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Allegato n.

ANALISI DI RISPOSTA SISMICA LOCALE

INDICE Premessa Metodo di calcolo Norme e riferimenti Indagini ed informazioni di base Scelta della schematizzazione geometrica e definizione del modello geotecnico di sottosuolo Definizione delle azioni sismiche in ingresso Scelta della procedura di analisi Risultati Considerazioni finali Riferimenti bibliografici 4 6 6 7

9 15 19 20 25 27

PREMESSA Nel presente rapporto sono sintetizzati i risultati dellanalisi di risposta simica locale eseguita per la valutazione dellazione sismica ai fini della ricostruzione post-sisma 2009 del Palazzo del Governoubicato nel centro storico della citt di LAquila . La delimitazione dellarea indicata nella planimetria di Fig. 1.

Figura 1 area di studi0

Tale analisi costituisce uno studio di riferimento del sito in esame, i cui risultati sono stati conseguiti opportunamente nei confronti delle SLV (Stato limite ultimo per la salvaguardia della vita) per strutture di tipo ordinario (Classe II), in quanto nel progetto preliminare sono previste varie tipologie di intervento che vanno dal recupero conservativo a nuova costruzione (e quindi richieste di prestazione sismica e probabilit di eccedenza, nei confronti del sisma di riferimento, differenti). Analisi diversificate per le relative tipologie di opere dovranno essere effettuate in fase di progettazione definitiva/esecutiva. Linformazione di maggior interesse offerta dallanalisi di risposta sismica locale lo spettro di risposta in accelerazione del moto del terreno (strumento dinamico pi utilizzato per la progettazione di manufatti), che mette in evidenza gli effetti di sito. Si ricorda che le norme NTC2008 al Paragrafo 3.2.2 recitano: Ai fini della definizione dellazione sismica di progetto, si rende necessario valutare leffetto della risposta sismica locale mediante specifiche analisi .In assenza di tali analisi, per la valutazione dellazione sismica si pu fare riferimento a un approccio semplificato, che si basa sullindividuazione di categorie di sottosuolo di riferimento . Le analisi numeriche della risposta sismica locale (condotte con codici di calcolo che simulano la propagazione delle onde sismiche entro un deposito di terreno, dalla sottostante formazione rocciosa fino in superficie) forniscono allingegnere progettista conoscenze cruciali quali: le storie temporali delle tensioni tangenziali; le storie temporali delle deformazioni; Le storie temporali delle accelerazioni e i corrispondenti spettri di risposta (in superficie e anche a profondit intermedie nel sottosuolo) 3

La presente analisi basata su una caratterizzazione geotecnica per fini sismici estesa ed approfondita, nonch su conoscenze scientifiche maturate e dati comprovati sul sottosuolo del centro storico della citt dellAquila. Tale analisi perci costituisce un riferimento direttamente utilizzabile per la scelta dellazione sismica nella verifica e/o nel progetto di opere con vita nominale Vn maggiore di 50 anni e classe duso II. Lanalisi di risposta sismica locale condotta si basa su un profilo geotecnico opportunamente studiato nellarea ove ubicato il palazzo e che si estende fino alla profondit di 90 metri. Con la presente analisi stato valutato il moto sismico cosiddetto free field (condizioni di campo libero ossia in assenza di manufatto) definito fino alleffettivo piano di posa delle fondazioni (poste mediamente a circa -1.5 metri dal piano campagna), considerando il reale sottosuolo presente al di sotto di esse. I risultati forniti nel presente studio costituiscono una valutazione del moto sismico pi realistico seppur derivante da una analisi monodimensionale (1D) implementata mediante il codice di calcolo EERA (J. P. Bardet, K. Ichii, and C. H. Lin). Gli effetti topografici nel sito in esame, come verr meglio precisato successivamente, sono trascurabili e pertanto il presente studio di analisi di risposta sismica locale monodimensionale (1D) valuta esclusivamente gli effetti stratigrafici del sottosuolo. In sintesi i paragrafi che seguono riportano larticolazione della analisi dinamiche atte a definire le modifiche che il segnale sismico subisce, a causa delle condizioni locali, rispetto a quello di un sito di riferimento rigido con superficie topografica orizzontale (sottosuolo di tipo A). Il risultato principale dellanalisi quello di fornire lo spettro elastico in accelerazione e in spostamento relativo allo Stato Limite Ultimo di Salvaguardia della Vita (SLV).

METODO DI CALCOLO Lanalisi numerica del deposito stata avanzata utilizzando il comprovato codice di calcolo EERA (Equivalent linear Earthquake site Response Analyses) sviluppato presso l University of Southern California (Department of Civil Engineering) da J. P. BARDET, K. ICHII, and C. H. LIN. Tali analisi fanno riferimento alla definizione preventiva, giustificata nella presente relazione, delle seguenti operazioni, chiarite al capitolo 7.2.2 del D.M. 14 gennaio 2008: scelta e schematizzazione geometrica del problema (derivante da informazioni pregresse e dalle indagini recenti); definizione del modello geotecnico di sottosuolo; definizione delle azioni sismiche al substrato; scelta delle procedure di analisi.

NORME E RIFERIMENTI D.M. 14 gennaio 2008 Norme Tecniche per le Costruzioni, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 29 del 4 febbraio 2008 Suppl. Ordinario n. 30; Circolare 2 febbraio 2009, n. 617 Istruzioni per lapplicazione delle "Nuove norme tecniche per le costruzioni" di cui al D.M. 14 gennaio 2008, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 47 del 26 febbraio 2009 Suppl. Ordinario n. 27; Gruppo di lavoro MS (2008). Indirizzi e criteri per la Microzonazione sismica. Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Dipartimento della protezione civile, Roma, 3 vol. e Dvd; Gruppo di Lavoro MSAQ (2010) Microzonazione sismica per la ricostruzione dellarea aquilana. Regione Abruzzo Dipartimento della Protezione Civile, LAquila.

INDAGINI ED INFORMAZIONI DI BASE Con riferimento a quanto riportato nel Par. 7.11.3 del D.M. 14/01/2008, le indagini geotecniche volte alle analisi di risposta sismica locale, a rigore, devono consentire la definizione delle condizioni stratigrafiche di sottosuolo, le propriet fisiche e le propriet meccaniche degli strati del terreno sia a piccole che a grandi deformazioni, il regime delle pressioni interstiziali, la profondit e morfologia del substrato rigido. A tal fine le indagini geologiche, geotecniche e sismiche eseguite per il sito in esame (si veda la figura 2 relativamente allubicazione), sono consistite in: n. 1 sondaggio geotecnico a carotaggio continuo (S1) spinto fino ad 90.00 m di profondit; n. 1 sondaggio geotecnico a carotaggio continuo fino a 30 m. e successivamente spinto fino a 54 m. con perforazione a distruzione di nucleo (S2); n. 1 sondaggio geotecnico a carotaggio continuo (S3) spinto fino a 30.00 m di profondit; n. 2 profili di misure della Vs con dilatometro sismico(SDMT) eseguite fino alla profondit di 64 m allinterno del sondaggio S1 e fino alla profondit di 34,5 m allinterno del sondaggio S2;

S2 S1 S3

Figura 2 Ubicazione delle indagini eseguite per il sito di studio.

In Figura 3 si riporta il profilo stratigrafico dei terreni investigati con il sondaggio S1 affiancato dal profilo della velocit delle onde di taglio VS. Il modulo di resistenza a taglio a piccole deformazioni G0 stato ricavato dalla prova con Dilatometro Sismico SDMT1. I valori di G0 sono stati calcolati considerando per i pesi di volume : = 19 kN/m3 per i materiali di limo argilloso sabbioso (profondit z = 0.0 6.0 m); = 20 kN/m3 per le Brecce dellAquila (profondit z = 6.0 43.0 m e da 54.0 - 60.0 m); = 19 kN/m3 per i materiali di limo argilloso (profondit z = 43.0 54.0 m e da 60.0 64.0 m);

I pesi di volume di tutti i materiali fanno riferimento a studi scientifici pregressi e citati nella bibliografia.

Figura 3 Profilo stratigrafico dei terreni investigati, affiancato ai profili della velocit delle onde di taglio VS ricavati dalla prova SDMT1.

I dettagli relativi alle indagini sopra elencate sono stati esposti precedentemente. Tali informazioni sono state integrate con i dati derivanti dallo studio di Microzonazione Sismica per la ricostruzione dellarea aquilana - Macroarea 1 (Gruppo di Lavoro MSAQ, 2010) e con i risultati delle indagini profonde effettuate dal CERFIS (Centro di Ricerca e Formazione in Ingegneria Sismica, Universit dellAquila) per la Campagna di indagini geologiche, geotecniche e geofisiche per lo studio della risposta sismica locale della citt dellAquila (Amoroso et al. 2010). In tali lavori sono reperibili informazioni sulle propriet meccaniche dei terreni in condizioni statiche e dinamiche (determinate mediante prove geotecniche in sito e di laboratorio).

SCELTA DELLA SCHEMATIZZAZIONE GEOMETRICA E DEFINIZIONE DEL MODELLO GEOTECNICO DI SOTTOSUOLO Il sito ricade nella categoria topografica T1, secondo quanto riportato dalle Norme Tecniche per le Costruzioni 2008 (NTC08) al paragrafo 3.2.2 e pertanto gli effetti topografici possono essere trascurati (NTC08, paragrafo 7.11.3.3) nellanalisi di risposta sismica locale oggetto del presente studio. Trattandosi di unanalisi monodimensionale, stato considerato quindi uno schema di terreno uniforme e stratificato orizzontale, delimitato dal piano campagna orizzontale e poggiante su substrato rigido anchesso orizzontale. Il sito in esame, posto a circa 713 m s.l.m., ricade infatti nella zona centrale, in senso trasversale, della conca aquilana. Risulta pertanto appropriata la schematizzazione monodimensionale proposta. Inoltre, il substrato rigido risulta essere molto depresso e la morfologia profonda dello stesso non favorisce modifiche di tipo bidimensionale. La profondit del bedrock a circa 350 m sotto il piano campagna del centro storico dellAquila. Tale profondit , stimata dalla Carta Geogravimetrica della Microzonazione sismica per la ricostruzione dell'area aquilana - Macroarea 1 (Gruppo di Lavoro MSAQ, 2010) riportata in Figura 4, stata confermata dai sondaggi profondi appositamente eseguiti dal CERFIS.

Figura 4 Stralcio della Carta Geogravimetrica relativa allo studio di Microzonazione sismica per la ricostruzione dell'area aquilana - Macroarea 1 (Gruppo di Lavoro MSAQ, 2010).

La profondit del bedrock stimata dal dato gravimetrico si ben accorda con le basse frequenze caratterizzanti il massimo rapporto H/V derivante dalla misure di microtremore effettuate nellarea per gli studi di Microzonazione Sismica. In Figura 5 viene riportata la sezione geogravimetrica M1S2, tratta dallo studio di Microzonazione sismica per la ricostruzione dell'area aquilana - Macroarea 1 (Gruppo di Lavoro MSAQ, 2010) e presa come riferimento per il sito in esame. Da tale sezione si evince che: il sito in esame ricade in un una situazione per la quale il bedrock si trova nel punto pi depresso; 8

il sito in esame si configura in un settore in cui alle Brecce dellAquila possono essere intercalati livelli di lacustre (situazione rilevata dal sondaggio S1).
Sito in esame

Figura 5 Sezione geogravimetrica M1S2 relativa allo studio di Microzonazione sismica per la ricostruzione dell'area aquilana - Macroarea 1 (Gruppo di Lavoro MSAQ, 2010). In blu sono rappresentate le Brecce dellAquila, in giallo i Depositi Lacustri e in verde il basamento calcareo di base.

Il modello geotecnico del sottosuolo del sito in esame, a partire dal piano campagna, stato schematizzato come un sistema a pi strati: Unit geotecnica 1 (UG1), costituita da limo argilloso sabbioso con numerosi clasti: profondit z = -1.5 6.0 m; = 19 kN/m3; VS = 398 m/s; Unit geotecnica 2 (UG2), costituita da brecce poco addensate (poco cementate e caratterizzate generalmente da velocit delle onde di taglio VS < 800 m/s): profondit z = 6.0 11.0 m; = 19 kN/m3; VS = 620 m/s; Unit geotecnica 3 (UG3), costituita da brecce poco addensate (poco cementate e caratterizzate generalmente da velocit delle onde di taglio VS < 800 m/s): profondit z = 11.0 17.0 m; = 19 kN/m3; VS = 732 m/s; Unit geotecnica 4 (UG4), costituita da brecce molto addensate (molto cementate e caratterizzate generalmente da velocit delle onde di taglio VS > 800 m/s): profondit z = 17.0 32.0 m; = 20 kN/m3; VS = 969 m/s; Unit geotecnica 5 (UG5), costituita da brecce molto addensate (molto cementate e caratterizzate generalmente da velocit delle onde di taglio VS > 800 m/s): profondit z = 32.0 42.0 m; = 20 kN/m3; VS = 1281 m/s; Unit geotecnica 6 (UG6), costituita da limo argilloso (intercalazioni tipiche nelle brecce): profondit z = -42.0 52.0 m; = 19 kN/m3; VS = 792 m/s; Unit geotecnica 7 (UG7), costituita da brecce molto addensate (molto cementate e caratterizzate generalmente da velocit delle onde di taglio VS > 800 m/s): profondit z = 52.0 58.0 m; = 20 kN/m3; VS = 1521 m/s; Unit geotecnica 8 (UG8), costituita da limo argilloso e limo sabbioso con clasti (zona transizione tra brecce e lacustre): profondit z = 52.0 66.0 m; = 20 kN/m3; VS = 938 m/s; Unit geotecnica 9 (UG9), costituita dai depositi lacustri (pi superficiali): (profondit z = 66.0 250.0 m); = 19 kN/m3; VS = 626-778 m/s; Unit geotecnica 10 (UG10), costituita dai depositi lacustri (pi profondi): (profondit z = 250.0 350.0 m); = 19 kN/m3; VS = 815-848 m/s;

Il peso di volume delle varie unit stato ipotizzato come da riferimenti di letteratura e a partire da dati di altre indagini effettuate nel centro storico. La velocit delle onde di taglio VS stata mediata dalla prova SDMT fino a 64 m di profondit (UG1, UG2, UG3, UG4, UG5, UG6, UG7, parte di UG8), mentre nella restante parte di UG8 stata stimata costante e pari al valore medio ottenuto sperimentalmente nei primi metri della stessa (per chiarezza vedere la fig. 3) . Non essendo disponibili per sito in esame misure dirette della velocit delle onde di taglio VS nelle UG9 e UG10, il profilo di VS stato quindi definito dalle relazioni sperimentali di Chiara (2001) r Crespellani (1989), funzione delle tensioni efficaci e dellindice di plasticit: Chiara (2001): VS = 300 0 0.27 2.44PI 0 = (v+ 2h)/3 , h = K0 v0 dove: o o o o o 0 = tensione efficace media confinata (espressa in atm); v = tensione efficace verticale (espressa in atm); h = tensione efficace orizzontale (espressa in atm); K0 = coefficiente di spinta orizzontale; PI = valore dellindice di plasticit (%)

Lindice di plasticit (PI) stato assunto pari PI = 15%, considerando i risultati delle prove di laboratorio, forniti dal Laboratorio Geotecnico del Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale dellUniversit degli studi di Firenze, per il campione di limo lacustre S3C3, prelevato a Roio Piano (frazione di LAquila) nellambito del Progetto C.A.S.E. Trattandosi di terreni normalconsolidati si assunto K0 = 0.5; Crespellani (1989): VS = a z dove: o o a, = parametro caratterizzante il modello per argille oloceniche; z = profondit dal piano campagna.

I due andamenti forniti da Chiara (2001) e Crespellani (1989) sono stati in maniera opportuna mediati e confrontati con le misure di una prova Cross-Hole (Cardarelli e Cercato, 2010) e di una prova con Dilatometro Sismico (Amoroso et al., 2011) eseguite nei pressi del fiume Aterno, in cui il tetto della stessa formazione lacustre stato incontrato a pochi metri di profondit dalla superficie. Per il bedrock carbonatico stato assunto un peso di volume pari a = 22 kN/m3 ed stato caratterizzato mediante un valore di VS = 1250 m/s, misurato in una prova Cross-Hole effettuata nel sito della stazione accelerometrica AQV (pochi km a Ovest del centro storico di LAquila), in cui il substrato roccioso stato incontrato a circa 50 m di profondit (Di Capua et al. 2009). 10

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Il comportamento dinamico sotto azioni sismiche (decadimento dei modulo di taglio normalizzato G/G0 e dello smorzamento D con la deformazione) dei vari strati di sottosuolo identificati stato portato in conto dalle seguenti curve derivanti da prove di laboratorio pregresse e da deduzioni da letteratura scientifica (vedi bibliografia). Si fa notare come le curve pregresse usate siano le stesse adottate nelle modellazioni di Microzonazione sismica per la ricostruzione dell'area aquilana - Macroarea 1 (Gruppo di Lavoro MSAQ, 2010), in maniera opportuna modificate per tenere conto degli stati tensionali effettivamente presenti nel sottosuolo del sito in esame. I comportamenti dinamici sono stati cos identificati: UG1: essendo il materiale breccioso con abbondante matrice limo argillosa non campionabile si fatto riferimento alle curve G/G0- e D- di letteratura (Modoni e Gazzelloni, 2010) per una ghiaia addensata (Figura 6);
1 25

0.8

20

G/Gmax

0.6

Shear Modulus Damping Ratio

15

0.4

10

0.2

0 0.0001

0 0.001 0.01 0.1 1 10 Shear Strain (%)

Figura 6 UG1: curva di decadimento del modulo di deformazione al taglio normalizzato in funzione della deformazione tangenziale G/G0- e curva di decadimento del fattore di smorzamento in funzione della deformazione tangenziale D-.

UG2, UG3: essendo il materiale breccioso non campionabile si fatto riferimento alle curve G/G0- e D- di letteratura (Modoni e Gazzelloni, 2010) per una ghiaia addensata (Figura 7);
1 25

0.8

20

G/Gmax

0.6

Shear Modulus Damping Ratio

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0 0.0001

0 0.001 0.01 0.1 1 10 Shear Strain (%)

Figura 7 UG2/3 : curva di decadimento del modulo di deformazione al taglio normalizzato in funzione della deformazione tangenziale G/G0- e curva di decadimento del fattore di smorzamento in funzione della deformazione tangenziale D-.

12

Damping Ratio (%)

Damping Ratio (%)

UG4, UG5: comportamento elastico lineare con G0 che varia tra 3445-3882 MPa e D pari a 1%; UG6: si fatto riferimento a curve G/G0- e D- ottenute in laboratorio da prove di colonna risonante (RC) e di taglio torsionale ciclico (TTS) effettuate dall'Universit di Napoli Federico II su un campione indisturbato (S3C8) prelevato nella stessa formazione lacustre, a 50 m di profondit, nel sito del Progetto C.A.S.E. di Roio Piano, pochi km a Sud del centro storico dell'Aquila (Gruppo di Lavoro MSAQ 2010) (Figura 8);
1 35 30 0.8

G/Gmax

0.6

Shear Modulus Damping Ratio

20 15 10

0.4

0.2 5 0 0.0001 0 0.001 0.01 0.1 1 10 Shear Strain (%)

Figura 8 UG6: curve di decadimento del modulo di deformazione al taglio normalizzato in funzione della deformazione tangenziale G/G0- e le curve di decadimento del fattore di smorzamento in funzione della deformazione tangenziale D-.

UG7 : comportamento elastico lineare con G0 che varia tra 3445-3882 MPa e D pari a 1%; UG8: si fatto riferimento a curve G/G0- e D- ottenute in laboratorio da prove di colonna risonante (RC) e di taglio torsionale ciclico (TTS) effettuate dall'Universit di Napoli Federico II su un campione indisturbato (S3C8) prelevato nella stessa formazione lacustre, a 50 m di profondit, nel sito del Progetto C.A.S.E. di Roio Piano, pochi km a Sud del centro storico dell'Aquila (Gruppo di Lavoro MSAQ 2010) (Figura 9);
1 35 30 0.8

G/Gmax

0.6

Shear Modulus Damping Ratio

20 15 10

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Figura 9 UG8: curve di decadimento del modulo di deformazione al taglio normalizzato in funzione della deformazione tangenziale G/G0- e le curve di decadimento del fattore di smorzamento in funzione della deformazione tangenziale D-.

UG9 : si fatto riferimento a curve G/G0- e D- ottenute in laboratorio da prove di colonna risonante (RC) e di taglio torsionale ciclico (TTS) effettuate dall'Universit di Napoli Federico II su un campione indisturbato (S3C8) prelevato nella stessa formazione lacustre, a 13

Damping Ratio (%)

25

Damping Ratio (%)

25

50 m di profondit, nel sito del Progetto C.A.S.E. di Roio Piano, pochi km a Sud del centro storico dell'Aquila (Gruppo di Lavoro MSAQ 2010) (Figura 10);
1 35 30 0.8

G/Gmax

0.6

Shear Modulus Damping Ratio

20 15 10

0.4

0.2 5 0 0.0001 0 0.001 0.01 0.1 1 10 Shear Strain (%)

Figura 10 UG4: curve di decadimento del modulo di deformazione al taglio normalizzato in funzione della deformazione tangenziale G/G0- e le curve di decadimento del fattore di smorzamento in funzione della deformazione tangenziale D-.

UG10 : la curva di decadimento precedentemente adottata per lUG7 stata opportunamente modificata (tramite relazioni derivanti da letteratura scientifica, Lanzo 1997) per tener conto del miglioramento del terreno sotto azioni dinamiche dovuto allincremento tensionale.
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0.8

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G/Gmax

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Shear Modulus Damping Ratio

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0 0.001 0.01 0.1 1 10 Shear Strain (%)

Figura 11 UG10: curve di decadimento del modulo di deformazione al taglio normalizzato in funzione della deformazione tangenziale G/G0- e le curve di decadimento del fattore di smorzamento in funzione della deformazione tangenziale D-.

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Damping Ratio (%)

Damping Ratio (%)

25

DEFINIZIONE DELLE AZIONI SISMICHE IN INGRESSO Nelle applicazioni sismiche dellingegneria geotecnica lesigenza di una corretta descrizione dellinput sismico risulta un aspetto cruciale , considerando che i sistemi geotecnici sono maggiormente influenzati da caratteristiche peculiari quali durata, contenuto in frequenza, valori massimi di accelerazione e spostamento. spostamento A tale proposito ampiamente ampia riconosciuto che gli accelerogrammi naturali sono dotati un pi realistico contenuto in frequenze e numero di cicli. Oltre a ci, il sempre crescente aggiornamento dei diversi data base presenti in rete, rende di facile reperibilit ribilit le registrazioni di eventi reali. Inoltre la superiorit degli accelerogrammi naturali rispetto a quelli artificiali e sintetici rimarcata anche dalla NTC 2008. Linput sismico rappresentativo del moto atteso sul sito di riferimento rigido affiorante affio utilizzato nelle analisi rappresentato da 7 time history dell accelerazione, cos suddivisi secondo la diversa natura: 3 accelerogrammi di tipo sintetico (generati mediante simulazione del meccanismo di sorgente e della propagazione e caratterizzanti la sismogeneit della sorgente e del mezzo di propagazione dellarea aquilana) utilizzati negli studi udi di Microzonazione Sismica dellarea aquilana (riferimento in bibliografia); 3 accelerogrammi registrati (naturali) selezionati al fine di essere rappresentativi della sismicit del sito, delle caratteristiche della sorgente, alle condizioni del sito di registrazione, alla magnitudo, alla distanza dalla sorgente e alla massima accelerazione orizzontale attesa al sito. posito si fa notare come che sia gli accelerogrammi naturali che quelli sintetici sono A tal proposito stati scalati: (g) attesa al sito in esame per sottosuolo rigido affiorante (cat. A) - rispetto la PGA di 0.261(g) relativa ad un sisma avente la probabilit del 10% di superamento in 50 anni onde pervenire alla forma spettrale rappresentativa della del prestazione di SLV; Il set di accelerogrammi sintetici e i relativi lativi spettri in accelerazione sono riportati nella figure 12 e 13:

Figura 12 accelerogrammi sintetici DET_1, DET_2, DET_3 (non scalati)

15

Figura 13 spettri in accelerazione relativi agli accelerogrammi sintetici DET_1, DET_2, DET_3 (non scalati)

Gli accelerogrammi naturali sono stati selezionati da archivi nazionali (http://itaca.mi.ingv.it) ( e internazionali (http://www.isesd.hi.is/ESD http://www.isesd.hi.is/ESD-local/Database/Database.htm local/Database/Database.htm) la cui interrogazione ha visto le seguenti limitazioni: limitazioni Magnitudo momento: 6 < Mw < 7; Meccanismo focale: faglia normale; Distanza epicentrale (Repi): Repi < 30 Km; Sito di registrazione: sottosuolo di categoria A (Vs > 900 m/s); Profondit dellevento (D): D < 20 Km; Durata (d): d > 20 sec; PGA (g) : 0.15 g < PGA (g) g) < 0.35 g (al fine di avere fattori di scala contenuti tra 0.7 < F < 3); i segnali selezionati sono stati opportunamente filtrati (0.2 Hz < 25 Hz) onde depurarli delle d componenti di scarso interesse per il sito e per la tipologia di costruzione in esame. Si fa notare che onde aumentare il grado di accuratezza delle selezione dei record naturali e nonostante la disponibilit di informazioni informa ioni dettagliate riportate sui database, database stata verificata la compatibilit spettrale media per verificare che lo spettro dei segnali scelti avesse ave un contenuto energetico compatibile con quello di riferimento per il sito sotto analisi (con lo spettro relativo lativo alla categoria di sottosuolo di tipo A per il sito in esame funzione dello stato limite ultimo di salvaguardia della vita). vita La verifica di spettro compatibilit avvenuta sulla base del parametro Drms (media media della radice dello scarto, scarto da G. Lanzo et all. 2007) di seguito illustrato nella formula.

dove: N il numero di periodi con il quale la forma spettrale definita, SA0(T) la accelerazione spettrale dei record selezionati relativa ai periodi Ti, SAs(T) laccelerazione spettrale dello spettro target agli stessi periodi T, la PGA0 e PGAs sono le accelerazioni di picco 16

rispettivamente del record considerato e quella dello spettro target. I vari Drms sono stati stimati nel range di periodi tra 0.1 e 1 second0, nel quale ricade il periodo period fondamentale dei fabbricati dellarea, , nonch gli altri periodi relativi alle successive forme modali (tale scelta congetturata alla luce della analisi dinamica lineare tramite la quale sar verificata lopera). Generalmente, i valori del parametro Drms limite al di sopra del quale vengono scartati gli accelerogrammi 0.1. Gli spettri target sono quelli deducibili dalla procedura semplificata del D.M del 14/01/2008 attesi al sito in esame per sottosuolo rigido affiorante (cat. A) e relativi ai tra stati sta limite ultimi considerati. Di seguito viene riportata la tabella a riassuntiva relativa allo SLV.
N 1## 2# 3# 4# Stazione Kozani Prefecture Cascia Assisi Sturno Dinar Metereoloji Mudurlugo (code: 271) Data evento sismico Kozani 13/05/1995 19/09/1979 Val Nerina Umbria-Marche (2nd) 26/09/1997 Irpinia 23/11/1980 Dinar 01/10/1995 Faglia Normale Normale Normale Normale Ms 6.4 5.9 6 6.9 Repi*, Djb** 14** 9.3* 21* 14* Profondit (Km) 8 6 20 Km 15 KM Durata (sec) 29 25 29 sec 70 sec Comp. NS EW NS EW NS EW NS EW NS Normale 6.3 0** 20 Km 27 sec EW 0.355 0.055 PGA(g) 0.219 0.204 0.145 0.202 0.140 0.188 0.258 0.36 0.227 Drms 0.078 0.059 Non calc Non calc 0.081 0.055 0.058 0.035 0.098

5##

#= Itaca database, ##=ESD database Tabella 1 tabella riassuntiva della spettrocompatibilit tra segnali registrati e spettro attesi al sito in esame per sottosuolo rigido affiorante (cat. A) relativo allo SLV

A tal proposito sono stati selezionati i seguenti accelerogrammi naturali: - Assisi componente EW (denominato in seguito con UM2_EW); - Sturno componente NS (denominato in seguito con STR_NS); - Sturno componente EW (denominato in seguito con STR_EW); Il set di accelerogrammi naturali e i relativi spettri in accelerazione sono riportati di seguito:

Figura 14 accelerogrammi naturali UM2_EW, STR_NS, STR_EW, DIN_EW (scalati)

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Figura 15 - spettri in accelerazione relativi agli accelerogrammi naturali e spettro target (NTC_A per SLV)

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SCELTA DELLA PROCEDURA DI ANALISI Si scelto di utilizzare come codice di calcolo il programma EERA (Equivalent-linear Earthquake site Response Analysis) sviluppato alla University of Southern California

(J.P.

Bardet et all 2000). Il programma EERA si basa sullo stesso approccio del pi noto programma di calcolo SHAKE. Entrambi i programmi di calcolo consentono di studiare la propagazione delle onde sismiche tenendo conto della non linearit del comportamento del terreno; questo possibile introducendo un modello lineare equivalente. Il codice EERA elabora le analisi di calcolo in un semispazio che si riferisce ad un modello discreto a masse concentrate. In particolare, gli strati del deposito si schematizzano con una serie di masse concentrate in corrispondenza della superficie di separazione degli strati e collegati tra loro da molle e smorzatori viscosi. Il modello lineare visco-elastico fa riferimento al modello reologico di Kelvin-Voigt (molla e smorzatore viscoso in parallelo) nel quale si ipotizza che le onde di taglio si propagano con direzione verticale allinterno del deposito poggiante su bedrock. Nel modello lineare equivalente si ammette che il modulo di taglio G e il rapporto di smorzamento D siano funzione dellampiezza della deformazione di taglio ; la non linearit del comportamento viene considerata effettuando quindi unanalisi visco-elastica di tipo iterativo. Nel programma di calcolo i moduli G e D si ottengono da iterazioni che sono funzione del livello di deformazione indotto in tutti gli strati; quindi non sono costanti ma variano fino a raggiungere un valore compatibile con il livello di deformazione indotto dal sisma. Il processo iterativo si interrompe nel momento in cui i valori di rigidezza e smorzamento calcolati sono compatibili con quelli indotti dalle deformazioni iniziali.

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RISULTATI I risultati dipendono fortemente dalluso che se ne intende fare; il codice fornisce una moltitudine di risultati (iterazioni eseguite dal programma: accelerazione , velocit e spostamenti in superficie in funzione del tempo; max accelerazioni, velocit e spostamento in superficie; deformazione e sforzo di taglio in corrispondenza di uno strato desiderato in funzione del tempo; funzione di amplificazione; frequenza di massima amplificazione; spettro di Fourier; spettro di risposta in accelerazione, velocit e spostamento in funzione del periodo). Nel presente lavoro di risposta sismica locale si intende fornisce gli accelerogrammi di autput e i relativi spettri elastici di risposta in accelerazione (lo spettro di risposta in accelerazione costituisce lo strumento base per la verifica in campo dinamico dellopera). Il primo importante risultato costituito dalla funzione di amplificazione tipica di tutte e 6 le analisi (si legge leffetto del filtraggio ad opera dei terreni costituenti il sottosuolo nei confronti del segnale di input). Dalla figura 16 si osserva quanto segue: la frequenza fondamentale di amplificazione f0 si configura nellintorno dei 0.6 Hz, in ottimo accordo con la frequenza fondamentale rilevata nel centro storico dalle misure di microtremore, caratterizzante tutto il deposito dal piano campagna fino al bedrock; la seconda frequenza fondamentale di amplificazione f1 si configura nellintorno dei 10 Hz caratterizzante i depositi soffici identificati con UG1; Tale risultato avvalla la buona riuscita della modellazione numerica effettuata nel presente lavoro.

Figura 16 forma tipica della funzione di amplificazione derivante dallanalisi

Spettri elastici di risposta in accelerazione e spostamento per SLV In figura 17 vengono mostrati i fusi spettrali derivanti dalle analisi di risposta sismica locale per SLV (stato limite ultimo per salvaguardia della vita):

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- DET_1, DET_2, DET_3: spettri di risposta in accelerazione di output derivanti da accelerogrammi sintetici compatibili con lo spettro deterministico ottenuto dalla relazione di attenuazione di Sabetta e Pugliese (1996), usati negli studi di Microzonazione Sismica per l al ricostruzione dellarea aquilana (gruppo di lavoro MS-AQ, 2010); STR_NS , STR_EW : spettri di risposta in accelerazione di output derivanti da accelerogrammi naturali (Irpinia Earthquake, 1980) compatibili con lo spettro di risposta agli SLV per la categoria di sottosuolo di tipo A e per la categoria topografica di tipo T1 (secondo quanto prescritto dalle NTC 2008 per il sito in esame); UM2_EW: spettro di risposta in accelerazione di output derivante da accelerogramma naturale ( Umbria Marche Earthquake, 1997) compatibile con lo spettro di risposta agli SLV per la categoria di sottosuolo di tipo A e per la categoria topografica di tipo T1 (secondo quanto prescritto dalle NTC 2008 per il sito in esame); In Tabella 2 si riportano inoltre i valori delle PGA (Peak Ground Acceleration) e delle PGD (Peak Ground Displacement) dei 6 accelerogrammi selezionati, ottenuti dallanalisi di risposta sismica locale. PGA (g) 0.30 0.29 0.28 0.25 0.30 0.30 PGD (cm) 5.70 4.90 6.8 10.7 13.00 5.70

Accelerogrammi DET1 DET2 DET3 STR_EW STR_NS UM2_EW

Tabella 2 Valori di PGA e PGD per i 7 accelerogrammi selezionati per il sito in esame.

In figura 17 oltre ai fusi spettrali in accelerazione derivanti dalle analisi di risposta sismica locale per SLV (tratti spettrali colorati), sono mostrati la media del fuso (tratto nero spesso), linviluppo dei massimi degli spettri (tratto rosso spesso) e il relativo spettro normalizzato (tratto puntinato rosso). Nella stessa figura 17 , al fine di un confronto, riportato lo spettro ricavato mediante la procedura semplificata dellNTC 2008 relativa alle categorie di sottosuolo B (tratto blu tratteggiato) per SLV: INV_MAX_SLV: spettro di risposta in accelerazione di output derivante dallinviluppo dei massimi degli spettri in accelerazione DET_1, DET_2, DET_3, STR_NS, STR_EW, UM2_EW; MEDIA_SLV: spettro di risposta in accelerazione di output derivante dalla media del fuso spettrale in accelerazione composto da DET_1, DET_2, DET_3, STR_NS, STR_EW, UM2_EW; INV_MAX_NORM_SLV: spettro di risposta in accelerazione di output derivante dalla normalizzazione dellinviluppo dei massimi degli spettri in accelerazione DET_1, DET_2, DET_3, STR_NS, STR_EW, UM2_EW posizionando il tratto ad accelerazione costante al 20% del picco massimo;

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NTC(SLV)_B: spettro di risposta in accelerazione di output ricavato per categoria di sottosuolo B e per categoria topografica T1 (secondo quanto prescritto dalle NTC 2008 per il sito in esame);

Figura 17 Spettri di risposta in accelerazione per il sito in esame.

La categoria di sottosuolo stata calcolata secondo quanto prescritto dalla normativa tecnica NTC08 facendo riferimento alla Vs30 deducibile da profilo delle Vs della verticale SDMT1 eseguita nel sondaggio S1. Da tale profilo, considerando i primi 30 m sotto il piano di posa delle fondazioni, ne deriva:

Vs30 =717 m/s


che conduce a una classifica di sottosuolo di categoria di tipo B. In figura 18 sono mostrati i fusi spettrali in spostamento derivanti dalle analisi di risposta sismica locale per SLV (tratti spettrali colorati), sono mostrati la media del fuso (tratto nero spesso) e linviluppo dei massimi degli spettri (tratto rosso spesso).

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Figura 18 Spettri di risposta in spostamento per il sito in esame.

La normativa tecnica prescrive lutilizzo di almeno 7 diverse terne di accelerogrammi al fine di descrivere in modo adeguato la variabilit dellinput sismico (in questo caso lazione sismica da adottare rappresentata dai valori medi delle funzioni di risposta ottenute dalle analisi). In caso si utilizzino meno di 7 accelerogrammi gli effetti sulla struttura devono essere rappresentati dai valori pi sfavorevoli ottenuti (inviluppo dei massimi). Sulla base delle considerazioni sopra esposte stata ricavata la forma spettrale normalizzata. In sintesi, per evidenziare limportanza dei risultati ottenuti gli spettri derivanti dallanalisi di risposta sismica condotta sono stati confrontati con gli spettri forniti delle norme tecniche con procedura semplificata per la categoria di sottosuolo B per categoria topografica T1. Le differenze riscontrabili, in particolare le pronunciate amplificazioni ai pi bassi periodi (0.2 sec), sono dovute alle particolari condizioni di sito che solo unanalisi di risposta sismica locale pu rilevare. In tale analisi, infatti, stato considerato un modello geotecnico dettagliato del sottosuolo del sito in esame che ha tenuto in conto: leffettiva profondit del bedrock; il profilo delle velocit Vs fino alla profondit del bedrock attraverso misure dirette fino a 64 m. di profondit e integrate utilizzando le conoscenze scientifiche a disposizione per il sottosuolo del centro storico dellAquila. La valutazione dello spettro elastico da adottare nella progettazione, nel caso di un miglioramento sismico, si pu basare sia sulla media del fuso spettrale derivante da risposta sismica locale (Maugeri et all. 2008) sia su una forma modulata (basata tuttavia sulla forma 23

media) che smussi i picchi alle pi alte frequenze e che inviluppi i picchi alle pi basse frequenze. Il motivo che porta a fornire uno spettro con forma modulata, congeniato sullinviluppo del fuso, consente ai progettisti di utilizzare uno spettro normalizzato tale da poter essere inserito in un codice di calcolo.

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CONSIDERAZIONI FINALI Il DM 14/01/2008 al Par 3.2.5.1 chiarisce come nei punti di contatto con il terreno di opere con sviluppo longitudinale significativo, il moto sismico pu avere caratteristiche differenti, a causa del carattere asincrono del fenomeno di propagazione, delle disomogeneit e discontinuit eventualmente presenti, e della diversa risposta locale del terreno. A tal proposito si fa notare come nel presente lavoro stata presa in considerazione la condizione peggiore di amplificazione stratigrafica che larea pu offrire. Larea in esame stata indagata tramite una serie di sondaggi che hanno messo in luce stratigrafie differenti a distanza di poche decine di metri. Di contro, a rigore, quando le condizioni di sottosuolo sono variabili lungo lo sviluppo dellopera richiesto luso di spettri di risposta diversi. Tuttavia la normativa ricorda che nel dimensionamento delle strutture in elevazione tali effetti possono essere trascurati quando il sistema fondazione-terreno sia sufficientemente rigido da rendere minimi gli spostamenti relativi. Negli edifici ci avviene, ad esempio, quando si collegano in modo opportuno le fondazioni. Gli effetti dinamici possono essere valutati adottando ununica azione sismica, corrispondente alla categoria di sottosuolo che induce le sollecitazioni pi severe. Qualora lopera sia suddivisa in porzioni, ciascuna fondata su sottosuolo di caratteristiche ragionevolmente omogenee, per ciascuna di esse si adotter lappropriata azione sismica Per tale motivo si consiglia una verifica approfondita delle condizioni delle fondazioni. Da tale verifica pu risultare la necessit di intervenire sulle fondazioni, come nel caso di fondazioni non collegate. Quando non possibile eseguire un intervento che adegui le fondazioni esistenti alle prestazioni previste dalla normativa in ogni caso necessario intervenire per migliorarne il comportamento sismico. Le scelte progettuali che si intendono attuare per migliorare le fondazioni, di tipo superficiale, devono essere basate sullassunzione di rigidezza infinita della fondazione. A tal proposito opportuno osservare che il rispetto di tale requisito importante sia in relazione alle azioni che provengono dallelevazione alla fondazione e da questa vengono trasmesse al sottosuolo, sia per le azioni sismiche, che seguono il percorso inverso. E altres opportuno precisare che le differenti azioni impegnano diversamente la fondazione, chiamandone in causa diverse componenti della rigidezza. Sotto lazione dei carichi statici, prevalentemente verticali, occorre che la fondazione sia adeguatamente rigida nei confronti degli spostamenti verticali; per una trave, ad esempio, ci richiede una elevata rigidezza flessionale nel piano verticale. La stessa trave, nei confronti di un moto sismico che potrebbe risultare diverso nei vari punti di contatto trave-terreno, dovr ridurre il pi possibile non solo spostamenti relativi fra i suoi punti in direzione verticale, in virt della sua rigidezza flessionale, ma anche (e soprattutto) in direzione orizzontale, in virt della sua rigidezza estensionale. Pi in generale, gli spostamenti relativi dovranno essere praticamente impediti in due direzioni orizzontali mutuamente ortogonali. La progettazione di un buon intervento in fondazione squisitamente legata a un quanto pi approfondito il rilievo delle stesse (geometria e piano di posa).

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Oltre a ci, lintervento in fondazione fortemente subordinato dal rilievo del danno dellelevazione onde comprendere eventuali meccanismi di rottura imputabili alla perdita di equilibrio delle fondazioni e del terreno di sottofondazione. Infine si precisa che, contrariamente allopinione diffusa sul fatto che per la maggior parte dei casi i danni dovuti allazione sismica non sono imputabili allinadeguatezza delle fondazioni, piccoli spostamenti e cedimenti della struttura fondale, non osservabili n attraverso danni sulle stesse (rotture strutturali o perdite di capacit portante) n attraverso rilievi (onerosi e difficoltosi), causano drastici danneggiamenti alla struttura in elevazione.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI Gruppo di lavoro MS (2008). Indirizzi e criteri per la micro zonazione sismica. Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Dipartimento della protezione civile, Roma, 3 vol. e Dvd M. Maugeri, F. Castelli (2008).Adeguamento e miglioramento sismico delle fondazioni di edifici esistenti , XIIth ciclo di conferenze di meccanica ed ingegneria delle rocce. 2-3 Dicembre 2008, Torino, Italy T. Crespellani, J. Facciorusso, C. Madiai, G. Simoni (2005). Caratterizzazione dinamica dei terreni di Senigallia e analisi della risposta sismica locale, Terremoto e Ricerca, Universit di Firenze Dolce M., Galli P., Sabetta F., San T., Pace B., Visini F., Peruzza L., Albarello D., Messina P.(2009) Input sismico per la MS dellarea interessata dal terremoto di LAquila del 6 Aprile 2009.GNGTS 2009 J. P. Bardet, K. Ichii, and C. H. Lin A (2000). Computer Program for Equivalent-linear Earthquake site Response Analyses of Layered Soil Deposits, University of Southern California, department of civil engineering. Amoroso A., Del Monaco F., Di Eusebio F., Monaco P., Taddei, M.Tallini B., Totanin F., Totani G., Campagna d indagini geotecniche e geofisiche per lo studio della Risposta Sismica Locale della citt di L Aquila: stratigrafia dei sondaggi; 2010; Report CERFIS, Dipartimento Strutture, Acqua e Terreno ,Universit degli Studi di LAquila.

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