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SCUOLA DI FORMAZIONE IN NUTRIZIONE CLINICA

Sede: ROMA
Anno 2010 / 2011







LENDOMETRIOSI, LALIMENTAZIONE ED IL
RUOLO DELLE INTOLLERANZE ALIMENTARI


Dott.ssa Assunta Iannella




Relatore: Dott.ssa Angela Lauletta













INDICE

1. Le intolleranze alimentari.... 3
2. Il sistema immunitario.. 4
2.1 I mastociti e la loro de granulazione........ 4
2.2 I mediatori mastocitari.................................. 5
2.3 I mediatori mastocitari ed il sistema genitale femminile............................. 8
3. Lintestino e la sindrome del colon irritabile............................. 9
3.1 Lo stato infiammatorio e la sindrome del colon irritabile................ 10
3.2 Le comorbilit ginecologiche associate allintestino
Irritabile........................ 12
3.3 Il ruolo dellalimentazione nel benessere intestinale..... 12
4. LEndometriosi............. 13
4.1 Cosa la provoca...... 13
4.2 Cosa succede nei tessuti colpiti ...... 17
4.3 Il ruolo degli estrogeni......... 18
4.4 Il ruolo del sistema immunitario...... 19
4.5 Il dolore nellendometriosi: liperattivazione del
Mastocita. 23
5. Alimentazione: endometriosi ed infiammazione. 24
6. Materiale e metodi.. 29
7. Risultati 32

8. Conclusioni.. 37
9. Bibliografia... 39





3

1. LE INTOLLERANZE ALIMENTARI

La deficienza nellapporto di proteine, vitamine e minerali, porta allinsorgenza di diversi
disordini nutrizionali. Tuttavia, alcuni nutrienti possono risultare tossici, causando patologie
ex novo o aggravando quelle gi presenti. Le intolleranze alimentari sono riconducibili
all'accumulo, nel tempo, di sostanze nutritive, responsabili di ipersensibilit, causata dal
superamento della "dose soglia". Poich vi un periodo di latenza, spesso risulta difficile
accettare e comprendere come si possa "improvvisamente" diventare intolleranti ad un
cibo introdotto quotidianamente.
Diverso per lintolleranza al lattosio e al glutine, le quali non sono dovute allaccumulo di
sostanze nutritive. In questi casi, lorganismo risulta incapace di digerire un dato alimento,
a causa di metabolici che causano anomalie biochimiche [1].
Le intolleranze alimentari si differenziano dalle allergie alimentari vere e proprie, perch
non producono shock anafilattico e di solito non rispondono ai tradizionali test allergici
cutanei. Non provocano quasi mai delle reazioni violente ed immediate nell'organismo e
quindi, spesso, non sono direttamente collegabili allassunzione del cibo che le determina.
Lorigine di questi disturbi a livello intestinale, poich si ha come presupposto
un'irritazione della mucosa di tale distretto. Tuttavia, non provocano produzione di
anticorpi e raramente hanno come effetto la produzione di istamina. Possono, per,
innescare manifestazioni allergiche, quali le allergie ai pollini, agli acari o al contatto di
tessuti, metalli, ecc.
I sintomi delle intolleranze alimentari sono: stanchezza, cefalea, gonfiori addominali
postprandiali, infezioni ricorrenti, dolori articolari, modificazioni cutanee (pelle secca,
eczemi, orticaria, ecc.); spesso sono correlate a disordini del peso corporeo, sia in
eccesso che in difetto.
Queste reazioni, inoltre, non sono sempre immediate, ma si presentano da 1 a 72 ore
dopo l'assunzione del cibo in questione. Per ottenere un miglioramento del quadro
sintomatologico, necessario astenersi rigorosamente per almeno 2-3 mesi
dall'assunzione dai cibi a cui si risultati intolleranti, anche nelle forme nascoste ed anche
dall'assunzione di cibi che possono generare reazioni crociate. Le intolleranze alimentari,
viste come una rottura dellequilibrio cibo-ospite, si insediano comunque in un organismo
predisposto geneticamente o con uno sbilanciamento della barriera intestinale. Un peso
importante rivestono la carica antigenica dellalimento, let dell'individuo, gli insulti al
sistema immunitario.


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2. IL SISTEMA IMMUNTARIO

2.1 I mastociti e la loro degranulazione

Uno dei pi importanti meccanismi di risposta del sistema immunitario la stimolazione
dei mastociti. Il mastocita presenta forma e dimensione variabile, un nucleo
rotondeggiante ed il citoplasma pieno di granuli e corpi lipidici rivestiti da membrane. Nei
granuli sono contenute molteplici sostanze vasoattive, pro infiammatorie e neurotrofiche,
che in modo differenziato, vengono immediatamente liberate nei tessuti circostanti. Ci
comporta un incremento della permeabilit vascolare, vasodilatazione, contrazione della
muscolatura liscia bronchiale e viscerale ed infiammazione locale. Questa reazione
prende il nome di ipersensibilit immediata [2].
I mastociti si originano dalle cellule staminali ematopoietiche, ma non circolano nella forma
matura. Il differenziamento e la maturazione avviene localmente, dopo la migrazione dei
precursori ai tessuti vascolarizzati o alle cavit sierose in cui i mastociti risiederanno (Fig.
1).



Nei vertebrati, si dispongono sui tratti superficiali, includendo la pelle, le vie aeree e il tratto
gastrointestinale, dove frequentemente si incontrano gli allergeni ed i patogeni. I mastociti
sono presenti, quindi, in maniera ubiquitaria in tutti gli organi e tessuti vascolarizzati, dove
lavorano come sentinelle immunitarie e organizzano la risposta infiammatoria.
Lattivazione dei mastociti mediata dalle IgE; in pochi minuti si ha la liberazione dei
mediatori contenuti nei granuli. Tuttavia, in alcune risposte dellimmunit innata ed
acquisita, la loro attivazione pu anche essere indipendente dalle IgE [2]. Le funzioni
Figura 1 Sviluppo dei mastociti e distribuzione nei tessuti durante la risposta
immunitaria
I mastociti derivano dalle cellule staminali emopoietiche (HSCs). Alla nascita sono
indifferenziate; il loro differenziamento avviene in sede tissutale (SCF)
5

assolte dai mastociti sono: uccisione di agenti patogeni, degradazione di potenziali peptidi
endogeni tossici o componenti di veleni, regolazione di numero, trasporto, distribuzione e
fenotipo di cellule strutturali come fibroblasti e cellule dellendotelio vascolare. I mastociti
possono anche influenzare molti aspetti della biologia delle cellule del sistema immunitario
(granulociti, monociti, macrofagi, cellule dendritiche, linfociti B e T, cellule natural killer).
Essi svolgono, dunque, una funzione immunomodulatoria, interferendo con il
reclutamento, la sopravvivenza, lo sviluppo ed il fenotipo di tali cellule. Attraverso questa
duplice funzione, possono promuovere linizio o incrementare la reazione infiammatoria, il
rimodellamento dei tessuti ed in alcuni casi, le lesioni tissutali associate con la risposta ai
patogeni o a seguito di disordini allergici o autoimmuni [3].

2.2 I mediatori mastocitari

I mediatori contenuti nei mastociti si dividono in:
Mediatori preformati, ovvero le amine vasoattive come listamina
Mediatori neo sintetizzati, ovvero mediatori di derivazione lipidica e citochine.
Listamina agisce attraverso il suo legame a quattro recettori (H1R, H2R, H3R, H4R)
presenti sulle membrane delle cellule di vari tessuti. Anche se di breve durata, la sua
azione causa contrazione muscolare, vasodilatazione, aumento della permeabilit
vascolare, secrezione di muco, tachicardia e incremento della pressione sanguigna.
Elevati livelli di istamina causano anche dolori allo stomaco, coliche e flatulenza (Fig. 2).
Quando il mastocita si attiva, si verifica sia la secrezione dei mediatori lipidici che la loro
sintesi ex novo. I principali mediatori derivano dallacido arachidonico attraverso la via
delle ciclossigenasi (COX
1
, COX
2
, COX
3
) e della lipossigenasi. Le ciclossigenasi
producono le prostaglandine: PGD
2
, PGE
2
, PGF
2
e i trombossani. I leucotrieni sono
prodotti, invece, mediante la via della lipossigenasi. Sia le prostaglandine che i leucotrieni
esercitano unazione pro-infiammatoria (Fig. 3).

6



Figura 2 Elenco dei sintomi mediati dallistamina






Figura 3 Produzione di eicosanoidi infiammatori dallacido arachidonico
Gli eicosanoidi infiammatori (prostaglandine, trombossani e leucotrieni) sono prodotti
dallacido arachidonico. La loro azione viene esercitata sullintero organismo.
7

I mastociti producono anche citochine, spesso trascritte ex novo, che contribuiscono alla
fase tardiva dellinfiammazione. Tra esse ricordiamo TNF, IL-1, IL-4, IL-5, IL-6, IL-13. E
stato osservato che la vitamina E agisce riducendo la produzione di questi mediatori
infiammatori [4]. Le citochine influenzano lattivit degli adipociti, i quali a loro volta,
possono produrre mediatori solubili chiamati adipocitochine o adipochine, che influenzano
lomeostasi e la risposta immunitaria [5]. I livelli di adipochine sono proporzionali a quelli
della massa adiposa. La leptina ladipochina implicata nel controllo dellappetito;
importante nella regolazione del sistema endocrino, nella riproduzione, nellangiogenesi e
nel sistema immunitario, a causa della sua similarit con le interleuchine IL-6, IL-11 e IL-
12 [6]. In tal senso ha quindi propriet pro infiammatorie, incrementando i livelli
dellinterleuchina IL-6, IL-12 e del TNF (Fig. 4).
Pertanto, vi una forte correlazione tra massa adiposa e infiammazione dellorganismo.





Figura 4 La leptina e linfiammazione
La leptina linterfaccia tra il metabolismo e la risposta infiammatoria. Infatti, essa produce
citochine pro-infiammatorie: IL-1, IL-6, TNF-. Molta leptina disponibile in caso di obesit,
dove il tessuto adiposo molto esteso nellorganismo. Lelevata produzione di leptina facilit
lattivit degli effettori delle cellule T (Teff)
8

2.3 I mediatori mastocitari ed il sistema genitale femminile

Nel tratto genitale femminile, i mastociti sono presenti sulla superficie delle cellule
endoteliali ed epiteliali dellutero e delle ovaie. Essi producono listamina che interferisce
con la regolazione ormonale, soprattutto con la sintesi di estradiolo via H1R. Le dolorose
contrazioni uterine della dismenorrea iniziale sono dovute alla produzione della
prostaglandina F
2
, stimolata dallestradiolo e attenuata dal progesterone. Inoltre, si ha
lincremento della concentrazione dellestrogeno [7].
Anche le prostaglandine sono state riconosciute come le molecole chiave per la
riproduzione, regolando lovulazione, la fisiologia endometriale, la proliferazione di
ghiandole dellendometrio e la mestruazione [8]. Le citochine sono implicate
nellovulazione, fertilizzazione e sviluppo embrionale iniziale. Infatti, piccole quantit di
TNF- e IFN- comportano la rottura del follicolo e creano una reazione infiammatoria per
limpianto dellembrione nellendometrio (Fig. 4.2) [9].



Figura 4.2 Ormoni e citochine coinvolte nel processo di ovulazione




9

3. LINTESTINO E LA SINDROME DEL COLON IRRITABILE

Per lungo tempo lintestino stato considerato un organo di secondaria importanza
rispetto ad altri organi. Solo negli ultimi vent'anni gli studi hanno messo in evidenza un
ruolo non solo nellassimilazione dei nutrienti e nellespulsione dei rifiuti, ma anche di
connessione con il cervello, il sistema immunitario e la produzione di importanti
neurotrasmettitori. Si parla quindi di sistema intestinale o sistema integrato per la presenza
del compartimento nervoso, endocrino e immunitario.
Nel compartimento nervoso sono presenti circa 100 milioni di neuroni; la sua funzione in
gran parte indipendente dal cervello centrale a cui collegato dal sistema nervoso
autonomo, ma dal quale non dipende per il suo funzionamento. Se si interrompono le
connessioni tra il sistema nervoso autonomo e la rete nervosa dellintestino, questa
continua a svolgere indisturbata le sue funzioni.
Nella mucosa gastrointestinale sono presenti cellule endocrine con membrana esposta al
lume intestinale. Esse agiscono come dei sensori, attraverso linterazione con le
sottostanti cellule della sottomucosa. Si ha il rilascio di amine e/o neuropeptidi che
agiscono in modo paracrino. Ad esempio, il 90% della serotonina, ormone implicato nella
regolazione dellumore e nella peristalsi, prodotta a livello intestinale [10].
Il compartimento immunitario intestinale costituito dal GALT (tessuto linfoide associato
allintestino) e, con unestensione di circa 400 mq, uno dei settori immunitari pi
importanti dellorganismo. Nellintestino sono presenti 100.000 miliardi di cellule
microbiche che costituiscono il microbiota intestinale. Alcuni microrganismi sono benefici,
altri sono potenzialmente patogeni.
Lecosistema del colon svolge diverse funzioni positive, sintetizzando vitamine, assorbite
poi dallintestino e cedute a tutto lorganismo [11]. E deputato alla fermentazione dei
carboidrati, importante sorgente di carbonio e di energia per lecosistema intestinale. Ha
un importante ruolo nellassorbimento del calcio, del magnesio e del ferro, promosso dagli
acidi grassi, i quali sono in grado di stimolare la proliferazione e la differenziazione delle
cellule epiteliali. Il microbiota intestinale modula anche la produzione del tessuto linfoide
associato allintestino. In seguito alla presenza di sostanze estranee allorganismo, si
attiva la risposta immunitaria con formazione di anticorpi. Essi lasciano la parete
intestinale, immettono nella circolazione sistemica e raggiungendo i siti effettori mucosali,
ossia le mucose di assegnazione: le mucose dellapparato respiratorio, del tratto
gastrointestinale, del tratto genitourinario e varie ghiandole secretorie, dove i linfociti, che
sono i corpi speciali di difesa del nostro sistema immunitario, provvedono a difendere la
nostra salute da fattori estranei viventi (come germi, batteri, parassiti, protozoi o virus) o
inerti (come sostanze chimiche) (Fig. 5)
10







Un corretto equilibrio tra le varie specie che colonizzano lintestino permette ai batteri
endogeni di sbarrare la strada ai microrganismi estranei, patogeni o potenzialmente
patogeni, attraverso una competizione spietata per le sostanze nutritive e i siti di adesione,
oppure grazie alla produzione di specifiche sostanze antimicrobiche. E qui va fatta
unosservazione molto importante: gli antibiotici, alterando lequilibrio ecologico fra le
specie endogene, neutralizzano le difese naturali dellorganismo, permettono la crescita di
microrganismi potenzialmente patogeni e favoriscono la selezione di ceppi ostili
resistenti. La raccomandazione quindi di non esagerare con gli antibiotici e, soprattutto,
di evitare qualsiasi forma di autoterapia, anche perch sono farmaci che spesso si
limitano a combattere i sintomi senza andare veramente alla radice del problema.
Quando si verifica unalterazione del microbiota intestinale, si parla di dismicrobismo, che
comporta gonfiore, flatulenza, diarrea, stipsi, sindorme del colon irritabile.

3.1 Lo stato infiammatorio e la sindrome del colon irritabile

La sindrome del colon irritabile caratterizzata da uninspiegabile disagio addominale e
dolore associato a disturbi della defecazione, non associato ad anomalie strutturali e
biochimiche. Tale disturbo comporta diarrea o costipazione. La prima pi comune negli
uomini, mentre le donne sono maggiormente colpite da costipazione (Fig. 6).

Figura 5 Compartimento immunologico intestinale
Il GALT (tessuto linfoide associato allintestino) produce le
immunoglobuline IgA che, attraverso il circolo ematico, raggiungono tutte
le mucose dellorganismo.
11






Le conseguenze di tali disturbi sono sintomi gastrointestinali, psicologici, reflusso gastro-
esofageo, infezioni genito-urinarie, fibromialgia, gonfiore, flatulenza [12].
Lintestino umano comprende circa 400 specie batteriche differenti ed il sistema
immunitario associato alla mucosa riesce a riconoscere un patogeno allinterno della flora
benigna. E stato riscontrato che i mastociti sono coinvolti nella risposta infiammatoria ai
patogeni intestinali e che i mediatori rilasciati dai mastociti possono essere la causa del
danno intestinale. Nellintestino irritabile stato notato un incremento del numero di
mastociti, soprattutto in prossimit delle fibre nervose, nonch un aumento dei mediatori
dei mastociti, come per esempio listamina, per la quale si osserva spesso unalterazione
anche dei recettori [13]. Nel plasma stata osservata una notevole presenza di IL-6 e IL-
8, IL-12 e TNF, mediatori stimolanti linfiammazione. Nella mucosa dei pazienti con colon
irritabile stato, inoltre, asservato lincremento degli immunociti [14]. Lintestino irritato
manifesta anche la disregolazione della produzione di serotonina; in particolare, si ha una
maggiore produzione, a differenza della costipazione, in cui i livelli di serotonina
diminuiscono [15].




Figura 6 Frequenza dellalterazione della regolarit intestinale negli uomini (A) e nelle
donne (B)
Negli uomini pi frequente la diarrea, nelle donne pi frequente la stipsi
12

3.2 Le comorbilit ginecologiche associate allintestino irritabile

Lecosistema intestinale pu svolgere anche alcune funzioni negative per la salute della
donna [11], causando diverse patologie femminili. Infatti, i disordini gastrointestinali sono
molto comuni nelle donne, a causa del cambiamento degli ormoni sessuali femminili; il
transito intestinale e la sensibilit viscerale sono effetti specifici dellestrogeno e del
progesterone. Durante il periodo mestruale, si verifica unalterazione dei sintomi del colon
irritabile [16].
Le flogosi (infiammazioni) sistemiche, in cui i batteri endogeni e quelli potenzialmente
patogeni, possono passare dallintestino agli organi linfatici, attraverso la barriera epiteliale
della mucosa danneggiata, causando uninfezione settica e una risposta infiammatoria
sistemica. Questo fenomeno, chiamato traslocazione, sembra favorito da uneccessiva
moltiplicazione dei batteri nel piccolo intestino, da una alterata permeabilit della mucosa
intestinale e da deficienze nel sistema immunitario. Possono anche essere causa di
malattie infiammatorie croniche intestinali (morbo di Crohn, colite ulcerosa). In questi
disturbi stata osservata la persistenza di alcuni ceppi patogeni e unabnorme risposta
immunitaria contro microrganismi commensali (ossia che si nutrono a spese
dellorganismo ospite, ma senza danneggiarlo). Ci determina a sua volta uniperattivit
del mastocita e la cascata dei mediatori immunitari che causano un danno alla mucosa
intestinale. Il microbiota intestinale pu anche peggiorare le sindromi dolorose addomino-
pelviche. Si ipotizza, infatti che liper regolazione del mastocita, associata
allinfiammazione intestinale, possa essere implicata nel peggioramento di molteplici
patologie algiche in area pelvica e addominale, fra le quali il dolore provocato
dallendometriosi, il dolore pelvico cronico, la vulvodinia e la cistite.

3.3 Il ruolo dellalimentazione nel benessere intestinale

Le intolleranze alimentari sono state considerate una delle cause dellinsorgenza del colon
irritabile; infatti, una dieta basata sullesclusione degli alimenti a cui si intolleranti, ha
evidenziato un miglioramento della sintomatologia [17].
Gli alimenti pi comuni sono latte, grano, uova, frutta a gusci, molluschi e semi di soia.
Sebbene il lattosio non causi la sindrome del colon irritabile, un suo consumo pu
accentuarne i sintomi. I cibi a cui si intolleranti possono causare infiammazione se c
una rottura nella barriera intestinale [18].


13

4. LENDOMETRIOSI

Per molte giovani donne, la pubert non coincide con la piena maturazione della
femminilit ma apre una stagione di dolore, come se un destino di infelicit fosse scoccato
proprio con le prime mestruazioni.
Una malattia, lendometriosi, rappresenta una patologia di grande interesse nel campo
ginecologico. Infatti una eziopatogenesi non completamente chiarita, i numerosi e variabili
aspetti macro e microscopici che la caratterizzano, una classificazione da rivedere, le
problematiche relative al trattamento, rendono questa patologia una delle pi studiate.
Lendometriosi colpisce il 10-15% delle donne in et fertile con un picco di incidenza tra i
30 e i 40 anni. Il ritardo medio dallinizio dei sintomi alla diagnosi di oltre 9 anni: quasi
cinque spesi dalla donna prima di accettare o riconoscere che quel dolore non affatto
normale e i restanti impiegati dai medici per identificare la malattia.
Inoltre, da uno studio condotto su 4 mila donne affette da endometriosi, emerso che il
47% di esse ha dovuto consultare cinque o pi medici, prima di ricevere la diagnosi giusta.
Si tratta quindi di una patologia che pu ridurre drammaticamente la qualit della vita, in
termini di incertezza, di interventi subiti, di dolore, di possibilit esistenziali e professionali
perdute e anche di comorbilit, perch lendometriosi si accompagna spesso ad altri
disturbi. Liniziale dolore mestruale causato dallendometriosi si trasforma ben presto in un
forte dolore pelvico che poi, per la sua costanza, diventa cronico. Questo tipo di dolore
viene descritto tecnicamente come un dolore ciclico o non ciclico, di durata superiore ai sei
mesi, che si localizza nella pelvi anatomica, sufficientemente grave da causare disabilit
funzionale e richiedere trattamento medico o chirurgico. Si tratta quindi di un dolore che
pu giungere a livelli tali da diventare invalidante e compromettere la vita quotidiana e che
oltretutto tende a peggiorare con il tempo. Naturalmente anche lattivit sessuale ne
fortemente influenzata e la penetrazione profonda, in particolare nelle giovani, diventa
quasi impossibile. Per effetto di questi gravi sintomi fisici, lendometriosi mina le
fondamenta stesse della gioia di vivere, stendendo un velo di dolore e di cupezza sulla vita
della donna e dei suoi familiari, sino a forme di vera e propria depressione. Il ritardo con
cui la malattia viene diagnosticata e la tendenza dei medici a liquidarne i sintomi come
psicosomatici aggravano ulteriormente il quadro della situazione, aggiungendo alla
sofferenza fisica linsopportabile sensazione di non essere credute e capite [19].

4.1 Che cosa la provoca

Le cause di questa malattia sono ancora sconosciute. Sono state formulate varie teorie,
ma nessuna di esse riesce a spiegare tutti i casi clinici. Le ipotesi pi accreditate
includono:
La Teoria di Sampson (1927) o migrazione retrograda del sangue mestruale; lutero ha la
forma di una pera ed grande circa come un pugno (Fig. 7-A).
14




Figura 7 Sviluppo dellendometriosi
A: Lutero ha la forma di una pera ed grande circa come un pugno. La mucosa uterina
denominata endometrio, e ha un ruolo importante nello sviluppo dellendometriosi.
B: Mestruazione retrograda La mucosa dellutero si forma ciclicamente nella cavit uterina. Ogni
mese, con la mestruazione viene espulsa. Durante la mestruazione, spesso una piccola quantit di
sangue con cellule della mucosa fluisce attraverso le tube nella cavit addominale. Questa viene
chiamata mestruazione retrograda.

La mucosa uterina denominata endometrio e ha un ruolo importante nello sviluppo
dellendometriosi. La mucosa dellutero si forma ciclicamente nella cavit uterina. Ogni
mese, con la mestruazione viene espulsa. Durante la mestruazione, spesso una piccola
quantit di sangue con cellule della mucosa fluisce attraverso le tube nella cavit
addominale, con conseguente disseminazione e impianto di cellule endometriali nel
peritoneo (Fig. 7-B). Probabilmente ci dovuto alla scarsa concentrazione peritoneali di
progesterone (ormone con effetti deleteri sullimpianto e la sopravvivenza delle cellule
endometriali sfaldate). Tuttavia, la mestruazione retrograda si verifica senza danni nel
70% delle donne e soltanto una piccola parte sviluppa lendometriosi. Pertanto, per
linsorgenza della patologia, sicuramente implicata unalterazione del sistema
immunitario, nonch lesposizione prolungata alla diossina e a sostanze tossiche similari.
Lincidenza della malattia e la sua severit sarebbero correlate alle dosi di sostanze
tossiche assorbite; infatti ci sono differenti studi in cui si osserva che, lincidenza e la
severit dellendometriosi, sono correlate alla presenza di diossina nellambiente. La
diossina un inquinante ubiquitario, resistente alla degradazione e con la sua natura
lipofilica, si accumula ad alti livelli nella catena alimentare e quindi nellorganismo umano.
Essa agisce inibendo la funzionalit del progesterone (bloccandone lespressione dei
recettori attraverso la metilazione dei geni). Pertanto, non vi linibizione delle
metalloproteasi nel fluido peritoneale [20]. Inoltre, questo inquinante altera la produzione di
citochine infiammatorie nel tratto riproduttivo femminile [21]. Lendometriosi un disagio
cronico, estrogeno-dipendente; lendometrio viene definito ectopico, ossia fuori posto.
Il tessuto endometriosico pu trovarsi disseminato (Fig. 8):
A
B
15

sullovaio, sulla tuba, sul setto retto vaginale, sui legamenti utero-sacrali, sul
peritoneo;
allinterno dello spessore del muscolo che costituisce la parete dellutero
(miometrio): si parla in tal caso di adenomiosi;
in altri organi pelvici, come lintestino, la vescica o il retto;
negli ureteri, i canalini che portano lurina dal rene alla vescica;
pi raramente, in organi extra-addominali, come il polmone;
nellombelico e nelle cicatrici di precedenti interventi;
del decorso del nervo sciatico .


Figura 8 Cisti cioccolato tipiche dellendometriosi

Questo ampio spettro di possibili localizzazioni spiega la grande variet di sintomi e di
complicanze che lendometriosi pu causare.
I sintomi comuni sono descritti nella tabella 1 [22].
Il problema nasce dal fatto che il tessuto ectopico risponde agli stimoli ormonali tipici
dellovulazione e dellet fertile, esattamente come il normale endometrio: cresce in
altezza durante la prima met del ciclo, si arricchisce di zuccheri e sostanze nutritive
durante la seconda e poi si sfalda nel peritoneo o nelle altre strutture che lo ospitano,
causando un forte dolore e infiammazione cronica, con danno tissutale, funzionale e
strutturale degli organi colpiti. Lincidenza 40-60% in donne con dismenorrea e 20-30%
in donne poco fertili.
Lendometriosi viene classificata in stadi a seconda del suo aspetto. In unendometriosi
lieve si osservano focolai endometriosici isolati, che aderiscono allesterno della parete
uterina, alle tube ed alle ovaie. Nelle ovaie dellendometriosi avanzata, si possono formare
delle cisti dove si raccoglie il sangue mestruale. Quando tali cisti vengono incise nel corso
di un intervento, questo sangue appare come una massa viscosa di colore brunastro. Per
questo motivo le cisti in oggetto sono chiamate anche cisti cioccolato (Fig. 7-C, D).
16


Tabella 1 Elenco sintomi associati allendometriosi






Figura 7 Sviluppo dellendometriosi
C: Endometriosi lieve Lendometriosi viene classificata in stadi a seconda del suo aspetto. In
unendometriosi lieve si osservano focolai endometriosici isolati, che aderiscono allesterno della
parete uterina, alle tube ed alle ovaie.
D: Endometriosi avanzata Nelle ovaie si possono formare delle cisti dove si raccoglie il sangue
mestruale. Quando tali cisti vengono incise nel corso di un intervento, questo sangue appare come
una massa viscosa di colore brunastro. Per questo motivo le cisti in oggetto sono chiamate anche
cisti cioccolato.


C D
17

4.2 Che cosa succede nei tessuti colpiti da endometriosi?

Il sangue che fuoriesce dal tessuto endometriale durante lo sfaldamento, in coincidenza
della fase mestruale, irrita i tessuti circostanti causando una reazione infiammatoria, che
richiama grandi quantit di cellule di difesa, fra le quali i mastociti.
Essi producono tutti i mediatori dellinfiammazione, nonch sostanze neurotrofiche, come il
fattore di crescita dei nervi (Nerve Growth Factor, NGF), che facilitano la proliferazione
delle fibre nervose del dolore, causando una progressiva amplificazione degli stimoli
dolorosi stessi (iperalgesia). Alla fase acuta dellinfiammazione subentra gradualmente la
fase di cicatrizzazione, con la formazione di aderenze interne alladdome che concorrono
a peggiorare la sintomatologia (Fig. 9-A, B). La cicatrizzazione caratterizzata anche da
tralci di tessuto connettivo rigido, ossia privo di elasticit, che possono causare il
restringimento di organi cavi.




Figura 9 Endometriosi avanzata
A: I sanguinamenti ciclici del focolaio endometriosico, stimolano la continua irritazione del
peritoneo con conseguente formazione di cicatrici (aderenze). I focolai endometriosici penetrano in
altri organi e tessuti adiacenti come intestino, vescica ed uretere: dilagando nella cavit
addominale.
B: Sotto leffetto degli ormoni femminili, i focolai della mucosa uterina crescono e possono essere
portati nella cavit addominale. Raramente anche allinterno di altri organi dove possono formare
unendometriosi. Le emorragie mensili favoriscono, attraverso la loro stimolazione, lulteriore
estensione della malattia.


A
B
18

4.3 Il ruolo degli estrogeni

E stato riscontrato un ruolo centrale degli ormoni steroidei nellinsorgenza e nel
mantenimento dellendometriosi. Il disagio estrogeno-dipendente, con lincapacit del
progesterone a regolare lespressione genica durante la differenziazione endometriale.
Normalmente questo ormone, attraverso il legame a recettori nucleari PRs (PR-A e PR-B),
impedisce la proliferazione nellepitelio uterino, dipendente dallestradiolo E
2
. In donne
affette da endometriosi, costantemente espressa lisoforma A, con accumulo di E
2
. Ci
sottolinea il fatto che non c pi la risposta ai cambiamenti ormonali che si verificano
durante il ciclo mestruale. Nello specifico: landrosteneidone A, di origine adrenale o
ovarica, viene convertito in estrone E
1
in questi tessuti e nellendometrio. Nellendometriosi
sono presenti elevati livelli di aromatasi 17-HSD-1 (idrossisteroido deidrogenasi) che
converte E
1
in E
2
(estradiolo), reazione che non avviene con la forma 17-HSD-2,
stimolata dal progesterone. Tuttavia nellendometriosi, questa forma non espressa [23].
Di conseguenza, lenzima 17-HSD-1 genera estradiolo, convertendo E
1
in E
2
(Fig. 10).










Figura 9 Difettosa inattivazione dellestradiolo E
2
nellendometriosi
A: Normalmente nellendometrio lE
2
viene convertito in E
1
(estrone) dallaromatasi 17-
HSD di tipo 2 attivata dal progesterone.
B: Nellendometriosi, lenzima 17- HSD di tipo 2 inattivato, per resistenza al
progesterone. Si ha un forte accumulo di E
2.

19

Le citochine e lestradiolo, i cui livelli sono elevati nella patologia, attivano lenzima COX-2
e ci induce unelevata produzione di PGE
2
in questi tessuti. Questa prostaglandina un
potente attivatore delle aromatasi; quindi si stabilisce un feedback positivo a favore della
continua produzione di estrogeni nellendometriosi (Fig. 11).








Lestradiolo E
2
implicato nella proliferazione di tessuto endometriale e potrebbe anche
essere coinvolto nellinfiammazione correlata alla patologia, poich stimola la produzione
di IL-8, delle metalloproteasi, nonch lattivazione dei mastociti.
Altre alterazioni ormonali sono state riscontrate in donne affette da endometriosi; in
particolare, si verifica lincremento del livelli di prolattina e cortisolo e ci probabilmente
responsabile anche dellinfertilit delle donne affette da questa patologia [24].

4.5 Il ruolo del sistema immunitario

Il fluido peritoneale nelle donne malate di endometriosi caratterizzato dallincremento del
numero e dellattivit dei leucociti e dei macrofagi. Ma ancora pi interessante
lincremento del numero e dellattivit dei mastociti. Essi giocano un importante ruolo
Figura 21 Origine dellestrogeno nelle lesioni endometriali
Lestradiolo E
2
secreto direttamente dalle ovaie; nella prima fase follicolare e dopo
la menopausa, i tessuti extra ovarici (pelle e tessuto adiposo) sono la pi importante
fonte di estradiolo. Nellendometriosi i livelli di IL-1 e TNF-, sono molto elevati; si ha
la stimolazione dellenzima COX-
2
con elevata produzione di PGE-
2.
Questo
incremento stimola le aromatasi e si ha continua produzione di E
2
. Si istaura, cos,
un feedback positivo che porta alla continua produzione di E
2.

20

nellimmunit innata e sono state ritrovate vicino alle fibre nervose, suggerendo una loro
implicazione nel dolore correlato alla patologia [25].
Queste alterazioni del sistema immunitario inducono unaberrante espressione di citochine
infiammatorie: IL-6, IL-8, TNF-. Tale incremento potrebbe contribuire allo sviluppo di un
microambiente peritoneale che favorisce limpianto di cellule endometriali e la
stabilizzazione dellendometriosi. In particolare, IL-6 stimola la proliferazione delle cellule
endometriali, stimolando la deacidualizzazione; IL-8 e TNF- oltre a promuovere la
proliferazione, stimolano anche langiogenesi, attraverso la produzione di fattori pro-
angogeneci, come VEGF. Dopo il loro attacco, le cellule endometriali invadono la matrice
extracellulare, processo influenzato dalle metalloproteasi (MMPs), la cui regolazione
incrementata dallIL-1 e TNF-. Questultimo contribuisce anche ed inibire lespressione
endogena degli inibitori delle metalloproteasi ed anche implicato nellincremento
dellagglutinazione delle cellule endometriali allepitelio.
Le cellule Natural Killer giocano un ruolo importante nellimmunit innata ed adattiva, non
solo attraverso la loro abilit a lisare le cellule tumorali e quelle infette, ma anche
influenzando la secrezione di citochine. Per cui, un difettoso funzionamento delle cellule
natural killer, pu contribuire allo sviluppo dellendometriosi (Fig. 12).










21




Figura 32 Una semplice visione del ruolo del sistema immunitario nello sviluppo e nel
mantenimento dellendometriosi









22

Alti livelli di linfociti B e T sono stati riscontrati nel fluido peritoneale di donne affette da
endometriosi, cos come sono stati osservati elevati livelli di ICAM-1 (molecola
intracellulare di adesione). Nel fluido peritoneale delle donne malate stato rilevato un
incremento di COX-2, con conseguente incremento della prostaglandina PGE2. Si
presume che essa aggravi il dolore associato alla patologia, alterando la contrattilit
tubarica ed uterina [25]. Lenzima COX-2 regola anche il metabolismo degli estrogeni [26].
Questi ormoni stimolano anchessi la produzione di PGE2. Per cui, viene ad istaurarsi, un
feedback positivo che contribuisce al mantenimento dello stato infiammatorio [27].
Unulteriore disfunzione del sistema immunitario quella di non riuscire a trasmettere il
segnale di apoptosi delle cellule endometriali [28].
Come stato detto in precedenza, le citochine sono importanti nellovulazione,
fertilizzazione e sviluppo embrionale iniziale. Tuttavia, elevate concentrazioni sono
tossiche per lo stadio embrionale a due cellule e sono anche correlate con laborto fetale.
Alla luce di quanto affermato sino ad ora, chiara la correlazione tra endometriosi ed
infertilit, dovuto allincremento del TNF-, che attiva una regolazione negativa sulla
biosintesi degli steroidi, inibendo linterazione muco/sperma [29]. Inoltre, il fluido
peritoneale delle pazienti con endometriosi influisce negativamente su: motilit degli
spermatozoi, la reazione acrosomiale, linterazione tra i gameti, lavanzamento dellovocita
allinterno delle fimbrie tubariche [30]. (Tabella 2)


Tabella 2: Ruolo delle citochine nella gravidanze e nello sviluppo dellendometriosi

23

4.6 Il dolore nell'endometriosi: liperattivazione del mastocita

Il dolore unesperienza soggettiva complessa, che si associa a rapide modificazioni
neurovegetative, affettivo-emotive e cognitive. Tuttavia, riconosce cause biologiche e
linfiammazione cronica il fattore che pi predispone al dolore. Esso peggiora sempre di
pi a causa dellalterazione dei meccanismi di difesa del nostro corpo, dovuti allo stato di
infiammazione cronica. E chiaro, quindi, che i fattori pi potenti nel causare il dolore sono
tre:
1) lo sfaldamento ciclico dellendometrio, che causa irritazione peritoneale e dolore;
2) i mastociti, che infiltrano il tessuto endometriosico infiammato e producono i mediatori
dellinfiammazione, causando dolore, bruciore, gonfiore e danno funzionale;
3) le aderenze cicatriziali, che fissano gli organi pelvici in posizione rigida o restringono il
lume di organi cavi.
Poich il mastocita ha un ruolo fondamentale nella risposta infiammatoria, la sua
iperattivazione porta alla produzione di fattori dellinfiammazione e causa la proliferazione
delle fibre nervose del dolore. Ci stato riscontrato in donne affette da endometriosi, in
cui si verifica una maggiore produzione di NGF che a sua volta induce lincremento della
densit mastocitaria. Si istaura un feedback positivo che provoca il dolore cronico,
favorendo anche la riduzione della soglia del dolore; per cui si avverte dolore anche in
caso di stimolazioni normalmente non dolorose [31,32]. Le donne in et fertile sono pi
predisposte allinfiammazione cronica: le fluttuazioni degli estrogeni sono fattori agonisti
della degranulazione del mastocita, soprattutto in fase premestruale, contribuendo
allesacerbazione del dolore (Fig. 13).



Figura 43 Immagine microscopica di un mastocita, in cui sono ben visibili le vescicole che,
aprendosi all'esterno della cellula nei tessuti circostanti, rilasciano le sostanze dell'infiammazione,
deputate in condizioni normali a combattere i fattori che minacciano i tessuti stessi.

24

5. ALIMENTAZIONE: ENDOMETRIOSI ED INFIAMMAZIONE

Vi una stretta correlazione tra dieta ed endometriosi. In particolare, la dott.ssa Dian Mills,
nel suo libro Endometriosis: a key to healing through nutrition ha fornito alcuni consigli
nutrizionali, elencati di seguito.

Incrementare il consumo di fibre
Le fibre aiutano la digestione ed il buon funzionamento dellintestino, ma sono anche
responsabili della riduzione degli estrogeni circolanti nel sangue, con un minore impatto
sui tessuti estrogeno dipendenti. Esse sono contenute in frutta e verdura, cereali, noci,
semi e legumi. Mangiare 5 porzioni di frutta e verdura fresche ogni giorno, ricche in
vitamine e minerali necessari al corpo. Consumare soprattutto verdure a foglia verde (ex.
broccoli, cavoli, spinaci, ecc.), utili per la corretta funzionalit intestinale.
Confrontando un gruppo di donne affette dalla patologie con un gruppo sano, stato
osservato che le donne malate di endometriosi avevano carenza di Vitamina A, C, E,
Zinco e rame. Le vitamine sono essenziali per la riduzione dello stress ossidativo,
considerato una delle cause dellinsorgenza dellendometriosi [33].
In particolare, stato osservato che erano necessari 95% Vitamina A, 66% Vitamina E e
79% Vitamina C per la riduzione dello stress ossidativo. Probabilmente le specie reattive
del Nitrogeno (RONS), quelle dellossigeno (ROS) e i radicali liberi sono prodotti
dallattivazione dei macrofagi nel fluido peritoneale, dove si verifica lincremento della
perossidazione lipidica [34].
Ci induce uno stato di infiammazione cellulare, contribuendo alla progressione della
patologia [33].
I folati e gli antiossidanti, come la vitamina C ed il -carotene, presenti in molte tipologie di
frutta e verdura, agiscono nella riduzione dello stato dinfiammazione dellorganismo. Per
esempio, la Vitamina C inversamente proporzionale alla quantit di IL-6 e CRP (proteina
C reattiva, anchessa un marker infiammatorio). Il -carotene inversamente correlato alla
quantit di TNF- e IL-6, i folati inibiscono la produzione di CRP. Anche la Vitamina D
gioca un ruolo impartante nel prevenire o ridurre linfiammazione, agendo sulla riduzione di
citochine infiammatorie: IL2, IL-6, TNF- ed IFN-. Essa, in verit, risulta essere
fondamentale per le ossa, ma una sua riduzione, oltre a causare danno scheletrico,
correlata anche allinsorgenza di cancro al seno, al colon, malattie autoimmunitarie
(diabete, artrite reumatoide).
Per quanto concerne gli agrumi ci sono visioni discordanti; c chi ne vanta lazione
benefica e chi invece, sostiene che debbano essere eliminati dalla dieta per le donne
affette da endometriosi. In effetti, gli agrumi contengono sia la vitamina C che i
bioflavonoidi che, oltre al potere antiossidante, regolano anche il livello degli estrogeni e
25

sono necessari nei sanguinamenti troppo abbondanti. Tuttavia, sono liberatori di istamina.
Eliminare completamente i limoni e consumare poche volte a settimana arance, mandarini
e mandaranci.
Il complesso B aiuta il fegato a tenere basso il livello degli estrogeni. Le vitamina B1, B2 e
B3 insieme allintero complesso B, sono efficaci per chi ha altri disturbi associati ad alti
livelli di estrogeni; per esempio, la vitamina B6 implicata nel rilassamento dellutero.
Il pigmento antiossidante licopene, che conferisce ai pomodori la loro colorazione rossa e
che gi individuato come potenziale anticancerogeno, potrebbe trovare oggi anche
un'altra applicazione curativa contro l'endometriosi.
Alcuni scienziati americani dell'Universit statale di Detroit hanno recentemente dimostrato
che il licopene in grado di ridurre del 90% l'attivit chimica alla base dell'endometriosi,
impedendo alle cellule dell'endometrio di aderire ad altre parti dell'area pelvica. Tuttavia,
non bisogna mai abusarne, poich contengono istamina, insieme a crauti, vino, birra,
spinaci, funghi, cioccolato, tonno in scatola.
Le fragole, i crostacei, gli agrumi, invece, sono liberatori di istamina direttamente dai
mastociti.

Includere nella propria alimentazione un mix di cereali: utilizzare farro (sporadicamente),
avena, orzo, segale, miglio, riso, mais e grano saraceno. Tuttavia, stata riscontrata una
correlazione tra celiachia ed endometriosi. Per cui, bisogna valutare se si hanno problemi
con il glutine. Se ci si verifica, utilizzate unicamente miglio, riso, mais e grano saraceno.
Evitare anche il frumento nascosto, quindi controllare bene le etichette di ci che si
acquista alla ricerca di : lievito modificato destrosio maltodestrosio malto farina di
grano duro farina 0 o 00 farina bianca olio di germe di grano germe di grano
addensanti - couscous semolino - crusca salsa di soya. In generale, bisogna limitare il
frumento e suoi derivati, quindi anche kamut e farro, causa di molte malattie autoimmuni.
Consumare 2-3 porzioni settimanali di legumi, che riducono il quantitativo di IL-6 e sono
quindi antinfiammatori.

Acidi grassi: -3 e -6

Poich stata riscontrata linterazione tra alimentazione ed infiammazione dellorganismo,
bisogna eliminare i cibi che possono indurre infiammazione. Responsabile dello stato
infiammatorio dellorganismo lelevato consumo di acidi grassi -6 e il ridotto consumo
di quelli -3. In particolare, lacido linoleico, acido grasso -6, stato inserito in molti cibi
pronti, nel burro, nel lardo, negli olii vegetali (mais, soia, girasole), nei prodotti economici e
pi calorici. Dallacido linoleico, per azione degli enzimi Delta 5 e Delta 6 desaturasi, si
produce lacido arachidonico, un particolare acido grasso -6. Esso il precursore di
eicosanoidi pro-infiammatori (prostaglandine, leucotrieni e trombossani) [35]. Gli enzimi
chiave nella cascata metabolica dellacido arachidonico, la delta 6 desaturasi e delta 5
26

desaturasi, sono entrambi attivati dallinsulina. Lacido eicosapantenoico (EPA), un acido
grasso -3, invece, precursore degli eicosanoidi antinfiammatori. Maggiore il rapporto
AA/EPA, maggiore sar linfiammazione dellorganismo. Il suo ruolo chiave sta
nellinibizione della delta 5 desaturasi; inoltre, elevati livelli di EPA nelle membrane
fosfolipidi che, inibiscono il rilascio dellAA (Fig. 14).


Figura 14 Metabolismo degli acidi grassi omega 6


Latte e derivati
Tali prodotti possono contribuire alla stimolazione della produzione di prostaglandine
PGE2 e PGF2A e istamina, responsabili di alcuni processi infiammatori. E consigliato
eliminare latte vaccino e derivati.
Sostituire con: latte, yogurt e formaggi di capra e di pecora e altri sostituti. Per esempio si
possono utilizzare latte di riso, yogurt greco di pecora, feta, roquefort, pecorino,
mozzarella di bufala. La riduzione dellacido linoleico e quindi degli acidi grassi saturi, pu
essere mediata dallutilizzo dellolio extravergine di oliva e di frutta secca (noci e
mandorle). Alimenti ricchi di acidi grassi -3 sono alcuni tipi di pesce: tonno, salmone,
sardine, sgombro, trota [35]. Essi hanno propriet rilassanti sui muscoli e sui vasi
sanguigni e possono ridurre i dolori. Perch gli acidi grassi possano svolgere questo
compito, devono subire delle trasformazioni che richiedono la presenza di magnesio,
zinco, niacina, vitamina C e vitamina B6. Fattori che possono interferire con la
trasformazione degli acidi grassi sono lalcool, il colesterolo troppo alto, il diabete,
leczema, le allergie e lo stress. Quindi eliminare t, caff, alcol e sigarette, che sono
fattori stressogeni. E provato dai ricercatori che caff e alcol influiscono sulla fertilit. Il
27

tabacco e lalcol alterano lequilibrio ormonale e aumentano i livelli di grassi nel sangue. Il
caff innesca alcune reazioni a catena: restringe i vasi sanguigni, incrementa il battito
cardiaco, toglie calcio alle ossa, favorisce il rilascio di insulina. Inoltre, sono diuretici e
trascinano i minerali (soprattutto calcio, magnesio e zinco) fuori dal nostro organismo,
sovraccaricando anche il sistema nervoso. Evitate quindi tutti i prodotti contenenti caffeina
(come il cioccolato).

Carni
Anche il consumo di carni promuove la produzione di PGF2; inoltre, quelli di origine
industriale, possono contenere dosi elevate di inquinanti ambientali. E opportuno, quindi,
eliminarli completamente.

Carboidrati
Negli ultimi 25 anni, vi stato un incremento del consumo di carboidrati raffinati (il pane
bianco, i biscotti i pasticcini, bevande gassate e zuccherate, gelati e i dolci in generale)
che inducono laumemento della glicemia. Ci a sua volta, induce un aumento della
produzione di insulina, ormone deputato a metabolizzare gli zuccheri. Quindi, opportuno
ridurre gli zuccheri raffinati, per contrastare la ritenzione idrica, leccesso di glucosio nel
sangue e per evitare che tali zuccheri impediscano lassorbimento di altri nutrienti
fondamentali. Inoltre, se ingeriamo troppo zucchero il corpo va in allarme ed attiva il
sistema immunitario. Eliminare o ridurre drasticamente: cioccolato, biscotti, dolcetti vari,
torte, gelati, bevande gassate, t zuccherati, caff, marmellate e miele. Cercare altre fonti
per gratificarsi, es. cocco, frutta, semi e noci, ecc.
Evitate anche laspartame, che ha effetti devastanti sullipofisi e quindi sullFSH. Come
fonte di carboidrati, bisogna preferire vegetali e frutta, che contengono carboidrati a basso
indice glicemico.

Olio
Usare solo olii vegetali spremuti a freddo, es. extra vergine di oliva, semi di girasole, semi
di lino. Il corpo necessita di olii essenziali per rinforzare le cellule e per creare
prostaglandine anti infiammatorie ed ormoni. E molto importante lutilizzo di olii non
raffinati e non trattati chimicamente. Mangiare giornalmente 10 mandorle per un apporto di
calcio, zinco ed olii essenziali.



28

Sale
Ridurne il consumo; troppo sale causa ritenzione idrica e aumenta i sintomi della sindrome
premestruale. Utilizzare il sale iodato, che fa bene alla tiroide ed evitare i cibi confezionati
salati es. patatine, noccioline, bacon, ecc.

Soia
Evitare i prodotti a base di soia per il loro contenuto di fitoestrogeni.

Acqua
Bere almeno un litro e mezzo di acqua ogni giorno. Da provare anche i succhi di frutta non
zuccherati diluiti, vari tipi di tisane (la camomilla aiuta il sonno, menta, finocchio, malva,
ortica).

















29

6. MATERIALI E METODI

Il cytotest Principio del metodo
Il metodo utilizzato per diagnosticare le intolleranze alimentari, si basa sullalterazione dei
leucociti a contatto con gli allergeni liofilizzati essiccati presenti su ogni vetrino. Ai pazienti
risultati positivi ad una o pi sostanze si suggerisce di eliminarle completamente
dallalimentazione per un periodo che dipende dal grado di reazione riscontrato.
Leliminazione ha come obiettivo quello della disintossicazione dellorganismo ed in
particolare permette di ottenere la perdita di memoria da parte dei globuli bianchi che quel
particolare alimento tossico per lindividuo.
Le intolleranze alimentari non sono perenni. Normalmente, dopo un periodo di astinenza
gli alimenti risultati positivi possono essere reintrodotti nella dieta evitando assunzioni
quotidiane che potrebbero facilitare un nuovo accumulo di tossine nellorganismo.

Il cytotest - Materiale occorrente
Provetta con 0,5 mL di citrato di sodio al 3,8%
Siringhe da 5 mL
Centrifuga da 1000 a 2000 rpm con braccio oscillante o rotante
Micro pipette da 200 microlitri, 50 microlitri e 2 microlitri
Acqua distillata
Cuvette tipo eppendorf
Copri oggetto 18 x 18
Microscopio ottico con obiettivo 50 x
Guanti in lattice

Il cytotest - Preparazione del campione
Il Cytotest non un test pasto-dipendente.
E controindicata lassunzione di cortisonici nei 10 giorni precedenti il test. Gli antistaminici
e le altre categorie di farmaci non alterano i risultati.
Si effettua un prelievo endovenoso di quantit compresa tra i 2 ed i 5 ml.
Il sangue prelevato viene miscelato in una provetta con 0,5 ml di citrato di sodio al 3,8%.
Se la quantit prelevata inferiore ai 2 ml si consiglia di ridurre la quantit di citrato di
sodio a 0,25 ml.
La miscela cos ottenuta pu essere centrifugata per 10 minuti a bassa velocit (1000-
2000 giri/min) o lasciata sierare, possibilmente in frigo, comunque ad una temperatura
compresa tra i 4 e gli 8C(non deve congelare).
30

Il campione di sangue deve essere analizzato entro 72 ore.

Il cytotest - Lettura al microscopio
Loperatore che esegue il test deve applicare alcuni accorgimenti importanti.
Ordinare i vetrini (partendo dal n0 controllo neg ativo) su un apposito vassoio portavetrini
posizionando ogni vetrino in modo che letichetta si trovi a sinistra con il numero
identificativo in alto. La lettura va fatta da sinistra verso destra. Per ogni sostanza la lettura
deve prevedere losservazione di pi campi (4 o 5; 7-8 nel caso di microscopi con
telecamera). Si pu parlare di reazione positiva solo qualora losservazione evidenzi un
danneggiamento cellulare con una frequenza superiore al 60-70% sia allinterno dello
stesso campo sia nella somma tra i campi analizzati. Qualora si riscontri un
danneggiamento cellulare con una frequenza molto elevata su tutti i campi analizzati e
relativamente a tutte le sostanze che compongono il kit, si pu ipotizzare che:

il prelievo sia stato eseguito precedentemente alle 72 ore;
il montaggio del campione non sia stato eseguito in maniera corretta

In questo caso il risultato del test non attendibile. Qualora si riscontri una reazione
positiva loperatore deve poterla classificare in base al tipo di alterazione morfologica del
leucocita.

Il cytotest Gradi di reazione
La classificazione dei risultati prevede quattro possibili gradi di reazione:

1Grado di reazione: leucociti normali
impilamento dei globuli rossi normale
globuli rossi normocromici
i globuli rossi non assumono nessuna deformazione morfologica
la membrana dei leucociti ben conservata
2Grado di reazione: leucociti rigonfi
impilamento dei globuli rossi normale
globuli rossi normocromici
leucociti vacuolizzati con leggera alterazione della membrana
3Grado di reazione: leucociti vacuolizzati
non impilamento dei globuli rossi
globuli rossi tendenti allipocromia
31

leucociti vacuolizzati con una parziale rottura della membrana seguita da una
perdita
dei granuli citoplasmatici

4Grado di reazione: leucociti in disgregazione
limpilamento dei globuli rossi sempre meno evidente
i globuli rossi sono ipocromici
i leucociti sono in disgregazione con una rottura totale della membrana

Valutazione dellimpedenza corporea mediante BIA-ACC
Il test di bioimpedenza corporea un metodo non invasivo, che stima lidratazione
tissutale. Il metodo prevede di iniettare nel corpo una corrente sinusoidale con frequenza
pari a 50 KHz di ampiezza e misurare la differenza di potenziale risultante; in questo modo
possibile ricavare il modulo dellimpedenza elettrica del corpo. Questo parametro tiene
conto dellaltezza, del peso, dellet e del sesso del paziente e misura differenti parametri
(TBW-acqua totale, ECW-acqua extracellulare, ICW-acqua intracellulare, FM-massa
grassa, FFM-massa magra, BMR-metabolismo basale, PA-angolo di fase).















32

7. RISULTATI
La corretta funzionalit dellintestino fondamentale per il benessere dellintero
organismo. Esso deputato non solo allassorbimento dei nutrienti, ma anche alla
produzione di anticorpi. Per cui, unalterazione del suo funzionamento a causa di stress,
utilizzo di medicinali, alimentazione, intolleranze alimentari ecc, pu influenzare la salute
umana. Ad esempio, stata spesso riscontrata la correlazione tra alterazioni dellequilibrio
intestinale e alcune comorbilit ginecologiche.
Una delle patologie ginecologiche che affligge le donne lendometriosi, per la quale la
Dott.ssa Dian Mills ha riscontrato una correlazione con il tipo di alimentazione seguita. La
Dott.ssa Grazzottin ha invece evidenziato il ruolo del mastocita nel dolore di alcune
patologie ginecologiche: sindrome della vescica dolorosa, vestibolite vulvare/vulvodinia,
sindrome del colon irritabile, endometriosi. Il dolore dovuto alla iperattivazione del
mastocita [19, 32].
Sulla base di queste evidenze stato valutato se cerano alimenti a cui le donne malate
erano maggiormente intolleranti e soprattutto quale effetto avesse leliminazione degli
stessi dalla dieta, in relazione allequilibrio intestinale e soprattutto al dolore, tipico della
patologia.
Innanzitutto, stata fatta unaccurata anamnesi delle pazienti, valutando la sintomatologia
presente prima di incominciare il programma dietetico (Tabella 3).
Nella figura 15 si pu osservare che i sintomi pi frequenti sono chiaramente il
nervosismo, i disturbi intestinali e il dolore addominale, presente nel 100% delle pazienti. Il
90% presenta aerofagia e meteorismo, mentre il 75% affetta da coliche addominali. Le
infezioni genitali sono presenti nel 50% delle pazienti, mentre il 40% manifesta cefalee,
prurito ed alitosi.









Tabella 3: Elenco dei sintomi presenti prima dellinizio del trattamento dietetico.
SINTOMI PRESENTI PRIMA DEL
TRATTAMENTO DIETETICO
DOLORE ADDOMINALE
DISTURBI INTESTINALI
COLICHE
AFTE ORALI
ALITOSI
CEFALEA
METEORISMO
AEROFAGIA
INFEZIONI GENITALI
PRURITO
NERVOSISMO
INSONNIA

33












Fig. 15 Rappresentazione percentuale dei sintomi presenti nelle pazienti allinizio del
trattamento.

Nella figura 16 sono rappresentati gli alimenti, con le rispettive percentuali, a cui le pazienti
sono risultati intolleranti: il 55% mostra intolleranza al grano, mentre il 35% al latte e alle
solanacee. Il 25% risulta, invece, intollerante alle uova ed al lievito e solo il 10% al caff.


Fig. 16 Tipologia e percentuale di alimenti a cui le pazienti sono risultati intolleranti


34

Le pazienti sono state anche sottoposte allesame bioimpedenziometrico, concentrando
lattenzione principalmente su quattro parametri: acqua totale (TBW), acqua extracellulare
(ECW), acqua intracellulare (ICW) ed angolo di fase PA. Per ognuno di questi parametri
stata calcolata la media tra tutti i risultati ottenuti. Si osserva che tutte le pazienti hanno
una bassa percentuale di acqua totale, mentre lacqua extracellulare pi elevata rispetto
ai valori normali e lacqua intracellulare inferiore. (Fig. 16). I valori normali dei vari tipi di
acqua sono riportati nella Tabella 4.
La media dei valori per langolo di fase PA 3,5; tale valore denota che le pazienti hanno
una minima circadianit ormonale, con uno stato di stress dellorganismo abbastanza
evidente. I valori normali del PA devono essere superiori a 5.



Fig. 16 Percentuale di acqua totale, acqua extracellulare, acqua intracellulare ed angolo di
fase PA prima del trattamento dietetico.



TIPO DI ACQUA VALORI NORMALI
TBW 55-65 % del peso totale
ICW 60% della TBW
ECW 40% della TBW

Tabella 4: Valori normali dei vari tipi di acqua (analisi effettuata mediante
bioimpedenziometro BIA-ACC

35

Le donne sottoposte a tale studio hanno seguito per un mese una dieta metabolica a
rotazione, dalla quale sono stati eliminati tutti gli alimenti (e le famiglie biologiche) a cui
sono risultate intolleranti. Nellarco del tempo stata rivalutata la loro sintomatologia
(Figura 17). Dallanalisi si evince che le pazienti hanno trovato beneficio nel seguire un
regime dietetico privo delle intolleranze, perch i loro sintomi sono migliorati. Hanno avuto
riduzione del dolore addominale sia prima sia dopo sia durante il ciclo. Si sono ridotte le
coliche, il prurito, le infezioni genitali e linsonnia. In quasi tutte le pazienti, tranne in una
sono migliorati i seguenti sintomi: disturbi intestinali, afte orali, alitosi, cefalea, meteorismo
e aerofagia. La paziente che non ha tratto beneficio da questo punto di vista ha subito
un intervento di resezione intestinale nel dicembre 2010; per cui probabilmente il fatto che
non abbia risolto questi disturbi pu essere dovuto a quello. Tuttavia, ha ridotto il proprio
peso di 6 Kg; pertanto il regime dietetico stato utile al fine del dimagrimento.
Dallesame bioimpedenziometrico si verificato un miglioramento sia dal punto di vista
idrico che della circadianit ormonale (figura 18). Anche in questo caso sono stati calcolati
i valori medi per i vari parametri. Per lacqua totale si verificato un incremento, dovuto al
fatto che le pazienti si sono idratate di pi ed diminuita anche la massa grassa a favore
di quella magra.. Lacqua extracellulare si ridotta, mentre quella intracellulare
aumentata anche se solo del 1%.
Anche langolo di fase PA leggermente aumentato, passando da 3,5 a 3,7.












36



Figura 17: Percentuale di pazienti che hanno avuto miglioramento dei sintomi dopo un
mese di trattamento.



Fig. 18: Percentuale di acqua totale, acqua extracellulare, acqua intracellulare ed angolo di
fase PA dopo il trattamento dietetico (Valore medio).

37

8. CONCLUSIONI

Il ruolo dellalimentazione fondamentale nelle pazienti affette da endometriosi, patologia
infiammatoria, estrogeno-dipendente. Esse devono seguire un regime dietetico che non
stimoli il sistema immunitario e limiti la produzione di estrogeno. Lo stato di infiammazione
correlato anche alla presenza di intolleranze alimentari, che alterano lequilibrio
intestinale, generando uno stato di intossicazione. Le pazienti analizzate in questo studio
hanno tratto beneficio da un regime dietetico privo degli alimenti a cui sono risultate
intolleranti; quelli pi frequenti sono grano, latte e solanacee. Inoltre, il programma
dietetico prevede un elevato consumo di pesce, frutta, verdura ed acqua. Una corretta
idratazione, infatti, fondamentale per il benessere dellintero organismo e per
leliminazione delle tossine. Il pesce ricco di acidi grassi omega 3, importanti per la
produzione di molecole antiinfiammatorie. Frutta e verdura sono ricche di vitamine e di
antiossidanti, che combattono lo stress ossidativo, rinforzando le difese immunitarie e
riequilibrando lintestino.
Dallanalisi bioimpedenziometrica le pazienti sono risultate disidratate e con una maggiore
percentuale di acqua extracellulare, sottolineando uno stato di infiammazione. Anche
langolo di fase PA risultato basso; ci denota che le pazienti hanno una bassa
circadianit ormonale. Ovvero, la produzione cortisolo/insulina/glucagone non
perfettamente rispettata (la produzione di cortisolo ed insulina deve essere alta la mattina
e bassa la sera, per permettere la produzione del glucagone, ormone deputato allo
scioglimenti del grasso). Probabilmente la scarsa circadianit ormonale dovuta al fatto
che le membrane cellulari non sono perfettamente integre a causa dello stato di stress
dellorganismo e della cattiva alimentazione seguita dalle pazienti.
Il regime alimentare ha portato ad un miglioramento della sintomatologia analizzata.
Innanzitutto si avuta la riduzione del dolore, probabilmente grazie al fatto che sono stati
eliminati gli antigeni alimentari, i quali esercitano unazione stimolante sul mastocita.
Infatti, in molte patologie ginecologiche quali sindrome della vescica dolorosa, vestibolite
vulvare/vulvodinia, sindrome del colon irritabile, endometriosi, si ha la iperattivazione del
mastocita, con produzione di istamina e molecole infiammatorie, mediatori mastici tari.
Probabilmente seguire uno schema dietetico privo di intolleranze alimentari, permette la
non attivazione di questa sentinella del sistema immunitario, dato che esso pu anche
essere attivato non dalle IgE, come avviene normalmente, ma da antigeni diversi, quali
anche quelli alimentari probabilmente. Ci potrebbe spiegare la riduzione del dolore
sostenuta dalle pazienti gi dopo un mese di dieta in cui sono stati escluse le intolleranze..
Questo potrebbe essere un importante passo per la terapia che le pazienti devono
seguire; magari uno schema dietetico privo di intolleranze si pu andare ad affiancare alle
terapie farmacologiche, magari anche riducendole.
Anche le infezioni genitali non sono state contratte in questo periodo e ci importante,
data la correlazione tra comorbilit ginecologiche ed alterazione del benessere intestinale.
Il microbiota intestinale stato riequilibrato sia grazie anche allausilio di fermenti lattici, sia
38

grazie ad unalimentazione corretta e disintossicante. Si verificata la riduzione di sintomi
quali gonfiore, flatulenza, stipsi, coliche, alitosi, afte orali.
Dopo il trattamento dietetico si avuto anche un miglioramento dellequilibrio idrico delle
pazienti segno del fatto che hanno seguito un regine alimentare adeguato; si avuta una
riduzione del grasso corporeo e lincremento della massa magra. La diminuzione
dellacqua extracellulare e il rispettivo incremento dellacqua intracellulare, denota una
riduzione dello stato di infiammazione dellorganismo. Probabilmente questo pu anche
essere dovuto al fatto che non c stata la iperattivazione del mastocita e quindi la non
produzione di molecole infiammatorie, grazie probabilmente alleliminazione degli alimenti
a cui le pazienti erano intolleranti.
Lincremento dellangolo di fase PA denota una riacquistata circadianit ormonale, con
riduzione dello stato di stress dellorganismo. Ci probabilmente dovuto alla riduzione del
dolore.
Questi sono, seppur preliminari, sottolineano limportanza dellalimentazione e
dellesclusione degli alimenti non tollerati dallorganismo, al fine di avere un maggiore stato
di benessere, con la riduzione soprattutto del dolore, ma anche di fastidi come
meteorismo, aerofagia, infezioni genitali, grazie al ripristino del microbiota intestinale.















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