ANNO XXI AGOSTO 1999 3 CEREALICOLTURA RISULTATI E PROSPETTIVE O. C. M. CEREALI COSA CAMBIA SPERIMENTAZIONE, I RISULTATI FRUMENTO DURO: ANDAMENTO CONFERMATO FRUMENTO TENERO: CRESCITA INSODDISFACENTE ORZO, PI PRODUTTIVE LE POLISTICHE AVENA, SEGALE TRITICALE E FARRO LAVORAZIONI CONSERVATIVE E NELLE AREE PROTETTE PERISCOPIO MARCHE IL FARRO NEL PIATTO AGRICOLTURA FLASH Le opinioni espresse negli scritti pubblicati in questa Rivista impegnano solo la responsabilit degli autori E D I T O R I A L E Viene rispettato anche questanno lappuntamento con latteso numero di Regione Marche Agricoltura sui cereali. Il settore sta attraversando un periodo non felice a causa della forte ri- duzione del prezzo di vendita, stabilizzatosi ormai intorno al prezzo mondiale. Da questo quadro emerge unesigenza prioritaria , cio quella di valorizzare al meglio la produzione marchigiana per incrementare il reddito, intervenendo sulle varie fasi della filiera, dalla coltivazione, allo stoccaggio, fino alla trasformazione. Naturalmente le problematiche del settore sono diverse in ambienti a coltivazione intensiva rispetto a zone dove la produzione ed i suoi costi non potranno mai competere con quelli di mercato. E proprio di questo si tenuto conto nel redigere lo speciale. La sperimentazione e la divulgazione dei risultati sulle tecniche colturali sono ormai una tradizione per la rivista e per le strutture tecniche che con lei collaborano, come lASSAM ed il Cermis, principali protagonisti di questo numero. Oltre a questo, per, si voluta sottolineare la straordinaria importanza della valorizzazione del prodotto in fase di commercializzazione. Non ba- sta avere un buon prodotto in termini di qualit merceologica e sanita- ria, lindustria ormai richiede partite omogenee come variet, qualit e caratteristiche merceologiche, ed disposta a riconoscere loro un prez- zo maggiore: sottovalutare questa richiesta vuol dire perdere in termini di mercato e di remunerazione del prodotto. Organizzare ed incentivare lo stoccaggio differenziato pu invece permetterci di caratterizzare al meglio la produzione marchigiana, valorizzando le varie aree produttive, a volte molto diversificate fra loro per caratteristiche ambientali e pedo- logiche; riunire i semi in partite omogenee subito dopo la raccolta per- mette di collocare pi facilmente il prodotto ad un prezzo pi interes- sante; permette di pianificare le scelte varietali in base alle richieste del- lindustria e avere sempre il prodotto giusto. Cosciente di tutto questo la Regione ha finanziato un progetto, realizzato dallASSAM in collabora- zione con Associazioni Cerealicole nazionali e regionali, per la costitu- zione di una rete regionale fra stoccatori di grano duro in grado di valu- tare in tempo reale le partite di grano dividendole in gruppi omogenei. Liniziativa, di pi facile applicazione in ambienti a coltivazione intensi- va, non pu far dimenticare le zone marginali, dove sempre fonda- mentale dare sostegno alla filiera cereali, seppure per motivi e con inter- venti molto diversi. E opportuno incentivare la qualificazione del pro- dotto attraverso metodi di coltivazione a basso impatto ambientale, con un occhio particolare per la conservazione della biodiversit, del patri- monio genetico, vera fonte di rinnovamento e conservazione della vita. Nel campo della cerealicoltura nata fra gli scienziati e gli sperimenta- tori lidea di realizzare un nuovo sistema produttivo, che potrebbe ca- ratterizzare le aree protette e che prevede lutilizzazione di tecniche a basso impatto nella coltivazione di antiche variet locali di cereali, cos da conservarne la variabilit genetica. Ci darebbe la possibilit di conservare le risorse genetiche non in banche del gene ma in situ, cio negli stessi ambienti dove la natu- ra ha selezionato le variet. La caratterizzazione del prodotto, il legame che si verrebbe a creare con il territorio di provenienza, potrebbe dargli un plus valore tale da renderne conveniente la coltivazione e da garanti- re la permanenza delle popolazioni sul territorio. Marco Moruzzi Assessore agricoltura, sviluppo rurale, agriturismo, forestazione e produzione alimentare S O M M A R I O 1 3 6 9 13 16 17 21 25 28 30 31 ulla scorta dei risultati della campagna ce- r e a l i c o l a 1998/99 otte- nuti elaboran- do le informazioni raccolte dalla rete di rilevazione del Si- stema Informativo Statistico regionale e nazionale e dalle informazioni derivanti da inda- gine campionaria condotta dai tecnici dei Servizi Decentrati Agricoltura, possibile trarre le prime conclusioni sullanda- mento delle produzioni dei principali cereali e sulle relati- ve superfici investite. Il confronto con i dati delle su- p e rfici a cereali, relative agli anni precedenti, conferma la dinamica evolutiva, sia pure di modesta portata, nel breve pe- riodo, nel senso di un costante aumento del grano duro sia a livello nazionale che regionale, a scapito del tenero che fa re- gistrare costanti contrazioni delle superfici seminate. Da sottolineare, tuttavia, che nel 1999 il grano tenero si atte- stato sulle superfici dellanno precedente, facendo addirittu- ra registrare modesti migliora- menti. Per quanto riguarda l o rzo e lavena vi , parimenti, la tendenza ad un costante, anche se lieve, aumento delle s u p e rfici coltivate in linea con i diversi utilizzi che si affaccia- no sul mercato. Infine, si evi- denzia una maggiore attenzio- ne verso la coltura del farro, anche se statisticamente an- cora non significativa. Le produzioni unitarie dei ce- reali hanno fatto registrare una modesta contrazione che va dal 5 al 10 per cento a se- conda delle zone di produzio- ne per effetto di un andamen- LA SI TUAZI O NE 1 CEREALICOLTURA RISULTATI E PROSPETTIVE S RIPARTIZIONE DELLE SUPERFICI CEREALICOLE REGIONE MARCHE 1999 Ha Var. assolute anno prec. Var. % anno prec. Per Ha Totale Var. assolute anno prec. Var. % anno prec. 1994 117.758 - - 41,88 4.932.230 - - 1995 122.350 4.592 3,90 35,66 4.363.145 569.085 - -11,5 1996 123.976 1.626 1,33 39,38 4.881.880 518.735 11,9 1997 123.476 500 - -0,40 39,99 4.937.477 55.597 1,1 1998 136.198 12.722 10,30 44,78 6.099.101 1.161.624 23,5 *1999 137.861 1.663 1,22 41,96 5.784.647 314.454 - -5,2 COLTURA: FRUMENTO DURO ANNO SUPERFICIE (HA) PRODUZIONE (QUINTALI) Ha Var. assolute anno prec. Var. % anno prec. Per Ha Totale Var. assolute anno prec. Var. % anno prec. 1994 75.148 - - 46,44 3.490.155 - - 1995 65.483 9.665 - -12,86 43,88 2.873.306 616.849 - -17,7 1996 42.474 23.009 - -35,14 44,42 1.886.578 986.728 - -34,3 1997 31.333 11.141 - -26,23 41,83 1.310.767 575.811 - -30,5 1998 35.162 3.829 12,22 45,57 1.602.278 291.511 22,2 *1999 38.195 3.033 8,63 45,86 1.751.622 149.344 9,3 COLTURA: FRUMENTO TENERO ANNO SUPERFICIE (HA) PRODUZIONE (QUINTALI) * 1999 dati provvisori * 1999 dati provvisori to stagionale non favorevole registratosi in tutto il territo- rio regionale sia nella fase di semina (abbondanti piogge e freddo) che, soprattutto, nella fase di maturazione e di rac- colta del prodotto (siccit di giugno con successive piog- ge in fase di raccolta). Le coltivazioni maggiormente penalizzate da questo anda- mento stagionale sono state il grano tenero e duro, mentre gli altri cereali, soprattutto quelli pi precoci, sono sfug- giti a tali eventi sfavorevoli. Per quanto riguarda le produ- zioni unitarie di sorgo e mais, i dati in possesso lasciano prevedere stabilit delle stesse rispetto agli anni precedenti. Di buon livello pu conside- rarsi lo standar qualitativo sia dei grani che degli altri cerea- li. Fanno eccezione le partite di cereali raccolte dopo le piogge di luglio che, tra laltro, hanno fatto registrare pesi specifici inferiori alla media. Un aspetto significativo atti- nente alla qualit dei cereali legato allagricoltura biologica ed alle tecniche di coltivazione adottate in applicazione del regolamento CEE 2078/92 re- lativo alle misure agro-am- b i e n t a l i . Tali misure vengono applicate su superfici sempre maggiori nelle Marche interessano globalmente circa 10 mila et- tari con risvolti positivi sul- la qualit e sanit delle produ- zioni cerealicole regionali, nonch sulla salvaguardia dellambiente. Per quanto attiene alle previ- sioni di mercato della cereali- coltura regionale dei prossimi anni, opportuno ricordare che uno dei principali obiettivi di Agenda 2000, consiste nella riduzione delle misure di protezione della cerealicoltura medesima, al fine di ottempe- rare agli accordi firmati in sede Gatt (oggi Wto) ed ai successivi accordi, in sede comunitaria, di Berlino. Gli scenari possibili derivanti da tali accordi sono di incer- tezza per il settore. Purtuttavia gli operatori agricoli regionali, in una siffatta situazione, deb- bono orientarsi su ci che pu rendere competitivo il si- stema produttivo favorendo la capacit di adeguare lofferta alle esigenze della domanda, soprattutto in termini di qua- lit, e di servizi aggiunti resi possibili da una pi efficiente organizzazione di filiera. Le Marche in questo quadro non si trovano in posizioni svantaggiate, in considerazio- ne del fatto che le produzioni locali sono di buona e talvolta ottima qualit ed i risultati po- tranno essere positivi anche in futuro, non perdendo per lopportunit di accrescere valore aggiunto alle produzio- ni cerealicole pi tipiche della regione. Infine, per concludere, si do- vranno creare le condizioni per concentrare lofferta di prodotto di qualit omogenee. Ottavio Gabrielli Romano Armellini 2 1.442.687 1.624.736 1.665.522 1.664.600 1.629.534 1.679.231 1.000.000 1.100.000 1.200.000 1.300.000 1.400.000 1.500.000 1.600.000 1.700.000 1.800.000 1.900.000 2.000.000 anni SUPERFICIE (HA) Ha Linear (SUPERFICIE (HA) Ha) SUPERFICIE (HA) Ha 1.442.687 1.624.736 1.665.522 1.664.600 1.629.534 1.679.231 1994 1995 1996 1997 1998 *1999 884.870 858.942 792.818 703.200 698.418 699.638 500.000 550.000 600.000 650.000 700.000 750.000 800.000 850.000 900.000 950.000 1.000.000 anni Ha Linear (Ha) Ha 884.870 858.942 792.818 703.200 698.418 699.638 1994 1995 1996 1997 1998 *1999 GRANO DURO: ettari coltivati in ITALIA periodo 1994-1999 GRANO TENERO: ettari coltivati in ITALIA periodo 1994-1999 Ripartizione regionale coltivazione FRUMENTODURO anno 1999 Ripartizione regionale coltivazione FRUMENTO TENERO anno 1999 34.000 51.974 31.872 20.015 5.000 4.229 16.089 12.877 PESARO ANCONA MACERATA ASCOLI PICENO PESARO ANCONA MACERATA ASCOLI PICENO NO RM ATI VA 3 I cereali rappresentano la coltura pi impor- tante della Comunit, occupando 38 milioni di ettari, il 25% circ a delle superfici agricole comunitarie. Sono stati il pri- mo prodotto a divenire ogget- to di una Organizzazione Co- mune di Mercato, creata nel gennaio 1962, e il cui funzio- namento costato al bilancio comunitario, nel 1997, 14.000 milioni di ECU, cio il 34% del bilancio del FEAOG-Garanzia. L' EVOLUZIONE 1. L' O. C. M. del 1962 L'O.C.M. creata nel 1962 si basava su un sistema di so- stegno dei prezzi dei cereali che mirava a raggiungere 2 obiettivi principali: la salva- guardia del reddito degli agri- coltori e la stabilizzazione dei m e rcati (e quindi minimizzare la fluttuazione dei prezzi). Per ogni campagna veniva fissato un pr ezzo indi cati vo che rap- presentava il prezzo alla pro- duzione che spettava all'agri- coltore e il limite massimo cui sarebbe dovuto arrivare il prezzo di mercato. Il prezzo indicativo serviva come base per il calcolo del prezzo di in - t e rv e n t o, il livello minimo cui poteva arrivare il prezzo di m e rcato dei cereali. Se il prezzo si abbassava fino a questo livello minimo (di soli- to nel periodo del raccolto quando l'offerta superava la domanda), gli organismi na- zionali di intervento, in Italia l'AIMA, acquistavano i cereali a spese dello Stato cos l'of- ferta diminuiva e i prezzi risa- livano sopra il livello di inter- vento; quando i prezzi rischia- vano di salire sopra il prezzo indicativo (di solito alla fine della campagna di commer- cializzazione), le vendite delle scorte di intervento li avreb- bero riportati al livello del prezzo indicativo. Per far fun- zionare questo regime occor- reva proteggere i prezzi inter- ni dalla concorrenza dei ce- reali e dei loro surrogati inter- nazionali molto pi conve- nienti: sui prodotti importati si applicavano dei prelievi che rendevano i prezzi in entrata poco pi alti dei prezzi indica- tivi, per rendere vendibili al- l'estero i costosi cereali co- munitari si erogavano agli esportatori delle restituzioni pari alla differenza tra il prez- zo sul mercato interno e il prezzo (pi basso) ottenuto sul mercato estero. Questo meccanismo presto cominci a mostrare una se- rie di pecche: il prezzo indicativo e quindi anche il prezzo di interv e n- to venivano fissati ad un li- vello talmente alto che il prezzo di mercato era quasi sempre inferiore, per cui l'acquisto dei prodotti da parte degli organismi di in- t e rvento divenne quasi la prassi con costi notevoli per il bilancio comunitario e, indirettamente, per i con- tribuenti; i produttori comunitari, sot- to l'ombrello di sbocchi di mercato artificiali (gli acqui- sti di intervento e le espor- tazioni sovvenzionate), fu- rono incentivati ad aumen- tare la produzione che dal 1981 in poi risult superio- re al consumo interno, le importazioni crollarono e continuarono a crescere le esportazioni sovvenzionate; una serie di congiunture in- ternazionali (crisi petrolifere negli anni '70, disavanzi di bilancio degli USA negli anni '80) ampliarono ulte- riormente il divario tra prez- zi dei cereali comunitari e mondiali per cui le restitu- zioni alle esportazioni di- vennero sempre pi onero- se per il bilancio CE; l'aumento delle rese ag- grav il problema delle ec- cedenze, che culmin nel 1992 con la presenza nei magazzini di intervento di 32,2 milioni di tonnellate di cereali, circa il 20% delle produzione annuale; gli interessi dei consumato- ri non erano tutelati doven- do essi sopportare la diffe- renza tra gli alti prezzi co- munitari e i prezzi mondiali. Sul fronte internazionale, infi- ne, i partner commerciali del- la Comunit premevano per- ch essa aprisse i propri mer- cati ai loro prodotti agricoli e riducesse il sostegno alle esportazioni. La nuova Organi zzazione Comune di Mercato i nnova ri spetto al passato. E mantenuta lintegrazione per il grano duro e aumenta la resa media naziona- le per il calcolo della compensazione O. C. M. CEREALI COSA CAMBIA I I gravi problemi di bilancio e le pressioni internazionali sfo- ciarono nel 1992 in una rifor- ma della PAC, la riforma Mac S h a r ry, dal nome dell'allora commissario all'agricoltura. L'organizzazione comune di m e rcato dei cereali ne usc fortemente trasformata. 2. la riforma del 1992 La riforma dell'O.C.M. fu at- tuata attraverso i due regola- menti CEE n.1765/92 e 1766/92, il primo introduceva un nuovo regime di sostegno, l'aiuto a ettaro, a favore dei coltivatori di seminativi in ge- nerale (cereali, semi oleosi e piante proteiche cui pi tardi si sono aggiunti i semi di li- no), il secondo riguardava specificatamente l'O.C.M. dei cereali. Obiettivo principale che si perseguiva era quello di aumentare la competitivit dei cereali prodotti nell'UE at- traverso una drastica riduzio- ne dei prezzi di intervento (da 155 a 100 ECU/t). Ci doveva portare tre conseguenze: sco- raggiare la produzione dato che si pagava un prezzo infe- riore, rendere pi competitivi sul mercato interno i cereali UE e favorire le esportazioni con minori o senza sovven- zioni. Per salvaguardare il reddito dagli agricoltori si istitu l'ai uto di retto per etta- r o, una sovvenzione non ba- sata sull'effettiva quantit prodotta ma sulla superf i c i e destinata a cereali dichiarata dall'agricoltore e su dati di resa storici della regione di appartenenza. Per disincenti- vare aumenti di produzione inoltre si fiss una superf i c i e di base superata la quale la sovvenzione veniva propor- zionalmente ridotta. Si favori- va infine l'abbandono di aree produttive (set aside), reso obbligatorio per i grandi pro- duttori che volevano benefi- ciare dell'aiuto a ettaro. Il tas- so di ritiro delle terre viene fissato ogni anno in funzione della situazione del merc a t o . La riforma aveva uniformato i prezzi istituzionali di tutti i ce- reali, compreso il grano duro che aveva precedentemente beneficiato di prezzi pi alti, rispetto al frumento tenero, che rispecchiavano la diffe- renza di prezzi sul merc a t o mondiale e salvaguardavano le aziende produttrici, spesso di piccole dimensioni e con rese modeste. Per compensa- re i produttori di grano duro della perdita di reddito venne quindi istituito un aiuto spe- ciale supplementare a ettaro da erogare solo nelle zone tradizionali di produzione (tra cui figurano anche le Mar- che). L'aiuto veniva erogato sulla base di "diritti individua- li" ossia ettari di superf i c i e massima ammissibile per sin- golo beneficiario. Questo meccanismo stato sostitui- to, con regolamento CE n.2309/97 del 17/11/97, in un sistema di superfici massime garantite in vigore dalla cam- pagna 1999/2000. Sul fronte degli scambi inter- nazionali l'accordo di Mar- rakech dell'aprile 1994 ha fis- sato delle regole valide per il periodo 1995-2000: sostitu- zione dei prelievi all'importa- zione, basati sulla quantit, con i dazi doganali, basati sul valore, e loro riduzione pro- gressiva del 36%, riduzione delle esportazioni sovvenzio- nate in termini sia di spesa che di quantit. Per quanto concerne il sostegno interno ai prodotti agricoli questo do- veva essere ridotto del 20% in 6 anni, eccezion fatta per quei pagamenti, quali l'aiuto a ettaro per i cereali, non basati sulle quantit prodotte. Le nuove norme sono state introdotte gradualmente nel periodo transitorio (1993-96) e hanno funzionato a regime fino al 1999. La riforma del- l'O.C.M. ha contribuito a rie- quilibrare il mercato dei ce- reali anche se non ha prodot- to tutti i risultati sperati: la quantit prodot ta non dimi- nuita (tranne il 1 anno) ri- spetto ai volumi pre-riforma e 4 Nel quadro di Agenda 2000 si stabilita una modifica delle principali organizzazioni comuni di mercato (seminativi, carni bovine, latte e vino) nell'ottica di una stabilizzazione delle spese agricole. Il nuovo regolamento CE n.1251/99 del Consiglio del 17 maggio 1999 modifica il regime di so- stegno a favore dei coltivatori dei seminativi, quindi oltre ai cereali anche oleaginose e proteaginose. Per quanto concerne specificatamente i cereali il regola- mento comporta: per l'Italia un aumento delle resa media nazionale sulla base della quale viene pagata la compensazione, che passa da 3,78 a 3,9 t/ha; un aumento dell'aiuto a ettaro da 54 a 58,67 euro/t nel 2000/2001 e a 63 euro/t (circa 122mila lire) a regime dalla campagna 2001/2002; una riduzione del prezzo di intervento del 15% in due tappe, dagli attuali 119,19 euro/t a 110,25 euro/t nel 2000 e a 101,31 euro/t, a regime, nel 2001. In base alla situazione del mercato verr stabilita l'eventuale riduzio- ne definitiva del prezzo di intervento da applicare a parti- re dalla campagna 2002/2003 compensato da un aumen- to dell'aiuto a ettaro tale da mantenere invariata la pro- porzione tra riduzione di prezzo e aumento dell'aiuto cos come fissata per le campagne 2000/2001 e 2001/2002; il mantenimento della maggiorazione mensile del prezzo di intervento dei cereali da novembre a giugno, partendo da 1 euro/t per arrivare a 7 a maggio e giugno; la fissazione del tasso di ritiro delle terre obbligatorio al 10% fino alla campagna 2005/2006, restano esenti dal- l'obbligo gli agricoltori con meno di 92 tonnellate di pro- duzione; L E NOVI T I NTRODOTTE in ogni caso le sue variazioni, diverse da Stato membro a Stato membro, sono dipese pi da fattori climatici e dal- l'andamento delle rese che dalla riduzione dei prezzi e dalla messa a riposo obbliga- toria. L'efficacia di quest'ulti- ma misura stata ridotta an- che dal fatto che, a causa de- gli elevati prezzi internazionali e del rischio di carenza di of- ferta nell'UE, il tasso di mes- sa a riposo stato progressi- vamente ridotto negli anni di applicazione della riforma fi- no a raggiungere il 5% nelle campagne1997/98 e 1998/99. Si calcola che il set aside ha ridotto la produzione di 86 milioni di tonnellate nel periodo 1993-97: il dato, confrontato con la produzio- ne della sola annata 1997/98, pari a 200 milioni di tonnella- te, mostra l'impatto minimo di questa misura dovuto an- che all'aumento delle rese nelle terre rimaste produttive. Il consumo i nter no di cereali andato aumentando dalla campagna 1993-94 soprat- tutto perch cresciuto l'im- piego dei cereali comunitari per l'alimentazione animale, a scapito dei surrogati prove- nienti da paesi terzi (glutine di granturco, manioca e pata- te dolci) divenuti relativamen- te meno competitivi. I p r e z z i di merc a t o, che ci si aspetta- va diminuissero grazie alla ri- duzione dei prezzi istituziona- li, hanno conosciuto anda- menti variabili da uno Stato all'altro (il prezzo del grano tenero, ad esempio, stato molto pi alto in Italia e Spa- gna che nel resto dell'UE nel periodo 1992-98) e diversi a seconda del tipo di cereale, il grano duro resta il cereale pi caro, seguito dal granturc o . Le scorte di cereali nei ma- gazzini pubblici si sono ridot- te nel 1996/97 a 2,4 milioni di tonnellate per arrivare per a 14,5 milioni di tonnellate nel giugno 1998: queste oscilla- zioni dipendono dall'anda- mento dei prezzi di merc a t o , quando questi salgono si ac- cresce l'ammasso privato, quando invece gli operatori c o m m e rciali temono una di- minuzione dei prezzi svuota- no i loro magazzini e i cereali vengono acquistati dagli or- ganismi pubblici di interv e n t o e vanno ad incrementare le scorte di intervento. Sul fron- te del reddito agricolo, questo ha senz'altro beneficiato della riforma: poich per quasi tut- to il periodo in considerazio- ne i prezzi di mercato sono ri- masti al di sopra dei prezzi istituzionali, di fatto la perdita di reddito per gli agricoltori, dovuta alla riduzione del prezzo di intervento, stata pi che compensata dall'aiuto a ettaro. Occorre tuttavia sot- tolineare che il meccanismo di calcolo della compensazio- ne, basandosi sulla superf i c i e e su rese medie storiche, fini- sce per sfavorire le aziende di minori dimensioni e gli im- prenditori pi efficienti (quelli con rese superiori alla me- dia). I pagamenti compensa- tivi si concentrano in poche aziende di grandi dimensioni: nel 1995 il 40% dei paga- menti compensativi sono sta- ti pagati al 2,9% dei benefi- ciari (aziende con pi di 100 ha di superficie) mentre le aziende con meno di 5 ettari, quasi il 57% del totale nella Comunit, hanno usufruito solo del 4,5% dei contributi. Questa sperequazione distri- butiva si ripercuote anche a livello regionale a scapito del- le zone, tipicamente l'Italia, dove prevalgono le aziende di piccole dimensioni. Per quan- to riguarda le esportazioni, anche grazie alla congiuntura economica che ha fatto cre- scere il prezzo dei cereali sul m e rcato mondiale, l'UE ha ri- dotto notevolmente la quan- tit di esportazioni s o v v e n z i o- nate e la spesa per le restitu- zioni, anche se nella campa- gna 1997/98, a causa del nuovo crollo dei prezzi a livel- lo mondiale, le esportazioni sovvenzionate sono tornate a crescere. Sabrina Speciale 5 il mantenimento del set-aside volontario; la possibilit per gli Stati membri di applicare, nei piani di regionalizzazione delle rese, una resa specifica per il mais e rese diverse per terreni irrigati e non irrigati; mantenimento del supplemento di pagamento per il gra- no duro fissato a 344,5 euro/ha. Per quanto concerne i semi oleosi (girasole, soia, colza) il regolamento prevede un allineamento progressivo dell'aiu- to a ettaro a quello dei cereali, dagli attuali 94,24 euro/t si scender a 81,74 nel 2000/2001, a 72,37 nel 2001/2002 e a 63 euro/t a regime dalla campagna successiva. Per le col- ture proteiche (piselli, fave, lupini) l'aiuto aumentato di 6,5 euro/t essendo fissato a 72,5 euro/t dal 2000/2001. La modifiche all'O.C.M. cereali continuano a muoversi nel- l'ottica che aveva gi ispirato la riforma del '92 e cio la progressiva riduzione del sostegno basato sul prezzo di in- t e rvento e l'aumento dell'aiuto diretto "disaccoppiato" dal volume prodotto, con l'obiettivo di ridurre il ricorso all'am- masso pubblico e accrescere la competitivit dei prodotti comunitari. Appare prematuro fare un bilancio dell'impatto del nuovo regime sui redditi dei cerealicoltori: l'aumento delle rese e dell'aiuto dovrebbe comunque compensare, almeno parzialmente, la riduzione del prezzo di interv e n t o . Pi penalizzati risultano invece i produttori di girasole e soia che sopporteranno una forte riduzione del sostegno loro accordato; ci potrebbe determinare uno spostamento di questi produttori verso la cerealicoltura con conseguen- ze non ancora prevedibili. DA AGENDA 2 0 0 0 ella stagione ap- pena conclusa nelle Marche so- no stati coltivati 137.435 ettari (dati Regione M a rche, Servizio Sistema Informativo Statistico), il 10% c i rca al di sopra della Superf i- cie Massima Garantita (SMG) stabilita in 125.172 ettari, e ancor pi (+12%) rispetto alla s u p e rficie investita nella scor- sa campagna, pari a 123.049 e t t a r i . Sulla strada della continua qualificazione della durograni- coltura regionale interv e n u t a lAgenzia per i Servizi nel Set- tore Agroalimentare (ASSAM) che ha messo in piedi un pro- getto, in collaborazione con lIstituto Sperimentale per la Cerealicoltura di Roma ed ela- borato con UIAPROF e UNA- CE, due delle pi importanti associazioni di prodotto re- gionale, il cui obiettivo in- centivare lo stoccaggio diffe- renziato per partite omogenee di frumento duro classificate sulla base delle principali ca- ratteristiche qualitative. E sta- ta costituita una rete fra stoc- catori di cereali singoli e asso- ciati dotati di strumentazione Infratec per la determinazione del contenuto proteico, del glutine, dellumidit e del peso ettolitrico e del colore in alcu- ni casi. Sono stati attivati 20 siti presso altrettanti stoccato- ri, dei quali 4 aderenti al pro- getto SRAI (Realizzazione dei S e rvizi Reali inerenti lattua- zione dellAccordo Interpro- fessionale sul Grano Duro, cos distribuiti nelle 4 provin- ce: Ancona 8 siti, Pesaro 3, Macerata 6 e Ascoli 3. E importante rilevare che an- che al di fuori di questo cir- cuito aumentata la sensibi- lit su questo fronte e altre organizzazioni del settore hanno avviato iniziative simili. Se sul fronte del frumento du- ro, cereale maggioritario in re- gione (figura 1), qualche pas- so si sta muovendo, pi com- plessa sembra lorganizzazio- ne della filiera produttiva degli altri cereali, frumento tenero in primo luogo, che ha risenti- to anche nelle Marche del calo di superfici avvenuto a livello nazionale negli ultimi anni, ma soprattutto del forte divario economico con il duro in rela- zione al sostegno comunita- rio. E lecito pensare che la sopravvivenza non solo coltu- rale, ma anche economica di frumento tenero, orzo e ce- reali minori (farro, avena, orz o nudo, segale) sia ancora di pi legata ad una strutturazio- ne solida del sistema produtti- vo. Il mercato sensibile, ma non sufficientemente pronto a sostenere economicamente produzioni di nicchia il cui fu- turo vincolato ad una ade- guata valorizzazione e tipiciz- zazione al pari di altre produ- zioni locali. Non dimentichia- mo che i cereali rappresenta- no la struttura portante del si- stema agricolo regionale, sia per la vocazione ambientale sia per lelevata professiona- lit dei diversi operatori. In questo contesto non pu mancare un valido e puntuale supporto tecnico-scientifico e divulgativo in grado di fornire le informazioni necessarie a tutte le componenti della filie- ra. E per questo che lAS- SAM, con il supporto del CERMIS di Tolentino, nellam- bito della pluriennale collabo- razione con lIstituto Speri- mentale per la Cerealicoltura, ha realizzato anche nellanna- ta appena trascorsa una rete di prove sperimentali sulle di- verse specie di cereali, alcune delle quali estese anche a si- stemi agricoli biologici. I campi sono stati allestiti in cinque localit, per gran parte coincidenti con quelle dello N 6 SPERI M ENTAZI O NE SPERIMENTAZIONE, I RISULTATI Anche questanno una rete di prove i n ci nque l oca - l i t . Aumentano l e super f i ci a grano duro men- tre il tenero regi- stra un si gnifi ca- tivo calo in sinto- ni a con l a nda - mento nazionale. scorso anno, le cui caratteri- stiche sono riportate nella ta- bella 1. ANDAMENTO METEOROLOGICO E CICLO VEGETATIVO Landamento climatico stato simile nei tre ambienti di pro- va e caratterizzato da piovosit complessiva su- periore alla media storica (di circa 100 mm), partico- larmente concentrata in no- vembre, dicembre, aprile, maggio e giugno; temperature minime (me- die) costantemente sotto la norma per tutto il ciclo; brusco innalzamento termi- co (con punte di oltre 32C) e stress idrico tra lultima settimana di maggio e la prima di giugno; elevate precipitazioni nella seconda decade di giugno (oltre 50 mm in una sola settimana). Le piogge di novembre sono i n t e rvenute dopo il 20, pertan- to fino a questo momento stato possibile seminare con sufficiente regolarit in quasi tutta la regione; per alcuni ap- pezzamenti, invece, le opera- zioni si sono protratte alla se- conda met di dicembre, in particolare nella medio-alta collina interna, frequentemen- te su terreni bagnati, soffici, che in taluni casi hanno com- portato un eccessivo ap- profondimento della semente. Prima di questa data, in alcune situazioni gli agricoltori, pur di procedere con le semine, sono entrati su terreni gelati, pratica inusuale nei nostri ambienti. Le colture seminate nel primo periodo hanno avuto emer- genze pronte e uniformi; vice- versa quelle di dicembre sono risultate pi scalari e disformi. Le temperature minime sono state costantemente sotto la media storica per tutto il ciclo dei cereali, senza sbalzi termi- ci (ad eccezione di un forte vento gelido accompagnato da acqua e ghiaccio alla fine di febbraio), pertanto non si sono verificati significativi danni da freddo. Le eccessive precipitazioni di aprile, con buona probabilit, hanno causato il dilavamento dellazoto nel terreno, daltra parte la continua bagnatura della superficie fogliare ha ostacolato la diffusione del- loidio. Il fatto pi rilevante di questa stagione resta, tuttavia, il for- te innalzamento termico unito a stress idrico tra la fine di maggio e la prima settimana di giugno che ha provocato un forte shock su tutti i ce- reali, in particolare frumento duro e tenero, che hanno chiuso troppo rapidamente il ciclo; tale situazione, daltro canto, ha bloccato anche la diffusione delle malattie fun- gine. Poi, dalla seconda deca- de del mese, iniziato a pio- vere abbondantemente su piante oramai vicine alla ma- 7 Le visite ai campi speri mental i , se- gui te dall a pubbli- cazi one dei ri sul - tati ottenuti e da i ncontri tecni ci con gl i operatori del settore, rap- present ano uno dei momenti fon- damental i dell at- ti vi t di vul gati va svolta dallASSAM MAIS NOSTRANO 2% AVENA 1% SORGO 3% MAIS IBRIDO 6% FRUMENTO TENERO 16% FRUMENTO DURO 58% ORZO 14% Fig. 1 - MARCHE: ripartizione percentuale delle superfici destinate a cereali - 1999 turazione di raccolta. Ci ha causato in alcuni genotipi, so- prattutto quelli pi precoci, la divaricazione delle glumelle, aspetto che da una parte ha favorito la sgranatura e dal- laltra la germinazione, in par- ticolare nelle cv a granella bianca. Ne derivato un gra- ve deprezzamento delle carat- teristiche merceologiche del prodotto. MALATTIE FUNGINE E INSETTI Nel complesso, a seguito del decorso climatico sopra de- scritto, le malattie e gli attac- chi parassitari sono risultati modesti o scarsi in tutte le lo- calit di prova, pur rilevando nel campo di Tolentino una maggiore diffusione, favorita dalle condizioni di fondovalle. Lunica malattia degna di nota la Sept or ia t rit ici, comparsa precocemente e diffusa in ma- niera pi intensa rispetto agli altri anni, con attacchi molto gravi in taluni genotipi, in par- ticolare di frumento duro. Le infezioni di oidio, ruggine gial- la, ruggine bruna e fusariosi della spiga sono debolmente iniziate, ma non hanno avuto ulteriore sviluppo. Gli attacchi di lema sono ri- sultati nella norma, scarsi quelli di afidi. A Tolentino, du- rante la fase di allegagione, stata osservata la presenza di contarinia in misura pi diffu- sa che nelle stagioni passate, in particolare su triticale. RISULTATI Fino alla met di maggio si poteva prevedere un raccolto interessante sia dal punto di vista produttivo che qualitati- vo, pur se differenziato in re- lazione alle diverse condizioni agronomiche. Gli investimenti risultavano buoni, lincidenza delle malattie contenuta, lal- lettamento praticamente as- sente. La situazione si inver- tita a causa degli eventi me- teorologici sopra evidenziati che hanno comportato una chiusura repentina del ciclo in tutte le specie, una decurta- zione del potenziale produtti- vo, un modesto striminzimen- to della granella, lavvio della germinazione in molti genoti- pi, sia di tenero sia di duro, con conseguente decadimen- to qualitativo del prodotto. 8 Maggi ore atten- zione alla qualit a t t ra ve rso un proge t t o che si propone di incen- tivare lo stoccag- gio differenziato. LOCALIT Altitudine Caratteristiche Livello Precessione (m s.l.m.) pedo-climatiche fertilit colturale Prove realizzate S. MARIA NUOVA (AN) 250 Franco-argilloso Elevato Barbabietola FRUMENTO DURO collina da FRUMENTO TENERO zucchero JESI (AN) 96 Franco Medio-alto Fagiolino ORZO AUTUNNALE pianura da industria TOLENTINO (MC) 180 Franco-argilloso Medio-alto Barbabietola FRUMENTO DURO pianura fluviale da FRUMENTO TENERO interna zucchero ORZO AUTUNNALE ORZO PRIMAVERILE ORZO DA MALTO ORZO NUDO AVENA AUTUNNALE AVENA PRIMAVERILE TRITICALE SEGALE FARRO PETRITOLI (AP) 112 Franco-limoso Medio-alto Pisello FRUMENTO TENERO pianura interna proteico MONTEGIBERTO (AP) 250 Franco-argilloso Medio Barbabietola FRUMENTO DURO collina da zucchero Tab. 1 - Caratteristiche delle localit e tipo di prove realizzate er questa spe- cie, oltre alle prove compa- rative allestite in tre localit, stata realizzata dal Cermis anche una prova di concimazione azotata nel- lambito del programma pro- mosso dallASSAM su Agri- coltura a basso impatto am- bientale al fine di verificare la risposta sia produttiva sia qualitativa delle diverse va- riet in prova a livelli differen- ziati di azoto, tra cui quello massimo ammesso dallappli- cazione del Reg. 2078/92 nel- le Marche, pari a 90 kg/ha. In questa sede sono riportati i dati preliminari relativi ad al- cuni dei parametri agronomici valutati (figura 2), mentre i ri- sultati complessivi saranno oggetto di una pubblicazione a parte. Le prove di confronto varieta- le comprendevano 31 variet, di cui Ceedur, Provenzal, Ar- cobaleno, Claudio, Baio, Pog- gio, Elios, Flaminio, Saadi, Dupri e Nerone in prova per la prima volta. PRODUZIONE La tabella 2 riassume i risul- tati produttivi delle tre localit di prova evidenziando una produzione media (6.32 t/ha) simile a quella dello scorso anno (6.45 t/ha). Tuttavia, fa- cendo riferimento ad un gruppo di 15 variet diffuse ed emergenti nella nostra re- gione, comuni ai due anni di prova nelle due localit rima- ste invariate (S. Maria N. e Tolentino), si rileva che la Le mi gl iori va- ri et ri mangono Gianni, Duilio, Co- l osseo, Solex e Si- m e t o . E m e r g o n o I ri de, Nefer, Gra- zia e San Carlo. Si affacci ano Ar- cobal eno, Cl au- dio, Baio, Ceedur e Provenzal. P SPERI M ENTAZI O NE FRUMENTO DURO: ANDAMENTO CONFERMATO 9 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 Produzione granella q/ha Peso ettolitrico kg/hl Peso 1000semi g Spigatura ggda 1/4 Altezza pianta (cm) Allettamento % N 90 kg/ha N 125 kg/ha N 160 kg/ha Fig. 2 - Risposta media di 31 variet di frumento duro per alcuni dei parametri valutati a Tolentino nel 1998/99 a tre livelli di azoto (differenze statisticamente significative) perdita media rispetto allo scorso anno stata circa il 7% in entrambe le prove e decisamente inferiore rispetto a quella subita dal frumento tenero (-15%) nelle stesse lo- calit. Sedici delle 31 variet in pro- va hanno superato la media di campo e 7 di queste in tutti i campi: Gianni, Duilio, Ceedur, Provenzal, Ofanto, Grazia e Simeto. La variet pi produt- tiva risultata Gianni con in- dice 112; le cv Duilio, Ceedur, Provenzal, Ofanto, Grazia, Ar- cobaleno, San Carlo e Simeto hanno reso dal 5% in su ri- spetto alla media. Allultimo posto della graduatoria si tro- vano le cv Nerone e Gargano con indice inferiore a 90. Le condizioni pedo-climatiche di S. Maria Nuova si confer- mano ancora una volta le mi- gliori fra quelle di prova per la coltivazione del frumento du- ro, infatti ha fornito la resa media pi elevata (6.85 t/ha), superiore a quella del tenero nella stessa localit (6.74 t/ha); negli altri due ambienti le medie sono state simili, 6.10 t/ha a Montegiberto e 6.00 t/ha a Tolentino. PESO ETTOLITRICO E CARATTERISTICHE MERCEOLOGICHE DELLA GRANELLA Nellinsieme la qualit mer- ceologica del prodotto risul- tata modesta e decisamente inferiore rispetto quella della scorsa campagna. Il peso ettolitrico medio stato simile nelle tre prove e pari a 79.3 kg/hl; il valore pi alto (82.0 kg/hl) relati- vo alle cv Grazia e San Car- lo, il pi basso dalla variet Ofanto (76.0). Il peso medio delle cariossi- di risultato 46.1 g, il mi- nore a Montegiberto (42.9 g), il pi elevato a S. Maria Nuova (50.1 g), elemento che ha concorso con buona approssimazione allalta re- sa di questo campo; la va- riet Provenzal con il peso pi basso (36.5 g), Flaminio con quello pi alto (54.6 g). La granella ha subito un modesto striminzimento (media 3.8%), leggermente pi alto a Tolentino e Mon- tegiberto (4.2 e 6.2%) che spiega il minor peso ettoli- trico. Le cv Poggio, Varano, Mongibello, Dupri sono sta- te quelle maggiormente in- teressate (>=5%). La bianconatura ha rag- giunto il valore medio del 17%, elevata a S. Maria Nuova (33%) dove giustifi- ca anche il basso contenuto proteico, modesta nelle al- tre due localit (10 e 8 %); le cv Ofanto, Parsifal e Cee- dur con valori prossimi al 40%, la cv Mongibello con quello pi basso (1%). La volpatura o puntatura stata molto contenuta e rile- vata soltanto nella prova di Tolentino con una media del 4%, mentre nella stessa lo- calit pi rilevante stata la germinazione della granella, mediamente il 12%, Ixos la variet pi germinata (20%), Nefer la meno (2%). CONTENUTO PROTEICO Su un campione di granella ottenuto dal miscuglio delle tre repliche stato determi- nato il contenuto perc e n t u a l e in proteine con apparecchio Infratec 1225 Grain Analyzer della Tecator presso la Sezio- ne di Tecniche Merc e o l o g i c h e dellIstituto Sperimentale per la Cerealicoltura di Roma. Nella tabella 3 riportato, per ciascuna delle 31 variet, il valore medio delle tre localit. La media regionale, 14.4%, da ritenersi un valore pi che buono; la localit anconetana presenta - come gi rilevato in precedenti sperimentazioni - il valore medio pi basso (13.2%), le altre due valori si- mili e vicini al 15.0%. Tutte le variet in prova supe- rano il 13%, la cv Mongibello presenta la media pi elevata (16.0%), con valori oltre il 16% in due delle tre prove, al pari delle cv Gargano e Italo; superano il 15% le cv Va r a n o (15.4) e Nerone (15.3); il va- lore pi basso relativo alla variet Elios (13.1%). La figura 3 illustra, per un gruppo di 14 variet in comu- ne nel triennio di prove 97- 99, il contenuto proteico me- dio disaggregato per i tre anni e in ordine decrescente. L a n- nata 98 si discosta decisa- mente dalle altre due in senso negativo; le cv Italo, Simeto, Ixos, San Carlo, Solex, Ionio e Creso hanno fornito i valori medi triennali pi alti (>= 14%), tutte le altre, comun- que, superano il 13%. CONCLUSIONI Analizzando gli indici produtti- vi medi del quadriennio 1996- 1998 e del biennio 1998-1999 10 Foglie di frumento duro danneggiate da septoriosi 11 per le cultivar comuni (tabella 4) si rileva che il quadro varie- tale di riferimento non cambia sostanzialmente rispetto a quello della campagna prece- dente. Le migliori variet (in- dice >100) in quattro anni di prove lo sono anche negli ulti- mi due: Gianni , Dui l io, Co- losseo, Solex e S i m e t o. Inol- tre, dai dati del biennio emer- gono le cv Iri de (107), N e f e r (106), Grazia (102) e S a n C a r l o (102). Di queste soltan- to le cv Colosseo, Iride e Ne- fer hanno prodotto stabilmen- te sopra la media negli anni. Infine, i risultati di questa campagna nella nostra regione mettono in luce alcune novit varietali, Arcobal eno, Clau- dio, Baio, Ceedur e P r o v e n- z a l, che meritano di essere se- guite nelle prossime speri- m e n t a z i o n i . LOCALITA' VARIETA' Media S.Maria Nuova Tolentino Montegiberto 3 Localit (AN) (MC) (AP) Mongibello 15,2 16,1 16,6 16,0 Gargano 14,5 16,0 16,5 15,7 Italo 13,7 16,8 16,1 15,5 Varano 14,7 16,0 15,5 15,4 Nerone 14,5 15,8 15,6 15,3 Dupri 13,4 15,7 15,7 14,9 Simeto 13,7 15,3 15,8 14,9 Flaminio 13,0 16,3 15,2 14,8 Lloyd 14,4 14,8 15,1 14,8 Ionio 14,1 14,7 15,5 14,8 Creso 13,5 15,2 15,4 14,7 Ixos 13,3 15,5 15,3 14,7 Gianni 15,0 14,7 14,0 14,6 Duilio 13,4 15,7 14,5 14,5 Poggio 14,0 15,1 14,2 14,4 S. Carlo 12,8 15,1 15,1 14,3 Grazia 12,9 15,4 14,6 14,3 Ofanto 13,6 14,6 14,6 14,3 Colosseo 14,1 13,9 14,6 14,2 Saadi 12,2 15,5 14,9 14,2 Solex 12,1 15,0 15,5 14,2 Colorado 12,9 14,9 14,7 14,2 Baio 12,2 15,1 14,7 14,0 Provenzal 13,2 13,6 15,2 14,0 Parsifal 12,6 13,7 15,3 13,9 Claudio 12,4 14,5 14,4 13,8 Nefer 11,7 15,4 13,9 13,7 Iride 12,0 13,9 14,8 13,6 Arcobaleno 12,2 14,6 13,5 13,4 Ceedur 12,5 13,7 13,7 13,3 Elios 10,6 14,5 14,1 13,1 MEDIA 13,2 15,1 15,0 14,4 S. Maria Tolentino Montegiberto Variet Nuova (MC) (AP) Media Indice (AN) produttivo varietale
Gianni 7,86 6,32 6,97 7,05 112 Duilio 7,52 6,21 6,79 6,84 108 Ceedur 7,77 6,04 6,64 6,82 108 Provenzal 7,11 6,18 7,02 6,77 107 Ofanto 7,81 6,20 6,16 6,72 106 Grazia 7,18 6,43 6,36 6,66 105 Arcobaleno 7,48 6,36 6,07 6,64 105 San Carlo 6,94 5,98 6,96 6,63 105 Simeto 7,12 6,11 6,63 6,62 105 Claudio 6,47 6,60 6,57 6,55 104 Colosseo 7,06 6,56 5,92 6,51 103 Colorado 7,15 5,97 6,33 6,48 103 Iride 6,96 6,62 5,85 6,48 103 Baio 6,57 5,95 6,89 6,47 102 Lloyd 7,04 5,80 6,29 6,38 101 Nefer 6,98 6,17 5,96 6,37 101 Poggio 6,88 5,72 6,40 6,33 100 Ionio 6,23 6,26 6,35 6,28 99 Ixos 6,76 5,85 6,20 6,27 99 Creso 7,05 6,15 5,17 6,12 97 Solex 6,58 6,10 5,66 6,11 97 Elios 6,82 5,92 5,42 6,05 96 Parsifal 6,64 5,86 5,55 6,02 95 Italo 6,46 5,90 5,55 5,97 95 Varano 6,32 5,63 5,94 5,96 94 Mongibello 6,96 5,67 5,13 5,92 94 Flaminio 6,69 5,24 5,73 5,89 93 Saadi 6,18 5,59 5,88 5,88 93 Dupri 6,19 5,29 5,83 5,77 91 Nerone 6,07 5,70 5,10 5,62 89 Gargano 5,54 5,49 5,74 5,59 88 media di campo 6,85 6,00 6,10 6,32 100 d.m.s. (5%) 0,91 0,55 0,84 C.V. 8,11 5,66 8,43 Fig. 3 - Contenuto proteico (%) in un gruppo di 14 variet comuni al triennio di prove 1997-1999 nelle Marche Tab. 2 - Produzione di granella (t/ha al 13% di umidit) delle 31 variet nelle 3 localit di prova delle Marche Tab. 3 - Contenuto proteico medio (% su s.s.) delle 31 variet in prova in 3 localit nel 1998/99 nelle Marche 12 Variet 1999 1998 1997 1996 Medi e 1996-1999 Medi e 1998-1999 (3) (3) (3) (5) t/ha indice t/ha indice GIANNI 111 108 98 109 6,59 107 7,02 110 DUILIO 108 104 98 115 6,54 106 6,77 106 COLOSSEO 103 109 102 104 6,45 105 6,77 106 SOLEX 97 102 104 108 6,31 103 6,33 100 PARSIFAL 95 100 109 101 6,24 101 6,24 98 IONIO 100 94 102 105 6,18 100 6,18 97 SIMETO 105 101 92 103 6,19 100 6,57 103 IXOS 99 91 109 99 6,13 100 6,08 95 CRESO 97 98 103 97 6,09 99 6,23 98 OFANTO 106 94 94 99 6,07 98 6,40 100 ITALO 95 91 99 101 5,94 97 5,91 93 GRAZIA 105 98 97 6,50 102 IRIDE 103 110 100 6,79 107 LLOYD 101 98 105 6,35 100 SANCARLO 105 99 107 6,51 102 COLORADO 103 98 6,41 100 GARGANO 89 99 5,97 94 MONGIBELLO 93 89 5,84 91 NEFER 101 112 6,79 106 VARANO 95 101 6,22 98 Media di campo t/ha 6,32 6,45 5,89 6,01 6,17 100 6,39 100 Tab. 4 - Indici di resa calcolati sulla media di campo (= 100) delle cultivar in prova da almeno due anni nelle Marche (1) 100 =media campi. Tra parentesi, sotto l'anno, si riporta il numero delle localit di prova nei singoli anni. Gli articoli da pagina 6 a pagina 20 sono redatti da: Giuseppe Rocchetti, Giuliano Mazzieri, Pierluigi Crescentini ASSAM - Agenzia per i Servizi nel Settore Agroalimentare nelle Marche, Ancona Oriana Porfiri, Antonella Petrini, Donatella Fuselli CERMIS - Centro Ricerche e Sperimentazione per il Miglioramento Vegetale e superfici de- stinate a fru- mento tenero nelle Marc h e sono state di c i rca 38.622 ettari, circa 2000 ettari in pi dello scorso anno. Tale incre- mento resta tuttavia irrisorio nel panorama cerealicolo re- gionale se confrontato con gli oltre 137 mila ettari investiti a frumento duro che conferma- no il forte e crescente peso di questultima coltura per ra- gioni sia economiche sia di mercato. Pertanto, il ruolo del frumento tenero fortemente legato ad una offerta ben or- ganizzata di prodotto, diffe- renziata in relazione alle ca- ratteristiche qualitative. Questanno sono state valuta- te 30 variet di frumento te- nero fra le quali 10 nuove ri- spetto alla sperimentazione dello scorso anno: Armonia, Etecho, Freccia, Guadalupe, Lampone, Marvao, Paderno, Padus, Sirmione, Tibet. PRODUZIONE La media (6.05 t/ha) stata inferiore del 15% rispetto alla precedente campagna (7.14 t/ha). Come atteso, per le buone ca- ratteristiche pedo-climatiche, il campo di S. Maria Nuova ha dato la produzione media pi elevata (6.74 t/ha), pur rile- vando che si tratta della loca- lit dove si raggiunta la maggiore perdita di produzio- ne rispetto al 1998 (-24%). La cv Victo stata la pi pro- duttiva (8.32 t/ha) mentre Vallerosa la meno (5.55 t/ha) (tabella 5). Segue la prova di Tolentino con 6.25 t/ha di media, potenziale produttivo simile al 1998, dove la prima variet stata Bilancia (7.72 t/ha) e lultima Pandas (4.92 t/ha). Nella localit ascolana la resa stata 5.14 t/ha, an- che qui la variet Victo stata la pi produttiva, seguita da Eureka, le uniche due variet che hanno superato 6 t/ha. Nella graduatoria delle produ- zioni medie regionali emerge ai primi posti la variet Victo, lunica che ha superato 7 t/ha raggiungendo indici superiori a 120, seguita dalle cv Eu- reka, Bilancia, Tibet, Colfiori- to, Guadalupe e Enesco, subi- to prima della cv Centauro che questanno ha riacquista- to posizione nella classifica. Ancora al di sopra della me- dia generale compaiono Sois- sons, Sibilla, Sangiacomo, M a rvao, Bolero, Mieti. Fra queste sono presenti quattro variet in prova per la prima volta, Tibet, Etecho, Guadalu- pe e Marvao. PESO ETTOLITRICO E CARATTERISTICHE MERCEOLOGICHE DELLA GRANELLA La qualit merceologica della granella risulta inferiore a quella dello scorso anno so- prattutto per la presenza di cariossidi striminzite e germi- nate. Il peso ettolitrico medio 79.3 kg/hl, decisamente in- feriore a quello della scorsa stagione (83.0 kg/hl), da rite- nersi tuttavia eccellente. A S. Maria Nuova e Petritoli la media prossima a 80 kg/hl, mentre si scosta To l e n t i n o con 77.9 kg/hl, per lelevata germinazione della granella (media 11%). Le variet si differenziano molto tra di lo- ro: il valore assoluto pi bas- so (74.1 kg/hl) relativo alla cv Noce a Tolentino, mentre il pi alto (84.4 kg/hl) alla cv Serio a Petritoli; il miglior va- lore medio attribuibile alla variet Sangiacomo (83.2 kg/hl). Sono rimaste al di so- pra di 80 kg/hl le cv Colfiori- to, Enesco, Guadalupe, Lam- pone, Paderno, Rio, Salgem- ma, Serio e Soissons. Non hanno raggiunto 78 kg/hl Si- billa, Vaiolet, Vallerosa, Frec- cia e Tibet, unitamente a Eu- reka, Padus, Etecho, le prime per effetto della germinazio- ne, le seconde dello striminzi- mento della granella. La cv Mieti, pur essendo fortemen- te germinata in tutte e tre le prove mantiene un buon peso volumetrico. SPERI M ENTAZI O NE 13 FRUMENTO TENERO: CRESCITA INSODDISFACENTE L Ottime prestazioni per Eureka, C o l f i o r i t o , Bilancia, Sibilla, Enesco e Soisons Variet S.Maria Nuova Tolentino Petritoli Media Indice (AN) (MC) (AP) varietale produttivo varietale VICTO 8,32 6,85 6,25 7,14 118 EUREKA 7,49 6,56 6,23 6,76 112 BILANCIA 7,14 7,72 5,36 6,74 111 TIBET 7,02 7,03 5,94 6,67 110 COLFIORITO 7,80 6,55 5,64 6,66 110 ETECHO 7,01 6,74 5,61 6,45 107 GUADALUPE 7,29 6,37 5,29 6,32 104 ENESCO 7,40 6,52 5,01 6,31 104 CENTAURO 7,04 6,73 4,96 6,24 103 SOISSONS 6,83 6,36 5,32 6,17 102 SIBILLA 7,26 6,28 4,94 6,16 102 SANGIACOMO 7,20 6,01 5,23 6,15 102 MARVAO 6,50 6,95 4,98 6,15 102 BOLERO 7,20 5,86 5,35 6,14 101 MIETI 7,09 6,21 5,07 6,13 101 RIO 7,01 5,92 5,30 6,08 100 SIRMIONE 6,51 6,16 5,47 6,05 100 VAIOLET 6,04 6,67 5,40 6,04 100 PADUS 6,89 5,95 4,98 5,94 98 NOCE 6,55 6,04 5,11 5,90 98 PRIMOASI 6,42 6,42 4,71 5,85 97 FRECCIA 6,67 6,06 4,74 5,82 96 SERIO 6,40 6,20 4,76 5,79 96 ARMONIA 6,33 6,07 4,93 5,78 95 LAMPONE 5,59 6,23 4,98 5,60 93 SAGITTARIO 6,17 5,43 4,57 5,39 89 SALGEMMA 5,70 5,51 4,78 5,33 88 VALLEROSA 5,55 5,47 4,78 5,27 87 PANDAS 6,19 4,92 4,61 5,24 87 PADERNO 5,73 5,76 3,98 5,16 85 Media di campo 6,74 6,25 5,14 6,05 100 d.m.s. 5% 0,95 0,65 0,75 CV % 8,52 6,27 6,59 Variet S. Maria Nuova Petritoli Media (AN) (AP) varietale RIO 13,6 14,6 14,1 BOLERO 14,6 13,3 14,0 SANGIACOMO 13,9 13,9 13,9 SAGITTARIO 13,6 13,9 13,8 MIETI 13,5 13,4 13,5 PANDAS 13,3 13,6 13,5 VAIOLET 12,9 13,8 13,4 PADERNO 12,7 13,3 13,0 SALGEMMA 12,8 12,9 12,9 SIBILLA 13,2 12,4 12,8 ENESCO 12,9 12,5 12,7 SOISSONS 12,3 13,1 12,7 PADUS 12,3 12,9 12,6 VALLEROSA 11,9 13,3 12,6 LAMPONE 12,3 12,7 12,5 COLFIORITO 12,4 12,5 12,5 FRECCIA 11,9 12,9 12,4 SIRMIONE 12,3 12,4 12,4 EUREKA 12,2 12,4 12,3 CENTAURO 11,5 13,0 12,3 SERIO 11,9 12,6 12,3 BILANCIA 12,0 12,2 12,1 NOCE 11,5 12,7 12,1 ARMONIA 11,4 12,6 12,0 PRIMOASI 11,9 12,0 12,0 MARVAO 11,9 11,7 11,8 ETECHO 11,6 11,8 11,7 GUADALUPE 11,2 11,6 11,4 VICTO 11,8 10,7 11,3 TIBET 11,1 11,2 11,2 Media di campo 12,4 12,7 12,6 Parametri W P/L HARDNESS (determ. met. NIR) PROTEINE GRANELLA (% ss, met. NIR) Variet 3 localit 3 localit 2 localit 2 localit ARIETE 253 1,09 32 11,9 BILANCIA 179 0,80 33 11,1 BOLERO 184 0,32 37 12,0 CENTAURO 223 1,12 30 10,6 COLFIORITO 285 2,03 55 12,2 ENESCO 224 0,76 48 11,4 ERIDANO 218 1,37 67 11,5 EUREKA 71 0,29 50 11,2 GENIO 266 1,95 56 12,0 GOLIA 333 2,20 68 13,2 MIETI 196 0,52 66 13,1 MOL 311 1,68 70 13,9 NOBEL 150 0,36 39 12,3 NOCE 69 0,61 37 10,0 PANDAS 279 0,92 60 12,7 PASCAL 132 0,44 57 13,2 PRIMOASI 141 0,32 51 12,3 RIO 129 0,38 28 12,7 S.GIACOMO 207 0,83 41 13,1 SAGITTARIO 297 1,10 58 12,7 SALGEMMA 304 0,85 63 14,4 SERIO 179 0,37 62 12,7 SIBILLA 201 0,58 64 12,8 SOISSONS 196 0,50 60 12,3 STROIKA 197 0,54 39 11,5 TREMIE 104 0,39 60 11,4 VAIOLET 187 0,83 66 13,7 VALLEROSA 187 0,50 61 12,8 VICTO 146 0,34 33 11,4 VILLANOVA 180 1,11 28 9,6
Media di campo t/ha 6,05 7,14 7,23 Tab. 5 - Produzione di granella (t/ha al 13% di umidit) delle 30 variet in prova nel 1997/98 nelle Marche Tab. 6 - Contenuto proteico medio su s.s.% delle 30 variet in prova in 2 localit delle Marche nel 1999 Tab. 7 - Parametri alveografici W e P/L, hardness e contenuto proteico medie delle 30 variet in prova nel 1997/98 nelle Marche Tab. 8 - Indici produttivi calcolati sulla media di campo (= 100) delle cultivar in prova nel triennio 1997-1999 14 Relativamente agli altri para- metri valutati si osserva che: i danni da freddo hanno avuto scarsa incidenza; la data di spigatura e la ta- glia non differiscono me- diamente da quelle dellan- no precedente; lallettamento risultato ir- rilevante; lattacco di septoriosi stato importante nel campo di To- lentino, in particolare a cari- co delle cv Mieti e Pandas; il numero di spighe per unit di superficie rilevato nella prova maceratese stato mediamente alto e si sottolinea lelevato investi- mento della cv Victo (727 spighe per m 2 ). CARATTERISTICHE QUALITATIVE Sulla produzione di S. Maria Nuova e Petritoli stato deter- minato il contenuto proteico [su miscuglio delle tre repli- che, con analizzatore NIT (tra- smissione nel vicino infraros- so) Infratec della Foss] presso il laboratorio dellASSAM: la media risulta pari a 12.4% nel primo campo e a 12.7% nel secondo (tabella 6), con valori di circa un punto inferiore ri- spetto allo scorso anno. La fi- gura 4 illustra landamento delle proteine di un gruppo di variet comune al biennio: tutte evidenziano una riduzio- ne rispetto al 1998. La tabella 7 sintetizza i para- metri alveografici W e P/L, lhardness (indice di durezza della granella) e il contenuto proteico relativi al raccolto 1998 nelle tre localit di pro- va. S. Maria Nuova fornisce i valori migliori, con un W me- dio di 238 a fronte di un P/L sufficientemente equilibrato (0.74) e di un maggiore con- tenuto proteico. Pi scadente la qualit di Grottazzolina che presenta il valore medio pi basso di W (170) e quello pi alto di P/L, situazione in parte giustificata dal minor te- nore in proteine. Alcune delle variet in prova mostrano ec- cessiva tenacit degli impasti, con valori medi di P/L vicini a 2 (Golia 2.20, Colfiorito 2.03, Genio 1.95), aspetto frequen- temente rilevato nella produ- zione marc h i g i a n a . CONCLUSIONI I risultati produttivi della cam- pagna 1998/99 confermano quelli degli anni precedenti ed analizzando gli indici medi del triennio 1997-1999 (tabella 8) emergono le ottime prestazio- ni delle cv Eureka, Col fiori to, Bil anci a, Si bil l a, Enesco e S o i s s o n s, stabilmente supe- riori alla media in tutte le loca- lit di prova; nella media trien- nale compare anche la cv S e- r i o con indice 101. Fra i mate- riali in valutazione da un bien- nio spicca V i c t o (116) seguita da Bolero (101); qui sono in- cluse alcune variet non pi in prova da questanno, Tr e m i e , Genio e P a s c a l , ugualmente contraddistinte da elevati livel- li produttivi. Fra le novit che necessitano di ulteriori valutazioni appaio- no Ti bet, Etecho, Guadal u- pe, Marvao eSirmione. 15 Fig. 4 - Contenuto proteico % (met. NIR) su granella nelle variet comuni nel biennio 1998-1999 (media due localit) Nella regione sono oltre 38. 000 gli ettari che sono stati investiti a frumento tenero, circa 2. 000 in pi dellanno scorso 16 a gran parte delle variet di o rzo per uso zootecnico in semina autun- nale, attual- mente disponibili, di tipo polistico; queste producono mediamente di pi rispetto a quelle distiche delle quali nessuna, questanno, ha superato la media di campo. I risultati del triennio di prove realizzate nelle Marche metto- no in evidenza le cultivar Sol en, Sonora, Abondant, Samson e Balkan (tutte poli- stiche) fra le pi produttive, mentre la prima variet disti- ca Baraka. SPERI M ENTAZI O NE ORZO, PI PRODUTTIVE LE POLISTICHE L Tipo di spiga TOLENTINO MC GROTTAZZOLI NA MC media t/ha media indicizzata ABONDANT polistico 7,95 8,19 8,07 115 FEDERAL polistico 7,85 8,17 8,01 114 SERENO polistico 7,91 7,79 7,85 112 SOLEN polistico 7,56 7,81 7,68 110 ALISEO polistico 7,58 7,47 7,52 107 NIKEL polistico 7,51 7,26 7,39 105 SONORA polistico 7,52 7,24 7,38 105 BALKAN polistico 7,55 7,16 7,36 105 SAMSON polistico 6,75 7,48 7,11 101 EXPRESS polistico 7,07 7,13 7,10 101 GOTIC polistico 7,35 6,73 7,04 100 FJORD distico 7,05 6,98 7,02 100 GAIANO polistico 6,75 7,22 6,98 100 BARAKA distico 7,04 6,92 6,98 100 PASSPORT polistico 6,77 7,18 6,97 100 MATTINA polistico 7,38 6,32 6,85 98 LETIZIA polistico 7,13 6,56 6,85 98 NURE distico 6,84 6,56 6,70 96 AMILLIS distico 6,95 6,44 6,69 96 BALDA polistico 7,12 6,09 6,61 94 TREBBIA polistico 6,25 6,66 6,45 92 CANORO polistico 6,72 5,85 6,28 90 ALFEO distico 6,44 6,05 6,24 89 VERTIGE distico 6,55 5,86 6,20 89 ARDA distico 6,12 5,34 5,73 82 Media di campo 7,11 6,90 7,01 100 CV% 6,3 9,3 Produzioni medie (t/ha) di granella di 25 variet in semina autunnale in due localit delle Marche nel 1998/99 Medie produttive indicizzate delle variet di orzo autunnale in prova nelle Marche nel quadriennio 1996-1999 TOLENTINO (MC) J ESI (AN) Uno degli aspetti pi rile- vanti da mettere i n evi - denza nellambito di que- sto gruppo di cereali quell o l egato alla sal va- guardi a delle ri sorse ge- netiche di specie, e quin- di di vari et l ocal i , che ri schiano di scomparire perch non pi coltivate. La variabi li t geneti ca determinante per l evol - versi dellagricoltura e le risorse genetiche natura- li vanno accuratamente c o n s e rvate poich costi- tuiscono nel l oro com- plesso una fonte preziosa e non rinnovabile di geni uti l i. Salvaguardare l e speci e antiche e l e va- riet locali nei campi de- gl i agri col tori consente anche di conservare l e tradi zi oni cul tural i , l e usanze l ocal i e l a popo- lazione rurale in quel de- terminato ambi ente, i n parti col are nell e zone agricol e marginali . Ci presuppone per uno svi- luppo del mercato e del presti gi o dei prodotti agri col i dotati di tipici t e speci fi cit attraverso un adeguato supporto. attivit di mi- g l i o r a m e n t o genetico svolta su questa spe- cie negli ultimi anni ha con- sentito di ottenere variet di tipo invernale, resistenti al freddo e quindi adatte alla semina autunnale. I risultati di questa annata confermano la superiorit produttiva (media- mente +18%) di questa prati- ca rispetto a quella tradiziona- le di tipo primaverile. Le migliori variet di questo anno, facendo riferimento alla produzione media nelle due epoche e a confronto anche con i dati degli anni prece- denti, sono PREVI SI ON, MARISA, FLAVIA, ARGENTI- NA, TROPICALE e ORIGINE. Lutilizzo di questa specie nel- lalimentazione umana (fioc- chi, farine, prodotti dietetici) potrebbe essere un interes- sante prospettiva di sviluppo della coltura in aree interne della nostra regione. SPERI M ENTAZI O NE 17 AVENA, SEGALE TRITICALE E FARRO L AVENA I C E R E A L I MINORI Variet Tipo vegetativo Colore granella SEMINA AUTUNNALE SEMINA PRIMAVERILE Differenza produttiva della semina autunnale sulla primaverile
DONATA primaverile bianco 5,38 4,15 +30 PREVISION invernale rosso 4,72 4,27 +11 MARISA invernale rosso 4,72 4,16 +14 FLAVIA invernale bianco 4,83 3,95 +22 FULVIA primaverile rosso 4,91 3,75 +31 AVA invernale bianco 4,73 3,84 +23 ARGENTINA invernale rosso 4,39 4,13 +6 TROPICALE primaverile nero 4,15 4,19 -1 PERONA primaverile bianco 3,68 4,27 -14 DE 161 primaverile rosso 4,03 3,54 +14 ORIGINE invernale bianco 4,39 2,84 +55 NIGRA primaverile nero 3,68 3,32 +11 PONCHO invernale bianco 3,85 3,11 +24 DE 160 primaverile nero 4,44 2,21 +100 CROARA primaverile rosso 3,23 2,97 +8 SAIA - nero 2,71 2,70 0 Media di campo 4,24 3,59 +18 CV % 10,3 10,3 a segale predi- lige terreni molto magri, t e n d e n z i a l m e n- te acidi, sciolti; in definitiva si adatta a condizioni colturali molto marginali, come quelle delle zone alto-collinari e mon- tane delle Marche (Appennino, Altopiano di Colfiorito). Al pari dellavena anche questa specie, fino ad oggi coltivata prevalentemente per uso zoo- tecnico, potrebbe avere qual- che ulteriore prospettiva di sviluppo in funzione delluso alimentare, ad esempio nella preparazione del pane che un prodotto di largo consumo nelle zone alpine, la cui richie- sta in continuo aumento. Il pane di segale prodotto in moltissime forme, dimensioni e varianti, con eventuale aggiunta di semi nellimpasto o superficialmente a scopo decorativo. 18 L Variet PRODUZIONE t/ha PESO ETTOLITRICO kg/hl PESO 1000 SEMI g DATA SPIGATURA (maggio) ALTEZZA PIANTA cm ALLETTAMENTO (0-9) AVANTI 7,46 73,1 31,5 5 150 6 PICASSO 7,38 69,5 27,4 4 143 9 FERNANDO 7,10 71,5 31,0 4 143 9 URSUS 6,77 71,8 26,2 4 145 9 ESPRIT 6,54 71,7 28,4 5 154 9 CANOVU 6,41 72,1 30,5 5 156 8 CLOU 6,22 72,6 29,3 5 149 8 RAPID 5,86 72,5 32,3 6 150 8 DANKO 5,59 73,0 33,5 2 160 8 NIKITA 5,48 71,0 29,2 5 159 9 PROTECTOR 4,48 70,1 31,4 1 194 9 Media di campo 6,30 71,7 30,1 4 155 8 CV % 5,2 1,9 8,2 2,4 3,9 11,7 B E L L E E D A N N AT E Le infestanti, che sono comprensibilmente il cruccio degli agricoltori, rappresentano comunque un elemento di colore nel paesaggio agrario. Consoliamoci pensando a quanto buono un piatto di misticanza di campo SEGALE Caratteri produttivi e agronomici rilevati su 11 variet in prova a Tolentino MC nel 1998/99 n questa annata la specie ha avuto un potenziale pro- duttivo decisamente inferiore agli altri anni, con buona probabilit per i massicci attacchi di un piccolo insetto, la contarinia, le cui larve danneggiano o distruggono lovario o la cariosside appena formata. La produzione media, per le variet in comune negli ultimi tre anni, scesa del 30 per cento circa. In linea generale le variet pi precoci, come Rigel, Mizar e Antares sono state le pi penalizzate. I Variet PRODUZIONE t/ha PESO ETTOLITRICO kg/hl PESO 1000 SEMI g DATA DI SPIGATURA (gg DA 1/4) ALTEZZA PIANTA cm ALLETTAME NTO 2 (0-9) EUREKA (frumento test) 6,04 70,5 45,0 10 89 1 TRIMARAN 5,73 66,8 43,4 12 120 0 MAGISTRAL 5,32 62,2 44,9 7 128 2 ZOLDER 5,17 65,2 38,5 8 112 0 GALTIO 4,95 65,9 41,0 13 121 3 ARCENCIEL 4,81 61,8 38,5 14 118 0 NOE' 4,54 65,4 47,8 7 119 0 CUME 4,43 66,1 49,7 3 132 0 IMPERIAL 4,35 64,4 29,5 14 109 1 TRICA 4,29 62,7 49,0 1 136 0 CATRIA 4,12 62,7 54,9 1 120 0 MIZAR 2,93 66,4 49,1 1 112 0 ANTARES 2,63 63,1 47,2 1 109 0 RIGEL 2,26 62,6 59,2 1 144 0 Media di campo 4,40 64,7 45,5 7 119 1 CV % 7,1 1,3 4,2 1,8 2,8 - C a rat t e ri pro d u t t ivi e agronomici ri l evati su 13 va riet di triticale a confronto con una di frumento tenero a To l e n t i n o nel 1998/99 TRITICALE MAGISTRAL NOE' CATRIA RIGEL ANTARES MIZAR TRICA 1999 1998 1997 0,00 1,00 2,00 3,00 4,00 5,00 6,00 7,00 TRITICALE - Produzione media di 7 va riet di triticale allevat e a Tolentino nel triennio 97-99 20 li studi condot- ti negli ultimi 5 anni (nellam- bito del pro- getto 5B svolto dal CERMI S per conto della Regione M a rche) sulle due specie di farro pi diffuse in I talia (Tr i t i cum di coc cum e T. s p e l t a) hanno consentito di acquisire informazioni precise c i rca le caratteristiche morf o - fisiologiche, agronomiche e qualitative dei materiali gene- tici (popolazioni locali e variet) attualmente coltivati. Alcune delle popolazioni valu- tate manifestano la loro migliore adattabilit nelle aree di origine o in ambienti simili. Il farro molisano conferma il suo elevato potenziale produt- tivo sia nei confronti delle altre popolazioni in prova sia delle variet di spelta. Nella sperimentazione sono stati introdotte anche linee di entrambe le specie ottenute da selezione entro popolazioni locali o da programmi di miglioramento genetico e sol- tanto una (PLV 30832), in prova per la prima volta, ha mostrato un potenziale produt- tivo interessante, tuttavia non statisticamente diverso da quel- lo della popolazione Molise. G Variet o popolazione Specie Materiale genetico PRODUZIONE VESTITA t/ha PRODUZIONE NUDA t/ha RESA NUDO/VESTI TO % PESO 1000 SEMI NUDI g DATA SPIGATURA (maggio) ALTEZZA PIANTA cm ALLETTAMENTO A MATURAZIONE (0-9) PLV30832 farro linea da selezione 5,02 3,78 75 46,7 15 125 3 MOLISE farro popolazione molisana 4,94 3,77 78 47,7 16 129 7 ALTGOLD ROTKORN spelta variet 4,83 3,60 75 39,8 23 113 0 ROUQUIN spelta variet 4,83 3,60 74 41,1 23 115 0 POTENZA 1 farro popolazione meridionale 4,67 3,64 78 45,8 18 111 5 PLV4378 farro linea da selezione 4,60 3,59 78 54,1 17 127 3 GARFAGNANA farro popolazione locale 4,60 3,52 77 45,5 17 128 4 TRIVENTINA spelta linea da selezione 4,27 3,12 73 44,9 22 141 4 ITALIA CENTRALE farro popolazione locale Appennino centrale 3,40 2,63 77 31,5 21 111 9 DAVIDE farro variet da incrocio 2,61 1,54 59 49,4 8 102 0 Media di campo 4,38 3,28 74 44,6 18 120 3 CV % 5,1 5,5 1,9 5,0 2,2 4,5 81,9 FA R RO : c a rat t e ri pro d u t t ivi e agronomici ri l evati sulle 10 va riet in prova a Tolentino nel 1998/99 FARRO Farro Spelta PREMESSA Fra le colture agrarie, i cereali autunno-vernini sono quelle che maggiormente si adatta- no ad una semplificazione delle tecniche di lavorazione. Frequentemente il lasso di tempo utile per le operazioni di preparazione del terreno e la successiva semina ri- stretto, spesso con precipita- zioni che ostacolano e/o ral- lentano gli interventi colturali. Tutto ci rende vantaggioso limpiego di tecniche di lavo- razione che consentono la massima tempestivit per sfruttare al meglio le condi- zioni ottimali, per un buona riuscita della coltura sotto il profilo sia tecnico sia econo- mico, in relazione allambien- te pedo-climatico e alla spe- cie coltivata. Nelle scelte tecniche, alla luce delle direttive comunitarie che prevedono una costante e progressiva riduzione del prezzo dei prodotti, va consi- derata la necessit di conte- nere il pi possibile i costi di produzione senza penalizzare la resa. Importate appare quindi, la riduzione dei tempi di lavoro, dei consumi ener- getici e del numero di pas- saggi delle macchine. Tu t t o ci in funzione anche di una gestione del terreno che mira ad un mantenimento della fertilit e alla riduzione dei ri- schi di erosione soprattutto nelle nostre colline. Numerose ricerche indicano come non conveniente la tra- dizionale aratura profonda, che pu essere sostituita da lavorazioni pi superficiali e semplificate quali la discissu- ra, la lavorazione minima e la non lavorazione, consentendo rese produttive dello stesso ordine di grandezza. Negli ul- timi anni assistiamo ad un progressivo, seppure lento passaggio, nel nostro territo- rio, alle tecniche innovative. LA SPERIMENTAZIONE LASSAM (Agenzia Servizi e Sviluppo nel settore Agroali- mentare nelle Marche) a sup- porto dellapplicazione del Regolamento CEE 2078/92, ha promosso il programma Agricoltura a basso impatto ambientale con la collabora- zione del CERMIS, giunto al quinto anno di sperimentazio- ne. Limpostazione delle pro- ve e i protocolli sperimentali sono stati aggiustati nel cor- so degli anni in funzione delle diverse tecniche di lavorazio- ne adottate, degli ambienti di prova e delle precessioni col- turali, al fine di rispondere al meglio agli obiettivi del pro- gramma. LE TECNICHE Con la discissura, lavorazione ormai considerata tradizionale, TECNI CA CO LTURALE 21 LAVORAZIONI CONSERVATIVE Le tecnologie i n- novative per i ce- reali Autunno-Ve r- nini consentono di risparmiare, di ri- durre limpatto am- bientale, miglio- rando le caratteri- stiche dei suoli. OBIETTIVI DELLE LAVORAZIONI A BASSO IMPATTO Le t ecniche innovative di la - vor azione del ter r eno con - sentono di attuare i seguenti obiett ivi per ridurre limpatto ambiental e e migli orare le caratteristiche dei suoli: mantenere la sostanza or- ganica nello strato super- f i c i a l e ; ottenere una struttura po- rosa stabile; controllare e limitare le- rosione attraverso una pi lunga copertura vege- t a l e ; evitare il compattamento del suolo. sono state confrontate due tec- niche innovative: la lavorazione minima e la semina diretta. discissura ( control lo) , rea- lizzata con un ripuntatore a 5 ancore alla profondit di 30-40 cm e successivo pas- saggio di erpice rotante o pi raramente con erpice a dischi. La semina eseguita con una normale seminatri- ce a righe con distanza tra le file di 17 o 15 cm; lavorazione minima, realiz- zata contemporaneamente alla semina con una mac- china combinata equipag- giata con erpice rotante ab- binato ad una seminatrice a righe universali con distan- za tra le file di 15 cm o dif- ferita con un primo passag- gio di erpice a dischi, suc- cessivo affinamento con er- pice a denti rigidi e semina con seminatrice universale con distanza tra le file di 15-17 cm; semi na di retta su terreno s o d o , eseguita con una se- minatrice specifica avente un fronte di lavoro di 3,10 m con una distanza tra le fi- le di 19 cm. LE PROVE SU FRUMENTO DURO REALIZZATE DAL CERMIS NEL QUINQUENNIO Le prove sono state condotte su terreni di varia natura (ar- gilloso, ricco di scheletro e franco-limoso), di diversa giacitura (pianeggiante e col- linare) e con differenti pre- cessioni colturali (mais, bie- tola e girasole), tutte situazio- ni rappresentative della realt produttiva locale (tabella 1). Le scelte sono state effettuate in funzione della necessit di verificare le diverse tecniche sia in condizioni ottimali (quelle offerte dalla preces- sione bietola, quando la rac- colta eseguita su terreno asciutto, non calpestato e pri- vo di infestanti) sia in condi- zioni estreme (come pu ac- cadere con il mais raccolto tardivamente, con evidenti segni di calpestamento, ab- bondante presenza di flora in- festante ed elevata presenza di residui colturali). La gestione della coltura stata seguita con le tecniche ordinarie per gli ambienti di riferimento, ad eccezione del controllo delle infestanti. In particolare, la semina su sodo dopo girasole ha richiesto lu- so di un prodotto disseccante a base di g l y p h o s a t e in pre- semina, mentre il trattamento di post-emergenza stato ne- cessario in tutte le tesi. Nel caso della minima lavorazione con macchina combinata, confidando nellazione di- struttiva dellerpice rotante, non si provveduto al tratta- mento in pre-semina, tuttavia lazione meccanica non sta- ta mai completamente effi- ciente ed ha richiesto diserbi specifici in post-emergenza, tali da consigliare per il futuro un trattamento disseccante qualora vi sia una presenza importante di malerbe. La sperimentazione stata realizzata in parcelloni vicini di circa 1 ettaro di superf i c i e allinterno dei quali sono state individuate 9 aree di saggio (di 1,0-1,5 m 2 ) nelle quali so- no stati effettuati i rilievi e i relativi campionamenti per il confronto con i dati di pieno campo. 22 ANNO AMBIENTE PRECESSIONE TECNICHE 1994/95 Collina Mais granella Discissura - Semina su sodo 1995/96 Collina Girasole Discissura - Semina su sodo Pianura Bietola Discissura - Semina su sodo 1996/97 Collina Girasole Discissura - Lavorazione minima - Semina su sodo 1997/98 Non sono state realizzate prove 1998/99 Collina Bietola Discissura - Lavorazione minima - Semina su sodo Pianura Girasole Discissura - Lavorazione minima - Semina su sodo Pianura Girasole Discissura - Lavorazione minima - Semina su sodo con e senza sfibratura degli stocchi Nella pagina precedente semina tradizionale, qui sopra minima lavorazione Tab. 1 - Sintesi delle prove su frumento duro nel quin- quennio 1995/1999 L E L AV O R A Z I O N I C O N T E M P O R A N E E ALLA SEMINA Sono esaltati tutti i fattori che caratterizzano la logica delle lavorazioni conserv a- tive dei suoli e la riduzione dei costi di lavorazione. I maggiori pregi sono: elevata tempestivit di in- tervento; alta produttivit del lavoro; diminuzione dei costi colturali. SPERIMENTAZIONE DELLA CAMPAGNA 1998/1999 METODOLOGIA ADOTTATA Sono state verificate tutte e tre le tecniche in tre diverse condizioni colturali, seguendo la stessa metodologia prece- dentemente illustrata. Due prove sono state realiz- zate presso lazienda della Fondazione Giustiniani Bandi- ni nel comune di To l e n t i n o (MC), una in pianura con pre- cessione girasole e laltra in collina con precessione bieto- la. In entrambi i casi i terreni si presentavano in condizioni ottimali, privi di carreggiate e nel caso del girasole con resi- dui colturali adeguatamente trinciati e uniformente distri- buiti. Nella prova di pianura stata utilizzata la cultivar Co- losseo, mentre in quella di collina la cultivar Grazia. P e r lesecuzione della lavorazione minima sta utilizzata una macchina combinata equi- paggiata di erpice rotante ab- binato ad una seminatrice a righe. Una terza prova stata con- dotta presso lAzienda Herc o- lani Fava Simonetti dott. Filip- po nel comune di Montefano (MC), in pianura con preces- sione girasole seminato dopo pisello, usando la cultivar San Carlo. In questa prova, essen- do la raccolta del girasole av- venuta tardivamente (18 otto- bre 98) le condizioni, anche se buone, non erano al pari delle altre due situazioni (qualche segno di carreggiata e presen- za di cumuli di stocchi). Lesecuzione della lavorazione minima avvenuta con erpice a dischi, successivo passag- gio di erpice a denti rigidi e semina con la stessa semina- trice universale nella tesi della discissura. Le semine sono state realiz- zate in epoca precoce, dal 31 ottobre al 15 novembre, pri- ma dellinizio di un periodo di piogge che si protratto fino a met dicembre. RISULTATI Lo sviluppo vegetativo stato simile per tutte le tesi, ma con una migliore e pronta emer- genza per la semina su sodo. Landamento climatico e le condizioni agronomiche si so- no mantenute buone fine a met maggio, con investimen- ti adeguati, scarsa incidenza delle malattie e dellallettamen- to. Il sopraggiungere di un for- te innalzamento termico ac- compagnato da deficit idrico tra la fine di maggio e linizio di giugno ha provocato una decurtazione della produzione e lo striminzimento della gra- nella, la cui qualit merc e o l o- gica ulteriormente decaduta a causa di successive piogge. Nella tabella 2 sono riportati i risultati delle aree di saggio sottoposti ad Analisi della Va- 23 Tab. 2 - Te c n i che di gestione del terre n o : L avo razioni conservat ive per il fru m e n t o 1998/99 - Dati relativi alle aree di saggio (1) Tecnica Produz. Peso Peso Numero Altezza Numero media Ettolitrico medio piante/ pianta spighe/ t/ha Kg/hl 1000 m2 cm m2 semi g Media delle tre localit Discissura 5,09 79,9 50,5 85 383 Minima Lavorazione 5,03 -0,06 80,1 50,6 85 387 Semina su sodo 4,85 -0,24 79,8 52,1 86 383 Media di campo 5,00 79,9 51,1 85 384 Dati delle singole localit Collina dopo bietola (2) Discissura 4,48 80,7 47,0 212 97 342 Minima Lavorazione 4,64 0,2 81,0 46,5 298 98 371 Semina su sodo 4,20 -0,3 80,5 47,4 232 98 358 Pianura dopo girasole (2) Discissura 4,31 78,3 48,5 256 81 393 Minima Lavorazione 3,90 -0,4 78,5 48,3 246 79 380 Semina su sodo 3,99 -0,3 78,6 51,4 255 81 363 Pianura dopo girasole (3) Discissura 6,48 80,5 56,0 77 412 Minima Lavorazione 6,56 0,1 80,7 57,0 77 410 Semina su sodo 6,37 -0,1 80,4 57,4 78 428 (1) Aree di saggio : 9 per ogni parcellone, composte da 6 porzioni di fila lunghe 1 m, scelte a caso (2) localit: Tolentino Semina su sodo dopo girasole (3) localit: Montefano rianza, nella quale si rileva che le differenze produttive non sono statisticamente significa- tive. Tuttavia, trattandosi di prove dimostrative si eviden- ziano ugualmente le differen- ze: lo scarto produttivo a van- taggio della discissura (con- trollo) nei confronti della la- vorazione minima pari al 2%, e per la semina su sodo pari al 5%. Anche per gli altri para- metri valutati, ad eccezione del peso dei 1000 semi, le diffe- renze non sono significative. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE I risultati di questa annata confermano la validit dei si- stemi innovativi di lavorazio- ne proposti, sia per il rispar- mio energetico in senso lato (riduzione dei tempi di lavoro, dei consumi energetici e del numero di passaggi delle macchine sulla superficie col- tivata), sia per la garanzia del- le rese produttive. Infatti, i dati di pi anni di prove sulla coltura di frumen- to duro (grafico 1) evidenzia- no una produttivit soddisfa- cente delle tecniche alternati- ve alla discissura. Determi- nando una diminuzione con- siderevole dei costi dimpian- to (grafico 2), mantenendo inalterati o addirittura aumen- tando i livelli di reddito anche quando le rese unitarie sono pi basse (grafico 3), a fronte di indubbi benefici ambientali in premessa sottolineati. Per laffermazione di tale tec- niche comunque, come per qualsiasi innovazione, ne- cessaria una valutazione dif- fusa sul territorio, con prove ripetute in pi anni e i cui ri- sultati siano stati validati a li- vello aziendale. Marino Antonelli, Antonella Petrini, Moreno Paolucci CERMIS - Centro Ricerche e Sperimentazione per il Miglioramento Vegetale N.Strampelli Tolentino MC Collaborazione scientifica del Prof. Rodolfo Santilocchi della Facolt di Agraria dellUniversit di Ancona 24 0 20 40 60 80 100 Semina su sodo Minima Lavorazione Discissura Costi di impianto (%) G ra fi c o 2 - Confronto tra costi d'impianto tra dive rsi sistemi di lavo razione del fru- mento duro: indici percentuali rispetto alla discissura 1998/99 0 20 40 60 80 100 120 140 Semina su sodo Minima lavorazione Discissura Redditivit (valore indice) G ra fi c o 3 - Confronto della re dd i t ivit di dive rsi sistemi di lavo razione conservat iv i del frumento duro: indici percentuali rispetto alla discissura 1998/99 0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0 90,0 100,0 V a r i a z i o n i
d e l l e
r e s e
( % ) 1995/96 1996/97 1998/99 Anni Semina su sodo Minima lavorazione Discissura G ra fi c o 1 - Rese pro d u t t ive del frumento duro in dive rsi sistemi di lavo razione con- servativi: indici percentuali rispetto alla discissura in tre anni di prove e risorse fito- genetiche sono un segmento della biodiver- sit totale e r a p p r e s e n t a n o il materiale genetico fonte del- lampia variet della vita vege- tale e in esse sono compresi materiali provenienti da attivit di miglioramento genetico(va- riet moderne, ibridi, vecchie cultivar), variet o popolazioni locali ed ecotipi, progenitori selvatici delle specie coltivate e forme spontanee delle spe- cie affini. Il bacino del Mediterraneo uno dei centri pi ricchi in biodiversit vegetale al mon- do. Il lungo periodo di attivit agricola in questarea ha por- tato lagricoltore a sperimen- tare un numero altissimo di piante selvatiche e a domesti- care quelle pi interessanti per scopi alimentari e per al- tre utilizzazioni. Si stima che in questarea geografica han- no avuto il loro centro prima- rio o secondario di origine al- meno 360 specie di interesse agrario. Di queste molte sono andate in disuso per motiva- zioni di ordine ecologico, so- cio-culturale, agronomico, c o m m e rciale. Purtroppo mi- nore luso di una coltura, maggiore il rischio che essa diventi sottoutilizzata. In numerose specie labbandono delle popolazioni locali e lin- troduzione di variet migliora- te hanno creato un rischio reale di perdita di variabilit genetica (erosione genetica), che in casi estremi ha com- portato o potrebbe comporta- re la scomparsa definitiva della specie stessa. Alla riduzione di variabilit fra specie e intraspecie va ag- giunta anche quella di ecosi- stemi e paesaggi. La perdita di biodiversit quindi il ri- sultato di processi socio-cul- turali, economici e politici che si traduce in perdita economi- ca, perch insieme alle specie e alle variet scompaiono an- che paesaggi, sistemi produt- tivi, saperi e culture locali ad esse legati. LE AREE PROTETTE E LE RISORSE GENETICHE AGRARIE Uno degli elementi sostanziali che ha contraddistinto la legge quadro sulle aree protette (L. 394/1991) certamente quello di aver definito le stesse in sintonia con una moderna concezione di salvaguardia delle risorse naturali, di tutela del territorio e di sviluppo eco- nomico. Infatti, in Italia gran parte delle zone di elevato va- lore naturalistico caratteriz- zata da una forte antropizza- zione e dalla presenza di nu- merose iniziative economiche, prima fra tutte l a g r i c o l t u r a . Questi connotati sono molto mar- cati in diverse realt del Centro Italia, Marche ed Umbria in parti- colare, unite dal P a rco Nazionale dei Monti Sibilli- ni, regioni en- trambe contrad- distinte da ric- chezze sia natu- ralistiche sia storico-culturali. Da questi elementi nasce li- dea di definire un trinomio strategico tra area protetta, agricoltura e risorse geneti- che agrarie. E un concetto relativamente nuovo e che solo di recente stato fatto proprio da amministrazioni locali, enti pubblici, associa- zioni ambientaliste e dalla stessa opinione pubblica, grazie alla sensibilizzazione operata a vari livelli circa lur- genza della salvaguardia della biodiversit Si tratta ora di verificare se le produzioni di un tale sistema siano in grado di ottenere sul mercato un va- lore aggiunto in grado di ga- rantire leconomicit del pro- cesso produttivo e quindi un reddito agli agricoltori, pre- supposto fondamentale per garantire la loro permanenza sul territorio. Tale obiettivo pu essere raggiunto attra- verso una mirata valorizzazio- ne del prodotto sfruttando tipicit e specificit dello stesso in relazione alla zona 25 E NELLE AREE PROTETTE L SPAZI O APERTO Nell o studio si affrontano le temati che della conservazione delle risorse gene- tiche agrarie attraverso l a coltivazi one in questi particolari ambiti. Lobiettivo non disperdere i l patri monio del la bio- di versi t che rende parti col arment e ricco il bacino del Mediterraneo. di origine, alle tradizioni e alle usanze ad esso legate. Va sottolineato, altres, che frequentemente nelle aree protette a forte vocazione agricola le aziende sono ca- ratterizzate da piccole dimen- sioni, da una certa diversifica- zione colturale, da una discre- ta presenza di manodopera familiare. In questo sistema colturale ben si colloca la col- tivazione delle specie minori e delle variet locali, adattate, nel corso degli anni, alla colti- vazione in quel determinato ambiente e alle esigenze loca- li di trasformazione e utilizza- zione. E il caso, ad esempio, della popolazione Solina di frumento tenero ancora colti- vata e panificata in Abruzzo e del farro (Tr i t i c u m d i c o c c u m) di Monteleone di Spoleto, en- trambe sopravvissute nel tempo grazie alla loro adatta- bilit allambiente, ma sicura- mente anche alle loro caratte- ristiche di trasformazione. SPECIE AGRARIE INTERESSATE, PROBLEMATICHE RELATIVE A MOLTIPLICAZIONE E DISTRIBUZIONE DELLE SEMENTI Tutte le specie a rischio di erosione genetica meritano attenzione in questo contesto, in specifico quelle apparte- nenti al gruppo dei cereali mi- nori (farro, segale, avena, or- zo nudo, grano saraceno, mi- glio) e delle leguminose da granella (cece, lenticchia, ci- c e rchia, fava, fagiolo) potreb- bero essere le pioniere in questa ipotesi progettuale, trattandosi di colture larga- mente diffuse in passato, co- nosciute dagli agricoltori e con un ruolo fondamentale nel nostro sistema agronomi- co e nella dieta alimentare. Una delle problematica pi at- tuali in questo settore lin- quadramento normativo della produzione sementiera di queste specie per molte delle quali (farro, lenticchia, cicer- chia, miglio, ecc.) non esisto- no i registri ufficiali n in Ita- lia n in Europa e per quelle provviste di catalogo non prevista la certificazione di materiali genetici che non ap- partengano alla categoria va- riet o ibrido. Alcuni studiosi propongono listituzione di registri regionali delle variet locali da affiancare a quello nazionale. Infatti, lapparte- nenza a questultimo, per le normative vigenti, presuppo- ne la rispondenza ad alcuni requisiti (uniformit, stabilit, distinguibilit e valore agro- nomico) che non possono es- sere, ovviamente, soddisfatti dalla popolazione locale. Ta l i criteri, invece, possono esse- re scavalcati per liscrizione ad un registro regionale per il quale potrebbero essere suffi- cienti: nome locale, luogo di provenienza e azienda coltiva- trice, dettagliata descrizione della variet Ciononostante una tale soluzione non con- sentirebbe di certificare il ma- teriale sementiero, quindi di caratterizzarlo sul mercato e p e rci di proteggerne liden- tit. In tale direzione possono operare, al presente, soltanto i marchi IGP (Indicazione Geografica Protetta) e DOP (Denominazione di Origine Protetta) ed eventuali altri ini- ziative intraprese dagli enti gestori di aree protette, co- munit montane o comuni. Soltanto recentemente stata emanata dallUnione Europea una interessante Direttiva (n. 98/95 del Consiglio UE) che prevede la riforma dellattuale normativa europea in materia di produzione sementiera nonch laggiornamento del catalogo comune delle variet delle specie di piante agrarie. E evidenziata la necessit di garantire la conserv a z i o n e delle risorse genetiche e in- trodurre un fondamento giuri- dico a tal fine che, nellambito della normativa concernente la commercializzazione delle sementi, renda possibile la c o n s e rvazione di specie mi- nacciate dallerosione geneti- ca mediante lutilizzazione i n s i t u. Questa Direttiva dovr essere recepita dagli Stati membri entro un anno dalle- manazione, pertanto entro il 1999 si attende la predisposi- zione di norme nazionali. Co- munque rappresenta un pas- so importante verso una so- luzione delle problematiche sollevate in questa nota. Sostanzialmente la coltivazio- ne delle variet locali potreb- be rappresentare una interes- sante opportunit economica e una valida strategia di con- s e rvazione i n si t u delle risor- se genetiche in un determina- to areale. In definitiva si tratta di tipicizzare territorio, pro- dotto e processo produttivo. Pertanto il tentativo proposto quello di legare fra di loro agricoltore, aree protette e specie/variet a rischio di erosione genetica, in un siste- ma aziendale capace di soste- nersi economicamente e il pi possibile aperto, in grado, cio di trasferire linformazio- ne allesterno e da questo, 26 nello stesso tempo, recepire stimoli. Esempi in questa di- rezione sono gi realt in altri Paesi del mondo, in particola- re in quelli non industrializza- ti, pi ricchi di variabilit ge- netica, ma ancora pi a ri- schio per mancanza di inter- venti mirati. IPOTESI DI FILIERA PER LA PRODUZIONE DI SEMENTI DI VARIET LOCALI Quanto fino ad ora delineato rappresenta una filiera di pro- dotto che deve essere accura- tamente strutturata e organiz- zata per consentire di ottenere quel valore aggiunto di cui si parlava poco sopra. Il primo gradino di questa filiera ri- guarda lidentificazione e la caratterizzazione della/e va- riet locale/i, a cui segue lin- dividuazione degli agricoltori custodi disponibili ad av- viare o continuare una coltiva- z i o n e / c o n s e rvazione in azien- da, quindi la produzione (della semente da una parte e del prodotto da trasformare dal- laltra), la promozione com- m e rciale, la distribuzione al consumatore unitamente a tutte le informazioni nutrizio- nali e culinarie, nonch stori- c o - c u l t u r a l i . La fase di avvio di questo si- stema produttivo poggia su al- cuni presupposti fondamentali: precisa conoscenza della base genetica della popola- zione in oggetto e del suo livello di variabilit; idonei sistemi di conserv a- zione in purezza in relazione al sistema riproduttivo, al numero minimo di individui da conservare (e relative s u p e rfici da impegnare) e di localit di moltiplicazione; eliminazione delle fonti di inquinamento genetico, in particolare con variet della stessa specie; il sistema dovrebbe essere dimensionato alla struttura aziendale, con produzioni di seme quantitativamente commisurate al reimpiego aziendale o ad un limitato gruppo di agricoltori; la semente dovrebbe essere destinata esclusivamente al- la coltivazione nellareale di origine della variet locale. CONCLUSIONI Appare evidente come la pro- blematica esposta sia alquan- to complessa e come la defi- nizione di proposte concrete non esuli da una seria ed effi- cace programmazione politica e strutturale che coinvolga tutti i soggetti della filiera, nonch le istituzioni pubbli- che. La recente Direttiva UE sopra citata va certamente vi- sta in maniera positiva anche a testimonianza di una certa sensibilit al riguardo da par- te del legislatore. I presupposti perch un tale sistema possa funzionare sembrano esserci, sicura- mente i governi locali potran- no fare molto in questo con- testo, sfruttando le normative comunitarie, gli strumenti ter- ritoriali di cui dispongono e coinvolgendo gli agricoltori che sono gli attori principali di tali iniziative. Appare ne- cessario ragionare in unotti- ca di sistema, promuovendo lopera di conservazione di in- teri agro-ecosistemi e, al loro interno, delle risorse geneti- che agrarie. In questa direzio- ne pu veramente essere ot- tenuto un sistema agricolo moderno, che dovrebbe con- traddistinguere tutte le agri- colture avanzate. Infine, la societ civile non pu esimersi dallacquisire coscienza di queste proble- matiche ed essere disposta a pagare un prezzo perc h questa opera di salvaguardia sia necessariamente portata avanti. Oriana Porfiri (CERMIS, Tolentino) Valeria Negri, Renzo Torricelli, Mario Falcinelli (Istituto Miglioramento Genetico Vegetale, Perugia) 27 Lavoro realizzato dal CERMIS nellambito del progetto Sviluppo di produzioni sementiere biologiche attraverso un progetto di fi- liera finanziato dal Reg. CEE n. 2081/93 - Ob. 5B. Sintesi dellomonimo lavoro presentato al Seminario GESTIONE DELLE RI- SORSE AGROFORESTALI IN AREE PROTETTE svoltosi ad Ancona il 19-21 febbraio 1999 Omaggio a Str ampelli La coperti na non del l e pi accatti vanti , ma bi sogna consi derare che si ri fe- ri sce ad una pubbl i cazi one del 1907. Presenta i nfatti i l pri mo e prati camente l u n i c o l a v o ro di Nazar eno Strampel li , genetista macer atese e cre a t o re d i vari et di fr umento col ti vate non sol o i n I tal i a, ma i n mol ti paesi del mondo. Strano desti no quel l o di Strampel l i : un l avoro i ncessante l o porta al l a veri fi ca del l e l eggi di Mendel senza conoscerl e, a mettere l e basi i n I tal i a del l a gene- ti ca moderna, a portare i l suo paese, nel l a scel ta del l autarchi a del peri odo fasci sta, al l autosuffi ci enza granari a, tanto che nel 1929 vi ene nomi nato sena- tore del Regno, eppure non ebbe modo di confrontarsi con sci enzi ati di al tri paesi e l a sua opera ri mane sacri fi cata propri o dal l i sol amento del regi me. Parl are di Strampel l i o ri pubbl i care i suoi l avori (come ha fatto i l CERMI S i n questo caso) ha pertanto senso: l o possi amo fare con orgogl i o perch mar - chi gi ano, l o dobbi amo far e per ch ha i ntrodotto un metodo e u no sti l e di l avoro che ancora oggi appare moderno. C poi unal tra ragi one ed che si spese nel l o sforzo di col l egare l a ri cerca con l a real t agri col a; fu i nfatti uno dei promotor i del l e cattedr e ambul anti , anti ci patr i ci di quel l a che oggi si chi ama assi stenza tecni ca e che furono uno straordi nari o strumento tra l a fi ne del secol o scorso e l i ni zi o di questo - di cresci ta nel l e campagne e non sol o per quanto ri guarda l agri col tura. Non a caso l esperi enza fu bruscamen - te i nter rotta e sosti tui ta con unorgani zzazi one pi control l abi l e, come quel l a degl i I spettorati provi nci al i , che ri spondevano di rettamente al l o stato centra- l e e dove l e competenze ammi ni strati ve fi ni rono per sbi adi re e i nfi ne azzera- re l a funzi one di datti ca. Un pi ccol o ri cordo di Strampel l i non poteva qui ndi mancare i n un speci al e dedi cato ai cer eal i e al l a speri mentazi one i n questo campo. (e.r) 28 OLTRE 700 ETTARI DI NUOVI IMPIANTI DI VIGNETI L Assessorato Agricoltura ha autorizzato nel mese di agosto nuovi impianti di vigneti DOC per una superficie di 70 ettari. Negli ultimi due anni si riusciti ad aumentare la superficie vi- tata della Regione utilizzando ha affermato lAssessore Mo- ruzzi tutti gli spazi che ci sono per il miglioramento della qua- lit, riuscendo ad aggirare il divieto comunitario. Ci ha consentito unulteriore sviluppo della viticoltura marc h i g i a n a . Essendo circa 20 mila gli ettari a vigneto, lincremento del 3,5 per cento: in assoluto il miglior risultato delliniziativa pubblica tra le diverse regioni. I 70 ettari, che riguardano le provincie di Ancona e Macerata, si aggiungono agli altri 526 assegnati nel 98 e nel 99 ; tali su- perfici sono state assegnate agli operatori cos ripartite: L incremento delle superfici con- cesse per limpianto dei vigneti risultato dallimpegno profuso per un settore chiave per lagricoltura m a rchigiana e volto a rafforz a r n e la vocazione verso la qualit. POTENZIALE VITIVINICOLO. SI APRONO NUOVE OPPORTUNIT Nuove possibilit si aprono per il settore visto che la legge ap- provata lanno scorso dal Consiglio regionale sulla Gestione dei diritti di reimpianto dei vigneti (n.23/98) ha avuto il definitivo ok di Bruxelles: la relativa notifica della Commissione europea in- fatti dellinizio del mese di agosto. La legge attiva un meccani- smo che consente di tenere sotto controllo le superfici che vengono espiantate e che quindi costituiscono diritti di reimpian- to, per fare in modo che questi vengano utilizzati da altri viticol- tori marchigiani, evitando cos quello che avveniva in passato, quando imprenditori, soprattutto toscani, acquistavano i diritti per utilizzarli altrove. Tutto ci reso possibile attraverso un ruo- lo attivo della Regione: infatti punto centrale della legge la co- stituzione di un Registro regionale sul quale vengono appoggia- ti i diritti per essere rivenduti ad operatori che ne facciano ri- chiesta ai fini dello sviluppo aziendale. Chi mette a disposizione di tale Registro i propri diritti ricever una indennit, che dovr essere fissata dal Comitato vitivinicolo regionale. La legge tende ad evitare lemigrazione dei diritti di reimpianto, andando a rafforz a- re quelle realt valide sotto il profi- lo aziendale e che stanno sul mer- cato con prodotti che riscuotono il consenso del consumatore. Da se- gnalare che un procedimento ana- logo a quello previsto nella legge stato adottato dalla stessa Commis- sione Europea nellOCM vino. 1998 1999 MC 29.98 12.42 AN 151.23 87.01 AP 300.18 75.53 PS 43.75 3.5 P E R I S C O P I O M A R C H E P E R I S C O P I O M A R C H E P E R I S C O P I O M A R C H E LA GESTIONE DEL DEMANIO FORESTALE REGIONALE PASSA ALLA COMUNIT MONTANA Dal 1 ottobre 1999 la gestione del demanio forestale regiona- le, composto da 20 mila ettari boscati, oltre a terreni, fabbricati e strade, passa alle Comunit Montane. In accordo con lUn- cem (Unione Nazionale Comunit Montane) la Giunta Regionale ha stabilito che le funzioni di gestione, delegate dallo Stato alle Regioni, passino direttamente alle Comunit Montane; restano alla Regione i vivai regionali e le tartufaie sperimentali. Competono quindi ora alle Comunit Montane il rilascio delle concessioni produttive (compresa la raccolta dei prodotti del bosco), la tabellazione e la perimetrazione delle aree demaniali, la manutenzione dei fabbricati rurali, il rilascio delle autorizza- zioni turistiche e sportive e la formulazione dei pareri tecnici per linstaurazione di servit. MALTEMPO: LA REGIONE SEGNALA AL MIPA DANNI PER 118 MILIARDI DI LIRE La Giunta Regionale ha chie- sto il riconoscimento dello stato di calamit naturale per le piogge e le grandinate che hanno flagellato le province di Ancona, Ascoli Piceno e Ma- cerata fra maggio e luglio 99, coinvolgendo ben 60 Comuni con danni stimati di 118 mi- liardi di lire. I contributi an- dranno a compensare le aziende agricole per i danni alle produzioni ed alle struttu- re, ed i Consorsi di Bonifica per i danni alle opere pubbli- che di bonifica. L A s s e s s o r a t o Agricoltura sar: dal 9 al 14 ottobre a Coloni a (Germania) , con uno stand commerciale presso la Fiera Agroali mentare ANUGA. da luned 8 a mercoled 10 novembre a Tokio, Osaka e Fukuoka (Giappone), per uno Wine and Food tasting (assaggi o di vino ed alimenti) con alcune aziende marchigiane. il 1 ottobre a Macerata Feltria (PS) con un convegno sulle carni certifi cate. il 7 ottobre al le ore 11 presso la Sal a al piano terra dell a Giunta Regional e con una conferenza stampa per ill ustrare il progetto Adotta un bosco, reali zzato in collaborazione con l e Poste Ital iane. Verr presentato il volumetto Il bosco reali zzato dall Assessorato agricoltura. A DUE ANNI DAL TERREMOTO LA REGIONE FA IL PUNTO SULLA RICO- STRUZIONE Presentata in una conferenza stampa una Delibera della Giunta Regionale contenente misure urgenti per accele- rare le procedure di ricostruzione e lammissione al finan- ziamento di interventi non finanziati con fondi UE, con un im- pegno di spesa di 850 miliardi. Secondo il presidente DAmbrosio questo atto permetter ai Comuni di avere a disposizione i fondi necessari alla ricostru- zione di opere pubbliche, ripristino del patrimonio culturale e delle infrastrutture, favorendo la ricostruzione pesante. La conferenza stampa ha permesso di fare il punto sulla rico- struzione, che ad oggi vede 109 cantieri chiusi nellambito della ricostruzione leggera, 66 Programmi di recupero approvati su 95 presentati ed uffici preposti attivi durante tutta lestate per ricevere e valutare i progetti ancona in via di presentazione. So- no stati impegnati 3000 dei 3500 miliardi disponibili, mentre in fase conclusiva il Programma Straordinario di edilizia resi- denzial e pubbli ca, che prevede il reperimento di 1034 alloggi (in acquisto o in affitto) per favorire luscita dai containers. PROCEDE A LUNGHI PASSI LA REALIZZAZIONE DELLINVENTARIO FORESTALE REGIONALE La Giunta ha effettuato il pagamento della prima tranche di la- vori ed ha autorizzato una spesa complessiva di circa 1 miliar- do e 400 milioni per la realizzazione dellinventario e carta fo- restale regional e da parte dellIPLA (Istituto per le piante da legno e lambiente) di Torino, che nello scorso anno si aggiu- dic lincarico attraverso una gara europea dappalto. Il proget- to permetter di individuare la reale consistenza del patrimonio forestale regionale per poter programmare a medio termine in- t e rventi di recupero e gestione delle aree boscate. Il progetto far ordine fra i dati disponibili in materia, numerosi ma non univoci, derivanti dalle rilevazioni Istat e dallInventario foresta- le nazionale, organizzandoli in base alle specie, ai tipi forestali, alla localizzazione delle aree, al tipo di propriet ed alle destina- zioni prevalenti. NUOVI ORIZZONTI PER IL CAVALLO ITALIANO DA SELLA La Regione ha finanziato, ai sensi del bando relativo agli alleva- menti zootecnici alternativi dellobiettivo 5b, il Progetto Sele- zione Cavallo da sella Italiano con un primo impegno di spesa di 105 milioni, pari a circa la met della somma totale prevista. Lallevamento del cavallo da sella interessa molti piccoli alleva- menti della Regione, finora non coinvolti in un progetto comu- ne di selezione; lo scopo del progetto proprio quello di orien- tare gli allevatori al miglioramento genetico delle fattrici per ot- tenere una popolazione equina da competizione sportiva sem- pre pi qualificata ed omogenea. Prevede il miglioramento delle fattrici mediante accoppiamento con stalloni selezionati, lassi- stenza alle fattrici, contributi al mantenimento e la valutazione dei puledri; ad oggi ha consentito di ottenere ben 85 fattrici migliorate dalle 25 selezionate nel 1996. AZIENZE BIOLOGICHE: POSSIBILE IL DIVIETO DI CACCIA In base alla l.r. 7/95, art. 21, il produttore biologico pu chiede- re che nei terreni della sua azienda venga vietata lattivit vena- toria. A questo scopo deve presentare una domanda allUfficio caccia della Provincia competente, dove trover anche un fac- simile per la richiesta, alla quale tra i vari documenti dovr allegare la notifica di attivit biologica, rilasciata dagli organi- smi di controllo. A cura di Gabriella Malanga e Luana Spernanzoni 29 P E R I S C O P I O M A R C H E P E R I S C O P I O M A R C H E P E R I S C O P I O M A R C H E Ci sembr at o oppor t uno , a chi usur a di questo numer o speci al e sui cer eal i r ipor t ar e al cune r icet t e che l i vedono pr otagoni st i. Ne proponi amo alcune a base di farr o, anti co cer eal e colt ivato dai Pi ceni , per i quali costituiva non solo un pr ezi oso al i mento ma an - che una merce di scambio con le popolazioni limitrofe. La pr i ma una r i cet t a t r adi - zi onale marchigiana tipica del per i odo i nver nal e quando si fa la pista (quando si ammaz - za il mai ale n.d.r.) e del mai a - le si sa non si spreca niente e si utilizzano anche le ossa per f ar un br odo sapor i t o, nel qual e i cont adi ni del l e zone interne cuociono il farro men - t r e nel le zone col l inar i e co - st ier e lessavano i l r iso Vi al o - ne Nano coltivato in asciutto. Comunque t utte l e ricett e so - no appet i t ose e sempl i ci , equi li brat e sott o i l profi lo di e - t eti co, car at t er i st iche quest e di tutta la cucina marchigiana. CON I L MAI ALE Per 4 persone: 400 gr. di farro oppure di riso qualche osso di maiale una costa di sedano, una carota, una cipolla un mazzetto di odori (maggiorana, salvia, mentuccia, timo ) 50 gr. pecorino grattugiato sale Mettere a bollire in una capiente casseruola con tanta acqua le os- sa e alcune cartilagi- ni del maiale. Salate unite la cipolla, alcuni spic- chi daglio con la c a m i c i a e una costa di sedano. Far bol- lire a fuoco lento per circa tre ore, a cottura avvenuta, toglie- te le ossa e filtrate il brodo. Rimettere al fuoco aggiunge- re un trito di maggiorana, mentuccia, timo, salvia e una punta di concentrato di po- modoro. Quando riprende il bollore unitevi il farro brillato in quantit adeguata al bro- do, regolatevi come per il ri- so. Lasciare cuocere un mez- zora circa, avendo cura di mescolare spesso ed infine s e rvite con un abbondante spolverata di pecorino grat- t u g i a t o . I N M I N E S T R A Per 4 persone: 250 gr. di farro spezzato 2 pomodori rossi 1 cipolla 100 gr. di guanciale magro o pan- cetta affumicata pecorino grattugiato peperoncino sale Soffriggere in poco olio extra vergine di oliva il guan- ciale e la cipol- la ( meglio aggiungere la cipolla in un se- condo momen- to), appena indo- rato il tutto a giun- gere i pomo- dori e un pezzetto di peperoncino, salare poi ag- giungere i farro spezzato; far- lo tostare leggermente poi aggiungere acqua. Cuocere a fuoco moderato per c i rca 40 minuti. Servire aggiun- gendo pecorino grattugiato. C O N I C E C I Per 4 persone: 200 gr. di farro 200 gr. di ceci 5 cucchiai di olio di oliva _ cipolla 1 costola di sedano qualche foglia di salvia poco rosmarino 150 gr. di prosciutto crudo 250 gr. di pomodori freschi sale e pepe q. b. La sera precedente lavare e mettere in acqua fredda, in due diverse pentole, farro e ceci; lessare in acqua senza sale i ceci per 90 minuti e tenere il brodo di coltura. A parte, in un tegame far appassire nello- lio un trito di cipolla, sedano, salvia e rosmarino; aggiungere il prosciutto tagliato a dadini e i pomodori spellati e privati di semi, facendo cuocere per 15 minuti circa. Passare al setac- cio la met dei ceci ed aggiun- gerla al soffritto con il brodo di cottura; lessare a parte in ab- bondante acqua salata il farro per circa 30 minuti, riunire in una terrina il soffritto e laltra met dei ceci. Salare, pepare e s e rv i r e . I N P O L P E T T E Per 4 persone: 150 gr. di farro in chicchi 1 uovo 30 gr. di formaggio pecorino o parmigiano grattugiato un cucchiaio di prezzemolo tritato sale q. b. pepe o noce moscata q. b. 2 spicchi di aglio pan grattato q.b. Dopo aver tenuto a bagno il farro per una notte, lessarlo per 30 minuti circa a fuoco lento, quindi scolarlo. Frullare il farro, unire luovo, il for- maggio ed il prezzemolo, sa- lare e pepare, quindi fare del- le polpette grosse come una noce, passarle nel pan grat- tato e infine friggerle in olio caldo voltandole da ambedue le parti. Quando saranno do- rate scolarle su carta gial- la, e servire su un letto d i n s a l a t a . G USTARE LE M ARCHE 30 IL FARRO NEL PIATTO 31 L' ANTITRUST CONTESTA I POTERI DEI CONSORZI DI TUTELA DEI PRODOTTI DOP Un comunicato stampa dell'Autorit Garante della Concorrenza e del Mercato informa che l'Antitrust intervenuta, con una segnalazione al Parlamento e al Governo, in materia di denominazioni di origine pro- tetta (Dop), relativa al disegno di legge comunitaria per il 1999 e al di- segno di legge recante "Norme sulle denominazioni di origine protetta, sulle indicazioni geografiche protette e sulle attestazioni di specificit dei prodotti agricoli ed alimentari. Le norme esaminate intendono attribuire ai consorzi di tutela dei pro- dotti Dop poteri che risultano loro preclusi sulla base dei principi e delle norme stabiliti in ambito comunitario e nazionale, in quanto attri- buiti ad organismi diversi. In particolare, sarebbe riattribuito ai con- s o rzi il potere di apporre marchi o contrassegni prodotti Dop, attivit che, dal 1 gennaio 1998, svolta da organismi di controllo indipen- denti, appositamente autorizzati dal Ministero delle Politiche Agricole, e che costituisce atto conclusivo della procedura di verifica della conformit dei prodotti DOP ai disciplinari di produzione. Pertanto, la disposizione si pone in contrasto con il disposto del regolamento co- munitario 2081/92, che disciplina la materia, e potrebbe introdurre vincoli ingiustificati alla libert imprenditoriale delle singole imprese attive delle produzioni Dop. LA SCURE DELLA UE SUGLI AIUTI PER L' OLIO D' OLIVA La quantit massima garantita di olio di oliva per la campagna 1997- 98 era stata fissata in 1milione 350mila tonnellate per tutti i Paesi del- la Ue. La produzione ammessa all'aiuto comunitario risultato pari a 2milioni 249mila 291 tonnellate. Lo sfondamento del tetto quindi di oltre il 40%. Il taglio all'aiuto risulta pari al 43% circa. I produttori italiani riceve- ranno 80,17 Euro/q invece di 142. In lire il sostegno cala da 274.950 a 155.230; complessivamente gli olivicoltori nazionali riceveranno 1.100 miliardi invece di 1.950. A partire dalla campagna 1998-99 e per le due successive varr la co- siddetta riforma ponte che prevede sia un innalzamento del plafond comunitario a 1milione 777mila 261 tonnellate con una ripartizione in quote nazionali sia un abbassamento dell'aiuto alla produzione a 132,25 Euro/q (256.000 lire). FORTE AUMENTO DELLE IMPORTAZIONI ALLOLIO D' OLIVA In forte espansione nel primo trimestre '99 l'importazione di oli d'oliva. L'annata di "scarica"sul fronte produttivo (l'ultimo raccolto ha segnato un meno 34% annuo) ha spinto le importazioni oltre la soglia delle 133mila tonnellate con un aumento del 24% sui primi tre mesi del'98. Con riferimento alle singole voci, le importazioni di oli vergini hanno segnato una crescita di oltre il 30% su base annua. In forte aumento anche gli acquisti dall'estero di oli d'oliva raffinati e di sansa, mentre segnano il passo le importazioni di lampanti. A sua volta l'export ha superato la soglia delle 57mila tonnellate (+24%). Aumenti si registrano in particolare per gli oli vergini (+25%), che rappresentano quasi la met delle vendite all'estero, e i raffinati d'oliva (+17,3%), con ampi progressi anche per i lampanti e gli oli di sansa. PER ASSISTERE I FRANTOIANI E' NATO IL CONAF Su iniziativa del C.N.O. si costituito il CONAF - Consorzio nazionale Frantoiani - associazione che si propone di rappresentare presso le istituzioni comunitarie, nazionali e regioni le istanze dei frantoiani, ga- rantendo loro un'adeguata assistenza legale, amministrativa, tecnica, commerciale e promozionale. LE REGOLE UE METTONO A RISCHIO I FRANTOI OLEARI Oltre quattromila frantoi rischiano di subire pesanti ripercussioni a causa dell'applicazione del regolamento comunitario n. 2366/98, che reca le modalit di applicazione del regime di aiuto alla produzione di olio di oliva per le campagne di commercializzazione dal 1998/99 al 2000/2001. La legge comunitaria obbliga, tra l'altro, questi impianti a dotarsi di si- stemi automatici di pesatura e registrazione del peso dell'olive, oltre- ch di contatori elettrici distinti per impianti di triturazione. L ' o b i e t t i v o della Unione europea quello di intensificare l'attivit di controllo per accertare l'effettiva quantit di olio prodotto in ciascuna campagna. CONTRIBUTI AGRICOLI: ENTRO IL 2 NOVEMBRE LA DOMANDA DI CONDONO Si protraggono i tempi per poter esercitare la facolt della regolarizza- zione contributiva in agricoltura (dal 31 maggio al 31 ottobre 1999) e cambiano le scadenze delle 20 rate consecutive di pari importo per chi sceglie il pagamento rateizzato di quanto dovuto. Lo stabilisce la legge di conversione, approvata definitivamente, dal decreto legge n. 148 del 24 maggio 1999. In concreto la domanda di condono pu essere presentata entro il 2 novembre 1999. In caso di rateizzazione del pagamento del debito contributivo, la legge di conversione nel confermare le venti rate, con- secutive di pari importo, ha fissato la prima al 2 novembre e la secon- da entro il 15 dicembre 1999, mentre le successive avranno cadenza semestrale a decorrere dal 31 maggio 2000. Possono avvalersi della regolarizzazione agevolata della posizione de- bitoria i seguenti soggetti: i datori di lavoro agricolo e non solo per gli operai ma anche per gli impiegati, i coltivatori diretti, mezzadri, coloni e rispettivi concedenti e gli imprenditori a titolo principale; i conce- denti a compartecipazione familiare e la piccola colonia e i coloni mezzadri optanti. Formano oggetto della sanatoria i contributi e premi previdenziali e assistenziali omessi relativi a periodi contributivi, non colpiti da pre- scrizione, maturati fino a tutto il 1997. AGRICOLTURAFLASHAGRICOLTURAFLASHAGRICOLTURA FLASH 32 AGRICOLTURAFLASHAGRICOLTURAFLASHAGRICOLTURA FLASH IN ARRIVO 178 MILIARDI DI COMPENSAZIONI PER I SEMINATIVI Il Comitato di gestione Agromonetario ha approvato un regolamento del- la Commissione dell'Unione europea, che fissa i massimali della prima rata della compensazione spettante ai vari Paesi per la riduzione dei pa- gamenti diretti ai seminativi conseguente all'entrata in vigore dell'euro. La compensazione si riferisce ai pagamenti della campagna 1999-2000 (raccolti 1999), che saranno erogati a partire dal 16 ottobre prossimo. Come noto l'introduzione dell'euro ha, di fatto, ridotto il tasso di conversione utilizzato per il calcolo dei premi in moneta nazionale. Da 2030,4 lire/ecu si passati alla parit fissati 1936,27 lire/euro. Al nostro Paese in base alla normativa comunitaria che disciplina il pas- saggio all'euro, spetta - per i raccolti 1999 - una compensazione pari al 4,861% delle erogazioni effettuate a valere dalla precedente campa- gna (raccolti 1998). La prima rata dell'aiuto compensativo a totale carico dell'Unione eu- ropea. Per i prossimi due anni, potr essere corrisposta una compen- sazione ridotta, rispettivamente, del 33% per i raccolti 2000 e del 66% per i raccolti 2001. Per queste due campagne, per, la compensazione dovr essere cofi- nanziata dagli Stati membri in misura del 50%. AL VIA GLI INCENTIVI PER L' AGRICOLTURA E' in dirittura d'arrivo il piano di interventi messo a punto dal ministro per le Politiche agricole per ridurre i costi di produzione e favorire il rafforzamento strutturale delle imprese. In pratica un pacchetto di misure che hanno attuazione al cosiddetto "decreto tagliacosti" (n. 173/98). In particolare si tratta di agevolazioni fiscali sull'acquisto di carburan- ti, incentivo per l'utilizzo delle biomasse a fini energetici, sviluppo del trasporto intermodale. E ancora: contributi sugli investimenti per mi- gliorare la competitivit delle imprese agricole e agroalimentari, aiuti per il salvataggio delle cooperative in difficolt finanziaria, possibilit di estinzione anticipata dei vecchi mutui agrari, con diritto di conser- vare i contributi pubblici sugli interessi. Tra gli interventi, spicca il ca- pitolo sul credito. Con le nuove norme si da la possibilit di estinguere in anticipo i mu- tui contratti da almeno cinque anni, rinegoziandoli a condizioni pi vantaggiose, senza perdere il diritto ai contributi pubblici sugli inte- ressi pagati. GIOVANI FAVORITI NELLE SUCCESSIONI Le agevolazioni fiscali disposte per i giovani agricoltori dalla legge 15 dicembre 1998 n. 441 si applicano non solo ai trasferimenti a causa di morte verificatasi dal 1 gennaio scorso in poi ma anche a quelli per i quali il termine per la presentazione della dichiarazione di successione, apertasi nel 1998 scadesse dopo il 1 gennaio 1999. Lo afferma la risoluzione ministeriale n. 104/E del 22 giugno 1999. Come noto, l'articolo 14 della legge 441/98, "al fine di favorire la con- tinuit dell'impresa agricola gli atti relativi ai fondi rustici oggetto della successione o di donazione tra ascendenti e discendenti entro il t e rzo grado sono esenti dall'imposta sulle successioni e donazioni, dalle imposte catastali, di bollo e dall'Invim e soggetti alle sole impo- ste ipotecarie in misura fissa" qualora i soggetti interessati siano: a) coltivatori diretti ovvero imprenditori agricoli a titolo principale, che non hanno ancora compiuto i quaranta anni, iscritti alle relative ge- stioni previdenziali, o a condizione che si iscrivano entro tre anni dal trasferimento; b) giovani che non hanno ancora compiuto i quaranta anni a condizioni che acquisiscano la qualifica di coltivatore diretto o di imprenditore agri- colo a titolo principale entro ventiquattro mesi dal trasferimento, iscri- vendosi alle relative gestioni previdenziali entro i successivi tre anni. Queste agevolazioni sono concesse inoltre a condizione che i soggetti di cui al medesimo comma si obblighino a coltivare o condurre diret- tamente i fondi rustici per almeno sei anni. PROVVEDIMENTI PER I GIOVANI AGRICOLTORI Per favorire la massima diffusione di informazioni sulle agevolazioni offerte ai giovani agricoltori dalla normativa nazionale vigente, l'Ismea - in accordo con la Societ per l'Iprenditorialit Giovanile - pubblica la seguente nota informativa: in data 19 marzo 1999 stato emanato il Regolamento di attuazione della legge 135/97 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubbli- ca Italiana - serie generale - n. 119, del 24 maggio 1999), recante cri- teri e modalit di concessione ai giovani agricoltori delle agevolazioni di cui all'articolo 1 comma 2 della legge 95/95. Il provvedimento, emanato dal Ministero del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione economica, di concerto con il Ministero per le Politiche agricole, in grado di aprire interessanti prospettive ai gio- vani agricoltori mediante il subentro ad un parente entro il secondo grado nella conduzione di un'azienda agricola. Beneficiari sono i residenti nelle aree depresse del territorio nazionale (Obiettivo 1, 2 e 5b dell'Unione Europea) di et compresa tra i 18 e i 35 anni che subentrano nella conduzione dell'impresa in qualit di agricoltore a titolo principale ( concessa la possibilit di acquisire ta- le qualifica nel termine massimo di due anni dalla data di ammissione alle agevolazioni), con l'assunzione della gestione e della relativa re- sponsabilit civile e fiscale dell'azienda. Sui progetti approvati sono concessi: contributi in conto capitale e mutuo agevolato; contributi in conto ge- stione; servizi di assistenza tecnica (tutoraggio o formazione) nelle fa- si di realizzazione dell'investimento e di avvio dell'iniziativa. I business plan dovranno prevedere investimenti non superiori a due miliardi di lire (Iva esclusa). E' NATO L' ENTE NAZIONALE PER LA MECCANIZZAZIONE AGRICOLA E' nato l'Ente nazionale per la meccanizzazione agricola - Enama - che va a sostituire il Conama. Il nuovo ente stato costituito da Confagricoltura, Confederazione ita- liana Agricoltori, Unacoma e Unima, con lo scopo di svolgere attivit di assistenza tecnica e di divulgazione in materia di sicurezza, presta- zioni, tutela ambientale e circolazione stradale delle macchine ad uti- lizzazione agricola, attivit di certificazione nonch creare e gestire banche dati inerenti la meccanizzazione agricola. [Fonti AGRA] a cura di Francesco Pettinari e Angelo Zannotti Direttore Responsabile: Emma Ratti Direzione Scientifica: Mariano Landi, Federico Bonavia, Ottavio Gabrielli, Enzo Polidori, Carlo Schiaffino Redazione: Flavio Brasili, Gabriella Malanga, Francesco Pettinari, Renzo Pincini, Sabrina Speciale, Luana Spernanzoni, Angelo Zannotti Graficadi copertina: Stefano Gregori Foto di copertina: AntonellaPetrini Lefoto di questo numero sono di: Giuliano Mazzieri, AntonellaPetrini, OrianaPorfiri, LuanaSpernanzoni Spedizione in abbonamento postale legge 662/96 art.2 comma 20/c - filiale di Ancona Il Periodico viene spedito gratuitamente agli operatori agricoli marchigiani ed a quanti ne faranno richiesta alla Redazione presso lAssessorato alla Agricoltura - Giunta Regionale, Via Tiziano, 44 - Ancona - Tel. 071/8061. In caso di mancato recapito restituire allagenzia P. T. CMPP di Passo Varano - AN per la restituzione al mittenteche si impegnaa pagare la relativatassa Autorizzazione del Tribunale di Ancona n. 21/79, in data 16 novembre 1979 Stampa: Tecnoprint srl - 60131 Ancona Via Caduti del Lavoro 12 Te l . 071/2861423 - Fax071/2861424 Questo numero stato chiuso il 13/9/99 ed stato spedito nel mesedi settembre 1999