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6/8/2014 Jan Vermeer - Wikipedia

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Jan Vermeer
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Jan Vermeer /jɑn vər'meˑɪ̯ r/, (Delft, 1632 – Delft, 15 dicembre


1675) è stato un pittore olandese. La grafia estesa del suo nome è
Johannes van der Meer, dalla quale deriva la sua tipica firma "I V
Meer".

Indice

1 Biografia
2 La carriera
3 Tecnica
4 Oblio critico e i falsi Vermeer
5 Opere
6 Note
7 Bibliografia
8 Filmografia
9 Altri progetti Ragazza col turbante, Mauritshuis,
L'Aia

Biografia
Della vita di Vermeer si conosce molto poco: le uniche fonti sono
alcuni registri, pochi documenti ufficiali e commenti di altri artisti. La
data di nascita non si conosce con precisione, si sa solamente che
venne battezzato il 31 ottobre 1632, nella chiesa protestante di Delft.
Il padre Reynier era un tessitore di seta della classe media, che si
occupava anche di commercio di opere d'arte. La madre Digna era di
Anversa: sposò Reynier Vermeer nel 1615. Nel 1641 la famiglia
acquistò una locanda, la Mechelen, dal nome di una famosa torre del
Belgio, che si trovava nei pressi della piazza del mercato. Reynier
affiancò al mestiere di mercante d'arte e tessitore quello di locandiere.
Dopo la morte del padre, nel 1652, Joannes ereditò sia la locanda
che gli affari commerciali del padre.

Nonostante fosse di famiglia protestante, sposò una giovane cattolica,


Catherina Bolnes, nell'aprile del 1653. Oltre alle differenze religiose, La lattaia, Rijksmuseum, Amsterdam
la famiglia della donna era più ricca di quella di Vermeer. Sembra che
egli stesso si fosse convertito prima del matrimonio, poiché i figli
ebbero nomi di santi cattolici piuttosto che dei suoi genitori: inoltre, uno dei suoi dipinti, l'Allegoria della fede,
rispecchia la fede nell'Eucaristia, ma non si sa se si riferisca a quella dell'artista o del committente.

Qualche tempo dopo le nozze, la coppia si trasferì dalla madre di Catherina, Maria Thins, una vedova
benestante, che viveva nel quartiere cattolico della città: qui Vermeer avrebbe vissuto con la famiglia per tutta la
vita. Maria ebbe un ruolo fondamentale nella vita del pittore: non solo la prima nipote venne chiamata con il suo
stesso nome, ma anche usò la propria rendita per sostenere il genero che cercava di imporsi nel mondo dell'arte.
Johannes e la moglie ebbero in tutto quattordici figli, tre dei quali morirono prima del padre.
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La carriera
Il suo apprendistato cominciò nel 1647, forse presso Carel Fabritius. Il 29 dicembre 1653, Vermeer divenne
membro della Gilda di San Luca. Dai registri di questa associazione di pittori si sa che l'artista non era in grado
di pagare la quota di ammissione, il che sembrerebbe indicare difficoltà finanziarie. Successivamente la situazione
migliorò: Pieter Van Ruijven, uno dei più ricchi cittadini, divenne il suo mecenate e acquistò suoi numerosi dipinti.

Nel 1662 Vermeer venne eletto capo della Gilda e confermato anche negli anni successivi, segno che era
considerato un rispettabile cittadino. Tuttavia, nel 1672 una pesante
crisi finanziaria, provocata dall'invasione francese della Repubblica
Olandese, provocò un crollo delle richieste di beni di lusso come i
dipinti e, di conseguenza, gli affari di Vermeer come artista e mercante
ne risentirono, costringendolo a chiedere dei prestiti.

Alla sua morte nel 1675, Vermeer lasciò alla moglie e ai figli poco
denaro e numerosi debiti. In un documento, la moglie attribuisce la
morte del marito allo stress dovuto ai problemi economici. Catherina
chiese al Consiglio cittadino di prendere la casa e i dipinti del marito
come pagamento dei debiti: diciannove opere rimasero a Catherina e
Maria.

Tecnica
L'astronomo, Museo del Louvre, Parigi
Vermeer era in grado di ottenere colori trasparenti applicando sulle
tele il colore a punti piccoli e ravvicinati, tecnica nota come pointillé,
da non confondere con il pointillisme. La sua tecnica punta ad una
resa più vivida possibile, con effetti, soprattutto di colore, che egli
ricerca con un interesse quasi scientifico, considerando il soggetto una
sorta di espediente: "le pitture di Vermeer sono vere nature morte con
esseri umani".[1]

Non ci sono disegni attribuibili con certezza all'artista e i suoi quadri


presentano pochi indizi dei suoi metodi preparatori.

Nel libro Il segreto svelato, il noto pittore inglese David Hockney,


rifacendosi ai numerosi studi sull'utilizzo di strumenti ottici nella Pittura
fiamminga, sostiene che Vermeer, come molti altri pittori della sua
epoca, facesse largo uso della camera oscura per definire l'esatta
fisionomia dei personaggi raffigurati e la precisa posizione degli oggetti
nella composizione dei dipinti. Secondo la "tesi Hockney-Falco" (dal Fantesca che porge una lettera, Frick
nome del pittore inglese e del fisico americano Charles M. Falco, che Collection, New York
l'hanno resa celebre), l'utilizzo di questo strumento ottico
giustificherebbe ampiamente la mancanza di disegni preparatori
precedenti ai dipinti di straordinaria precisione "fotografica" e fisiognomica di molti artisti fiamminghi, come Van
Eyck, e successivamente di epoca barocca, come Caravaggio o Velázquez, ed appunto dello stesso artista
olandese. Ma soprattutto, secondo tale tesi, l'uso della "camera oscura" spiegherebbe anche alcuni dei
sorprendenti effetti di luce dei quadri di Vermeer, in particolare i curiosi effetti "fuori fuoco" che si riscontrano in
taluni dei suoi capolavori, dove alcuni particolari sono perfettamente a fuoco ed altri no, con un tipico effetto
riscontrabile nella moderna tecnica fotografica.[2]

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L'estrema vividezza e qualità dei colori nei dipinti di Vermeer, tuttora riscontrabile, è dovuta alla grande cura
posta dall'artista nella preparazione dei colori ad olio e nell'estrema ricercatezza dei migliori pigmenti
rintracciabili all'epoca. Esempio di tale qualità è il largo uso che Vermeer fece del costosissimo blu oltremare,
ottenuto dal lapislazzuli, utilizzato in tutti i suoi dipinti non solo in purezza, ma anche per ottenere sfumature di
colore intermedie. Non rinunciò ad usare questo pigmento dal costo proibitivo anche negli anni in cui versava in
pessime condizioni economiche.[3]

Nelle sue opere è dunque presente una eccezionale unità atmosferica. "La vita silenziosa delle cose appare
riflessa entro uno specchio terso; dal diffondersi della luce negli interni
attraverso finestre socchiuse, dal gioco dei riflessi, dagli effetti di
trasparenze, di penombre, di controluce..."[4]

Oblio critico e i falsi Vermeer


Per approfondire, vedi Han van Meegeren.

Nota e controversa è la proliferazione sui mercati d’arte di inizio '900


di falsi dipinti di Vermeer, dovuti ad uno dei più noti falsari del secolo
scorso, l'olandese Han van Meegeren. Questo abilissimo falsario,
utilizzando le stesse tecniche pittoriche dell'artista, creò numerosi
dipinti con composizioni del tutto originali riuscendo a spacciarli come
opere autentiche di Vermeer, tanto che molti famosi collezionisti ed
alcuni dei più importanti musei d'Europa acquisirono questi dipinti La merlettaia, Museo del Louvre,
nelle proprie collezioni.[5] Parigi

Questo eclatante fenomeno fu certamente facilitato dalla curiosa


mancanza di fonti documentali e di studi approfonditi dell’opera e
della figura dell’artista olandese, che fino a metà Ottocento versava in
un anomalo oblio, che aveva fatto perdere quasi traccia della vicenda
artistica del pittore. Infatti, la moderna fortuna critica di Vermeer ha
inizio solo con l’attenzione postagli quasi a fine Ottocento dello
studioso francese Théophile Thoré-Bürger. Da questo punto in poi, la
sua figura sarà sottoposta a costanti e crescenti attenzioni critiche e
pubbliche, fino ad acquisire l’attuale fama internazionale.[3]

Opere
Diana e le ninfe (attr. incerta), 1654-56 circa, olio su tela,
98,5x105 cm, Mauritshuis, L'Aia
Santa Prassede (attr. incerta), 1655 circa, olio su tela, Giovane donna con una brocca
101,6x82,6 cm, Barbara Piasecka Johnson Collection, d'acqua, Metropolitan Museum of Art,
Princeton New York
Cristo in casa di Marta e Maria (attr. incerta), 1656, olio su
tela, 160x142 cm, National Gallery of Scotland, Edimburgo
Mezzana (attr. incerta), 1656, olio su tela, 143x130 cm, Staatliche Gemäldegalerie, Dresda
Giovane donna assopita, 1656 circa, olio su tela, 87,6x76 cm, Metropolitan Museum of Art, New
York
Donna che legge una lettera davanti alla finestra, 1657 circa, olio su tela, 83x64,5 cm, Staatliche
Gemäldegalerie, Dresda
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Soldato con ragazza sorridente, 1657-1658, olio su tela, 50,5x46 cm, Frick Collection, New York
Stradina di Delft, 1657-1658 circa, olio su tela, 53,5x43,5 cm, Rijksmuseum, Amsterdam
La lattaia, 1658-1660 circa, olio su tela, 45,4x40,6 cm, Rijksmuseum, Amsterdam
Bicchiere di vino, 1659-1660, olio su tela, 66,3x76,5 cm, Gemäldegalerie, Berlino
Due gentiluomini e una fanciulla con bicchiere di vino, 1659-1660, olio su tela, 77,5x66,7 cm,
Herzog Anton Ulrich Museum, Brunswick
Concerto interrotto, 1660 circa, olio su tela, 39,3x44,4 cm,
Frick Collection, New York
Veduta di Delft, 1660-1661 cm, olio su tela, 96,5x115,7 cm,
Mauritshuis, L'Aia
Lezione di musica, 1662 circa, olio su tela, 74x64,5 cm,
Buckingham Palace, Londra
Donna in azzurro che legge una lettera, 1663 circa, olio su
tela, 46,6x39,1 cm, Rijksmuseum, Amsterdam
Pesatrice di perle, 1664 circa, olio su tela, 40,3x35,6 cm,
National Gallery of Art, Washington
Suonatrice di liuto, 1664 circa, olio su tela, 51,4x45,7 cm,
Metropolitan Museum of Art, New York
Donna con collana di perle, 1664 circa, olio su tela,
51,2x45,1 cm, Gemäldegalerie, Berlino
Donna con brocca d'acqua, 1664-1665, olio su tela,
45,7x40,6 cm, Metropolitan Museum of Art, New York Stradina di Delft, Rijksmuseum,
Donna che scrive una lettera, 1665 circa, olio su tela, Amsterdam
45x39,9 cm, National Gallery of Art, Washington
Ragazza col turbante ovvero Ragazza con l'orecchino di
perla, 1665 circa, olio su tela, 44,5x39 cm, Mauritshuis, L'Aia
Fanciulla con cappello rosso (attr. incerta), 1665, olio su
tavola, 22,8x18 cm, National Gallery of Art, Washington
Fanciulla con flauto (attr. incerta), 1665-1670, olio su
tavola, 20x17,8 cm, National Gallery of Art, Washington
Concerto a tre, 1665-1666 circa, olio su tela, 69,2x62,8 cm,
Isabella Stewart Gardner Museum, Boston
Ragazza con velo, 1666-1667 cm, olio su tela, 44,5x40 cm,
Metropolitan Museum of Art, New York
Allegoria della pittura, 1666-1667 circa, olio su tela,
120x100 cm, Kunsthistorisches Museum, Vienna
Fantesca che porge una lettera alla signora, 1667 circa,
olio su tela, 90,2x78,7 cm, Frick Collection, New York Soldato con ragazza sorridente, Frick
L'astronomo, 1668, olio su tela, 50x45 cm, Museo del Collection, New York
Louvre, Parigi
Il geografo, 1668-1669, olio su tela, 52x45,5 cm, Städelsches Kunstinstitut, Francoforte sul Meno
La merlettaia, 1669-1670, olio su tela, 23,9x20,5 cm, Museo del Louvre, Parigi
Lettera d'amore, 1669-1670, olio su tela, 44x38 cm, Rijksmuseum, Amsterdam
Giovane donna seduta al virginale (attr. incerta), 1670-1672 circa, olio su tela, 25,1x20 cm,
collezione privata, New York[6]
Donna che scrive una lettera alla presenza della domestica, 1671 circa, olio su tela, 72,2x59,7 cm,
National Gallery of Ireland, Dublino
Allegoria della fede, 1671-1674, olio su tela, 114,3x88,9 cm, Metropolitan Museum of Art, New York

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Suonatrice di chitarra, 1672 circa, olio su tela, 53x46,3 cm, Kenwood House, Londra
Donna in piedi alla spinetta, 1672-1673, olio su tela, 51,8x45,2 cm, , National Gallery, Londra
Donna seduta alla spinetta, 1674-1675, olio su tela, 51,5x45,6 cm, National Gallery, Londra

Note
1. ^ Ernst Gombrich, La storia dell'arte, tr. Maria Luisa Spaziani, 1ª ed. Torino, Einaudi, 1966; Milano, Phaidon
Press, 2009. ISBN 978-0-7148-5722-0
2. ^ David Hockney, Il segreto svelato: tecniche e capolavori dei maestri antichi, Milano, Electa, 2002. ISBN 88-
435-8164-3
3. ^ a b Silvia Danesi Squarzina, Vermeer, Firenze, Art e dossier Giunti, 1990. ISBN 88-09-76133-2
4. ^ Le Garzantine, Arte, ed. 2002, pag. 1270.
5. ^ Frank Wynne, Io ero Vermeer: ascesa e caduta del più grande falsario del ventesimo secolo, Milano, Ponte
alle Grazie, 2007. ISBN 978-88-7928-881-1
6. ^ Catalogo della mostra di Roma, Scuderie del Quirinale, 27.9.2012: l'opera era rimasta pressoché sconosciuta
fino al 2004.

Bibliografia
Erik Larsen, Jan Vermeer: catalogo completo, Borgo S. Croce, Octavo, 1996. ISBN 88-8030-074-1
John Michael Montias, Vermeer: l'artista, la famiglia, la città, Torino: Einaudi, 1997. ISBN 88-06-
12192-8
Roberto Diodato, Vermeer, Góngora, Spinoza - L'estetica come scienza intuitiva, Bruno Mondadori,
1997, 310 pagine, ISBN 88-424-9438-0.
Norbert Schneider, Vermeer: 1632-1675: i sentimenti dissimulati, Köln, Taschen, 2001. ISBN 3-
8228-0972-1
Roberta D'Adda, Vermeer, Milano, Rizzoli, 2003.
Anthony Bailey, Il maestro di Delft: storia di Johannes Vermeer, genio della pittura, Milano, Rizzoli,
2003. ISBN 88-17-87306-3
Maurizia Tazartes, Vermeer. I geni dell'arte, Milano, Mondadori Arte, 2011. ISBN 978-88-370-
6497-6
Max Kozlof, Vermeer: a study, Roma, Contrasto, 2011. ISBN 978-88-6965-279-0
Flavio Caroli, La storia dell'arte raccontata da Flavio Caroli, Milano, Electa, 2001. ISBN
9788837087906

Filmografia
Lo zoo di Venere (1985), film diretto da Peter Greenaway. La storia contiene numerosissimi riferimenti a
Vermeer. Tra i personaggi compare Han van Meegeren in veste di chirurgo.
Tutti i Vermeer a New York (1990), film diretto da Jon Jost.
La ragazza con l'orecchino di perla (2003), film diretto da Peter Webber, tratto dal romanzo omonimo
di Tracy Chevalier.
Brush with fate (2003), film tv per la regia di Brent Shields.

Altri progetti
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