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N. ABBAGNANO, Dizionario di Filosofia, Torino, UTET, 1971.

SENSAZIONE (gr. isthesis; lat. Sensus, Sensio; ingl. Sensation; franc. Sensation; ted. Empfindung). Il
termine ha due significati fondamentali: 1 un significato generalissimo er cui designa la totalit! della
conoscen"a sensi#ile cio$ tutti e ognuno dei suoi costituenti; % un significato seci fico er cui designa gli
elementi della conoscen"a sensi#ile cio$ le arti ultime indi&isi#ili da cui essa si suone costituita. 'uesto
secondo significato ricorre soltanto nella filosofia moderna.
1 (ristotele intende sotto il termine S.: a) le )ualit! elementari come il #ianco, il nero, il dolce, ecc. (De
An., III, 2, passim) !) la erce"ione dell*oggetto reale, che chiama S. in atto e che fa coincidere con la realt!
stessa dell*oggetto: onde una +. uditi&a in atto $ identica col suono in atto (I!id., III, %, ,%- # %.); ") la facolt! di
sentire in generale o senso "omune (#.), al )uale attri#uisce la fun"ione di erceire i. sensi#ili comuni e le +.
stesse (cio$ il sentir di sentire) (De Somno, %, ,-- a 17; De An., III, %, ,%. # 11; ,1- # 1%); d) il senso articolare
o rorio come l*udito, la &ista, ecc. (De Somno, 2, ,-- a 1,; De An., III, 2, passim) e) l*organo di senso, i/
fre)uentemente detto sensorio (De $art. An., II, 10, .-7 a 1; I2, 10, .3. a 3; De Sensu, %, ,,0 a 19). 'uesta
terminologia si mantiene lungamente nella storia del ensiero occidentale cio$ sino a )uando, con 4artesio, il
concetto di +, comincia ad essere nettamente distinto da )uello di erce"ione.
% 5el suo i/ secifico significato il concetto di +. fu delimitato da 4artesio che intese er essa il semlice
a&&ertimento dei 6 mo&imenti che &engono dalle cose 7 e la distinse dalla erce"ione che $ in&ece il riferimento
alla cosa esterna ($assions de l&dme, I, 2%). 8a )uesta distin"ione, che si consolid9 semre i/ doo 4artesio,
secialmente er oera della +cuola sco""ese, la +. &eni&a ridotta ad essere l*unit! elementare della conoscen"a
sensi#ile, )uel che :oc;e chiam9 6 idea semlice 7, e considerata come il materiale della conoscen"a; mentre la
fun"ione conosciti&a &era e roria, cio$ il riferimento all*oggetto, &eni&a assunta dalla per"ezione (#.). ' )uesto
il concetto che fu accettato e diffuso da <ant: 6 :a +., egli disse, $ l*elemento uramente soggetti&o della nostra
raresenta"ione delle cose che sono fuori di noi; ma $ roriamente l*elemento materiale della raresenta"ione
stessa, il reale, ci9 con cui $ dato alcunch$ di esistente7 ((rit. del )iud., Intr., = 2II; cfr. (rit. *. $ura, = I;
8ialettica trascendentale, li#ro I, se". I: 6 Una erce"ione che si riferisca unicamente al soggetto come
modifica"ione del suo stato, $ +. 7). Il carattere rimordiale o elementare della +. &eni&a egualmente accentuato
da >egel, er )uanto in forma ar#itraria e fantastica: 6 :a +. $ la forma dell*agitarsi ottuso dello sirito nella sua
indi&idualit! ri&a di coscien"a e di intelletto 7. In un certo senso $ &era, secondo >egel, l*asser"ione che 6 tutto
$ nella +. 7 nel senso che tutto ha la fonte e l*origine in essa; ma fonte e origine significano solo la maniera rima
e i/ immediata in cui )ualcosa aare e la +. non si giustifica da s$ (En"., + ,--).
Il concetto di +. come elemento semlice. ed ultimo della conoscen"a fu darima accettato e illustrato da
filosofi, oi osto a fondamento della nascente sicologia dai rimi cultori di )uesta scien"a. 4ondillac fu il
rimo a reali""are la ortata di )uesto concetto. +e la +. $ l*elemento ultimo della conoscen"a, si de&e oter
ricostruire, a artire da essa, l*intero mondo della conoscen"a o dell*atti&it! sirituale umana. 'uesta $ la dimo?
stra"ione che egli si accinse a dare nel .rattato delle S. (/01,), nel )uale assume&a a fondamento il rinciio
che 6 il giudi"io, le riflessioni, le assioni e in una arola tutte le oera"ioni dell*anima non sono che la +. stessa
che si trasforma &ariamente7 (.rait2 des sensations, 4omendio della rima arte). @ur nella sua olemica
contro il sensismo, Aaine de Biran riconosce il carattere semlice ed elementare della +. (3Eu#res, ed. 5a&ille,
II, ag. //1) come le riconosce tale carattere >er#art (Aligemeine 4etaph5si6, /727, II, ag. 8-).
11 concetto del carattere elementare della +. fu osto a #ase della sicologia da >. +encer che afferma&a che
6le +. sono stati di coscien"a rimariamente indecomoni#ili 7 ($rin"iples of $s5"holog5, /711, + 2//). Il
rinciio &eni&a consacrato da C. Dechner nei suoi Elemente der $s5"hoph5si6 (13.0) e da Eundt il )uale
eslicitamente defini&a le +. come 6 )uegli stati di coscien"a che non si ossono di&idere in arti i/ semlici
7 ()rundz9ge der ph5siologis"hen $s5"hologie, /78%, ,
,
1 edi"., ag. %31). 'uesto di&enta&a un luogo comune
della sicologia, che in tutta la sua rima fase fu atomistica e associa"ionistica (&. @+I4F:FCI().
8all*altro lato, l*interreta"ione che talora i filosofi dettero della +. resuose )uasi semre il carattere
elementare o atomico di essa. >elmholt" tolse ad essa il carattere raresentati&o er considerarla come semlice
segno delle cose, ma ne ricono##e il carattere elementare (:ortr;ge und *eden, I, 133,, ag. 191). 4ome
comonenti elementari delle eserien"e raresentati&e considera&a le +. >usserl (<ogis"he =ntersu"hungen, II,
ag. 71,); e del loro carattere elementare si a&&ale&a Aach er considerarle n$ oggetti&e n$ soggetti&e ma neu?
trali e )uindi come i comonenti semlici di ogni oggetto sia fisico sia sichico (Anal5se der Empfindungen,
1901, ,a edi"., ag. 1,, 17, ecc.). :e esperienze elementari di cui G. 4arna arla&a nella (ostruzione logi"a del
mondo sono ancora le +. (Die logis"he Auf!au der >elt, /827, + ?0).
'uando la sicologia della forma (&. @+I4F:FCI() ha eliminato l*atomismo e l*associa"ionismo della
&ecchia sicologia, il concetto di +. $ di&entato ressoch$ inutile. (ncora la sicologia arla di +. er indicare i
suoni, colori, ecc. Aa oich$ )uesto materiale &iene dato all*uomo soltanto nel suo ri ferimento all*oggetto
esterno, cio$ nella erce"ione, la erce"ione stessa di&enta l*oggetto rorio della sicologia; e il concetto della
+. come unit! sichica elementare di&enta inutile.
SENSIBILE (gr. aisthet@s; lat. Sensi!ilis inglese Sensi!le franc. Sensi!le ted. Sensi!el). 1. 4i9 che u9
essere erceito dai sensi. In )uesta acce"ione 6 il +. 7 $ l*oggetto rorio della conoscen"a +. come
l'intelligibile7 $ l*oggetto rorio della conoscen"a intelletti&a ((GI+T., De An., II, ?, ,/7 a 0 <(5T, (rit.
*. $ura, (nal. dei @rinc., ca. III, 5ota). (ristotele a&e&a distinto i +. propri e i +. comuni (#. +E5+F
4FAU5E); e il S. a""identale dal S. per sA, in )uanto il rimo si erceisce accidentalmente, come accade
)uando si erceisce il #ianco erceendo una ersona che $ #ianca (De An., II, ?, ,/7 a /?).
2. 4i9 che ha la caacit! di sentire. In )uesta acce"ione si chiamano 6esseri +. 7 gli animali o si dice che 6 H $
articolarmente +. a )ualcosa7. In corrisonden"a del significato ,- di senso (#.), si chiama talora +.,
secialmente in inglese, chi ossiede #uon senso o in generale $ caace di giudicare rettamente.
SENSIBILIT (ingl., Sensi!ilit; francese, Sensi!ilit2; ted. Sinnli"h6eit). 1. :*intera sfera delle oera"ioni
sensi#ili dell*uomo, comrensi&a sia della conoscen"a sensi#ile sia degli aetiti, degli istinti e delle emo"ioni.
2. :a caacit! di rice&ere sensa"ioni e di reagire agli stimoli. @er es., 6 :a +. delle iante 7.
3. :a caacit! di giudi"io o di &aluta"ione in un camo determinato. @er es., 6 +. morale 7, 6 +. artistica 7, ecc.
4. :a caacit! di arteciare alle emo"ioni altrui o di simati""are. In )uesto senso si dice sensi#ile chi si
commuo&e con gli altri e insensi#ile chi resta indifferente alle emo"ioni altrui (&. +IA@(TI().
SENSISMO (ingl. Sensationalism franc. Sensualisme, Sensationisme ted. Sensualismus). :a dottrina che
riduce tutta la conoscen"a alla sensa"ione e tutta la realt! all*oggetto della sensa"ione. <ant chiama&a sensista
Eicuro ((rit. *. $ura, 8ottrina del Aetodo, ca. I2). Il nome $ stato, nella filosofia moderna, riser&ato a )uelle
dottrine che ammettono la deri&a"ione di tutte le conoscen"e dai sensi: una tesi che fu rosettata da >o##es
(<e#iath., I, 1) ma che solo 4ondillac cerc9 di dimostrare facendo &edere come dalle sensa"ioni si s&iluano
gradualmente le conoscen"e e le stesse facolt! umane (.rait2 des sensations, 17-,). Il termine in )uestione &iene
a#itualmente riferito a dottrine di )uesto tio. +olo raramente (e imroriamente), &iene riferito all*emirismo di
stamo loc;iano (il )uale ammette, accanto alla sensa"ione, un*altra fonte di conoscen"e che $ la riflessione).
SENSITIVO (ingl. Sensiti#e franc. Sensitif; ted. Sensiti#). +ensi#ile nel significato %. Talora, chi $ sensi#ile
in grado eminente.
SENSO (gr. lat. Sensus; ingl. Sense franc. Sens ted. Sinn). 1. :a facolt! di sentire cio$ di su#ire altera"ioni
ad oera di oggetti esterni o interni. 4osI il +. fu definito da (ristotele (De An., II, -, ,1. # 11) e cosI $ rimasto
costantemente definito nella tradi"ione filosofica (+. TFAA(+F, S. .h., I, ). 07, a. 1; 8uns +4FTF, In Sent., I,
d. 1, ). 7 EF:DD, $s5"hol. empiri"a, + ?0 <(5T, Antropologia, I, + 0 ecc.). Il +. in )uesta acce"ione
comrende sia la caacit! di rice&ere le sensa"ioni sia la consae&ole""a che si ha delle sensa"ioni stesse e in
generale delle rorie oera"ioni: caacit! che nella filosofia moderna $ detta i/ sesso S. interno o riflessione
(cfr. :o4<E, Saggio, II, I, , <(5T, (rit. *. $ura, Estetica, = 1); e talora S. intimo (A(I5E 8E BIG(5,
Bournal intime, I, ag. 11?1,; 3eu#res, ed. Tisserand, ag. 1-, ecc.) o "os"ienza (#.).
%. la sensa"ione o il comlesso delle sensa"ioni, come )uando si dice 6Il +. testimonia cheJ7. Fure: gli
aetiti sensi#ili e in articolare i desideri sessuali.
1. :*organo di +.. ci9 che i/ roriamente si chiama il sensorio o, nella terminologia moderni il
recettore.
,. :a caacit! di giudicare in generale. In )uesto significato la arola &iene adoerata nelle seguenti ?
esressioni: !uon S., che 4artesio ritiene sinonimo di ragione e definisce come 6la facolt! di giudicar
#ene e di distinguere il &ero dal falso7 (Dis"., I). S. morale, che +haftes#urK ((hara"teristi"s of 4en,
1711) e >utchinson (S5stem of 4oral $hilosoph5, 17--) assunsero come una caacit! istinti&a di
&aluta"ione morale e )uindi come guida infalli#ilit! dell*uomo. S. razionale o S. logi"o, che Gomagnosi
assunse come l*atti&it! che giudica e ordina 1 sensa"ioni ((he "os&A la mente sana, 13%7, = 10). (
)uesta stessa acce"ione del termine si connette l*esressione S. "omune sulla )uale &. la &oce arte;
nonch$ altre esressioni come S. prati"o S. degli affari, S. artisti"o, ecc., che designano egualmente la
caacit! di giudicare o di orientar nei cami articolari indicati dall*aggetti&o o d; geniti&o.
-. :o stesso che Signifi"ato (#.).
[]
SENSO COMUNE (gr. 6oin2 isthesis; latino, Sensus "ommunis; ingl. (ommon Sense; franc. Sens
"ommun; ted. )emeinsinn). 1. (ristotele intese cc )uesta esressione la caacit! generale di sentir alla
)uale attri#uI una dulice fun"ione: lo )uel di costituire la coscien"a della sensa"ione cio$ 6 sentir di
sentire7 giacch$ tale coscien"a non u aartenere ad un organo articolare di +., er es alla &ista o al
tatto (De Somno, 2, ,11 a 11 2C )uella di erceire le determina"ioni sensi#ili e( muni a i/ +., come il
mo&imento, la )uiete, L figura, la grande""a, il numero e l*unit! (De Ar III, /, ,21 a /,). :a no"ione fu
ammessa anche dag +toici che affida&ano al +. comune le stesse fun"ioi (+TFBEF, E"l., I, 1-). Giresa
da (&icenna (De Ar III, 10), ass9 nella scolastica medie&ale (cfr. +. TM A(+F, S. .h., I, ). 07, a. ,)
ed anche in seguito 1 comunemente accettata da tutti gli aristotelici dagli scrittori che comun)ue si
isirarono alla s cologia aristotelica.
%. 5ell*uso degli scrittori classici latini, il termii ha il significato di consuetudine, gusto, modo &i&ere o
di arlare comune. In )uesto senso, 4ic rone a&&erte che er l*oratore $ difetto gra&issirr 6a#orrire dal
genere &olgare del discorso e dal consuetudine del +. comune 7 (De 3r., I, 1, l : cfr. 2, /?, ?7) e +eneca
afferma che la filosofia intende s&iluare il +. comune (E., -, ,; cfr. 10-, 1). 2ico non face&a che
esrimere in una formula laidaria la tradi"ione degli autori latini, )uando afferma&a: 6Il +. comune $
un giudi"io sen"a alcuna riflessione, comunemente sentito da tutto un ordine, da tutto un oolo, da
tutta una na"ione o da tutto il genere umano 7 (S". Duo#a, 17,,, 8egnit! 1%), e )uando affida&a al +.
comune l*ufficio di accertare e determinare 6l*umano ar#itrio, di sua natura incertissimo, ... d*intorno
alle umane necessit! o utilit!N (I!id., 8egnit! 11). (llo stesso significato si riconnette l*uso del termine
resso la +cuola sco""ese. 5ella *i"er"a sullo spirito umano se"ondo i prin"ipi del senso "omune
(17.,) T. Geid adoera l*esressione er designare le creden"e tradi"ionali del genere umano, ci9 che
tutti gli uomini credono o de&ono credere. Il +. comune $, er tutta la +cuola sco""ese, il criterio ultimo
di giudi"io e il rinciio dirimente di tutti i du##i filosofici.
:*esressione ricorre ora comunemente in un significato analogo, er )uanto ri&o dell*accentua"ione
elogiati&a di cui la ri&ilegia&ano i filosofi sco""esi. 8eMeK, ad es., sottolinea il carattere ratico del +.
comune. 6 @oich$ i ro#lemi e le indagini del +. comune riguardano le intera"ioni che si sta#iliscono da
arte degli esseri &i&enti con l*am#iente al fine di reali""are oggetti d*uso e di frui"ione, i sim#oli
imiegati sono )uelli che si sono determinati nella cultura corrente di un gruo sociale. Essi formano
un sistema, ma si tratta di un sistema di carattere ratico iuttosto che intellettuale. 'uesto sistema $
costituito dalle tradi"ioni, occua"ioni, tecniche, interessi ed istitu"ioni sta#ilite del gruo. :e
significa"ioni che lo comongono sono un ortato del comune linguaggio )uotidiano col )uale i
mem#ri del gruo comunicano tra loro 7 (<ogi", 2I, .; trad. ital., ag. 170).
1. 5ella dottrina di <ant il +. comune $ il prin"ipio del gusto cio$ della facolt! di giudicare degli
oggetti del sentimento in generale. 6 Un tal rinciio, dice <ant, non otre##e esser considerato che
come un +. comune, che $ essen"ialmente di&erso dall*intelligen"a comune la )uale tal&olta si chiama
anche +. comune (sensus "ommunis) erch$ )uesta giudica, non secondo il sentimento, ma secondo
concetti se##ene si tratti ordinariamente di concetti oscuramente raresentati 7 ((ri". del )iud., +
2-). :*intelligen"a comune ()emeine :erstand) di cui )ui arla <ant $ il +. comune degli scrittori
latini e della +cuola sco""ese che <ant ritiene inutile in filosofia ($rol., A 197); seguito in ci9 da >egel
e da altri (cfr. G. 4(5TF5E, .ragi"o e senso "omune, ag. 1- sg.).
SENSORIALE (ingl. Sensor5 franc. Sensoriel ted. Sensoris"h). 4he concerne il sensorio, cio$
l*organo di senso.
SENSORIO (gr. aisth2rion; lat. Sensorium). 5ella terminologia aristotelica, un organo di senso (De
An., II, 8, ,%1 # 1%; De $art. An., II, /-, .-7 a 1; ecc.): ci9 che oggi si chiama un recettore.
SENSUALISMO (franc. Sensualisme). 1. :*atteggiamento che consiste nell*attri#uire imortan"a
eccessi&a ai iaceri dei sensi. In tale significato adoera la arola Ber;eleK (Al"iphron, II, /?).
2. :o stesso che sensismo (#.). 'uest*uso, che si resenta solo raramente in taluni scrittori francesi e
italiani del secolo scorso $ do&uto alla suggestione del termine tedesco corrisondente a sensismo,
Sensualismus.
SENSUALIT (lat. Sensualitas ingl. Sensua.lit5 frane. Sensualit2 ted. Sinnli"h6eit). :a tenden"a a
indulgere ai iaceri sensi#ili.
[]
SENTIMENTALE (ingl. Sentimental francese Sentimental ted. Sentimentalis"h). Il significato di
)uesto aggetti&o non si connette, nell*uso comune, con )uello generale di sentimento, ma si riferisce di
regola ad un*emo"ione articolare, cio$ all*amore. 6 2icende +. 7, 6 crisi +. 7, ecc., sono esressioni che
si riferiscono a situa"ioni in cui $ in giuoco l*amore e recisamente l*amore sessuale. +esso l*aggetti&o
+. include anche un riferimento all*amore nel senso romanti"o (#.) : come accade nel titolo di due
roman"i famosi: Il #iaggio S. di
+TEG5E e <&edu"azione S. di Dlau#ert.
In senso secifico adoer9 l*aggetti&o D. +chiller er indicare una secie di oesia in contraosto
alla oesia ingenua (&. I5CE5UITO).
SENTIMENTALITA o SENTIMENTALISMO (ingl. Sentimentalism franc. Sentimentalisme ted.
Sentimentalit;t). P l*a##andonarsi alle emo"ioni rorie o altrui, l*esaltarsi in esse e er esse sen"a
raorto con la loro for"a effetti&a, il loro limite e la loro fun"ione. <ant &ide nel sentimentalismo la
de#ole""a di lasciarsi dominare, anche contro la roria &olont!, dalla artecia"ione allo stato emoti&o
degli altri. :a contraose erci9 alla adronan"a di s$: la )uale rende ossi#ile )uella fine""a di
sentimento er cui si giudica dell*emo"ione degli altri, non secondo la roria for"a, ma secondo la loro
de#ole""a. 8i fronte alla adronan"a di s$, $ ridicolo e uerile il lasciarsi dominare dall*emo"ione
altrui, a##andonandosi sen"a discre"ione a arteciare a tale emo"ione (Antr., I, = ..%). In realt! er9 si
ha sentimentalismo anche )uando ci si a##andona alle rorie emo"ioni o alla loro manifesta"ione
esterna illudendosi sulla loro for"a e consisten"a o amlificandone l*imortan"a.
SENTIMENTO (ingl. Sentiment franc. Sentiment ted. )ef9hl). Il termine u9 significare: 1 lo stesso
che emo"ione nel significato i/ generale o )ualche tio o forma sueriore di emo"ione. @er )uesto
significato &. EAFQIF5E; % oinione, nel senso in cui si dice 6ho il +. che )ualcosa non &a 7 er
significare un*oinione che si ritiene esatta ma di cui non si sare##e al momento dare giustifica"ione.
@er )uesto significato &. F@I5IF5E; 1 la fonte delle emo"ioni cio$ il rinciio, la facolt! o l*organo
che resiede alle emo"ioni stesse e da cui esse diendono; o&&ero la categoria nella )uale esse
rientrano.
In )uesto senso la arola &iene ora adoerata nell*uso corrente, )uando, er es., si contraone il 6 +.
7 alla 6ragione7 (considerata in&ece come l*organo o la facolt! delle conoscen"e o#ietti&e) e in frasi
come )uesta: 6:a olitica non si fa col sentimento 7. 'uest*uso tro&a la sua giustifica"ione in una
tradi"ione filosofica relati&amente recente cio$ in )uella della filosofia moderna. 8ifatti la filosofia
antica e medie&ale non conosce il +. come fonte o rinciio di affe"ioni, affetti o emo"ioni e ertanto
non adoera )uesta no"ione come categoria er ordinare e classificare le affe"ioni dell*anima. 5$ la
sicologia latonica, che distingue un*anima ra"ionale, un*anima concuisci#ile e una anima irasci#ile
(*ep., I:, /2E/1) n$ la sicologia aristotelica che distingue un rinciio &egetati&o, un rinciio
sensiti&o e un rinciio intelletti&o (De An., II, 2) riconoscono una fonte e un rinciio autonomo delle
emo"ioni, le )uali &engono riartite tra le &arie arti"ioni o rincii ammessi, non esclusa )uella
ra"ionale o intelletti&a. :o stesso accade nella filosofia medie&ale che segue le orme della sicologia
aristotelica. In realt!, il riconoscimento di una fonte o rinciio autonomo delle emo"ioni $ connesso
col riconoscimento della soggetti&it! umana come alcunch$ di irreduci#ile a un comlesso di elementi
oggetti&i od oggetti&a#ili o a modifica"ioni assi&e rodotte da tali elementi. 'uesto riconoscimento
caratteri""a gl*ini"i della filosofia moderna ed $, come si sa, un ortato del cartesianesimo.
I resuosti di )uesto riconoscimento &anno ricercati in )uella linea di ensiero che &a da @ascal ai
moralisti francesi e inglesi (:a Gochefoucauld, 2au&enargue, +haftes#urK e >ume) sino a Gousseau e a
<ant e culmina in )uest*ultimo: )uello stesso indiri""o che ha ortato all*ela#ora"ione del concetto
moderno di passione, come emo"ione dominante e a )uella no"ione di gusto (#.) che $ strettamente
collegata con )uella di sentimento. Il 6 +. 7, il 6 cuore7, lo 6sirito di fine""a 7 furono le esressioni
adoerate da @ascal er indicare il rinciio o l*organo delle emo"ioni, in )uanto distinti: dal rinciio
o dall*organo dei ragionamenti e irriduci#ile ad esso. 6 'uelli che sono a&&e""i giudicare col +., dice
@ascal, non caiscono niente nelle cose di ragionamento erch$ &ogliono enetrare su#ito la )uestione
con un colo d*occhio e non sono a&&e""i a cercare i rincIi. E gli altri, al contrario, che sono a&&e""i
a ragionare er rincIi non caiscono niente delle cose di +. erch$ ricercano i rincii e non ossono
coglierli con un sol colo d*occhio 7 ($ens2es, 1). (l +. o al cuore $ do&uta la stessa certe""a che i
rimi rincii del ragionamento hanno (6 I rincii si sentono, le roosi"ioni si deducono e in
ciascuna di )ueste due forme &i $ certe""a, )uantun)ue raggiunta er &ie di&erse 7); e al +. e al cuore $
affidata la &era religiosit! cui il ragionamento u9 solo a&&icinare di cui solo u9 dare l*attesa (I!id.,
%3%). (ll*ela#ora"ione e al riconoscimento della categoria del +. hanno oi contri#uito i moralisti
inglesi e francesi sora accennati con la loro accentua"ione delle arte dominante delle emo"ioni nella
&ita dell*uomo. Infine #isogna ricordare che il 6 ritorno alla natura 7 #andito da Gousseau come lo
strumento adatto a li#erare l*uomo dai mali rodotti dagli artifici sociali e a riortarlo alla #ont!
originaria, $ inteso da lui come ritorno al rimiti&o +. naturale. Il +. naturale $ un istinto, una tenden"a
originaria che orta l*uomo al #ene; e che )uando non $ alterata, sofisticata o #loccata, lo mantiene e lo
fa rogredire nel #ene stesso. In )ueste famose tesi di Gousseau sta forse la rima nascita della
categoria del +. come rinciio a s$ della &ita sirituale. Aa il rimo che ha teori""ato, filosoficamente
)uesta categoria e l*ha inclusa in una nuo&a triarti"ione dei oteri o delle facolt! sirituali, $ stato
ro#a#ilmente <ant. Aentre Eolff (e sulle sue orme i Molffiani) ammette&a soltanto due atti&it!
fondamentali dello sirito umano, il conoscere e il &olere, oggetti delle due #ranche fondamentali della
filosofia, la teoretica e la ratica, <ant h riconosciuto un ter"o otere o facolt!, )uello del sentimento.
6Tutti i oteri o le facolt! dell*anima dice <ant ((rit. d. giud., Intr., = III) ossono esser ricondotte a tre,
che non si lasciano ulteriormente ridurre a un rinciio comune: il otere conosciti&o, il +. del iacere
o del dolore e il otere di desiderare 7. Il +. del iacere o del dolore de&e esser inserito tra il otere
conosciti&o e il otere di desiderare e gli de&e essere riconosciuto un rorio rinciio autonomo, che
<ant chiama fa"olt del giudizio (#.). Il +. $ cosI il camo rorio della critica della facolt! del
giudi"io, come la facolt! di desiderare $ il camo rorio della critica della ragion ratica. <ant
contrassegna il +. come l*asetto irriduci#ilmente soggetti&o di ogni raresenta"ione. Egli dice (I!id.,
= 2II) : 6 'uello che &i $ di soggetti&o in una raresenta"ione e che non u9 affatto di&entare un
e""o di conoscen"a $ il iacere o il dolore che $ legato con la raresenta"ione; giacch$ attra&erso di
essi io non conosco nulla dell*oggetto della raresenta"ione se##ene essi ossano essere l*effetto di
una )ualche conoscen"a7. 4onformemente a )uesta ri&endica"ione dell*autonomia del +. come
categoria sirituale, <ant di&ide la rima arte della sua Antropologia pragmati"a, arte destinata al
6modo di conoscere interno ed esterno dell*uomo 7 in tre li#ri risetti&amente dedicati al otere
conosciti&o, al +. del iacere e del dolore e al otere aetiti&o. ( sua &olta, il secondo li#ro $ di&iso in
due arti rinciali, la rima dedicata al 6 +. del iace&ole e del iacere sensi#ile nella sensa"ione di un
oggetto 7; la seconda dedicata al 6 +. del #ello, cio$ al +. in arte sensi#ile, in arte intellettuale rorio
dell*intui"ione riflessa o del gusto 7. 'uesta seconda arte ricaitola in forma oolare i risultati della
(riti"a del giudizio, la rima contiene una serie di osser&a"ioni sul +. del iacere e del dolore in
connessione con i dati dei sensi (cfr. ure, 4et. der Sitten, Intr., 1, nota)
(&. E43FI3DE).
4on ci9 il +. a&e&a fatto il suo ingresso ufficiale come categoria indiendente nella considera"ione
filosofica dell*uomo. >egel stesso lo accoglie come una determina"ione dello sirito soggetti&o e lo
definisce come 6un*affe"ione determinata 7, ma determinata in modo semlice cio$ tale che, anche se il
suo contenuto $ solido e &ero (e non semre lo $) esso assume la forma di 6articolarit! accidentale7.
>egel aggiunge: 6'uando un uomo, discutendo di una cosa, non si aella alla natura e al concetto
della cosa o almeno alla ragione, all*uni&ersalit! dell*intelletto, ma al suo +., non c*$ altro da fare che
lasciarlo stare; erch$ egli in tal modo si rifiuta di accettare la comunan"a della ragione e si rinchiude
nella sua soggetti&it! isolata, nella sua articolarit! 7 (En"., + ,,0). >egel era su )uesto unto in
olemica con l*indiri""o letterario del Gomanticismo. 'uesto infatti fece della scoerta e
dell*esalta"ione del +. la roria #andiera, scorgendo nel +. stesso la forma i/ intima e nello stesso
temo i/ li#era della &ita sirituale. @er i Gomantici artista u9 essere solo colui che, come dice
Dederico +chlegel (Ideen, = 11), 6 ha una sua religione, un*intui"ione originale dell*infinito 7. 'uesta
intui"ione originale dell*infinito $ ci9 che i Gomantici chiamano sentimento. Il +., in altri termini, $ la
manifesta"ione dell*Infinito, cio$ di 8io stesso, all*intimit! della coscien"a. I tratti che definiscono il +.
nella conce"ione romantica sono erci9 due: 1 il suo carattere di intimit! estrema, er cui esso
costituisce )uanto di i/ soggetti&o c*$ nel soggetto; % la sua caacit! di ri&elare il @rinciio infinito
della realt!. @er )uesto secondo asetto il +. &iene inteso dai Gomantici, alternati&amente o
contemoraneamente, come l*organo rorio dell*arte, della filosofia e della religione. 4ome organo
della religione lo consider9 +chleiermacher in )uanto ritenne che 6 il +. soltanto ri&ela l*Infinito 7
(*eden, II; trad. ital., ag. ,1): una tesi che $ stata oi riresentata e difesa fre)uentemente. In temi
recenti come organo dell*arte il +. $ stato considerato da Centile (Filosofia dell&arte, 1911) in )uanto
l*arte $ la 6 ura, intima, inesrimi#ile soggetti&it! del soggetto ensante 7; e )uesto $ aunto il
sentimento. 5ella dottrina dell*arte di Centile il +. conser&a tutti i suoi richiami romantici: $ l*infinito
sirituale nella forma stessa della sua infinit!, cio$ li#ero da determina"ioni concettuali necessitanti e
costituente 6 la soggetti&it! ura del soggetto7 (I!id., ag. 17. sgg.); come tale, l*infinit! del +. $
l*infinit! dell*uomo nella sua uni&ersalit! e )uindi $ al di sora e al di l! della di&ersit! emirica degli
uomini singoli 7 (I!id., ag. 2-1). Aa anche l*altra corrente del Gomanticismo ottocentesco, il
ositi&ismo, non rimase estraneo all*esalta"ione del sentimento. 4omte, delineando i caratteri del futuro
regime sociocratico, cio$ del regime dominato e diretto da una corora"ione di filosofi ositi&isti,
afferm9 che )uesto regime sar! dominato dal +. i/ che dalla ragione e far! )uindi una arte imortante
alle donne, che raresentano er l*aunto l*elemento affetti&o del genere umano ($olitiGue positi#e, I,
ag. 2-, sgg.). 'uesto accadr! erch$ la morale di )uesta futura societ! sar! l*altruismo, ma un
altruismo s&iluato al unto di creare inclina"ioni o istinti #ene&oli, che agiscano, come fa aunto il
+., sen"a i/ #isogno della riflessione. :e reoccua"ioni religiose e morali di 4omte lo condussero ad
insistere sul &alore del +. e ad esaltare il +. stesso in modo romantico.
Aa al di fuori e contro il Gomanticismo, il +. fu accolto come categoria fondamentale della &ita
sirituale e cio$ come una delle 6 facolt! 7 o 6oteri 7 dello sirito. Ed $ curioso che mentre <ant
a&e&a, come si $ &isto, ammessa la triarti"ione di conoscen"a, +. e &olont!, solo in #ase a un modesto
ma &alido moti&o metodologico, cio$ er la ragione che i tre grui di fenomeni non si lasciano ricon?
durre ad un rinciio comune, su#ito doo <ant )uesta triarti"ione comincia ad essere dogmati""ata: a
Dries essa gi! aare come un risultato immediato dell*osser&a"ione di s$ (Anthropologie, I, 1317, = ,).
>er#art, er )uanto negasse la dottrina delle facolt! dell*anima e ritenesse che esse sono iuttosto 6
concetti di classe 7, secondo i )uali si ordinano i fenomeni osser&ati, incluse tutta&ia tra tali concetti di
classe )uello di sentimento. E Benec;e &ede&a nel +. le #asi della morale e della religione, la )uale
ultima si originere##e aunto dal +. di dienden"a dell*uomo da 8io, +. giustificato dalla
frammentariet! della &ita umana e dall*esigen"a di un comletamento che u9 &enirle solo da 8io
(S5stem der 4etaph5si6 und *eligionsphilosophie, 13,0). Gosmini consider9 il +. come la coscien"a di
s$ che $ il unto di arten"a e la #ase er ogni conoscen"a dell*anima ($si"ologia, + ?8).
:a triarti"ione delle facolt! dello sirito in conoscen"a, sentimento e &olont! rimase come uno
schema ressoch$ costante nella filosofia del secolo HiH. (lla sua diffusione molto contri#uI l*oera di
4ousin che a )uella triarti"ione fece corrisondere tre &alori assoluti: il 2ero, il Bello e il Bene (Du
#rai, du !eau et du !ien fu il titolo della i/ nota oera di 4ousin, 13-1). E se si rescinde dalle critiche
di carattere metodologico sull*oortunit! di simili rigidi schemi di riarti"ione er la considera"ione
dei fenomeni sirituali, )uella riarti"ione $ tuttora la i/ diffusa e si $ incororata con il modo comune
di ensare. Una ecce"ione $ raresentata da 4roce, che ha ridotto le forme dello sirito alle due
ammesse gi! da Eolff: la teoretica e la ratica con una critica del +. considerato come categoria suria
ed am#igua. 5el +., 4roce ha &isto una arola 6 adoerata a denominare una classe di fatti sichici
costituita secondo il metodo naturalistico e sicologico 7: una no"ione che ha esercitato &arie &olte
nell*estetica, nella storiografia, nella logica e nell*etica una fun"ione negati&a e critica, contraonendo
a interreta"ioni troo limitate ed anguste ci9 che di 6 indeterminato 7 e 6semi?determinato7 rimane&a
fuori di tali interreta"ioni. :a testimonian"a a cui egli fa aello er rigettare )uesta categoria, $ )uella
dell*osser&a"ione interiore: 6 4erchi chi &uole nel suo sirito; e si ro&i a indicare un atto solo che sia a
differen"a dei sora indicati Rcio$ degli atti teoretici e raticiS )ualcosa di nuo&o e originale e meriti la
seciale denomina"ione di S. H (Fil. della prati"a, I, I, c. %). Aa )uesto genere di testimonian"a $
oltremodo &aria#ile e fuori di )ualsiasi controllo; a Dries, er es., e a molti altri, la distin"ione del +.
dalle altre atti&it! sirituali ar&e cosI lamantemente sostenuta dalla testimonian"a interiore come a
4roce $ arsa da essa smentita. E in realt! l*uso di tali categorie, come +., atti&it! teoretica, atti&it!
ratica, u9 essere discusso e )uindi limitato e regolato, solo in #ase all*analisi recisa di un gruo
delimita#ile di fenomeni : analisi che 4roce non ha neure tentato. 5ella filosofia contemoranea,
tutta&ia, tali analisi non mancano e sono tra i contri#uti meno discuti#ili che essa ha ortato ad una
ositi&a conoscen"a dell*uomo nel suo mondo. Uno di )uesti contri#uti e fra i i/ imortanti $ )uello di
AaH +cheler; il )uale si $ rifatto alle arole di @ascal, 6Il cuore ha ragioni che la ragione non conosce7,
interretandole non nel senso, a##astan"a fre)uente della filosofia moderna e contemoranea (&.
4UFGE), che la ragione de##a a&ere una certa condiscenden"a er il +. e cercare di risondere alle sue
esigen"e, ma nel senso che il +. ha sue rorie leggi e suoi rori oggetti e costituisce cosI un mondo
risetto a )uello della conoscen"a ra"ionale. +cheler comincia col distinguere, dai semlici stati
emoti&i che non hanno carattere inten"ionale, non si riferiscono cio$ immediatamente ad un loro
rorio oggetto (&. EAFQIF5E), il +. originario e inten"ionale che $ in&ece una articolare rea"ione
allo stato emoti&o e consiste nel modo estremamente &ario e mute&ole di atteggiarsi di fronte allo stato
emoti&o cio$ di affrontarlo, tollerarlo, goderlo, soffrirlo, ecc. @er es., uno stato emoti&o $ il iacere
sensi#ile corrisondente al carattere grade&ole di un ran"o, di un rofumo, di un lie&e contatto. Il +.
uro consiste in&ece nelle rea"ioni dell*io a tale stato emoti&o : er es., nel goderlo i/ o meno o nel
tollerarlo, ecc. +icch$ mentre uno stato emoti&o rientra nel contenuto fenomenico, un +. uro rientra
nelle funzioni destinate ad arendere tale contenuto. 8a )uesto unto di &ista l*attitudine a soffrire e a
godere non ha nulla a che fare con la sensi#ilit! nei riguardi del iacere e del dolore. Il grado del
iacere o del dolore u9 essere lo stesso, eure la sofferen"a o il godimento che hanno di tale iacere
o dolore due indi&idui o lo stesso indi&iduo in momenti di&ersi u9 essere comletamente di&erso. Fra
mentre gli stati emoti&i si ossono riferire solo indirettamente agli oggetti o fatti che li ro&ocano o di
cui sono considerati i segni, i sentimenti uri si riferiscono immediatamente ad un loro oggetto
secifico, che $ il #alore. Il +. ha )uindi col &alore l*identica rela"ione che si riscontra fra la
raresenta"ione e il suo oggetto: la rela"ione intenzionale (#. I5TE5QIF5(:ITO). Aentre occorre un
atto di riflessione er connettere uno stato emoti&o con l*oggetto di cui $ segno o che riteniamo l*a##ia
ro&ocato, il +. $ connesso col suo oggetto secifico, il &alore, in modo immediato, come accade, er
es., )uando sentiamo la #elle""a dei monti ne&osi al tramonto. :a connessione inten"ionale tra +. e
&alore non ha )uindi nulla a che fare con un legame causale tra +. ed oggetto ed $ anche indiendente
con la causalit! sichica indi&iduale cio$ dalle leggi che regolano la &ita sichica dell*indi&iduo. E
difatti )uando le esigen"e dei &alori non sono soddisfatte, noi soffriamo, ad es., di non oterci
rallegrare di un a&&enimento )uanto il suo &alore meritere##e, oure di non oterci rattristare come,
ad es., la morte di una ersona amata lo richiedere##e (Formalismus, ag. %.0 sgg.). In tal modo,
secondo +cheler, il +. are l*accesso ad un mondo di oggetti, che sono altrettanto reali come le cose o i
fatti che sono gli oggetti della raresenta"ione, ma non hanno nulla in comune con essi erch$ non
sono n$ cose n$ fatti, ma &alori. +cheler $ ertanto d*accordo con <ant nel ritenere che il +. non sia 6
un e""o di conoscen"a 7; ma non $ d*accordo con lui nel ritenere che esso non a##ia alcun oggetto e
sia )uindi ri&o di carattere inten"ionale. +ono ri&i di oggetti e sono )uindi uri stati emoti&i solo le
emo"ioni sensi#ili, mentre i sentimenti &itali e )uelli sichici ossono semre ri&elare un carattere
inten"ionale (cio$ riferirsi ad un oggetto?&alore) e )uelli sirituali lo ri&elano necessariamente (er la
distin"ione dei gradi emo"ionali, &. EAFQIF5E). :*analisi di +cheler $ molto imortante erch$ getta
nuo&a luce sulla &ita emo"ionale dell*uomo. Essa tutta&ia $ stata fatta ser&ire, da +cheler stesso, alla
fonda"ione di una &era e roria metafisica dei &alori, nella )uale i &alori sono considerati non solo
come semlici oggetti nel senso rorio e ristretto del termine (&. FCCETTF) ma &ere e rorie realt!,
nel senso in cui si dicono reali cose, entit! e fatti, con la differen"a che di fronte ad ogni altra cosa,
entit! o fatto, i &alori sare##ero realt! ultime o 6 assolute 7. 'uesta integra"ione metafisica di un*analisi
tutta&ia cosI #enemerita, nella sua condotta e nelle sue conclusioni, u9 suscitare molti du##i circa la
sua legittimit!. 8ifatti si u9 ritenere che uno dei risultati dell*analisi sia )uello di estendere il signi?
ficato di 6 oggetto 7 come termine o fine di un atto inten"ionale, in modo che non si chiamino oggetti
soltanto gli oggetti che ossano dirsi reali nel senso di a&ere le caratteristiche di fatti o entit!
sussistenti. @er realt!, infatti, s*intende, in modo stretto e rigoroso, il termine di un rocesso conosciti&o
che sia suscetti#ile di controllo (&. GE(:TO) e non c*$ ragione d*identificare l*inten"ionalit! emoti&a
con l*inten"ionalit! conosciti&a; an"i +cheler stesso d! #uone ragioni in contrario. +e le cose stanno
cosI, se cio$ l*inten"ionalit! del +. $ differente dall*inten"ionalit! della conoscen"a, e sono cosI di&ersi i
risetti&i oggetti, la critica mossa da +cheler all*indiri""o della sicologia contemoranea di negare 6 la
fun"ione conosciti&a 7 dei +., erde la sua #ase.
:a sicologia contemoranea ammette infatti la fun"ione dei +. nel comortamento &itale dell*or?
ganismo e &ede in essi l*annun"io di situa"ioni resenti o future, annun"io che ermette di affrontare
tali situa"ioni al modo in cui un disositi&o d*allarme mette in oera i me""i er affrontare un ericolo.
4ome +cheler, >eidegger ha riconosciuto l*imortan"a fondamentale del +., che egli ritiene radicato
nella sostan"a stessa dell*uomo, cio$ nella struttura ontologi"a della sua esisten"a. >eidegger chiama
situa"ione affetti&a (Iefindli"h6eit) la tonalit! emoti&a dell*affaccendarsi )uotidiano dell*uomo e &ede
in )uesta tonalit! una manifesta"ione essen"iale dell*essere dell*uomo nel mondo. 6 :*emoti&it! roria
della situa"ione affetti&a, egli dice (Sein und Feit, = %9) costituisce essen"ialmente l*essere aerto del
mondo da arte dell*Esserci, cio$ dell*uomo esistente7. Il oter essere colito dalla minaccia delle cose
o degli e&enti del mondo e il reagire a )uesta minaccia con la aura o con l*intreide""a, $, secondo
>eTdegger, la situa"ione fondamentale di un ente, che come l*uomo &i&e in un am#iente che gli fornisce
le cose da utili""are e che erci9 lo u9 minacciare con la non utili""a#ilit!, con la resisten"a delle cose
stesse. (nche )ui, se si rescinde dal linguaggio secifico dell*ontologia di >eidegger, l*analisi risulta
fondamentalmente concordante con )uella della sicologia contemoranea; e la no"ione del +. come
caacit! di arendere il &alore che un fatto o una situa"ione resenta er l*essere (animale o uomo) che
la de&e affrontare, ne esce riconfermata. Infine #isogna ricordare che il riconoscimento del +. come 6
sede rimaria della datit! dei &alori 7 $ stato effettuato anche da 5icolaT >artmann, che l*ha osto a
#ase della sua etica (Ethi6, 19%.).

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