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9.
Cenni di pragmatica
La teoria della conversazione di Grice


[Cfr. W. Lycan, Filosofia del Linguaggio, cap. 13, pp. 234-248]

[P. Grice (1975), Logica e conversazione: lettura di brani selezionati e tradotti in A. Iacona e E.
Paganini (a cura di), Filosofia del Linguaggio, pp. 224-244]


Finora ci siamo occupati esclusivamente di questioni di semantica, ovvero di questioni
concernenti il significato convenzionale delle espressioni linguistiche. Ad esempio, nellindagare
quale sia il significato dei nomi propri o delle descrizioni definite, Frege, Russell e Kripke si
pongono una domanda di tipo semantico. Pi precisamente, la semantica di cui ci siamo occupati
finora una semantica che (almeno per quanto riguarda Frege e Russell) rientra a pieno titolo in
quello che potremmo definire il paradigma dominante in filosofia del linguaggio. Il paradigma
dominante caratterizzato dalladesione a tre tesi fondamentali, ovvero:
1. Il significato di un enunciato dichiarativo si identifica con le sue condizioni di verit,
cio con la specificazione delle circostanze in cui lenunciato vero. Parimenti, il
significato di unespressione sub-enunciativa si identifica con il contributo che tale
espressione d alle condizioni di verit dellenunciato.
2. Il Principio di Composizionalit (e quindi, quello di Sostituibilit).
3. Lantimentalismo: il significato di una qualsiasi espressione linguistica non ha nulla a
che fare con enti mentali (immagini mentali, rappresentazioni ecc.).

La filosofia del linguaggio per non si occupata, n si occupa, esclusivamente di questioni
che hanno a che fare con la semantica. Presa da sola, infatti, la semantica non riesce a rendere conto
della totalit dei fenomeni linguistici e comunicativi. In questa dispensa cercheremo allora di farci
unidea dellambito di pertinenza di un altro campo di studi della filosofia del linguaggio: la
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pragmatica. A tale scopo, prenderemo in esame la Teoria della Conversazione di P. Grice.
1. Significato dellenunciato e significato del parlante: semantica e pragmatica
Abbiamo gi incontrato (almeno) un caso in cui unanalisi strettamente semantica del
significato di un enunciato non sembra essere sufficiente a rendere conto di tutto ci che lenunciato
comunica. Si tratta dellenunciato:
(1) Era povera ma onesta
A livello vero-condizionale, (1) equivalente alla congiunzione Era povera e (era) onesta.
Sembra, per, che (1) comunichi qualcosa di pi di quanto comunica la semplice congiunzione: a
differenza di questultima, (1) comunica anche unopposizione tra lessere povera e lessere onesta.
Possiamo riscontrare lo stesso fenomeno, o fenomeni analoghi, in concomitanza con altri tipi di
connettivi logici. Consideriamo ad esempio i seguenti enunciati:
(2) Gigi sta studiando o al mare con gli amici
(3) Maria si sposata ed rimasta incinta
(4) Era inglese, quindi coraggioso
Lanalisi vero-condizionale tratta (2) semplicemente come un enunciato vero sse almeno uno dei
due disgiunti vero. Sembra, per, che (2) comunichi qualcosa di pi di quanto comunica una
semplice disgiunzione logica: chi proferisce (2) normalmente comunica allinterlocutore anche di
non sapere quale dei due disgiunti vero. Similmente, lanalisi vero-condizionale tratta (3)
semplicemente come un enunciato vero sse entrambi i congiunti sono veri. Non dice nulla, per, sul
fatto che quando sentiamo un enunciato come (3) tendiamo di norma a interpretarlo come
comunicante anche un ordine temporale: chi proferisce (3) di norma comunica allinterlocutore
anche che Maria prima si sposata, e poi rimasta incinta. Infine, lanalisi vero-condizionale tratta
(4) come equivalente a una congiunzione, ma nel far ci non rende conto di tutto ci che (4)
comunica: sembra infatti che chi proferisce (4) comunichi anche una relazione di consequenzialit
tra lessere inglese e lessere coraggioso.
Linsufficienza dellanalisi semantica si fa ancora pi evidente se consideriamo i seguenti
enunciati (proferiti nei contesti specificati sotto):
(5) Fa caldo qui dentro
(6) Quella la porta
(7) Giulietta il sole
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Immaginate di proferire (5) in un contesto in cui sia chiaro che in realt la stanza in cui vi trovate
gelida: immaginate, cio, di stare facendo un proferimento ironico. (5) appare allora comunicare
qualcosa di diverso da ci che letteralmente significa. Lanalisi semantica riuscir a rendere conto
di ci che (5) letteralmente significa (ovvero, che fa caldo qui dentro), ma da sola non riuscir a dire
nulla su ci che (5) comunica nel contesto immaginato, ovvero che qui dentro fa molto freddo.
Similmente, immaginate di proferire (6) per far capire al vostro interlocutore che volete che lasci la
stanza: in questo caso, (6) comunicher qualcosa di pi di ci che letteralmente significa, ovvero
qualcosa come Vattene. Lanalisi semantica dar conto del significato letterale di (6), ma da sola
non riuscir a dire nulla sul contenuto che (6) serve a comunicare nel contesto specificato. Infine,
lenunciato metaforico (7) normalmente usato non per comunicare che Giulietta una stella fissa
che brucia a tot gradi centigradi ecc., ma per comunicare qualcosa come ad esempio Giulietta
illumina le mie giornate. Anche in questo caso, lanalisi semantica appare insufficiente: tutto ci
che potrebbe dire riguardo a (7) che si tratta di un enunciato vero sse Giulietta ha la propriet di
essere il sole.
Pur nelle loro rispettive specificit, gli esempi (1) (7) sono tutti esempi che per Grice
dobbiamo trattare attraverso la distinzione tra ci che lenunciato dice e ci che il parlante
implica (conversazionalmente o convenzionalmente: vd. pi sotto) usando quel determinato
enunciato in quel determinato contesto di proferimento. Un altro modo per dire la stessa cosa
che per Grice dobbiamo distinguere tra significato dellenunciato e significato del parlante. Il
significato dellenunciato, ovvero ci che lenunciato dice, il significato dellenunciato che si
ottiene combinando i significati dei singoli termini in base a regole sintattiche, dove il significato
dei singoli termini corrisponde, per intendersi, a quello - o quelli, se il termine ambiguo - registrati
nel dizionario. Il significato del parlante, ovvero ci che il parlante implica (conversazionalmente o
convenzionalmente) usando un certo enunciato in un certo contesto di proferimento, sar tutto ci
che il parlante potrebbe voler dire con il suo proferimento. Ad esempio, (5) dice che fa caldo qui
dentro: il significato dellenunciato che fa caldo qui dentro. Un parlante che usi (5) in un contesto
in cui chiaro che la temperatura si sta notevolmente abbassando star per implicando
(conversazionalmente, come vedremo) che qui dentro fa freddo: il significato del parlante sar
allora che qui dentro fa freddo.
Sulla base di queste considerazioni, possiamo allora capire un po meglio in cosa consista la
distinzione tra semantica e pragmatica:
SEMANTICA: studio del significato degli enunciati (e delle espressioni sub-enunciative),
ovvero studio di ci che lenunciato dice (e del contributo delle espressioni
sub-enunciative a ci che lenunciato dice).
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PRAGMATICA: studio delluso degli enunciati (e delle espressioni sub-enunciative) nei vari
contesti di proferimento, o pi in generale nelle varie pratiche sociali quali
la conversazione.

Per la pragmatica, il contesto (sia linguistico che extralinguistico) di proferimento gioca un ruolo
fondamentale. In primo luogo, solo considerando il contesto di proferimento che possibile
decidere se assegnare allespressione esclusivamente il significato dellenunciato, o se non si debba
anche imputarle una significazione ulteriore, a livello del significato del parlante. In secondo luogo,
solo il contesto che permette di computare esattamente in cosa consista, nel caso in cui sia
presente, il significato del parlante.

N.B. (I): Il contesto linguistico di un proferimento costituito dal discorso (orale o scritto) o dallo
scambio comunicativo in cui il proferimento avviene. Per contesto extralinguistico si intendono
invece le circostanze in cui il proferimento ha luogo, e che comprendono elementi quali: tempo e
luogo del proferimento; parlante; ascoltatore; setting; conoscenze condivise dai partecipanti allo
scambio comunicativo; ecc.

N.B. (II): La considerazione del contesto non entra in gioco solo a livello pragmatico. Possiamo
distinguere tre diversi ruoli che il contesto ricopre nella determinazione del significato di
unespressione linguistica e, pi in generale, nella determinazione di ci che unespressione
comunica globalmente:
1) ruolo pre-semantico. Nel caso si abbia a che fare con espressioni ambigue (a livello
strutturale o lessicale), il contesto ne permette la disambiguazione. Ad esempio, solo considerando
il contesto di proferimento, che possiamo comprendere quale sia la proposizione effettivamente
espressa dall enunciato Il tasso sale (si sta parlando dellanimale o, ad es., del tasso di
interesse?);
2) ruolo semantico. A questo livello, il contesto contribuisce alla determinazione della
proposizione espressa dallenunciato. Considerate ad esempio lenunciato Questo di Maria:
solo considerando il contesto in cui esso viene proferito che possiamo sapere a cosa si riferisce il
dimostrativo questo (e, quindi, anche sapere se lenunciato vero o falso);
3) ruolo pragmatico. il ruolo di cui si parlava sopra: il contesto permette di decidere se
lenunciato dia luogo ad una significazione pragmatica e, nel caso, quale essa sia.
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2. Grice: la teoria della conversazione
Tenendo presente la distinzione tra ci che un enunciato dice e ci che il parlante implica
con quellenunciato in un certo contesto (e quindi anche la distinzione tra semantica e pragmatica),
vediamo un po pi nel dettaglio come Grice analizzi i fenomeni linguistici esemplificati nel
paragrafo precedente. Vediamo, cio, in cosa consista la Teoria della Conversazione di Grice.
2.1 Principio di Cooperazione e Massime
Alla base di tale Teoria sta la formulazione, da parte di Grice, dei principi di carattere
cooperativo che reggono la conversazione. Grice comincia col porre un principio di carattere
generale, noto come Principio di Cooperazione (PCO), cui i partecipanti alla conversazione
devono conformarsi, pena il fallimento della stessa.
PRINCIPIO DI COOPERAZIONE: Conforma il tuo contributo conversazionale a quanto
richiesto, nel momento in cui avviene, dallintento comune
accettato o dalla direzione dello scambio verbale in cui sei
impegnato.
Non chiaro come esattamente si debba interpretare tale Principio (Grice stesso, almeno nel testo
che stiamo leggendo, indeciso a riguardo): non chiaro, cio, se se ne debba dare una lettura
normativa o costitutiva. Se lo interpretiamo normativamente (e tale la lettura che, in ultima
analisi, Grice sembra preferire), allora PCO risulta essere un principio cui i parlanti dovrebbero
conformarsi; se lo interpretiamo costitutivamente, allora PCO diventa un principio che riguarda in
primis la natura del discorso: uno scambio comunicativo non davvero un discorso a meno che non
ci sia cooperazione.
Grice chiarisce il contenuto di PCO suddividendolo in varie massime e sottomassime, che
raggruppa sotto le quattro categorie principali della Quantit, Qualit, Relazione e Modalit. Eccone
uno schema:

1. QUANTIT: Cerca di essere tanto informativo quanto richiesto
1.1. D un contributo tanto informativo quanto richiesto
1.2. Non dare un contributo pi informativo di quanto richiesto
2. QUALIT: Cerca di dare un contributo che sia vero
2.1. Non dire ci che credi essere falso
2.2. Non dire ci per cui non hai prove adeguate
3. RELAZIONE: Sii pertinente
4. MODO: Sii perspicuo
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4.1. Evita loscurit di espressione
4.2. Evita lambiguit
4.3. Evita la prolissit
4.4. Sii ordinato nellesposizione

Il seguire tali massime e sottomassime dar come risultato, in genere, lessersi conformati al
Principio di Cooperazione.
2.2 Cosa succede se violiamo una Massima conversazionale?
Il violare (cio il non osservare) una massima conversazionale dar esiti diversi a seconda di
quale la massima in questione, di come la si viola, e di qual latteggiamento del parlante nei
confronti di PCO globalmente considerato. Possiamo avere diversi casi:

(A) La massima viene violata senza darlo a vedere, fuorviando cos luditorio. il caso ad
esempio della menzogna: luditorio assume che il parlante stia seguendo il PCO, e quindi le
massime, quando in realt egli sta violando la massima della Qualit.

(B) Dissociazione esplicita dal POC. Vi sono vari modi per far capire che ci si sta
dissociando dal Principio di Cooperazione: si pu per esempio rispondere ad una domanda con
semplici non sensi, accumulando parole su parole senza alcun filo logico; oppure andandosene, o
dicendo apertamente "non posso aggiungere nullaltro", no comment, ecc.

(C) La massima violata solo in apparenza. Ad esempio, A dice a B: Ho finito la benzina.
B risponde: Dietro langolo c un distributore. La risposta di B sembra violare la massima della
Relazione, ma la violazione solo apparente, in quanto la risposta di B strettamente connessa
allimplicazione che il distributore aperto, e che A potr trovare l la benzina che cerca.

(D) Conflitto tra massime. Ci si pu trovare di fronte ad un conflitto tra massime, per cui la
soddisfazione di una di esse comporta la violazione di unaltra: ad esempio, il parlante potrebbe non
essere in grado di soddisfare alla massima della Quantit senza violare quella della Qualit, nel qual
caso si trover a dover decidere quale delle due massime pi opportuno osservare nella situazione
in cui si trova. Grice fa, a questo proposito, lesempio dei due amici che progettano un viaggio in
Francia (p. 236).

(E) Il parlante si fa beffe di una massima, cio viola clamorosamente (apertamente,
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platealmente) la massima in questione, dando origine ad unimplicatura conversazionale. Dato
che il caso su cui Grice si sofferma di pi, vediamolo pi in dettaglio nel paragrafo seguente.
2.3 Implicature conversazionali
2.3.1 Implicature conversazionali particolarizzate
Posto che non vi sia un conflitto tra massime, che il parlante non stia cercando di ingannare
luditorio, e che, quindi, stia tenendo fede al Principio di Cooperazione, egli pu violare una delle
massime di modo che gli interlocutori riconoscano che lo sta facendo apertamente. Grice dice che in
questo caso il parlante si fa beffe di una massima, e che nel far ci, sfrutta tale massima: la massima
sfruttata per generare unimplicatura conversazionale. Di fronte a casi del genere, luditorio
dovr chiedersi che cosa il parlante abbia in realt voluto implicare pronunciando una certa
espressione che si rivela in palese contraddizione con una delle massime conversazionali.
Linterpretazione che luditorio dar del proferimento del parlante sar uninterpretazione che cerca
di far quadrare il proferimento con la massima sfruttata.
Prendiamo, ad esempio, lenunciato (6) riportato sopra. Se A dice a B Quella la porta, in
un contesto in cui (6) non ha nulla a che vedere con lo scambio comunicativo pregresso, A sta
violando platealmente la massima della Relazione. Il ragionamento di B sar allora il seguente.
Dato che A non si sta dissociando da PCO, che A non si trova di fronte ad un conflitto tra massime,
e che A sta violando la massima della Relazione in modo plateale, lunica soluzione interpretativa
del proferimento di A che A abbia sfruttato la massima della Relazione per implicare
conversazionalmente che devo andarmene. Interpretato in questo modo, il proferimento di A torna
ad essere pertinente col contesto comunicativo: ci che il parlante implica conversazionalmente con
(6) appare rispettare la massima della Relazione.
Tra i tanti, Grice d il seguente esempio di implicatura conversazionale: ad un ricevimento
elegante, A dice: La signora C una vecchia ciabatta. Dopo un attimo di sconcerto, B risponde:
Il tempo stato proprio bello questestate, non trova?. B ha rifiutato apertamente di rendere il
proprio intervento pertinente rispetto allosservazione di A, violando, quindi, la massima della
Relazione. Dato che la violazione stata clamorosa, che non si ha motivo di pensare che B si stia
dissociando da PCO, e che non siamo in presenza di un conflitto tra massime, B star implicando
conversazionalmente che il commento di A era del tutto fuori luogo. A livello pragmatico, il
proferimento di B torna ad essere pertinente (torna a soddisfare, cio, la massima della Relazione).
Grice colloca esplicitamente la metafora (un esempio lenunciato (7)), lironia (ad
esempio, (5) proferito in una stanza gelida), e altre figure retoriche tra gli esempi di implicatura
conversazionale. Ad esempio, se qualcuno dice ad A Sei un fulmine, sta dicendo qualcosa di
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letteralmente falso, e sta quindi violando la massima della Qualit; ma, dato che non si sta
dissociando dal PCO, che non c un conflitto tra massime, e che la violazione della massima
palese, sta implicando conversazionalmente qualcosa, e cio, probabilmente, che A ha delle
caratteristiche simili a quelle delloggetto menzionato. La metafora potrebbe comunque
rappresentare un caso di violazione anche di altre massime, come quella della Modalit (Sii
perspicuo).
2.3.2 Implicature conversazionali generalizzate
Nel paragrafo precedente ci siamo occupati di implicature conversazionali particolarizzate,
ovvero di implicature che dipendono dallo specifico contesto duso di unespressione. Le
implicature conversazionali generalizzate sono invece implicature che unespressione fa sorgere in
qualsiasi contesto normale essa venga usata. Ad esempio, lenunciato:
(2) Gigi sta studiando o al mare con gli amici
a causa della presenza della disgiunzione o, implica conversazionalmente di non sapere quale dei
due disgiunti vero. Il meccanismo alla base di tale implicatura quello del conflitto tra massime:
si viola la massima della Quantit perch altrimenti si sarebbe costretti a violare la massima della
Qualit (e pi precisamente la sottomassima Non dire ci per cui non hai prove adeguate). Si
tratta di una implicatura conversazionale generalizzata perch enunciati del tipo di (2), ovvero
enunciati della forma p o q, tendono a generarla in qualsiasi contesto normale vengano usati: a
meno di indicazioni (esplicite o contestuali) in senso contrario, cio, un proferimento di un
enunciato come (2) dar origine allimplicatura conversazionale in questione. Un altro esempio di
implicatura conversazionale generalizzata il seguente:
(8) Maria ha incontrato un uomo ieri sera
Data la presenza nellenunciato dellespressione un uomo, (8) implica conversazionalmente che
luomo che Maria ha incontrato ieri sera non n il marito, n il compagno abituale, e nemmeno un
semplice amico. Si tratta inoltre di unimplicatura conversazionale generalizzata perch enunciati
del tipo di (8), ovvero enunciati contenenti lespressione un X, tendono a generarla in qualsiasi
contesto normale vengano proferiti. Ci significa che se ci sono indicazioni che vanno in senso
contrario, limplicatura viene bloccata o, come dice Grice, cancellata: ad esempio, se dico qualcosa
come Maria ha visto un uomo ieri sera. Ma non pensare male: era il suo fidanzato (potete
facilmente immaginare un contesto conversazionale adatto), limplicatura viene cancellata.
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2.4 Le caratteristiche delle implicature
Grice afferma che le implicature conversazionali hanno le seguenti caratteristiche:
Calcolabilit: La comprensione di unimplicatura non una questione di intuizione, ma di
ricostruzione razionale fatta dallinterlocutore. Questultimo compie un calcolo, inteso come un
lavoro di tipo inferenziale. Nel compiere tale inferenza (e pi precisamente, tale inferenza alla
miglior spiegazione) linterlocutore dovr tenere conto dei seguenti elementi:
- significato convenzionale (ci che lenunciato dice)
- contesto linguistico e extralinguistico, in particolare le conoscenze condivise da parlante e
interlocutore
- PCO e Massime
- ipotesi che il parlante intenda conformarsi al PCO, eppure abbia inteso violare una
massima apertamente

Cancellabilit: Dato che limplicatura non qualcosa che lenunciato dice (non
appartiene al livello di ci che espresso dallenunciato, per utilizzare una terminologia freghiana),
ma appartiene al livello di ci che si fa intendere, limplicatura pu essere cancellata esplicitamente.
Ad esempio, limplicatura conversazionale generalizzata generata dallarticolo indeterminativo in:
(9) Mario entr in una casa
pu essere cancellata come in
(10) Mario entr in una casa; era la sua.
Oppure, considerate un contesto in cui professore A stia chiedendo al professore B informazioni
sulle capacit filosofiche di uno studente C, e B risponda di getto:
(11) C bravissimo a ping pong
Limplicatura conversazionale particolarizzata (che C non un buon filosofo) pu essere cancellata
se B prosegue cos:
(12) C bravissimo a ping pong; ma non fraintendermi, anche un bravo filosofo, solo
che abbiamo appena giocato e mi ha battuto clamorosamente.

Indistaccabilit: Unimplicatura conversazionale connessa, attaccata, al contenuto
piuttosto che alla forma di un enunciato. Quindi non la si pu staccare da un enunciato che la
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veicoli mediante la sostituzione di alcuni termini con sinonimi. Detto altrimenti, non possibile
trovare un modo di dire la stessa cosa che dice lenunciato di partenza, e che manchi di trasmettere
limplicatura in questione. Ad esempio, se dico di qualcuno, ironicamente, un genio,
comunicher la medesima implicatura anche se dico un cervellone, unaquila, ecc.
2.5 Implicature convenzionali
Accanto alle implicature conversazionali (particolarizzate o generalizzate) Grice colloca le
implicature convenzionali. Si tratta di implicature che unespressione fa sorgere in qualsiasi
contesto essa venga usata (attenzione: non in qualsiasi contesto normale, come le implicature
conversazionali generalizzate; proprio in qualsiasi contesto). Il seguente allora un esempio di
implicatura convenzionale:
(1) Era povera ma onesta
A causa della presenza della congiunzione avversativa ma, (1) implica (o meglio, implicita) che
vi una qualche incompatibilit tra lessere poveri e lessere onesti (ecco perch (1) risulta
offensivo). Limplicatura inoltre convenzionale, perch si genera in tutti i contesti in cui (1) viene
proferito. Stesso ragionamento con un enunciato come (4), Era inglese, quindi coraggioso.
La nozione di implicatura convenzionale ripropone la distinzione freghiana tra tono e Senso:
come il tono, anche limplicatura convenzionale non parte di ci che lenunciato dice, cio non ha
effetti sulle condizioni di verit dellenunciato (a livello vero-condizionale (1) va analizzato come
un enunciato della forma p e q); allo stesso tempo, per, parte di ci che viene comunicato in
qualsiasi contesto duso.

P.S. Le implicature convenzionali rappresentano il riconoscimento, da parte di Grice,
dellimpossibilit di ridurre la totalit del significato linguistico al solo binomio condizioni di
verit/regole della conversazione.

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