o Cristo, la nostra felicit, Solo il tuo natale pu rendere il mondo felice. Chi segue Te, o Cristo, come Tu stesso ci hai assicurato, non cammina nelle tenebre. Tu sei la luce del mondo. E chi guarda a Te, vede rischiarirsi i sentieri della vita; sentieri aspri e stretti, alle volte; ma sono sentieri sicuri, che non smarriscono la meta della vera felicit. Tu sei, o Cristo, la nostra felicit e la nostra pace perch tu sei il nostro Salvatore. PROPOSTA DI AVVENTO Un Avvento di riconciliazione vuole gesti concreti, quotidiani, di perdono, di pace, di fraternit. Nel cuore cos rinnovato, Dio pu far scendere il Suo Amore. 2 LA PAROLA DEL VESCOVO UN PRECISO IMPEGNO: LA CATECHESI Si riapre l`anno pastorale con le consuete at- tivita: in primo luogo con la catechesi. 1. Chiedo ma particolare impegno per l'istru- zione religiosa in vista di una comunita oran- te e operosa da attuare tra i Ianciulli e singo- larmente tra i ragazzi del dopo cresima se- condo le vigenti indicazioni. 2 Domando, inoltre che, seguendo le schede approntate sulla traccia del "CREDO, 'LA FEDE PROFESSATA", sia organizzata, con ogni sIorzo e con ogni mezzo utile, la cate- chesi agli adulti - che e prioritaria nel lavoro Iormativo - a cui possono Iorse unirsi i gio- vani. Si tratta del primo anno di un ciclo triennale. Seguira l`esposizione della liturgia e dei sa- cramenti ("la Fede celebrata) e della Morale ("La Iede vissuta e testimoniata"). Non si e sempliciter al "ritorno"* a un meto- do sorpassato. Lo sIorzo e quello di oIIrire cognizione di base e una sintesi organica della Iede cattoli- ca quale e pensata e vissuta nella Chiesa di oggi: una conoscenza che consenta di avvia- re nella preghiera, all'assunzione di responsa- bilita nella comunita cristiana e nella societa, e a un desiderio coraggioso e rispettoso che sappia proporre anche a chi e lontano o av- verso al cristianesimo e/o alla Chiesa la co- noscenza della rivelazione e l`esperienza della conversione e della grazia. Esorto a non scoraggiarsi davanti a risultati magari esigui che ne potranno venire. La meta e di creare o di ricreare una "tradizio- ne" che non consista soltanto in una "scuola", ma abbia la concretezza e la den- sita- Iervida di una comunita ecclesiale con- sapevole e attiva. LA CATECHESI LA CATECHESI LA CATECHESI LA CATECHESI LA CATECHESI LA CATECHESI LA CATECHESI LA CATECHESI LA CATECHESI LA CATECHESI NELLA NELLA NELLA NELLA NELLA NELLA NELLA NELLA NELLA NELLA NOSTRA PARROCCHIA NOSTRA PARROCCHIA NOSTRA PARROCCHIA NOSTRA PARROCCHIA NOSTRA PARROCCHIA NOSTRA PARROCCHIA NOSTRA PARROCCHIA NOSTRA PARROCCHIA NOSTRA PARROCCHIA NOSTRA PARROCCHIA PER I RAGAZZI DELLE ELEMENTARI OGNI GIOVEDI DALLE ORE 15, ALLE 16.30 PER I RAGAZZI DELLE MEDIE OGNI LUNEDI DALLE ORE 16.30 ALLE ORE 17.30 OGNI VENERDI DALLE ORE 17 ALLE ORE 18 PER I RAGAZZI DELLE SUPERIORI OGNI MARTEDI DALLE ORE 18 ALLE ORE 19 OGNI MERCOLEDI DALLE ORE 18 ALLE ORE 19 PERI GIOVANI (A partire da lunedi 27 novembre) OGNI LUNEDI ALLE ORE 20.45 PER GLI ADULTI (a partire da venerdi 24 novembre) OGNI VENERDI' ALLE ORE 15 O ALLE ORE 20,15 3 DAL 3 DICEMBRE, PRIMA DOMENICA DI AVVENTO "LA COMUNIONE NELLA MANO: PRENDETE E MANGIATE... LA NOTIZIA "I Vescovi italiani, avvalendosi della conces- sione, prevista dal "Rito della Comunione Iuori della Messa e del culto eucaristico", hanno stabilito che nelle diocesi italiane si possa distribuire la Comunione ponendola sulla mano dei Iedeli. II modo abituale di ricevere la Comunione deponendo la particola sulla lingua rimane del tutto conveniente e i Iedeli potranno sce- gliere tra l'uno e l'altro modo. La possibilita della Comunione sulla .mano sara introdotta nelle nostre Chiese a partire dalla prima Do- menica di Avvento, il 3 dicembre 1989. Chiunque si sara accostato alla Comunione eucaristica renda poi grazie, in cuor suo e nell'assemblea dei Iratelli, al Padre che glie- ne ha concesso il dono, sostando per un certo tempo in adorazione a Cristo Gesu ed in in- tenso colloquio con lui. Sostenuto dalla gra- zia divina, si apra cosi alla missione di testi- monianza e di carita tra i Iratelli, perche l'Eucarestia con la Iorza dello Spirito, conti- nui nella vita di ogni giorno a lode della glo- ria di Dio Padre." LA SPIEGAZIONE La distribuzione della comunione sulla mano e un modo antichissimo seguito da tutte le chiese durante il primo millennio: nelle chie- se occidentali e durato Iino al nono secolo, poli e cambiato, mentre per le chiese orienta- li e sempre stato in uso. Sin dalla antichita cristiana, pero, era anche in uso dare la co- munione in bocca agli ammalati e ai bambi- ni. Nel secolo nono venne stabilita, per tutti la norma secondo la quale "a nessun laico, uomo o donna, si ponga in mano l fedele che desidera ricevere la Comunio- ne sulla mano pre- senta al ministro en- trambe le mani, una sull'altra (la sinistra sopra la destra) e mentre riceve con ri- spetto e devozione i Corpo di Cristo ri- sponde Amen fa- cendo uh leggero in- chino. 4 l`Eucarestia, ma soltanto in bocca... Le cause : di questo cambiamento Iurono di- verse; dalla preoccupazione di impedire de- gli abusi di vario genere al Iatto che, in quel periodo, venivano usati dei pezzi di pane az- zimo che erano piatti, rotondi e bianchi e Ia- cilmente si rompevano, a un nuovo modo di pensare la liturgia, la presenza eucaristica e la Iigura del sacerdote. Non per niente, proprio con la riIorma della liturgia, stabilita dal Concilio Vaticano se- condo, che ha approIondito una partecipa- zione comunitaria nella celebrazione dei sa- cramenti, nasce anche l`esigenza della Co- munione sulla mano. Si vuole aiutare il cri- stiano a vivere piu intensamente l`invito di Gesu... prendete e mangiate... riaIIermare la sua dignita di battezzato, di parte attiva del- la Chiesa. Rimane sempre la possibilita di ri- cevere la Comunione sulla bocca. Anzi non si devono creare delle discrimina- zioni tra coloro che preIeriscono l`uno o l'altro modo. Ne si deve arrivare a pensare che la Comunione sulla mano sia solo un Iat- to piu comodo oppure una questione ige- nico-sanitaria. Ricevere il Signore sacramen- talmente con due mani rispondendo a voce alta l'AMEN" della Iede e esprimere la tota- le accoglienza da parte di tutto il nostro cor- po, che e espressione dell'anima credente, puo servire a ricuperare convinzioni e idee che sono alla base del nostro essere Chiesa. Quindi, davanti al mi- nistro, o appena spo- stato di lato per far avanzare il fedele che segue, mette in bocca l'ostia consa- crata prendendola con le dita dal palmo della mano. Ciascu- no faccia attenzione di non lasciar cadere nessun frammento. Le ostie siano confe- zionate in maniera tale da facilitare que- sta precauzione. 5 GRUPPO APPOGGIO MISSIONARIO G.A.M. UNA SPERANZA CHE FIORISCE NEL NOME DI P. GIUSEPPE L'estate, per il G.A.M., e stata caratterizzata da incontri con alcune persone tutte legate, per qualche motivo, a Padre Giuseppe Am- brosoli. Ci sembra che sia lui, dal cielo, che abbia voluto Iarcele conoscere per indicarci una strada da percorrere insieme. Prima abbiamo conosciuto Suor Caterina, della quale abbiamo parlalo nel numero scor- so; poi e venuto da noi Padre Tocalli che ha trascorso molti anni in Uganda come Missio- nario-medico tra i lebbrosi; inIine l'incontro con il dottor Carlo Marino, ortopedico che, come laico volontario, e stato per due anni a Kalongo, vivendo con P. Giuseppe il dram- ma della evacuazione Iorzata dell'ospedale. Alla Iine di settembre abbiamo avuto la gioia di ricevere la lettera di Philip Zema. Grazie a tutti voi per la Vita che avete scelto, per il tempo che ci avete donato, per quel poco che noi riusciamo a dare. PADRE EGIDIO TOCALLI Il 23-24 settembre e stato tra noi Padre Egi- dio Tocalli, missionario comboniano, nativo di Morbegno. La sua presenza ci ha parlato di Dio, di un Dio a noi vicino che ci ama come un Padre buono e che a noi chiede di noti aIIannarci a Iare, ma di conoscere la sua parola e di viverla alla sua presenza. metten- dola in pratica ogni giorno. Ecco la necessita della preghiera che P. Egidio ha privilegiato in quelle giornate. E poi ci ha parlato di P. Giuseppe Ambrosoli che lui conobbe quando era un seminarista e poi ritrovo, divenuto medico, a Kalongo. "Noi comboniani e gli ugandesi abbiamo perso un grande sacerdote e medico, ma ab- biamo guadagnato un nuovo santo che inter- cede per noi". In una intervista rilasciata a "il Settimanale", P. Tocalli dice: "Al mio ritorno in Uganda ai primi di otto- bre, i miei superiori mi chiedono di riaprire, insieme alle Suore Comboniane e ad alcuni medici volontari italiani, l'ospedale di Kalongo, memoria vivente di P. Ambrosoli e di tanti Iigli e Iiglie del Comboni che in quella zona hanno dato la vita. La popolazio- ne locale per due anni e mezzo ha impedito a ladri e guerriglieri il saccheggio del com- plesso Missione-Ospedale ed ora ci attende a braccia aperte... Riparto con il cuore pieno di Iiducia nella Provvidenza.... Rin- grazio di cuore quanti, in tutti questi anni, ci hanno aiutato con preghiere, sacriIici nasco- sti e oIIerte. Dio vi riempia di benedizioni e vi doni occhi e cuore per amarlo nei suoi Ii- gli piu poveri. 6 IL DOTTOR CARLO MARINO Mercoledi 18 ottobre, abbiamo partecipato a una conIerenza tenuta dal Dottor Carlo Mari- no, presso l'ospedale S. Anna. Il tema dell'incontro era: "in Uganda riapre l'ospeda- le di Kalongo". Tra i presenti, anche il Sig. Paolo Ambrosoli. Il Dottor Marino ci ha detto:" l'ospedale di Kalongo serviva una vasta zona abitata da circa 400mila persone. Riaprirlo non e solo un'idea entusiasmante, ma doverosa. Si sta cercando il personale, ma c'e carenza di ma- teriale sanitario. In cinque grandi ospedali italiani, a Genova, a Verona, a Roma, a Pie- tra Ligure e al S. Anna di Como, insieme a tutti i miei amici che hanno lavorato a Ka- longo, ho organizzato un servizio molto semplice per la raccolta di questo materiale che viene poi prelevato da gruppi di appog- gio e uno di questi e a Ronago. Qui viene se- lezionato da persone competenti, i dati ven- gono battuti a macchina e inseriti in un com- puter. Quando dall'Uganda ci chiedono cio CHE HANNO BISOGNO, noi lo spediamo. Il Signor Paolo Ambrosoli si e messo a di- sposizione per la spedizione attraverso con- tainers, come Iaceva negli anni passati, quando c'era il dott. Ambrosoli. Se egli Iosse qui, sarebbe il primo a non voler parlare di lui, perche si metteva nell'ultima Iila e cerca- va in tutti i modi di metterti a tuo agio, ma non compariva mai. Era un grossissimo manager, sapeva tutto di cio che lo circondava, conosceva ogni appa- recchiatura medica, coordinava tutti i suoi collaboratori. Noi, giovani medici, abbiamo avuto un grande esempio. Ci diceva: - ragazzi, qui sia- mo nel pieno della savana, ma immaginate di lavorare come se Ioste nella miglior clinica. o a Niguarda, o al vostro ospedale di prove- nienza. Dovete cercare di trattare questi ma- lati nel miglior modo possibile e avere la puntualita come se Ioste a Milano o in Sviz- zera -. Quindi una grande responsabilizzazione ver- so di noi, che costava moltissimo sia per l'impegno di lavoro, che era superiore a quel- lo cui noi siamo normalmente abituati in Ita- lia, sia per l'aggiornamento. Guardavi la sai luce in camera, la notte: non l'ho mai vista spegnersi se non dopo l`una o le due. Quando andavo nella sua camera, lo vedevo studiare gli interventi per il giorno dopo op- pure lavorare su dei progetti di ingegneria... Ambrosoli cercava di mettere, in ogni modo, a nostro agio noi medici e le nostre Iamiglie; capiva i nostri problemi, ci metteva a disposizione semplici ed essenziali case, belle. Era sempre partecipe della vita di noi me- dici, procurandoci tutto quello che ci permet- teva di vivere una vita normale. Gli siamo veramente tanto grati di questo. Poi il Doti. Marino attraverso bellissime dia- positive, sapientemente scelte, ci ha mostrato la Iertile terra d`Uganda, la sua gente, la mis- sione e l'ospedale di Kalongo dove e stato per due anni, come volontario; la dicembre tornera in AIrica. Ma il commento di quelle belle immagini Ia- ceva rivivere la persona di P. Giuseppe, li sua multiIorme opera in Iavore degli aIrica- ni, il suo amore per tutti. Sentire parlare di lui da un medico e stato scoprire concreta- mente tutta la ricchezza e la Iinezza delle doti umane di P. Giuseppe, ma e stato anche constatare, per l'ennesima volta, che Egli aveva dato un signiIicato ben preciso alla sua vita: quello del SERVIZIO a tutti. Il Signor Paolo ci ha detto: "malgrado la guerra e cio che e successo, si puo dire che e quasi un miracolo che l'ospedale di Kalongo sia rimasto parzialmente in piedi; la sala operatoria e tutte le altre attrezzature sono intatte. Dopo tre anni salta Iuori la speranza di vedere questo ospedale rinascere. I Comboniani, con P. Tocalli. pensano di ria- 7 prire all'inizio del 1990, gradualmente, dan- do tempo alla gente di riabituarsi. Prima la maternita, poi, con un paio di medici, Iare le operazioni piu urgenti. Ci sono molte persone che Iorniscono aiuti. Noi a Ronago mandiamo dei containers con tanta roba, non solo per l'ospedale di Kalon- go. Una buona parte va per la scuola ostetri- che, Iondata da nostro Iratello e portata avanti da Suor Caterina Marchetti. I governanti attuali dell'Uganda hanno rico- nosciuto che e stato veramente un delitto la chiusura Iorzata dell'ospedale, che era un servizio per tutta la popolazione del nord. Io sono andato tre volte in Uganda; l'ultima volta, percorrendo la strada da Kampala ver- so Kalongo (abitualmente occorreva una giornata di tempo) abbiamo incontrato dieci posti di blocco. Bastava una carretta in mez- zo alla strada. Mio Iratello Irenava, diceva: c'e un posto di blocco. Noi eravamo sul chi va la, pensando: chissa cosa succede? Saltavano Iuori gli ugandesi, 15 anni, col mi- tra, ci guardavano, leggevano sulla jeep: KALONGO HOSPITAL e allora comincia- vano a parlare nella loro lingua con mio Ira- tello e ad un certo momento si vedevano i loro visi aprirsi e andavano a chiamare la gente nascosta nella savana. La jeep veniva accerchiata da tutti perche avevano scoperto che il guidatore era P. Ambrosoli. Si riparti- va. Dopo sette o otto volte dissi: - senti, Ialla un po' piu breve, altrimenti non arriviamo piu a Kalongo -. Ogni volta si mettevano a parlare per un quarto d'ora, poi noi chiedeva- mo a mio Iratello: che cosa ti hanno raccon- tato? Rispondeva: - sai, la mamma di quel ragazzo li mi ha raccontato che l'ho operata io, che stava bene... l`altro era lo zio, l'altro era il nonno che e ancora in vita..." Era tutta gente che era passata, in tanti anni nell'ospedale di Kalongo, meta di tanti per la sua eIIicienza, per l'attenzione e in cura che avevano. Il prossimo container partira per l'inizio di marzo- Noi siamo a disposizione per dare l'aiuto, in memoria di nostro Iratello. NegIi uItimi giorni di settembre giunta da KampaIa Ia Iettera tanto at- tesa di PhiIip Zema, anzi di Padre Phi- Iip, perch, come sapete, iI 15 agosto, egIi stato ordinato sacerdote daI suo Vescovo. "Carissimi giovani del GAM, i miei cari saluti a tutti. l ferragosto ormai finito; si spera che fra poco la vita normale ri- cominci, dopo le vacanze. Da parte mia, tutto va bene. Le mie feste - l'ordinazione e la prima Messa - sono andate molto bene. Peccato che non eravate presenti fisicamente! Ancora, tre settimane dopo l'ordinazione, i festeg- giamenti vanno avanti nei diversi settori della parrocchia, cio le diverse cappelle sotto la parrocchia di Moyo. Sono ormai stanco di feste. Siamo riusciti a registra- re tutta la cerimonia dell'ordinazione su una video cassetta; se ci sar l'occasio- ne potrete vederlo. Vi ringrazio di nuovo dei bei momenti che abbiamo passato insieme. Qui adesso si sta bene. La situazione calmata, solo che mancano mezzi di tra- sporto. La strada quella che avete vi- sto al video che vi ho portato. l paese sta riprendendosi con l'aiuto di alcuni paesi amici. Di nuovo saluto tutti quanti. Statemi bene. 8 PADRE PHILIP ZEMA WAIGO 8-9-10 DICEMBRE BANCO VENDITA '89 GAM: UN'OCCASIONE PER FARE DEL BENE Nei giorni 8-9-10 dicembre verra allestito il consueto BANCO VENDITA per i no- stri missionari. Si potranno acquistare lavori di cucito, ad uncinetto, a maglia; oggetti in cerami- ca dipinti a mano; i Iiori di Don Albino e tutto cio che di bello si puo Iare. Quest'anno il banco vendita vuole diven- tare un'espressione concreta dell`AVVENTO DI FRATERNITA che, a nome della CARITAS parrocchiale e dio- cesana` vogliamo vivere in comunione con il nostro Vescovo e con tutte le co- munita della nostra Diocesi. Diverse sono le realta alle quali vogliamo pensare e... dare il nostro concreto aiuto. Prima di tutto vogliamo continuare ad aiutare i nostri missionari: li ricordiamo sempre e li pensiamo tutti intenti nella loro missione. Poi vogliamo ricordare il Seminario Dio- cesano, dove tanti giovani stanno prepa- randosi per essere in Iuturo sacerdoti in mezzo a noi. Celebreremo la GIORNATA DEL SEMINARIO il 10 DICEMBRE e avremo modo di ripensare a questa im- portante realta della nostra Chiesa. Anche di appoggiare la CARITAS DIOCESANA, l'associazione ARCO IRIS e tutte quelle iniziative che sono di aiuto a queste persone. L'augurio che Iacciamo e che questo aprirsi del GAM ad altre necessita sia ca- pito e condiviso da tutti: e sempre Gesu, che, in vari modi, bussa alla porta del no- stro cuore e della nostra vita per la diIIu- sione del suo Regno. C'e inIine la presenza di persone (aIrica- ni, marocchini, Iilippini, turchi, libanesi) che ormai Ianno parta della nostra realta locale e che purtroppo, spesse volte, vi- vono in condizioni di poverta e di neces- sita assolute. La nostra intenzione e di co- noscere sempre piu il problema, ma Chi avesse preparato qualche lavoretto e avesse la possibilita ,di qualche dono, puo consegnarli a Somaini An- tonietta o a don Antonio. 9 IN ITALIA CI SONO 25.826 PARROCCHIE PIU UNA. LA TUA. Un messaggio che, domenica 15 ottobre, e rimbalzato su tutti i giornali, alla televisione e alla radio, nelle piccole chiese come nelle grandi cattedrali, portato in diversi modi a conoscenza di tutti i cristiani, che ancora una volta sono stati chiamati a vivere un cambia- mento nella vita della Chiesa italiana, Il messaggio riguarda il nuovo sistema di so- stentamento dei sacerdoti e del Iinanziamen- to delle varie attivita ecclesiali., che e entrato in vigore in ragione del nuovo Concordato tra la Chiesa e lo Stato italiano. Oltre alle solite oIIerte, che vengono date durante le messe, alle varie somme raccolte in occasione dei canestri, della pesca, dell'ottava del morti, delta rocca, del Iocatico e di altre circostanze, ai cristiani d'Italia sono date due nuove possibilita per contribuire alla vita della Chiesa e al sostentamento dei sacerdoti. * Entro la Iine del 1989, e poi entro la Iine di ogni anno, ogni anno, il cittadino potra Iare alla Chiesa un'oIIerta libera che, Iino a un massimo di 2.000.000, sara possibile detrarre nella dichiarazione dei redditi (mod. 740). Questa oIIerta puo essere Iatta o tramite il conto corrente che e unito a RGNAGO '89 o attraverso una delle banche indicate o ancora attraverso il Parroco e la Curia diocesana, che rilasceranno una ricevuta da allegare al mod. 740. * Oppure, nell'atto di compilare li mod. 740, si potra segnare con una crocetta che si in- tende destinare alla Chiesa cattolica l'8 per 1000 che lo stato italiano destina per opere di carattere sociale. In base poi alle preIeren- ze ottenute dai vari enti riconosciuti dallo Stato, verra distribuito tutto l'8 per mille del- le tasse pagate con il mod. 740. E a proposito delle nuove disposizioni sul sostentamento dei sacerdoti e perche tutti ci sentiamo piu coinvolti nella vita e nell'attivi- ta della nostra parrocchia, pubblichiamo que- sta lettera apparsa su FAMIGLIA CRISTIA- NA del 25 ottobre 1989. 10 Pensiamo possa essere di aiuto per riIlettere sulla Iigura del sacerdote, per un minimo di comprensione e di riconoscenza per quello che sono e per quello che Ianno. LA PAGA DEL PRETE Ho la sensazione che prima di rispondere alla lettera di m.r.g. lei, padre, abbia dovuto pregare a lungo per ottenere il dono della pa- zienza. Quella lettera a me sembra un con- centrato di comodi paraventi (scuse, magari inconsce) e di incompetenza. Io, laica qualsiasi che ama i preti (anche i meno perIetti, i meno dotati, i piu "spinosi": anche loro sono esseri umani), pur avendo un carattere mite, nel caso speciIico, avrei ri- sposto con maggior severita. Non ci si allontana dalla Chiesa se, entrando in una di esse, ci viene la nausea perche ci sembra troppo ricca. Templi ce se sono per tutti i gusti e, se preIeriamo la costruzione povera e disadorna, nessuno ci viete di pre- gare in essa. Non ci si allontana dalla Chiesa neppure se si incontra un prete che ci sembra indegno: lasciamo al buon Dio ogni giudizio e rivol- giamoci ad un altro sacerdote. Chi si allontana dalla Chiesa lo Ia per igno- ranza, per problemi di ordine morale, per scarsa umilta. Tutti possiamo aver diIIicolta a restare nella Chiesa nel corso della nostra vita, pero la strada giusta non e allontanarse- ne: e Iarsi aiutare e chiedere luce, verita e perdono. Ma e molto piu Iacile e comodo Iar tacere (magari inconsciamente) la propria coscien- za a allontanarsi accussando la Chiesa e sa- cerdoti delle colpe piu disparate, qualche volta reali (nel qual caso dovremmo Iarci aiutare chiedendo spiegazioni). Saro stata Iortunata, ma io non ho mai cono- sciuto un prete che desiderasse per se le ricchezze terrene: chiedono oIIerte per i po- veri, i drogati, i carcerati, il Terzo Mondo, le spese indispensabili per la chiesa. Abbiamo tutti tante necessita materiali in Ia- miglia, tante spese: vitto, alloggio, bollette varie, macchina, televisore, Iigli da mantenere agli studi, beneIicenza per chi non ha le nostre Iortune materiali ma abbia- mo anche (direi soprattutto) delle necessita spirituali. Per questo ci e necessario il sacerdote, dalla nascita alla morie. E allora, verso quest'uomo che si e messo interamente al no- stro servizio donandosi a Dio in un atto di Ii- ducia e di generosita illimitate, tutti noi ab- biamo dei precisi doveri. Personalmente agi- sco cosi: quando vado a riscuotere il mio sti- pendio di insegnante mi porto dietro un bol- lettino di conto corrente e le prime centomila lire le mando per il sostentamento del clero. Con il resto si campa. Ritengo che questo sia il mio dovere, come lo e di tutti quelli che riconoscono la neces- sita del sacerdote. Chi non puo, oIIrira le proprie preghiere e soIIerenze, e a chi ritiene che il prete sia inu- 11 tile nessuno chiede nulla. lo so che i sacerdoti 'lavorano piu di ogni altra categoria di persone, anche quindici ore al giorno. Messa, breviario, sacramenti sono le loro azioni ministeriali piu speciIiche, ma Ianno tante altre cose: si occupano dei bam- bini, degli adolescenti, degli anziani, degli ammalati, delle Iamiglie piu disgregate e sole, dei carcerati. Ovunque portano amore, speranza, conIorto, perdono e, se necessario, aiuti materiali. I preti sono a nostra disposizione ventiquattro ore il giorno i dedicano tutta la loro vita al nostro servizio. Pochi li ringraziano, molti li criticano; pochi si Iermano a riIlettere sul valore e la prezio- sita della loro vita, molti chiedono, prendono i arrivederci: tutto e dovuto. E allora Iaccia- mo un bell'esame di coscienza: chiediamoci se, ad una persona che ha scelto di servire gratuitamente Dio e gli uomini, non sia dove- roso dare qualcosa; se il servizio che il sacer- dote per noi non valga almeno quanto la par- cella dell`avvocato, l'onorario di un medico, la ripetizione di un insegnante, l'intervento di un idraulico o di un elettricista... E non una volta nella vita, ma ogni mese, perche anche i preti, come noi, hanno bisogno di una casa decente, di un abito e del cibo. Vorrei aggiungere, anche se non e in tema, che hanno bisogno pure di comprensione per i loro eventuali diIetti e di amore, gratitudi- ne, aIIetto. Donandosi a Dio hanno rinuncia- to a Iormarsi una Iamiglia per essere com- pletamente liberi e servirci di piu; spesso sono soli, malati, stanchi: la loro Iamiglia siamo noi, il popolo di Dio. Il dare e il rice- vere dovrebbe essere reciproco e gioioso. Ha ragione, padre saggio e prudente: nelle chie- se vi sono tanti santi vivi, che danno sempre, che danno tutto, Iino all'eroismo, e pochi se ne accorgono. Il mio parroco ha settantanni e pesa cinquantatre chili: e consumato dalla Ia- tica, dallo sIinimento, dalla continua dedi- zione a Dio e alle anime. La sua giornata ini- zia alle sei e termina a mezzanotte. Anche dopo cena lavora: teleIonate, lettere, preparazione dei Iidanzati al matrimonio. Spesso, la sera ha le caviglie talmente gonIie da trascinare i piedi. A volte mi viene da piangere vedendolo cosi sIinito, ma se gli dico qualcosa sorride e risponde: "Stai tran- quilla, non preoccuparti; mi riposero in Para- diso. Ora non c'e tempo, va bene cosi. E prega, corre, Ia..... UN GIORNO ALLA DOGANA STO COLLABORANDO CON GESU PER UN MONDO PIU GIUSTO Oggi e una giornata importante, ho vinto li mia timidezza (non e stato Iacile convincere me stessa) ed eccomi al Valico di Ronago. Il Ireddo e pungente, ma io sono Iortunata, ho la possibilita di coprirmi: penso a quei bambini per i quali sto raccogliendo i soldi e non lo sento piu. Il Ireddo mi ritorna quando un egregio signore, con tanto di Iuori serie tirata a lucido, abbassa il Iinestrino, chiede spiegazioni e... poi se ne va! Fortunatamente .non sono tutti cosi: ecco arriva un gruppo di miei coetanei, si sIorzano di cercare tasche, tutti trovano qual- che cosa da oIIrire... sono orgogliosa di loro! Quanta gente, leggendo il cartellone in cima alla via, hi gia preparato la sua oIIerta, si Ier- ma, porge i soldi con un sorriso. Ringrazio Gesu, sono Ielice, ma... ecco. avvicino una signora: "no, no, io non sono italiana. 'O Gesu, anche tu hai messo le Irontiere?" La risposta non tarda a venire: si avvicina un signore e, porgendo i soldi. mi dice: "gra- zie". Lo riconosco, non e italiano. Torno a casa, mi sento diversa: "Grazie, Gesu, per avermi scelta a collaborare con te per un mondo piu giusto!" 12 da Ronago in breve LAFESTA DELLA NOSTRA MADONNA, UNA GRANDE DEVOZIONE 28 agosto: e ritornata la Mostra Festa, la Ie- sta in onore della nostra Madonna: l'entusia- smo non e mancato, come non e mancata la voglia di darsi da Iare perche tutto andasse bene. La novena in preparazione, l'esposizio- ne della Madonna, le conIessioni, il suono delle campane a Iesta e ad allegria, i Iiori, i canestri, la pesca, il nuovo capannone, i piat- ti nostrani, i Iuochi artiIiciali hanno contri- buito a creare un clima particolare che solo in questa circostanza si riesce a cogliere e a vivere. Abbiamo ringraziato il Signore con un sacer- dote, eia tempo amico di tutti noi di Ronago, Don Dante LaIranconi, che ricordava i suoi 25 anni di sacerdozio. Abbiamo condiviso la sua gioia di essere prete per la Chiesa e nella nostra Chiesa di Como e di Ronago. Con lui abbiamo rivissuto diversi momenti della vita della nostra comunita, di tante Iamiglie, o della nostra storia personale. Anche la processione e stato un momento di Iede e di devozione, Iavorito da un tiepido sole. Don Albino ha accolto l'invito ad essere in mezzo a noi e ha guidato il nostro cammi- no attraverso le vie della parrocchia. L'incanto dei canestri e stato disturbato da uno scroscio d'acqua che pero non ha impe- dito di essere generosi e di raccogliere 13.500.000 che, insieme alla pesca (. 4.800.000) e alle varie oIIerte ci ha permesso di arrivare alla somma di . 21.000.000. Un grazie grande a tutti, ma anche un invito a ricordare quanto la Madonna ci insegna per la nostra vita di ogni giorno. 13 una tradizione che si rinnova UNA FESTA INSIEME Il 15 ottobre abbiamo celebrato la ormai tradi- zionale Iesta della terza eta. Anche quest`anno piu di cento signore e signori hanno risposto all'invito a Iar Iesta insieme. La S. Messa, al centro della mattinata, ha visto la partecipazione attenta di anziani, bambini e giovani che hanno saputo Iormare una vera co- munita di Iratelli in preghiera. Il pranzo, preparato con cura e con arte dagli amici dei Foc e Fiam, con il contributo dell'Amministrazione Comunale, e stato caratte- rizzato dalla simpatia di tutti i presenti. Alcuni attori e attrici 'nostrani hanno dato vita ad alcune scenette che hanno aiutato a mantene- re una grande allegria che ha raggiunto la punta piu alta quando un amico della ..., maestro di Iisarmonica, ha suonato alcune musiche ballabi- li. Si sono mosse piene di brio alcune signore, che, con grande entusiasmo hanno dato un saggio delle loro abilita di "ballerine" e della loro vo- glia di vivere. Grazie anche per questo a tutte le signore e a tut- ti i signori. PRESSO IL MONASTERO DI CLAUSURA DELLE BENEDETTINE LA SCUOLA DI PREGHIERA La mia vocazione e l'amore... Si ho trovato il mio posto nella Chiesa... Nel cuore della Chiesa, mia Madre, io saro l'amore..." (Teresa di Gesu Bambino) Ogni secondo sabato del mese, a Grandate, pres- so il monastero di clausura delle Benedettine, dove piu Iorte batte il cuore della Chiesa, ci si trova insieme, in preghiera, in silenzio e adora- zione. Abbiamo tanto bisogno della tua compa- gnia, la c'e Qualcuno ad attenderli... Qualcuno che brucia dalla voglia di vederti Ii- nalmente capace di amare. 14 UN PROBLEMA DI ATTUALITA ACCOGLIENZA SI ACCOGLIENZA NO Alcuni Iatti e la conoscenza di una situazione di bisogno nella nostra comunita che dura da alcuni mesi, mi hanno Iatto ricordare una esperienza vissuta tre anni Ia che potrebbe aiutare altri, per- che penso questa sia una delle strade da percor- rere per costruire la civilta dell'amore, Possiedo un appartamento in un paese vicino. La Iamiglia che l'aveva abitato per cinque anni se ne ando perche il lavoro dei genitori lo esigeva. Visitai l'appartamento vuoto in una giornata di sole: il sudiciume regnava ovunque, i muri bu- cherellati, i serra-meati qua e la rotti, i pavimenti da rilucidare... Insomma la decisione Iu immediatamente presa: lo avrei rimesso a nuovo, ma poi sarebbe stato chiuso, in attesa che servisse a qualche Iiglio. L`estate passo; nell'autunno i lavori di "restauro"; la donna delle pulizie, il Ialegname, il piastrellista, l'idraulico, l`imbianchino... tante strade, tanto tempo, tanto denaro. Ma Iinalmente l`appartamento era rimesso a nuovo, bello come... un Iiore. Era stato Iacile dire a chi chie- deva: AIIittarlo? No, no, e da mettere in ordine e poi (ecco la scusa) lo vendero. In autunno pero la realta era diversa. Dentro di me si Iacevano strada pensieri nuovi, suscitati da Parole che da millenni sono ripetete: "cio che Iate al piu piccolo, lo avete Iatto a me.... Ero Io- restiero e mi avete ospitato.... Chi accoglie voi, accoglie me." Suonarono come un rimprovero, ma mi aprirono il cuore. No, come cristiano non potevo tenere ancora chiusa quella porta. E cosi, quando ven- nero dal sud due giovani sposi, lei aspettava per Natale il suo bambino, le parole evangeliche: "per loro non c'era posto nell'albergo" mi decise- ro. Va bene, l'appartamento e disponibile, volete ve- derlo?" E dentro di me: "Signore Gesu, di te mi Iido. Speriamo che vada tutto bene". Sono passati tre anni, e tutto va ancora bene. 15 19-20 AGOSTO, A SANTIAGO CON IL PAPA C'ERO ANCH'IO TRA LA FOLLLA DEI 500.000 GIOVANI PRESENTI Quest'estate ho avuto Ia grazia di poter partecipare all'incontro dei giovani con il Papa a Santiago de Compostela. E stata un'esperienza unica! Fin dalle prime ore del viaggio (ben 30 ore!) abbiamo iniziato a vivere per l'appuntamento del 19 e 20 agosto con lo spirito di pellegrini. InIatti i molti disagi in cui venivamo ad imbatterci non Irena- vano il nostro entusiasmo, anzi erano il mezzo per costruire una vera comunione Iraterna. Cosi il montare le tende sotto l'acqua, le lunghe code ai bagni potevano essere oIIerti a Lui e diventavano lo sti- molo ad amare il Iratello accanto. I momenti di catechesi del mattino, nei giorni precedenti l'incontro con il Ponte- Iice, sono. stati tappe in cui ciascuno po- teva riscoprire (o scoprire) piu a Iondo Gesu quale "Via, Verita e Vita". Tantissimi hanno sentito piu proIondo ed unico il valore dell'amore concreto ad ogni prossimo quale via sicura, la stessa percorsa da Gesu, verso la Santita! Cosi ci e parsa un'occasione unica, per sentirci piu vicini ai giovani libanesi, quando ci e stato proposto di raccogliere Iirme, li per le vie di Santiago, per un appello di pace per il Libano, presentato poi al Papa du- rante la S. Messa della domenica. Le diIIicolta di lingua, timidezza, la stan- chezza non potevano rappresentare un ostacolo e si superavano con gioia. Non vi dico... in giro per Santiago armati di carta e penna (e anche coraggio) si Ierma- vano le persone proponendo l'appello. Cosi ci siamo ritrovati il sabato sera sul Monte de Gozo (della Gioia) per il primo incontro con il Papa. Per ciascuno e stato m momento unico: Gesu ci chiama a te- stimoniarlo nel mondo, andando contro corrente nelle proposte che ci giungono dalla societa consumistica. Dalle doman- de dirette che il Papa ci rivolgeva ci sia- mo sentiti chiamati personalmente, E la stessa notte che la maggior parte ha trascorso li sul monte in preghiera, all'aperto, era una risposta concreta. Dopo giorni di viaggio Iaticosissimo, per tanti a piedi, in bicicletta, in treno, pull- man, provenienti da ogni parte del mon- do, erano li a dormire in un sacco a pelo, con la temperatura sotto i dieci gradi! Li ho davvero ammirati, io che ho dormito in tenda! Al mattino della domenica, dopo questa notte 'speciale, abbiano vissuto la S. Messa con il Papa, che ci ha dato lo sprint per partire ed andare a portarlo a tutti i giovani del mondo. Sacchi a pelo e zaini in spalla, proprio come Iiumi di persone, abbiamo ripreso la via del ritorno a malincuore: troppo grande era la pienezza provata In quei momenti. E quando siamo arrivati a Milano, qual- cuno ha notato, oltre la stanchezza, una gioia grande sui nostri volti: non poteva che essere cosi dopo Santiago. (MONICA G.) 16 vita del laghetto ANNA BALATTI DIECI ANNI DI STORIA: 1979-1989 All'inizio di ottobre, quasi in sordina, il Gruppo Cannisti Ronaghesi ha Iesteggiato il suo decen- nale di Iondazione, in pratica il decennale del Laghetto. Senz'altro il laghetto della Valmulini ne ha visti passare parecchi, di decenni, ma credo proprio che anche per lui quello appena trascorso sia sta- to il piu bello. Da sempre siamo abituati a vedere, nel nostro territorio, questi specchi d'acqua: col suo Iascino un po' misterioso Ia parte dei ricordi della nostra inIanzia. Circondato com'era dalle "cannette, era quasi impossibile scorgerlo pero sapevamo che era li, anche se non rappresentava niente di speciale. Lo consideravamo uno stagno e basta. Ma non e uno stagno: nel suo bacino c`e una sorgente d'acqua ed e proprio questo Iatto che dieci anni Ia ha stimolato in un gruppo di rona- ghesi l'idea di ripulirlo e di valorizzarlo con l'intento riuscito, di oIIrire un motivo di raduno e di svago per tutti e in particolare per i giovani e i bambini di Ronago. Ben impressionato dalle intenzioni di questo pri- mo gruppo di persone, il Sig. Silvano Zuccoli, proprietario dell'area ha creduto nella loro ini- ziativa ed ha ceduto in aIIitto il laghetto, nella certezza che ne avrebbero Iatto un buon uso a vantaggio dell'intera comunita. Questi 'pionieri, a cui si sono man mano ag- giunte altre persone, non si sono risparmiati. Sul piano giuridico hanno costituito un'associazione con le carte in regola per poter, a pieno titolo, portare avanti il loro discorso. Si sono impegnati in prima persona, lavorando sodo, per poter migliorare le condizioni ambien- tali e realizzando anche le necessarie strutture per poter oIIrire un ritrovo adatto a tutti coloro che avrebbero accolto il loro invito, e cioe a tutti i pescatori ed aspiranti tali di Ronago. E, si intende, senza volerci guadagnare sopra, anzi... Chiunque, dalla scuola materna alla pensione, puo diventare socio o socia, puo pescare, puo scambiare quattro chiacchiere in compagnia, puo iscriversi alle diverse gare sociali (in occasione delle quali Iunziona anche un ottimo servizio cu- cina, con specialita nostrane). Fra gli iscritti, ci sono 50 tra bambini e ragazzi. I piu piccoli vengono "addestrati" e seguiti dai pe- scatori esperti, giovani e meno giovani, che inse- gnano loro tutti i trucchi del mestiere. Che emo- zione vederli quando, magari a Iatica, riescono a tirar Iuori dall'acqua la loro preda! o quando, a Iine stagione, ricevono la coppa-premio durante l'ormai tradizionale pranzo sociale! Non dobbiamo poi dimenticare il Iolto gruppo di amici della terza eta, Irequentatori assidui, che con tanta serenita si uniscono alla vita del la- ghetto, condividendone la Iestosa atmosIera. E uno scambio veramente prezioso di spontanei- ta a di esperienza, di entusiasmo e di amore per la natura. Uno scambio che aiuta i piccoli e an- che i grandi. E questo il messaggio piu bello del nostro la- ghetto ed e proprio questo lo scopo principale di chi l'ha voluto cosi com'e adesso. Non e poi cosi importante se all'amo abboccano trote o scardolette, carpe o pesci gatto. Certo, se son trote e meglio, pero quello che conta e il Iat- to di ritrovarsi tutti insieme, in un ambiente non inquinato, ne materialmente, ne moralmente. Un posto da diIendere, una realta da continuare. Continuare e un Iatto scontato: gli attuali 130 iscritti sono gia una signiIicativa risposta ed un valido motivo di incoraggiamento per gli ispira- tori e i collaboratori della societa. E, proprio per esprimere a tutti loro un sincero ringraziamento, vorrei citarne i nomi, anche a ri- schio di dimenticarne qualcuno (e, nel caso, chiedo scusa). Tra i Iondatori ricordiamo Luigi 17 Nicolini che purtroppo e gia scomparso e che e stato uno dei principali animatori di queste ini- ziativa, insieme con Alberto Lambrughi, Guido Samuelli, Piero Somaini, Ercole Livio, Gilberto Peron e Paolo Barichello. Il Bertino ha praticamente trascinato nell`"av- ventura-laghetto" i suoi quattro Iigli e special- mente sua moglie Angela, che ci dedica innume- revoli week-end come apprezzatissima vivan- diera, contribuendo inoltre con varie iniziative alla buona riuscita delle gare sociali. E le va so- prattutto riconosciuto il merito di essersi saputa trasIormare in una delle 'colonne del laghetto. C'e il Domenico Pettinello che anche da oltre Irontiera tiene egregiamente i contatti uIIiciali in qualita di Segretario, coordinando il calendario gare, riunioni ecc. e mantenendo vivi i rapporti con altri club analoghi al nostro, quali il 'Pesca Club Novazzano o il ' Cannisti Lanza di Ca- gno. Aprendo qui una parentesi, va detto che anche in questo campo la Societa Cannisti Ronaghesi ha raggiunto un bellissimo obiettivo. Non si e chiu- sa in se stessa, ma ha creato dei legami con altre associazioni di pesca sportiva, organizzando dei tornei amichevoli che contribuiscono a Iare nuo- ve conoscenze ed a raIIorzare i rapporti tra un paese e l'altro. Riprendendo il nostro elenco, citiamo il nostro cassiere Vittorio Piga, insieme con gli altri attua- li consiglieri: Franchino Livio, Gilberto Peron, Natale Mantova, Mauro Sassi, Teodoro Gaetano, Giuseppe Minotti (prezioso assistente in svariate occasioni) e Ciceri Rino, presidente. Pero non devo dimenticare la Maria Peron e la Francesca Visconti: la loro assidua presenza do- menicale si rivela sempre utilissima. E abbiamo il Fedele Tropeano, custode del la- ghetto, che vigila costantemente, anche durante i mesi invernali di chiusura, aIIinche tutto sia sempre in ordine. Un dato emerge da questo elenco: il Iatto che i mariti e le mogli condividano io stesso impegno, vivano insieme il loro tempo libero, trasmetten- do cosi un certo messaggio anche ai Iigli. E quanti altri amici aiutano, in Iorme diverse, ma sempre con discrezione e con gioia? C'e tanto da Iare: la manutenzione, i pesci da "buttar dentro", le pesature, le classiIiche, le pre- miazioni e via dicendo. Ma questa e gente che crede nella validita della proposta-laghetto e... i Irutti si vedono, anche solo guardando la Iila delle macchine parcheggiale sei pressi alla do- menica. Anche le anitre selvatiche, le gallinelle d'acqua e il martin pescatore parcheggiano volentieri al la- ghetto. E, lasciandovi con queste immagine, non voglio dire che tutto sia sempre idilliaco, che non ci sia- no diIIicolta, incomprensioni o delusioni. Pero si riesce a superarle e a risolverle perche, al di so- pra di tutto, c`e la volonta di salvaguardare que- sto piccolo angolo speciale di Ronago. 18 DALLA BIBLIOTECA COMUNALE IL NUOVO SISTEMA BIBLIOTECARIO DI OLGIATE COMASCO Cogliamo l`occasione della pubblicazione di questo numero di Ronago 89 per portare a conoscenza della popolazione che ormai da 2 anni Iunziona il sistema bibliotecario di Olgiate Comasco, a cui ha aderito anche la Biblioteca Comunale di Ronago. Il servizio vuole Iacilitare lo scambio culturale tra le bi- blioteche che Ianno parte del sistema, oIIren- do a tutti gli utenti la possibilita di utilizzare i libri presenti nelle biblioteche dei paesi indi- cati sul Ioglio allegati al giornalino. PROSSIME INIZIATIVE DELLA BIBLIOTECA Sabato 2 dicembre dalla ore 14.30 alle ore 21.30 Domenica 3 dicembre dalle ore 08.30 alle ore 12.00 BANCO VENDITA DEL LIBRO Domenica 17 dicembre, ore 20.30, presso la Chiesa Parrocchiale CONCERTO DI NATALE Un gruppo di bambini, di eta compresa tra i 5 e i 14 anni, eseguira con il violino Iantasie natalizie e altri brani. I bambini della scuola 'Baule dei suoni di Como sono preparati e diretti dalla Signora Giulia Cavicchioni, dottoressa in discipline musicali. RITORNATO IL PALIO DEI RIONI ( IL QUARTO) Durante la prima settimana di settembre, dopo due ami di pausa, si e svolto nel nostro paese il quarto Palio dei rioni. Alle gare, inaugurate dalla corsa campestre, proseguite con i tornei di bocce, pallavolo e carte e concluse dai giochi del sabato e dalla premiazione del rione vincente, hanno parte- cipato tanti ronaghesi, grandi e piccoli, alcu- ni come giocatori, gli altri in veste di tiIosi. Il gruppo dei giovani organizzatori ha voluto riproporre questa esperienza con l`intenzione di proseguirla, arricchendola di nuove idee, nei prossimi anni. E noi auguriamo a loro di riuscirci, perche, oltre ad essere un'occasione per divertirci, il Palio lo e anche per incontrare nuove perso- ne e per approIondire la conoscenza di quel- le che non rientrano nella cerchia degli amici abituali. Ma possiamo Iare di piu: possiamo mettere a disposizione un po` del nostro tempo, Ianta- sia a idee per Iar si che il Palio dei rioni di- venti una bella tradizione a Ronago, un modo per concludere in amicizia ed allegria la nostra estate. 19 20 21 )1I '^ c ivnvo .vc .iv... .cv vnv .ov, . vn.ov... Cera una volta un paese dove i bambini d'estate non si annoiavano mai perche, per tre settimane, c'era il Grest. Ronago in quel periodo era irrico- noscibile, l'aria si riempiva di urla, di entusia- smo, di gioa, di allegria che i bambini sprizzava- no da tutti i pori. Si creava un'aria magica. Come in tutte le storie che si rispettino, anche in quel paese c'era il principe azzurro, che non era una persona, ma era l'argomento del Grest. Si parlava di Gabai, del mulino, di Iarina, di sacchi, di accordo, di unione, di sintonia che ci dorrebbe essere sem- pre Ira tutti, grandi e piccoli, come ci insegnano l'acqua e la ruota del mulino: l'acqua senza le pale non potrebbe Iar girare la ruota e cosi maci- nare il grano, e le pale senz'acqua come girereb- bero? Cosi per tre settimane, i bambini hanno riIlettuto su questo e l'hanno messo in pratica perche non e Iacile andare d'accordo con il vicino che maga- ri ti ruba le Iorbici o che vuole incollare quel pezzo di carta proprio li dove lo stai gia metten- do tu... e quanta Iatica... ma che bello vedere questi bambini sIorzarsi per migliorarsi ogni giorno e cosi poter cancellare un sacco di Iarina. Perche ad ogni bambino era stato distribuito un cartoncino con l'esame di coscienza da Iare, cioe i sacchi da cancellare, e se proprio erano stati bravi potevano cancellarne due. E cosi passavano i giorni ed i ragazzi aumenta- vano sempre piu perche le cose belle contagiano. Un grosso sorriso si allargava sul loro viso all'apparire delle Iatine che erano nient'altro che le animatrici del Grest. Quanta Iatica, per loro, radunare tutti, spiegare la storia di Gabai o come Iare un lavoretto o imparare un gioco. Cosi le Iatine, con la loro bacchetta magica, si davano da Iare. Una bacchetta magica che in Iondo abbiamo tutti ed e la buona volonta e la pazienza di stare con quel bambino che proprio quel giorno non vuole stare Iermo, o la costanza di essere puntuale ogni giorno e di essere pre- sente sempre, anche quando alla sera ci si dove- va Iermare a pulire l'oratorio. Non poteva mancare, in quel Grest, un orco che disturbava. Ed era la pigrizia che alle volte si impossessava dei bambini e che Iaceva dire: 'no, io oggi non partecipo. Era un nemico diIIi- cile da sconIiggere, perche si impadroniva dei bambini e loro non si accorgevano e quando lo Iacevano era sempre troppo tardi. E cosi i giorni passavano, tra orchi, Iate e pre- senze quasi angeliche come quelle della Suor Lorenzina e di Don Antonio che aleggiavano al di sopra di tutti. Si stava proprio bene in quei giorni, quanta gioia, quanta armonia, anche il sole ed i colori della natura sorridevano a quei bambini. Ma venne l'ora di dirsi arrivederci, anche in quel paese, seppur magico, il Grest Iini. Che tristezza, che delusione, che malinconia! Sul viso di ogni bimbo c'era una lacrima, un nodo alla gola per i piu "duri", ma in ogni cuore un po' di amarezza. Coraggio, bambini, non e del tutti Iinita perche alla domenica c'e ancora l'oratorio e ci saranno ancora le Iate, i principi, l'orco, le presenze an- geliche ed i colori dell'inverno a salutarvi e tutto diventera magico solo se voi lo vorrete! VITTORINA G. 22 UNA NOTA CHE INTERESSA TUTTI IMPARIAMO A ~USARE I RIFIUTI Nei luoghi pubblici di Ronago Iu esposta un'ordinanza in cui si vietava di portare riIiuti nel cassone. Sulla stampa locale, a piu riprese, sono comparsi articoli in cui si parlava di discariche chiuse e riaperte. In alcuni paesi limitroIi, qualche volta, non e stato ritirato il sacco della raccolta settimanale. Con queste premesse mi sento in dovere di porre all'attenzione di ogni cittadino ronaghese la grave situazione in cui si viene a trovare il servizio "raccolta riIiu- ti", chiedendo a ciascuno, per ora, un poco di attenzione, in seguito molta colla- borazione. La reale situazione e questa: al momento non ci sono in provincia di Como discari- che per ricevere i nostri riIiuti. Questi vengono inviati in discariche di altre pro- vincie tra grosse diIIicolta e con l'incer- tezza d'essere accettati o meno. Ne conse- gue che si potra ripetere per il nostro Co- mune la chiusura dei cassone di via Sel- vamara oppure potra accadere che qual- che venerdi mattina il sacco rimanga da- vanti alla nostra abitazione, inoltre si ha la certezza di un aggravio di costi su tutto il servizio che ricadranno su ciascuno di noi. E inutile andare a cercare eventuali colpe- voli di questa situazione. E invece neces- sario Iarsi convinti che si producono trop- pi riIiuti per cui e vitale Iare il possibile aIIinche la quantita di riIiuti da portare alla discarica venga drasticamente ridotta. Solo in questo modo le strutture esistenti, e quelle che si realizzeranno, potranno evitare che ci si trovi sempre in uno stato di emergenza. Non tutto cio che viene scartato dalle no- stre abitazioni deve per Iorza Iinire tra i riIiuti da portare in discarica. Per raggiungere questo risultato dobbia- mo mettere in pratica le regole dettate dalle "RACCOLTA DIFFERENZIATA"; in parole semplici, dobbiamo tenere da parte certi oggetti (carta, vetri, pile, ecc.) per poi metterli in particolari contenitori o consegnarli a determinati raccoglitori. Ecco le possibilita di raccolta diIIerenzia- ta esistenti sul nostro Comune: a) VETRI. Sul territorio del Comune sono posizionati tre cassonetti, ubicati in modo da dare a tutti la possibilita di ser- virsene. I vetri devono essere introdotti nel cassonetto, non lasciati in terra. Se un cassonetto e pieno, certamente ce ne sara un altro vuoto. b) CARTA Periodicamente e con una cer- ta Irequenza viene raccolta dalla Parroc- chia e sara anche nostra cura avvisare la 23 popolazione quando verra eIIettuato il giro. Non occorre molto spazio per tenere da parte la carta che ogni Iamiglia accu- mula nei giro di due mesi; comunque, esiste presso la Coop. Ghielmetti un pun- to di raccolta sempre disponibile, presso cui si possono portare giornali, cartoni, etc. che eventualmente costituiscono un ingombro nella propria abitazione. Con rammarico troppe volte si e notata la presenza nei cassone di carta e bottiglie in grande quantita. Cio e inspiegabile poi- che da anni queste cose vengono raccolte separatamente e troppe volte e stato spie- gato che il raccoglierle porta vantaggi economici, crea risparmio di energia e aiuta notevolmente a proteggere la natu- ra. c) PILE E MEDICINALI Ci sono conte- nitori presso negozi e luoghi pubblici o presso l'ambulatorio comunale. Anche qui l'importante e tenerli da parte per poi portarli nel luoghi adatti. Soprattutto le pile contengono materiali che, se messi in discarica, a lungo andare possono causare degli inquinamenti seri. d) STRACCI E METALLI Sono raccolti dalla Croce Rossa o da altre associazioni, per cui sarebbe opportuno che coloro che hanno dello spazio li tenessero da parte per poi destinarli a questi raccoglitori. Come si puo costatare qualcosa di con- creto esiste anche nel nostro Comune ed altre iniziative verranno portate avanti nel prossimo Iuturo. Importantissimo ed ur- gente e che il cittadino si Iaccia una men- talita nuova, tale di arrivare a buttare nel sacco della spazzatura e nel cassone assai poco; questo con la Ierma convinzione che e l`unica strada per non arrivare a una situazione ed incontrollabile i cui danni cadrebbero solo su di noi. Cio che non si potra ricuperare verra get- tato nei riIiuti seguendo le regole di sem- pre ma che ritengo necessario ribadire: 1) Il riIiuto domestico della abitazione deve Iinire nel sacco nero e messo Iuori al venerdi mattina per la raccolta settima- nale. Non deve essere buttato nel casso- ne. 2) I riIiuti ingombranti vanno nel casso- ne, sistemati in modo da occupare meno spazio possibile. Non devono essere la- sciati in terra e, poiche a breve l'area ver- ra recintata, non devono essere lasciati Iuori dai cancelli. 3) Gli scarti dei giardini (per chi non avesse spazio sul proprio terreno) devono venire messi per terra dietro al cassone dopo essere stati svuotati dagli eventuali contenitori. Non devono essere gettati nel cassone. Mi sembrano delle norme elementari che, con un poco di senso civico, possono es- sere osservate con estrema Iacilita. Sareb- be molto brutto dover arrivare ad delle multe per ottenere il rispetto di quanto, sopra esposto. Grazie per averci aiutato a tenere in ordi- ne il nostro paese e per aver dato una mano alla conservazione di una delle cose piu belle che abbiamo: la natura! 24