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MARIA AUGUSTA TRAPP

LA FAMIGLIA TRAPP
Edizione per la scuola a cura di Giovanni Esposito

La SEI rispecchia in modo esemplare la funzione

civile di fornire alla scuola italiana una materia destinata a ordinare non un semplice complesso di informazioni ma un patrimonio di delicati strumenti conoscitivi con i quali crescere un individuo nella cui misura umana sua propria sia vivo il senso di s e dell'altro, un atteggiamento cio a riconoscersi in una societ.
(Motivazione con la quale il 9 agosto 1970 stata attribuita la medaglia d'oro del Ministero della Pubblica Istruzione alla Societ Editrice Internazionale)

Titolo

originale

dell'opera:

The Story of the Trapp Family Singers

Copyright by J. B. Lippincott Company - Philadelphia


Traduzione di M. A. Astuto e F. Bal/ini

Propriet riservata alla SOCIET EDITRICE INTERNAZIONALE Officine Grafiche SEI Torino Dicembre 1971 M, E. 40064

PRESENTAZIONE

Oi accingiamo a seguire la storia di una famiglia impegnata in numerosi e impo1tanti avvenimenti, ricchi di imprevisti e di difficolt, sia in patria che all'estero. La narrazione ci presenta i fatti con spontaneit, con semplicit; mai, in nessun punto, abbiamo l'impressione che vengano esaltate capacit eccezionali o imprese eroiche, anzi i personaggi sono creature modeste, bisognose di affetto e di sostegno, indifese nei confronti delle difficolt della vita. Perci si rendono simpatici e familiari, ci att'raggono e li amiamo, ne seguiamo le vicende con attenzione e con interesse. A mano a mano che procediamo nella lettura ci rendiamo conto che la forza d'animo, l'ardimento, la tenacia e l'amore sono le basi su cui si fonda il successo delle attivit che i personaggi intraprendono, o indotti dalle circostanze o spinti dalla loro volont; infatti la famiglia riesce sempre a condurre a termine onoreoolmente le imprese anche quando gli imprevisti sono gravi e le avversit si scatenano. O' un segreto? S, ma non resta misterioso: la Fede grande che t1ttti i membri della famiglia ripongono in Dio, nella Sua provvidenza che mai li abbandona, nelle loro capacit. Da una lettura superficiale potrebbe sembrare che tutto riesca sempre bene, che la famiglia Trapp sia fortunata senza troppo merito. Ma non cos, Le difficolt e le avversit, anche quando sono profonde e gmvi, non vengono mai ingigantite, ma sono appena adombrate; il lettore viene avvinto dal succedersi dei fatti e partecipa agli avvenimenti che scorrono veloci, ma nel suo animo, quasi irresistibilmente, prova rispetto e ammirazione per l'impegno e per le spiccate doti dei cantori Trapp. Dobbiamo dire che famiglie simili a questa sono rare oggi; ma anche questo aspetto interessante perch ci fa apprezzare e desiderare
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quel che attualmente, forse, non esiste pi in tante famiglie: l'amore, la fede, l'unione, la costanza. I fatti sono descritti in maniera piacevole e interessante tanto da tener viva l'attenzione del lettore che viene guidato e sollecitato a cogliere i valori fondamentali della vita, a constatare le difficolt che questa presenta anche se coronate da successo, a rendersi conto che ogni impresa umana e ogni risultato positivo scaturiscono da una salda formazione interiore della persona, che, quindi, va curata, sviluppata, approfondita.
GIOVANNI ESPOSITO

PARTE PRIMA

Sono data a prestito

Qualcuno mi batt sulla spalla. Alzai gli occhi dai quaderni che stavo correggendo, e li posai sul volto vecchio e grinzoso d'una piccola sorella conversa? in cui ogni ruga irradiava bont. - La reverenda Madre Badessa l'aspetta nel suo parlatorio privato - mormor. Prima che potessi richiudere la bocca che avevo spalancato per la meraviglia, la porta si chiuse alle spalle di quella personcina. Alle sorelle converse non era permesso parlare con le aspiranti al novizato.>

Potevo appena credere alle mie orecchie. Noi aspiranti vedevamo la reverenda Madre Badessa da lontano nel coro. Eravamo le ultime tra le ultime, relegate con i nostri mantelli neri all'estremo confine del noviziato, nell'ansiosa attesa di essere ricevute entro le sacre mura. Avevo appena terminato a Vienna l'istituto magistrale e mi preparavo a conseguire il diploma di maestra prima che la pesante porta della clausura 3 si chiudesse dietro di me, per sempre. Non si era mai sentito dire che la reverenda Madre Badessa chiamasse a colloquio un'aspirante. Che cosa poteva signfcare Il suo parlatorio privato era al capo opposto dell'antica abbazia e scelsi la via pi lunga, allo scopo di prender tempo per fare l'esame di coscienza. Ero la pecora nera 4 della comunit, su questo non vi era dubbio. Non ch'io facessi nulla di male, ma la mia educazione

l. sorella conversa: suora addetta ai servizi vari e anche a lavori manuali. 2. aspiranti al noviziato: le giovani che desideravano farsi suore e che compivano un periodo di apprendimento e di prova. 3. porta della cl-wusura:quella porta che divideva la parte del convento

destinata alle suore e nella quale gli estranei non possono entrare. 4. pecora nera: si indicano con questi termini le persone che danno motivo di scandalo o che si distinguono dalla normalit per il loro comportamento diverso dagli altri e mal visto. 7

era stata pi quella di un maschiaccio che di una signorina a modo. Ripetutamente ero stata ammonita dalla maestra delle novizie di non scendere pi le scale, come facevo, a due o tre gradini per volta; o peggio scivolando lungo la balaustra; di non fischiare, nemmeno i canti sacri, cosa che mai si era udita in quelle stanze venerabili; mi avevano anche detto che scavalcare i comignoli sul tetto a terrazzo della scuola non era certo conveniente per un'aspirante al noviziato del santo Ordine di San Benedetto. Ne convenivo 5 ogni volta di tutto cuore; ma il guaio era che le mie trasgressioni si ripetevano ogni giorno. Di che cosa si tratter, pensavo, percorrendo lentamente le due rampe dell'antico scalone dai gradini consumati, attraversando il cortile della cucina con i suoi mattoni sconnessi, dal cui muro d il benvenuto il grande Crocifisso e dove, dal bel mezzo di una fontana, spunta la statua di Santa Erentrude, la fondatrice della nostra antica e cara abbazia. Lentamente entrai sotto le arcate del chiostro, di l del cortile della cucina. Turbata com'ero per aver frugato dentro la mia coscienza colpevole, sentivo tuttavia come sempre l'incanto della bellezza soprannaturale 6 di quel luogo, il pi bello della terra. Mille e duecento anni avevano contribuito a fare di Nonnberg,? la prima abbazia benedettina di monache fondata a nord delle Alpi, un luogo di bellezza ultraterrena. Mi fermai un momento a dare uno sguardo alle mura grigie del chiostro del secolo VIII, prima di salire la scala a chiocciolache conduceva alle stanze della reverenda Madre Badessa, Bussai timidamente alla pesante porta di noce, tanto grossa da Iasoiarmi udire a malapena 1'Ave che il saluto benedettino equivalente all'americano hallo, entrate. Mi trovavo per la prima volta in quella parte dell'abbazia. L'uscio massiccio si aperse su una grande stanza col soffitto a volta sostenuto al centro da una sola colonna di linea semplice e bella. Quasi tutte le stanze di quella meravigliosa abbazia avevano il soffitto a volta sostenuto da colonne; le finestre avevano vetri dipinti anche nell'ala della scuola. Da una grande scrivania vicino alla finestra s'alz una figura piccola e delicata, che portava una croce d'oro appesa al collo con una catena d'oro. - Maria cara, come stai figliola~ Oh! quella dolce, dolcissima voce! Udendola non solo pietre,
5. ne convenivo: ero d'accordo, lo riconoscevo. 6. soprannaturale: al di sopra del comune, eccezionale. 8 7. Nonnberg: collina nei pressi di Salisburgo, citt posta a nord del Tirolo, in Austria.

ma grossi pezzi di roccia mi caddero dal cuore." Oome avevo potuto avere paura? No, la reverenda Madre non avrebbe fatto una tragedia di piccole cose come il fischiare e per ci una debole speranza nacque nel mio cuore: forse voleva parlarmi intorno alla data definitiva del mio ingresso. - Siedi, figlia mia. No, qui vicino a me. Dopo un minuto di silenzio prese le mie mani fra le sue, e guardandomi negli occhi con aria interrogativa disse: - Dimmi, Maria, qual la lezione pi importante che il vecchio Nonnberg ti ha insegnato ~ Risposi senza un momento di esitazione, fissando lo sguardo nei begli occhi scuri: - La sola cosa importante sulla terra per noi scoprire quale sia la volont di Dio e compierla. - Anche se non ci piace, anche se dura, forse molto dura ~ Le sue mani stringevano le mie. Ora vuole alludere a quello che significa lasciare il mondo e rinunziare a ogni cosa 9 pensai fra me. - S, reverenda Madre, anche allora e sempre con tutto il cuore. La reverenda Madre, lasciando le mie mani, si drizz sulla sedia. - Benissimo, allora. Maria, sembra che la volont di Dio sia che tu ci lasci, solo per un poco - soggiunse vedendo la mia espressione di terrore. - La ... sciare Nonnberg - mormorai e i miei occhi si colmarono di lagrime. Non avevo potuto trattenerle. Oome una buona madre, ora ella mi stringeva a s cingendomi le spalle scosse dai singhiozzi. - Tu sai che il tuo mal di capo va sempre peggio, di settimana in settimana. il medico pensa che per te sia stato un cambiamento troppo brusco passare dalle scalate in montagna alla vita claustrale, e suggerisce che ti si mandi fuori per circa un anno in qualche posto dove tu possa avere una vita normale. Oos riacquisterai l'equilibrio fisico, e a giugno sarai di ritorno per non laseiarei pi. il prossimo giugno - mio Dio - e non era che ottobre. - venuto oggi da noi un certo barone von Trapp, capitano a riposo della Marina austriaca. Ha bisogno di un'insegnante per la sua bambina di salute delicata. Andrai da lui oggi nel pomeriggio. E ora inginocchiati; voglio darti la mia benedizione. M'inginocchiai. La mano fine e delicata fece il segno di croce
8. Sta a indicare che si sent rincuorata, incoraggiata, come se si fossetolto un peso dal cuore. 9. allontanarsi dalle gioie che procura la vita in societ.

sulla mia fronte. Baciai l'anello come attraverso un velo, vidi un'ultima volta quegli occhi indimenticabili che sembrava conoscessero tutto del dolore e delle pene, dell'angoscia e della sofferenza, ma anche della vittoria e della pace. Non avrei potuto pronunciare una sola parola senza scoppiare in singhiozzi, ma nessuna parola era necessaria. - E ora va', e ubbidisci di tutto cuore. Nient'altro. Poche ore dopo ero seduta su una delle panchine verdi sotto gli annos ippocastani della Residenzplatz di Salisburgo, ad aspettare la corriera che doveva portarmi ad Aigen. In una mano stringevo un biglietto su cui era scritto: Capitano Giorgio von Trapp, villa 'I'rapp, Aigen presso Salisburgo j con l'altra tenevo le cinghie di una vecchia borsa di cuoio posata accanto a me sulla panchina che conteneva tutto quanto possedessi sulla terra, in gran parte libri. Sotto il braccio stringevo il manico di quella che era una parte inseparabile di me stessa, cio la mia chitarra . Anni addietro, quando avevo iniziato la scuola magistrale, l'avevo acquistata con i miei primi guadagni. Mi aveva accompagnata da per tutto, in tutti i miei vari viaggi ed escursioni attraverso le Alpi, fino alla santa collina di Nonnberg. E ora veniva con me nelf'esilio.!'' Mi sentivo ancora disorientata. Tutto si era svolto cos in fretta. Cercai di ricapitolare le ultime ore vissute come in un brutto sogno. Lasciata la reverenda Madre Badessa, trovai che la maestra delle novizie, Frau 11 Rafaela, era gi ad aspettann nella stanza delle aspiranti, con le braccia cariche di indumenti. Quando un anno prima ero entrata in convento, avevo scambiato il costume austriaco con il vestito nero a mantellina delle aspiranti. I miei abiti erano stati regalati durante l'anno a qualche persona bisognosa, dopo che il Capitolo 12 aveva votato la mia accettazione. Vidi subito che anche Frau Bataela si sentiva imbarazzata di fronte a quella situazione. Guardava un poco smarrita gli abiti che erano stati di un'altra novizia un po' meno alta e pi robusta di me. Scelse un vestito, e per obbedienza indossai un indumento fuori moda, di lana blu con un buffo ricamo a graticcio 13 attorno al collo e in fondo
lO. esiUo: lontano, cio, dal posto che riteneva a lei familiare. 11. Eraa: in tedesco significa signora ed usato anche come appellativo per le suore; sta a indicare

Madre Rafaela ,

12. Oapitolo: la riunione delle suore, l'adunanza. 13. graticcio: intrecciato, cos come lo sono le stuoie.

lO

alle maniche. Lo dovetti infilare tre volte perch non riuscivo a capire quale fosse il davanti e quale il dietro. Fu poi la volta di un cappello di pelle che pareva esattamente un elmetto da pompiere. Mi scese fino alla fronte e mi tocc dargli una leggera spinta indietro quando volli vedere Fra1t Rafaela che mi stava dicendo: - Ora lascia che ti guardi. Fece un passo indietro, i suoi occhi andarono dal cappello al vestito blu, alle calze nere e alle pesanti scarpe pure nere. Fece un cenno di approvazione. - Molto grazioso, molto elegante. Frau Rafaela era una santa monaca anziana, e il giorno del suo addio al mondo risaliva almeno a una trentina di anni addietro. Son certa che dovevo ricordarle una signorina del suo tempo. Fu poi la volta dei consigli. Nella giornata libera dovevo ritornare sempre nel mio convento; dovevo ricordare le prescrizioni del medico, dormire a sufficienza e fare del moto con moderazione, e finalmente dovevo tenere in mente che la mia casa e il mio posto erano a Nonnberg e che per quanto avessi da trattare con i secolari,14ero con loro solo a prestito. il cuore mi doleva quando dovetti congedarmi dalle altre tre giovani aspiranti con le quali avevo diviso la grande bellissima stanza che si affacciava sulla vallata verde del fiume Salzach, Mentre Frau Rafaela si curvava su un piccolo pezzo di carta per scrivervi il nome del posto cui ero diretta, abbracciai con un ultimo sguardo la grande stanza rettangolare con le sei finestre, le tende bianche che formavano le celle, la grande tavola centrale e l'enorme stufa di tipo antico, la bella stufa di maolea che tanto calore confortevole poteva irradiare nei rigidi inverni di Salisburgo. Come ero stata felice fra quelle pareti, e quanto tempo sarebbe trascorso prima che vi potessi ritornare! Ma sulla parete bianca sopra la porta era scritto con lettere antiche e sbiadite: Sia fatta la tua volont , Ancora poche parole, una benedizione finale e per l'ultima volta le mie dita attinsero l'acqua benedetta nell'acquasantiera di peltro." M'inginocchiai per un momento alla grata del coro, guardando gi l'altar maggiore, domandando al Signore che mi desse forza. Poi l'antica porta di noce si aperse con un acuto cgolo, mi pareva che
14. secolari: le persone che vivono nella comunit sociale; quelle che non sono in una congregazionereligiosa. 15. peltro: una lega di metalli: stagno, piombo e rame, di colore simile all'argento.

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non volesse lasciar andare la pi giovane figlia di Nonnberg verso un mondo dal quale avrebbe piuttosto voluto difenderla.s" Quando dalla fredda arcata uscii nel camposanto vecchio di secoli, i miei occhi, a met accecati dalle lagrime e dalla viva luce del sole, caddero sull'iscrizione di una lapide corrosa dal tempo su cui lessi: La volont di Dio non ha perch l). 17 Sotto l'arco tagliato nel muro esterno del cimitero mi volsi per gettare un ultimo sguardo d'amore alle care mura e mormorai: - Torner, presto. Poi imboccai la via che scende dalla collina su cui nel secolo VIII Santa Erentrude ha innalzato a Dio il suo castello. Ed un vero castello, piantato su solida roccia, con le enormi mura spesse pi di tre metri alla base. Una piccola terrazza scavata tutt'intorno, dove le fondamenta sembrano uscire dalla roccia. Mi fermai qualche minuto a guardare dalla balaustra la profonda vallata su cui la roccia si affaccia a picco da un'altezza di circa 100 metri, e verso le case di Salisburgo annidate sul verde pendio. Ero pi alta dei campanili delle chiese. Guardai al di l dell'antico e curioso Grabendiicher 18 (quel genere di tetto frequente nelle vecchie case di Salisburgo), seguii con gli occhi il nastro d'argento del fiume Salzaeh fino ai monti da cui scende. Pensai che da quelle parti doveva essere Aigen verso cui ero diretta. Ovunque fosse io dovevo raggiungere la corriera, e scesi i centoquaranta quattro gradini due alla volta, dimenticando gi i recenti ammonimenti. Alla Residenzplatz seppi che la prossima corriera sarebbe passata fra una mezz'ora, e cos mi misi a sedere su una delle panchine verdi, un po' senza fiato per quella gran corsa. Mi sentivo del tutto disorientata e con la testa vuota. Ohe cosa sarebbe accaduto poi'? Posai gli occhi sul pezzetto di carta e lessi di nuovo: Captano di vascello von Trapp l). Oimi fece fantasticare. Non ero mai stata al mare e mai avevo incontrato un capitano di mare nella mia vita. Li conoscevo solo dai racconti e dai film. Sar un uomo attempato con folta barba grigia, guance rosse, occhi azzurri e severi dissi tra me. Probabilmente mastica tabacco e sputa un bel po'. Se capitano, avr fatto il giro del mondo varie volte. Avr certo le pareti delle stanze coperte di trofei, di pelli di
16. L'espressione sta a indicare che la porta si apre stentatamente come se non desiderasse far uscire la ragazza, come se desiderasse tenerla in convento, per difenderla dalle difficolt del mondo circostante. 17. cio, non si deve chiedere a Dio il motivo delle sue decisioni. 18. pronuncia: qrabendecher.

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leoni e di tigri, di armi, di ceramiche e chiss che altro ancora. Sar molto interessante . Nello stesso tempo sentii un certo timore farsi strada nel mio cuore, perch certamente avrebbe gridato un bel po', visto che i capitani di mare pare siano molto arcigni. In quel momento mi venne in mente la storia dell'Ammutinamento del Bounty, un film muto che avevo visto poco prima di entrare in convento e che aveva molestato le mie notti per vario tempo. C'erano scene di lupi di mare 19 che non davano solo pugni ai loro marinai, ma li picchiavano a sangue e li tenevano in prigione a pane e acqua. Sarebbe capitato anche a me...~ Un rumore assordante interruppe i miei pensieri ansiosi. Un grosso veicolo, in una nuvola di polvere e di vapori di benzina, attraversava la Residenzplatz, e con una curva stretta e ardita venne a fermarsi proprio davanti a me. Un uomo scese dalla corriera. Volevo vedere se era l'autista, ma l'elmetto di cuoio mi scivol sugli occhi e riuscii a vederlo solo fino alla bocca da cui spuntava un enorme stuzzicadenti. Spinto indietro il cappello, vidi anche un berretto da conducente. - questa la corriera per Aigen~ - domandai. L'uomo dallo stuzzicadenti assent. - Quando partet - Subito. Dette un'occhiata in giro per vedere se vi fossero altri passeggeri. Salii e presi posto sul sedile davanti a destra. La mia valigia accanto a me pareva esattamente la borsa di un veterinario. Il conducente sal, chiuse lo sportello e disse: - Zwanzig Grosehen.(venti centesimi). - Data una piccola spinta all'elmetto potei vederlo e, mentre mi dava il resto, fissai lo stuzzicadenti. Riusciva a mandarlo su e gi e di lato, a muoverlo da un angolo all'altro della bocca, anche mentre parlava e sputava, e senza mai laseiarlo cadere. Sed al volante, premette un bottone, e tra scossoni e cigolii infilammo la Residenzplatz, attraversammo una piazza, costeggiammo il fiume Salzaeh con tali curve magistrali 20 che per ben due volte mi trovai sul lato opposto del sedile. Dopo pochi minuti attraversammo il ponte sul fiume, il Karolinenbriicke, e quasi immediatamente fummo in aperta campagna, a costeggiare alcune
19. lupi di mare: vecchi ed esperti marinai. 20. magistrali: complete, perfette, ben fatte.

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tenute 21 con grandi parchi e poi tra i prati e campi. Parecchie volte ci fermammo d'improvviso per far salire dei contadini. Sembrava che si conoscessero tutti, si gridavano saluti, urlavano risposte, perch con tutto quel cigolo e quel frastuono, per farsi intendere bisognava alzare molto la voce. Il signor Muller, come udii che la gente chiamava l'autista, doveva rispondere a molte domande, dare molte spiegazioni. Tra una sigaretta e l'altra, sputava con una certa dignit attraverso un piccolo foro nel finestrino di sinistra, ma non lasci mai cadere il suo stuzzicadenti. Dopo una ventina di minuti di corsa, la corriera si ferm d'improvviso e il signor Miiller disse: Aigen l), puntando lo stuzzicadenti verso di me. Scesi e mi sentii immediatamente avvluppata in una nuvola di vapori e di polvere. Quando la corriera disparve ed ebbi spinto indietro il mio elmetto, potei vedere una sola casa su cui era scritto Osteria l). - Sa dov' la villa 'I'rapp i - domandai a un uomo seduto a fumare sulla porta dell'osteria. Non rispose n s n no, ma attravers la strada polverosa e indicando con la pipa un gruppo di grandi alberi, disse: - L. A destra delle rotaie della ferrovia, la strada andava lungo una alta cancellata che pareva circondare un parco privato. Dall'altro lato si stendevano vasti prati fino ai piedi di un monte, che sapevo essere il Gaisberg. La stretta via pareva condurre direttamente fin l. No, vi era una svolta. Avevo gi fatto abbastanza cammino e cambiato di mano ai miei bagagli diverse volte. Cercai di guardare nel parco, ma gli alberi e i cespugli formavano un fitto muro verde. Forse erano gli alberi che avevo visto alla fermata della corriera. Avrebbe dovuto esserci una casa, la casa. Ed eccola. D'improvviso la cancellata si aperse su un ampio viale carrozzabile, e al di l di un gran prato ovale, attraverso le foglie di giganteschi ippocastani, potei scorgere una costruzione. Mi fermai per un momento, spinsi indietro con impazienza il noioso cappello, e guardai. Ecco la mta! Ero combattuta da sentimenti opposti: vi era ancora in me la nota triste del brusco addio all'amato santuario, e v'era l'ansiosa curiosit dell'esotica 22 residenza di un vero capitano e una generica inquietudine. Ma non puoi star qui per sempre dissi a me stessa. Quando, uscendo da sotto i grandi alberi, imboccai il viale di
21. tenute: propriet, vasto possedimento,

22. esotica: originale, di gusto straniero o di paesi lontani.

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ghiaia, ebbi la VISIOne completa della grande costruzione gngra, che finiva con una torretta all'angolo destro. L'edera copriva quel lato della casa. La mia attenzione and subito alle finestre del piano terreno. Erano eccezionalmente alte. Si poteva vedere qualcosa di rosso e bianco appeso a una rete. Due gradini salivano a una pesante porta di quercia a due battenti e il modo come s'aperse con un leggero cigolio alla mia sonata valse a rncuorarm. - questa la villa 'I'rapp' - domandai a un uomo dall'aspetto bonario che comparve sulla soglia, vestito con il grigio costume austriaco, ma con bottoni d'argento al posto dei caratteristici bottoni di corno. - S, signora. - Sono la nuova insegnante. lei il Capitano! Non un muscolo si mosse in quel viso abbronzato. - No, signora. lo sono Hans, il maggiordomo. - Buon giorno, Hans - gli stesi la mano. Egli me la strinse in fretta e parve un po' a disagio. Prese la mia sacca e m'introdusse, attraverso una porta a doppi vetri, in una anticamera sontuosa che prendeva tutto il lato della casa; mi fece sedere e scomparve silenziosamente prima che avessi potuto aggiungere una parola. Ero un po' delusa. Nel piccolo villaggio del Tirolo 23 da cui venivo, e dove tutti si conoscevano, non si aveva mai tanta fretta . .A. vrei parlato volentieri un poco con quell'uomo simpatico, e gli avrei voluto chiedere parecchie cose prima di affrontare il primo capitano di mare della mia vita. Ma forse era questo il modo in cui i maggiordomi devono comportarsi. Non ne avevo ancora mai incontrato nessuno nella mia vita. Fra le nostre montagne non ce n'erano, n nell'internato 24 della scuola di Vienna e nemmeno a Nonnberg. Li avevo trovati solo nei romanzi e al cinematografo come i capitani di mare. Mi misi a sedere su un seggiolone scuro e riccamente scolpito che mi ricord un poco gli stalli 25 nel coro dell'abbazia. Incuriosita cercai intorno le pelli di leoni e di tigri e le armi esotiche, ma nella grande anticamera vi erano solo pochi mobili antichi e dalle pareti pendevano due scuri quadri ad olio. il sole, attraverso i finestroni che avevo gi ammirati fuori, illuminava una bella scala che saliva con una curva elegante. il rosso e bianco intravisto era la pi grande
23. Tirolo: una regione dell'Austria confinante a sud-ovest con l'Italia. 24. internato: collegio,pensione per studenti. 25. stalli: sedili di legno con schienale e braccioli.

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bandiera che avessi mai vista nella mia vita, appesa alla parete. Era lunga almeno lO metri, rossa, bianca, rossa, con un enorme stemma nel centro. D'un tratto udii dei passi frettolosi dietro di me, e una voce piena, e sonora esclam: - Vedo che guarda la mia bandiera. Era lui, il Capitano! TI signore alto, vestito impeccabilmente, che mi stava davanti era certo assai diverso dal vecchio lupo di mare della mia fantasia. Quell'aria di completa sicurezza di s e l'istintiva signorilit mi avrebbero spaventata e intimidita se non fosse stata la calda e cordiale stretta di mano. - Sono contento che sia qui, Friiulein ...26 lo completai: - Maria. Mi lanci una rapida occhiata. D'un tratto fui conscia del mio abito buffo e mi sentii soffocare sotto il mio elmetto. Ma gli occhi del Capitano si fermarono sulle mie scarpe. Eravamo ancora in piedi nell'anticamera quando egli disse: - Voglio per prima cosa che conosca i miei figli. Tolse di tasca un fischietto di ottone lucido e di forma bizzarra, da cui trasse una serie di trilli complicati. Dovevo aver l'aria molto stupita perch disse, come scusandosi: - Vede, ci vuole tanto tempo a chiamare tanti bambini per nome che ho assegnato a ciascuno un fischio diverso. Naturalmente mi aspettavo di udire un grande sbattere di porte, un coro di risate e grida, la corsa di tanti ragazzi gi per le scale o lungo la ringhiera. Invece, guidata da una govanetta dal viso composto, una piccola processione quasi solenne discendeva gradino per gradino in un silenzio bene educato, quattro bambine e due ragazzi, tutti vestiti di turchino alla marinara, Per un momento ci guardammo sbigottiti. lo non avevo mai visto signorine e gentiluomini cos perfetti ed essi non avevano mai visto un casco simile al mio. - Ecco la vostra nuova insegnante, Friiulein Maria. - Grues Gott,27 Friiulein Maria ~ sei voci dissero in coro. Seguirono sei perfetti inchini.
26. Fraulein: leggi frilain; in tedesco significa signorina . 27. Griiss Gott: un modo di salutare in tedesco; significa press'a poco sia lodato Dio ,

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Mi pareva di sognare. Tutto questo non poteva essere vero. Dovetti spingere ancora indietro quel cappello ridicolo. Fu tuttavia l'ultima spinta. La piccola cosa bruna rotol sul pavimento lucido e and a finire ai piedi d'una graziosissima bimba di circa cinque anni. Una risatella ruppe quel silenzio severo. li ghiaccio era rotto. Ridemmo tutti. - Questa Giovanna - disse il padre presentando la bimba che aveva riso - e questa Martina, la nostra piccola. Che deliziosa bambina , pensai. Nascose le manine dietro la schiena, e mi guard attentamente, osservandomi in silenzio. - Edvige gi una bimba grande che va a scuola - e il padre indic la terza delle tre minori. Tutt'e tre avevano i capelli tagliati corti che scendevano ai due lati del viso, mentre la quarta bimba che il Capitano present come: - La mia figlia maggiore, Agata - aveva un nastro bianco che le tratteneva in alto i capelli inanellati, lunghi fino alle spalle. Provai un'istintiva simpatia per quella giovanetta dall'insolita espressione grave e dal sorriso timido. Desiderai con tutto il cuore di poterle diventare amica. In quel momento, tuttavia, non c'era tempo per esprimere la mia simpatia, perch il padre continuava: - Ed ecco i ragazzi, Rupert, il maggiore di tutti, e Werner. Rupert pareva avesse l'aspetto un po' distante del padre, ma Werner era un ometto con occhi bruni di velluto, che avrei voluto subito prendere fra le braccia. - Qual la mia allieva' - domandai al Capitano. Pass un'ombra nei suoi occhi sorridenti quando rispose: - Non ha visto ancora la sua allieva, Ora la conduco di sopra. Con un cenno conged i bambini e mentre lo seguivo per le scale, spieg: - La poca salute di questa bambina stata per anni un problema per noi. Da quando ebbe la scarlattina le rimasto il cuore debole. Adesso ha avuto l'influenza e sembra non riesca a rimettersi. Povera piccola. Sul pianerottolo del secondo piano, il Capitano aperse una porta e salimmo un'altra rampa di scala, stretta e a chiocciola, per raggiungere al terzo piano una grande stanza piena di sole, che si apriva su di un balcone. Appoggiata a una montagna di cuscini, in un letto antico in legno scolpito, e di dimensioni fuori dell'ordinario, riposava una bimba. - Questa Maria, Friiulein, - disse il Capitano, chinandosi sul visetto pallido segnato di scuro sotto i grandi occhi neri, e continu sotto voce in tono di tenerezza. - Sono sicuro che voi due 17

andrete d'accordo, piccola. Avete anche lo stesso nome. Un debole sorriso illumin quel visino e una vocina rispose: - S, babbo, e sono molto contenta di conoscerla, Fraulein Maria. - Adesso Friiulein Maria deve andare nella sua stanza - esclam il Capitano - ma presto sar di nuovo con te. Mentre scendevamo insieme le scale, si gir d'un tratto e domand: - Le piacciono i miei figli~ La domanda mi trov impreparata. -: Hanno i pi begli occhi che abbia mai visto - balbettai ma sono pallidi e seri. Odiai me stessa mentre pronunziavo queste parole che il padre avrebbe giustamente potuto prendere per una critica affrettata e superflua, per cui aggiunsi in fretta: - Sono tutti molto bene educati. - Non sempre, - disse il Capitano con una strzzatina d'occhi.28 Poi fattosi serio, aveva certamente capito pi che non avessi detto, aggiunse con voce pi bassa, mentre continuavamo a scendere: - Vede, lei la ventiseiesima di una lunga serie di bambinaie, governanti e insegnanti che abbiamo dovuto sperimentare dalla morte della loro povera mamma, avvenuta quattro anni fa. Questo le spiegher molte cose. L'ultima governante stata con noi solo due mesi, ma ho l'impressione che questa volta sar diverso. - S - sorrisi - nove mesi. Aperse un'altra porta bianca dicendo: - Presto soner la campana per il pranzo, - mi fece un leggero inchino e si allontan. Era una grande camera, piena di sole, con un'ampia finestra. Un tappeto orientale copriva quasi tutto il pavimento. Mobili antichi di valore e una tappezzeria lussuosa alle pareti le davano un'aria aristocratica. Il letto bianco nell'alcova 29 aveva una coperta di seta colore azzurro pallido; nel centro una tavola ricoperta di pesante damasco sotto il lampadario scolpito. A Nonnberg non avevamo tappeti, n sete, n broccati, ma alle pareti pendevano dipinti antichi e incisioni su legno di Nostro Signore e della Madonna e di tutti i Santi. A ogni porta trovavamo un'acquasantiera di peltro, d'argento o di ceramica, di fattura artistica. Niente di tutto ci potei trovare nella mia nuova stanza. .Ai piedi del letto era un semplice sgabello su cui posava la mia sdrucita sacca e lo sfortu28. strizzatina: il socchiudere rapidamente gli occhi per un cenno di intesa. 18 29. alcova: la parte della stanza, di solito circondata da tende, dove c' il letto.

nato cappellino; la chitarra era sul letto. Sembravano stranieri e io con loro. Mi sedetti sullo sgabello, presi in grembo le mie cose e per un momento mi sentii quasi abbandonata e sola. Quando un suono vibrante e strano mi fece balzar su: era la campana del pranzo. Poco dopo ci ritrovammo tutti nella elegante sala da pranzo. A capo tavola era il Capitano. I figli sedevano lungo i due lati. L'altro capo della tavola era occupato da una signora di mezza et. TI mio posto era alla sua sinistra, la pi piccola delle bimbe alla sua destra. Seppi che era la baronessa Matilde, una signora di antica nobilt, che dirigeva la casa. Aveva modi gentili e affabili. Ogni suo gesto dimostrava raffinatezza e mi faceva pensare al profumo di lavanda, Alle molte che gi occupavano la mia mente si aggiunsero ora varie altre domande: A che cosa servivano tutti quei differenti piatti d'argento e di cristallo l Perch Hans, il maggiordomo si era infilato in fretta i guanti? in casa poi! Che cosa gli era accaduto alla mano sinistra che teneva cos stretta contro il dorso? (C'era forse un buco nell'altro guanto ... ?). Perch la baronessa sonava il campanello l Perch invece non lo chiamava, essendo, egli, l davanti alla porta ~ E altre ancora. Appena finito il pranzo, mi fu detto che ero libera per quella sera di salire nella mia stanza per disfare i bagagli e riordinare le mie cose. Bene, il disfare i bagagli non mi prese pi di cinque minuti. Lo spazzolino da denti e i pochi capi di biancheria, l'abito di velluto marrone, che aveva irrimediabilmente l'aspetto di un sacco, e la dozzina di libri, furono presto sistemati. La valigia e il cappellino finirono nell'angolo pi oscuro dell'enorme guardaroba. TI nuovo Testamento e la Regola di San Benedetto, con un piccolo Crocifisso, furono piazzati sul tavolino da notte. Andai alla finestra. Sotto la luce rossa del tramonto si stendeva un grande parco: prati, gruppi di alberi alti e di nuovo prati. E un po' pi lontano vedevo nettamente stagliato sul cielo pallido della sera il profilo della mia diletta montagna, l'Unterberg, nella stessa direzione in cui l'avevo visto ogni giorno da Nonnberg. E c'erano anche tutti gli altri monti: Temengebirge, Ragengebirge, Staufen, Watzmann. Mi sentivo gi un po' meglio. Quando si veramente figli delle montagne, si appartiene loro. Si ha bisogno di esse. Diventano le fedeli guardiane della nostra vita. Se non ci si pu trattenere sempre sulle vette per tutta la vita, bisogna almeno poter fissare su di loro il nostro sguardo quando siamo in difficolt. L'uomo che scrisse 19

tremila anni fa: Voglio tenere il mio occhio sui monti donde viene il mio aiuto )}sapeva anche questo. Anche Nostro Signore, quando era stanco e affaticato, e desiderava esser solo col Padre, saliva sulla montagna. Felice come una scolaretta, mi feci un piccolo calendario che conteneva esattamente duecentocinquanta giorni, il numero esatto di quelli che dovevo trascorrere in quella casa. Sul primo giorno misi una crocetta e l'ultimo pensiero che mi venne in mente alla fine di quel giorno importante, fu: dopo tutto non appartengo alla casa, qui sono solo a prestito. so
30. ci sono soltanto per breve tempo e per fare un favore.

UNA PAUSA DI RIFLESSIONE


L'introduzione del romanzo suggestiva: una ragazza, che intendeva farsi suora, viene inviata presso una nobile famiglia per svolgere il compito di istitutrice. Svariate sono le impressioni che lei prova in quella occasione: il titolo del capitolo gi prospetta situazioni e sentimenti. Il paesaggio costituisce un'altra caratteristica del passo: richiama alla memoria le descrizioni e paragona la localit a qualcuna che, forse, tu conosci. Infine il capitolo ci fa conoscere il modo di agire di questa signorina sia nei confronti della sua superiora sia nei confronti del padrone di casa. Che cosa pensi di questo comportamento?

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Glorie del passato

Durante i pnmi giorni VISSI m un continuo stato di disagio. In quella casa niente, proprio niente, m'era familiare. In primo luogo dovevo abituarmi alla presenza delle persone. C'era il barone con i suoi sette figli. C'era la baronessa Matilde con il gruppo dei domestici, a capo dei quali era Hans, il maggiordomo. Nella cucina regnava Resi, la grossa e cordiale capocuoca. Tempo addietro, nei suoi anni giovanili, aveva cucinato su un bastimento inglese. Era stata in Australia e in India e qualche volta, di sera, raccontava alle ragazze di cucina storie paurose di pirati e di cannibali. In quelle occasioni accadeva che capitassero in cucina anche le due cameriere, Poldi e Lisi, e Bepi, il giardiniere. E allora anche Hans preferiva pulire l'argenteria nella cucina, perch, diceva, c'era pi luce. Le storie di Resi erano troppo interessanti per non ascoltarle. Solo Franz non compariva mai in cucina, non aveva bisogno di ascoltare le straordinarie storie di Resi. Era stato attendente 1 del Capitano durante il suo servizio attivo nella Marina e avrebbe avuto egli stesso storie da raccontare di sottomarini e di siluri, ma pensava che fossero troppo serie per la cucina. Viveva anche lui con la famiglia nella grande casa, ma dato che il Capitano non aveva pi bisogno di un attendente, aveva l'incarico della fattoria. Essendo figlio di contadini, si era adattato meglio del suo padrone al cambiamento di vita. Tuttavia ogni tanto si poteva vedere di sera il Capitano e il suo antico attendente, che, finito il lavoro, fumavano insieme la pipa, ricordando i tempi gloriosi nella Marina. Oltre la numerosa famiglia e i domestici, il che faceva gi venti persone, c'era la casa con cui fare amicizia. Tante stanze, corridoi, finestre sporgenti, balconate e poi nelle stanze tante cose strane affatto nuove per me.
1. attendente: quel militare che viene assegnato al servizio di un ufficiale.

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TI terzo giorno dal mio arrivo il barone part per una battuta di caccia in Ungheria. Quella sera stessa la baronessa Matilde mi disse, durante la cena: - Quando tutti i ragazzi saranno a letto, vuol venire nella mia stanza 7 Accettai con piacere e cominciai subito a rimuginare 2 nella mente le domande pi importanti da rivolgerle circa i ragazzi, la casa e per ultimo, lo stesso Capitano. - Entri e s'accomodi - rispose la voce acuta e dolce della baronessa Matilde al mio sommesso bussare. Entrai, ma non riuscii a sentirmi subito a mio agio. In quella camera c'era un'abbondanza di qualche cosa: ma di che cosat Un momento dopo capii che si trattava di arricciature. Le tendine bianche di merletto alla finestra cadevano arricciate in piegoline. La toeletta, con il grande specchio incorniciato d'argento e varie boccette luccicanti e fiale di cristallo dal tappo d'argento, era anch'essa rivestita di mussola 3 bianca a fitte arricciature. La sedia a sdraio, messa di traverso nell'ampia camera, aveva una profusione di seta . arricciata. E fino il cuscino di seta su cui la baronessa si appoggiava, sfoggiava una aureola 4 color crema. Alla mia sensibilit quasi maschile di scalatrice di montagne, ripugnava 5 tanta ostentazione 6 di femminilit, Senza accorgermene, dovevo essermi fermata sull'uscio, perch la signora, che aveva al collo un lungo nastro di velluto nero, disse gentilmente: - Non vuole sedere, cara ~ Accanto alla poltrona a sdraio, su un tavolino di ebano," era posato un vassoio d'argento. La baronessa Matilde prese una bottiglia di cristallo, ne tolse il tappo d'argento e vers del vino dorato in due bicchieri di cristallo. Poi mi pos in grembo un piatto di maiolioa di strana foggia, colmo di pasteen e disse: - Prenda. Sollevando il bicchiere continu con un certo calore nella voce: - Benvenuta, benvenuta, e possa non andarsene mai! Mi ci volle un momento per capire che si trattava dell'augurio di rimanere finch i ragazzi fossero cresciuti e non avessero pi
2. rimuginare: rimescolare, ripensare. 3. mussola: tessuto fine leggero e trasparente. 4. aureola: contorno, bordo. 5. ripugnava: dava fastidio, teneva lontano. 6. ostentazione: mostrare in maniera molto evidente. 7. ebano: legno pregiato, duro, di color nero.

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bisogno di governante. La signora era davvero gentile e nonostante le balze 8 arricciate incominciai a rinfrancarmi. Nella mia vita non ero mai stata abituata a torte e caramelle e le squisitezze che avevo sulle ginocchia mi sciolsero la lingua, cos che cominciai a formulare tutte le domande che mi stavano a cuore. Sorridendo, la baronessa pazientemente rispondeva ai cento e un perch e percome,? finch dissi alla fine: - C' una cosa che non riesco affatto a capire. Perch il Capitano non ha l'aria felice con questi graziosi figlioli, la sua meravigliosa casa, e tutto ci che si pu acquistare con il denaro? Il sorriso scomparve dal viso della mia compagna e ripet: - Tutto ci che si pu comperare con il denaro molto poco. Il poveretto ha perso tanto! La baronessa Matilde tacque con un'espressione assente, sotto la luce dorata della lampada. Mi sentii imbarazzata, forse non avrei dovuto fare domande sul padrone di casa. Forse adesso era il momento di congedarmi e andare a letto, e, incerta, feci per alzarmi. La baronessa Matilde sembr riscuotersi da pensieri gravi. Si volse di nuovo verso di me e disse gentilmente: - No, non vada ancora via, cara figliola. Posso senz'altro raccontarle tutta la storia. Non facile capire il Capitano e ci pu servirle di chiave lO per l'avvenire. Ascoltai cos una vicenda fuori del comune. - Il. Capitano von Trapp era nato e cresciuto in riva al mare poich aveva appartenuto alla Marina anche suo padre . .All'et di diciotto anni aveva guadagnato la prima decorazione, combattendo in Cina al tempo della rivolta dei Boxers.'! Era stato uno dei primi a capire l'importanza dei sottomarini da guerra. Fu destinato a Fiume 12 dove si costruivano i siluri per tutta l'Europa. Questa destinazione aveva orientato tutta la sua vita. Gli era stato assegnato il comando del prino sottomarino messo a servizio nella Marina austriaca.
8. le balze: le strisce di stoffa poste per ornamento. 9. ai cento e un perch e percome: a tutte le pi svariate domande. lO. chiave: mezzo per conoscere, modo per rendersi conto. 11. Boxers: membri di una societ segreta cinese che era contraria ai rapporti tra cinesi ed europei. Nel 1899 e nel 1900 vi furono scontri tra il governo cinese e le Potenze europee, a causa di questa societ; tali scontri terminarono con un trattato, nel 1901,con cui venivano puniti i Boxers, 12. Fiwme: citt in Istria che, come Pola, appartenne all'Austria fino al termine della prima guerra mondiale; pass poi all'Italia e attualmente appartiene alla Jugoslavia.

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La fanciulla che era stata madrina del varo di questo sottomarino era nipote dell'inventore del siluro e proprietario della fabbrica dei siluri, Robert Whitehead . .Al varo del sottomarino il cuore del suo comandante era stato fatto prigonero.P Ella era straordinariamente bella, di carattere dolcissimo e favolosamente ricca. Poco dopo si erano sposati. A Pola, base navale della Marina austriaca, si erano costruiti una villa di lusso, di fronte al mare, e vivevano felici. Lo scoppio della guerra mondiale aveva posto improvvisamente fine alla bella favola. Tutti i civili avevano dovuto lasciare Pola. La giovane sposa era andata ad abitare, con i due primi bambini, nella propriet della madre nelle Alp austriache, e l'interessante passatempo del Capitano si era d'un tratto mutato in una professione pericolosa. Scoperse ben presto che quei sottomarini erano ancora in fase sperimentale.w Residui di gas dilagavano nel piccolo scafo avvelenando l'equipaggio. TI periscopio 15 non poteva essere alzato e abbassato, ma il mezzo doveva muoversi sempre con il periscopio puntato. TI Capitano von 'I'rapp aveva fatto miracoli pur con il materiale scadente di cui disponeva. Perlustr le spiagge dell'Adriatico, inflisse perdite ai convogli16nemici e ben presto pot liberare le acque territoriali 17dalle navi nemiche. In poco tempo il suo petto fu ricoperto di medaglie, fra cui la pi alta decorazione austriaca, la Croce dell'imperatrice Maria Teresa, e seppi che questa onorificenza, la pi alta che un ufficialepotesse ricevere in tempo di guerra, era stata istituita dall'imperatore come ricompensa ad un atto di coraggio, compiuto per iniziativa personale e a proprio rischio, a volte anche contro gli ordini ricevuti. Ci significava che se l'atto eroico aveva successo, il responsabile riceveva la Croce di Maria Teresa e insieme il titolo di barone. Ma se gli fosse accaduto di fallire il colpo, egli era portato davanti al consiglio di guerra,18 Con il proseguire della guerra, il Capitano von 'I'rapp divent una figura leggendaria dell'Esercito e della Marina. La famiglia contava. ormai gi cinque figli. Gli amici profetizzavano che alla fine della
13. era stato fatto prigioniero: si era irurramorato. 14. in fase sperimentale: ancora non perfezionati; in esperimento. 15. periscopio: strumento mediante il quale dal sommergibile si pu vedere all'intorno. formato da un lungo tubo fornito di lenti a prisma. 16. convogli: gruppi di navi da 24 trasporto, scortate da navi da guerra. 17. acque territoriaU: zona di mare che appartiene a un determinato Stato. 18. consiglio di guerra: tribunale militare che giudica coloro che in tempo di guerra compiono atti contrari alla salvezzao all'interesse della propria patria.

guerra sarebbe stato certamente promosso grande ammiraglio. L'intera nazione era orgogliosa di lui. Non era solo popolare, ma era diventato l'idolo del paese. Poi le cose andarono a finire in modo del tutto diverso. L'Austria fu sconfitta e perdette tutte le citt costiere. L'orgogliosa Marina imperiale non esisteva pi. TI Capitano era stato spazzato via dal turbine, nella primavera della vita, quando era quasi giunto all'apice 19 della fama e del successo. Adesso era un Capitano senza nave, il che nel suo caso particolare significava quasi un corpo senza il euore.s? Solo la moglie, la regina del suo cuore, gli rendeva ancora sopportabile la vita. Dopo la guerra nacquero altri due bambini. Poi, durante un'epidemia, la scarlattina gli uccise la giovane sposa. Met della sua vita era morta con la Marina, dell'altra met una gran parte parve andare sepolta con lei. TI giovane eroe della giovent austriaca - prosegu la baronessa - diventato un uomo silenzioso dallo sguardo vuoto. Abbandonati i luoghi della sua felicit ha trasportati i suoi sette figli in questa tenuta acquistata di recente, in cui i ricordi non lo assllano.s-Non ha pi pace. Ha cercato di tornare al mare. Ha fondato la Vega Shipping Company l). Poi si occupato di commercio del legname, e ha subito cambiato idea per tentare un'impresa di navigazione sul Danubio. Ha viaggiato, ha preso parte a lunghe battute di caccia. Ha tentato altri affari, ma niente riesce quando il cuore fa male. - E i figli? - non potei trattenermi dal domandare. - Questa veramente la parte pi triste della storia, - rispose la baronessa con voce sommessa. - Ama i figli pi di ogni altra cosa al mondo. Provvede loro tutto quanto pu essere acquistato con il denaro. Ha radunato uno stato maggiore di domestici, una governante per la maggiore, un'altra per le bambine, una bambinaia per la piccola, un'insegnante particolare per Maria. quanto avevamo prima del suo arrivo. Una cosa da far piet! Le governanti si bisticciavano fra loro e dovevano essere cambiate spesso. Tutta questa gente era chiamata a prendere il posto di una persona sola. A volte egli non si interessa abbastanza dei figli. Forse gli ricordano troppo la loro madre. Non sta mai a lungo a casa. Capita inaspettato, porta regali e sorprese, ma presto ripreso dall'inquietudine e riparte per un altro viaggio. I suoi parenti lo hanno persuaso a cercare una persona che rimpiazzi tutto questo personale domestico, un'altra madre per i suoi figli.
19. apice: al culmine, al massimo. 20. era, cio, una persona senza interessi e senza entusiasmi. 21. assillano: angustiano, tormentano.

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UNA PAUSA DI RIFLESSIONE


Ecco descritta la vita del Capitano: gioie e dolori, soddisfazioni e delusioni; sembrava che egli dovesse giungere al massimo della sua carriera e della gloria, ma la sconfitta dell'Austria e la morte della moglie gli troncano ogni entusiasmo. Anche se non nella stessa maniera, ciascuno di noi trascorre nella sua vita momenti piacevoli e momenti difficoltosi; la vita non tutta in rosa, e bisogna prepararsi per essere pronti ad affrontare le difficolt e a vivere equilibratamente in ogni circostanza. Quale giudizio puoi dare del Capitano? Conosci qualche persona che ha saputo dimostrare forza d'animo e carattere equilibrato anche in occasioni difficili?

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Il barone non vuole

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Con il passare delle settimane mi abituai al mio lavoro. C'era una certa r01dine 1 da seguire ogni giorno. Alla baronessa piaceva riposare al mattino. lo avevo il compito di badare a tutti i ragazzi, dovevo svegliarli, occuparmi della loro colazione, e sorvegliare che i pi grandi andassero a scuola. Non era incombenza da poco, tante erano le cose da ricordare. I ragazzi dovevano mettere cappello di cuoio, ghette 2 e guanti di pelle. Nelle giornate piovose si dovevano aggiungere soprascarpe e ombrelli. In pochissimo tempo avevo confuso tutta questa roba. Una mattina trovai solo i guanti delle sinistre e le ghette delle destre, e occorreva sempre molto tempo per rintracciare il resto. Disperata, andai in cerca di un rimedio. - Non si potrebbero comperare delle scarpe chiodate robuste.t - suggerii un giorno alla baronessa quasi esausta 3 a forza di andare a caccia di soprascarpe. Dovetti confessare che due guanti di pelle della mano sinistra erano andati perduti. - Non sarebbero pi pratici e meno costosi per bambini dei guanti di lana ~ E non le pare, baronessa, che comperare un wetterfieck per ciascuno sarebbe un vero affare~ - Che cosa.t - Ma, baronessa, tutti portano i wetterfieck al giorno d'oggi. Risi al suo sguardo sgomento. - Sa, quelle mantelle di lana impermeabile col cappuccio, cos avremmo finito di usare quei terribili ombrelli. La baronessa ascolt educatamente.
1. routine: ritmo, abitudine negli orari e negli impegni. 2. ghette: gambali di stoffa, abbottonati. 3. esaueta: stanca, sfinita.

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- Ho sempre pensato che l'ombrello sia una grande comodit, - disse alla fine. - Pu essere che per i bambini l'altro sistema sarebbe pi agevole. Ma sa - e sospir con rassegnazione - il Capitano vuole si faccia cos. Quando i pi grandi erano usciti per andare a scuola, cominciavo lo studio con Maria e Giovanna. Questa aveva iniziato a percorrere con gli altri i due chilometri di strada necessari per raggiungere la scuola. In Austria le scuole non avevano l'autobus privato. La piccola Giovanna per si stancava a compiere quella lunga camminata ogni giorno e cos si era deciso di farla studiare in casa. Insegnare alle due piccole, anche se cos diverse fra loro, era una vera gioia. Maria era molto delicata. Per le condizioni del cuore andava tenuta molto tranquilla. Non doveva n saltare, n correre, n prendere parte a giuochi sfrenati. Com' duro per una bambina starsene in disparte quando gli altri bambini giocano e si divertono! Ma Maria era un'eccezione: non dimostrava dispiacere. Una sola volta le colsi sul viso un'espressione di vivo desiderio, quasi una fame, nei begli occhi neri, mentre guardava fratelli e sorelle intenti in un gioco animato. Dopo aver sorpreso quello sguardo decisi di far tutto ci che potevo per compensare in qualche modo i molti sacrifici richiesti a quella bimba. Prima di tutto cercai di mettere nel mio insegnamento tutto il mio impegno e tutto il cuore. Era intelligente e capiva subito. Le materie principali di studio erano dodici: religione, grammatica, composizione, letteratura, storia, geografia, fisica, botanica, lingua francese, geometria, algebra e latino. Oltre a queste avevamo disegno, lavoro d'ago e solfeggio.Era portata specialmente per la matematica, la scienza e il solfeggio, ma non trascuravamo le altre materie. In sei settimane avevamo svolto tutto il programma per il primo semestre di scuola. Ero quasi preoccupata di tanto entusiasmo e di una diligenza cos perfetta. Spesso andavo nella sua camera e cercavo di interrompere il suo studio, dicendole: .,- Per oggi basta, Maria. Giochiamo a dama. Di solito allora levava verso di me il visetto infervorato e con occhi ansiosi diceva: - Oh! questo tanto pi divertente, Fraulein Maria, - indicando un problema d'algebra o un intricato disegno di geometria. Finch felice - pensavo - non ho il cuore di affliggerla con altri comandi ). Maria non era una bambina espansiva. Teneva tutto per s, ma un giorno mi confid: - Non m'importa tanto di non poter correre con gli altri: ci 28

che mi costa di aver dovuto smettere le lezioni di piano. Ricordai di aver visto nella sala della musica due astucci di mogano per violino. - Oh! che bellezza! chi suona il volino'l - avevo esclamato rivolta alla baronessa. - Nessuno adesso. Avevo capito. Ma pensando a Maria andai dalla baronessa e le chiesi: - Posso portare uno dei violini a Maria~ Potrebbe tenerlo nella sua camera ed esercitarsi un poco ogni giorno. Non ebbi un rifiuto. Mi fu anzi accordato il permesso di cercare una maestra che venisse a dar lezioni due volte alla settimana. La bimba tranquilla s'illumin di gioia e le piccole dita delicate si dimostrarono molto abili sul violino. Giovanna era diversa. Non avevo mai bisogno di dire basta al suo studio. Al contrario, invece! La signorina aveva una mente adatta ad apprendere, ma preferiva una vita piacevole. Di solito, dopo una prima mezz'ora in cui stava a sedere composta, cercava di arrampicarsi sulle mie ginocchia perch cos la sento meglio ~, diceva. Trovava cento modi per distrarre la mia attenzione. Le sue armi erano minuscole scorticature, quasi invisibili, sul viso e sulle dita, che le facevano talmente male da impedirle di continuare a scrivere certe lettere maiuscole, o a contare per due. Una volta per tutte dovetti essere severa e rimproverarla. Tuttavia per nessuna cosa al mondo avrei voluto far dispiacere a qualcuno. Subito le scesero dei lagrimoni sulle guance e, saltandomi in grembo, mi strinse le braccia al collo singhiozzando disperatamente: - Sar buona ...! Era sempre tanto espansiva e affettuosa. Dopo la nostra prima lezione, mi venne vicina e mi disse, rizzandosi in punta di piedi: - Le voglio dire una cosa. Quando mi chinai mi sussurr all'orecchio: - Lei mi piace tanto! - e mi scocc un bacio sulla bocca. Quella bimba robusta, con la pelle bianca, le guance rosa e i capelli neri, era tanto graziosa che la gente per via si fermava a guardarla. Aveva occhi espressivi grandi e bruni; quando sorrideva le si formavano le fossette sulle guance e sorrideva sempre. Questa piccola Bianca Neve era davvero un raggio di sole. La piccola Martina era del tutto diversa dalle mie due allieve, Non era affatto espansiva. Non voleva essere n baciata, n abbracciata. Quando cercai di prenderla sulle ginocchia, essa si irrigid. Sorrideva di rado. Mi domandavo che cosa ci fosse in quella bim29

betta seria. Tuttavia era affascinata dalle mie lezioni. Stava per ore accanto a Giovanna, con le manine dietro il dorso, a osservare con i grandi occhi scuri tutto quanto dicevo o facevo. Ma se mi voltavo verso di lei o le rivolgevo una domanda, si nascondeva sotto la tavola e rimaneva l come un topolino per tutto il resto della lezione. .Allo stesso tempo non era n timida n vergognosa come avevo pensato da principio. Se voleva qualche cosa lo diceva chiaramente. Mi era parsa fredda e indifferente, finch un giorno la vidi che abbracciava con tenerezza un orsacchiotto di stoffa, suo compagno inseparabile. Sapevo che la confidenza di una bimba come un castello chiuso per il quale occorre la chiave. Non serve rompere la serratura e forzare l'ingresso. Poich non ero stata ancora invitata, sapevo di dovere aspettare fuori pazientemente, forse un giorno mi sarebbe stata data la ehiave.! La scuola in citt cominciava alle otto e finiva alle dodici. Non vi era la refezione a scuola e i bambini dovevano tornare a casa per il desinare. Quattro volte alla settimana ritornavano a scuola alle due per altre lezioni, che duravano fino alle quattro o alle cinque. Nel pomeriggio di mercoled e sabato erano liberi. La casa padronale 5 era circondata da un grande parco, artisticamente disegnato. Vicino alla casa vi erano aiuole di dalie, crisantemi e molti altri fiori e arbusti che non avevo mai visti prima d'allora. Sentieri coperti di ghiaia dividevano i prati ben tenuti in grandi appezzamenti e raggiungevano i campi ombreggiati da piccoli gruppi di alberi particolarmente belli: olmi, aceri e pini. Da un lato la propriet era circoscritta da un piccolo bosco. Dall'altro, dietro un pergolato, erano il garage, la stalla della mucca, la serra per gli erbaggi e da l un sentiero fiancheggiato da siepi di arbusti selvatici e di uva spina conduceva a un grande frutteto. Nel primo pomeriggio libero, la baronessa Matilde e i ragazzi mi condussero a vedere tutta la propriet. Quando passammo davanti a una grande aiuola di fiori gialli dall'alto stelo, Rupert disse con orgoglio: - Questo l'achte amerikanische Goldtrude (un fiore genuino dell'America). Pap dice che molto prezioso e a noi proibito di coglierne. Bepi, il nostro giardiniere, ne ha una cura particolare e d alle piante una speciale miscela di concime.
4. sarei riuscita a entrare in simpatia, in confidenza. 30

5. padronale: abitata glia del padrone.

dalla

fami-

Ammirai di tutto cuore questo nobile ospite americano i cui fiori gialli attiravano le api di tutto il vicinato. Stavamo rientrando dal nostro giro, quando Werner mi prese per la mano e disse: - Voglio mostrarle il mio albero favorito. Andammo verso il lato nord della casa. C'era un gruppo di alberi sempreverdi, che non somigliavano n al pino n all'abete. Gli aghi erano pi delicati e pi morbidi. I rami si piegavano con eleganza all'estremit. - Pap dice che anche questi sono forestieri: abeti canadesi disse il ragazzo con orgoglio. - Sono molto rari, ma voglio darne un ramo a lei. E il piccolo cavaliere mi porse un rametto lungo tre centimetri. Ero sopraffatta da quanto vedevo e non potei trattenermi dall'esclamare: - Che paradiso per i ragazzi! .Agata che mi camminava davanti, si volse e mi domand stupita: - Perch? - Ecco - dissi. - Pensa solo a quante cose straordinarie si possono fare in un giardino cos grande, quanti giuochi e quante ... - Lei pensa cos - m'interruppe .Agata e la sua voce infantile risuon piena di saggezza. - Ma, vede, se si vuol giocare alla palla per esempio, la palla esce sempre dai sentieri e va a fnire nelle aiuole. Se la si vuole riprendere nel prato, ci si bagna i piedi e ci si busca un raffreddore. Se si prova a giocare nei boschi, laggi, ci sono tante spine che i capelli si impigliano, gli abiti si strappano e si rimproverati. Cos in realt non si pu giocare molto nel giardino. Si pu solo fare delle passeggiate, come facciamo infatti. Mi fermai sbigottita davanti alla porta d'ingresso e avevo appena incominciato a spiegare che non ero della sua opinione, quando la baronessa mi interruppe in fretta: - .Agata ha ragione, - concluse e cortesemente mi sospinse verso la soglia. Nelle settimane seguenti potei con dolore rendermi conto come tutto ci fosse vero: non si pu giocare nel pi bel giardino se nei giorni feriali bisogna fare attenzione agli abiti alla marinara, e alle scarpe buone, e alla domenica, agli abitini di seta e alle scarpette bianche. Non si potrebbe pensare che una camicia banea alla marinara potesse rimanere inalterata dopo una salita su quell'abete laggi. Ma che bisogno c' di indossare una camicia bianca alla 31

marinata quando ci si vuole arrampcare sugli alberi? Cos andavo pensando fra me, e presi la mia risoluzione! Tutta eccitata, feci irruzione nella camera della baronessa per esporle la mia idea, subito dopo avere picchiato all'uscio, e senza nemmeno aspettare il suo entri l). - Baronessa Matilde, non si potrebbero comperare abiti da gioco e sandali per tutti i ragazzi? In giardino non avrebbero da fare attenzione ai loro vestiti e potrebbero essere veramente spensierati. Prima di pranzo potremmo far loro indossare di nuovo gli abiti alla marinara. E non si potrebbe avere un campo di palla a volo e palla a canestro per le bambine e un bastone da hookey 6 per i ragazzi, e anche un giavellotto e un disco? Nel frattempo avevo cercato invano in tutta la casa questi oggetti inseparabili dai miei ricordi delle ricreazioni in collegio. Ma la baronessa Matlde doveva aver frequentato un'altra scuola, perch il suo viso non si illumin al semplice suono di queste parole. Disse gentilmente: - Tutto ci molto interessante, Friiulein Maria; ma veda, io non oserei ordinare nessuna di queste cose, abiti da gioco, lei ha detto? senza parlarne prima al padre dei bambini. Lei sa, il barone vuole che i figli abbiano l'aspetto pulito e in ordine; quei giochi che lei ha nominato, non li conosco nemmeno di nome. Quando ero una giovanetta, ci si divertiva giocando al croquet? I bambini potrebbero giocarlo nel grande prato, quando il tempo asciutto. Altrimenti ci dedichiamo alle passeggiate igieniche nei viali del parco. Dopo l'ultima buona notte ai bambini, andai diritta nella mia camera. Rimasi a lungo a sedere sul letto, nel buio, rimuginando pensieri sul Capitano. Quell'uomo era buffo! Aveva una grande casa, un parco fantastico e molto denaro. Non poteva fare in modo che i suoi bei figlioli potessero godere di tutto ci anzich imprigionarli in abiti eleganti che guastavano loro ogni sano divertimento? La povera baronessa doveva avere un lavoro enorme per sorvegliare l'esecuzione dei suoi ordini! Tutta la simpatia verso il Capitano in me suscitata dalla sua dolorosa storia, in qualche modo si illanguid 8 e alla mia preghiera
6. hockey: gioco a squadre in cui una palla o un disco vengono sospinti, mediante bastoni, nella rete avversaria difesa da un portiere. 7. eroquet: gioco nel quale si fa

passare attraverso vari archetti una pallina, colpendola con un bastone apposito. 8. illanguid: diminu molto, si spense.

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della sera aggiunsi: Fa', o Signore, che questi bambini siano finalmente felici . Era novembre e gli alberi avevano lasciato cadere le loro ultime foglie dorate; il tempo era spesso brutto. Vennero lunghi periodi di pioggia, e la famosa pioggia scrosciante di Salisburgo segn la fine delle nostre passeggiate. In un pomeriggio piovoso di sabato tutti avevano finito i compiti di casa. I ragazzi grandi vennero da noi nell'appartamento delle piccole, guardandosi attorno incerti e non sapendo che cosa fare. Gli occhi di Werner caddero sulla chitarra appesa al muro, vicino al mio letto. - La sa suonare, Friiulein? - domand. - S, la so suonare - risposi e andai a prendere lo strumento. - Cantiamo qualche cosa. Dopo qualche accordo attaccai un motivo popolarissimo. I bambini stavano a sentire attenti, ma in silenzio. Mi fermai. - Perch non cantate con me~ - Non conosciamo questa canzone. - Bene, eantiamone un'altra. Ma non conoscevano nemmeno quella, n la terza, n la quarta. - Quale canzone conoscete, bambini? - domandai alla fine. La piccola Giovanna confess: - Soltanto Notte silente. 9 Gli altri ridacchiarono, ma io avevo gi cominciato Notte silente, santa notte , Un po' timidamente, a mezza voce, cantammo in coro la prima strofa. - Ripetiamola. Questa volta voi cantate l'alto e io il basso. - Cos facemmo. - Chi vuol provare a cantare il basso, perch io faccia il terzo~ lO - domandai. Maria e Werner vollero provare. Ero stupita al sentire come le voci riuscivano a fondersi armoniosamente. Nessuno provava pi vergogna. Cantammo a piena voce le tre strofe di Notte silente e la fusione era perfetta. Poi misi gi la chitarra e dissi: - Adesso cercate di ricordare quale altra canzone sapete. Dopo un bel po' avevamo messo insieme una breve lista: qualche
9. Notte silente: una canzone, famosa in tutto il mondo, che si canta in occasione della ricorrenza
Z TRAPI'

natalizia. lO. il terzo: la terza coro.

voce nel

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canto di marinai, alcuni dei quali in italiano che avevano imparato dal padre, una canzone di caccia, due canti scherzosi nel nostro dialetto nativo, uno o due canti religiosi, le prime battute di Sotto il tiglio, R08ellina di macchia, La Lorelei, altri due canti di Natale, e l'inno nazionale. Era veramente una lista meschina. Non conoscevano una sola nota dei nostri antichi e meravigliosi canti popolari. . Quando dissi: Conoscete questa , e cominciai le prime battute d'una vecchia ballata," gridarono tutti: - No, ma per piacere la canti lei. Cos cantai le mie canzoni preferite, una dopo l'altra. Le piccole erano strette alle mie ginocchia. I pi grandi s'erano seduti sulla tavola per vedere come suonavo la chitarra, quando d'improvviso si spalanc l'uscio. - Nessuno ha sentito la campana del pranzo? Oh! bambini, che orrore, siete seduti sulla tavola! Che cosa direbbe vostro padre L'indomani era domenica, e pioveva ancora. Era stato stabilito un turno tra la baronessa e me per rimanere in casa la domenica. Quella era la mia domenica. La baronessa usc per andare a visitare degli amici. I ragazzi erano entusiasti al pensiero di imparare nuove canzoni. Sembravano tutti molto portati per la musica. Non ci volle gran che per insegnare loro semplici versioni di vecchie canzoni. Dopo cena i ragazzi proposero: - Accendiamo il caminetto nella biblioteca. Si sta cos bene l. Anche questo era nuovo per me. Stetti a guardare i ragazzi accendere i ceppi gi preparati da Hans, Poco dopo eravamo tutti a sedere sul folto e morbido tappeto, a guardare le fiamme, io nel centro con la chitarra e cantammo tutto il nostro repertorio: otto vecchie canzoni e sei moderne. - Ma ragazze, ragazze! Le signorine non fanno questo. Vi ho detto altre volte che vostro padre non vuole che sediate per terra. Prendete quegli sgabelli. Evidentemente la baronessa era di ritorno dalla sua visita. Ecco di nuovo la mano severa del padre che ci frenava. La corda del mi 12 fece: bang! - Ora dobbiamo smettere - dissi alzandomi - mi si spezzata una corda.

Il. ballata: composisione, anche popolare, per musica e canto. 12. la corda del mi: le sei corde 34

della chitarra sono accordate ciascuna su una nota differente.

UNA PAUSA DI RI FLESSIONE


La signorina riuscita a conquistare la simpatia dei ragazzi e vorrebbe offrire loro un modo nuovo e pi idoneo per divertirsi, dopo aver compiuto i loro doveri di scolari. Ma in quella casa si seguono metodi un po' antiquati; tuttavia il canto viene accolto con gioia e con la partecipazione di tutti. Se rifletti puoi notare che la simpatia e l'affetto sono sentimenti reciproci i quali danno gioia e serenit. Anche il gioco importante per i ragazzi. Vuoi esporre quali sono le persone a cui sei affezionato e per quali motivi 7 Quali sono i giochi che maggiormente ti attraggono 7

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Un Natale

austriaco

Il Natale si andava avvicinando. Intorno alla grande tavola nella stanza delle piccole avevamo lunghe confabulazioni 1 per decidere che cosa preparare per il padre e la baronessa Matilde, e per la nonna che viveva in un castello vicino a Vienna, Avevo suggerito che ciascuno dei bambini preparasse anche una sorpresa per ognuno dei fratelli. Tutto questo ci teneva molto occupati. La grande tavola era coperta di carte, di colori, di pennelli, di gomitoli di lana, di aghi e di ferri da calza. Presto anche la stanza dei ragazzi si trasform in laboratorio, con l'odore della colla in aggiunta allo speciale odore dei topi bianchi di Werner. Mentre le mani lavoravano, nemmeno la lingua rimaneva ferma. Imparavano pastorali di Natale; una ogni sera, scelte dal tesoro che avevo raccolto andando con il gruppo dei ragazzi del Movimento Giovanile Oattolico Austriaco da un paese all'altro delle Alpi. A volte ci si fermava in valli nascoste o in fattorie isolate di montagna, per ascoltare i canti popolari tramandati da secoli. Avevamo scoperto cos i pi bei canti natalizi e ne conoscevo a dozzine. Una sera la baronessa Matilde era uscita per passare la notte dalla sorella ammalata. Oon i ragazzi decidemmo di fare una prova generale di tutte le nostre canzoni. Maria, che gi suonava dei pezzi : facili sul violino, avrebbe cercato di accompagnare i cori. Scendemmo e con perfetta disciplina ci mettemmo a sedere sul grande divano davanti al caminetto e sulle comode sedie. Ma in quel modo eravamo distanti gli uni dagli altri e non potevamo unire cos bene le voci come quando ci era capitato di sedere sul morbido tappeto, tutti in gruppo. Non resistemmo alla tentazione di farlo. Agata prese la mia chitarra, perch le avevo insegnato l'accompagnamento delle canzoni pi semplici. Maria con le guance rosse per
1. confabulazioni: colloqui familiari, conversazioni domestiche. 36

l'eccitazione, sonava il motivo, mentre noi cantavamo a tre voci In dulci iubilo. D'improvviso qualcuno apr la porta. - Pap" pap - gridarono i bambini e si strinsero attorno all'alta figura ferma sulla soglia. Eccolo dunque, e noi sedevamo per terra! Mi alzai con calma, raccolsi la chitarra e la posai sul divano. Intanto il Capitano aveva baciato tutti i bambini e mi venne incontro per salutarmi tenendo in collo Martina. - Sono dolente, Capitano - dissi. - Di che cosat - Poi sottovoce - Oh! capisco, doveva essere una sorpresa per Natale. Ma non si crucci, lo stesso una sorpresa: bambini, non posso credere a tutto questo. proprio straordinario! Fatemi sentire ancora qualcosa. No, non accendiamo la luce. Mettiamoci a sedere qui. Venite. Sedette lui stesso comodamente sul pavimento, appoggiandosi con le spalle ad una delle pesanti poltrone, e facendo sedere le due piccole sulle ginocchia. - Avete imparato una nuova canzone! Quale~ Ripetetela. - Una nuova canzone' - fecero i bimbi in coro - Solo una.I! - Che cosa volete drej - domand il padre. E poi, stupito: - Friiulein, sta cercando qualche cosa~ Ero rimasta in piedi, non potevo credere ai miei occhi. - N...no - e mi sedetti sul divano. - No, venga qui con noi, sul tappeto. Non le pare pi familiare' Non lo avevo mai dubitato. Cos mi unii al gruppo e ricominciammo a cantare e fin per diventare una serata assai piacevole. Ogni tanto il Capitano ci interrompeva: - Ma, bambini, bambini, non meravgloso ! Il suo entusiasmo cos genuino 2 era contagioso. Lod molto Maria e Agata per la loro abilit nel suonare e d'un tratto prese lui stesso il violino e attacc il delicato preludio 3 di una delle nostre antiche ballate. E poi ne cantammo tutti i ventidue versi. La chitarra Suon solo due battute dopo che le voci tacquero, ma il violino continu a suonare molto dolcemente. Nessuno si muoveva. D'un tratto il Capitano si ferm e come destandosi da un sogno mise gi lo strumento. - Non pensavo che avrei suonato ancora! - disse con un profondo sospiro. Poi aggiunse dei ceppi nel caminetto per ravvivare la fiamma che si era abbassata, e domand: - Adesso, ragazzi,
2. genuino: spontaneo, immediato tanto che si diffondeva anche tra gli altri. 3. preludio: la parte iniziale di una composizione musicale.

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ditemi le notizie. Come va la seuola' E tu come stai, pccolat e con tenerezza strinse la testina di Maria contro la spalla. Cominci un rumoroso chacchiero. Dopo che i bambini ebbero parlato della scuola, vollero a loro volta sapere tutto della battuta di caccia. Le bimbe piccole scoprirono che le tasche del padre erano piene di code di coniglio con le quali si sarebbe potuto fare un mantello di pelliccia per l'orsacchiotto di Martina. Peccato fossero ormai le otto e fosse gi passata l'ora di coricarsi! Era giunto il sabato avanti la prima domenica di Avvento.! Durante la colazione chiesi a Maria: - Dove mettete di solito la corona dell'Avvento - Dove mettiamo che cosa' Ero stupita. - Non preparate dunque ogni anno la corona dell'Avvento - No, non l'abbiamo mai fatto. Che cos'M - una grande corona fatta con ramoscelli di abete, su cui si infilano quattro candele per le quattro domeniche di Avvento. Si usa metterla nella stanza di soggiorno. Ci ricorda che s'avvicina il Natale. Si accendono le candele e si cantano le pastorali. - Che bello! Non possiamo averne anche da noi una quest'anno! Per piacere, pap, compra una grande corona di Avvento per noi. - Non si comprano le corone dell'Avvento. Possiamo Iareela facilmente anche noi, - interruppi io e spiegai al Capitano che occorrevano circa due cesti pieni di ramoscelli di abete e, se fosse stato possibile, una di quelle vecchie ruote di carro che avevo visto nel magazzino degli attrezzi. - Che cos'altro! - Un gomitolo di spago, quattro candele di cera e 6 metri di nastro di seta rossa. TI Capitano si offr di acquistare tutto in citt. I ragazzi erano eccitati al pensiero della corona dell'Avvento e ansiosi che fosse pronta in tempo. Al giardiniere fu ordinato di tagliare i ramoscelli di abete e i ragazzi corsero nel magazzino degli attrezzi a cercare la ruota, e a pulrla prima di portarla nella stanza delle bambine. Poi ci ponemmo all'opera. I bambini prendevano dal cesto i ramoscelli e me li passavano, io li arrotolavo alla ruota, fssandoli con lo spago. Ci volle abbastanza tempo perch era una corona grande. Si dovettero piantare quattro grossi chiodi a eguale distanza sulla ruota perch servissero da portacandele. Avevamo appena

4. Avvento: periodo che precede il Natale e che inizia quattro domeniche prima. 38

finito e stavamo ripulendo il pavimento quando il Capitano torn dalla citt. Cos le candele furono infilate sui chiodi, il nastro rosso fu tagliato in quattro parti eguali che vennero legate alla corona per appenderla al soffitto. La nostra prima corona di Avvento era finita. - Che cosa posso fare per lei, ora? - domand il Capitano. Ero indecisa. - Dovrebbe pendere dal soffitto nel centro della stanza di soggiorno, ma poich questa casa non ha una stanza di soggiorno, possiamo metterla qui, nella stanza delle bambine, sopra la grande tavola rotonda! TI Capitano sal sulla tavola, armato di chiodi e di martello. Tutti noi tenevamo la corona ed egli la fiss al soffitto. D'un tratto si ferm, tra il picchiare di un chiodo e di un altro, e guardando gi verso di me, disse corrugando la fronte: - Perch ha detto che questa casa non ha una stanza di soggornoj - vero, - dissi, - non l'ha. - E che cosa sono allora la grande sala e il salotto piccolo, la biblioteca e la stanza della musioaj - No, - insistei, - non la stessa cosa. Padre, madre e figli devono vivere nella stessa stanza, lavorare, leggere, giocare e scrivere l, tutti insieme. Quella la stanza di soggiorno. TI Capitano fin e scese. Tutti ci tirammo indietro per ammirare la bella e grande corona con le sue quattro candele. Dava a tutta la stanza un'aria di festa e anche un odore di festa. - Che cosa si deve fare dopo? - domand Agata. - Ecco, questa sera la famiglia si raccoglier sotto la corona e vostro padre legger il Vangelo della prima domenica di Avvento. Poi accender una delle quattro candele e tutta la famiglia canter canzoni natalizie e pastorali. La settimana prossima accenderemo due candele, l'altra ancora tre, e infine quattro. - Come mai sa tutto questo? - un'antica tradizione popolare, una delle tante. - Una delle tante: ne ha altre in riserva per noi? Mi venne da ridere. - Forse qualcuna. - Benissimo, allora, - il Capitano raccolse i chiodi rimasti e il martello, - ci troveremo questa sera dopo cena sotto la corona dell'Avvento, nella nostra nuova stanza di soggiorno. Questa era una frecciata 5 per me. Non potevo gnorarla, sia
5. frecciata:

discorso malizioso. 39

che fosse un semplice scherzo, sia che fosse una critica alla mia osservazione sulla stanza di soggiorno familiare. Era stato il pensiero dominante che mi aveva turbata durante la settimana: il fatto che la famiglia si trovasse riunita solo all'ora dei pasti. Nel resto della giornata non si pensava nemmeno che i ragazzi potessero trovarsi insieme. Pareva che i maschi dovessero stare nella loro stanza, le bimbe pi grandi nella loro, e a tutti veniva ripetuto ogni tanto dalla baronessa Matilde che non avevano niente a che fare nella stanza delle piccole. Quando i pi grandi avevano cominciato a bussare gentilmente all'uscio della nursery 6 con un timido: Possiamo entrare! ero a volte tentata di dire: Smettetela con queste sciocchezze. Non siete tutti una sola famiglia! . Ma ci esulava 7 dal mio compito. Era una delle tante leggi non scritte. Mi rimaneva semplicemente incomprensibile come si potesse dividere una famiglia in tre parti, che per forza finivano per litigare fra loro. Avevo cercato di sapere il motivo dalla baronessa Matilde, ma non fu capace di spiegarmelo. Seppi solo che l'abitudine di molte case aristocratiche era di avere una governante per i pi grandi, una bambinaia per i piccoli e magari un precettore per i maschi. Sfortunatamente succedeva che queste governanti si ingelosisserol'una dell'altra e insegnassero ai rispettivi allievi di fare dispetti a fratelli e sorelle. Tale stato di cose mi addolorava. Mi avevano detto che il mio compito era di stare nella nursery e che non avevo nulla a che fare con Rupert, Werner, Agata e Maria, eccetto per le lezioni da impartire a quest'ultima. Volendo agire correttamente avrei dovuto mandare via i grandi, anzich insegnare loro a cantare in coro. E inoltre era di mia competenza dare, come avevo fatto poc'anzi, un apprezzamento sulla stanza di soggiorno' Mi sentivo preoccupata pensando alla baronessa Matilde. Per nessuna cosa al mondo avrei voluto recarle dispiacere. Che cosa avrebbe detto di fronte a questa nuova stanza di soggiorno e all'idea dei ragazzi tutti riuniti ~ Ma mi consolai al pensiero che proprio lei soleva rimandare tutto al Capitano, dicendomi che ogni cosa andava fatta secondo i suoi desideri. Dopo tutto era stato lui a dichiarare la nursery nuova stanza di soggiorno familiare, non io. Questa per sarebbe stata l'ultima volta che mi sarei intromessa in qualche cosa estranea al mio preciso compito. Fu da parte mia una risoluzione ferma e solenne. Dopo cena, insieme con la baronessa Matilde, che era rientrata
6. 'I1A/,rsery: camera dei bambini. 7. esulava: non era compreso, era estraneo.

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dalla visita alla sorella, ci riunimmo nella nuova stanza di soggiorno. Il Capitano lesse la pagina del Vangelo della prima domenica di Avvento, e accese una candela. Eravamo tutti seduti intorno alla tavola rotonda, sulla quale ardeva, ritto in un candeliere, un grosso cero rosso. Questa era stata una mia sorpresa per i ragazzi. Lo avevo portato da Nonnberg in occasione della mia ultima visita. - Questo il cero dell'Avvento, - spiegai loro. - il simbolo di Cristo, che noi chiamiamo la Luce del mondo. Deve ardere cos ogni sera fino a Natale, secondo un'altra tradizione popolare aggiunsi rivolgendomi al Capitano. Quando udii anche la voce sottile della baronessa Matilde unirsi al nostro coro, ogni mia preoccupazione spar e mi lasciai andare a godere in pieno la bella corona, le limpide voci dei fanciulli e il suono del violino del Capitano. ( Babbo Natale l) non viene per i bimbi austriaci. Nessuno scende dal camino a empire le loro calze; la cosa non cos semplice. In Austria, piccoli e grandi devono scrivere una lettera al Bambino Ges durante la prima domenica di Avvento. Si crede che venga dal cielo Lui stesso personalmente, la notte di Natale, accompagnato dagli Angeli, a portare l'albero con tutte le sue cose meravigliose. Questa lettera molto importante, perch vi si manifestano i pi segreti desideri e alla fine si formula una promessa. Poi la si mette sul davanzale della finestra prima di andare a letto, e il primo sguardo al mattino per accertarsi che la lettera sia partita. Le lettere dei bambini buoni scompaiono subito dopo la prima notte. Altri bambini devono aspettare invece due o tre giorni e, se ci accade, ci si sente molto ansiosi. Si sar in tal modo indotti a mangiare gli antipatici spinaci, a mettere bene in ordine sulla sedia accanto al letto gli abiti e le scarpe. Finita di cantare l'ultima pastorale, ancora intorno alla tavola, ci mettemmo tutti a scrivere la nostra lettera di Natale. Dopo aver pensato un poco, scrissi: ( Caro Ges Bambino, la mia vita in questa casa sarebbe tanto pi facile se tu volessi portare a ciascuno di questi bambini un paio di scarpe chiodate, un impermeabile e un paio di guanti di lana. lo non ho bisogno di nulla dato che in ogni caso torner a Nonnberg l). S'era appena spenta l'eccitazione della prima domenica di Avvento che sopraggiunse il 6 dicembre, uno dei giorni pi importanti in una casa in cui vi siano dei bambini, perch la vigilia di quel giorno San Nicola scende sulla terra a visitare tutti i piccoli. San Nicola un santo vescovo del secolo VI, ed essendo stato Inolto buono e caritatevole con i bambini e con i giovani, Dio perInette che ogni anno, nella sua festa, possa venire a trovare i suoi
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piccoli amici. Scende dal cielo con i paramenti da vescovo, con la mitria 8 in capo e il pastorale 9 in mano. Tuttavia lo accompagna Krampus, un diavoletto nero e brutto, con la lingua rossa e lunga, un paio di corna e una lunga coda. Quando San Nicola entra in una casa, trova tutta la famiglia riunita in attesa, e i genitori lo salutano devotamente. Poi egli interroga i bambini sul catechismo. Essi devono ripetere una preghiera o cantare una canzoncina. Dagli ammonimenti che d appare come egli sappia tutto di ciascuno, ogni fatto pi nascosto dell'anno trascorso. A tutti i bambini buoni viene dato un sacchetto di mele e noci, fichi e prugne secche e dolci deliziosi e paradisiaci. I bambini cattivi, invece, devono promettere molto seriamente di cambiare vita. Altrimenti Krampue li porter via, e gi brontola e fa tintinnare una pesante catena. Ma il santo vescovo non lascer toccare nessun bambino. D ascolto alle lagrime alle promesse, dette con la voce rotta dai singhiozzi, ma pu accadere che invece di un sacchetto di dolci, qualche bimbo abbia in dono una verga, la quale sar tenuta in vista come simbolo del passato comportamento del bimbo e a ricordo delle promesse per il futuro. Il giorno 5 l'eccitazione era grande. Appena si fece buio ci riunimmo nell'anticamera a guardare nel viale attraverso le ampie vetrate. La mano di Martina era stretta alla mia e la sua personcina a met nascosta dalla mia gonna. Si poteva quasi sentire battere il cuore di Giovanna e l'aria di superiorit di Edvige non riusciva a nascondere il suo stato d'animo. D'un tratto si cominci a vedere un luccicho fra i rami spogli. Un'alta figura con in mano una lanterna e un lungo bastone, svolt nel viale, seguita a breve distanza da un ometto nero. La pesante porta si spalanc. ed entr il santo vescovo, salutato con inchini da piccoli e grandi. La barba bianca che gli scendeva sul petto tradiva la sua et avanzata. Nessuno aveva potuto vedere che una mezz'ora prima, Hans, con l'aiuto di un albume lO sbattuto se l'era lasciata pazientemente incollare sul mento. San Nicola portava gli occhiali, come spesso accade alle persone -anziane, gi sulla punta del naso. Doveva farlo senz'altro perch la sua vista era tanto buona che gli occhiali di Resi quasi lo accecavano. Dopo che si fu seduto diede a reggere la lanterna al Capitano, poi tir fuori da sotto al mantello bianco un grosso volume con una grande croce d'oro. Attraverso la
8. mitria: copricapo del vescovo, alto e rigido, a due punte. 9. pastorale: bastone alto con la 42 punta ricurva, usato dal vescovo nelle cerimonie solenni. lO. albume: il bianco d'uovo.

carta bianca che lo ricopriva si poteva debolmente intravedere un titolo: Enciclopedia da H a H-Z. In quel magico libro erano scritte tutte le molte malefatte, piccole e grandi, commesse dai bambini di quella casa. incredibile come San Nicola fosse bene informato su Werner che aveva marinato per tre volte la lezione di greco; o su Edvige che aveva pizzicato Martina; o su Rupert che aveva fumato di nascosto; o su Maria che aveva studiato il violino molto pi a lungo di quanto le avesse permesso il medico; su Resi, la cuoca, che aveva una volta bruciato il dolce della domenica e, per nascondere il guaio, lo aveva gettato nel letamaio; s Bepi, il giardiniere che era stato spesso pigro al mattino. E San Nicola scoteva il dito e guardava severamente i colpevoli che venivano via via chiamati ai suoi piedi. Tutti si mostravano molto pentiti e promettevano con fervore di cambiare vita. Poi il santo vescovo si alz e fece un cenno verso la porta: un gran sacco fu spinto dentro e San Nicola I'aperse, C'era un cartoccio di frutta e di dolci per ciascuno, eccetto Resi che ebbe invece un grosso bastone, e dovette anche baciare la mano al vescovo. Dopo un ultimo ammonimento e una benedizione, quel sant'uomo lasci la casa.
Quanti giorni mancano a Natalej era la domanda ansiosa di ogni mattina. Una mattina, quando la risposta fu: Soltanto sette , appena scesi trovammo insolitamente chiusa la porta del salone che era sempre spalancata. Nuova eccitazione; significava che il Santo Bambino era dentro assistito dagli Angeli a preparare la sala per il Natale. Da quel momento passando vicino a quella porta i bambini camminavano in punta di piedi e parlavano sottovoce con riverenza. Alla sera continuava fitto il bisbiglio, quando i bambini erano da tempo a dormire e il Capitano e la baronessa Matilde e io eravamo afIaccendati dietro la porta segreta intorno all'albero ancora nudo, ad aprire pacchi, scrivere auguri natalizi, mettere candeline di cera nei piccoli portacandela che sarebbero stati appesi ai rami verdi. Lentamente, ma senza sosta, la grande sala cominci a sembrare il reparto giocattoli di un grande magazzino. Dai tanti pacchi vennero fuori tutte le splendide cose della nostra moderna industria di giocattoli: una casa delle bambole e una cucina di bambola, una carrozzella con un bel bambino, e naturalmente corredi completi di biancheria, biberon, vasca da bagno ecc...; libri illustrati, un treno elettrico, un fucile, un fonografo con dischi; ancora libri e ancora giUOChi, una nuova chitarra, pattini a rotelle e sci. Mai nella mia vita avevo visto tante belle cosetutte insieme. TI guaio era che non riuscivo 43

a fissare la mente sul mio compito, che era di svolgere e disporre perch provavo la tentazione di immergermi nei giuochi, di cambiare la biancheria al bambolotto, di sfogliare i libri. Tutto quanto il cuore amoroso di un padre pu acquistare col denaro era riunito intorno al grande albero. Mi sentivo come nel paese delle fate. Ero ubriaca di Natale, contavo anch'io le ore che ancora mi separavano dal momento in cui poter entrare nel regno di Cristo Bambino e degli Angeli. Ecco finalmente il 23. I bambini avevano cantato tutto il giorno il tradizionale Domani un Bimbo ci sar donato, quieti e buoni e insolitamente servizievoli, sapendo che la casa, e specialmente la loro stanza, era sotto la continua vigilanza degli Angeli che andavano e venivano nella stanza del Natale. Solo Rupert e Agata sembrava la sapessero pi lunga, ma da Maria in gi la fede non era scossa nei santi avvenimenti che si svolgevano dietro la porta chusa.l! Ma come, non avete forse trovato un filo d'argento per la scala e un dolce legato con filo rosso accanto alla porta' Questa ultima sera era riservata alla decorazione dell'albero. Il tronco era alto almeno 5 metri. Il Capitano, ritto su una scala, si occupava della cima, mentre la baronessa Matilde e io ci davamo da fare con i rami pi bassi. V'erano dolci di varia pasta, Lebkuchen e Spanischer Wind, caramelle e cioccolatini involtati in carta crespata, figure e simboli in pasta di mandorle, noci dorate e piccole mele e mandarini; tutte queste cose furono appese con cordoncini rossi all'albero. Poi fu la volta di centoventi candeline di cera, cascate 12 di stagnola sui rami e catene di carta stagnola che dondolavano lievemente tutt'intorno. Per ultimo il Capitano fiss in cima una grande stella d'argento. Poi ci scostammo per ammirare il pi bell'albero di Natale che avessi mai visto nella mia vita. Le tavole lungo le pareti erano cos cariche di doni che le tovaglie bianche scomparivano. L'indomani era il gran giorno, la santa vigilia come la si chiama in Austria. Era nevicato tutta la notte. Andammo in chiesa con i ragazzi pi grandi. La chiesa era piena come fosse domenica. Tutti vanno a confessarsi nella santa vigilia e cos ci tocc aspettare in fila il nostro turno. Era di buon'ora e fuori ancora buio come la notte. Nella chiesa non c'era luce elettrica e tanto meno riscaldamento. La gente aveva portato con s le candele e le aveva fissate sul banco, e reggendo il libro di preghiere con le mani inguantate di morbida
Il cio, le bambine pi piccole credevano che al di l della porta ci fossero gli angeli.
12. cascate: decorazioniabbondanti e ricadenti come una cascata di acqua.

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lana, alla luce della fammella poteva seguire le parole dell'antico inno dell'Avvento, che l'organo accompagnava dolcemente, cantato dall'intera comunit dei fedeli: Dal cielo piove il Giu8to. Al bagliore delle candele, s'intravedeva una nuvola di vapore davanti a ogni bocca. Dall'abside, dove si trovava il confessionale, si udiva lo scalpiccio di scarpe chiodate e anche, a tratti, lo sfregare di mani, debole astuzia per mantenerle calde, quando fuori si era sotto zero e lunghe stalattiti 13 di ghiaccio pendevano dal tetto sporgente della chiesa. Ma il freddo appartiene al Natale, come il caldo alla mietitura. Era come doveva essere e nessuno se ne preoccupava. Quando la santa Messa fu terminata, andammo con i bambini di fianco all'altare. L, in un boschetto di alberelli bene allineati, si stendeva ai nostri occhi tutta la citt di Betlemme. I pastori erano gi fuori nei campi con i loro armenti, Maria e Giuseppe erano giunti alla grotta. Stavano inginocchiati davanti alla mangiatoia ancora vuota. TI bue e l'asino, le pecore al pascolo, e gli Angeli nell'aria, sembrava trattenessero il fiato, aspettando con santo desiderio la venuta del Bambino. L'umanit intera attendeva pazientemente da migliaia di anni quel momento.w Ora non poteva attendere pi; proprio questa la sensazione che si porta nel cuore tornando a casa dalla chiesa, dopo un'ultima occhiata alla mangiatoia ancora vuota: si pensa di non poter pi aspettare. Ecco il tema dei cori della vigilia che risuonano dovunque i fanciulli ancora credono nella venuta di Ges Bambino. Ma poich tutto finisce, cos finirono anche le lunghe ore di attesa di quel pomeriggio. La santa vigilia giorno di digiuno e il pranzo fin presto, formato com'era da un solo piatto, una zuppa densa. I bambini occuparono le ore del pomeriggio ad assestare le loro stanze, a mettere armadi e cassetti in perfetto ordine. Poi ci vestimmo tutti da festa e per l'ultima volta ci ritrovammo sotto la corona dell'Avvento, con le quattro candele accese. Furono chiamati i domestici e ancora una volta cantammo l'antico inno dell'Avvento. Prima che la terza strofa fosse finita, si sent il suono d'un campanello d'argento. Ecco! TI Santo Bambino era arrivato. Scendemmo tutti guidati dal padrone di casa che aveva per mano le due piccole. Appena varcata di pochi passi la porta spalancata ci fermammo in semicerchio a contemplare con muta meraviglia l'albero di Natale, la cui solenne bellezza dominava la sala. TI Capitano
13. stalattiti: ghiaccioli aggrumati e appuntiti. 14. Vuol dire che la nascita di Cristo, che attualmente rappresentata col presepe, stata desiderata per lunghissimi tempi dall'umanit che da Cristo attendeva la salvezza.

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inton Notte silente e noi gli facemmo coro. Finite le tre strofe vi fu un momento di assoluto silenzio. Un sottile aroma 15 di abete, di cera e di dolci impregnava l'aria. Si poteva quasi udire la vibrazione 16 delle tante fiammelle, e la grande stella in cima all'albero, agitata dal calore delle candele accese, pareva proprio vera. L'ampio salone era tutto nella penombra dorata che solo la luce delle candele di cera san dare; ma le candele di cera nel giorno di Natale, irradiano pace e felicit come in nessun altro giorno dell'anno. Ci accade forse perch attraverso i secoli la luce della vigilia di Natale ritrae il suo splendore dalla stella di Betlemme che vide il primo cristiano messaggio di pace agli uomini di buona volont. Poi il Capitano and in giro, dall'uno all'altro, augurando a ciascuno un Natale benedetto. L'incanto era rotto. D'un tratto la casa risuon del Buon Natale ) che tutti si scambiavano. Il Capitano indic a ciascuno il proprio posto. Per un po' si ud solo il fruscio dei pacchi aperti e le grida di gioia pi o meno trattenute che annunziavano la sorpresa e l'ammirazione. Ero tutta occupata ad aiutare Martina che si prendeva cura del suo bambolotto, quando venne il Capitano che volle scortarmi al mio posto. V'erano vari pacchi involtati in velina bianca e una grande scatola su cui era scritto: Per Fraulein Maria, da distribuire , Circondata dai bambini, aprii la scatola e ne vennero fuori otto paia di sofficiguanti di lana, otto mantelle grige e otto paia di grosse scarpe chiodate. Questa era una grande sorpresa e con il rimorso nel cuore, osavo appena guardare la baronessa Matilde. Ma era la sera di Natale ed ella non fece che sorridermi agitando una mano. Tuttavia la mia sorpresa non fin l. Quando tutti i miei pacchi furono aperti, sul mio tavolo posavano due bei vestiti nuovi e un cappellino molto grazioso. Quale sospiro di gratitudine levai allora al Santo Bambino per tanta generosit! Dopo il pranzo servito pi presto del solito, il Capitano volle ascoltare musica natalizia. Era appunto questo che aspettavo. Il mio dono di Natale alla famiglia era una mangiatoia posta ai piedi dell'albero di Natale. Presi la grande candela rossa e ci disponemmo tutti intorno. Dopo di aver eseguito il nostro repertorio di canzoni, presi la chitarra nuova di Agata e cantai per la prima volta il mio canto di Natale preferito: La ninna nanna della Vergine. Poche ore dopo ero inginocchiata al mio posto nell'antica chiesa
15. aroma: profumo caratteristico delle piante resinose. 16. vibrazione: tremolio. Si poteva 46 quasi pensare di sentire il sottile rumore prodotto dal tremolio delle fammelle delle candele.

di Nonnberg; ero tornata a casa per la messa di mezzanotte. Questo ritorno era per stranamente differente dagli altri ritorni. Mi era difficile fissare i pensieri nella preghiera. La mia mente era continuamente attraversata da immagini del grande albero di Natale e del volto felice dei bambini. Un'immagine, specialmente, non riuscivo a scacciare per quanto mi provassi. Quando stavo per uscire per andare alla Messa di mezzanotte, il Capitano era venuto sulla soglia della sua stanza, e prendendo la mia mano fra le sue, aveva detto: - Ho sempre temuto pi di ogni altro il giorno di Natale. Ma quest'anno lei lo ha reso per noi molto bello. Grazie. - C'era nei suoi begli occhi scuri una luce calda e per la prima volta dacch lo conoscevo non aveva l'aria triste e inquieta. Ci mi aveva resa molto felice; ma ora quell'immagine mi ritornava nel pensiero e turbava la mia preghiera. Rivolgendomi al Santo Bambino dissi con fervore: - Ti ringrazio di avermi mandata in quella casa. Aiutam a portarli tutti pi vicino a Te. In quel momento la Comunit si lev in piedi e con voce di giubilo il giovane sacerdote presso l'altare inton l'antico messaggio di Natale: Gloria in ecceieis Deo et in terra pax hominibus bonae voluntatis .17
17. Gloria a Dio nell'alto e pace in terra agli uomini di buona volont.

UNA PAUSA DI RIFLESSIONE


La gioia di vedere tutta la famiglia riunita e allegra grande, specialmente quando si in prossimit di feste solenni come il Natale. Queste festivit vengono pregustate gi molti giorni prima. In questa serenit familiare caratteristico e commovente sia l'aspetto religioso sia quello di gaia collaborazione ai preparativi. Attualmente, al Natale ci si accosta in maniera diversa: tu come ti prepari e che cosa desideri per questa festa? I tuoi familiari e conoscenti la pensano come te oppure diversamente? Anche le strade offrono un insolito aspetto. Prova a descriverlo.

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La volont di Dio non ha perch

Le settimane seguenti furono molto felici. Era venuto il vero inverno, e le scarpe chiodate, i guantoni di lana e i pantaloni da sci erano di uso quotidiano. Non potevamo capire come fossimo andati avanti fino allora senza di essi. Con grande gioia dei bambini, il padre rinunci a un gran numero di inviti e rimase a casa con loro, ricominciando anche lui a sciare e mostrando di divertirsi un mondo. Con il principio di marzo la neve cominci a diventare acquosa e quindi perfettamente adatta per costruire una grande fortezza con torri e torrette, abbastanza grande da potervisi ficcare in cinque e perfino da accendervi il fuoco. La baronessa Matilde era andata al matrimonio del fratello, quando in una bella mattina fui chiamata dal Capitano nella biblioteca. - Pensi che cosa accaduto - mi disse come saluto. - La baronessa Matilde si rotta la gamba, e la frattura cos grave che non potr essere con noi per il resto dell'anno. Che cosa dobbiamo fare~ Pu prendere lei in mano il governo della casa finch trovo un'altra signora che la sosttuisca.t Risi di cuore: - Capitano, non m'intendo affatto di come si dirige una casa. Lei capisce, in collegio e poi nel noviziato ho imparato molte cose ma non questa. So appena prendere in mano una scopa. - Non potrebbe studiare un manualej - domand dopo un momento di riflessione. - L'altro giorno ho visto in vetrina alla libreria Hoellriegel un libro di economia domestica. Nel mio intimo avevo gravi dubbi che questa scienza potesse essere appresa sui libri, ma appariva cos ansioso, che dissi: - Bene, non c' altro che provare, - guadagnandomi un sorriso
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e uno sguardo grato dei suoi begli occhi. Per un momento fu come nei giorni passati. C'era fra noi un'aria di confidenza. La sera stessa il Capitano riun nella biblioteca gli otto domestici e mi present come la temporanea direttrice di casa, da cui avrebbero dovuto ricevere gli ordini per quel periodo. L'indomani part. Nel salutarmi disse: - Sarebbe troppo chiederle di mandarmi un rapporto giornaliero di come vanno le coset Con queste parole mi porse un libro. Lessi: Il libro d'oro della donna di casa: una guida per tutto l'anno con cinquanta ricette e mille consigli. Mai in vita mia avevo pensato a come sia organizzata una casa. Nel collegio dove avevo passato la maggior parte dei miei anni giovanili, il cibo era sempre pronto alle ore dei pasti, le stanze erano sempre ordinate e pulite, le finestre lavate, la biancheria ben curata; ma tutto ci accadeva dietro le quinte, senza alcun rumore.' Non si vedeva mai chi faceva quelle cose; se ne conosceva solo l'effetto e si accettava tutto come un diritto. Nel convento c'erano quelle incantevoli, umili sorelle converse dal velo bianco, che facevano la cucina, il bucato e la pulizia. Ma a noi del noviziato non era permesso di parlare con loro, e cos nemmeno l avevo avuto notizia di come tutto venisse fatto. Quando il Capitano mi present come temporanea direttrice di casa, avevo notato uno scambio di occhiate fra la cuoca e il giardiniere, la prima e la seconda cameriera: sguardi a met ironici, met saputi. V'era anche una bonaria ironia nel modo eccessivamente sottomesso con cui la potente donna Resi mi domand la prima sera, nell'anticamera di servizio: - Fraulein Maria, vuol scendere dopo cena, a dare gli ordini per domant - Quali ordini ~ - chiesi, e avrei voluto subito mordermi la lingua. Che novellina ero! Ma se la cuoca lo cap non lo dimostr e continu rispettosamente: - Ecco, tutto ci che ella vuole che si faccia domani, io e le due ragazze di cucina, le due cameriere e il giardiniere, l'autista e la lavandaia. Stavo per dire: Per favore, fate ci che volete , ma fortuna1. 8enza alcun T'1MIWre: avveniva silenziosamente, senza che si notasse chi avesse svolto quell'attivit.

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tamente mi ricordai in tempo che la baronessa Matilde passava ogni sera un tempo considerevole nel quartiere dei domestici. - S verr, - risposi, e corsi a consultare il libro. Ma sul momento non avrei certo potuto trovare nelle ottocento pagine di quel testo quali ordini dare ai domestici per l'indomani. Quando poi mi trovai di fronte alle otto facce in attesa, cercai di risolvere il problema diplomaticamente 2 e domandai: Che cosa intendete fare domani ~)} oppure: Che cosa mi suggerite in seguto t Ci ebbe esito felice e quasi mi congratulai con me stessa per questa buona idea; ebbi cos il tempo di divorare il libro e in pochi giorni non avevo pi bisogno di domandare suggerimenti a nessuno. Incominciai dalla prima pagina e ogni sera mi dedicai per varie ore allo studio di come si diventa brave massaie. Ogni sera partiva anche un breve biglietto che diceva: Signor Capitano, stiamo tutti bene e ogni cosa in casa, nel giardino e nella fattoria sta procedendo bene. Sinceramente sua l).
l).

Erano passate tre settimane e poche notizie avevamo ricevute dal Capitano. Ai ragazzi e a me giungevano cartoline illustrate con saluti; era tutto. TI tempo trascorreva veloce. Solo poco pi di un mese mi separava dal convento. TI Capitano era tornato a casa e quasi subito si era chiuso nel suo appartamento privato. La famiglia lo vedeva molto poco; prendeva anche i pasti nello studio. Tutti sapevano che stava scrivendo le sue memorie e non voleva essere disturbato. - Una sera consultai teneramente il mio calendario personale a scuola li chiamavamo i manga-tempo - e vidi mi rimanevano solo tredici giorni di esilio." L'indomani mattina cominciai la grande pulizia di primavera. Sotto la mia direzione le cameriere toglievano le tende e spazzolavano le pareti, quando vidi le tre bimbe pi piccole bussare alla porta dello studio del padre. Non pass molto tempo che uscirono. Vennero di corsa verso di me che su una scala stavo lavando un lampadario di cristallo, e mi gridarono da lontano: - Pap dice che non sa se le un po' simpatico! - Ma certo! - risposi distratta perch non avevo mai lavato un lampadario prima di allora. Notai solo vagamente che le bimbe disparvero di nuovo dietro la porta dello studio.
2. diplomaticamente: con molta accortezza; senza provocare difficolt. 50 3. esiUo: il tempo in cui restava lontana dal suo convento di Nonnberg,

Quella stessa sera stavo disponendo i fiori in alcuni grandi vasi orientali molto belli. Era l'ultimo tocco, poi la pulizia di primavera sarebbe stata ultimata e, mi pareva, con vero successo. Ero all'ultimo vaso quando entr il Capitano. Si avvicin e rimase a guardare in silenzio che cosa facevo con le peonie. D'un tratto disse: - stato veramente molto gentile da parte sua. TI tono insolito della sua voce, che era grave e profonda come un tocco di campana, mi fece alzare gli occhi e incontrai il suo sguardo. :Miguardava con tanto calore che subito abbassai la testa, turbata. Gli chiesi timidamente che cosa era stato gentile da parte mia. - Perchj - domand stupito - non mi ha mandato a dire stamane dalle tre piccole che accettava l'offerta, voglio dire che lei voleva sposarmi ~ Lasciai cadere forbici e peonie. - Che io voglio... sposare... lei ~ - S. Le bambine sono venute da me questa mattina e mi hanno detto che i ragazzi avevano fatto fra loro un conciliabolo e stabilito che l'unica maniera per trattenerla era che io la sposassi. Ho detto loro che anch'io avrei avuto caro di farlo, ma pensavo di non esserle simpatico. Sono corse da lei e sono tornate in un baleno gridando che lei aveva detto s, mi simpatico i). Non siamo forse gi fidanzati ~ Ero sconvolta. Non sapevo che cosa dire n che cosa fare. Nell'aria pesava un silenzio di attesa e tutto ci ch'io sapevo era che fra pochi giorni sarei stata ricevuta nel mio convento per sempre, mentre l, davanti a me, un uomo vero e vivo voleva sposarmi. - Ma, Capitano, - cominciai, - lei sa che fra poco torner nel mio convento e non si pu allo stesso tempo entrare in convento e sposarsi. I begli occhi si rattristarono. - questa la sua ultima parola! Non c' assolutamente speranza~ Mi venne un'idea: - Lei sa, - dissi con ardore, - io ho qualcuno che lei non ha. Ho una Maestra delle novizie. Ci che ella mi dir lo calcoler come se mi venisse da Dio, che sia la volont di Dio. Lasci che vada a interrogarla. E nella mia ansia non aspettai la risposta, ma uscii subito per recarmi a Nonnberg. Era una breve passeggiata di un'ora ed ero felice di aver trovato una scusa per visitare quel luogo a met settimana. Almeno so - mormoravo a me stessa, mentre m'affrettavo lungo la riva del Salzach, - che non fidanzato. Che cosa sar 51

accaduto t l). Mi sentivo addolorata per lui, poveretto, ma molto sollevata per i ragazzi. Quando pensai a quel piccolo gregge senza madre, una pena strinse il mio cuore. Ma tutto ci che potevo fare era di pregare con pi fervore perch Dio mandasse loro una buona seconda mamma; e perch non cominciare subito ~ Oos presi a recitare il rosario. Oon un sospiro di sollievo mi gettai a sedere su una delle vecchie sedie di quercia nella sala di comunit delle postulanti.s Che bella cosa essere a casa! l) sospirai, e respirai a lungo quel profumo incomparabile fatto di erbe, di incenso e di semplice odore antico delle vecchie mura. In quel momento si aperse la porta ed entr nella stanza Madre Rafaela, la mia Maestra di noviziato. - Maria, che cosa fa qui a met settimana ~ Questo mi fece tornare ai miei pensieri e le raccontai l'incidente. - E vede, se lei mi dice che non posso sposarlo, perch entrer qui, allora la volont di Dio chiara e ci aiuter anche lui. Madre Rafaela pos su di me il suo sguardo materno, ma non disse una parola. D'un tratto si alz e usc dalla stanza. Torn dopo un'ora e mi annunci che la reverenda Madre mi aspettava. Mi sentii molto onorata, e con il cuore leggero attraversai i porticati dei chiostri e salii la scala di pietra, ma questa volta senza il peso di una cattiva coscienza. La stessa antica porta di quercia, lo stesso cigolio quando si aperse - qui ero circondata da antiche e care amicizie e presto sarei stata fra loro per sempre. - Oon questi pensieri m'inginocchiai ancora una volta ai piedi della reverenda Madre e le baciai l'anello. Ella mi prese tutt'e due le mani fra le sue e mi fiss affettuosamente e a lungo senza una parola, finch mi sentii quasi turbata. Finalmente parl: - Madre Bafaela mi ha riferito ogni cosa. Poich sei tornata a casa per sapere la volont di Dio in questo momento della tua vita, ho riunito la Comunit 5 nella stanza del Capitolo." Abbiamo pregato insieme lo Spirito Santo e abbiamo tenuto concilio ed risultato chiaro per noi. - Qui le sue mani strinsero le mie con pi forza. - Ohe la volont di Dio che tu sposi il Capitano e che tu sia una buona madre per i suoi figli. Era trascorso qualche minuto e mi trovavo ancora inginocchata,
4. postulanti: sono le giovanette che chiedono di farsi suora e che trascorrono un periodo di prova in convento. 5. Comunit: tutte le suore. 6. Capitolo: sala in cui si riunivano le suore che dirigevano il convento.

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cercando di comprendere. Sapevo che era decisivo, che nessuna discussioneera possibile. S, era vero, avevo voluto conoscerela volont di Dio, ma ora che mi era stata palesata, rifiutavo di accettarla. Tutta la mia felicit era andata in frantumi e il mio cuore che aveva tanto desiderato di darsi tutto a Dio, si sentiva respinto. Passavano su di me onde pesanti di delusione e di pena. Con occhi asciutti guardai il grande anello al dito della Badessa e meccanicamente lessi e rilessi le parole incise intorno all'ametista: 7 La volont di Dio non ha perch l). Quando levai lo sguardo ancora confuso, vidi le sue labbra muoversi senza suono in preghiera e i cari occhi pieni di compassione. Ci infranse le mie difese e abbatt le mie ultime resistenze. Con tutta la sincerit del mio cuore, le chiesi: - Che cosa vuole il Signore da me, reverenda Madre? - Egli vuole che tu lo serva bene dove ha pi bisogno di te, e che tu lo serva con tutto il cuore e giocondamente. A passi lenti tornai verso casa. Era una sera senza luna, e quando camminai lungo il fiume, che non potevo vedere, ma che udivo, mi tornarono alla mente le parole del salmo Le acque scure e dolorose dell'esilio minacciavano di travolgermi l). I ragazzi devono essere a letto a quest'ora l), pensai, quando apersi la porta della grande casa, il pi silenziosamente possibile per entrare senza essere udita. Ma il Capitano era l. - E allora... - disse soltanto. Timidamente mi feci avanti e d'un tratto tutte le lagrime che non avevo potuto versare prima mi salirono agli occhi. - Hanno ... det ...to che devo... sposare... lei. Senza una parola egli spalanc le braccia. E io che cosa altro potevo fare? con un singhiozzo gli nascosi il volto sulla spalla... L'indomani, dopo il pranzo, il padre disse ai figli che avevano ragione: solo sposandomi avrebbe potuto trattenermi per sempre. E per questo lui mi avrebbe sposata. Nei baci e negli abbracci che seguirono,fu commovente e tanto bello da riscaldare il cuore sentire la gioia sincera e il sollievo dei figli, dei miei figli. Subito dopo il Capitano part per un lungo viaggio che l'avrebbe tenuto lontano fino all'autunno. Mi spieg che doveva far cos altrimenti la gente avrebbe mormorato. - Mormorato di che? - domandai. - Di noi. - E perch non parlano ora? - insistetti.
7. ametista: pietra preziosa di color viola.

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Ma il Capitano fece il misterioso e ripet che ci era per il meglio. Se lui e io avessimo solo saputo a quali terribili malignit molte lingue si erano gi dedicate in quei giorni! - Torner due settimane prima del matrimonio. Allora tu andrai a Nonnberg, dove c'incontreremo di nuovo il giorno del nostro sposalizio, e dopo non partir pi, - aggiunse con tenerezza. Aveva ragione. Cos and tutto bene. Durante i mesi dell'estate i ragazzi e io diventammo sempre pi uniti. E l'immagine del loro padre si and sempre pi inserendo nella mia vita con ogni lettera che ricevevo da lui. Fu un periodo felice e tranquillo. Le foglie divennero gialle e rosse, e i primi temporali dell'autunno le fecero cadere dagli alberi. TI Capitano torn e io imparai a ehiamarlo Giorgio. Poi andai per l'ultima volta nel mio amato convento per un ritiro di dieci giorni in preparazione al matrimonio, che davvero un grande sacramento. Era il sabato avanti la prima domenica di Avvento, il 26 novembre 1927. Quando finalmente si lev il gran giorno, lo salutai con il cuore pieno di felicit e con il proposito di servire Dio dove pi aveva bisogno di me , Fui vestita con l'abito nuziale nella stessa stanza dove avevo trascorso i giorni pi felici della mia vita. Le mie tre antiche compagne di dormitorio mi aiutarono. Madre Rafaela mi pos la corona di edelweiss 8 sul velo bianco di sposa mentre cominciavano a suonare le belle campane di Nonnberg. Era tempo di entrare in chiesa. Tutta la comunit mi accompagnava e per l'ultima volta scesi le scale consumate dal tempo, passai sui mattoni sconnessi del chiostro, fra le antiche statue del porticato dove le sorelle erano allineate per un ultimo saluto. Mi avvicinai al pesante portale, tenuta per mano dalla reverenda Madre. Quando si aperse m'inginocchiai sulla soglia per l'ultima benedizione. Fuori il corteo era pronto. Con gli occhi velati vidi una chiesa piena di gente. Ecco i bambini! Le due bimbe maggiori accompagnavano il padre che vestiva la grande uniforme di ufficiale di Marina. I due ragazzi aspettavano me e le tre piccole si dettero da fare con il mio lungo strascico. In quel momento dall'organo rison un canto di giubilo. Lentamente e solennemente il corteo avanz lungo la navata e sal all'altare dove il Padre abate ci aspettava rivestito dei paramenti d'oro. Poi la voce dell'organo tacque e nel profondo silenzio della grande chiesa, circondati dai sette figli, ci promettemmo scambievolmente a voce alta e solenne di unirei per la buona e la cattiva fortuna finch la morte ci separasse .
8. edehoeiee:fiori alpini bianchi, a forma di stella, detti anche stelle alpine.

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UNA PAUSA DI RIFLESSIONE


A volte, alcuni avvenimenti, specialmente se sono importanti e decisivi, sembra che si verifichino improvvisamente e senza la nostra piena partecipazione o volont. Anche nel racconto che abbiamo letto, il matrimonio di Maria e del Capitano sembra sbocciare all'improvviso. Per, a pensarci bene, quanta preparazione c' stataI Inoltre com' confortante e bello per la giovane Maria sapere che ci sono, l nell'Abbazia, persone care e sagge a cui pu chiedere un sincero e sicuro consiglio, A te accaduto di chiedere consiglio, in momenti importanti, a persone in cui riponevi la massima fiducia e sicurezza? Saresti contento se potessi conoscere una persona a cui rivolgerti con tanta sicura fiducia?

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