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Spedizione in A.P. Legge 662/96 art.

2 comma 20/c - filiale di Ancona


ANNO XXI
AGOSTO 1999 3
CEREALICOLTURA
RISULTATI E PROSPETTIVE
O. C. M. CEREALI
COSA CAMBIA
SPERIMENTAZIONE,
I RISULTATI
FRUMENTO DURO:
ANDAMENTO CONFERMATO
FRUMENTO TENERO:
CRESCITA INSODDISFACENTE
ORZO, PI PRODUTTIVE
LE POLISTICHE
AVENA, SEGALE
TRITICALE E FARRO
LAVORAZIONI
CONSERVATIVE
E NELLE
AREE PROTETTE
PERISCOPIO
MARCHE
IL FARRO
NEL PIATTO
AGRICOLTURA
FLASH
Le opinioni espresse negli scritti pubblicati in questa Rivista impegnano
solo la responsabilit degli autori
E D I T O R I A L E
Viene rispettato anche questanno lappuntamento con latteso numero
di Regione Marche Agricoltura sui cereali.
Il settore sta attraversando un periodo non felice a causa della forte ri-
duzione del prezzo di vendita, stabilizzatosi ormai intorno al prezzo
mondiale. Da questo quadro emerge unesigenza prioritaria , cio quella
di valorizzare al meglio la produzione marchigiana per incrementare il
reddito, intervenendo sulle varie fasi della filiera, dalla coltivazione, allo
stoccaggio, fino alla trasformazione. Naturalmente le problematiche del
settore sono diverse in ambienti a coltivazione intensiva rispetto a zone
dove la produzione ed i suoi costi non potranno mai competere con
quelli di mercato. E proprio di questo si tenuto conto nel redigere lo
speciale.
La sperimentazione e la divulgazione dei risultati sulle tecniche colturali
sono ormai una tradizione per la rivista e per le strutture tecniche che
con lei collaborano, come lASSAM ed il Cermis, principali protagonisti
di questo numero.
Oltre a questo, per, si voluta sottolineare la straordinaria importanza
della valorizzazione del prodotto in fase di commercializzazione. Non ba-
sta avere un buon prodotto in termini di qualit merceologica e sanita-
ria, lindustria ormai richiede partite omogenee come variet, qualit e
caratteristiche merceologiche, ed disposta a riconoscere loro un prez-
zo maggiore: sottovalutare questa richiesta vuol dire perdere in termini
di mercato e di remunerazione del prodotto. Organizzare ed incentivare
lo stoccaggio differenziato pu invece permetterci di caratterizzare al
meglio la produzione marchigiana, valorizzando le varie aree produttive,
a volte molto diversificate fra loro per caratteristiche ambientali e pedo-
logiche; riunire i semi in partite omogenee subito dopo la raccolta per-
mette di collocare pi facilmente il prodotto ad un prezzo pi interes-
sante; permette di pianificare le scelte varietali in base alle richieste del-
lindustria e avere sempre il prodotto giusto. Cosciente di tutto questo la
Regione ha finanziato un progetto, realizzato dallASSAM in collabora-
zione con Associazioni Cerealicole nazionali e regionali, per la costitu-
zione di una rete regionale fra stoccatori di grano duro in grado di valu-
tare in tempo reale le partite di grano dividendole in gruppi omogenei.
Liniziativa, di pi facile applicazione in ambienti a coltivazione intensi-
va, non pu far dimenticare le zone marginali, dove sempre fonda-
mentale dare sostegno alla filiera cereali, seppure per motivi e con inter-
venti molto diversi. E opportuno incentivare la qualificazione del pro-
dotto attraverso metodi di coltivazione a basso impatto ambientale, con
un occhio particolare per la conservazione della biodiversit, del patri-
monio genetico, vera fonte di rinnovamento e conservazione della vita.
Nel campo della cerealicoltura nata fra gli scienziati e gli sperimenta-
tori lidea di realizzare un nuovo sistema produttivo, che potrebbe ca-
ratterizzare le aree protette e che prevede lutilizzazione di tecniche a
basso impatto nella coltivazione di antiche variet locali di cereali, cos
da conservarne la variabilit genetica.
Ci darebbe la possibilit di conservare le risorse genetiche non in
banche del gene ma in situ, cio negli stessi ambienti dove la natu-
ra ha selezionato le variet. La caratterizzazione del prodotto, il legame
che si verrebbe a creare con il territorio di provenienza, potrebbe dargli
un plus valore tale da renderne conveniente la coltivazione e da garanti-
re la permanenza delle popolazioni sul territorio.
Marco Moruzzi
Assessore agricoltura, sviluppo rurale,
agriturismo, forestazione e produzione alimentare
S O M M A R I O
1
3
6
9
13
16
17
21
25
28
30
31
ulla scorta dei
risultati della
campagna ce-
r e a l i c o l a
1998/99 otte-
nuti elaboran-
do le informazioni raccolte
dalla rete di rilevazione del Si-
stema Informativo Statistico
regionale e nazionale e dalle
informazioni derivanti da inda-
gine campionaria condotta dai
tecnici dei Servizi Decentrati
Agricoltura, possibile trarre
le prime conclusioni sullanda-
mento delle produzioni dei
principali cereali e sulle relati-
ve superfici investite.
Il confronto con i dati delle su-
p e rfici a cereali, relative agli
anni precedenti, conferma la
dinamica evolutiva, sia pure di
modesta portata, nel breve pe-
riodo, nel senso di un costante
aumento del grano duro sia a
livello nazionale che regionale,
a scapito del tenero che fa re-
gistrare costanti contrazioni
delle superfici seminate. Da
sottolineare, tuttavia, che nel
1999 il grano tenero si atte-
stato sulle superfici dellanno
precedente, facendo addirittu-
ra registrare modesti migliora-
menti. Per quanto riguarda
l o rzo e lavena vi , parimenti,
la tendenza ad un costante,
anche se lieve, aumento delle
s u p e rfici coltivate in linea con
i diversi utilizzi che si affaccia-
no sul mercato. Infine, si evi-
denzia una maggiore attenzio-
ne verso la coltura del farro,
anche se statisticamente an-
cora non significativa.
Le produzioni unitarie dei ce-
reali hanno fatto registrare
una modesta contrazione che
va dal 5 al 10 per cento a se-
conda delle zone di produzio-
ne per effetto di un andamen-
LA SI TUAZI O NE
1
CEREALICOLTURA
RISULTATI E PROSPETTIVE
S
RIPARTIZIONE DELLE SUPERFICI CEREALICOLE
REGIONE MARCHE 1999
Ha
Var. assolute
anno prec.
Var. % anno
prec.
Per Ha Totale
Var. assolute
anno prec.
Var. % anno
prec.
1994
117.758 - - 41,88 4.932.230 - -
1995 122.350 4.592 3,90 35,66 4.363.145 569.085 - -11,5
1996 123.976 1.626 1,33 39,38 4.881.880 518.735 11,9
1997 123.476 500 - -0,40 39,99 4.937.477 55.597 1,1
1998 136.198 12.722 10,30 44,78 6.099.101 1.161.624 23,5
*1999 137.861 1.663 1,22 41,96 5.784.647 314.454 - -5,2
COLTURA: FRUMENTO DURO
ANNO
SUPERFICIE (HA) PRODUZIONE (QUINTALI)
Ha
Var. assolute
anno prec.
Var. % anno
prec.
Per Ha Totale
Var. assolute
anno prec.
Var. % anno
prec.
1994
75.148 - - 46,44 3.490.155 - -
1995 65.483 9.665 - -12,86 43,88 2.873.306 616.849 - -17,7
1996 42.474 23.009 - -35,14 44,42 1.886.578 986.728 - -34,3
1997 31.333 11.141 - -26,23 41,83 1.310.767 575.811 - -30,5
1998 35.162 3.829 12,22 45,57 1.602.278 291.511 22,2
*1999 38.195 3.033 8,63 45,86 1.751.622 149.344 9,3
COLTURA: FRUMENTO TENERO
ANNO
SUPERFICIE (HA) PRODUZIONE (QUINTALI)
* 1999 dati provvisori
* 1999 dati provvisori
to stagionale non favorevole
registratosi in tutto il territo-
rio regionale sia nella fase di
semina (abbondanti piogge e
freddo) che, soprattutto, nella
fase di maturazione e di rac-
colta del prodotto (siccit di
giugno con successive piog-
ge in fase di raccolta).
Le coltivazioni maggiormente
penalizzate da questo anda-
mento stagionale sono state il
grano tenero e duro, mentre
gli altri cereali, soprattutto
quelli pi precoci, sono sfug-
giti a tali eventi sfavorevoli.
Per quanto riguarda le produ-
zioni unitarie di sorgo e mais,
i dati in possesso lasciano
prevedere stabilit delle stesse
rispetto agli anni precedenti.
Di buon livello pu conside-
rarsi lo standar qualitativo sia
dei grani che degli altri cerea-
li. Fanno eccezione le partite
di cereali raccolte dopo le
piogge di luglio che, tra laltro,
hanno fatto registrare pesi
specifici inferiori alla media.
Un aspetto significativo atti-
nente alla qualit dei cereali
legato allagricoltura biologica
ed alle tecniche di coltivazione
adottate in applicazione del
regolamento CEE 2078/92 re-
lativo alle misure agro-am-
b i e n t a l i .
Tali misure vengono applicate
su superfici sempre maggiori
nelle Marche interessano
globalmente circa 10 mila et-
tari con risvolti positivi sul-
la qualit e sanit delle produ-
zioni cerealicole regionali,
nonch sulla salvaguardia
dellambiente.
Per quanto attiene alle previ-
sioni di mercato della cereali-
coltura regionale dei prossimi
anni, opportuno ricordare
che uno dei principali obiettivi
di Agenda 2000, consiste
nella riduzione delle misure di
protezione della cerealicoltura
medesima, al fine di ottempe-
rare agli accordi firmati in
sede Gatt (oggi Wto) ed ai
successivi accordi, in sede
comunitaria, di Berlino.
Gli scenari possibili derivanti
da tali accordi sono di incer-
tezza per il settore. Purtuttavia
gli operatori agricoli regionali,
in una siffatta situazione, deb-
bono orientarsi su ci che
pu rendere competitivo il si-
stema produttivo favorendo la
capacit di adeguare lofferta
alle esigenze della domanda,
soprattutto in termini di qua-
lit, e di servizi aggiunti resi
possibili da una pi efficiente
organizzazione di filiera.
Le Marche in questo quadro
non si trovano in posizioni
svantaggiate, in considerazio-
ne del fatto che le produzioni
locali sono di buona e talvolta
ottima qualit ed i risultati po-
tranno essere positivi anche
in futuro, non perdendo per
lopportunit di accrescere
valore aggiunto alle produzio-
ni cerealicole pi tipiche della
regione.
Infine, per concludere, si do-
vranno creare le condizioni
per concentrare lofferta di
prodotto di qualit omogenee.
Ottavio Gabrielli
Romano Armellini
2
1.442.687
1.624.736
1.665.522 1.664.600
1.629.534
1.679.231
1.000.000
1.100.000
1.200.000
1.300.000
1.400.000
1.500.000
1.600.000
1.700.000
1.800.000
1.900.000
2.000.000
anni
SUPERFICIE (HA) Ha
Linear (SUPERFICIE (HA) Ha)
SUPERFICIE (HA) Ha 1.442.687 1.624.736 1.665.522 1.664.600 1.629.534 1.679.231
1994 1995 1996 1997 1998 *1999
884.870
858.942
792.818
703.200
698.418 699.638
500.000
550.000
600.000
650.000
700.000
750.000
800.000
850.000
900.000
950.000
1.000.000
anni
Ha
Linear (Ha)
Ha 884.870 858.942 792.818 703.200 698.418 699.638
1994 1995 1996 1997 1998 *1999
GRANO DURO: ettari coltivati in ITALIA periodo 1994-1999
GRANO TENERO: ettari coltivati in ITALIA periodo 1994-1999
Ripartizione regionale coltivazione FRUMENTODURO anno 1999 Ripartizione regionale coltivazione FRUMENTO TENERO anno 1999
34.000
51.974
31.872
20.015
5.000
4.229
16.089
12.877
PESARO
ANCONA
MACERATA
ASCOLI PICENO
PESARO
ANCONA
MACERATA
ASCOLI PICENO
NO RM ATI VA
3
I cereali rappresentano
la coltura pi impor-
tante della Comunit,
occupando 38 milioni
di ettari, il 25% circ a
delle superfici agricole
comunitarie. Sono stati il pri-
mo prodotto a divenire ogget-
to di una Organizzazione Co-
mune di Mercato, creata nel
gennaio 1962, e il cui funzio-
namento costato al bilancio
comunitario, nel 1997, 14.000
milioni di ECU, cio il 34% del
bilancio del FEAOG-Garanzia.
L' EVOLUZIONE
1. L' O. C. M. del 1962
L'O.C.M. creata nel 1962 si
basava su un sistema di so-
stegno dei prezzi dei cereali
che mirava a raggiungere 2
obiettivi principali: la salva-
guardia del reddito degli agri-
coltori e la stabilizzazione dei
m e rcati (e quindi minimizzare
la fluttuazione dei prezzi). Per
ogni campagna veniva fissato
un pr ezzo indi cati vo che rap-
presentava il prezzo alla pro-
duzione che spettava all'agri-
coltore e il limite massimo cui
sarebbe dovuto arrivare il
prezzo di mercato. Il prezzo
indicativo serviva come base
per il calcolo del prezzo di in -
t e rv e n t o, il livello minimo cui
poteva arrivare il prezzo di
m e rcato dei cereali. Se il
prezzo si abbassava fino a
questo livello minimo (di soli-
to nel periodo del raccolto
quando l'offerta superava la
domanda), gli organismi na-
zionali di intervento, in Italia
l'AIMA, acquistavano i cereali
a spese dello Stato cos l'of-
ferta diminuiva e i prezzi risa-
livano sopra il livello di inter-
vento; quando i prezzi rischia-
vano di salire sopra il prezzo
indicativo (di solito alla fine
della campagna di commer-
cializzazione), le vendite delle
scorte di intervento li avreb-
bero riportati al livello del
prezzo indicativo. Per far fun-
zionare questo regime occor-
reva proteggere i prezzi inter-
ni dalla concorrenza dei ce-
reali e dei loro surrogati inter-
nazionali molto pi conve-
nienti: sui prodotti importati
si applicavano dei prelievi che
rendevano i prezzi in entrata
poco pi alti dei prezzi indica-
tivi, per rendere vendibili al-
l'estero i costosi cereali co-
munitari si erogavano agli
esportatori delle restituzioni
pari alla differenza tra il prez-
zo sul mercato interno e il
prezzo (pi basso) ottenuto
sul mercato estero.
Questo meccanismo presto
cominci a mostrare una se-
rie di pecche:
il prezzo indicativo e quindi
anche il prezzo di interv e n-
to venivano fissati ad un li-
vello talmente alto che il
prezzo di mercato era quasi
sempre inferiore, per cui
l'acquisto dei prodotti da
parte degli organismi di in-
t e rvento divenne quasi la
prassi con costi notevoli
per il bilancio comunitario
e, indirettamente, per i con-
tribuenti;
i produttori comunitari, sot-
to l'ombrello di sbocchi di
mercato artificiali (gli acqui-
sti di intervento e le espor-
tazioni sovvenzionate), fu-
rono incentivati ad aumen-
tare la produzione che dal
1981 in poi risult superio-
re al consumo interno, le
importazioni crollarono e
continuarono a crescere le
esportazioni sovvenzionate;
una serie di congiunture in-
ternazionali (crisi petrolifere
negli anni '70, disavanzi di
bilancio degli USA negli
anni '80) ampliarono ulte-
riormente il divario tra prez-
zi dei cereali comunitari e
mondiali per cui le restitu-
zioni alle esportazioni di-
vennero sempre pi onero-
se per il bilancio CE;
l'aumento delle rese ag-
grav il problema delle ec-
cedenze, che culmin nel
1992 con la presenza nei
magazzini di intervento di
32,2 milioni di tonnellate di
cereali, circa il 20% delle
produzione annuale;
gli interessi dei consumato-
ri non erano tutelati doven-
do essi sopportare la diffe-
renza tra gli alti prezzi co-
munitari e i prezzi mondiali.
Sul fronte internazionale, infi-
ne, i partner commerciali del-
la Comunit premevano per-
ch essa aprisse i propri mer-
cati ai loro prodotti agricoli e
riducesse il sostegno alle
esportazioni.
La nuova Organi zzazione Comune di
Mercato i nnova ri spetto al passato.
E mantenuta lintegrazione per il grano
duro e aumenta la resa media naziona-
le per il calcolo della compensazione
O. C. M. CEREALI
COSA CAMBIA
I
I gravi problemi di bilancio e
le pressioni internazionali sfo-
ciarono nel 1992 in una rifor-
ma della PAC, la riforma Mac
S h a r ry, dal nome dell'allora
commissario all'agricoltura.
L'organizzazione comune di
m e rcato dei cereali ne usc
fortemente trasformata.
2. la riforma del 1992
La riforma dell'O.C.M. fu at-
tuata attraverso i due regola-
menti CEE n.1765/92 e
1766/92, il primo introduceva
un nuovo regime di sostegno,
l'aiuto a ettaro, a favore dei
coltivatori di seminativi in ge-
nerale (cereali, semi oleosi e
piante proteiche cui pi tardi
si sono aggiunti i semi di li-
no), il secondo riguardava
specificatamente l'O.C.M. dei
cereali. Obiettivo principale
che si perseguiva era quello
di aumentare la competitivit
dei cereali prodotti nell'UE at-
traverso una drastica riduzio-
ne dei prezzi di intervento (da
155 a 100 ECU/t). Ci doveva
portare tre conseguenze: sco-
raggiare la produzione dato
che si pagava un prezzo infe-
riore, rendere pi competitivi
sul mercato interno i cereali
UE e favorire le esportazioni
con minori o senza sovven-
zioni. Per salvaguardare il
reddito dagli agricoltori si
istitu l'ai uto di retto per etta-
r o, una sovvenzione non ba-
sata sull'effettiva quantit
prodotta ma sulla superf i c i e
destinata a cereali dichiarata
dall'agricoltore e su dati di
resa storici della regione di
appartenenza. Per disincenti-
vare aumenti di produzione
inoltre si fiss una superf i c i e
di base superata la quale la
sovvenzione veniva propor-
zionalmente ridotta. Si favori-
va infine l'abbandono di aree
produttive (set aside), reso
obbligatorio per i grandi pro-
duttori che volevano benefi-
ciare dell'aiuto a ettaro. Il tas-
so di ritiro delle terre viene
fissato ogni anno in funzione
della situazione del merc a t o .
La riforma aveva uniformato i
prezzi istituzionali di tutti i ce-
reali, compreso il grano duro
che aveva precedentemente
beneficiato di prezzi pi alti,
rispetto al frumento tenero,
che rispecchiavano la diffe-
renza di prezzi sul merc a t o
mondiale e salvaguardavano
le aziende produttrici, spesso
di piccole dimensioni e con
rese modeste. Per compensa-
re i produttori di grano duro
della perdita di reddito venne
quindi istituito un aiuto spe-
ciale supplementare a ettaro
da erogare solo nelle zone
tradizionali di produzione (tra
cui figurano anche le Mar-
che). L'aiuto veniva erogato
sulla base di "diritti individua-
li" ossia ettari di superf i c i e
massima ammissibile per sin-
golo beneficiario. Questo
meccanismo stato sostitui-
to, con regolamento CE
n.2309/97 del 17/11/97, in un
sistema di superfici massime
garantite in vigore dalla cam-
pagna 1999/2000.
Sul fronte degli scambi inter-
nazionali l'accordo di Mar-
rakech dell'aprile 1994 ha fis-
sato delle regole valide per il
periodo 1995-2000: sostitu-
zione dei prelievi all'importa-
zione, basati sulla quantit,
con i dazi doganali, basati sul
valore, e loro riduzione pro-
gressiva del 36%, riduzione
delle esportazioni sovvenzio-
nate in termini sia di spesa
che di quantit. Per quanto
concerne il sostegno interno
ai prodotti agricoli questo do-
veva essere ridotto del 20%
in 6 anni, eccezion fatta per
quei pagamenti, quali l'aiuto a
ettaro per i cereali, non basati
sulle quantit prodotte.
Le nuove norme sono state
introdotte gradualmente nel
periodo transitorio (1993-96)
e hanno funzionato a regime
fino al 1999. La riforma del-
l'O.C.M. ha contribuito a rie-
quilibrare il mercato dei ce-
reali anche se non ha prodot-
to tutti i risultati sperati: la
quantit prodot ta non dimi-
nuita (tranne il 1 anno) ri-
spetto ai volumi pre-riforma e
4
Nel quadro di Agenda 2000 si stabilita una modifica delle
principali organizzazioni comuni di mercato (seminativi,
carni bovine, latte e vino) nell'ottica di una stabilizzazione
delle spese agricole. Il nuovo regolamento CE n.1251/99
del Consiglio del 17 maggio 1999 modifica il regime di so-
stegno a favore dei coltivatori dei seminativi, quindi oltre ai
cereali anche oleaginose e proteaginose.
Per quanto concerne specificatamente i cereali il regola-
mento comporta:
per l'Italia un aumento delle resa media nazionale sulla
base della quale viene pagata la compensazione, che
passa da 3,78 a 3,9 t/ha;
un aumento dell'aiuto a ettaro da 54 a 58,67 euro/t nel
2000/2001 e a 63 euro/t (circa 122mila lire) a regime
dalla campagna 2001/2002;
una riduzione del prezzo di intervento del 15% in due
tappe, dagli attuali 119,19 euro/t a 110,25 euro/t nel
2000 e a 101,31 euro/t, a regime, nel 2001. In base alla
situazione del mercato verr stabilita l'eventuale riduzio-
ne definitiva del prezzo di intervento da applicare a parti-
re dalla campagna 2002/2003 compensato da un aumen-
to dell'aiuto a ettaro tale da mantenere invariata la pro-
porzione tra riduzione di prezzo e aumento dell'aiuto cos
come fissata per le campagne 2000/2001 e 2001/2002;
il mantenimento della maggiorazione mensile del prezzo
di intervento dei cereali da novembre a giugno, partendo
da 1 euro/t per arrivare a 7 a maggio e giugno;
la fissazione del tasso di ritiro delle terre obbligatorio al
10% fino alla campagna 2005/2006, restano esenti dal-
l'obbligo gli agricoltori con meno di 92 tonnellate di pro-
duzione;
L E NOVI T I NTRODOTTE
in ogni caso le sue variazioni,
diverse da Stato membro a
Stato membro, sono dipese
pi da fattori climatici e dal-
l'andamento delle rese che
dalla riduzione dei prezzi e
dalla messa a riposo obbliga-
toria. L'efficacia di quest'ulti-
ma misura stata ridotta an-
che dal fatto che, a causa de-
gli elevati prezzi internazionali
e del rischio di carenza di of-
ferta nell'UE, il tasso di mes-
sa a riposo stato progressi-
vamente ridotto negli anni di
applicazione della riforma fi-
no a raggiungere il 5% nelle
campagne1997/98 e
1998/99. Si calcola che il set
aside ha ridotto la produzione
di 86 milioni di tonnellate nel
periodo 1993-97: il dato,
confrontato con la produzio-
ne della sola annata 1997/98,
pari a 200 milioni di tonnella-
te, mostra l'impatto minimo
di questa misura dovuto an-
che all'aumento delle rese
nelle terre rimaste produttive.
Il consumo i nter no di cereali
andato aumentando dalla
campagna 1993-94 soprat-
tutto perch cresciuto l'im-
piego dei cereali comunitari
per l'alimentazione animale, a
scapito dei surrogati prove-
nienti da paesi terzi (glutine
di granturco, manioca e pata-
te dolci) divenuti relativamen-
te meno competitivi. I p r e z z i
di merc a t o, che ci si aspetta-
va diminuissero grazie alla ri-
duzione dei prezzi istituziona-
li, hanno conosciuto anda-
menti variabili da uno Stato
all'altro (il prezzo del grano
tenero, ad esempio, stato
molto pi alto in Italia e Spa-
gna che nel resto dell'UE nel
periodo 1992-98) e diversi a
seconda del tipo di cereale, il
grano duro resta il cereale pi
caro, seguito dal granturc o .
Le scorte di cereali nei ma-
gazzini pubblici si sono ridot-
te nel 1996/97 a 2,4 milioni di
tonnellate per arrivare per a
14,5 milioni di tonnellate nel
giugno 1998: queste oscilla-
zioni dipendono dall'anda-
mento dei prezzi di merc a t o ,
quando questi salgono si ac-
cresce l'ammasso privato,
quando invece gli operatori
c o m m e rciali temono una di-
minuzione dei prezzi svuota-
no i loro magazzini e i cereali
vengono acquistati dagli or-
ganismi pubblici di interv e n t o
e vanno ad incrementare le
scorte di intervento. Sul fron-
te del reddito agricolo, questo
ha senz'altro beneficiato della
riforma: poich per quasi tut-
to il periodo in considerazio-
ne i prezzi di mercato sono ri-
masti al di sopra dei prezzi
istituzionali, di fatto la perdita
di reddito per gli agricoltori,
dovuta alla riduzione del
prezzo di intervento, stata
pi che compensata dall'aiuto
a ettaro. Occorre tuttavia sot-
tolineare che il meccanismo
di calcolo della compensazio-
ne, basandosi sulla superf i c i e
e su rese medie storiche, fini-
sce per sfavorire le aziende di
minori dimensioni e gli im-
prenditori pi efficienti (quelli
con rese superiori alla me-
dia). I pagamenti compensa-
tivi si concentrano in poche
aziende di grandi dimensioni:
nel 1995 il 40% dei paga-
menti compensativi sono sta-
ti pagati al 2,9% dei benefi-
ciari (aziende con pi di 100
ha di superficie) mentre le
aziende con meno di 5 ettari,
quasi il 57% del totale nella
Comunit, hanno usufruito
solo del 4,5% dei contributi.
Questa sperequazione distri-
butiva si ripercuote anche a
livello regionale a scapito del-
le zone, tipicamente l'Italia,
dove prevalgono le aziende di
piccole dimensioni. Per quan-
to riguarda le esportazioni,
anche grazie alla congiuntura
economica che ha fatto cre-
scere il prezzo dei cereali sul
m e rcato mondiale, l'UE ha ri-
dotto notevolmente la quan-
tit di esportazioni s o v v e n z i o-
nate e la spesa per le restitu-
zioni, anche se nella campa-
gna 1997/98, a causa del
nuovo crollo dei prezzi a livel-
lo mondiale, le esportazioni
sovvenzionate sono tornate a
crescere.
Sabrina Speciale
5
il mantenimento del set-aside volontario;
la possibilit per gli Stati membri di applicare, nei piani di
regionalizzazione delle rese, una resa specifica per il
mais e rese diverse per terreni irrigati e non irrigati;
mantenimento del supplemento di pagamento per il gra-
no duro fissato a 344,5 euro/ha.
Per quanto concerne i semi oleosi (girasole, soia, colza) il
regolamento prevede un allineamento progressivo dell'aiu-
to a ettaro a quello dei cereali, dagli attuali 94,24 euro/t si
scender a 81,74 nel 2000/2001, a 72,37 nel 2001/2002 e
a 63 euro/t a regime dalla campagna successiva. Per le col-
ture proteiche (piselli, fave, lupini) l'aiuto aumentato di
6,5 euro/t essendo fissato a 72,5 euro/t dal 2000/2001.
La modifiche all'O.C.M. cereali continuano a muoversi nel-
l'ottica che aveva gi ispirato la riforma del '92 e cio la
progressiva riduzione del sostegno basato sul prezzo di in-
t e rvento e l'aumento dell'aiuto diretto "disaccoppiato" dal
volume prodotto, con l'obiettivo di ridurre il ricorso all'am-
masso pubblico e accrescere la competitivit dei prodotti
comunitari. Appare prematuro fare un bilancio dell'impatto
del nuovo regime sui redditi dei cerealicoltori: l'aumento
delle rese e dell'aiuto dovrebbe comunque compensare,
almeno parzialmente, la riduzione del prezzo di interv e n t o .
Pi penalizzati risultano invece i produttori di girasole e
soia che sopporteranno una forte riduzione del sostegno
loro accordato; ci potrebbe determinare uno spostamento
di questi produttori verso la cerealicoltura con conseguen-
ze non ancora prevedibili.
DA AGENDA 2 0 0 0
ella stagione ap-
pena conclusa
nelle Marche so-
no stati coltivati
137.435 ettari
(dati Regione
M a rche, Servizio Sistema
Informativo Statistico), il 10%
c i rca al di sopra della Superf i-
cie Massima Garantita (SMG)
stabilita in 125.172 ettari, e
ancor pi (+12%) rispetto alla
s u p e rficie investita nella scor-
sa campagna, pari a 123.049
e t t a r i .
Sulla strada della continua
qualificazione della durograni-
coltura regionale interv e n u t a
lAgenzia per i Servizi nel Set-
tore Agroalimentare (ASSAM)
che ha messo in piedi un pro-
getto, in collaborazione con
lIstituto Sperimentale per la
Cerealicoltura di Roma ed ela-
borato con UIAPROF e UNA-
CE, due delle pi importanti
associazioni di prodotto re-
gionale, il cui obiettivo in-
centivare lo stoccaggio diffe-
renziato per partite omogenee
di frumento duro classificate
sulla base delle principali ca-
ratteristiche qualitative. E sta-
ta costituita una rete fra stoc-
catori di cereali singoli e asso-
ciati dotati di strumentazione
Infratec per la determinazione
del contenuto proteico, del
glutine, dellumidit e del peso
ettolitrico e del colore in alcu-
ni casi. Sono stati attivati 20
siti presso altrettanti stoccato-
ri, dei quali 4 aderenti al pro-
getto SRAI (Realizzazione dei
S e rvizi Reali inerenti lattua-
zione dellAccordo Interpro-
fessionale sul Grano Duro,
cos distribuiti nelle 4 provin-
ce: Ancona 8 siti, Pesaro 3,
Macerata 6 e Ascoli 3.
E importante rilevare che an-
che al di fuori di questo cir-
cuito aumentata la sensibi-
lit su questo fronte e altre
organizzazioni del settore
hanno avviato iniziative simili.
Se sul fronte del frumento du-
ro, cereale maggioritario in re-
gione (figura 1), qualche pas-
so si sta muovendo, pi com-
plessa sembra lorganizzazio-
ne della filiera produttiva degli
altri cereali, frumento tenero
in primo luogo, che ha risenti-
to anche nelle Marche del calo
di superfici avvenuto a livello
nazionale negli ultimi anni, ma
soprattutto del forte divario
economico con il duro in rela-
zione al sostegno comunita-
rio. E lecito pensare che la
sopravvivenza non solo coltu-
rale, ma anche economica di
frumento tenero, orzo e ce-
reali minori (farro, avena, orz o
nudo, segale) sia ancora di
pi legata ad una strutturazio-
ne solida del sistema produtti-
vo. Il mercato sensibile, ma
non sufficientemente pronto a
sostenere economicamente
produzioni di nicchia il cui fu-
turo vincolato ad una ade-
guata valorizzazione e tipiciz-
zazione al pari di altre produ-
zioni locali. Non dimentichia-
mo che i cereali rappresenta-
no la struttura portante del si-
stema agricolo regionale, sia
per la vocazione ambientale
sia per lelevata professiona-
lit dei diversi operatori.
In questo contesto non pu
mancare un valido e puntuale
supporto tecnico-scientifico e
divulgativo in grado di fornire
le informazioni necessarie a
tutte le componenti della filie-
ra. E per questo che lAS-
SAM, con il supporto del
CERMIS di Tolentino, nellam-
bito della pluriennale collabo-
razione con lIstituto Speri-
mentale per la Cerealicoltura,
ha realizzato anche nellanna-
ta appena trascorsa una rete
di prove sperimentali sulle di-
verse specie di cereali, alcune
delle quali estese anche a si-
stemi agricoli biologici.
I campi sono stati allestiti in
cinque localit, per gran parte
coincidenti con quelle dello
N
6
SPERI M ENTAZI O NE
SPERIMENTAZIONE,
I RISULTATI
Anche questanno
una rete di prove
i n ci nque l oca -
l i t . Aumentano
l e super f i ci a
grano duro men-
tre il tenero regi-
stra un si gnifi ca-
tivo calo in sinto-
ni a con l a nda -
mento nazionale.
scorso anno, le cui caratteri-
stiche sono riportate nella ta-
bella 1.
ANDAMENTO
METEOROLOGICO
E CICLO VEGETATIVO
Landamento climatico stato
simile nei tre ambienti di pro-
va e caratterizzato da
piovosit complessiva su-
periore alla media storica
(di circa 100 mm), partico-
larmente concentrata in no-
vembre, dicembre, aprile,
maggio e giugno;
temperature minime (me-
die) costantemente sotto la
norma per tutto il ciclo;
brusco innalzamento termi-
co (con punte di oltre 32C)
e stress idrico tra lultima
settimana di maggio e la
prima di giugno;
elevate precipitazioni nella
seconda decade di giugno
(oltre 50 mm in una sola
settimana).
Le piogge di novembre sono
i n t e rvenute dopo il 20, pertan-
to fino a questo momento
stato possibile seminare con
sufficiente regolarit in quasi
tutta la regione; per alcuni ap-
pezzamenti, invece, le opera-
zioni si sono protratte alla se-
conda met di dicembre, in
particolare nella medio-alta
collina interna, frequentemen-
te su terreni bagnati, soffici,
che in taluni casi hanno com-
portato un eccessivo ap-
profondimento della semente.
Prima di questa data, in alcune
situazioni gli agricoltori, pur di
procedere con le semine, sono
entrati su terreni gelati, pratica
inusuale nei nostri ambienti.
Le colture seminate nel primo
periodo hanno avuto emer-
genze pronte e uniformi; vice-
versa quelle di dicembre sono
risultate pi scalari e disformi.
Le temperature minime sono
state costantemente sotto la
media storica per tutto il ciclo
dei cereali, senza sbalzi termi-
ci (ad eccezione di un forte
vento gelido accompagnato
da acqua e ghiaccio alla fine
di febbraio), pertanto non si
sono verificati significativi
danni da freddo.
Le eccessive precipitazioni di
aprile, con buona probabilit,
hanno causato il dilavamento
dellazoto nel terreno, daltra
parte la continua bagnatura
della superficie fogliare ha
ostacolato la diffusione del-
loidio.
Il fatto pi rilevante di questa
stagione resta, tuttavia, il for-
te innalzamento termico unito
a stress idrico tra la fine di
maggio e la prima settimana
di giugno che ha provocato
un forte shock su tutti i ce-
reali, in particolare frumento
duro e tenero, che hanno
chiuso troppo rapidamente il
ciclo; tale situazione, daltro
canto, ha bloccato anche la
diffusione delle malattie fun-
gine. Poi, dalla seconda deca-
de del mese, iniziato a pio-
vere abbondantemente su
piante oramai vicine alla ma-
7
Le visite ai campi
speri mental i , se-
gui te dall a pubbli-
cazi one dei ri sul -
tati ottenuti e da
i ncontri tecni ci
con gl i operatori
del settore, rap-
present ano uno
dei momenti fon-
damental i dell at-
ti vi t di vul gati va
svolta dallASSAM
MAIS NOSTRANO
2%
AVENA
1%
SORGO
3%
MAIS IBRIDO
6%
FRUMENTO TENERO
16%
FRUMENTO DURO
58%
ORZO
14%
Fig. 1 - MARCHE: ripartizione percentuale delle superfici destinate a cereali - 1999
turazione di raccolta. Ci ha
causato in alcuni genotipi, so-
prattutto quelli pi precoci, la
divaricazione delle glumelle,
aspetto che da una parte ha
favorito la sgranatura e dal-
laltra la germinazione, in par-
ticolare nelle cv a granella
bianca. Ne derivato un gra-
ve deprezzamento delle carat-
teristiche merceologiche del
prodotto.
MALATTIE FUNGINE
E INSETTI
Nel complesso, a seguito del
decorso climatico sopra de-
scritto, le malattie e gli attac-
chi parassitari sono risultati
modesti o scarsi in tutte le lo-
calit di prova, pur rilevando
nel campo di Tolentino una
maggiore diffusione, favorita
dalle condizioni di fondovalle.
Lunica malattia degna di nota
la Sept or ia t rit ici, comparsa
precocemente e diffusa in ma-
niera pi intensa rispetto agli
altri anni, con attacchi molto
gravi in taluni genotipi, in par-
ticolare di frumento duro. Le
infezioni di oidio, ruggine gial-
la, ruggine bruna e fusariosi
della spiga sono debolmente
iniziate, ma non hanno avuto
ulteriore sviluppo.
Gli attacchi di lema sono ri-
sultati nella norma, scarsi
quelli di afidi. A Tolentino, du-
rante la fase di allegagione,
stata osservata la presenza di
contarinia in misura pi diffu-
sa che nelle stagioni passate,
in particolare su triticale.
RISULTATI
Fino alla met di maggio si
poteva prevedere un raccolto
interessante sia dal punto di
vista produttivo che qualitati-
vo, pur se differenziato in re-
lazione alle diverse condizioni
agronomiche. Gli investimenti
risultavano buoni, lincidenza
delle malattie contenuta, lal-
lettamento praticamente as-
sente. La situazione si inver-
tita a causa degli eventi me-
teorologici sopra evidenziati
che hanno comportato una
chiusura repentina del ciclo in
tutte le specie, una decurta-
zione del potenziale produtti-
vo, un modesto striminzimen-
to della granella, lavvio della
germinazione in molti genoti-
pi, sia di tenero sia di duro,
con conseguente decadimen-
to qualitativo del prodotto.
8
Maggi ore atten-
zione alla qualit
a t t ra ve rso un
proge t t o che si
propone di incen-
tivare lo stoccag-
gio differenziato.
LOCALIT Altitudine Caratteristiche Livello Precessione
(m s.l.m.) pedo-climatiche fertilit colturale Prove realizzate
S. MARIA NUOVA (AN) 250 Franco-argilloso Elevato Barbabietola FRUMENTO DURO
collina da FRUMENTO TENERO
zucchero
JESI (AN) 96 Franco Medio-alto Fagiolino ORZO AUTUNNALE
pianura da industria
TOLENTINO (MC) 180 Franco-argilloso Medio-alto Barbabietola FRUMENTO DURO
pianura fluviale da FRUMENTO TENERO
interna zucchero ORZO AUTUNNALE
ORZO PRIMAVERILE
ORZO DA MALTO
ORZO NUDO
AVENA AUTUNNALE
AVENA PRIMAVERILE
TRITICALE
SEGALE
FARRO
PETRITOLI (AP) 112 Franco-limoso Medio-alto Pisello FRUMENTO TENERO
pianura interna proteico
MONTEGIBERTO (AP) 250 Franco-argilloso Medio Barbabietola FRUMENTO DURO
collina da zucchero
Tab. 1 - Caratteristiche delle localit e tipo di prove realizzate
er questa spe-
cie, oltre alle
prove compa-
rative allestite
in tre localit,
stata realizzata
dal Cermis anche una prova
di concimazione azotata nel-
lambito del programma pro-
mosso dallASSAM su Agri-
coltura a basso impatto am-
bientale al fine di verificare la
risposta sia produttiva sia
qualitativa delle diverse va-
riet in prova a livelli differen-
ziati di azoto, tra cui quello
massimo ammesso dallappli-
cazione del Reg. 2078/92 nel-
le Marche, pari a 90 kg/ha. In
questa sede sono riportati i
dati preliminari relativi ad al-
cuni dei parametri agronomici
valutati (figura 2), mentre i ri-
sultati complessivi saranno
oggetto di una pubblicazione
a parte.
Le prove di confronto varieta-
le comprendevano 31 variet,
di cui Ceedur, Provenzal, Ar-
cobaleno, Claudio, Baio, Pog-
gio, Elios, Flaminio, Saadi,
Dupri e Nerone in prova per
la prima volta.
PRODUZIONE
La tabella 2 riassume i risul-
tati produttivi delle tre localit
di prova evidenziando una
produzione media (6.32 t/ha)
simile a quella dello scorso
anno (6.45 t/ha). Tuttavia, fa-
cendo riferimento ad un
gruppo di 15 variet diffuse
ed emergenti nella nostra re-
gione, comuni ai due anni di
prova nelle due localit rima-
ste invariate (S. Maria N. e
Tolentino), si rileva che la
Le mi gl iori va-
ri et ri mangono
Gianni, Duilio, Co-
l osseo, Solex e Si-
m e t o . E m e r g o n o
I ri de, Nefer, Gra-
zia e San Carlo.
Si affacci ano Ar-
cobal eno, Cl au-
dio, Baio, Ceedur
e Provenzal.
P
SPERI M ENTAZI O NE
FRUMENTO DURO:
ANDAMENTO CONFERMATO
9
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
Produzione granella q/ha Peso ettolitrico kg/hl Peso 1000semi g Spigatura ggda 1/4 Altezza pianta (cm) Allettamento %
N 90 kg/ha
N 125 kg/ha
N 160 kg/ha
Fig. 2 - Risposta media di 31 variet di frumento duro per alcuni dei parametri
valutati a Tolentino nel 1998/99 a tre livelli di azoto (differenze statisticamente significative)
perdita media rispetto allo
scorso anno stata circa il
7% in entrambe le prove e
decisamente inferiore rispetto
a quella subita dal frumento
tenero (-15%) nelle stesse lo-
calit.
Sedici delle 31 variet in pro-
va hanno superato la media di
campo e 7 di queste in tutti i
campi: Gianni, Duilio, Ceedur,
Provenzal, Ofanto, Grazia e
Simeto. La variet pi produt-
tiva risultata Gianni con in-
dice 112; le cv Duilio, Ceedur,
Provenzal, Ofanto, Grazia, Ar-
cobaleno, San Carlo e Simeto
hanno reso dal 5% in su ri-
spetto alla media. Allultimo
posto della graduatoria si tro-
vano le cv Nerone e Gargano
con indice inferiore a 90.
Le condizioni pedo-climatiche
di S. Maria Nuova si confer-
mano ancora una volta le mi-
gliori fra quelle di prova per la
coltivazione del frumento du-
ro, infatti ha fornito la resa
media pi elevata (6.85 t/ha),
superiore a quella del tenero
nella stessa localit (6.74
t/ha); negli altri due ambienti
le medie sono state simili,
6.10 t/ha a Montegiberto e
6.00 t/ha a Tolentino.
PESO ETTOLITRICO
E CARATTERISTICHE
MERCEOLOGICHE
DELLA GRANELLA
Nellinsieme la qualit mer-
ceologica del prodotto risul-
tata modesta e decisamente
inferiore rispetto quella della
scorsa campagna.
Il peso ettolitrico medio
stato simile nelle tre prove
e pari a 79.3 kg/hl; il valore
pi alto (82.0 kg/hl) relati-
vo alle cv Grazia e San Car-
lo, il pi basso dalla variet
Ofanto (76.0).
Il peso medio delle cariossi-
di risultato 46.1 g, il mi-
nore a Montegiberto (42.9
g), il pi elevato a S. Maria
Nuova (50.1 g), elemento
che ha concorso con buona
approssimazione allalta re-
sa di questo campo; la va-
riet Provenzal con il peso
pi basso (36.5 g), Flaminio
con quello pi alto (54.6 g).
La granella ha subito un
modesto striminzimento
(media 3.8%), leggermente
pi alto a Tolentino e Mon-
tegiberto (4.2 e 6.2%) che
spiega il minor peso ettoli-
trico. Le cv Poggio, Varano,
Mongibello, Dupri sono sta-
te quelle maggiormente in-
teressate (>=5%).
La bianconatura ha rag-
giunto il valore medio del
17%, elevata a S. Maria
Nuova (33%) dove giustifi-
ca anche il basso contenuto
proteico, modesta nelle al-
tre due localit (10 e 8 %);
le cv Ofanto, Parsifal e Cee-
dur con valori prossimi al
40%, la cv Mongibello con
quello pi basso (1%).
La volpatura o puntatura
stata molto contenuta e rile-
vata soltanto nella prova di
Tolentino con una media del
4%, mentre nella stessa lo-
calit pi rilevante stata la
germinazione della granella,
mediamente il 12%, Ixos la
variet pi germinata (20%),
Nefer la meno (2%).
CONTENUTO PROTEICO
Su un campione di granella
ottenuto dal miscuglio delle
tre repliche stato determi-
nato il contenuto perc e n t u a l e
in proteine con apparecchio
Infratec 1225 Grain Analyzer
della Tecator presso la Sezio-
ne di Tecniche Merc e o l o g i c h e
dellIstituto Sperimentale per
la Cerealicoltura di Roma.
Nella tabella 3 riportato, per
ciascuna delle 31 variet, il
valore medio delle tre localit.
La media regionale, 14.4%,
da ritenersi un valore pi che
buono; la localit anconetana
presenta - come gi rilevato
in precedenti sperimentazioni
- il valore medio pi basso
(13.2%), le altre due valori si-
mili e vicini al 15.0%.
Tutte le variet in prova supe-
rano il 13%, la cv Mongibello
presenta la media pi elevata
(16.0%), con valori oltre il
16% in due delle tre prove, al
pari delle cv Gargano e Italo;
superano il 15% le cv Va r a n o
(15.4) e Nerone (15.3); il va-
lore pi basso relativo alla
variet Elios (13.1%).
La figura 3 illustra, per un
gruppo di 14 variet in comu-
ne nel triennio di prove 97-
99, il contenuto proteico me-
dio disaggregato per i tre anni
e in ordine decrescente. L a n-
nata 98 si discosta decisa-
mente dalle altre due in senso
negativo; le cv Italo, Simeto,
Ixos, San Carlo, Solex, Ionio
e Creso hanno fornito i valori
medi triennali pi alti (>=
14%), tutte le altre, comun-
que, superano il 13%.
CONCLUSIONI
Analizzando gli indici produtti-
vi medi del quadriennio 1996-
1998 e del biennio 1998-1999
10
Foglie di frumento duro danneggiate da septoriosi
11
per le cultivar comuni (tabella
4) si rileva che il quadro varie-
tale di riferimento non cambia
sostanzialmente rispetto a
quello della campagna prece-
dente. Le migliori variet (in-
dice >100) in quattro anni di
prove lo sono anche negli ulti-
mi due: Gianni , Dui l io, Co-
losseo, Solex e S i m e t o. Inol-
tre, dai dati del biennio emer-
gono le cv Iri de (107), N e f e r
(106), Grazia (102) e S a n
C a r l o (102). Di queste soltan-
to le cv Colosseo, Iride e Ne-
fer hanno prodotto stabilmen-
te sopra la media negli anni.
Infine, i risultati di questa
campagna nella nostra regione
mettono in luce alcune novit
varietali, Arcobal eno, Clau-
dio, Baio, Ceedur e P r o v e n-
z a l, che meritano di essere se-
guite nelle prossime speri-
m e n t a z i o n i .
LOCALITA'
VARIETA' Media
S.Maria Nuova Tolentino Montegiberto 3 Localit
(AN) (MC) (AP)
Mongibello 15,2 16,1 16,6 16,0
Gargano 14,5 16,0 16,5 15,7
Italo 13,7 16,8 16,1 15,5
Varano 14,7 16,0 15,5 15,4
Nerone 14,5 15,8 15,6 15,3
Dupri 13,4 15,7 15,7 14,9
Simeto 13,7 15,3 15,8 14,9
Flaminio 13,0 16,3 15,2 14,8
Lloyd 14,4 14,8 15,1 14,8
Ionio 14,1 14,7 15,5 14,8
Creso 13,5 15,2 15,4 14,7
Ixos 13,3 15,5 15,3 14,7
Gianni 15,0 14,7 14,0 14,6
Duilio 13,4 15,7 14,5 14,5
Poggio 14,0 15,1 14,2 14,4
S. Carlo 12,8 15,1 15,1 14,3
Grazia 12,9 15,4 14,6 14,3
Ofanto 13,6 14,6 14,6 14,3
Colosseo 14,1 13,9 14,6 14,2
Saadi 12,2 15,5 14,9 14,2
Solex 12,1 15,0 15,5 14,2
Colorado 12,9 14,9 14,7 14,2
Baio 12,2 15,1 14,7 14,0
Provenzal 13,2 13,6 15,2 14,0
Parsifal 12,6 13,7 15,3 13,9
Claudio 12,4 14,5 14,4 13,8
Nefer 11,7 15,4 13,9 13,7
Iride 12,0 13,9 14,8 13,6
Arcobaleno 12,2 14,6 13,5 13,4
Ceedur 12,5 13,7 13,7 13,3
Elios 10,6 14,5 14,1 13,1
MEDIA 13,2 15,1 15,0 14,4
S. Maria Tolentino Montegiberto
Variet Nuova (MC) (AP) Media Indice
(AN) produttivo
varietale

Gianni 7,86 6,32 6,97 7,05 112
Duilio 7,52 6,21 6,79 6,84 108
Ceedur 7,77 6,04 6,64 6,82 108
Provenzal 7,11 6,18 7,02 6,77 107
Ofanto 7,81 6,20 6,16 6,72 106
Grazia 7,18 6,43 6,36 6,66 105
Arcobaleno 7,48 6,36 6,07 6,64 105
San Carlo 6,94 5,98 6,96 6,63 105
Simeto 7,12 6,11 6,63 6,62 105
Claudio 6,47 6,60 6,57 6,55 104
Colosseo 7,06 6,56 5,92 6,51 103
Colorado 7,15 5,97 6,33 6,48 103
Iride 6,96 6,62 5,85 6,48 103
Baio 6,57 5,95 6,89 6,47 102
Lloyd 7,04 5,80 6,29 6,38 101
Nefer 6,98 6,17 5,96 6,37 101
Poggio 6,88 5,72 6,40 6,33 100
Ionio 6,23 6,26 6,35 6,28 99
Ixos 6,76 5,85 6,20 6,27 99
Creso 7,05 6,15 5,17 6,12 97
Solex 6,58 6,10 5,66 6,11 97
Elios 6,82 5,92 5,42 6,05 96
Parsifal 6,64 5,86 5,55 6,02 95
Italo 6,46 5,90 5,55 5,97 95
Varano 6,32 5,63 5,94 5,96 94
Mongibello 6,96 5,67 5,13 5,92 94
Flaminio 6,69 5,24 5,73 5,89 93
Saadi 6,18 5,59 5,88 5,88 93
Dupri 6,19 5,29 5,83 5,77 91
Nerone 6,07 5,70 5,10 5,62 89
Gargano 5,54 5,49 5,74 5,59 88
media di campo 6,85 6,00 6,10 6,32 100
d.m.s. (5%) 0,91 0,55 0,84
C.V. 8,11 5,66 8,43
Fig. 3 - Contenuto proteico (%) in un gruppo di 14 variet comuni al triennio di
prove 1997-1999 nelle Marche
Tab. 2 - Produzione di granella (t/ha al 13% di umidit)
delle 31 variet nelle 3 localit di prova delle Marche
Tab. 3 - Contenuto proteico medio (% su s.s.) delle 31
variet in prova in 3 localit nel 1998/99 nelle Marche
12
Variet 1999 1998 1997 1996 Medi e 1996-1999 Medi e 1998-1999
(3) (3) (3) (5) t/ha indice t/ha indice
GIANNI 111 108 98 109 6,59 107 7,02 110
DUILIO 108 104 98 115 6,54 106 6,77 106
COLOSSEO 103 109 102 104 6,45 105 6,77 106
SOLEX 97 102 104 108 6,31 103 6,33 100
PARSIFAL 95 100 109 101 6,24 101 6,24 98
IONIO 100 94 102 105 6,18 100 6,18 97
SIMETO 105 101 92 103 6,19 100 6,57 103
IXOS 99 91 109 99 6,13 100 6,08 95
CRESO 97 98 103 97 6,09 99 6,23 98
OFANTO 106 94 94 99 6,07 98 6,40 100
ITALO 95 91 99 101 5,94 97 5,91 93
GRAZIA 105 98 97 6,50 102
IRIDE 103 110 100 6,79 107
LLOYD 101 98 105 6,35 100
SANCARLO 105 99 107 6,51 102
COLORADO 103 98 6,41 100
GARGANO 89 99 5,97 94
MONGIBELLO 93 89 5,84 91
NEFER 101 112 6,79 106
VARANO 95 101 6,22 98
Media di campo t/ha 6,32 6,45 5,89 6,01 6,17 100 6,39 100
Tab. 4 - Indici di resa calcolati sulla media di campo (= 100) delle cultivar in prova da
almeno due anni nelle Marche
(1) 100 =media campi. Tra parentesi, sotto l'anno, si riporta il numero delle localit di prova nei singoli anni.
Gli articoli da pagina 6 a
pagina 20 sono redatti da:
Giuseppe Rocchetti,
Giuliano Mazzieri,
Pierluigi Crescentini
ASSAM - Agenzia per i
Servizi nel Settore
Agroalimentare nelle Marche,
Ancona
Oriana Porfiri,
Antonella Petrini,
Donatella Fuselli
CERMIS - Centro Ricerche
e Sperimentazione per
il Miglioramento Vegetale
e superfici de-
stinate a fru-
mento tenero
nelle Marc h e
sono state di
c i rca 38.622
ettari, circa 2000 ettari in pi
dello scorso anno. Tale incre-
mento resta tuttavia irrisorio
nel panorama cerealicolo re-
gionale se confrontato con gli
oltre 137 mila ettari investiti a
frumento duro che conferma-
no il forte e crescente peso di
questultima coltura per ra-
gioni sia economiche sia di
mercato. Pertanto, il ruolo del
frumento tenero fortemente
legato ad una offerta ben or-
ganizzata di prodotto, diffe-
renziata in relazione alle ca-
ratteristiche qualitative.
Questanno sono state valuta-
te 30 variet di frumento te-
nero fra le quali 10 nuove ri-
spetto alla sperimentazione
dello scorso anno: Armonia,
Etecho, Freccia, Guadalupe,
Lampone, Marvao, Paderno,
Padus, Sirmione, Tibet.
PRODUZIONE
La media (6.05 t/ha) stata
inferiore del 15% rispetto alla
precedente campagna (7.14
t/ha).
Come atteso, per le buone ca-
ratteristiche pedo-climatiche,
il campo di S. Maria Nuova ha
dato la produzione media pi
elevata (6.74 t/ha), pur rile-
vando che si tratta della loca-
lit dove si raggiunta la
maggiore perdita di produzio-
ne rispetto al 1998 (-24%).
La cv Victo stata la pi pro-
duttiva (8.32 t/ha) mentre
Vallerosa la meno (5.55 t/ha)
(tabella 5). Segue la prova di
Tolentino con 6.25 t/ha di
media, potenziale produttivo
simile al 1998, dove la prima
variet stata Bilancia (7.72
t/ha) e lultima Pandas (4.92
t/ha). Nella localit ascolana
la resa stata 5.14 t/ha, an-
che qui la variet Victo stata
la pi produttiva, seguita da
Eureka, le uniche due variet
che hanno superato 6 t/ha.
Nella graduatoria delle produ-
zioni medie regionali emerge
ai primi posti la variet Victo,
lunica che ha superato 7 t/ha
raggiungendo indici superiori
a 120, seguita dalle cv Eu-
reka, Bilancia, Tibet, Colfiori-
to, Guadalupe e Enesco, subi-
to prima della cv Centauro
che questanno ha riacquista-
to posizione nella classifica.
Ancora al di sopra della me-
dia generale compaiono Sois-
sons, Sibilla, Sangiacomo,
M a rvao, Bolero, Mieti. Fra
queste sono presenti quattro
variet in prova per la prima
volta, Tibet, Etecho, Guadalu-
pe e Marvao.
PESO ETTOLITRICO
E CARATTERISTICHE
MERCEOLOGICHE
DELLA GRANELLA
La qualit merceologica della
granella risulta inferiore a
quella dello scorso anno so-
prattutto per la presenza di
cariossidi striminzite e germi-
nate. Il peso ettolitrico medio
79.3 kg/hl, decisamente in-
feriore a quello della scorsa
stagione (83.0 kg/hl), da rite-
nersi tuttavia eccellente. A S.
Maria Nuova e Petritoli la
media prossima a 80 kg/hl,
mentre si scosta To l e n t i n o
con 77.9 kg/hl, per lelevata
germinazione della granella
(media 11%). Le variet si
differenziano molto tra di lo-
ro: il valore assoluto pi bas-
so (74.1 kg/hl) relativo alla
cv Noce a Tolentino, mentre il
pi alto (84.4 kg/hl) alla cv
Serio a Petritoli; il miglior va-
lore medio attribuibile alla
variet Sangiacomo (83.2
kg/hl). Sono rimaste al di so-
pra di 80 kg/hl le cv Colfiori-
to, Enesco, Guadalupe, Lam-
pone, Paderno, Rio, Salgem-
ma, Serio e Soissons. Non
hanno raggiunto 78 kg/hl Si-
billa, Vaiolet, Vallerosa, Frec-
cia e Tibet, unitamente a Eu-
reka, Padus, Etecho, le prime
per effetto della germinazio-
ne, le seconde dello striminzi-
mento della granella. La cv
Mieti, pur essendo fortemen-
te germinata in tutte e tre le
prove mantiene un buon peso
volumetrico.
SPERI M ENTAZI O NE
13
FRUMENTO TENERO:
CRESCITA INSODDISFACENTE
L
Ottime prestazioni
per Eureka,
C o l f i o r i t o ,
Bilancia, Sibilla,
Enesco e Soisons
Variet S.Maria Nuova Tolentino Petritoli Media Indice
(AN) (MC) (AP) varietale produttivo
varietale
VICTO 8,32 6,85 6,25 7,14 118
EUREKA 7,49 6,56 6,23 6,76 112
BILANCIA 7,14 7,72 5,36 6,74 111
TIBET 7,02 7,03 5,94 6,67 110
COLFIORITO 7,80 6,55 5,64 6,66 110
ETECHO 7,01 6,74 5,61 6,45 107
GUADALUPE 7,29 6,37 5,29 6,32 104
ENESCO 7,40 6,52 5,01 6,31 104
CENTAURO 7,04 6,73 4,96 6,24 103
SOISSONS 6,83 6,36 5,32 6,17 102
SIBILLA 7,26 6,28 4,94 6,16 102
SANGIACOMO 7,20 6,01 5,23 6,15 102
MARVAO 6,50 6,95 4,98 6,15 102
BOLERO 7,20 5,86 5,35 6,14 101
MIETI 7,09 6,21 5,07 6,13 101
RIO 7,01 5,92 5,30 6,08 100
SIRMIONE 6,51 6,16 5,47 6,05 100
VAIOLET 6,04 6,67 5,40 6,04 100
PADUS 6,89 5,95 4,98 5,94 98
NOCE 6,55 6,04 5,11 5,90 98
PRIMOASI 6,42 6,42 4,71 5,85 97
FRECCIA 6,67 6,06 4,74 5,82 96
SERIO 6,40 6,20 4,76 5,79 96
ARMONIA 6,33 6,07 4,93 5,78 95
LAMPONE 5,59 6,23 4,98 5,60 93
SAGITTARIO 6,17 5,43 4,57 5,39 89
SALGEMMA 5,70 5,51 4,78 5,33 88
VALLEROSA 5,55 5,47 4,78 5,27 87
PANDAS 6,19 4,92 4,61 5,24 87
PADERNO 5,73 5,76 3,98 5,16 85
Media di campo 6,74 6,25 5,14 6,05 100
d.m.s. 5% 0,95 0,65 0,75
CV % 8,52 6,27 6,59
Variet S. Maria Nuova Petritoli Media
(AN) (AP) varietale
RIO 13,6 14,6 14,1
BOLERO 14,6 13,3 14,0
SANGIACOMO 13,9 13,9 13,9
SAGITTARIO 13,6 13,9 13,8
MIETI 13,5 13,4 13,5
PANDAS 13,3 13,6 13,5
VAIOLET 12,9 13,8 13,4
PADERNO 12,7 13,3 13,0
SALGEMMA 12,8 12,9 12,9
SIBILLA 13,2 12,4 12,8
ENESCO 12,9 12,5 12,7
SOISSONS 12,3 13,1 12,7
PADUS 12,3 12,9 12,6
VALLEROSA 11,9 13,3 12,6
LAMPONE 12,3 12,7 12,5
COLFIORITO 12,4 12,5 12,5
FRECCIA 11,9 12,9 12,4
SIRMIONE 12,3 12,4 12,4
EUREKA 12,2 12,4 12,3
CENTAURO 11,5 13,0 12,3
SERIO 11,9 12,6 12,3
BILANCIA 12,0 12,2 12,1
NOCE 11,5 12,7 12,1
ARMONIA 11,4 12,6 12,0
PRIMOASI 11,9 12,0 12,0
MARVAO 11,9 11,7 11,8
ETECHO 11,6 11,8 11,7
GUADALUPE 11,2 11,6 11,4
VICTO 11,8 10,7 11,3
TIBET 11,1 11,2 11,2
Media di campo 12,4 12,7 12,6
Parametri W P/L
HARDNESS
(determ. met.
NIR)
PROTEINE
GRANELLA (%
ss, met. NIR)
Variet 3 localit 3 localit 2 localit 2 localit
ARIETE 253 1,09 32 11,9
BILANCIA 179 0,80 33 11,1
BOLERO 184 0,32 37 12,0
CENTAURO 223 1,12 30 10,6
COLFIORITO 285 2,03 55 12,2
ENESCO 224 0,76 48 11,4
ERIDANO 218 1,37 67 11,5
EUREKA 71 0,29 50 11,2
GENIO 266 1,95 56 12,0
GOLIA 333 2,20 68 13,2
MIETI 196 0,52 66 13,1
MOL 311 1,68 70 13,9
NOBEL 150 0,36 39 12,3
NOCE 69 0,61 37 10,0
PANDAS 279 0,92 60 12,7
PASCAL 132 0,44 57 13,2
PRIMOASI 141 0,32 51 12,3
RIO 129 0,38 28 12,7
S.GIACOMO 207 0,83 41 13,1
SAGITTARIO 297 1,10 58 12,7
SALGEMMA 304 0,85 63 14,4
SERIO 179 0,37 62 12,7
SIBILLA 201 0,58 64 12,8
SOISSONS 196 0,50 60 12,3
STROIKA 197 0,54 39 11,5
TREMIE 104 0,39 60 11,4
VAIOLET 187 0,83 66 13,7
VALLEROSA 187 0,50 61 12,8
VICTO 146 0,34 33 11,4
VILLANOVA 180 1,11 28 9,6

media 201 0,84 50 12,2
S. MARIA NUOVA AN 238 0,74 51 12,6
GROTTAZZOLINA AP 170 1,05 50 11,7
TOLENTINO MC 194 0,73 - -
Variet 1999 1998 1997 Indice
varietale
Numero prove (3) (3) (3) medio
EUREKA 112 112 116 113
COLFIORITO 110 104 111 108
BILANCIA 111 107 105 108
SIBILLA 101 104 106 104
ENESCO 104 103 103 103
SOISSONS 102 100 105 102
SERIO 96 103 104 101
CENTAURO 103 98 99 100
MIETI 101 98 100 100
PANDAS 87 97 99 94
SAGITTARIO 89 96 86 90
TREMIE 116 119 118
VICTO 118 113 116
GENIO 107 107 107
PASCAL 105 105 105
BOLERO 102 100 101
VAIOLET 100 99 100
ARIETE 98 101 100
NOCE 98 100 99
PRIMOASI 97 100 98
SANGIACOMO 102 94 98
RIO 101 85 93
VALLEROSA 88 96 92
MOL 89 93 91
SALGEMMA 89 89 89
TIBET 111 111
ETECHO 107 107
GUADALUPE 104 104
MARVAO 102 102
SIRMIONE 101 101
PADUS 98 98
FRECCIA 96 96
ARMONIA 96 96
LAMPONE 93 93
PADERNO 85 85

Media di campo t/ha 6,05 7,14 7,23
Tab. 5 - Produzione di granella (t/ha al 13% di umidit)
delle 30 variet in prova nel 1997/98 nelle Marche
Tab. 6 - Contenuto proteico medio su s.s.% delle 30
variet in prova in 2 localit delle Marche nel 1999
Tab. 7 - Parametri alveografici W e P/L, hardness e
contenuto proteico medie delle 30 variet in prova nel
1997/98 nelle Marche
Tab. 8 - Indici produttivi calcolati sulla media di campo
(= 100) delle cultivar in prova nel triennio 1997-1999
14
Relativamente agli altri para-
metri valutati si osserva che:
i danni da freddo hanno
avuto scarsa incidenza;
la data di spigatura e la ta-
glia non differiscono me-
diamente da quelle dellan-
no precedente;
lallettamento risultato ir-
rilevante;
lattacco di septoriosi stato
importante nel campo di To-
lentino, in particolare a cari-
co delle cv Mieti e Pandas;
il numero di spighe per
unit di superficie rilevato
nella prova maceratese
stato mediamente alto e si
sottolinea lelevato investi-
mento della cv Victo (727
spighe per m
2
).
CARATTERISTICHE
QUALITATIVE
Sulla produzione di S. Maria
Nuova e Petritoli stato deter-
minato il contenuto proteico
[su miscuglio delle tre repli-
che, con analizzatore NIT (tra-
smissione nel vicino infraros-
so) Infratec della Foss] presso
il laboratorio dellASSAM: la
media risulta pari a 12.4% nel
primo campo e a 12.7% nel
secondo (tabella 6), con valori
di circa un punto inferiore ri-
spetto allo scorso anno. La fi-
gura 4 illustra landamento
delle proteine di un gruppo di
variet comune al biennio:
tutte evidenziano una riduzio-
ne rispetto al 1998.
La tabella 7 sintetizza i para-
metri alveografici W e P/L,
lhardness (indice di durezza
della granella) e il contenuto
proteico relativi al raccolto
1998 nelle tre localit di pro-
va. S. Maria Nuova fornisce i
valori migliori, con un W me-
dio di 238 a fronte di un P/L
sufficientemente equilibrato
(0.74) e di un maggiore con-
tenuto proteico. Pi scadente
la qualit di Grottazzolina
che presenta il valore medio
pi basso di W (170) e quello
pi alto di P/L, situazione in
parte giustificata dal minor te-
nore in proteine. Alcune delle
variet in prova mostrano ec-
cessiva tenacit degli impasti,
con valori medi di P/L vicini a
2 (Golia 2.20, Colfiorito 2.03,
Genio 1.95), aspetto frequen-
temente rilevato nella produ-
zione marc h i g i a n a .
CONCLUSIONI
I risultati produttivi della cam-
pagna 1998/99 confermano
quelli degli anni precedenti ed
analizzando gli indici medi del
triennio 1997-1999 (tabella 8)
emergono le ottime prestazio-
ni delle cv Eureka, Col fiori to,
Bil anci a, Si bil l a, Enesco e
S o i s s o n s, stabilmente supe-
riori alla media in tutte le loca-
lit di prova; nella media trien-
nale compare anche la cv S e-
r i o con indice 101. Fra i mate-
riali in valutazione da un bien-
nio spicca V i c t o (116) seguita
da Bolero (101); qui sono in-
cluse alcune variet non pi in
prova da questanno, Tr e m i e ,
Genio e P a s c a l , ugualmente
contraddistinte da elevati livel-
li produttivi.
Fra le novit che necessitano
di ulteriori valutazioni appaio-
no Ti bet, Etecho, Guadal u-
pe, Marvao eSirmione.
15
Fig. 4 - Contenuto proteico % (met. NIR) su granella nelle variet comuni nel biennio
1998-1999 (media due localit)
Nella regione sono oltre 38. 000 gli ettari che sono stati investiti a frumento tenero, circa 2. 000 in pi dellanno scorso
16
a gran parte
delle variet di
o rzo per uso
zootecnico in
semina autun-
nale, attual-
mente disponibili, di tipo
polistico; queste producono
mediamente di pi rispetto a
quelle distiche delle quali
nessuna, questanno, ha
superato la media di campo.
I risultati del triennio di prove
realizzate nelle Marche metto-
no in evidenza le cultivar
Sol en, Sonora, Abondant,
Samson e Balkan (tutte poli-
stiche) fra le pi produttive,
mentre la prima variet disti-
ca Baraka.
SPERI M ENTAZI O NE
ORZO, PI PRODUTTIVE
LE POLISTICHE
L
Tipo di spiga
TOLENTINO
MC
GROTTAZZOLI
NA MC media t/ha
media
indicizzata
ABONDANT polistico 7,95 8,19 8,07 115
FEDERAL polistico 7,85 8,17 8,01 114
SERENO polistico 7,91 7,79 7,85 112
SOLEN polistico 7,56 7,81 7,68 110
ALISEO polistico 7,58 7,47 7,52 107
NIKEL polistico 7,51 7,26 7,39 105
SONORA polistico 7,52 7,24 7,38 105
BALKAN polistico 7,55 7,16 7,36 105
SAMSON polistico 6,75 7,48 7,11 101
EXPRESS polistico 7,07 7,13 7,10 101
GOTIC polistico 7,35 6,73 7,04 100
FJORD distico 7,05 6,98 7,02 100
GAIANO polistico 6,75 7,22 6,98 100
BARAKA distico 7,04 6,92 6,98 100
PASSPORT polistico 6,77 7,18 6,97 100
MATTINA polistico 7,38 6,32 6,85 98
LETIZIA polistico 7,13 6,56 6,85 98
NURE distico 6,84 6,56 6,70 96
AMILLIS distico 6,95 6,44 6,69 96
BALDA polistico 7,12 6,09 6,61 94
TREBBIA polistico 6,25 6,66 6,45 92
CANORO polistico 6,72 5,85 6,28 90
ALFEO distico 6,44 6,05 6,24 89
VERTIGE distico 6,55 5,86 6,20 89
ARDA distico 6,12 5,34 5,73 82
Media di campo 7,11 6,90 7,01 100
CV% 6,3 9,3
Produzioni medie (t/ha) di granella di 25 variet in semina autunnale in due localit
delle Marche nel 1998/99
Medie produttive indicizzate delle variet di orzo autunnale in prova nelle Marche nel quadriennio 1996-1999
TOLENTINO
(MC)
J ESI
(AN)
Uno degli aspetti pi rile-
vanti da mettere i n evi -
denza nellambito di que-
sto gruppo di cereali
quell o l egato alla sal va-
guardi a delle ri sorse ge-
netiche di specie, e quin-
di di vari et l ocal i , che
ri schiano di scomparire
perch non pi coltivate.
La variabi li t geneti ca
determinante per l evol -
versi dellagricoltura e le
risorse genetiche natura-
li vanno accuratamente
c o n s e rvate poich costi-
tuiscono nel l oro com-
plesso una fonte preziosa
e non rinnovabile di geni
uti l i. Salvaguardare l e
speci e antiche e l e va-
riet locali nei campi de-
gl i agri col tori consente
anche di conservare l e
tradi zi oni cul tural i , l e
usanze l ocal i e l a popo-
lazione rurale in quel de-
terminato ambi ente, i n
parti col are nell e zone
agricol e marginali . Ci
presuppone per uno svi-
luppo del mercato e del
presti gi o dei prodotti
agri col i dotati di tipici t
e speci fi cit attraverso
un adeguato supporto.
attivit di mi-
g l i o r a m e n t o
genetico svolta
su questa spe-
cie negli ultimi
anni ha con-
sentito di ottenere variet di
tipo invernale, resistenti al
freddo e quindi adatte alla
semina autunnale. I risultati di
questa annata confermano la
superiorit produttiva (media-
mente +18%) di questa prati-
ca rispetto a quella tradiziona-
le di tipo primaverile.
Le migliori variet di questo
anno, facendo riferimento alla
produzione media nelle due
epoche e a confronto anche
con i dati degli anni prece-
denti, sono PREVI SI ON,
MARISA, FLAVIA, ARGENTI-
NA, TROPICALE e ORIGINE.
Lutilizzo di questa specie nel-
lalimentazione umana (fioc-
chi, farine, prodotti dietetici)
potrebbe essere un interes-
sante prospettiva di sviluppo
della coltura in aree interne
della nostra regione.
SPERI M ENTAZI O NE
17
AVENA, SEGALE
TRITICALE E FARRO
L
AVENA
I C E R E A L I
MINORI
Variet Tipo vegetativo Colore granella
SEMINA
AUTUNNALE
SEMINA
PRIMAVERILE
Differenza
produttiva della
semina
autunnale sulla
primaverile

DONATA primaverile bianco 5,38 4,15 +30
PREVISION invernale rosso 4,72 4,27 +11
MARISA invernale rosso 4,72 4,16 +14
FLAVIA invernale bianco 4,83 3,95 +22
FULVIA primaverile rosso 4,91 3,75 +31
AVA invernale bianco 4,73 3,84 +23
ARGENTINA invernale rosso 4,39 4,13 +6
TROPICALE primaverile nero 4,15 4,19 -1
PERONA primaverile bianco 3,68 4,27 -14
DE 161 primaverile rosso 4,03 3,54 +14
ORIGINE invernale bianco 4,39 2,84 +55
NIGRA primaverile nero 3,68 3,32 +11
PONCHO invernale bianco 3,85 3,11 +24
DE 160 primaverile nero 4,44 2,21 +100
CROARA primaverile rosso 3,23 2,97 +8
SAIA - nero 2,71 2,70 0
Media di campo 4,24 3,59 +18
CV % 10,3 10,3
a segale predi-
lige terreni
molto magri,
t e n d e n z i a l m e n-
te acidi, sciolti;
in definitiva si
adatta a condizioni colturali
molto marginali, come quelle
delle zone alto-collinari e mon-
tane delle Marche (Appennino,
Altopiano di Colfiorito).
Al pari dellavena anche questa
specie, fino ad oggi coltivata
prevalentemente per uso zoo-
tecnico, potrebbe avere qual-
che ulteriore prospettiva di
sviluppo in funzione delluso
alimentare, ad esempio nella
preparazione del pane che
un prodotto di largo consumo
nelle zone alpine, la cui richie-
sta in continuo aumento.
Il pane di segale prodotto in
moltissime forme, dimensioni
e varianti, con eventuale
aggiunta di semi nellimpasto
o superficialmente a scopo
decorativo.
18
L
Variet
PRODUZIONE
t/ha
PESO
ETTOLITRICO
kg/hl
PESO 1000
SEMI g
DATA
SPIGATURA
(maggio)
ALTEZZA
PIANTA cm
ALLETTAMENTO
(0-9)
AVANTI 7,46 73,1 31,5 5 150 6
PICASSO 7,38 69,5 27,4 4 143 9
FERNANDO 7,10 71,5 31,0 4 143 9
URSUS 6,77 71,8 26,2 4 145 9
ESPRIT 6,54 71,7 28,4 5 154 9
CANOVU 6,41 72,1 30,5 5 156 8
CLOU 6,22 72,6 29,3 5 149 8
RAPID 5,86 72,5 32,3 6 150 8
DANKO 5,59 73,0 33,5 2 160 8
NIKITA 5,48 71,0 29,2 5 159 9
PROTECTOR 4,48 70,1 31,4 1 194 9
Media di campo 6,30 71,7 30,1 4 155 8
CV % 5,2 1,9 8,2 2,4 3,9 11,7
B E L L E E D A N N AT E
Le infestanti, che sono comprensibilmente il cruccio degli agricoltori, rappresentano comunque un elemento di colore nel paesaggio agrario. Consoliamoci pensando a quanto
buono un piatto di misticanza di campo
SEGALE
Caratteri produttivi e agronomici rilevati su 11 variet in prova a Tolentino MC
nel 1998/99
n questa annata la specie ha avuto un potenziale pro-
duttivo decisamente inferiore agli altri anni, con buona
probabilit per i massicci attacchi di un piccolo insetto,
la contarinia, le cui larve danneggiano o distruggono
lovario o la cariosside appena formata. La produzione
media, per le variet in comune negli ultimi tre anni,
scesa del 30 per cento circa. In linea generale le variet pi precoci,
come Rigel, Mizar e Antares sono state le pi penalizzate.
I
Variet PRODUZIONE t/ha
PESO
ETTOLITRICO
kg/hl
PESO 1000
SEMI g
DATA DI
SPIGATURA
(gg DA 1/4)
ALTEZZA
PIANTA cm
ALLETTAME
NTO 2 (0-9)
EUREKA (frumento test)
6,04 70,5 45,0 10 89 1
TRIMARAN 5,73 66,8 43,4 12 120 0
MAGISTRAL 5,32 62,2 44,9 7 128 2
ZOLDER 5,17 65,2 38,5 8 112 0
GALTIO 4,95 65,9 41,0 13 121 3
ARCENCIEL 4,81 61,8 38,5 14 118 0
NOE' 4,54 65,4 47,8 7 119 0
CUME 4,43 66,1 49,7 3 132 0
IMPERIAL 4,35 64,4 29,5 14 109 1
TRICA 4,29 62,7 49,0 1 136 0
CATRIA 4,12 62,7 54,9 1 120 0
MIZAR 2,93 66,4 49,1 1 112 0
ANTARES 2,63 63,1 47,2 1 109 0
RIGEL 2,26 62,6 59,2 1 144 0
Media di campo 4,40 64,7 45,5 7 119 1
CV % 7,1 1,3 4,2 1,8 2,8 -
C a rat t e ri pro d u t t ivi e agronomici ri l evati su 13 va riet di triticale a confronto con una di frumento tenero a To l e n t i n o
nel 1998/99
TRITICALE
MAGISTRAL
NOE'
CATRIA
RIGEL
ANTARES
MIZAR
TRICA
1999
1998
1997
0,00
1,00
2,00
3,00
4,00
5,00
6,00
7,00
TRITICALE - Produzione media di 7 va riet di triticale allevat e
a Tolentino nel triennio 97-99
20
li studi condot-
ti negli ultimi 5
anni (nellam-
bito del pro-
getto 5B svolto
dal CERMI S
per conto della Regione
M a rche) sulle due specie di
farro pi diffuse in I talia
(Tr i t i cum di coc cum e T.
s p e l t a) hanno consentito di
acquisire informazioni precise
c i rca le caratteristiche morf o -
fisiologiche, agronomiche e
qualitative dei materiali gene-
tici (popolazioni locali e
variet) attualmente coltivati.
Alcune delle popolazioni valu-
tate manifestano la loro
migliore adattabilit nelle aree
di origine o in ambienti simili.
Il farro molisano conferma il
suo elevato potenziale produt-
tivo sia nei confronti delle
altre popolazioni in prova sia
delle variet di spelta.
Nella sperimentazione sono
stati introdotte anche linee di
entrambe le specie ottenute da
selezione entro popolazioni
locali o da programmi di
miglioramento genetico e sol-
tanto una (PLV 30832), in
prova per la prima volta, ha
mostrato un potenziale produt-
tivo interessante, tuttavia non
statisticamente diverso da quel-
lo della popolazione Molise.
G
Variet o popolazione Specie Materiale genetico
PRODUZIONE
VESTITA t/ha
PRODUZIONE
NUDA t/ha
RESA
NUDO/VESTI
TO %
PESO 1000
SEMI NUDI g
DATA
SPIGATURA
(maggio)
ALTEZZA
PIANTA cm
ALLETTAMENTO A
MATURAZIONE (0-9)
PLV30832 farro
linea da selezione
5,02 3,78 75 46,7 15 125 3
MOLISE farro
popolazione molisana
4,94 3,77 78 47,7 16 129 7
ALTGOLD ROTKORN spelta
variet
4,83 3,60 75 39,8 23 113 0
ROUQUIN spelta
variet
4,83 3,60 74 41,1 23 115 0
POTENZA 1 farro
popolazione
meridionale
4,67 3,64 78 45,8 18 111 5
PLV4378 farro
linea da selezione
4,60 3,59 78 54,1 17 127 3
GARFAGNANA farro
popolazione locale
4,60 3,52 77 45,5 17 128 4
TRIVENTINA spelta
linea da selezione
4,27 3,12 73 44,9 22 141 4
ITALIA CENTRALE farro
popolazione locale
Appennino centrale
3,40 2,63 77 31,5 21 111 9
DAVIDE farro
variet da incrocio
2,61 1,54 59 49,4 8 102 0
Media di campo 4,38 3,28 74 44,6 18 120 3
CV % 5,1 5,5 1,9 5,0 2,2 4,5 81,9
FA R RO : c a rat t e ri pro d u t t ivi e agronomici ri l evati sulle 10 va riet in prova a Tolentino nel 1998/99
FARRO
Farro Spelta
PREMESSA
Fra le colture agrarie, i cereali
autunno-vernini sono quelle
che maggiormente si adatta-
no ad una semplificazione
delle tecniche di lavorazione.
Frequentemente il lasso di
tempo utile per le operazioni
di preparazione del terreno e
la successiva semina ri-
stretto, spesso con precipita-
zioni che ostacolano e/o ral-
lentano gli interventi colturali.
Tutto ci rende vantaggioso
limpiego di tecniche di lavo-
razione che consentono la
massima tempestivit per
sfruttare al meglio le condi-
zioni ottimali, per un buona
riuscita della coltura sotto il
profilo sia tecnico sia econo-
mico, in relazione allambien-
te pedo-climatico e alla spe-
cie coltivata.
Nelle scelte tecniche, alla luce
delle direttive comunitarie che
prevedono una costante e
progressiva riduzione del
prezzo dei prodotti, va consi-
derata la necessit di conte-
nere il pi possibile i costi di
produzione senza penalizzare
la resa. Importate appare
quindi, la riduzione dei tempi
di lavoro, dei consumi ener-
getici e del numero di pas-
saggi delle macchine. Tu t t o
ci in funzione anche di una
gestione del terreno che mira
ad un mantenimento della
fertilit e alla riduzione dei ri-
schi di erosione soprattutto
nelle nostre colline.
Numerose ricerche indicano
come non conveniente la tra-
dizionale aratura profonda,
che pu essere sostituita da
lavorazioni pi superficiali e
semplificate quali la discissu-
ra, la lavorazione minima e la
non lavorazione, consentendo
rese produttive dello stesso
ordine di grandezza. Negli ul-
timi anni assistiamo ad un
progressivo, seppure lento
passaggio, nel nostro territo-
rio, alle tecniche innovative.
LA SPERIMENTAZIONE
LASSAM (Agenzia Servizi e
Sviluppo nel settore Agroali-
mentare nelle Marche) a sup-
porto dellapplicazione del
Regolamento CEE 2078/92,
ha promosso il programma
Agricoltura a basso impatto
ambientale con la collabora-
zione del CERMIS, giunto al
quinto anno di sperimentazio-
ne. Limpostazione delle pro-
ve e i protocolli sperimentali
sono stati aggiustati nel cor-
so degli anni in funzione delle
diverse tecniche di lavorazio-
ne adottate, degli ambienti di
prova e delle precessioni col-
turali, al fine di rispondere al
meglio agli obiettivi del pro-
gramma.
LE TECNICHE
Con la discissura, lavorazione
ormai considerata tradizionale,
TECNI CA CO LTURALE
21
LAVORAZIONI
CONSERVATIVE
Le tecnologie i n-
novative per i ce-
reali Autunno-Ve r-
nini consentono di
risparmiare, di ri-
durre limpatto am-
bientale, miglio-
rando le caratteri-
stiche dei suoli.
OBIETTIVI DELLE
LAVORAZIONI
A BASSO IMPATTO
Le t ecniche innovative di la -
vor azione del ter r eno con -
sentono di attuare i seguenti
obiett ivi per ridurre limpatto
ambiental e e migli orare le
caratteristiche dei suoli:
mantenere la sostanza or-
ganica nello strato super-
f i c i a l e ;
ottenere una struttura po-
rosa stabile;
controllare e limitare le-
rosione attraverso una
pi lunga copertura vege-
t a l e ;
evitare il compattamento
del suolo.
sono state confrontate due tec-
niche innovative: la lavorazione
minima e la semina diretta.
discissura ( control lo) , rea-
lizzata con un ripuntatore a
5 ancore alla profondit di
30-40 cm e successivo pas-
saggio di erpice rotante o
pi raramente con erpice a
dischi. La semina eseguita
con una normale seminatri-
ce a righe con distanza tra
le file di 17 o 15 cm;
lavorazione minima, realiz-
zata contemporaneamente
alla semina con una mac-
china combinata equipag-
giata con erpice rotante ab-
binato ad una seminatrice a
righe universali con distan-
za tra le file di 15 cm o dif-
ferita con un primo passag-
gio di erpice a dischi, suc-
cessivo affinamento con er-
pice a denti rigidi e semina
con seminatrice universale
con distanza tra le file di
15-17 cm;
semi na di retta su terreno
s o d o , eseguita con una se-
minatrice specifica avente
un fronte di lavoro di 3,10
m con una distanza tra le fi-
le di 19 cm.
LE PROVE
SU FRUMENTO DURO
REALIZZATE
DAL CERMIS
NEL QUINQUENNIO
Le prove sono state condotte
su terreni di varia natura (ar-
gilloso, ricco di scheletro e
franco-limoso), di diversa
giacitura (pianeggiante e col-
linare) e con differenti pre-
cessioni colturali (mais, bie-
tola e girasole), tutte situazio-
ni rappresentative della realt
produttiva locale (tabella 1).
Le scelte sono state effettuate
in funzione della necessit di
verificare le diverse tecniche
sia in condizioni ottimali
(quelle offerte dalla preces-
sione bietola, quando la rac-
colta eseguita su terreno
asciutto, non calpestato e pri-
vo di infestanti) sia in condi-
zioni estreme (come pu ac-
cadere con il mais raccolto
tardivamente, con evidenti
segni di calpestamento, ab-
bondante presenza di flora in-
festante ed elevata presenza
di residui colturali).
La gestione della coltura
stata seguita con le tecniche
ordinarie per gli ambienti di
riferimento, ad eccezione del
controllo delle infestanti. In
particolare, la semina su sodo
dopo girasole ha richiesto lu-
so di un prodotto disseccante
a base di g l y p h o s a t e in pre-
semina, mentre il trattamento
di post-emergenza stato ne-
cessario in tutte le tesi. Nel
caso della minima lavorazione
con macchina combinata,
confidando nellazione di-
struttiva dellerpice rotante,
non si provveduto al tratta-
mento in pre-semina, tuttavia
lazione meccanica non sta-
ta mai completamente effi-
ciente ed ha richiesto diserbi
specifici in post-emergenza,
tali da consigliare per il futuro
un trattamento disseccante
qualora vi sia una presenza
importante di malerbe.
La sperimentazione stata
realizzata in parcelloni vicini
di circa 1 ettaro di superf i c i e
allinterno dei quali sono state
individuate 9 aree di saggio
(di 1,0-1,5 m
2
) nelle quali so-
no stati effettuati i rilievi e i
relativi campionamenti per il
confronto con i dati di pieno
campo.
22
ANNO AMBIENTE PRECESSIONE TECNICHE
1994/95 Collina Mais granella Discissura - Semina su
sodo
1995/96 Collina Girasole Discissura - Semina su sodo
Pianura Bietola Discissura - Semina su sodo
1996/97 Collina Girasole Discissura - Lavorazione minima
- Semina su sodo
1997/98 Non sono state realizzate prove
1998/99 Collina Bietola Discissura - Lavorazione minima
- Semina su sodo
Pianura Girasole Discissura - Lavorazione minima
- Semina su sodo
Pianura Girasole Discissura - Lavorazione minima
- Semina su sodo con e senza
sfibratura degli stocchi
Nella pagina precedente semina tradizionale, qui sopra minima lavorazione
Tab. 1 - Sintesi delle prove su frumento duro nel quin-
quennio 1995/1999
L E L AV O R A Z I O N I
C O N T E M P O R A N E E
ALLA SEMINA
Sono esaltati tutti i fattori
che caratterizzano la logica
delle lavorazioni conserv a-
tive dei suoli e la riduzione
dei costi di lavorazione.
I maggiori pregi sono:
elevata tempestivit di in-
tervento;
alta produttivit del lavoro;
diminuzione dei costi
colturali.
SPERIMENTAZIONE
DELLA CAMPAGNA
1998/1999
METODOLOGIA
ADOTTATA
Sono state verificate tutte e
tre le tecniche in tre diverse
condizioni colturali, seguendo
la stessa metodologia prece-
dentemente illustrata.
Due prove sono state realiz-
zate presso lazienda della
Fondazione Giustiniani Bandi-
ni nel comune di To l e n t i n o
(MC), una in pianura con pre-
cessione girasole e laltra in
collina con precessione bieto-
la. In entrambi i casi i terreni
si presentavano in condizioni
ottimali, privi di carreggiate e
nel caso del girasole con resi-
dui colturali adeguatamente
trinciati e uniformente distri-
buiti. Nella prova di pianura
stata utilizzata la cultivar Co-
losseo, mentre in quella di
collina la cultivar Grazia. P e r
lesecuzione della lavorazione
minima sta utilizzata una
macchina combinata equi-
paggiata di erpice rotante ab-
binato ad una seminatrice a
righe.
Una terza prova stata con-
dotta presso lAzienda Herc o-
lani Fava Simonetti dott. Filip-
po nel comune di Montefano
(MC), in pianura con preces-
sione girasole seminato dopo
pisello, usando la cultivar San
Carlo. In questa prova, essen-
do la raccolta del girasole av-
venuta tardivamente (18 otto-
bre 98) le condizioni, anche se
buone, non erano al pari delle
altre due situazioni (qualche
segno di carreggiata e presen-
za di cumuli di stocchi).
Lesecuzione della lavorazione
minima avvenuta con erpice
a dischi, successivo passag-
gio di erpice a denti rigidi e
semina con la stessa semina-
trice universale nella tesi della
discissura.
Le semine sono state realiz-
zate in epoca precoce, dal 31
ottobre al 15 novembre, pri-
ma dellinizio di un periodo di
piogge che si protratto fino
a met dicembre.
RISULTATI
Lo sviluppo vegetativo stato
simile per tutte le tesi, ma con
una migliore e pronta emer-
genza per la semina su sodo.
Landamento climatico e le
condizioni agronomiche si so-
no mantenute buone fine a
met maggio, con investimen-
ti adeguati, scarsa incidenza
delle malattie e dellallettamen-
to. Il sopraggiungere di un for-
te innalzamento termico ac-
compagnato da deficit idrico
tra la fine di maggio e linizio
di giugno ha provocato una
decurtazione della produzione
e lo striminzimento della gra-
nella, la cui qualit merc e o l o-
gica ulteriormente decaduta
a causa di successive piogge.
Nella tabella 2 sono riportati i
risultati delle aree di saggio
sottoposti ad Analisi della Va-
23
Tab. 2 - Te c n i che di gestione del terre n o : L avo razioni conservat ive per il fru m e n t o
1998/99 - Dati relativi alle aree di saggio (1)
Tecnica Produz. Peso Peso Numero Altezza Numero
media Ettolitrico medio piante/ pianta spighe/
t/ha Kg/hl 1000 m2 cm m2
semi g
Media delle tre localit
Discissura 5,09 79,9 50,5 85 383
Minima Lavorazione 5,03 -0,06 80,1 50,6 85 387
Semina su sodo 4,85 -0,24 79,8 52,1 86 383
Media di campo 5,00 79,9 51,1 85 384
Dati delle singole localit
Collina dopo bietola (2)
Discissura 4,48 80,7 47,0 212 97 342
Minima Lavorazione 4,64 0,2 81,0 46,5 298 98 371
Semina su sodo 4,20 -0,3 80,5 47,4 232 98 358
Pianura dopo girasole (2)
Discissura 4,31 78,3 48,5 256 81 393
Minima Lavorazione 3,90 -0,4 78,5 48,3 246 79 380
Semina su sodo 3,99 -0,3 78,6 51,4 255 81 363
Pianura dopo girasole (3)
Discissura 6,48 80,5 56,0 77 412
Minima Lavorazione 6,56 0,1 80,7 57,0 77 410
Semina su sodo 6,37 -0,1 80,4 57,4 78 428
(1) Aree di saggio : 9 per ogni parcellone, composte da 6 porzioni di fila lunghe 1 m, scelte a caso
(2) localit: Tolentino
Semina su sodo dopo girasole
(3) localit: Montefano
rianza, nella quale si rileva che
le differenze produttive non
sono statisticamente significa-
tive. Tuttavia, trattandosi di
prove dimostrative si eviden-
ziano ugualmente le differen-
ze: lo scarto produttivo a van-
taggio della discissura (con-
trollo) nei confronti della la-
vorazione minima pari al 2%,
e per la semina su sodo pari al
5%. Anche per gli altri para-
metri valutati, ad eccezione del
peso dei 1000 semi, le diffe-
renze non sono significative.
CONSIDERAZIONI
CONCLUSIVE
I risultati di questa annata
confermano la validit dei si-
stemi innovativi di lavorazio-
ne proposti, sia per il rispar-
mio energetico in senso lato
(riduzione dei tempi di lavoro,
dei consumi energetici e del
numero di passaggi delle
macchine sulla superficie col-
tivata), sia per la garanzia del-
le rese produttive.
Infatti, i dati di pi anni di
prove sulla coltura di frumen-
to duro (grafico 1) evidenzia-
no una produttivit soddisfa-
cente delle tecniche alternati-
ve alla discissura. Determi-
nando una diminuzione con-
siderevole dei costi dimpian-
to (grafico 2), mantenendo
inalterati o addirittura aumen-
tando i livelli di reddito anche
quando le rese unitarie sono
pi basse (grafico 3), a fronte
di indubbi benefici ambientali
in premessa sottolineati.
Per laffermazione di tale tec-
niche comunque, come per
qualsiasi innovazione, ne-
cessaria una valutazione dif-
fusa sul territorio, con prove
ripetute in pi anni e i cui ri-
sultati siano stati validati a li-
vello aziendale.
Marino Antonelli, Antonella
Petrini, Moreno Paolucci
CERMIS - Centro Ricerche e
Sperimentazione per il Miglioramento
Vegetale N.Strampelli Tolentino MC
Collaborazione scientifica del
Prof. Rodolfo Santilocchi
della Facolt di Agraria dellUniversit
di Ancona
24
0 20 40 60 80 100
Semina su sodo
Minima Lavorazione
Discissura
Costi di impianto (%)
G ra fi c o 2 - Confronto tra costi d'impianto tra dive rsi sistemi di lavo razione del fru-
mento duro: indici percentuali rispetto alla discissura 1998/99
0 20 40 60 80 100 120 140
Semina su sodo
Minima lavorazione
Discissura
Redditivit (valore indice)
G ra fi c o 3 - Confronto della re dd i t ivit di dive rsi sistemi di lavo razione conservat iv i
del frumento duro: indici percentuali rispetto alla discissura 1998/99
0,0
10,0
20,0
30,0
40,0
50,0
60,0
70,0
80,0
90,0
100,0
V
a
r
i
a
z
i
o
n
i

d
e
l
l
e

r
e
s
e

(
%
)
1995/96 1996/97 1998/99
Anni
Semina su
sodo
Minima
lavorazione
Discissura
G ra fi c o 1 - Rese pro d u t t ive del frumento duro in dive rsi sistemi di lavo razione con-
servativi: indici percentuali rispetto alla discissura in tre anni di prove
e risorse fito-
genetiche sono
un segmento
della biodiver-
sit totale e
r a p p r e s e n t a n o
il materiale genetico fonte del-
lampia variet della vita vege-
tale e in esse sono compresi
materiali provenienti da attivit
di miglioramento genetico(va-
riet moderne, ibridi, vecchie
cultivar), variet o popolazioni
locali ed ecotipi, progenitori
selvatici delle specie coltivate
e forme spontanee delle spe-
cie affini.
Il bacino del Mediterraneo
uno dei centri pi ricchi in
biodiversit vegetale al mon-
do. Il lungo periodo di attivit
agricola in questarea ha por-
tato lagricoltore a sperimen-
tare un numero altissimo di
piante selvatiche e a domesti-
care quelle pi interessanti
per scopi alimentari e per al-
tre utilizzazioni. Si stima che
in questarea geografica han-
no avuto il loro centro prima-
rio o secondario di origine al-
meno 360 specie di interesse
agrario. Di queste molte sono
andate in disuso per motiva-
zioni di ordine ecologico, so-
cio-culturale, agronomico,
c o m m e rciale. Purtroppo mi-
nore luso di una coltura,
maggiore il rischio che essa
diventi sottoutilizzata. In
numerose specie labbandono
delle popolazioni locali e lin-
troduzione di variet migliora-
te hanno creato un rischio
reale di perdita di variabilit
genetica (erosione genetica),
che in casi estremi ha com-
portato o potrebbe comporta-
re la scomparsa definitiva
della specie stessa.
Alla riduzione di variabilit fra
specie e intraspecie va ag-
giunta anche quella di ecosi-
stemi e paesaggi. La perdita
di biodiversit quindi il ri-
sultato di processi socio-cul-
turali, economici e politici che
si traduce in perdita economi-
ca, perch insieme alle specie
e alle variet scompaiono an-
che paesaggi, sistemi produt-
tivi, saperi e culture locali ad
esse legati.
LE AREE PROTETTE
E LE RISORSE
GENETICHE AGRARIE
Uno degli elementi sostanziali
che ha contraddistinto la legge
quadro sulle aree protette (L.
394/1991) certamente quello
di aver definito le stesse in
sintonia con una moderna
concezione di salvaguardia
delle risorse naturali, di tutela
del territorio e di sviluppo eco-
nomico. Infatti, in Italia gran
parte delle zone di elevato va-
lore naturalistico caratteriz-
zata da una forte antropizza-
zione e dalla presenza di nu-
merose iniziative economiche,
prima fra tutte
l a g r i c o l t u r a .
Questi connotati
sono molto mar-
cati in diverse
realt del Centro
Italia, Marche ed
Umbria in parti-
colare, unite dal
P a rco Nazionale
dei Monti Sibilli-
ni, regioni en-
trambe contrad-
distinte da ric-
chezze sia natu-
ralistiche sia storico-culturali.
Da questi elementi nasce li-
dea di definire un trinomio
strategico tra area protetta,
agricoltura e risorse geneti-
che agrarie. E un concetto
relativamente nuovo e che
solo di recente stato fatto
proprio da amministrazioni
locali, enti pubblici, associa-
zioni ambientaliste e dalla
stessa opinione pubblica,
grazie alla sensibilizzazione
operata a vari livelli circa lur-
genza della salvaguardia della
biodiversit Si tratta ora di
verificare se le produzioni di
un tale sistema siano in grado
di ottenere sul mercato un va-
lore aggiunto in grado di ga-
rantire leconomicit del pro-
cesso produttivo e quindi un
reddito agli agricoltori, pre-
supposto fondamentale per
garantire la loro permanenza
sul territorio. Tale obiettivo
pu essere raggiunto attra-
verso una mirata valorizzazio-
ne del prodotto sfruttando
tipicit e specificit dello
stesso in relazione alla zona
25
E NELLE
AREE PROTETTE
L
SPAZI O APERTO
Nell o studio si affrontano le temati che
della conservazione delle risorse gene-
tiche agrarie attraverso l a coltivazi one
in questi particolari ambiti. Lobiettivo
non disperdere i l patri monio del la bio-
di versi t che rende parti col arment e
ricco il bacino del Mediterraneo.
di origine, alle tradizioni e alle
usanze ad esso legate.
Va sottolineato, altres, che
frequentemente nelle aree
protette a forte vocazione
agricola le aziende sono ca-
ratterizzate da piccole dimen-
sioni, da una certa diversifica-
zione colturale, da una discre-
ta presenza di manodopera
familiare. In questo sistema
colturale ben si colloca la col-
tivazione delle specie minori e
delle variet locali, adattate,
nel corso degli anni, alla colti-
vazione in quel determinato
ambiente e alle esigenze loca-
li di trasformazione e utilizza-
zione. E il caso, ad esempio,
della popolazione Solina di
frumento tenero ancora colti-
vata e panificata in Abruzzo e
del farro (Tr i t i c u m d i c o c c u m)
di Monteleone di Spoleto, en-
trambe sopravvissute nel
tempo grazie alla loro adatta-
bilit allambiente, ma sicura-
mente anche alle loro caratte-
ristiche di trasformazione.
SPECIE AGRARIE
INTERESSATE,
PROBLEMATICHE
RELATIVE A
MOLTIPLICAZIONE
E DISTRIBUZIONE
DELLE SEMENTI
Tutte le specie a rischio di
erosione genetica meritano
attenzione in questo contesto,
in specifico quelle apparte-
nenti al gruppo dei cereali mi-
nori (farro, segale, avena, or-
zo nudo, grano saraceno, mi-
glio) e delle leguminose da
granella (cece, lenticchia, ci-
c e rchia, fava, fagiolo) potreb-
bero essere le pioniere in
questa ipotesi progettuale,
trattandosi di colture larga-
mente diffuse in passato, co-
nosciute dagli agricoltori e
con un ruolo fondamentale
nel nostro sistema agronomi-
co e nella dieta alimentare.
Una delle problematica pi at-
tuali in questo settore lin-
quadramento normativo della
produzione sementiera di
queste specie per molte delle
quali (farro, lenticchia, cicer-
chia, miglio, ecc.) non esisto-
no i registri ufficiali n in Ita-
lia n in Europa e per quelle
provviste di catalogo non
prevista la certificazione di
materiali genetici che non ap-
partengano alla categoria va-
riet o ibrido. Alcuni studiosi
propongono listituzione di
registri regionali delle variet
locali da affiancare a quello
nazionale. Infatti, lapparte-
nenza a questultimo, per le
normative vigenti, presuppo-
ne la rispondenza ad alcuni
requisiti (uniformit, stabilit,
distinguibilit e valore agro-
nomico) che non possono es-
sere, ovviamente, soddisfatti
dalla popolazione locale. Ta l i
criteri, invece, possono esse-
re scavalcati per liscrizione
ad un registro regionale per il
quale potrebbero essere suffi-
cienti: nome locale, luogo di
provenienza e azienda coltiva-
trice, dettagliata descrizione
della variet Ciononostante
una tale soluzione non con-
sentirebbe di certificare il ma-
teriale sementiero, quindi di
caratterizzarlo sul mercato e
p e rci di proteggerne liden-
tit. In tale direzione possono
operare, al presente, soltanto
i marchi IGP (Indicazione
Geografica Protetta) e DOP
(Denominazione di Origine
Protetta) ed eventuali altri ini-
ziative intraprese dagli enti
gestori di aree protette, co-
munit montane o comuni.
Soltanto recentemente stata
emanata dallUnione Europea
una interessante Direttiva (n.
98/95 del Consiglio UE) che
prevede la riforma dellattuale
normativa europea in materia
di produzione sementiera
nonch laggiornamento del
catalogo comune delle variet
delle specie di piante agrarie.
E evidenziata la necessit di
garantire la conserv a z i o n e
delle risorse genetiche e in-
trodurre un fondamento giuri-
dico a tal fine che, nellambito
della normativa concernente
la commercializzazione delle
sementi, renda possibile la
c o n s e rvazione di specie mi-
nacciate dallerosione geneti-
ca mediante lutilizzazione i n
s i t u. Questa Direttiva dovr
essere recepita dagli Stati
membri entro un anno dalle-
manazione, pertanto entro il
1999 si attende la predisposi-
zione di norme nazionali. Co-
munque rappresenta un pas-
so importante verso una so-
luzione delle problematiche
sollevate in questa nota.
Sostanzialmente la coltivazio-
ne delle variet locali potreb-
be rappresentare una interes-
sante opportunit economica
e una valida strategia di con-
s e rvazione i n si t u delle risor-
se genetiche in un determina-
to areale. In definitiva si tratta
di tipicizzare territorio, pro-
dotto e processo produttivo.
Pertanto il tentativo proposto
quello di legare fra di loro
agricoltore, aree protette e
specie/variet a rischio di
erosione genetica, in un siste-
ma aziendale capace di soste-
nersi economicamente e il pi
possibile aperto, in grado,
cio di trasferire linformazio-
ne allesterno e da questo,
26
nello stesso tempo, recepire
stimoli. Esempi in questa di-
rezione sono gi realt in altri
Paesi del mondo, in particola-
re in quelli non industrializza-
ti, pi ricchi di variabilit ge-
netica, ma ancora pi a ri-
schio per mancanza di inter-
venti mirati.
IPOTESI DI FILIERA
PER LA PRODUZIONE
DI SEMENTI
DI VARIET LOCALI
Quanto fino ad ora delineato
rappresenta una filiera di pro-
dotto che deve essere accura-
tamente strutturata e organiz-
zata per consentire di ottenere
quel valore aggiunto di cui si
parlava poco sopra. Il primo
gradino di questa filiera ri-
guarda lidentificazione e la
caratterizzazione della/e va-
riet locale/i, a cui segue lin-
dividuazione degli agricoltori
custodi disponibili ad av-
viare o continuare una coltiva-
z i o n e / c o n s e rvazione in azien-
da, quindi la produzione (della
semente da una parte e del
prodotto da trasformare dal-
laltra), la promozione com-
m e rciale, la distribuzione al
consumatore unitamente a
tutte le informazioni nutrizio-
nali e culinarie, nonch stori-
c o - c u l t u r a l i .
La fase di avvio di questo si-
stema produttivo poggia su al-
cuni presupposti fondamentali:
precisa conoscenza della
base genetica della popola-
zione in oggetto e del suo
livello di variabilit;
idonei sistemi di conserv a-
zione in purezza in relazione
al sistema riproduttivo, al
numero minimo di individui
da conservare (e relative
s u p e rfici da impegnare) e di
localit di moltiplicazione;
eliminazione delle fonti di
inquinamento genetico, in
particolare con variet della
stessa specie;
il sistema dovrebbe essere
dimensionato alla struttura
aziendale, con produzioni di
seme quantitativamente
commisurate al reimpiego
aziendale o ad un limitato
gruppo di agricoltori;
la semente dovrebbe essere
destinata esclusivamente al-
la coltivazione nellareale di
origine della variet locale.
CONCLUSIONI
Appare evidente come la pro-
blematica esposta sia alquan-
to complessa e come la defi-
nizione di proposte concrete
non esuli da una seria ed effi-
cace programmazione politica
e strutturale che coinvolga
tutti i soggetti della filiera,
nonch le istituzioni pubbli-
che. La recente Direttiva UE
sopra citata va certamente vi-
sta in maniera positiva anche
a testimonianza di una certa
sensibilit al riguardo da par-
te del legislatore.
I presupposti perch un tale
sistema possa funzionare
sembrano esserci, sicura-
mente i governi locali potran-
no fare molto in questo con-
testo, sfruttando le normative
comunitarie, gli strumenti ter-
ritoriali di cui dispongono e
coinvolgendo gli agricoltori
che sono gli attori principali
di tali iniziative. Appare ne-
cessario ragionare in unotti-
ca di sistema, promuovendo
lopera di conservazione di in-
teri agro-ecosistemi e, al loro
interno, delle risorse geneti-
che agrarie. In questa direzio-
ne pu veramente essere ot-
tenuto un sistema agricolo
moderno, che dovrebbe con-
traddistinguere tutte le agri-
colture avanzate.
Infine, la societ civile non
pu esimersi dallacquisire
coscienza di queste proble-
matiche ed essere disposta a
pagare un prezzo perc h
questa opera di salvaguardia
sia necessariamente portata
avanti.
Oriana Porfiri
(CERMIS, Tolentino)
Valeria Negri,
Renzo Torricelli,
Mario Falcinelli
(Istituto Miglioramento
Genetico Vegetale, Perugia)
27
Lavoro realizzato dal CERMIS nellambito del progetto Sviluppo di produzioni sementiere biologiche attraverso un progetto di fi-
liera finanziato dal Reg. CEE n. 2081/93 - Ob. 5B. Sintesi dellomonimo lavoro presentato al Seminario GESTIONE DELLE RI-
SORSE AGROFORESTALI IN AREE PROTETTE svoltosi ad Ancona il 19-21 febbraio 1999
Omaggio a Str ampelli
La coperti na non del l e pi accatti vanti , ma bi sogna consi derare che si ri fe-
ri sce ad una pubbl i cazi one del 1907. Presenta i nfatti i l pri mo e prati camente
l u n i c o l a v o ro di Nazar eno Strampel li , genetista macer atese e cre a t o re d i
vari et di fr umento col ti vate non sol o i n I tal i a, ma i n mol ti paesi del mondo.
Strano desti no quel l o di Strampel l i : un l avoro i ncessante l o porta al l a veri fi ca
del l e l eggi di Mendel senza conoscerl e, a mettere l e basi i n I tal i a del l a gene-
ti ca moderna, a portare i l suo paese, nel l a scel ta del l autarchi a del peri odo
fasci sta, al l autosuffi ci enza granari a, tanto che nel 1929 vi ene nomi nato sena-
tore del Regno, eppure non ebbe modo di confrontarsi con sci enzi ati di al tri
paesi e l a sua opera ri mane sacri fi cata propri o dal l i sol amento del regi me.
Parl are di Strampel l i o ri pubbl i care i suoi l avori (come ha fatto i l CERMI S i n
questo caso) ha pertanto senso: l o possi amo fare con orgogl i o perch mar -
chi gi ano, l o dobbi amo far e per ch ha i ntrodotto un metodo e u no sti l e di
l avoro che ancora oggi appare moderno. C poi unal tra ragi one ed che si
spese nel l o sforzo di col l egare l a ri cerca con l a real t agri col a; fu i nfatti uno
dei promotor i del l e cattedr e ambul anti , anti ci patr i ci di quel l a che oggi si
chi ama assi stenza tecni ca e che furono uno straordi nari o strumento tra l a
fi ne del secol o scorso e l i ni zi o di questo - di cresci ta nel l e campagne e non
sol o per quanto ri guarda l agri col tura. Non a caso l esperi enza fu bruscamen -
te i nter rotta e sosti tui ta con unorgani zzazi one pi control l abi l e, come quel l a
degl i I spettorati provi nci al i , che ri spondevano di rettamente al l o stato centra-
l e e dove l e competenze ammi ni strati ve fi ni rono per sbi adi re e i nfi ne azzera-
re l a funzi one di datti ca.
Un pi ccol o ri cordo di Strampel l i non poteva qui ndi mancare i n un speci al e
dedi cato ai cer eal i e al l a speri mentazi one i n questo campo. (e.r)
28
OLTRE 700 ETTARI DI NUOVI
IMPIANTI DI VIGNETI
L Assessorato Agricoltura ha autorizzato nel mese di agosto
nuovi impianti di vigneti DOC per una superficie di 70 ettari.
Negli ultimi due anni si riusciti ad aumentare la superficie vi-
tata della Regione utilizzando ha affermato lAssessore Mo-
ruzzi tutti gli spazi che ci sono per il miglioramento della qua-
lit, riuscendo ad aggirare il divieto comunitario. Ci ha
consentito unulteriore sviluppo della viticoltura marc h i g i a n a .
Essendo circa 20 mila gli ettari a vigneto, lincremento del 3,5
per cento: in assoluto il miglior risultato delliniziativa pubblica
tra le diverse regioni.
I 70 ettari, che riguardano le provincie di Ancona e Macerata, si
aggiungono agli altri 526 assegnati nel 98 e nel 99 ; tali su-
perfici sono state assegnate agli operatori cos ripartite:
L incremento delle superfici con-
cesse per limpianto dei vigneti
risultato dallimpegno profuso per
un settore chiave per lagricoltura
m a rchigiana e volto a rafforz a r n e
la vocazione verso la qualit.
POTENZIALE VITIVINICOLO.
SI APRONO NUOVE OPPORTUNIT
Nuove possibilit si aprono per il settore visto che la legge ap-
provata lanno scorso dal Consiglio regionale sulla Gestione dei
diritti di reimpianto dei vigneti (n.23/98) ha avuto il definitivo ok
di Bruxelles: la relativa notifica della Commissione europea in-
fatti dellinizio del mese di agosto. La legge attiva un meccani-
smo che consente di tenere sotto controllo le superfici che
vengono espiantate e che quindi costituiscono diritti di reimpian-
to, per fare in modo che questi vengano utilizzati da altri viticol-
tori marchigiani, evitando cos quello che avveniva in passato,
quando imprenditori, soprattutto toscani, acquistavano i diritti
per utilizzarli altrove. Tutto ci reso possibile attraverso un ruo-
lo attivo della Regione: infatti punto centrale della legge la co-
stituzione di un Registro regionale sul quale vengono appoggia-
ti i diritti per essere rivenduti ad operatori che ne facciano ri-
chiesta ai fini dello sviluppo aziendale. Chi mette a disposizione
di tale Registro i propri diritti ricever una indennit, che dovr
essere fissata dal Comitato vitivinicolo regionale. La legge tende
ad evitare lemigrazione dei diritti
di reimpianto, andando a rafforz a-
re quelle realt valide sotto il profi-
lo aziendale e che stanno sul mer-
cato con prodotti che riscuotono il
consenso del consumatore. Da se-
gnalare che un procedimento ana-
logo a quello previsto nella legge
stato adottato dalla stessa Commis-
sione Europea nellOCM vino.
1998 1999
MC 29.98 12.42
AN 151.23 87.01
AP 300.18 75.53
PS 43.75 3.5
P E R I S C O P I O M A R C H E P E R I S C O P I O M A R C H E P E R I S C O P I O M A R C H E
LA GESTIONE DEL DEMANIO
FORESTALE REGIONALE PASSA
ALLA COMUNIT MONTANA
Dal 1 ottobre 1999 la gestione del demanio forestale regiona-
le, composto da 20 mila ettari boscati, oltre a terreni, fabbricati
e strade, passa alle Comunit Montane. In accordo con lUn-
cem (Unione Nazionale Comunit Montane) la Giunta Regionale
ha stabilito che le funzioni di gestione, delegate dallo Stato alle
Regioni, passino direttamente alle Comunit Montane; restano
alla Regione i vivai regionali e le tartufaie sperimentali.
Competono quindi ora alle Comunit Montane il rilascio delle
concessioni produttive (compresa la raccolta dei prodotti del
bosco), la tabellazione e la perimetrazione delle aree demaniali,
la manutenzione dei fabbricati rurali, il rilascio delle autorizza-
zioni turistiche e sportive e la formulazione dei pareri tecnici
per linstaurazione di servit.
MALTEMPO:
LA REGIONE
SEGNALA AL
MIPA DANNI
PER 118
MILIARDI
DI LIRE
La Giunta Regionale ha chie-
sto il riconoscimento dello
stato di calamit naturale per
le piogge e le grandinate che
hanno flagellato le province di
Ancona, Ascoli Piceno e Ma-
cerata fra maggio e luglio 99,
coinvolgendo ben 60 Comuni
con danni stimati di 118 mi-
liardi di lire. I contributi an-
dranno a compensare le
aziende agricole per i danni
alle produzioni ed alle struttu-
re, ed i Consorsi di Bonifica
per i danni alle opere pubbli-
che di bonifica.
L A s s e s s o r a t o
Agricoltura sar:
dal 9 al 14 ottobre a Coloni a
(Germania) , con uno stand
commerciale presso la Fiera
Agroali mentare ANUGA.
da luned 8 a mercoled 10
novembre a Tokio, Osaka e
Fukuoka (Giappone), per uno
Wine and Food tasting (assaggi o
di vino ed alimenti) con alcune
aziende marchigiane.
il 1 ottobre a Macerata
Feltria (PS) con un convegno
sulle carni certifi cate.
il 7 ottobre al le ore 11 presso
la Sal a al piano terra dell a
Giunta Regional e con una
conferenza stampa per
ill ustrare il progetto Adotta un
bosco, reali zzato in
collaborazione con l e Poste
Ital iane. Verr presentato il
volumetto Il bosco reali zzato
dall Assessorato agricoltura.
A DUE ANNI DAL
TERREMOTO LA REGIONE
FA IL PUNTO SULLA RICO-
STRUZIONE
Presentata in una conferenza stampa una Delibera della
Giunta Regionale contenente misure urgenti per accele-
rare le procedure di ricostruzione e lammissione al finan-
ziamento di interventi non finanziati con fondi UE, con un im-
pegno di spesa di 850 miliardi.
Secondo il presidente DAmbrosio questo atto permetter ai
Comuni di avere a disposizione i fondi necessari alla ricostru-
zione di opere pubbliche, ripristino del patrimonio culturale e
delle infrastrutture, favorendo la ricostruzione pesante.
La conferenza stampa ha permesso di fare il punto sulla rico-
struzione, che ad oggi vede 109 cantieri chiusi nellambito della
ricostruzione leggera, 66 Programmi di recupero approvati su
95 presentati ed uffici preposti attivi durante tutta lestate per
ricevere e valutare i progetti ancona in via di presentazione. So-
no stati impegnati 3000 dei 3500 miliardi disponibili, mentre
in fase conclusiva il Programma Straordinario di edilizia resi-
denzial e pubbli ca, che prevede il reperimento di 1034 alloggi
(in acquisto o in affitto) per favorire luscita dai containers.
PROCEDE A LUNGHI PASSI
LA REALIZZAZIONE
DELLINVENTARIO FORESTALE
REGIONALE
La Giunta ha effettuato il pagamento della prima tranche di la-
vori ed ha autorizzato una spesa complessiva di circa 1 miliar-
do e 400 milioni per la realizzazione dellinventario e carta fo-
restale regional e da parte dellIPLA (Istituto per le piante da
legno e lambiente) di Torino, che nello scorso anno si aggiu-
dic lincarico attraverso una gara europea dappalto. Il proget-
to permetter di individuare la reale consistenza del patrimonio
forestale regionale per poter programmare a medio termine in-
t e rventi di recupero e gestione delle aree boscate. Il progetto
far ordine fra i dati disponibili in materia, numerosi ma non
univoci, derivanti dalle rilevazioni Istat e dallInventario foresta-
le nazionale, organizzandoli in base alle specie, ai tipi forestali,
alla localizzazione delle aree, al tipo di propriet ed alle destina-
zioni prevalenti.
NUOVI ORIZZONTI PER IL
CAVALLO ITALIANO DA SELLA
La Regione ha finanziato, ai sensi del bando relativo agli alleva-
menti zootecnici alternativi dellobiettivo 5b, il Progetto Sele-
zione Cavallo da sella Italiano con un primo impegno di spesa
di 105 milioni, pari a circa la met della somma totale prevista.
Lallevamento del cavallo da sella interessa molti piccoli alleva-
menti della Regione, finora non coinvolti in un progetto comu-
ne di selezione; lo scopo del progetto proprio quello di orien-
tare gli allevatori al miglioramento genetico delle fattrici per ot-
tenere una popolazione equina da competizione sportiva sem-
pre pi qualificata ed omogenea. Prevede il miglioramento delle
fattrici mediante accoppiamento con stalloni selezionati, lassi-
stenza alle fattrici, contributi al mantenimento e la valutazione
dei puledri; ad oggi ha consentito di ottenere ben 85 fattrici
migliorate dalle 25 selezionate nel 1996.
AZIENZE BIOLOGICHE:
POSSIBILE
IL DIVIETO DI CACCIA
In base alla l.r. 7/95, art. 21, il produttore biologico pu chiede-
re che nei terreni della sua azienda venga vietata lattivit vena-
toria. A questo scopo deve presentare una domanda allUfficio
caccia della Provincia competente, dove trover anche un fac-
simile per la richiesta, alla quale tra i vari documenti dovr
allegare la notifica di attivit biologica, rilasciata dagli organi-
smi di controllo.
A cura di Gabriella Malanga e Luana Spernanzoni
29
P E R I S C O P I O M A R C H E P E R I S C O P I O M A R C H E P E R I S C O P I O M A R C H E
Ci sembr at o oppor t uno , a
chi usur a di questo numer o
speci al e sui cer eal i r ipor t ar e
al cune r icet t e che l i vedono
pr otagoni st i. Ne proponi amo
alcune a base di farr o, anti co
cer eal e colt ivato dai Pi ceni ,
per i quali costituiva non solo
un pr ezi oso al i mento ma an -
che una merce di scambio
con le popolazioni limitrofe.
La pr i ma una r i cet t a t r adi -
zi onale marchigiana tipica del
per i odo i nver nal e quando si
fa la pista (quando si ammaz -
za il mai ale n.d.r.) e del mai a -
le si sa non si spreca niente e
si utilizzano anche le ossa per
f ar un br odo sapor i t o, nel
qual e i cont adi ni del l e zone
interne cuociono il farro men -
t r e nel le zone col l inar i e co -
st ier e lessavano i l r iso Vi al o -
ne Nano coltivato in asciutto.
Comunque t utte l e ricett e so -
no appet i t ose e sempl i ci ,
equi li brat e sott o i l profi lo di e -
t eti co, car at t er i st iche quest e
di tutta la cucina marchigiana.
CON I L MAI ALE
Per 4 persone:
400 gr. di farro oppure di riso
qualche osso di maiale
una costa di sedano, una carota,
una cipolla
un mazzetto di odori (maggiorana,
salvia, mentuccia, timo )
50 gr. pecorino grattugiato
sale
Mettere a
bollire in
una capiente
casseruola con
tanta acqua le os-
sa e alcune cartilagi-
ni del maiale. Salate
unite la cipolla, alcuni spic-
chi daglio con la c a m i c i a e
una costa di sedano. Far bol-
lire a fuoco lento per circa tre
ore, a cottura avvenuta, toglie-
te le ossa e filtrate il brodo.
Rimettere al fuoco aggiunge-
re un trito di maggiorana,
mentuccia, timo, salvia e una
punta di concentrato di po-
modoro. Quando riprende il
bollore unitevi il farro brillato
in quantit adeguata al bro-
do, regolatevi come per il ri-
so. Lasciare cuocere un mez-
zora circa, avendo cura di
mescolare spesso ed infine
s e rvite con un abbondante
spolverata di pecorino grat-
t u g i a t o .
I N M I N E S T R A
Per 4 persone:
250 gr. di farro spezzato
2 pomodori rossi
1 cipolla
100 gr. di guanciale magro o pan-
cetta affumicata
pecorino grattugiato
peperoncino
sale
Soffriggere in poco
olio extra vergine di
oliva il guan-
ciale e la cipol-
la ( meglio
aggiungere la
cipolla in un se-
condo momen-
to), appena indo-
rato il tutto a
giun-
gere i pomo-
dori e un pezzetto
di peperoncino, salare poi ag-
giungere i farro spezzato; far-
lo tostare leggermente poi
aggiungere acqua.
Cuocere a fuoco moderato per
c i rca 40 minuti. Servire aggiun-
gendo pecorino grattugiato.
C O N I C E C I
Per 4 persone:
200 gr. di farro
200 gr. di ceci
5 cucchiai di olio di oliva
_ cipolla
1 costola di sedano
qualche foglia di salvia
poco rosmarino
150 gr. di prosciutto crudo
250 gr. di pomodori freschi
sale e pepe q. b.
La sera precedente lavare e
mettere in acqua fredda, in
due diverse pentole,
farro e ceci; lessare in
acqua senza sale i ceci
per 90 minuti e tenere il
brodo di coltura. A parte, in
un tegame far appassire nello-
lio un trito di cipolla, sedano,
salvia e rosmarino; aggiungere
il prosciutto tagliato a dadini e
i pomodori spellati e privati di
semi, facendo cuocere per 15
minuti circa. Passare al setac-
cio la met dei ceci ed aggiun-
gerla al soffritto con il brodo di
cottura; lessare a parte in ab-
bondante acqua salata il farro
per circa 30 minuti, riunire in
una terrina il soffritto e laltra
met dei ceci. Salare, pepare e
s e rv i r e .
I N P O L P E T T E
Per 4 persone:
150 gr. di farro in chicchi
1 uovo
30 gr. di formaggio pecorino o
parmigiano grattugiato
un cucchiaio di prezzemolo tritato
sale q. b.
pepe o noce moscata q. b.
2 spicchi di aglio
pan grattato q.b.
Dopo aver tenuto a bagno il
farro per una notte, lessarlo
per 30 minuti circa a fuoco
lento, quindi scolarlo. Frullare
il farro, unire luovo, il for-
maggio ed il prezzemolo, sa-
lare e pepare, quindi fare del-
le polpette grosse come una
noce, passarle nel pan grat-
tato e infine friggerle in olio
caldo voltandole da ambedue
le parti. Quando saranno do-
rate scolarle su carta gial-
la, e servire su un letto
d i n s a l a t a .
G USTARE LE M ARCHE
30
IL FARRO
NEL PIATTO
31
L' ANTITRUST CONTESTA I POTERI DEI
CONSORZI DI TUTELA DEI PRODOTTI DOP
Un comunicato stampa dell'Autorit Garante della Concorrenza e del
Mercato informa che l'Antitrust intervenuta, con una segnalazione al
Parlamento e al Governo, in materia di denominazioni di origine pro-
tetta (Dop), relativa al disegno di legge comunitaria per il 1999 e al di-
segno di legge recante "Norme sulle denominazioni di origine protetta,
sulle indicazioni geografiche protette e sulle attestazioni di specificit
dei prodotti agricoli ed alimentari.
Le norme esaminate intendono attribuire ai consorzi di tutela dei pro-
dotti Dop poteri che risultano loro preclusi sulla base dei principi e
delle norme stabiliti in ambito comunitario e nazionale, in quanto attri-
buiti ad organismi diversi. In particolare, sarebbe riattribuito ai con-
s o rzi il potere di apporre marchi o contrassegni prodotti Dop, attivit
che, dal 1 gennaio 1998, svolta da organismi di controllo indipen-
denti, appositamente autorizzati dal Ministero delle Politiche Agricole,
e che costituisce atto conclusivo della procedura di verifica della
conformit dei prodotti DOP ai disciplinari di produzione. Pertanto, la
disposizione si pone in contrasto con il disposto del regolamento co-
munitario 2081/92, che disciplina la materia, e potrebbe introdurre
vincoli ingiustificati alla libert imprenditoriale delle singole imprese
attive delle produzioni Dop.
LA SCURE DELLA UE SUGLI AIUTI
PER L' OLIO D' OLIVA
La quantit massima garantita di olio di oliva per la campagna 1997-
98 era stata fissata in 1milione 350mila tonnellate per tutti i Paesi del-
la Ue. La produzione ammessa all'aiuto comunitario risultato pari a
2milioni 249mila 291 tonnellate.
Lo sfondamento del tetto quindi di oltre il 40%.
Il taglio all'aiuto risulta pari al 43% circa. I produttori italiani riceve-
ranno 80,17 Euro/q invece di 142. In lire il sostegno cala da 274.950 a
155.230; complessivamente gli olivicoltori nazionali riceveranno
1.100 miliardi invece di 1.950.
A partire dalla campagna 1998-99 e per le due successive varr la co-
siddetta riforma ponte che prevede sia un innalzamento del plafond
comunitario a 1milione 777mila 261 tonnellate con una ripartizione in
quote nazionali sia un abbassamento dell'aiuto alla produzione a
132,25 Euro/q (256.000 lire).
FORTE AUMENTO DELLE IMPORTAZIONI
ALLOLIO D' OLIVA
In forte espansione nel primo trimestre '99 l'importazione di oli d'oliva.
L'annata di "scarica"sul fronte produttivo (l'ultimo raccolto ha segnato
un meno 34% annuo) ha spinto le importazioni oltre la soglia delle
133mila tonnellate con un aumento del 24% sui primi tre mesi del'98.
Con riferimento alle singole voci, le importazioni di oli vergini hanno
segnato una crescita di oltre il 30% su base annua. In forte aumento
anche gli acquisti dall'estero di oli d'oliva raffinati e di sansa, mentre
segnano il passo le importazioni di lampanti.
A sua volta l'export ha superato la soglia delle 57mila tonnellate
(+24%). Aumenti si registrano in particolare per gli oli vergini
(+25%), che rappresentano quasi la met delle vendite all'estero, e i
raffinati d'oliva (+17,3%), con ampi progressi anche per i lampanti e
gli oli di sansa.
PER ASSISTERE I FRANTOIANI
E' NATO IL CONAF
Su iniziativa del C.N.O. si costituito il CONAF - Consorzio nazionale
Frantoiani - associazione che si propone di rappresentare presso le
istituzioni comunitarie, nazionali e regioni le istanze dei frantoiani, ga-
rantendo loro un'adeguata assistenza legale, amministrativa, tecnica,
commerciale e promozionale.
LE REGOLE UE METTONO A RISCHIO
I FRANTOI OLEARI
Oltre quattromila frantoi rischiano di subire pesanti ripercussioni a
causa dell'applicazione del regolamento comunitario n. 2366/98, che
reca le modalit di applicazione del regime di aiuto alla produzione di
olio di oliva per le campagne di commercializzazione dal 1998/99 al
2000/2001.
La legge comunitaria obbliga, tra l'altro, questi impianti a dotarsi di si-
stemi automatici di pesatura e registrazione del peso dell'olive, oltre-
ch di contatori elettrici distinti per impianti di triturazione. L ' o b i e t t i v o
della Unione europea quello di intensificare l'attivit di controllo per
accertare l'effettiva quantit di olio prodotto in ciascuna campagna.
CONTRIBUTI AGRICOLI: ENTRO
IL 2 NOVEMBRE LA DOMANDA DI CONDONO
Si protraggono i tempi per poter esercitare la facolt della regolarizza-
zione contributiva in agricoltura (dal 31 maggio al 31 ottobre 1999) e
cambiano le scadenze delle 20 rate consecutive di pari importo per
chi sceglie il pagamento rateizzato di quanto dovuto.
Lo stabilisce la legge di conversione, approvata definitivamente, dal
decreto legge n. 148 del 24 maggio 1999.
In concreto la domanda di condono pu essere presentata entro il 2
novembre 1999. In caso di rateizzazione del pagamento del debito
contributivo, la legge di conversione nel confermare le venti rate, con-
secutive di pari importo, ha fissato la prima al 2 novembre e la secon-
da entro il 15 dicembre 1999, mentre le successive avranno cadenza
semestrale a decorrere dal 31 maggio 2000.
Possono avvalersi della regolarizzazione agevolata della posizione de-
bitoria i seguenti soggetti: i datori di lavoro agricolo e non solo per gli
operai ma anche per gli impiegati, i coltivatori diretti, mezzadri, coloni
e rispettivi concedenti e gli imprenditori a titolo principale; i conce-
denti a compartecipazione familiare e la piccola colonia e i coloni
mezzadri optanti.
Formano oggetto della sanatoria i contributi e premi previdenziali e
assistenziali omessi relativi a periodi contributivi, non colpiti da pre-
scrizione, maturati fino a tutto il 1997.
AGRICOLTURAFLASHAGRICOLTURAFLASHAGRICOLTURA FLASH
32
AGRICOLTURAFLASHAGRICOLTURAFLASHAGRICOLTURA FLASH
IN ARRIVO 178 MILIARDI DI
COMPENSAZIONI PER I SEMINATIVI
Il Comitato di gestione Agromonetario ha approvato un regolamento del-
la Commissione dell'Unione europea, che fissa i massimali della prima
rata della compensazione spettante ai vari Paesi per la riduzione dei pa-
gamenti diretti ai seminativi conseguente all'entrata in vigore dell'euro.
La compensazione si riferisce ai pagamenti della campagna 1999-2000
(raccolti 1999), che saranno erogati a partire dal 16 ottobre prossimo.
Come noto l'introduzione dell'euro ha, di fatto, ridotto il tasso di
conversione utilizzato per il calcolo dei premi in moneta nazionale.
Da 2030,4 lire/ecu si passati alla parit fissati 1936,27 lire/euro. Al
nostro Paese in base alla normativa comunitaria che disciplina il pas-
saggio all'euro, spetta - per i raccolti 1999 - una compensazione pari
al 4,861% delle erogazioni effettuate a valere dalla precedente campa-
gna (raccolti 1998).
La prima rata dell'aiuto compensativo a totale carico dell'Unione eu-
ropea. Per i prossimi due anni, potr essere corrisposta una compen-
sazione ridotta, rispettivamente, del 33% per i raccolti 2000 e del
66% per i raccolti 2001.
Per queste due campagne, per, la compensazione dovr essere cofi-
nanziata dagli Stati membri in misura del 50%.
AL VIA GLI INCENTIVI PER L' AGRICOLTURA
E' in dirittura d'arrivo il piano di interventi messo a punto dal ministro
per le Politiche agricole per ridurre i costi di produzione e favorire il
rafforzamento strutturale delle imprese.
In pratica un pacchetto di misure che hanno attuazione al cosiddetto
"decreto tagliacosti" (n. 173/98).
In particolare si tratta di agevolazioni fiscali sull'acquisto di carburan-
ti, incentivo per l'utilizzo delle biomasse a fini energetici, sviluppo del
trasporto intermodale. E ancora: contributi sugli investimenti per mi-
gliorare la competitivit delle imprese agricole e agroalimentari, aiuti
per il salvataggio delle cooperative in difficolt finanziaria, possibilit
di estinzione anticipata dei vecchi mutui agrari, con diritto di conser-
vare i contributi pubblici sugli interessi. Tra gli interventi, spicca il ca-
pitolo sul credito.
Con le nuove norme si da la possibilit di estinguere in anticipo i mu-
tui contratti da almeno cinque anni, rinegoziandoli a condizioni pi
vantaggiose, senza perdere il diritto ai contributi pubblici sugli inte-
ressi pagati.
GIOVANI FAVORITI NELLE SUCCESSIONI
Le agevolazioni fiscali disposte per i giovani agricoltori dalla legge 15
dicembre 1998 n. 441 si applicano non solo ai trasferimenti a causa di
morte verificatasi dal 1 gennaio scorso in poi ma anche a quelli per i
quali il termine per la presentazione della dichiarazione di successione,
apertasi nel 1998 scadesse dopo il 1 gennaio 1999.
Lo afferma la risoluzione ministeriale n. 104/E del 22 giugno 1999.
Come noto, l'articolo 14 della legge 441/98, "al fine di favorire la con-
tinuit dell'impresa agricola gli atti relativi ai fondi rustici oggetto
della successione o di donazione tra ascendenti e discendenti entro il
t e rzo grado sono esenti dall'imposta sulle successioni e donazioni,
dalle imposte catastali, di bollo e dall'Invim e soggetti alle sole impo-
ste ipotecarie in misura fissa" qualora i soggetti interessati siano:
a) coltivatori diretti ovvero imprenditori agricoli a titolo principale, che
non hanno ancora compiuto i quaranta anni, iscritti alle relative ge-
stioni previdenziali, o a condizione che si iscrivano entro tre anni dal
trasferimento;
b) giovani che non hanno ancora compiuto i quaranta anni a condizioni
che acquisiscano la qualifica di coltivatore diretto o di imprenditore agri-
colo a titolo principale entro ventiquattro mesi dal trasferimento, iscri-
vendosi alle relative gestioni previdenziali entro i successivi tre anni.
Queste agevolazioni sono concesse inoltre a condizione che i soggetti
di cui al medesimo comma si obblighino a coltivare o condurre diret-
tamente i fondi rustici per almeno sei anni.
PROVVEDIMENTI PER I GIOVANI
AGRICOLTORI
Per favorire la massima diffusione di informazioni sulle agevolazioni
offerte ai giovani agricoltori dalla normativa nazionale vigente, l'Ismea
- in accordo con la Societ per l'Iprenditorialit Giovanile - pubblica la
seguente nota informativa:
in data 19 marzo 1999 stato emanato il Regolamento di attuazione
della legge 135/97 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubbli-
ca Italiana - serie generale - n. 119, del 24 maggio 1999), recante cri-
teri e modalit di concessione ai giovani agricoltori delle agevolazioni
di cui all'articolo 1 comma 2 della legge 95/95.
Il provvedimento, emanato dal Ministero del Tesoro, del Bilancio e
della Programmazione economica, di concerto con il Ministero per le
Politiche agricole, in grado di aprire interessanti prospettive ai gio-
vani agricoltori mediante il subentro ad un parente entro il secondo
grado nella conduzione di un'azienda agricola.
Beneficiari sono i residenti nelle aree depresse del territorio nazionale
(Obiettivo 1, 2 e 5b dell'Unione Europea) di et compresa tra i 18 e i
35 anni che subentrano nella conduzione dell'impresa in qualit di
agricoltore a titolo principale ( concessa la possibilit di acquisire ta-
le qualifica nel termine massimo di due anni dalla data di ammissione
alle agevolazioni), con l'assunzione della gestione e della relativa re-
sponsabilit civile e fiscale dell'azienda.
Sui progetti approvati sono concessi:
contributi in conto capitale e mutuo agevolato; contributi in conto ge-
stione; servizi di assistenza tecnica (tutoraggio o formazione) nelle fa-
si di realizzazione dell'investimento e di avvio dell'iniziativa.
I business plan dovranno prevedere investimenti non superiori a due
miliardi di lire (Iva esclusa).
E' NATO L' ENTE NAZIONALE
PER LA MECCANIZZAZIONE AGRICOLA
E' nato l'Ente nazionale per la meccanizzazione agricola - Enama - che
va a sostituire il Conama.
Il nuovo ente stato costituito da Confagricoltura, Confederazione ita-
liana Agricoltori, Unacoma e Unima, con lo scopo di svolgere attivit
di assistenza tecnica e di divulgazione in materia di sicurezza, presta-
zioni, tutela ambientale e circolazione stradale delle macchine ad uti-
lizzazione agricola, attivit di certificazione nonch creare e gestire
banche dati inerenti la meccanizzazione agricola.
[Fonti AGRA] a cura di Francesco Pettinari e Angelo Zannotti
Direttore Responsabile:
Emma Ratti
Direzione Scientifica:
Mariano Landi, Federico Bonavia, Ottavio Gabrielli,
Enzo Polidori, Carlo Schiaffino
Redazione:
Flavio Brasili, Gabriella Malanga, Francesco
Pettinari, Renzo Pincini, Sabrina Speciale,
Luana Spernanzoni, Angelo Zannotti
Graficadi copertina: Stefano Gregori
Foto di copertina: AntonellaPetrini
Lefoto di questo numero sono di: Giuliano Mazzieri,
AntonellaPetrini, OrianaPorfiri, LuanaSpernanzoni
Spedizione in abbonamento postale
legge 662/96 art.2 comma 20/c - filiale di Ancona
Il Periodico viene spedito gratuitamente
agli operatori agricoli marchigiani ed a quanti
ne faranno richiesta alla Redazione presso
lAssessorato alla Agricoltura - Giunta Regionale,
Via Tiziano, 44 - Ancona - Tel. 071/8061.
In caso di mancato recapito restituire allagenzia
P. T. CMPP di Passo Varano - AN per la restituzione
al mittenteche si impegnaa pagare la relativatassa
Autorizzazione del Tribunale di Ancona n. 21/79,
in data 16 novembre 1979
Stampa: Tecnoprint srl - 60131 Ancona
Via Caduti del Lavoro 12
Te l . 071/2861423 - Fax071/2861424
Questo numero stato chiuso il 13/9/99
ed stato spedito nel mesedi settembre 1999

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