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CAPITOLO TRE

LA SVOLTA LINGUISTICA MEDIEVALE da Agostino a Surez

S. Agostino, Lettera LV, 2.


Si ha [] un rito sacramentale in una celebrazione [Sacramentum est autem in aliqua celebrazione] quando non solo si commemora un avvenimento [cum rei gestae comemoratio ita fit] ma lo si fa pure in modo che si capisca il significato [ut aliquid etiam significari intellegatur] di ci che deve riceversi santamente [quod sancte accipendum est]

S. Agostino, De Trinitate, XV, 11 (19).


Il pensiero che si formato a partire da ci che gi sappiamo il verbo che pronunciamo nel cuore: verbo che non greco, n latino, che non appartiene ad alcunaltra lingua; ma quando c bisogno di portarlo a conoscenza di coloro ai quali parliamo, si fa ricorso a qualche segno che lo esprima. Tale segno nella maggior parte dei casi un suono, tavolta un gesto; il primo si dirige agli orecchi, il secondo agli occhi, affinch per mezzo dei segni corporei venga fatto conoscere anche ai sensi corporei il verbo che portiamo nello spirito.

Un suono
senza significazione n senso = un rumore indistinto

senza significazione ma con senso = la tosse


con significazione e con senso = un termine

Boezio
Il trivium
Logica (lOrganon di Aristotele) Grammatica (Donato e Prisciano) Retorica (Agostino, De dottrina cristiana)
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Anselmo
In un modo, infatti, una cosa [res] pensata [cogitatur] quando si pensa la parola [vox] che la significa [significans]; in un altro modo, quando si comprende [intelligitur] ci che la cosa [res] (Proslogion, cap. 4).
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Tommaso dAquino
Commento al libro di Boezio sulla Trinit (trad. P. Porro, Milano 2007) q. 6, a. 1, titolo, p. 325. Se sia necessario usare il modo di procedere razionale nella scienza naturale [in naturalibus rationabiliter] il modo conforme allapprendimento scientifico in quella matematica [in mathematicis disciplinabiliter] e il modo di procedere intellettuale in quella divina [in divinis intellectualiter].
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Tommaso dAquino, Intelligere


Somma di teologia, I, q. 79, a. 8: Intelligere non significa altro di percepire una verit di ordine intellettivo; ratiocinari invece significa procedere da una conoscenza a unaltra nel conoscere la verit Somma di teologia, I-II, q. 57, a. 2: Il vero ci che per se noto, la natura di un principio e viene percepito dallintelletto in maniera instantanea
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Tommaso dAquino Commento al libro di Boezio sulla Trinit, q. 6, a. 1 (p. 343)


Le sostanze separate e le propriet comuni a tutti gli enti sono quelle di cui si occupa [] la scienza divina: e da qui risulta chiaramente che la sua considerazione soprattutto intellettuale. E da qui segue anche che, in quanto la considerazione intellettuale principio di quella razionale, essa fornisce i principi a tutte le altre scienze e viene per questo chiamata filosofia prima; ma in quanto la considerazione intellettuale il termine di quella razionale, essa viene appresa dopo la fisica e le altre scienze, e per questo viene chiamata metafisica, come a dire al di l della fisica, poich , nel cammino di risoluzione, essa viene dopo la fisica.
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Tommaso dAquino Commento alla Metafisica di Aristotele, Vol. I, Libri I-IV, Proemio
trad. L. Perotto, Edizioni Studio Domenicano, Bologna 2004. Pare che siano pi intelligibili le cose dalle quali lintelletto desume la certezza. Perci, dato che la certezza della scienza lintelletto lacquisisce dalle cause, la conoscenza delle cause si presenta come quella che intellettiva al massimo grado. Quindi, anche la scienza che studia le prime cause pare che sia al massimo grado quella che dirige le altre (p. 37).

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Tommaso dAquino Commento alla Metafisica di Aristotele.


Dal momento che il senso la conoscenza degli enti particolari, viene da pensare che lintelligenza si differenzi da esso per il fatto che conosce gli universali. Di conseguenza anche intellettiva al grado pi alto quella scienza che verte sui principi universali al massimo grado. Tali oggetti sono lente e le cose che conseguono allente, come luno e i molti, la potenza e latto []. Resta dunque che tali oggetti vengano analizzati in ununica scienza comune, la quale, essendo intellettiva al grado supremo, normativa delle altre scienze (p. 39).
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Tommaso dAquino Commento alla Metafisica di Aristotele.

Poich ogni cosa possiede un potere intellettivo nella misura in cui sono privi di materia, si postula che siano intelligibili in sommo grado gli enti che sono massimamente separati dalla materia. La ragione di ci che lintelligibile e lintelletto devono essere proporzionati tra loro e appartenere a un unico genere, in quanto lintelletto e lintelligibile in atto costituiscono una unica cosa (p. 39).
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Tommaso dAquino Commento alla Metafisica di Aristotele.

Spetta poi alla medesima scienza analizzare le cause proprie di un determinato genere e il genere stesso: cos la scienza naturale studia i principi del corpo naturale. Per tale motivo si postula che sia compito della medesima scienza analizzare le sostanze separate e lente comune, che il genere di cui le sostanze citate sono le cause comuni e universali (p. 39).
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Tommaso dAquino Commento alla Metafisica di Aristotele.

Si dice che vengono separati secondo lessere e la ragione non soltanto quegli esseri che non possono mai esistere nella materia, come Dio e le sostanze intellettive, ma anche quelli che possono esistere senza la materia, come lente in generale (p. 41).

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Tommaso dAquino Commento alla Metafisica di Aristotele.


(I nomi della scienza dellessere)

Viene chiamata scienza divina o teologia, in quanto studia le sostanze di cui abbiamo parlato; metafisica, in quanto analizza lente e gli attributi che fanno seguito ad esso: infatti queste entit metafisiche si scoprono nel processo analitico, come le cose pi comuni dopo quelle meno comuni; infine viene chiamata prima filosofia, in quanto studia le prime cause delle cose (p. 41).
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Francisco Suarez, Disputazioni metafisiche, I-III, I, 1, 26,


trad. C. Esposito, Milano 1996,

Bisogna dire quindi che lente in quanto ente reale, loggetto adeguato di questa scienza. Questa la sentenza di Aristotele nel IV libro della Metafisica, pressoch allinizio; sentenza che, in riferimento a questo passo, seguita da San Tommaso, Alessandro di Hales, Scoto, Alberto Magno, Alessandro di Afrodisia e da alcuni altri, nonch da Averro, in riferimento allo stesso luogo [] (p. 85).
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Rudolf Goclenius
Nel 1613, inventa il termine Ontologia nel suo Lessico filosofico. Il termine, ripreso poi da Johann Clauberg nel 1656, viene assunto per significare la scienza dellente in quanto ente, vale a dire dellente comune perch inerente a ogni ente.

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