You are on page 1of 4

INCORONAZIONE (gr. ; lat.

coronae impositio [coronatio];


fr.couronnement; sp. coronacin; ted. Krnung; ingl. coronation). - Cerimonia
con la quale un sovrano messo in possesso della sua dignit, mediante
l'imposizione della corona, simbolo del potere. All'incoronazione vera e propria,
che costituisce l'atto fondamentale della cerimonia dell'insediamento di un
sovrano sono generalmente unite anche l'unzione e l'intronizzazione, ma nella
denominazione d'incoronazione si finito per comprendere tutti i diversi atti
della cerimonia stessa.
L'uso di cingere il capo dei sovrani con la corona (diadema, stemma) di origine
greca e orientale. Gl'imperatori romani usavano come simboli del loro potere lo
scettro e il manto di porpora ed erano proclamati, specialmente quando
l'elezione cadde in mano dei pretoriani, con l'elevazione sugli scudi, che era pure
caratteristica dei popoli germanici, e pass poi anche nel cerimoniale
dell'incoronazione degl'imperatori bizantini. Ma l'incoronazione assunse un
carattere di speciale importanza nel Medioevo per l'elemento religioso della
consacrazione del sovrano da parte della Chiesa che vi port il cristianesimo, e
per il valore che lo spirito del tempo attribuiva ai simboli e alle cerimonie,
considerati come fattori essenziali dell'atto cui si riferivano. L'incoronazione,
regolata da un cerimoniale preciso e fastoso, costitu allora, almeno negli
apprezzamenti dei contemporanei - si ricordi quella di Carlomagno nell'800 -
uno dei dati fondamentali per giudicare, p. es. dei rapporti fra il potere civile e il
religioso o della legittimit d'un sovrano.
incerto se il primo imperatore bizantino coronato dal patriarca di
Costantinopoli sia stato Leone I o Anastasio. A Bisanzio la cerimonia si svolgeva
con fasto in Santa Sofia, e, con l'unzione, conferiva all'imperatore quel carattere
quasi sacerdotale per cui egli era considerato l'episcopus externus della Chiesa.
Presso i Franchi l'incoronazione di Pipino del 752 segn l'abbandono definitivo
delle antiche usanze germaniche, per conformarsi all'uso bizantino. Il carattere
quasi sacerdotale che viene ad assumere il re per l'unzione, espressione del
nuovo concetto cristiano del potere politico e segno delle tendenze teocratiche,
per le quali si cerca di subordinare il potere civile ai fini del potere religioso,
appare evidente dal passo della preghiera dell'ufficiante per la consacrazione dei
re franchi e capetingi: "Accipe coronam regni... quia sanctitatis gloriam et
honorem et opus fortitudinis signare intelligas, ut per hanc te participem
ministeri nostri non ignores" L'incoronazione dei re francesi, da quella famosa di
Carlo II il Calvo avvenuta il 9 settembre 869 a Metz, per mano dell'arcivescovo di
Reims Incmaro, fu fissata dalla tradizione a Reims e spettava di diritto
all'arcivescovo di quella sede. Quella dei re di Germania avveniva prima ad
Aquisgrana e in seguito a Ratisbona, Augusta e Francoforte sul Meno; quella dei
re d'Italia a Monza, con la famosa corona di ferro, o in S. Ambrogio di Milano o a
Pavia; quella dei re di Borgogna ad Arles; quella dei re d'Inghilterra a
Westminster per mano dell'arcivescovo di Canterbury; quella degl'imperatori a
Roma per mano del pontefice.
Nella prima parte del Pontificale romanum fissato il cerimoniale per
l'incoronazione del re, della regina consorte e della regina ut regni domina,
funzioni da eseguirsi dal metropolitano o dal papa con l'assistenza di altri
vescovi. Per ciascuno dei tre casi le cerimonie variano in qualche particolare, ma
sostanzialmente sono le medesime. Il re, vestito di abiti militari, viene
presentato da due vescovi al metropolitano parato per la messa pontificale, che
gli rivolge una breve allocuzione sull'importanza e sui doveri del suo grado. Poi il
sovrano si prostra dinnanzi all'altare, mentre si cantano le litanie; dopo le quali,
rialzatosi, riceve l'unzione col sacro crisma al polso destro e tra le spalle.
Incominciata la messa, in luogo separato indossa gli abiti regali. Dopo il
graduale, il celebrante prende una spada e sfoderatala la consegna al re, con
parole esortanti alla difesa della religione, dello stato, ecc.; poi, rimessala nel
fodero, gliela cinge al fianco. Segue l'imposizione della corona e la consegna dello
scettro; quindi il re, deposta la spada, accompagnato dai prelati a un tronetto,
dove il pontificante lo intronizza. Si canta il Te Deum, e prosegue la messa. Dopo
il vangelo il re, inginocchiato, offre al metropolitano alcune monete. Quando la
regina col re, dopo intronizzato questo, viene consacrata e incoronata allo
stesso modo. Il cerimoniale per l'incoronazione degli imperatori, che non
specialmente indicato nel Pontificale, calcato su quello dei re. Cosi risulta, p.
es., dalle relazioni delle cerimonie compiute da Clemente VII nella consacrazione
e incoronazione di Carlo V (22 e 24 febbraio 1530) e da Pio VII in quella di
Napoleone e della consorte Giuseppina (2 dicembre 1804). In quest'ultimo caso
la consacrazione fu fatta al capo e alle due mani, e, com' noto, fu lo stesso
imperatore che impose la corona sul capo proprio e dell'imperatrice.
Nell'incoronazione imperiale, che secondo la tradizione doveva avvenire in
Roma e in San Pietro, all'imposizione della corona seguiva l'acclamatio del
popolo. A cominciare dal sec. XIV l'incoronazione imperiale per fu fatta di
regola in Germania per mano degli elettori ecclesiastici. I magistrati di
Aquisgrana e di Norimberga, nel giorno fissato per l'incoronazione, inviavano le
insegne imperiali delle quali erano custodi, e al mattino l'imperatore eletto si
avviava in corteo verso la chiesa accompagnato dai quattro elettori laici portanti
il globo (elettore di Baviera), lo scettro (elettore di Brandeburgo), la corona
(conte palatino), la spada (elettore di Sassonia). Sulla porta della chiesa era
ricevuto dai tre elettori ecclesiastici che, dopo la messa e dopo aver ottenuto
dall'imperatore l'impegno di difendere e proteggere la Chiesa, l'ungevano e
gl'imponevano, tutti e tre insieme, la corona.
Con l'affermarsi della concezione teocratica del papato a partire forse dal secolo
IX, l'incoronazione con la tiara fa parte integrante anche della consacrazione del
pontefice. La cerimonia oggi si svolge secondo il rito cos fissato dalla tradizione:
l'incoronazione ha luogo per mano del cardinale primo diacono durante un
solenne pontificale, che celebrato dal papa stesso e si svolge con le cerimonie
consuete delle cosiddette "cappelle papali", salvo alcune cerimonie speciali di cui
qui facciamo cenno. Quando il papa, portato processionalmente sulla sedia
gestatoria, lascia la cappella dove ha indossato i paramenti sacri, un maestro di
cerimonie genuflesso tiene in mano una canna inargentata, che sulla cima ha
della stoppa: un chierico di cappella vi appicca il fuoco, mentre il cerimoniere
sollevando la canna canta le parole: Sancte Pater, sic transit gloria mundi; e
questo stesso rito si ripete altre due volte durante la processione. Finita la
"confessione" della messa, il cardinale primo diacono impone al papa il pallio
pontificio, e terminati gli oremus, lo stesso cardinale canta tre volte
l'invocazione: Exaudi, Christe, alla quale il coro risponde altrettante
volte: Domino nostro..., a Deo decreto summo pontifici, et universali
papae, vita; e seguono brevi litanie di santi. Terminata la messa, il pontefice
condotto al trono, collocato sotto un baldacchino, preparato appositamente alla
vista del popolo, e dopo alcune preci gli viene imposto dal cardinale suddetto il
triregno con le parole: "Ricevi la tiara adorna di tre corone e sappi che sei il
padre dei principi e dei re e il reggitore del mondo, vicario in terra del salvator
nostro Ges Cristo a cui onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen". Appena
incoronato, il pontefice impartisce al popolo la benedizione apostolica.
Particolarmente fastosa ancora oggi l'incoronazione dei re d'Inghilterra, il cui
rituale, contenuto nel Liber regalis, dei primi del sec. XIV, che si conservava dal
decano di Westminster, fu modificato dopo la Riforma e il passaggio
dell'Inghilterra all'anglicanesimo. In essa cogliamo anche oggi, fissati dalla
tradizione, gli elementi essenziali dello svolgersi dell'istituto monarchico inglese
nelle sue caratteristiche relazioni con i nobili e la Chiesa. Le parti essenziali
dell'incoronazione sono infatti la presentazione del re eletto ai grandi dello Stato,
fatta dall'arcivescovo di Canterburv; il rivestimento delle insegne reali e
l'unzione; il giuramento del re di osservare le leggi, di governare con giustizia e
di difendere la Chiesa anglicana; l'incoronazione con l'omaggio dei vescovi e dei
pari.
Fonti: A cominciare dal sec. IX possediamo diverse relazioni di incoronazioni in
genere, pubblicate da Th. e D. Godefroy, Le Crmonial franois, Parigi 1649.
UnLibellus de sacra regum Galliae uncti0ne pure attribuito a Guglielmo di
Nangis.
Bibl.: Della larghissima letteratura ci limitiamo a ricordare, per la Francia: A.
Luchaire, Histoire des institutions monarchiques, Parigi 1884; per la Germania
e per l'impero: Schwarzer, Die ordines der Kaiserkrnung, in Forsch.z. d. Gesch,
XXII; per l'Inghilterra, T. H. Turner, Domestic Architect, Oxford 1851 (vol. I, p.
64, incoronazione di Edoardo I); v. anche Meinert, Das knigl.
Krnungsceremoniell in Ungarn, Vienna 1867; J. Loserth, Die
Krnungsordnung der Knige von Bhmen, Vienna 1876. Per una bibl. pi
ampia v. Chevalier, alle voci Crmonial e Couronnement.

You might also like