Bellaria, v. Ambrosoli, v. Milano).
Si invitano i bambini che hanno ricevuto
la prima Comunione (3 elementare)
ad essere presenti con l'abito bianco.
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Domenica 12 giugno
GIORNATA DELLA CARIT
In cosa consiste...
una giornata finalizzata a riflettere e a ve-
rificarci insieme circa la capacit di vivere la
carit come caratteristica dominante della
vita di ogni giorno.
un'occasione per sensibilizzare tutta la
comunit parrocchiale al tema della carit e
alla presa di coscienza che essa non
compito solo di alcuni (singoli o gruppi), ma
dovere primario di ogni battezzato.
Chi l'ha voluta...
La proposta di questa giornata viene diretta-
mente dalla Caritas nazionale e in particola-
re della Conferenza episcopale italiana, che
invita tutte le comunit cristiane ad assimila-
re e tradurre in pratica, in questi anni 90, il
documento "Evangelizzazione e testimo-
nianza della carit".
Come prepararci...
A iniziare daIIe giornate eucaristiche (2
5 giugno) avremo l'occasione di riflettere e
pregare riscoprendo come la Carit trova la
sua origine nell'Eucaristia.
NeIIa settimana daI 6 aI 12 si terranno al-
cuni incontri specifici per i gruppi parroc-
chiali e precisamente:
- per il gruppo anziani: mercoled 8 ore
14.30
- per i catechisti: mercoled 8 ore 20.45
- per le famiglie: venerd 10 ore 20.45
Nel frattempo i giovani attraverso gli incontri
dei luned del mese di maggio hanno tradot-
to le loro riflessioni in una mostra che sar
proposta a tutti come stimolo e invito alla ri-
flessione.
Il programma...
DOMENICA 12 giugno:
prevista l'animazione delle diverse Messe
da parte del gruppo Caritas e l'allestimento
della mostra presso la piazza della chiesa.
Anch'io ho un sogno. il volontariato di tutti
Abbiamo tutti bisogno di crescere, di cambiare e di
abbandonare la ricerca del benessere a tutti i costi e
del potere Iine a se stesso, per praticare la giustizia e
la verita. Puo sembrare solo utopia, sogno. Ma e l'uni-
ca strada per recuperare il rispetto di noi stessi e degli
altri. Anch'io ho un sogno che mi accompagna nella
vita e che sembra andare in direzione opposta a quan-
to ho sempre Iatto e dichiarato. Sogno che scompaia il
volontariato come impegno di pochi. Non ha senso
che ci siano dei gruppi ristretti, dei movimenti, delle
persone che si occupino per tutti gli altri, dei problemi
di coloro che vivono in situazione di diIIicolta. La so-
lidarieta non puo essere l'atteggiamento di pochi, ne
una delega ad alcuni. E una regola per tutti. Se siamo
cittadini e membri di una comunita dobbiamo essere
tutti dei 'volontari'. Il mio sogno e che la nostra vita
non sia Iatta di gesti eccezionali e straordinari, ma di
atteggiamenti normali ed autentici. Accogliere una
persona in diIIicolta, assistere un malato, occuparsi
del proprio paese, del quartiere, del territorio, della
parrocchia, della vita sociale, dell'educazione dei Iigli
e dei giovani, signiIica semplicemente essere cittadini
di una societa 'umana'. Se continueranno a sussistere
da un lato i volontari della solidarieta` e dall'altro gli
indiIIerenti del quotidiano` ne usciremo tutti sconIit-
ti, ne uscira sconIitta la comunita tutta. In questo sen-
so, pur apprezzando e stimando molto importante e
utile l'opera dei gruppi di volontariato, mi auguro che
la loro azione contagi anche tutte le altre persone, di-
venti scelta quotidiana di tutti.
(da LUIGI CIOTTI, Chi ha paura delle mele marce?
Giovani, droghe, emargina:ione..., SEI, Torino 1992,
pag. 168-169).
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SpeciaIe missioni
La nostra Africa
Popolazione 682 milioni di ab.
SuperIicie 30.325.416 kmq
Densita 22 ab/kmq
Incr. demograIico annuo 2,9 per cento
AnalIabetismo 52 per cento
Mortalita inIantile 95 per mille
Vita media 53 anni
Tasso di Iertilita 6
Non finiremo mai di ringraziare il Signore
per la bellissima e profonda esperienza
che ci ha permesso di vivere, dal 7 al 13
aprile, in Uganda, nella missione di Kalon-
go in occasione della traslazione della sal-
ma di P. Giuseppe Ambrosoli. n quelle
giornate cos ricche di significato tuttavia
non eravamo solo noi presenti, bens tutta
la comunit di Ronago che noi abbiamo
voluto rappresentare. Ed per questo mo-
tivo che ritengo utile riproporre a tutti la
cronaca delle due giornate centrali (9 e 10
aprile) le giornate del ritorno festoso di P.
Giuseppe tra la sua gente. Seguono poi le
ultime, purtroppo tristi notizie che ci sono
giunte dopo il nostro ritorno, unite anche a
proposte concrete di impegno per soste-
nere la missione e l'ospedale di Kalongo.
Sono certo che agli appelli di P. Egidio,
delle Suore e della gente di Kalongo, non
resteremo sordi; troppo forte il vincolo
che ci lega a loro: in quella terra c' parte
della nostra terra; tra quella gente c' uno
di noi che ha dato tutto per amore e che
ora aspetta di essere seguito da tanti altri
che sentono vivo nel cuore l'invito di Cri-
sto: "qualunque cosa avete fatto a questi
miei fratelli l'avete fatta a Me".
DON SERGIO
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Kalongo, Sabato, 9 aprile 1994
Gia da sei mesi la popolazione dell`Uganda e in particolare il popolo acioli e stato preparato spiritual-
mente per il ritorno di Padre Giuseppe. Un quadro con la sua eIIigie e stato Iatto girare in tutte le 52
cappelle della missione e tutti, cattolici e protestanti, sono andati a vederlo, cosi come Lui ha amato e
aiutato tutti, senza distinzione. Oggi, Iin dal mattino presto, Kalongo e in Iermento. E un'alba di grande
attesa. I bimbi della Ambrosoli Memorial School corrono ad indossare la divisa gialla e blu. Le ostetri-
che si aggirano indaIIarate, nell'abito azzurro e bianco. Tutti indossano la loro tenuta piu bella, anche se
povera, e incontrandoci ci sorridono e ci ringraziano di essere venuti. Suggellano il loro aIIettuoso ben-
venuto con una stretta di mano e con un chiaro "AIoyo Matek", un'esclamazione che esprime il saluto,
l'augurio, l`accoglienza, il ringraziamento. Gli stessi sentimenti che in tanti ci chiedono di portare ai suoi
Iratelli, ai suoi Iamiliari.
Nel Irattempo, presso il cortile della casa dei Padri, un gruppo di almeno 40 persone, tra cui ostetriche e
inIermiere, sale sul cassone di un grosso camion. Hanno tra le mani piccole corone e una croce, Iatte da
loro con i petali di Irangipane. Partono subito per andare incontro a Padre Giuseppe a Kitgum, sul per-
corso Ira Lira e Kalongo. Noi ci attardiamo ancora un po' nel villaggio, per cogliere tutte le espressioni,
tutte le sIumature di questa attesa. Padre Ambrogio ci comunica che una staIIetta partira in moto: quan-
do saranno vicini, le campane di Kalongo suoneranno, come sempre avveniva ad ogni rientro di Padre
Giuseppe dall'Italia e da qualsiasi altra sua assenza. Come e avvenuto quando la scuola ostetriche e ri -
tornata dall'esilio di Angal.
Al segnale, ma anche molto prima, tutti si ritrovano sulla rotonda all'ingresso di Kalongo. Sono le 11 del
mattino e il momento e molto solenne. Sulla pista polverosa vediamo avanzare l'ambulanza bianca
dell'ospedale: il lampeggiante e i Iari sono accesi. E seguita da una jeep e dal camion, da cui spuntano
teste impolverate e rami di alweto (l'albero del benvenuto).
Si Ierma alla rotonda: tutt'intorno la Iolla, i bambini, le ostetriche, le suore, le inIermiere, i cantori Ianno
ala e cerchio. Padre Ambrogio, in processione con gli altri sacerdoti e i chierichetti, si Ia incontro a Pa-
dre Giuseppe e lo accoglie. Anche una donna, staccatasi dal gruppo, si Ia avanti esprimendo, con una
danza silenziosa e molto toccante, i sentimenti di tutto il popolo.
La semplice bara di legno chiaro, su cui poggia la stola simbolo del sacerdozio, viene quindi portata a
spalle Iino alla chiesa, accompagnata da canti composti appositamente per Padre Giuseppe, da canti che
non hanno bisogno di alcun commento: "Giuseppe, dono di Dio, hai dato la tua vita per noi e noi ti rice-
viamo con gioia"- "Sei morto in Uganda come sacerdote, medico e missionario"-. Cantando, agitavano
Ira le mani i rami di alweto. nel corteo, composto, solenne e lunghissimo, c'erano tutti: dai lattanti agli
anziani, alle donne incinte, ai ciechi, agli storpi, ai poliomielitici. Inevitabilmente il nostro pensiero e
andato ad un altro Iestante benvenuto, ad un altro ingresso, di circa duemila anni Ia.
Il Ieretro viene poi deposto nella chiesa. Accanto c'e la IotograIia sorridente di Padre Giuseppe, ci sono i
Iiori, le candele, ma soprattutto il calore della sua gente. Padre Ambrogio, benedicendo la salma, pro-
nuncia anche queste parole: "Oggi per noi non e un giorno di lutto, ma di gioia, perche Padre Ambrosoli
e tornato a casa!. Lui dal Paradiso era gia con noi, ma adesso lo potremo andare a trovare tutti i giorni.
Adesso e ed ha accanto le suore e i padri che hanno lavorato e pregato con lui, le inIermiere, le allieve, i
cristiani che hanno soIIerto e lottato per conservare tutto questo". E qui e giusto ricordare il nome di
Gino Owing, che per ben tre volte ha rischiato di essere ucciso per aver diIeso e salvaguardato la mis-
sione e l'ospedale, dopo l'evacuazione.
C'e il canto Iinale: "Ambrosoli, salvatore delle anime e della vita, Ambrosoli, dottore e sacerdote. Possa
Dio benedire la tua anima per sempre. Tutta la gente d'Uganda non dimentichera mai quello che hai Iatto
per loro". Il canto Iinisce e, nella chiesa stracolma di gente, il piu grande silenzio. Ha inizio la veglia,
che durera Iino a tarda sera, con un'alternanza ininterrotta di canti e preghiere in acioli e in inglese. Un
ragazzo poliomielitico, entrato in chiesa strisciando sulle ginocchia, e rimasto li in un angolo per ore.
Cosa avra pensato, cosa avra chiesto? Donne e uomini, bimbi e anziani sostano in preghiera davanti alla
bara, immobili in ginocchio. Qualcuno posa qualche suo oggetto sul legno chiaro e poi lo ritira. Ma non
se ne va subito. Si accovaccia per terra, a lato di Padre Ambrosoli e li continua la sua preghiera, come se
stesse parlando ad un amico, ad un amico che lo ascolta.
Per onorarlo, sono arrivati da ogni parte: da Matagni, da Gulu, da Aberre, da Moroto, da Lira, da Moru-
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lem, da Kampala, da Omy-anima (questi ultimi, un gruppo di circa settanta persone, hanno percorso a
piedi, cantando, oltre 60 km e trionIalmente sono entrati in chiesa, portando il loro omaggio a Padre
Giuseppe: "Riceviamo con gioia il dono che Dio ci ha Iatto. Cristiani tutti, venite e vedete le opere del
Signore". Una suora aIricana ha detto: "Padre Giuseppe adesso e vicino al Signore. Chiediamogli le gra-
zie di cui abbiamo bisogno perche, cosi come ci ha aiutato prima, dando anche la sua stessa vita, ora che
e vicino a Dio senz'altro ce le otterra". La Iatica, il mal di piedi, la sete di chi ha camminato per poter es-
sere qui, sono stati oIIerti al Signore per la pace in AIrica.
Quando a sera, insieme alle suore ci rechiamo ancora in chiesa da Padre Giuseppe, gli inni aci oli e gli
inni liturgici, il rosario, le preghiere spontanee si susseguono senza posa, in un clima di grande raccogli-
mento, in un'atmosIera molto intensa. Anche le suore e noi abbiamo unito la nostra voce, cantandogli un
"Quando bussero" il cui testo, ai miei orecchi, non ha mai trovato una aderenza cosi totale come con Pa-
dre Giuseppe.
Kalongo. Domenica, 1 aprile 1994
Fin dal mattino presto, Kalongo e pronta ad accogliere tutti. Con Padre Pazzaglia, Suor Fausta ed
un'altra sua consorella che arrivano dal Karamojong, ci dirigiamo verso la pista dell'aereo. Fra poco do-
vrebbero arrivare il vescovo di Gulu, Mons. Martino Luluga, e il Nunzio Apostolico. Mentre aspettiamo,
Padre Pazzaglia ci oIIre ulteriori testimonianze sull'attivita dell'ospedale di Kalongo, ma soprattutto sul-
lo spirito evangelico con cui Padre Giuseppe ne ha portato avanti l'attivita, insieme a tutti i suoi collabo-
ratori, promuovendo lo spirito di accoglienza e di amore verso ciascun malato, creando obiettivi di lavo-
ro e di promozione umana e proIessionale anche per la gente di qui. Il piccolo aereo con a bordo il Nun-
zio Apostolico, atterra. Si Ia subito loro incontro Padre Egidio che li accoglie a nome di tutta la comuni-
ta. Di li a poco arriveranno anche l'ambasciatore, le autorita militari, quelle politiche e governative, tra
cui la Sig.ra Betty Begombe, ministro in carica per questa zona. Come osserva giustamente Suor Cateri -
na, dalla terra e dal cielo si sono mossi tutti per lui. E tutti convergono verso il grande prato antistante la
chiesa dove la bara e stata posta. Le Ia corona una Iolla immensa di gente: le due ali, riparate da una
lunga tettoia di paglia, sono riservate agli ospiti e alle delegazioni rappresentative dei vari gruppi, com-
presi quelli che animeranno la Messa, mentre tutto il resto dello spazio e pieno di gente semplice (catto-
lici, protestanti, musulmani) che per ben quattro ore se ne sta li, sotto il sole. Grappoli di bambini, per
poter vedere, se ne stanno immobili sui rami degli alberi.
Ha inizio il discorso introduttivo di Gino Owing che spiega chiaramente le ragioni per cui hanno voluto
che Padre Ambrosoli tornasse a Kalongo. Riassume commosso i sentimenti del popolo, dopo l'evacua-
zione dell'ospedale. "Abbiamo avuto grande paura, non avevamo piu nessuno accanto a noi. Siamo ri-
masti orIani, il dottore non c'era piu. Le sole medicine che avevamo erano il Vangelo e la preghiera. Ci
siamo riuniti in gruppo per Iarci Iorti, perche non avevamo nessuno".
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Comincia la Messa, concelebrata all'aperto dal Vescovo, dal Nunzio e da tutti i sacerdoti presenti, com-
preso il nostro Don Sergio. Dai lati si staccano due gruppi: uno di bambine e uno di ragazze. Le prime
sono vestite da angioletti, le seconde indossano una tunica variopinta. Saranno loro, con la danza delica-
ta e ritmica, ad animare il momento del "Gloria" e a portare all'altare il libro del Vangelo.
Segue poi l'omelia del Vescovo: "La liturgia che celebriamo oggi e una liturgia pasquale ed e quindi par-
ticolarmente adatta per questo giorno. Gesu non e piu Ira i morti, ma vive! Vogliamo percio seppellire
Padre Ambrosoli con il pensiero di Cristo Risorto. Padre Giuseppe e stato battezzato, e andato a scuola,
ha studiato. E diventato medico per guarire i corpi, sacerdote per salvare le anime. Voi, anziani di Ka-
longo, sapete meglio di me quello che lui ha Iatto per voi. Il suo lavoro, il suo servizio sono conosciuti
in ogni parte d'Uganda e anche Iuori dall'Uganda. Le capacita che aveva ricevuto dal Signore le ha mes-
se a servizio di tutti, dei piu poveri, dei piu soIIerenti. E l'ha Iatto con grande umilta, senza orgoglio. Le
ha semplicemente donate. La persona che ora e qui, davanti a noi, ci aiuta a guardarci dentro, a capire
chi siamo. Il mio pensiero e che dobbiamo ringraziare il Signore per questo dono grandissimo che ci ha
Iatto. Un dono per noi, per la Diocesi, per l'Uganda intera. Un dono che ci ha aiutato in modo cosi mera-
viglioso. Voi, gente di Kalongo, dovete esserne i testimoni! Ringrazio i suoi genitori, ringrazio Ronago -
la gente e la parrocchia - che ha mandato il suo parroco, qui, oggi. Il loro Iiglio e venuto in mezzo a noi
e qui ha trovato la sua casa. Noi non lo dimenticheremo mai e vogliamo che rimanga qui, in mezzo a
noi. Qui risorgera nell'ultimo giorno. Ringrazio i Comboniani (era presente anche Padre Elia, Superiore
Provinciale) perche hanno Iatto si che Padre Giuseppe venisse qui. Il lavoro che lui ha cominciato non
deve Iermarsi, ma preghiamo aIIinche continui e vada avanti, non soltanto qui a Kalongo, ma in tutta la
Diocesi. Ringrazio i governanti, i capi politici e dell'esercito che sono venuti. Quando i missionari sono
arrivati qui, e il mio pensiero va anche a Padre Malandra, il governo ha accettato la loro proposta e li ha
lasciati, perche ha capito che il loro lavoro era prezioso per la popolazione. Ringrazio il ministro Be-
gombe per tutto quello che ha Iatto quando si era nei problemi per ricominciare, per riaprire l'ospedale.
Ringrazio il Papa per la testimonianza attraverso la presenza del Nunzio. Non pensate che sia davvero
una cosa grande? Il suo testimone qui, per questo evento! Questo signiIica l'amore che il Papa ha per
voi. Gesu e in mezzo a noi, e c'e anche il testimone del suo rappresentante sulla terra. Preghiamo per il
Papa, preghiamo per il Sinodo che si apre oggi a Roma. Preghiamo per l'AIrica, perche Dio susciti tanta
Iede, la stessa Iede con cui Padre Ambrosoli e venuto Ira noi. Ringrazio Padre Tocalli per essere qui a
continuare l'opera di Padre Giuseppe. Possa il suo lavoro portare tanti Irutti, ma noi dobbiamo togliere le
spine dal nostro campo, dobbiamo arare e preparare perche la semina trovi il terreno giusto".
Quando il Vescovo conclude la sua omelia, moltissimi si preparano a pronunciare la preghiera dei Iedeli.
Il primo e Gino Owing che prega aIIinche l'insegnamento e il dono di Padre Giuseppe non cada nel vuo-
to, ma trovi posto nel cuore di tutti. E poi la volta di un esponente del governo, di Suor Lea Zandonella,
di un catechista ammalato di Aids, di un uomo di Kitgum che ha una Iiglia suora, del Vescovo protestan-
te: 'Tu, Signore, che conosci la vita di ogni uomo, che sai tutto, portalo nella casa dei Santi, portalo in
Paradiso e con lui porta anche noi, quando avremo terminato il nostro cammino. Un uomo della tribu
Lango: "Donagli la vita eterna, non permettere che il suo operato si Iermi, ma che vada avanti per la sal-
vezza dei corpi e delle anime".
Dopo la Comunione, distribuita da sette sacerdoti, la Messa si e conclusa con un breve riassunto della
vita di Padre Giuseppe, letto in lingua acioli da P. Ambrogio. Ecco che poi un gruppo di donne, apposi -
tamente abbigliate, si avvicina al Ieretro e da inizio alla tradizionale danza Iunebre acioli, la danza che
viene tributata ai grandi, al re. Si protrae per circa dieci minuti e la gente, li attorno, non resiste. In tan -
tissimi si uniscono al gruppo di donne, maniIestando cosi, nella pienezza e nel calore delle loro tradizio-
ni, il proprio omaggio a Padre Ambrosoli. Il corteo si e quindi avviato verso il cimitero. Grazie alla pro-
posta di SeraIino, per il primo tratto abbiamo avuto noi l'onore di portare sulle spalle le spoglie mortali
di Padre Giuseppe. Mai, come donna, avrei osato immaginare di potergli rendere questo omaggio, e so-
prattutto mai, io che l'ho conosciuto cosi poco, che quando lo incontravo di sIuggita non riuscivo a do-
mandargli niente per non rubargli quel poco tempo che passava qui, assorbito da mille impegni, io che
lo ricordo presente alla veglia del Sabato Santo 1983, quando abbiamo battezzato il nostro Andrea, mai
avrei immaginato di poter avere questa grazia e questo onore. Impossibile descrivere l'emozione di quel
momento. Per il resto del percorso, sulla strada rossa, il Ieretro e stato portato dai sacerdoti aIricani ed
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europei, insieme. Al cimitero, tutti si sono stretti attorno alla tomba. Da casa, mischiata con quella
dell'orto della mia inIanzia, avevo portato una manciata di terra, simbolo e presenza di tutto Ronago, dei
suoi Iamiliari, di tutti quelli che l'hanno conosciuto e amato. Padre Ambrogio ha spiegato in lingua acioli
questo gesto mentre la terra di Ronago scendeva accanto a Padre Giuseppe. Un gesto che mi era stato
suggerito dal cuore, ma che laggiu ha assunto un signiIicato molto piu grande, soprattutto agli occhi del-
la gente semplice, del popolo Acioli, che penso gli abbia attribuito valore di unione e condivisione quasi
nuziale con la terra d'AIrica, la stessa terra che, spiritualmente e materialmente, abbiamo portato con
noi, raccogliendola li dove lui riposa.
La bara viene calata nella Iossa e, incrinato dal pianto, un canto dolcissimo si leva: "Dio Iaccia riposare
la tua anima per sempre nella pace", accompagnando la pioggia di centinaia di petali di Irangipane che
mani Iemminili spargono su di lui. Anche qui, impossibile parlarne. Una Iiumana di gente si e poi diretta
verso l'ospedale, dove la statua di Padre Giuseppe e stata benedetta. Quando il drappo che la ricopriva e
caduto, si e Iatto un grande silenzio. Poi, pian piano, tutti, Iino a sera e anche il giorno dopo e chissa...
anche per tutti i giorni dopo, piccoli e grandi, donne e uomini, si sono avvicinati e avvicendati per tocca-
re, baciare, accarezzare il monumento che lo raIIigura con un bimbo tra le braccia e un anziano che lo
guarda. Vedo le loro mani "impossessarsi" della statua e penso che il colore del bronzo e quasi uguale al
colore della loro pelle. Sembrano una cosa sola. Secondo il desiderio unanime, la statua e collocata li,
nel cortile dell'ospedale, davanti alla sala operatoria e alla maternita, cosi che tutti, ammalati e medici,
suore e sacerdoti, partorienti e ostetriche, allieve ed inIermiere lo incontrino nel loro andirivieni quoti-
diano. Lui guarda a loro e loro guardano a Lui, per trarne Iorza ed esempio.
La giornata, carica di emozioni, si e poi conclusa ritrovandoci ancora sul sagrato dove sono stati pronun-
ciati una serie di discorsi che hanno messo in luce le grandi doti umane, cristiane e proIessionali di Pa-
dre Giuseppe. Lui, cosi umile e schivo, e stato commemorato dalle diverse autorita ecclesiastiche e go-
vernative, dai sacerdoti e dalle suore che hanno condiviso la sua scelta, il suo lavoro e la sua testimo-
nianza. Lui che, come ha detto Suor Lea, ha saputo apprezzare e valorizzare il lavoro e il contributo del -
le donne e delle suore, lui, che avrebbe teneramente disapprovato tutti questi onori, lui che ora appartie-
ne a Dio, a Kalongo, ma anche alla Chiesa e al mondo intero, e stato inIine commemorato anche da noi
che abbiamo capito li, Iino in Iondo, il messaggio e l'eredita di questo nostro concittadino. Un messag-
gio ed una eredita che non dimenticheremo. Che portero ai miei Iigli, che porteremo a Ronago aIIinche
altri nostri giovani li raccolgano e li vivano, li continuino nella loro patria e, se Dio lo vorra, anche nella
bellissima e tormentata terra d'AIrica. Una terra bagnata dal sangue dei martiri e di tante vittime inno-
centi. Una terra a cui tanti, tantissimi "chicchi di grano" si sono donati e in cui sono morti, portando
Irutto. Frutti come quelli che abbiamo visto a Kalongo, Irutti che non moriranno mai. Proprio in quei
giorni, il Rwanda stava vivendo l'inIerno. A Kalongo, invece, Dio e Padre Giuseppe ci hanno Iatto trova-
re e gustare un pezzo di cielo, mettendoci nel cuore l'ardore di Emmaus. Sta a noi, adesso, tenere accesa
e viva questa Iiamma, sta a noi moltiplicarla.
ANNA B.
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SpeciaIe missione
KALONGO: QUALE FUTURO?
Preoccupa:ione dopo le ultime allarmanti noti:ie.
Kalongo, 8/5/94
Carissimo,
Pace e Bene nel Signore Risorto. Ti scrivo que-
sta lettera per metterti al corrente della situazio-
ne in cui versiamo ora qui a Kalongo, onde an-
che tu possa pregare per noi e con noi Maria, la
Madre della Pace. II Signore ci ha Iatto il grande
dono di aiutarci a riportare Ira noi la salma del
caro Padre Giuseppe Ambrosoli il 10 aprile scor-
so; in questo momento egli consola il nostro do-
lore e si erge come segno di speranza nel buio
che ci avvolge. Il 5 maggio scorso (tre giorni Ia)
la nostra Ambulanza, con la Croce Verde e il
nome di Kalongo Hospital ben in vista, passava
da quella strada dove il 20 Iebbraio scorso i "ri-
belli" (o meglio i ladri-assassini che si oppongo-
no al governo attuale) avevano Iermato un no-
stro Padre con due Suore aIricane e avevano
dato Iuoco alla macchina. Improvvisamente
dall'erba sono partite raIIiche di mitra che hanno
Ierito alle gambe un Padre di Kalongo (P. Dutto
Antonio) e il nostro autista. Illesi per miracolo il
giovane chirurgo Dr. Luca e la moglie Claudia...
Passato lo spavento, il dott. Luca chiese ai ribelli
di occuparsi dei Ieriti e gli risposero:"che muoia-
no pure!!". Poi hanno portato nel bosco la giova-
ne coppia per alcuni Km, Iecero loro una lezione
di Catechismo... e li rilasciarono senza Iar vio-
lenza (sia benedetto Dio) a Claudia. Circa un'ora
dopo transito un altro Padre (P. Pazzaglia Tarci-
sio) che trasporto i due Ieriti all'Ospedale di Kit-
gum ove giacciono tuttora con prognosi riservata
alle gambe Ierite.
Osservazioni:
- la violenza brutale di questi assassini sta viran-
do di qualita: hanno sparato a vista, senza vedere
chi c'era nell'auto.
- Visto il Missionario Ierito non chiesero scusa
come nel passato, non ebbero pieta e dissero:
"che muoia pure..."
- Hanno bruciato l'Ambulanza ben riconoscibile
come Auto dell'Ospedale.
- Il Governo e impegnato al nord verso il conIi-
ne del Sudan e al sud verso il Rwanda: ecco per-
che ha meno soldati da impiegare nel nostro ter-
ritorio per mantenere l'ordine. Ecco perche ha
tolto anche il grosso contingente militare che ci
ha protetti per 5 anni.
Da tutto questo potete comprendere la nostra an-
sia per il Iuturo. Kalongo ha ora una pista aerea
per voli di emergenza: (l'aereo Iu chiesto anche
per il 4 o 5 maggio, ma purtroppo la compagnia
aerea non pote concederlo per quelle date, sicche
la macchina di Kalongo si mise in viaggio visto
che nei giorni precedenti tutto era tranquillo)
Mantenere gli approvvigionamenti necessari da
Kampala con il camion (materiali vari, combu-
stibile ecc..) puo diventare un problema logistico
grave. Gli autisti sono persone umane come me
e te ed hanno paura davvero ora... Se poi brucia-
no il camion, trovarne un altro richiede decine di
milioni di lire e mesi e mesi di attesa per averlo
pronto con esenzione tasse e targa. Il Governo
proteggera davvero il nostro Ospedale in modo
serio e stabile, come Iece negli anni precedenti?
Ecco, carissimo, alcuni dei sentimenti e proble-
mi che stiamo aIIrontando in queste ore e giorni.
Ti preghiamo, aiutaci con la preghiera, aIIinche
Dio compia il miracolo di cui abbiamo bisogno
per continuare l'opera di amore iniziata dal no-
stro P. Giuseppe Ambrosoli.
Con aIIetto
P. EGIDIO TOCALLI
10
RONAGO '94 - N. 3
SpeciaIe missione
Anche noi "generatori di Iuce" ?
Kalongo, 3/5/94
Carissimo Don Sergio,
ho saputo con gioia che il vostro rientro e stato sereno.
Prima che partiste abbiamo parlato della diIIicolta continua di trovare i Iondi, anno dopo
anno, per mandare avanti questa meravigliosa opera iniziata da P. Giuseppe, Iiglio di Rona-
go!
Vi dicevo che cerco di dividere i moltissimi "PROGETTI" onde non gravare sempre sulle
stesse persone. Tu mi hai detto della tua disponibilita a riceverne uno per aiutarci poi col
passare dei mesi. Da poco ci e arrivato un nuovo generatore di corrente di 98 kw che sosti-
tuisce il vecchio, piu piccolo e ormai incapace di reggere al carico della luce, autoclavi, rag-
gi x, distillatori ecc. Mi e arrivato anche il conto: 20 milioni! - 1.500.000 la spesa a Thiene;
3.000.000 pezzi di ricambio per aggiustarlo, essendo caduto giu dal camion in Kenia (!) a
motivo di uno scontro; 2.000.000 per trasporto e tasse governative. Ho Iatto con SeraIino
Cavalieri una Ioto (vedi sotto).
Potresti tu Iarne un progetto per il 1994-95 e piano piano raccogliere i Iondi dalla popolazio-
ne di Ronago, in modo che sia davvero "vostro"? Pensateci con calma e - se potete - grazie
di cuore! Qui la Iame, la poverta mi obbligano a curare quasi gratis la maggior parte di que-
sti poveri malati: oIIerte raccolte grazie agli appelli del Settimanale e Provincia ora sono una
benedizione.
Resto dunque in attesa e Iin da ora vi aIIido alla gioia e benedizione del caro P. Giuseppe.
Dall'altare mi saluterai poi tutti gli amici di Ronago.
Con tanto aIIetto
P. EGIDIO
Lanciamo da queste pagine
la proposta di P. Egidio: co-
loro che sono disponibili a
dare una mano possono di-
rettamente consegnare il
loro contributo in casa par-
rocchiale specificandone la
destinazione: "Generatore
corrente - Kalongo". Grazie
fin d'ora a quanti sosterran-
no questo progetto.
11
RONAGO '94 - N. 3
Poesia
Mutu la sura i culin
che cunIinan cul Tisin,
cum'e '1 Ius puturaa
ghe 'n bel paesin che sa ciama Runach.
Chie vegn Io dal varcu dal Marcett
a 'ncuntra subit un bel toc da stu paeset
cun la curt da sura e da sota
e la Iuntana par bevan na gota
'ndue 'n quei vugn Ia 'nca mo 'l vin
i bel e capii: l'e Runaghin.
A pasa '1 punt e a Ia quatar pas
ta rivat in centru 'n due ghe Irecas
tut i butec ian Ia so li
par mia Ia Iadiga a crumpa mangiaa e visti.
E dala Bastasena a riva Iina in piaza
a ghe tri curt cun 'na bela Iacia,
quela dal Foia, Iorzi la puse bela,
quela di Bianc cunt un toc urmai 'na a rela
e, prima dal lavatoi vec, quela dal Tugnela.
In piaza ghe dal paes ul cor e '1 mutur,
gesa, municipio, posta, scol e dutur,
l'e li che sa trovum tut unii
in di mument impurtant religius e civil.
Se ta vet in la par na a Vugia da lena bona
ta vegnan incuntra Merlena e Lampona
in due, dopu i curt di Scalet e di Lambrugh,
ghe la strada che mena a l'Arzia sicur.
E prima da lasa '1 cunIm dal paes
rivaa li sol dos: ma che surpres!
Generus, Sass Gurdona e Bisbin ta po vide
se duma pa 'n mument ta sa voltat indree.
Se po sa gira par na so vers al bosc
sa incuntra ul Dusell, e dopu un bel Ios
che a sultal via e 'nda 'nanz un toch
ta rivat al SeraIin e a Runch in un bot.
Da chi a na gio in val di Murnee
par videe tut i sit ta sa stracat i pee
parche Runach l'e 'n pu sura e 'n pu sota
e insci da bei post ga n'e na mota.
Ta po ciapa gio dal Sasel cume qui che a cascia va
e rivaa gio a Camperzich 'n dal vec cunvent di Ira
e turna 'ndree tra Cartera e Furnas
e pasa da Stala e Stalun a cerca un pu da pas.
InIati chi in val, d'acqua e da praa
ga n'e propri tanti cum'e i temp pasaa
e a vure pica via un sugnet
va propri ben ul Iresc dal Galet.
Manca '1 Iiaa a turna 'n so
parche sa rampega cum'e i Iasoo
e ta pasat via da Runcasc e Vignascia
che anca cun sti nom gan mia 'na bruta Iacia.
Dal cert un quei cos u desmentegat,
ma a Runach quel che cunta in i so abitant,
i Gatit in balos ma in anca tant bun
sempru prunt se ghe da vuta un quei gudugn.
RUNACH:
GRAN BEL PAES
Sulla collina conIinante col Ticino, come Iosse dipin-
to, c'e un bel paesino che si chiama Ronago.
Chi esce dal valico del "Marcett" incontra subito un
bel pezzo di questo paesetto con le corti di sopra e di
sotto e la Iontana per bere un goccio d'acqua dove
qualcuno Ia ancora il vino, avete capito: e Ronaghi-
no.
Passando il ponte con quattro passi si arriva in centro
dove c'e animazione, tutte le botteghe qui le han co-
struite per non Iaticare ad acquistare cibo e vestiti. E
dalla "Bastasena" (pezzo Iinale di Via Bellaria) Iino
alla piazza ci son tre corti dalla bella Iaccia, quella
del "Foia", Iorse la piu bella, quella dei "Bianchi"
con un pezzo ormai distrutto e, prima del vecchio la-
vatoio, quella del "Tugnela".
In piazza c'e del paese il cuore ed il motore, chiesa,
municipio, posta, scuole e dottore; e li che ci trovia-
mo tutti uniti nei momenti importanti, religiosi e ci-
vili.
Se ti avvii verso Uggiate di buona lena ti vengono in-
contro Merlino e Lampona dove, dopo la corte degli
"Scalet" e Lambrughi c'e la strada che porta
all'Arzia, sicuro.
E prima di lasciare il conIine del paese, arrivati sul
dosso, ma che sorpresa! Generoso, Sasso Gordona e
Bisbino puoi vedere se solo ti volti un momento in-
dietro. Se ci si avvia verso il bosco si incontra il
"Dusell" e dopo un bel Iosso che a superarlo ed
avanzando un po' si arriva ben presto al SeraIino e a
Ronco.
Da qui a scendere Iino alla Val Mulini a voler visita-
re tutto ci si stanca perche Ronago e un po' sopra e
un po' sotto e cosi ci sono molti bei luoghi.
Si puo scendere dal Sassello come i cacciatori e arri-
vare a "Camperzich" nel vecchio convento di Irati e
ritornare verso "Cartiera" e "Fornace" e passar da
"Stalla" e "Stallone" a cercar un po' di pace.
InIatti qui in valle di di acqua e di prati ce ne son
tanti come nei tempi passati e a voler schiacciare un
pisolino e proprio indicato il Iresco del "Galletto".
Si ansima nel tornar su perche ci si arrampica come i
Iagioli e si passa da "Roncaccio" e "Vignascia" che,
nonostante i nomi, non hanno una brutta Iaccia.
Di certo qualcosa ho dimenticato, ma a Ronago cio
che conta sono i suoi abitanti i "GATTINI" sono Iur-
bi ma anche tanto buoni, sempre pronti se c'e da aiu-
tar qualcuno.
POESIA COMPOSTA DA FELICE GRISONI
IN OCCASIONE DELLA FESTA DELLE FAMIGLIE
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RONAGO '94 - N. 3
La festa deIIe FamigIie FAMIGLIA COME.. FESTA.
Forse si sta avviando a diventare una tradizione
per il nostro paese la festa degli anniversari, in-
serita in una giornata tutta dedicata alla fami-
glia. Si ripetuta infatti la domenica 17 aprile
una iniziativa che - nata solo l'anno scorso - ha
gi dato prova di essere sentita e vissuta da
tanti.
L'idea molto semplice: dare risalto, almeno
per un giorno all'anno, alla vita delle nostre fa-
miglie. Fermarci a guardare chi siamo, noi spo-
sati, a come viviamo tra marito e moglie e coi fi-
gli. Ricordare il giorno del nostro matrimonio; fe-
steggiare - soprattutto, ma non solo - le ricor-
renze classiche di venticinquesimi e cinquante-
simi, il programma prevedeva una serata di ag-
giornamento (il venerd precedente) su un tema
ed esperienze stimolanti, dal titolo: "La famiglia
luogo di educazione al sociale". Grazie alla pre-
senza di una delegazione della parrocchia di
Sagnino, abbiamo potuto aprire il nostro oriz-
zonte sulla potenzialit "sociale" della famiglia.
Essa pu, deve sprigionare la sua capacit di
amore su chi sta attorno. stato un forte richia-
mo ad un esame di coscienza e l'occasione per
fare propositi di maggior attenzione a non chiu-
derci nel nostro piccolo mondo domestico. C'
tanto bisogno di respirare "aria di famiglia": ma-
gari dietro la porta accanto alla nostra o tra i
piccoli amici dei nostri bambini. Se una famiglia
vive la sua vita con semplicit, ma con amore,
non pu non riversare attorno, nel tessuto so-
ciale del caseggiato, della scuola, del paese,
dell'ambiente di lavoro, la stessa mentalit e lo
stesso stile.
La domenica poi abbiamo animato la Messa
delle 10: davvero il momento culminante della
manifestazione. Davanti all'altare abbiamo av-
vertito il desiderio di ripetere un "S" gi detto e
rinnovato nel quotidiano per anni e qui - dove
era stato pronunciato la prima volta - di nuovo
reso sacro. Non mancato un pranzo degno
dell'occasione, grazie alla collaudata bravura
dei volontari del "Foc e Fiamm". La fantasia e il
talento di alcune famiglie hanno poi dato vita ad
un pomeriggio ricreativo (giochi, canti, scenette)
che ha coinvolto grandi e piccoli in un susse-
guirsi dilagante di gustosissime trovate.
L'impressione riportata quella di una giornata
trascorsa veramente in famiglia, tra persone de-
siderose di comunicare e liete di poterlo fare.
Ma qua! il senso di una festa della famiglia?
Siamo cos ingenui, da credere che la vita della
famiglia sia idilliaca? O siamo cos incoscienti,
da non vedere quanto la societ sia cambiata e
richieda di adeguarsi? O siamo forse ipocriti e
predichiamo in un modo, per poi razzolare in un
altro?... No. Nulla di tutto ci, ci pare. Pur co-
scienti dei nostri limiti, crediamo che si debba
lottare per far emergere la cultura della famiglia.
n famiglia, nonostante i problemi immancabili,
pu esserci la felicit. Lo sappiamo, lo speri-
mentiamo. Non lasciamoci condizionare dai
messaggi che tendono a demolire quanto sen-
tiamo dentro di noi profondamente radicato.
Possediamo valori genuini preziosissimi: non
siamo "d'altri tempi" o "provinciali" solo perch
non ci adeguiamo a comportamenti diffusi. Ab-
biamo il coraggio di offrire anche a chi ci sta ac-
canto: i colleghi, i compagni, i conoscenti occa-
sionali, il meglio della nostra esperienza e delle
nostre convinzioni. Diffondiamo cultura di fami-
glia e cio di relazioni limpide, di rapporti solida-
li, di fedelt, di scambio disinteressato, di dialo-
go. Andiamo controcorrente. ncominciamo e ri-
cominciamo ogni giorno tra noi nella nostra
casa. l nostro matrimonio stato e continua ad
essere, pu continuare ad essere, una festa.
E.R.
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RONAGO '94 - N. 3
Cronaca
OLTRE I SEGNI...
La via Crucis di Domenica 27 mar:o
Do-
menica
27 marzo,
l'inizio della
Settimana San-
ta, la nostra
comunita si e riuni-
ta numerosa sul
piazzale della Chiesa,
alle ore 20.30, per la cele-
brazione della Via Crucis per
le vie del paese animata dai
giovani. Don Sergio ha descritto
le sei tappe della Iunzione, ognuna
delle quali consisteva nella lettura del-
la Parola di Dio, seguita da una riIlessione
e da un gesto simbolico. Il segno della
prima stazione era l'acqua e il tema "la con-
versione": abbiamo riIlettuto sul signiIicato del
Battesimo, l'inizio del cammino cristiano equiva-
lente all'inizio della Passione di Gesu. Ognuno di noi
era invitato ad immergere la mano in una brocca
d'acqua e Iarsi il segno della croce. Questo sta a signiIi-
care la rinascita alla vita di ogni cristiano quando riceve il
Battesimo e viene cosi liberato dal peccato originale. Nella
seconda stazione il segno era la "Parola": il bacio sul Vangelo
voleva signiIicare un segno di ascolto della Parola di Dio e la
volonta di metterla in pratica. II pane era il simbolo della terza
stazione; al termine della riIlessione tutti eravamo invitati a mangiare
un pezzo di pane, ricollegandoci all'ultima cena dove Gesu ha spezzato
il pane e si e donato ai dodici apostoli. Poiche in questa stazione il tema era
'l'oIIerta, e stata letta una testimonianza di una suora bosniaca che ha Iatto
della sua vita un dono d'amore. Nella quarta tappa, il segno era la croce e il tema
" la riconciliazione ". Ognuno di noi doveva Iare lo scambio della pace, per Iar
risaltare proprio questa: nel mondo inIatti ci sono molte guerre che provocano e
portano tristezza, morte e distruzione. II fuoco e "la comunione" sono stati il segno e
il tema della quinta stazione. Insieme abbiamo acceso delle candele che stavano a
signiIicare la Iiamma viva del nostro cuore. Abbiamo acceso le candele da un grande Iuoco
che rappresentava l'amore di Cristo che e morto in croce per noi, per salvarci. Noi attingiamo
il nostro amore da Dio. Nella sesta stazione, tutti siamo andati nel campo di pallavolo dove c'erano
i Iari accesi: il segno era inIatti la luce e il tema "la novita", questo per ricordare la risurrezione di
Gesu, la luce del mondo. In questa stazione, portati da alcuni giovani dell'oratorio, erano presenti gli
altri cinque simboli per Iar capire che il piu importante e l'ultimo, cioe la risurrezione di Gesu. Questa
Via Crucis e stata diversa dalle altre e ci ha aiutato molto a riIlettere sul signiIicato del Triduo Pasquale.
PAOLA, VALENTINA, GIOVANNI, ANDREA R.
(2 MEDIA)
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RONAGO '94 - N. 3
Domenica 1 maggio
Pensieri di Prima Comunione
Pubblichiamo alcuni semplici pensieri scritti
dai bambini che hanno ricevuto la Prima
Comunione: esprimono con tanta sponta-
neit e sincerit sentimenti profondi che tutti
siamo chiamati a riscoprire.
II giorno della prima Comunione io ero molto con-
tento e anche un po emo:ionato perche per la prima
volta ricevevo Gesu nel mio cuore. Jicino a me sen-
tivo laffetto dei miei genitori e di tutti i parenti e di
tante persone che mi vogliono bene. Nel mio cuore
sentivo una grande gioia.
(Simone)
II momento che mi e piaciuto di piu e stato quando
siamo andati ali altare e don Sergio ci ha dato
lostia consacrata Jorrei ringra:iare le catechiste,
Anna, Gloria, Ilaria e Laurea nome di tutti i raga::i
di ter:a elementare.
(Daniel)
II momento che mi e piaciuto di piu e stato quando
ho portato il cesto delluva perche mi sentivo impor-
tante. La prima comunione mi e piaciuta tanto.
(Iodv)
Per me la Messa di prima Comunione e stata bellis-
sima perche ho ricevuto Gesu. Quando ho ricevuto
la Comunione mi sono sentito molto felice.
(Thomas)
Tutta la Messa per me e stata molto bella e io ero
molto felice, aspettavo da tanto quel giorno. Alla
fine della Messa don Sergio ha regalato a noi il Jan-
gelo con le firme di tutti i miei compagni e delle ca-
techiste.
(Stefano)
La prima Comunione e stata una bella festa, ci aiuta
ad essere piu buoni e anche ad obbedire ai genitori
(Andrea)
Limpressione che ho provato quando ho ricevuto il
pane e stato un momento di gioia e di emo:ione, in
cui ho pregato Gesu di far finire la guerra in Jugo-
slavia e di aiutare chi e ammalato soffre perche sen-
:a casa.
(Annalisa)
Io ho provato una sensa:ione di gioia perche ho ri-
cevuto il Corpo di Cristo.
(Andrea)
La mia impressione e stata bellissima anche se ero
molto emo:ionato perche incontrare Gesu e la cosa
piu bella del mondo.
(Davide)
Il momento piu bello quando Gesu e entrato in me.
Ho provato gioia, felicita, amore. Il quaderno della
processione poi era il mio..
(Carlo)
E stata la giornata piu bella della mia vita... Mi
sono molto emo:ionata quando sono arrivata e visto
tutti i miei amici. Ecco poi il momento piu bello. don
Sergio mi porge lostia sulla mano. in quellistante il
mio pensiero e volato ai miei genitori che tanto mi
avevano raccomandato di pregare per tutti i miei
cari. Per me e stata la piu bella festa perche in me e
rinata una nuova vita.
(Jalentina)
Mi ricordo le parole che ha detto il papa dello Stefa-
no chiedendo a Gesu di farci diventare piu buoni.
Poi quando don Sergio ci ha fatto mettere in cerchio
e ci ha fatto dire il Padre nostro mi e piaciuto tantis-
simo perche quando abbiamo detto quelle parole
molto belle mi sono sentito la felicita addosso, poi,
quando siamo usciti ho dato un bacio alla mamma e
al papa.
(Emiddio)
Mi e piaciuto durante la Messa leggere una preghie-
ra. Alla sera, alle 20.00, siamo ritornati in chiesa
dove abbiamo pregato insieme la Madonna per tutti
noi.
(Achille)
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RONAGO '94 - N. 3
16
RONAGO '94 - N. 3
Domenica 8 maggio
8 maggio. S. Vittore. E una giornata importante per 20
ragazzi della nostra parrocchia che si apprestano a rice-
vere il Sacramento della Cresima. Mentre aspettano sul
sagrato l'arrivo di Mons. Calori che amministrera loro il
Sacramento, sui loro volti si legge un po' di emozione,
ma Iorse piu la preoccupazione per le eventuali doman-
de che l'incaricato del Vescovo potra Iare loro. - Ci
chiedera i doni dello Spirito Santo? E se ci Ia una do-
manda piu diIIicile? Chi risponde? - Finalmente, dopo
poche e Iacili domande, ha inizio la celebrazione ac-
compagnata dai bellissimi canti della corale. Le letture
ci parlano dell'amore di Dio che non Ia distinzioni; egli
ama tutti allo stesso modo e questo amore che Dio ha
per noi deve generare in noi l'amore per gli altri. Anche
il Vangelo ci parla del comandamento dell'amore: "Nes-
suno ha un amore piu grande di questo: dare la vita per
i propri amici". E lo sottolinea bene nell'omelia Mons.
Calori: tutti noi siamo chiamati a mettere la nostra vita
al servizio degli altri, a mettere a disposizione degli al-
tri i nostri doni ogni giorno, con l'aiuto dello Spirito che
ci e donato. Tutti possono essere santi, non e necessario
Iare grandi cose, ma Iare bene con amore le cose di
ogni giorno. La Iigura di Padre Giuseppe e li, davanti a
noi: e un esempio luminoso di vita cristiana vissuta
nell'amore per il prossimo Iino all'estremo sacriIicio.
Anche Gianna Beretta Molla, recentemente beatiIicata
dal Papa, e una testimone del nostro tempo. E stata una
donna, una mamma come tante di noi, ma aveva un
qualcosa in piu che solo lo Spirito di Gesu puo dare: il
coraggio di scegliere di morire per permettere ad una
nuova vita di nascere. Mentre questi ragazzi, accompa-
gnati dal loro padrino o madrina, si avvicinano a Mons.
Calori per essere cresimati, dal nostro cuore e pensiamo
anche da quello dei loro genitori, sale questa preghiera:
Ia' o Signore che sappiano trovare in te luce, Iorza e sa-
pienza per poter amare gli altri come tu ci hai amato e
che sappiano seguirti sempre sulla strada che tu hai per-
corso per primo, quella del servizio verso gli altri, im-
pegnandosi nella comunita parrocchiale e scoprendo la
propria vocazione. C'e tanta commozione nei nostri
cuori e qualche lacrima l'abbiamo versata. In Iondo, per
noi catechiste, questi ragazzi sono un po' come i nostri
Iigli, li abbiamo accompagnati per alcuni anni in un
cammino di Iede che speriamo non termini con la cele-
brazione della Cresima. Certo qualche volta ci hanno
Iatto perdere un po' la pazienza con la loro esuberanza;
li avremmo voluti un po' piu attenti e interessati. Ma
speriamo che crescendo, quel piccolo seme che e la pa-
rola di Dio che abbiamo messo nei loro cuori possa cre-
scere e, IortiIicato dallo Spirito, dia Irutti di amore e
Iraternita. E il nostro augurio per loro. Forza ragazzi!
Vi saremo vicine con la nostra preghiera e il nostro aI-
Ietto.
Le catechiste
SILVANA B. E VITTORINA T.
UNA VITA DA SPENDERE,
CON LA FORZA
DELLO SPIRITO.
Diamo spazio alla voce di alcuni protagonisti
Domenica 8 maggio abbiamo celebrato la
Cresima. n chiesa eravamo disposti nei
banchi con il padrino o la madrina e i geni-
tori. La predica stata bella e significativa,
ma il momento pi bello stato quello in cui
siamo andati vicino al celebrante con i no-
stri padrini e segnati sulla fronte con il se-
gno della croce e con il S. Crisma abbiamo
rinnovato la nostra consacrazione battesi-
male. (Caterina)
Al suo arrivo mons. Carlo Calori ha voluto
conoscerci e ci ha rivolto alcune domande:
cos' la Cresima, quali sono i doni dello Spi-
rito Santo... Mi piaciuta molto la predica e
sono contenta di aver ricevuto la Cresima.
(Piera)
Mons. Carlo Calori ci ha spiegato che,
quando avremmo ricevuto la cresima sareb-
be stato un momento importante perch
unico, come il Battesimo, perch il dono
dello Spirito Santo che ci dato sar l'inizio
di una nuova vita. (Giorgio)
La cresima stata la discesa dello Spirito
Santo su di noi che ci ha dato la forza per
continuare ad essere veri cristiani. doni
dello Spirito Santo sono come un seme che
noi dobbiamo far germogliare facendo motti
frutti che sono le azioni buone. (Saimon)
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RONAGO '94 - N. 3
DaII'Oratorio
Calen...diario oratoriano.....
Date, proposte, occasioni vissute (o sprecate) : tutto Made in Oratorv
MESE DI GENNAIO:
SABATO 8 Pomeriggio in Oratorio per Superiori e Giovani:
testimonianze, riIlessioni, cena insieme e Iilm.
DOMENICA 16 GITA sulla neve all'APRICA (SO)
SABATO 22 A Concagno, ore 21.00, Veglia per la pace.
SABATO 28 ore 21.00 Teatro della Compagnia di Pare
DOMENICA 30 Al mattino: visita e animazione Messa al Guanella (CO)
MESE DI FEBBRAIO:
SABATO 5 A Como: Veglia per la Vita.
SABATO 12 Serata insieme in pizzeria
DOMENICA 13 Mercatino dei prodotti equo solidali
SIilata maschere per carnevale. In serata: teatro dei giovani
DOMENICA 20 ore 20.30: Recital dei giovani "Sognando la Pace..."
SABATO 26 Serata di Iesta con gli amici dell'ALVEARE
DOMENICA 27 Giornata con gli amici dell'Alveare: Messa, pranzo, giochi.
MESE DI MARZO:
SABATO 5 Previsto pomeriggio di RITIRO per le superiori (rinviato)
DOMENICA 6 Pomeriggio a pattinare
MERCOLEDI 9 CineIorum "La scorta"
SABATO 12 Serata per i giovani in zona (Olgiate)
SABATO 19 ore 21.00 Iilm
DOMENICA 20 nel pomeriggio: camminata in montagna
MERCOLEDI 23 CineIorum "Grido di liberta"
SABATO 26 Nel pomeriggio: incontro con d. Maurizio Mosconi;
cena in Oratorio e Veglia di preghiera a Olgiate
DOMENICA 27 Giornata mondiale della gioventu: via Crucis, preparata dai giovani
MESE DI APRILE:
LUNEDI 4 Gita al Sasso Gordona, dalla Val di Muggio.
MERCOLEDI 6 CineIorum "A proposito di Henry"
SABATO 16 Serata per i giovani in zona (Olgiate)
DOMENICA 17 Festa della Famiglia
MERCOLEDI 20 CineIorum "Romero"
SABATO 23 Pellegrinaggio al Soccorso, per i giovani
DOMENICA 24 In mattinata visita e animazione Messa al Guanella (Co)
SABATO 30 Pomeriggio in Oratorio: giochi, cena, Iilm.
MESE DI MAGGIO:
DOMENICA 1 Pomeriggio: uscita in bici
SABATO 7 Nel pomeriggio: distribuzione sacchi per raccolta Caritas
Serata in Oratorio: giochi
SABATO 14 Serata per i giovani in zona (Olgiate)
DOMENICA 15 Al mattino: visita e animazione Messa al Guanella (CO)
Mercatino dei prodotti equo solidali
SABATO 21 Pomeriggio in oratorio: riIlessione, cena; veglia a Drezzo.
SABATO 28 Serata programmazione estate.
18
RONAGO '94 - N. 3
DaII'Oratorio
Estate 94
L'oratorio di Ronago propone per i
ragazzi e i giovani le seguenti pro-
poste per un'estate da vivere insie-
me e alla grande...
GIUGNO
GIUGNO GIUGNO GIUGNO GIUGNO GIUGNO GIUGNO GIUGNO GIUGNO GIUGNO
Per le classi superiori e i giovani:
- dal 13 aI 30, serate in Oratorio dalle 20.45
...sicuri di non annoiarvi!
La commissione giovani poi invita tutti:
- domenica 19/6 a una gita a Monte sola
(lago d'seo) e a Bergamo Alta
- gioved 23/6 a un incontro presso la sala
consiliare del Comune, alle ore 20.45, sul
tema: "/ giovani e l'attuale situazione politi-
ca: realt, compiti, prospettive". Relatore:
doti. Giuseppe Anioni,
giudice dei tribunale di Milano.
LUGLIO
LUGLIO LUGLIO LUGLIO LUGLIO LUGLIO LUGLIO LUGLIO LUGLIO LUGLIO
Per le elementari e le medie
sono previsti pomeriggi organizzati presso
l'Oratorio; verranno rese note quanto prima
le attivit in programma.
- Sabato 9 IugIio: gita-pellegrinaggio per
tutti alla Madonna della Misericordia (Savo-
na).
AGOSTO - SETTEMBRE
AGOSTO - SETTEMBRE AGOSTO - SETTEMBRE AGOSTO - SETTEMBRE AGOSTO - SETTEMBRE AGOSTO - SETTEMBRE AGOSTO - SETTEMBRE AGOSTO - SETTEMBRE AGOSTO - SETTEMBRE AGOSTO - SETTEMBRE
tempo di GREST...
Semplicemente Chiara! Chiaro?
Da Lunedi 29 agosto
a Domenica 18 settembre:
ogni pomeriggio dalle 14.30 alle 18.00.
- n settembre poi ci aspetta l'atteso torneo
di pallavolo e il palio organizzato dalla Pro
Loco.
E infine...
GEROLA
GEROLA GEROLA GEROLA GEROLA GEROLA GEROLA GEROLA GEROLA GEROLA
Nella casa di Castello in Val Gerola
(mt.1350), che ancora una volta viene mes-
sa a nostra disposizione dalla parrocchia di
Albate (che ringraziamo cordialmente!), ver-
ranno organizzati due turni:
* da domenica 31 luglio (pomeriggio} a
domenica 7 agosto:
per Ie cIassi di Quinta eIementare e di
Prima e seconda media.
* da domenica 7 a domenica 14 agosto
per Ie cIassi di terza media, superiori e
giovani.
posti sono limitati: possibile iscriversi
presso don Sergio. Verranno comunicati
quanto prima il costo della vacanze e altre
notizie utili. Si terr pure un incontro con i
genitori dei ragazzi che parteciperanno sia
al primo che al secondo turno.
19
RONAGO '94 - N. 3
VENERDI 10 giugno
ASSEMBLEA PARROCCHIALE
a conclusione e a veriIica dell`anno
Tutti sono invitati
Ore 20,45 in Oratorio
Durante i mesi estivi verr preparata
la PESCA di beneficenza in vista
della Festa della Madonna della Con-
solazione.
Coloro che desiderano offrire oggetti
vari (possibilmente in buon stato) pos-
sono consegnarli presso la casa par-
rocchiale.
Invito alla lettura:
pag. 1 anch'io, come P. Giuseppe,
con Maria, missionario di Ges.
pag. 2 Eucaristia, sorgente della Carit.
pag. 3 Giornata della Carit
pag. 4 Giornata zonale del volontariato
pag. 5 Speciale missioni:
- La nostra Africa
pag. 6 - Kalongo: diario del 9 e 10 aprile
pag. 10 - Kalongo: quale futuro?
pag. 11 - Anche noi "generatori di luce"?
pag. 12 Poesia: Runach, gran bel paes
pag. 13 Famiglia come...Festa.
pag. 14 Cronaca: Oltre i segni...
pag. 15 Pensieri di Prima comunione
pag. 17 Una vita da spendere,
con la forza dello Spirito.
pag. 18 Calen..diario oratoriano...
pag. 19 Estate '94 : proposte...
SABA1O 9 LUCLIO
Cita - Pellegrinaggio
a Savona
alla Madonna
della Misericordia
e incontro con
Mons. Dante
Lafranconi
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