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PREGHIERA DI AVVENTO

Noi proclamiamo che il Tuo avvento tra noi,


o Cristo,
la nostra felicit,
Solo il tuo natale pu rendere il mondo felice.
Chi segue Te, o Cristo,
come Tu stesso ci hai assicurato,
non cammina nelle tenebre.
Tu sei la luce del mondo.
E chi guarda a Te, vede rischiarirsi i sentieri
della vita; sentieri aspri e stretti, alle volte;
ma sono sentieri sicuri,
che non smarriscono la meta della vera felicit.
Tu sei, o Cristo,
la nostra felicit e la nostra pace
perch tu sei il nostro Salvatore.
PROPOSTA DI AVVENTO
Un Avvento di riconciliazione
vuole gesti concreti,
quotidiani,
di perdono,
di pace,
di fraternit.
Nel cuore cos rinnovato,
Dio pu far scendere
il Suo Amore.
2
LA PAROLA DEL VESCOVO
UN PRECISO IMPEGNO: LA CATECHESI
Si riapre l`anno pastorale con le consuete at-
tivita: in primo luogo con la catechesi.
1. Chiedo ma particolare impegno per l'istru-
zione religiosa in vista di una comunita oran-
te e operosa da attuare tra i Ianciulli e singo-
larmente tra i ragazzi del dopo cresima se-
condo le vigenti indicazioni.
2 Domando, inoltre che, seguendo le schede
approntate sulla traccia del "CREDO, 'LA
FEDE PROFESSATA", sia organizzata, con
ogni sIorzo e con ogni mezzo utile, la cate-
chesi agli adulti - che e prioritaria nel lavoro
Iormativo - a cui possono Iorse unirsi i gio-
vani.
Si tratta del primo anno di un ciclo triennale.
Seguira l`esposizione della liturgia e dei sa-
cramenti ("la Fede celebrata) e della Morale
("La Iede vissuta e testimoniata").
Non si e sempliciter al "ritorno"* a un meto-
do sorpassato.
Lo sIorzo e quello di oIIrire cognizione di
base e una sintesi organica della Iede cattoli-
ca quale e pensata e vissuta nella Chiesa di
oggi: una conoscenza che consenta di avvia-
re nella preghiera, all'assunzione di responsa-
bilita nella comunita cristiana e nella societa,
e a un desiderio coraggioso e rispettoso che
sappia proporre anche a chi e lontano o av-
verso al cristianesimo e/o alla Chiesa la co-
noscenza della rivelazione e l`esperienza
della conversione e della grazia.
Esorto a non scoraggiarsi davanti a risultati
magari esigui che ne potranno venire. La
meta e di creare o di ricreare una "tradizio-
ne" che non consista soltanto in una
"scuola", ma abbia la concretezza e la den-
sita- Iervida di una comunita ecclesiale con-
sapevole e attiva.
LA CATECHESI
LA CATECHESI LA CATECHESI LA CATECHESI LA CATECHESI LA CATECHESI LA CATECHESI LA CATECHESI LA CATECHESI LA CATECHESI
NELLA
NELLA NELLA NELLA NELLA NELLA NELLA NELLA NELLA NELLA
NOSTRA PARROCCHIA
NOSTRA PARROCCHIA NOSTRA PARROCCHIA NOSTRA PARROCCHIA NOSTRA PARROCCHIA NOSTRA PARROCCHIA NOSTRA PARROCCHIA NOSTRA PARROCCHIA NOSTRA PARROCCHIA NOSTRA PARROCCHIA
PER I RAGAZZI DELLE
ELEMENTARI
OGNI GIOVEDI DALLE ORE 15,
ALLE 16.30
PER I RAGAZZI DELLE
MEDIE
OGNI LUNEDI DALLE ORE 16.30
ALLE ORE 17.30
OGNI VENERDI DALLE ORE 17
ALLE ORE 18
PER I RAGAZZI DELLE
SUPERIORI
OGNI MARTEDI DALLE ORE 18
ALLE ORE 19
OGNI MERCOLEDI DALLE ORE 18
ALLE ORE 19
PERI GIOVANI
(A partire da lunedi 27 novembre)
OGNI LUNEDI ALLE ORE 20.45
PER GLI ADULTI
(a partire da venerdi 24 novembre)
OGNI VENERDI' ALLE ORE 15 O
ALLE ORE 20,15
3
DAL 3 DICEMBRE, PRIMA DOMENICA DI AVVENTO
"LA COMUNIONE NELLA MANO:
PRENDETE E MANGIATE...
LA NOTIZIA
"I Vescovi italiani, avvalendosi della conces-
sione, prevista dal "Rito della Comunione
Iuori della Messa e del culto eucaristico",
hanno stabilito che nelle diocesi italiane si
possa distribuire la Comunione ponendola
sulla mano dei Iedeli.
II modo abituale di ricevere la Comunione
deponendo la particola sulla lingua rimane
del tutto conveniente e i Iedeli potranno sce-
gliere tra l'uno e l'altro modo. La possibilita
della Comunione sulla .mano sara introdotta
nelle nostre Chiese a partire dalla prima Do-
menica di Avvento, il 3 dicembre 1989.
Chiunque si sara accostato alla Comunione
eucaristica renda poi grazie, in cuor suo e
nell'assemblea dei Iratelli, al Padre che glie-
ne ha concesso il dono, sostando per un certo
tempo in adorazione a Cristo Gesu ed in in-
tenso colloquio con lui. Sostenuto dalla gra-
zia divina, si apra cosi alla missione di testi-
monianza e di carita tra i Iratelli, perche
l'Eucarestia con la Iorza dello Spirito, conti-
nui nella vita di ogni giorno a lode della glo-
ria di Dio Padre."
LA SPIEGAZIONE
La distribuzione della comunione sulla mano
e un modo antichissimo seguito da tutte le
chiese durante il primo millennio: nelle chie-
se occidentali e durato Iino al nono secolo,
poli e cambiato, mentre per le chiese orienta-
li e sempre stato in uso. Sin dalla antichita
cristiana, pero, era anche in uso dare la co-
munione in bocca agli ammalati e ai bambi-
ni.
Nel secolo nono venne stabilita, per tutti la
norma secondo la quale "a nessun laico,
uomo o donna, si ponga in mano
l fedele che desidera
ricevere la Comunio-
ne sulla mano pre-
senta al ministro en-
trambe le mani, una
sull'altra (la sinistra
sopra la destra) e
mentre riceve con ri-
spetto e devozione i
Corpo di Cristo ri-
sponde Amen fa-
cendo uh leggero in-
chino.
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l`Eucarestia, ma soltanto in bocca...
Le cause
:
di questo cambiamento Iurono di-
verse; dalla preoccupazione di impedire de-
gli abusi di vario genere al Iatto che, in quel
periodo, venivano usati dei pezzi di pane az-
zimo che erano piatti, rotondi e bianchi e Ia-
cilmente si rompevano, a un nuovo modo di
pensare la liturgia, la presenza eucaristica e
la Iigura del sacerdote.
Non per niente, proprio con la riIorma della
liturgia, stabilita dal Concilio Vaticano se-
condo, che ha approIondito una partecipa-
zione comunitaria nella celebrazione dei sa-
cramenti, nasce anche l`esigenza della Co-
munione sulla mano. Si vuole aiutare il cri-
stiano a vivere piu intensamente l`invito di
Gesu... prendete e mangiate... riaIIermare la
sua dignita di battezzato, di parte attiva del-
la Chiesa. Rimane sempre la possibilita di ri-
cevere la Comunione sulla bocca.
Anzi non si devono creare delle discrimina-
zioni tra coloro che preIeriscono l`uno o
l'altro modo. Ne si deve arrivare a pensare
che la Comunione sulla mano sia solo un Iat-
to piu comodo oppure una questione ige-
nico-sanitaria. Ricevere il Signore sacramen-
talmente con due mani rispondendo a voce
alta l'AMEN" della Iede e esprimere la tota-
le accoglienza da parte di tutto il nostro cor-
po, che e espressione dell'anima credente,
puo servire a ricuperare convinzioni e idee
che sono alla base del nostro essere Chiesa.
Quindi, davanti al mi-
nistro, o appena spo-
stato di lato per far
avanzare il fedele
che segue, mette in
bocca l'ostia consa-
crata prendendola
con le dita dal palmo
della mano. Ciascu-
no faccia attenzione
di non lasciar cadere
nessun frammento.
Le ostie siano confe-
zionate in maniera
tale da facilitare que-
sta precauzione.
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GRUPPO APPOGGIO MISSIONARIO G.A.M.
UNA SPERANZA
CHE FIORISCE NEL NOME DI P. GIUSEPPE
L'estate, per il G.A.M., e stata caratterizzata
da incontri con alcune persone tutte legate,
per qualche motivo, a Padre Giuseppe Am-
brosoli.
Ci sembra che sia lui, dal cielo, che abbia
voluto Iarcele conoscere per indicarci una
strada da percorrere insieme.
Prima abbiamo conosciuto Suor Caterina,
della quale abbiamo parlalo nel numero scor-
so; poi e venuto da noi Padre Tocalli che ha
trascorso molti anni in Uganda come Missio-
nario-medico tra i lebbrosi; inIine l'incontro
con il dottor Carlo Marino, ortopedico che,
come laico volontario, e stato per due anni a
Kalongo, vivendo con P. Giuseppe il dram-
ma della evacuazione Iorzata dell'ospedale.
Alla Iine di settembre abbiamo avuto la gioia
di ricevere la lettera di Philip Zema. Grazie a
tutti voi per la Vita che avete scelto, per il
tempo che ci avete donato, per quel poco che
noi riusciamo a dare.
PADRE EGIDIO
TOCALLI
Il 23-24 settembre e stato tra noi Padre Egi-
dio Tocalli, missionario comboniano, nativo
di Morbegno. La sua presenza ci ha parlato
di Dio, di un Dio a noi vicino che ci ama
come un Padre buono e che a noi chiede di
noti aIIannarci a Iare, ma di conoscere la sua
parola e di viverla alla sua presenza. metten-
dola in pratica ogni giorno. Ecco la necessita
della preghiera che P. Egidio ha privilegiato
in quelle giornate.
E poi ci ha parlato di P. Giuseppe Ambrosoli
che lui conobbe quando era un seminarista e
poi ritrovo, divenuto medico, a Kalongo.
"Noi comboniani e gli ugandesi abbiamo
perso un grande sacerdote e medico, ma ab-
biamo guadagnato un nuovo santo che inter-
cede per noi".
In una intervista rilasciata a "il Settimanale",
P. Tocalli dice:
"Al mio ritorno in Uganda ai primi di otto-
bre, i miei superiori mi chiedono di riaprire,
insieme alle Suore Comboniane e ad alcuni
medici volontari italiani, l'ospedale di
Kalongo, memoria vivente di P. Ambrosoli e
di tanti Iigli e Iiglie del Comboni che in
quella zona hanno dato la vita. La popolazio-
ne locale per due anni e mezzo ha impedito a
ladri e guerriglieri il saccheggio del com-
plesso Missione-Ospedale ed ora ci attende a
braccia aperte... Riparto con il cuore pieno di
Iiducia nella Provvidenza.... Rin-
grazio di cuore quanti, in tutti questi anni, ci
hanno aiutato con preghiere, sacriIici nasco-
sti e oIIerte. Dio vi riempia di benedizioni e
vi doni occhi e cuore per amarlo nei suoi Ii-
gli piu poveri.
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IL DOTTOR CARLO
MARINO
Mercoledi 18 ottobre, abbiamo partecipato a
una conIerenza tenuta dal Dottor Carlo Mari-
no, presso l'ospedale S. Anna. Il tema
dell'incontro era: "in Uganda riapre l'ospeda-
le di Kalongo". Tra i presenti, anche il Sig.
Paolo Ambrosoli.
Il Dottor Marino ci ha detto:" l'ospedale di
Kalongo serviva una vasta zona abitata da
circa 400mila persone. Riaprirlo non e solo
un'idea entusiasmante, ma doverosa. Si sta
cercando il personale, ma c'e carenza di ma-
teriale sanitario. In cinque grandi ospedali
italiani, a Genova, a Verona, a Roma, a Pie-
tra Ligure e al S. Anna di Como, insieme a
tutti i miei amici che hanno lavorato a Ka-
longo, ho organizzato un servizio molto
semplice per la raccolta di questo materiale
che viene poi prelevato da gruppi di appog-
gio e uno di questi e a Ronago. Qui viene se-
lezionato da persone competenti, i dati ven-
gono battuti a macchina e inseriti in un com-
puter. Quando dall'Uganda ci chiedono cio
CHE HANNO BISOGNO, noi lo spediamo.
Il Signor Paolo Ambrosoli si e messo a di-
sposizione per la spedizione attraverso con-
tainers, come Iaceva negli anni passati,
quando c'era il dott. Ambrosoli. Se egli Iosse
qui, sarebbe il primo a non voler parlare di
lui, perche si metteva nell'ultima Iila e cerca-
va in tutti i modi di metterti a tuo agio, ma
non compariva mai.
Era un grossissimo manager, sapeva tutto di
cio che lo circondava, conosceva ogni appa-
recchiatura medica, coordinava tutti i suoi
collaboratori.
Noi, giovani medici, abbiamo avuto un
grande esempio. Ci diceva: - ragazzi, qui sia-
mo nel pieno della savana, ma immaginate di
lavorare come se Ioste nella miglior clinica.
o a Niguarda, o al vostro ospedale di prove-
nienza. Dovete cercare di trattare questi ma-
lati nel miglior modo possibile e avere la
puntualita come se Ioste a Milano o in Sviz-
zera -.
Quindi una grande responsabilizzazione ver-
so di noi, che costava moltissimo sia per
l'impegno di lavoro, che era superiore a quel-
lo cui noi siamo normalmente abituati in Ita-
lia, sia per l'aggiornamento.
Guardavi la sai luce in camera, la notte: non
l'ho mai vista spegnersi se non dopo l`una o
le due.
Quando andavo nella sua camera, lo vedevo
studiare gli interventi per il giorno dopo op-
pure lavorare su dei progetti di ingegneria...
Ambrosoli cercava di mettere, in ogni
modo, a nostro agio noi medici e le nostre
Iamiglie; capiva i nostri problemi, ci metteva
a disposizione semplici ed essenziali case,
belle.
Era sempre partecipe della vita di noi me-
dici, procurandoci tutto quello che ci permet-
teva di vivere una vita normale. Gli siamo
veramente tanto grati di questo.
Poi il Doti. Marino attraverso bellissime dia-
positive, sapientemente scelte, ci ha mostrato
la Iertile terra d`Uganda, la sua gente, la mis-
sione e l'ospedale di Kalongo dove e stato
per due anni, come volontario; la dicembre
tornera in AIrica.
Ma il commento di quelle belle immagini Ia-
ceva rivivere la persona di P. Giuseppe, li
sua multiIorme opera in Iavore degli aIrica-
ni, il suo amore per tutti. Sentire parlare di
lui da un medico e stato scoprire concreta-
mente tutta la ricchezza e la Iinezza delle
doti umane di P. Giuseppe, ma e stato anche
constatare, per l'ennesima volta, che Egli
aveva dato un signiIicato ben preciso alla
sua vita: quello del SERVIZIO a tutti.
Il Signor Paolo ci ha detto: "malgrado la
guerra e cio che e successo, si puo dire che e
quasi un miracolo che l'ospedale di Kalongo
sia rimasto parzialmente in piedi; la sala
operatoria e tutte le altre attrezzature sono
intatte. Dopo tre anni salta Iuori la speranza
di vedere questo ospedale rinascere.
I Comboniani, con P. Tocalli. pensano di ria-
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prire all'inizio del 1990, gradualmente, dan-
do tempo alla gente di riabituarsi. Prima la
maternita, poi, con un paio di medici, Iare le
operazioni piu urgenti.
Ci sono molte persone che Iorniscono aiuti.
Noi a Ronago mandiamo dei containers con
tanta roba, non solo per l'ospedale di Kalon-
go. Una buona parte va per la scuola ostetri-
che, Iondata da nostro Iratello e portata
avanti da Suor Caterina Marchetti.
I governanti attuali dell'Uganda hanno rico-
nosciuto che e stato veramente un delitto la
chiusura Iorzata dell'ospedale, che era un
servizio per tutta la popolazione del nord.
Io sono andato tre volte in Uganda; l'ultima
volta, percorrendo la strada da Kampala ver-
so Kalongo (abitualmente occorreva una
giornata di tempo) abbiamo incontrato dieci
posti di blocco. Bastava una carretta in mez-
zo alla strada. Mio Iratello Irenava, diceva:
c'e un posto di blocco.
Noi eravamo sul chi va la, pensando: chissa
cosa succede?
Saltavano Iuori gli ugandesi, 15 anni, col mi-
tra, ci guardavano, leggevano sulla jeep:
KALONGO HOSPITAL e allora comincia-
vano a parlare nella loro lingua con mio Ira-
tello e ad un certo momento si vedevano i
loro visi aprirsi e andavano a chiamare la
gente nascosta nella savana. La jeep veniva
accerchiata da tutti perche avevano scoperto
che il guidatore era P. Ambrosoli. Si riparti-
va. Dopo sette o otto volte dissi: - senti, Ialla
un po' piu breve, altrimenti non arriviamo
piu a Kalongo -. Ogni volta si mettevano a
parlare per un quarto d'ora, poi noi chiedeva-
mo a mio Iratello: che cosa ti hanno raccon-
tato?
Rispondeva: - sai, la mamma di quel ragazzo
li mi ha raccontato che l'ho operata io, che
stava bene... l`altro era lo zio, l'altro era il
nonno che e ancora in vita..." Era tutta gente
che era passata, in tanti anni nell'ospedale di
Kalongo, meta di tanti per la sua eIIicienza,
per l'attenzione e in cura che avevano.
Il prossimo container partira per l'inizio di
marzo-
Noi siamo a disposizione per dare l'aiuto, in
memoria di nostro Iratello.
NegIi uItimi giorni di settembre
giunta da KampaIa Ia Iettera tanto at-
tesa di PhiIip Zema, anzi di Padre Phi-
Iip, perch, come sapete, iI 15 agosto,
egIi stato ordinato sacerdote daI
suo Vescovo.
"Carissimi giovani del GAM, i miei cari
saluti a tutti. l ferragosto ormai finito;
si spera che fra poco la vita normale ri-
cominci, dopo le vacanze.
Da parte mia, tutto va bene. Le mie feste
- l'ordinazione e la prima Messa - sono
andate molto bene. Peccato che non
eravate presenti fisicamente! Ancora, tre
settimane dopo l'ordinazione, i festeg-
giamenti vanno avanti nei diversi settori
della parrocchia, cio le diverse cappelle
sotto la parrocchia di Moyo. Sono ormai
stanco di feste. Siamo riusciti a registra-
re tutta la cerimonia dell'ordinazione su
una video cassetta; se ci sar l'occasio-
ne potrete vederlo.
Vi ringrazio di nuovo dei bei momenti
che abbiamo passato insieme.
Qui adesso si sta bene. La situazione
calmata, solo che mancano mezzi di tra-
sporto. La strada quella che avete vi-
sto al video che vi ho portato. l paese
sta riprendendosi con l'aiuto di alcuni
paesi amici.
Di nuovo saluto tutti quanti. Statemi
bene.
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PADRE PHILIP ZEMA
WAIGO
8-9-10 DICEMBRE
BANCO VENDITA '89 GAM: UN'OCCASIONE PER
FARE DEL BENE
Nei giorni 8-9-10 dicembre verra allestito
il consueto BANCO VENDITA per i no-
stri missionari.
Si potranno acquistare lavori di cucito,
ad uncinetto, a maglia; oggetti in cerami-
ca dipinti a mano; i Iiori di Don Albino e
tutto cio che di bello si puo Iare.
Quest'anno il banco vendita vuole diven-
tare un'espressione concreta
dell`AVVENTO DI FRATERNITA che, a
nome della CARITAS parrocchiale e dio-
cesana` vogliamo vivere in comunione
con il nostro Vescovo e con tutte le co-
munita della nostra Diocesi.
Diverse sono le realta alle quali vogliamo
pensare e... dare il nostro concreto aiuto.
Prima di tutto vogliamo continuare ad
aiutare i nostri missionari: li ricordiamo
sempre e li pensiamo tutti intenti nella
loro missione.
Poi vogliamo ricordare il Seminario Dio-
cesano, dove tanti giovani stanno prepa-
randosi per essere in Iuturo sacerdoti in
mezzo a noi. Celebreremo la GIORNATA
DEL SEMINARIO il 10 DICEMBRE e
avremo modo di ripensare a questa im-
portante realta della nostra Chiesa.
Anche di appoggiare la CARITAS
DIOCESANA, l'associazione ARCO
IRIS e tutte quelle iniziative che sono di
aiuto a queste persone.
L'augurio che Iacciamo e che questo
aprirsi del GAM ad altre necessita sia ca-
pito e condiviso da tutti: e sempre Gesu,
che, in vari modi, bussa alla porta del no-
stro cuore e della nostra vita per la diIIu-
sione del suo Regno.
C'e inIine la presenza di persone (aIrica-
ni, marocchini, Iilippini, turchi, libanesi)
che ormai Ianno parta della nostra realta
locale e che purtroppo, spesse volte, vi-
vono in condizioni di poverta e di neces-
sita assolute. La nostra intenzione e di co-
noscere sempre piu il problema, ma
Chi avesse preparato qualche lavoretto
e avesse la possibilita ,di qualche
dono, puo consegnarli a Somaini An-
tonietta o a don Antonio.
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IN ITALIA CI SONO
25.826
PARROCCHIE
PIU UNA.
LA TUA.
Un messaggio che, domenica 15 ottobre, e
rimbalzato su tutti i giornali, alla televisione
e alla radio, nelle piccole chiese come nelle
grandi cattedrali, portato in diversi modi a
conoscenza di tutti i cristiani, che ancora una
volta sono stati chiamati a vivere un cambia-
mento nella vita della Chiesa italiana,
Il messaggio riguarda il nuovo sistema di so-
stentamento dei sacerdoti e del Iinanziamen-
to delle varie attivita ecclesiali., che e entrato
in vigore in ragione del nuovo Concordato
tra la Chiesa e lo Stato italiano.
Oltre alle solite oIIerte, che vengono date
durante le messe, alle varie somme raccolte
in occasione dei canestri, della pesca,
dell'ottava del morti, delta rocca, del Iocatico
e di altre circostanze, ai cristiani d'Italia sono
date due nuove possibilita per contribuire
alla vita della Chiesa e al sostentamento dei
sacerdoti.
* Entro la Iine del 1989, e poi entro la Iine di
ogni anno, ogni anno, il cittadino potra Iare
alla Chiesa un'oIIerta libera che, Iino a un
massimo di 2.000.000, sara possibile detrarre
nella dichiarazione dei redditi (mod.
740).
Questa oIIerta puo essere Iatta o tramite il
conto corrente che e unito a RGNAGO '89 o
attraverso una delle banche indicate o ancora
attraverso il Parroco e la Curia diocesana,
che rilasceranno una ricevuta da allegare al
mod. 740.
* Oppure, nell'atto di compilare li mod. 740,
si potra segnare con una crocetta che si in-
tende destinare alla Chiesa cattolica l'8 per
1000 che lo stato italiano destina per opere
di carattere sociale. In base poi alle preIeren-
ze ottenute dai vari enti riconosciuti dallo
Stato, verra distribuito tutto l'8 per mille del-
le tasse pagate con il mod. 740.
E a proposito delle nuove disposizioni sul
sostentamento dei sacerdoti e perche tutti ci
sentiamo piu coinvolti nella vita e nell'attivi-
ta della nostra parrocchia, pubblichiamo que-
sta lettera apparsa su FAMIGLIA CRISTIA-
NA del 25 ottobre 1989.
10
Pensiamo possa essere di aiuto per riIlettere
sulla Iigura del sacerdote, per un minimo di
comprensione e di riconoscenza per quello
che sono e per quello che Ianno.
LA PAGA DEL PRETE
Ho la sensazione che prima di rispondere
alla lettera di m.r.g. lei, padre, abbia dovuto
pregare a lungo per ottenere il dono della pa-
zienza. Quella lettera a me sembra un con-
centrato di comodi paraventi (scuse, magari
inconsce) e di incompetenza.
Io, laica qualsiasi che ama i preti (anche i
meno perIetti, i meno dotati, i piu "spinosi":
anche loro sono esseri umani), pur avendo
un carattere mite, nel caso speciIico, avrei ri-
sposto con maggior severita.
Non ci si allontana dalla Chiesa se, entrando
in una di esse, ci viene la nausea perche ci
sembra troppo ricca. Templi ce se sono per
tutti i gusti e, se preIeriamo la costruzione
povera e disadorna, nessuno ci viete di pre-
gare in essa.
Non ci si allontana dalla Chiesa neppure se
si incontra un prete che ci sembra indegno:
lasciamo al buon Dio ogni giudizio e rivol-
giamoci ad un altro sacerdote.
Chi si allontana dalla Chiesa lo Ia per igno-
ranza, per problemi di ordine morale, per
scarsa umilta. Tutti possiamo aver diIIicolta
a restare nella Chiesa nel corso della nostra
vita, pero la strada giusta non e allontanarse-
ne: e Iarsi aiutare e chiedere luce, verita e
perdono.
Ma e molto piu Iacile e comodo Iar tacere
(magari inconsciamente) la propria coscien-
za a allontanarsi accussando la Chiesa e sa-
cerdoti delle colpe piu disparate, qualche
volta reali (nel qual caso dovremmo Iarci
aiutare chiedendo spiegazioni).
Saro stata Iortunata, ma io non ho mai cono-
sciuto un prete che desiderasse per se le
ricchezze terrene: chiedono oIIerte per i po-
veri, i drogati, i carcerati, il Terzo Mondo, le
spese indispensabili per la chiesa.
Abbiamo tutti tante necessita materiali in Ia-
miglia, tante spese: vitto, alloggio, bollette
varie, macchina, televisore, Iigli da
mantenere agli studi, beneIicenza per chi
non ha le nostre Iortune materiali ma abbia-
mo anche (direi soprattutto) delle necessita
spirituali.
Per questo ci e necessario il sacerdote, dalla
nascita alla morie. E allora, verso
quest'uomo che si e messo interamente al no-
stro servizio donandosi a Dio in un atto di Ii-
ducia e di generosita illimitate, tutti noi ab-
biamo dei precisi doveri. Personalmente agi-
sco cosi: quando vado a riscuotere il mio sti-
pendio di insegnante mi porto dietro un bol-
lettino di conto corrente e le prime centomila
lire le mando per il sostentamento del clero.
Con il resto si campa.
Ritengo che questo sia il mio dovere, come
lo e di tutti quelli che riconoscono la neces-
sita del sacerdote.
Chi non puo, oIIrira le proprie preghiere e
soIIerenze, e a chi ritiene che il prete sia inu-
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tile nessuno chiede nulla.
lo so che i sacerdoti 'lavorano piu di ogni
altra categoria di persone, anche quindici ore
al giorno. Messa, breviario, sacramenti sono
le loro azioni ministeriali piu speciIiche, ma
Ianno tante altre cose: si occupano dei bam-
bini, degli adolescenti, degli anziani, degli
ammalati, delle Iamiglie piu disgregate e
sole, dei carcerati.
Ovunque portano amore, speranza, conIorto,
perdono e, se necessario, aiuti materiali. I
preti sono a nostra disposizione ventiquattro
ore il giorno i dedicano tutta la loro vita al
nostro servizio.
Pochi li ringraziano, molti li criticano; pochi
si Iermano a riIlettere sul valore e la prezio-
sita della loro vita, molti chiedono, prendono
i arrivederci: tutto e dovuto. E allora Iaccia-
mo un bell'esame di coscienza: chiediamoci
se, ad una persona che ha scelto di servire
gratuitamente Dio e gli uomini, non sia dove-
roso dare qualcosa; se il servizio che il sacer-
dote per noi non valga almeno quanto la par-
cella dell`avvocato, l'onorario di un medico,
la ripetizione di un insegnante, l'intervento di
un idraulico o di un elettricista... E non una
volta nella vita, ma ogni mese, perche anche
i preti, come noi, hanno bisogno di una casa
decente, di un abito e del cibo.
Vorrei aggiungere, anche se non e in tema,
che hanno bisogno pure di comprensione per
i loro eventuali diIetti e di amore, gratitudi-
ne, aIIetto. Donandosi a Dio hanno rinuncia-
to a Iormarsi una Iamiglia per essere com-
pletamente liberi e servirci di piu; spesso
sono soli, malati, stanchi: la loro Iamiglia
siamo noi, il popolo di Dio. Il dare e il rice-
vere dovrebbe essere reciproco e gioioso. Ha
ragione, padre saggio e prudente: nelle chie-
se vi sono tanti santi vivi, che danno sempre,
che danno tutto, Iino all'eroismo, e pochi se
ne accorgono. Il mio parroco ha settantanni e
pesa cinquantatre chili: e consumato dalla Ia-
tica, dallo sIinimento, dalla continua dedi-
zione a Dio e alle anime. La sua giornata ini-
zia alle sei e termina a mezzanotte.
Anche dopo cena lavora: teleIonate, lettere,
preparazione dei Iidanzati al matrimonio.
Spesso, la sera ha le caviglie talmente gonIie
da trascinare i piedi. A volte mi viene da
piangere vedendolo cosi sIinito, ma se gli
dico qualcosa sorride e risponde: "Stai tran-
quilla, non preoccuparti; mi riposero in Para-
diso. Ora non c'e tempo, va bene cosi. E
prega, corre, Ia.....
UN GIORNO ALLA DOGANA
STO COLLABORANDO CON GESU
PER UN MONDO PIU GIUSTO
Oggi e una giornata importante, ho vinto li
mia timidezza (non e stato Iacile convincere
me stessa) ed eccomi al Valico di Ronago.
Il Ireddo e pungente, ma io sono Iortunata,
ho la possibilita di coprirmi: penso a quei
bambini per i quali sto raccogliendo i soldi e
non lo sento piu. Il Ireddo mi ritorna quando
un egregio signore, con tanto di Iuori serie
tirata a lucido, abbassa il Iinestrino, chiede
spiegazioni e... poi se ne va!
Fortunatamente .non sono tutti cosi:
ecco arriva un gruppo di miei coetanei, si
sIorzano di cercare tasche, tutti trovano qual-
che cosa da oIIrire... sono orgogliosa di loro!
Quanta gente, leggendo il cartellone in cima
alla via, hi gia preparato la sua oIIerta, si Ier-
ma, porge i soldi con un sorriso. Ringrazio
Gesu, sono Ielice, ma... ecco. avvicino una
signora: "no, no, io non sono italiana. 'O
Gesu, anche tu hai messo le Irontiere?"
La risposta non tarda a venire: si avvicina un
signore e, porgendo i soldi. mi dice: "gra-
zie". Lo riconosco, non e italiano.
Torno a casa, mi sento diversa: "Grazie,
Gesu, per avermi scelta a collaborare con te
per un mondo piu giusto!"
12
da Ronago in breve
LAFESTA DELLA NOSTRA MADONNA,
UNA GRANDE DEVOZIONE
28 agosto: e ritornata la Mostra Festa, la Ie-
sta in onore della nostra Madonna: l'entusia-
smo non e mancato, come non e mancata la
voglia di darsi da Iare perche tutto andasse
bene. La novena in preparazione, l'esposizio-
ne della Madonna, le conIessioni, il suono
delle campane a Iesta e ad allegria, i Iiori, i
canestri, la pesca, il nuovo capannone, i piat-
ti nostrani, i Iuochi artiIiciali hanno contri-
buito a creare un clima particolare che solo
in questa circostanza si riesce a cogliere e a
vivere.
Abbiamo ringraziato il Signore con un sacer-
dote, eia tempo amico di tutti noi di Ronago,
Don Dante LaIranconi, che ricordava i suoi
25 anni di sacerdozio. Abbiamo condiviso la
sua gioia di essere prete per la Chiesa e nella
nostra Chiesa di Como e di Ronago. Con lui
abbiamo rivissuto diversi momenti della vita
della nostra comunita, di tante Iamiglie, o
della nostra storia personale.
Anche la processione e stato un momento di
Iede e di devozione, Iavorito da un tiepido
sole. Don Albino ha accolto l'invito ad essere
in mezzo a noi e ha guidato il nostro cammi-
no attraverso le vie della parrocchia.
L'incanto dei canestri e stato disturbato da
uno scroscio d'acqua che pero non ha impe-
dito di essere generosi e di raccogliere
13.500.000 che, insieme alla pesca (.
4.800.000) e alle varie oIIerte ci ha permesso
di arrivare alla somma di . 21.000.000.
Un grazie grande a tutti, ma anche un invito
a ricordare quanto la Madonna ci insegna
per la nostra vita di ogni giorno.
13
una tradizione che si rinnova
UNA FESTA INSIEME
Il 15 ottobre abbiamo celebrato la ormai tradi-
zionale Iesta della terza eta. Anche quest`anno
piu di cento signore e signori hanno risposto
all'invito a Iar Iesta insieme.
La S. Messa, al centro della mattinata, ha visto
la partecipazione attenta di anziani, bambini e
giovani che hanno saputo Iormare una vera co-
munita di Iratelli in preghiera.
Il pranzo, preparato con cura e con arte dagli
amici dei Foc e Fiam, con il contributo
dell'Amministrazione Comunale, e stato caratte-
rizzato dalla simpatia di tutti i presenti.
Alcuni attori e attrici 'nostrani hanno dato vita
ad alcune scenette che hanno aiutato a mantene-
re una grande allegria che ha raggiunto la punta
piu alta quando un amico della ..., maestro di
Iisarmonica, ha suonato alcune musiche ballabi-
li.
Si sono mosse piene di brio alcune signore, che,
con grande entusiasmo hanno dato un saggio
delle loro abilita di "ballerine" e della loro vo-
glia di vivere.
Grazie anche per questo a tutte le signore e a tut-
ti i signori.
PRESSO IL MONASTERO DI
CLAUSURA DELLE BENEDETTINE
LA SCUOLA DI PREGHIERA
La mia vocazione e l'amore... Si ho trovato il
mio posto nella Chiesa... Nel cuore della Chiesa,
mia Madre, io saro l'amore..."
(Teresa di Gesu Bambino)
Ogni secondo sabato del mese, a Grandate, pres-
so il monastero di clausura delle Benedettine,
dove piu Iorte batte il cuore della Chiesa, ci si
trova insieme, in preghiera, in silenzio e adora-
zione. Abbiamo tanto bisogno della tua compa-
gnia, la c'e Qualcuno ad attenderli...
Qualcuno che brucia dalla voglia di vederti Ii-
nalmente capace di amare.
14
UN PROBLEMA DI ATTUALITA
ACCOGLIENZA SI
ACCOGLIENZA NO
Alcuni Iatti e la conoscenza di una situazione di
bisogno nella nostra comunita che dura da alcuni
mesi, mi hanno Iatto ricordare una esperienza
vissuta tre anni Ia che potrebbe aiutare altri, per-
che penso questa sia una delle strade da percor-
rere per costruire la civilta dell'amore,
Possiedo un appartamento in un paese vicino. La
Iamiglia che l'aveva abitato per cinque anni se
ne ando perche il lavoro dei genitori lo esigeva.
Visitai l'appartamento vuoto in una giornata di
sole: il sudiciume regnava ovunque, i muri bu-
cherellati, i serra-meati qua e la rotti, i pavimenti
da rilucidare...
Insomma la decisione Iu immediatamente presa:
lo avrei rimesso a nuovo, ma poi sarebbe stato
chiuso, in attesa che servisse a qualche Iiglio.
L`estate passo; nell'autunno i lavori di
"restauro"; la donna delle pulizie, il Ialegname,
il piastrellista, l'idraulico, l`imbianchino... tante
strade, tanto tempo, tanto denaro. Ma Iinalmente
l`appartamento era rimesso a nuovo, bello
come... un Iiore. Era stato Iacile dire a chi chie-
deva: AIIittarlo? No, no, e da mettere in ordine e
poi (ecco la scusa) lo vendero.
In autunno pero la realta era diversa. Dentro di
me si Iacevano strada pensieri nuovi, suscitati da
Parole che da millenni sono ripetete: "cio che
Iate al piu piccolo, lo avete Iatto a me.... Ero Io-
restiero e mi avete ospitato.... Chi accoglie voi,
accoglie me."
Suonarono come un rimprovero, ma mi aprirono
il cuore. No, come cristiano non potevo tenere
ancora chiusa quella porta. E cosi, quando ven-
nero dal sud due giovani sposi, lei aspettava per
Natale il suo bambino, le parole evangeliche:
"per loro non c'era posto nell'albergo" mi decise-
ro.
Va bene, l'appartamento e disponibile, volete ve-
derlo?"
E dentro di me: "Signore Gesu, di te mi Iido.
Speriamo che vada tutto bene".
Sono passati tre anni, e tutto va ancora bene.
15
19-20 AGOSTO, A SANTIAGO CON IL PAPA
C'ERO ANCH'IO TRA LA FOLLLA DEI
500.000 GIOVANI PRESENTI
Quest'estate ho avuto Ia grazia di poter
partecipare all'incontro dei giovani con il
Papa a Santiago de Compostela.
E stata un'esperienza unica!
Fin dalle prime ore del viaggio (ben 30
ore!) abbiamo iniziato a vivere per
l'appuntamento del 19 e 20 agosto con lo
spirito di pellegrini. InIatti i molti disagi
in cui venivamo ad imbatterci non Irena-
vano il nostro entusiasmo, anzi erano il
mezzo per costruire una vera comunione
Iraterna. Cosi il montare le tende sotto
l'acqua, le lunghe code ai bagni potevano
essere oIIerti a Lui e diventavano lo sti-
molo ad amare il Iratello accanto.
I momenti di catechesi del mattino, nei
giorni precedenti l'incontro con il Ponte-
Iice, sono. stati tappe in cui ciascuno po-
teva riscoprire (o scoprire) piu a Iondo
Gesu quale "Via, Verita e Vita".
Tantissimi hanno sentito piu proIondo ed
unico il valore dell'amore concreto ad
ogni prossimo quale via sicura, la stessa
percorsa da Gesu, verso la Santita! Cosi
ci e parsa un'occasione unica, per sentirci
piu vicini ai giovani libanesi, quando ci e
stato proposto di raccogliere Iirme, li per
le vie di Santiago, per un appello di pace
per il Libano, presentato poi al Papa du-
rante la S. Messa della domenica.
Le diIIicolta di lingua, timidezza, la stan-
chezza non potevano rappresentare un
ostacolo e si superavano con gioia. Non
vi dico... in giro per Santiago armati di
carta e penna (e anche coraggio) si Ierma-
vano le persone proponendo l'appello.
Cosi ci siamo ritrovati il sabato sera sul
Monte de Gozo (della Gioia) per il primo
incontro con il Papa. Per ciascuno e stato
m momento unico: Gesu ci chiama a te-
stimoniarlo nel mondo, andando contro
corrente nelle proposte che ci giungono
dalla societa consumistica. Dalle doman-
de dirette che il Papa ci rivolgeva ci sia-
mo sentiti chiamati personalmente,
E la stessa notte che la maggior parte ha
trascorso li sul monte in preghiera,
all'aperto, era una risposta concreta.
Dopo giorni di viaggio Iaticosissimo, per
tanti a piedi, in bicicletta, in treno, pull-
man, provenienti da ogni parte del mon-
do, erano li a dormire in un sacco a pelo,
con la temperatura sotto i dieci gradi! Li
ho davvero ammirati, io che ho dormito
in tenda!
Al mattino della domenica, dopo questa
notte 'speciale, abbiano vissuto la S.
Messa con il Papa, che ci ha dato lo
sprint per partire ed andare a portarlo a
tutti i giovani del mondo.
Sacchi a pelo e zaini in spalla, proprio
come Iiumi di persone, abbiamo ripreso
la via del ritorno a malincuore: troppo
grande era la pienezza provata In quei
momenti.
E quando siamo arrivati a Milano, qual-
cuno ha notato, oltre la stanchezza, una
gioia grande sui nostri volti: non poteva
che essere cosi dopo Santiago.
(MONICA G.)
16
vita del laghetto ANNA BALATTI
DIECI ANNI DI STORIA: 1979-1989
All'inizio di ottobre, quasi in sordina, il Gruppo
Cannisti Ronaghesi ha Iesteggiato il suo decen-
nale di Iondazione, in pratica il decennale del
Laghetto.
Senz'altro il laghetto della Valmulini ne ha visti
passare parecchi, di decenni, ma credo proprio
che anche per lui quello appena trascorso sia sta-
to il piu bello.
Da sempre siamo abituati a vedere, nel nostro
territorio, questi specchi d'acqua: col suo Iascino
un po' misterioso Ia parte dei ricordi della nostra
inIanzia. Circondato com'era dalle "cannette,
era quasi impossibile scorgerlo pero sapevamo
che era li, anche se non rappresentava niente di
speciale. Lo consideravamo uno stagno e basta.
Ma non e uno stagno: nel suo bacino c`e una
sorgente d'acqua ed e proprio questo Iatto che
dieci anni Ia ha stimolato in un gruppo di rona-
ghesi l'idea di ripulirlo e di valorizzarlo con
l'intento riuscito, di oIIrire un motivo di raduno
e di svago per tutti e in particolare per i giovani
e i bambini di Ronago.
Ben impressionato dalle intenzioni di questo pri-
mo gruppo di persone, il Sig. Silvano Zuccoli,
proprietario dell'area ha creduto nella loro ini-
ziativa ed ha ceduto in aIIitto il laghetto, nella
certezza che ne avrebbero Iatto un buon uso a
vantaggio dell'intera comunita.
Questi 'pionieri, a cui si sono man mano ag-
giunte altre persone, non si sono risparmiati. Sul
piano giuridico hanno costituito un'associazione
con le carte in regola per poter, a pieno titolo,
portare avanti il loro discorso.
Si sono impegnati in prima persona, lavorando
sodo, per poter migliorare le condizioni ambien-
tali e realizzando anche le necessarie strutture
per poter oIIrire un ritrovo adatto a tutti coloro
che avrebbero accolto il loro invito, e cioe a tutti
i pescatori ed aspiranti tali di Ronago.
E, si intende, senza volerci guadagnare sopra,
anzi...
Chiunque, dalla scuola materna alla pensione,
puo diventare socio o socia, puo pescare, puo
scambiare quattro chiacchiere in compagnia, puo
iscriversi alle diverse gare sociali (in occasione
delle quali Iunziona anche un ottimo servizio cu-
cina, con specialita nostrane).
Fra gli iscritti, ci sono 50 tra bambini e ragazzi. I
piu piccoli vengono "addestrati" e seguiti dai pe-
scatori esperti, giovani e meno giovani, che inse-
gnano loro tutti i trucchi del mestiere. Che emo-
zione vederli quando, magari a Iatica, riescono a
tirar Iuori dall'acqua la loro preda! o quando, a
Iine stagione, ricevono la coppa-premio durante
l'ormai tradizionale pranzo sociale!
Non dobbiamo poi dimenticare il Iolto gruppo di
amici della terza eta, Irequentatori assidui, che
con tanta serenita si uniscono alla vita del la-
ghetto, condividendone la Iestosa atmosIera.
E uno scambio veramente prezioso di spontanei-
ta a di esperienza, di entusiasmo e di amore per
la natura. Uno scambio che aiuta i piccoli e an-
che i grandi.
E questo il messaggio piu bello del nostro la-
ghetto ed e proprio questo lo scopo principale di
chi l'ha voluto cosi com'e adesso.
Non e poi cosi importante se all'amo abboccano
trote o scardolette, carpe o pesci gatto. Certo, se
son trote e meglio, pero quello che conta e il Iat-
to di ritrovarsi tutti insieme, in un ambiente non
inquinato, ne materialmente, ne moralmente.
Un posto da diIendere, una realta da continuare.
Continuare e un Iatto scontato: gli attuali 130
iscritti sono gia una signiIicativa risposta ed un
valido motivo di incoraggiamento per gli ispira-
tori e i collaboratori della societa.
E, proprio per esprimere a tutti loro un sincero
ringraziamento, vorrei citarne i nomi, anche a ri-
schio di dimenticarne qualcuno (e, nel caso,
chiedo scusa).
Tra i Iondatori ricordiamo Luigi
17
Nicolini che purtroppo e gia scomparso e che e
stato uno dei principali animatori di queste ini-
ziativa, insieme con Alberto Lambrughi, Guido
Samuelli, Piero Somaini, Ercole Livio, Gilberto
Peron e Paolo Barichello.
Il Bertino ha praticamente trascinato nell`"av-
ventura-laghetto" i suoi quattro Iigli e special-
mente sua moglie Angela, che ci dedica innume-
revoli week-end come apprezzatissima vivan-
diera, contribuendo inoltre con varie iniziative
alla buona riuscita delle gare sociali. E le va so-
prattutto riconosciuto il merito di essersi saputa
trasIormare in una delle 'colonne del laghetto.
C'e il Domenico Pettinello che anche da oltre
Irontiera tiene egregiamente i contatti uIIiciali in
qualita di Segretario, coordinando il calendario
gare, riunioni ecc. e mantenendo vivi i rapporti
con altri club analoghi al nostro, quali il 'Pesca
Club Novazzano o il ' Cannisti Lanza di Ca-
gno.
Aprendo qui una parentesi, va detto che anche in
questo campo la Societa Cannisti Ronaghesi ha
raggiunto un bellissimo obiettivo. Non si e chiu-
sa in se stessa, ma ha creato dei legami con altre
associazioni di pesca sportiva, organizzando dei
tornei amichevoli che contribuiscono a Iare nuo-
ve conoscenze ed a raIIorzare i rapporti tra un
paese e l'altro.
Riprendendo il nostro elenco, citiamo il nostro
cassiere Vittorio Piga, insieme con gli altri attua-
li consiglieri: Franchino Livio, Gilberto Peron,
Natale Mantova, Mauro Sassi, Teodoro Gaetano,
Giuseppe Minotti (prezioso assistente in svariate
occasioni) e Ciceri Rino, presidente.
Pero non devo dimenticare la Maria Peron e la
Francesca Visconti: la loro assidua presenza do-
menicale si rivela sempre utilissima.
E abbiamo il Fedele Tropeano, custode del la-
ghetto, che vigila costantemente, anche durante i
mesi invernali di chiusura, aIIinche tutto sia
sempre in ordine.
Un dato emerge da questo elenco: il Iatto che i
mariti e le mogli condividano io stesso impegno,
vivano insieme il loro tempo libero, trasmetten-
do cosi un certo messaggio anche ai Iigli.
E quanti altri amici aiutano, in Iorme diverse,
ma sempre con discrezione e con gioia?
C'e tanto da Iare: la manutenzione, i pesci da
"buttar dentro", le pesature, le classiIiche, le pre-
miazioni e via dicendo. Ma questa e gente che
crede nella validita della proposta-laghetto e... i
Irutti si vedono, anche solo guardando la Iila
delle macchine parcheggiale sei pressi alla do-
menica.
Anche le anitre selvatiche, le gallinelle d'acqua e
il martin pescatore parcheggiano volentieri al la-
ghetto.
E, lasciandovi con queste immagine, non voglio
dire che tutto sia sempre idilliaco, che non ci sia-
no diIIicolta, incomprensioni o delusioni. Pero si
riesce a superarle e a risolverle perche, al di so-
pra di tutto, c`e la volonta di salvaguardare que-
sto piccolo angolo speciale di Ronago.
18
DALLA BIBLIOTECA COMUNALE
IL NUOVO SISTEMA
BIBLIOTECARIO DI
OLGIATE COMASCO
Cogliamo l`occasione della pubblicazione di
questo numero di Ronago 89 per portare a
conoscenza della popolazione che ormai da
2 anni Iunziona il sistema bibliotecario di
Olgiate Comasco, a cui ha aderito anche la
Biblioteca Comunale di Ronago. Il servizio
vuole Iacilitare lo scambio culturale tra le bi-
blioteche che Ianno parte del sistema, oIIren-
do a tutti gli utenti la possibilita di utilizzare
i libri presenti nelle biblioteche dei paesi indi-
cati sul Ioglio allegati al giornalino.
PROSSIME INIZIATIVE DELLA
BIBLIOTECA
Sabato 2 dicembre dalla ore 14.30
alle ore 21.30
Domenica 3 dicembre dalle ore 08.30
alle ore 12.00
BANCO VENDITA DEL
LIBRO
Domenica 17 dicembre,
ore 20.30,
presso la Chiesa Parrocchiale
CONCERTO DI
NATALE
Un gruppo di bambini, di eta compresa tra i
5 e i 14 anni, eseguira con il violino Iantasie
natalizie e altri brani.
I bambini della scuola 'Baule dei suoni di
Como sono preparati e diretti dalla Signora
Giulia Cavicchioni, dottoressa in discipline
musicali.
RITORNATO IL PALIO
DEI RIONI
( IL QUARTO)
Durante la prima settimana di settembre,
dopo due ami di pausa, si e svolto nel nostro
paese il quarto Palio dei rioni.
Alle gare, inaugurate dalla corsa campestre,
proseguite con i tornei di bocce, pallavolo e
carte e concluse dai giochi del sabato e dalla
premiazione del rione vincente, hanno parte-
cipato tanti ronaghesi, grandi e piccoli, alcu-
ni come giocatori, gli altri in veste di tiIosi.
Il gruppo dei giovani organizzatori ha voluto
riproporre questa esperienza con l`intenzione
di proseguirla, arricchendola di nuove idee,
nei prossimi anni.
E noi auguriamo a loro di riuscirci, perche,
oltre ad essere un'occasione per divertirci, il
Palio lo e anche per incontrare nuove perso-
ne e per approIondire la conoscenza di quel-
le che non rientrano nella cerchia degli amici
abituali.
Ma possiamo Iare di piu: possiamo mettere a
disposizione un po` del nostro tempo, Ianta-
sia a idee per Iar si che il Palio dei rioni di-
venti una bella tradizione a Ronago, un
modo per concludere in amicizia ed allegria
la nostra estate.
19
20
21
)1I '^
c ivnvo .vc .iv... .cv vnv .ov, . vn.ov...
Cera una volta un paese dove i bambini d'estate
non si annoiavano mai perche, per tre settimane,
c'era il Grest. Ronago in quel periodo era irrico-
noscibile, l'aria si riempiva di urla, di entusia-
smo, di gioa, di allegria che i bambini sprizzava-
no da tutti i pori.
Si creava un'aria magica. Come in tutte le storie
che si rispettino, anche in quel paese c'era il
principe azzurro, che non era una persona, ma
era l'argomento del Grest. Si parlava di Gabai,
del mulino, di Iarina, di sacchi, di accordo, di
unione, di sintonia che ci dorrebbe essere sem-
pre Ira tutti, grandi e piccoli, come ci insegnano
l'acqua e la ruota del mulino: l'acqua senza le
pale non potrebbe Iar girare la ruota e cosi maci-
nare il grano, e le pale senz'acqua come girereb-
bero?
Cosi per tre settimane, i bambini hanno riIlettuto
su questo e l'hanno messo in pratica perche non
e Iacile andare d'accordo con il vicino che maga-
ri ti ruba le Iorbici o che vuole incollare quel
pezzo di carta proprio li dove lo stai gia metten-
do tu... e quanta Iatica... ma che bello vedere
questi bambini sIorzarsi per migliorarsi ogni
giorno e cosi poter cancellare un sacco di Iarina.
Perche ad ogni bambino era stato distribuito un
cartoncino con l'esame di coscienza da Iare, cioe
i sacchi da cancellare, e se proprio erano stati
bravi potevano cancellarne due.
E cosi passavano i giorni ed i ragazzi aumenta-
vano sempre piu perche le cose belle contagiano.
Un grosso sorriso si allargava sul loro viso
all'apparire delle Iatine che erano nient'altro che
le animatrici del Grest. Quanta Iatica, per loro,
radunare tutti, spiegare la storia di Gabai o come
Iare un lavoretto o imparare un gioco.
Cosi le Iatine, con la loro bacchetta magica, si
davano da Iare. Una bacchetta magica che in
Iondo abbiamo tutti ed e la buona volonta e la
pazienza di stare con quel bambino che proprio
quel giorno non vuole stare Iermo, o la costanza
di essere puntuale ogni giorno e di essere pre-
sente sempre, anche quando alla sera ci si dove-
va Iermare a pulire l'oratorio.
Non poteva mancare, in quel Grest, un orco che
disturbava. Ed era la pigrizia che alle volte si
impossessava dei bambini e che Iaceva dire:
'no, io oggi non partecipo. Era un nemico diIIi-
cile da sconIiggere, perche si impadroniva dei
bambini e loro non si accorgevano e quando lo
Iacevano era sempre troppo tardi.
E cosi i giorni passavano, tra orchi, Iate e pre-
senze quasi angeliche come quelle della Suor
Lorenzina e di Don Antonio che aleggiavano al
di sopra di tutti. Si stava proprio bene in quei
giorni, quanta gioia, quanta armonia, anche il
sole ed i colori della natura sorridevano a quei
bambini.
Ma venne l'ora di dirsi arrivederci, anche in quel
paese, seppur magico, il Grest Iini.
Che tristezza, che delusione, che malinconia!
Sul viso di ogni bimbo c'era una lacrima, un
nodo alla gola per i piu "duri", ma in ogni cuore
un po' di amarezza.
Coraggio, bambini, non e del tutti Iinita perche
alla domenica c'e ancora l'oratorio e ci saranno
ancora le Iate, i principi, l'orco, le presenze an-
geliche ed i colori dell'inverno a salutarvi e tutto
diventera magico solo se voi lo vorrete!
VITTORINA G.
22
UNA NOTA CHE INTERESSA TUTTI
IMPARIAMO A ~USARE I RIFIUTI
Nei luoghi pubblici di Ronago Iu esposta
un'ordinanza in cui si vietava di portare
riIiuti nel cassone. Sulla stampa locale, a
piu riprese, sono comparsi articoli in cui
si parlava di discariche chiuse e riaperte.
In alcuni paesi limitroIi, qualche volta,
non e stato ritirato il sacco della raccolta
settimanale.
Con queste premesse mi sento in dovere
di porre all'attenzione di ogni cittadino
ronaghese la grave situazione in cui si
viene a trovare il servizio "raccolta riIiu-
ti", chiedendo a ciascuno, per ora, un
poco di attenzione, in seguito molta colla-
borazione.
La reale situazione e questa: al momento
non ci sono in provincia di Como discari-
che per ricevere i nostri riIiuti. Questi
vengono inviati in discariche di altre pro-
vincie tra grosse diIIicolta e con l'incer-
tezza d'essere accettati o meno. Ne conse-
gue che si potra ripetere per il nostro Co-
mune la chiusura dei cassone di via Sel-
vamara oppure potra accadere che qual-
che venerdi mattina il sacco rimanga da-
vanti alla nostra abitazione, inoltre si ha
la certezza di un aggravio di costi su tutto
il servizio che ricadranno su ciascuno di
noi.
E inutile andare a cercare eventuali colpe-
voli di questa situazione. E invece neces-
sario Iarsi convinti che si producono trop-
pi riIiuti per cui e vitale Iare il possibile
aIIinche la quantita di riIiuti da portare
alla discarica venga drasticamente ridotta.
Solo in questo modo le strutture esistenti,
e quelle che si realizzeranno, potranno
evitare che ci si trovi sempre in uno stato
di emergenza.
Non tutto cio che viene scartato dalle no-
stre abitazioni deve per Iorza Iinire tra i
riIiuti da portare in discarica.
Per raggiungere questo risultato dobbia-
mo mettere in pratica le regole dettate
dalle "RACCOLTA DIFFERENZIATA";
in parole semplici, dobbiamo tenere da
parte certi oggetti (carta, vetri, pile, ecc.)
per poi metterli in particolari contenitori
o consegnarli a determinati raccoglitori.
Ecco le possibilita di raccolta diIIerenzia-
ta esistenti sul nostro Comune:
a) VETRI. Sul territorio del Comune
sono posizionati tre cassonetti, ubicati in
modo da dare a tutti la possibilita di ser-
virsene. I vetri devono essere introdotti
nel cassonetto, non lasciati in terra. Se un
cassonetto e pieno, certamente ce ne sara
un altro vuoto.
b) CARTA Periodicamente e con una cer-
ta Irequenza viene raccolta dalla Parroc-
chia e sara anche nostra cura avvisare la
23
popolazione quando verra eIIettuato il
giro. Non occorre molto spazio per tenere
da parte la carta che ogni Iamiglia accu-
mula nei giro di due mesi; comunque,
esiste presso la Coop. Ghielmetti un pun-
to di raccolta sempre disponibile, presso
cui si possono portare giornali, cartoni,
etc. che eventualmente costituiscono un
ingombro nella propria abitazione.
Con rammarico troppe volte si e notata la
presenza nei cassone di carta e bottiglie
in grande quantita. Cio e inspiegabile poi-
che da anni queste cose vengono raccolte
separatamente e troppe volte e stato spie-
gato che il raccoglierle porta vantaggi
economici, crea risparmio di energia e
aiuta notevolmente a proteggere la natu-
ra.
c) PILE E MEDICINALI Ci sono conte-
nitori presso negozi e luoghi pubblici o
presso l'ambulatorio comunale. Anche
qui l'importante e tenerli da parte per poi
portarli nel luoghi adatti. Soprattutto le
pile contengono materiali che, se messi in
discarica, a lungo andare possono causare
degli inquinamenti seri.
d) STRACCI E METALLI Sono raccolti
dalla Croce Rossa o da altre associazioni,
per cui sarebbe opportuno che coloro che
hanno dello spazio li tenessero da parte
per poi destinarli a questi raccoglitori.
Come si puo costatare qualcosa di con-
creto esiste anche nel nostro Comune ed
altre iniziative verranno portate avanti nel
prossimo Iuturo. Importantissimo ed ur-
gente e che il cittadino si Iaccia una men-
talita nuova, tale di arrivare a buttare nel
sacco della spazzatura e nel cassone assai
poco; questo con la Ierma convinzione
che e l`unica strada per non arrivare a una
situazione ed incontrollabile i cui danni
cadrebbero solo su di noi.
Cio che non si potra ricuperare verra get-
tato nei riIiuti seguendo le regole di sem-
pre ma che ritengo necessario ribadire:
1) Il riIiuto domestico della abitazione
deve Iinire nel sacco nero e messo Iuori
al venerdi mattina per la raccolta settima-
nale. Non deve essere buttato nel casso-
ne.
2) I riIiuti ingombranti vanno nel casso-
ne, sistemati in modo da occupare meno
spazio possibile. Non devono essere la-
sciati in terra e, poiche a breve l'area ver-
ra recintata, non devono essere lasciati
Iuori dai cancelli.
3) Gli scarti dei giardini (per chi non
avesse spazio sul proprio terreno) devono
venire messi per terra dietro al cassone
dopo essere stati svuotati dagli eventuali
contenitori. Non devono essere gettati
nel cassone.
Mi sembrano delle norme elementari che,
con un poco di senso civico, possono es-
sere osservate con estrema Iacilita. Sareb-
be molto brutto dover arrivare ad delle
multe per ottenere il rispetto di quanto,
sopra esposto.
Grazie per averci aiutato a tenere in ordi-
ne il nostro paese e per aver dato una
mano alla conservazione di una delle
cose piu belle che abbiamo: la natura!
24

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